L. van Beethoven Trio op. 70 n. 1 I. Allegro vivace e con brio...Teoria, analisi, composizione Rocco...
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Teoria, analisi, composizione Rocco De Cia [19.11.2019]
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STRUMENTI PER L’ANALISI MUSICALE
LA FORMA-SONATA
L. van Beethoven
Trio op. 70 n. 1
I. Allegro vivace e con brio
La forma strumentale più importante e caratteristica del periodo Classico è la forma-sonata
(detta anche Allegro di Sonata). Sono in forma-sonata la maggior parte dei primi e degli ultimi
movimenti delle Sonate per pianoforte (o per strumento e pianoforte), dei Trii, dei Quartetti
e delle Sinfonie di Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, e dei compositori che hanno come
principale riferimento il Classicismo viennese, ad esempio Mendelssohn e Brahms. Anche i
Concerti per strumento solista e orchestra di periodo Classico e Romantico sono modellati
sulla forma-sonata, opportunamente riadattata.
Possiamo leggere un movimento in forma-sonata in due modi, suddividendolo in due oppure
tre parti. Se consideriamo i ritornelli la forma-sonata è bipartita:
|: prima parte :|: seconda parte :|
Se consideriamo le sezioni, la forma-sonata è ternaria (A-B-A1):
|: esposizione :|: sviluppo – ripresa :|
Nell’esposizione ascoltiamo due temi o, nel caso di strutture più ampie, due gruppi tematici.
Il primo gruppo è alla tonalità d’impianto, il secondo gruppo è alla dominante (se la tonalità
è in modo maggiore) oppure alla relativa maggiore (se la tonalità è in modo minore).
Nello sviluppo i temi ascoltati nell’esposizione – o loro frammenti – attraversano regioni
armoniche lontane.
Nella ripresa i due gruppi tematici vengono proposti di nuovo: stavolta sono entrambi nella
tonalità d’impianto.
: Esposizione : : Sviluppo Ripresa :
Primo
tema/gruppo
tematico
Ponte
modulante
Secondo
tema/gruppo
tematico
Elementi tratti
dall’esposizione
Primo
tema/gruppo
tematico
Secondo
tema/gruppo
tematico
Coda
Tonalità
M I → V
Si attraversano varie
tonalità, anche
lontane dalla tonalità
d’impianto.
I I I
Tonalità
m I → III I I I
Il primo movimento del Trio op. 70 n. 1 in Re maggiore di Beethoven è relativamente breve,
ed è articolato in modo chiaro – allo stesso tempo, è ricco di invenzione.
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Sezioni
principali
Sezioni
secondarie Descrizione
Allegro vivace e con brio
Esposizione
bb.1-73
Primo tema
bb.1-20
bb.1-6
Motto di apertura:1 unica figura con i tre strumenti
distribuiti a distanza di quattro ottave. Quattro note
discendenti di grado, in ff, ripetute cinque volte, verso
l’acuto. Ogni discesa arriva su un suono della triade di
tonica (La-Re-Fa-La). La prima volta ritmo con
articolazione in legato, le altre quattro volte ritmo
con articolazione in staccato. Il ritmo binario
contrasta con il metro ternario del brano (3/4): si tratta di
una versione assai elaborata dell’emiolia (figurazione
ritmica binaria in tempo ternario). A b.5 anziché il Fa
arriva il Fa: accostato al Si di b.6 (che sfuma nel p) ci
allontana decisamente dalla tonalità d’impianto.2
bb.7-20
Ma subito, con il Si che scende a La e il Fa che sale a
Fa, torniamo nella tonalità d’impianto (più
precisamente, a b.7 siamo sulla dominante con quarta e
sesta di Re maggiore).
Ora l’andamento è dolce, in p, e il Pianoforte
accompagna Violoncello e Violino che prima dialogano
alternandosi sul medesimo inciso | (bb.7-10), poi
si sovrappongono all’ottava (bb.11-12), infine cedono il
primo piano al Pianoforte (bb.13-16) che ripete tre volte
in progressione discendente l’inciso | .
Le bb.17-20 concludono questa prima sezione con
un’intensificazione ritmica del Pianoforte che introduce
terzine di croma in scala e poi, sulla dominante di Re
maggiore, in arpeggio; la cadenza alla tonalità
d’impianto è sottolineata dall’emiolia di bb.19-20.3
Ponte
modulante
(transizione)
bb.21-43
bb.21-26
Riprende l’inciso di bb.7-8 ( | ) in Re maggiore,
stavolta più deciso, in f, di nuovo col dialogo fra
Violoncello e Violino, mentre l’accompagnamento del
Pianoforte diventa un rapido tremolo di semicrome. A
b.25 il Sol ci porta verso la tonalità della dominante, ma
a b.26, all’acuto, ricompare il Fa di b.5.
1 È frequente nel Classicismo viennese un breve e incisivo tutti iniziale, con un’unica figura ottavata, ad aprire
in modo netto il brano: alcuni teorici parlano di motto di apertura. Ad esso può seguire una sezione melodica
di andamento più disteso e cantabile. Vedi ad esempio le prime quattro battute del primo movimento della
Serenata Eine kleine Nachtmusik di Mozart (cfr. La forma-sonata – W.A. Mozart, Allegro dalla Serenata Eine
kleine Nachtmusik KV 525). 2 Si e Fa, note estranee alla tonalità di Re maggiore, svolgeranno un ruolo determinante nella struttura
armonica del brano: alle bb.27-33, 83-107, 124-135, 167-194. Come spesso accade in Beethoven, uno o più
suoni estranei alla tonalità d’impianto ascoltati nelle prime battute del brano orientano l’impianto armonico
dell’intero movimento: vedi ad esempio il Mi (Fa) a b.9 del Quartetto op. 18 n. 3 in Re maggiore, e
l’importanza in seguito attribuita alle tonalità in relazione diretta con il Fa (Fa maggiore, Re minore, Si
maggiore). 3 Avevamo già notato una emiolia – ben più complessa – alle bb.1-3.
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bb.27-34
E in effetti a b.27 invece di andare in La maggiore ci
spostiamo in Fa maggiore, con un movimento del basso
che possiamo interpretare come cadenza d’inganno.4
Ulteriore intensificazione dinamica (ff), con
sovrapposizione di arpeggi e accordi al Pianoforte. Il
Violoncello propone una variante delle bb.7-8 in un
ritmo di 6/8 (in particolare, la prima metà di b.28 è una
diminuzione di b.8).5
Alle bb.29-33 Violino e Violoncello hanno un dialogo
sulla figura in 6/8 che ricorda quello di bb.7-10, ma ora
è più rapido e incalzante (gli strumenti si scambiano
proposta e risposta ogni singola battuta, e non più a
distanza di due battute); infine, come a b.11, Violino e
Violoncello si uniscono all’ottava (b.33).6 Nel frattempo
il Pianoforte continua a marcare con un accordo il
secondo tempo di ogni battuta, in deciso contrasto con
l’andamento in 6/8.
A b.34 la settima diminuita di Mi maggiore ci porta alla
dominante della tonalità verso la quale stiamo puntando.
bb.35-43
Il Violoncello ripropone la figura di apertura ,
seguita ora da una scala ascendente-discendente in
crome in legato. Di nuovo un dialogo fra Violoncello e
Violino, cui succede una unione a intervallo di ottava
(da b.39). Accordi ff al Pianoforte, a scandire
chiaramente il tempo di 3/4. Il Re di b.40 ci sposta da
Mi maggiore alla nostra destinazione, la tonalità di La
maggiore.
Secondo
tema
bb.43-73
Improvvisamente p. Mentre Violino e Violoncello proseguono le
scale ascendenti-discendenti in crome in legato, simili a piccole
onde, il Pianoforte introduce una nuova caratteristica figurazione
ritmica .. | con la semiminima in battere come appoggiatura.
A b.51 gli strumenti si scambiano i ruoli; ma alla terza ripetizione la
scala in crome del Pianoforte non ritorna più in basso ma continua a
salire fino ad un trillo misurato all’acuto (b.58), dove si alternano
Mi-Fa e Mi-Fa (è la terza volta che notiamo il rilievo dato a
questo Fa nell’esposizione), per poi salire ulteriormente a Sol e
Sol, sempre più piano, sfociando poi in un delicato arpeggio
discendente di La maggiore in pp.7 Le ultime quattro battute sono
un La distribuito su quattro ottave e ripetuto quattro volte in ppp.
4 Nella cadenza d’inganno il basso anziché scendere di quinta (V-I) sale di grado (V-VI). Una normale cadenza
d’inganno in La maggiore ci porterebbe a Fa minore; in realtà qui Beethoven utilizza una relazione armonica
con la tonalità di La minore: V-VI di La minore porta a Fa maggiore. 5 Nella diminuzione i valori ritmici vengono ridotti proporzionalmente: a b.8 la figurazione era in semiminime,
a b.28 è in crome. 6 Il Si a b.29, il Sol a b.30, il Fa a b.32 e il Sol a b.33 non hanno funzione modulante: sono appoggiature
cromatiche. 7 Pochi compositori riescono a replicare la fluidità con la quale Beethoven passa da una scala a un trillo a un
arpeggio: qualità sempre più sviluppata nelle sue ultime opere.
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Sviluppo
bb.74-156
bb.74-83
Il Violoncello in pp propone una variante della figurazione di
apertura, semplicemente accompagnato dal basso in semiminime
del Pianoforte. Le discese non sono più di quattro bensì di tre
crome, restituendo un ritmo che ricorda il 6/8 di bb.27-34.
La risposta alla mano destra del Pianoforte a b.76 propone una
sottile ma importante variante, omettendo la croma iniziale e
introducendo in tal modo un ritmo acefalo ( ). Il dialogo fra gli
strumenti si stringe alle bb.76-78 e 80-82, con entrate a distanza di
battuta.
Con il Sol di b.79 ci spostiamo a Re maggiore. L’improvviso ff di
b.82, con Violoncello e Pianoforte all’ottava, ci riporta al suono di
inizio brano.
bb.84-107
Dialogo fra gli strumenti a distanza di battuta basato su bb.7-8,
prima in Sol minore (bb.84-86) poi in Si maggiore (queste due
tonalità, sulle quali è basata questa sezione, erano in un certo senso
implicate dal passaggio di bb.5-7).
Da b.87 accompagnamento più rapido con il tremolo di semicrome
del Pianoforte, in diminuendo verso p. A b.88 si sovrappongono le
due metà dell’inciso di bb.7-8: b.7 a Violino e Violoncello per terze,
b.8 alla mano destra del Pianoforte. La b.88 diventa un modello
ripetuto quattro volte; alle bb.92-95, mentre il Violino prosegue il
movimento della mano destra del Pianoforte, Violoncello e
Pianoforte introducono una scala ascendente e discendente in
semiminime: una aumentazione della figurazione in crome di bb.36-
37.8 Queste quattro battute vengono ripetute quattro volte,
alternando Violoncello e Pianoforte (bb.96-99 e 104-107) ai Violino
Violoncello e Pianoforte (bb.92-95 e 100-103), e dando massimo
rilievo al frammento desunto da b.8.
bb.108-118
Il frammento desunto da b.8 è protagonista della sezione successiva,
in f e sf, alternandosi di battuta in battuta agli archi e al Pianoforte,
sempre ottavato, accompagnato di volta in volta dai tremoli in
semicrome del Pianoforte e da un nuovo irruente ritmo in terzine di
crome agli archi. Abbiamo quindi una coppia di battute ripetuta sei
volte attraverso tonalità a distanza di quinta: Re maggiore, Sol
maggiore, Do maggiore.
bb.119-139
La scrittura si sfoltisce improvvisamente, mantenendosi sempre sul
ff e intrecciando una stretta imitazione basata sul frammento di b.8.
A b.124 viene sovrapposta a questo intreccio la figurazione in ritmo
acefalo di b.76 ( ). Da Fa maggiore parte una nuova rapida
sequenza armonica che attraversa le tonalità di Re minore, Sol
minore, Do minore, per tornare a Fa maggiore.
Alle bb.128-139 la scrittura si fa più densa, ma si tratta di due sole
linee raddoppiate per terza o per sesta: vengono sovrapposte la
figurazione proposta dal Violoncello a inizio sviluppo (bb.74-75) e
una inversione del frammento in ritmo acefalo ( ), ora in
direzione ascendente.
8 Aumentazione è il contrario di diminuzione: i valori ritmici vengono incrementati proporzionalmente.
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A b.136 da Fa maggiore ci spostiamo alla dominante di La
maggiore.
bb.140-156
Come è tipico della forma-sonata, e in particolare di Beethoven, la
conclusione dello sviluppo si basa su una frammentazione di alcuni
elementi tematici dell’esposizione, ridotti a due o tre note
caratterizzate da una precisa configurazione ritmica.
La b.140 deriva da b.124, proposta per moto contrario,9 e seguita a
b.141 da un ritmo che richiama b.13, per l’enfasi posta sul secondo
movimento di battuta.
A partire da b.145 si isola il motivo , ripetuto più volte
( ) in modo da ricreare la figurazione ritmica
dell’emiolia caratteristica dell’inizio del brano (bb.146-147), e poi
in versione ancora più condensata alle bb.148-150 ( ),
con un diminuendo al pp.
Alle b.153-54 un ff improvviso riprende la figurazione di b.140,
senza però il moto contrario, ottavata come l’inizio del brano. Le
bb.155-56, di nuovo per moto contrario, sono ancora basate
sull’elemento ritmico , corrispondente alle prime note del
primo tema: siamo sulla dominante della tonalità d’impianto, ci
prepariamo alla ripresa.
Ripresa
bb.157-249
Primo tema
bb.157-166 Ripresa di bb.1-10 nella tonalità d’impianto.
Transizione
bb.167-206
bb.167-172
La tranquilla ripresa di bb.7-10 viene
drammaticamente interrotta dalla replica di bb.1-6,
non più in Re maggiore ma in Re minore. Al basso di
b.172 non troviamo più il Si come a b.6, bensì il Fa
(suono che l’esposizione aveva più volte posto in
rilievo), che assume il ruolo di V per la sezione
seguente, in Si maggiore.
bb.173-182
Riascoltiamo il primo tema (bb.7-16): non in Re
maggiore bensì in Si maggiore (tonalità che
Beethoven deduce dalle bb.5-6).
bb.183-198
Questo è il momento nel quale Beethoven più si
discosta da una inerte riproposizione dell’esposizione:
la cadenza delle bb.17-20, caratterizzata
dall’intensificazione ritmica delle terzine di crome del
Pianoforte, si dilata liberamente da quattro a sedici
battute, vagando liberamente come un arabesco, quasi
senza direzione, e da Si maggiore attraversa le
tonalità di Do minore (b.187) e Re minore (b.191),
sempre ripetendo le bb. 183-186, salendo ogni volta di
9 Il Violino si muove in direzione opposta al Violoncello, e così anche mano destra e mano sinistra del
Pianoforte.
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6
tono, per arrivare alla dominante di La maggiore a
b.195.10
Si omette invece la ripresa della variante “in 6/8” delle bb.27-34.
bb.199-206 Ripresa delle bb.35-43, muovendo da La maggiore
alla dominante di Re maggiore (b.204).
Secondo
tema
bb.207-249
bb.207-214
Anche la ripresa del secondo tema riserva delle
sorprese: qui siamo in Re maggiore, e riconosciamo il
suono p e legato delle bb.43-50, ma non ritroviamo la
caratteristica figurazione
.. | ; si tratta di una variazione delle bb.199-
206. A b.212 ci spostiamo sulla dominante di Sol
maggiore.
bb.215-222
Qui ritroviamo la figurazione caratteristica del
secondo tema ( .. | ); la tonalità è però
“sbagliata”: non siamo in Re maggiore, come ci
aspetteremmo, bensì in Sol maggiore.11
bb.223-249 Il secondo tema – leggermente condensato – viene
infine portato nella tonalità d’impianto.
Coda
bb.250-270
Basata sulle bb.7-8, pp e dolce, passa alla tonalità della sottodominante (Sol
maggiore), introduce a b.252 un nuovo accompagnamento in terzine alla mano
sinistra del Pianoforte (e non è raro che in una Coda appaia per la prima volta un
elemento nuovo, mai ascoltato prima), amplia il fraseggio portandolo da 2+2
battute (bb.250-253) a 4+4 battute (bb.254-261), attraversando la tonalità di Mi
minore,12 per arrivare alla dominante di Re maggiore a b.262, con una
intensificazione ritmica e un crescendo sulla scrittura per ottave tipica
dell’esposizione, e sfociando in due accordi di dominante che non risolvono
direttamente, venendo interrotti da un’ultima ripresa in ff della battuta iniziale cui
segue una brusca e decisa cadenza.
Un consiglio: quando analizziamo il brano può essere utile ascoltare una registrazione
tenendo la partitura davanti agli occhi e segnando al volo i momenti in cui cambia la scrittura
(in questo caso, a b.6, a b.21, a b.27, e così via). I cambiamenti di scrittura corrispondono
necessariamente ai momenti in cui cambia il suono, e corrispondono anche alle differenti
sezioni del brano. L’identificazione delle varie parti (primo tema, transizione, secondo
tema…) avverrà in un momento successivo.
Con l’esperienza, e con la conoscenza degli stili dei compositori, questo lavoro diventa più
semplice: è possibile ad un certo momento analizzare un brano semplicemente osservando la
partitura, senza averlo mai ascoltato.
10 Considerando astrattamente la struttura del brano, potremmo dire che la ripresa della transizione –
soffermandosi in questo vagare senza precise direzioni – è sproporzionata rispetto all’esposizione: una
sproporzione evidentemente voluta e cercata per caratterizzare e rendere unico questo brano. 11 Si tratta di una falsa ripresa, tecnica utilizzata con intelligenza da Haydn e non di rado adottata anche da
Beethoven. 12 Le tonalità predominanti nella coda, Sol maggiore e Mi minore, sono caratterizzate dai suoni Fa e Si, che
in un certo senso costituiscono il contrappeso ai suoni Si e Fa, determinanti nell’impianto armonico
dell’intero movimento.
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