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LA COMPENSAZIONE DELL’ASTIGMATISMO: IL TEST DEI CILINDRI CROCIATI VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI DISCROMATOPSIA E DEL RELATIVO ASSE CROMATICO COINVOLTO, IN PAZIENTI DIABETICI SENZA SEGNI DI RETINOPATIA DIABETICA: STUDIO CASO CONTROLLO IN APERTO PROGRAMMI E ATTIVITÀ SVOLTE DAL CENTRO STUDI SALMOIRAGHI & VIGANÒ NEL PRIMO QUADRIMESTRE 2018 LA SINDROME VISIVA DA UTILIZZO DI SISTEMI DIGITALI N° 1 | MAGGIO COME REDIGERE UN REFERTO ANGIO-OCT 18 QUALI RIMEDI ESISTONO PER PROTEGGERSI DAI RAGGI UV? SIMPOSIO CENTRO STUDI SALMOIRAGHI & VIGANÒ AL CONGRESSO INTERNAZIONALE SOI

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LA COMPENSAZIONE DELL’ASTIGMATISMO: IL TEST DEI CILINDRI CROCIATI

VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI DISCROMATOPSIA E DEL RELATIVO ASSE CROMATICO COINVOLTO, IN PAZIENTI DIABETICI SENZA SEGNI DI RETINOPATIA DIABETICA: STUDIO CASO CONTROLLO IN APERTO

PROGRAMMI E ATTIVITÀ SVOLTE DAL CENTRO STUDI SALMOIRAGHI & VIGANÒ NEL PRIMO QUADRIMESTRE 2018

LA SINDROME VISIVA DA UTILIZZO DI SISTEMI DIGITALI

N° 1 | MAGGIO

COME REDIGERE UN REFERTO ANGIO-OCT

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QUALI RIMEDI ESISTONO PER PROTEGGERSI DAI RAGGI UV?

SIMPOSIO CENTRO STUDI SALMOIRAGHI & VIGANÒAL CONGRESSO INTERNAZIONALE SOI

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Salmoiraghi & Viganò, prosegue il restyling del retailContinua a pieno ritmo il programma di rinnovamento della rete di negozi diretti in Italia a insegna Salmoiraghi & Viganò. Negli ultimi mesi, infatti, è stata aperta una serie di nuovi punti vendita in diverse aree del territorio nazionale. All’inaugurazione dello store di San Marco 1166, nel cuore di Venezia, si sono aggiunti il negozio presso il Centro Commerciale Grandate, in provincia di Como, sulla Strada Provinciale dei Giovi, quello allo Shopping Park I Viali di Nichelino, alle porte di Torino, quello al Centro Commerciale Val Vibrata di Colonnella, in provincia di Teramo, e quello presso il Centro Commerciale Aura, in viale di Valle Aurelia, a Roma.Altri centri ottici storici di Salmoiraghi & Viganò sono stati invece ristrutturati, in linea con il nuovo layout e per offrire prodotti e servizi sempre più attenti alle esigenze della clientela. Si tratta di una decina di punti vendita sparsi sull’intero territorio italiano, alcuni dei quali hanno fatto la storia dell’insegna, come il negozio di corso Indipendenza nel cuore di Bologna, quello di corso Matteotti nel centro di Varese o, ancora, lo store di piazza Vanvitelli a Napoli, quello di corso Italia a Cortina d’Ampezzo, ma anche, tra gli altri, il punto vendita di corso Garibaldi ad Ancona, di corso Matteotti a Sanremo e di Strada Nuova a Venezia.

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EDITORIALE

Si riparte, per una stagione di collaborazione

La compensazione dell’astigmatismo con il test dei cilindri crociati,

la valutazione della presenza di discromatopsia e del relativo asse

cromatico coinvolto in pazienti diabetici senza segni di retinopatia

diabetica, come redigere un referto angio-oct, quali rimedi per

proteggersi dai raggi UV, la sindrome visiva da utilizzo di sistemi

digitali. Sono soltanto alcuni dei temi scientifici affrontati in questo

numero del Vision Care Journal, il periodico del Centro Studi

Salmoiraghi & Viganò che riparte anche quest’anno con rinnovato

slancio e la medesima attenzione alle principali problematiche della

professione oftalmologica.

Ancora una volta il Centro Studi si propone come partner dei colleghi

medici oculisti italiani anche con questo strumento d’informazione:

attuale nei contenuti, moderno nella grafica, fruibile nella sua

interezza. In vista di uno dei più grandi appuntamenti formativi e

informativi per la categoria, il 16° Congresso Internazionale Soi di

metà a maggio a Milano, abbiamo scelto di focalizzarci su alcune

tematiche di sicuro interesse e di grande attualità, anche in funzione

della stagione estiva in arrivo. Il tutto sempre in funzione della migliore

collaborazione tra classe medica e area tecnica, sotto l’egida della

professionalità del Centro Studi Salmoiraghi & Viganò.

Luigi Mele

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I Manuali Pratici

www.centrostudisalmoiraghievigano.itclassemedica@salmoiraghievigano.it

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EDITORIALE

LA COMPENSAZIONE DELL’ASTIGMATISMO: IL TEST DEI CILINDRI CROCIATI

VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI DISCROMATOPSIA E DEL RELATIVO ASSE CROMATICO COINVOLTO, IN PAZIENTI DIABETICI SENZA SEGNI DI RETINOPATIA DIABETICA: STUDIO CASO CONTROLLO IN APERTO

COME REDIGERE UN REFERTO ANGIO-OCT

QUALI RIMEDI ESISTONO PER PROTEGGERSI DAI RAGGI UV?

SIMPOSIO CENTRO STUDI SALMOIRAGHI & VIGANÒAL CONGRESSO INTERNAZIONALE SOI

PROGRAMMI E ATTIVITÀ SVOLTE DAL CENTRO STUDI SALMOIRAGHI & VIGANÒ NEL PRIMO QUADRIMESTRE 2018

LA SINDROME VISIVA DA UTILIZZO DI SISTEMI DIGITALI

SOMMARIO

3.

7.

9.

13.

21.

27.

28.

30.

FGE Srl Redazione: Via Petitti 16, MilanoSede Operativa: Reg. Rivelle, 7/F 14050 Moasca (AT)Tel. 0141 1706694 - Fax 0141 856013e-mail: [email protected] - www.fgeditore.it

FGE S.r.l.

FABIANOGruppo Editoriale

Anno III - N. 5 - 2018Registrazione al Tribunale di Asti n. 1729/16

Direttore ResponsabileFerdinando Fabiano

Segreteria di redazione0141 [email protected]

Impaginazione e stampaFGE SrlMoasca (AT)

Direttore Editorialee scientificoLuigi Mele

Comitato scientificoMario BifaniManuela BonciCarlo CaginiDecio CapobiancoCiro CarusoBarbara KusaCaterina GaglianoMichele LanzaLuigi MeleAndrea PiantanidaBruno PiccoliMassimiliano Serafino Pasquale TroianoSalvatore Troisi

Chiuso in redazioneMaggio 2018

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La rivista

I Papers

I Supporti operativi

Le Monografie

I Supporti professionali,informativi e formativi

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LA COMPENSAZIONE DELL’ASTIGMATISMO: IL TEST DEI CILINDRI CROCIATI

I cilindri crociati costituisco-no un valido supporto per la determinazione della corretta compensazione ottica dell’astig-matismo. Questo esame deve essere considerato esclusiva-mente come un test di bilancia-mento, mai dunque da utilizzare preliminarmente, dove test og-gettivi molto più validi, quali la schiascopia e l’oftalmometria, permettono di ottenere risultati più accurati.Lo strumento da impiegare è rappresentato da una lente bi-cilindrica con cilindro positivo su una superficie ed il negativo sull’altra. I due cilindri sono di-sposti con asse ortogonale l’uno rispetto all’altro e l’identificazio-ne del negativo è resa agevo-

le da due linee rosse collocate lungo l’asse della lente, mentre per il positivo i colori sono varia-bili tra il verde, il bianco e il nero. Esistono diverse combinazio-ni di poteri per i cilindri crociati, quella però di gran lunga più uti-lizzata è la ± 0.25 D che, ante-posta all’occhio già emmetropiz-zato, provoca un astigmatismo misto di 0.50 D. oltre a questa ci sono combinazioni ± 0.50 D e ± 0.75 D, ma trovano un impie-go più marginale. Per procedere correttamente al test è necessario innanzitut-to aver raggiunto nel paziente quella che, sulla base dei test oggettivi e della soggettività, rappresenta la miglior correzio-ne. Dunque si invita il paziente a

Luigi MeleMedico Chirurgo Oculista - Napoli

FIGURA 1.

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focalizzare sull’ottotipo la riga cor-rispondente ai 5/10 (o comunque alla metà del miglior visus raggiun-to) e si antepone alla lente cilindrica valutata il cilindro crociato, portan-do gli assi a 45° rispetto all’asse del cilindro in sede. Successivamente si procede al ribaltamento del cilindro e si chiede al paziente in quale con-dizione presenti la visione migliore. Se non esprime alcuna preferenza, la correzione astigmatica è già ot-timale, altrimenti si sposterà l’asse della lente astigmatica di 5-10° in direzione del cilindro. Si riposiziona il cilindro in maniera corretta e si som-ministra nuovamente il test, proce-dendo fino a che il paziente non no-terà più alcuna differenza.Fin qui abbiamo raffinato l’asse dell’astigmatismo, protendendo al raggiungimento del valore esatto. Per rafforzarne invece il potere bi-sogna posizionare il cilindro crociato con asse parallelo a quello della lente montata e, sempre invitando il pa-ziente a fissare le mire ottotipiche, si ribalta il cilindro, invitando il sog-

getto a valutare l’immagine migliore. Se non c’è differenza la lente è già giusta, se invece la visione è migliore con il cilindro posto a linee rosse pa-rallele, si aggiunge al cilindro di base -0.25 D, qualora invece fosse prefe-rito il crociato positivo, dovrà essere ridotto il potere negativo della base. Anche in questo caso si procede con il test fino al raggiungimento di uguaglianza tra le due immagini.Accorgimento importante del test è la stabilità. Siccome infatti i cilin-dri sono montati su un supporto con manico, è necessario garantire la stabilità e la corretta posizione del cilindro crociato rispetto alla lente di base, per evitare di inficiare il test. Per tale motivo può rivelarsi utile aiutarsi magari poggiando delicata-mente anche solo un dito sul viso del paziente, per garantire maggiore stabilità.Esistono inoltre condizioni particola-ri, quali astigmatismi irregolari, in cui l’utilizzo dei cilindri crociati può dare risultati di scarsa utilità ed attendi-bilità.

FIGURA 2.

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VALUTAZIONE DELLA PRESENZA DI DISCROMATOPSIA E DEL RELATIVO ASSE CROMATICO COINVOLTO, IN PAZIENTI DIABETICI SENZA SEGNI DI RETINOPATIA DIABETICA: STUDIO CASO CONTROLLO IN APERTO

Introduzione: Il diabete mellito è una malattia cronica caratte-rizzata dalla presenza di eleva-ti livelli di glucosio nel sangue. Nell’ambito delle complicanze del diabete la retinopatia si col-loca al primo posto nella fascia di età tra i 20 e i 70 anni come causa di cecità nel mondo. La discromatopsia è una condizio-ne clinica caratterizzata dalla al-terata percezione dei colori evi-denziabile attraverso specifici test per il senso cromatico. Il meccanismo della percezione dei colori è regolato dai tre tipi di coni che contengono ognuno un particolare pigmento fotosensi-bile. In relazione all’assenza più o meno completa di uno o più coni, o del loro pigmento foto-sensibile, l’esame del senso cro-matico permette di classificare la popolazione in quattro gruppi distinti:• tricromati normali;• tricromati anomali in cui vi è la

presenza dei tre pigmenti, ma uno è anomalo. Si distinguo-no tre forme:

- protanomalia, dovuta ad un’in-

sufficienza dei coni ricettivi per il rosso (coni L)

- deuteranomalia, dovuta ad un’insufficienza dei coni re-cettivi per il verde (coni M)

- tritanomalia, dovuta ad un’in-sufficienza dei coni recettivi per il blu-giallo (coni S) dicro-mati in cui sono presenti solo due pigmenti e anche in que-sto caso si distinguono diver-se forme:

- protanopia o anomali del tipo DALTON (cecità per il ros-so) che confondono il blu con il rosso di elevata lunghezza d’onda quando è molto saturo;

- deuteranopia o anomali del tipo NAGEL (cecità per il verde) che chiamano gialli i porpora a maggior quantità di rosso e blu quelli a minor quantità;

- tritanopia (cecità per il blu) che chiamano rosso anche il vio-letto;

- tetartanopia (cecità per il giallo) molto rara.

• monocromatici o acromatici in cui vi è la presenza di un solo pigmento o l’assenza di tutti i pigmenti.

Annamaria Avella, Ortottista - Napoli

Carmen D’Addio, Ortottista - Napoli

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È stato dimostrato che il diabete può condurre a modifiche morfo-funzio-nali della retina e, conseguentemen-te, ad un’alterata percezione dei co-lori, ossia ad una discromatopsia. Studi morfologici post-mortem di retine di pazienti affetti da retino-patia diabetica, hanno infatti rile-vato una perdita incompleta e “a macchie” di coni S associata ad una significativa riduzione della densità degli stessi, perifericamente alla fo-vea, in tutte le eccentricità (da 0,1 mm a 15 mm). Le evidenze scientifiche, inoltre, confermano che i pazienti affetti da retinopatia diabetica presenta-no principalmente (con una inciden-za di casi compresa fra il 43% e il 70%) un’alterata sensibilità dell’asse blu-giallo, ossia quello classicamen-te coinvolto in presenza di tritano-malia. Nel nostro studio ci proponiamo di identificare se sussistano alterazio-ni del senso cromatico in pazienti affetti da diabete, senza però segni di retinopatia, ed, in subordine, cer-care di individuare quale possa es-sere l’asse cromatico maggiormen-te interessato dal danno.Materiali: Sono stati reclutati, pres-so l’ambulatorio della clinica oculi-stica dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, 100 pa-zienti suddivisi in due gruppi omo-genei per età di cui il gruppo A era

composto da 50 pazienti tutti affet-ti da diabete e con i seguenti criteri di inclusione; • Età compresa tra 45 e 85 anni;• Acuità visiva di almeno 6-7 deci-

mi con correzione;• Assenza di opacità del cristallino;• Esordio del diabete da almeno 10

anni senza segni diagnosticati di retinopatia diabetica;

• Buona capacità di compensare la glicemia con la somministrazione di ipoglicemizzanti orali e/o insulina.

Il gruppo B, invece, era costituito da 50 pazienti non affetti da diabete e con i seguenti criteri di inclusione: • Età compresa tra 45 e 85 anni;• Acuità visiva di almeno 6-7 deci-

mi con correzione;• Assenza di opacità del cristallino;• Assenza di lesioni retiniche degne

di nota.Lo strumento utilizzato nel nostro studio è il kit magnetico Farnsworth Panel D15 desaturato di Richmond Products. Questo test è stato se-lezionato per la sua relativamente buona precisione e facilità di sommi-nistrazione [indice di affidabilità K = 0,96 e validità per la classificazione qualitativa K = 0,73-0,94]. (Fig. 1 )Metodi: Al reclutamento, tutti i pa-zienti sono stati sottoposti a valu-tazione anamnestica e visita oculi-stica completa con valutazione della UCVA, BCVA, biomicroscopia del segmento anteriore, tonometria e

TABELLA 1. Test di Farnsworth Panel D15 desaturato

Protan Deutan Tritan

Gruppo A(Pazienti diabetici)

1 (2%) 0 (0%) 16 (32%)

Gruppo B(controlli)

3 (6%) 2 (2%) 1 (2%)

p-value(significatività statistica)

0.61 0.49 0.00008

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fondo oculare, in modo da struttu-rare omogeneamente il gruppo stu-dio ed il gruppo controllo.Successivamente, a tutti i pazienti è stato somministrato il test Farn-sworth Panel D15 desaturato in condizioni di illuminazione naturale ed in assenza di ulteriori stimoli da confusione.Il test è stato eseguito in monocu-lare ad una distanza di 30 cm con correzione per vicino. I risultati sono stati registrati sulle apposite schede grafiche dedicate.

FIGURA 1. Test di Farnsworth Panel D15 desaturato

Risultati: Nel gruppo di studio A, 33 pazienti non presentavano anomalie nella percezione dei co-lori, mentre 16 pazienti presenta-vano una compromissione dell’asse blu-giallo e 1 paziente presentava compromissione dell’asse rosso. Nel gruppo controllo B, 43 pazien-ti non presentavano anomalie nella percezione dei colori, mentre 3 pa-zienti presentavano una compro-missione dell’asse rosso, 2 pazienti presentavano una compromissione dell’asse verde e in 1 paziente era

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evidenziato una compromissione dell’asse blu-giallo. L’analisi stati-stica del nostro studio è riporta-ta nella tabella 1 e mostra che la frequenza della tritanomalia è si-gnificativamente (p=0,00008) maggiore nel gruppo di pazienti diabetici (32%) rispetto al gruppo dei controlli (2%).Discussione e conclusione: Il nostro studio ha mostrato una significati-vamente maggiore frequenza della tritanomalia nei pazienti affetti da

diabete rispetto ai controlli. I ri-sultati del nostro studio risultano quindi essere in accordo con la let-teratura scientifica che evidenzia la presenza di una tritanomalia in pazienti che già presentano retino-patia diabetica. Concludendo pos-siamo affermare che lo studio del senso cromatico potrebbe essere considerato un test di screening utile in pazienti diabetici per preve-dere e/o monitorare l’evoluzione di una possibile retinopatia correlata.

BIBLIOGRAFIA

• Laura Bellia, Illuminazione ed illuminotecnica, Giornale Italiano di Ortottica vol.4 anno 2011.• Fabiana De Martino, Fisiologia della visione dei colori, Giornale Italiano di Ortottica vol.4 anno 2011.• F. Semeraro, L. Pasquini, F. Pelliccioli, Esame del senso cromatico, Ipovisione SOI 2002.• Rosalba Fresta, Studio del senso cromatico, Guida alla professione di Ortottista, 2009.• L. Ambrosio, F.Tranfa, M. Capasso Barbato, La Visione dei Colori, Giornale Italiano di Ortottica vol.4 anno 2011.• Silvia Tito, Il senso cromatico nel Diabete, Giornale Italiano di Ortottica vol.2 anno 2008-2009.• Ilaria Decembrini, Stadiazione ed Epidemiologia, Giornale Italiano di Ortottica vol.2 anno 2008-2009.• Carlo Traversi, Retinopatia diabetica Preproliferante e Proliferante, Giornale Italiano di Ortottica vol.2 anno

2008-2009.• NC. Tan, WF. Yip, S. Kallakuri, U. Sankari, Fattori associati a visione dei colori alterata senza retinopatia tra le

persone con diabete mellito di tipo 2: uno studio trasversale, Disturbo Endocrino BMC, 2017.• L.C Andrade, G. Souza, E. Lacerda, M.Nazima, A. Rodriguez, L. Otero, F. Pena, LC.Silveira, MI. Cortes, Influenza

della retinopatia sulla visione acromatica dei pazienti con diabete di tipo 2, BMC Ophthalmol, 2014.

FIGURA 2.

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COME REDIGERE UN REFERTO ANGIO OCT

Il referto della visita con Angio OCT non è semplice. Occorre un certo tempo ed il referto è molto più lungo dell’OCT strut-turale e della fluoroangiografia. Vi è un’enorme quantità di dati da gestire. Generalmente serve parecchio tempo per studiare e applicare a ciascun caso il metodo logico di analisi e di interpretazione. Pre-ventivamente occorre seguire un processo e una curva di ap-prendimento. Senza conoscere i dati clinici generali e il confronto con l’OCT strutturale (classica) e con l’OCT en face, diventa im-possibile stilare un referto cor-retto.

OCT strutturale Per ogni elemento dell’OCT strutturale, dovremo valutare:- Morfologia- Struttura-segmentazione- Riflettività- Formazioni anomale

Analisi strato per strato dell’OCT “en face”Le immagini acquisite con l’OCT en face richiedono un’analisi del-la retina strato per strato. E’ possibile acquisire delle scan-sioni coronali che combaciano con la curvatura della interfac-

cia vitreoretinica (ILM), l’epitelio pigmentato retinico (RPE) e la curvatura media (scansione ‘en face’, RPEfit, RPEref). Procedendo dal vitreo verso la coroide si possono evidenzia-re le caratteristiche di ciascuno strato en face.Vitreo, ialoide: distacco evidente, parziale o totale. Probabile eviden-za di membrana limitante interna.Profilo retinico: regolare, irre-golare. Membrane epiretiniche (forma della placca, limiti netti o no), pliche (radiali o parallele, re-golari o irregolari)Depressione foveolare: ampiez-za e profondità normali o alte-rate.Strati nucleari e plessiformi: va-lutazione dello spessore, della riflettività ed eventuali struttu-re anomale. Analisi di simmetria dell’occhio controlaterale.Rete vascolare superficiale.Collegamenti tra reti.Rete Vascolare Profondo.Membrana limitante esterna: in-tegrità, discontinuità, strutture anomale.Ellissoide, giunzione interna/esterna del segmento fotoricet-toriale: riflettività, integrità, di-scontinuità, strutture anomale.Epitelio retinico pigmentato: spessore, integrità, riflettività,

Marco Rispoli, Dirigente medico UOSD Retina medica dell’Ospedale Oftalmico di Roma. Retina Specialist presso il Centro Italiano Macula, Roma

Maria Cristina Savastano, Centro Italiano Macula, Roma

Bruno Lumbroso, Medico ChirurgoOculista - Roma

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strutture anomale.Membrana di Bruch: (se visibile), in-tegrità, discontinuità.Coroide: coriocapillare, spessore

medio, diametro vascolare, strato di Sattler, strato di Haller, visualizza-zione della lamina fusca e dello spa-zio sopracoroideo.

TABELLA 1. Referto angio OCT, analisi passo dopo passo

1 Plesso vascolare retinico superficiale

2a Plesso vascolare retinico profondo (DCP) -

2b Plesso capillare intermedio (ICP)

3a Retina avascolare Normalmente non devono vedersi vasi. Se si osservano dei flussi, sono delle CNV di tipo 3, tipo 2

o tipo 4.

3b Membrana neovascolare

3c Indicazioni di attività della CNV

4 Coriocapillare - coroide

5 Disco ottico

6 Dati Angio Analytic: aspetto quantitativo

7 Confronto e follow up.

9 Conclusione e diagnosi

Schermate dell’Angio OCT e scan-sioni allegate al refertoPer refertare un Angio OCT oc-corre includere 1. scansioni OCT strutturale e

OCT en face2. almeno 2 scansioni trasversali

ortogonali che attraversano la fovea anatomica;

3. almeno una scansione che evi-denzi le caratteristiche della patologia, quando la malattia non interessa la regione foveale

4. mappa maculare5. una o più analisi coronali

(C-scan) della lesione (planare o combaciante con la curvatu-ra del fondo).

6. le immagini dell’Angio OCT comprendono quattro slab di segmentazionea - Rete vascolare superficiale.b - Rete vascolare profonda.c - Retina avascolared - Coriocapillare

7. Dati Angio Analytic: aspetto quantitativo a - Area di flussob - Area non vascolarec - Mappa della densità di flusso:

Referto Angio OCTAnalisi strato per strato dell’Angio OCTL’interpretazione delle immagini acquisite con la tecnologia Angio OCT richiede un’analisi della retina strato per strato.

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TABELLA 2. Rete vascolare retinica superficiale

Forma e percorso dei vasi delle reti vascolari. Forma: regolare (a ragnatela) o irregolare, percorso : regolare, disteso, distorto e con-torto. Possono coesistere varie combinazioni

Anastomosi normali tra il plesso vascolare profondo e il plesso su-perficiale

Shunt: collegamenti anomali tra il plesso vascolare profondo e il plesso superficiale:

Densità dei capillari: sparsi o fitti, allargati, aree non perfuse dilatate, rarefatti, aggrovigliati.

Diametro dei capillari: piccolo, grande, regolare o irregolare.

Architettura della rete vascolare: regolare o irregolare, distesa, di-storta, contorta.

Struttura e densità della rete: sparsa o fitta

Diametro dei vasi: grande o piccolo, irregolare, con o senza dilata-zioni

Maglie: nette, distinte, regolari, indistinte, tese, distorte, contorte

Anomalie vascolari: diametro irregolare, microaneurismi

Edema cistoide cisti =

Neovascolarizzazioni

Zona foveale avascolare FAZ normale, aumentata o ridotta. Forma normale o irregolare dimensione aumentata o diminuita

Arcata perifoveale integra o discontinua

(Software Angio Analytic)

La scansione ILM en face forni-sce informazioni sulla geografia della superficie retinica. La scansione en face combacian-te con la concavità dell’epitelio retinico pigmentato fornisce in-formazioni sull’integrità dell’ellis-soide e ne mappa le lesioni.

Tagli: i tagli clinici sono sottilissi-me sezioni en face per studiare strutture sottili molto piatte, quali la membrana limitante esterna o la giunzione del segmento inter-no-esterno. Slab Una slab è una sezione più spessa in cui è com-preso più tessuto.

Referto clinico scritto dell’Angio OCT. 1 Rete vascolare retinica superficiale Il referto dovrà descrivere:

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2a rete vascolare retinica profonda e 2b rete capillare intermedia Il referto dovrà descrivere:

3a Retina avascolare Normalmente non si dovrebbero osservare dei vasi Se si osservano dei flussi, sono CNV di tipo 3, tipo 2 o tipo 4Trovare dei flussi nella zona avascolare non è normale: può indicare la presenza di vasi anomali, ma attenzione, gli artefatti da proiezione sono sempre possibili! È importante individuare esattamente la membrana di Bruch, per classificare le CNV.

Forma e percorso dei vasi delle reti vascolari. Forma: regolare (a ragnatela) o irregolare, percorso: regolare, disteso, distorto e con-torto. Possono coesistere varie combinazioni Anastomosi normali tra il plesso vascolare profondo e il plesso su-perficiale Shunt: collegamenti anomali tra il plesso vascolare profondo e il plesso superficiale: Densità dei capillari: sparsi o fitti, allargati, aree non perfuse dilatate, rarefatti, aggrovigliati. Diametro dei capillari: piccolo, grande, regolare o irregolare. Architettura della rete vascolare: regolare o irregolare, distesa, di-storta, contorta. Struttura e densità della rete: sparsa o fittaDiametro dei vasi: grande o piccolo, irregolare, con o senza dilata-zioni Maglie: nette, distinte, regolari, indistinte, tese, distorte, contorte Anomalie vascolari: diametro irregolare, microaneurismi Edema cistoide cisti = Neovascolarizzazioni Zona foveale avascolare FAZ normale, aumentata o ridotta. Forma normale o irregolare dimensione aumentata o diminuita Arcata perifoveale integra o discontinua(Software Angio Analytic)

Se si osservano dei flussi, sono CNV di tipo 3, tipo 2 o tipo 4.Trovare dei flussi nella zona avascolare non è normale: può indicare la presenza di vasi anomali, ma attenzione, gli artefatti da proiezio-ne sono sempre possibili! È importante individuare esattamente la membrana di Bruch, per classificare le CNV.

TABELLA 3. Rete vascolare retinica profonda

TABELLA 4. Normalmente non devono vedersi vasi

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Posizione CNV (profondità, offset) Intra-retinica (tipo 3) Sotto-retinica, pre RPE (tipo 2) Maculare, Extramaculare ParapapillareAll’interno o all’esterno delle principali arcate vascolari

Profilo della CNV la corretta segmentazione di una membrana neovascolare non sempre coincide con una corretta segmentazione della retina circostante.

Spessore CNVSottile, spessa, uno o più strati

Morfologia CNV è più importante descrivere le caratteristiche Caratteristiche delle membrane neovascolari

Flussi (vasi) Evidenti Sottile o spesso Dritto o sinuoso, tortuoso Rami principali e secondari. Intero frammentati Disaggregati Ramificazione rami fitti o sparsi suddivisione e arborizzazione

Densità dei capillari: Fitti o sparsi

Anse presenti o mancanti

Anastomosi periferiche: Presenti, assenti

Vaso afferente; tronco o fascio

Morfologia CNV Cespuglio, ruota di bicicletta, cespuglio di corallo, testa di medusa, sagomato a ventaglio, aggrovigliato Simile a filamento: Albero morto A forma di stella, ciuffo, glomerulare, Struttura ramificata Struttura aggrovigliata Arteriolizzazione CNV dopo evoluzione a lungo termine e ripetute recidive Vasi più spessi e diritti, dall’aspetto rigido, assenza dei capillari sottili

Alone scuro peri-CNV Si osserva sempre un alone o un cerchio scuro attorno ai nuovi vasi Riportare la variazione dell’alone dopo il trattamento

Dimensione area di flusso /dimensione lesione (dati Angio Analytic)

3B Angio OCT Terminologia delle membrane neovascolari Quando si osserva una CNV il referto deve descriverne le caratteristiche

TABELLA 5A. Angio OCT Terminologia delle membrane neovascolari

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3B Angio OCT Terminologia per CNV attiva o quiescente

4 Coriocapillare Il referto dovrà descrivere:

Attività CNV: Attiva Forma della lesione, Aspetto Frattale: struttura di ramificazione densa,Anse, molte in periferiaArcata presente, senza interruzioni.Molte anastomosi dei vasi alla periferia della lesione, Alone ampio scuro attorno alla lesione.

Attività CNV: Quiescente Forma della lesione, Aspetto Frattale: struttura di ramificazione sparsa, ad albero morto o aggrovigliato,Poche anse,Rotture e interruzioni dell’arcata perifericaNessuna anastomosi dei vasi alla periferia della lesione, Nessun alone ampio scuro attorno alla lesione.

TABELLA 5B. CNV attiva o quiescente

TABELLA 6. Coriocapillare - coroide

TABELLA 7. Disco ottico

L’OCTA della coriocapillare mostra uno sfondo microlobulare fine.

Procedendo in profondità vedremo gli strati di Sattler e di Haller scuri e grandi vasi. Quando si studiano le CNV di tipo 1 (sotto RPE), ricordare che le NV di tipo 2 possono proiettarsi sulla coriocapillare.

È importante individuare esattamente la membrana di Bruch, per classificare le CNV, di tipo 1 o tipo 2. Se si osservano dei flussi, sono CNV di tipo 1, tipo 2 o tipo 4.

Complesso vascolare superficiale (SVC)

Plesso capillare peripapillare radiale (RPCP)-

Tutto l’NFL

5 Disco otticoIl referto dovrà descrivere:

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TABELLA 8. Dati Angio Analytic: caratteristiche quantitative

Area di flusso mostra il flusso nelle strutture vascolari del volume segmentato.

Follow up della CNV,

Studio dei neovasi preretinici e prepapillari nel diabete proliferativo e nelle occlusioni venose

Area di no-flow, area di drop out vascolare

Nell’area in cui non vi è flusso, il flusso sanguigno è ridotto o total-mente assente.

Indagare separatamente al livello del rete vascolare superficiale e al livello del rete vascolare profondo.

Mappa della densità di flusso

Distinguere le aree in cui vi sono segni di flusso da quelle in cui è assente.

Scala dei falsi colori. Le aree vascolari ad alta densità hanno colori caldi, dove il flusso è ridotto o non vi è densità i colori sono freddi.

5 Disco otticoIl referto dovrà descrivere:

6 Dati Angio AnalyticIl referto dovrà descrivere:

7 Confronto e follow upIl referto deve descrivere le misurazioni e confrontarle con gli esami successivi durante il follow-up I dati devono essere salvati a scopo di confronto.

8 Conclusione e diagnosiL’interpretazione dell’angio OCT richiede l’applicazione di un metodo di analisi logico.Prima l’analisi, poi l’interpretazione, la sintesi e la diagnosi. Senza co-noscere i dati clinici generali e il confronto con l’OCT strutturale (clas-sica), l’OCT en face, diventa impossibile stilare un referto corretto. Scrivere la diagnosi è l’ultima parte del referto ed occorrono prudenza e cautela.

Nota per gli specializzandi: Non si può redigere un referto Angio OCT senza redigere anche il referto dell’OCT struttu-rale e dell’OCT “en face”.Non si può redigere un referto Angio OCT senza un’anamnesi clinica appropriata e in as-senza dei dati dell’OCT strutturale e dell’OCT en face.

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Il referto dell’angio OCT non può essere stilato a prescindere dal re-ferto dell’OCT strutturale. Fa parte del referto dell’OCT strutturale.

Il referto dell’angio OCT richiede più tempo del referto della fluoro-angiografia o dell’OCT strutturale.

Refertare l’OCTA significa gestire una quantità enorme di dati ge-nerati dai dispositivi.

I dati devono essere sottoposti a controllo, ordinati, spostati e se-lezionati in modo da inserire solo quelli necessari per comprendere il caso in esame.

È necessario inserire nel referto alcuni elementi dell’OCT struttura-le (classica) e dell’OCT en face.

A livello ideale è necessario conoscere la storia clinica del paziente.

L’interpretazione dell’angio OCT non è nè semplice nè facile. Richie-de l’applicazione di un metodo logico di analisi e di interpretazione. Prima l’analisi, poi la sintesi e la diagnosi.

Preventivamente occorre un processo di apprendimento e una curva di apprendimento.

Senza conoscere i dati clinici generali e il confronto con OCT strut-turale (classica), OCT en face, diventa impossibile stilare un referto corretto.

Analisi strato per strato.

Le immagini acquisite con la tecnologia angio OCT e en face richie-dono un’analisi della retina strato per strato

In caso di retina edematosa o atrofica non accontentarsi della seg-mentazione automatizzata dello strumento, ma eseguire una seg-mentazione manuale.

TABELLA 9. Come redigere un referto angio OCT 1 – Punti essenziali

TABELLA 10. Come redigere un referto angio OCT 2

TABELLA 11. Come redigere un referto angio OCT 3

TABELLA 12. Come redigere un referto angio OCT 4

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QUALI RIMEDI ESISTONO PER PROTEGGERSI DAI RAGGI UV?

DefinizioneSi definisce radiazione ultra-violetta (radiazione UV) quel-la porzione dello spettro elet-tromagnetico di lunghezze d´onda comprese tra 100 e 400 nm (nanometri) o, equi-valentemente, tra 0,1 e 0,4 micron. Verso le lunghezze d´onda maggiori, la radiazione UV confina con la luce visibi-le di lunghezza d´onda più cor-ta, percepita dall´uomo come viola, da cui la denominazione “radiazione ultravioletta”. La radiazione UV è suddivisa in tre bande di differenti lun-ghezze d´onda:1. UVA (400-315 nm): riesce in buona parte (circa il 55-60%) a raggiungere a super-ficie terrestre.2. UVB (315-280 nm): vie-ne in buona parte assorbita dall’atmosfera terrestre, ma una percentuale non trascu-rabile (circa il 15-20%) riesce a raggiungere la superficie terrestre;

3. UVC (280-100 nm): la più dannosa a causa del suo alto contenuto energetico, vie-ne completamente assorbita dall´ozono e dall´ossigeno de-gli strati più alti dell´atmos-fera.In generale, la capacità di pe-netrazione e quindi la “peri-colosità” per l’uomo dei raggi UV aumenta al diminuire del-la lunghezza d’onda e, di con-seguenza, all’aumentare della frequenza. Le sorgenti di radiazione ultraviolettaLe sorgenti di radiazione ul-travioletta possono essere classificate in:- Naturali: sole.- Artificiali: lampade UV. Se ne riconoscono di svariate ti-pologie e ambiti di applicazio-ne, tra le più diffuse: le lam-pade germicide, usate per assicurare la sterilità di uten-sili e ambienti ospedalieri; le lampade abbronzanti, utilizza-

Claudio SavaresiResp. U.O.C. Oftalmologia Humanitas San Pio X,Milano

FIGURA 1.

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te negli istituti di estetica; infine, in campo artigianale\industriale in cui è frequente l´uso di salda-trici ad arco elettrico ed anche di alcuni laser che operano a lun-ghezze d´onda comprese nell´ult-ravioletto. Danni da esposizione ai raggi UVQuotidianamente si è esposti a una certa dose di radiazioni ul-traviolette; tuttavia, un’ecces-siva o non protetta esposizione alle radiazioni UV può provocare degli importanti danni alla salute generale ed, inevitabilmente, an-che a quella oculare.Sulla base della letteratura scientifica, l’Oms ha identificato dieci malattie strettamente le-gate all’esposizione a radiazioni ultraviolette:- Melanoma cutaneo- Carcinoma squamoso della

pelle- Carcinoma basocellulare (ba-

salioma)

- Carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva (raro)

- cheratosi (malattie croniche della pelle che in rare occasioni possono generare lesioni pre-tumorali)

- Scottature- Cataratta corticale- Degenerazione maculare- Pterigio (inspessimento della

congiuntiva che porta a opa-cizzazione della cornea o a una limitazione dei movimenti oculari)

- Riattivazione dell’herpes labia-le, a causa dell’immunosop-pressione indotta dall’eccesso di UV.

Caratteristiche di assorbimento del tessuto oculareSi riscontrano differenze per quanto concerne l’assorbimen-to della radiazione ultraviolet-ta da parte del tessuto oculare. La cornea e il cristallino sono i principali tessuti oculari deputati

FIGURA 2. Problematiche indotte dalla componente HEV, alta energia del primo visibile.

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all’assorbimento della radiazione ultravioletta. Al di sotto di 300 nm (UVB), è la cornea ad assor-bire la maggior parte della radia-zione, mentre il cristallino assor-be principalmente i raggi UVA di lunghezza d’onda inferiore a 370 nm. L’esposizione alla radiazio-ne ultravioletta è stata indicata come uno dei fattori di rischio o la causa della patogenesi di un’am-pia varietà di condizioni oculari. CongiuntivaLa congiuntiva viene facilmente danneggiata dalla radiazione ul-travioletta che attiva una com-plessa serie di reazioni ossidative e percorsi distinti di morte cellu-lare. Vi è la possibilità che insor-gano carcinomi a cellule squamo-se della congiuntiva che spesso iniziano dal limbus. Esiste una forte evidenza epidemiologica per supportare un’associazione fra l’esposizione cronica ai raggi ultravioletti e la formazione dello pterigio. Questo ispessimento, a forma di ala sulla congiuntiva e sulla cornea, si manifesta parti-colarmente nelle persone che vi-vono in climi soleggiati e in quelle che svolgono attività all’aperto. La prevalenza dello pterigio che si forma sulla congiuntiva nasa-

le è stata spiegata con la focaliz-zazione periferica della luce sulla camera anteriore mediale sotto le cellule staminali corneali limbari. È probabile che le cellule staminali in attiva divisione presentino una soglia di danno inferiore rispetto alle cellule epiteliali corneali che non hanno capacità mitotica. Un collegamento, sebbene più de-bole, è stato trovato intercorre-re anche fra i raggi ultravioletti e la formazione di pinguecola, con elevata prevalenza nelle popola-zioni che vivono sia in zone con tempo soleggiato sia in ambienti nevosi. CorneaL’endotelio corneale (non in grado di rigenerarsi) è vulnerabile alla radiazione ultravioletta. Un’au-mentata esposizione alla radia-zione UVB reca danno al mec-canismo protettivo antiossidante, provocando lesioni alla cornea e ad altre zone oculari. Una quanti-tà significativa di radiazione UVB viene assorbita dallo stroma cor-neale, così un assottigliamento secondario a cheratocono o a chirurgia refrattiva consente a una quantità maggiore di radia-zione UVB di raggiungere il cri-stallino. Non è ancora noto se un

FIGURA 3. Componenti dell’U.V.

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assottigliamento stromale chi-rurgico aumenti o meno il rischio di sviluppare una cataratta.Pur essendo molte le patologie associate all’esposizione alla ra-diazione ultravioletta a decorso cronico, impiegando dunque anni per svilupparsi, la fotocheratite costituisce un chiaro esempio di risposta acuta alla radiazione UV. Altrimenti conosciuta come “cecità da riflesso della neve”, questa condizione reversibile è caratterizzata da forte dolore, lacrimazione, blefarospasmo e fotofobia. L’epitelio corneale e lo strato di Bowman assorbono circa una quantità doppia di ra-diazione UVB rispetto agli strati posteriori della cornea. Nella fo-tocheratite l’irritazione coinvolge l’epitelio superficiale. Un’espo-sizione di un’ora alla radiazione ultravioletta riflessa dalla neve o un’esposizione di sei-otto ore

alla luce riflessa dalla sabbia a mezzogiorno è sufficiente a pro-vocare una “fotocheratite a livelli di soglia”. A livelli inferiori pos-sono ancora manifestarsi lievi sintomi di discomfort oculare. La cheratopatia climatica a dro-plet, o degenerazione sferoidale, è una modificazione patologica permanente caratterizzata da un accumulo di lesioni a forma di gocciolina sullo stroma corneale superficiale. L’esposizione croni-ca ai raggi ultravioletti ambientali viene considerata un fattore si-gnificativo nel suo sviluppo. Camera anterioreL’acido ascorbico antiossidante (vitamina C) è presente in con-centrazione elevata nell’umore acqueo. Esso è letteralmente in grado di “spazzare” via i radicali liberi presenti nella sostanza ac-quosa e proteggere contro il dan-

FIGURA 4. Assorbimento dell’U.V. dalle varie strutture del sistema oculare.

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no indotto dalla luce ultravioletta al cristallino. La sua presenza funge da filtro per la radiazione UVA e UVB ed è stato suggerito che svolga un ruolo di protezione nell’ambito della patogenesi della cataratta. I pazienti che soffro-no di cataratta evidenziano livelli diminuiti di acido ascorbico nella camera anteriore e una diminu-zione significativa di acido ascor-bico è stata rilevata nell’umore acqueo in seguito ad un’esposi-zione alla radiazione ultravioletta. CristallinoCon il trascorrere del tempo, il cri-stallino ingiallisce e perde la pro-pria trasparenza, essenzialmente a causa delle irreversibili modifi-cazioni delle proteine della lente indotte dal processo di invecchia-mento, dall’ereditarietà e dall’e-sposizione alla radiazione UV.Lo sviluppo della cataratta a se-guito dell’esposizione ai raggi ul-travioletti è stata dimostrata con esperimenti sugli animali ed è ben riconosciuta l’esistenza di una connessione fra formazio-ne di cataratta ed esposizione ai raggi UV negli esseri umani. In realtà, l’Organizzazione Mon-diale della Sanità stima che dei 12-15 milioni di persone che ogni anno vengono rese cieche dalla cataratta, una percentuale che arriva sino al 20% di questi casi può essere stata provocata o au-mentata dall’esposizione solare. Il cristallino assorbe sia la radiazio-ne UVA sia quella UVB. Esso è esposto oltre tre volte in più alla radiazione UVA, ma entrambi re-cano danno alla lente attraverso

meccanismi d’azione differenti.È stata riportata l’esistenza di una significativa correlazione positiva fra esposizione ai raggi UVB e cataratta corticale; esiste inoltre una possibile associazio-ne con la cataratta sottocapsu-lare posteriore. Nell’occhio che invecchia sono presenti cromo-fori gialli legati alla proteina che fungono da filtro che assorbe la radiazione ultravioletta. Quando vengono esposti alla radiazione UVA, i cromofori generano spe-cie reattive dell’ossigeno (ROS). Si ritiene che livelli aumentati di ROS nella lente possano dan-neggiare il DNA oltreché indurre un cross-linking delle proteine. L’esposizione giornaliera alla ra-diazione UV e la successiva in-duzione di ROS provoca la for-mazione della cataratta. RetinaBenché il livello di raggi UV che raggiungono la retina nell’occhio di un adulto sia molto basso, con una protezione fornita dal pote-re filtrante cristallino (1% di raggi UV al di sotto di 340 nm e il 2% nel range 340-360nm), stu-di hanno collegato il prematuro sviluppo di una degenerazione maculare senile ad una aumen-tata quantità di tempo trascorso all’aria aperta; mentre altri stu-di non hanno riscontrato alcuna associazione fra questi due fat-tori. Più recentemente, è stato riportato un significativo legame fra l’incidenza a 10 anni di dege-nerazione maculare senile pre-coce e aumentata esposizione al sole estivo.

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Protezione e rimedi Sulla base di quanto detto, è op-portuno ricordare che uno tra i ruoli più importanti dei professio-nisti della vista è far conoscere i rischi evitabili per la salute ocu-lare.Garantire una protezione com-pleta dall’esposizione ai raggi UV può rivelarsi un compito molto complesso in quanto, spesso, ci si limita a considerare unicamente i danni che essi possono arrecare alla pelle, sottovalutando i rischi a cui quotidianamente sono esposti gli occhi. Oggigiorno sono dispo-

nibili una molteplicità di soluzioni con cui tutelare la salute degli oc-chi e per questo motivo è molto importante consigliare al pazien-te di informarsi presso il proprio ottico di fiducia circa l’assorbenza della lente, cioè il suo potere as-sorbente: maggiore è il suo valore (espresso in termini percentuali), maggiore è il livello di protezione. Condizione ideale è una lente con protezione UV 100%, cioè in grado di assorbire la totalità dei raggi inci-denti, oppure con protezione 400, cioè in grado di schermare tutte le lunghezze d’onda ≤ 400 nm.

N9 2016 - Supplemento Protezione Oculare11

Quanto descritto prende in esame le radiazioni che arrivano sulla faccia esterna e che, dopo le dovute rifra-zioni, raggiungono il nostro sistema visivo. Dobbiamo tener presente che le riflessioni sulle lenti interessano anche le superfici interne; anali-si quantitative mettono in evidenza che sono appunto le due maggio-ri riflessioni che si hanno su di una lente (Figura a), le quali aumentano all’aumentare dell’indice di rifrazio-ne secondo le relazioni di Fresnell.È evidente che queste sono indipendenti da quanto la lente utilizzata tagli, per rifrazione, le varie lunghezze d’onda della radiazione incidente. Se è evidente che le radiazioni che emettono i vari dispositivi elettronici d’uso vanno ad interessare una lente come trasmit-tanza, non altrettanto può dirsi per le emissioni di sorgenti localizzate dietro l’utilizzatore che vanno ad interessare le lenti per riflessione, come evidenziato sempre nella figura a.L’effetto di protezione di una lente, anche con l’indicazione protezione U.V. 100%, dà infor-mazioni sul taglio degli U.V. sulla superficie anteriore, ma non fornisce indicazioni sulle radiazioni U.V., che giungono al sistema oculare per riflessione sulla superficie interna. I danni per riflessione sono pertanto da ricollegarsi a quanto le eventuali sorgenti (na-turali o dipendenti dai sistemi di illuminazione) possono colpire il globo oculare diretta-mente, o per riflessioni primarie sulle superfici dell’ambiente; sono pertanto da prendersi in esame in quanto vanno a sommarsi a quelli prodotti dalle radiazioni, precedentemente viste, che attraversano la lente.Alcune aziende costrut-trici di lenti stanno mo-strando grande interes-se alla protezione legata al materiale e a ridurre i picchi di emissione le-gati alle sorgenti lumi-nose e/o a molti disposi-tivi elettronici mediante il “control coating luce blu” (blu control). Inoltre, durante i trattamenti an-tiriflesso della superficie interna della lente, alcu-ne aziende, eliminano le riflessioni dell’ultravio-

Figura b. Si evidenzia come gli U.V. che incidono sulla superficie anteriore della lente sono bloccati dalla lente stessa mentre, quelli che incidono sulla superficie posteriore, non si riflettono grazie a particolari trattamenti effettuati su questa superficie.

Figura a. Riflessioni sulla superficie posteriore di una lente.

Danni oculari: influenza della superficie posteriore di una lente

Luce UV

Luce visibile

TRASMISSIONE RIFLESSIONE

Lab

FIGURA 5. Si evidenzia come gli U.V. che incidono sulla superficie anteriore della lentesono bloccati dalla lente stessa mentre, quelli che incidono sulla superficie posteriore,non si riflettono grazie a particolari trattamenti effettuati su questa superficie.

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SIMPOSIO CENTRO STUDI SALMOIRAGHI & VIGANÒ AL CONGRESSO INTERNAZIONALE SOI

VENERDÌ 18 MAGGIO - SALA GIALLA 1

15:30-17:00 SESSIONE 26 Presidente: M. Bifani Coordinatore Scientifico: L. Mele Moderatori: B. Kusa, A.C. Piantanida

15:30 La fisiopatologia della accomodazione – L. Mele 15:50 La presbiopia: Fisiopatologia e clinica – M. Bifani 16:10 I disturbi dell’accomodazione in età pediatrica: come risolverli con gli occhiali – A.C. Piantanida 16:30 Le soluzioni ottiche disponibili – G. Gesmundo 16:50 Panel: M. Bifani, G. Gesmundo, L. Mele, A.C. Piantanida 17:00 Fine della sessione

La gestione clinica dei problemi accomodativi nell’adulto e nel bambinoSinossi: L’accomodazione rappresenta la funzione fisiologica per la quale ot-teniamo la messa a fuoco delle immagini a differenti distanze. Tale meccani-smo fisiologico se scompensato determina sia problemi nel visus sia problemi nella motilità oculare, comportando come conseguenza lo scardinamento dei meccanismi riflessi che consentono il mantenimento della visione binoculare singola. La corretta determinazione e quantificazione della stessa consente la soluzione degli scompensi che si vengono a creare nel paziente.Obiettivo: La finalità del simposio è quella di trattare gli elementi teorico-pratici dell’accomodazione in età adulta e pediatrica al fine di ottenere una soluzione corretta, utile all’oculista nella sua pratica quotidiana, dei problemi accomoda-tivi che si riflettono sia sulla capacità visiva sia sulla motilità oculare.

PERCORSO FAD ECM 20 CREDITI A TUTTI I PARTECIPANTI

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PROGRAMMI E ATTIVITÀSVOLTE DAL CENTRO STUDI SALMOIRAGHI & VIGANÒ NEL PRIMO QUADRIMESTRE 2018

Con l’obiettivo di diffondere la cultura del benessere visivo e di ricercare l’eccellenza nel campo dell’informazione e del-la formazione su argomenti di grande attualità e di estrema utilità per il medico oculista, il Centro Studi Salmoiraghi & Viganò si è attivato anche in questi primi mesi del 2018 con numerose e concrete at-tività:• Partecipazione ai principali

congressi nazionali e regio-nali.

• Organizzazione di incontri con e tra gli oculisti delle di-verse città italiane, mirati all’approfondimento e all’in-formazione professionale ri-volti al medico oculista, so-prattutto in merito alle lenti oftalmiche. I Laboratori del Centro Studi costituiscono, in-fatti, un vero e proprio ro-adshow itinerante, che tra gennaio e maggio ha toc-cato circa quindici città ed entro la fine dell’anno ne raggiungerà oltre 25. Nella tabella a fianco il calendario 2018 in progress.

• Realizzazione del Manuale Pra-tico sulla MIOPIA, scritto dai massimi esperti della materia, per fornire al medico oculista un punto di riferimento chiaro, immediato e concreto nella sua attività quotidiana.

• Pubblicazione del quinto nu-mero della rivista Vision Care Journal dedicato ai professio-nisti della visione.

• Promozione e sponsorizzazio-ne, tramite il Comitato Scienti-fico e i maggiori esperti, di tre percorsi formativi a distanza: – Lenti monofocali e multifocali - 20

CREDITI ECM, attivo da aprile 2018 a marzo 2019.

– Refrazione - 30 CREDITI ECM, atti-vo da maggio 2018 a aprile 2019.

– Protezione e prevenzione dei danni oculari da radiazioni elettroma-gnetiche - 20 CREDITI ECM, attivo da maggio 2018 a aprile 2019.

I corsi, accreditati presso il Mi-nistero della Salute, sono a disposizione gratuita per gli iscritti al Centro Studi.

• Pubblicazione del quindicinale online VISIONCARE NEWS.

Il primo febbraio 2018 il Centro Studi ha dato vita a un nuovo

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MESE GIORNO CITTÀ

GENNAIO 30 MILANO

FEBBRAIO

1-3 CONGRESSO SILO CORTINA

13 BERGAMO

20 CATANIA

MARZO

9 - 11 WORKSHOP SEDICO

21 NAPOLI

23 LAURIANO (TO)

APRILE

17 SIENA

18 FIRENZE

19 PISA

26-28 CONGRESSO SOSI

MAGGIO

8 ROMA

9LATINA

FROSINONE

16 - 19 CONGRESSO INTERNAZIONALE SOI MILANO

GIUGNO

12 PESARO

13 ASCOLI

14 PESCARA

19 BARLETTA

20 FOGGIA

SETTEMBRE

18 GENOVA

20 MONZA

25 MESSINA

OTTOBRE

17 TRIESTE

23 PAVIA

24 PIACENZA

25-28 CONGRESSO AIS SIOP + NAPOLI

NOVEMBRE CONGRESSO SOI + SENIORITALIA

DICEMBRE 11 MESTRE

12 VERONA

mezzo di informazione online che ogni quindici giorni, al ve-nerdì, costituisce un appunta-mento rapido, snello, sintetico e soprattutto utile per la co-munità dei medici oculisti italia-

ni. VISIONCARE NEWS viene inviato via e-mail ed è aperto ai contributi e alle segnalazio-ni da parte di tutti coloro che scriveranno a: [email protected].

CALENDARIO ATTIVITÀ DEL CENTRO STUDI SALMOIRAGHI & VIGANÒ 2018

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NEWS

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LA SINDROME VISIVA DA UTILIZZO DI SISTEMI DIGITALI

L’utilizzo di dispositivi digitali oggi a differenza di qualche anno fa, dove il loro utilizzo era limitato all’ambiente lavorativo, riempe ogni parte della nostra vita quo-tidiana.Smartphone, computer desktop e portatili, tablet e-reader, vide-ogiochi e televisioni vengono uti-lizzati oramai quasi da tutti e in qualsiasi fascia di età. Una recen-te indagine condotta negli Stati Uniti ha evidenziato che il 90% della popolazione utilizza disposi-tivi digitali per più di dueore ogni giorno e che il 30% degli adulti utilizza per più di 9 ore al giorno un dispositivo digitale (1).E’ stato inoltre stimato che il 65% di chi utilizza sistemi digitali pre-senta affaticamento visivo e che i sintomi risultano più evidenti nel 88% dei soggetti di età infe-riore ai 30 anni (1). La rilevanza di questa condizione a portato

a definire la “sindrome visiva da utilizzo di sistemi digitali” come il complesso dei problemi oculari e visivi che si manifestano in segui-to ad utilizzo prolungato di dispo-sitivi digitali e computer caratte-rizzata da affaticamento visivo, mal di testa, visione annebbiata, secchezza oculare e sintomi mu-scoloscheletrici (ad es. dolore al collo e alle spalle) (2). Escluden-do cause inerenti l’ergonomia del posto di lavoro le cause principali della “sindrome visiva da utilizzo di sistemi digitali” possono esse-re ricercate in problemi “interni” all’occhio come vizi refrattivi non o parzialmente compensati, alte-razioni della risposta accomoda-tiva e della visione binoculare o a problemi “esterni” all’occhio come aumento dell’intervallo fra gli am-miccamenti, riduzione dello stra-to lipidico e un aumento dell’eva-porazione del film lacrimale (3).

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MAGGIO 2018 | 31

Poiché i portatori di lenti a contatto hanno maggiori probabilità di pre-sentare i sintomi da sindrome visiva da utilizzo di sistemi digitali rispetto ai non portatori (4-5) la ricerca ha messo a punto delle lenti a contatto, le lenti Mensili Advanced Pixel, con caratteristiche innovative studia-te per le esigenze degli utilizzatori di dispositivi digitali. Queste lenti a contatto consentono ai loro porta-tori una migliore messa a fuoco, una riduzione dell’affaticamento visivo e una prestazione visiva stabile per tutta la giornata. Questi risultati sono ottenuti grazie alla “DIGITAL ZONE OPTICS” una zona ottica con diametro e forma disegnati in modo supportare la ri-sposta accomododativa senza alcun impatto sulla visione da per lonta-no. Gli utilizzatori di strumenti digi-tali multi-tasking con questo tipo di lente potranno muovere gli occhi dallo schermo alla realtà circostan-te in modo rapido e confortevole. Al fine di ridurre al minimo anche la sintomatologia di secchezza oculare anche il materiale della lente a con-tatto presenta caratteristiche adat-te ai portatori che utilizzano sistemi digitali. Infatti la struttura polimerica della lente è stata progettata per legare l’acqua all’interno della lente riducendo al minimo la sua disidra-tazione anche in condizioni di ridot-

to ammiccamento. Oltre a questa caratteristica la lente a contatto presenta una elevatissima trasmis-sibilità dell’ossigeno grazie alle ca-ratteristiche delle lunghe catene di silicone utilizzate nel polimero ga-rantendo alla cornea l’ossigenazione necessaria per le sue funzioni me-taboliche. Per le loro caratteristiche le len-ti Mensili Advanced Pixel possono sono indicate:• A tutti coloro che fanno un utilizzo

costante dei dispositivi elettronici (qualunque esso sia, smartphone, tablet, computer, televisione, na-vigatore etc.)

• A tutti coloro che hanno un stile di vita attivo e, necessitano di un utilizzo prolungato nel corso della giornata

• Ai portatori di lenti a contatto in hydrogel e in silicone hydrogel che lamentano discomfort.

BIBLIOGRAFIA

1. The Vision Council. Eyes Overexposed: The digital device dilemma; 2016 Digital Eye Strain Report. 2016.2. American Optometric Association. Computer Vision Syndrome. 2014 [Accessed 06/11/2014]; Available: http://

www.aoa.org/patients-and-public/caring-for-your-vision/protecting-your-vision/computer-vision-syndrome3. Rosenfield M. Computer vision syndrome: a review of ocular causes and potential treatments. Ophthalmic

Physiol Opt. 2011; 31(5):502-515.4. Meyer D, Huenink S, Rickert M, et al. Symptoms associated with eye fatigue in soft contact lens wearers.

American Academy of Optometry; October 7-10, 2015, New Orleans.5. Gonzalez-Meijome JM, Parafita MA, Yebra-Pimentel E, et al. Symptoms in a population of contact lens and

noncontact lens wearers under different environmental conditions. Optom Vis Sci. 2007 ;84(4):296-302.

FIGURA 1. LAC Mensili Advanced Pixel a marchio e commercializzate da Salmoiraghi & Viganò

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