L Õaffare M ak ro p u lo s · A T T O P R IM O L a stan za d el S o llecitato re n egli u ffici d...

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(Edizioni Universal, Vienna: rappr. per l’Italia Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano) L’affare Makropulos (Věc Makropulos) Opera in tre atti (dalla commedia omonima di Karel C ˇ apek) Libretto di Leos ˇ Janáček Musica di Leos ˇ Janáček Versione ritmica italiana di Sergio Sablich PERSONAGGI Emilia Marty, alias Elina Makropulos soprano Albert Gregor tenore Il conte Hauk-S ˇ endorf tenore Dr. Kolenatý, avvocato basso Jaroslav Prus baritono Janek, suo figlio tenore Vítek, commesso dell’avvocato tenore Krista, sua figlia soprano Un macchinista baritono Un’inserviente soprano Una cameriera soprano Coro maschile 5

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(Edizioni Universal, Vienna: rappr. per l’ItaliaUniversal Music Publishing Ricordi srl, Milano)

L’affare Makropulos(Věc Makropulos)

Opera in tre atti(dalla commedia omonima di Karel Capek)

Libretto diLeos Janáček

Musica diLeos Janáček

Versione ritmica italiana diSergio Sablich

PERSONAGGI

Emilia Marty, alias Elina Makropulos sopranoAlbert Gregor tenoreIl conte Hauk-Sendorf tenoreDr. Kolenatý, avvocato bassoJaroslav Prus baritonoJanek, suo figlio tenoreVítek, commesso dell’avvocato tenoreKrista, sua figlia sopranoUn macchinista baritonoUn’inserviente sopranoUna cameriera soprano

Coro maschile

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ATTO PRIMO

La stanza del Sollecitatore negli uffici del-l’avvocato dottor Kolenatý. La porta in fon-do conduce verso la scala, la porta a sinistranella cancelleria. Lungo la parete di fondo,un altro casellario con numerosi cassetti se-gnati con le lettere dell’alfabeto. Una scaletta.A sinistra il lavoro del Sollecitatore; al centrouna scrivania doppia; a destra alcune poltro-ne per i clienti. Alle pareti varie tariffe, notifi-che, un calendario, il telefono. Dappertuttofogli, libri, fascicoli, atti.

Vítek(mettendo in ordine gli atti nel casellario)Ah sì, oh Dio! È già l’una! E il vecchio nontorna. Causa Gregor-Prus. G, GR, – è qui.(monta sulla scala)Causa Gregor. Ecco! Anche lei se n’è anda-ta. Ah sì! Oh Dio!(sfoglia il fascicolo)Milleottocentoventisette, trentadue, quaran-ta, quarantasette: manca poco per festeg-giarne il centenario.(ripone il fascicolo)Causa Gregor-Prus. Nulla dura in eterno!Polvere... e cenere!(sovrappensiero, si siede sul piolo più altodella scala)Eh si sa! Gran casato! Come no! BaronePrus! Cause secolari! Che porci! «Citoyens!Popolo! Sopporti ancora che questa classedi privilegi carica, come i tiranni...»

Gregor(si sofferma sulla porta, non osservato, eascolta per un istante)Cittadino Marat!

VítekMa no! Non è di Marat!(scendendo dalla scala)È di Danton! Discorso del 23 ottobre 1792.Prego, signor mio, voglia scusarmi.

GregorIl dottore non è qui?

VítekSarà di ritorno.

GregorLa sentenza? C’è speranza? Ho perso?

VítekNon saprei dirle. Però, il vecchio è là in giu-dizio.

Gregor(gettandosi sulla poltrona)Telefoni, presto, là.

VítekSubito.(all’apparecchio)Hallò! Il dottor Kolenatý. Già uscito? La rin -grazio.(riattacca il ricevitore)Già uscito.

GregorLa sentenza?

VítekNon saprei dirle. Per quel che ricordo, sontrent’anni, trent’anni... che dura questa cau-sa. E lei, bum! In corte d’appello! Così muo-re una grande causa.

GregorNon scherzi, Vítek. Voglio vincerla, per sem-pre!

VítekE se perde?

GregorSe la perdessi, io...

VítekBeh, s’ammazzerà. Proprio così disse suopadre.

GregorMa s’è sparato.

VítekPer debiti sull’eredità.

GregorTaccia, la prego!

Kristina(entrando)Babbo, la Marty è stupenda! Babbo, la Mar -ty è stu-pen-da!

GregorChi, chi?

VítekChi, chi?

KristinaMa sì, la Marty!

GregorE chi è?

KristinaEmilia Marty! Emilia Marty!

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VítekMia figlia canta in teatro.

KristinaO babbo, babbo! Io lascio il teatro. È la piùgrande cantante del mondo! Io lascio il tea-tro, io non ci resisto... perché non so far nien-te! Babbo, la Marty! Dio, se è bella!

GregorE quanti anni ha?

KristinaNessuno lo sa, nessuno può dirlo.

VítekDunque, forse trenta?

KristinaOh sì. È bella, sì!

GregorStasera verrò a teatro. Non per la Marty, maper lei!

KristinaSarebbe un tonto! Cieco per di più!

VítekOhé! Ohé! Che lingua svelta!

KristinaNon venir per la Marty! Non parli della Mar -ty, chi non ne sa!(Entra il dottor Kolenatý. Brilla una stranaluce, mentre la Marty appare sulla porta.)

KolenatýVenga, prego, venga avanti.

KristinaO Gesù Cristo! È la Marty! Babbo, vieni!(Vítek esce in punta di piedi, seguito da Kri-stina.)

KolenatýChe posso fare?

MartyDottor Kolenatý?(fra sé)Questa ragazza l’ho già vista.(a Kolenatý)Mi chiamo Marty, e vengo...

KolenatýOh prego, dica, dica!

MartyVengo, per quella faccenda di Gregor.

GregorCome? Lei, signora?

MartySignorina.

Kolenatý(presentando)Signorina Marty, il signor Gregor, mio cliente.

MartyQuello? Quello? Ma può anche restare.(Kolenatý si siede di fronte a lei)Dunque, lei è l’avvocato che difende que-sto signor Gregor in quella causa contro Pe-pi Prus?

KolenatýVuoi dire, mi pare, il barone Ferdinand JosefPrus, defunto nel 1827.

MartyÈ già morto?

KolenatýBah! Da quasi cento anni.

MartyMi spiace, questo l’ignoravo.

KolenatýBeh, sì. Posso forse aiutarla con altro?

Marty(alzandosi)Oh, non voglio disturbarla.

Kolenatý(si alza)Pardon, pardon! Credo che sia venuta perqualcosa.

Marty(si siede di nuovo, apre un giornale)Certo, già: «Ultimo giorno del processo Gre-gor contra Prus». Un caso, no?

KolenatýE beh, c’era su tutti i giornali.

MartyDunque, può forse dirmi qualcosa di quel pro -cesso?

KolenatýChe cosa?

MartyTutto, prego.

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Kolenatý(si sprofonda nella poltrona e prende a nar-rare rapidamente)Verso l’anno 1820 dominava sul feudo deiPrus il demente barone Josef FerdinandPrus...

MartyPepi... dice ch’era demente?

KolenatýStrano, per lo meno.

MartyNo, infelice.

KolenatýCome fa a saperlo?

MartyMeglio di lei!

KolenatýDio lo sa! Dunque, Josef Ferdinand Prusche morì senza figli e senza testamento nel1827...

MartyDi che morì?

KolenatýDi meningite, credo. L’eredità toccò a suocugino, Emmerich Prus-Zabrzezinski: con-tro questi mosse causa il barone Szephásy,nipote della madre del defunto, per ogni la-scito... e per quanto riguardava il podere diLoukov un certo Ferdinand Karel Gregor.Nell’anno 1827.

MartyAspetti. Quindi Ferdi era ancora un ragazzo.

KolenatýPer l’appunto, allievo dell’Accademia Tere-siana. Le sue pretese su Loukov poggiavanosu questi fatti: in primo luogo il defunto siera presentato all’Amministrazione dell’Ac-cademia Teresiana, di persona, dichiarandoche i beni suddetti andavano tutti quanti alminorenne summenzionato, vale a dire aquel Gregor, il quale, appena maggiorenne,ne era il padrone. Item pro secundo: che aldetto minorenne durante l’esistenza del de-funto era concesso l’usufrutto del podere inquestione col titolo «padrone e proprieta-rio».

MartyAllora dunque tutto è a posto.

KolenatýPardon, pardon! Contro ciò obiettò il baro-ne Emmerich Prus che di scritto non c’eraalcun testamento; al contrario, che poco pri-ma di morire aveva egli disposto a voce di-versamente.

MartyQuesto non è vero!

KolenatýEcco appunto il guaio!

MartyÈ una menzogna!

KolenatýQuesto il problema! Ora glielo mostro.(si arrampica sulla scala, prende dal registroil fascicolo Gregor, si siede sull’ultimo pioloe sfoglia rapidamente)«Il morente... con una febbre alta... dichiaròripetutamente... il fondo Loukov... HerrnMach Gregor zukommen soll...»(chiude il fascicolo e lo rimette a posto)È chiaro: al signor Mach Gregor!(Rimane seduto sulla scala.)

MartyQui però c’è un errore! Un errore! Pepi al-ludeva al Gregor, a Ferdi Gregor!

KolenatýLittera scripta valet. Quel che è scritto, restascritto. Intanto quel tal Szephásy ha scovatoun certo individuo, che si chiamava GregorMach.

MartyAspetti! Aspetti! Ma era suo figlio, Ferdi eradi lui figlio! Era il figlio di Pepi!

Kolenatý(scendendo in fretta dalla scala)Chi? Di chi? Figlio di...?

GregorFiglio suo?

KolenatýE chi era sua madre?

MartyMadre? Lei si chiamava Ellian MacGregor,una cantante d’opera.

GregorCome si chiamava?

MartyCerto, un nome scozzese.

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GregorComprende, dottore? MacGregor! E nonMach! Capisce?

Kolenatý(si siede)Ma perché poi suo figlio non si chiamavaMacGregor?

MartyPer riguardo alla madre. Ferdi non conobbemai sua madre.

KolenatýAh sì? E chi lo può provare?

MartyNon so. Avanti!

KolenatýEcco qua: da quel dì questa causa passa at-traverso generazioni. I Prus, Szephásy eGregor con l’aiuto del dottor Kolenatý. Egrazie a quest’aiuto ha perso quest’ultimoGregor, per puro caso poco fa!(scribacchia agitato sulla carta)E questo è tutto. Qualche altra domanda?

MartyCerto. Cosa le occorre per vincere la causa?

KolenatýIl testamento scritto.

MartyE non si può trovare?

KolenatýEh no, purtroppo.

MartyChe peccato!

KolenatýSì, davvero.(alzandosi)Qualche altra domanda?

MartyDi chi è ora la vecchia casa dei Prus?

KolenatýDel mio avversario, barone Jaroslav Prus.

MartyMi ascolti.(con fare misterioso e con fretta impetuosa)In quella casa c’era un grosso comò. Sui cas-setti si trovan segnati gli anni.

GregorL’archivio.

KolenatýCon schedatura.

MartyUno porta su scritto l’anno milleottocento-sedici. Ora, fu in quell’anno che Pepi conob-be Ellian MacGregor. In quel cassetto con-servava le lettere di Ellian.

Kolenatý(sedendosi)Chi l’ha detto?

MartyLasciate fare a me! Son là lettere d’affari,carte, un mucchio d’altri scritti. Non vuoledarci un’occhiata?

KolenatýCerto, sì. Chiaro, sempre che voglia Prus.

MartyE se lo rifiuta?

KolenatýPazienza!

MartyE se non riesce, si cercano altre strade.

KolenatýCerto, di notte, con scale, corde e pinze. Male pare! Ma le pare! Cara, bell’opinione hadegli avvocati!

Marty(ansiosa)Lei comunque deve riuscirci! Ci son le lette-re, in mezzo a quelle c’è una busta gialla: es-sa contiene il testamento autografo di Prus.

Kolenatý(alzandosi)Gesù Santissimo, chi l’ha detto? E sa cosa c’è,com’è?

Gregor(balzando in piedi)Ma è sicura?

MartyCon ciò Pepi lascia il podere Loukov al suoillegittimo figlio.

KolenatýTestualmente?

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MartyCerto!

KolenatýLa busta è sigillata?

MartyCerto!

KolenatýSigillo originale?

MartyCerto!

KolenatýLa ringrazio.(si siede)Perché ci prende in giro?

MartyCosì non mi crede?

GregorLe credo!

KolenatýNiente affatto! Vuoi scherzare?

GregorImpossibile dubitare.

KolenatýGregor, non sragioni! Se quella busta è sigil-lata, come si può sapere che c’è dentro?

GregorLe credo!

KolenatýFaccia pure! Cara, ha uno strano modo diraccontar storie.

GregorLe credo. Glielo ripeto, dottore. Io credo aquel che ha detto. Quindi, si rechi nella casadi Prus...

KolenatýNon credo che lo farò.

Gregor... oppure darò quest’incarico al primo avvo-cato sull’elenco.

KolenatýPer me, faccia!

Gregor(s’avvicina al telefono e incomincia a sfoglia-re l’elenco. Kolenatý dietro a lui)(all’apparecchio}Dottor Abeles? Parla Gregor!

KolenatýProprio quello no!(strappandogli il ricevitore di mano)Aspetti, siamo amici, no? Ci vado.

GregorDa Prus?

KolenatýAll’inferno!(Esce in fretta.)

GregorEbbene!

MartyBen fatto, Gregor!

GregorSiam soli!

MartyÈ proprio così sciocco?

GregorPratico. Egli non crede nei miracoli. Ma iol’ho sempre atteso, ed è giunta lei. Permettache per ciò la ringrazi.

MartyNon val parlarne!

GregorVede, or son certo che troverò quel foglio.Non so, di lei mi sento sicuro. Per questo,perché lei è così bella... bella!

MartyQuanti anni ha?

GregorTrentaquattro. Da sempre son vissuto spe-rando d’aver quei milioni. Sempre come paz-zo, non sapevo far altro... e se lei non fossevenuta qui, mi sarei sparato.

MartyDebiti?

GregorTanti. A lei niente nascondo: mi credevo per-duto, ormai. D’un tratto è venuta lei, un miste-ro... bella, celebre, affascinante. Perché ride?

MartyOh, sciocchezze!

Gregor La scongiuro, oh parli! Mi spieghi tutto! Nonpuò forse?

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Marty(scrollando la testa)Non voglio.

GregorCome sa di quegli scritti? Come sa di queltestamento? Da chi? Da quando? Chi glieloha rivelato? Con chi ne ha parlato? Lei ca-pisce che... che deve dirmi chi c’è dietro.

MartyUn caso.

GregorSì, un caso. Però ogni caso deve essere spie-gato. O è insopportabile. Perché è qui? Per-ché mai vuole aiutarmi? Perché proprio me?L’interesse che la muove?

MartyAffar mio!

GregorAnche mio. Signorina Marty, io le sarò gratoper sempre... il nome, la vita stessa... che po-trei far per lei?

MartyChe vorrebbe dire?

GregorChe potrei far per lei?

Marty(fremente)Guarda, a tal punto siamo! Quel ribaldo mioffre i suoi quattrini!

Gregor(offeso)Mi scusi.

MartyVorrebbe già dare, il ragazzo!(s’avvicina alla finestra e guarda fuori)Eh?

GregorPerché con me parla come a un bimbo? Mi èinsopportabile, vicino a lei mi sento piccolo.

Marty(voltandosi verso di lui)Come ti chiami?

GregorCome?

MartyCome ti chiami?

GregorGregor.

MartyEh?

GregorMacGregor.

MartyQuello vero, sciocchino!

GregorAlbert.

MartyLa mammina ti chiama Bertiček, eh?

GregorSì, sì. Però la mamma mi è morta, già.

MartyGià! Già! Tutti se ne vanno un giorno.

GregorE come era Ellian MacGregor?

MartyInfine, di lei ti sei ricordato!

GregorChe cosa sa di lei? Chi era?

MartyVoce splendida.

GregorEd era bella?

MartyMolto.

GregorE voleva bene a mio nonno?

MartyForse. Sì. A modo suo però.

GregorQuando morì?

Marty(stanca)Non so. Non più, Bertiček. Un’altra volta.

Gregor(avvicinandosi)Emilia!

MartyPer te non sono «Emilia».

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GregorE che son per lei, per Dio, non mi provochi!Non mi mortifichi! Rifletta, fra noi non c’èalcun legame; lei è soltanto una bella donnache m’ha stregato. Ascolti, le dirò qualchecosa. Da quando l’ho vista...(supplicando)No, no, non rida di me!

MartyMa io non rido, sembri pazzo.

GregorSono pazzo! Non sono mai stato più pazzo.Lei è così inquietante. Un grido di guerra.Ha visto mai il sangue scorrere? Ti eccitafinché non diventi furioso. In lei lo si vede alprimo sguardo. Qualcosa di terribile. Ne haviste tante? Ascolti.

MartyNon t’ascolto!

GregorÈ strano che lei viva ancora.

MartyOra basta!

GregorOh, mi lasci finire! È stata dura con me, cosìperdo la ragione. C’è una forza di magia.Che cos’è? Quasi spettrale... fa paura. Quelche suscita è terribile. Non gliel’han maidetto?(avvicinandosi a lei)Emilia, lei saprà certo d’esser bella!

Marty(esausta)Oh! Bella!(Si nota uno strano riflesso di luce.)

GregorCosa accade? È bella!

Marty(nella luce sembra improvvisamente invec-chiata)Basta! Va’, Bertiček!

GregorOh quanto bella!

MartySai, Bertiček, cosa potresti darmi?(la luce si estingue a poco a poco)Solo tu puoi darmelo.

Gregor(sollevando il capo)Che?

MartySai che vorrei?

GregorQualunque cosa.

MartySenti, Bertiček, sai il greco?

GregorNo!

MartyVedi, a te non servono mica, le carte greche...dammele!

GregorQuali?

MartyQuelle di Ferdi, capisci: del vecchio Gregor.Dammele!

GregorMa non ne so nulla!

MartySuvvia, tu devi averle. Per Dio, Albert, dim-mi che le hai!

Gregor(si alza)Non le ho! Non le ho!

Marty(alzandosi di scatto)Menti! Tu le hai! Stupido! Io le debbo ave-re! Senti? Trovale!

GregorE che ne so, io?

MartyCerca! Trovale! Per questo sono qui. Sonovenuta apposta.

GregorEmilia!

MartyLe ha Prus? Prendigliele! Chiamami un’auto!

Kolenatý(entra rapidamente, seguito da Prus)Abbiam trovato!(s’inginocchia ai piedi di Emilia)Perdonatemi, oh mi perdoni! Vecchio son,rimbambito!

MartyErano là?

KolenatýLei è una maga! Ora si sa!

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GregorDunque?

KolenatýIl testamento, gli scritti, e poi ancora lettere,lettere!

Prus(dando la mano a Gregor)Complimenti, or c’è quel testamento.(a Kolenatý)Mi presenti!

Kolenatý(alzandosi)Ora sì che si può fare!

MartyDove sono le carte? Quelle carte?

KolenatýCausa Gregor. Quali?

MartyMa dell’Ellian!

PrusSono da me, il signor Gregor non abbia ti-more!

Kolenatý(presentandolo)Jaroslav Prus, il nostro avversario.

Marty(con violenza)A me Bertík le darà!

PrusMa ci sarà sempre qualche formalità.

MartyChe dubbi avete?

PrusCi vuole la prova che quel tal Ferdinand èdavvero Ferdinand Gregor.

MartyUn documento?

PrusAlmeno.

MartyBene, dottore. Le fornirò tal documento.

KolenatýCome! Lei se lo porta appresso?

Marty(bruscamente)Vi sembra strano, eh?

KolenatýSignor Gregor, al telefono, chiami venti-sette...

Gregor(al telefono)Il dottor Abeles, perché?

KolenatýVedremo, sì, sì.

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ATTO SECONDO

La scena vuota d’un grande teatro. Disordi-ne, tracce della rappresentazione della seraavanti: praticabili, scenari arrotolati, gruppielettrogeni. È l’altra parte, nuda e vuota, del-l’attività di un teatro. Sul davanti un trono discena su un podio.

InservienteRoba da non credere!

MacchinistaCaspita!

InservienteNon s’è visto mai un tal trionfo, lo giuro.Tutti pazzi; per poco non rompono ogni co-sa! Come urlavano! E non finiva. Cinquantavolte l’avran chiamata, lei, Marty.

MacchinistaMa pensa tu, ma pensa tu! Quella fa soldi apiù non posso!

InservienteGesù Santo, piccolo! Si capisce.

MacchinistaMa è vero, ci si sente scuoter tutti, quandolei canta.

InservienteLo confesso, piccolo. Mi viene da piangere.

Prus(entrando)La signorina Marty?

Inserviente(seccamente)È dal signor direttore. Ma fra poco sarà qui,il camerino è là.

PrusBene, attendo.(Si fa da parte.)

InservienteÈ già il quinto. Sembra di stare in clinica.

MacchinistaProprio non mi va giù, come una tal donnaha tali gusti.

InservienteOh, oh! Oh, oh! Ma è così, piccolo.

MacchinistaPerdinci! Questo proprio non mi va giù.(Esce lentamente.)

InservientePerché te la pigli tanto? Eh, non è roba perte! Già, non è roba per te!(L’inserviente esce dalla parte opposta.)

Kristina(entrando)Janek, vieni! Non c’è nessuno qui.

Janek(entra dietro di lei)Non mi cacceranno fuori?

KristinaOh Dio, Janek, che tristezza!

Janek(fa per baciarla)Che?

KristinaNo. E smetti! Basta così! Ora ho altri pen-sieri.

JanekMa Kristina!

KristinaDi’, non è formidabile? Pensi ch’io canti,forse? Così però tutto finisce, capisci? Soldebbo pensare al teatro. Sai, Janek,(si siede sul trono)è tremendo, io ti penso sempre, sempre sai...è così!(Janek fa per baciarla)Dio, e finiscila!

JanekOh, se tu sapessi, Krista, non so far altro, pen-so sempre a te!

KristinaTu puoi, giacché non canti, e quindi puoifarlo, caro! Sento tirar qua(indica la gola)e non debbo parlar molto. No. Zitto. Dovròpur decidere, Janek! Noi dobbiamo rompe-re. Dobbiam lasciarci! Ci vedremo una voltaal giorno.

JanekCome...

KristinaE per il resto non dovremo incontrarci, hodetto mai. Vieni, sciocco, non vedi che c’èposto? Credi che potrebbe amare qualcuno?

Janek(si siede sul trono accanto a lei)Chi?

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KristinaMa la Marty.

JanekMa si capisce.

KristinaPerò di lei sono pazzi, basta che lei li guardi!

JanekMa non è vero!

KristinaVero! Vero! Mi fa tanta paura lei.

JanekKristina!(La bacia di sfuggita.)

KristinaBuono, Janek!

Prus(sporgendosi un poco)Eccolo!

Janek(balzando in piedi)Babbo!(Janek fa per nascondersi con Kristina fra lequinte.)

PrusNon devi scappare.(Si avvicina.)

Marty(dietro le quinte)Chi ancora?(entra)Ancora uno?(parlando dietro le quinte)Vi prego, lasciatemi!(vedendo Prus)Come, ancora?

PrusMa no, signorina Marty. Dovrei parlarle.

Marty(si siede sul trono)(guardando Janek)E lui chi è?

PrusJanek. È mio figlio.

MartyVenga qui, Janek, ch’io la veda. Era a teatro?

JanekCerto.

MartyE le son piaciuta?

JanekCerto.

MartySa dire qualche altra cosa oltre «certo»?

JanekCerto.

MartySuo figlio è sciocco.

PrusMi spiace per lui.(Entra Gregor con un mazzo dì fiori; dietroa lui Vítek.)

MartyAh, Bertík!

GregorPer ieri sera!

MartyDài qua!(prende il mazzo)Mostra!(ne estrae un astuccio)Riprenditi questo. Perché comperi sciocchez-ze simili?(gli restituisce l’astuccio)(annusa i fiori e poi li getta a terra)Che mai comperi, bestia? È lui, l’usuraio...te li presta, eh?(fruga nella sua borsetta tirandone fuori unpugno di banconote)Toh! Tirarti dovrei l’orecchie!

Gregor(indietreggiando)Denaro!

Prus(a Gregor)Per Dio, tagli corto!

GregorModi curiosissimi.(le strappa i soldi di mano e li consegna aVítek)Li consegni all’avvocato.

Marty(a Vítek)Ehi, per lui.

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VítekCome vuole.

Marty(a Vítek)Era a teatro? E le son piaciuta?

VítekMio Dio, ah sì! Come la Strada!

Marty(violenta)Che vuoi dire la Strada? Lei strillava! Conquella voce stridula. L’Agujari era un’oca!

VítekMi perdoni, quella è morta da cento anni.

MartyPerciò io lo so già!

KristinaJanek, vieni via!

GregorLe serve qualchedun altro, cui poter rivolge-re ingiurie?

MartyNon occorre.

KristinaJanek, vieni, vieni via!

MartyVanno soli.(osserva Janek e Kristina che si tengono te-neramente per mano)(scoppiando a ridere)Ha, ha, ha, bella coppia, quei due là! Sonostati in paradiso?

VítekCome, scusi?

MartyCi son stati a letto?

VítekPer Dio, Kristina, di’ che non è vero!

KristinaBabbo, e puoi...

MartyChe sciocca! Se non è stato, sarà. Del resto,non val la pena, t’assicuro.

PrusChe cosa vale per lei?

Marty(fredda)Nulla! Proprio nulla.(Entra Hauk con un mazzo di fiori.)

HaukPermesso, permesso, scusi.(s’inginocchia, singhiozzando)Oh-Oh-Oh-Oh-Oh-Oh-Oh... Scusate, ma io...(s’inginocchia davanti al trono)Oh, non posso crederlo...(singhiozzando)Oh-Oh-Oh-Oh-Oh-Oh-Oh... È tutta lei,identica! Tutto par... occhi, voce. Oh, lei è ta-le quale! Tale quale!(singhiozzando)Oh-Oh-Oh-Oh...

MartyChi è quel vecchietto?

Hauk(alzandosi)Son proprio una bestia.

PrusÈ deficiente!

HaukSì, sì, la bestia Hauk.

MartyOh, oh!

HaukNe ero pazzo... l’amai or sono cinquant’an-ni... ottocentosettantuno.

MartyGiusto.

HaukEra una gitana, la chiamavan «chuya ne-gra». Laggiù... lontano, in Andalusia. Tuttipazzi come me! Vaya gitana. Là tutto per leilasciai, tutto per lei! E dopo son rimasto tut-ta la vita come stordito, posson capire? Vis-suto non ho, ho solo vegetato. Pure, che vi fadi una ch’è già morta?

MartyMorta? Tu sei scemo, Maxi!(chinandosi su di lui)Baciami!

HaukEugenia!(Comincia a piangere.)

MartyBaciami!

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HaukChe dice?

MartyBésame, bobo, bobazo!

HaukJesús, mil veces.

MartyAnimal, un besito!

Hauk(la bacia)Eugenia, moza negra, querida carísima!

MartyChite, tonto! Quita! Fuera!

HaukEs ella, es ella. Gitana endiablada!(si inchina profondamente davanti a Prus eagli altri)Arrivederci!(congedandosi)(singhiozzando)Oh-Oh-Oh...(Lunga pausa.)

Marty(dura)Avanti! Chi mi vuole?

VítekScusi. Vorrebbe scrivermi una sua dedica sul-la fotografia?

MartySciocchezze!

KristinaJanek, vieni! Vieni!

MartyE chi mai là strepita?

Janek(fissando la Marty)È così...

Marty(firmando)Ma per Kristina la firmerò.

Vítek(inchinandosi)Moltissime grazie.(Esce con Kristina.)

MartyAddio! Or fuori tutti! Via! Voglio restar sola!

Prus(inchinandosi)Mi spiace proprio tanto.

Marty(a Prus)Lei no. Ma perché quel Janek è stupito?(a Janek)Se ne vada!(Janek esce)(a Gregor)E tu che vuoi qui?

GregorLe debbo parlare.

MartyOra non ho tempo per te.

GregorLe debbo parlare!

Marty(stanca)Bertiček, scusa, non ora! Vai, caro, ora va’.Magari fra poco.

Gregor(deciso)Verrò!(Saluta freddamente ed esce.)

MartyEbbene!

PrusMi permetta una domanda:(Marty fa cenno di sì col capo, in silenzio. Sisiedono ambedue)Ha qualche interesse particolare per il signorGregor?

MartyNo.

PrusConta per lei molto, dico, ch’egli vinca lacausa?

MartyNo.

PrusLa ringrazio. Non so capire, come fa a sape-re quel che c’è nei cassetti chiusi di casamia. Debbo credere a un mistero?

MartyBene. Bravo.

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PrusLei sapeva che là ci son quelle lettere, e sa-peva di quel testamento, perfino sigillato!Lei sapeva che là c’è qualcos’altro?

Marty(alzandosi agitata)Cosa? Ha trovato qualcosa? Mi dica, checos’è?

PrusNon so. Si tratta d’una busta sigillata. Che sadi costei, quella che lei chiama Ellian Mac-Gregor?

MartyLei ha le sue lettere.

PrusE sa forse qualcos’altro di quel... campione?

Marty(scattando in piedi)Insomma! Riprovateci! Provi ancora a par-larne così!

PrusSignorina cara, che cos’ha? Cos’importa a leid’una donna equivoca, morta da cent’anni?

MartyGiusto. Basta così!(si siede)Una sgualdrina, dice?

PrusSappia, ho letto le sue lettere. Una donnettavivace, dico.

Marty(con profondo dolore)Ha fatto molto male...

PrusCi son dettagli... allusioni... molto strane.Non son più un bambino, però riconosco chenelle lettere si potrebbe trovar molto da sco-prire... da quella grazia!

MartyVoleva dire puttana?

PrusMa quale fu il vero nome di quell’Ellian?

MartyEllian MacGregor. Scritto sta sulle lettere.

PrusPardon, pardon! Sta scritto sol E. M. Così.

MartyEvidentemente vuoi dire: Ellian MacGregor.

PrusMa può voler dire anche Emilia Marty, Eu-genia Montez, e così di seguito.

MartyQui vuoi dire Ellian MacGregor.

PrusIo direi: Elina Makropulos, greca di Creta.

Marty(sollevando il capo)Maledetto!

PrusLei lo sapeva, no?

Marty(con rabbia)Diavolo, come lo sa?

PrusMolto chiaro. In quel testamento si parlad’un tal Ferdinand, nato a Loukov il 20 no-vembre 1816; or la matricola dice:(tira fuori una lettera e la spiega)Nomen infantis: Ferdinand Makropulos.Thorus, illegittimo; padre ignoto; madre: Eli-na Makropulos.

MartyE poi?

PrusMi basta, mi basta!

MartyMio caro Gregor! Quindi Loukov resterà alei, no?

PrusFintanto che non spunterà un qualche si-gnor Makropulos.

MartyE non l’han trovato finora, Makropulos?

PrusQuella busta rimarrà ben chiusa, nessunodovrà saperlo.

MartyEppur spunterà, mi capisce?

PrusE da dove? Dal nulla? Spiace sol che ciònon sia vero.(Prus si alza.)

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MartyDunque, mentirei?(Prus le bacia la mano)(Prus fa per andarsene)Aspetti! Non mi venderebbe quella busta?(Prus si volta.)

PrusEh, prego?(s’inchina ed esce)(La Marty siede immobile, con gli occhichiusi. Entra Gregor e si ferma, in silenzio.)

MartySei tu, Bertiček?

GregorCon gli occhi chiusi, ma perché? Sembraquasi ch’abbia molto sofferto. Che cos’ha?

MartySono stanca. Parla piano.

Gregor(avvicinandosi)Piano? Ascolti bene. Non mi faccia parlar pia-no! Attenta, Emilia, non mi faccia parlar pia-no! Io l’amo. Perché sorride? Ma io l’amo!

MartyGelo, Bertiček.

GregorChe vuoi dire?

MartyFreddo.

GregorEmilia, badi ben! Lei mi disprezza, ma cosìlei mi rende pazzo. Non so perché, e peròciò mi rende pazzo. La vorrei strozzare,quando mi mortifica. Vorrei... Emilia, l’ucci-derò, forse. In lei qualcosa mi ripugna. Èperfida, vile, belva crudele.

MartyMa no, Bertiček, sbagli.

GregorSì. Nulla conta per lei. Un cadavere. Uscitodalla tomba. Amarla è perversione. Eppureio l’amo, io l’amo alla follia.

MartyTi piace il nome Makropulos?

GregorNon provochi! L’amo davvero... con tuttome stesso, Emilia.

MartyOra corri da quel tuo avvocato e fatti ridareil documento che io gli ho dato.

GregorDunque è falso?

MartyChe domanda, vero, Bertiček, giuro. Ma dob-biamo averne un altro, col nome Makro-pulos.

GregorForse dopo m’amerà?

MartyMai, capisci? Mai!

Gregor(si siede)Io l’ammazzerò, Emilia!

MartySciocchezze! Vedi questa cicatrice? Un altrogià volle ammazzarmi; e non voglio di certospogliarmi nuda, per farti vedere tutti i vostriricordi. Son forse qui per farmi uccidere?

GregorOh, come l’amo!

MartyFàtti fuori!

GregorOh, quanto l’amo!

MartyOh, se sapessi quanto poco m’importa,(con dolore)se tu sapessi...

GregorChe cos’ha?

Marty(torcendosi le mani)Povera, povera Elina!

GregorVenga, Emilia, non mi lasci. Nessuno l’haamata tanto così. Ascolti...(la Marty russa forte, regolarmente)Emilia!(indignato)Che cos’è? Dorme come sbronza! Mi vuoleprendere in giro? Emilia, sono io!(protende le braccia verso di lei fino a strin-gerla)Qui non c’è alcuno!

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Inserviente(stando in disparte, tossisce con tono ammo-nitore e severo)Ehm, ehm, ehm...

Gregor(rizzandosi di scatto)Chi è? Ah, è lei! Ha preso sonno; non la svegli!(Bacia la mano di Emilia e scappa via.)

Inserviente(si avvicina a Emilia e la osserva in silenzio)Eppure mi fa tanta pena.(Esce)(Janek esce da dietro le quinte, si ferma a die-ci passi dalla Marty e la osserva estasiato.)

Marty(muovendosi appena)Sei tu, Bertiček?

Janek(indietreggiando)No, scusi, sono Janek.

Marty(si raddrizza sulla sedia)Janek? Venga, Janek! Vuoi farmi un grandefavore?

JanekCerto, certo.

MartyMolto grande.

JanekCerto.

MartyUn atto eroico. E cosa mi chiederà in cam-bio?

JanekOh, niente.

MartyVenga qui. Lo sa che è bello da parte sua? Ascol-ti, in casa suo padre conserva la busta sulla qua-le c’è scritto: «In mano di mio figlio Ferdinan-do». È sul tavolo, oppure non so dove. Compris?

JanekCerto, certo, prego.

MartyMe la porti qui.

JanekVorrà mio padre?

MartyNo, mai. Gliela porti via!

JanekMa non va!

MartyHai paura che ti picchi?

JanekNon è questo, però, però...

MartyJanek, creda a me, è solo un ricordo da nien-te, ma mi sta tanto a cuore!

JanekIo... ci proverò.

Prus(uscendo dall’ombra)Non darti pena, Janek!

JanekBabbo, ancora tu!

PrusVa’! Va’!(Janek se ne va confuso)Signorina, lo credevo amore per la musica,invece...

MartyE che fa lei qui in teatro?

PrusCercavo lei.

Marty(gli si avvicina, sempre più vicina)Mi darà quella busta?

PrusNon è mia.

MartyMe la consegni!

PrusAh sì? Quando?

MartyStanotte.

PrusVerrò.(Esce rapidamente.)

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ATTO TERZO

Una stanza d’albergo. A sinistra, una fine-stra; a destra, l’uscio che dà sul corridoio. Alcentro, l’ingresso alla camera da letto di Emi-lia, divisa da una tenda. S’alza il sipario. At-traverso la tenda trasparente si muovono del-le ombre, si intravedono i movimenti di chi sista vestendo nella camera da letto.

La Marty esce dalla camera da letto in un ac-cappatoio. La segue Prus in smoking, masenza colletto. Prus si siede a destra, in silen-zio. Emilia va verso la finestra e apre le per-siane. Debole luce mattutina.

Marty(volgendo le spalle alla finestra)Eh? Mi sente? Voglio quella busta!(Prus in silenzio estrae dalla tasca di pettoun portafoglio di pelle e ne tira fuori una bu-sta sigillata. Senza parlare, getta la busta sultavolo. La Marty prende la busta e va verso iltavolino della toeletta; si siede, accende unalampada e osserva il sigillo sulla busta; esita,poi apre velocemente la busta con una forci-na da capelli e ne estrae un manoscritto spie-gazzato e ingiallito. Si alza. Ripiega il foglioe se lo nasconde nel petto.)

MartyBene!

PrusMe l’ha rubata.

MartyEbbe ciò che chiese.

PrusMe l’ha rubata. Gelida, di marmo. Freddacome lama...(ha un fremito)Per questo ho sottratto le carte! Oh, le songrato!

MartyLe dispiace per quella busta?

PrusNon dovevo darla. Non dovevo farlo. Ladro!Ladro!

Marty(si alza)Mi vuole sputare in faccia?

PrusNo, a me stesso.

MartyOh, faccia pure.(Bussano.)

Cameriera(entra trafelata, con indosso soltanto un cor-petto e una sottana.)

MartyChi è?(Prus si volta.)

CamerieraChiedo scusa, è qui il signor Prus?

PrusChe c’è?

CamerieraC’è qui il servo del signor Prus. Vuoi parlarcon lui, dargli qualche cosa.

PrusCome lo sa? Aspetti! No, resti qui!(si ritira nella camera da letto)(La Marty si siede alla toeletta.)

Cameriera(mentre le scioglie i capelli)Oh Dio, che gran spavento! Quel poverelloè tutto sconvolto, e non può parlare. Che co-sa sarà successo?

MartyNon tirare!

CamerieraPallido come morto, quel servo.

Prus(esce in fretta dalla camera, col colletto e lacravatta)Pardon!(Va a destra.)

Cameriera(spazzolando i capelli)Un gran signore, no? Avesse visto quell’uo-mo, come tremava.

MartyPoi mi preparerai le uova.(sbadiglia)Che ore sono?

CamerieraHa portato un biglietto, oh sì.

MartyChe ore sono?

CamerieraGià le sette.

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MartySpegni la luce e taci!

CamerieraLe labbra poi... tutte viola, quel servo. Credevoche svenisse. Piangeva poi, come un ragazzino.

MartyCretina, tu! Non strapparmi i capelli! Dam-mi il pettine!

CamerieraMi trema ancor la mano!

MartyQui, vedi, quanti me ne hai strappati!

CamerieraChe sia successo non so.(Prus rientra dal corridoio, ha in mano unalettera aperta che liscia meccanicamente.)

Prus(con voce roca)Congedi la ragazza!(Cerca con la mano una sedia e si siede.)

MartyVa’, presto!(La cameriera esce.)

PrusOh, dunque fu per questo!(singhiozzando)È morto Janek!(la Marty prende il pettine e si pettina)Mio unico figlio! «Babbo, sii felice, ma io...»(la Marty, con le forcine tra le labbra, conti-nua a pettinarsi)Che sta facendo?(Si alza.)

MartyMi pettino.

PrusForse lei non ha capito. Janek l’amava! S’èucciso per lei!

MartyBah, in tanti s’uccidono!

PrusE riesce a pettinarsi?

MartyDovrei stare spettinata?

PrusPer lei s’è ucciso!

MartyE che ci posso fare?

PrusMi sente?

MartyCosa vuole? Che mi strappi i capelli?

PrusZitta, se no...(Bussano. Prus, uscendo, s’imbatte in Hauk.)Canaille!

MartyBuenos días, Maxi. Così presto?

Hauk(le si avvicina in punta di piedi e la bacia sulcollo)Psst, psst. Psst, psst. Si sbrighi, su, Eugenia.Si parte!

MartyPer dove?

HaukHi-Hi-Hi. Per la Spagna.

MartyÈ pazzo?

HaukMa mia moglie non lo sa che non torneròmai più. Ha visto cosa porto? Di Matildel’oro. Mi capisce, no? I gioielli di mia mo-glie, vecchia ormai.

MartySì, sì, señor.

HaukÈ brutto esser vecchi. Lei però è semprebella. Sappia, i pazzi hanno vita lunga. Io vi-vrò a lungo certo! E finché l’uomo s’inna-mora,(prende le castagnette dalla tasca e si mette abatterle)tutto va bene. Zingarella, si parte?

MartyAndiamo!(Comincia a preparare le valigie. Si ode bus-sare.)

Cameriera(sporgendo il capo)Signorina, c’è gente...

Marty(sorpresa)Quanta gente!(Entrano Gregor, Kolenatý, Vítek, Kristina,Prus e un dottore.)

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MartyMiei signori, vi comunico che io parto, sì, ioparto.

HaukSono fritto!

KolenatýScusi, cara, non lo consiglio.

HaukHi, hi, hi!(il medico prende per il braccio Hauk e loporta via)Hi, hi, hi! Hi, hi, hi!

KolenatýRimanga con le buone, non mi faccia chia-mare la...

Marty... polizia?(Kolenatý le offre una sedia)Vuole interrogarmi?

KolenatýMa no, soltanto qualche domanda. Ha datolei a Kristina questa fotografia? È la suafirma?

MartySì.

KolenatýOttimo. E mi consenta: fu lei a mandarmi ie-ri questa pagina? Anno 1836. Non è vero?

MartySì.

KolenatýMa purtroppo è scritta con l’alizarina. Chesignificato ha? Eh?

MartyChe ne so io?

KolenatýÈ un falso!

MartyVi giuro che l’ha scritta Ellian MacGregor.

KolenatýQuando?

MartyNon importa quando.

KolenatýImporta, eccome! Quando è morta EllianMacGregor?

MartyOh, basta, fuori! Non risponderò più a nulla.

GregorAllora frugheremo nelle sue cose.

MartyFermo! Come osi?(Apre un cassetto del tavolino da toeletta.)

Gregor(le salta addosso e le strappa di mano una ri-voltella)Spara? Però prima osservi bene questa ra-gazza, non sa chi s’è ucciso?

MartyJanek!

GregorE sa perché? Quel ragazzo ce l’ha lei sullacoscienza!

MartyBah! Venisti per questo? Vi dirò tutto, solche mi prepari, sol che mi cambi.(si ritira nella camera da letto)(Tutti si gettano sui bagagli. Gregor ne estraeun sigillo. Vítek un medaglione, Kolenatý del-le carte.)

GregorUn sigillo con le lettere E.M. È quello chec’è sulle lettere della Mac Gregor!

VítekLo stemma del signor Hauk!

KolenatýDov’è?

VítekL’han portato via.

KolenatýEugenia Montez, Else Muller, e cent’altri no-mi; Ellian MacGregor, Ekaterina Myskin...

VítekSempre E.M.

KolenatýHoplà! «Ellian carissima...»

PrusNo, Elina.

KolenatýMacché. Ellian MacGregor, Vienna. Vítek,mi porti la mia toga.

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VítekSissignore.(Esce di corsa)(Kristina scoppia a piangere.)

KolenatýNon piangere, mia piccina.

PrusMi mostri quella lettera. Autentica senz’al-tro. Scritta dalla greca Elina Makropulos.

KolenatýPerò, cosa c’è scritto qua...

PrusSenz’altro Elina Makropulos.

KolenatýNon capisco.(Vítek porta la toga.)

PrusÈ la stessa mano delle mie lettere.

Kolenatý(a Vítek che rientra)Vítek, me la chiami!(Vítek fa entrare Emilia, riccamente abbiglia-ta, con in mano una bottiglia e un bicchiere.)

VítekHa bevuto whisky.

Marty(avanza barcollando, si appoggia alia parete)Lasciami! È per farmi coraggio.

Kolenatý(s’infila in fretta la toga)Isterica! Lasci la bottiglia!

Marty(stringendo la bottiglia al petto)No! A me! Se no non parlerò.(a Kolenatý)Lei mi sembra un becchino.

KolenatýCome vi chiamate?

MartyIo? Elina Makropulos.

KolenatýNativa di?

MartyDi Creta.

KolenatýQuanti anni?

MartyQuanti me ne date?

KristinaSui quaranta.

Marty(mostrandole la lingua)Rospo!

KolenatýNata quando?

MartyMillecinquecentottantacinque.

KolenatýCosa? Basta con gli scherzi!

MartyAvrei dunque... già trecentotrentasette anni.

KolenatýE vostro padre?

MartyHieronymos Makropulos, medico personaledi Rodolfo II.

Kolenatý(dietro la scena)Basta con la chiacchiere! Finitela!

PrusQual è il vostro vero nome?

MartyElina Makropulos.

PrusEra vostra parente Elina Makropulos, con-cubina di Josef Prus?

MartyQuella ero io.

PrusLei?

MartySì, sono stata l’amante di Pepi, di Prus.E con lui ho avuto Ferdi Gregor.

Gregor Ed Ellian MacGregor?

MartyQuella ero io.

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GregorÈ pazza?

MartyIo sono la tua bis-bis-trisavola. Ferdi eramio figlio.

GregorQuale Ferdi?

MartyÈ chiaro! Ferdinand Gregor. Ma dal parro-co, si dovette dire il vero nome, FerdinandMakropulos.

KolenatýLa data di nascita?

MartyÔ Christòs Sôtér, già gliel’ho detto! Mille-cinquecentottantacinque. E son già stataEkaterina Myskina, e Else Müller. Ma sipuò vivere trecent’anni fra tanta gente? Tre-cent’anni?

PrusE come seppe il testo della busta sigillata?

MartyPerché il Pepi me l’ha mostrato, affinché ungiorno potessi dirlo a quello scemo di Ferdi.

PrusE perché non gliel’ha detto?

MartyNon m’importa nulla... ih, ih, ih, ih... dei mieifigli.

KolenatýMa come parla?

MartyMa sì, al diavolo! Già da molto non sonopiù quella dama. Volete bere? MadonnaSanta, che gola secca! Io ardo.

PrusSon vostre queste lettere?

MartyMie. Sì, a Pepi ho detto tutto. Gli volevo be-ne. Ma proprio tanto bene. Solo a lui ho det-to dell’affare Makropulos.

PrusChe cos’è?

KolenatýChe cos’è?

GregorCos’è quest’affare?

VítekChe cos’è?

MartyL’affare Makropulos. A lui premeva assai.(a Prus)Quel foglio di stanotte. Sì, quella busta sigil-lata. Volle esaminarlo, giurò... di restituirlo.Poi l’allegò presso quel testamento. Pensòche sarei tornata, ma... ma... solo adesso sonqua. Riavere quel segreto, come vivere tre-cent’anni... restando giovani!

GregorPerciò è tornata?

MartyAh, ah, ah. Ah, ah, ah, io me n’infischio chesian miei! Chi sa quanti marmocchi miei an-dranno per questo mondo?(stringendo il manoscritto al petto)Ora sei mia! Lo scrisse mio padre per l’im-peratore.

VítekRodolfo II.

MartyAh, gente, gente, un’infamia! Diventandovecchio, ha voluto l’elisir di lunga vita, pertornar giovane. Allora venne mio padre dalui, gli scrisse la ricetta, la cosa, per restaregiovani trecent’anni. Ma Rodolfo ebbe pau-ra, e disse: «Dallo a tua figlia, provalo su dilei!». E quella ero io, sì, quella ero io. Alloraavevo sedici anni, e lo dovetti bere. Stettimolti giorni senza riconoscermi; poi son tor-nata in me.

VítekE Rodolfo?

MartyNulla. Chi poteva dirgli che sarei rimasta vi-va? Per ben tre secoli viva? Rinchiuse miopadre in cella, poi l’ha giustiziato. E io fug-gii con questo foglio, via di lì. Non so doveandai.

PrusHa fatto mai vedere ad altri, la ricetta?

MartySoltanto a Pepi, perché tanto ha insistito.Ma dovevo averla indietro.

KolenatýQuanti anni ha? Quanti anni ha?

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MartySto invecchiando. È finita!(con voce stridula)Trecentotrentasette! Ed ecco, che sono allafine. Senti, Bertiček, come son fredda. Senti-te le mie mani. Pater hemon!

KolenatýHa falsificato lo scritto di Ellian MacGre-gor? Non neghi! Lei è Emilia Marty.

MartyPatèr hemón!

KolenatýQuel medaglione di Eugenia Montez, l’harubato!

MartyPatèr hemón, hos eis en uranóis...

KolenatýSappiamo tutto, tutto chiaro. Tutto chia-ro, tutto chiaro, tutto chiaro! Come vi chia-mate?

Marty(cade a terra)Elina Makropulos.

Kolenatý(facendola adagiare a terra)Cielo, non mente!

PrusÈ vero!

GregorÈ vero!

VítekVero!

Kolenatý(si toglie la toga)Un dottore!(portano la Marty in camera da letto)(Il medico entra nella camera da letto.)

Marty(entra come un’apparizione, un’ombra. Ilmedico la sorregge; tutti si alzano. Una palli-da luce verdastra inonda la scena e la sala)Ho sentito la morte accogliermi. Non ne pro-vo orrore.

Gregor, Vítek, Prus, KolenatýSignorina Marty, siamo stati ingiusti!

KristinaNe sento tanta pena.

MartyVi vedo tutti... ma come foste fantasmi, co-me cose e ombre!

Coro invisibileSolo cose e ombre!

MartyMorir, andarsene, tutt’uno, è lo stesso!

Coro invisibileMorir, andarsene... tutt’uno, lo stesso!

Marty(torcendosi le mani)È atroce sopravviversi. Se sapeste com’èleggera la vita per voi! Siete vicini a tutto.Per voi ha tutto un senso. Tutto ha valoreper voi. Sciocchi, siete felici per la stupidaragione che presto morirete.

Coro invisibileFelici! Felici! Sciocchi, siamo felici!

MartySiete credenti, nobili, buoni! Di più preten-der non si può!

Coro invisibileChe più pretendiamo?

MartyIn me sento la vita spegnersi. Signore Iddio,non ne posso più. La solitudine! Credi, Kri-stina, è lo stesso, cantar o tacere. Sazia volerbene, sazia voler il male. Stanca la terra, stan-ca il cielo! E sappi, anche l’anima muore.

GregorIl manoscritto, allora, l’affare Makropulos?

Vítek, Kolenatý,, PrusIl manoscritto, l’affare Makropulos?

MartyEcco qui lo scritto: «Ego Hieronymos Ma-kr o pulos, iatròs Kaisáros Rodólfu...», cosam’importa? Su prendetelo! Nessun lo vuole?Tu sei qui, Kristina, ti potrà servire, sei bella,prendilo! Tu che canti, sarai grande come El-lian Marty! Prendilo, prendilo!

Gregor, Vítek, Prus, KolenatýLascia!(Kristina prende il manoscritto e lo tiene soprala fiamma ardente di una candela, finché siconsuma. Tutta la scena è inondata da una lu-ce rossa. Tutti rimangono attoniti, in silenzio.)

Marty(accasciandosi)Patèr hemón!(Il manoscritto è stato consumato dallafiamma.)

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