L' anarchismo...L' anarchismo Principi di sempre - Problemi di oggi Le tre generazioni. È attu a lm...

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L' a n a r c h i s m oPrincipi di sempre - Problemi di oggi

Le tre g en eraz io n i.

È a t t u a l m e n t e , nel m ovim ento anarchico d i tu t t i i paesi, uncerto m alessere, una certa tensione in te rn a , fra due, o anche tre gene­

razion i di m ilita n ti. La p rim a linea di separazione è d a ta dalla guerra del ’14 e dalla rivo luzione russa ; la seconda dalla rivo luzione spagnola e d a l­l ’ultima- guerra m ondia le . T u tti i m ovim enti politico-sociali, specia lm ente se si sono fossilizzati in p a r tit i , stanno soffrendo u n ’id en tica crisi ( e , come esem pio, si analizzi il panoram a m ondia le offerto dai p a r t i t i socialisti e dai p a r tit i co m u n isti); m a il nostro m ovim ento, che non ten d e a lla conqu i­sta del po te re , dovrebbe so ttra rsi più facilm ente a questa n a tu ra le fra ttu ra fra le generazioni, che, nel m om ento storico di transiz ione in cui viviam o, acquista un ca ra tte re p artico la rm en te grave e d ram m atico . E in fa tti, dopo l ’entusiasm o fra te rn izzan te del p rim o rincon tro del d o p o g u erra (p arlo n a ­tu ra lm en te del rincon tro in te rn az io n a le , giacché nei n o stri m ovim enti d e l­l ’A m erica L atina la co n tin u ità non si è in te rro tta ), dopo l ’am arezza delle separazion i necessarie, la v ita norm ale del m ovim ento è ricom incia ta . Ma le stesse paro le non h anno p iù lo stesso significato p e r tu tti e, com e vi fu ­rono m alin tesi difficili da rim ed iare nelle separazion i, cosi vi sono m a lin ­tesi negli ap p a ren ti accordi. E a volte è peggio lavo ra re u n iti, in un ac­cordo che è so ltan to una illusione e genera con tradd iz ion i e d iscord ie nei dettag li, che lavorare in una coord ina ta e cosciente separazione che non esclude una convergenza finale. E ’ necessario dunque sco p rire i p u n ti ne­vralg ici di un m alessere che forse è sufficiente in d iv id u are , iso lare, defin ire, p erchè sia dissipato .

11 secolo XIX è ca ra tte rizza to dalla m istica della rivo luzione. Il m ovi­m ento socialista nelle sue diverse ram ificazioni, fu dom inato da questa m i­stica, anche quando volle basarsi su una scienza della s to ria (m arx ism o), an ­che quando esaltò la lib e rtà crea trice (an arch ism o) n o n troppo concilia­b ile con le palingenesi to ta li. N e ll’atm osfera positiv ista d i fine secolo, que­sta m istica non si m odificò, anche se d ivenne seientifista e de term in is ta . ( « Slogans » : la colpevole è la soc ie tà ; bisogna m odificare le cose perchè queste m odifichino l ’uom o, etc.).

Lo sp irito rom antico che era sorto alla fine del secolo X V III con lo

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S tu rm u n d Drang (s i ricordi « I b an d iti » d i S ch iller), e, passando p er il byronism o, aveva culm inato nelle rivoluzioni lib e ra li d e l 1848 e nel tita n i­smo di N ietzsche, non era estraneo agli a tten ta ti an a rch ic i d i fine secolo, i cui au to ri si presentavano come fran ch i-tira to ri ne lla g u erra contro la so­cietà. In q u e ll’epoca ciò si ch iam ava « p ropaganda m ed ian te il fatLo ». Co­s’era quello che si voleva « p ropagare »?: lo sp irito di riv o lta e F in iz ia tiva ind iv iduale connessa con quello . Accanto a questa « p ro p ag an d a » ce n ’era u n ’a ltra , quella di K ro p o tk in , Reclus, M alatesta , etc., che consisteva nel p re ­sen tare soluzioni di lib e rtà ai p rob lem i politico-econom ici di q u e ll’epoca. Q uasi tu tte queste soluzioni si basavano sulla scienza e ten tavano co o rd i­narsi in sistem a. Forse un ica eccezione (u n itam en te a M erlino che ben p re ­sto uscì dal nostro cam po), M alatesta . Q uest’u ltim o p arlav a n a tu ra lm en te il linguaggio dei suoi tem pi, m a sem pre si tra tten n e d a l genera lizzare , dallo s tab ilire valori assoluti, dal lasciare che <c la le tte ra uccidesse lo sp irito ». E bbe il genio della sem plic ità , negando che l ’anarch ism o fosse una filosofia e riducendo alla sem plice e p rofonda esigenza di g iustizia sociale .e d i li­bertà po litica , che tu tti gli uom in i non m ala ti d i « p o te rite »L hanno sentito spon taneam en te dal p rin c ip io dei secoli. Q uesta assenza di un sistem a, que­sta non preoccupazione p er la « verità assoluta », questo ca ra tte re a p p a re n ­tem ente occasionale di tu tt i i suoi sc ritti costituiscono ap p u n to la base del suo valore perm anen te . La fisica nucleare può avere supera to com pletam en te la scienza sulla quale si basava K ro p o tk in , m a non ha d is tru tto la necessità di pane, di lib e rtà , di am ore, che sente l ’uom o. P e r questa ragione M ala­testa è, p e r lo m eno nelle sue afferm azioni di p rinc ip io se non negli esem pi che cita , un nostro con tem poraneo . E i suoi sc ritti possono essere ancora un pun to di partenza p er accostarsi a ll’u ltim a generazione, tenendo in conto soltanto i m u tam en ti che si seno p rodo tti nel m ondo che ci c irconda e che egli osservò a tten tam en te fino al m om ento della sua m o rte n e l 1932, con­servando sino a l l’u ltim o is tan te la « c irccstanz ia lità » d e lla sua p roduzione scritta .

Delle generazioni ehe abbiam o rico rd a te come ancora attive a ll’in te rn o del nostro m ovim ento, la p rim a è ca ra tte rizza ta ancora , com e quella degli u ltim i decenni del secolo XIX, d a lla m istica della rivo luzione e da lla m en­ta lità scientifista ; la seconda, che ha sofferto l ’u rto della rivo luzione russa (in G erm ania e in I ta l ia con v e n ta n n i di r ita rd o ), h a trasfo rm ato questa m istica in senso tecnicista e realistico (m o lto p iù tecn icista che veram ente realistico) ; è la generazione che in E u ro p a si ch iam a « de lla resistenza », la generazione che si suole ch iam are esistenzialista , q u e lla d e ll’uom o oscuro, la generazione « b ru c ia ta », che si salvò nella sua p a r te m ig lio re grazie a

1 Questa paro la , che non esiste in nessuna lingua, è stata c reata dal generale Aram- bu rn , che ha governato p e r un certo tem po l ’A rgentina in nom e del m ovim ento che h a cacciato P erón , ed im piegata da lu i con m olta efficacia in un discorso.

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u n im pulso di abnegazione e di g iustizia che la portò ai m ovim enti ch ia ­m ati di sin istra (ch e p er le i erano di sin istra), o anche a u n im pegno d i ca­ra tte re relig ioso , o successivam ente agli u n i e a l l’a ltro . In en tra m b i i casi, si tra ttò di un im pulso irraz io n a le e m istico, anche quando si considerava rea ­listico , an tisen tim en ta le , m achiavellico . I l m ovim ento an arch ico , im m uniz­zato fin d a l p rin c ip io con tro questi fenom eni, li p a tì in m isu ra m inore delie a ltre co rren ti, in cui il con trasto con la generazione p receden te condusse — spesso — alla scissione.

La terza generazione è veram ente rea lis ta , p erchè non è p iù scientifi- sta , p erchè non p re ten d e d i avere il possesso di v erità assolute, nè di posse­dere una « filosofia d e ll’anarch ism o », e dà valore a una « p ra tic a » che non si lim ita al sindacato , nè si traduce in am bizion i p o litich e , bensì abbraccia , con sobrie tà e m odestia , tu tt i gli aspetti della v ita. Se questo non è ancora u n a rea ltà , esiste p e r lo m eno in potenza n e i com pagni p iù giovani, e verso u n a ta le concezione sem brano o rien ta re il m ovim ento anarch ico i nuovi aspetti (s ia positiv i che negativ i) del m ondo di oggi.

A spetti d e ll’a ttiv ità a n a rc h ic a : la p ro p a g a n d a

P rend iam o i d iversi aspetti d i ciò che ch iam iam o m ovim ento e in sp a­gnolo, p iù espressivam ente, « m ilitanc ia » : la p ropaganda , la capacitazione del m ilitan te , l ’azione p ro p riam en te detta .

U na delle p aro le che nascondono un m alin teso fra le generazion i è p ro ­p rio c< p ropaganda » ( la cu i orig ine deve risa lire al nom e la tin o dell istitu to ca tto lico p lu riseco lare « De p ropaganda F ide »). F d unque p aro la di o ri­gine religiosa, che resta v inco lata in certa form a con il suo p rim itivo signi­ficato , in quan to quello che si p ro p ag a è genera lm en te u n a fede. Noi ab b ia ­m o sem pre p arla to di p ropaganda ; ep p u re m i sem bra adesso che la paro la n o n sia ap p ro p ria ta o non sia p iù ap p ro p ria ta a lla nostra m an iera di con­cep ire la funzione del nostro m ovim ento.

E ’ vero che noi dobb iam o g rid are ben forte la nostra verità , che asso­m iglia m olto alla m assim a evangelica : « co m p o rta ti con gli a l tr i com e vor­resti che gli a ltr i si com portassero con te » ; e dobbiam o d ed u rn e i co ro lla ri a i qua li dà luogo questo p recetto generale nei casi p a rtic o la r i, co ro llari che risp o n d eran n o a una esigenza di giustizia sociale e di lib e rtà , perchè ogni uom o desidera p e r sè g iustizia e lib e rtà . Q uello che ci d istingue dagli a ltri in questa ricerca di un benessere che non contrasti con la d ign ità dell es­sere um ano, è il rispetto della personalità ind iv iduale ed anche della perso­n a lità co llettiva di g ru p p i spon taneam en te e funziona lm en te organizzati, con la conseguente repu lsa di qualunque po tere , di qualunque coazione. La n o ­s tra opera , di educato ri p iù che di p ro p ag an d isti, p e r la sua stessa n a tu ra , è d ire tta non a im p o rre l ’accettazione di un determ inato sistem a, bensì a in ­cu lcare la to lleranza verso le idee a ltru i, la difesa del p ro p rio d iritto a p en ­sa re e a fo rm arsi in lib e rtà . Di qui il nostro concetto di rivo luzione, consi­

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d era ta come Fatto d ire tto ad ab b a tte re gli ostacoli che im pediscono lo svi­lu p p o delle realizzazioni spontanee di base, che no i possiam o p ro p o rre , nei casi favorevoli organizzare, m ai im porre .

O rbene: la p rin c ip a le obiezione, tan to p iù perico losa quan to p iù sot­tin tesa , contro la quale dobbiam o lo tta re in quest’opera di educazione, è la convinzione delle possib ilità c rea tric i della forza m a te r ia le , vale a d ire de lla violenza. Sem brerebbe che qualsiasi program m a potesse ap p lica rs i d ispo­nendo di una sufficiente au to rità , tan to p iù assoluta q uan to p iù nuovo ed estraneo alFam bien te il p rogram m a. Di qu i i voti ai p a r t i t i leg a lita ri che si traducono in u ltim a ana lisi ne lla facoltà concessa ai lo ro capi di im p iegare le forze poliziesche contro gli o p p o sito ri; di qu i l ’appoggio popo la re a chi p rom ette , m edian te una rivo luzione, una trasfo rm azione p iù rap id a a ben e­ficio del m aggior num ero ; di qui anche, quan tu n q u e senza u n a ch ia ra co­scienza, la concezione catastrofica (v a le a d ire di una d istruz ione to ta le che renda possibile una ricostruzione to ta le) che m olti an a rch ic i conservano della rivoluzione, concezione an ti-sto rica, che deriva — rip e to — dal m is ti­cismo rom antico ed anche dal razionalism o assoluto ( fu o r i del tem po) dei giacobini francesi del secolo X V III.

Questa fede n e lla funzione crea trice della potenza m a teria le è difficile da distruggere con una p ropaganda genericam ente lib e rta r ia che non faccia a ltro che r ip e te re i p rin c ip ii. Siam o g iun ti ai m om ento p iù fecondo, p iù difficile e p iù pericoloso della nostra tra ie tto ria sto rica com e m ovim ento ; la nostra funzione può essere sì quella di p a rtec ip a re , in quei paesi in cui ce ne siano le possib ilità , a m ovim enti rivo luzionari, m a, in nessun luogo — eccettuata forse la Spagna — con funzione o rien ta triee , p e r lo m eno ai p rin c ip io , giacche siam o pochi : la nostra è destinata ad essere u n a funzione di vigilanza, di sacrificio c, se è necessario, di opposizione, a pa tto che sia opposizione crea trice in difesa della lib e rtà non solo d ’espressione, m a an ­che di sperim en tazione costru ttiva , per tu t t i . Ma questo lavoro di p re p a ra ­zione rivo luzionaria , quan tu n q u e p erm an en te , è m olto d is tan te d a ll’essere, p e r noi, nella m aggior p a rte dei paesi, il p iù im p o rtan te .

Noi abbiam o u n grande p riv ileg io risp e tto ai p a r t i t i e, nello stesso tem po, un dovere ir lo di difficoltà : il p riv ileg io è quello d i p o te r d ire sem ­p re , senza considerazioni di o p p o rtu n ità , ciò che consideriam o vero, p e r ­chè non cerch iam o n ien te p e r no i stessi e p e rtan to n o n abbiam o n u lla da p erdere ; il dovere è quello di conoscere bene questo m ondo ingiusto ch e in tend iam o m odificare in senso positivo, quello di g iungere a sen tire la rad ice storica di quan to l ’uom o crea senza coazione, p e r essere capaci di a iu ta re a nascere — senza an d are contro la s to ria , che è lib e rtà — il m on­do di dom ani. E questa nascita avviene tu tt i i g io rn i, ogni vo lta che due uom in i si a iu tano senza sfru ttam en to , ogni vo lta che qualcuno com pie il p ro p rio dovere senza v ig ilanza, ogni volta che u n ind iv iduo riconosce com e p ro p ria la p rosperità della com unità della quale fa p a r te e questa com unità

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riconosce com e base della sua p ro sp erità , la p ro sp e rità deg li a ltr i g ru p p i um an i. A nche gli esp erim en ti fa lliti fanno p a rte d i questa nascita , di que­sta rivo luzione che può p resc indere sovente — anche se n o n sem pre — dal m om ento in su rrez io n a le ( tan to p iù , q uan to p iù è rad ica ta n e lle trad iz ion i lo ­ca li, lib e rta r iam en te positive). La nostra funzione, den tro di questa nascita q u o tid ian a , è m oltep lice : di creazione, di sperim en tazione , di stud io e d i­scussione e anche, quando sia necessario , di lo tta m a te r ia le ; m a quest’ul- tim a lim ita ta alla leg ittim a e p erm an en te difesa della lib e r tà di in iz ia tiv a .

Lungi dal co ncen trare ogni nostro lavoro p re p a ra to rio , ogni nostra aspetta tiva in quella specie di « giudizio finale » che ch iam iam o vagam ente « rivo luzione sociale », noi vediam o oggi la necessità di una azione q u o ti­d iana che p o rti in se stessa una finalità lib e rta r ia . D opo il te rr ib ile esem ­p io della rivo luzione russa, non siam o p iù disposti a sacrificare l ’oggi ai dom ani, i nostri figli ai nostri n ip o ti ; e tan to m eno siam o d isposti ad am ­m ette re che la conquista del p o te re costitu isca, nem m eno p e r il p a rtito p iù au to rita rio , una realizzazione. Il nostro realism o è p iù m odesto e p iù am ­bizioso allo stesso tem po : ch ied iam o p e r l ’essere um ano la sostanza della v ita q u o tid ian a , il pan e e tu tto il resto di cui vive l ’uom o, che è il lavoro e la cu ltu ra , che è d ir itto e dovere, che è am ore, che è a rte e scienza e pensiero , che è spo rt, se l ’uom o lo vuole, che è Dio, se lo v uo le ; che è so­p ra tu tto lib e rtà .

In questa situazione, la paro la « p ropaganda » p erd e il significato che is tin tivam en te eravam o ab itu a ti ad a t tr ib u ir le : p iù che p ro p ag are prinei- p ii è necessario fo rm are coscienze; e non coscienze u n ifo rm i, bensì ognu­na coerente con se stessa. I p a r tit i po litic i che vogliono raccogliere voti e asp iran o ad o ttenere p e r i loro cand idati e, su b o rd in a tam en te , p e r i loro p ro g ram m i, la m età p iù uno dei vo tan ti, fanno p ro p ag an d a ; i creden ti che vogliono salvare l ’u m an ità con la fede in una rivelazione m agica fanno p ro ­paganda ; la nostra opera invece deve isp ira rs i ai p r in c ip i che reggono l ’e­ducazione ed ha un ca ra tte re pedagogico anche sul te rren o rivo luzionario .

Si rico rd i, se no, quel bel m anifesto m urale della CN T-FA I d u ran te la rivo luzione spagnola dal tito lo : « N o n avvelenate l ’in fa n z ia » .

Mi si possono fa re due o b iez io n i; la p r im a è che la d ifferenza fra p ro ­paganda ed educazione è sem plicem ente di paro le . Io credo di n o : vi sono differenze di tono e di g radazione che hanno una im p o rtan za sostanziale. La finalità della p ropaganda è la diffusione di u n ’id e a ; la finalità d e ll’ed u ­cazione è in ognuno degli esseri um an i sopra i qua li si esercita . E qu i sorge l ’a ltra possibile ob iezione: se ci p resen tiam o com e edu ca to ri, d ividiam o gli uom in i in due categorie, la nostra e quella degli educand i e riduciam o il nostro com pito ad un lavoro di specia listi. Ma u n a concezione a ttiva e d i­nam ica d e ll’educazione ci po rta a cancellare la d istinzione tra le due cate­

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gorie clic non sia quella pu ram en te em p irica della d ifferenza di e tà ; ognuno di noi è a sua volta allievo cd educato re . Sappiam o p e r esperienza d ire tta che il processo educativo com incia in no i stessi e che n o n s’insegna bene se non quello che si sta app rendendo . E quest’u ltim o (v a le a d ire : a p p re n ­dere) è, p e r noi e la nostra opera , tan to im p o rtan te q u an to il p rim o . Un esem pio : la base necessaria della lib e rtà è la to lle ran za . E im p a ra re ad es­sere to lle ran ti costa sforzo e costa tem po. Si è p a rla to in questi u ltim i tem pi fra no i di cc m ilita n z a » in te rio re , espressione fo rtu n a ta che cancella q uan to p o trebbe avere di pretenzioso il nostro im pegno educativo .

A spetti d e ll’ a ttiv ità a n a rc h ic a : la fo rm azio n e de l m ilita n te

Passiam o al secondo aspetto del nostro dovere di m il i ta n ti : la capaci- tazionc. In realtà la d istinzione è artificiosa. I l ren d e rs i capaci com e m ili­tan ti non consiste n e ll’acqu ista re po tere di convinzione, n e ll’ap p ren d e re a p a rla re e scrivere bene, n e ll’im p ad ro n irs i della tecnica m a lap a rtian a della rivoluzione o della tecnica so reliana del m ovim ento o p e ra io ; consiste nel conoscere il m eglio possib ile il lavoro con il quale ci guadagniam o la v ita p e r p o te r a iu ta re a o rganizzarlo senza coazione, consiste nel conoscere il m eglio possibile il m ondo che ci a tto rn ia e n e l seguire le sue incessanti trasfo rm azion i, p e r m uoverci con lu i e den tro di lu i in senso lib e rta r io , p er non soffocare senza saperlo i germ i del dom ani sotto gli schem i di ie ri, p e r­chè non ci accada di dare colpi a quello che sta m orendo e d ’ignorare le m inacce reali.

Siam o forse gli un ic i che possiam o s tu d iare le nuove rea ltà ohe ca ra t­terizzano la società a ttu a le spassionatam ente, senz’a ltro in te resse che quello della giustizia sociale e della lib e rtà . D al pun to d i vista d i questo in teresse, diciam o, d isin teressato , dobbiam o s tu d iare le opere deg li specia listi e u ti­lizzare la nostra esperienza d ire tta scam biandoci i r isu lta ti d i questi studi rea lizza ti in d iversi se tto ri e in d iversi paesi. Questo lavoro d i osservazione e analisi c uno dei nostri p rin c ip a li com piti, com pito che non cessa m ai, p erchè è stud io di v ita , tan to lungo q u an t’è lunga la v ita stessa, ed è s tre t­tam en te vincolato a ll’azione, la cui finalità non è d e te rm in a ta tem p o ra l­m ente (a m eno che non ci si dom and i, com e faceva ingenuam ente u n com ­pagno col cuore di ragazzo e la fede di c red e n te : « Cosa farem o dopo la rivoluzione sociale, quando non ci saranno p iù nem ici da ab b a tte re , nè p ro ­blem i da risolvere? ». E vi e ra u n a certa d isperazione ne lla dom anda).

C erchiam o di c ita re alcuni dei p rob lem i d i oggi, ch e ai tem pi di Baku- n in o d i K ro p o tk in non si p resen tavano o si potevano p rev ed ere so ltan to teo ricam en te . N essuna di queste rea ltà m odifica l ’essenza del nostro p en ­

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sie ro com e an a rch ic i : p iu tto sto esse ci fanno trovare nel cen tro logico stesso de lla rea ltà ; m a tu tte stab iliscono re laz ion i in ed ite fra no i e il m ondo, tu tte esigono nuovi m odi d i azione.

Un p rim o abbozzo d i una p a rte di queste nuove rea ltà fu l’oggetto d i un m io lavoro p u b b lica to in ita lian o : una sem plice lista d i tem i d i studio con a ltre tta n te b rev i p resen taz io n i dei te rm in i cui essi ci si o ffro n o .1 E lenchi d i una ta le n a tu ra saranno sem pre incom ple ti e su scettib ili d i u n a grande va­rie tà di m esse a fuoco, non m ’in te ressa r ip e te rla q u i, se n o n nelle g rand i l i ­n ee . N el m ondo che c i a tto rn ia , com e conseguenza d e ll’au m en ta ta p ro d u ttiv i­tà , che con l ’avvento d e ll’au tom azione e con la scoperta di nuove fon ti d i e- n erg ia si avvia ad assum ere p ro p o rz io n i astronom iche, il p ro b lem a de lla d i­s trib u z io n e va acqu istando u n ’im portanza m aggiore d i q u e llo della p roduzio ­n e ; la lo tta d i classe sta svolgendosi p iù a tto rn o ai prezzi che ai sa la r i; i m o­v im en ti sociali in cu i questa lo tta si traduce sono sem pre p iù m ovim enti di consum atori (e sem p io : le ag itazion i ispano-am ericane con tro l ’aum ento delle tariffe nei tra sp o rti, che posero ai sindacati degli o p era i del ram o un difficile p rob lem a sul te rreno delle rivend icazion i sa la r ia li. N ell’U ruguay una esperienza analoga si ebbe a p roposito del prezzo del pane).

D’a ltra p a rte , m a in is tre tta relazione con tu tto ciò, abb iam o il feno­m eno to ta lita r io , nuovo tipo di S tato non so ltan to gendarm e, m a anche p a­drone, con tro il quale le rivend icazion i di lib e rtà si iden tificano con quelle d i giustizia sociale e la cui a ttiv ità in te rna ed esterna ren d e m anifesta una rea ltà non nuova m a che il m arxism o aveva lasciato n e ll’o m b ra : la p rem i­nenza delle finalità po litiche-econom iche, il ca ra tte re di s trum en to di po ­te re che conserva ed h a sem pre avuto nelle sue g rand i lin ee il fa tto econo­m ico. B urnham ha descritte le tendenze to ta lita r ie del m ondo dem op lu to ­cra tico nel suo « La rivoluzione dei d ire tto ri ». G ilas ha ana lizza ta la <c nuo ­va classe » dom inan te nei paesi già to ta lita ri nel suo u ltim o lib ro , classe non di p ro p rie ta r i, m a di bu ro cra ti.

Noi anarch ici dovrem m o essere stati in grado di m uoverci ideologica­m ente nel m ondo di oggi, p erchè vi sono pagine p ro fe tiche di B akun in che G ilas e B urnham (in d u b b iam en te senza conoscerle) sem brano avere cop ia­to , cam biando so ltan to il tem po dei verbi. E , senza c ita re B ak u n in , p erchè non ci si dica che rip e tiam o sem pre gli stessi testi, senza c ita re nessuno dei n o s tr i classici, leggiam o alcune righe di u n poem a in prosa di uno sc ritto re ebreo del p rinc ip io del secolo, che è m olto vicino a noi, P eretz : « Tem o gli oppressi che trion fano , p erchè possono convertirsi in oppresso ri, e l ’o p ­pressione è un aggravio allo sp irito d e ll’uom o. Non d ite forse che l ’um a­n ità , com e un esercito verso il fron te , dovrà m arc iare al ritm o dei vostri ta m b u ri? Ma l ’u m an ità non è un esercito . I veloci p rendono vantaggio, gli

1 « P rob lem i d ’oggi », R ivista Volontà. Genova 30-9-1957.

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em otivi sentono con p iù in ten sità , i su p e rb i si d rizzano . V olendo u n ifo r­m arli tu tti q u an ti, non tag liere te il rovere per lascia rlo a ll’altezza d i un cespuglio?.... Mi fate trem are. Tem o che, v incito ri, possiate convertirv i in una burocrazia che d istribu isce ad ognuno il suo boccone com e u n a elem o­sina, che m isura il lavoro di ognuno com e ai lavori fo rza ti.

Se cosi agirete, soffocherete la lib e ra volontà deH ’iiom o, c rea trice di nuovi m ondi, e in a rid ire te la p iù p u ra sorgente della fe lic ità um ana, la sua in iz ia tiva, an n u lle re te cosi la forza in te rio re che fa che u n uom o solo faccia fro n te alle m ig liaia, ai popoli e a lle specie, e m eccanizzerete la v ita e la m anderete al rogo. E voi. in che cosa sarete assorti? N el rego lam en ta re , scrivere, anno tare , va lu ta re? N el p ian ificare il ritm o d e l cuore, la m isura della vista e d e ll’ud ito? ...

Q uando forzate le p o rte della vecchia Sodom a, vi guardo con a lleg ria , m a il m io cuore si stringe, tem o che, sopra le rovine, invece del nuovo, co­stru ia te qualcosa di peggiore, di p iù oscuro e di p iù freddo .... E la g iusti­zia, che vi ha accom pagnato nel sanguinoso e spinoso cam m ino del trion fo , vi abbandonerà . E non ve ne accorgerete, p erche in n an z i a ciò sono ciech i tu tti quelli che trion fano e opprim ono . E voi sare te tr io n fa to ri e o p p res­sori... C ostru ire te carceri p e r ch iuderv i den tro coloro che alzeranno il b rac ­cio p er ind icare in quale abisso siate cadu ti.... T u tto q uan to succede, accade n e l tem po e nello spazio. Ciò ch ’è già consolidato , fo rte e s tab ile , è, p e r questa stessa ragione, congelato, p ie trificato . E ’ P« oggi » che deve scom pa­r ire .. . . E quando il dom an i che voi agognale si co n v ertirà in oggi, sa re te i d ifensori delT ieri, di ciò ch ’è p ie trificato , m orto .... S iete la m ia speranza, siete il m io tim ore. Voglio il vostro trionfo ed ho fiducia. Ma tem o e trem o p e r lui » .1

Aiuti di questo genere p e r vedere ch iaro ne abb iam o avu ti m olti. Senza dubb io , non abbiam o ancora riconosciuto sufficientem ente la faccia dei fa tti , e m en tre tu tte le u ltim e rivo lle an tito ta lita rie ( la resis tenza eu ropea con­tro il nazifascism o, il m ovim ento polacco di Poznan , quello della G erm ania o rien ta le del 1955, la rivo luzione an tip ero n is ta a rg en tin a , quella ungherese del 1956, T u ltim a del V enezuela2 fu rono d ire tte con tro la po liz ia seg re ta , che raccoglie la crem a delle m iliz ie del p a rtito un ico , trasfo rm ate in b u ro ­crazia sta ta le , no i con tinu iam o a vedere quello che accade alla luce di u n ’unica sp iegazione: il to rnacon to cap ita lis ta (che esiste , senza d u b b io , m a non ha r im p o rta n z a di p rim a), e specia lm ente l ’in teresse econom ico di ta lune grandi im prese no rdam ericane .

1 (D a «S peranza e tim ora », scritto nel 1906. pubblicato nella traduzione spagnola d a ll’Associazione R azionalista E braica, Buenos Aires, senza data, pagine 7, 8 e 9).

2 La recente rivoluzione cubana è una nuova conferm a di ciò che qui si asserisce (agosto 1959).

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E qui si p o rreb b e il p rob lem a d e ll’im peria lism o , che io ritengo che s’affron ti, n e ll A m erica L atina , in m an iera anacron istica . Ma è u n pun to tro p p o im p o rta n te e delicato p e r tra tta r lo di sfuggita, in u n a ch iacch iera ta in un certo senso panoram ica .

In cam bio, un a ltro p rob lem a che ini in teressa rico rd a re qu i, perchè ha asp e tti a rg en tin i d i g rande a ttu a lità 1 è quello d e lla s tru ttu ra dei p a r tit i e dei sin d aca ti n e l m om ento storico in cui viviam o. A vrem m o dovuto porlo noi stessi: non averlo fa tto se non in m an iera co n su e tu d in a ria e senza ten er conto dei suoi a ttu a li aspetti, non averlo fatto se non a ttrav erso afferm a­zioni ac ritich e e non docum enta te , è stato una delle p r in c ip a li m anchevo­lezze del m ovim ento anarch ico con tem poraneo . La questione fu posta — m olto ch ia ram en te — da S ilone, che d i tu tt i gli sc ritto ri eu ropei di ten ­denza socialista , è forse quello che nella m ig lio re m an iera ha com piu to e reso proficua una esperienza v ita le attiva . M i riferisco al p rob lem a degli « a p p a ra ti », vale a d ire , al p rob lem a del dom inio che h a su di un p a rtito0 un sindacato la sua burocrazia am m in istra tiva , fo rm ata in gran p a rte da funz ionari rem u n era ti. I l p rob lem a è analogo a quello del po tere po litico della bu rocrazia s ta ta le . Raccolsero l ’inv ito , p e r una discussione che du ra tu t t ’o ra, i socialisti d i diverse tendenze e, in p a rte , gli an arch ic i, in I ta lia , in F ranc ia , in In g h ilte rra . E ’ p robab ile che a lcun i com pagni qu i p resen ti ne siano in fo rm ati a ttraverso la nostra stam pa. Q ui non si p u ò ancora s tu d iare il p rob lem a dei p a r t i t i , in p ieno processo di rio rg an izzaz io n e ,2 m a è in te ­ressante, in cam bio , quello dei sindaca ti. C’è una dom anda che vorre i r i ­volgere ai com pagni, ed è la seguen te: « F ino a che p u n to la persistenza del peronism o sindacale è una rea ltà che obbedisce a lla suggestione che esercita sopra certe m asse opera ie il m ito d i Peron e fino a che pun to è una ap p aren za p ro d o tta dal dom inio che i q u ad ri sindacali co s titu iti n e ll’era peron ista esercitano ancora , p e r forza d 'in e rz ia o p e r la fo rza connessa con l ’esistenza degli a p p a ra ti, sopra l ’insiem e degli a ffilia ti?

Lo studio di questi p rob lem i nel vivo d e ll’esperienza q u o tid ian a (ch e può consistere, p e r l ’A m erica, ie ri nella conferenza econom ica di Buenos A ires, oggi nella p rospettiva del m ercato com une d e ll’A m erica L atina , o, m ettiam o, n e ll’aum ento dei p rezzi in relazione con le pension i, che può consistere, in A rgentina p artico la rm en te , nel fenom eno de lla m ano d ’opera non specializzata della cam pagna che sta pesando sul te rren o sindacale, nel-1 U ruguay, nelle possib ilità e ne lla degenerazione degli en ti au tonom i, in I ta lia , n e ll’azione d ire tta di D anilo Dolci o nel risorgere dell’an tic le rica ­

1 Questo lavoro è stato iti origine il testo d 'una conferenza pronunciata a Buenos A ires in lingua spagnola, al p rincip io delPanno scorso (febbraio 1958).

2 Oggi (agosto 1959) i quadri dei p a rtiti argentin i si sono ricostru iti e, m algrado le scissioni e le neoform azioni che ne hanno raddoppiato il num ero , sono in p iena effi­cienza dal punto di vista del loro peso decisivo sugli orientam enti della massa degli affiliati.

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lism o con m odalità nuove, etc.) d iviene, in questo m om ento di pericolosa transizione che stiam o a ttraversando , uno degli a sp e tti p r in c ip a li, forse i l p rin c ip a le , della nostra azione di m ilitan ti.

A spetti d e ll’a ttiv ità a n a rc h ic a : l’azione

Dicevamo che, se dovessimo schem atizzare questi a sp e tti, po trem m o r i­d u rli a tr e : la p ropaganda , lo stud io , Fazione p ro p ria m en te d e tta . E sam i­nati i p rob lem i re la tiv i ai p rim i d ue , ei resta da esam in are il terzo . Q uella « pau ra d e ll’uom o » chea con il desiderio di po te re , sta a lla rad ice del p ro ­cesso to ta lita rio , basta a d irc i dove si trovano le n o stre p o ss ib ilità : n e l l’uom o stesso e nella sua lib e rtà crea trice . La Com une di P a rig i, il m ovim ento russo del 1905, i soviets russi del 1917, la resistenza u c ra in a e quella dei m arina i d i K ronstad t contro il m onopolio bolscevico della rivo luzione, gli a lb o ri della Com une ungherese del 1919, il regim e dei C onsigli di B aviera del- l ’identico periodo , la Spagna 1936-39, m olti dei k ib u tz im is trae lian i, i con­sigli di fabbrica della rivo luzione d’o ttob re del ’56 in U ngheria , sono al­tre ttan ti ten ta tiv i soffocati, a ltre tta n te esperienze positive in senso nostro . D obbiam o in tenderc i su quan to ho detto p r im a : q uando cercavo d i d esc ri­vere la nuova situazione d e ll’uom o d i fro n te agli a l tr i uom in i e alle d if­ficoltà della vita ed afferm avo che esiste oggi una necessità logica d e ll’a n a r­chism o, non volevo d ire che questo sia d iven tato rea lizzab ile com e una con­seguenza del progresso tecnico. Q uesto è solo o può essere, se saprem o p ro ­fitta rne , un fa tto re favorevole. Ma anche i l nem ico suprem o, il to ta litarism o in atto o in po tenza, può volgerlo a suo profitto in a lcun i dei suoi a sp e tti, a rresta rlo ili a ltr i , p e r fo rg iare un sistem a fa tto a lla sua m isura e p e r i suoi fini. Perciò dobbiam o lim ita rc i a d ire che il progresso tecnico ha m odifi­cato il te rreno e le condizioni della nostra lo tta e ciò ci obbliga a r in n o ­vare il m odo d i p o rre i p ro b lem i. L ’aum ento d e l tempo libero che si p u ò p revedere com e conseguenza della au tom azione, è tan to im p o rtan te q uan to la « stanza p ro p ria » di w olfìana m em oria p e r lo sv iluppo della persona­lità , però m olto p iù com plicato e in q u ie tan te . Ma gli esem pi c ita ti di rea ­lizzazioni tendenzialm en te lib e rta r ie hanno po tu to fa rs i sem pre p iù fre ­quen ti e com pleti in d ip en d en tem en te dal progresso tecn ico , a ttraverso l ’e­sperienza negativa del socialism o leg a lita rio e di quello d itta to ria le .

G li o p era i d i Csepel in U ngheria , trad iz io n a lm en te com unisti ed ab i­tu a ti alla d isc ip lina di p a rtilo , ve te ran i della lo tta an tin az is ta o giovani cre­sciuti nel p a rtito unico del p ro le ta ria to , hanno cessato d i obbed ire , h an n o preso l ’in iz ia tiva nelle loro m an i e hanno dato v ita a form e p ro p rie di la ­voro associato che sono sta te con tem poraneam en te , com e nel 1936 le col­le ttiv ità d e ll’A ragona, organism i di lo tta . E i con tad in i ungheresi che, com e i con tad in i russi d e ll’epoca della collettiv izzazione fo rza ta , po rtavano p r i­m a a m alincuore e ne lla m inore m isura possibile i lo ro racco lti agli am ­

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m assi s ta ta li, sp o n tan eam en te inv iarono viveri a B udapest rivo luzionaria e affam ata. E ’ vero che in Spagna la stessa cosa fu fa tta in m an ie ra p iù co­scien te . Ma in Spagna c’eran o la FA I e la CN T che costitu ivano p ro p rio non gli s t r u m e n t i , ma l ’autocoscienza della rivoluzione. E , nonostan te la so rp resa , nonostan te che i com pagni spagnoli si trovassero im p rep a ra ti di fro n te a lla grandezza dei fa tti (m a i si è sufficientem ente p rep a ra ti) , una p rep araz io n e c’era s ta la . B asti c ita re tre p ro v e : il Congresso d i Saragozza d e ll’a p rile 1936, il lib ro di Levai « P rob lem i econom ici de lla rivoluzione sociale spagnola » pubb lica to nel 1934, e quello d i S an tillan « L ’organism o econom ico della rivo luzione » che uscì a lla v ig ilia del co lpo m ilita re di F ranco e d im ostrò im m ed ia tam en te la sua u til ità .

Vi fu m olta im provvisazione ed era inev itab ile . Vi fu rono p e rd ite in ­vo lon tarie di a rtico li in so stitu ib ili e si p rodussero situazion i assurde p er m ancanza d i a llenam en to o di capacità o p e r forza d i circostanze.

Ma m ai lo sp reco e la d isorganizzazione g iunsero a ll’es trem o che toc­carono in R ussia , specia lm en te ai tem pi di L en in , q u an d o a u n ’iden tica m ancanza di a llenam en to e d i capac ità si som m ava u n a b ru ta le e an tieco ­nom ica cen tra lizzazione con fini di dom inio po litico . E b isogna d ire che i bolscevichi passavano il tem po , a fa r p ian i e sta tis tiche . Chi ab b ia assi­stito a ll’inefficienza d e lla m acchina econom ica del fascism o sa cosa voglia d ire p ian ificazione to ta lita ria . La Spagna del 1936 d im o stra la u tilità e la p o ssib ilità d i una p ian ificazione lib e rta r ia , che p o rta a un sistem a di p a tti lib e ri e di com pensazion i. Se la guerra non avesse asso rb ito la m aggior p a rte delle energ ie , se si fosse po tu to ap p ro fitta re , m ig lio ran d o le , delle esperienze che si andavano facendo, se si fossero po tu te a p p lic a re le d ec i­sioni di congressi, com e quelle di uno degli u ltim i a p ro p o sito d i u n a banca confedera le e s im ili (rico rdo che a lla fine si discuteva la gestione sindacale e si parlava di co m p le ta rla con la gestione coopera tiva), credo che questo lavoro di s tu d io , q u an tu n q u e insufficiente, m a realizzato nel vivo della rea ltà , avrebbe dato anch ’esso i suoi f ru tti d i efficienza e p ro sp e rità . Così com e si svolsero gli avven im enti, perm ise p e r lo m eno la con tinu ità d e lla v ita m a te ria le , senza d itta tu ra , in un clim a d i guerra e p e rsin o di d isfa tta . Credo che di p iù n o n si possa ch iedere.

La d iversità d i queste esperienze ci d ice che le s trad e d è ll’anarch ism o sono m oltep lic i, ap p u n to p erchè sono s trad e di lib e rtà . Siccom e la lib e rtà è essenzialm ente risp e tto , il pu n to d i p artenza è sem pre u n a situazione lo ­ca le , risp e tto a lla q u a le gli anarch ici esercitano o do v reb b ero esercitare u n ’opera di « m aieu tica sociale » (p e r d irlo quasi con le p a ro le di Socrate), che consiste n c ll’cc a iu ta re a nascere » quel che è spo n tan eo e v ita le , e l i ­m inando gli ostacoli coattiv i. Le costruzioni ideali a s tra tte , le cosiddette « u to p ie » del tipo di q u e lla di W illiam M orris (che seduce ancora la nostra fan tasia) o d e ll’oc A nno 2000 » del socia lista B ellam y, che nessuno oggi legge e pochi rico rdano , sono m olto p iù lon tane d a lla n o stra a ttiv ità an a r­ch ica che d a ll’op era di u n p a rtito po litico , che vuole co s tru ire basandosi su lla forza governativa e che p ertan to ritiene possib ile , obb ligando gli u o ­

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m in i a spese e sforzi adeguati, l ’app licazione d i q u a lu n q u e schem a p ro ­gram m atico . F a lliro n o i francesi, con i d ir itt i d e ll’uom o n e lla va lig ia , n e lla Spagna del 1808, e fa llì il sistem a m arx is ta in R ussia , com e f a l l i ­reb b e in paesi poco in d u stria lizza ti com e il nostro . L a consegna della r i ­vo luzione giacobina è: d istruggere tu tto e po i r ico s tru ire tu tto secondo u n p iano p erfe tto ed om ogeneo. La n o stra , che p o trem m o ch iam a te sto ­ric is ta , dovrebbe essere p e r coerenza: d istruggere il m eno p o ssib ile , lo t­tando contro gli im p ed im en ti che coartino le creazion i spon tanee e v ita li e che sostitu iscano alla coord inazione so lidale la coazione destin a ta a lai- servi re queste creazion i agli in te ressi dei g ru p p i d o m in an ti.

A nche il popo lo è un m ito , e p iù ancora lo è la b o n tà necessaria de lle sue realizzazion i. P e rtan to anche la lib e rtà p resen ta p e rico li; m a in fin i­tam ente m aggiori sono i perico li de lla coazione. F ra le lib e rtà , in fine , vi è q u e lla di sb ag lia rs i; non c’è q uella d i offendere la lib e rtà a ltru i. Q uesto nostro costum e m en ta le di sis tem atica to lle ran za fa che vi sia u n costan te m alin teso n e i nostri d ia lo g h i con a ltre tendenze ; m alin teso che av rebbero dovuto d iss ip are i fa tti stessi, quando la Cnt e la F ai si rifiu tarono in S p a­gna d i p ro fitta re de lla lo ro fo rza num erica p e r o rgan izzare da sole l ’eco­nom ia e d irig ere la g u erra , escludendo da qu esti com piti le restan ti forze antifasciste. E p p u re , il m alin teso sussiste, e ci si a ttrib u isce u n a conce­zione asso lu tam ente an tis to rica e g iacobina della rivo luzione com e r in n o ­vam ento to ta le , che è b en lungi d a ll’essere la n o stra . P e r n o i, tu tto quello che l ’uom o ha crea to da sè a ttraverso i secoli a lla base d e lla società o nel m ondo del pensiero , h a valore e m erita d ’essere su p e ra to , m a non d is tru tto , se non d istrugge in to m o a sè e lem en ti v ita li. Q uesto r isp e tto verso ciò che esiste , p u rch é non ab b ia ca ra tte re coattivo , vale a d ire v io len to , è la con­seguenza logica d e lla nostra concezione della lib e rtà . P e r questo , in ogni paese b isogna ten e r conto dei p receden ti storici e dello trad iz io n i locali. In ogni paese (in ten d en d o paese in un senso m olto p iù am pio d i quello po litico) vi è u n a s trad a specia le p e r l ’anarch ism o , e ciò non è in co n tra d ­d iz ione con il ca ra tte re e lo sp irito in tem az io n a le di q u est’u ltim o .

P e r a p p lic a re questo c rite rio di p a rtieo larizzaz io n e , sofferm iam oci u n m om ento a considerare l ’U ruguay , q u e ll’U ruguay ch e ta lu n i considerano troppo piccolo p erchè valga la pena d i essere s tu d ia to come esem pio , e che invece a m e sem bra u n eccellen te te rreno di sp e rim en taz io n e , p u r senza p erd ere d i v ista la sua o rig in a lità , che forse gli viene d e l federalism o d ’Ar- tigas e che lo fa sostanzia lm en te diverso dai suoi due v ic in i g iganti. P o iché sono u ru g u ay an a p e r residenza e ita lian a d i o rig ine, m eglio m i si confà p ren d e re i m ie i esem p i d a l l’I ta lia e d a ll’U ruguay , giacché solo in questo caso p o tran n o essere il r isu lta to di im a esperienza d ire tta e n o n lib resca .

N onostan te le d ifferenze con gli a ltr i paesi, inc lusa l ’A rg en tin a , i fe ­nom eni in d ica ti com e nuove rea ltà in iscala m ond ia le , si rip e rcu o to n o n e l­

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l ’U ruguay , acq u istan d o n a tu ra lm en te un ca ra tte re locale. A nche n e ll’U ru ­guay d im inu isce l ’im p o rtan za del cap ita lism o ag rario e in d u s tria le d i fro n te a lla b u ro craz ia , classe che ha p rep o n d eran za n u m erica ed è p o lit i­cam ente d o m in an te , m a m olto gerarch izza ta e perc iò econom icam ente p r i ­v ileg ia ta so ltan to nei suoi gradi p iù a lti. Sono già n a ti p r iv ileg i b u ro c ra tic i che sostitu iscono alcuni d e i p riv ileg i cap ita lis tic i co rren ti (m ezzi d i tra sp o r­to ufficiali — legali o abusiv i — , poco lavoro e o ra rio rid o tto , a volte residenza uffic iale , a volte d ir itto ad essere r ifo rn iti , p e r il consum o fa ­m ilia re dei p ro d o tti d e l l’E n te da cui si d ip en d e — F rig o rife ro Nazionale* Sovp —). V i sono alcune r ip a rtiz io n i au tonom e dello sta to che d istribu iscono u til i , com e la IJ .T .E ., genera lm en te sotto fo rm a d i s tren n a di fine d ’anno , aum en tando allo stesso tem po le tariffe a carico d e i consum ato ri. B isogna d ire che su questo te rren o scom pare la d ifferenza tra im p ieg a ti am m in i­s tra tiv i e o p era i m an u a li (si passa d ’a ltra p a rte fac ilm en te d a ll’im a a lla a ltra d i queste categorie con il sistem a del cam biam en to p rovvisorio d i funzion i p e r necessità-tecn iche) e persistono un icam en te le d ifferenze n e lla scala dei sa la ri.

Q ueste im p rese sta ta li hanno di p e r se stesse una tendenza , d i o rig ine dem agogica, a trasfo rm arsi in coopera tive di p roduzione , dando o rig ine, tra il loro p erso n a le , ad uno sp irito co rpo ra tivo che è tu tto il co n tra rio d i quello che si ch iam a coscienza di classe, m en tre in a l tr i paesi, com e l ’In g h ilte rra , lo S tato n az io n a lizza to le tende a trasfo rm arsi teo ricam ente in una im m ensa coopera tiva d i consum o. N atu ra lm en te è u n a coopera tiva a ltre ttan to teorica quan to lo è la d itta tu ra del p ro le ta ria to in R ussia. Si tra tta in en tram b i i casi d e lla p resa d i possesso da p arte de llo S tato e della nuova classe b u ro cra tica in fo rm azione delle forze v ita li che m eglio co rri­spondono alle angosciose esigenze del m om ento a ttu a le . N e ll’U ruguay la fo rza v ita le era l ’E n te A utonom o e ancora p o treb b e esserio .

Gli E n ti A utonom i sorsero com e organi n a tu ra li d i u n cap ita lism o d i S tato lim ita to ad a lcun i se tto ri d e ll’econom ia e ab b astan za d ecen tra liz ­za to , nel senso in cui v o rreb b ero decen tra lizzare gli e n ti naz ionalizzati m o lti laboristi ing lesi, scontenti della p r im a ap p licaz io n e che si ò fa tta d e i p rogram m a d e l loro p a rtito . La degenerazione deg li E n ti A utonom i fu o p era della loro stessa b u rocrazia e de lla n a tu ra le tendenza cen traliz- za trice dello S tato, che, essendosi incam m inato n e ll’U ruguay p e r una s tra ­d a d i sem i-socialism o al p r in c ip io di questo secolo n e ll’ep o ca lib e ra le , sof­fre adesso incoscien tem ente l ’influsso del processo m o n d ia le che p o rta ad u n a accum ulazione di funzion i da p a rte del p o te re cen tra le . M a possiam o d ire che la p resa di possesso si è realizzata , non tan to d ire ttam en te da p a rte dello S tato, quanto p iu tto sto attraverso lo S tato , da p a r te dei p a rtiti p o ­litic i m agg io ritari. E queso, che è un fenom eno degno d i s tu d io , si deve essenzialm ente al « 3 e 2 » che accom pagnò (p ervertendone com pletam en te il senso) l ’u ltim a rifo rm a costituz ionale , conducendo ad u n a specie di u f­ficializzazione dei p a rtiti e conferm ando così la p rem in en za , in questo m o­m ento , del fa tto re po litico su ll’econom ico. Il sistem a del « 3 e 2 » che ac­

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com pagno la rifo rm a costituz ionale in senso co lleg ia lis ta che sostitu ì il P resid en te della R ep u b b lica con im Consiglio N azionale d i G overno d i 9 m em b ri, c inque della m aggioranza (batllism o), 4 d e lla m in o ran za p iù fo rte (P a rtito N azionale),1 è u n a conseguenza di questo b ip a rtitism o che e li­m ina il sistem a p ropo rz iona le n e ll’esercizio d e lla dem ocrazia ra p p re se n ­ta tiva . G li E n ti A utonom i (U .T .E ., Soyp, S odre , À m det, À ncap , etc .) hanno ciascuno u n d ire tto rio di 5 m em b ri che , grazie alla stessa rifo rm a co stitu ­zionale , devono essere n om ina ti 3 dal p a rtito m ag g io rita rio e 2 da quello che detenga la m inoranza p iù fo rte . T a le il sistem a d e l « 3 e 2 ». E , com e conseguenza n a tu ra le sebbene non reg is tra ta n e lla C ostituz ione , a questi d ire tto ri i rispettiv i p a r tit i p o tran n o im p o rre i c a n d id a ti p e r i p o sti a lti e bassi.

Così i p a r tit i p o litic i m aggiori si trasfo rm ano in o rgan i dello S tato e in agenzie di collocam ento. E gli E n ti A utonom i, in un m erca to d i voti. Q ue­sto fa che la im p o rtan za a ttu a le d e ll’<c ap p a ra to » dei p a r l i t i , che m enzio ­navam o com e fenom eno genera le , assum a n e ll’U ruguay c a ra tte r i sp ec ia lis ­sim i e forse decisivi.

Il cam m ino d e ll’anarch ism o , n e ll’U ruguay , com e q u i e, in ogni p a r te , è quello d e ll’azione d ire tta in senso crea tivo ; n e ll’U ruguay ciò p o treb b e consistere n e lla creazione di com unità con tad ine e n e lla lo tta con tro il la ­tifondo n e lle cam pagne, e, in c ittà , ne lla socializzazione deg li en ti au to ­nom i, vale a d ire n e lla loro gestione da p a rte d i p ro d u tto r i e consum atori associati e, in generale , da p a rte degli in te ressa ti, con u n c a ra tte re co o p e­rativo e senza l ’ingerenza d i in te ressi po litic i. N e ll’A rg en tin a le po ssib ilità sono di gran lunga m agg io ri: credo che qu i la trad iz io n e delle co o p e ra ­tive sia m olto rad ica ta e che se ne p o treb b e tra rre p ro fitto , tenendo conto anche delle trad iz io n i di au tonom ia sindacale . Q uesti non sono a ltro che esem pi di com e l ’azione an arch ica può — a m io m odo di vedere — ad a t­tarsi alle ca ra tte ris tich e locali.

N em m eno il p ro b lem a d e i m etod i di lo tta può essere riso lto p resc in ­dendo dalle situazion i e da lle possib ilità locali. In p ro p o sito voglio d ire la m ia op in ione stre ttam en te p erso n a le : d u ran te tu tta la m ia v ita il p ro ­b lem a della v io lenza m i è sem bra to angoscioso, p e r le co n trad d iz io n i che suscita d en tro d e ll’anarch ism o e p e r la difficoltà q u as i in so lu b ile d i s ta b i­lire u n lim ite tra la v io lenza di lib e raz io n e o di resis tenza (en tram b i casi d i leg ittim a difesa) d a u n a p a rte e la v io lenza opp ressiv a d a l l’a ltra . Con­fesso che la ten taz ione di g iungere in questo te rren o ad u n a conclusione assoluta in senso negativo com e q u e lla d i T o lsto i, fu p e r m e sem p re m o l­to fo rte . Ma T olstoi credeva in D io e lasciava a q u e s t’u ltim o la resp o n sa­b ilità delle conseguenze. E no i no. D obbiam o q u iu d i rassegnarci al fa tto

1 Nelle u ltim e elezioni del novem bre 1958, posteriori a questa conferenza, il ra p ­porto fra queste due forze s’è invertito . I l P artito « C olorado » la cui tendenza dom i­nan te è il batllism o e che ha avuto la m aggioranza p e r p iù d ’o tta n t’ann i, è stato sconfitto dal suo rivale ereditario , il P artito N azionale o « B ianco ».

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che la realtà non ha n u lla d i assoluto e non possiam o a p p lic a rle un c r i­te rio assolu to senza r in ch iu d e rla au to rita riam en te in u n m odello p re fab ­b rica to o r in ch iu d e rc i ego isticam ente in so luzion i in d iv id u a li, d is in te res­sandoci d i tu tti gli a ltr i esseri u m an i, che sono fa tto ri in d isp en sab ili de lla n o stra stessa v ita . In te rm in i genera li credo che la rivo luzione concep ita com e in su rrez io n e a rin a ta , non sia un ideale , m a u n m a le che può d iv en ­ta re necessario . La rivo luzione p ro fonda non d ev ’essere necessariam en te v io len ta ; anzi, è tan to p iù efficace e d u ra tu ra , q u an to m eno sia v io len ta . L ’educazione dello sp ir ilo d i v io lenza è educazione al to ta lita rism o : b i­sogna educare in cam bio lo sp ir ito d i sacrificio e d i resis tenza, legato con la d ifesa del lavoro crea tivo e de lla stessa lib e rtà d i c rea re . Ma riconosco che, m en tre n e l l’U ruguay non vi è ob b ie ttiv am en te u n a situazione riv o lu ­z io n aria , com e è p ro b ab ile che non vi sia neg li S ta ti U n iti, nè in In g h il­te rra , nè , m e ttiam o , in Svezia, non si può d ire lo stesso, p e r esem pio , d e ll’I ta lia , o della Spagna, o d e ll’U ngheria . S u ll’A rgen tina non sap re i p ro ­n u n ciarm i. M a credo che , in questo m om ento , qu i nem m eno u n a situ az io ­ne in su rrez io n a le sa reb b e c rea trice , e che vi sono, in cam bio , m olti cam ­p i ap e rti a creazion i sociali con possib ilità lib e rta r ie , che fo rse occorrerà d ifendere a p o s te rio ri, anche arrisch iando la v ita . U na d e lle afferm azioni di M alatesta , che v arrebbe la pena d i ap p ro fo n d ire , è q u e lla del g rad u a­lism o rivo luzionario . Q uesta d iversità ci im pedisce d i genera lizzare in q u e­sto tem a dei m etodi e ci in ib isce anche d i em ette re g iud iz i assoluti.

Un altro p ro b lem a d i m etodo che m inaccia d i trasfo rm arsi in sostan­z ia le , è quello d e lle m inoranze o r ie n ta to c i ; queste esistono sem pre den tro un m ovim ento di trasfo rm azione riv o lu z io n aria e possono provocare con il loro esem pio e la lo ro efficienza organ izzativa nel te rreno econom ico, cu l­tu ra le , san ita rio , u n rovesciam ento di op in ion i n e lle m asse nei m om enti decisiv i. Ma fin quando queste non si riconoscano com e som m a d i in d iv id u i, in te ri in se stessi, che pensano e op eran o com e ta li, fin q u ando non siano capaci di p resc indere dallo Stato o non vogliano fa rlo , fin quando si im p e­gneranno a crearsi u n governo, noi non po trem o nè dovrem o im ped irg lie lo , sotto pen a di convertirc i noi stessi in governo, ciò che sa reb b e il peggio­re dei su icid i. R inuncerem o q u in d i in questo caso ad u n a ste rile im p o si­zione, m a ci m an terrem o in una opposiz ione che , p e r non essere u g u a l­m en te s te rile , dovrà essere costru ttiva . La d ifesa d e lla n o stra lib e rtà di c rea ­zione socialista au tonom a avrà allo ra il valore di una d ifesa di tu tte le li­b e rtà c rea tric i, p e r tu tti.

Con questa s trad a , tan to d iversificata , ap e rta d av an ti a n o i, si com ­p ren d e l ’im p o rtan za che acqu ista , dal no stro pu n to di v ista , il p ro b lem a cu ltu ra le e specia lm en te quello della d ifesa de lla pe rso n a lità contro le forze irraz io n a li om ogeneizzanti che la m inacciano . N e ll’U ruguay , e in m isura m inore, credo n e ll’A rgen tina , abb iam o , nelle re la tiv e au tonom ie

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degli organism i d e ll’insegnam ento e nel notevole grado di lib e ra sp e rim en ­tazione elle in essi si rende possib ile , un p u n to d i p a rte n za m olto p iù avanzato che quello d i a ltr i paesi, che sono p iù avan ti d i noi in q u an to a m a tu rità . N ell’U ruguay l ’au tonom ia di tu tt i i ram i d e l l’in segnam ene, m i­n acc ia ta com e quella de lle a ltre en tità au tonom e, d a l l’u r to del « 3 e 2 », fu d ifesa e salvata con uno sciopero m em orab ile , che p rece d e tte la r ifo rm a costituz ionale , obbligando alla m odifica del p rogetto . Im p o rtan za d i g ran lunga m aggiore, p e r l ’epoca, m olto an te rio re , in cu i accadde e p e r la sua estensione, ebbe in A rgen tina il vasto m ovim ento di R ifo rm a U n iversi­ta ria .

O rdu n q u e : la lo tta p e r la c u ltu ra è p o lied rica . Si possono segnalare so ltan to alcuni dei suoi a sp e tti, p resen tan d o li com e a ltre tta n ti tem i d i d i­scussione c d i sv iluppo . Sui te rreno cu ltu ra le , m ollo p iù ch ia ram en te che su gli a ltri te rren i, il lavoro com incia n e l l’in d iv iduo , d en tro di no i stessi, e h a il suo n a tu ra le e p rim o p ro lungam en to nel nucleo ai quale d ire ttam en te partec ip iam o . P e r tan to , in un p rogram m a d i azione cu ltu ra le , il p rim o pun to c:

«) realizzare noi stessi, incessan tem ente , lo sforzo d e lla conoscenza e vedere , p e r q u an to sia possib ile , di p o rre in re lazione i nostri in teressi cu ltu ra li con il nostro lavoro q u o tid ian o , il lavoro con il q u a le ci g u ad a­gniam o il pan e e che è la n o stra g iustificazione in q u an to essere sociali.

A lcuni degli a ltr i p u n ti sa ran n o :b) p ro p u g n are la (lignificazione del lavoro con tro la dem o ra lizza­

zione della p roduzione a ca tena , riva lo rizzando il lavoro b en fa tto , com e p rim o passo, in e lu d ib ile , verso la gestione d ire tta . I n questo m om ento , l ’educazione del senso di responsab ilità d i fro n te al lavoro c p iù urgen te d ie la fo rm azione di u n a coscienza d i classe.

c) s tu d ia re le possib ili re laz ion i fra s in d aca ti, co o p era tiv e di p ro ­duzione o d i consum o, società di q u a rtie re , società d i m utuo soccorso e s im ili, con gli organi d e l l’insegnam ento , am p liando cosi, ad un tem p o , la au tonom ia d i questi u ltim i risp e tto allo S tato.

d) d ifen d ere e am p lia re questa au tonom ia d e lla cu ltu ra , com e già fu fa tto in m o lti paesi d e ll’A m erica L atin a , con il m ovim ento di rifo rm a u n iv e rsita ria e , p o ste rio rm en te , nel l ’U ruguay con lo sc iopero m enzionato p iù so p ra .1

e) p a rte c ip a re a lla lo tta p e r l ’educazione laica, b ad an d o che lo Stato

1 Oggi possiam o aggiungere - p e r l ’U ruguay — il m agnifico m ovim ento dell o t­tobre 1958 per l’approvazione della Legge O rganica d e ll’U niversità , che dà a quest’u lti­ma un antigoverno quasi com pleto, attraverso i Consigli delle d iverse facoltà, e letti da professori, s tuden ti e laureati e attraverso i « C laustros », assem blee abbastanza num erose a cui i tre « ordini » suddetti partecipano con i loro delegati; esiste un C onsiglio cen ­trale universitario , p resieduto dal re tto re , e un « C laustro » generale u n iv ers ita rio , e letti con lo stesso sistem a.

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non forzi in senso to ta lita rio la sua posizione la ic ista . N e ll’I ta lia d ’oggi sa­reb b e necessaria p ro b ab ilm en te una rivoluzione p e r g iungere al p u n to in cui siam o n e ll’U ruguay . M a la nostra d iiesa del la icism o non può co in ­c id ere (p a rlo sem pre d e ll’U ruguay), con q u e lla che ne fa il p a rtito m ag­g io rita rio 1 che tende ad a rriv a re al m onopolio s ta ta le , con tro il q u a le non v i è a ltra s trad a che q u e lla d e lla d ifesa del d ir itto dei g en ito ri a dec idere com e d eb b an o essere educati i figli, finche questi u ltim i non possano in te r­ven ire d ire ttam en te n e lla soluzione del p rob lem a. D ifen d e te la lib e rtà d e l b am b in o con tro i gen ito ri è im possib ile senza au to rità . Su questo te r ­reno , p e r fo rtu n a , l ’essere u m an o , m a tu ran d o , si d ifende da solo e tan to p iù fac ilm en te q uan to p iù libe ro e vario sia l ’am bien te che lo c irconda. Ad ogni m odo, su questo te rreno il nostro p rogram m a è : d ifesa della scuola p u b b lic a , g ra tu ita , la ica ; fu o ri di questa , lib e rtà d ’insegnam ento p er tu tt i , senza sovvenzioni nè parificazion i.

/) lo tta re con tro la ca ttiva le tte ra tu ra , il cattivo c in em a , la cattiva p ro p ag an d a , con u n a buona le tte ra tu ra con la d ifesa d e l buon cinem a, con la an ti-p ro p ag an d a .

P e r concludere q u es t’u ltim a p a rte (che non p re ten d e di essere nè una esposizione com pleta di u n p iano di azione genera le , n è una relazione su lla s ituazione u ru g u ay an a , p resa solo com e esem pio concre to , m a so ltan to u n a p ro p o sta p e r una discussione d i a lcuni p rob lem i m o n d ia li, s tu d ia ti n e lle loro m oda lità locali u ruguayane , possiam o d ire che n e ll’U ruguay vi è lib e rtà , m olta lib e rtà , q u an tu n q u e non sufficiente, e , vicino ad essa, vi sono abusi in to lle ra b ili, m ostruose ing iustiz ie , legali ed illegali. Lo scio­pero d e ll’anno scorso (1958) deg li o p e ra i de lle risa ie , seguito da m olti a ltr i che ebbero anche loro la v irtù di fa r conoscere n e lla cap ita le la tra ­gedia d e ll’in te rn o , è stato un suono d ’a llarm e in questo senso. C ontro q u e ­ste ingiustizie, con tro le im m ora lità de ll am m in istraz ione , vi è una quasi u n an im ità d e ll’o p in io n e p u b b lica , ep p u re Tuonio della s trad a non si ferm a a com b atte rle ; gli basta p a rla rn e con im a sm orfia di d isp rezzo , senza p e n ­sare a lla sua p a rte d i re sp o n sab ilità .2 Vi sono anche fra g ili tesori (com e

1 Oggi tale partito , laicista a o ltranza, non è p iù m aggioritario e le m inacce con­tro il laicism o sono cresciute, m entre questa m ia difesa della lib e rtà d ’insegnam ento d iventa, p e r il m om ento, solo teoria.

2 Questo « uomo della strada » s’è poi sfogato nelle elezioni del novem bre scorso (1958), dando la vittoria ad un partito di tipo conservatore, che tende ad appoggiarsi su lla cam pagna, contro là città-piovra, suH’allcvam ento del bestiam e contro 1 industria­lizzazione, su ll’im presa privata (latifondo compreso) contro le statizzazioni scialacqua- trici e contro la burocrazia ufficiale, campo d ’Agram ante delle am bizion i politiche rivali. « Lavorare d i p iù , consum are di m eno » è la parola d ’o rd ine che ci viene d a ll’A rgentina, inondazion i aiu tando. E il paradosso è che tale precetto corrisponde a una tragica ne-

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ap p u n to la g ra tu ità e l ’au tonom ia d e ll’in segnam en to , com e la lib e rtà di espressione, com e il d ir itto d 'as ilo ) che sono in grave perico lo e ai q u a li nessuno pensa di recare p ro tez io n e , m en tre si avv icinano crisi com e q u e lla d e ll’au tom azione, i cui fa tto ri fu tu ri sono im p rev is ti e sconosciuti e che ci possono p o rta re ugualm ente a rap id i progressi in sp e ra ti e a l l’abisso. La stessa cosa, d ’a ltra p a rte , p o treb b e d irsi in scala m ond ia le .

P ersonalm en te credo che siano sp a rite le f ro n tie re tra l ’o ttim ism o e il pessim ism o: i nostri n ip o ti g iungeranno su lla lu n a ... , se po trem o noi avere n ip o ti e se essi p o tran n o sopravv iverci. P a rlan d o in genera le e n o n p iù so l­tanto del paese in cui v iv iam o, possiam o d ire che occore c rea re le m iliz ie della lib e rtà a ll’in te rn o d e lla scienza e d e lla tecn ica ; occorre anche salvare ia to ta lità d e ll’uom o fu o ri de lla sc ien za ; occorre sa lv are il d ir itto d i con­tinuare a v ivere, di d a re e ricevere ne lla m isu ra d e lle necessità e — sod­d isfa tte le necessità — dei d es id eri, il d ir itto di godere d e i v a lo ri p e rm a ­n en ti, sem plicem ente u m an i, d e lla v ita , e di cond iv idere con i n o s tr i si- jn ili questo godim ento . T u tti questi d ir itti sono a ltre tta n ti doveri e la loro rivendicazione è te rr ib ilm en te a rre tra ta risp e tto alle p o ssib ilità ed ai p e ­ricoli.

B isogna lo tta re p e r u n a m ig lio re condizione u m an a in tre sensi: quello che, a p a r tire da i vangeli, ch iam iam o il pane q u o tid ian o e inc lude tu tti i ben i di consum o, quello del tem po libero , vale a d ire de lla rid u z io n e delle ore di lavoro e , infine e so p ra tu tto , quello de lla lib e r tà , lib e rtà d ’esp re s­sione, lib e rtà di ricevere il m essaggio con tenu to in ciò che gli a l tr i e sp ri­m ono, lib e rtà d i creazione.

L u c e F a bb k i

Buenos A ires, 1958.

cessila reale, nelPA m erica L atina am m alata di bassa p ro d u ttiv ità in un m ondo in cui si produce troppo perchè il sistem a cap italista possa m antenere i p rezzi ed evitare la crisi.

C i troviam o evidentem ente qui in questo m om ento in una fase di riflusso, anacron i­sticam ente reazionaria (giacche il pericolo reazionario p iù tem ib ile , perchè p iù vitale, non è questo, m a è dato dalla tendenza to ta litaria burocra tizzan te). Tale fase d i riflusso ha p rofonde cause locali, ma s’inquadra in u n fenom eno m ondiale d ’apparen te rito rno di vècchie form e, che ra llen ta i l processo di trasform azione del capitalism o in una n u o ­va classe p riv ileg iata d i tipo burocratico , ma conferm a n e lle sue grandi lin ee la realtà del processo stesso, giacché nè i conservatori inglese han d istru tto le nazionalizzazioni laboriste, nè i repubblican i dogli S tati U niti son riusciti a risuscitare il m ondo di Iloover, nè, qui in U ruguay, si vede ohe i b ianchi al po tere faccian cose diverse dai loro predecessori. Anch’essi. m en tre difendono la « lib e ra im p re sa » , si d iv idono tra n ­quillam ente gli a lti posti negli E n ti autonom i. C’è, questo sì, deferenza di clim a (giac­ché i voli li hanno o ttenu ti sopra ttu tto p e r ragioni m orali) e, forse, un cam biam ento di tono cu ltu ra le (caratterizzato da una rivalu tazione degli s tud i tecnici ed econom ici, m entre nel governo an terio re predom inava una m entalità da avvocati). Soprattu tto è cam biata, senza sparire , la dem agogia, che si rivolge ora a lle classi m edie, m ettendo l ’accento su « le l ib e r tà » . Ma, nella sostanza: poteri dello Stato, inflazione, fam e d ’im ­p iegh i pubb lic i, n ien te è cam biato (agosto 1959).