La civiltà-araba-era-oro-impero-bizantino

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Lavoro in cooperative- learning Kaur Harpreet Krasniqi Lendita Lupini Andrea Martini Luana Natali Veronica Quirola Albert Rinaldi Martina Rizzi Nicole Vitali Giorgia Gruppo n°3

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la civiltà araba

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Lavoro in cooperative-learning Kaur Harpreet Krasniqi Lendita Lupini Andrea Martini Luana Natali Veronica Quirola Albert Rinaldi Martina Rizzi Nicole Vitali Giorgia

Gruppo n°3

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La civiltà araba e <l’età d’oro> dell’impero bizantino

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L’Arabia preislamicaL’ ‘’Arabia felix’’: una penisola arida al centro di itinerari commerciali.L’ Arabia è la seconda penisola al mondo per estensione. È costituita da un vasto altopiano arido e desertico con ampie zone steppose. Le terre fertili corrispondono alle oasi e alle fasce costiere. Nell’Arabia meridionale le condizioni climatiche favorirono il formarsi di alcuni regni. La presenza di pietre preziose, di oro e soprattutto di aromi quali la mirra e l’incenso si trovarono a essere il centro di una fitta rete di commercio. Il più importante dei regni dell’Arabia meridionale fu quello di Saba.

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I beduini, tribù nomadi del desertoNelle zone desertiche vivevano tribù nomadi di beduini. Nelle oasi e sulla costa del mar Rosso si erano stanziati agricoltori, artigiani e commercianti. La presenza del deserto sembra aver segnato alcuni tratti del carattere: un forte senso di appartenenza al proprio clan, un grande coraggio, un forte attaccamento alla libertà, l’abitudine alla razzia e il vivissimo senso dell’ospitalità. La donna partecipava alla vita comunitaria in una posizione non molto dissimile da quella dell’uomo. Alla base dell’organizzazione sociale delle popolazioni nomadi vi era la tribù, a capo della quale veniva eletto uno sceicco. In tempo di guerra lo sceicco veniva talvolta sostituito da un comandante militare. La tribù era responsabile collettivamente degli atti di tutti coloro che ne facevano parte.

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Un mosaico di religioni e la MeccaQuasi ogni tribù aveva propri dei o demoni venerati sotto forma di pietre o di alberi o anche di corpi celesti: molti santuari erano costruiti su alture. I simulacri delle varie divinità erano custoditi in recinti sacri posti all’interno dei piccoli centri. Il più importante sorgeva al centro della città sacra de La Mecca. Gli arabi si recavano in pellegrinaggio nella loro città sacra, nel medesimo recinto sacro che accoglieva tutti i lori dei si trovava anche la Kaàba, ossia un edificio di forma cubica destinato a custodire la cosiddetta «pietra nera», probabilmente un meteorite. Si diceva che essa fosse caduta sulla terra per volontà divina e fosse diventata nera a causa dei peccati degli uomini. Ogni primavera a La Mecca si organizzano fiere e mercati. In questa situazione Maometto iniziò a predicare una nuova religione che costituì il cemento per l’unificazione del popolo arabo.

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Maometto e la nascita dell’Islam.Maometto nacque a La Mecca nel 570 d.C. Suo padre era un mercante che mori prima della nascita del figlio. La madre Amina non sopravvisse al parto e Maometto si trovò orfano a soli 6 anni. All’età di 25 anni si sposò con Cadigia, una ricca vedova si cui era l’amministratore. Maometto ebbe così modo di entrare in contatto con i membri delle comunità ebraiche e cristiane: in Arabia infatti convivevano varie forme di paganesimo, cristianesimo e giudaismo.

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La religione di Maometto e l’ègira.La carriera di Maometto iniziò quando egli, ritiratosi sul monte Hirà ebbe delle visioni e sentì delle voci. Fu qui che maturò la sua religione monoteista fondata sul culto di un unico dio Allah di cui egli si proclamò il profeta. Le sue visioni furono raccolte in un libro: il Corano. Ebbe così inizio la nuova religione che trovò conforto tra i più poveri e si diffuse tra gli scontenti e i miseri, che vedevano la possibilità di una ricompensa delle ingiustizie di cui erano vittime. Il monoteismo condannava il culto degli idoli custoditi nei santuari e minacciava l’economia. L’ostilità che colpi Maometto e i suoi seguaci ha reso la vita della nuova comunità difficile a tal punto che Maometto si trasferì a Medina. In questo periodo venne inaugurato il calendario musulmano.

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La predicazione a Medina.Maometto a Medina fu riconosciuto come capo religioso e militare; successivamente iniziò una guerra d’imboscate e di razzie contro i seguaci de La Mecca ormai convertita all’Islam. Egli riuscì ad estendere l’orizzonte dell’Islam, ma ormai la morte era vicinissima e lo colse l’ 8 giugno del 632 tra le braccia di Aisha la prediletta tra le sue mogli.

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I fondamenti dell’Islamismo.La religione fondata da Maometto fu una visione della vita e della società come del resto racconta il Corano che contiene una raccolta di norme. Il nucleo dell’Islamismo è la concezione della divinità nel quale esiste un solo dio. Il vero credente deve rispettare alcuni obblighi: la preghiera 5 volte al giorno, il mese di digiuno e di penitenza e il pellegrinaggio a La Mecca. Sono vietati l’adulterio e l’idolatria; il fedele deve astenersi dalla carne e dal vino, infine avrà un paradiso di beatitudini.

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L’ Islam Dopo Maometto

La successione a Maometto e la creazione del califfato.Dopo la morte di Maometto la penisola era unificata in una sola confederazione di tribù: era necessario rafforzare l’ unità dei popoli arabi impedendo che la rivalità tra le tribù avesse di nuovo il sopravvento. Il problema fu quello della successione a Maometto. Ognuna delle principali componenti della società aveva una strategia e candidati propri. La Mecca tendeva a a far prevalere il principio della trasmissione del potere per via ereditaria; i compagni che gli erano stati a fianco sin dai tempi della fuga da La Mecca propendevano per l’elezione del suo successore. Prevalse quest’ultima soluzione,e per un trentennio si succedettero 4 califfi elettivi. Si formò uno stato molto solido in cui il potere religioso e quello politico erano affidati alla medesima autorità.

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Il «gihàd» e l’ avanzata dell’ Islam.I califfi attuarono una politica espansionistica che nell’

arco di pochi decenni portò gli arabi a conquistare vastissimi territori. Alla base dell’ ideologia politica islamica c’era il concetto di guerra santa, gihàd. Il

successo fu determinato da un fanatismo religioso legato al concetto di guerra santa. La resistenza all’ Islam da parte degli imperi sottomessi, non fu mai

tenace, a causa della tolleranza dimostrata dai musulmani nei confronti dei cristiani e degli ebrei, che

poterono continuare a professare la propria fede.

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La società islamica.L’ Islam risultava caratterizzato dalla presenza di popoli diversificati. Vi fu un atteggiamento tollerante nei confronti delle popolazioni conquistate: la repressione era riservata a coloro che avevano opposto una resistenza e non si erano piegati alla conquista. Molte delle popolazioni sottomesse accettarono i principi espressi dall’islamismo, una religione rivolta a tutta l’ umanità aperta ad accettare e a favorire l’ ingresso di nuovi fedeli. Vennero fondate molte città nelle oasi e nei punti di incontri delle strade carovaniere. Le città erano centri amministrativi e giudiziari in cui la legge islamica costituiva la norma fondamentale per la coesistenza: gli ulema dovevano controllare che le norme del Corano venissero rispettate, i cadì esercitavano la giustizia e si occupavano dei rapporti sociali, dalla famiglia, e delle regole del commercio e della successione, gli emiri che governavano le città in rappresentanza dei califfi. La condizione femminile subì un regresso: l’ autorità del marito era indiscussa e la donna doveva essere ripudiata ed era spesso costretta a vivere in stanze separate dal resto della casa.

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Resistenza ed espansione dell’impero bizantino

L’avanzata araba nei territori di BisanzioGli arabi si trovarono un solo stato organizzato in grado di resistere alla loro espansione. S’impadronirono del territorio dell’impero d’oriente dopo la conquista della Siria e della Palestina. In seguito gli arabi penetrarono nell’Egeo: Cipro e Rodi vennero espugnate. Successivamente gli arabi occuparono anche Cartagine e tutta l’Africa bizantina. Nella prima metà del secolo gli arabi posero piede in Europa da cui sarebbero stati espulsi solo otto secoli più tardi.Alle porte di Costantinopoli. Anche l’Asia Minore subisce delle incursioni arabe. Il sistema difensivo bizantino resse a questa durissima prova: le truppe bizantine cercavano di contrattaccare quando potevano e la popolazione rimedia ai danni subiti riadattando le fortificazioni e ricostruendo le case. Gli arabi erano decisi a impadronirsi di Costantinopoli caduta la capitale il resto dell’impero bizantino avrebbe dovuto sottomettersi. Nel 674 una grande squadra navale araba si presento davanti alle mura di Costantinopoli, che fu assediata dalla terra e dal mare. I tentativi di espugnare la città fallirono. Gli arabi ritentarono la conquista di Costantinopoli ma ancora una volta furono sconfitti.

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La lotta contro l’iconoclastia. L’impero bizantino era riuscito a respingere gli assalti degli arabi, ma aveva perso ampi territori ed era ormai ridotto all’Asia Minore; Costantinopoli aveva perso il controllo delle rotte che attraversavano il Mediterraneo. Il secolo VIII si aprì con l’imperatore Leone III che proibì il culto delle immagini sacre e ne ordinò la distruzione, iniziò così il periodo «iconoclastico». Inoltre accusavano il cristianesimo di idolatria: il Corano infatti vieta ogni tentativo di rappresentare Allah. Questo anche per motivi politici: i monaci avevano grande influenza sulle masse che potevano costruire quindi una minaccia per il potere centrale. La presa di posizione dell’imperatore creò sanguinosi scontri tra iconoclasti e difensori delle icone, si formò quindi una vera e propria guerra civile.«L’età d’oro» dell’impero bizantino.Con l’imperatore Basilio I (876-886) ebbe inizio la dinastia macedone il quale assicurava all’impero un lungo periodo di stabilità politica e di splendore, «l’età d’oro», che terminò soltanto nel 1025, inoltre ci fu un grande processo di espansione e consolidamento territoriale grazie al generale Niceforo Foca che successivamente viene proclamato imperatore (963-969). Il generale riuscì a strappare agli arabi l’isola di Creta, riconquistò la città di Antiochia e riportò la frontiera dell’impero in Mesopotamia. Dopo la sua morte salì al trono Basilio II, detto «lo sterminatore dei bulgari» appunto perché aveva abbattuto il regno bulgaro e riportato i confini dell’impero sul Danubio.

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Le riforme sociali di Basilio IISul fronte della politica interna, Basilio II mise in atto una serie di provvedimenti per contenere il potere dell’aristocrazia fondiaria , egli trasferì la responsabilità del pagamento delle tasse dai villaggi ai grandi proprietari e, in alcuni casi, confiscò le proprietà e le ricchezze di famiglie nobili. Le riforme non durarono a lungo: dopo la sua morte i grandi burocrati e i latifondisti riacquisirono progressivamente il loro precedente potere mentre l’esercito subì una riduzione, infatti nel XI l’impero si sarebbe trovato in gravi difficoltà contro una serie di nuovi nemici: i normanni, gli ungari, le popolazioni della Russia meridionale e i Turchi.

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La frammentazione dell’IslamLe divisioni religiose nell’islamIl periodo dei primi califfi fu caratterizzato dall’espansione dell’islam. Il califfato passò alla famiglia degli Omayyadi e cessava così di essere elettivo e diventava dinastico. L’espansione dell’islam proseguì con la conquista della Tunisia, Marocco, Spagna, Kabul e Samarcanda. La capitale del califfato fu trasferita a Damasco, in Siria. Gli sciiti accentuarono le differenze dottrinali, dando luogo alla più rilevante suddivisione religiosa dell’islam, tutt’ora perdurante.La dinastia abbaside e le divisioni politiche del mondo musulmano. Intorno al 750, una rivolta capeggiata dalla famiglia degli Abbasidi condusse all’abbattimento del potere degli Omayyadi. Sotto gli Abbasidi la civiltà araba raggiunse vette altissime e la nuova capitale dell’impero, Baghdad, divenne una delle più grandi e splendide città della terra. L’ascesa al potere della dinastia degli Abbasidi segnò però l’inizio della frammentazione del mondo islamico. Si resero indipendenti il Marocco, la Tunisia, l’Egitto e numerose province asiatiche. Questo favorì l’infiltrazione dei turchi; essi non erano «infedeli» , essendosi già convertiti alla fede musulmana. Nel secolo X il califfato abbaside entrò in crisi a causa delle rivalità politiche che lo minavano dall’interno e dei ricorrenti conflitti religiosi tra le fazioni sciite e quelle sunnite.Il califfato omayyade di Spagna.Abd-al-Rahman, si insediò a Cordova con il titolo di amir e trasformò l’emirato in uno stato indipendente. Il califfato di Cordova, si impose saldamente, forte di un esercito, ma soprattutto di un amministrazione capace di esercitare un controllo su tutto il territorio. Esso fu caratterizzato da un grande splendore culturale, soprattutto nel commercio e nell’industria tessile.

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Scienza e cultura Tra i secoli VIII e XI gli arabi attuarono un movimento chiamato «Rinascimento arabo» favorito dalla riscoperta delle antiche opere scientifiche e filosofiche; vennero compiute numerose traduzioni in lingua araba tra cui i testi di Aristotele. Grande fioritura ebbero gli studi matematici con l’approfondimento dell’algebra, lo della trigonometria. Gli arabi approntarono carte nautiche molto dettagliate e numerosi strumenti di precisione furono impiegati nel corso dei viaggi per mare inoltre diffusero in Europa l’arancio, l’albicocco e delle spezie tra cui la noce moscata, lo zafferano e lo zenzero. Gli arabi introdussero tecniche artigianali come la lavorazione della carta. A Cordova venne costruita una grande moschea considerata punto di partenza dell’architettura; una rocca forte con all’interno esempi di decorazioni che ricordano i ricami. Vi sono molte sale che si alternano a cortili con piscine, fontane e giochi d’acqua; i giardini sono spendidi grazie alle piante che fioriscono e lasciano nell’aria un fragrante profumo.