l’ l V La I storia di Ignazio Grillo, dª Giornata Con · gente, della speranza, di un cammino...

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«I l verbo, che stando presso il Padre era verità e vita, facendosi uomo è diventato nostra via» ( sant’Ago- sno). Quando ci si avventura in luoghi sconosciu, l’esigenza più impellente è quella di imboccare la via giusta per giungere alla meta desiderata. dopo il peccato, l’uomo aveva smarrito la via che porta a dio e non gli sarebbe stato facile tro- varla, perché dio non era più il suo luminoso riferimento esistenziale. dovee passare tanto tempo prima che questo percorso fosse riaperto. e Giovanni il precursore ne fu l’ulmo artefice; lui «voce di uno che grida nel deserto : Pre- parate la via del signore, raddrizzate i suoi seneri ! ogni burr one sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato ; le vie tortuose diverranno dirie e quelle impervie, spianate» ( Lc 3,4-5). Questa parola annunciava la riapertura della via che, prendendo avvio dal seno del Padre, entrava nel mondo e rianno- dava il filo tra cielo e terra. Infa, «veniva nel mondo la luce vera, quella che il- lumina ogni uomo» ( Gv 1,9). e qu esta luce era l’umanità del verbo di dio, che «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria ( Gv 1,14). da quel momento la storia è cambiata, ha avuto un nuovo inizio perché è stata abitata dall’Uomo- dio. Infa, «con l’incarnazione il Figlio di dio si è unito in certo mo do a ogni uomo» (Gs 22). volendo accostare questo mistero con le categorie espressive di Papa Francesco, si può dire che, facendosi uomo, il verbo di dio, ha voluto abitare le periferie esistenziali in mo do da aprire il suo cuore agli ulmi, ai dimenca, ai poveri, ai pubblicani e ai peccatori di ogni tempo. riusci re a leggere la ineffabile condiscendenza di dio, manifestata araverso il velo della nostra carne mortale, significa riconoscere che, al di là di ogni orizzonte sperabile, dio ha voluto pren dersi cura della sua fragile creatura, «come chi solleva un bimbo alla sua guancia» ( Os 11,4). La celebrazione del na- tale, pertanto, ci induce a «scoprire e trasmeere la “misca” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caoca che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio» ( eG 87). Come nella persona del Figlio di dio l’incontro del divino e dell’umano hanno realizzato il mistero dell’incarnazione, così nella celebrazione del natale il nostro imme- desimarci con ogni creatura ci fa aprire gli occhi e il cuore per chinarci su di loro e prendercene cura con misericordia e tenerezza. Una porta a perta verso la misericordia alla pagina 3 Con divi dere l’ INterVIsta . Al nuovo Arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice A Natale sI sveLA IL mIstero dI DIo I L V erbo INcarNato AbItA Le perIferIe esIstenzIALI L’editoriale / di Domenico Mogavero Quindicinale della Diocesi di Mazara del Vallo Registrazione Tribunale di Marsala n. 140/7-2003 Anno XIII n. 22 del 20 dicembre 2015 Distribuzione gratuita Editore Ass. “Orizzonti Mediterranei” Piazza della Repubblica, 6 91026 - Mazara del Vallo Direttore editoriale mons. Domenico Mogavero Direttore responsabile Max Firreri Redazione Piazza della Repubblica, 6 91026 - Mazara del Vallo tel. 393.9276843 [email protected] www.diocesimazara.it A questo numero hanno collaborato padre Giulio Albanese, Vin- cenzo Bellomo, Mimmo Fazio, Erina Ferlito, Ignazio Grillo, Pamela Orrù, Valen- tina Palmeri, Dora Polizzi, Susanna e Paolo Russo, Alessandra Turrisi. Impaginazione e stampa Grafiche Napoli via Selinunte, 206 91021 - Campobello di Mazara Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 di- cembre 2015. è vietata la ri- produzione integrale o parziale di testi e fotografie. Quindicinale associato alla: La foto di Francesco Terramagra. Il momento dell’apertura della Porta Santa in Cattedrale a Mazara del Vallo. l a V IsIta pastorale . La storia di Ignazio Grillo, non vedente dalla nascita I l messaggIo . 1° gennaio 49ª Giornata mondiale della pace

Transcript of l’ l V La I storia di Ignazio Grillo, dª Giornata Con · gente, della speranza, di un cammino...

«Il verbo, che stando presso il Padre era verità e vita,facendosi uomo è diventato nostra via» (sant’Ago-stino). Quando ci si avventura in luoghi sconosciuti,

l’esigenza più impellente è quella di imboccare la via giusta pergiungere alla meta desiderata. dopo il peccato, l’uomo avevasmarrito la via che porta a dio e non gli sarebbe stato facile tro-

varla, perché dio non era più il suo luminoso riferimento esistenziale. dovettepassare tanto tempo prima che questo percorso fosse riaperto. e Giovanni ilprecursore ne fu l’ultimo artefice; lui «voce di uno che grida nel deserto : Pre-parate la via del signore, raddrizzate i suoi sentieri ! ogni burrone sarà riempito,ogni monte e ogni colle sarà abbassato ; le vie tortuose diverranno diritte equelle impervie, spianate» (Lc 3,4-5). Questa parola annunciava la riaperturadella via che, prendendo avvio dal seno del Padre, entrava nel mondo e rianno-dava il filo tra cielo e terra. Infatti, «veniva nel mondo la luce vera, quella che il-

lumina ogni uomo» (Gv1,9). e questa luce era l’umanità del verbo di dio, che«si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplatola sua gloria (Gv1,14). da quel momento la storia è cambiata, ha avuto un nuovoinizio perché è stata abitata dall’Uomo-dio. Infatti, «con l’incarnazione il Figliodi dio si è unito in certo modo a ogni uomo» (Gs 22). volendo accostare questomistero con le categorie espressive di Papa Francesco, si può dire che, facendosiuomo, il verbo di dio, ha voluto abitare le periferie esistenziali in modo da aprireil suo cuore agli ultimi, ai dimenticati, ai poveri, ai pubblicani e ai peccatori diogni tempo. riuscire a leggere la ineffabile condiscendenza di dio, manifestataattraverso il velo della nostra carne mortale, significa riconoscere che, al di là diogni orizzonte sperabile, dio ha voluto prendersi cura della sua fragile creatura,«come chi solleva un bimbo alla sua guancia» (Os11,4). La celebrazione del na-tale, pertanto, ci induce a «scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme,di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di parteciparea questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza difraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio» (eG 87). Comenella persona del Figlio di dio l’incontro del divino e dell’umano hanno realizzatoil mistero dell’incarnazione, così nella celebrazione del natale il nostro imme-desimarci con ogni creatura ci fa aprire gli occhi e il cuore per chinarci su di loroe prendercene cura con misericordia e tenerezza.

Una porta apertaverso la misericordia

alla pagina 3

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l’INterVIsta.Al nuovoArcivescovo di Palermo,monsignor Corrado Lorefice

A Natale sI sveLA IL mIstero dI DIoIL Verbo INcarNato AbItA Le perIferIe esIstenzIALI

L’editoriale/ di Domenico Mogavero

Quindicinale

della Diocesi

di Mazara

del ValloRegistrazione Tribunale di

Marsala n. 140/7-2003

Anno XIIIn. 22 del 20 dicembre 2015Distribuzione gratuita

Editore

Ass. “Orizzonti Mediterranei”Piazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallo

Direttore editoriale

mons. Domenico Mogavero

Direttore responsabile

Max Firreri

Redazione

Piazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallotel. [email protected]

A questo numero

hanno collaborato

padre Giulio Albanese, Vin-cenzo Bellomo, MimmoFazio, Erina Ferlito, IgnazioGrillo, Pamela Orrù, Valen-tina Palmeri, Dora Polizzi,Susanna e Paolo Russo,Alessandra Turrisi.

Impaginazione e stampa

Grafiche Napolivia Selinunte, 20691021 - Campobello di Mazara

Questo numero è statochiuso in redazione il 15 di-cembre 2015. è vietata la ri-produzione integrale oparziale di testi e fotografie.

Quindicinale associato alla:

La foto diFrancesco

Terramagra.Il momento

dell’aperturadella Porta

Santa inCattedrale aMazara del

Vallo.

la VIsIta pastorale. La storia di Ignazio Grillo,non vedente dalla nascita

Il messaggIo. 1° gennaio49ª Giornatamondiale della pace

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L’intervista

Vita di Chiesa

sono ripartiti i lavori di restauro conservativo edi riqualificazione della chiesa madre di Par-

tanna. Il sindaco nicola Catania ha ottenuto l’okal finanziamento regionale di 147.151,90 euro.

partanna.ripartiti i lavorinella chiesa madre

l’orDINazIoNe.Il nuovo Arcivescovo di Palermo«stare in mezzo alla gente, fuori dai palazzi»

di Alessandra Turrisi

monsignor Corrado Lorefice succede al cardinale Paolo romeo alla guida della metropolia«La Costituzione contiene realmente tutta l’intensità umana del nostro popolo»

Per creare dialogo servono cuori onesti eretti: così è stato per i padri costituenti,da togliatti a La Pira, così è capace di fare

anche Palermo. «oggi c’è bisogno di rettitu-dine, anche negli ambienti ecclesiali, ovun-que». è un’iniezione di fiducia quella chegiunge all’Arcidiocesi di Palermo dal nuovo Ar-civescovo, monsignor Corrado Lorefice. sonopassati pochi giorni dalla sua ordinazione epi-scopale e dal suo insediamento sulla Cattedradi san mamiliano, ma “don Corrado”, comeama farsi chiamare, ha già fatto breccia nelcuore dei palermitani. Papa Francesco ha vo-luto al vertice di una importante Arcidiocesimetropolitana questo sacerdote, parroco disan Pietro apostolo a modica, docente di teo-logia morale all’istituto san Paolo di Catania eda sempre impegnato nella cura delle voca-zioni, studioso di dossetti e Lercaro e amico delbeato don Pino Puglisi. Una rivoluzione di vitaper Lorefice, 53 anni, che non perde occasioneper sottolineare la sua sorpresa («Ancora mi chiedo cosa ci faccio qui»nel primo discorso in piazza Pretoria al suo arrivo a Palermo), ma giàdai primi interventi punta dritto alla costruzione di una Chiesa poverae per i poveri («se vogliamo una città che stia bene, dobbiamo ripartiredai più deboli» ha detto nella sua prima intervista).sin dai primi giorni è stato investito da una valanga di affetto, la gente

la ferma a ogni passo, chiede una parola, una carezza, una preghiera.

perché?

«Io sono veramente sorpreso. In Cattedrale gli scout sono rimasti finoa mezzanotte per incontrarmi, per stringermi la mano uno a uno, perfare un selfie. Io mi sottometto con molta semplicità. Questo affetto micolpisce e mi commuove. e capisco il potere dei segni. Io non sono ilsalvatore di Palermo, assolutamente no. Capisco che però i segni hanno

una forza evocativa del bene che c’è nellagente, della speranza, di un cammino che sipuò fare insieme. ecco, percepisco il segno diun desiderio di bene che c’è in Città e che speroevochi le migliori forze. I giovani mi hannodetto che è una Città da cui scappare: comenon scoraggiarsi, la Chiesa cosa può fare? Alloraio ho risposto che i famosi ‘professorini dellaCostituente’ erano cristiani convinti, autentici,giovani, si sono messi insieme dopo la distru-zione della guerra e ci hanno regalato un’Italiache è diventata una grande nazione. Allora, igiovani sono da incoraggiare in una sicilia che,invece, ha la tentazione di piangersi addosso.Abbiamo intelligenze, grandi potenzialità. stocominciando a gustare la città di Palermo, èuna capitale, ha tutte le prerogative per essereil cuore del mediterraneo, con la sua storia diinclusività, di incontro di culture».In molti sono rimasti sorpresi dal suo riferi-

mento alla carta costituzionale, all’articolo 3

in particolare, durante il suo primo discorso alla città. perché è così

importante?

«La Costituzione contiene realmente tutta l’intensità umana e umaniz-zante che il nostro popolo italiano ha compreso, ma aspetta di essererealizzata. Una Carta costituzionale viene scritta per dare al popolo altivalori e a essa si torna quando ci sono i momenti di crisi. Allora, oggi ri-partiamo da lì. Finirebbero gli interessi di parte, di partito, le diatribe.C’è la nostra carne che è in ginocchio, la nostra gente, i miei e i vostrifamiliari. dobbiamo stare in mezzo alla gente, non nei palazzi ecclesia-stici o della politica».avere l’odore delle pecore, come dice papa francesco. Questo vale

anche per i politici?

«Cos’è l’impegno politico? se mi candido non lo faccio per un mio inte-resse, ma perché amo la città e, amandola, so che la convivenza tra gliuomini è difficile e quindi devo fare sì che la mia città sia vivibile uma-namente. Il bene comune non è una cosa astratta, è un principio es-senziale che è sancito dalla Costituzione, ci deve essere unadestinazione universale dei beni. Ci sarà tensione, violenza, malavita inuna città, se viene disatteso questo diritto al bene. se noi facciamo po-litica, lo facciamo perché abbiamo a cuore gli interessi della gente, nongli interessi di partito; i partiti sono al servizio».

Il profilo

monsignor Corrado Lorefice è ilnuovo Arcivescovo di Palermo.

nato a Ispica nel ‘62, don Corrado è statoordinato diacono nel 1986 e il 30 dicem-bre del 1987 è stato ordinato presbitero

nella chiesa della santissima Annunziataa Ispica. Ha insegnato all’Istituto supe-riore di scienze religiose di siracusa(2010-2013) e allo studio teologico “sanPaolo” di Catania (2010-2015).

Fra michele barone della comunità dei Cap-puccini di salemi lunedì 7 dicembre è stato

eletto nuovo vicario foraneo dai presbiteri dellalocale Forania.

salemi.Fra michelenuovo vicario foraneo

riprenderanno ai primi di gennaio i due corsi Lis(Lingua italiana dei segni) che si tengono presso la

redazione del nostro giornale. nei due corsi ci sonoancora posti disponibili. Informazioni: 3474474467.

corso lis.Lezioni al via a gennaioAncora posti disponibili

non una porta come tante, ma la Porta dellamisericordia. Quanti fedeli, nei decenni,hanno varcato quel portone della Catte-

drale. Con l’avvio dell’Anno giubilare straordinario in-detto da Papa Francesco, quell’ingresso ha assuntotutt’altra valenza. Lo ha ribadito pure il vescovo nellasua omelia («siamo entrati nella nostra Cattedralecon un atteggiamento interiore diverso da quellocon cui tantissime volte abbiamo varcato quella so-glia. oggi quella porta per noi è diventata santa, gra-zie al disegno di amore diffuso pensato da PapaFrancesco»). Per l’apertura della Porta giubilare indiocesi, lo scorso sabato 12 dicembre, sono arrivatiin poco più di tremila. Il popolo dei fedeli si è radu-nato nella piazza antistante la chiesa di san micheleper poi raggiungere in corteo la Cattedrale che nonè riuscita a contenere tutti. Un preludio all’interoAnno della misericordia ricco di eventi e pellegri-naggi, «che – ha detto il vescovo nella sua omelia –vuole evitare di lasciarci cadere le braccia per la rin-novata constatazione che la nostra miseria spiritualecontinua a impedirci di risollevarci». è un anno davivere in gioia, per rendere felice il cuore, «ma nellaverità». In questo lungo periodo – fino al 20 novem-bre 2016 – ci sarà spazio per l’indulgenza e per la ri-conciliazione. «non bisogna avere un cuore sordoa qualsiasi richiamo al rinnovamento nel perdono enella riconciliazione, ricevuti e donati» ha dettosempre il vescovo. se non ci sarà gioia si rischia di farsoffocare la speranza. misericordia significa unmondo meno freddo e più giusto, rinnovando il rap-porto con dio, rendendolo vivo nella fede. Per que-sto durante tutto l’anno i santuari diocesaniaccoglieranno i pellegrini. In comunione e gioia.

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la porta dellamisericordiauna gioia per tutti

L’Anno Giubilare

La nomina

di Max Firreri

a bangui. l’emmanuelecon i poveri nei bassifondi della storiadi padre Giulio Albanese

duemila anni fa il «verbo», cioè la Parolaforte di dio, si fece carne in Palestina, mi-stero salvifico che ha cambiato la storia

dell’umanità e che Papa Francesco ha reso quantomai attuale durante il suo recente viaggio aposto-lico in Africa, inaugurando l’Anno della misericordiaa bangui. tra le diverse chiavi di lettura ce n’è unache accomuna cattolici, fedeli di altre confessionicristiane e di religioni diverse e anche non credenti:la consapevolezza di aver assistito, dal 25 al 30 no-vembre, a un avvenimento storico con il quale mi-surarsi per l’impatto della predicazione del Papa eper l’accentuata riflessione sui temi ispirati a Evan-gelii gaudiume Laudato sì. ma soprattutto per al-cuni gesti, il più significativo dei quali è stato volerfar partire, in anticipo, l’Anno giubilare in un luogoche appartiene ai cosiddetti bassifondi della storia.Francesco ha infatti aperto la prima Porta santanon a san Pietro in vaticano, ma nella cattedraledella capitale centrafricana. e subito dopo ha per-corso le vie della città insieme con l’iman musul-mano, quasi a dire al mondo che per la prima voltain oltre settecento anni nella storia giubilare pos-sono riconoscersi nell’Anno della misericordia nonsolo i cattolici, anche i fedeli di religioni diverse, in-sieme naturalmente ai cristiani delle altre confes-sioni. […] Già a bangui, parlandone come di una

«capitale spirituale del mondo», bergoglio avevaspiegato che «l’Anno santo della misericordia vienein anticipo» perché «in questa terra sofferente cisono anche tutti i Paesi che stanno passando attra-verso la croce della guerra». […] durante il suo viag-gio apostolico, da papa Francesco è arrivata lacondanna del terrorismo; è arrivata sempre in-sieme a quella della guerra e alla denuncia delcommercio e del traffico di armi, dello sfrutta-mento indiscriminato delle risorse e degli squilibrisociali, e all’appello alle religioni a essere operatricidi pace e di unità e non strumenti di conflitto e di-visioni. «La guerra è un affare, un affare grande. “Ilbilancio va male? Facciamo una guerra”. dietro cisono interessi, vendita di armi, potere», ha dettoai giornalisti sull’aereo che lo riportava a roma. Unacosa è certa: se l’apertura della Porta santa a ban-gui, nella sua concretezza di gesto dalla triplice va-lenza pastorale, sociale e politica, è stato l’eventoprincipe di questo viaggio apostolico, il tema chiavedei sei giorni trascorsi in Africa è stato quello dellapace, conditio sine qua nonper innescare i processidi cambiamento necessari al progresso e allo svi-luppo dei popoli. […] In un frangente dello storiaumana in cui le classi dirigenti a livello planetarioostentano una imbarazzante grettezza di frontealle istanze di liberazione di una moltitudine di po-poli oppressi, Papa Francesco appare davverol’unico leader mondiale in grado di dare voce a chinon ha voce, proponendo un’agenda perspicacee illuminata sulla «casa comune», ma soprattuttoinfondendo una speranza, davvero palpabile neivolti delle masse impoverite che ha incontrato.Un’empatia, la sua, manifestata col cuore e con lamente a tutti i poveri del mondo. A pensarci bene,questo è davvero il messaggio de santo natale,dell’emmanuele, «Il dio con noi».

La foto. Un momento della celebrazione eu-caristica in Cattedrale lo scorso 12 dicembre.

l’intervento

FocusSul sito diocesimazara.it il testo inte-grale del servizio a firma di padre GiulioAlbanese.

FocusSul sito diocesimazara.it le foto, ilvideo, il testo dell’omelia del Vescovo eil decreto sui luoghi e le date giubilari.

monsignor vito rallo (nella foto) è stato nomi-nato da Papa Francesco nuovo nunzio apo-

stolico in marocco. Arcivescovo titolare di Alba dinumidia, in Algeria, è stato, negli ultimi otto anni,nunzio apostolico in burkina Faso e niger per no-mina del Papa emerito, benedetto XvI. entrato nelservizio diplomatico della santa sede nel 1988, èstato ordinato vescovo a mazara del vallo il 28 ot-tobre 2007.

marocco. mons. rallonuovo nunzio apostolico

Ignazio Grillo (nella foto), 17 anni, è un ragazzo non ve-dente dalla nascita. Durante la Visita pastorale del Ve-scovo nella parrocchia Maria Ss. della Confusione haproclamato la prima lettura in brail nella messa dome-nicale.

Ci sono dei momenti e delle persone che rimangonoper sempre nella nostra memoria. Ci sono incontriche danno un senso all'agito quotidiano e fanno

comprendere l'importanza di essere comunità. oggi ho in-contrato il vescovo mogavero, e l’ho ascoltato. mi ha par-lato di un natale fatto di festa, di famiglia, di comunanzacon gli altri, di una gioia condivisa per la venuta di nostrosignore. mi ha fatto vedere e toccare con mano il valoredel servizio, cioè porsi in ascolto degli altri e mettere a di-sposizione dei fratelli i propri carismi. mi ha esortato aguardare ai bisogni degli altri, a prestare attenzione al miovicino, a colui che è assente, e in questa assenza vi è unarichiesta di aiuto, la richiesta di essere accolto, ascoltato,compreso. mi ha mostrato un cammino che da dio portaall'uomo e che dall'uomo conduce a dio, richiamando l’esi-genza di porre al centro del nostro essere l’uomo con lesue debolezze, i suoi desideri, la sua bellezza, abbando-nando il frastuono e il gracidare del mondo che ci circonda,fatto di false luci e falsi miti di progresso. non vorrei con-traddire Celentano, ma l’emozione ha voce, quella del no-stro Pastore.

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La Visita pastorale/A Salemi

Ignazio Grillo frequenta la parrocchia maria ss. della Confusione nel paese del belice«dobbiamo porre al centro del nostro essere l’uomo con le sue debolezze»

di Ignazio Grillo

la storIa.La bellezzadella vita anche al buio«Ho toccatocon mano il valoredel servizio»

Il pastore incontra le sue pecorelle: lupetti,esploratori, guide, rover, scolte e capi delgruppo scout Agesci salemi 1. L’esperienza

della visita pastorale nella nostra parrocchiaChiesa madre è stata fonte e occasione per nuovisentimenti, emozioni e speranze: è innegabile chequesto è un momento ecclesiale in cui la parroc-chia si raduna attorno al suo Pastore, condivi-dendo esperienze e carismi diversi. riunioniinfinite, sia in parrocchia che nel gruppo, per de-cidere cose fare, per decidere come meglio tra-scorrere questi giorni insieme al nostro vescovo

domenico. volevamo che tutto fosse impecca-bile, ma in fondo sapevamo che, qualora qualcosafosse andato storto, il nostro era un incontro conuna persona che avrebbe preferito vedere la re-altà al posto dell’apparenza. L’accoglienza del ve-scovo nella nostra base ci ha permesso di farglivisitare il boschetto impiantato recentemente e ilocali utilizzati quotidianamente per le attività;durante la condivisione del pranzo ci siamo sentiticome in famiglia ma l’obiettivo più importantedell’incontro col vescovo era quello di rendereprotagonisti i nostri ragazzi. Infatti vedere i lupetti

ballare e cantare con lui il “ban della felicità”, gliesploratori e le guide giocare a roverino (tradizio-nale gioco scout), la branca rs porre delle do-mande e aprirsi, ci ha resi un po’ orgogliosi e felici.La speranza è quella che questi momenti di con-divisione possano ripetersi.

I momenti

tra gli scout uno di loro.Giochi e pranzo insiemecome un’unica famigliadi Susanna Grassa e Paolo Russo

FocusSul sito diocesimazara.it le foto del mo-mento vissuto dal Vescovo con gli scoutdel gruppo Salemi 1.

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Tempo di Natale

Dalla Terra di Gesù

a betlemme. Natale sotto tono e futuro incerto.La carezza di Papa Francesco che restituisce speranza

ètempo di speranza. È tempo di Natale.Irremovibile e a volte ostinato il calen-dario ci riporta nel ciclo veloce della

vita in quel periodo dell’anno che ci richiamaalla pace. Anche quando il timore e la paurache il desiderio per un mondo migliore sem-brano venire meno, il tempo di Natale ci re-stituisce quell’atmosfera di serenità e paceche fa riaccendere nel cuore la speranza cheil messaggio di salvezza dalla Grotta di Be-tlemme possa davvero raggiungere tuttal’umanità. A Betlemme si accendono pocheluci quest’anno e la festa è sotto tono. Dal-l’inizio della nuova ondata di violenze, dafine settembre a oggi, quasi 130 giovani e

molto spesso giovanissimi palestinesi hannoperso la vita e molti altri sono rimasti grave-mente feriti. Questa nuova fase di violenzesembra solo all’inizio di un nuovo processodi trasformazioni che in molti credono cam-bierà ancora una volta le sorti di molte per-sone in Terra Santa. L’annullamento deiprocessi di pace e la totale alienazione dellecomponenti politiche israeliane e palestinesiporta la maggior parte delle famiglie, e so-prattutto quelle palestinesi, a essere preoc-cupate per il futuro e sempre più spesso apensare all’emigrazione. In questo contestola piccola minoranza cristiana ogni anno siriduce sempre di più e a partire sono giovani

famiglie preoccupate di cercare un futuro dipace per i loro figli. Dalla Siria all’Iraq, dal-l’Egitto a Israele e Palestina le secolari comu-nità cristiane, ricche di storia e di fede contradizioni, lingue e riti che risalgono ai primisecoli dell’esperienza cristiana sono impau-rite, segnate da morte e distruzione e ri-schiano di scomparire. La carezza di PapaFrancesco con la recente apertura dell’Annodella Misericordia ci restituisce la speranzadi una Chiesa sempre più vicina anche a chiè lontano e che molto spesso rischia di iso-larsi nell’abbandono. Il tempo di Natale cidoni quella Pace di cui abbiamo grande bi-sogno e intenso desiderio.

di Vincenzo Bellomo

il messaggio di Papa Francesco

dio non è indifferente! A dio importadell’umanità, dio non l’abbandona!All’inizio del nuovo anno, vorrei ac-

compagnare con questo mio profondo convin-cimento gli auguri di abbondanti benedizioni edi pace, nel segno della speranza, per il futurodi ogni uomo e ogni donna, di ogni famiglia, po-polo e nazione del mondo, come pure dei Capidi stato e di Governo e dei responsabili dellereligioni. non perdiamo, infatti, la speranza che

il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosa-mente impegnati, a diversi livelli, a realizzare lagiustizia e operare per la pace. sì, quest’ultimaè dono di dio e opera degli uomini. La pace èdono di dio, ma affidato a tutti gli uomini e atutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo.[…] Il 2015 è stato un anno speciale per laChiesa, anche perché ha segnato il 50° anniver-sario della pubblicazione di due documenti delConcilio vaticano II che esprimono in manieramolto eloquente il senso di solidarietà dellaChiesa con il mondo. […] In questa medesimaprospettiva, con il Giubileo della misericordiavoglio invitare la Chiesa a pregare e lavorareperché ogni cristiano possa maturare un cuoreumile e compassionevole, capace di annun-ciare e testimoniare la misericordia, di «perdo-

nare e di donare», di aprirsi «a quanti vivononelle più disparate periferie esistenziali, chespesso il mondo moderno crea in manieradrammatica», senza cadere «nell’indifferenzache umilia, nell’abitudinarietà che anestetizzal’animo e impedisce di scoprire la novità, nel ci-nismo che distrugge». […] nello spirito del Giu-bileo della misericordia, ciascuno è chiamato ariconoscere come l’indifferenza si manifestanella propria vita e ad adottare un impegnoconcreto per contribuire a migliorare la realtàin cui vive, a partire dalla propria famiglia, dalvicinato o dall’ambiente di lavoro. Anche glistati sono chiamati a gesti concreti, ad atti dicoraggio nei confronti delle persone più fragilidelle loro società, come i prigionieri, i migranti,i disoccupati e i malati. […]

1° gennaio 2016.giornata mondialedella pace

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Attualità /Fatti e cronache dal territorio

castelVetraNo

riaperta la chiesadi san Giuseppe, danneggiata nel ‘68

èstato riaperto alla pubblica fruizionequel che resta della chiesa di san Giu-seppe a Castelvetrano, edificio di culto

che rimase chiusa al pubblico nel 1968, a se-guito del terremoto che colpì la valle del be-lice. Parte della chiesa venne demolita enegli anni sono stati effettuati alcuni lavorida parte della Curia e del Comune. L’Ammi-

nistrazione comunale guidata dal sindacoFelice errante, in collaborazione con l’Arci-pretura di Castelvetrano, è riuscita a effet-tuare una manutenzione ordinaria e aripristinare l’antico pavimento in marmo diCarrara e a collocare un altare, anch’esso inmarmo, e uno scivolo per disabili che saràultimato nelle prossime settimane.

In breve

marsala.esposti i resti recuperati di una nave romana

venerdì 18 dicembre al museo archeologico regio-nale “Lilibeo” è stata esposta al pubblico una parte

considerevole della nave tardo-romana rinvenuta nel1999 nei fondali di marausa. Il sito, posto tra marsala etrapani allo sbocco del fiume birgi, costituiva nell’anti-chità un approdo strategico sia dal punto di vista militareche commerciale.

castelvetrano.Un premioa matteo Chiaramonte

santa Ninfa. non c’è ilPiano d’Ambito per l’srr

Lo scrittore castelvetranese matteo Chiara-monte (nella foto il seconda da sinistra) è

stato premiato col Premio oscar dell’Accademianazionale universitaria di Lettere, arti e scienze“ruggero II” di Palermo, per aver scritto l’opera“La vita di Gesù in poesia” di 5010 versi. Per laparticolarità soggettiva e metrica compositiva dialcune opere, l’autore è stato proposto all’atten-zione del Guinness dei primati mondiali di Lon-dra. tra i premi ricevuti anche il premio“eccellenza per la poesia” assegnato dall’Istitu-zione “stelle del Gattopardo”.

non è stato ancora redatto il Piano d’Ambito dellanuova srr “trapani Provincia sud” (presieduta da

Giuseppe Lombardino) che dal 15 gennaio dovrà occu-parsi della raccolta di rifiuti nel territorio dell’ex Ato tp2.Il distacco di quattro dipendenti dalla belice Ambientespa alla srr non è stato autorizzato e, quindi, non c’è ilpersonale per redigere il Piano d’Ambito e la pianta orga-nica della nuova società.

Brevi dalle città

Da marsala a modena.drago ordinato diacono

Il marsalese Antonino sergio drago (nella foto allasinistra dell’Arcivescovo), 43 anni, lo scorso 24 ot-

tobre è stato ordinato diacono permanente nelduomo di modena, per imposizione delle manidell’Arcivescovo erio Castellucci. A marsala ha ini-ziato i suoi primi passi presso la parrocchia maria ss.madre della Chiesa. In questi anni ha avuto la gioiadi servire il signore e la sua Chiesa come catechistae come ministro istituito: nel 1994 ha ricevuto il mi-nistero del Lettorato e nel 1996 il ministero straordi-nario della Comunione. «Per me sono stateesperienze molto forti i diversi pellegrinaggi comebarelliere dell’Unitalsi a Lourdes – spiega sergiodrago – dove ho avuto la possibilità di stare astretto contatto con la malattia, prendendomi curadei fratelli meno fortunati e vedendo in loro Cristosofferente». Per svolgere la professione di inse-gnante, nel 2001 si è trasferito a modena dove haconosciuto Gilda, alla quale nell’estate del 2009 haunito la sua vita. nella città emiliana ha prestato ser-vizio presso la parrocchia sant’Agostino, dedican-dosi al servizio liturgico e alla catechesipre-battesimale alle famiglie, visitando gli anziani egli ammalati. L’8 maggio 2010 ha ricevuto il mini-stero dell’Accolitato e nel dicembre 2013 è statoammesso all’ordine del diaconato.

Dal sito/www.diocesimazara.it

Cronista per 5’. I fedeliintervistano il vescovo

Cronista per 5 minuti è l’iniziativa lanciata dalla reda-zione del nostro quindicinale a partire da dicembre

e per tutte le prossime tappe della visita pastorale delvescovo. Il nostro direttore max Firreri concede la pos-sibilità a un fedele di poter intervistare il vescovo, da-vanti alle telecamere di salvino martinciglio eFrancesco terramagra, la troupe che documenta la vi-sita pastorale. nella parrocchia maria ss. della Confu-sione a salemi, cronista per 5 minuti è stato il bancarioFrancesco Grillo (nella foto).

letturain15giorni. Il libro“La storia del vaticano”

èonline la recensione del libro “La storia del vati-cano” di Paolo scandaletti, edizioni biblioteca del-

l’Immagine. In 490 pagine scandaletti ricostruisce lastoria dello stato più piccolo del pianeta, citando fontie con fotografie a supporto del racconto.

nel Corano sono presenti diverse no-zioni che riferiscono la bellezza di

dio, bellezza generosa e non statica che sidiffonde sulla terra e si rivolge all’ intera

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Al roveto, chearde ma nonsi consuma,

Mosè vive un’ecce-zionale esperienzateofanica, che terro-rizza e, a un tempo,affascina e cattura; siavverte l’inquietu-dine del mistero diDio e la percezione

acuta della piccolezza umana: duplice e compositaesperienza di morte e di grazia, avvenimento me-raviglioso, al di là del quale riesce sorprendentepoter vivere ancora. Mosè non incontra però unDio sconosciuto, ma colui che dichiara: «Io sono ilDio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, ilDio di Giacobbe» (es3,6a). La storia si snoda in unastupenda continuità, che lega il presente al passatoe garantisce il futuro. Colui che ha guidato i patriar-chi prenderà per mano Israele e lo renderà un po-polo libero. «Sono sceso per liberarlo dal poteredell’Egitto e per farlo salire da questa terra versouna terra bella e spaziosa, verso una terra dovescorrono latte e miele» (es 3,8a). Colpisce nel rac-conto l’opposizione dei due verbi “scendere” e “sa-lire”. Dio non libera Israele con uno schioccare delledita, né con eclatanti gesti magici; egli “scende” edentra in una storia sofferta per condividere la sorte

del suo popolo e, solo dopo, lo conduce in alto, inuna terra nuova sovrabbondante del dolce cibodella libertà. Siamo di fronte alla logica dell’amoreche trasfigura il mondo. È una vicenda che ancorasi farà storia nel Cristo, il Figlio di Dio che si fa carne,vive l’atroce esperienza della morte e regala la gioiadella risurrezione che disegna il volto dell’uomonuovo. «Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’uscire dall’Egitto il mio popolo» » (es 3,10). Si con-densa qui la missione di Mosè, verso cui l’interanarrazione ci conduce. Disorientato dall’esperienzateofanica, si trova investito di un ruolo di fronte alquale si sente inadeguato. Perciò la perplessità:«Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gliisraeliti dall’Egitto?» (es 3,11). «Io sarò con te» (es3,12a), risponde il Signore. Solo la compagnia diDio rende possibile la missione. Risuona l’eco dellerassicuranti parole dette alla giovane Maria: «LoSpirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35a). Su que-sta promessa crollano i dubbi e sgorga l’”eccomi”della ragazza di Nazareth (cfr Lc1,38). «Mosè dissea Dio – continua il testo: – ecco, io vado dagli israe-liti e dico: il Dio dei vostri padri mi ha mandato avoi! Mi diranno: Qual è il suo nome? E io che cosarisponderò loro?» (es 3,13). La domanda è legit-tima: per essere ascoltato e seguito Mosè devepoter dire in nome di chi parla e agisce. Certamentegli ebrei conoscevano il Dio dei padri attraverso letradizioni. Ma chi era questo Dio per loro? Che si-

gnifica il suo nome? Nella cultura ebraica, e dunquenel linguaggio biblico, il nome racchiude e svela l’es-senza di chi lo porta. Da ciò la necessità di cono-scerlo. «ehjeh asher ehjeh» (es3,14), risponde Dio,parole che una piatta traduzione rende con “Iosono colui che sono”. Ma il verbo non ha, comenelle nostre lingue, valore di “essere”, bensì con-tiene una profonda dimensione relazionale, dun-que “essere per” o “vivere con”. Il tempo del verboinoltre esprime un’azione continua, permanente enon conclusa, che indica sia il presente che l’imper-fetto e il futuro. Il nome di Dio è dunque: “Io ero,sono e sarò per te ciò che ero, sono e sarò per te”.Consolante notizia che fuga la paura della solitu-dine, anche nelle più dolorose vicende della storia.Accanto a noi c’era, c’è e ci sarà per sempre il Diodella vita.

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Le parole dell’Islam

/la bellezza

di Dora Polizzi

Cosa c’è

si terrà martedì 22 dicembre, con inizio alleore 10,30, presso la Cattedrale di mazara del

vallo, la riunione del Collegio dei presbiteri dellalocale Forania per eleggere il nuovo vicario fora-neo. L’uscente don Francesco Fiorino relazioneràsulla vita ecclesiale di mazara del vallo.

Le rubriche Grani di Vangelo/ di Erina Ferlito

creazione, attraverso il suo amore. La bel-lezza della creazione discende in modo na-turale dall’amore che dio nutre per essa.Questa bellezza è strettamente legata aiconcetti di giustizia, perdono e amore. dioesige azioni belle e un’anima bella e purache varranno al credente una ricompensabella, che supera ogni bellezza visibile nelmondo terreno. Ciò che pare bello al-l’uomo sulla terra è spesso ingannevole;

l’attaccamento ai beni mondani e ai loroornamenti è vanità: una bellezza che nonva esibita ed è anche passeggera: «Fatepiena la misura quando misurate e pesatecon bilancia giusta. Questo sarà meglio, eil modo più bello per i l conto» (17,35).L'attaccamento ai beni mondani e ai loroornamenti non è che vanità e di gran lungasuperiori sono le bellezze che il giusto sco-prirà in paradiso.

foranie.si elegge il nuovovicario di mazara del vallo

L’agenda/www.diocesimazara.it

si terrà sabato 19 dicembre, alle ore 17,30, pressola chiesa di santa Caterina in mazara del vallo, la

presentazione della mostra “sacra Historia”, pro-mossa dal museo diocesano e allestita sia al museoche in luoghi significativi della diocesi.

domenica 20 dicembre, dalle 18,30, presso lasala Armony di marsala, l’opera nostra si-

gnora di Fatima di birgi ha organizzato una se-rata di beneficenza per raccogliere fondi infavore dell’opera. In programma animazioneper bambini, cena, musica dal vivo e cabaret conbaldo russo e un’estrazione finale di premi. In-formazioni: 3283364264.

19 dicembre mazara del vallo, si presenta “sacra Historia”

20 dicembremarsala, cena di beneficenza

Cosa c’è

«nella parola poetica – si legge nel Piano pasto-rale diocesano – traluce talvolta un volto ba-

gnato di pianto, che si offre alla carezza di dio, dal qualequelle lacrime saranno asciugate. […] La bellezza, l’armo-nia, la suggestione degli scritti letterari si colgono intante opere, dalle cui fenditure sgorga pian piano la no-stalgia dell’oltre, come un filo d’acqua che irrora la vita e

conduce alla pienezza del mistero che la fascia: la risurre-zione del signore Gesù». In tale cornice si colloca Luce daluce: dalla poesia la Parola di Dio, ascolto di testi poeticidai quali risuona l’eco della Parola di dio, per gustare ilsapore di questa bellezza, intrisa di gioia e di lacrime, didomanda di senso e di stupore, e così contemplare laletteratura come via alla fede. due gli appuntamenti: ilprimo domenica 20 dicembre (ore 19,30) nella chiesasan domenico a Castelvetrano. Il secondo domenica 10gennaio, alle ore 19,30, nell’auditorium santa Cecilia inmarsala.

luce da luce.due tappetra musica e poesia

domenica 20 dicembre, a santa maria di Gesùin mazara del vallo, ultimo giorno della mis-

sione vocazionale, a cura dell’Ufficio per la pasto-rale delle vocazioni.

20 dicembre mazara del vallo, missione vocazionale

Il direttore, la redazione di “Condividere” e il presidente

dell’associazione “Orizzonti Mediterranei” vi augurano

buon Natale e un sereno 2016.

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addio 2015, benvenuto 2016: tra gioie e tristezze.vivere il quotidiano da uomini di buona volontà

èdoloroso e deprimente ricordarlo, ma il 2015 è stato l’anno delle stragi ter-roristiche. In Francia, in tunisia, in turchia, in nigeria, in Kenia e poi la tra-gedia dei profughi che nel mediterraneo muoiono tra le onde. Un mare

che dovrebbe essere di pace e ponte tra i popoli divenuto per tanti disperatitomba anonima. spero che il 2015 rimanga annus horribilische non abbia maipiù a ripetersi. Per rimanere alla sicilia: la politica è stata caratterizzata da duemozioni di sfiducia al presidente rosario Crocetta.segnale inequivocabile di come la nostra terra siastata male amministrata. Anche trapani ha visto ladiscussione su una mozione di sfiducia al sindaco.Atti che non hanno avuto gli esiti sperati, almeno

per i presentatori delle mozioni, ma che almeno hanno segnato uno spartiacquedi responsabilità all'interno delle assemblee elette. Per il 2016 auspico pace e se-renità per tutti. É razionalmente difficile che ciò possa accadere ma dobbiamosperarlo. Abbiamo non solo il diritto, ma il dovere della speranza se vogliamo vi-vere la quotidianità da uomini di buona volontà e senza farci sopraffare dal male.da ultimo auspico una soluzione positiva per i tanti lavoratori precari che operano

alla regione e nei comuni. mi auguro una soluzioneresponsabile e definitiva che restituisca loro dignitàe stabilità senza pesare in maniera assistenzialisticasulla collettività, e sia data loro possibilità di farlo intermini di efficienza e produttività sul lavoro.

di Mimmo Fazio, deputato regionale

Ho sempre inteso la politica quale atti-vità che affronta temi e problemispecifici attraverso un autentico ed

esclusivo “servizio” nei confronti del territorioe dei cittadini, ed è questo il modo in cui in-terpreto il mio ruolo, impegnandomi e lavo-rando per dare risposte concrete. Il 2015 èstato un anno molto laborioso, che ha sicura-mente segnato una svolta nel nostro Paese ein Parlamento ho fatto la mia parte, occupan-domi anche di problematiche importanti peril nostro territorio. Dopo anni di annunci finalmente siamo riusciti a darevita alle riforme, iniziando il processo di cambiamento del nostro Paesecon l’obiettivo di renderlo più moderno, al passo coi tempi e rispondentealle attuali esigenze dei cittadini. Abbiamo intrapreso un percorso che

sta dando i suoi frutti, con evidenti beneficiderivanti dalle riforme già effettuate, comequella del lavoro e della scuola. Tanto ab-biamo fatto ma tanto c’è ancora da fare! Hoportato all’attenzione del Governo diversequestioni del nostro territorio relative ai pro-blemi delle infrastrutture, come l’interruzionedella tratta ferroviaria via Milo, il collega-mento ferroviario tra gli aeroporti di Trapanie Palermo e le condizioni delle rete autostra-dale siciliana, chiedendo un monitoraggio einterventi strutturali. Tra l’altro, sull’immigra-zione, ho proposto l’aumento delle Commis-sioni territoriali per il riconoscimento dellostatus di rifugiato. Ho proseguito sull’aero-porto l’impegno iniziato con l’assegnazionedelle risorse riconosciute da questo Governoquale ristoro per i danni subiti per le opera-zioni militari in Libia. Per le isole minori, l’esen-zione totale dall’Imu agricola, le misure

previste dalla Green economy. In questi mesi ha avuto poi inizio l’iter delmio disegno di legge sulle isole minori. Ho anche presentato un ddl sullacontinuità territoriale. Per il 2016 continuerò la mia attività e il mio im-pegno, auspicando una maggiore sinergia con il territorio.

l’impegnoper il territorio.risposte concretedi Pamela Orrù, senatrice

Il bilancio dell’anno che sta volgendo al termineè il racconto degli ultimi 3 anni, solo più nega-tivo, a causa di un governo della regione che ha

brillato per immobilismo, litigiosità, completa inca-

pacità di risolvere i problemi dei siciliani, totale as-senza di autorevolezza e responsabilità politica. sedevo fare un bilancio di questo 2015, abbiamo as-sistito a continue manifestazioni di protesta da

parte di lavoratori precari a ogni scadenza di pro-roga, a causa di una maggioranza che, di fatto, haperiodicamente spogliato un lavoratore per ve-stirne un altro. La sanità, le infrastrutture e i colle-gamenti hanno mostrato tutta la loroinadeguatezza. tutte le statistiche economico-fi-nanziarie ci pongono agli ultimi posti. tutto questonon per essere fatalisti o pessimisti, ma per guar-dare con oggettività la realtà e girare pagina; infattigià da un pò lavoriamo al prossimo programma condati e numeri precisi, e la nostra priorità sarà rom-pere questo crudele giogo che tiene legati i lavora-tore alle esigenze elettorali della politica. Ilguinzaglio messo dai politici si deve rompere e lanostra soluzione e la nostra speranza per il futuro èil reddito di cittadinanza, che non deve essere unsussidio, ma un vero e proprio reddito che per-metta di cercare un lavoro con tranquillità.

Il futuro è il reddito di cittadinanza.non più il guinzaglio messo dai politici

di Valentina Palmeri, deputato regionale

Io penso che...

La foto di Francesco Malavolta. Una donna immi-grata appena sbarcata in Sicilia dopo la traversata nelMediterraneo, abbraccia la propria figlia.

ComuniCareSperanzaN. 8 - DICEMBRE 2015PERIODICO DEI RAGAZZI DELL’ASSOCIAZIONE “CASA DELLA COMUNITÀSPERANZA” DI MAZARA DEL VALLOINSERTO SPECIALE ALLEGATO AL N. 22/2015 DEL QUINDICINALEDIOCESANO “CONDIVIDERE”

SEDE: VIA DEI PESCATORI, 1091026 MAZARA DEL VALLO (TP)CASADELLACOMUNITASPERANZA@GMAIL.COMWWW.CASADELLACOMUNITASPERANZA.ORG

Un Natale semplice ed essenziale

Parlare della nostra esperienza pressola Casa della Comunità Speranzanon è facile, perché siamo qui da solo

due mesi, ma soprattutto perché ogni sin-gola giornata è ricca di sensazioni difficili dagestire e da trasmettere a chi non condividecon noi quest’avventura che amiamo defi-

nire missione. I nostri pomeriggi sono de-dicati al sostegno scolastico rivolto a ragazzidi età diverse, per questo ognuna di noideve affrontare difficoltà ed esigenze diffe-renti ma entrambe siamo accomunate dalleemozioni che ogni singolo ragazzo riesce atrasmetterci. Il nostro compito non si limita

solamente a insegnare loro un metodo distudio, ma è soprattutto ascolto, compren-sione e condivisione della loro vita quoti-diana e sentire il loro affetto ci arricchisceinteriormente, donandoci la carica necessa-ria per svolgere a pieno il nostro ruolo riccodi passione, dedizione ed empatia.

ÈNatale. Il festeggiato è Gesù: unbambino adagiato in una man-giatoia, con una mamma e un

papà pieni di tenerezza che lo curanoe contemplano. C’è semplicità: tuttoparla di essenziale. Attorno c’è grandeindifferenza. Nessun splendore, nessunapparato esteriore. Solo alcuni pastori,emarginati, accorrono… È notte, maLui è la luce. È freddo, ma Lui ri-scalda. C’è incertezza, ma Lui dà spe-ranza e vita. Per quel bimbo, per quellaLuce, per quel fuoco d’amore, oggi

facciamo festa insieme, appartenenti areligioni e culture diverse, tutti unitinel desiderio di essere operatori dipace. E per condividere la gioia e lasperanza vissute negli ultimi mesi,oggi, con questo inserto, i ragazzi eoperatori della Casa della ComunitàSperanza di Mazara del Vallo comuni-cano le proprie esperienze e riflessioni.Sono gesti semplici, segni di una vitache fiorisce e vuole essere segno di co-munione nel territorio e impegno peril bene comune.

di suor PaoLa DaL Pra

La nostra avventura dove la speranza non muore mai

di eLisa raLLetti e stefania fiorentino

l’editoriale

la storia

il messaggioLa guerra non conosce reLigioni.di Hiba nairi

Da quando è nato il mondo e l’uomo ha cominciatoa popolarlo sorgono conflitti che hanno portatoall’odio. Guerra è il sostantivo che sovrasta e

vince il suo antagonista, la pace. Siamo nel periodonatalizio e il Natale è una festa basata sulla pace e sul-l’amore. Il Natale è una festa cristiana, ma riguardatutti, musulmani, ebrei, buddisti. Noi islamici, anchese questa festa non fa parte della nostra religione, lediamo grande valore perché parla di pace e quest’ul-tima è la parola più importante per la nostra religione.In questi ultimi tempi le scene di odio e di guerrastanno superando le scene di pace e di amore. Giudicola pace e la speranza bisogni primari dell’umanità, ne-cessari per migliorare lo stile di vita di tutti gli esseri

umani. Recentemente si parla sempre più di guerra edi terrore: a parer mio questo periodo è uno dei pe-riodi più tremendi che un essere umano possa vivere,

un periodo di guerra, di terrore, di discriminazioni. Sefossimo tutti uniti, tutte le religioni unite, potremmosconfiggere questo terrore e ristabilire la pace. Da musul-mana voglio ricordare anche che questa forma di terrorenon mi rappresenta e non rappresenta la mia religione,visto che questi fanatici uccidono in nome di Allah. Nes-sun Dio invita i suoi fedeli a uccidere. Utilizzare il nomedi Dio per giustificare la violenza è una bestemmia e vo-glio riaffermare con vigore che la strada della violenza edell’odio non risolve i problemi dell’umanità. Questesono le parole di Papa Francesco, una persona che sti-miamo tutti per le sue buone maniere. La pace dovrebbeessere considerata un valore universalmente ricono-sciuto, in grado di superare qualsiasi barriera sociale, re-ligiosa ed ogni pregiudizio ideologico. Perché, puressendo consapevoli che nella realtà odierna la pace èun’utopia, non ci dobbiamo arrendere per averla.

La mia esperienza presso la “Casa Co-munità Speranza” è iniziata perchéballavo e volevo far ballare i bambini

perché sapevo che musica e disciplina pote-vano aiutare molto, come avevano aiutatome. Poi sono diventato uno della ComunitàSperanza: da li è cominciato un grandecammino che mi ha portato a crescere e acapire l’importanza dello studio e del ri-spetto verso chi mi sta attorno. Adesso, gra-zie a questo percorso, sono riuscito arealizzare uno dei miei sogni che ho avutofin da piccolo, essere insegnante ed inse-

gnare ciò che so e trasmettere l’importanzache lo studio ha, perché studiando si creaun futuro migliore con una speranza in piùper il lavoro, come è accaduto a me.

Iniziò tutto all’improvviso. Accompa-gnando le mie sorelline nei locali dell’as-sociazione “Casa Comunità Speranza”.

Entrai con un sorriso. «Ciao, piacere» e, senzapensare veloce, ho deciso. Al posto di aspet-tare fuori, posso fare il volontariato? Haha..da lì, subito mi sono inciso. Fu grazie a suorPaola che già conoscevo. Mi ha ammirato perquello che dicevo. Behh.. sincero, non fin-gevo. Poi pian piano la stessa cosa è successacon gli altri…conoscendoli ebbi un grandesollievo: Giuseppe, Habib, Amir, Luigi, La-vinia, Stefania, Emilia, Patrizia e, tanti altri,più che una comunità, una gran bella famiglia

era da quel chevedevo. Inpoche parole siaper me che perloro fu come un nuovo evo. Partenza: un casodi 13 anni (terza media), un altro di 15(prima media) e un altro ancora di 17 alprimo anno di scuola italiana (1° superiore).Tutti 3 intelligenti, però, il comportarsi daimbecilli era per loro come una decenza.Così, cominciai veloce a far valere la mia pre-senza. Un vero maestro anche senza alcuna li-cenza. Credendo in me stesso, facendolo conamore, mi è venuto facile acquisire la confi-

denza. Poi facendo com’esempio, puntandoa insegnare per prima cosa il rispetto, allon-tanando la negatività, creando uno scopo edarricchirsi di sapienza. Questo è il mio obiet-tivo, pensavo di poter farcela, prima di sco-prire che era un’illusione d’apparenza. Quelloche ho fatto gli è passato come il vento, è ser-vito solo a me com’esperienza. Perché, infine,sono arrivato a conoscere pure il nucleo delproblema, la coscienza.

la storia

2Dicembre 2015

Comunicare Speranza

il pensiero

Forte con il cuore,ricco con la mentediHoussem ZaouaLi (HZ)

Da allievo a operatore coi ragazziAmir: «Ho realizzato uno dei miei sogni»

di amir BouBaKer

dentro la comunitàiL cucito è servito: a LeZione ogni gioveDì.di giuliana gasijan

Ogni giovedì (alle ore 17), nei locali della Comunitàsi tiene il laboratorio di cucito. L’insegnante è An-gelita Tumbiolo. Appena arriviamo chiacchieriamo

tra di noi, poi Angelita ci spiega cosa dobbiamo fare eci mettiamo subito al lavoro, in silenzio. Il primo lavo-retto che abbiamo fatto è stato il “taschino porta aghi”personalizzato, il secondo lavoro è stato imparare adaccorciare o allungare un pantalone. È un’esperienzafantastica perché si impara una cosa che ci serviràmolto in futuro facendola in modo divertente.

Il nostro maestro Amir ci insegna labreak dance e ci ha portati a ballare da-vanti a Papa Francesco. Abbiamo ini-

ziato a ballare da un po’ di tempo. Quandoballiamo ci sfoghiamo e ci divertiamo. Ri-cordo che quando abbiamo ballato laprima volta non sapevamo fare quasiniente ma adesso siamo veramente bravi eper il nostro futuro, vogliamo diventareballerini. Il nostro gruppo è un po’ “forte”e siamo stati invitati assieme al gruppo deigrandi a Castelvetrano per esibirci inpiazza ci siamo fatti vedere dalla gente perdiventare più popolari.

di Kevin tatarevic

Il nostro gruppoè un po’ forte...

la break dance

Mi chiamo Arif Hida. Ho 15 anni esono di origine jugoslava, cioè sonoun Rom. Inizio col dirvi che faccio

parte di un gruppo chiamato “Agive romano Ce-lipe”, formato da ragazzi Rom di diverse età dai6 ai 16 anni che vivono a Mazara del Vallo. Gra-zie a “Casa della Comunità Speranza”, l’associa-zione che frequento fin dalla prima elementare eagli insegnanti Akmet e Jemina, ci siamo esibitiin diversi posti e luoghi. Si tratta di danze folklo-ristiche tipiche del nostro paese d’origine. Il solosentire della musica richiama e coinvolge in ma-niera spontanea tutti i miei connazionali e nonsolo!. Vogliamo tramandare la nostra cultura, lenostre tradizioni e le nostre danze in tutto il

mondo e a ottobre di quest’anno siamo riuscitiaddirittura ad esibirci a Roma davanti a PapaFrancesco. Giunti a Roma, lo ammetto, mi sen-tivo un po’ importante e quando siamo arrivatialla sala Nervi ero ansioso di conoscere e con-frontarmi con altri della mia stessa etnia. Vederetanti Rom provenienti da tutte le parti delmondo per me è stato entusiasmante; osservarei colori e la bandiera dei Rom svolazzare per tuttala sala era una meraviglia. Sembrava di esseredentro un arcobaleno. Ricordo come se fosse ieri

l’esibizione. Pur essendo di religione musulmana,ero così elettrizzato ma allo stesso tempo preoc-cupato all’idea di esibirmi di fronte a Lui. I ra-gazzi erano tutti emozionati. I quattro minuti diesibizione sono passati così velocemente su quelpalco enorme e vedere il Papa sorridere di gioiaper la nostra coreografia riempiva i nostri cuoridi entusiasmo. Spero di vivere altre emozionicosì intense con i miei compagni, di fare qualchealtra esperienza simile e magari tornare dal Papaper poterlo abbracciare!

Non c’è religione al mondo che nonintervenga per ordinare il bene eproibire il male. L’obiettivo finale

di tutte le religioni è la proclamazione delladignità e dei diritti dell’uomo, l’aspirazionealla giustizia e la preparazione di un ordinenuovo e più equo. Tutte le religioni hannoun unico disegno: la salvaguardia delCreato. Il Corano (sotto il ver-

setto 93, surat Al’Nise2) pone l’uomo alcentro del creato e condanna fermamentel’omicidio ed il suicidio. Purtroppo a causadella situazione attuale, causata da alcuni fa-natici con dubbi sulla chiave di lettura reli-giosa e con un’insensata malvagità ebrutalità, arrivando anche ad alienare il sa-crosanto diritto alla vita, l’ Islam è deni-grato e calunniato.

Comunicare Speranza3

Dicembre 2015

«Noi Rom in Vaticano per ballare davanti a Papa Francesco»l’esperienza

di arif HiDa

dimustaPHa mosrati

la riflessione

Un unico disegno per tutte le religioni:la salvaguardia del Creatodentro la notizia

in queL viaggio iL vaLore Di noi ragaZZi.di giuska raifi

Noi ragazzi Rom della Casa della Comunità Speranza di Ma-zara del Vallo siamo andati a Roma per ricordare un eventoche è successo 50 anni fa. Il Papa era andato a visitare per la

prima volta un campo Rom e questa volta Papa Francesco ha de-ciso che, per ricordare quella festa, i Rom di tutto il mondo dove-vano andare a casa sua. Eravamo emozionatissimi, abbiamoaspettato tanto per vederlo, eravamo già stanchi poi abbiamo sen-tito le persone che gridavano e su una televisione grande abbiamovisto il Papa che stava arrivando: abbiamo iniziato a tremare dallapaura di sbagliare, io non volevo più ballare, ma mi hanno tran-quillizzata. È partita la musica e abbiamo iniziato: il Papa era pro-prio seduto davanti a me e sorrideva! Il mio cuore batteva forte,c’era il pubblico che teneva il nostro ritmo con le mani e di sicurotutti pensavano che noi eravamo fortunati! Questo viaggio mi èservito come ragazza Rom perché mi ha fatto capire che noi va-liamo: ogni ragazza o ragazzo sognerebbe di ballare davanti alPapa!

4Dicembre 2015

Comunicare Speranzai laboratori

La passione del calcio tra allenamenti e partiteIsmal: «Quel rigore sbagliato non mi fermerà...»di ismaiL HiDa

Mi chiamo Ismail Hida, ho 11 anni esono di origine jugoslava. Ho ini-ziato a giocare a calcio a 5 nella squa-

dra del Mazara Casbah l'anno scorso. L'annoprima c’era mio fratello e io non potevo perchéero troppo piccolo, ma andavo lo stesso a vederesempre gli allenamenti e le partite. Quando è ar-rivato il mio turno non ci credevo. In comunitàogni anno c’è la gara per essere scelti. Dipendemolto dal comportamento e dallo studio. Sonostato scelto! É stato bellissimo. I nostri allenatori,Massimo e Vito, ci hanno preparato al campio-nato. Tante partite vinte e una soltanto persa. Lapiù importante. La finale. Ricordo come se fosseieri. Dopo i tempi supplementari il risultato della

partita era Trapani-Mazara Casbah 2-2. Si va aicalci di rigore l'ultimo a calciare sono stato io.Dentro mi sentivo un fuoco. ...1, 2, 3... corro, cal-cio e... parato! Abbiamo perso! Che disperazione!Una cosa non capivo. I mister erano contenti lostesso. Io no! Quest’anno abbiamo iniziato con

tante difficoltà perché non abbiamo un campodove allenarci e giocare. Ma qui in Comunità tro-viamo sempre un modo! Anche quest’anno par-teciperemo. Quel calcio di rigore non mi fermerà,mi impegnerò di più per migliorare e chissà, vin-cere il campionato.

pilloleLa creatività nei PiccoLi manufatti.di manar e Duha

Durante le ore di laboratorio artistico realizziamo dei piccolilavori ed esprimiamo la nostra creatività attraverso l’usodei colori e di vari materiali. Passiamo momenti felici in-

sieme e ci aiutiamo reciprocamente.

iL DoPoscuoLa Per noi stranieri.di Jemmali ghada e Hanene Bouajila

Il doposcuola è importanteper le persone che voglionoimparare ed andare bene a

scuola, fare i compiti in ma-niera adeguata e soprattuttoper noi stranieri che abbiamodifficoltà a fare i compiti dasoli.

disegni&poesieLe immagini.Questo primo disegnoqui a sinistra è statorealizzato da Wajd,alunno di prima ele-mentare che frequentala Casa Comunità Spe-ranza. Il secondo dise-gno, invece, è statorealizzato da Hamed: fi-gurano i nomi di dueoperatrici, Patrizia edElisa e quelli di alcuniallievi del Centro. I duedisegni sono stati ac-compagnati dal pen-siero scritto da Zilan:“Con questi disegni vo-gliamo dirmi che l’ami-cizia è importante”.

la storiaDai LiBri aL caLcio DeL “maZara casBaH”.di nader Bouchnak

Mi chiamo Neder, ho 10 anni evado tutti i giorni a studiarenella Casa della Comunità

Speranza. Ogni giorno ho tantissimicompiti. Un giorno mi è stato chie-sto se volevo giocare a calcio. Sonostato contento perché sapevo cosaera. Ho sentito parlare negli altrianni dai ragazzi che giocavano a calcio con il MazaraCasbah. Ogni anno ho festeggiato con loro quandovincevano, ma non potevo giocare perché ero piccolo.Questo è il primo anno che posso allenarmi con loro.Mi è stato detto che parteciperemo al campionato,ma devo studiare sempre e comportarmi bene. Nonvedo l’ora di giocare con le altre squadre e divertirmi.

La Lama neL cuore.di Wael sfar

Dalla lama che tra-figge il cuore,sgorga rabbia e do-

lore. Lamanoinsan-guinatasaràpoi la-vata.Ma lasoffe-renzaprovocata non sarà maicancellata.

pillole

tra LiBri e scHerZare insieme.di Houneida mejri

Il dopo s c uo l a s e condo me èmo l to impo r t an te pe rché a i u t aa c ap i re t u t to c i ò che s i f a a

s cuo l a . S i può s t ud i a re con g l iam i c i , s i può s che r za re i n s i emepas sa re i l t empo. Anche l e pe r -sone che c i a i u t ano a s t ud i a resono me rav i g l i o s e , s empre p ron tead a i u t a re t u t t i .