La collana di e-book - Modena · tarocchi, 22 lame (gli arcani maggiori) liberamente ispirate alla...
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La collana di e-book Scritture Metropolitane nasce dalla collaborazione tra le
Biblioteche del Comune di Modena e Kult Virtual Press e si propone di
incoraggiare e promuovere la creatività e la comunicazione attraverso la scrittura e
l'illustrazione.
Il progetto è rivolto principalmente ai giovani autori, ma coinvolge anche scrittori
professionisti che aderiscono all'iniziativa accogliendone gli obiettivi di apertura,
condivisione e scambio di contenuti ed esperienze.
I volumi sono distribuiti gratuitamente su internet all'indirizzo
www.comune.modena.it/biblioteche/holden/ebook.htm
Info e contatti:
http://www.comune.modena.it/biblioteche/holden
Referente del progetto:
Walter Martinelli Responsabile Biblioteche decentrate del Comune di Modena
tel.: 329.6508160
I tarocchi della cattedrale, di Federico Manicardi con la consulenza di Patrizia Curti e
Walter Martinelli
Collana: Scritture Metropolitane Ottobre 2005 Prima edizione in formato e-paperback
Eidzioni Kult Virtual Press - www.kultvirtualpress.com
Responsabile editoriale Marco Giorgini, Via Malagoli, 23 - Modena
Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5
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Copyright
I tarocchi della cattedrale
di Federico Manicardi
con la consulenza di
Patrizia Curti
e Walter Martinelli
Le immagini riprodotte nell'e-book sono parziali.
Il mazzo dei 22 Arcani Maggiori è in vendita a € 10 nei bookshop del Comune di Modena.
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Sommario
Introduzione
Alle origini
Il Diavolo e l'Acqua Santa
Gli arcani illustrati
Le carte
Gli autori
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Mi sono applicato soprattutto a guardare i tarocchi con attenzione, con
l'occhio di chi non sa cosa siano, e a trarne suggestioni e associazioni, a
interpretarli secondo un'iconologia immaginaria. Quando le carte affiancate
a caso mi davano una storia in cui riconoscevo un senso, mi mettevo a
scriverla.
Così Calvino ne Il castello dei destini incrociati esprime il suo atteggiamento
verso le carte da gioco che aveva potuto ammirare in uno dei più affascinantii
e antichi esemplari conosciuti: il mazzo Pierpont-Morgan Visconti-Sforza,
quattrocentesco, quasi completo, consistente in carte di grande dimensione
con raffinate illustrazioni a mano, fondo punzonato in argento, figure in
lamina d'oro. Calvino, che si lascia guidare da associazioni libere tra le
diverse carte del mazzo per costruire i suoi racconti, si colloca quindi nella
lunga scia degli estimatori dei tarocchi, che fin dall'inizio non erano
certamente solo i nobili come i Visconti, ma anche il popolo e persino i
religiosi: già negli anni Venti del '400 san Bernardino da Siena predicava
contro le carte da gioco, definite creazione degli infedeli e ingegnoso
strumento del diavolo per indurre al peccato le “anime elette votate a Dio”;
indirettamente si ha quindi conferma di una diffusione che già all'epoca -
quindi subito dopo le origini del gioco, collocate nell'Italia del nord tra
Medioevo e Rinascimento - doveva essere ampia.
Se l'invenzione della stampa a caratteri mobili da metà Quattrocento doveva
portare alla possibilità di produrre materiali in grande quantità rispetto
all'esecuzione a mano, dobbiamo fare un balzo di circa tre secoli per
incontrare quella che è stata definita la prima “industria di immagini”: la
famiglia Remondini a Bassano del Grappa, che accosta alla stampa di
edizioni curate per la Repubblica di Venezia una grande produzione di
stampe popolari comprendente soggetti sacri, immagini cavalleresche,
soldatini da ritagliare, ritratti di personaggi, calendari, carta per rivestimenti
ed anche carte da gioco. Grazie ai venditori ambulanti la diffusione di queste
stampe arriva in tutta Europa, dalla Spagna alla Russia; la curiosità che
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destano le immagini, soprattutto gli Arcani maggiori, fa sì che sempre più
alla funzione di gioco si aggiunga e si sovrapponga un uso divinatorio.
Oggi, ancora quasi tre secoli dopo, i procedimenti tecnici sono di nuovo
cambiati, e i tarocchi che qui presentiamo prendono origine dalla produzione
di tre e-book sul Duomo di Modena (ideazione di Walter Martinelli, testi di
Patrizia Curti e grafica di Federico Manicardi). L'interesse per questa
associazione, inedita ma evidentemente abbastanza lineare, tra iconografia
dei tarocchi da un lato, e dall'altro Duomo come “libro di pietra”, repertorio
di immagini antiche e simboliche, ha convinto della opportunità di ricavare
da queste premesse elettroniche un più tradizionale prodotto a stampa, che
può essere semplicemente “letto” o concretamente utilizzato per gli scopi sui
quali si sofferma il testo di Martinelli.
Quello che rimane costante nei secoli è il fascino degli Arcani, che dopo aver
ispirato tanti illustratori ora si associano alle sculture del Duomo di Modena
per colpire la creatività di Manicardi, e dare origine a esseri e personaggi di
volta in volta mitologici, onirici, iper moderni.
Le parole di Calvino ben si adattano quindi a esprimere lo stupore che dalle
origini fino ad oggi accompagna chi osserva i tarocchi, cui ci permettiamo di
aggiungere l'ammirazione per quella meravigliosa fonte di immagini
fantasiose e simboliche che è la Cattedrale di Modena.
Meris Bellei
Direttrice delle Biblioteche del Comune di Modena
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Introduzione
Alle origini
Per risalire alle origini dei Tarocchi del Duomo, dobbiamo tornare indietro di
qualche anno, al 2004, quando le Biblioteche del Comune di Modena in
collaborazione con Memo (Multicentro educativo) realizzavano il primo di
tre di e-book sul Duomo di Modena.
Gli e-book, editi sotto l'etichetta Scritture Metropolitane www.comune.modena.it/biblioteche/holden/ebook.htm ,
erano firmati da Patrizia Curti per i testi e Federico Manicardi (allora
studente liceale) per la grafica con la mia partecipazione in qualità di
curatore.
Negli anni che seguirono il 'dinamico trio' firmò per Scritture Metropolitane
oltre agli e-book sulle tre porte del duomo, un paio di raccolte di giochi
sempre ispirati alla cattedrale e sempre in formato elettronico.
Licenziato il volume sulla Porta dei Principi (la terza ad essere presa in
esame) erano maturi i tempi per una conclusione speciale del progetto.
Un'opera finale che unisse mistero, storia, arte e creatività, qualcosa di più
tangibile di un e-book, ma al tempo stesso inafferrabile, come un mazzo di
tarocchi, 22 lame (gli arcani maggiori) liberamente ispirate alla cattedrale
medievale di Modena.
Fu così che al di fuori di ogni progetto didattico e di documentazione, il
gruppo di lavoro ormai consolidato, il 'dinamico trio', si auto-commissionò la
realizzazione dei tarocchi del Duomo di Modena (il mondo lo chiedeva!).
La difficoltà e la sfida del progetto stava nel bilanciare correttamente
l'estetica creativa del disegnatore, il rigore storico delle citazioni e dei
rimandi alla cattedrale e l'aspetto simbolico ed esoterico delle carte.
Il prodotto finale doveva essere (ed è) un'opera d'arte ispirata ai bassorilievi
del Duomo di Modena e quindi con precisi elementi storico-artistici da
rispettare, ma rimaneva un mazzo di tarocchi, le carte della divinazione, il
libro che, a dire di tanti studiosi, racchiude nel suo simbolismo i segreti stessi
delle dottrine iniziatiche.
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Dall'Egitto alla Cabala, dai Rosacroce agli Alchimisti, le più antiche e
importanti scuole misteriche hanno riconosciuto la profonda validità esoterica
delle 22 lame degli Arcani Maggiori.
Le carte che andavamo a definire dovevamo poter essere utilizzate per il loro
scopo principe: la divinazione, la lettura del percorso iniziatico,
dall'apprendistato alla realizzazione della grande opera, sia attraverso i segni
e i simboli evidenti sugli arcani, che attraverso elementi più sottili come i
colori e la composizione grafica.
Il mio compito stava nel vigilare che l'opera mantenesse il contenuto
simbolico, nei suoi elementi essenziali, lasciando libero l'estro creativo e
affidando alle capacità divinatorie del consultante l'interpretazione delle
(inconsce?) scelte cromatiche e compositive dell'autore.
Carta per carta ho indicato quali erano gli elementi simbolici e i significati
principali, chiedendo le modifiche necessarie a rispettare i contenuti 'nascosti'
dei diversi arcani.
Anche le scelte dei riferimenti alla cattedrale non sono casuali, come ad
esempio la scelta di utilizzare la figura di Adamo per la carta del Bagatto, o
di Artù nel Carro o della mandorla mistica nel Giudizio.
Credo che il risultato finale abbia rispettato le consegne che il gruppo stesso
si era dato, ma credo che l'unico modo per verificare la bontà del nostro
lavoro, al di là del valore artistico dell'opera, sia di utilizzare le carte!
Come?
Come per tutti gli oggetti e gli strumenti di ricerca esoterica: osservateli,
disponeteli sul tavolo su due file da 11, raggruppateli per insiemi,
confrontateli, concentatevi su ogni carta e guardate. Lasciate che ogni carta vi
trasmetta il proprio contenuto nascosto e se le sentirete, utilizzatele,
consultatele, lasciate che vi parlino.
E diteci com'è andata!
Walter Martinelli
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Alle origini
Il Diavolo e l'Acqua Santa
Da sempre gli artisti si sono cimentati con i tarocchi, una sfida culturale
raccolta da pittori e illustratori, affascinati da queste esoteriche carte,
soprattutto dagli Arcani Maggiori, simboli allegorici,specchio ed emblema di
un mistero aperto a modi diversi di interpretazione e a molteplici
suggestioni.
Federico Manicardi ,studente dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, lega
la magia degli Arcani Maggiori a quella delle sculture esterne del Duomo di
Modena,banco di prova su cui si è cimentato fin dai tempi della scuola
superiore illustrando e.book destinati al mondo della scuola.
Ogni carta - insieme alle specifiche caratteristiche di cui dà conto Walter
Martinelli - contiene rimandi al capolavoro dell'arte romanica, eretto a
partire dal 1099 per dare una “casa” degna della sua grandezza al protettore
di Modena, San Geminiano. All'architetto Lanfranco si affiancò lo scultore
Wiligelmo che nella facciata ha inserito la narrazione biblica, dalla creazione
di Adamo all'arca di Noè, oltre ad eseguire la decorazione del portale
principale, dei bassorilievi e dei capitelli che seguono un preciso programma
dottrinario ed escatologico.
Altri maestri,interpreti dei modelli di Wiligelmo, proseguirono i cicli
scultorei nella Porta dei Principi, nella Porta della Pescheria, nelle fiancate e
nelle absidi. A questa prima fase costruttiva seguì l'intervento di maestranze
provenienti da Campione, sul lago di Lugano,che operarono dalla seconda
metà del XII secolo fino ai primi decenni del XIV. Si deve a loro, per quanto
riguarda l'esterno della cattedrale, l'apertura del rosone e delle porte laterali
nella facciata e della Porta Regia su Piazza Grande, unitamente all'aggiunta
del transetto.
Le rappresentazioni dell'immaginario di Wiligelmo entrano negli Arcani di
Manicardi , che fonde. e trasfigura, invertendo o moltiplicando l'ordine delle
parti. di questo universo di simboli ispirato a molteplici fonti e a una fitta
rete di rimandi.
Si inizia con il Matto, che fa eco a un bassorilievo posto sulla facciata,
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rimasto fino ad ora un mistero anche per gli studiosi.
Adamo, le mani di Dio, il bastone di Caino delle lastre del Genesi, le monete
inserite nella profonda strombatura della Porta Regia, il calice donato a San
Geminiano della Porta dei Principi e la spada dei cavalieri della Tavola
Rotonda sono citati nel Bagatto. Nella Luna e nella Torre rivive il castello
di Artù circondato dall'acqua del rilievo della lunetta della Pescheria, scolpito
prima della testimonianza scritta di Goffredo di Monmouth . Artù ,quale
incarnazione di forze dalla valenza positiva prende il posto di San Geminiano
come auriga nella carta del Carro, ripresa della porta Regia, preceduta dai
quattro gradini, con il doppio protiro e i leoni stilofori che stringono tra gli
artigli una preda.
Ritroviamo la postura del profeta Isaia nella Papessa; la Temperanzarichiama l'Angelo della facciata, la Giustizia si atteggia come l'arcangelo
Gabriele che svetta nella parte alta dell'abside con l'asta al posto della spada.
Il Diavolo rinvia all'architrave della Porta dei Principi, come peraltro
l'Imperatrice, che evoca la moglie di Gioviano collocata su un suppedaneo -
donna di potenza straordinaria (forse Matilde di Canossa) - mentre l' asta e lo
scudo sono rubati ai cavalieri di Artù. L'Imperatore, seduto su un trono ove
campeggiano i sofferenti telamoni della Porta della Pescheria, con in testa la
corona di Gioviano, ha lo scettro che trasfigura il calice donato dalla coppia
imperiale a San Geminiano dopo la liberazione dell'amata figlia dal
demonio.
L'arco che accoglie come un vero e proprio baldacchino il Papa, ripropone la
rappresentazione di San Pietro negli stipiti interni della porta di Principi.
Nell'Innamorato il genietto reggifiaccola della facciata principale in veste di
Cupido sovrasta la trasfigurazione di un capitello dell'abside; l'Eremita è
Mosè - al posto della lampada tiene le luminose tavole della legge di Dio -
primo profeta dello stipite destro della Porta Principale ,qui collocato su un
delle due torrette disposte in posizione assiale alle colonne, l'architettura che
lo incornicia .
Sulla Ruota, il rosone aperto nella facciata dai Campionesi - identico il
numero di raggi - si appoggiano la manticora, favoloso mostro dell'India, il
cinocefalo con il corpo umano e il muso di cane, e il centauro dello stipite
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Il diavolo e l'acqua santa
esterno della Porta Principale.
La Forza ripropone Sansone che smascella il leone della facciata, mentre
nell'Appeso si riconosce il busto di un telamone rovesciato cui fanno corona
microformelle dell'architrave della Porta della Pescheria.
La Morte cita il mese di Giugno che impugna una grande falce, parte del
ciclo sito negli stipiti interni della Porta della Pescheria, focalizzato, come
tutti i calendari medievali, sui lavori agricoli sentiti come mezzo di
redenzione, speranza di futura salvezza.
Federico Manicardi gioca con il cassettonato a rosette dell'architrave della
porta della Pescheria nelle Stelle e con un rimando all'Eva della creazione;
nel Sole spiccano i fori ove venivano inserite le travi per creare le
impalcature su cui risplende come un sole la decorazione sita sopra una
finestrella dell'abside. Il Giudizio espone la scritta in esametri leonini nella
formella della Porta dei Principi che racconta le esequie di San Geminiano.
La mandorla della facciata, presente anche nella carta successiva, e il
suonatore di corno del tralcio della Porta dei Principi eletto ad angelo che
risveglia i morti, completano lo schema iconografico.
Il Mondo infine allude a una delle metope poste sui salienti, la strana
creatura seduta sui talloni uscita dal Liber monstrorum ,a cui si affiancano i
simboli de quattro evangelisti nella parte superiore della facciata, sopra il
rosone.
Il racconto di Federico Manicardi esprime piena consapevolezza sulle virtù
del “libro di pietra” medievale di essere aperto per molteplici chiavi e livelli
di lettura per le sue storie meravigliose: la densità di dotti riferimenti storici e
artistici - ho citato i fondamentali- non pregiudica la possibilità di
abbandonarsi in totale libertà all'incanto delle forme, al fascino dei colori e
dei disegni degli esseri usciti da moderni e antichi bestiari, che si
arrampicano e precipitano dai tralci e dai capitelli, invertiti e capovolti
rispetto alla realtà del monumento, trasfigurati dalla raffinata mano
dell'artista. I Tarocchi di Manicardi sono anche un invito a guardare con
curiosa attenzione le sculture della cattedrale alla scoperta dei tantissimi
riferimenti e citazioni evidenti e nascosti. Ognuno tuttavia potrà vederci ciò
che vuole.
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Il diavolo e l'acqua santa
Patrizia Curti
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Il diavolo e l'acqua santa
Gli arcani illustrati
Illustrare i tarocchi attingendo al repertorio figurativo di una Cattedrale
romanica come il Duomo di Modena è stato un compito a tratti arduo: non
sempre i rilievi scultorei si prestavano a essere tradotti all'interno delle 22
carte.
Ci si è trovati di fronte all'assenza quasi totale di figure femminili nell'opera
di Wiligelmo quando invece ritornano frequentemente nell'iconografia degli
Arcani; partendo da questo limite ho manipolato alcune figure in modo molto
libero, sfruttando il non visto, come nel caso della Papessa: per trasformare
uno dei profeti della Porta Principale in una sacerdotessa.
Pur giocando con la composizione per legare i singoli soggetti alla loro
simbologia ho voluto conservare il fascino di queste imponenti sculture dai
corpi rozzi con un marcato chiaroscuro, la deformazione espressiva e la
puntuale ripresa di alcuni dettagli e delle posture che le caratterizzano.
L'uso del collage mi ha permesso di scaldare le immagini altrimenti troppo
grafiche e sospese; suggerendo così un'atmosfera d'ambiente, ricca di drappi,
preziosi vestiti e pesanti tendaggi, entro la quale ho sempre immaginato il
mondo rarefatto dei tarocchi.
Ferderico Manicardi
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1. Il Bagatto
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2. La Papessa
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Le carte
3. L'Imperatrice
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Le carte
4. L'Imperatore
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Le carte
5. Il Papa
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Le carte
6. L'Innamorato
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Le carte
7. Il Carro
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Le carte
8. La Giustizia
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Le carte
9. L'Eremita
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Le carte
10. La Ruota
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Le carte
11. La Forza
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Le carte
12. L'Appeso
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Le carte
13. La Morte
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Le carte
14. La temperanza
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Le carte
15. Il Diavolo
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Le carte
16. La Torre
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Le carte
17. Le Stelle
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Le carte
18. La Luna
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Le carte
19. Il Sole
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Le carte
20. Il Giudizio
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Le carte
21. Il Mondo
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Le carte
Il Matto
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Le carte
Gli autori
Federico Manicardi, illustratore, ha realizzato le immagini degli serie di
e-book I mille volti dell’immaginario medievale sul Duomo modenese, editi
nella collana «Scritture Metropolitane» delle Biblioteche del Comune di
Modena e presentata all’edizione 2005 di Docet (Fiera del Libro di Bologna).
Ha disegnato I tarocchi della cattedrale, pubblicati da Artestampa per le
Biblioteche del Comune di Modena (aprile 2009).
Patrizia Curti svolge attività di ricerca in ambito storico-artistico con
particolare attenzione alle arti maggiori e alle arti applicate di area estense.
Ha al suo attivo numerose pubblicazioni tra cui varie a carattere divulgativo
rivolte soprattutto ai giovani.
Ha collaborato alla realizzazione de I tarocchi della cattedrale, pubblicati da
Artestampa per le Biblioteche del Comune di Modena (aprile 2009).
Walter Martinelli, Responsabile delle Biblioteche decentrate del Comune di
Modena, è l'ideatore e il curatore del progetto Scritture Metropolitane.
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