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Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazioneDirettore Responsabile: giuseppe SaluppovimarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobassoredazione tel: 0874.484486email: [email protected]
www.gazzettamolisana.com
E-mail: [email protected]
anno i - n° 0 venerdì 9 dicembre 2016
L’Oscar del giorno lo assegniamoallo storico presidente della ProLoco di Agnone, Beppy Marinelli.E’ il vero trascinatore della mani-festazione della N’Docciata diAgnone che anche per la sfilatadell’8 dicembre ha raggiunto nu-meri altissimi per la cittadina alto-molisana.
Beppy Marinelli
IL N
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OTA
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Il Tapiro del giorno lo diamo a PietroMaio assessore comunale di Campo-basso ai Lavori pubblici. Domenicanon potranno sedere al Romagnoli itifosi dell’Olimpia Agnonese perchèancora non è pronto il parcheggio.Possibile, che tutto questo tempo ètrascorso per arrivare alla soluzionedel problema?
Pietro Maio
Del viadotto
di Liscione
e di altre strade
L’Ardire
di Giuseppe Saluppo
Atornare sulla questione delmancato collaudo del via-dotto del Liscione è stato ilCentro Studi Molisano di
Guardialfiera. Fanno paura quei piloniavvolti da 147 milioni di metri cubid’acqua che agisce come veicolo di so-stanze aggressive. Nel 2002 era statopure avviato un progetto per giungereal collaudo mai portato a compimento.Come mai portato a compimento l'altroprogetto che prevedeva la realizza-zione di una bretella posta ai marginidel lago e ritenuta più sicura e funzio-nale. Oggi, il quadro non è dei piùchiari e fa rima con la disastrosa situa-zione della viabilità interna. Qui, siscopre una situazione che rasenta il di-sastro di tantissime strade chiuse, im-percorribili e pericolose, ma usate damezzi privati e operatori economici.Alcune trasformate in torrenti o ridottedella metà dalle frane, che hanno biso-gno di interventi di manutenzione stra-ordinaria immediata e in molti casi dimanutenzione ordinaria, ormai as-sente. Strade provinciali che sonoanche la via di fuga in caso di calamitànaturali e che costringono a lunghiviaggi chi deve raggiungere un ospe-dale o un ente o portarsi da un paese aun altro, con grave disagio per i citta-dini. Molti tratti sono franati, scoscesi,impercorribili. A qualcuno, forse, inte-ressa la difficoltà quotidiana di abitantie lavoratori dei paesi interni alle presecon una rete stradale fatiscente e senzamanutenzione? Ci sono cartelli che an-nunciano l'inizio e la fine di lavori, maieseguiti. E strade franate chiuse al tran-sito ma solo sulla carta: le auto passanolo stesso. Un territorio che quando sipresentano forti piogge si risveglia inginocchio. Possibile che non si possaapprontare un piano di intervento checoordini l’insieme delle opere di recu-pero riguardanti le strade e le altre in-frastrutture di collegamento? E’chiedere troppo?
IL N
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TR
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SC
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La deflagrazione del Pd della Fanelli,le contraddizioni della Giunta regionale
pongono una questione politica
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Servizio a pagina 3
Campobasso e il casodelle scuole chiuse
Il caso della scuola don Milani è tra quelli più eclatanti a Campo-basso e che sta portando ad una serie fitta di corrispondenza tra igenitori e l’amministrazione comunale. Un nodo che rischia diispessirsi e di creare non poche contrapposizioni anche politichein attesa del 15 gennaio.
pagina 4IL FATTO
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29 dicembre 2016
TAagliolto
Il Piano di rientro dal disavanzo
sanitario è come la tela di Pene-
lope, viene tessuto di giorno e di
notte disfatto, almeno così sem-
bra, visto che non se ne viene a
capo, nonostante la Regione e
l’Azienda sanitaria regionale
(Asrem) il 4 febbraio 2015 ab-
biano stipulato un Protocollo
d’intesa “per l’attuazione di atti-
vità ed interventi di prevalente
competenza Asrem, che per la
loro strategicità ed attinenza in
ordine agli obiettivi posti dal
Piano di rientro è opportuno che
vengano svolti e perseguiti con-
giuntamente”.
Sulla scarsa chiarezza del virgo-
lettato non abbiamo responsabi-
lità.
Ma s’intuisce che per il rientro
dal debito sanitario, il ruolo
dell’Asrem è prevalente e che la
Regione è interessata a conoscere
e a seguire il meccanismo. Così
almeno pare. Nel Protocollo
d’intesa sono stati fissati questi
obiettivi: l’implementazione del
sistema informativo di gestione
del Centro unificato di prenota-
zione (Cup); il potenziamento e il
miglioramento del sistema Tes-
sera sanitaria; l’attuazione del
progetto di dematerializzazione
della ricetta del Servizio sanitario
nazionale (Ssn) finalizzato al mi-
glioramento dell’attività prescrit-
tiva dei medici specialisti
ospedalieri e all’appropriatezza
clinico assistenziale; l’attivazione
sul territorio regionale del sistema
per la gestione del Numero unico
di emergenza europeo (Nue 112),
in coerenza con le previsioni della
normativa europea. Obiettivi che,
letti con un minimo di capacità
d’analisi e di critica, sembrano
poco influenti sulla formazione
del debito e, soprattutto, sulla ca-
pacità di ridurlo. Stringi stringi, la
messa in piedi di questa sinergia
così pomposamente proposta e
commentata, a conclusione dello
scambio e la condivisione delle
conoscenze e di specifici accordi,
all’esame degli atti amministra-
tivi che l’hanno ratifica, s’è ri-
solta nel passaggio di dipendenti
dell’Asrem con qualifica dirigen-
ziale presso la direzione generale
per la Salute, affinché “in colla-
borazione con il personale regio-
nale assegnato a tale strutture”,
venissero superate le criticità pre-
senti nel Sistema sanitario regio-
nale. Stando al Protocollo
d’intesa, gli obiettivi da raggiun-
gere chiaramente indicati e sotto-
scritti, non sono affatto destinati
al superamento delle criticità pre-
senti nel Sistema sanitario, bensì
al Piano di rientro dal debito sa-
nitario. Per cui, col paravento del
Piano di rientro del debito e della
necessità di interagire tra l’Asrem
e la Regione, la direzione gene-
rale per la Salute s’è vista gratifi-
cata della possibilità di utilizzare
personale di ruolo dell’Asrem,
con qualifica dirigenziale, “per il
superamento delle criticità pre-
senti nel Sistema sanitario regio-
nale”. Cosa c’entrino il Piano di
rientro e cosa gli obiettivi con-
cordati con il Protocollo d’intesa,
resta un esercizio che lasciamo al
lettore ed eventualmente ai prota-
gonisti che l’hanno congegnato.
A chi scrive rimane ancora di an-
notare che il 23 novembre 2016 la
direttrice generale della Salute,
Marinella D’Innocenzo, ha riba-
dito la necessità di continuare ad
avvalersi della professionalità
della dottoressa Paola Sabatini e
del dottore Francesco Sforza, en-
trambi dipendenti della Asrem,
per garantire la prosecuzione
delle attività di cui al Protocollo
d’intesa sottoscritto l’8 febbraio
2016. La Sabatini e lo Sforza si
sono detti d’accordo e disponibili
a continuare a svolgere, in posi-
zione di titolarità, il Servizio di
autorizzazione e accreditamento
(Sforza) e il Servizio di program-
mazione della rete ospedaliera
pubblica e privata (Sabatini), en-
trambi i servizi “ricadenti nella
direzione generale per la Salute”.
Cosa incidono, in quanto e per
quanto, questi due Servizi sul
Piano di rientro dal debito sanita-
rio rimane il nodo da sciogliere,
tanto più che sia l’uno che l’altro
non sono tra gli obiettivi indicati
nel Protocollo d’intesa. Ma la
cosa da ridere, però, è che la
giunta regionale abbia poi delibe-
rato testualmente, “di stabilire
che le attività di cui al Protocollo,
approvato con deliberazione
giuntale 20 del 2016 e sottoscritto
l’8 febbraio dello stesso mese, as-
segnate al dottore Francesco
Sforza e alla dottoressa Paola Sa-
batini, sono prorogate per dodici
mesi; e di stabilire, conseguente-
mente che, salvo diverso parere
dell’Asrem, l’utilizzazione in po-
sizione di distacco dello Sforza e
della Sabatini prosegue per dodici
mesi e, dunque, fino al 30 no-
vembre 2017”. Insomma, la
giunta ha stabilito di stabilire
cosa avrebbe stabilito l’Asrem.
Un capolavoro d’inconcludenza e
superficialità. Non a caso il Piano
di rientro non rientra, e il Servi-
zio sanitario regionale non fun-
ziona.
Dardo
Cosa non si fa per paciere e compiacere, complice il Piano di rientro dal disavanzo sanitario
Un pomposo protocollo d’intesa tra l’Asreme la Regione per giustificare il passaggio di
due dirigenti dell’Azienda sanitaria alla direzione generale per la Salute
“La condivisione espressa oggi dal Tavolo
tecnico sul lavoro svolto dalla struttura com-
missariale evidenzia la sostanziale differenza
che passa tra chi si adopera, anche a fronte di
pesanti contestazioni, per garantire una sanità
di qualità ai cittadini molisani e chi invece
prova a utilizzare la stessa per interessi di-
versi. Convinti dell’inutilità della banale con-
trapposizione tra pubblico e privato
convenzionato, contrapposizione che non ci
ha mai appassionato, non ci lasciano indiffe-
renti le polemiche di un erogatore privato che
di fronte alla richiesta del rispetto delle re-
gole, uguali per tutti, arriva a minacciare li-
cenziamenti e chiusura. Un atteggiamento
che non paga, che non meritano i cittadini,
che non merita il personale medico e para-
medico, tecnico e amministrativo che assi-
cura i livelli di assistenza della nostra sanità.
Meriterebbero riconoscimenti e gratitudine
per la passione, la dedizione e la qualità del
lavoro espresso. Lavoriamo insieme per que-
sto. I risultati di oggi rafforzano in noi la con-
vinzione che l’interlocuzione con gli
operatori della sanità, sia essa pubblica che
privata convenzionata, sia fondamentale per
gli obiettivi che ci siamo”, così il presidente
della Regione Molise, Paolo di Laura Frat-
tura, riferisce del Tavolo tecnico di verifica
oggi a Roma: valutazione positiva della co-
pertura, in termini di risorse, individuata dalla
Regione Molise per accedere alla quota resi-
dua per l’anticipazione di liquidità prevista
dal decreto legge 35/2014. “L’accesso alla
quota residua, circa 19,4 milioni, ci consen-
tirà la totale copertura della situazione debi-
toria pregressa del Servizio sanitario
regionale al 31dicembre 2014, ereditata dalla
irresponsabile gestione passata”, spiega il
presidente commissario ad acta per la sanità.
“La valutazione positiva delle coperture –
prosegue Frattura –, ci permetterà di sotto-
scrivere con il Ministero dell’economia, entro
la prossima settimana, il relativo prestito, an-
cora una volta senza incidere di un solo cen-
tesimo sulle tasche dei nostri cittadini moli-
sani ma soltanto valorizzando i tanti risparmi
derivanti da tagli agli sprechi e sperperi ere-
ditati. Siamo a un passo dal superamento de-
finitivo delle criticità passate che hanno
pesato nel percorso di riorganizzazione e ri-
lancio della nostra sanità”. “Abbiamo soddi-
sfatto – ancora Frattura – tutti gli
adempimenti richiesti per gli anni 2010, 2011
e 2012, con il relativo sblocco delle premia-
lità, pari complessivamente a circa 45 mi-
lioni, che saranno erogati alla Regione nei
prossimi giorni”.
Frattura: “In sanità, legge uguale per tutti”
E la giunta ha stabilito di stabilire cosa avrebbe stabilito l’Asrem!
39 dicembre 2016
TAagliolto
di Francesco Totaro
La mia proposta di legge regionale, pre-
sentata nel corso della manifestazione te-
nutasi a San Martino in Pensilis per la
campagna referendaria, sarà inviata a tutti
i consiglieri regionali del Pd italiani.
Ben prima della tornata elettorale del 4
Dicembre scorso, era stata messa nero su
bianco per dare concretamente la dimo-
strazione che è nostra intenzione ridurci
le indennità. Non l’abbiamo esposta nel
corso della campagna referendaria per
non intralciare il percorso democratico
che ha portato gli italiani, ed in partico-
lare, i molisani a votare per il No.
L’iniziativa legislativa nasce dalla vo-
lontà di concorrere in misura ancora più
incisiva alle politiche pubbliche avviate
per la riduzione dei costi della politica.
La rideterminazione in riduzione del trat-
tamento economico dei consiglieri regio-
nali è stata già effettuata dalla Regione
Molise con la legge regionale n. 10 del 25
luglio 2013 (che ha recepito le disposi-
zioni dettate dal decreto-legge 10 ottobre
2012, n. 174 “Disposizioni urgenti in ma-
teria di finanza e funzionamento degli
enti territoriali, nonché ulteriori disposi-
zioni in favore delle zone terremotate nel
maggio 2012”, convertito, con modifica-
zioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n.
213). Successivamente un’ulteriore ridu-
zione del trattamento indennitario dei
consiglieri regionali era stata inserita nel
testo della legge costi-
tuzionale che non ha ri-
cevuto l’approvazione
del referendum costitu-
zionale indetto lo
scorso 4 dicembre. La
proposta di legge rac-
coglie proprio l’inten-
dimento vanificato
dall’esito negativo
della consultazione re-
ferendaria e va nella di-
rezione di assicurare il
raggiungimento di tale
finalità, dimostrando principalmente la
piena disponibilità dei consiglieri regio-
nali molisani a ridurre i costi della poli-
tica, anche in risposta alle contestazioni
rivolte in questo frangente ai consiglieri
regionali molisani accusati di non accet-
tare l’ulteriore contrazione dei loro emo-
l u m e n t i .
L’articolo 1 dispone pertanto che l’im-
porto dell’indennità di carica del consi-
gliere regionale sia ridotto entro i limiti
degli emolumenti riconosciuti al sindaco
del Comune di Campobasso, determi-
nando così una significativa ed ulteriore
riduzione della spesa pubblica regionale
per i propri amministratori.
L’articolo 2 dispone una rapidissima en-
trata in vigore della legge regionale.
Art. 1 (Riduzione dell’indennità di carica
corrisposta ai consiglieri regionali)
L’indennità di carica lorda, di cui alla let-
tera a) del comma 1 dell’articolo 2 della
legge regionale 25 luglio 2013, n. 10, è
corrisposta ai consiglieri regionali per un
importo non superiore a quello degli
emolumenti attribuiti al Sindaco del Co-
mune di Campobasso.
Art. 2 (Entrata in vigore)
La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblica-
zione nel Bollettino Ufficiale della Re-
gione Molise.
La proposta di legge per ridurrele indennità dei consiglieri regionali
L’intervento
Il “No” al referendum, con il con-
sequenziale abbandono di Renzi
da capo del Governo, ha spari-
gliato le carte nel Pd, ha riaperto
i giochi, ha rimesso in moto la
dialettica interna. In campo na-
zionale e in periferia. Prima che
cadesse, e tutto lasciava pensare
che non cadesse, tanto da rendere
l’ultima settimana della campa-
gna referendaria “una straordina-
ria rimonta”, nel Molise il mazzo
di carte lo gestiva il duo renziano
per eccellenza formato da Mi-
caela Fanelli (segretaria regionale
del partito) e da Paolo di Laura
Frattura (presidente della giunta
regionale). In modo renziano,
s’intende. Con sufficienza, con
spocchia, con irridente e beffardo
sorriso opposto ad ogni accenno
di dissenso, di leggero impercet-
tibile scostamento dalle linea
tracciata e tutta da (e)seguire. Il
duo era talmente padrone di sé,
delle sue convinzioni, delle sue
attribuzioni fino al punto da in-
terrompere un congresso per poi
non riprenderlo più (Micaela Fa-
nelli), e fino al punto di costrin-
gere l’assessore Petraroia ad
uscire dall’esecutivo, senza rim-
piazzarlo. Due esempi tra i tanti
consegnati alla cronaca molisana,
in cui l’apice dell’autosufficienza
è stato, purtroppo per noi moli-
sani, espressa nella gestione (di-
sastrosa) della sanità, che li
riassume e l’ingloba tutti. I mille
giorni di Renzi si possono asso-
ciare ai mille giorni di Frattura e
di Fanelli: avviliti dalla gragnola
di “No”, ripassati e ripensati alla
luce delle tante chiacchiere e
delle scarse consistenze. In
campo nazionale il Pd probabil-
mente dovrà affrontare elezioni
anticipate; nel Molise (ahi noi!)
probabilmente dovrà aspettare la
scadenza naturale dei primi mesi
del 2018. Con una certezza, però.
Il mazzo di carte cambierà di
mano. Dal duo Frattura passerà a
Roberto Ruta. Sarà il senatore,
che ha sofferto non poco il carat-
tere, le bizze, le tante sfumature
di un comportamento spesso al li-
mite della sfida da parte del pre-
sidente della giunta e della sua
mallevadrice Micaela Fanelli, a
considerare le scelte, le strategie,
le opportunità da adottare sulla
scorta di una nuova legge eletto-
rale che non avrà più il primato
della segreteria del partito, sicu-
ramente più padrone di sé e delle
sue aspirazioni e destinazioni fu-
ture: dove e come esprimerle, e
come conquistarle. Con lui, anti-
renzianamente potrà ritrovare
verve e considerazione anche
l’onorevole Danilo Leva.
Le candidature non saranno più
stabilite secondo l’Italicum, e con
esso non più con la prevalenza
della segreteria nazionale e delle
segreterie regionali, specie se di
natura e di matrice renziane.
Saranno altri i parametri di valu-
tazione che accompagneranno le
scelte, le collocazioni, e le desti-
nazioni. Se fossimo in Frattura
cercheremmo di correre ai ripari:
abbassando le orecchie e peda-
lando per una volta in favore
dello sviluppo dell’economia re-
gionale, dell’occupazione e della
sanità.
Dardo
Il dopo l’esito del referedum costituzionale
I mille giorni di Renzi si possono associare aimille di Frattura e di Fanelli: avviliti dalla
gragnola di “No”, ripassati e ripensati alla luce delle tante chiacchiere e delle scarse consistenze
Sarà il senatore Roberto Ruta a gestire le scelte, le strategie, le opportunitàda adottare sulla scorta di una nuova legge elettorale?
49 dicembre 2016
TAagliolto
I diritti violati dei bambini a causadella indifferenza dell’Amministra-zione”. Lo scrive il genitore di unodei bambini che frequentano lascuola, Stefano Brienza. “Una vitaal contrario,la impossibilità di vi-vere le esperienze proprie del fan-c i u l l o ,lacostanteviolazionedeibasilaridi-rittiproprideibambini, èquesta la ca-tartica “punizione”inflitta ai piccolicittadini da un’Amministrazionecomunale che continua a dimo-strare un aberrante disinteresse perl’emergenza più volte segnalata.E già!Perchéilprimodisinteresse-perlesortidiqueipiccoli,ilComune-loha già tacitamente manifestatoquando dallontano 2014hasepolto-sottouna coltre dipolverelarelazio-nedell’ing.Corsichelapidariamenteaffermavala scarsas icurezzadella-DonMilani.IlComunehafattofinta-niente,haignorato quelle parole chehanno fatto gelare il sangue ad ognigenitore che sinoall’ottobre del 2016 hamandatoil-propriofiglioinquellascuolacon malripostafiducianelleIstituzionicuiaf-fidavailpersonalissimobenepiùpre-zioso.Quello sfidare lasorte quotidiana-mente sarebbe con molta proba bi-lità durato all’infinitose unmanipolo di genitori troppo curiosino navesse deciso di spolverarequei faldoni dimenticati (chissà sevolutamente o per inconsapevo-lezza,in ognicaso con colpa)e,leg-gendo semplicementeinitaliano, on
avesse scoperto le parole“peri-colo....ed alta vulnerabilità”. Quelleparoletifannoabbracciaretuo figlioet iinducono a chiedergli perdonoper non averloadeguatamentepro-tettoperlungotempo. Tu tifidavi,lecarteeranoin regolati era stato detto, poifiguriamocisel’Ammini-strazionenon bada a certe cose!Ma il Comunenontichiedescusa,nonsifaperdona-reperl’inammissibile “dimenti-canza”. Non gli passaneanche perla testa che debba farlo,anziti ap-pioppa il doppio turno....Così im-pari a fare il ficcanaso.Infattiquellestesseparolechetihan-nofattotribolareetihannoindottoachiederechiarimenti,perl’Ammini-strazionenonhannolostessosignifi-cato. Il pericolo nonètalefinchénonsopraggiungel’interpreta-
zione autentica della parola che so-loilfantomatico“studio di vulnera-bilità”può dare.Cisichiededaprofanoperchèl’Ing.Corsiabbiascrittounarelazionerite-nuta oggi del tutto inutilesebasta-vauncumulativostudiodivulnerabilitàche riguardaben11edificiecheser-veprioritariamenteavalutarelavita-residua degliedifici,equindilaconvenienzaeco-nomicadiinvestiresuglistessi! Hasprecato tempo Corsio lo sta spre-candoilComune? È questa la do-manda che sorge lecita da momentoche la annunciata convenzione conl’Università ad oggi ancora nonèo-perativa.Nonostantegli annunciedi-p r o c l a m idiun’Amministrazionechesiprofes-sacelerefacendo credere di avergiàaffidatol’incarico con ladelibe-
ran.217 del14.10.16, adoggiuna-nuovadeliberadigiunta,lan.268del6.12.16,rimanda ad una nuova bozzadi convenzione,non ancora contro-firmata, legata ad un cronopro-grammainesistente.PraticamenteNULLA. Ma allora cichiede sel’im-pegnoprioritario delComunesia-quellodiessere impegnatoinartificitec-nico-linguistici (vedi:trasferire glistudenti anziché chiudere la scuola;prospettaresoluzioni,inluogodisi-stemareibambini....;) che sembre-rebbero esaurire di per sel’attivitàinquestafase,oppurechemanchi il reale e concretointeresse-dirisolvereilproblema? Tra le due,sembrerebbe la seconda. Come po-tercredereall’impegnofattivodiun-Comune che ad ol tre 2 mesidall’insorgeredell’emergenzanon-haavutoancorailtempoe ilmodo diprospettare una soluzione che pos-sainqualchemodotranquillizzarei-genitori e i bambini? Comepotercredereall’impegnofattivo-diunComuneche dopo avermanife-stato l’intenzione,raccolto ledisponibilità digenitorie fatto com-pilaremoduliperl’adesioneadattivi-tàantimeridianeludico-ricreative edidattiche,presso diverse struttureprivate,ad oggiancora non firma leconvenzioni;Comepotercredereal-l’impegno fattivodiunComuneche
ha volutamenteevitatorisposteim-possibili,quantoimbarazzanti,sul-perchèsolo oggi attenzionailproblema della sicurezzadella-DonMilani, nonostantela circo-stanza che le condizioni che hannoindottol’Amministrazioneaconfe-rire incaricoperlostudiodivulnerabi-litàsiano lemedesime dell’anno2014? Come potercredereall’impe-gnofattivodiunComunecheadoggi-haritenutoche fosse prioritario unallargamento della Giunta rispettoalla risoluzione dell’emergenza,dandorisposteaicittadinigenitori.Forse ritiene che l’allargamentodella Giunta sia quello che igenito-risi aspettavanoeauspicavanoperil-benedeilorofigli? Le beghedipalazzoeitraballantiequilibripoli-ticinonciinteressano. CaroSig.Sin-daco,cidialerispostecheinostrifiglihannoildirittodiaveree Leil’obbligo-didare. Ci restituisca la vitadituttii-giorni, al di la dellelogichepoliticheepartitiche sottesea scelte che occorre avere ilcorag-gio dipercorrere, perchè ammini-strarecomportailcondividereledifficoltàche oggi l’Amministrazione ha-riversato sulla partepiùdeboledella-società, ibambini.Quellaparteperòpiùpreziosaperlaqualevalelapenadi-dare,almenounavolta,unesempiodiimpegnoincondizionatodibuona-amministrazione.
E’ Stefano Brienza a rilanciare la problematica degli edifici chiusi
“Sindaco Battista, sulle scuole troppi errori”
Egregio Monsignor Bregan-tini
sono la madre di due bambini che fre-quentano la scuola Don Milani di Cam-pobasso e voglio riportarLe quanto èdifficile affrontare le lezioni pomeri-diane, sia come genitori che come bam-bini. Andare a lezione di pomeriggio creail primo problema di trovare chi si occupidi loro al mattino, difficoltà che hannotutte le mamme che lavorano e chespesso non sanno a chi appoggiarsi perun supporto.Affrontando con fatica questo problema,da circa un mese al mattino sveglio e sa-luto i miei figli prima di andare al lavoro;dopo che hanno trascorrono la mattinacon altri arriva la difficoltà del pranzo, amezzogiorno, orario in cui dovrebberofare merenda e poi, zaino in spalla, vannoa scuola tra sbadigli e saluti frettolosi. Inquesto sono fortunata perché all’uscitadal lavoro riesco ad accompagnarli ascuola, riesco a vederli e trascorrere conloro qualche minuto, quelli del tragitto,prima della sera.Dopo cinque ore di scuola, quando lagiornata è ormai terminata, vado a ri-prenderli per farli mangiare e dargli labuonanotte. Non ho più i momenti digioco e di condivisione che dedicavoa loro; la famiglia ha perso quegli spazi
vitali del “vivere insieme”,quei gesti e quelle abitu-dini condivise e diventateun immancabile ritualedella giornata, tradizionistravolte dai turni pomeri-diani di lezione, ed i bam-bini ovviamente se neaccorgono … sono un po’disorientati,ma affrontano questa si-tuazione con la forza e laresponsabilità di cui sono capaci. In que-sta situazione non sono tra i genitori piùsfortunati perché ho entrambi i bambiniche vanno a lezione di pomeriggio e nonvivo le ulteriori difficoltà di chi ha i figliche vanno a scuola con orari alternati.Tutto questo crea rabbia e delusione, so-prattutto perché la situazione dell’edifi-cio della scuola Don Milani eraconosciuta da molti anni, perché un’Am-ministrazione che si preoccupa dei bam-bini avrebbe potuto e dovuto evitare tuttiquesti disagi proprio a loro, alla parte piùfragile ma più importante della società,perché i turni pomeridiani sono dovuti aduna inattività della pubblica amministra-zione, perché a distanza di 14 anni dalterremoto di San Giuliano scopriamoche quell’esperienza non è servita percreare una coscienza della sicurezza sco-
lastica per mettere in sicu-rezza tutti i bambini; tuttoquesto fa male come geni-tori e come appartenentiad una comunità che do-vrebbe essere matura e re-sponsabile.La ringrazio dell’appelloche ha fatto a noi genitoridi avere pazienza, la ap-plichiamo tutta per supe-rare questo momento di
grande disagio e sacrificio e, come ci hachiesto, cerchiamo di non far risentire aibambini il peso di questa situazione diprecarietà senza mai infondere il loro ilsenso di paura, perché la paura chiude lementi, pur spiegando loro il perché diquesta situazione e fargli comprenderel’importanza della questione, affinchésiano consapevoli e diventino cittadinidel domani responsabili e possano far sìche problemi del genere non si verifi-chino più.La ringrazio anche per l’appello alla fi-ducia nelle istituzioni, che non abbiamomai perso e cerchiamo di far avere ai no-stri bambini, seppur siano le stesse isti-tuzioni che avrebbero dovuto evitargliquesti disagi, ma come genitori dob-biamo farlo.La ringrazio per la profonda amarezza
espressa e per le parole di incoraggia-mento che sono molto importanti perché,come Lei da buon pastore cerca di indi-rizzare la comunità, al pari come genitoridobbiamo fare altrettanto per i nostribambini.Spero che le Sue parole siano di impulsoed incoraggiamento anche per le istitu-zioni, che servano da sprono per trovareuna soluzione nel più breve tempo pos-sibile e limitare al massimo i disagi cau-sati a bambini e famiglie.Lei che ha utilizzato sempre un linguag-gio adatto a chi ascolta, Le chiedo di con-dividere con noi genitori una preghiera eun appello per i responsabili delle istitu-zioni affinché, oltre le logiche politiche,abbiano a cuore i bambini della comunitàe per la loro tutela trovino il coraggio diazioni importanti per risolvere definiti-vamente il problema della sicurezzascolastica di tutti i bambini, la parte piùpreziosa della comunità; la loro azione èimportante perché, se da un lato il terre-moto è sicuramente un evento impreve-dibile, dall’altro l’azione del buon padredi famiglia può senz’altro prevenire i pe-ricoli per i propri figli.Grazie ancora per le parole di supportoed incoraggiamento.
Mena Fantacone
Caro Bregantini, i bambini devono avere sicurezze
59 dicembre 2016
TAagliolto
Un altro importante riconosci-
mento per il ricercatore molisano
Gianluca Iarocci: il suo ultimo stu-
dio scientifico sul trasporto su
strada è stato recentemente pubbli-
cato dall’ISPRA. Iarocci nato a
Campobasso nel 1971 ha terminato
gli studi superiori presso il locale
liceo scientifico nel 1990, partito
per Roma si è laureato in Scienze
Statistiche per poi conseguire un
master universitario in Epidemiolo-
gia. La sua storia è quella di un cit-
tadino campobassano che, emigrato
dal Molise, è riuscito a far valere le
sue competenze ed esperienze fuori
dalla propria regione. Numerosi
sono stati i suoi lavori pubblicati dai
principali organismi scientifici sia
nazionali che internazionali con un
vasto eco anche in campo giornali-
stico. Il settore trasporto su strada
dopo quello delle industrie di pro-
duzione e trasformazione dell’ener-
gia è il settore maggiormente
responsabile delle emissioni (25%
nel 2014) e responsabile del 31,8%
del consumo totale di energia finale
e del 68,8%del consumo finale di
petrolio. Nel 2007 il gasolio ha su-
perato la benzina come carburante
più utilizzato per le auto, lo stesso
carburante è anche utilizzato in
modo predominante dai veicoli
commerciali. In Italia i veicoli merci
(soprattutto furgoni) sono aumentati
in modo considerevole a partire dal
1998 e dalla fine degli anni 90 c’è
stato un enorme aumento del nu-
mero di motoveicoli. Dal 1990 al
2014 le missioni nazionali totali di
gas serra, espresse in CO2 equiva-
lente, sono diminuite di circa il
19,8%.
Il molisano Gianluca Iarocci e lo studio scientifico sul trasporto su strada
Gli enti pubblici, prima di cer-
care all’esterno collaborazioni
e professionalità, hanno l’ob-
bligo di applicare il “job po-
sting” che altro non è che la
ricerca preventiva di personale
interno in grado di svolgere i
compiti e i servizi di cui hanno
bisogno. Un obbligo, si badi,
non un’opzione. Ne ha fatto un
caso di livello nazionale l’av-
vocato Enzo Iacovino denun-
ciando la Rai all’Autorità
anticorruzione e alla Procura
della Repubblica di Roma per-
ché verificassero l’esatto
adempimento degli obblighi di
pubblicazione (ex articolo 45
del decreto legislativo
33/2013), l’esatto
adempimento e il rispetto delle
disposizioni in materia di abuso
conflitto di interessi; sospen-
dessero o disponessero la re-
voca e/o dichiarare la nullità
degli incarichi e dei contratti
non conformi al decreto legisla-
tivo 39/2013; segnalassero e
trasmettessero la documenta-
zione e i provvedimenti adottati
ai competenti uffici disciplinari
e giudiziari per ogni eventuale
inadempimento e/o violazione
di legge, del piano della traspa-
renze e del piano anticorru-
zione, al fine di accertare ogni
eventuale responsabilità disci-
plinare, amministrativa, penale
e contabile. Questa iniziativa
dai risvolti clamorosi (la Rai, le
sue radici popolari, i suoi per-
sonaggi alla ribalta, i suoi sup-
posti prestigi culturali, la sua
complessità fatta di programmi,
programmatori, registi, presen-
tatori, costumisti, truccatori e
chi più ne ha più ne metta), ha
raccolto l’attenzione collettiva
dei media nazionali. Il Fatto
Quotidiano ha riservato all’av-
vocato Iacovino la prima pa-
gina, gli altri giornali hanno
pubblicato il testo della denun-
cia. A noi interessa la premessa,
cioè che gli enti pubblici hanno
l’obbligo di praticare il “Job
posting” prima di accedere al li-
bero mercato, alla ricerca di
collaborazioni a proprio uso e
consumo, con il supporto delle
risorse finanziarie pubbliche.
Ne eravamo consapevoli e
spesso abbiamo richiamato l’at-
tenzione sulle circostanze in cui
la Regione, soprattutto, è parsa
poco adusa e propensa ad appli-
care il “job posting” in modo
analitico, serrato e comprovato.
Lo abbiamo fatto spesso, anche
in una corrispondenza del 30
novembre scorso commentando
l’ennesimo ricorso all’esterno,
in quel caso della direzione ge-
nerale per la Salute, alla ricerca
della collaborazione continua-
tiva e coordinata di 5 unità, uti-
lizzando una formuletta,
sempre la stessa, sempre
uguale, buona per tutte le occa-
sioni e le circostanze. Una for-
muletta che dice tutto in termini
generici e niente in termini ri-
stretti. A Palazzo Vitale ne
fanno uso largo e reiterato. E
tutti a bersela, quasi fosse una
coppa di champagne. Eccola la
formuletta magica con la quale,
come accenniamo, la Regione
crede di soddisfare, anzi di su-
perare, di bypassare il “job po-
sting”: “Esaminati i fascicoli
professionali dei dipendenti re-
gionali in possesso di adeguata
qualificazione culturale; accer-
tato che allo stato – tenuto
anche conto del complesso
degli incarichi di funzione at-
tualmente esercitati – l’esiguo
numero dei dipendenti regionali
potenzialmente utilizzabili ri-
sulta incardinato in processi di
lavoro parimenti strategici per
l’amministrazione regionale e
non suscettibili di depaupera-
mento in termini di risorse
umane a essi dedicate” … si
rende necessario … bla bla bla,
cioè ricorrere alle collabora-
zioni esterne. Con quella for-
muletta la Regione afferma
apoditticamente, cioè da cre-
derle sulla parola, che all’in-
terno dell’organico regionale,
anche se esistono professiona-
lità ed energie utilizzabili, sono
sempre tremendamente poche e
talmente impegnate, incardinate
in processi di lavoro parimenti
strategici per l’amministra-
zioni, per cui è giocoforza an-
dare a cercare aiuto e
collaborazioni all’esterno. La
Rai lo ha fatto, ed è finita nella
rete giuridica e amministrativa
di Enzo Iacovino e sotto la lente
d’ingrandimento dell’Autorità
anticorruzione e della Procura
della repubblica di Roma.
Chissà se all’avvocato nostro
concittadino gli venisse propo-
sto di dare uno sguardo anche
alle procedure invalse alla Re-
gione Molise in materia di col-
laboratori e collaborazioni e di
mancato “job posting”. Mai
dire mai. Intanto, come è stato
riportato su queste colonne, si
deve registrare l’eccezione di
legittimità sollevata dalla Corte
costituzionale sugli incarichi
direttoriali relativi alla gestione
della direzione generale per la
Salute (Marinella D’Innocenzo)
e dei quattro dipartimenti orga-
nizzativi (Mariolga Mogavero,
Mariarosaria Simonelli e Mas-
simo Pillarella). Un primo
grave segnale sul modo di agire
e di amministrare al quale,
come ipotizziamo, potrebbero
aggiungersi i casi (a decine) di
collaborazioni esterne da met-
tere sotto la lente d’ingrandi-
mento della Corte dei conti e
della Procura della Repubblica.
Dardo
La poca confidenzadella Regione col “Jobposting” foriera di guai
Sull’abbrivo del caso Rai sollevato dall’avvocato Enzo Iacovino in campo nazionale
Eccezione di legittimità della Corte costituzionale sugli incarichi direttoriali relativialla gestione della direzione generale per la Salute e dei quattro dipartimenti regionali
88 dicembre 2016
TAagliolto
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