L’ECOSCUOLA L’ECOSCUOLA GIORNALINO DELLA SCUOLA ELEMENTARE DI BORZONASCA DIREZIONE DIDATTICA DI...

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1 L’ECOSCUOLA GIORNALINO DELLA SCUOLA ELEMENTARE DI BORZONASCA DIREZIONE DIDATTICA DI COGORNO NUMERO 2 MAGGIO 2007 Si porta a conoscenza dei lettori che gli articoli sono stati elaborati da alunni di nove –dieci anni, perciò eventuali inesattezze o incompletezze delle notizie deb- bono essere scusate. Si ringrazia tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questa importante iniziativa. Un grazie particolare atutti i lettori. Cari lettori, In cinque anni,è la seconda volta che esce “L’Ecoscuola”, giornalino prodotto dagli alunni della scuola elementare di Borzonasca. Le pagine che lo compongono sono indirizzate a tutti i cittadini del nostro Comu- ne, affinché si prenda sempre maggior consapevolezza dell’importanza della cor- retta maniera di raccogliere la spazzatura. Un numero sempre maggiore di persone sanno quali gravi danni derivino dall’ignorare le giuste modalità dello smaltimento dei rifiuti dei quali la prima grande vittima è l’Ambiente: per questo ,dai libri ai giornali, ai programmi radio- fonici e televisivi ,vengono diffusi dati e informazioni allarmanti affinché ciascu- no agisca con maggior consapevolezza. Gli alunni della scuola, con questo secondo numero, vogliono entrare in ogni ca- sa , affinché il problema, almeno nel territorio del nostro Comune venga affronta- to da tutti con coscienza. Il territorio sta diventando una gigantesca discarica, piena di veleni che intacca- no il suolo, l’atmosfera e di conseguenza la salute dell’ ’uomo. Perciò vi preghiamo di riflettere attentamente nel leggere le interessanti pagine del giornalino,di apprezzarne gli scritti e le immagini prodotte dai bimbi che hanno messo tutta la loro buona volontà perché fosse utile soprattutto , a quei concittadini poco diligenti, poiché è arrivato il momento di assumere buone abi- tudini verso il posto in cui ciascuno deve vivere responsabilmente. Maestra Rita- Assessore alla Scuola In collaborazione con: Parco Naturale Regionale dell'Aveto Comune di Borzonasca Comunità Montana Valli Aveto Graveglia Sturla Pag.2 Riciclare=risparmiare Pag.3 i rifiuti nel terzo mondo Pag.4 intervista ai nonni Pag.6 molta dell’immondizia che noi gettiamo viene sotterra- ta. Cosa accade ai rifiuti quando sono sottoterra??? (esperienza della classe V) Pag.7 riciclare in Italia (dati A- PAT 2004 estrapolati dal sito dell’Osservatorio provinciale rifiuti di Reg- gio Emilia” Pag.8 ART ATTACK!!! Pag.10 ECOGIOCHI

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L’ECOSCUOLA GIORNALINO DELLA SCUOLA ELEMENTARE DI BORZONASCA

DIREZIONE DIDATTICA DI COGORNO NUMERO 2 MAGGIO 2007

Si porta a conoscenza dei lettori che gli articoli sono stati elaborati da alunni di nove –dieci anni, perciò eventuali inesattezze o incompletezze delle notizie deb-bono essere scusate. Si ringrazia tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questa importante iniziativa. Un grazie particolare atutti i lettori.

Cari lettori, In cinque anni,è la seconda volta che esce “L’Ecoscuola”, giornalino prodotto dagli alunni della scuola elementare di Borzonasca. Le pagine che lo compongono sono indirizzate a tutti i cittadini del nostro Comu-ne, affinché si prenda sempre maggior consapevolezza dell’importanza della cor-retta maniera di raccogliere la spazzatura. Un numero sempre maggiore di persone sanno quali gravi danni derivino dall’ignorare le giuste modalità dello smaltimento dei rifiuti dei quali la prima grande vittima è l’Ambiente: per questo ,dai libri ai giornali, ai programmi radio-fonici e televisivi ,vengono diffusi dati e informazioni allarmanti affinché ciascu-no agisca con maggior consapevolezza. Gli alunni della scuola, con questo secondo numero, vogliono entrare in ogni ca-sa , affinché il problema, almeno nel territorio del nostro Comune venga affronta-to da tutti con coscienza. Il territorio sta diventando una gigantesca discarica, piena di veleni che intacca-no il suolo, l’atmosfera e di conseguenza la salute dell’ ’uomo. Perciò vi preghiamo di riflettere attentamente nel leggere le interessanti pagine del giornalino,di apprezzarne gli scritti e le immagini prodotte dai bimbi che hanno messo tutta la loro buona volontà perché fosse utile soprattutto , a quei concittadini poco diligenti, poiché è arrivato il momento di assumere buone abi-tudini verso il posto in cui ciascuno deve vivere responsabilmente. Maestra Rita- Assessore alla Scuola

In collaborazione con:

Parco Naturale Regionale dell'Aveto Comune di Borzonasca Comunità Montana Valli Aveto Graveglia Sturla

Pag.2 Riciclare=risparmiare

Pag.3

i rifiuti nel terzo mondo

Pag.4 intervista ai nonni

Pag.6

molta dell’immondizia che noi gettiamo viene sotterra-

ta. Cosa accade ai rifiuti quando sono sottoterra??? (esperienza della classe V)

Pag.7 riciclare in Italia (dati A-PAT 2004 estrapolati dal

sito dell’Osservatorio provinciale rifiuti di Reg-

gio Emilia”

Pag.8 ART ATTACK!!!

Pag.10

ECOGIOCHI

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La nostra classe quinta, assieme alla clas-se quarta della scuola primaria di Borzona-sca ha aderito al Progetto sui rifiuti. Durante la prima lezione, la responsabile del progetto, Barbara Fontana, ci ha parlato di RICICLAGGIO dei rifiuti. Ci ha spiegato che la decomposizione de-gli oggetti impiega determinati tempi. Ad e-sempio, una lattina impiega da 20 a 100 anni, una bottiglia di vetro minimo 4000 anni, una bottiglia di plastica da 100 a 1000 anni, un fil-tro di sigaretta 2 anni, la copia di un giornale da 4 a 12 mesi e un fazzoletto di carta da 3 a 6 mesi. Ci ha ricordato che attraverso il pro-cesso del riciclaggio possiamo riutilizzare: carta, vetro, plastica, metalli e rifiuti organi-ci, in modo da: risparmiare materie prime, energia elettrica e acqua e salvaguardare l’ambiente. In particolare, ci ha colpito il fatto che per produrre una tonnellata di carta da cellu-losa vergine occorrono: 15 alberi, 440000litri d’acqua e 76000kwh di energia elettrica. In-vece per produrre una tonnellata di carta ri-ciclata bastano 1800 litri d’acqua e 2700kwh di energia elettrica,senza impiegare alcun al-bero. La carta prodotta attraverso il riciclag-gio, viene usata per la produzione di imbal-laggi. La plastica riciclata, invece, viene usata per fibre a fiocco o a filo, per produrre indu-menti e contenitori,…battiscopa, tubi, profi-lati rigidi, flaconi per prodotti chimici e ma-teriale per l’edilizia. I metalli vengono impiegati per la produ-zione di imballaggi metallici. Tra i metalli ci sono anche le pile, che contengono cromo, cadmio, rame e mercurio, ma non possono es-sere riciclate o bruciate, solo raccolte e desti-nate ad appositi impianti che le rendono iner-ti.

I rifiuti organici , se opportunatamente raccolti e selezionati, servono per produrre fertilizzanti naturali.Barbara ci ha parlato anche dell’importanza della raccolta diffe-renziata, senza la quale non si potrebbe usu-fruire del riciclaggio. Abbiamo imparato che bisogna inserire negli appositi contenitori, oltre alla plastica, alla carta, ai metalli e al vetro, anche: i far-maci scaduti (che vanno privati della confe-zione), le pile e gli abiti usati. Nel “nostro piccolo” possiamo: riutilizza-re più volte la borsa della spesa, ridurre più possibile gli imballaggi e riportare ai negozi i vetri che si possono rendere. Inoltre è consigliato acquistare solo la merce di cui effettivamente abbiamo bisogno e nella quantità minima possibile.

LAVORO DI GRUPPO DELLA CLASSE V: DEBORA, ALESSANDRO D., ALESSANDRO S.

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LAVORO DI GRUPPO DELLA CLASSE V: MICHELA, ALBANO, KLEMENT.

Barbara, la relatrice del corso sui rifiuti, oggi ci ha fatto notare quanti ne produce la no-stra civiltà moderna. Tutto ciò che noi usiamo per alimentarci, per esempio, è contenuto in involucri che poi vengono buttati: sacchetti, bottiglie, contenitori di plastica, carta di vario tipo, lattine,… In questo modo i rifiuti prodotti da un paese come il nostro sono tantissimi. Il problema grosso è come smaltirli! Ci sono varie strade: una è quella di cercare di pro-durne di meno (non produrne affatto è impossibile), un’altra è quella di riutilizzare le cose più volte prima di buttarle, un’altra ancora è differenziare la raccolta per poter riciclare. Nella lezione di oggi abbiamo fatto un confronto col modo di gestire i rifiuti in un paese di-verso dal nostro: l’India. Lo studio è fatto da un ricercatore, matteo mainetti, a Swarga Dwuar (La porta del cielo) che è una missione dove vivono delle persone che hanno avuto la lebbra ed ora sono guarite. Mainetti racconta della sua meraviglia nel vedere che qui la produzione di rifiuti è minima. L’alimentazione viene prodotta da loro stessi, coltivando riso e verdure, allevando animali e quindi ottenendo latte, carne ed uova e raccogliendo frutti. I resti di cibo vengono usati per alimentare i maiali. Comprano pochissime cose e i contenitori, come per esempio le latte dell’olio, vengono riu-tilizzate più volte per altri scopi, finchè non sono del tutto rotti; a questo punto li sotterrano in una buca. Quando la buca è piena, li bruciano e spargono la cenere sul terreno, come fertilizzante. In altre zone dell’India, nelle campagne, ci sono discariche di plastica e di copertoni. Le persone dividono a mano i vari tipi di plastica, ne fanno dei mucchi e li portano, in te-sta, ai depositi dove verrà riciclata. Altre persone tagliano le camere d’aria e tolgono il battistrada dai copertoni; anche questi verranno venduti a basso costo, per essere riciclati. In altre zone i bambini, anche piccoli, costruiscono mattoni di terracotta e vengono pagati (poco) per ogni mattone che producono. Il fiume è al tempo stesso vasca da bagno e lavatrice. La gente povera, senza tetto, dorme in capanne coperte da sacchetti di plastica e usa que-sta “materia prima” anche per realizzare i materassi. La raccolta differenziata qui serve soprattutto a guadagnare qualche soldo e non è frutto di coscienza e di rispetto del territorio.

I FALSI RIFIUTI

Cosa fare dei vestiti usati? E delle scarpe ancora in buon stato? L'ideale sarebbe permettere che altre persone, magari meno fortunate di noi, possano in qualche modo riutilizzarli. Per questo ci si può rivolgere ai centri parrocchiali o ad associazioni di vo-lontariato che raccolgono cose usate. In alcuni centri ci sono le "campane" che permettono di raccogliere scarpe e vestiti usati con lo stesso sistema della raccolta differenziata. E poi anche i vestiti possono essere riciclati riutilizzando tessuti e filati di cui sono composti. La lana ricavata da indu-menti usati può essere filata e tessuta un'altra volta.

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Al tempo dei nonni non si faceva la raccolta differenziata, ma si producevano meno rifiuti, perchè? Quando si faceva la spesa, ad esempio, i prodotti erano quasi tutti venduti sfusi senza imballaggi:

• la pasta era posta in fazzoletti grandi di stoffa e così anche il pane • la carta “matta”usata per fasciare alcuni alimenti era conservata dalle massaie e

riutilizzata in cucina ad esempio come assorbente per l’olio delle fritture • si beveva l’acqua dal rubinetto e non esistevano le bottiglie di plastica • le bibite erano rare e comunque conservate in bottiglie di vetro che potevano esse-

re riciclate anche per andare a scuola non servivano tante cose: bastavano 2 quaderni, 1 matita ed 1 pen-na e guai a perdere qualcosa!!!!

L’intervista fatta ai nonni ha fatto emergere una cultura del “riciclare” incredibile:

1 - i piatti scheggiati venivano riutilizza-ti come sottovasi; 2 - gli indumenti, le scarpe, le coperte passavano dal fratello più grande a quel-lo più piccolo; 3 - quando i vestiti erano troppo “lisi”: · si usavano come stracci per la polvere o

per lavare per terra; · si vendevano allo straccivendolo che li

pagava un tanto al peso o che forni-va in cambio qualche oggetto nuovo;

4 - anche l’acqua veniva riciclata: · quella che serviva per lavarsi il viso ve-

niva poi utilizzata per i piedi; · l’acqua usata per fare bollire le uova

serviva poi per bagnare i fiori; 5 - la cenere della stufa · veniva setacciata per togliere la carbo-

nella (riutilizzata come combustibi-le) e utilizzata per lavare i panni e in alcuni casi per lucidare i pavimenti;

· serviva da concime per le piante di ci-polla;

· era utilizzata per sigillare i paioli nella preparazione della grappa;

6 - i chiodi e gli oggetti in ferro che non servivano più prima venivano messi in un secchio pieno d’acqua e fatti arruggi-nire, in un secondo momento venivano messi in un buco vicino a fiori del giar-dino: il colore di quei fiori si faceva e-stremamente intenso. In altri casi i ma-teriali in ferro erano portati in una di-scarica dove ogni tanto passava un ca-mion a raccoglierli; 7 - al tempo dei nonni le fognature come le intendiamo noi oggi non esistevano: u-na grossa “camera esterna” chiusa e si-gillata da un coperchio conteneva i liqua-mi. Un uomo chiamato “ganghe” passa-va al mattino presto con un carro traina-to da un cavallo a svuotare il pozzo nero. Tutto il liquame raccolto serviva come concime per i campi. 8 - si riciclava anche la carta: come? · Veniva sciolto in un litro d’acqua un

cucchiaio di colla da tappezziere, si aggiungeva la carta vecchia di gior-nale strappata a pezzettini e si la-sciava ammorbidire per una notte.

CLASSE IV: ALESSANDRO, ALESSIA C., ALESSIA D., DAVIDE, EDEL, ELENA, GAIA, GIACOMO,

GIULIA A., GIULIA B., GUIDO, NICOLETTA, RAFFAELE, RICCARDO, SERENA

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L’indomani quella carta veniva im-pastata in modo da ottenere un com-posto denso ed omogeneo.Quel com-posto serviva per decorare e model-lare vasi, statuine… una volta asciu-gato il tutto era la volta di dipingere.

· Quando si faceva la salsa in casa si av-volgevano le bottiglie per impedire che si rompessero durante la bollitu-ra.

· Si usava per accendere la stufa; · Con la carta di un giornale vecchio in-

zuppata d’acqua si realizzavano del-le palline che erano in seguito lascia-te al sole ad asciugare. Nelle giornate d’ inverno queste palline si metteva-no nel caminetto a bruciare con la legna. Si dice che queste palline dia-no lo stesso calore del carbone.

· La carta dei giornali tagliata a strisce serviva da carta igenica.

9 - i rifiuti organici venivano utilizzati come cibo per gli animali o come conci-me per le piante; 10 - i covoni del grano, privati delle spi-ghe, erano sfruttati per la copertura delle cascine da fieno (al posto delle lamiere);

11 - le bottiglie di vetro erano conservate per imbottigliare il vino l’anno successivo ed i barattoli di vetro per salsa e conserve varie; il vetro rotto poteva servire come materiale per nuove pavimentazioni; 12 - i sacchetti di iuta erano utilizzati co-me contenitori per le patate, castagne, granoturco…: una volta usati si piegava-no e si mettevano in un posto al riparo dai topi per poterli riutilizzare ancora. Quando si strappavano, venivano rattop-pati e come ultimo uso servivano per la raccolta dell’erba per le mucche. 13 - non esistevano i sacchetti di plastica e così per portare a casa la spesa si utiliz-zava un grande fazzoletto di stoffa. 14 - le pentole di terracotta, di alluminio o di rame se si bucavano venivano riuti-lizzate come contenitori del mangime per i polli. 15 - con i pezzi di una botte vecchia si poteva realizzare persino un dondolo per far giocare i bambini!! 16 - i gusci delle castagne secche erano inseriti all’interno dei muri per fare iso-lamento.

I RIFIUTI ORGANICI Avanzi di cibo e scarti alimentari vengono chiamati rifiuti orga-nici o umidi perché, come mostra il disegno a fianco, sono com-posti all'80 per cento di acqua: Rappresentano il 30 per cento di tutti i rifiuti prodotti. Come possiamo ridurli? In passato ogni scarto alimentare veniva utilizzato per nutrire gli animali, in particolare il maiale. Oggi possiamo trasformarli in compost, un prezioso fertilizzante per piante e fiori di origi-ne naturale. Questo sistema, che si ispira a processi naturali ed è facile da realizzare, può essere adottato da chi possiede un giardino. Ma chi decompone i rifiuti organici? Chi li trasforma in terriccio fertile per piante e fiori? Gli organismi responsabili di questo perfetto esempio di rici-claggio sono piccoli insetti, millepiedi, lombrichi e funghi.

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MOLTA DELL’IMMONDIZIA CHE NOI GETTIAMO VIENE SOTTERRATA. COSA ACCADE AI RIFIUTI QUANDO SONO SOTTOTERRA???

ESPERIENZA DELLA CLASSE V

1 - abbiamo raccolto diversi materiali: una pallina di plastica, un oggetto di ceramica, della carta stagnola ed alcune sostanze naturali (del finocchio, un pomodoro e un limone). 2 - abbiamo riempito di terra alcuni vasi e abbiamo sotterrato in ognuno di essi un materiale diverso. 3 - abbiamo incollato su ogni vaso un’etichetta con il nome del materiale sotterrato e la data. 4 - abbiamo bagnato la terra dei vasi. 5 - dopo qualche settimana abbiamo dissotterrato i materiali e abbiamo notato che:

• Le sostanze naturali si sono modificate e hanno cominciato a decomporsi. • Gli altri materiali non si sono modificati.

Questo è accaduto perché il terreno è pieno di piccoli animali, batteri microscopici e funghi che si nutrono di sostanze naturali disgregandole. Queste sostanze vengono quindi in parte assor-bite dal terreno ed in parte utilizzate come cibo. Gli esseri viventi che si nutrono di materia or-ganica morta e putrefatta si chiamano decompositori e ma materia viene detta biodegradabile. I decompositori non si nutrono però di materiali prodotti dall’uomo, che quindi non si trasfor-mano e restano nel terreno per lungo tempo.

QUANTO IMPIEGA A DECOMPORSI UN OGGETTO ABBANDONATO????

FAZZOLETTO DICARTA 2 MESI

TORSOLO DI MELA 3-6 MESI

QUOTIDIANO 3-12 MESI

CORDA DI COTONE 14 MESI

SIGARETTA CON FILTRO 2 ANNI

GOMMA DA MASTICARE 5 ANNI

CARTA DI CARAMELLA 5 ANNI

ACCENDINO DI PLASTICA 100 ANNI

LATTINA DI ALLUMINIO 300 ANNI

LENZA DI NYLON 600 ANNI

PIATTO, BICCHIERE, BOTTIGLIA 100-1000 ANNI

SCHEDA TELEFONICA 1000 ANNI

POLISTIROLO 1000 ANNI

VETRO 3000 ANNI

BOTTIGLIA DI PLASTICA 100-1000 ANNI

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RAFFAELE

ALESSIA C.

ELENA

MICHELA

EDEL, ELENA, NICOLETTA

DAVIDE

ALESSANDRO A.

GIULIA

ALESSA

NDRO

D.

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Anche i più piccoli hanno deciso di realizzare una pic-cola opera d’arte per il nostro giornalino!!!

GAIA

GUIDO

GIACOMO

RICCARDO

DEBORA

ALESSA

NDRO

S.

CLASSE I

ALESSIA D.

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P O E R O T I R E N E C N I S

O L T O T N E M A N I U Q N I

R A T A R I F I U T I L

G V I S E A M R A C C I A I O

A O T U T N T N O C I V O S N N T I L’ A I O B U C C E M O G

I A C I R A C S I D B L E

C I A M M O G A S E N E L

O T I T U I F I R A T I R T E

B I D O N E P I L E C A R T A

PUZZLE ECOLOGICO Cancella con una crocetta le parole suggerite nel puzzle.

Alla fine, le caselle libere ti indicheranno la frase ecologica che devi tenere a mente

Parole suggerite: Inceneritore Organico Plastica Carta Pile Bidone Tritarifiuti Sole Inquinamento Cassonetto Rifiuti Legno Acciaio Gomma Bucce Discarica Nocivo

ORIZZONTALE 2. foglio sottile ottenuto dalla lavorazio-ne di fibre vegetali contenenti cellulosa. 4. lo si fa per fare una collezione. 5. materia trasparente e fragile, ottenu-ta dalla fusione del silicio con altre so-stanze. 8. sostanza, ricavata sinteticamente, a-datta a molteplici usi. VERTICALE 1. sinonimo di inceneritore. 3. luogo dove vengono bruciati i rifiuti. 6. contenitore metallico dove è contenu-ta la coca-cola o altre bibite. 7. grossi recipienti usati per raccogliere la spazzatura. 9. batteri che vivono in assenza di ossi-geno.

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Scrivete i contrari delle seguenti paro-le. Le iniziali formeranno

un’importante frase pulito odio veloci pieno sapiente dolce bene libero ruvido sazio fisso cattivo buio inquinante vecchio presto immigrato

L A S T I C A

C A M O N

A T T I N E

E C O C N T R O

Scrivete nei quadretti vuoti la lettera mancan-te e otterrete un rifiuto pericoloso.

CAMBIO DI INIZIALE

Ad usar più volte il XXXXX ci vuol forse pazienza

di certo è un buon YXXXX per misurar l’intelligenza.

INDOVINELLO

Che sia bianca o colorata,

liscia, crespa, ondulata nella

scuola è molto usata meglio

assai se riciclata.

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Capo redattore ed impaginatrice:

DOTT. GEOL. BARBARA FONTANA

Insegnanti che hanno collaborato:

MARINA FONTANA ANNETTA RICCOBALDI

MARIUCCIA FULLE

Redattori:

GLI ALUNNI DELLE CLASSI IV E V DELLA SCUOLA ELEMENTARE DI BORZONASCA

Alcuni disegni sono estrapolati dal sito dell’ “OSSERVATORIO PROVINCIALE RIFIUTI DI REGGIO EMILIA”. Alcuni disegni sono tratti dal sito del “Corriere di Como on line”