La Complessità Decifrabile Prof. Corona Felice

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Giornata di studio Campus Fisciano - 20 aprile 2012 Aula dei Consigli “LA COMPLESSITA’ DECIFRABILE”

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Università degli Studi di Salerno - Giornata di studio - 20 aprile 2012

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Giornata di studioCampus Fisciano - 20 aprile 2012

Aula dei Consigli

“LA COMPLESSITA’ DECIFRABILE”

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“Decostruire la complessità per costruire la corporeità

come BES in ambiente di

apprendimento tecnologico”

Prof. Felice Corona

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Jacques Derrida, filosofo francese e direttore di ricerca presso l'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi in Lettre à un ami japonaise dichiara di aver introdotto il termine decostruzione in De la grammatologie (Derrida, 1967)

Il decostruzionismo di Derrida tende ad annientare il concetto di sistema che tutto unifica, che tutto "identifica" e che tutto ingloba in sé in vista di una rivendicazione dell'altro e della differenza.

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La surriflessione come infinita circolarità (Merleau-Ponty)

La teoria del decostruzionismo nella sua trasversalità ma soprattutto nel suo rapporto con la pedagogia, sapere ipercomplesso ed ambiguo (Mariani, 2008), svela il senso dell’essere uno, differente e molteplice. Derrida mette al centro del rapporto tra soggettività ed alterità la relazione con il corpo, con la percezione di sé e del mondo. Il corpo come forma dell’essere al mondo, come struttura originaria dell’essere corporeo e dell’umano e come fondamento non solo del sentire e del percepire, ma anche del pensare.

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La decostruzione deve essere intesa come un evento della pratica, ovvero come il momento in cui si apre un nuovo senso del fare; questo evento della pratica si definisce come l’accadere della differenza o come la soglia del differire. Essa, per esempio, si rivela utile per mostrare l’instabilità plurimorfe della nozione di identità, e criticarne l’uso ideologico nelle diverse definizioni dell’identità culturale (Hall, 2006)

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Mariani ha il merito di avere dedicato un’ampia prospettiva di ricerca alla pratica decostruttiva ispirata al pensiero di Jacques Derrida trasferendolo in ambito pedagogico. Egli infatti sostiene che "una decostruzione” della pedagogia dovrebbe tendere ad acclarare i motivi inconsci che sono all'origine dell'insegnamento e dell'educazione, della pedagogia diversamente giustificata, cioè di quel processo artificiale di trasmissione del sapere, di acquisizione delle abitudini e di soddisfacimento orientato dei bisogni

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Un processo che ha delle similitudini con la teoria della semplessità di Alain Berthoz, basata sulla complessità decifrabile, ovvero sulla capacità del cervello di trovare delle soluzioni scorporando la complessità dei processi naturali ed arrivando a delle soluzioni derivate da principi semplificativi. Quando si osservano ad esempio i bambini nelle loro multiformi espressioni si dovrebbe partire dall’ipotesi che, qualunque sia il loro comportamento, esso ha sempre una sua giustificazione logica, e se gli adulti non la rilevano non è perché essa non esiste, ma piuttosto perché il loro modo di ragionare “complesso” pecca di adultocentrismo, e impedisce di comprendere a fondo e “decifrare” la logica infantile “unica” e “speciale”

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Il concetto di bisogno educativo speciale, nella pedagogia speciale contemporanea, riconosce ed accoglie tale idea di diversità presente in ciascuno dei soggetti, come valorizzazione di tale diversità e costruzione di legami che riconoscono la specificità e la differenza di identità in funzione di una corretta inclusione sociale. La necessità di riconoscere i Bisogni Educativi Speciali non vuol dire individuare alunni diversi per poi renderli soggetti emarginati o discriminati ma rendersi conto delle varie caratteristiche e componenti di difficoltà per saper dare una risposta efficace

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Tra i modelli formativi e di supporto, le tecnologie didattiche per i Bisogni educativi speciali sono una priorità per l’E-Inclusion in quanto facilitano la rimozione degli ostacoli che rendono le ICT inaccessibili con particolare riguardo verso le persone con Bisogni educativi speciali.La didattica per tutti e l’approccio alla riabilitazione sono facilitate da questi strumenti, ed in particolare vogliamo testare e sperimentare, Interactive Beam, un prodotto dell’azienda inglese OmInteractive, presentato a partire dal 3 maggio 2010, e distribuito in Italia dalla Tiflosystem

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Descrizione dell’Interactive BeamLe caratteristiche di questo rivoluzionario prodotto ne

permettono infatti un efficace e utile impiego negli ambiti più

disparati e ne consentono un utilizzo davvero innovativo e

coinvolgente per le persone con disabilità gravi.

Questo prodotto consiste in un carrello mobile che proietta

2,4,6,8 o 12 differenti raggi di luce all'interno di un ambiente

buio, e proietta differenti sequenze di immagini e suoni su un

monitor o sulle pareti della stanza utilizzando un proiettore

ancorato al carrello.

Questi raggi colorati, quando interrotti da una mano o da una

parte del corpo dell'utente, danno inizio ad alcune sequenze di

azioni all'interno delle immagini sullo schermo o sulle pareti.

La sequenza di immagini e attività azionate dal raggio sono

definite da un sistema di controllo che permette all'operatore di

selezionare i contenuti

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personalizzazione: nasce come prodotto adattabile alle necessità del singolo utente, supportando diversi formati di materiale multimediale e soprattutto interamente programmabile dall'operatore; intuitività: l'utente finale non necessità di spiegazioni complesse per l'uso di Interactive Beam, in quanto il semplice movimento corporeo attiva le sue funzioni; Differenti usi: offre numerosi scenari con i quali l'utente può interagire; l'aspetto didattico e riabilitativo sono fortemente supportati dall'aspetto ludico dell'attività e quindi molto motivanti.Stimolazione multisensoriale: stimola contemporaneamente più sensi. Inoltre, l'utente non è mero spettatore delle azioni che il sistema proietta nell'ambiente, ma è attivo nei cambiamenti ambientali; Socializzazione: può facilmente essere adattato per l'interazione di gruppo, permettendo l'inclusione sociale e il riconoscimento dell'altro come risorsa sociale all'interno dell'ambiente

Caratteristiche

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Studiare con Interactive Beam

Questo prodotto è una valido supporto alla memorizzazione di contenuti didattici che generalmente vengono affrontati in lezioni frontali o, anche quando si utilizzino software dedicati e ludici, prevedono che l'utente sia fermo dinnanzi al monitor. Differentemente, Interactive Beam permette all'utente di utilizzare la propria corporeità, e riceverne un immediato feedback attorno a sé.

Le soluzioni proposte per il supporto alla didattica sono varie:

COMPETENZE VERBALI:

Abc e Abc Phonics: attraverso la presentazione dell'alfabeto e la possibilità di percorrerlo con i movimenti, ad esempio mettendo nell'ordine corretto le differenti lettere, ne favorisce il riconoscimento sonoro e visivo; la possibilità di interagire con le lettere, viste come referenti di oggetti visualizzati nell'ambiente, giuda il bambino nel riconoscimento delle parole.

My Body, My Face: Interactive Beam associa all'immagine delle varie parti del corpo e del viso la parola che le identifica, permettendo al bambino di imparare a riconoscerle su se stesso e sugli altri.

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Giocare con Interactive Beam

La motivazione all'uso di Interactive Beam è dovuta all'aspetto ludico e alla

facilità d'uso che lo caratterizzano. Per questo motivo, questo prodotto è

utilizzabile anche da bambini con disabilità in età pre-scolastica, in quanto

propone attività che non richiedono conoscenze pregresse, le quali

Vengono invece assimilate dal bambino proprio interagendo con il sistema.

Tra le attività dedicate ai bambini più piccoli, Interactive Beam propone la

musica come elemento di stimolazione e motivazione. Riproducendo

Canzoni molto diffuse come Happy Birthday, Old Mac Donald, Twinkle

Twinkle, e permettendo al bambino di agire personalmente sul loro ritmo,

velocità e prosecuzione, questo prodotto permette di:• educare all'ascolto• acquisire familiarità con il ritmo e il tempo• riprodurre i brani proposti• sviluppare la sequenza causa-effetto

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COMPETENZE LOGICO-MATEMATICHE:Numbers 1-10, Counting with Pictures: ascoltando e visualizzando i tratti che compongono i numeri, ad un primo livello di apprendimento, e utilizzando la rappresentazione di oggetti reali in riferimento alla quantità numerica corrispondente, il bambino potrà più facilmente sviluppare il pensiero astratto e quindi i requisiti di base della matematica e della logica.COMPETENZE ARTISTICHE:Shapes, Colors: alla presentazione visiva di forme e colori all'interno dell'ambiente, ne accosta la ripetizione verbale, aiutando il bambino a memorizzarli.CONOSCENZE STORICHE:Historical Figures: proietta alcune immagini di personaggi famosi, permettendo all'utente di ascoltare alcune loro citazioni famose, promuovendol'apprendimento multisensoriale della storia.CONOSCENZE GEOGRAFICHE:Famous Places: all'immagine di monumenti storici il sistema abbina le musiche popolari di quell'area geografica, permettendo all'utente di familiarizzare con diverse culture e tradizioni.

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Tutte queste attività, basate sulla percezione multisensoriale,

coinvolgono e sviluppano i seguenti processi cognitivi:

• Apprendimento del concetto causa-effetto e dei contenuti didattici alla base della scolarizzazione;

• Riconoscimento di oggetti reali e concetti astratti;• Memoria;• Concentrazione

Percezione multisensoriale

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Si fa decostruzione quando si aiuta a mettersi in discussione, a rivedere le proprie idee a considerare le proprie categorie concettuali non come uniche. Una vera pedagogia della differenza vuol dire orientarsi verso una ricerca che sperimenti l’utilizzo di metodologie attive e di tecniche in grado di avviare un processo di analisi che ruoti intorno ad alcuni nuclei-chiave. In tal senso è utile suggerire dei percorsi, che con il supporto delle tecnologie avanzate, siano in grado di rispondere a determinate esigenze: educare all’identità, alterità, diversità; sviluppare visioni multi-prospettiche della realtà; potenziare le abilità percettive ed il decentramento percettivo, decostruire il sé, il mondo e le cose ampliando il proprio punto di vista rendendolo meno complesso e più decifrabile.

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References:Berthoz A., La semplessità, Codice Edizioni, Torino, 2011

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Specializzata dell’UNC (UNIONE NAZIONALE CHINESIOLOGI) n° 1 – a cura di F. Corona, M. Galdieri,

F. D’Elia, G. Cecoro, G.Palmers, C. Cozzarelli), Cuneo 2009

Corona F., Gli apprendimenti della mente: lavorare sulle diverse abilità, Pensa Editore, Lecce, 2008

Corona F., Lo sviluppo di un modello sociografico come strumento per la didattica nell’attività motoria,

Rivista Erickson, L’Integrazione scolastica e sociale, Vol. 9, n°4 - Trento, settembre 2010

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BooK

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Giani Gallino Tilde, Il sistema bambino, Bollati Boringhieri, Torino, 1990

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Mariani A., La decostruzione in pedagogia, Armando editore, Roma, 2008

Notti A., Lo sviluppo della competenza metacomunicativa del bambino. In: AA. VV.. Quaderni del

Dipartimento di Scienze dell'Educazione. SALERNO: DISCED

Sibilio M., Il corpo e il movimento nella ricerca didattica. Indirizzi scientifico-disciplinari e chiavi teorico

argomentative, Liguori, Napoli, 2011

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"Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo guardare le cose

sempre da angolazioni diverse““L'attimo fuggente" di Peter Weir

Grazie per l’attenzione…