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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione Direttore Responsabile: giuseppe Saluppo vimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso redazione tel: 0874.484486 email: [email protected] www.gazzettamolisana.com E-mail: [email protected] anno i - n° 0 venerdì 9 dicembre 2016 L’Oscar del giorno lo assegniamo allo storico presidente della Pro Loco di Agnone, Beppy Marinelli. E’ il vero trascinatore della mani- festazione della N’Docciata di Agnone che anche per la sfilata dell’8 dicembre ha raggiunto nu- meri altissimi per la cittadina alto- molisana. Beppy Marinelli IL NOSTRO TAPIRO Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio assessore comunale di Campo- basso ai Lavori pubblici. Domenica non potranno sedere al Romagnoli i tifosi dell’Olimpia Agnonese perchè ancora non è pronto il parcheggio. Possibile, che tutto questo tempo è trascorso per arrivare alla soluzione del problema? Pietro Maio Del viadotto di Liscione e di altre strade L’Ardire di Giuseppe Saluppo A tornare sulla questione del mancato collaudo del via- dotto del Liscione è stato il Centro Studi Molisano di Guardialfiera. Fanno paura quei piloni avvolti da 147 milioni di metri cubi d’acqua che agisce come veicolo di so- stanze aggressive. Nel 2002 era stato pure avviato un progetto per giungere al collaudo mai portato a compimento. Come mai portato a compimento l'altro progetto che prevedeva la realizza- zione di una bretella posta ai margini del lago e ritenuta più sicura e funzio- nale. Oggi, il quadro non è dei più chiari e fa rima con la disastrosa situa- zione della viabilità interna. Qui, si scopre una situazione che rasenta il di- sastro di tantissime strade chiuse, im- percorribili e pericolose, ma usate da mezzi privati e operatori economici. Alcune trasformate in torrenti o ridotte della metà dalle frane, che hanno biso- gno di interventi di manutenzione stra- ordinaria immediata e in molti casi di manutenzione ordinaria, ormai as- sente. Strade provinciali che sono anche la via di fuga in caso di calamità naturali e che costringono a lunghi viaggi chi deve raggiungere un ospe- dale o un ente o portarsi da un paese a un altro, con grave disagio per i citta- dini. Molti tratti sono franati, scoscesi, impercorribili. A qualcuno, forse, inte- ressa la difficoltà quotidiana di abitanti e lavoratori dei paesi interni alle prese con una rete stradale fatiscente e senza manutenzione? Ci sono cartelli che an- nunciano l'inizio e la fine di lavori, mai eseguiti. E strade franate chiuse al tran- sito ma solo sulla carta: le auto passano lo stesso. Un territorio che quando si presentano forti piogge si risveglia in ginocchio. Possibile che non si possa approntare un piano di intervento che coordini l’insieme delle opere di recu- pero riguardanti le strade e le altre in- frastrutture di collegamento? E’ chiedere troppo? IL NOSTRO OSCAR La deflagrazione del Pd della Fanelli, le contraddizioni della Giunta regionale pongono una questione politica Seguici anche Su Facebook e twitter Servizio a pagina 3 Campobasso e il caso delle scuole chiuse Il caso della scuola don Milani è tra quelli più eclatanti a Campo- basso e che sta portando ad una serie fitta di corrispondenza tra i genitori e l’amministrazione comunale. Un nodo che rischia di ispessirsi e di creare non poche contrapposizioni anche politiche in attesa del 15 gennaio. pagina 4 IL FATTO www.gazzettamolisana.com

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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazioneDirettore Responsabile: giuseppe SaluppovimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobassoredazione tel: 0874.484486email: [email protected]

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anno i - n° 0 venerdì 9 dicembre 2016

L’Oscar del giorno lo assegniamoallo storico presidente della ProLoco di Agnone, Beppy Marinelli.E’ il vero trascinatore della mani-festazione della N’Docciata diAgnone che anche per la sfilatadell’8 dicembre ha raggiunto nu-meri altissimi per la cittadina alto-molisana.

Beppy Marinelli

IL N

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Il Tapiro del giorno lo diamo a PietroMaio assessore comunale di Campo-basso ai Lavori pubblici. Domenicanon potranno sedere al Romagnoli itifosi dell’Olimpia Agnonese perchèancora non è pronto il parcheggio.Possibile, che tutto questo tempo ètrascorso per arrivare alla soluzionedel problema?

Pietro Maio

Del viadotto

di Liscione

e di altre strade

L’Ardire

di Giuseppe Saluppo

Atornare sulla questione delmancato collaudo del via-dotto del Liscione è stato ilCentro Studi Molisano di

Guardialfiera. Fanno paura quei piloniavvolti da 147 milioni di metri cubid’acqua che agisce come veicolo di so-stanze aggressive. Nel 2002 era statopure avviato un progetto per giungereal collaudo mai portato a compimento.Come mai portato a compimento l'altroprogetto che prevedeva la realizza-zione di una bretella posta ai marginidel lago e ritenuta più sicura e funzio-nale. Oggi, il quadro non è dei piùchiari e fa rima con la disastrosa situa-zione della viabilità interna. Qui, siscopre una situazione che rasenta il di-sastro di tantissime strade chiuse, im-percorribili e pericolose, ma usate damezzi privati e operatori economici.Alcune trasformate in torrenti o ridottedella metà dalle frane, che hanno biso-gno di interventi di manutenzione stra-ordinaria immediata e in molti casi dimanutenzione ordinaria, ormai as-sente. Strade provinciali che sonoanche la via di fuga in caso di calamitànaturali e che costringono a lunghiviaggi chi deve raggiungere un ospe-dale o un ente o portarsi da un paese aun altro, con grave disagio per i citta-dini. Molti tratti sono franati, scoscesi,impercorribili. A qualcuno, forse, inte-ressa la difficoltà quotidiana di abitantie lavoratori dei paesi interni alle presecon una rete stradale fatiscente e senzamanutenzione? Ci sono cartelli che an-nunciano l'inizio e la fine di lavori, maieseguiti. E strade franate chiuse al tran-sito ma solo sulla carta: le auto passanolo stesso. Un territorio che quando sipresentano forti piogge si risveglia inginocchio. Possibile che non si possaapprontare un piano di intervento checoordini l’insieme delle opere di recu-pero riguardanti le strade e le altre in-frastrutture di collegamento? E’chiedere troppo?

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La deflagrazione del Pd della Fanelli,le contraddizioni della Giunta regionale

pongono una questione politica

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Servizio a pagina 3

Campobasso e il casodelle scuole chiuse

Il caso della scuola don Milani è tra quelli più eclatanti a Campo-basso e che sta portando ad una serie fitta di corrispondenza tra igenitori e l’amministrazione comunale. Un nodo che rischia diispessirsi e di creare non poche contrapposizioni anche politichein attesa del 15 gennaio.

pagina 4IL FATTO

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29 dicembre 2016

TAagliolto

Il Piano di rientro dal disavanzo

sanitario è come la tela di Pene-

lope, viene tessuto di giorno e di

notte disfatto, almeno così sem-

bra, visto che non se ne viene a

capo, nonostante la Regione e

l’Azienda sanitaria regionale

(Asrem) il 4 febbraio 2015 ab-

biano stipulato un Protocollo

d’intesa “per l’attuazione di atti-

vità ed interventi di prevalente

competenza Asrem, che per la

loro strategicità ed attinenza in

ordine agli obiettivi posti dal

Piano di rientro è opportuno che

vengano svolti e perseguiti con-

giuntamente”.

Sulla scarsa chiarezza del virgo-

lettato non abbiamo responsabi-

lità.

Ma s’intuisce che per il rientro

dal debito sanitario, il ruolo

dell’Asrem è prevalente e che la

Regione è interessata a conoscere

e a seguire il meccanismo. Così

almeno pare. Nel Protocollo

d’intesa sono stati fissati questi

obiettivi: l’implementazione del

sistema informativo di gestione

del Centro unificato di prenota-

zione (Cup); il potenziamento e il

miglioramento del sistema Tes-

sera sanitaria; l’attuazione del

progetto di dematerializzazione

della ricetta del Servizio sanitario

nazionale (Ssn) finalizzato al mi-

glioramento dell’attività prescrit-

tiva dei medici specialisti

ospedalieri e all’appropriatezza

clinico assistenziale; l’attivazione

sul territorio regionale del sistema

per la gestione del Numero unico

di emergenza europeo (Nue 112),

in coerenza con le previsioni della

normativa europea. Obiettivi che,

letti con un minimo di capacità

d’analisi e di critica, sembrano

poco influenti sulla formazione

del debito e, soprattutto, sulla ca-

pacità di ridurlo. Stringi stringi, la

messa in piedi di questa sinergia

così pomposamente proposta e

commentata, a conclusione dello

scambio e la condivisione delle

conoscenze e di specifici accordi,

all’esame degli atti amministra-

tivi che l’hanno ratifica, s’è ri-

solta nel passaggio di dipendenti

dell’Asrem con qualifica dirigen-

ziale presso la direzione generale

per la Salute, affinché “in colla-

borazione con il personale regio-

nale assegnato a tale strutture”,

venissero superate le criticità pre-

senti nel Sistema sanitario regio-

nale. Stando al Protocollo

d’intesa, gli obiettivi da raggiun-

gere chiaramente indicati e sotto-

scritti, non sono affatto destinati

al superamento delle criticità pre-

senti nel Sistema sanitario, bensì

al Piano di rientro dal debito sa-

nitario. Per cui, col paravento del

Piano di rientro del debito e della

necessità di interagire tra l’Asrem

e la Regione, la direzione gene-

rale per la Salute s’è vista gratifi-

cata della possibilità di utilizzare

personale di ruolo dell’Asrem,

con qualifica dirigenziale, “per il

superamento delle criticità pre-

senti nel Sistema sanitario regio-

nale”. Cosa c’entrino il Piano di

rientro e cosa gli obiettivi con-

cordati con il Protocollo d’intesa,

resta un esercizio che lasciamo al

lettore ed eventualmente ai prota-

gonisti che l’hanno congegnato.

A chi scrive rimane ancora di an-

notare che il 23 novembre 2016 la

direttrice generale della Salute,

Marinella D’Innocenzo, ha riba-

dito la necessità di continuare ad

avvalersi della professionalità

della dottoressa Paola Sabatini e

del dottore Francesco Sforza, en-

trambi dipendenti della Asrem,

per garantire la prosecuzione

delle attività di cui al Protocollo

d’intesa sottoscritto l’8 febbraio

2016. La Sabatini e lo Sforza si

sono detti d’accordo e disponibili

a continuare a svolgere, in posi-

zione di titolarità, il Servizio di

autorizzazione e accreditamento

(Sforza) e il Servizio di program-

mazione della rete ospedaliera

pubblica e privata (Sabatini), en-

trambi i servizi “ricadenti nella

direzione generale per la Salute”.

Cosa incidono, in quanto e per

quanto, questi due Servizi sul

Piano di rientro dal debito sanita-

rio rimane il nodo da sciogliere,

tanto più che sia l’uno che l’altro

non sono tra gli obiettivi indicati

nel Protocollo d’intesa. Ma la

cosa da ridere, però, è che la

giunta regionale abbia poi delibe-

rato testualmente, “di stabilire

che le attività di cui al Protocollo,

approvato con deliberazione

giuntale 20 del 2016 e sottoscritto

l’8 febbraio dello stesso mese, as-

segnate al dottore Francesco

Sforza e alla dottoressa Paola Sa-

batini, sono prorogate per dodici

mesi; e di stabilire, conseguente-

mente che, salvo diverso parere

dell’Asrem, l’utilizzazione in po-

sizione di distacco dello Sforza e

della Sabatini prosegue per dodici

mesi e, dunque, fino al 30 no-

vembre 2017”. Insomma, la

giunta ha stabilito di stabilire

cosa avrebbe stabilito l’Asrem.

Un capolavoro d’inconcludenza e

superficialità. Non a caso il Piano

di rientro non rientra, e il Servi-

zio sanitario regionale non fun-

ziona.

Dardo

Cosa non si fa per paciere e compiacere, complice il Piano di rientro dal disavanzo sanitario

Un pomposo protocollo d’intesa tra l’Asreme la Regione per giustificare il passaggio di

due dirigenti dell’Azienda sanitaria alla direzione generale per la Salute

“La condivisione espressa oggi dal Tavolo

tecnico sul lavoro svolto dalla struttura com-

missariale evidenzia la sostanziale differenza

che passa tra chi si adopera, anche a fronte di

pesanti contestazioni, per garantire una sanità

di qualità ai cittadini molisani e chi invece

prova a utilizzare la stessa per interessi di-

versi. Convinti dell’inutilità della banale con-

trapposizione tra pubblico e privato

convenzionato, contrapposizione che non ci

ha mai appassionato, non ci lasciano indiffe-

renti le polemiche di un erogatore privato che

di fronte alla richiesta del rispetto delle re-

gole, uguali per tutti, arriva a minacciare li-

cenziamenti e chiusura. Un atteggiamento

che non paga, che non meritano i cittadini,

che non merita il personale medico e para-

medico, tecnico e amministrativo che assi-

cura i livelli di assistenza della nostra sanità.

Meriterebbero riconoscimenti e gratitudine

per la passione, la dedizione e la qualità del

lavoro espresso. Lavoriamo insieme per que-

sto. I risultati di oggi rafforzano in noi la con-

vinzione che l’interlocuzione con gli

operatori della sanità, sia essa pubblica che

privata convenzionata, sia fondamentale per

gli obiettivi che ci siamo”, così il presidente

della Regione Molise, Paolo di Laura Frat-

tura, riferisce del Tavolo tecnico di verifica

oggi a Roma: valutazione positiva della co-

pertura, in termini di risorse, individuata dalla

Regione Molise per accedere alla quota resi-

dua per l’anticipazione di liquidità prevista

dal decreto legge 35/2014. “L’accesso alla

quota residua, circa 19,4 milioni, ci consen-

tirà la totale copertura della situazione debi-

toria pregressa del Servizio sanitario

regionale al 31dicembre 2014, ereditata dalla

irresponsabile gestione passata”, spiega il

presidente commissario ad acta per la sanità.

“La valutazione positiva delle coperture –

prosegue Frattura –, ci permetterà di sotto-

scrivere con il Ministero dell’economia, entro

la prossima settimana, il relativo prestito, an-

cora una volta senza incidere di un solo cen-

tesimo sulle tasche dei nostri cittadini moli-

sani ma soltanto valorizzando i tanti risparmi

derivanti da tagli agli sprechi e sperperi ere-

ditati. Siamo a un passo dal superamento de-

finitivo delle criticità passate che hanno

pesato nel percorso di riorganizzazione e ri-

lancio della nostra sanità”. “Abbiamo soddi-

sfatto – ancora Frattura – tutti gli

adempimenti richiesti per gli anni 2010, 2011

e 2012, con il relativo sblocco delle premia-

lità, pari complessivamente a circa 45 mi-

lioni, che saranno erogati alla Regione nei

prossimi giorni”.

Frattura: “In sanità, legge uguale per tutti”

E la giunta ha stabilito di stabilire cosa avrebbe stabilito l’Asrem!

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39 dicembre 2016

TAagliolto

di Francesco Totaro

La mia proposta di legge regionale, pre-

sentata nel corso della manifestazione te-

nutasi a San Martino in Pensilis per la

campagna referendaria, sarà inviata a tutti

i consiglieri regionali del Pd italiani.

Ben prima della tornata elettorale del 4

Dicembre scorso, era stata messa nero su

bianco per dare concretamente la dimo-

strazione che è nostra intenzione ridurci

le indennità. Non l’abbiamo esposta nel

corso della campagna referendaria per

non intralciare il percorso democratico

che ha portato gli italiani, ed in partico-

lare, i molisani a votare per il No.

L’iniziativa legislativa nasce dalla vo-

lontà di concorrere in misura ancora più

incisiva alle politiche pubbliche avviate

per la riduzione dei costi della politica.

La rideterminazione in riduzione del trat-

tamento economico dei consiglieri regio-

nali è stata già effettuata dalla Regione

Molise con la legge regionale n. 10 del 25

luglio 2013 (che ha recepito le disposi-

zioni dettate dal decreto-legge 10 ottobre

2012, n. 174 “Disposizioni urgenti in ma-

teria di finanza e funzionamento degli

enti territoriali, nonché ulteriori disposi-

zioni in favore delle zone terremotate nel

maggio 2012”, convertito, con modifica-

zioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n.

213). Successivamente un’ulteriore ridu-

zione del trattamento indennitario dei

consiglieri regionali era stata inserita nel

testo della legge costi-

tuzionale che non ha ri-

cevuto l’approvazione

del referendum costitu-

zionale indetto lo

scorso 4 dicembre. La

proposta di legge rac-

coglie proprio l’inten-

dimento vanificato

dall’esito negativo

della consultazione re-

ferendaria e va nella di-

rezione di assicurare il

raggiungimento di tale

finalità, dimostrando principalmente la

piena disponibilità dei consiglieri regio-

nali molisani a ridurre i costi della poli-

tica, anche in risposta alle contestazioni

rivolte in questo frangente ai consiglieri

regionali molisani accusati di non accet-

tare l’ulteriore contrazione dei loro emo-

l u m e n t i .

L’articolo 1 dispone pertanto che l’im-

porto dell’indennità di carica del consi-

gliere regionale sia ridotto entro i limiti

degli emolumenti riconosciuti al sindaco

del Comune di Campobasso, determi-

nando così una significativa ed ulteriore

riduzione della spesa pubblica regionale

per i propri amministratori.

L’articolo 2 dispone una rapidissima en-

trata in vigore della legge regionale.

Art. 1 (Riduzione dell’indennità di carica

corrisposta ai consiglieri regionali)

L’indennità di carica lorda, di cui alla let-

tera a) del comma 1 dell’articolo 2 della

legge regionale 25 luglio 2013, n. 10, è

corrisposta ai consiglieri regionali per un

importo non superiore a quello degli

emolumenti attribuiti al Sindaco del Co-

mune di Campobasso.

Art. 2 (Entrata in vigore)

La presente legge entra in vigore il giorno

successivo a quello della sua pubblica-

zione nel Bollettino Ufficiale della Re-

gione Molise.

La proposta di legge per ridurrele indennità dei consiglieri regionali

L’intervento

Il “No” al referendum, con il con-

sequenziale abbandono di Renzi

da capo del Governo, ha spari-

gliato le carte nel Pd, ha riaperto

i giochi, ha rimesso in moto la

dialettica interna. In campo na-

zionale e in periferia. Prima che

cadesse, e tutto lasciava pensare

che non cadesse, tanto da rendere

l’ultima settimana della campa-

gna referendaria “una straordina-

ria rimonta”, nel Molise il mazzo

di carte lo gestiva il duo renziano

per eccellenza formato da Mi-

caela Fanelli (segretaria regionale

del partito) e da Paolo di Laura

Frattura (presidente della giunta

regionale). In modo renziano,

s’intende. Con sufficienza, con

spocchia, con irridente e beffardo

sorriso opposto ad ogni accenno

di dissenso, di leggero impercet-

tibile scostamento dalle linea

tracciata e tutta da (e)seguire. Il

duo era talmente padrone di sé,

delle sue convinzioni, delle sue

attribuzioni fino al punto da in-

terrompere un congresso per poi

non riprenderlo più (Micaela Fa-

nelli), e fino al punto di costrin-

gere l’assessore Petraroia ad

uscire dall’esecutivo, senza rim-

piazzarlo. Due esempi tra i tanti

consegnati alla cronaca molisana,

in cui l’apice dell’autosufficienza

è stato, purtroppo per noi moli-

sani, espressa nella gestione (di-

sastrosa) della sanità, che li

riassume e l’ingloba tutti. I mille

giorni di Renzi si possono asso-

ciare ai mille giorni di Frattura e

di Fanelli: avviliti dalla gragnola

di “No”, ripassati e ripensati alla

luce delle tante chiacchiere e

delle scarse consistenze. In

campo nazionale il Pd probabil-

mente dovrà affrontare elezioni

anticipate; nel Molise (ahi noi!)

probabilmente dovrà aspettare la

scadenza naturale dei primi mesi

del 2018. Con una certezza, però.

Il mazzo di carte cambierà di

mano. Dal duo Frattura passerà a

Roberto Ruta. Sarà il senatore,

che ha sofferto non poco il carat-

tere, le bizze, le tante sfumature

di un comportamento spesso al li-

mite della sfida da parte del pre-

sidente della giunta e della sua

mallevadrice Micaela Fanelli, a

considerare le scelte, le strategie,

le opportunità da adottare sulla

scorta di una nuova legge eletto-

rale che non avrà più il primato

della segreteria del partito, sicu-

ramente più padrone di sé e delle

sue aspirazioni e destinazioni fu-

ture: dove e come esprimerle, e

come conquistarle. Con lui, anti-

renzianamente potrà ritrovare

verve e considerazione anche

l’onorevole Danilo Leva.

Le candidature non saranno più

stabilite secondo l’Italicum, e con

esso non più con la prevalenza

della segreteria nazionale e delle

segreterie regionali, specie se di

natura e di matrice renziane.

Saranno altri i parametri di valu-

tazione che accompagneranno le

scelte, le collocazioni, e le desti-

nazioni. Se fossimo in Frattura

cercheremmo di correre ai ripari:

abbassando le orecchie e peda-

lando per una volta in favore

dello sviluppo dell’economia re-

gionale, dell’occupazione e della

sanità.

Dardo

Il dopo l’esito del referedum costituzionale

I mille giorni di Renzi si possono associare aimille di Frattura e di Fanelli: avviliti dalla

gragnola di “No”, ripassati e ripensati alla luce delle tante chiacchiere e delle scarse consistenze

Sarà il senatore Roberto Ruta a gestire le scelte, le strategie, le opportunitàda adottare sulla scorta di una nuova legge elettorale?

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49 dicembre 2016

TAagliolto

I diritti violati dei bambini a causadella indifferenza dell’Amministra-zione”. Lo scrive il genitore di unodei bambini che frequentano lascuola, Stefano Brienza. “Una vitaal contrario,la impossibilità di vi-vere le esperienze proprie del fan-c i u l l o ,lacostanteviolazionedeibasilaridi-rittiproprideibambini, èquesta la ca-tartica “punizione”inflitta ai piccolicittadini da un’Amministrazionecomunale che continua a dimo-strare un aberrante disinteresse perl’emergenza più volte segnalata.E già!Perchéilprimodisinteresse-perlesortidiqueipiccoli,ilComune-loha già tacitamente manifestatoquando dallontano 2014hasepolto-sottouna coltre dipolverelarelazio-nedell’ing.Corsichelapidariamenteaffermavala scarsas icurezzadella-DonMilani.IlComunehafattofinta-niente,haignorato quelle parole chehanno fatto gelare il sangue ad ognigenitore che sinoall’ottobre del 2016 hamandatoil-propriofiglioinquellascuolacon malripostafiducianelleIstituzionicuiaf-fidavailpersonalissimobenepiùpre-zioso.Quello sfidare lasorte quotidiana-mente sarebbe con molta proba bi-lità durato all’infinitose unmanipolo di genitori troppo curiosino navesse deciso di spolverarequei faldoni dimenticati (chissà sevolutamente o per inconsapevo-lezza,in ognicaso con colpa)e,leg-gendo semplicementeinitaliano, on

avesse scoperto le parole“peri-colo....ed alta vulnerabilità”. Quelleparoletifannoabbracciaretuo figlioet iinducono a chiedergli perdonoper non averloadeguatamentepro-tettoperlungotempo. Tu tifidavi,lecarteeranoin regolati era stato detto, poifiguriamocisel’Ammini-strazionenon bada a certe cose!Ma il Comunenontichiedescusa,nonsifaperdona-reperl’inammissibile “dimenti-canza”. Non gli passaneanche perla testa che debba farlo,anziti ap-pioppa il doppio turno....Così im-pari a fare il ficcanaso.Infattiquellestesseparolechetihan-nofattotribolareetihannoindottoachiederechiarimenti,perl’Ammini-strazionenonhannolostessosignifi-cato. Il pericolo nonètalefinchénonsopraggiungel’interpreta-

zione autentica della parola che so-loilfantomatico“studio di vulnera-bilità”può dare.Cisichiededaprofanoperchèl’Ing.Corsiabbiascrittounarelazionerite-nuta oggi del tutto inutilesebasta-vauncumulativostudiodivulnerabilitàche riguardaben11edificiecheser-veprioritariamenteavalutarelavita-residua degliedifici,equindilaconvenienzaeco-nomicadiinvestiresuglistessi! Hasprecato tempo Corsio lo sta spre-candoilComune? È questa la do-manda che sorge lecita da momentoche la annunciata convenzione conl’Università ad oggi ancora nonèo-perativa.Nonostantegli annunciedi-p r o c l a m idiun’Amministrazionechesiprofes-sacelerefacendo credere di avergiàaffidatol’incarico con ladelibe-

ran.217 del14.10.16, adoggiuna-nuovadeliberadigiunta,lan.268del6.12.16,rimanda ad una nuova bozzadi convenzione,non ancora contro-firmata, legata ad un cronopro-grammainesistente.PraticamenteNULLA. Ma allora cichiede sel’im-pegnoprioritario delComunesia-quellodiessere impegnatoinartificitec-nico-linguistici (vedi:trasferire glistudenti anziché chiudere la scuola;prospettaresoluzioni,inluogodisi-stemareibambini....;) che sembre-rebbero esaurire di per sel’attivitàinquestafase,oppurechemanchi il reale e concretointeresse-dirisolvereilproblema? Tra le due,sembrerebbe la seconda. Come po-tercredereall’impegnofattivodiun-Comune che ad ol tre 2 mesidall’insorgeredell’emergenzanon-haavutoancorailtempoe ilmodo diprospettare una soluzione che pos-sainqualchemodotranquillizzarei-genitori e i bambini? Comepotercredereall’impegnofattivo-diunComuneche dopo avermanife-stato l’intenzione,raccolto ledisponibilità digenitorie fatto com-pilaremoduliperl’adesioneadattivi-tàantimeridianeludico-ricreative edidattiche,presso diverse struttureprivate,ad oggiancora non firma leconvenzioni;Comepotercredereal-l’impegno fattivodiunComuneche

ha volutamenteevitatorisposteim-possibili,quantoimbarazzanti,sul-perchèsolo oggi attenzionailproblema della sicurezzadella-DonMilani, nonostantela circo-stanza che le condizioni che hannoindottol’Amministrazioneaconfe-rire incaricoperlostudiodivulnerabi-litàsiano lemedesime dell’anno2014? Come potercredereall’impe-gnofattivodiunComunecheadoggi-haritenutoche fosse prioritario unallargamento della Giunta rispettoalla risoluzione dell’emergenza,dandorisposteaicittadinigenitori.Forse ritiene che l’allargamentodella Giunta sia quello che igenito-risi aspettavanoeauspicavanoperil-benedeilorofigli? Le beghedipalazzoeitraballantiequilibripoli-ticinonciinteressano. CaroSig.Sin-daco,cidialerispostecheinostrifiglihannoildirittodiaveree Leil’obbligo-didare. Ci restituisca la vitadituttii-giorni, al di la dellelogichepoliticheepartitiche sottesea scelte che occorre avere ilcorag-gio dipercorrere, perchè ammini-strarecomportailcondividereledifficoltàche oggi l’Amministrazione ha-riversato sulla partepiùdeboledella-società, ibambini.Quellaparteperòpiùpreziosaperlaqualevalelapenadi-dare,almenounavolta,unesempiodiimpegnoincondizionatodibuona-amministrazione.

E’ Stefano Brienza a rilanciare la problematica degli edifici chiusi

“Sindaco Battista, sulle scuole troppi errori”

Egregio Monsignor Bregan-tini

sono la madre di due bambini che fre-quentano la scuola Don Milani di Cam-pobasso e voglio riportarLe quanto èdifficile affrontare le lezioni pomeri-diane, sia come genitori che come bam-bini. Andare a lezione di pomeriggio creail primo problema di trovare chi si occupidi loro al mattino, difficoltà che hannotutte le mamme che lavorano e chespesso non sanno a chi appoggiarsi perun supporto.Affrontando con fatica questo problema,da circa un mese al mattino sveglio e sa-luto i miei figli prima di andare al lavoro;dopo che hanno trascorrono la mattinacon altri arriva la difficoltà del pranzo, amezzogiorno, orario in cui dovrebberofare merenda e poi, zaino in spalla, vannoa scuola tra sbadigli e saluti frettolosi. Inquesto sono fortunata perché all’uscitadal lavoro riesco ad accompagnarli ascuola, riesco a vederli e trascorrere conloro qualche minuto, quelli del tragitto,prima della sera.Dopo cinque ore di scuola, quando lagiornata è ormai terminata, vado a ri-prenderli per farli mangiare e dargli labuonanotte. Non ho più i momenti digioco e di condivisione che dedicavoa loro; la famiglia ha perso quegli spazi

vitali del “vivere insieme”,quei gesti e quelle abitu-dini condivise e diventateun immancabile ritualedella giornata, tradizionistravolte dai turni pomeri-diani di lezione, ed i bam-bini ovviamente se neaccorgono … sono un po’disorientati,ma affrontano questa si-tuazione con la forza e laresponsabilità di cui sono capaci. In que-sta situazione non sono tra i genitori piùsfortunati perché ho entrambi i bambiniche vanno a lezione di pomeriggio e nonvivo le ulteriori difficoltà di chi ha i figliche vanno a scuola con orari alternati.Tutto questo crea rabbia e delusione, so-prattutto perché la situazione dell’edifi-cio della scuola Don Milani eraconosciuta da molti anni, perché un’Am-ministrazione che si preoccupa dei bam-bini avrebbe potuto e dovuto evitare tuttiquesti disagi proprio a loro, alla parte piùfragile ma più importante della società,perché i turni pomeridiani sono dovuti aduna inattività della pubblica amministra-zione, perché a distanza di 14 anni dalterremoto di San Giuliano scopriamoche quell’esperienza non è servita percreare una coscienza della sicurezza sco-

lastica per mettere in sicu-rezza tutti i bambini; tuttoquesto fa male come geni-tori e come appartenentiad una comunità che do-vrebbe essere matura e re-sponsabile.La ringrazio dell’appelloche ha fatto a noi genitoridi avere pazienza, la ap-plichiamo tutta per supe-rare questo momento di

grande disagio e sacrificio e, come ci hachiesto, cerchiamo di non far risentire aibambini il peso di questa situazione diprecarietà senza mai infondere il loro ilsenso di paura, perché la paura chiude lementi, pur spiegando loro il perché diquesta situazione e fargli comprenderel’importanza della questione, affinchésiano consapevoli e diventino cittadinidel domani responsabili e possano far sìche problemi del genere non si verifi-chino più.La ringrazio anche per l’appello alla fi-ducia nelle istituzioni, che non abbiamomai perso e cerchiamo di far avere ai no-stri bambini, seppur siano le stesse isti-tuzioni che avrebbero dovuto evitargliquesti disagi, ma come genitori dob-biamo farlo.La ringrazio per la profonda amarezza

espressa e per le parole di incoraggia-mento che sono molto importanti perché,come Lei da buon pastore cerca di indi-rizzare la comunità, al pari come genitoridobbiamo fare altrettanto per i nostribambini.Spero che le Sue parole siano di impulsoed incoraggiamento anche per le istitu-zioni, che servano da sprono per trovareuna soluzione nel più breve tempo pos-sibile e limitare al massimo i disagi cau-sati a bambini e famiglie.Lei che ha utilizzato sempre un linguag-gio adatto a chi ascolta, Le chiedo di con-dividere con noi genitori una preghiera eun appello per i responsabili delle istitu-zioni affinché, oltre le logiche politiche,abbiano a cuore i bambini della comunitàe per la loro tutela trovino il coraggio diazioni importanti per risolvere definiti-vamente il problema della sicurezzascolastica di tutti i bambini, la parte piùpreziosa della comunità; la loro azione èimportante perché, se da un lato il terre-moto è sicuramente un evento impreve-dibile, dall’altro l’azione del buon padredi famiglia può senz’altro prevenire i pe-ricoli per i propri figli.Grazie ancora per le parole di supportoed incoraggiamento.

Mena Fantacone

Caro Bregantini, i bambini devono avere sicurezze

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59 dicembre 2016

TAagliolto

Un altro importante riconosci-

mento per il ricercatore molisano

Gianluca Iarocci: il suo ultimo stu-

dio scientifico sul trasporto su

strada è stato recentemente pubbli-

cato dall’ISPRA. Iarocci nato a

Campobasso nel 1971 ha terminato

gli studi superiori presso il locale

liceo scientifico nel 1990, partito

per Roma si è laureato in Scienze

Statistiche per poi conseguire un

master universitario in Epidemiolo-

gia. La sua storia è quella di un cit-

tadino campobassano che, emigrato

dal Molise, è riuscito a far valere le

sue competenze ed esperienze fuori

dalla propria regione. Numerosi

sono stati i suoi lavori pubblicati dai

principali organismi scientifici sia

nazionali che internazionali con un

vasto eco anche in campo giornali-

stico. Il settore trasporto su strada

dopo quello delle industrie di pro-

duzione e trasformazione dell’ener-

gia è il settore maggiormente

responsabile delle emissioni (25%

nel 2014) e responsabile del 31,8%

del consumo totale di energia finale

e del 68,8%del consumo finale di

petrolio. Nel 2007 il gasolio ha su-

perato la benzina come carburante

più utilizzato per le auto, lo stesso

carburante è anche utilizzato in

modo predominante dai veicoli

commerciali. In Italia i veicoli merci

(soprattutto furgoni) sono aumentati

in modo considerevole a partire dal

1998 e dalla fine degli anni 90 c’è

stato un enorme aumento del nu-

mero di motoveicoli. Dal 1990 al

2014 le missioni nazionali totali di

gas serra, espresse in CO2 equiva-

lente, sono diminuite di circa il

19,8%.

Il molisano Gianluca Iarocci e lo studio scientifico sul trasporto su strada

Gli enti pubblici, prima di cer-

care all’esterno collaborazioni

e professionalità, hanno l’ob-

bligo di applicare il “job po-

sting” che altro non è che la

ricerca preventiva di personale

interno in grado di svolgere i

compiti e i servizi di cui hanno

bisogno. Un obbligo, si badi,

non un’opzione. Ne ha fatto un

caso di livello nazionale l’av-

vocato Enzo Iacovino denun-

ciando la Rai all’Autorità

anticorruzione e alla Procura

della Repubblica di Roma per-

ché verificassero l’esatto

adempimento degli obblighi di

pubblicazione (ex articolo 45

del decreto legislativo

33/2013), l’esatto

adempimento e il rispetto delle

disposizioni in materia di abuso

conflitto di interessi; sospen-

dessero o disponessero la re-

voca e/o dichiarare la nullità

degli incarichi e dei contratti

non conformi al decreto legisla-

tivo 39/2013; segnalassero e

trasmettessero la documenta-

zione e i provvedimenti adottati

ai competenti uffici disciplinari

e giudiziari per ogni eventuale

inadempimento e/o violazione

di legge, del piano della traspa-

renze e del piano anticorru-

zione, al fine di accertare ogni

eventuale responsabilità disci-

plinare, amministrativa, penale

e contabile. Questa iniziativa

dai risvolti clamorosi (la Rai, le

sue radici popolari, i suoi per-

sonaggi alla ribalta, i suoi sup-

posti prestigi culturali, la sua

complessità fatta di programmi,

programmatori, registi, presen-

tatori, costumisti, truccatori e

chi più ne ha più ne metta), ha

raccolto l’attenzione collettiva

dei media nazionali. Il Fatto

Quotidiano ha riservato all’av-

vocato Iacovino la prima pa-

gina, gli altri giornali hanno

pubblicato il testo della denun-

cia. A noi interessa la premessa,

cioè che gli enti pubblici hanno

l’obbligo di praticare il “Job

posting” prima di accedere al li-

bero mercato, alla ricerca di

collaborazioni a proprio uso e

consumo, con il supporto delle

risorse finanziarie pubbliche.

Ne eravamo consapevoli e

spesso abbiamo richiamato l’at-

tenzione sulle circostanze in cui

la Regione, soprattutto, è parsa

poco adusa e propensa ad appli-

care il “job posting” in modo

analitico, serrato e comprovato.

Lo abbiamo fatto spesso, anche

in una corrispondenza del 30

novembre scorso commentando

l’ennesimo ricorso all’esterno,

in quel caso della direzione ge-

nerale per la Salute, alla ricerca

della collaborazione continua-

tiva e coordinata di 5 unità, uti-

lizzando una formuletta,

sempre la stessa, sempre

uguale, buona per tutte le occa-

sioni e le circostanze. Una for-

muletta che dice tutto in termini

generici e niente in termini ri-

stretti. A Palazzo Vitale ne

fanno uso largo e reiterato. E

tutti a bersela, quasi fosse una

coppa di champagne. Eccola la

formuletta magica con la quale,

come accenniamo, la Regione

crede di soddisfare, anzi di su-

perare, di bypassare il “job po-

sting”: “Esaminati i fascicoli

professionali dei dipendenti re-

gionali in possesso di adeguata

qualificazione culturale; accer-

tato che allo stato – tenuto

anche conto del complesso

degli incarichi di funzione at-

tualmente esercitati – l’esiguo

numero dei dipendenti regionali

potenzialmente utilizzabili ri-

sulta incardinato in processi di

lavoro parimenti strategici per

l’amministrazione regionale e

non suscettibili di depaupera-

mento in termini di risorse

umane a essi dedicate” … si

rende necessario … bla bla bla,

cioè ricorrere alle collabora-

zioni esterne. Con quella for-

muletta la Regione afferma

apoditticamente, cioè da cre-

derle sulla parola, che all’in-

terno dell’organico regionale,

anche se esistono professiona-

lità ed energie utilizzabili, sono

sempre tremendamente poche e

talmente impegnate, incardinate

in processi di lavoro parimenti

strategici per l’amministra-

zioni, per cui è giocoforza an-

dare a cercare aiuto e

collaborazioni all’esterno. La

Rai lo ha fatto, ed è finita nella

rete giuridica e amministrativa

di Enzo Iacovino e sotto la lente

d’ingrandimento dell’Autorità

anticorruzione e della Procura

della repubblica di Roma.

Chissà se all’avvocato nostro

concittadino gli venisse propo-

sto di dare uno sguardo anche

alle procedure invalse alla Re-

gione Molise in materia di col-

laboratori e collaborazioni e di

mancato “job posting”. Mai

dire mai. Intanto, come è stato

riportato su queste colonne, si

deve registrare l’eccezione di

legittimità sollevata dalla Corte

costituzionale sugli incarichi

direttoriali relativi alla gestione

della direzione generale per la

Salute (Marinella D’Innocenzo)

e dei quattro dipartimenti orga-

nizzativi (Mariolga Mogavero,

Mariarosaria Simonelli e Mas-

simo Pillarella). Un primo

grave segnale sul modo di agire

e di amministrare al quale,

come ipotizziamo, potrebbero

aggiungersi i casi (a decine) di

collaborazioni esterne da met-

tere sotto la lente d’ingrandi-

mento della Corte dei conti e

della Procura della Repubblica.

Dardo

La poca confidenzadella Regione col “Jobposting” foriera di guai

Sull’abbrivo del caso Rai sollevato dall’avvocato Enzo Iacovino in campo nazionale

Eccezione di legittimità della Corte costituzionale sugli incarichi direttoriali relativialla gestione della direzione generale per la Salute e dei quattro dipartimenti regionali

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88 dicembre 2016

TAagliolto

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