La battaglia del grano - ASI Nazionale - PRIMATO...stare la brutta immagine che accomunando...

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Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI ITALIANE Anno XV, n. 10/11 - Ottobre/Novembre 2014 La battaglia del grano

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Periodico di ASSOCIAZIONI SPORTIVE E SOCIALI I TALIANEAnno XV, n. 10/11 - Ottobre/Novembre 2014

La battaglia del grano

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Periodico diASSOCIAZIONI SPORTIVEE SOCIALI ITALIANE

Anno XV, n. 10/11Ottobre/Novembre 2014

Reg.ne Trib. Roma n. 634/97Iscr. al Registro Nazionaledella Stampanumero p.7650

editoreClaudio Barbaro

direttoreItalo Cucci

direttore responsabileGianluca Montebelli

coordinamentoAchille Sette, Sandro Giorgi

in redazionePaolo Signorelli

hanno collaboratoTiziano Bedostri, Francesca Bottaro, MarcoCochi, Donatella Italia, Gianmaria Italia, Ales-sandro Maria Levanti, Eleonora Massari, EmilioMinunzio, Luisa Santiloni, Umberto Silvestri

direzione e amministrazioneVia Capo Peloro, 30 - 00141 RomaTel. 06 69920228 - fax 06 69920924

ufficio comunicazione e [email protected]

progetto grafico e impaginazionePromedia Audiovisivi s.r.l.

Chiuso in redazione: 28/10/2014

3 L’editorialeClaudio Barbaro

4 Demonizzare il calcio: clamoroso autogolItalo Cucci

6 La battaglia del granoLuciano Barra

10 Ayrton Senna ai tempi di TwitterMarco Cochi

13 Le colpe dei padri...Paolo Signorelli

14 Salviamo la Borgo PratiPaolo Signorelli

16 Asi con i Giochi Elettronici per uno sport modernoLuisa Santiloni

18 Dignità per gli sport equestriEmilio Minunzio

20 In archivio Fieracavalli Verona 2014Francesca Bottaro

22 Arriva l’equitazione di campagnaTiziano Bedostri

24 La Fiammamonza si rifà il lookGianmaria Italia

26 Tuttonotizie

30 Asi Organizza

34 Attività

36 Isonzo, quel giorno da eroiGianmaria Italia

40 Lo sport nel cinemaDonatella Italia

45 ControcopertinaUmberto Silvestri

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“Come unico erede nonché unico sopravvis-suto sia pure di secondo grado tra tutti i fon-datori della Repubblica, era giusto che solodal Pd potesse venire la parola fine all’inte-ro universo ideologico del Novecento italia-no e delle sue culture politiche. Cosa che staper l’appunto avvenendo con Matteo Renzi.”Questa la tesi sostenuta dall’editorialistaErnesto Galli Della Loggia in un recente con-tributo sul Corriere della Sera, teso ad illu-strare come la fine delle ideologie del seco-lo trascorso stia avvenendo grazie allo sman-tellamento del Pd, ultimo baluardo a tuteladei simboli e degli schemi della tramontataPrima-Seconda Repubblica. E chi sta decre-tando la fine di questo secolo di storia? Pro-prio un esponente del Pd, Matteo Renzi, chedi quel passato ha conoscenza, ma non diret-ta responsabilità. Viene allora facile pensare ad un paralleli-smo: Malagò come Renzi. Già, perché Giovanni conosce bene il siste-ma sportivo, ma non è stato parte attiva diquel processo degenerativo che ha portato ilComitato a diventare autoreferenziale eingessato, incapace di rispondere alledomande degli operatori del settore. Pertan-to, seguendo l’impostazione di Galli DellaLoggia, torniamo a dire quello che già soste-nemmo nel lontano inverno del 2013: Mala-gò è l’unico uomo di sport che può far cam-biare verso ad un sistema che ha smesso diessere un modello, riproducendo le lentezze,le inefficienze e l’ostilità al cambiamentotipiche - purtroppo - del nostro paese. Ribadiamo oggi questa nostra convinzione,perché, a più di un anno di distanza dalla suaelezione, pensiamo che il presidente delCONI debba ancora portare a termine il pro-gramma con cui - contro ogni previsione - è

stato eletto e debba farlo con rinnovato entu-siasmo e convinzione, ingredienti indispen-sabili per un compito così alto e per vincereresistenze così radicate.Se è, infatti, vero che la compiuta riformadella giustizia sportiva può essere il simbolodi un cambiamento possibile, è altrettantovero che le maggiori necessità di mutamen-to non riguardano questioni interne al siste-ma sportivo, ma attengono a fatti culturali peri quali il CONI ha bisogno di trovare siner-gie che non sfocino in consociativismo.Ad esempio, perché in Italia maturi una veracultura sportiva, è imprescindibile rafforzareil binomio sport-scuola. Solo insegnando sinda piccoli ai ragazzi che muoversi fa bene efa vivere felici possiamo sperare che il nostropaese approdi ad un nuovo modello di wel-fare (magari più economico dell’attuale) edivenga più civile. L’obiettivo non è certa-mente nuovo (come si intuirà dalla suacostante riproposizione dovuta all’assenza dirisultati), ma è sicuramente difficile. Sareb-be però sciocco pensare che il suo raggiun-gimento dipenda solo da un’iniziativa delCONI, come verrebbe da pensare analizzan-do la dichiarazione rilasciata alla stampa dal

Italia cambia verso! Il CONI cambia verso?

Presidente Malagò di un Comitato protesoalla supplenza dell’incapacità del pubblico dioccuparsi di sport nelle scuole (servirebbe inrealtà solo qualche miliarduccio di euro perrisolvere l’annoso problema). Se anche leIstituzioni pubbliche non prendono consape-volezza del valore sociale ed economico del-lo sport per l’interesse comune e se non sonocoinvolte nel processo come parte attiva,ogni intervento è destinato ad essere parzia-le, se non fallimentare. Allo stesso modo, il condivisibile taglio dirisorse alla Figc è la dimostrazione di unavolontà della presidenza del CONI di rivede-re l’equilibrio complessivo del sistema spor-tivo, considerata anche l’esigenza di contra-stare la brutta immagine che accomunandol’Italia sportiva all’Italia pallonara si è diffu-sa con il susseguirsi di una serie di scandalie inchieste.Tuttavia, sebbene legittimo e desiderabile, iltaglio di risorse nel confronti dell’unicaFederazione in Europa finanziata dallo Sta-to attraverso il Comitato (come giustamentericorda Luciano Barra in un suo interessantearticolo) non ha favorito un progetto di cre-scita culturale dello sport nel suo insieme, maha determinato un esclusivo beneficio deigrandi elettori.E’ giunto allora il momento che Malagòmostri nuovamente a tutti il suo spirito inno-vatore e si impegni per continuare quellariforma del sistema che solo aprendosi a spa-zi istituzionali - a partire dalla scuola - pos-sa colmare le criticità di un sistema sbilan-ciato sulla pratica intesa quasi esclusivamen-te come competizione. Malagò può e potrà far cambiare verso alnostro sport ma, per farlo, deve rimettere lachiesa - ovvero il suo programma elettorale- al centro del villaggio - ovvero il suo man-dato come presidente CONI.

> Claudio Barbaro

Nell’articolo “La Battaglia delgrano” pubblicato sul sitowww.sportolimpico.it, Luciano

Barra ricostruisce in modo impecca-bile il percorso che ha portato allariduzione - voluta da Giovanni Malagò- del contributo alla FIGC. Dimentica,però, di sottolineare come il risparmioprodotto dal taglio non sia servito afavorire il movimento sportivo nel suocomplesso, ma a premiare solo leFederazioni, decisive nelle dinamichedell’elezione del vertice CONI.

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Cinquant’anni fa mi sono presen-tato a Roma a una delle primis-sime sessioni del neonato esame

per diventare giornalista professionista.Al tavolo degli esaminatori ho trovato –fra gli altri – Antonio Ghirelli, collega emaestro. Ho subìto una serie di doman-de inerenti i giornali, il mio in particola-re, “STADIO”, talmente innovativo cheil magistrato...inquisitore si stupì di cer-ti dettagli, soprattutto grafici, del giova-ne foglio sportivo. Ghirelli è intervenutoper affrettare la conclusione con unadomanda in apparenza molto facile:“Chi finanzia lo sport italiano?”. E io,svelto ma sciocco: “Il CONI!”. Ghirel-li mi ha amabilmente corretto:“Io avrei detto il Totocalcio,perché i soldi al CONI ven-gono di lì, dal vituperatogioco del calcio...”. Perla precisione fui pro-mosso ma da quelmomento mi sonosempre interessatoalle vicende internedel CONI - politiche,sociali, finanziarie -fino alla incredibile ces-sione a privati dell’Ena-lotto che ha di fatto azzop-pato il Totocalcio, il sogno

domenicale degli italiani, sostituendolo –per mole di gioco – con altri acchiappa-sogni.“Il vituperato gioco del calcio” è finitosotto la mannaia di Giovanni Malagò chene ha abbondantemente decurtato i con-tributi per distribuirne di più ai cosiddet-ti sport minori: quegli sport che daglianni Cinquanta hanno ricevuto il costan-te e generoso aiuto economico dal calcio.Non voglio spiegare perché ciò sia succes-so, dovrei abbeverarmi (?) alla fonte deigossipari che spiegano il fatto in terminipolitici, elettorali. Mi preme invece sotto-lineare l’errata scelta del CONI, forseispirata dal grave malessere che sta

affliggendo lo sportpiù popolare

del Pae-se: la

Stangata finirà per colpire il settore gio-vanile, già duramente messo alla provadalle società calcistiche che preferisconoi ragazzini dell’altro mondo, finendo persvilire e svuotare il vivaio azzurro. Lo hadetto anche Antonio Conte, dopo l’ami-chevole Italia-Albania giocata a Genovacon un gruppo di neo-azzurri che un tem-po la partita l’avrebbero guardata in tele-visione. Ripeto: non entro nel merito deiTagli Promessi, spesso evitati per arric-chire gli ingaggi di campioni veri o pre-sunti, e sono sicuro che il calcio riusciràcontemporaneamente a salvare se stessoe a guidare il Gregge Italia fuori del tun-nel costruito da brillanti maneggioni efalsi missionari. Malagò ha già fatto ungesto generoso nei confronti della Feder-calcio, completi l’opera con un’altra inie-zione di denaro ma con una condizione-capestro: che il primo intervento a sollie-vo della crisi ormai diffusa in tutti i set-tori sia destinato proprio al mondo gio-vanile, aspiranti arbitri compresi. Il cal-cio che ormai ha affascinato l’intero pia-neta non ha bisogno di solidarietà pelosama di una forte spinta a tornar grande.E grande sarà ancora, ne sono certo, per-ché è radicato in milioni di italiani vecchie giovani, adolescenti e bambini, e stafacendo innamorare di sè anche il frontefemminile: l’intero mondo dellosport, una volta di più entusiasta dellagenerosità, ne godrà grande beneficio.

Demonizzare il calcio: clamoroso autogol> Italo Cucci

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Un aiuto alla riflessioneClaudio Barbaro, Luciano Barra, Ita-lo Cucci, tre posizioni diverse, tutterispettabili ed autorevoli, di vedere lostesso problema. I tagli del CONI allaFedercalcio, a favore delle altre Fede-razioni, atto coraggioso da parte delPresidente Malagò, fa discutere eriflettere. Primato, da libera tribunaquale è sempre stato, mette a confron-to le diverse posizioni lasciando allettore la facoltà di giudicare e di sce-gliere da che parte stare.

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La battaglia del granoLa “battaglia del grano”, come diceWikipedia , (nel 1925 non c’ero ed eroben lungi da essere concepito) fu ”lacampagna lanciata durante il regimefascista da Benito Mussolini allo scopodi perseguire l’autosufficienza produt-tiva di frumento dell’Italia”.Non vi ricorda questo l’attuale battagliache si è aperta al CONI nella ridistribu-zione delle risorse messe a disposizio-ne dello Stato per lo Sport Nazionale ?Ovviamente Giovanni Malagò non può

essere paragonato a Benito Mussolini,ma se la frase di allora la leggete modi-ficata in “l’autosufficienza produttivadi sport dell’Italia” il tutto non fa unagrinza.Io non condivido molto quanto scritto acommento delle decisioni del CONI dalmio amico storico ed , in questo caso,direttore Gianfranco Colasante. Ma ilmondo è bello perché è diverso e il con-trasto di idee produce solo cose positi-ve (meno che in politica).Le sue perplessità nascono dalla tempi-stica, dall’accelerazione, dall’opportu-

nità. Io a costo di essere considerato“talebano” dico che la delibera presadal Consiglio Nazionale del CONI edalla Giunta Esecutiva è incompleta.Essa doveva avere alla fine un brevecodicillo che prevedeva da parte delCONI il recupero, quello si dilazionatoin molti anni, delle cifre impropriamen-te incassate dalla Federcalcio negli ulti-mi 10/15 anni, anche se al limite forfet-tizzate. E mi spiego cercano di esserebreve perché si dovrebbe trattare di fat-ti storici che tutti conoscono, anche sein questi giorni non molto citati.

> Luciano Barra

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Il contributo pubblico che la Federcalcio(unica Federazione nel mondo occidentaleche riceve un contributo pubblico di talgenere) ha ricevuto dal CONI quale tributoper l’esistenza e la sussistenza del Totocal-cio, aveva toccato vette importanti. Forseoltre 75 milioni degli attuali euro. Alla finedegli anni 90 auspice il WM (che non è ilsistema di gioco inventato dal tecnico Ingle-se Chapman, ma l’abbreviazione Visco,Veltroni e Melandri) il calcio perseguì tut-ta una serie di privilegi: spa , diritti televi-sivi individuali e poi collettivi e il famosospezzatino, odiato dai tifosi ma amato dal-le televisioni. Contro il WM si batté MarioPescante , ma fu abbattuto con il pretestodella mala gestione del Laboratorio Dopingdell’Acqua Acetosa, bolla di sapone chenon ha mai sortito neanche il più banale edabusato avviso di garanzia e che tutta al piùdoveva scalfire il suo segretario generale.Vinse il WM che ci ha portato alla situazio-ne attuale che è addirittura passata dallospezzatino di marca Italiana ora al sushiorientale, per soddisfare i clienti del sollevante. E grazie a tutto ciò il Totocalcio ècrollato, aiutato anche dal successo delSuperenalotto, e le casse del CONI sonorimaste vuote. E’ intervenuto quel genialoi-de di Tremonti con una delle sue invenzio-ni tecnico finanziarie (CONI spa, legge sulfinanziamento del CONI) e così per farlabreve il CONI è passato dagli 800 milionidi euro dei momenti d’oro del Totocalcioagli attuali 400, o poco meno.Era allora all’inizio del millennio, come difatto ha ammesso onestamente Petrucci cheil CONI avrebbe dovuto rivedere i contri-buti alla Federcalcio che grazie allo spez-zatino, ora diventato anche sushi, ha per-messo di incassare oltre un miliardo di eurodalle televisioni. Ecco perché ho scritto chela delibera del CONI avrebbe dovuto pre-vedere un rimborso retroattivo per quantoingiustamente incassato dalla FIGC. Ognigiorno leggiamo sui giornali di incassi ille-citi realizzati da persone od aziende (nonsolo pensioni) a cui il Fisco applica la nor-ma del recupero dilazionato. E perché nonora ?Gianfranco Colasante paventa il rischio diuna guerra fratricida che potrebbe portarela FIGC fuori dal CONI, come altre asso-

ciazioni sportive professionistiche, entran-do non più nel mondo dello sport ma inquello dell’entertainment. Se si paventa laminaccia è perché la FIGC sa che può addi-rittura fare a meno degli attuali 40 milioni,pubblici, e quindi sopravvivere delle pro-prie entrate? E chi dice che questo nonsarebbe un bene per il Calcio e per lo SportItaliano ? Finalmente si avrebbero all’ame-ricana i “draft” per il passaggio dei gioca-tori, tornei gestiti con le formule america-ne moderne etc., come auspica da anniAlberto Acciari.Dubito che questa possa essere la veraintenzione della Federcalcio. Servirebberoaltre teste per condurre un’operazione cosìintelligente. Invece si alzano cortine fumo-gene pretestuose come quelle di minaccia-re il taglio alle attività dilettantistiche (arbi-tri e resto ma attenzione non si parla degliarbitri professionistici, che vantano guada-gni superiori ad ogni Medaglia d’oro Olim-pica Italiana, ma a quelli delle categorie

dilettanti). Quasi come avvenne durante laPrima Guerra del Golfo, la famosa DesertStorm, quando gli Iracheni attaccati dallaforze della coalizione mettevano donne ebambini a difesa degli arsenali militari.Mi viene da sorridere quando una personaintelligente come Michele Uva afferma cheil Calcio ha finanziato con 19 miliardi leoltre 400 medaglie Olimpiche Italiane(veramente sono 664). Osservazione sem-plicistica, dimenticando che le entrate delTotocalcio nelle intenzioni di Andreotti edOnesti (quelli si belle teste) dovevano ser-vire ad affrancare lo Sport Italiano da unMinistero dello Sport, da contributi pubbli-ci diretti e dai relativi condizionamenti poli-tici che avrebbero fatto diventare lo sportuno dei tanti carrozzoni fallimentari di cuil’Italia è stata disseminata in questo 70 annipost bellici. E comunque se non ci fosse sta-to il Totocalcio lo Stato non avrebbe comun-que versato allo Sport Italiano, direttamen-te al CONI od attraverso un suo malaugura-

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to Ministero dello Sport, altrettante risorse? Forse anche di più perché si sarebbe dovu-to occupare veramente di quello sport sco-lastico e sociale che ha completamenteabbandonato e che ora il Sottosegretario DelRio, dimenticando leggi e norme Europee,vorrebbe rimettere sulle spalle del CONI acosto zero.Stesso commento sui mille miliardi che ilcalcio versa al fisco. Ma si tratta dell’IRPEFlegata alle folli cifre che vengono pagate aicalciatori, folli non per l’ammontare, maperché sono esentasse. E’ come se lo sportdilettantistico calcolasse l’IRPEF che ognidirigente versa allo Stato ogni anno e dices-se “noi diamo allo Stato x miliardi”. Con unapiccola differenza che per cittadini normali,famiglie ed aziende non è stata varata unalegge , la famosa Legge 27 del 21/02/2003, che permette di spalmare i debiti dellesquadre di Calcio nei confronti del Fisco in10 anni. Legge impugnata allora dal Com-missario Ue alla Concorrenza, certo MarioMonti, e poi appianata con un accordo lam-po. Per non parlare della pantomima messain atto dopo l’approvazione della legge cheprevede un modesto esborso da parte dellesquadre di Calcio per pagare le ore straordi-

narie della Polizia agli Stadi. Ero a Baku ilgiorno che è passata la legge ed eravamo acena insieme ad Alfio Giomi con SebastianCoe. Gli abbiamo chiesto cosa accadeva inInghilterra. E lui ci ha detto che non esisteuna legge (figuriamoci non hanno neanchela Costituzione) ma i Club versano un con-tributo volontario (!). Aggiungendo poi cheil Chelsea di cui lui è autorevole socio ver-sa mezzo milione di euro l’anno. La stessacifra versa la Maratona di Londra per unacompetizione di un giorno ed un milione didollari la Maratona di New York. Evvival’Italia il Paese dove lo Stato paga tutto.Renzi fai tu!In tempi di “spending review” la FIGC inve-ce di minacciare scissioni dovrebbe recluta-re Mario Cottarelli, l’economista (nonRicardo Cotarella l’enologo), e permetterglidi mettere mano alle spese delle Federcal-cio. Sarebbe per lui come infilare un coltel-lo caldo nel burro, non come il bilancio del-lo Stato. Servirebbero altre tre pagine perelencare i “lussi” che la Federcalcio si puòpermettere rispetto al resto dello Sport Ita-liano, a partire dalla trasferta in Brasile, manon solo. Senza parlare delle brutte figuresportive e non che il calcio ci ha servito negli

ultimi 10 anni, che ci hanno fatto vergogna-re in tutto il mondo. Ci hanno salvato le tan-te medaglie vinte dagli sport olimpici, gliinni suonati e le bandiere sul pennone.Non c’entra nulla con la “spending review”ma spero che Michele Uva ridia dignitàall’Italia della moda e tolga quelle goffedivise (blazer, camicia bianca, cravatta) allesquadre Italiane. Antonio Conte, tigre ingabbia sulle panchine, vestito così fa pro-prio compassione. Persino i tedeschi , conJoachim Loew, sono nettamente più elegan-ti.Infine un veloce commento su Franco Car-raro, dirigente attento e preparato. Non sicomprende come lui in quanto rappresen-tante del CIO in Italia, e non viceversa, pos-sa entrare così pesantemente nel dibattito edanche, come si legge sui giornali, dare unvoto contrario sulla della delibera presa dal-la GE CONI? Lui che in genere non votamai (opportunamente). Ma non rischia cheun giorno qualcuno alzi il dito e gli dica :“Scusi Dottor Carraro ma Lei quale Mem-bro CIO a che titolo partecipa così attiva-mente a questa discussione” ? Lui sicura-mente avrà la risposta giusta.

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Dalla fine di agosto Ayrton Senna ha unaccount ufficiale su Twitter, il pilota bra-siliano, scomparso vent’anni fa sul circui-to di Imola, viene ricordato a colpi di cin-guettii, fra citazioni, foto storiche e gran-di vittorie per dare la possibilità anche aipiù giovani di conoscerlo. Il tutto corre-dato da un hashtag che è un credo per gliappassionati: #SennaSempre. Anche il libro “Suite 200. L’ultima nottedi Ayrton Senna”, che il giornalista Gior-gio Terruzzi ha dato alle stampe pochigiorni prima del ventesimo anniversariodella scomparsa del pilota, avvenuta il pri-mo maggio 1994, è stato accolto da unbuon successo di vendite.Nel volume il giornalista milanese, imme-desimandosi nel pilota, prova a immagi-nare quali siano stati i pensieri e le rifles-sioni del pilota brasiliano nella sua ultimanotte di vita.Per scrivere questo racconto, l’illustrepenna dei motori è tornato nella camerad’albergo, la Suite 200 dell’Hotel Castel-

lo di Castel San Pietro Terme, dove Ayr-ton trascorse la sua ultima notte. Da questa stanza, Terruzzi traccia unritratto intimo e avvincente del pilota nelsuo approssimarsi al momento fatale: uncampione al cospetto del suo talento, maanche il profilo di un mondo che dopo ilprimo maggio 1994 non sarebbe stato piùlo stesso.Dopo oltre due decenni dalla sua tragicamorte, l’asso del volante brasiliano conti-nua dunque a esercitare un fascino indi-scusso su moltissimi appassionati dellaFormula Uno, che lo giudicano il pilotapiù amato nella storia della massima cate-goria dell’automobilismo mondiale. Proviamo a ripercorrere le tappe della sualeggendaria carriera, a partire dalla trion-

fale ascesa nelle categorie minori e poiall’approdo nella F1, dove sono arrivati igrandi successi conseguiti da un pilotafuori dal comune, fino allo schianto allacurva del Tamburello del circuito di Imo-la. Ayrton proveniva da una famiglia bene-stante e iniziò a tredici anni con i kart,categoria nella quale fra il 1973 e il 1980raccolse un grandissimo numero di vitto-rie e titoli, comprese due corone mondia-li. Poi, nel giro di tre anni il ciclone Ayr-ton si abbatté sull’automobilismo.Nel 1981 passò in Formula Ford conqui-stando il titolo e vincendo dodici dellediciannove gare in programma nel cam-pionato inglese. L’anno seguente in For-mula Ford 2000 disputò il campionato bri-tannico e quello europeo, imponendosi inentrambi con ventuno vittorie su ventino-ve gare totali. A fine stagione debuttò nelcampionato inglese di F3 nell’ultima pro-va del calendario vincendola con unamacchina che non aveva mai provato.L’anno seguente stravinse lo stesso cam-pionato per poi irrompere nel mondo del-la Formula Uno, nel 1984, alla guida del-la Toleman.La storia dell’automobilismo cambiò let-teralmente il 3 giugno di quell’anno,durante il Gran Premio di Monaco. Si cor-reva sotto un diluvio torrenziale, Ayrtoncompì una straordinaria rimonta a colpi digiri veloci fino ad arrivare ad un passo daAlain Prost, al comando della corsa ma disei secondi al giro più lento del brasilia-no. Quando stava per superarlo, il diretto-re di corsa, l’ex pilota Jacky Ickx, inter-ruppe la gara, salvando il francese e facen-do infuriare il giovane Senna.

Ayrton Senna ai tempi di Twitter> Marco Cochi

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Fu in quel momento che nacque il mito diSenna “mago della pioggia” e forse anchel’accesa rivalità con Prost che segnò tuttala carriera di Ayrton, fino alla sua tragicafine.Da quel pomeriggio di Montecarlo il pilo-ta paulista partecipa a 162 GP, cogliendo41 vittorie, 65 pole position, 19 giri piùveloci in gara e 610 punti iridati validi (su614 totali). Per tre volte, nel1988, 1990 e 1991, si laurea campione delmondo di Formula 1 coronando una car-riera che è tutto un susseguirsi di incredi-bili aneddoti che ne disegnano la figura,come la prima straordinaria vittoria sottola pioggia conseguita sul circuito del-l’Estoril nel 1985 alla guida della Lotus.Memorabile è il trionfo nel Gran Premiodel Brasile 1991 con il cambio bloccato insesta marcia per metà corsa, al terminedella quale Ayrton sul podio non riuscìnemmeno a sollevare la coppa a causa deicrampi che gli attanagliavano le braccia.Fra tutte le vittorie di Senna una più di tut-te le altre è entrata nel mito, quella conse-guita nel 1993 sul circuito inglese di

francese Alain Prost. In condizioni nor-mali il campione brasiliano poco potevacontro le Williams, ma l’acquazzone chequella domenica scese sul circuito sidimostrò un prezioso alleato. Sulla gri-glia di partenza, con la pista bagnata,Senna è quarto ma viene scavalcato dal-l’austriaco Karl Wendlinger, ritrovando-si in quinta posizione. Qui comincia lamemorabile impresa: il pilota brasilianoprima torna davanti a Wendlinger, poisorpassa anche Michael Schumacher edè terzo.A quel punto restano davanti solo le dueWilliams: in rapida successione ecco i sor-passi prima a Damon Hill e poi al granderivale Prost con una manovra da manualeal tornantino più lento della pista diDonington. Così, sotto a una pioggia chesembrava affliggere solo gli avversari,ecco che al termine del primo giro Sennaè già in testa a una gara che vincerà conun margine di vantaggio abissale dandolezioni di guida a tutto il Circus.Alla fine i numeri sono umilianti per i suoisfidanti: l’unica vettura non doppiata dal-

Donington Park, dove era in programmail terzo appuntamento del mondiale: ilGran Premio d’Europa.In quella stagione Senna correva con laMcLaren che non riusciva a competerecon la Williams, che, prima del suo riti-ro dalle corse, avrebbe consegnato ilquarto titolo iridato della carriera al

Giorgio Terruzzi, autore del libro “Suite 200. L’ultima notte di Ayrton Senna”

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la McLaren del brasiliano è la Williamsdell’inglese Damon Hill, mentre AlainProst arriva al traguardo con un giro diritardo.Il brasiliano viene anche ricordato per lagrande umanità più volte dimostratadurante le corse. Nel 1992 durante il GranPremio del Belgio sul circuito di Spa nonesitò a fermare la macchina in mezzo allapista per soccorrere Eric Comas, vittimadi un grave incidente. Ma quello che èrimasto nella memoria degli appassionatidi Formula Uno è l’abbraccio con Prost alGran Premio di Australia 1993.Senna aveva vinto la gara sul circuito diAdelaide proprio davanti a Prost e DamonHill, alla consegna dei trofei fece salire ilrivale di sempre insieme a lui sul primogradino del podio, abbracciandolo. Ungesto che riempì di lacrime gli occhi delfreddo “Professore” che quel giorno ave-va corso l’ultimo Gran Premio della suacarriera, prima del ritiro. Poi, nel 1994 Ayrton sostituisce Prost, allaguida dell’imbattibile Williams-Renaultcontro la quale la sua McLaren nulla ave-va potuto l’anno precedente. I nuovi rego-lamenti, però, avevano proibito i disposi-tivi elettronici come le “sospensioni atti-ve”, punto di forza della Williams e così,nonostante le solite due pole, Senna chiu-

se le prime due gare del Mondiale senzapunti staccato di venti lunghezze dal suonuovo rivale, Michael Schumacher.E poi si corre a Imola, dove il primo mag-gio si disputa il Gran Premio di San Mari-no, in un circuito già segnato nelle provedel venerdì da un incidente occorso aRubens Barrichello alla variante bassadella pista e dalla tragica morte del pilotaaustriaco Roland Ratzenberger, che nellaseconda giornata di prove si schianta a306 km/h con la sua Simtek contro il muroesterno della curva intitolata a Gilles Vil-leneuve. Senna rimase particolarmente scosso dal-l’accaduto, tanto da portare con se nellagara di domenica una bandiera austriaca,

che aveva intenzione di sventolare insegno di solidariètà dopo il traguardo.Purtroppo quella stessa bandiera fu ritro-vata insanguinata tra i rottami della suamonoposto.L’impatto fatale si consumò durante il set-timo giro del Gran Premio, quando Sennauscì violentemente di pista all’altezza del-la curva del Tamburello, andando a coz-zare ad altissima velocità contro le prote-zioni del circuito.La causa dell’incidente fu il cedimento delpiantone dello sterzo, diventato instabilee non in grado di sopportare le sollecita-zioni di un’intera gara dopo esserestato modificato la notte prima, in segui-to ad alcuni accorgimenti stabiliti dopo leprove cronometrate. Per questomotivo Senna non ebbe nessuna possibi-lità di controllare la macchina, anche sefrenò bruscamente per cercare di evitareil peggio, però non ci riuscì e fu traspor-tato moribondo all’Ospedale Maggiore diBologna, dove alle 18,40 di quel primomaggio, i medici ne confermarono ildecesso all’età di soli 34 anni.Dopo la sua morte la Williams ha sempremostrato una doppia S attaccata ai pilonidell’ala anteriore delle sue vetture da cor-sa, come segno di rispetto nei confrontidel suo pilota più grande.

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Ogni tanto capita che una lezione divita e di educazione provenga dai figlie non dai genitori. Il caso di un padresalentino che ha picchiato un arbitro,minorenne, durante la partita del pro-prio ragazzo sta su tutte le pagine dicronaca dei quotidiani nazionali.Un match di calcio amatoriale, cam-pionato Giovanissimi, una cinquan-tina di spettatori presenti, si sfidanoTricarese e Sportinsieme Sogliano.Nessuna tensione, si respira ariapulita quando si vedono i ragazzinigiocare a pallone. Ma ad un certopunto un rigore non dato scatenal’ira e l’inciviltà di un genitore chescavalca la recinzione e colpisce ilgiovane direttore di gara con dueceffoni in faccia, talmente forti chebastano per spedirlo in ospedale.Analoga dinamica era avvenutaanche a Cavallino (Lecce) il 26 otto-bre quando un giovane “fischietto”era stato malmenato da uno spettato-re nel corso di una gara di campio-nato giovanile, per la banale ragionedi una condotta di gara ritenuta “ina-deguata”.

Ma la notizia non è soltanto questa,ma una, fortunatamente, molto piùbella. Il figlio del padre invasore dicampo, invece di ammirare il follegesto del papà, lo condanna e scop-pia in un pianto incontenibile. Ver-gogna, rabbia, disprezzo. “Scusate,scusatemi tutti. Mio padre ha sba-gliato, perdonate me e lui”, dirà ilgiovane a fine partita. Spesso igenitori sono la rovina dei ragazzi-ni quando vengono a vederli gioca-re. Quante volte avete assistito alleparolacce di papà maleducati con-tro avversari e dirigenti? Quantevolte lo stesso padre urlava e sbrai-tava che loro figlio era il più fortedi tutti e che il mister non capivanulla perché non lo faceva scende-re in campo? Tantissime, ma troppevolte i ragazzi, pur vergognandosi,sono sempre rimasti in silenzio perpaura dei rimproveri a casa. Questavolta no. Questa volta il giovanecalciatore ha dato una lezione divita a tutti, tra lo stupore generaledei presenti. La conferma che i cat-tivi esempi che si respirano in casapossono essere ribaltati da altriambienti.

> Paolo Signorelli

Le colpe dei padri...Un genitore invade il campo e picchia l’arbitro. Il figlio, scoppiando in lacrime, prende le distanzedall’incivile atto del papà e chiede scusa a tutti

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La storica e centenaria palestra “Borgo Pra-ti” di via Orazio 17 (costituita nei primi mesidel 1899, come “Ricreatorio Borgo Prati”),sta lottando per la sopravvivenza, ma rischiadi sparire. No, purtroppo, per gli appassio-nati di boxe, lotta, pesi e kung fu che da sem-pre la frequentano, non è uno scherzo. Ma ladura realtà. 115 anni di storia gloriosa stan-no andando nel dimenticatoio. Quella pale-stra, da sempre, è la casa dell’Asd Borgo Pra-ti 1899, società affiliata ASI. “Tutto iniziò nel 2008 con una serie di prov-vedimenti spesso in contrasto fra loro”, leparole il consigliere ex presidente della Bor-go Prati, Roberto Zappalà. “Cedendo allapressione dell’Istituto Dante Alighieri”, ilMunicipio (I n.d.r) e il Comune di Roma han-no deciso di buttare fuori gli atleti dalla pale-stra.”

Da lì l’inizio della fine. Costretta a difender-si, la Borgo Prati ha intrapreso la sua batta-glia, ma di fronte ai politici, che si nascon-dono nelle solite scuse “burocratiche”, c’èpoco da fare. “Abbiamo scoperto un anno fache il Municipio aveva messo a bando lapalestra il giorno prima della scadenza”.Il bando è stato vinto dalla Lazio Pallavo-lo, che però non ha mai preteso la conces-sione della palestra. Resta, dunque, un bar-lume di speranza nei confronti di chi hasempre e comunque promosso sport. Enonostante l’amministrazione scolasticadel Dante continui a ripetere che “la Bor-go Prati” non ha i requisiti per proseguirela propria attività, la realtà è ben diversa.“C’è stato un accanimento incredibile neinostri confronti”.Sulla stessa linea d’onda di Zappalà, Silva-no Ruggeri, attuale presidente della BorgoPrati e responsabile ASI del settore culturi-

smo atletico sportivo. “Siamo duri a morire,lotteremo con tutte le nostre forze ancora adisposizione per evitare un destino che nonmeritiamo”.Adesso l’ultima parola spetta al Comune. Masono tanti gli attestati di stima e di solidarietàche sta ricevendo la storia palestra Borgo Pra-ti. Perché quando si pratica sport per 115 anninon si può mai essere dimenticati e perché lasua storia è parte della storia di Roma. Essadivenne ben presto il fondamentale punto diriferimento per le famiglie del rione “Borgo”e successivamente “Prati”, prima della fonda-zione del quartiere Prati, accogliendo bambi-ni e ragazzi, togliendoli dalle strade, per cura-re il loro sviluppo fisico e morale insegnandoloro, attraverso anche le discipline atletico-sportive, i più sani valori e principi della con-vivenza civile, quali l’amore per la famiglia eper la patria, oltre al rispetto per le istituzioni,per sé stessi e per il prossimo.

La storica palestra romana sta lottando per non sparire. Si rischia di cancellare una tradizione di 115 anni. Cronaca di una brutta storia di burocrazia e menefreghismo

Salviamo la Borgo Prati>

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> Paolo Signorelli

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Matteo Nannini, è nata una stellaMatteo Nannini, un nome ormai diventatouna garanzia. Nonostante la sua giovaneetà, 11 anni, le sue doti non sono rimasteinosservate agli addetti ai lavori del mon-do dei go kart. Dopo il titolo italiano con-quistato lo scorso anno, per il pilota dellaSprint Kart, club affiliato all’Asi che dalprossimo anno diventerà un vero e proprioteam, si aprono anche le porte del primocontratto importante, quello con la Minar-di. Intanto, continua a correre Matteo e acollezionare successi, come il titolo di vicecampione internazionale nella categoria 60Mini Academy. Per lui, giovanissimo for-livese, i kart sono una ragione di vita. E trastudio e allenamenti, le sue ambizioni sem-brano davvero senza confini.Matteo, come nasce la tua passione per ikart?“Questo sport per me è una ragione di vita.La passione mi è venuta quando ero bam-bino, intorno ai 4 - 5 anni. Vedevo il miobabbo che correva, lo guardavo con gioia.Poi un giorno salii sul kart con lui, mi feceprovare. È stata un’emozione unica. Daquel momento capii che prima o poi avreivoluto fare lo stesso e diventare un cam-pione. Correre ti da delle sensazioni spe-

ciali, uniche al mondo”.Stai facendo molta strada, nonostante la tuagiovane età. Quali sono gli ultimi risultatiimportanti che hai raggiunto?“Si, è vero, le cose stanno andando bene.Ma, come mi ha insegnato la mia famiglia,non bisogna mai accontentarsi. Ci vuoleumiltà se ci si vuole migliorare sempre.L’ultima gara è stata la “Academy Promo-tion”. Sentendo quello che mi dicono, hofatto una super prestazione. Ho battutoGabriel Di Pietro, un corridore molto bra-vo, ma ho dovuto sudare parecchio per far-lo. Non vedo l’ora che ci sarà la prossimacompetizione”.

Adesso quali sono i tuoi obiettivi futuri e ituoi sogni nel cassetto?“Il mio obiettivo principale è quello di cre-scere sempre. Non basta qualche buonagara per sentirsi già forti. Sicuramente stofacendo bene. Adesso mi sto concentrandoper passare alla categoria superiore: “Aca-demy”. Anche lì voglio proseguire il miocammino, anzi la mia corsa ad alta veloci-tà. Poi arriveranno nuovi ostacoli da supe-rare. Ringrazio sempre il mio team, laSprint Kart, per il sostegno che mi da quo-tidianamente”.Riesci a conciliare lo studio agli allena-menti? “Certamente. Basta sacrificarsi un po’.Quando devo preparare una gara, la matti-na vado a scuola e il pomeriggio mi allenotutta la settimana. Voglio riuscire a far benein entrambe le cose. Anche perché è quel-lo che vuole la mia famiglia e non possodeluderli. Studente modello e campione,

questo è quello chevoglio e che sogno”.Qual è un episodio chericordi in maniera parti-colare?“Non ce ne è soltantouno. Ogni momento chesalgo sul kart rappresen-ta per me gioia e felicità.Forse proprio la meda-glia conquistata nell’ulti-ma “Academy Promo-tion”. Gli ultimi successisono sempre quelli chericordi con più piacere”.

A soli undici anni il pilota della Sprint Kart, club affiliato Asi, continua a collezionaresuccessi, come il titolo di vice campione internazionale nella categoria 60 Mini Academy. Per lui, giovanissimo forlivese, i kart sono una ragione di vita

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> Paolo Signorelli

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> LA NOVITÀ

Si è tenuta a Roma presso la Sala Rossadel CONI la conferenza stampa organiz-zata da ASI Associazioni Sportive eSociali Italiane con cui l’Ente di Promo-zione Sportiva ha presentato il suo nuovoSettore, GEC - Giochi Elettronici Compe-titivi. Ad aprire la conferenza il ResponsabileNazionale di Settore Michele Bertocchi,che ha sottolineato la carica innovativa delprogetto realizzato assieme ad ASI. “Perla prima volta i giocatori dei videogiochielettronici sono riconosciuti sportivi a360°; saranno tesserati come tali e nonrientreranno, come succede altrove, in unagenerica attività motoria. E’ una scom-messa che ASI ha deciso di fare assieme

a noi. Vogliamo esserne all’altezza, dimo-strando che sport e giochi elettronici sonoun binomio possibile. Come? Non solofacendoci conoscere, ma anche educandoa giocare forse meno, ma meglio”. Proprio seguendo questa filosofia il Set-tore ASI Giochi Elettronici Competitiviha elaborato regole online e offline voltea disciplinare le attività di giocatori, dimultigaming, degli organizzatori di tor-nei, ma soprattutto dei tifosi, ed ha predi-sposto delle scontistiche particolari per inuovi iscritti e lezioni di prova gratuite peri tesserati, finalizzate ad incentivare l’at-tività motoria presso le associazioni affi-liate ASI. “Al di là dei numeri che senz’altro conta-no, con il settore dei Giochi ElettroniciCompetitivi ASI sposa un progetto di qua-

Asi con i Giochi Elettronici per uno sport moderno Presentato il nuovo Settore, GEC - Giochi Elettronici Competitivi. Il Presidente Claudio Barbaro: “Al di là dei numeri che senz’altro contano,sposiamo un progetto di qualità che educa i praticanti ad avere un approccio sano al videogioco, perché collegato all’attività fisica”

> Luisa Santiloni

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lità, dove non solo si dà dignità di sporti-vi ad un numero rilevante di persone, mali si educa anche ad avere un approcciosano al videogioco, perché collegatoall’attività fisica - afferma il presidenteASI Claudio Barbaro - Per di più, per unEnte di Promozione Sportiva come ASIche da vent’anni è impegnato nella diffu-sione dello sport per tutti, è venuto natu-rale valorizzare un settore in cui si realiz-za davvero l’integrazione tra normodota-ti e diversamente abili”. Curioso e positivamente impressionato

dalla “responsabilità” insita nel progettoGEC, il Presidente del CONI Lazio Ric-cardo Viola: “Ammetto che questa realtà,fino ad oggi per me poco conosciuta, cat-tura la mia attenzione nella sua caricainnovativa. Ben vengano i giochi elettro-nici competitivi, purché inquadrati in unpercorso sportivo. Le Istituzioni che quirappresento devono essere infatti pronte arecepire i cambiamenti dei gusti e degliorientamenti che coinvolgono tutti gliambiti della vita associata, compreso losport”. Della stessa opinione anche il Presidentedel Comitato Paralimpico Italiano edAssessore allo Sport del Comune di RomaCapitale Luca Pancalli, intervenuto tele-fonicamente in conferenza stampa: “E’un’iniziativa senz’altro lodevole questa diASI; mi auguro davvero che GEC possaessere un laboratorio di buona prassi, seriuscirà a stimolare l’attività del videogio-co, convincendo anche i giocatori ad usci-re di casa, a distogliersi dalla console eda fare un po’ di attività motoria”. Il valore del Settore GEC è infine testimo-niato dall’atleta disabile del settore Mas-similiano “Macs” Sechi presente in con-ferenza: “Quando gioco con il mio nick-name le persone non si interessano dicome possa essere fisicamente; sono quel-lo che dimostro nella competizione. Pro-prio perché lo sport, esattamente come ilgaming, ci renderci tutti uguali mentre ciinvita a coltivare le nostre passioni”.

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DIGNITÀ PER GLISPORT EQUESTRIIn un momento di così evidente crisi diidentità nazionale, dove dobbiamo patirela frustrazione di sentirci dire dagli ame-ricani che la dieta mediterranea è lamigliore e la più sana del mondo a dispet-to dei nostri figli che prediligono hambur-ger e kebab, forse la necessità di ricollo-care la storia equestre italiana nella piùalta area culturale come meriterebbe, nonè tra le priorità nazionali.Al di là di questa ipotetica classifica del-le priorità, in un ambito ideale di intera-zione tra valori, sport e cultura come quel-lo offerto da ASI, il settore sport equestrisente, probabilmente più di qualsiasi atro

soggetto sportivo, il peso di questo onere.Non un episodio frutto di fantasia ma unfatto realmente accaduto. Erano i primi anni '80 quando GiovanniSpadolini in visita ufficiale alla CasaBianca, ospite dell'allora PresidenteRonald Regan (grande uomo di cavalli),rimase di ghiaccio quando l'uomo piùimportante del mondo nell'elencare i piùprestigiosi artisti della storia italiana delcalibro di Leonardo, Caravaggio e Miche-langelo, menzionò tale Federigo Caprilli.L'imbarazzo dell'allora Primo Ministroitaliano fu evidente e nonostante un tem-pestivo coinvolgimento di qualche esper-to nostrano che potesse dare delle imme-diate indicazioni sull'ignoto artista italia-

no, difficile fu mascherare al Presidentedegli Stati Uniti che il nome del Capitanodi Cavalleria, inventore della modernaequitazione praticata in tutto il mondo,non era noto al Presidente Spadolini. Con l'intento di divulgare l'importanza delsignificativo contributo fornito dall'equi-tazione italiana alla storia equestre mon-diale, contributo segnato come detto dal-la paternità del moderno metodo di mon-ta naturale meglio noto, tanto per non per-dere un occasione, come 'monta inglese',è ormai da diversi anni materia di studionei corsi di formazione per tecnici del set-tore sport equestri ASI, una iniziativa que-sta molto apprezzata dagli stessi aspiran-ti tecnici.

Dalla gaffe di Giovanni Spadolini in visita alla Casa Bianca ai giorni nostri, quante occasioniperdute...... è ora di ridare a questa disciplina gli onori e la dimensione che merita

> Emilio Minunzio

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Storia dell’arte equestre Estratto dalla tesi di esame di Pamela Camorani, Viviana Fabris e Arianna Montecchi

L’evoluzione dell’assetto: dal Medioevo al meto-do Caprilliano Per tutta l’antichità e nel Medioevo il cavallomontato fu utilizzato per la guerra, mentre tor-nei e la caccia rappresentavano soprattutto deimomenti di allenamento allo scontro armato eal maneggio delle armi. I cavalieri erano coperti di ferro dalla testa ai pie-di e in molti casi venivano issati in sella con l’aiu-to di carrucole e anche il cavallo era adeguata-mente difeso da piastre metalliche sul petto,testa e sul collo: un vero e proprio “carro arma-to”, concepito per travolgere tutto quello chepoteva trovarsi sulla sua strada. Una così pesan-te armatura rendeva il cavaliere impacciato neimovimenti e gli toglieva ogni possibilità di sal-vezza qualora fosse stato disarcionato, masoprattutto non era nelle condizioni di control-lare efficacemente la sua cavalcatura disponen-do, come “aiuti”, solo dei lunghi speroni e mor-so dalle leve potenti. I cavalli che venivano uti-lizzati erano di taglia pesante, carattere freddoe di nessuna agilità. Quando fu inventata la polvere da sparo e com-parvero le prime armi da fuoco si ebbe un rapi-do declino della cavalleria tradizionale; innanzi-tutto divennero inutili le pesanti armature, fu poinecessario mutare le tattiche della cavalleria,che da arma di sfondamento divenne importan-te massa di manovra che sul campo di battagliapoteva giocare un ruolo decisivo proprio graziealla velocità e duttilità del suo impiego. Il cavaliere, dunque, fu armato più leggermente,con una lanciadi peso mino-re e una scia-bola. Da qui lanecessità diadeguare lacavalcatura aigesti che eglifaceva nelm a n e g g i odelle armi, ilche implicavauna sottomis-sione comple-ta del cavalloe un suo addestramento preciso. Nasce allora unnuovo interesse per l’equitazione e per il caval-lo, che viene finalmente studiato nella sua strut-tura e nei suoi movimenti. 

Cosa abbia rappresentato il Rinascimento italia-no per la cultura europea è cosa nota: da tutti ipaesi giungevano nella nostra penisola giovanidesiderosi di istruirsi in tutte le arti, compresal’equitazione. Napoli, che vantava un’antica tradizione eque-stre, divenne il centro di questo nuovo interesseper il cavallo, e vi fu fondata dal nobile GiovanBattista Pignatelli la prima importante “Scuoladi equitazione”, alla quale si formò un secondogrande maestro che fu Federico Grisone. L’Alta Scuola equestre sarebbe iniziata nella pri-ma parte del Cinquecento: gli “ordini di caval-care” (primo libro al mondo che tratti solo diequitazione accademica) del nobiluomo napo-letano Federico Grisone, fondatore della primaAccademia di equitazione, furono stampati aNapoli nel 1550. Cesare Fiaschi, gentiluomo ferrarese, pubblicònel 1556 a Bologna un “trattato dell’imbriglia-re, maneggiare, et ferrare cavalli”. Fu iniziatoredei Caroselli equestri accompagnati da musica,con l’intento di associare il tempo e l’armoniamusicale alle andature e figure eseguibili acavallo. Da Napoli alla Scuola Francese con de La Guè-rinière; ancora oggi considerato il padre del-l’equitazione francese che si sforzò di dare chia-rezza e funzionalità a quanto era stato teorizza-to e praticato sino a quel momento nel campodell’equitazione. Modificò la sella sino ad allora in uso, eliminan-do l’arcione rilevato e la paletta alta che tene-

vano incassato ilcavaliere, inse-gnando a quest’ul-timo a ricercare ilproprio equilibrionell’assetto, conuna posizione piùnaturale ed elegan-te, derivata da unbuon equilibrio. A tale eleganzaattribuiva moltaimportanza tantoda scrivere: “la gra-zie è […] così

importante [..] che tutti coloro che voglionodiventare uomini di cavalli devono dedicare tut-to il tempo necessario per acquisire questa qua-lità. Io intendo per grazia un’aria di disinvoltura

e libertà che si conserva in una posizione drittae libera, sia per tenersi saldamente a cavalloquando necessario, sia per rilassarsi conservan-do sin dove possibile, in tutti i movimenti che fail cavallo, il giusto equilibrio che dipende dallacorretta distribuzione del peso del corpo e che imovimenti del cavaliere siano così leggeri chesembrino fatti più per abbellire l’assetto che nonper trasmettere i comandi al proprio cavallo.”, questo da un’idea della modernità delle idee diLa Guèrinière, che dal 1715 al 1730 tenne a Pari-gi un’Accademia la cui fama si sparse in tuttaEuropa, tanto che fu per la sua influenza che nel1729 fu fondata la celebre Scuola di Vienna. LaRivoluzione Francese chiuse le scuole di equita-zione, tra cui il maneggio di Versailles, i cui scu-dieri migreranno soprattutto in Germania. Baucher (1796-1873) pubblicò nel 1842 il suo“Metodo di Equitazione”. In esso l’autore sostiene la necessità da parte delcavaliere di avere il completo possesso delle for-ze del cavallo, in modo da poterne disporre aproprio piacimento. Per ottenere questo egli usòinizialmente metodi piuttosto rigidi, che però piùtardi furono addolciti; divenne un acceso soste-nitore del filetto come imboccatura, ed egli stesso neinventò un tipo. Fu un cavaliere di grande abilità. Il suo limite fula mancanza di pratica dell’equitazione di cam-pagna ed in effetti i suoi sistemi di addestramen-to, pur dotati di una grande finezza e sensibili-tà, si rifacevano alla Scuola Classica, arricchiticomunque da geniali intuizioni ed elaborazio-ni… “…Mani senza gambe, gambe senza mani…” Intendendo con questo che quando il cavallodeve avanzare non deve essere contrariato dal-la mano, e viceversa. Ebbe comunque il merito di porre alla base del-l’addestramento il rispetto dell’equilibrio natu-rale del cavallo, sostenendo che questo andavavalorizzato e non contrastato.L’assetto moderno infine, che è stato senza alcundubbio inventato dal Capitano di CavalleriaFederigo Caprilli (1868-1907) all’inizio del ’900,consente al cavaliere una posizione che lo armo-nizza dinamicamente con il movimento delcavallo nella più completa decontrazione. Con questo concetto gettò le basi di quella cheverrà in tutto il mondo definita “Equitazionenaturale”.

Tecnica di salto in epoca pre-caprilliana

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Chiusi i battenti della 116° edizione diFieracavalli Verona si tracciano i primibilanci. La manifestazione ha registratouna grande affluenza di pubblico italia-no ed estero, la partecipazione, decisa-mente straordinaria considerato il perio-do di crisi economica, assegna nuova-mente alla manifestazione scaligera ilruolo di punto di riferimento internazio-nale, non solo per le grandi aziende com-merciali, ma anche per il mondo alleva-

In archivio FieracavalliVerona 2014La manifestazione ha fatto registrare una grande affluenza di pubblico italiano ed estero, lapartecipazione, decisamente straordinaria considerato il periodo di crisi economica, assegnanuovamente alla manifestazione scaligera il ruolo di punta di riferimento internazionale

toriale, sportivo e delle associazioniequestri.È un evento che riesce ad unire all'internodella sua programmazione semplici appas-sionati e campioni sportivi di livello mon-diale. Il programma di Verona offre infattimoltissime iniziative di altissimo livello, trale quali la tappa LONGINES FEI WORLDCUP, affiancate a programmazioni destina-te ai più giovani come, sempre rimanendonel salto ostacoli, le categorie Pony o laCoppa delle Regioni riservate a cavalieriJunior e Young Rider. Sempre seguite e

spettacolari le gare di Monta Western.Il Settore Sport Equestri ASI ha avuto unimportante spazio all'interno di Feraca-valli. Numerosi i tavoli di lavoro orga-nizzati per l'occasione, tutti finalizzatialla programmazione della stagione2015 che si presenterà piena di novitàvista l'importante e continua crescita diASI nel settore equestre.L’edizione 2014 di Fieracavalli è stataoccasione per consolidare la Partnershiptra il Settore Sport Equestri ASI e ilTeam Parelli Italia.

> Francesca Bottaro

Il responsabile sport equestri Emilio Minunzio con l'olimpionico Michael Withaker

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Il più diffuso metodo di Horsemanshipdel mondo, aveva già fatto il suo ingres-so in Asi attraverso degli interventi for-mativi nell’ambito di Corsi per TecniciEquestri ASI, ma la presenza a Verona diquasi tutti gli Istruttori del Team ParelliItalia, è stata occasione per pianificare lacollaborazione per la stagione 2015. Molto interessanti e seguite le dimo-strazioni Parelli, durante le giornate difiera.Tra le attività più significative la presen-tazione presso la Sala Mascagni dove siè tenuto un incontro nel quale ASI haribadito la volontà di sviluppare il setto-re in seno all’Ente del settore Equitazio-ne di Campagna.Un’iniziativa che ha riscosso notevoleinteresse in considerazione al flusso deglioperatori e appassionati del comparto chehanno gremito la sala.In pari circostanza sono state presentatele linee guida, sia strategiche che opera-tive nel breve e medio periodo, a cura del

Responsabile Equitazione di CampagnaASI Tiziano Bedostri , riassumibili sinte-ticamente nella valorizzazione del Tec-nico/Guida per il Turismo Equestre, nel-l’attuazione di censimenti in ambitonazionale dei percorsi realmente fruibi-li con equidi.Più in generale è stata sottolineata lavolontà di ampliare il progetto relativoalla realizzazione delle Scuole di Equi-tazione di Campagna in ambito naziona-le anche attraverso degli interventi for-mativi, un progetto virtuoso che ha pro-dotto concreta sostenibilità a centri, ope-ratori e fruitori delle medesime.Al termine dei lavori sono stati premia-ti i tecnici e gli atleti che hanno presoparte al Trofeo Scuole Equitazione diCampagna 2014.Nella stessa occasione è stato attribuitoun riconoscimento ai partecipanti alviaggio a cavallo “Di Passo … in Pas-so”, organizzato da un centro di Equita-zione di Campagna ASI.

Anche l'iniziativa culturale Asi 'Cavallida Leggere' ha fatto il suo debutto a Fie-racavalli Verona presso la Sala Puccini.Presentato il libro 'Rey, il cavallo chevisse due volte' un'opera di RiccardoBoccardelli e Barbara Morani, due pro-fessionisti del settore che ci raccontanodi una toccante storia di cavalli che li hariguardati direttamente.Inevitabile il ricordo commosso di Bar-bara Morani, una grande professionistadel settore, che Asi ha avuto l'onoreannoverare come uno dei Tecnici di rife-rimento per le Discipline Equestri Inte-grate.Numerosi infine gli ospiti che ASI haospitato nei propri spazi, come il cam-pione inglese Michael Withaker, la neocampionessa italiana amazzoni MelanieGruber e una nutrita rappresentanza delTeam Parelli.Già in calendario la prossima edizione diFieracavalli Verona in programma dal 5all'8 novembre 2015.

Franco Giani durante un’esibizione nel ring di Fieracavalli

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Un settore, quello dell’equitazione di cam-pagna, al quale ASI intende riservare nel-l’immediato futuro concreta attenzione,proprio in considerazione al grande poten-ziale che il comparto può offrire in terminidi crescita e sviluppo, in senso ampio, del-l’equitazione nel nostro Paese. Da diversi anni si assiste a una crescitasignificativa di persone che desiderano pra-ticare le attività sportive e ricreative a con-tatto con la natura, in contesti informali, allaricerca di quelle emozioni primordiali chela vita metropolitana ha di fatto annullato;allora, in questa corrente, il cavallo si col-loca a pieno titolo, grazie alle evocazioniprimordiali che produce nell’essere umano,divenendo, tra l’altro, un tramite formida-bile per il soddisfacimento di tali pulsioni.Spesso l’area dell’equitazione di campagnaviene intesa, in via semplificativa e ridutti-va, come l’andare a cavallo in campagna,affrontando una “semplice” passeggiata

nella natura. Un approccio che ha generatoin passato equivoci e orientamenti profes-sionali inadeguati alle aspettative dei poten-ziali utenti.Affrontare la campagna a cavallo è una atti-vità impegnativa e complessa, necessità diun’adeguata preparazione fisica, tecnica epsicologica. Infatti, a differenza di quantoaccade nell’equitazione in maneggio, ilcavaliere di campagna si trova a calcare ter-reni con fondi compositi e differenti traloro, nei quali può affrontare variazioni dipendenze tramite continue salite e discese,incontrare ostacoli di varia natura e fattez-za, dalla pozzanghera al guado di un torren-te, dalla piccola fossetta ai canaletti irrigui,modesti tronchi cedui o fusti di alberi seco-lari, attraversamenti stradali che possonoessere a scarsa percorrenza veicolare o piùtrafficati, imbattersi in temporali inaspetta-ti senza potersi ricoverare al riparo di unmaneggio coperto, ecc. Come si può bencomprendere anche la “semplice” passeg-giata deve essere affrontata con cognizionee con supporti adeguati.

In considerazione a quanto poc’anzi espo-sto, ASI intende sviluppare il settore avva-lendosi di professionisti qualificati, struttu-re adeguate e equini preparati in manieraspecifica: condizioni minime per risponde-re alle esigenze primarie di coloro che desi-derano fruire di tali attività presso i centrispecializzati e affiliati all’Ente, aderendooltretutto a principi irrinunciabili di rispet-to della sicurezza di persone e cavalli. In questo senso ASI intende porre partico-lare impegno nella preparazione di Tecni-ci/Guide, vero fulcro dei progetti avviati,professionisti che garantiranno proposte dibuon profilo, in linea con le aspettative delmercato, oggi più consapevole di un tem-po. Il Tecnico di equitazione di campagnaè innanzitutto un istruttore altamente qua-lificato nella preparazione dei neofiti che siavvicinano alla disciplina, oltre ad averecompetenze specifiche per la crescita tec-nica di coloro che intendono affrontare pro-gressivamente percorsi più impegnativi,sia in termini di durata temporale che di dif-ficoltà tecnica. Nel terzo millennio il turi-

Arriva l’equitazione di campagna

È la nuova scommessa di ASI Sport Equestri. Si tratta di un’ attività impegnativa e complessa, necessità di un’adeguata preparazione fisica, tecnica e psicologica

> Tiziano Bedostri

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L’ASI Sport Equestri alla 49^ Mostra Nazionale Del Cavallo La manifestazione si è svolta a Città di Castello in Umbria dal 11 al 13 settembre.Sono state riproposte, come nella precedente edizione,  alcune iniziative in tema di benessere animale, attività che saranno coordinate, all’interno del Settoredalla neo costituita Commissione Salute del Cavallo e del Cavaliere

Anche il Settore Sport Equestri ASI ha ini-ziato la  lunga rincorsa alla  49° MostraNazionale del Cavallo di Città di Castello,che si è svolta nel delizioso comune peru-gino dall’11 al 13 settembre 2015.Dopo un'edizione 2014 che si è chiusa conun bilancio estremamente positivo, ASI haidentificato, nella manifestazione umbra,l'evento nazionale di settore più adatto epiù significativo all'interno del quale far

convergere le sue più prestigiose attivitàsportive e dove, attraverso iniziative,incontri e convegni, portare degli impor-tanti temi di confronto e di dibattito.Saranno infatti riproposte, come nella pre-cedente edizione,  alcune iniziative in temadi benessere animale, attività che sarannocoordinate, all’interno del Settore SportEquestri ASI dalla neo costituita Commis-sione Salute del Cavallo e del Cavaliere.

Il responsabile Asi Sport Equestri EmilioMinunzio, coadiuvato da Catia Brozzi,referente per l’Umbria Asi Sport Equestri,hanno avuto modo, in occasione di Fiera-cavalli Verona, di approfondire con il Pre-sidente della Mostra Nazionale del Caval-lo di Città di Castello il Sig. Fausto Bizzir-ri, alcuni aspetti organizzativi relativiall'edizione 2015 dell'importante fieraespositiva.

smo equestre non può più essere appan-naggio dell’improvvisazione, fattore cheha causato in passato enormi danni sia alsettore specifico che a quelli collaterali.ASI si prefigge, tra l’altro, di identificareprogressivamente sul territorio nazionaledei percorsi realmente fruibili con equini,partendo inizialmente da quelli che usual-mente sono utilizzati dai propriTecnici/Guide, inoltre intende classifica-re i medesimi, dando vita a un appositoregistro nazionale, nell’ottica di poteroffrire agli ippoturisti un reticolo di trac-ciati, laddove è possibile, che colleghi traloro i centri specializzati nell’equitazionedi campagna.Infine, non ultimo per importanza, unodegli obiettivi del piano strategico e ope-rativo programmato nel breve e medioperiodo, è quello di collocare l’escursio-nismo a cavallo nel contesto della filieraturistica, creando adeguate sinergie congli operatori degli altri settori, avviando,in questo modo, processi di “offerta inte-grata di prodotto con iniziative mirate allavalorizzazione delle evidenze (ambienta-li, storiche,culturali, enogastronomi-che…) presenti nei comprensori toccatidalle varie proposte.

Come enunciato in premessa, l’equitazio-ne di campagna non può essere relegataall’esclusivo escursionismo a cavallo, maproprio in considerazione alla preparazio-ne tecnica delle figure licenziate dall’En-te, che in buona sostanza sono istruttoripolivalenti e multidisciplinari, può gene-rare percorsi didattici ampi e articolati.Infatti, stiamo assistendo ad una crescen-te domanda indirizzata a vivere il cavalloa 360°, sviluppando con il medesimo unrapporto sereno e consapevole nelle variesfaccettature che la pratica equestre puòoffrire e, anche in tale situazione, i Tecni-ci del settore possono offrire adeguateproposte. Tra le molteplici modalità possibili nellarelazione uomo cavallo c’è l’area dellacompetizione, un contesto che ASI inten-de percorrere in maniera antitetica rispet-to alla cultura prevalente del nostro tem-po, dove l’agonismo esasperato rappre-senta la prassi predominante, un approc-cio purtroppo molto diffuso e poco edu-cativo, soprattutto nei confronti dei gio-vani e giovanissimi cavalieri. In quest’ot-tica, in linea con la filosofia dell’Ente, ilsettore in questione ha realizzato il Tro-feo Scuole Equitazione di Campagna, una

formula che negli anni ha ottenuto note-vole gradimento, grazie anche alla strut-tura che ha una specifica valenza tecnicae didattica, infatti nelle varie tappe sonopreviste tre prove: lavoro in piano, fondoe campagna. L’essenza dell’equitazionecompleta.Il Progetto ha inoltre come obiettivi pre-cipui quelli di rendere accessibile l’avvi-cinamento alla competizione ad ampieschiere di appassionati grazie ai costi con-tenuti, offrire concreta sostenibilità ai pro-fessionisti e ai centri che aderisconoall’iniziativa, valorizzare i cavalli dellescuole troppo spesso relegati a meri lavo-ratori di secondo piano e, non ultimo perimportanza, consentire l’intervento amolteplici profili di concorrenti in quan-to, la categorie programmate, consentonola partecipazione a cavalli e pony di diffe-renti taglie, oltre a cavalieri di età che spa-zia da “6 ai 99 anni” con possibilità dideroga……..La speranza, almeno nelle intenzioni, è diosservare atleti che vivano la competizio-ne con serenità, come momento di cresci-ta ed educazione, uscendo dal campo digara con il sorriso sulle labbra. Sempre e comunque.

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La Fiammamonza Dopo quasi 45 anni di attività tutta al fem-minile la Fiammamonza entra ufficial-mente in una società di matrice maschile,lo Sport Club Juvenilia. Per l’esattezza,con 90 ragazze suddivise in cinque cate-gorie (pulcini, esordienti, giovanissime,primavera e serie C), diventa la divisionefemminile di un altro club monzese che,fondato nel 1965, conta circa 250 gioca-tori: dai bambini di sette anni fino alla rosadella seconda categoria. Il suo presidente

Roberto Mazzo ha fortemente promossoquesta fusione che rappresenta ora unastraordinaria novità nel calcio. La passio-ne per lo sport è di famiglia: suo padre Pie-tro, da ventidue anni presidente del-l’Unione Società Sportive Monza Brian-za, negli anni ’60 e ’70 sostenne lodevol-mente l’attività sportiva nella periferiamonzese.A questo importante passo si è giunti per-ché, malgrado i successi di tre titoli nazio-nali della squadra Primavera, lo scudettonel campionato di serie A 2005/06 e la

conquista della Supercoppa, per il soda-lizio creato nel 1970 dal professor RenoCeraso si prospettava l’uscita di scena.Alcuni fedeli amici, primo fra tutti Gaeta-no Galbiati (ora direttore generale delladivisione femminile), si sono allora ado-perati per il suo rilancio che ha trovatorealtà nel mecenatismo e nell’esperienzadi Roberto Mazzo che dal 2006 è presi-dente della Juvenilia. “Per la città laFiammonza è un pezzo della storia spor-tiva, meritava una collaborazione forte;l’abbiamo affiancata, siamo subentrati

> Gianmaria Italia

Dopo quasi 45 anni di attività tutta al femminile il teamlombardo entra ufficialmente in una società di matricemaschile, lo Sport Club Juvenilia. Il presidente Roberto Mazzo ha fortemente promosso questa fusione cherappresenta ora una straordinaria novità nel calcio

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si rifà il look

MONZA: SPORT E ARTE ALLO STADIO Dall’ottobre scorso un murales lungo quasi 200 metri impreziosisce due lati del murodi cinta dello stadio Gino Alfonso Sada, la storica sede del Fiammamonza. Voluta da Gaetano Galbiati per celebrare la società e il suo ruolo è stata ideata e rea-lizzata dallo staff del prof. Renato Galbusera, titolare della cattedra di Pittura all’Acca-demia di Belle Arti di Brera. Avvalendosi della collaborazione tecnica della DAW Aka-demie e della Caparol l’opera è il risultato ottimale di un progetto, di una accurata pre-parazione del supporto fino alla stesura delle tinte decorative. Interessando, come sidiceva, le murature che accompagnano dal cancello d’ingresso di via Guarenti alle tri-bune, raffigura le figure emblematiche del club biancorosso: il fondatore Professor RenoCeraso, lo storico allenatore Fabrizio Levati, il direttore generale Gaetano Galbiati, alcu-ne scene di gioco, volti di calciatrici e la gente. Quel pubblico che per decenni ha quipalpitato e gioito per la propria squadra, per quelle atlete la cui passione ora non reste-rà solo nei ricordi, nelle cronache, ma anche in un’opera artistica, un pregevole ulterio-re punto di interesse nella città di Monza.

con la nostra struttura organizzativa e oggisiamo tutti fieri di averla tra noi. Il suonuovo presidente, Carlo Milva, è un ami-co che gode anche della stima di Galbiatie così il cammino delle calciatrici bianco-rosse può proseguire spedito.” Le duesocietà hanno significativi punti in comu-ne, primo fra tutti lo scopo: promuoverelo sport tra i più giovani e aggregarli in unsodalizio sano dove, prima ancora deirisultati, ci si prefigge di coinvolgere iragazzi educandoli al rapporto “di grup-po”, essenza anche nella vita da adulti.“C’è un coinvolgimento dei genitori, diceMazzo, siamo tutti amici e gestiamo lasquadra, ora ancora più grande, con altospirito di collaborazione.” Riscontriamoin lui una radice comune alla filosofia del-lo storico Professore, il territorio: “Que-sto è il mio quartiere, nella Juvenilia hogiocato e allenato; per questo otto anni fami sono sentito in dovere di mettermi ingioco per sostenere un posto che mi ha fat-to crescere e lo stesso è stato per centina-ia di ragazze della Fiammonza.”Le due società sono avviate ad una fusio-ne, hanno già un comune modo di inter-pretare lo sport e Roberto Mazzo lo sot-tolinea: “Ci piace pensare che la nostramissione sia coltivare la passione deibambini per lo sport e quando una, unosi iscrive da noi l’affianchiamo; il tem-po dirà se potrà diventare più o meno bra-vo, comunque noi non lasciamo indietronessuno”. nato ad andare - correre - lon-tano!

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tuttonotizie

LA GIUNTA REAGISCE ALLA CRISI ECONOMICA DEL PAESE

Non è stata una riunione facile quella dellaGiunta Esecutiva tenutasi di recente a Roma,giacché l’organo ha dovuto assumere alcunedecisioni difficili per limitare le conseguenzenegative della crisi generale che sta attana-gliando l’Europa e l’Italia ed a ricasco incidesu ogni tipo di attività sociale ed economica.Preliminarmente la Giunta ha preso atto del-le dimissioni di Marco Pietrogiacomi, storicodirigente di ASI, e tutti i partecipanti hannoespresso il loro rammarico per la decisioneassunta da Marco, che ha comportato unaperdita per l’Ente, ma qualcuno ha anche sot-tolineato come per l’ennesima volta unuomo-ASI, formatosi all’interno dell’associa-zione, sia stato chiamato ad operare in uncontesto sportivo di altissimo livello. Ha quin-di preso la parola il Presidente Barbaro cheha fatto il punto sullo stato di salute dell’En-te, in primis esponendo le ragioni che hannocausato le note disfunzioni del sistema infor-matico e poi scusandosi con la base per il sen-sibile danno arrecato alla funzionalità dell’or-ganizzazione; lo stesso Barbaro ha evidenzia-to come l’incresciosa situazione sia stata pro-vocata dall’irresponsabile comportamentotenuto dal fornitore del servizio informaticoche, in piena estate, ha costretto ASI a corre-re ai ripari tra non poche difficoltà. Il Presi-dente però ha parlato anche dei risvolti posi-tivi della vicenda che ha fatto comprenderecome vi fossero ampi margini di miglioramen-to dell’efficienza e dell’economicità del siste-ma. “Un altro elemento positivo”, ha aggiun-to Barbaro, “è poi emerso da questo incre-scioso fatto: difficoltà e contrattempi hannosì scatenato giustificatissime rimostranze, ma

la base ha reagito in modo costruttivo, dimo-strando come sia radicata la fiducia degliassociati nell’Ente, tanto che ASI in questotravagliato periodo è ulteriormente cresciutain qualità e numeri”. Sulle comunicazioni delPresidente si è quindi aperto un serrato dibat-tito che ha visto tutti i partecipanti prenderela parola. Successivamente Labarbuta e Can-dela hanno sollecitato una rivisitazione del-l’approccio con i Comitati periferici ed i Set-tori, proponendo una immediata attività for-mativa dei nuovi dirigenti, appena eletti onominati, di queste strutture: una full immer-sion da attuarsi singolarmente nella sedenazionale per far comprendere le modalità diespletamento dell’incarico ricevuto. E’ statoquindi la volta dell’esposizione alla Giuntadelle risultanze dell’evento attuato su incari-co di OVS: un’esperienza molto positiva, haaffermato il Direttore Generale Diego MariaMaulu, sia per la struttura centrale che per iComitati periferici nel cui ambito territoriale

hanno avuto luogo le varie tappe, che sonostati coinvolti nella realizzazione del proget-to: soddisfazione per il committente, consoli-damento dell’immagine di ASI, numeri di par-tecipanti di notevoli importanza, avvio di con-tatti per realizzare le prossime edizioni, lavo-ro serrato che non solo ha portato risultatiimmediati, ma ha anche rappresentato uninvestimento per il futuro.La riunione ha infine affrontato un argomen-to delicato, legato alla situazione economico-finanziaria dell’Ente alle prese con la crisigenerale. La Giunta all’unanimità ha appro-vato l’adozione effettuata dal Presidente, inconcerto con la Direzione Generale, di drasti-che misure tese alla riduzione dei costi edall’ottimizzazione del lavoro della strutturacentrale, prima fra tutte la reimpostazionedell’attività del personale dipendente. Si ètrattato di interventi duri sui quali, al termi-ne di un incisivo confronto, tutti i partecipan-ti hanno espresso la propria condivisione.

LE STELLE DEL CONI AI DIRIGENTI DELL'ASIIl Coni ha assegnato le Stelle al merito sportivo ai dirigenti sportivi che nel corso del2013 hanno operato fattivamente in favore dello sviluppo dello sport nazionale. Alcu-ni dirigenti dell’Asi hanno meritato questo riconoscimento che qualifica non solo la loroattività dirigenziale, ma anche tutto il movimento dell’Asi. Le stella d’oro al merito spor-tivo è stata assegnata ad Alessandro Maria Levanti, vice presidente nazionale, ad AndreaRoberti componente della Giunta Esecutiva la stella di bronzo ed a Umberto Candela,anch’esso componente della Giunta Esecutiva e Direttore Tecnico la stella d’argento.Alessando Bolis, componente del Consiglio Nazionale ha avuto la stella di bronzo, men-tre fra i dirigenti periferici il riconoscimento è andato a Enzo Petrella, Presidente delComitato Provinciale di Teramo con la Stella d’Argento. a Giancarlo Carosella, Presiden-te del Comitato provinciale di Salerno,  nonché consigliere nazionale, che ha ottenutola Stella di bronzo. A tutti il presidente nazionale Claudio Barbaro ha espresso i suoipiù vivi complimenti per il qualificante riconoscimento del Coni.

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MATERA CAPITALE EUROPEADELLA CULTURA 2019

"La notizia della vittoria di Matera a Capi-tale Europea della Cultura 2019 rappresen-ta un traguardo importantissimo per tuttoil territorio lucano. Anche l'ASI Nazionale(Associazioni Sportive e Sociali Italiane)vive con grande entusiasmo questa occa-sione di rilancio e sotto alcuni aspetti diriscatto cittadino. Proprio il presidentenazionale on. Claudio Barbaro ha fattosapere che già con la programmazione

sportiva del prossimo 2015 provvederà asostenere la governance sportiva lanciatadal comitato territoriale presieduto da Gre-gorio Esposito (già consigliere CONI Basili-cata) con progetti inclusivi non solo per losport ma anche per la cultura ed il sociale.Ricordo che proprio l'ASI Nazionale asse-gna ogni anno il premio cultura, un eventoimportante che coinvolge numerose perso-nalità non solo del mondo sportivo maanche culturale. Con il traguardo ottenutodalla Città di Matera siamo sicuri di poteravviare anche in Basilicata, vista la forte

presenza dell'ASI sul territorio (grazieanche ai due comitati provinciali di Poten-za e Matera), un'operazione di promozionesportiva che ci accompagnerà nella pro-grammazione dei prossimi quattro anni.Crediamo inoltre, che   da Matera 2019,oltre ad avere la spinta giusta per attivarenuove dinamiche di politiche sportive inclu-sive, si potrà offrire una grande opportuni-tà di crescita per tanti giovani materani (enon solo) anche in ambito turistico eambientale visto che l'ASI dal 2012 operaanche in questi settori". 

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PRESENTATA L’ATTIVITÀ2014/2015 DELL’ASI CASERTA

Ottobre è il mese dell'inizio dei grandi even-ti sportivi, sia a livello professionistico che alivello amatoriale, infatti è stato svolto pres-so il comitato provinciale Aso di Caserta laconferenza stampa che ha aperto il campio-nato provinciale di calcio. Numerosi i presen-ti, a conferma del fatto che il campionatoorganizzato da uno degli enti di promozionesportiva più amati di Terra di Lavoro hariscontrato tantissimi consensi, ma soprat-tutto tantissimi i temi che sono stati tratta-ti. La conferenza è stata aperta dal respon-sabile del settore calcio provinciale, l'inge-gnere Angelo Laurenza, il quale da buon“padrone di casa” ha ringraziato calorosa-mente tutti i presenti, ospiti e stampa com-presa, ma soprattutto lo staff dell'ASI che daun anno a questa parte stanno seguendo ilcampionato, rivelando un retroscena chepochi immaginavano “Un anno fa, anzi menodi un anno fa, io mi incontrai con tutti i diri-genti delle altre squadre presenti qui que-st'oggi, per decidere le sorti di questo cam-pionato. Sono venti anni che questo campio-nato esiste, ma negli utlimi anni per motivivari, ci siamo trovati a cambiare spesso l'en-te a cui affidarci per svariati problemi. Loscorso anno però, decidemmo di affidarciall'ASI. Scelta migliore non potevamo farla”.Laurenza continua il suo lungo ed improvvi-sato discorso elencando ciò che è accadutonella stagione precedente “Nella passatastagione ci sono stati attimi felici e tristi, vit-torie e sconfitte, ma tutti ostacoli che pote-vano essere superati. Sui campi il comporta-menti dei calciatori è sempre stato professio-nale e lo staff organizzativo è sempre statodisponibile per ogni piccolo chiarimento”,inoltre Laurenza ha sottolineato il livelloqualitativo del proprio campionato, infattispiega ai nuovi iscritti che una società (laGaetano Addio) era giunta seconda alle fina-li nazionali dell'Asi tenutesi a Pescara. Allaconferenza era presente anche il responsabi-le del settore calcio nazionale, Nicola Sca-ringi, il quale ha rinnovato la fiducia all'inge-gnere Laurenza e ha sottolineato l'importan-za dei campionati periferci, dicendo “Io miarrabbio da morire quando gli altri respon-sabili nazionali trattano la periferia come

una cosa dovuta. La periferia è un dono, edin un ente come l'Asi se la periferia non fun-ziona, tutto l'ente ne risente”, inoltre il pre-sidente prosegue parlando del calcio nazio-nale e di quello casertano “Quando parlia-mo di ASI parliamo di un ente di promozio-ne sportiva, e come tale deve fare promozio-

ne. Questo campionato è promozione, anzi,è una promozione di altissimo livello”. Il pre-sidente Scaringi prosegue dicendo che la cre-scita del calcio nazionale sta portando i suoifrutti e Caserta ne è tutt'ora un esempio “Ilcalcio è la disciplina più forte dell'Asi, conoltre il 40% di praticanti”. (Alberto Aniello

ALBIGNASEGO, CONVEGNO MEETING FITNESSSabato 8 novembre ad Albignasego, in provincia di Padova, presso un centro sporti-vo affiliato Asi si è svolto il Convegno Meeting Fitness con tema “Aggiornamentoamministrativo fiscale Fitness & Attività Dilettantistica Sportiva”. Il convegno harichiamato rappresentanti di associazioni e società sportive dilettantistiche da tuttoil veneto e dalle regioni limitrofe anche grazie all’alto livello professionale dei rela-tori che sono intervenuti durante la mattinata. L’incontro è stato aperto dal Prof. Ren-zo Seren, referente del settore Fitness dell’Asi che ha accolto le 45 realtà presenti. Ilprimo intervento è stato quello dell’avvocato padovano Biancamaria Stivanello cheoltre all’attività forense collabora alla redazione della rivista on-line fisco sport e svol-ge attività didattica per presidenti di Asd, enti no profit ed enti di promozione spor-tiva riconosciute dal Coni. L’avvocato Stivanello ha sviluppato le tematiche legate aiCompensi Sportivi Dilettantistici (norme, prassi e giurisprudenza); al termine dell’in-tervento ha preso la parola il Dott. Tributarista Luca Mattonai che ha sviluppato leseguenti tematiche : attività Commerciale e Attività Istituzionale (listino prezzi o pro-spetto costi stagione sportiva, promozioni, sconti, gratuità, free-pass,etc), importan-za di documentare l’attività dilettantistica sportiva. Al termine della giornata il ProfRenzo Seren ha illustrato la competizione Meeting Fitness.

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Il 25 novembre è stata osservata Gior-nata Mondiale contro la violenza sulledonne.Il femminicidio, che vede la donna comevittima è sempre più presente nella cro-naca dei nostri telegiornali. Non c’è TGormai che non dia la notizia di un omi-cidio, maltrattamento o altro tipo di vio-lenza ai danni di una donna.Una malata, ancestrale giustizia del-l’onore o presunto tale. La vittimasecondo il suo carnefice si macchia diqualche imperdonabile crimine, in nomedi una infallibile, personale, onnipoten-te giustizia privata, che deve esserepunito unicamente con il sangue.Numerose le campagne di sensibilizza-zione mediatiche, frequentissime mani-festazioni in piazza di solidarietà. Per-sonaggi dello spettacolo trasformati inpaladini delle donne, un attivo movi-mento di massa per debellare finalmen-

te questo orrore.Il Master Dario Callarà, Responsabiledel Settore Kravmaga del Comitato Pro-vinciale di Roma delle AssociazioniSportive Sociali Italiane è l’ideatore delprogetto “La migliore protettrice di testessa sei tu!”.Da sempre sostenitore attivo delle ini-ziative promosse contro ogni forma diviolenza con particolare attenzione ver-so quella sulle donne, il Maestro da ilsuo contributo mettendo a disposizionela sua arte. E questa volta si fa largo trabanchi dell'Università La Sapienza diRoma per salire in cattedra presso lospazio Female Word, e dare lezioni dianti aggressione, tra l’altro in manieradel tutto gratuita e con accesso libero.Per ASI un altro grande motivo di orgo-glio … Buon Lavoro Team!

(Eleonora Massari)

AL VIA IL PROGETTO “LA MIGLIORE PROTETTRICE DI TE STESSA SEI TU”

DUE ARBITRI SPECIALI CON LA NOSTRA DIVISA

Pochi giorni fa a Pistoia, in occasione di unevento svolto presso la Sede vivaistica dell’Azienda Vannucci, e contemporaneamentecon la consegna del premio Claguna si sonoradunati alcune importanti personalità del-lo sport, della cultura e dell’ imprenditoria.Tra gli invitati c’era anche il nostro collegaEnio Drovandi che ha chiesto a due suoicolleghi eccellenti di posare con la magliadel nostro Ente. Bene, i due “colleghi” arbi-tri erano semplicemente due signori chehanno scritto le ultime positive pagine del-la storia arbitrale italiana nel mondo.Ovviamente parliamo di Pierluigi Collina eNicola Rizzoli. Due fantastici uomini chestanno dedicando la loro vita all’ attivitàche più amiamo. I due amici si sono residisponibili a fare le foto di cui sopra conquella umiltà che solo i grandi uomini han-no. La nostra Sezione arbitri, intitolata algrande Lorenzo Cesari, ha già ottimi amici

nel mondo A.I.A. , ma ci ha fatto veramen-te piacere poter condividere con il nostroArbitro Nazionale Enio Drovandi delle emo-zioni che difficilmente capitano nella vitadi un arbitro di calcio. Ecco, anche noivogliamo condividere tale gioia con tutti i

nostri amici e sostenitori e così, abbiamodeciso di pubblicare le foto sul nostro sito.Una grande soddisfazione per tutti noi delDipartimento Arbitrale del Settore Calcio diAssociazioni Sportive e Sociali Italiane echissà che non sia l’ultima…

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ORGANIZZA

ANZIO, 2^ TROFEO ASI SOFT AIR “OPERAZIONE HIDE SHIT”

L'ASD Nettunia AirSoft domenica 26 ottobreha organizzato e ospitato ad Anzio, in provin-cia di Roma, sul proprio campo di gioco la garadi Soft Air "Operazione Hide Shit", validoanche come 2° Trofeo ASI Soft Air,  eventosostenuto dal Comitato Provinciale di Romadell’Asi. Alla gara hanno preso parte dodicisquadre provenienti da Campania, Umbria eLazio, sia affiliate all'ASI che ad altri Enti di Pro-mozione Sportiva. Le squadre, dopo un brevepercorso in gommone, sbarcavano in sicurez-za sulla spiaggia antistante l'area di gioco e sirecavano nella zona delle operazioni. I team,composti da 6 operatori, hanno affrontato unpercorso che si snodava all'interno dell'areaboschiva, attaccando 6 obiettivi difesi dai gio-catori del Nettunia Air Soft e raggiungendo 7waypoint in cui recuperavano alcune informa-zioni necessarie ai fini della competizione.L'evento si è svolto in completa sicurezza: ilNettunia AirSoft aveva organizzato un presi-dio paramedico e le attività in acqua si sono

de di libera vendita e non in grado di arrecareoffesa alle persone. Le Associazioni che prati-cano tale attività sono registrate presso il CONIe devono sottostare alle norme sanitarie efiscali che regolano il mondo dello sport. Simo-ne Amati presidente  dell'Asd  "Nettunia AirSoft" nonché responsabile provinciale del set-tore Soft Air Asi Roma, insieme a Marco Carot-ti dirigente Provinciale dell’Asi, sono rimastimolto entusiasti di come si è svolto l'evento esoddisfatti per la grande partecipazione. 

(Marco Carotti)

svolte grazie all'Associazione Tridente SubNettuno - Protezione Civile. I team partecipan-ti simulavano una squadra delle Forze Specia-li Italiane in missione su un’isola trasformatanegli anni in una discarica di rifiuti pericolosie speciali (nucleari, biologici e chimici). Il lorointervento si è reso necessario perché sull’iso-la si erano recate delle cellule italiane dell’ISISintente a trafugare materiale da utilizzare inattentati terroristici sul suolo europeo. Il SoftAir, sport nato negli anni '90 in Giappone, èdiffuso capillarmente in Italia ed oggi è uffi-cialmente riconosciuto dagli Enti di Promozio-ne Sportiva riconosciuti dal CONI. Le Associa-zioni di Soft Air sono numerosissime e il Net-tunia AirSoft, nata nel marzo 2007, è stata laprima associazione a nascere sul territorio diAnzio e Nettuno dalla volontà di alcuni gioca-tori con pluriennale esperienza. Questa disci-plina ludico-sportiva consiste nella simulazio-ne di scontri armati e prevede l'uso di armi gio-cattolo del tutto simili alle armi vere che rap-presentano. Tali armi sparano dei proiettili dimateriale biodegradabile con una potenza tas-sativamente inferiore a 1 Joule, cosa che le ren-

CASERTA, PRESENTATO IL CAMPIONATOGIOVANILE CALCIO A 5

E' stata svolta alla presenza di giornalisti edappassionati la conferenza stampa relativa aisorteggi e presentazione dei calendari per laseconda edizione del campionato provincialedi calcio a cinque giovanile, che lo scorso annoha visto le società casertane trionfare anchealle finali nazionali di Pescara. A fare gli ono-ri di casa è stato il responsabile del settore cal-cio giovanile Antonini Gianluigi, il quale haammesso “Sono entusiasta del fatto che lesocietà iscritte si sono moltiplicate in un soloanno, segno che abbiamo seminato bene.L'anno scorso è stato l'anno zero, quello spe-rimentale, questa stagione invece sarà quelladelle conferme”. Inoltre sottolinea la “lun-ghezza” dei calendari, spiegando che alcunecategorie dovranno giocare pure durante levacanze di Pasqua altrimenti per fine maggionon si riuscirebbe a finire il torneo. Alla pre-sentazione era presente anche il dott. NicolaScaringi responsabile del settore calcio nazio-nale dell'ASI, il quale sottolinea l'importanzadei settori giovanili “L'anno scorso è stato ilprimo anno che sono state organizzate le fina-li nazionali giovanili, e Caserta è riuscita a por-tare a casa ben tre titoli di categoria più unsecondo posto, segno che a Terra di Lavoro silavora benissimo 'sfornando' talenti che ungiorno speriamo che spiccheranno il volo”.Inoltre il presidente Scaringi ringrazia le socie-tà presenti e la stampa ammettendo “Senzasquadre non c'è torneo e senza uomini non cisono squadre. Ma fondamentale sono anche imedia, che pubblicizzano i nostri eventi emostrano al mondo la bellezza del 'made inCaserta'”. Infine rivolge un'ultima parola ai

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genitori “I santi stanno in paradiso come gliangeli, ma per me i veri santi sono i genitoriche dopo una giornata di lavoro accompagna-no i figli a scuola calcio. L'importante è che liaccompagnano ma non li illudano, perchè adivertirsi sono bravi tutti ed è giusto così, diMessi e Del Piero ce ne sono pochi. Ricordia-moci che loro sono solo bambini” dando unachiara frecciatina a tutti coloro che si dimenti-cano dell'età dei propri figli considerandoli giàtalenti e rovinandoli. All'evento era presenteanche il webmaster del settore calcio dell'ASI,

il quale ha dichiarato che i problemi relativi alsito dello scorso anno sono stati brillantemen-te superati ed il nuovo sito è perfettamentefunzionante all'indirizzo www.asicalcio.caser-ta.it, sottolineando che nella scorsa stagionele visite sul sito sono state più di 7500 a cui siaggiungono i 500 membri del gruppo di face-book accessibile dal sito stesso.Per quanto riguarda il calendario le prime cate-gorie a partire il 20 novembre sono primi cal-ci, pulcini e giovanissimi, mentre baby ed esor-dienti il 23. Dando un'occhiata agli accoppia-

menti si nota fin da subito che rispetto alloscorso anno le squadre iscritte sono aumenta-te in tutte le categorie, e precisamente nei Babytroviamo ben undici squadre appartenenti anove società differenti, mentre nei pulcini seisquadre appartenenti ad altrettante società,negli esordienti troviamo undici squadre dialtrettante società, nei giovanissimi settesquadre di sette diverse società ed infine neiprimi calci abbiamo sette squadre di sei diver-se società, mentre la partenza dei campionatiallievi è rinviata di 30 giorni.

(Alberto Aniello Scaringi)

PADOVA, L’IMPEGNO DELL’ASIA PADOVA FIERE

Asi Fitness e l’Asi Veneto sono tornati ad orga-nizzare eventi con una coinvolgente due gior-ni durante la manifestazione “Tuttinfiera” diPadova del 1-2 Novembre. Grazie alla collabo-razione di Padova Fiere è stato possibile offrirea tutti coloro che gravitano nel mondo del fit-ness e dello sport differenti situazioni che han-no animato le intere giornate di sabato e dome-nica. Negli spazi espositivi del padiglione gesti-to dall’Asi sono state allestite diverse zone conattività sportive: un’area con un palco dedica-ta all’Evento Move Your Body 2014 che ha vistola realizzazione di due masterclass di zumbafitness e un concerto di danze caraibiche e bal-lo; un’area dedicata al softair, una giornatadedicata alla danza, hiphop, ginnastica artisti-ca, un’area dedicata al divertimento dei più pic-coli e un’area per l’hockey su prato, una dedi-cata al fitness. Sabato 1 novembre sono stateorganizzate due masterclass di Zumba Fitnessalla quale hanno partecipato duecento perso-ne. Domenica 2 novembre, per il settore delleDanze Caraibiche, Asi-Fitness ha predispostoun’area dedicata al ballo ed ha organizzato peril pomeriggio l’evento “Sals in Fiera” che haprevisto il concerto del noto cantante Leo Wil-ber seguito da ballo libero con alternanza di djse di animazione. La manifestazione ha avutouna grande affluenza e una grande partecipa-zione alle attività di Asi e dei sui affiliati. Vistoil successo riscosso dall’iniziativa l’intento di AsiFitness è quello di proseguire questa tipologiadi eventi cercando di coinvolgere un numerosempre maggiore di utenti da tutta Italia, conl’obiettivo di offrire a Novembre 2015 una rosadi attività in ambito fieristico ancor più grandee coinvolgente.

SAN MARINO, KARATE VS CANCER

Si è appena concluso, a San Marino, l'annuale appuntamento organizzato dal KUS (Kara-te Unito per la Solidarietà) e da ASI (Associazioni Sportive e Sociali Italiane), volto alla rac-colta di fondi da destinare in beneficenza in favore della ricerca. Dopo la raccolta fondi del2012 per i terremotati e quella dello scorso anno a favore della onlus “Kids Kicking Can-cer”, questo evento ha avuto l'obiettivo di sostenere la ricerca contro il cancro attraversole donazioni raccolte a favore dell'AiRC. La scelta della mission 2014 è stata maturata dalcomitato organizzatore dopo la scomparsa dello scrittore Giorgio Faletti, che già in occa-sione dell'evento “zero” (a favore del Comune di Poggio Renatico colpito dal terremotoemiliano del maggio 2012) si era prodigato a favore del Kus con un video messaggio, dif-fuso poi su facebook. L'autore ha sostenuto in più occasioni l'AiRC. E, come ogni anno l'of-ferta formativa presentata dal Kus è stata di livello davvero molto importante; Yamada,Panciroli, Tomei e Ciccarelli i nomi dei docenti che si sono succeduti ai vari Semino, Ferlu-ga, Beghetto, Baccaro, Di Luigi degli anni scorsi e che, come per ogni appuntamento, han-no prestato la loro opera a titolo totalmente gratuito, sostenendo personalmente le spe-se per la trasferta e versando la loro quota come ogni altro partecipante. Oltre ottanta atle-ti hanno svolto cinque ore di allenamento nel palazzetto di San Marino, alternandosi daun maestro all'altro e permettendo di donare oltre 2500 euro. Soldi che vanno ad aggiun-gersi a quelli raccolti dal comitato marchigiano dell'Airc, in occasione del "Karate Vs Can-cer". La responsabile AiRC del Lazio e ASI hanno mostrato tutta la loro soddisfazione peraver raggiunto l’obiettivo prefissato, soprattutto visto il periodo attuale di crisi che staimperversando il paese. Ancora una volta il karate italiano ha saputo dimostrare il suogrande cuore, “sopra ogni sigla e al di là degli stili”, così come recita lo slogan del Kus.Ma gli eventi non si esauriscono di certo con questo di San Marino: seguiranno infatti altriappuntamenti sparsi un po' in giro per l'Italia, da Genova a Roma in una cordata che haun solo obiettivo: la solidarietà. Il Kus, per questo, invita tutti gli appassionati di karate aiprossimi eventi unendo, come sempre, all'alto valore tecnico-formativo la voglia di farequalcosa di buono per chi ne ha bisogno.

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PISA, 2^ EDIZIONE DEL CONCORSODI DANZA PISAINTILT

Lo scorso 25 ottobre si è svolta presso il Tea-tro Verdi di Pisa la 2° edizione del Concorsodi danza Pisaintilt. Al concorso hanno parteci-pato oltre trecento allievi provenienti da mol-te regioni italiane (Liguria, Campania, Tosca-na, Lazio, Umbria, Emilia Romagna ). La giuriacomposta da Mvula Sungani direttore “Mvu-la Sungani Company”, Maria Grazia Sulpizidirettrice Diabasis Ballet, Elisa Scala docenteScuola di ballo del Teatro alla Scala, Endro Bar-toli coreografo hip hop, Ilaria Moretti direttri-ce artistica Pisaintilt, Gino Labate coreografoe docente responsabile di Labatloano Festival,ha avuto il duro compito di assegnare i premie le numerose borse di studio ai talentuosiallievi intervenuti. E’ stata una giornata splen-didamente organizzata dallo staff di Pisaintilte in particolare dalla responsabile settore dan-za Asi regionale Luisa Mazzuca.

FERRARA, SUCCESSO DELLA RIUNIONE PUGILISTICA AL PALACANEPARO

Organizzata dalla Pugilistica Padana, si è svolta a Ferrara al PalaCaneparo una riunionedi pugilato per dilettanti. Oltre ad una numerosa presenza di pubblico, va evidenziato illivello tecnico dei vari incontri, primo fra tutti quello tra Federico Bellancini e CarmeloMorello con in palio il titolo regionale per la categoria dei 75 kg., vinto a punti dal Bel-lancini. Altro incontro che ha entusiasmato i circa quattrocento spettatori quello della cate-goria 64 kg. dove è prevalso ai punti Daniele Zagatti della Pugilistica Padana su CosimoPetronelli della Regis Bologna. Zagatti è stato poi premiato con la Coppa Asi, quale miglio-re pugile della giornata. Fra gli incontri femminili in evidenza l’avvincente incontro tra SaraIuculano e Vissia Trovato vinto di strettissima misura ai punti da quest’ultima. Ampiamen-te soddisfatti Massimiliano e Alessandro Duran per l’esito della manifestazione dove laPugilistica Padana ha dimostrato, ancora una volta, la qualità della preparazione tecnicaed agonistica dei propri pugili sia a livello dilettantistico che professionistico.

BIELLA, SI E' SVOLTO IL CAMPIONATO ITALIANO ASI-WDFPF DISQUAT, E COPPA ITALIA DELLE ALPI DI DISTENSIONE SU PANCA

Molto attivo il settore ASI pesi con gli ottimi risultati ottenuti dagli atleti della Gym ClubPesistitca, affiliata al nostro Ente. E le due manifestazioni, svoltesi a Biella l’8 e il 9 novem-bre, ne sono state l’ulteriore dimostrazione. Moltissimi gli spettatori presenti che hanno riem-pito le tribune del Palazzetto Nella Coppa Italia delle Alpi ASI-WDFPF di distensione su pan-ca, disputatasi l’8 novembre, primo posto per Leonardo Gorgerino nella categoria esordien-ti. Stesso risultato e medaglia d’oro per Domenico Gorgerino, categoria M1. Altro splendidoprimo posto quello raggiunto da Susanna Perrone negli assoluti femminile. Medaglia d’ar-gento per Vlad Cerchez nei senior. Poi, il giorno seguente, è stata la volta dei campionati ita-liani ASI di squat e, anche in questa competizione, sono arrivati risultati strepitosi dalla GymClub Pesistica. Poker, infatti, di medaglie d’oro. Leonardo Gorgeriono, Vlad Cerchez e Susan-na Perrona hanno bissato le vittorie della mattina precedente. A loro si è aggiunto il succes-so di Roberto Manfredi, senior 60 kg. Nel pomeriggio si sono poi disputati i campionati ita-liani ASI di stacco che hanno visto ancora una volta assoluti protagonisti Gorgerino e Cer-chez. Quest’ultimo, oltre all’oro ha anche fatto registrare il record italiano nella categoriasenior 56 kg. Un risultato davvero strepitoso. Gradino più alto del podio anche per RobertoManfredi e Loredana Frassati, anche lei record italiano nella categoria femminile 63 kg. Chedire? I numeri e i risultati parlano da soli. Vola l’ASI grazie alla Gym Club Pesistica.

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SETTIMO SAN PIETRO, RADUNO DEGLI ATLETI DELTAEKWONDO FITAE-ASI

Domenica 19 ottobre si é svolto a SettimoSan Pietro, in provincia di Cagliari un allena-mento collegiale tra gli atleti della Federa-zione Italiana KickBoxing Fikbms e gli atletidi Taekwon-Do asd Fitae-ITF in collaborazio-ne con il Comitato Provinciale dell’Asi diCagliari cui il responsabile è il dott. CorradoPani. L'allenamento é stato diretto dal Mae-stro Massimo Casula, vicepresidente nazio-nale Fikbms e responsabile nazionale per ilsettore light contact, e dal Maestro Gianlu-ca Amato, consigliere nazionale Fitae-itf asie responsabile del settore Korean KickBoxing ,costola nata all’interno della Fitae-itf cui il Presidente è Master Carmine Caiaz-zo responsabile Nazionale Arti Marziali del-l’Asi. L'obiettivo dell'allenamento era quellodi ufficializzare e promuovere la sinergia trail gruppo di kick boxing e i praticanti di Taek-won-Do Itf in Sardegna, seguendo l'esempiodi altre regioni che hanno iniziato questa col-laborazione già da tempo. Presenti all'even-to il Presidente Provinciale dell'Asi Caglia-ri, Corrado Pani e il presidente Asd Fitae-ITF, Master Carmine Caiazzo. Promotori del-l'evento, i maestri Silvia Farigu e il MaestroDino Deni e con la partecipazione di maestrie istruttori delle diverse scuole sarde di Kickboxing e Taekwon-Do-Fitae-itf. Due ore diallenamento in cui sono stati esaminati alcu-ni aspetti del combattimento sportivo , spe-cialità light contact. Un appuntamentocostruttivo che ha permesso ad atleti e tec-nici di due discipline diverse di mettersi aconfronto .Ed ha sancito importante collaborazione tra

i due organismi attraverso il settore KoreanKick Boxing e la kick boxing light contact del-la fikbms.Viste le similitudini dei regolamen-ti. Ottima l’organizzazione dei Maestri SilviaFarigu e Cristian Marziale.

(Marco Casiello)

PRATO, CAMPIONATO ASI CANI DI UTILITÀ DIFESA E AGILITÀ

Quest’anno il Campionato Asi per Cani di Uti-lità Difesa e Agilità è stato assegnato all’As-sociazione “ ARIETOR “ di Prato e il 5 Otto-bre presso il proprio campo di addestramen-to lo ha organizzato. Alcuni concorrenti sonogiunti con al seguito le proprie famiglie, pro-venienti da varie Regioni, sono arrivati alcampo già dal Sabato, pertanto si è colta l’oc-casione di conoscersi, scambiando quattrochiacchiere ogni uno nel proprio dialettovista la variegata provenienza, sia del nordsia del centro ciò è servito a rompere il ghiac-cio per mettere tutti a proprio agio, anchegrazie alla cena del sabato alla quale hannopartecipato quasi tutti con i rispettivi accom-pagnatori. Come da programma la domeni-ca si è svolto il ritrovo per il ritiro dei Libret-ti da parte della segreteria e la consegna deipettorali e cataloghi ai concorrenti, in segui-to si provvedeva alla presenza di tutti a fareil sorteggio. Completate le prime e basilarioperazioni, i giudici Furlan G.M. e D’amico L.con la collaborazione del Figurante NorbertOberburger hanno iniziato a giudicare dallacategoria Novizi e man mano fino al lavorotre nelle varie sezioni “Pista /Obbedienza/Difesa”. Al termine dei giudizi e stilate leclassifiche nel pomeriggio si sono tenute lepremiazioni, per la seconda volta da quando

si sono organizzate le gare per cani di utili-tà è stato assegnato il titolo di CampioneNazionale Asi 2014 che ha visto essere pre-miato il cane di nome Akima condotto dallaSig.ra Di Mauro Marisa e il titolo di Vice Cam-pione al cane di nome Artù condotto dal sig.Santese Antonio.

CATANZARO, MEETING CITTÀ DI CATANZARO DI ATLETICA LEGGERA

Giornata di festa sportiva quella che si è svol-ta domenica scorsa al Campo Scuola “P.Mennea” di Catanzaro. Oltre duecento par-tecipanti al Meeting Città di Catanzaro –Manifestazione Promozionale di AtleticaLeggera – che si è svolta sotto lo sguardocompiaciuto dell’Assessore allo sport delComune di Catanzaro, Avv. Antonio Sgromo.I partecipanti sono stati giovani studenti del-le Scuole Medie e atleti delle società affilia-te all’Asi. L’ iniziativa è stata della FiammaAtletica Catanzaro, che si è avvalsa del sup-porto tecnico della SCAL (Scuola Catanzare-se di Atletica Leggera), Associazione chegestisce il Campo Scuola. Presenti, in rappre-sentanza della CISAL (Confederazione Italia-na Sindacati Autonomi Lavoratori) che haofferto il patrocinio alla manifestazione,Fabio Schiavone e Giuseppe Caliò. Scopo del-la manifestazione era quello di far conosce-re l’Atletica Leggera ai giovani studenti diCatanzaro con l’auspicio che tanti di loropossano diventare anche dei praticanti. Il pri-mo scopo è stato raggiunto, visto in grandenumero di partecipanti, per merito degli inse-gnanti di Educazione Fisica che hanno por-tato in campo i propri alunni, ai quali hannofatto vivere le belle sensazioni che possonodare le corse di velocità e di resistenza, i sal-ti, i lanci. Il secondo, se diventeranno prati-canti, è auspicabile. La gara più spettacolareè stata la prima della manifestazione: i m.100 ostacoli corsi da Rita Caliò, insieme alledue compagne di squadra Federica Pilò eBruna Leonetti. La manifestazione si è con-clusa con l’assegnazione di targhe di bene-merenza al giornalista Vito Macrina e al plu-ricampione e primatista italiano VincenzoFelicetti; trofeo agli insegnanti di Educazio-ne Fisica; targa ai migliori risultati tecnici.

(Marco Casiello)

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ATTIVITÀTRIATHLON, RINNOVATO IMPEGNO DELL’ASITRIATHLON DI NOALE

Nell'ambito della Festa del Triathlon Veneto,in programma a Sottomarina di Chioggia, ilsettore Triathlon Asi in collaborazione con ilComitato Regionale Veneto della Fitri, Fede-razione Italiana Triathlon, organizza unamostra fotografica intitolata "Passione Tria-thlon" con le migliori opere dell'amico  foto-grafo ed artista  Fabio Marcato. Anche conquesta iniziativa l’Asi Triathlon di Noale,ricostituita quest'anno, conferma il suoimpegno nello sviluppo dei Triathlon nelVeneto.Il sodalizio veneto  ha ottenuto bril-lanti successi sportivi nell'ambito dell'attivi-tà federale nazionale e regionale 2014. Inparticolare saranno ben cinque gli atleti delsodalizio veneziano che saliranno sul podioin occasione delle premiazioni della CoppaVeneto Fitri: Vardiero Vladi, Baldin Patrizia eRagazzo Pietro, vincitori della Coppa Vene-

to (circuito di 17 gare) rispettivamente nel-le categorie M4 maschile, M4 femminile eJunior e Bellotto Sara e Ragazzo Francescosecondi nelle categorie S4 femminile e S1maschile.

ATLETICA LEGGERAVITTORIE DEGLI ESORDIENTIDELL’ASI ROMA AL CAMPIONATO PROVINCIALE

Nel corso del Campionato provinciale roma-no di prove multiple per esordienti ottimesono state le prestazioni dei giovanissimiatleti dell’Asi Atletica Roma. Giada Khalil eGabriele Lacanna sono stati i vincitori delCampionato primeggiando anche nelle pro-ve singole confermando le loro ottime qua-lità atletiche. La Khalil ha vinto la prova deimetri 50 e dei metri 600 e si è classificataseconda nel salto in lungo, mentre Lacannaè giunto secondo nel salto in lungo e terzonei metri 600. Gli altri giovani presenti IlariaCerchi e Riccardo Manetti sono giunti bril-lanti terzi nella prova multipla, mentre LisaGiraldi ha migliorato sensibilmente i proprilimiti stagionali.

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Isonzo, quel

In questo racconto di Gianmaria Italia ripercorriamo una pagina speciale della nostra storia. E’ il 28 ottobre del 1917,

siamo nel pieno della Grande Guerra, un manipolo di uominidecide di resistere fino all’estrema conseguenza

“Anche si nun ci stanne speranze è meju morire cumbattennoche farci maciullare dalle cannonate”, grida Ciro….

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giorno da eroi

È il pomeriggio del 28 ottobre 1917, una dome-nica; l’esercito austro ungarico aveva sfondato aCaporetto e sta avanzando minaccioso nella pia-nura friulana. I resti di quattro plotoni di fanteria e gli artiglie-ri di una batteria di cannoni da “75”, poco più diun centinaio di soldati italiani in ripiegamento dalCarso, si sono attestati nei pressi di San Canziane Staranzano, sulla riva sinistra dell’Isonzo. Sonoperò continuamente bersagliati da colpi di arti-glieria nemica; la loro risposta è sempre piùdebole perché le munizioni stanno terminando.Sono uomini alquanto provati per la ritirata for-zosa, per il freddo, la pioggia e lo scarseggiaredei viveri. Lo scoramento è dipinto sul volto ditutti. Hanno combattuto per settimane tra le pie-traie del Carso, hanno visto cadere amici e nemi-ci, ma ora il sentirsi braccati, nell’impossibilitàdi reagire, li porta allo sconforto. Ormai accer-chiati occorre che passino sull’altra riva per pro-teggersi le spalle e allestire una linea difensiva.Impensabile un ponte di barche l’unica alterna-tiva è cercare un guado, ma il corso del fiume èmolto insidioso e due soldati che avevano tenta-to di attraversarlo a nuoto erano annegati nellacorrente. Il più alto in grado è un tenente di fanteria, Etto-re Marzoli, di Varese; ha appena fatto un sopral-luogo della riva del fiume e chiama a rapportoalcuni sottufficiali: “Ormai gli austriaci li abbia-mo addosso; adesso che ha smesso di piovere traun’ora siamo a tiro dei loro fucili. Come stiamocon le munizioni ai pezzi?”“Abbiamo solo tre proiettili, signore”, rispondecon rassegnazione il sergente maggiore Franzo-ni.“Certo che sono pochi – commenta - tuttaviapotrebbero farci comodo lo stesso”. Guardò inviso i subalterni, uno ad uno: “Sentite, resisterequi vuole dire farci ammazzare tutti, ho in men-te un’ azione di alleggerimento. Quanti muliabbiamo?”“Ne sono rimasti sedici ancora sani, tre sono feri-ti”.“Vedremo di farli bastare. Chi di voi sa cavalca-re?”

Alcuni artiglieri rispondono subito affermativa-mente.“Bene, ho bisogno che una quindicina di volon-tari diventino cavalieri e tentare, con me, una sor-tita verso le linee nemiche. Spezziamo la pres-sione dell’accerchiamento mentre gli altri, tenen-dosi per mano o attaccati a dei bastoni, passeran-no l’Isonzo per raggiungere l’altra sponda”. E’ stato chiaro. Gli uomini si guardano perplessima si rendono conto che non ci sono alternative. “Penso proprio che non ci sia un’altra soluzione,signore, ma per i tre cannoni come facciamo?”domanda Franzoni.“Siamo quasi senza munizioni, quindi inservibi-li. Due, se non troviamo un guado, li butteremonel fiume, così non li prende il nemico, l’altro ciservirà per gli ultimi tre tiri”. “Parlo subito con gli uomini, signore”; porta lamano tesa alla fronte per un saluto e si allontanaverso il gruppo di artiglieri che attendono incu-riositi a qualche metro di distanza e illustra loroil progetto del tenente. Un silenzio di pochi atti-mi poi ecco una voce:“Anche si nun ci stanne speranze è meju morirecumbattenno che farci maciullare dalle cannona-te – commenta ad alta voce un soldato, mischian-do dialetto a italiano; battendo poi forte il pugnodella mano destra sul palmo della sinistra, con-clude – i’ so’ pronto!”“Chi è questo ardimentoso?” – domanda l’uffi-ciale che nel frattempo si era avvicinato.Il sergente gli va incontro:“E’ Ciro Feola, bada ai muli. – gli risponde, eabbassando la voce, prosegue - da borghese eraun poco mariuolo, è stato anche in casa di cor-rezione – poi, pentendosi di avere citato quel tra-scorso, precisa - ma cosa vuole, signor tenente,la vita nei quartieri di Napoli non è mai facile, epoi ha solo diciannove anni”. “E chi non le ha fatte delle ragazzate” commen-ta quasi tra sé Marzoli, abbassando appena ilcapo.“Ma da soldato, signor tenente, ha dimostratocuore, non si è mai tirato indietro: è un genero-so”, si premura di precisare un capopezzo.“In guerra abbiamo bisogno di tanti come lui –commenta convinto il tenente e, mentre si allon-tana, aggiunge – beh, sapete come procedere”.

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I Mossi i primi passi si ferma e chiama a sé ilsergente e, a bassa voce, gli ordina:“Franzoni, tutti i nomi dei volontari dovran-no essere poi comunicati al Corpo d’Armata,devono sapere che sono quindici eroi. Contosu di lei”.“Signorsì – raggiunta poi la batteria dispone- Bene, stacchiamo i muli dalle pariglie e tra-sformiamoli in cavalli da corsa”.Nel frattempo, mentre una granata nemicaesplode a poche decine di metri, i caporalihanno informato le loro squadre. L’iniziativa,così originale, infiamma i soldati, subito alcu-ni si offrono volontari per seguire il tenente.“Loro vanno a rischiare la pelle per proteg-gerci, diamoci allora da fare per trovare doveandare dall’altra parte”.“Sì, provo a scendere in acqua qui, qualcunomi tenga per le braccia – dichiara un soldatoche non avrà avuto più di vent’anni - Ditemida che punto entrare nell’acqua che ci vadosubito”.“Bravo Sanguineti, ma guarda che questo nonè il mare davanti a casa tua, il fiume ti frega– lo ammonisce un caporale - aspetta che cimettiamo in cinque o sei; comunque – sen-tenzia - anche una catena umana è rischiosa,cerchiamo dei rami, delle corde”. “Corda ce ne è poca, ma possono venire buo-ni anche i finimenti, le bardature dei muli; epoi vengo anch’io”, dichiara un artigliere cheaveva assistito alla scena.Tre minuti dopo cinque soldati, legandosi unoall’altro, sfidano l’insidiosa fredda correntedell’Isonzo per fare da guida agli altri che,ordinatamente, si stanno disponendo sullariva fangosa, pronti a scendere in acqua. Pocopiù in là una quindicina di neo cavalleggerisono già accanto ai muli; il tenente si avvici-

na, appoggia la mano sulla spalla di uno che,vuoi anche per i grossi baffi, sembra quellopiù in età: “Ne avete di cartucce? Si parte con i moschet-ti carichi e le baionette innestate”. “E lei, signor tenente?”“Ho la mia Beretta. – poi aggiunge – Ci muo-veremo tra poco, appena avremo il sole giàbasso alle spalle”. Li guarda poi tutti negli occhi; tira un profon-do respiro, mette la mano in tasca e chiamavicino a sé il sergente:“Tenga Franzoni, faccia girare la fiaschettadella grappa”. Gli uomini accolgono con un sorriso. Cirochiama un compagno, napoletano come lui:“Carmelo, – e intanto stacca un rametto da unvicino cespuglio di nocciolo, se lo appoggiaal petto e lo bacia – piglia qua, i’ nun saccescrivere; quanno te ne torni a casa da tuamoglie, portacelo a mia mamma e dille chesarò stato nu mariuolo, ma sono morto daeroe”.L’uomo lo abbraccia forte:“Vai va, Ciro, che si sempre stato nu bravoguaglione”, poi la commozione gli strozza lavoce in gola.Il ragazzo si stacca dall’abbraccio e allonta-

nandosi sussurra: “Mo me facc a croce e poiprego a Gesù. Si muriss, all'atr munn nsiemei santi t'aspettasse, mamma”. Due minuti dopo il sergente torna dall’uffi-ciale: “Signor tenente, i primi uomini stannogià attraversando il fiume, tutto procede conordine. Il cannone è in posizione di tiro”. Inquel mentre una granata nemica esplode sul-la riva sollevando alti spruzzi d’acqua e fan-go.“Bene sergente, ma che passino in fretta. Gli

austriaci non sanno in che condizioni siamoridotti, per cui dobbiamo giocarcela tutti facen-do credere loro che stiamo preparando unacontroffensiva. Appena siamo partiti facciasparare il primo colpo, il secondo e il terzo aintervalli di trenta secondi; poi, se riesce, vedadi neutralizzare il pezzo e raggiunga subito glialtri. Voglio che si occupi lei di tutti, mi racco-mando, resta il più anziano in grado, ormai”. “Signorsì – risponde con fermezza il sottuf-ficiale; poi, con tono meno formale, aggiun-ge – grazie, grazie da tutti”.Il tenente non risponde. Sale sul mulo imita-to dagli altri, mentre con la sinistra stringe leredini porta la mano destra alla fronte in unsaluto, estrae la pistola dalla fondina e conquei suoi valorosi, senza alcuna speranza diritornare, si allontana in direzione delle lineeaustriache. Fanti e artiglieri, all’unisono, si mettono sul-l’attenti, qualcuno alza il moschetto e fa il pre-sentat arm. Nel mutismo assoluto si ode solo lo scalpic-cìo degli zoccoli sulla terra umida e, alle lorospalle, il saluto di un colpo di cannone ami-co. Dopo un paio di minuti il passo del drap-pello si trasforma in trotto che più tardi diver-rà un galoppo ingoiato dall’imbrunire.Sotto gli ultimi barlumi del tramonto, appe-na si scorgono degli elmetti che, in fila, simuovono sul corso increspato del fiume.Lontani giungono gli echi di colpi di fucile,mentre l’artiglieria tace.

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Il film scelto per questo numero di Primato racconta un mito italiano il cuinome, a distanza di anni e anni dai suoi ultimi successi, ancora ci emoziona:“Gino Bartali – l’Intramontabile” di Alberto Negrin.Questo lungometraggio, realizzato nel marzo 2006, ci mostra uno spaccato inten-so della vita del grandissimo ciclista toscano, interpretato dal nostro talentuoso Pier-francesco Favino, dai suoi esordi come dilettante fino al suo ritiro, avvenuto nel 1954dopo aver vinto due Tour de France e tre Giri d’Italia: un secolo è trascorso dalla nasci-ta del campione e 60 anni sono passati da quando ha appeso la bicicletta al chiodo,per proseguire poi come preparatore atletico.

“Vai Gino, vai!”

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Vediamo quindi il nostro Gino fare i primipassi nel ciclismo nella scudiera “Aquiladivertente”, per poi diventare professioni-sta nel 1935 dopo essersi laureato campio-ne di Toscana. L’anno successivo entrerànella Legnano, il cui responsabile Eberar-do Pavesi (un convincente Francesco Sal-vi) capisce la bravura e lo stoicismo delragazzo e non vuole farselo sfuggire. Bar-tali corona il suo esordio da professionistavincendo la “corsa rosa”, ovvero il Girod’Italia come era chiamato nel 1936.I suoi primi promettenti passi sono peròmessi a rischio dal fatale incidente acca-duto al fratello minore Giulio durante unacorsa dilettantistica: tanta la disperazionedi Gino per la perdita dal pensare quasi dilasciare la bicicletta. Fortunatamente, ilnostro riesce a riprendersi e nel 1936 siconsacra anche campione nel Giro diLombardia, quasi un omaggio al fratellodefunto.Seguono anni faticosi per Gino, ma fon-damentali per la sua formazione di uomoe campione: nel 1937 vince di nuovo ilGiro d’Italia e si prepara per il Tour deFrance. Purtroppo, proprio mentre vestela maglia gialla, ha una brutta caduta neltorrente Colau durante una tappa: la feri-ta alle costole conseguente a questo inci-dente e una successiva bronchite locostringono al ritiro. Il regista qui fa com-muovere tutti noi mostrandoci la dispera-zione della mamma di Gino, terrorizzataall’idea di perdere un altro figlio per col-pa della bicicletta. Il 1938 vede un Bartali rinato, che nonpartecipa al Giro d’Italia per desiderio delgoverno ma pronto così per affrontarenuovamente il Tour de France, gara che iltoscano vince portando in alto l’orgoglioitaliano. L’anno successivo Gino si aggiu-dica anche la Milano-Sanremo: ormai èun Campione completo.Nel 1940 riesce a bissare il successo allaMilano-Sanremo e si prepara per cercaredi vincere il suo terzo Giro, ma scopre diavere un rivale: nella squadra dellaLegnano è infatti arrivato un promettenteragazzo alessandrino, tale Fausto Coppi;l’ironia della sorte sta nel fatto che pro-prio Bartali l’aveva scelto come gregario.

Durante la seconda tappa, la Torino-Genova, attardato da una foratura, Barta-li cade a causa di un cane che gli taglia lastrada proprio mentre si sta ricongiungen-do alla testa della corsa. Pavesi, direttoredel team, decide allora di puntare su Cop-pi, che era il meglio piazzato in classifi-ca, per sostituire Gino dolorante. All'arri-vo della tappa Bartali, ingoiando l’orgo-glio, fa i complimenti a Coppi e si metteal suo servizio, come aveva fatto LearcoGuerra (vincitore nel ’31 della primamaglia rosa) con lo stesso Bartali nel1936. In seguito, proprio su una salita sul-le Alpi, Bartali si trova davanti di pochedecine di metri a Coppi, alle prese con uncalo di energie e fortissimi dolori allegambe. Il toscano vede il piemontesepronto a scendere dalla bici con l'inten-zione di lasciare la corsa: accortosene,torna indietro, e ricordandogli i sacrificifatti non solo da lui ma anche dalla suafamiglia, riesce a farlo risalire in biciclet-ta urlandogli: «Coppi sei un acquaiolo!Ricordatelo! Solo un acquaiolo!». Questosprone dà l’energia necessaria a Coppi pervincere la gara.L’arrivo della seconda guerra mondialeinveste la vita di tutti e Bartali sopravvi-ve riparando biciclette, tirando la cinghiacon la moglie Adriana (una brava NicoleGrimaudo) e il figlio Andrea. Nel 1943, la storia ci racconta, il nostro

campione presterà le sue forti gambe allacausa degli Ebrei italiani, trasportandoper loro documenti e foto-tessere neces-sari per la fuga. In questo punto la pelli-cola ci commuove nuovamente, con Bar-tali che per distrarre dei soldati nazifasci-sti intenti a presidiare una stazione attiral’attenzione della gente, provocando loscompiglio necessario affinché due gio-vani maestre e un gruppo di ragazzinipotessero prendere il treno e fuggire; perquesta azione il campione chiederà a Diodi perdonargli il peccato di vanità.Ricercato, si vede costretto a sfollare aCittà di Castello, ma il film invece ci rac-conta che Bartali venne imprigionato e glifu confiscata la bicicletta. L’arrivo deipartigiani porta alla fuga i militari fasci-sti e Bartali viene di conseguenza rilascia-to; al momento di scappare Gino cercadisperatamente la sua bicicletta, poi sco-pre che era stata presa da un giovane sol-

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situdini personali di Gino Bartali, anche lastoria d’Italia dal primo dopoguerra finoalla fine degli Anni ‘50. È difficile non parteggiare fin da subitocon il carattere irriverente e pieno di vitadel ciclista toscano, che qui ha i tratti pocorassomiglianti di Pierfrancesco Favino,impareggiabile però nel rendere al meglioi personaggi dall’indole forte e sanguigna.L’attore romano si è preparato con il con-sueto rigore per questa parte, arrivando apercorrere fino a 500 km in bicicletta eacquisendo una parlata toscana che suonapiù che convincente. Anche i personaggi intorno a lui sono benritratti. Adriana Bartali è una delicata e intensaNicole Grimaudo, ora moglie innamorata,ora donna che senza paura affronta i sol-dati per riabbracciare suo marito; mentreFrancesco Salvi ci stupisce vestendo i pan-ni poco comici del direttore del team del-la Legnano (ricordiamo però che Salvi puòannoverare una nomina ai David di Dona-tello per il film drammatico “La rentrée”sul pugile Mario Ghibellini).Per concludere, arriviamo all’interprete diFausto Coppi: Salvatore Quasimodo, atto-re di 34 anni noto per parecchie fiction(“RIS Roma – Delitti imperfetti” e “Laleggenda del bandito e del campione”, maha recitato anche in “La tigre e la neve” diRoberto Benigni) e qui credibilissimo nelruolo del ciclista piemontese talmente con-centrato sulla sua carriera da trovarsiimpreparato nei confronti della vita.Alberto Negrin insomma riesce a giocarsibene le sue carte grazie al ricordo di ungrande campione e alla bravura degli atto-ri scelti; poi poco importa se nel corso delfilm ci sono degli stacchi temporali (sal-tiamo infatti dalla scena in cui Bartali chescende in pista a quella subito successivadi lui in ospedale a visitare la moglie e ilsecondo figlio appena nato), gli perdonia-mo anche qualche licenza narrativa (comel’episodio della prigionia durante la guer-ra): ci ha ricordato il nostro Ginettaccio, ilsimbolo di un ciclismo pulito, senza leombre che lo oscurano oggi, l’orgoglio diun’Italia che non si arrende al grido di “VaiGino, vai Gino, Vai!”.

dato perché voleva pulirgliela e ingrassar-gliela: cosa non si fa, anche in tempo diguerra, quando si incontra un Campione. Gli anni dopo la Guerra sono adombratidalle difficoltà post conflitto, con lavoglia di ricostruire da una parte e i soldiche non ci sono dall’altra, ma l’amore perle due ruote vive sempre.Ora però il nostro Gino deve vederselacon l’altro grande astro del ciclismo, Fau-sto Coppi, che da suo tifoso ora si è tra-sformato in temibilissimo avversario.Bartali però non è tipo da mollare facil-mente e nel 1946 conquista un’altra vol-ta la maglia rosa e successivamente ilTour de Suisse, allora tra le più ricche eprestigiose competizioni. Il nostro bisse-rà il successo anche l’anno seguente.Il 1948 lo consacra, 34enne, nell’Olimpodel ciclismo con la vittoria al Tour deFrance: la sua fuga nelle Alpi gli valse lastele che sul Cole dell’Izoard ricorda que-sta sua impresa. In Italia però tirano ven-ti difficili e Bartali in cuor suo, seppurfelice di aver mostrato ai Francesi il suovalore, non vede l’ora di tornare a casadalla Adriana e dai suoi figli, Andrea e ilnuovo arrivato Giulio.Gli anni successivi vedono la predomi-nanza di Fausto Coppi e la lenta discesadi Bartali, il quale dopo un brutto inciden-

te stradale arriva quasi a perdere la gam-ba: basta agonismo, basta fuga leggenda-rie. Il nostro allora diventa preparatoreatletico e nel 1959 chiama il suo ormai exavversario – ma in fondo grande amico –per correre per la sua squadra, la SanPel-legrino Sport. La conferenza stampa dipresentazione della squadra si concludecon la cacciata dei giornalisti che faceva-no a Coppi troppe domande indiscretesulla sua relazione con “La Dama Bian-ca” (al secolo Giulia Occhini): vedendol’amico in difficoltà, Bartali invita condecisione i reporter ad andarsene. Il con-fronto tra i due, rimasti soli nella stanza, èmolto umano e rivela la fragilità dell’uo-mo Fausto Coppi a dispetto delle sue gran-dissime imprese in bicicletta, contro unBartali sanguigno e combattivo in pista enella vita, che fatica a capire il dilemmaamoroso dell’altro poiché per lui l’unicadonna amata è da sempre la moglie Adria-na. A conclusione di questa chiacchierataa cuore aperto Coppi invita l’amico adandare in Africa a caccia: il toscano rifiu-ta per stare con la famiglia e la storia ciracconta che per il campione piemontesequella battuta nel continente africano fufatale.“Gino Bartali – l’Intramontabile” è un bel-l’affresco che racconta, attraverso le vicis-

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Non so se esiste un aggettivo corrispondenteal “coatto” romano nell’idioma fiorentino. Sesi, come immagino, calzerebbe a pennello alnostro Primo Ministro Matteo Renzi. Che sim-patico è simpatico, come no. E’ giovane, spiri-toso, con la battuta pronta, la verve toscanache sembra sia, detto dagli analisti politici edagli esperti di comunicazione, un fattore disuccesso in più. Sarà, ma a me non ha mai fat-to ridere e le polemiche giornaliere che rie-sce a confezionare mi ricordano, appunto, piùi giovani malandrini di periferia che gli uomi-ni di stato; più “er Caccola” che De Gasperi,

più “er Cipolla” che Pertini. “Uno o due miliar-di in più…e che ci vò…..li mettiamo domat-tina”, “ i sindacati…ce ne faremo una ragio-ne….”, i pensionati, idem, gli studenti, gliindustriali….i gufi…l’Europa ……”. Io nonso quali assi nella manica abbia il nostro Pre-mier e se ce li ha per sentirsi così sicuro; regi-stro soltanto che il paese, da quan-do è governato dalla suasquadra, non è cheabbia fatto passiavanti e le previ-sioni future non

dicono nulla di buono. Le ricette, pur se lessi-camente innovative e spregiudicate non han-no prodotto finora né benessere aggiunto nétantomeno posti di lavoro. Fanno notizia cer-to, come una volta il “bunga bunga”, “me nefrego”, “ce l’ho duro”, ma questo andavabene allora, quando “cazzeggiare” era dimoda e facendolo si diventava ministri, cava-lieri, senatori, la terra era piatta e alle sette disera c’era il rito dello spritz. Adesso bischera-te non sono ammesse, siamo diventati adultie pure più poveri e necessitiamo di idee, azio-ni e confronto, non di battute.

Statista o impostore?

Nella catastrofe alluvionale dei dati cheriguardano l’Italia, non bastavano quelli sul-l’occupazione, generale e giovanile, sul debi-to pubblico e sulla deindustrializzazione checi piazzano agli ultimissimi posti tra i paesieuropei e in pessima posizione tra quellimondiali, che subito è arrivato il “Rapportoperiodico sulla felicità”. Elaborato sottol’egida delle Nazioni Unite dal SustainableDevelopment Solution Network, ha confer-mato quello che molti di noi sperimentanoquotidianamente sulla propria pelle e cioè,che noi italiani siamo tra i più infelici del pia-

neta. Collocati nelle ultimissime posizioni trale nazioni del mondo, dietro pressappoco allatotalità dei paesi industrializzati e a tutti (oquasi) i paesi europei . Superati dalla Slove-nia, dalla Colombia, dal Sud Corea e in buo-na compagnia con Ecuador e Bolivia. I priminella classifica, manco a dirlo, sono risultatinell’ordine: Danimarca, Norvegia, Svizzera,Olanda, Svezia e Canada. A versare benzinasul fuoco, ci si è messa pure l’analisi UE sul-la corruzione in Europa, che ci ha accusati diprodurne una buona metà, che costa alnostro paese tra i quattro e i cinque punti

del Pil, che vogliono dire tra i 60 e i 70 miliar-di di euro. Se a ciò dovessimo aggiungere idati allarmanti elaborati dall’Istituto britan-nico “Tax Research”, che stima l’evasioneeuropea in 1000 miliardi e quella italiana trai 180 e i 200, c’è poco da stare allegri. Perconcludere e per non farci mancare nulla,sono arrivati in questi giorni i le proiezionistatistiche elaborate dal Chapman Instituteamericano e dall’Ipsos-Mori inglese e finitenell’annuale “The ignorance index” (L’indi-ce di ignoranza) e indovinate un po’... primi,su tutti i fronti.

Non siamo (più) un paese felice

> Umberto Silvestri

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