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I N F O L O G I S GIAN PAOLO CALZOLARO KPI PER LA LOGISTICA

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Come monitorare le performance della propria logistica costruendo un sistema di indicatori.

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I N F O L O G I S

G I A N P A O L O C A L Z O L A R O

K P I P E R L A LO G I S T I C A

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Sommario

Misurare la performance aziendale 3I processi aziendali 4La business intelligence 6I KPI 9Caratteristiche� 11Metodologia�per�la�costruzione�dei�kpi� 12

I�processi�dell’area�logistica� 15Modelli�di�processo� 15L’area�magazzino� 17L’area�scorte� 20L’area�trasporti� 22

Costruire�i�KPI� 25Gli�strumenti�disponibili� 27SpagoBi� 27Microstrategy� 28QlikView� 29

Costruire�i�KPI�con�Excel� 31

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Misurare la performance aziendale1

Il�primo�passo� in�qualsiasi�processo�di�miglioramento�aziendale�è� la�misurazione,� infatti�se�non�conosciamo�la�realtà�che�vogliamo�migliorare�non�è�possibile�nessun�cambiamen-to.�Immaginate�di�essere�paracadutati�in�un�luogo�sconosciuto,�senza�una�bussola�ed�una�cartina�incontrerete�enormi�difficoltà�per�raggiungere�un�qualsiasi�luogo.�La�misurazione�è�una�attività�fondamentale�per�qualsiasi�impresa,�anche�se�si�tratta�di�un�piccolo�negozio�di�abbigliamento�o�di�una�piccola�attività�artigianale,�altrimenti�si�corre�il�rischio�che�l’impresa�non�sopravviva.�Alcuni�piccoli� imprenditori�obbiettano�che�conoscono� la� loro�attività�e�possono�gestirla�senza�strumenti�di�misurazione,�e�che�questi�strumenti�sono�eccessivi�per�una�piccola�re-altà�come�la�loro.�È�il�primo�passo�verso�il�fallimento,�per�quanto�si�possa�essere�esperti�e�navigati�imprenditori�la�misurazione�ed�il�controllo�sono�essenziali.�Immaginate�che�la�cassa�della�vostra�azienda�stia�diminuendo�anche�se�il�vostro�fatturato�stia�crescendo,�intuite�che�ci�sono�delle�spese�che�dovreste�ridurre,�fate�un�giro�in�magazzino�e�ad�occhio�vi�sembra�che�ci�sia�troppo�materiale,�decidete�quindi�di�ridurre�gli�ordini�ai�vostri�fornitori,�dopo�qualche�mese�alcuni�clienti�iniziano�a�lamentarsi�perché�ricevono�i�loro�ordini�in�ritardo.�Questo�è�quanto�accade�se�le�nostre�decisioni�si�basano�solo�sull’intuito,�se�la�vostra�im-presa�avesse�avuto�un�sistema�di�misurazione�(più�o�meno�sofisticato�questo�dipende�dalle�esigenze�del�vostro�business)�avrebbe�potuto�immediatamente�avere�l’elenco�degli�articoli�con�l’indice�di�rotazione�più�basso�ed�intervenire�solo�su�quelli,�inoltre�un�sistema�di�misu-razione�potrebbe�evidenziare�dei�costi�elevati�di�trasporto�oppure�dei�tempi�di�prelievo�non�soddisfacenti.�I�costi�logistici�a�volte�possono�incidere�molto�sul�prodotto�finale,�ma�se�non�conoscete�a�quanto�ammontano�questi�costi�e�come�si�siano�originati,�una�qualsiasi�attività�di�miglioramento�in�questo�senso�sarebbe�come�camminare�ad�occhi�bendati,�non�è�esclu-

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so�che�voi�riusciate�a�raggiungere�il�vostro�risultato,�ma�quante�volte�dovrete�urtare�contro�qualcosa prima di riuscirci? Utilizzare�strumenti�che�ci�permettono�di�avere�una�visibilità�sulla�nostra�attività�logistica�è�alla�portata�anche�delle�piccole�imprese�con�costi�sostenibili,�la�business�intelligence�non�è�solo�per�le�grandi�imprese�ma�per�tutte,�quello�che�cambia�è�la�strumentazione.�Una�grande�impresa�con�i�suoi�diversi�stabilimenti�ed�i�magazzini�sparsi�per�il�mondo�è�come�un�aereo�ed�ha�pertanto�bisogno�per�essere�guidata�di�una�sofisticata�strumentazione.�Una�piccola�impresa�può�essere�paragonata�ad�una�bicicletta�pertanto�non�ha�di�certo�bisogno�di�un�radar,�di�un�altimetro�o�di�strumenti�per�la�misurazione�delle�condizioni�meteo,�però�se�ci�montiamo�sopra�un�GPS�per�biciclette,�il�nostro�percorso�può�essere�molto�più�agevole�e�possiamo�spingerci�anche� in� territori�poco�conosciuti.� La� strumentazione�di�misurazione�deve�essere�adeguata�al�mezzo�che�stiamo�guidando�così�se�guidiamo�una�multinazionale�abbiamo�bisogno�di�un�sistema�ERP�e�di�un�software�di�business�intelligence�e�di�personale�competente�per�gestirli,�se�guidiamo�una�piccola�attività�artigianale�allora�ci�basta�un�ge-stionale�e�ed�un�foglio�di�calcolo�per�le�nostre�analisi.Ora�provate�a�rispondere�a�queste�domande�in�maniera�precisa,�indicando�un�numero�e�non�risposte�vaghe�come�molto,�poco,�alto,�basso:•� Quale è l’indice di rotazione del magazzino ?•� Quanto�tempo�impieghiamo�per�preparare�una�spedizione�?•� Quanto�tempo�impieghiamo�a�caricare�un�automezzo�?Se�siete�riusciti�a�rispondere�a�queste�domande�siete�sulla�buona�strada�ed�il�passo�succes-sivo�è�riuscire�a�rispondere�a�domande�sempre�più�specifiche.�In�caso�non�siate�riusciti�a�ri-spondere�a�queste�domande�è�tempo�per�la�vostra�azienda�di�dotarsi�della�strumentazione�necessaria per misurare le performance aziendali.

I processi aziendaliPossiamo�considerare�un�processo�come�una�serie�di�attività�che� trasformano�un� input�in�un�output�che�abbia�valore�per�il�cliente.�Consideriamo�il�processo�spedizione�prodotto�finito,�questo�processo�trasforma�un�input,�il�prodotto�finito�che�si�trova�nel�magazzino,�in�un�output,�il�prodotto�finito�che�si�trova�nel�magazzino�del�cliente.�Per�arrivare�dall’input�all’output�è�necessario�eseguire�delle�attività,�prendere�delle�decisioni,�acquisire�informa-zioni�da�altri�processi.�Possiamo�considerare�le�attività�logistiche�come�una�serie�di�processi�tra�di�loro�collegati�in�una�rete�in�cui�ad�ogni�nodo�corrisponde�un�processo�che�può�essere�a�sua�volta�scomposto�in�altri�sottoprocessi.�Il�primo�passo�da�fare�per�poter�giungere�alla�costruzione�di�un�sistema�di�valutazione�dei�processi�logistico�produttivi�consiste�nell’individuare�molto�bene�i�processi�stessi�e�definire�in�modo�univoco�quali�siano�gli�obiettivi�che�ognuno�di�essi�ha,�in�un’ottica�di�funzionamen-to�complessivo�ed�ottimizzazione�del�sistema.�Una�volta�identificati�chiaramente�processi�ed�obiettivi,�si�può�passare�alla�definizione�delle�misure�opportune,�e�quindi�dei�KPI.

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Analizzare�in�dettaglio�le�caratteristiche�dei�processi�logistici�si�rivela�di�grande�utilità,�in�quanto�descrivere�la�mappa�con�cui�le�informazioni�ed�i�materiali�si�muovono,�contribuisce�

ad�avere�una�visione�più�chiara�delle�attività�aziendali�in�modo�da�poter�individuare�i�punti�in�cui� intervenire�per�poter�razionalizzare� l’intera�gestione� logistica.�L’analisi�dei�processi�esistenti�è�di�fondamentale�importanza�per�le�imprese�che�sono�cresciute�rapidamente�in�quanto� i�processi� si� sono� sviluppati�nel� tempo� senza�essere�mai� formalmente� codificati,�mettere�nero�su�bianco� i�propri�processi�aziendali�aiuta�ad� individuare� i�punti�su�cui�mi-gliorare,�è�anche�vero�che�le�imprese�in�crescita�sono�prese�da�molte�attività,�ma�trovare�il�tempo�per�mappare�i�propri�processi�significa�garantirsi�la�crescita�per�i�prossimi�anni.�E�se�l’impresa�sta�vivendo�un�periodo�di�crisi?�Anche�in�questo�caso�ritagliarsi�del�tempo�per�mappare�i�processi�può�rivelarsi�utile�al�fine�di�uscire�dalla�crisi.�In�concreto�cosa�significa�mappare� i� processi� ?�di� quali� strumenti�abbiamo�bisogno�?�è�una�attività�dispendiosa� ?�Mappare�i�processi�significa�svolgere�le�seguenti�attività:1.� Identificare�i�diversi�tipi�di�attività�che�operano�durante�il�processo2.� Evidenziare�il�flusso�dei�materiali�e�delle�informazioni�che�attraversano�il�processoPer�svolgere�questa�attività�abbiamo�bisogno�di�carta,�penna,�un�software�per�il�disegno�di�diagrammi,�eventuale�documentazione�aziendale�(nel�caso�non�ci�fosse�è�necessario�inter-vistare�direttamente�gli�operatori�coinvolti�nel�processo).I�processi�possono�essere�classificati�in�base�a�quattro�caratteristiche�fondamentali,�è�im-portante�ribadire�che�le�classificazioni�che�si�fanno�non�sono�utili�solo�ai�fini�accademici�ma�hanno�grande�rilevanza�pratica,�in�fatti�quando�progettiamo�un�nuovo�processo�aziendale�o�ridisegniamo�uno�esistente�conoscerne�le�caratteristiche�consente�di�prevederne�la�struttu-ra�dei�costi.�Le�caratteristiche�principali�di�un�processo�possono�essere�riassunte�in:•� Volume•� Varietà•� Variabilità•� VisibilitàOgnuna�di�queste�caratteristiche�può�essere�alta�o�bassa�dando�luogo�a�diverse�configura-zioni�di�processi.�Per�volume�si�intende�il�numero�di�output�realizzati�dal�processo,�per�varie-tà�si�intende�il�numero�di�output�differenti�prodotti�dal�processo,�per�variabilità�si�intende�la�variazione�del�volume�nel�tempo,�mentre�per�visibilità�si�intende�quanta�parte�del�processo�è�visibile�da�parte�del�cliente�sia�interno�che�esterno.�Consideriamo�l’esempio�di�un�processo�comune�in�tutti�i�magazzini�come�il�processo�di�picking�e�vediamo�come�misurare�le�quattro�caratteristiche�precedenti.�Nel�caso�del�volume�intendiamo�il�numero�di�prelievi�effettuati�in�un�anno�(4000�prelievi�l’anno�è�un�volume�basso�mentre�200.000�è�un�volume�alto).�Per�misurare� la�varietà�del�processo�di�picking�consideriamo�le�tipologie�di�prelievi�effettuati�

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(prelievi�per�vendite,�per�produzione�interna,�per�produzione�esterna).�Per�misurare�la�va-riabilità�valutiamo�l’andamento�dei�prelievi�nel�corso�dell’anno,�avremo�variabilità�nulla�nel�caso�i�prelievi�siano�costanti�durante�tutti�i�mesi�dell’anno�viceversa�avremo�una�variabilità�più�o�meno�elevata.�La�visibilità�è�misurata�scomponendo�il�processo�di�prelievo�nelle�varie�attività�elementari�e�nell’individuare�quale�percentuale�di�queste�attività�è�visibile�al�cliente�(ad�esempio�se�quando�carichiamo�sul�camion�la�merce�inviamo�una�mail�con�un�copia�di-gitale�del�packing�list�possiamo�dire�che�questa�fase�è�visibile�al�cliente,�viceversa�quando�il�magazziniere�preleva�il�prodotto�dalla�sua�ubicazione�questo�non�è�visibile�al�cliente).�È�importante�individuare�le�quattro�caratteristiche�dei�processi�prima�evidenziati�in�quanto�ci�permettono�di�effettuare�diverse�considerazioni,�ad�esempio�se�il�nostro�processo�di�pre-lievo�presenta�un�alto�volume�ed�una�bassa�varietà�e�variabilità�è�un�ottimo�processo�candi-dato�ad�essere�automatizzato.�Inoltre�processi�che�presentano�alti�volumi,�alta�varietà,�alta�variabilità�ed�alta�visibilità�richiedo�l’utilizzo�di�strumenti�software�abbastanza�sofisticati.

La business intelligenceLa�business�intelligence�è�una�disciplina�che�consente�a�chi�prende�decisioni�in�azienda�di�capire,�attraverso�soluzioni�software,�i�fattori�chiave�del�business�e�conseguentemente�di�prendere le migliori decisioni in quel momento.Possiamo�considerare�la�gestione�aziendale�come�una�serie�di�decisioni�da�prendere�con�lo�scopo�di�mantenere�in�equilibrio�l’equazione�fondamentale�dell’impresa,�ovvero�Profitto�=�Ricavi�–�Costi.�Obbiettivo�di�chi�prende�le�decisioni�è�quello�di�ridurre�al�minimo�le�decisioni�sbagliate�(bisogna�essere�consapevoli�che�è�impossibile�eliminare�le�decisioni�sbagliate�ma�è�possibile�ridurle).Quanto�grande�deve�essere�il�mio�magazzino�?�Se�prendiamo�una�decisione�sbagliata�po-tremmo�ritrovarci�con�un�magazzino�troppo�grande�quindi�con�elevati�costi�di�gestione,�op-pure�un�magazzino�troppo�piccolo�con�disservizi�ai�clienti�e�quindi�minori�ricavi,�in�entrambi�i�casi�l’equazione�aziendale�non�è�più�in�equilibrio�ed�i�profitti�si�riducono.�Se�abbiamo�le�in-formazioni�giuste�possiamo�ridurre�le�possibilità�di�avere�un�magazzino�non�adeguatamente�dimensionato,�parlo�di�ridurre�e�non�di�eliminare�in�quanto�ci�sono�tantissime�variabili�da�misurare�e�prendere� in�considerazione�per�cui�non�esiste� il�magazzino�perfettamente�di-mensionato,�ma�il�magazzino�le�cui�dimensioni�sono�ragionevolmente�adeguate.La business intelligence trasforma un dato grezzo in informazione, ad esempio la giacen-za�dell’articolo�XYZ�alla�data�del�24/04/2012�è�di�56�confezioni�è�un�dato�grezzo,�mentre�il�trend dell’indice di rotazione delle materie prime è un’informazione sulla cui base prendere delle�decisioni.�Come�tutti�i�processi�anche�la�business�intelligence�ha�bisogno�di�un�input,�in�questo�caso�i�dati,�per�poterli�trasformare�in�un�output,�ovvero�le�informazioni�necessarie�per prendere decisioni.La�base�di�partenza�è�quindi�costituita�dalla�rilevazione�dei�dati�elementari�di�business�che�servono�da�supporto�operativo�per� le�attività�aziendali.�Sono� le�registrazioni�relative�agli�ordini�di�vendita,�ai�documenti�di�trasporto,�alle�fatture,�ai�prelievi�per�la�produzione�e�così�

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via.�Il�punto�di�partenza�è�quindi�un�sistema�gestionale�anche�elementare�che�permette�di�effettuare�queste�misurazioni.�Un�sistema�di�business�intelligence�si�compone�dei�seguenti�elementi:•� Database transazionali•� Strumenti�ETL•� Datawarehouse•� Strumenti�di�reporting�e�analisi

Database transazionali:�Sono� i�database�dove�sono�registrati� i�dati�operativi�del�nostro�business,�ad�esempio�nel�caso�della�logistica�potremmo�avere�i�dati�su�diversi�database,�ad�esempio�gli�ordini,�i�movimenti�di�magazzino�ed�i�documenti�di�trasporto�sono�sul�database�del�gestionale,�i�dati�relativi�alle�operazioni�di�magazzino�potrebbero�essere�sul�database�del�sistema�WMS�che�gestisce�la�radiofrequenza,�oppure�se�abbiamo�un�magazzino�auto-matico�i�dati�sulle�missioni�di�prelievo�e�versamento�sono�sul�suo�database,�infine�potrem-mo�avere�i�dati�relativi�ai�costi�di�trasporto�in�uno�o�più�file�Excel.�In�questa�situazione�la�fonte�dei�nostri�dati�può�essere�su�supporti�diversi�soprattutto�se�la�nostra�è�una�impresa�medio�grande,�differentemente�avremo�una�o�due�base�dati�da�interrogare�per�ottenere�le�informazioni desiderate.Strumenti ETL:�Sono�programmi�che�si�occupano�di�estrarre�i�dati�dalle�varie�basi�dati,�uni-formarli,�eliminare�eventuali�dati�anomali�e�caricare�i�dati�nel�datawarehouse.�Nel�caso�di�più�basi�dati�questa�è�una�operazione�abbastanza�delicata�e�richiede�una�solida�progettazio-ne�per�evitare�di�avere�informazioni�non�corrette.�Nel�caso�di�una�piccola�impresa�che�utiliz-za�un�gestionale�troviamo�lo�strumento�ETL�direttamente�in�Excel�(MS�Query,�ne�parleremo�nell’ultimo�capitolo).�La�semplicità�dello�strumento�non�deve�però�escludere�una�attenta�progettazione�dei�dati�da�estrarre�anche�se�in�questo�caso�non�sarà�complicata�come�nel�caso�di�una�medio/grande�impresa.Datawarehouse:�è�il�magazzino�centralizzato�dei�dati,�in�questo�“luogo�virtuale”�sono�rac-colti�ed�organizzati�i�dati�estratti�con�gli�strumenti�ETL�ed�il�dato�qui�contenuto�deve�essere�certificato,�evitando�di�creare�ambiguità�all’interno�dell’azienda.�Ad�esempio�per�quanto�riguarda�lo�spedito�bisogna�identificare�quali�causali�concorrono�a�determinare�il�volume�

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di�spedizioni�all’interno�del�mese,�in�modo�che�chiunque�all’interno�dell’azienda�legge�quel�dato�sa�come�è�stato�ottenuto.�È�quindi�sempre�opportuno�definire�un�dizionario�dei�dati�che�rappresenta�il� linguaggio�comune�nelle�discussioni�aziendali,�onde�evitare�polemiche�inutili�o�indurre�chi�deve�utilizzare�le�informazioni�a�ritenerle�non�attendibili.�Fisicamente� il� datawarehouse�può�essere�un� altro�database�dove� vengono� scritti� i� dati�dopo�che�sono�stati�estratti�e�ripuliti�oppure�i�dati�possono�essere�contenuti�in�memoria�dall’applicazione di business intelligence.Strumenti di reporting:�Sono�i�programmi�che�consentono�di�creare�riepiloghi,�grafici�ed�indicatori�in�grado�di�navigare�all’interno�dei�dati�per�ottenere�le�informazioni�necessarie�a�prendere�decisioni.�Gli�strumenti�di�reporting�consentono�di�monitorare�il�business�allo�stesso�modo�del�cruscotto�dell’automobile�che�ci�indica,�la�velocità,�il�livello�di�carburante�e�con� l’accensione�delle�spie�ci� indica�eventuali�anomalie�e�malfunzionamenti.�Ad�esem-pio�per�quanto�riguarda�la�logistica�monitorando�l’indice�di�rotazione,�l’indice�di�puntualità�delle�consegne,�l’indice�di�saturazione�del�magazzino�possiamo�avere�precise�indicazione�di�come�stiamo�gestendo�la�logistica�aziendale�e�prendere�le�decisioni�adeguate.�Ad�esem-pio�notiamo�che�l’indice�di�puntualità�è�calato�nelle�ultime�quattro�settimane,�andiamo�ad�indagare�per�determinarne�le�cause,�individuiamo�le�azioni�per�migliorarlo,�applichiamo�le�azioni�e�valutiamo�cosa�accade�all’indice.

Gli�strumenti�di�reporting�aiutano�anche�nell’evitare�sterili�polemiche�dovute�al�fatto�che�le�persone�in�mancanza�di�supporti�decisionali�tendono�a�crearsi�uno�schema�della�realtà�non�affidabile�generalizzando�o�cancellando�parti�della�realtà.�Ad�esempio�se�il�direttore�generale�piomba�nel�vostro�ufficio�dicendo�(in�alcuni�casi�urlando�!!!)�che�i�clienti�si� lamentano�per�ritardi�nella�consegna�degli�ordini,�se�non�ha�un�supporto�decisionale�(in�questo�caso�un�re-port�settimanale�con�l’indice�di�puntualità),�probabilmente�sta�generalizzando�un�esperienza�vissuta�(ad�esempio�nella�settimana�scorsa�ha�ricevuto�due�telefonate�da�clienti�irritati�per�ritardi�di�consegna)�senza�avere�una�visione�globale�dei�dati�che�potrebbe�avere�grazie�ad�un�report.�Due�clienti�irritati�non�indicano�che�la�logistica�sta�consegnando�in�ritardo,�come�una�rondine�non�fa�primavera,�un�report�invece�si!!!.Gli�strumenti�di�business�intelligence�possono�essere�più�o�meno�sofisticati�a�seconda�delle�necessità�dell’impresa�ma�sia�che�la�vostra�impresa�sia�piccola�o�grande�se�l’argomento�bu-siness�intelligence�non�è�mai�stato�affrontato�è�bene�partire�in�piccolo,�ovvero�con�soluzioni�fatte�in�casa�con�Excel,�in�questo�modo�potrete�esplorare�questo�nuovo�processo�a�costi�ri-dotti�riuscendo�ad�individuare�quali�sono�le�esigenze�della�vostra�impresa,�poi�chiaramente�dopo�un�po’�Excel�vi�inizierà�a�stare�stretto�e�quindi�è�necessario�cercare�un�software�speci-fico,�ma�a�quel�punto�avrete�chiare�quali�sono�le�esigenze�in�termini�di�informazioni�per�la�vostra�aziende�e�potrete�selezionare�con�più�cognizione�di�causa�il�software�adatto.�Il�mio�suggerimento�per�grandi�e�piccoli�è�quello�di�partire�con�Excel�(vedremo�nel�terzo�capitolo�come�fare)�e�poi�mangiando�viene�l’appetito.�

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I KPI

Gli�indicatori�sono�particolari�informazioni�che�hanno�la�caratteristica�di�essere:�critiche,�sintetiche,�significative,�prioritarie�che�permettono�di�misurare�l’andamento�aziendale�nei�suoi�più�svariati�aspetti.Critiche,�in�quanto�su�di�esse�il�management�opera�le�proprie�scelte;Sintetiche,�perché�espresse�da�una�variabile�semplice�o�composta�(es.�tempo,�movimen-tato�x�addetto);Significative,�in�quanto�rappresentano�in�maniera�puntuale�i�fenomeni�aziendali�alle�quali�si�riferiscono;Prioritarie,�per� la� loro�natura� indispensabile�nei�cicli�di�pianificazione�e�controllo�a� tutti�i� livelli�aziendali�(strategico,�direzionale,�operativo).�Se�lo�scostamento�del�KPI�del�10�per�cento in alto o in basso non spinge ad alzare il telefono per sgridare qualcuno o per congra-tularsi�con�qualcun�altro,�significa�che�quel�KPI�è�inutile.Consentono�di�valutare�l’andamento�aziendale�in�quanto�sono�rappresentate�da�variabili�quantitative�o�qualitative� comunque� confrontabili� (Indice�di� rotazione�magazzino�Roma,�rispetto�al�magazzino�Palermo�oppure�indice�rotazione�2011�con�indice�di�rotazione�2010).Ad�ogni�indicatore�è�associata�la�variabile�che�ne�dà�la�misura�(per�il�lead�time��ad�esem-pio�il�tempo).�Tramite�questi�indicatori,�il�management�può�non�solo�misurare�i�fenomeni�aziendali�nel�tempo�(Anno�2011�,Anno�2012)�e�nello�spazio�(nelle�varie�unità�aziendali,�nei�vari�mercati),�ma�può�pianificare�e�programmare�le�attività�aziendali�(definendo�obiettivi�misurabili�nel�breve�e�medio�periodo),�misurare�gli�scostamenti�(tra�obiettivi�attesi�e�risul-tati�ottenuti,�e�intraprendere�le�azioni�necessarie�per�correggere�i�gap,�ovvero�può�gestire�con�metodo�,ovvero�pianifico,�eseguo,�controllo,�correggo:�il�PDCA�dei�circoli�di�qualità�di�Deming)�l’azienda�o�la�parte�di�essa�di�cui�è�responsabile.Le�performance�aziendali�solitamente�sono�numerose�e�differenziate.�Alcune�hanno�carat-tere�generale�e�quindi�sono�riscontrabili�in�tutti�i�processi,�come��ad�esempio�le�prestazioni�in�termini�di�costo,�tempo,�qualità�e�valore;�altre�invece�sono�tipiche�di�processi�specifici,�come�ad�esempio�le�prestazioni�di�produttività,�versatilità�e�flessibilità�nell’ambito�dei�pro-cessi� logistici.� La� valutazione�quantitativa�delle�performance�delle� attività�e�dei� processi�aziendali�richiede�la�definizione�di�un�sistema�di�indicatori�che�permetta�di�rappresentare,�in�un�quadro�organico�e�prospettico,�la�capacità�dell’impresa�di�perseguire�i�propri�obiettivi�di�breve,�medio�e�lungo�periodo.Non�si�tratta�di�un�sistema�di�misure�che�prendono�in�considerazione�unicamente�i�risul-tati�raggiunti,�quindi�secondo�una�visione�di�analisi�statica,�ma�di�un�sistema�che��è�anche�in�grado�di�sottolineare�la�capacità�dell’impresa�di�adattarsi�ai�cambiamenti�dell’ambiente�esterno�spesso�turbolento�ed�instabile,�secondo�una�visione�di�analisi�dinamica.Il�sistema�di�misurazione�e�controllo�deve�avere�dei�requisiti�che�gli�attribuiscono�la�capa-

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KPI PER LA LOGISTICA

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cità�di�guidare�l’impresa�verso�il�conseguimento�degli�obiettivi�di�breve,�medio�e�lungo�pe-riodo,�sia�in�prospettiva�statica�che�dinamica.�Possiamo�individuare�quattro�caratteristiche�fondamentali:•� Completezza •� Rilevanza•� Flessibilità •� Comprensibilità Completezza:Il�sistema�è�completo�perché�misura�tutte�le�parti�nelle�quali�si�può�suddivi-dere�il�concetto�di�valore�creato�dall’impresa.Rilevanza:�Il�sistema�è�rilevante�perché�è�strettamente�legato�ai�processi�decisionali�dell’im-presa.�Gli�indicatori�sono�rilevanti�se�supportano�le�decisioni�nelle�aree�critiche�di�gestione,�nelle�quali�si�pongono�i�fenomeni�che�maggiormente�incidono�sulle�performance.�Devono�fornire�informazioni�riguardo�all’individuazione�delle�alternative�di�scelta�e�alla�compren-sione�delle�relazioni�esistenti�tra�le�decisioni�prese�e�il�raggiungimento�degli�obiettivi.�Flessibilità:�Il�sistema�è�flessibile�perché�può�cambiare�in�relazione�alle�esigenze,�variabi-li,�della�misurazione.�Nella�attuale�situazione�produttiva,�dominata�da�condizioni�di� forte�dinamismo�e�complessità�dell’ambiente�esterno�e�delle�strategie�d’impresa,�i�fattori�critici�di�successo�e�i�parametri�di�misurazione�possono�cambiare�anche�in�tempi�non�lunghi,�e�la�rapidità�con�cui�si�colgono�questi�cambiamenti�possono�fare�la�differenza�tra�una�impresa�che�sopravvive�ed�una�che�fallisce.Comprensibile:�Il�sistema�è�comprensibile�perché�è�in�grado�di�essere�trasferito�all’interno�dell’organizzazione�con�un� linguaggio�ed�un� livello�di� rifinitura�adatto�alle�esigenze�degli�utenti.� In�tal�modo�tutta� l’organizzazione�ha� la�cognizione�degli�obiettivi�di�performance,�delle�variabili� critiche�che� la�determinano�e�dei� risultati�prodotti�da� tutte� le�attività�ed� i�processi�realizzati�nell’impresa.�In�questo�modo�tutti�sanno�in�che�direzione�sta�andando�l’azienda�e�quali�azioni�bisogna�compiere�per�raggiungere�gli�obiettivi�prefissati.�L’indice�di�puntualità�non�deve�essere�comprensibile�al�direttore�della�logistica�e�al�direttore�generale,�ma�deve�essere�patrimonio�comune�dell’ufficio�logistica�e�del�magazzino.Altre�caratteristiche� importanti�possono�essere�considerate:� la� tempestività� (capacità�di�produrre�e�trasmettere�informazioni�nei�tempi�più�opportuni�rispetto�ai�processi�decisio-nali,�se�non�so�per�tempo�che�il�mio�magazzino�sta�crescendo�potrei�prendere�le�decisioni�quando�ormai�è�troppo�tardi,�perché�ad�esempio�i�fornitori�hanno�già�consegnato),�la�fre-quenza� (Ogni�quanto�misuro� le�performance�aziendali,�dipende�dalle�decisioni�che�devo�prendere,�ad�esempio�se�sto�gestendo�la�distribuzione�di�una�collezione�limitata�ho�bisogno�di�informazioni�giornaliere�o�addirittura�più�volte�nell’arco�della�stessa�giornata),�la�coeren-za�organizzativa�(stretto�riferimento�degli�indicatori�alla�struttura�organizzativa,�ai�ruoli,�alla�ripartizione�delle�responsabilità).

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KPI PER LA LOGISTICA

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Caratteristiche

I�Key�Performance�Indicators�(KPI)�sono�una�serie�di�indicatori�quali/quantitativi�che�valu-tano�i�risultati�aziendali�conseguiti,�con�riferimento�ad�aspetti�fondamentali�della�gestione�aziendale�come�il�livello�di�servizio�garantito�al�cliente,�il�livello�delle�scorte�in�magazzino,�il�livello�di�costi�per�i�trasporti.In�un�ambiente�competitivo�com’è�quello�attuale,�il�sistema�di�misurazione�delle�perfor-mance�deve�racchiudere�una�estensione�molto�ricca�di�misuratori�dei�business�process:�per�questo�motivo�i�KPI�sono�focalizzati�principalmente�sui�processi.�L’obiettivo�è�quello�di�misu-rare�l’intera�gamma�di�prestazioni�di�un�processo,�che�nel�loro�insieme�deve�quantificare�il�valore�dell’output�del�processo�per�il�cliente.�Meglio�il�KPI�è�scelto�e�misurato,�migliore�può�essere�il�controllo�dei�miglioramenti�e�la�regolazione�degli�obiettivi.�I�KPI�sono�un�insieme�di�indicatori�che�misurano:•� Le�prestazioni�di�efficienza•� Il�livello�di�servizio•� La qualità dei processi aziendaliLe prestazioni di efficienza:�Gli�indicatori�misurano�la�produttività�e�i�costi�unitari�con�cui�sono�ottenuti�gli�output�per�i�clienti�del�processo.�La�misurazione�dell’efficienza�è�l’obiettivo�primario�dei�tradizionali�sistemi�di�controllo�di�gestione,�che�calcolano�margine�e�costi�totali�delle�attività�e�dei�prodotti.�Ad�esempio�quanto�tempo�impiego�per�prelevare�il�materiale�per� la�spedizione,�quanto�costa�trasportare� la�merce�dal�magazzino�di�Torino�a�quello�di�Bologna.Il livello di servizio:�Gli�indicatori�misurano�i�tempi�di�risposta�alle�richieste�del�cliente�e�la�flessibilità�del�fornitore.�Ad�esempio,�il�time�to�market,�il�lead�time,�la�percentuale�di�modi-fiche�accettate,�Il�numero�di�consegne�corrette,�il�numero�di�consegne�non�danneggiate�sia�verso�il�cliente�che�da�parte�del�fornitore.La qualità dei processi aziendali: Gli indicatori misurano la conformità degli output alle attese�del�cliente.�Indicatori�tipici�sono�le�percentuali�di�scarti�e�resi�o�il�livello�di�immagine.Nell’ottica�KPI,�il�processo�gestionale�come�abbiamo�visto�è�un�insieme�di�attività�che�pro-duce�un�output�in�risposta�a�richieste�di�servizio,�utilizzando�una�serie�di�risorse.�Gli�indica-tori�KPI�sono�rivolti�a�misurare�l’intera�estensione�di�prestazioni�di�un�processo,�che�nel�loro�insieme�devono�calcolare�il�valore�dell’output�del�processo�per�il�cliente.�Queste�misure�di�prestazione�verso�il�cliente�possono�essere�integrate�da�altri�indicatori�che�uniscono�infor-mazioni�sulle�condizione�in�cui�le�prestazioni�stesse�sono�state�fornite.�Tali�indicatori�posso-no�riguardare�i�volumi�in�input�e�in�output,�come�il�volume�e�l’assortimento�degli�ordini�dei�clienti�o�il�numero�e�l’assortimento�dei�prodotti�in�output.�Inoltre,�in�alcuni�casi�è�rilevante�contraddistinguere�il�profilo�dell’input�con�opportuni�in-dicatori�di�qualità�e�di�servizio,�dal�momento�che�può�influenzare�in�modo�determinante�le�prestazioni�del�processo.��Naturalmente�l’insieme�degli�indicatori�è�specifico�per�ogni�pro-cesso�e�cambia,�per�lo�stesso�processo,�da�azienda�ad�azienda;�inoltre,�non�in�tutti�i�processi�

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è presente la gamma completa degli indicatori.Gli�indicatori�devono�seguire�una�strategia�ad�imbuto�rovesciato�ovvero�pochi�indicatori�iniziali�che�poi�possono�essere�approfonditi�in�base�alle�necessità.�Quando�il�medico�prescri-ve�le�analisi�del�sangue,�in�un��foglio�vengono�raccolte�le�principali�informazioni�sullo�stato�di�salute,�se�i�valori�sono�nella�norma�l’analisi�termina�altrimenti�il�medico�prescrive�ulteriori�analisi.�Per�questo�è�bene�prevedere�alcuni�indicatori�iniziali�che�possono�essere�facilmente�scomposti�per�ulteriori�analisi,�ad�esempio�l’indice�di�rotazione�globale�è�un�KPI�che�fa�parte�del�cruscotto�generale�ma�si�deve�avere�la�possibilità�di�scomporlo�per�analizzare�ad�esem-pio�l’indice�di�rotazione�di�un�particolare�magazzino,�di�una�determinata�classe�di�articoli.�Nel�caso�ancora�non�riuscissimo�a�trovare�risposte�alle�nostre�domande�allora�è�necessaria�un�analisi�specifica�che�non�rientra�nei�report�di�monitoraggio.

Metodologia per la costruzione dei kpiObbiettivo�della�costruzione�dei�KPI�è�selezionare�un�insieme�globale�di�informazioni�che�deve�essere�in�grado�di�valutare�le�prestazioni�competitive�del�processo�sotto�tutti�gli�aspet-ti,�pur�mantenendosi�di�numerosità�ridotta,�in�grado�di�fornire�a�colpo�d’occhio�le�informa-zioni�necessarie.�Nell’individuare�i�KPI�adeguati�alla�nostra�attività�possiamo�seguire�questi�passi:1.� Analisi dei processi2.� Lista�e�profilo�dei�KPI3. Verifica�KPIAnalisi dei processi: In questa fase andiamo a mappare i processi fondamentali dell’impre-sa�raggruppandoli�in�macro�processi�appartenenti�a�due�categorie:�principali�e�di�supporto.�Una�azienda�che�realizza�abbigliamento�sportivo�ad�esempio�avrà�come�processi�principali�la�produzione�di�scarpe�o�la�produzione�di�giacche,�mentre�una�azienda�di�trasporto�avrà�come�processi�principali�il�trasporto�Italia�e�il�trasporto�Estero.�Sono�tipici�processi�di�sup-porto� la� contabilità� o� l’amministrazione� del� personale.� Diversamente� potremmo� iniziare�l’attività�di�business�intelligence�da�un’area�aziendale�come�ad�esempio�la�logistica�per�poi�passare�ad�altre�aree,�in�questo�caso�non�bisogna�essere�eccessivamente�rigidi�in�quanto�ci�sono�processi�che�attraversano�diverse�aree�funzionali�per�tanto�è�bene�considerali�in�tutta�la loro estensione.La�mappatura�del�processo�consiste�nella�sua�forma�più�elementare,�nella�descrizione�dei�processi�in�termini�di�collegamenti�tra�le�attività.�Vi�sono�molte�tecniche,�più�o�meno�simili,�per�la�mappatura�dei�processi.�Tutte�le�tecniche�hanno�in�comune�due�caratteristiche:�Iden-tificano�i�diversi�tipi�di�attività,�mostrano�il�flusso�di�materiali,�informazioni�tra�le�attività.Nella�mappatura�dei�processi�si�utilizzano�diversi�simboli�per�rappresentare�diversi�tipi�di�attività.�Questi�simboli�si�possono�organizzare�secondo�un�ordine�logico,�e�disporre�in�serie�o�in�parallelo,�per�descrivere�un�determinato�processo,�anche�se�non�esiste�un�set�universa-le�di�simboli�alcuni�di�essi�sono�relativamente�comuni.�

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Nella�mappatura�dei�processi�logistici�in�cui�abbiamo�flussi�di�materiali�e�di�informazio-ni� che� transitano� in� diversi� nodi� della� rete�possono�essere�di�aiuto�diverse�tecniche�di�analisi�che�qui�riassumiamo�brevemente.

Assembly chartQuesto metodo è una rappresentazione grafica� dei� componenti� di� un� prodotto� in�modo�da�evidenziare�le�relazioni�tra�le�parti�e le sequenze di assemblaggio.

Operation process chartÈ una estensione del metodo precedente al�quale�aggiunge�le�operazioni�ricavabili�dai�cicli� di� produzione�per� evidenziare� le� ope-razioni�da�eseguire�sui�componenti,�la�com-plessità�dei�componenti,�un’idea�del�flusso�dei materiali.

Multi-product process chartQuesto�metodo�è�particolarmente�utile�per�evidenziare�le�relazioni�tra�i�componenti�di�un�prodotto�o�tra�prodotti,�materiali,�parte�ed operazioni.

Process ChartÈ la tabulazione delle fasi di un processo,

che� impiega�simboli�di� rappresentazione�e�dà�origine�a�una�descrizione�sufficiente�per�comprendere l’intero processo.

Flow DiagramÈ�un�metodo�grafico�che�utilizza�gli� stessi�simboli� del� process� chart� evidenziando� il�flusso� delle� operazioni� sul� layout� dell’area�in�esame,�evidenziando�come�i�materiali�si�muovono�nello�spazio.

Flow process chartÈ�la�rappresentazione�grafica�più�completa�dell’intero� processo� che� si� ottiene� combi-nando�la�process�chart�con�l’operation�pro-cess�chart.

From To ChartÈ�una�matrice�che�riassume�le�movimenta-zione�dei�materiali�tra�attività�collegate�per�stabilire� le� posizioni� relative� delle� attività,�definire�il�flusso�dei�materiali�e�confrontare�flussi�alternativi.Operativamente� per� utilizzare� questi�me-

todi abbiamo bisogno di uno strumento informatico� che� ci� permetta� di� tracciare� i�grafici�e�le�tabelle�necessarie,�pertanto�pos-siamo� utilizzare� Excel� in� abbinamento� con�Visio�per�realizzare�i�grafici�più�complicati.

TECNICHE PER L’ANALISI DEI PROCESSI LOGISTICI

Lista e profilo dei KPI: in�questa�fase�andiamo�ad�individuare�per�i�vari�processi�mappati�in�precedenza�uno�o�più�indicatori�evidenziando�in�che�modo�vengono�calcolati,�e�le�loro�dimensioni�di�analisi.�Una�dimensione�tipica�è�quella�temporale�ovvero�calcolo�l’indice�di�

rotazione�giornaliero,�settimanale,�mensile,�annuale.�Altre�dimensioni�tipiche�sono�il�pro-dotto�oppure�il�magazzino,�o�il�cliente.�Per�ciascuna�dimensione�è�possibile�realizzare�delle�gerarchie�di�analisi�ad�esempio�per�il�prodotto�possiamo�individuare�la�famiglia,�la�categorie�e� la�sottocategoria,�così�per� il�magazzino�possiamo�indicare� il�sito,� l’area,� l’ubicazione.� In�questa�fase�andiamo�a�fare�una�specie�di�lista�delle�spesa,�ovvero�elenchiamo�tutti�gli�indi-

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catori�che�è�possibile�costruire�in�base�ai�dati�che�abbiamo�a�disposizione.Verifica KPI:�In�questa�fase�andiamo�a�calcolare�i�KPI�ed�analizzarli�per�alcune�settimane�valutando�quindi�gli�indicatori�che�sono�effettivamente�necessari,�eliminando�quelli�inutili.�La costruzione del sistema di monitoraggio non termina qui in quanto è necessario presta-re�attenzione�ai�fenomeni�aziendali�ed�eventualmente�ripetere�nuovamente�l’analisi�fatta,�magari� solo�parzialmente,�per� individuare�nuove�esigenze�di�monitoraggio.� Il� sistema�di�monitoraggio�è�qualcosa�di�vivo�a�differenza�del�cruscotto�dell’automobile�che�una�volta�in-stallato�rimane�sempre�quello,�nel�caso�dell’impresa�è�necessario�fare�le�modifiche�affinché�il�sistema�sia�effettivamente�utile.�Mantenendo�il�paragone�con�il�cruscotto�dell’auto�a�volte�può�capitare�che�ci�sia�un�mal-

funzionamento nel sistema stesso ad esempio si accende la spia della cintura non inserita anche�se�non�è�vero.�Questa�situazione�può�verificarsi�anche�in�un�sistema�di�monitoraggio�aziendale�soprattutto�quando�si�presentano�dati�non�previsti�nella�fase�iniziale�di�proget-tazione.�Ad�esempio�potreste�non�aver�previsto�di�ripulire�da�dati�anomali�il�prezzo�di�ven-dita�così�quando�il�vostro�impiegato�dell’ufficio�logistica,�sempre�molto�zelante,�inserisce�il�prezzo�dell’ordine,�gli�scappa�qualche�zero�in�più�ed�ecco�che�miracolosamente�il�fatturato�di�aprile�schizza�alle�stelle�ed�il�vostro�direttore�generale�vi�cerca�urgentemente�in�pausa�pranzo�(solitamente�i�direttori�generali�hanno�l’abitudine�di�leggere�i�report�in�pausa�pranzo�o�dopo�la�chiusura�aziendale).

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2 I processi dell’area logistica

Nel�capitolo�precedente�abbiamo�visto�come�il�primo�passo�per�costruire�un�qualsiasi�si-stema�di�misurazione�sia�la�mappatura�dei�processi.�In�questo�capitolo�vedremo�come�map-pare�i�processi�dell’area�logistica�ed�i�principali�indicatori�associati�ad�essi.�Esistono�diversi�modelli�per�rappresentare�i�processi,�ovvero�dei�sistemi�in�grado�di�ridurre�la�complessità�della�realtà�attraverso�uno�schema�facilmente�comprensibile.�In�questo�capitolo�vedremo�un�modello�per�la�mappatura�dei�processi�logistici�semplice�ma�estremamente�efficace.�Per�ogni�marco�area�descriveremo�i�processi,�lo�schema�dei�dati�ed�i�principali�indicatori.

Modelli di processo

Possiamo�considerare�la�logistica�come�l’insieme�di�due�tipologie�di�attività�fondamentali,�la�sosta�ed�il�trasferimento.�Queste�attività�avvengono�a�diversi�livelli�della�rete�logistica.�Ad�esempio se consideriamo una rete di aziende e quindi ogni azienda rappresenta un nodo avremo�dei� trasferimenti� tra� i�nodi� (Il�materiale�passa�dal�produttore�al�distributore�per�essere�rivenduto�al�dettagliante)�e�delle�soste�all’interno�dei�nodi�(il�materiale�trasferito�al�distributore�rimane�nel�suo�magazzino�fino�a�quando�non�viene�trasferito�nuovamente).�Se�consideriamo�la�singola�azienda�allora�i�nodi�diventano�i�vari�reparti�produttivi�tra�cui�viene�trasferito�il�materiale�(ad�esempio�il�materiale�in�sosta�nel�magazzino�prodotti�finiti�viene�trasferito�nell’area�spedizioni).�Se�scendiamo�ulteriormente�di�livello�ad�esempio�se�consi-deriamo�il�reparto�produzione�anche�qui�ci�sono�trasferimenti�e�soste�di�materiali.�La� logistica�ha�come�funzione� la�pianificazione,� la�gestione�ed� il�coordinamento�dei�tra-sferimenti�e�delle�soste�di�materiali.�Le�attività,�mattone�elementare�dei�processi,�hanno�la�

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necessità di essere organiz-zate per il raggiungimento dell’obbiettivo� (PIANIFICA-ZIONE),� è� necessario� so-vraintendere� alla� loro� ese-cuzione� (GESTIONE),� ed� è�necessario legare tra di loro le�attività�(COORDINAMEN-TO).�All’interno�della�logisti-ca queste operazioni sono svolte� attraverso� quattro�macroprocessi:•� Scorte•� Magazzino•� Trasporti•� Flussi�informativiIl macro processo scorte si� occupa� di� pianificare� le�soste�ed�i�trasferimenti,�ov-vero� decide� il� livello� di� ac-cumulo dei materiali all’in-terno�dei�diversi�nodi�della�

rete� e� quando� devono� essere�effettuati� i� trasferimenti� tra� i�nodi. Il macro processo magaz-zino� si� occupa� della� gestione�delle soste all’interno dei nodi, il� macro� processo� trasporti� si�occupa� della� gestione� dei� tra-sferimenti� del� materiale� tra� i�nodi mentre il macro processo dei�flussi� informativi�si�occupa�di�coordinare�i�legami�tra�le�va-rie� attività� all’interno� dei� vari�processi.Per la mappatura dei processi logistici�ci�concentreremo�uni-camente sui tre macro processi che�si�occupano�di�pianificare�e�gestire� i� trasferimenti� e� le� so-ste, mentre il coordinamento

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attraverso�i�flussi� informativi�è�un�processo�il�cui�monitoraggio�rientra�nelle�attività�della�funzione�IT,�pertanto�benché�essenziale�per�la�corretta�gestione�logistica�non�verranno�ana-lizzati�gli�indicatori.

L’area magazzino

Il�macro�processo�magazzino�si�occupa�di�gestire� la�sosta�dei�materiali�all’interno�di�un�nodo�che�può�essere�il�singolo�magazzino�di�reparto�fino�al�più�grande�magazzino�di�distri-buzione�regionale.�Obbiettivo�di�questa�area�è�quello�di�rendere�la�sosta�la�più�efficiente�possibile.�È�possibile�individuare�cinque�processi�principali�che�poi�possono�essere�scompo-sti�in�altri�sottoprocessi�a�seconda�dell’attività�tipica�dell’azienda.1.� Ricevimento2.� Stoccaggio3. Prelievo4. Spedizione5.� InventarioRicevimento:� Compito�di� questo�processo�è� fare� in�modo� che� il�materiale�proveniente�da�un�altro�nodo�logistico�sia�riconosciuto�e�predisposto�per�entrare�nel�nodo�logistico.�In�questa�fase�avviene�lo�scarico�del�mezzo�di�trasporto,�il�riconoscimento�delle�unità�di�cari-co tramite documento di trasporto, il deposito del materiale in una apposita area di sosta, l’inserimento�dei�dati�all’interno�del�sistema�informativo,�il�controllo�dei�materiali�ed�il�loro�smistamento.�Obiettivo�di�questo�processo�è�quello�di�ridurre�il�tempo�di�attesa�dei�mate-

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riali,�procedere�alla�corretta�identificazione�del�materiale�ed�al�corretto�smistamento.Stoccaggio:�In�questo�processo�il�materiale�viene�conservato�all’interno�dei�diversi�siste-mi�di�stoccaggio�nella�allocazione�più�opportuna�per�il�suo�successivo�prelievo.�In�questa�fase�vengono�posizionati�i�materiali�nelle�loro�ubicazioni�dopo�che�sono�entrati�nel�nodo�logistico�dopo�la�fase�di�ricevimento,�oppure�a�seguito�di�riorganizzazione�del�materiale�per�ottimizzare�il�prelievo.�Obiettivo�di�questo�processo�è�evitare�lo�smarrimento�del�materiale�all’interno del nodo.Prelievo:� In�questo�processo�il�materiale�viene�prelevato�per�essere�trasferito�dal�nodo.�In�questa�fase��vengono�definiti�i�prelievi�che�è�necessario�effettuare,�vengono�prelevati�i�materiali,�identificati,�controllati�e�smistati�nelle�varie�destinazioni.�Obiettivo�di�questo�pro-cesso�è�quello�di�rendere�breve�la�fase�di�prelievo�e�di�ridurre�i�gli�errori�di�identificazione�e�smistamento.Spedizione.�In�questo�processo�il�materiale�prelevato�viene�preparato�per�essere�trasferito�all’esterno�del�nodo�logistico,�pertanto�è�necessario�formare�le�unità�di�spedizione,�predi-

Schema dimensionale per i movimenti di magazzino

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sporre la documentazione necessaria e disporre le unità di spedizione nella apposita area in attesa�che�il�materiale�venga�trasferito.�Obiettivo�di�questo�processo�è�quello�di�ridurre�al�mi-nimo�gli�errori�nella�preparazione�delle�unità�di�spedizione�e�nella�documentazione�relativa.Inventario:�In�questo�processo�vengono�riallineate�le�giacenze�contabili�con�le�giacenze�fisi-che�in�modo�che�non�vi�siano�differenze.�Tale�attività�può�essere�continua�come�con�l’inven-tario�a�rotazione�oppure�periodica�come�con�l’inventario�annuale.�Obbiettivo�dell’attività�è�di�ridurre�al�minimo�i�tempi�necessari�al�suo�espletamento�e�di�evitare�di�introdurre�nuovi�errori�nelle giacenze contabili.I� principali� indicatori� hanno� l’obiettivo� di� valutare� l’efficienza� dello� stoccaggio� valutando�quindi�la�saturazione�volumetrica�e�superficiale�del�magazzino�e�la�movimentazione�dei�ma-teriali�valutando�la�velocità�e�la�correttezza�delle�operazioni.La�costruzione�di�questi�indicatori�non�può�prescindere�dall’utilizzo�di�un�sistema�WMS�che�rileva�le�ubicazioni�di�magazzino�ed�i�movimenti.�Per�quanto�riguarda�la�rilevazione�delle�gia-cenze�nelle�ubicazioni�e�quindi�la�saturazione�superficiale�è�possibile�reperirle�anche�tramite�un�buon�gestionale,�ma�per�i�tempi�relativi�ai�prelievi�ed�al�ricevimento��e�posizionamento�non�è�possibile�farlo�senza�un�WMS�che�registri�tutte�le�operazioni�di�magazzino.�Per�la�valutazio-ne�dell’efficacia�delle�operazioni�di�magazzino,�in�alcuni�casi�è�necessario�di�dotarsi�di�sistemi�di�registrazione�per�valutare�ad�esempio�le�spedizioni�errate.Il�principale�fatto�da�analizzare�all’interno�del�area�magazzino�riguarda�il�movimento�ovvero�l’operazione�con�la�quale�un�materiale�viene�allocato�in�una�ubicazione�oppure�prelevato,�del�quale�vengono�considerate�le�dimensioni�temporali,�di�ubicazione,�articolo,�operatore�e�cau-sale.�Vengono�quindi�misurati�la�QT�del�movimento,�la�QT�di�UDC,�il�loro�peso,�il�volume�e�la�durata�del�movimento.

Indicatore DescrizioneTasso�occupazione�magazzino Celle�occupate/Celle�totaliSaturazione�Superficiale Superficie�occupata/superficie�totaleSaturazione Volumetrica Volume�occupato/volume�totaleProduttività Numero�righe�evase/giornoMovimentazione�in�entrata Numero�righe�entra/movimenti�totali�giornoMovimentazione�in�uscita Numero�righe�uscite/movimenti�totali�giornoAccuratezza�inventario Numero�codice�errati/numero�codici�totaliAffidabilità�consegne Numero�spedizioni�errate/numero�spedizioni�totaliCompletezza ordine Numero�ordine�evasi�completi/numero�ordini�evasiPuntualità consegna Ordini�consegnati�puntuali/ordini�consegnati�totali

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L’area scorte

Questo�macro�processo�si�occupa�di�pianificare�la�sosta�ed�il�trasferimento�dei�materiali�tra�i��vari�nodi�logistici.�Possiamo�individuare�tre�processi�principali:1.� Pianificazione�approvvigionamento2.� Previsione�della�domanda3. Pianificazione�livello�dei�materialiPianificazione approvvigionamento:�Questo�processo� si�occupa�di�pianificare� i� trasferi-menti�di�materiali�dai�fornitori�interni�ed�esterni�in�base�alla�domanda�di�materiali�all’inter-no�dei�vari�nodi.�In�questo�processo�vengono�emessi�gi�ordini�di�acquisto,�di�conto�lavoro,�di�produzione�o�di�trasferimento�tra�depositi�diversi.�Il�processo�parte�a�valle�della�previsione�della�domanda�ed�ha�come�obiettivo�quello�di�ridurre�la�sosta�dei�materiali�all’interno�dei�nodi.Previsione della domanda:�Questo�processo�si�occupa�di�individuare�la�domanda�di�mate-riale�all’interno�dei�vari�nodi.�In�questo�processo�vengono�acquisti�gli�ordini�clienti�e�vengo-

Schema dimensionale per l’inventario di magazzino

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no�fatte�le�previsioni�per�i�periodi�successivi,�inoltre�viene�valutata�l’evadibilità�degli�ordini�clienti.�Obiettivo�del�processo�è�l’affidabilità�della�previsione�della�domanda.Pianificazione del livello dei materiali:�Questo�processo�si�occupa�della�definizione�dei�parametri�di�gestione�dei�flussi�di�materiali�come�la�scorta�minima,�il�punto�di�riordino�ed�il�lotto�economico.�È�una�attività�periodica�che�definisce�i�parametri�necessari�alla�pianifica-zione�dell’approvvigionamento�ed�alla�previsione�della�domanda.I�principali�indicatori�per�quest’area�misurano�il�livello�delle�scorte�all’interno�dei�vari�nodi�e�la�loro�durata�per�valutare�l’efficacia�della�pianificazione�degli�approvvigionamenti�e�della�previsione�della�domanda.In�questo�processo�vengono�misurati�due�fatti�principali:�La�giacenza�e�l’ordine.�La�giacen-za�viene�analizzata�in�base�alla�dimensione�temporale,�alla�sua�ubicazione�ed�all’articolo,�mentre� l’ordine� (di�produzione,� acquisto,� vendita�o� conto� lavoro)� viene�valutato� in�base�alla�dimensione�magazzino,�alla�data�richiesta�ed�alla�data�effettiva�ed�in�base�all’articolo.

Schema dimensionale per gli ordini

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Indicatore DescrizioneIndice di rotazione Spedito/giacenza�mediaPuntualità fornitori Ordini�consegnati�puntuali/ordini�consegnati�totaliOverstock Valore�magazzino�in�surplus/valore�magazzinoObsolescenza Valore�magazzino�obsoleto/valore�magazzinoEvadibilità�ordini Numero�di�ordini�evadibili�in�T/�Numero�di�ordini�totali�ricevuti�in�TScostamento lead time

Lead�time�effettivo�/�lead�time�previsto

L’area trasporti

Questo�macro�processo�si�occupa�di�gestire�i�trasferimenti�di�materiali�tra�i�vari�nodi,� in�modo�particolare��tra�i�nodi�di�proprietà�dell’azienda�(ad�esempio�trasferimenti�tra�stabili-menti�differenti�o�tra�magazzini�centrali�e�periferici)�e�del�trasferimento�dei�materiali�verso�i�nodi�periferici�o�clienti,�diversamente�la�gestione�del�trasferimento�dai�nodi�fornitori�non�è�solitamente�a�carico�dell’impresa.�Due�sono�i�principali�processi�di�quest’area:Gestione�della�distribuzioneGestione�dei�vettoriGestione della distribuzione:�Questo�processo�si�occupa�di�gestire�la�spedizione�dei�mate-riali�verso�i�vari�nodi.�In�questo�processo�viene�definito�il�piano�delle�spedizione,�vengono�prenotati�i�ritiri�e�viene�predisposta�la�documentazione�necessaria�in�caso�i�nodi�destinazio-ne�siano�fuori�dall’unione�europea.�Obiettivo�di�questo�processo�è�di�ottimizzare�le�spedi-zioni�in�modo�da�ridurre�i�costi�del�trasporto.Gestione dei vettori:Questo�processo�si�occupa�della�gestione�dei�mezzi�sia� interni�che�esterni�per�il�trasferimento�dei�materiali.�In�questo�processo�vengono�definiti�gli�accordi�con�i�fornitori�esterni�per�le�spedizioni�gestite�in�outsourcing,�invece�per�le�spedizioni�gestite�in�proprio�vengono�effettuate�tutte�le�operazioni�necessarie�alla�gestione�della�flotta�di�auto-mezzi�(manutenzione,�assicurazione,�autisti).�Obiettivo�del�processo�è�l’ottimizzazione�delle�risorse�necessarie,�la�riduzione�dei�tempi�di�consegna�e�l’affidabilità�delle�consegne.I�principali�indicatori�per�quest’area�riguardanp�l’efficienza�dei�vettori�come�ad�esempio�il�costo�per�chilometro�o�la�saturazione�volumetrica�delle�spedizioni,�mentre�altri�indicatori�riguardano�l’efficacia�dei�vettori�intesa�come�puntualità�di�consegna�e�correttezza.

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Il�principale�fatto�analizzato�sono�le�spedizioni�che�sono�analizzate�secondo�la�dimensione�temporale,�la�dimensione�della�destinazione�dell’origine�e�della�destinazione�e�secondo�il�vettore.�Per�ogni�spedizione�sono�misurati�il�peso,�il�volume,�il�numero�di�colli�ed�il�numero�di�articoli.Per�l’acquisizione�dei�dati�necessari�per�l’analisi�dei�trasporti�è�fondamentale�la�corretta�compilazione�del�documento�di�trasporto�con�tutti�i�dati�necessari�non�solo�per�assolvere�gli�obblighi�di�legge�ma�anche�quelli�per�le�analisi�statistiche,�questi�ultimi�sono�spesso�sot-tovalutati�dagli�operatori�addetti�alle�spedizioni�che�a�volte�sotto�la�pressione�dell’autista�trascurano�la�compilazione�di�alcuni�campi�nella�predisposizione�del�DDT.�Quindi�è�oppor-tuno� �pianificare�con�anticipo� le�spedizione�e�prevedere�una�procedure�di�emissione�dei�dosumenti�di�trasporto�molto�intuitiva.�Inoltre�per�avere�dati�relativi�ai�costi�delle�spedizioni�è�necessario�estrarre�i�dati�relativi�alle�fatture�emesse�dai�vari�vettori.

Schema dimensionale per le spedizioni

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Indicatore DescrizionePuntualità consegna Consegne�puntuali/consegne�totaliPuntualità�ritiro Ritiri�puntuali/ritiri�totaliAccuratezza consegna Consegne�errate/consegne�totaliCosto km Costi�trasporto/km�percorsiVolume medio Volume�trasportato/numero�spedizioniNumero�destinazioni Numero�destinazioni�mensili

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3 Costruire i KPI

In�questo�ultimo�capitolo�andremo�a�vedere�come�realizzare�in�pratica�il�nostro�sistema�di�misurazione�individuando�gli�strumenti�software�adeguati�alla�realizzazione�del�nostro�obiettivo.�Qualsiasi�implementazione�di�un�sistema�di�KPI�deve�partire�da�una�progettazione�che�anche�se�minima�è�necessario�che�ci�sia�altrimenti�si�corre�il�rischio�di�lavorare�il�doppio�dopo�per�star�dietro�agli�errori.�In�questo�capitolo�vedremo�due�tipologie�di�soluzioni�una�basata�su�software�di�business�intelligence�ed�una�basata�sull’utilizzo�di�Excel.�È�bene�consi-derare�che�il�software�di�business�intelligence�deve�adattarsi�alle�mutevoli�esigenze�dell’im-presa�crescendo�con�l’azienda,�per�questo�il�mio�consiglio�è�di�partire�dalla�soluzione�Excel,�in una fase iniziale in cui l’impresa sta esplorando le sue esigenze di Business Intelligence per�poi�passare�una�volta�che�le�esigenze�sono�maturate�ad�una�soluzione�di�acquisto�di�un�software�specifico.�Per�le�imprese�molto�piccole�potrebbe�bastare�la�soluzione�di�Excel,�mentre�chiaramente�per� le� imprese�di�più�grandi�dimensioni� la�soluzione�dopo�un�po’�si�rivela�inadeguata.�Il�mio�consiglio�anche�per�le�imprese�più�grandi�è�quello�di�partire�da�una�soluzione�sempli-ce�per�poi�ampliarla�quando�saranno�più�chiare�le�esigenze�di�informazioni,�in�questo�modo�si�può�lavorare�senza�la�pressione�di�un�budget�e�maturare�una�cultura�di�business�intelli-gence�che�si�rivelerà�di�grandissima�utilità�nel�approcciare�progetti�di�maggiore�complessità.Nella�definizione�di�un�progetto�“esplorativo”��di�business�intelligence�possiamo�seguire�le�seguenti�fasi:1.� Definizione�degli�obbiettivi

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2.� Analisi�dei�dati�disponibili3. Definizione�dei�requisiti4. Modellazione�dei�datiDefinizione degli obbiettivi:�In�questa�fase�andremo�a�definire�i�confini�del�nostro�proget-to,�ovvero�quale�parte�di�azienda�andremo�a�misurare,�ad�esempio�per�quanto�riguarda�la�logistica�potremmo�decidere�di�monitorare�le�scorte,�il�magazzino�o�i�trasporti.��In�questa�fase�individueremo�un�calendario�delle�attività�da�fare,� le�risorse�necessarie�ed�i�risultati�attesi.Analisi dei dati disponibili: In questa fase andremo ad analizzare cosa registra il nostro gestionale�o�gli�altri�sistemi�ad�esso�collegato�(ad�esempio�il�software�che�gestisce�il�magaz-zino�automatico).�Andremo�quindi�ad�individuare�dove�sono�registrati�i�dati,�come�sono�re-gistrati�e�chi�ha�il�compito�di�gestirli.�In�questo�modo�avremo�il�panorama�delle�informazioni�che�potremmo�attenderci�di�estrarre.�Ad�esempio�se�il�nostro�gestionale�non�registra�sul�DDT�il�volume�della�spedizione,�non�potremo�chiaramente�calcolare�il�volume�medio�delle�spedizioni.�Diverso�è� invece�se� il�gestionale�prevede�quel�dato�ma�non�viene� inserito,� in�questo�caso�bisogna�valutare�con�chi�gestisce�l’inserimento�del�dato�perché�questo�non�vie-ne�rilevato.�In�questa�fase�esplorativa�di�Business�Intelligence�normalmente�ci�si�accontenta�dei�dati�che�ci�sono,�successivamente�con�l’utilizzo�quotidiano�dei�report�ci�si�può�rendere�conto�se�effettivamente�quel�dato�non�registrato�è�importante�oppure�no.Definizione dei requisiti:�Sulla�base�di�quanto�è�possibile�estrarre�dal�gestionale�ed�in�base�alle�esigenze� informative�di�chi�deve�prendere� le�decisioni�vengono�definite� le�domande�a� cui� il� sistema�di�monitoraggio� dovrà� rispondere,� ad� esempio�quanto� ruota� il�magazzi-no?�Che�volume�di�merci�spediamo�verso�una�particolare�destinazione�?.�Il�suggerimento�è�quello�di�fare�un�elenco�di�domande�relative�alle�aree�aziendali�che�dobbiamo�analizzare�e�a�fianco�di�ogni�domanda�indicare�quali�dati�sono�necessari�(ad�esempio�per�l’indice�di�ro-tazione�abbiamo�bisogno�di�dati�come�la�giacenza�e�la�qt�spedita/consumata).�Poi�andiamo�ad�eliminare�le�domande�per�cui�non�abbiamo�i�dati�per�rispondere.Modellazione dei dati:� In�questa� fase� in�base�alle�domande�evidenziate�dall’analisi� dei�requisiti�andiamo�ad�organizzare�i�dati�per�poter�rispondere�alle�domande.�Si�tratta�in�so-stanza�di�associare�per�ogni�area�di�analisi�una�o�più�tabelle�con�i�dati�necessari�per�il�calcolo�degli indicatori. Ad esempio per l’area scorte potrebbe essere necessaria una tabella con informazioni�del�tipo:�Articolo,�Categoria,�Sottocategoria,�Giacenza,�Data,�Magazzino�e�così�via.�Per�ogni�colonna�della�tabella�andremo�poi�ad�indicare�sinteticamente�dove�andremo�a�prendere�il�dato�e�se�sono�necessari�dei�calcoli�per�ottenere�l’informazione�necessaria.�Ad�esempio�in�vecchi�gestionali�la�data�potrebbe�essere�registrata�in�questo�modo�AAAAM-MGG,�ma�per�poter�fare�delle�operazioni�è�necessario�riportala�nel�formato�GG/MM/AAAA.�

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SpagoBi

SpagoBI�è�una�piattaforma�libera�per�lo�sviluppo�di�progetti�di�Business�Intelligence�in�un�ambiente�integrato�ed�estremamente�flessibile.�La�piattaforma�è�un�importante�supporto�ai�processi�decisionali�dell’attività�di�business�quotidiano�e�strategico,�sia�a�livello�direzionale�che�operativo�grazie�ai�numerosi�strumenti�analitici�messi�a�disposizione.SpagoBI�offre�molteplici�soluzioni�per�la�reportistica,�l’analisi�multidimensionale,�i�cruscotti�semplici�ed�interattivi,�le�analisi�geografiche�e�grafiche,�la�gestione�e�visualizzazione�dei�KPI,�l’interrogazione�libera,�il�data�mining,�la�collaborazione�e�l’arricchimento�informativo.�Spa-goBI�si�articola�in�cinque�moduli:•�SpagoBI�Server:� la�piattaforma�che�comprende�tutti�gli�strumenti�analitici,� la�gestione�della�sicurezza�e�delle�regole�di�visibilità,�i�tools�di�amministrazione;•�SpagoBI�Studio:�un�ambiente�di�sviluppo�integrato�basato�su�Eclipse;•�SpagoBI�Meta:�l’ambiente�dei�metadati;•�SpagoBI�SDK:�un�layer�di�integrazione�per�usare�SpagoBI�da�applicazioni�esterne;•�SpagoBI�Applications:�che�accoglie�tutti�i�modelli�analitici�verticali�sviluppati�con�SpagoBI.

SpagoBI�ServerIl�Modello�Analitico�è�il�cuore�di�SpagoBI�Server�e�soddisfa�l’intera�gamma�dei�requisiti�di�analisi,�offrendo�diverse�soluzioni�per�ogni�area�analitica:•�Reports�per�presentare�dati�strutturati�in�modalità�pixel-perfect;•�Analisi�OLAP�per�navigare�attraverso�i�dati;•�Dashboards�in�tempo�reale�per�monitorare�i�KPI;•�Processi�di�data�mining�per�scoprire�informazioni�nascoste;•�Statistiche�geo-referenziate�per�pubblicare�con�una�rappresentazione�geografica�i�dati�archiviati�in�normali�data�warehouse;•�Grafici�per�presentare�le�informazioni�in�una�modalità�semplice�ed�intuitiva;•�Free�Inquiry�(QbE)�per�comporre�liberamente�le�proprie�interrogazioni,�esportarne�il�ri-sultato�in�fogli�di�lavoro�e�generare�il�primo�template�di�reportistica;

Gli strumenti disponibiliSul�mercato�sono�disponibili�diversi�software�per�business�intelligence�pertanto�tra�le�varie�soluzioni�ho�scelto�quelle�maggiormente�conosciute�e�per�cui�è�disponibile�diverso�mate-riale�in�giro�per�internet.�Ho�scelto�due�software�commerciali�ed�uno�open�source�anche�se�i�due�software�commerciali�presentano�entrambi�delle�versioni�free�con�delle�limitazioni.�Il�mio�suggerimento�è�quello�di�iniziare�con�Excel�poi�passare�ad�una�delle�versioni�free�o�base�di�uno�dei�software�illustrati�e�successivamente�valutare�l’implementazione�della�versione�avanzata,�in�questo�modo�lo�strumento�software�crescerà�con�la�maturazione�delle�vostre�esigenze di business intelligence.

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•�Modello�KPI�per�costruire�ed�esaminare�il�proprio�modello�di�monitoraggio�prestazionale;•�Dossier�Analitici�per�condividere�informazioni�pubbliche�e�private�prima�di�una�riunione�(ad�esempio�nella�contrattazione�del�budget,�in�una�riunione�di�avanzamento�progetti)�o�per�archiviare�collezioni�tematiche�di�documenti�(ad�esempio�il�libro�dei�prodotti�di�una�stagione�con�i�relative�dati�di�vendita);•�Documenti�Office�per�pubblicare�documenti�office�sotto�il�governo�del�modello�comporta-mentale;•�processi�ETL�per�raccogliere�dati�da�molte�e�diverse�sorgenti.SpagoBI�permette�all’utente�di�decidere�come�comporre�la�piattaforma�che�soddisfa�al�me-glio� le�sue�esigenze,�anche�unendo�prodotti�open�source�e�proprietari�al�fine�di�salvare�gli�investimenti�pregressi�e�quindi�massimizzare� il�ROI.� Il�Modello�Comportamentale�regola� la�visibilità�sui�documenti�e�sui�dati,�in�relazioni�ai�ruoli�dell’utente�finale.�Grazie�al�modello�com-portamentale�è�possibile�riuscire�a:•�ridurre�il�numero�di�documenti�analitici�da�sviluppare�e�mantenere;•�codificare�una�sola�volta�le�regole�di�comportamento�dei�documenti�e�di�visibilità�sui�dati;•�garantire�lo�crescita�armonica�del�progetto�nel�tempo;•�garantire�il�rispetto�delle�regole�di�visibilità�nel�tempo,�indipendentemente�dai�motori�o�dai�documenti�analitici�che�si�vanno�aggiungendo.

SpagoBI MetaSpagoBI�Meta�è�il�modulo�di�SpagoBI�specificatamente�focalizzato�nella�gestione�e�nell’inter-rogazione�dei�metadati.�La�piattaforma�gestisce�metadati�tecnici�e�di�business,�permettendo�all’utente�di�modificarli�o�importarli�da�tool�esterni�quali�l’ETL.�I�metadati�di�business�aiutano�l’utente�a�conoscere�meglio�i�dati�che�sta�guardando,�mentre�i�metadati�tecnici�permettono�all’amministratore�di�sapere�la�provenienza�dei�dati,�generare�documentazione�automatica�o�effettuare�analisi�di�impatto.�Il�modulo�è�composto�da�uno�strumento�a�supporto�della�fase�di�reverse�engineering�della�base�dati�tramite�il�quale�è�possibile�definire�oggetti�base�e�og-getti�complessi�da�utilizzare�poi�all’interno�della�piattaforma�dagli�strumenti�di�analisi.�Questo�modulo�si�occupa�anche�di�arricchire�la�base�di�conoscenza�dei�metadati�di�SpagoBI�Server,�così�da�essere�facilmente�interrogabili�attraverso�tutti�gli�strumenti�già�a�disposizione:�report,�OLAP e QbE.

Microstrategy

Microstrategy , è un’azienda americana leader mondiale per quanto riguarda la distribu-zione�di�software�per�la�Business�Intelligence.�Microstrategy�è�caratterizzato�da�un�architet-tura�relazionale�(ROLAP),�all’interno�della�quale�si�utilizza�un�modello�multidimensionale�virtuale,�contraddistinto�da�una�serie�di�cubi�che�descrivono�i�principali�fatti�di�interesse�e�che�possono� facilmente�essere�compresi�dagli�utenti�che�possono�quindi�navigare�senza�troppi�problemi�all’interno�della�mole�di�dati�e�informazioni.�

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MicroStrategy�consente�un�facile�scambio�di�componenti�aperti�come�DBMS,�ETL,�Sistemi�Operativi,�Sistemi�di�Directory,�ERP�e�software�per�il�Web,�per�consentire�ai�clienti�di�scam-biare�facilmente�un�componente�tecnologico�con�un�altro.�Mantenendo�una�stretta�relazione�con�le�tecnologie�complementari,�questo�prodotto�consente�ai�clienti�di�ottenere�quella�fles-sibilità necessaria per creare sistemi di Business Intelligence assicurando al contempo alte prestazioni�e�una�gestione�operativa�stabile.�Le�principali�caratteristiche�di�MicroStrategyInterfaccia Web:�MicroStrategy��introduce�una�nuova�interfaccia�utente,�specificamente�cre-ata�per�l’imprenditore�e�ottimizzata�per�elevata�produttività.�L’interfaccia�utente�include�una�nuova�serie�di�azioni�a�“clic�singolo”,�incorporate�attraverso�l’interfaccia�per�rendere�gli�utenti�altamente�produttivi�nella� visualizzazione�e�nell’esplorazione�dei�dati.�È�progettata�con�un�look� innovativo�e�una�visione�più�semplice,�che�espone� la� funzionalità�agli�utenti� in�modo�graduale,�secondo�le�loro�necessità;Reporting completamente interattivo:�MicroStrategy��ha�esteso�la�capacità�di�report�delle�versioni�precedenti,�rendendo�completamente�interattivi�tutti�i�report�e�le�scorecard.�Ora�gli�utenti�possono� riorganizzare�qualunque� report� con� semplici� interventi�di� trascinamento�o�facendo�clic�sulle�nuove�icone�della�barra�degli�strumenti,�per�avere�visualizzazioni�completa-mente�nuove�dei�dati,�tutte�per�lo�stesso�report�e�senza�richiedere�assistenza;�Accesso diretto ai dati di business:�MicroStrategy��incorpora�nella�propria�architettura�un�ul-teriore�motore�dinamico�di�accesso�ai�dati.�Questo�motore�è�progettato�per�accedere�a�data-base�multidimensioni,�per�esempio�i�database�di�Business�Information�Warehouse�(BW)�SAP.�Unione eterogenea dei dati di tutta l’azienda:�MicroStrategy��estende�la�flessibilità�di�mo-dellazione�dei�dati�delle�versioni�precedenti�per�includere�viste�integrate�dei�dati�provenienti�da�memorie�dati�eterogenee.�I�dati�possono�provenire�da�qualunque�sorgente,�inclusi�ware-house�dei�dati,�centri�dati,�BW�SAP�e�qualunque�database�di�sistemi�operativi;�Integrazione della funzione di Data Mining migliore nei report e nelle analisi principali: Mi-croStrategy��ha�allargato�il�proprio�motore�analitico�alla�capacità�di�Data�Mining,�che�consente�ai�report�e�alle�analisi�di�includere�capacità�predittive�in�ogni�report�o�analisi.�Ora�il�motore�analitico�può�calcolare�svariate�funzioni�di�data�mining,�compresi�algoritmi�di�rete�neurale,�algoritmi�di�cluster,�di�regressione�e�ad�albero.�Insieme�a�questa�nuova�capacità�di�calcolo,�MicroStrategy� � comprende�anche� la�nuova�possibilità�di� importare�modelli� di�data�mining�direttamente�dai�migliori�prodotti�del�settore.�

QlikView

Gran�parte�dei� database� standard�di�QlikView� sono�basati� su�un�modello� relazionale.� I�record�sono�suddivisi� in�modo�da�ridurre� la� ridondanza,�mentre� i� campi�chiave�vengono�utilizzati�per�riunire�nuovamente�i�record�nel�momento�in�cui�vengono�utilizzati.�I�program-matori�di�database�devono�trovare�un�difficile�compromesso�tra�l’incremento�della�velocità�e�l’aumento�dello�spazio�e�del�tempo�necessari�per�aggiungere�o�modificare�i�record.�QlikView�è�una�soluzione�di�architettura�semplice,�dove�tutti�i�dati�sono�salvati�in�memoria�

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e�i�calcoli�vengono�eseguiti�solo�all’occorrenza.�L’obiettivo�di�QlikTech�consiste�nel�fornire�potenti�soluzioni�di�analisi�e�reporting�in�un�quarto�del�tempo,�a�costi�dimezzati�e�con�un�valore�doppio�rispetto�ai�prodotti�basati�sui�cubi�OLAP.�QlikView�è�progettato�in�modo�che�l’intera�applicazione�(incluso�il�modello�dati)�sia�memorizzata�nella�RAM,�caratteristica�che�rende�questa�soluzione�più�efficiente�rispetto�alle�applicazioni�OLAP�tradizionali.�Nel�momento�in�cui�avviene�il�caricamento�dei�dati�da�un’origine�dati,�QlikView�crea�un�modello�dati�in-memory�che�consente�l’accesso�a�milioni�di�celle�di�dati�e�risponde�alle�que-ry�in�una�frazione�di�secondo.�È�inoltre�possibile�eseguire�associazioni�ad�alta�velocità�con�un�semplice�clic�sugli�oggetti�dei�vari�fogli�e�aggiornare�immediatamente�la�visualizzazione.�QlikView�lavora�a�velocità�superiori�e�richiede�meno�spazio�rispetto�a�un�database�relazio-nale�equivalente�in�quanto�ottimizza�le�informazioni�nel�momento�in�cui�le�carica,�rimuo-vendo�i�valori�ridondanti�dei�diversi�campi�e�correlando�automaticamente�le�tabelle.�Poiché�non sono necessari indici, ogni campo è disponibile come campo di ricerca senza compro-mettere� in� alcun�modo� le�prestazioni.�Grazie� a�questa�architettura,�QlikView� richiede� in�genere�un�decimo,�o�anche�meno,�dello�spazio�necessario�per�gli�stessi�dati�rappresentati�in�un�modello�relazionale�(ad�es.�in�10�GB�di�memoria�sono�contenuti�100GB�di�dati).�Non�esiste�alcun�limite�al�numero�di�tabelle�consentite�in�un’applicazione�o�al�numero�di�campi,�righe�o�celle�in�una�singola�tabella.�La�capacità�della�RAM�è�l’unico�fattore�che�limita�le�dimensioni�dell’applicazione.�QlikView�consente�di�analizzare�grandi�volumi�di�dati�a�ve-locità�elevata�grazie�alla�particolare�struttura�del�modello�dati�in-memory.�QlikView�esegue�calcoli�“al�volo”,�fornendo�a�tutti�gli�utenti�–�e�non�solo�ai�pochi�esperti�–�funzionalità�di�analisi�multidimensionale.�Di�conseguenza�gli�utenti�possono�ottenere�risposte�alle�query�ed�eseguire�calcoli�in�una�frazione�di�secondo,�nonché�elaborare�grandi�dataset;�dal�canto�loro�le�aziende�possono�soddisfare�in�modo�rapido�e�conveniente�le�esigenze�di�un�maggior�numero�di�utenti.�Sfruttando�appieno�i�vantaggi�della�capacità�di�memoria�della�tecnologia�a�64�bit,�QlikView�è�in�grado�di�fornire�metriche�a�livello�di�riepilogo�e�dettagli�a�livello�di�record�sulla�stessa�architettura.�Le�aziende�possono�quindi�trarre�vantaggio�da�soluzioni�di�analisi�scalabili�che�forniscono�indicatori�KPI�a�livello�di�riepilogo,�oltre�ad�analisi�dettagliate�ed�estremamente�granulari.�QlikView�integra�in�una�singola�piattaforma�unificata�tutte�le�funzionalità�che�in�genere�caratterizzano�suite�di�prodotti�più�complesse�e�costose.�Oltre�a�fornire�potenti�applicazioni�analitiche,�QlikView�consente�di�eseguire�analisi�fles-sibili� ad�hoc�e�di� creare� semplici� report� stampabili.� In�questo�modo� le� aziende�possono�estendere�QlikView�a�tutti�gli�utenti�-�dagli�analisti�qualificati�che�creano�report�dettagliati�ai�dirigenti�che�hanno�bisogno�di�una�panoramica�sulle�informazioni�aziendali�critiche,�fino�ai�responsabili�della�supervisione�degli�impianti�che�analizzano�le�prestazioni�di�output.�Con�QlikView�è�inoltre�possibile�sostituire�i�report�cartacei�non�utilizzati�con�report�generati�on�demand. QlikView�mette�disposizione�una�versione�free�completamente�funzionante�con�la�limita-zione�che�i�file�creati�non�possono�essere�condivisi�ed�aperti�da�altri�utenti�che�hanno�Qli-kView.�L’installazione�e�l’utilizzo�sono�molto�intuitivi�inoltre�sono�disponibili�diversi�tutorial�e�guide�per�poter�imparare�i�primi�rudimenti.

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Costruire i KPI con ExcelOgni�gestionale�ha�la�necessità�di�registrare�i�dati�all’interno�di�un�particolare�file�(in�realtà�non�sempre�si� tratta�di�un�unico�file)�chiamato�database.�Ogni�qualvolta�aprite�una�ma-schera�del�vostro�gestionale�per�inserire�un�DDT�o�un�ordine,�il�programma�si�preoccupa�di�recuperare�o�registrare�i�dati�all’interno�di�una�o�più�tabelle�del�database.�Le�maschere�hanno�il�compito�di�semplificare�(almeno�questo�è�quello�che�fanno�nella�maggior�parte�dei�casi)�l’inserimento,�la�modifica,�la�cancellazione�e�l’interrogazione�dei�dati�all’interno�di�una�database,�che�solitamente�è�organizzato�in�più�tabelle�che�contengono�dati�omogenei�tra�di�loro,�ad�esempio�la�tabella�con�l’anagrafica�articoli,�la�tabella�con�le�righe�degli�ordini�di�vendita.�La�soluzione�proposta�prevede�l’utilizzo�di�MS�Query�per�estrarre�i�dati�dalle�tabelle�del�gestionale�e�l’uso�delle�tabelle�Pivot�per�creare�report�e�grafici�riepilogativi.�Per�poter�rea-lizzare�questa�soluzione�sono�necessari�due�requisiti�di�base:•� Il database sia accessibile•� Avere�le�credenziali�di�accesso�al�databaseEsistono�sul�mercato�diverse�tipologie�di�database�più�o�meno�costose,�più�o�meno�ef-ficienti� che� possono� essere� utilizzate� per� archiviare� i� dati.� Solitamente� il� produttore� del�gestionale�sceglie�un�database�su�cui�registrare�i�dati,�oppure�per�le�grandi�imprese�viene�lasciata�libertà�di�scegliere�quale�database�utilizzare,�pagando�quindi�due�licenze�una�per�il�software�gestionale�ed�una�per�il�database�(solitamente�Oracle,�SQLServer�o�MySql).�Quan-do�il�database�è�compreso�nel�pacchetto�software�(soprattutto�per� i�gestionali�di�piccole�dimensioni� in�cui�non�devono�accedere�molti�utenti)�solitamente�è�utilizzata�una� licenza�gratuita�o�limitata�dei�database�più�diffusi.�Potrebbe�anche�capitare�(ma�questo�succedeva�in�passato)�che�i�dati�vengano�registrati�su�un�database�proprietario�dell’azienda�produttri-ce�del�software�gestionale�ed�in�questo�caso�non�è�possibile�accedere�ai�dati,�oggi�la�stra-grande�maggioranza�dei�gestionali�utilizza�uno�dei�database�maggiormente�diffusi�e�quindi�accessibili.La�seconda�condizione�è�di�avere�le�credenziali�di�accesso�al�database�del�gestionali,�ovve-ro�username�e�password�per�accedere�al�database,�che�potrebbero�corrispondere�a�quelle�utilizzate�per�accedere�al�gestionale.Una�volta�verificati�i�prerequisiti�è�necessario�collegarsi�al�database�tramite�una�connessio-ne�ODBC,�ovvero�una�specie�di�ponte�che�permette�di�interrogare�i�dati�presenti�all’interno�dello�specifico�database.�È�necessario�che�sul�proprio�PC�sia�installato�un�driver�ODBC�per�il�database�da�interrogare,�solitamente�con�l’installazione�di�windows�vengono�caricati�i�dri-ver�per�MS�Access�e�SQLServer.�Nel�caso�non�fosse�installato�il�driver�solitamente�è�possibile�scaricarlo�dal�sito�del�produttore�del�database.Una�volta�verificata�la�presenza�del�driver�ODBC�necessario�per�creare�la�connessione�pro-cediamo�in�questo�modo:1�Andiamo�in�pannello�di�controllo

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2�Clicchiamo�su�strumenti�di�amministrazione3�Clicchiamo�su�origine�dati�ODBC4�Nella�maschera�che�compare�vedrete�tutte�le�connessioni�presenti�sul�vostro�PC,�quindi�

cliccate su aggiungi5�Nell’elenco�dei�driver�ODBC�presenti�selezionare�il�driver�specifico�per�il�proprio�databa-se�e�cliccare�su�fine.6�A�questo�punto� la�configurazione�della�connessione�dipende�dallo� specifico�database�ma�solitamente�viene�richiesto:Un�nome�da�dare�alla�connessione�(a�vostra�scelta)�il�server�(ovvero�il�PC)�su�cui�risiede�il�database,�l’username�e�la�password.�

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Una�volta�creata�la�connessione�possiamo�iniziare�ad�interrogare�i�dati,�ma�prima�di�opera-re�è�opportuno�conoscere�il�database�ovvero�cercare�di�capire�come�sono�organizzati�i�dati�per�poter�effettuare�le�interrogazioni,��se�disponibile�è�meglio�consultare�la�documentazio-ne�che�nel�migliore�dei�casi�consiste�nello�schema�relazionale�(un�disegno�con�i�nomi�delle�tabelle�e�come�sono�collegate�tra�di�loro)�ed�il�dizionario�dei�dati�ovvero�l’elenco�dei�campi�presenti�nelle�varie�tabelle�con�una�descrizione�di�cosa�è�contenuto�nel�campo.�Ovviamente�non�ha�senso�analizzare�tutte�le�tabelle,�anche�perché�in�un�piccolo�gestionale�ce�ne�sono�centinaia,�mentre�per�un�sistema�ERP�come�SAP�si�arriva�tranquillamente�a�diverse�centina-

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ia.�In�questa�fase�dovrete�individuare�le�tabelle�che�servono�per�la�vostra�analisi,�per�l’area�logistica� sono� d’interesse� le� tabelle� con� l’anagrafica� articoli,� l’anagrafica� clienti/fornitori,�gli�ordini�di�vendita�e�di�acquisto,�i��documenti�di�trasporto,�i�movimenti�di�magazzino�ed�i�saldi�di�magazzino.�Ovviamente�se�i�programmatori�hanno�avuto�buon�senso�nel�definire�il�nome�delle�tabelle�non�dovrebbe�essere�difficile,�altrimenti�dovrete�navigare�tra�sigle�come�MAGSAL�o�TESORCLI�e�via�dicendo.

LO SCHEMA RELAZIONALE CON VISIO

Se�non�avete�lo�schema�relazionale�ma�avete�a�disposizione�VISIO�potere�ricavarvi�lo�sche-ma�relazionale�con�l’elenco�dei�campi�presenti�nel�vostro�database.�Una�volta�avviato�MS�VISIO�procedete�in�questo�modo:1�Andate�su�nuovo�e�tra�i�modelli�scegliete�software�e�database�e�scegliete�Database�–�

modello2�Andate�nel�menù�database�e�cliccate�su�decodifica3�Selezionate�la�connessione�ODBC�al�vostro�database4�Cliccate�due�volte�su�avanti�e�vi�ritroverete�l’elenco�delle�tabelle�del�vostro�database,�a�questo�punto�se�sono�poche�potete�selezionarle�tutte,�oppure�scegliere�solo�quelle�che�vi�interessano.5�Cliccate�su�fine�e�dopo�un�tempo�che�dipende�dal�numero�di�tabelle�che�avete�selezio-nato��vi�ritrovate�la�mappa�del�vostro�database.�Buona�navigazione�!!!

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Nel�caso�non�aveste�a�disposizione�la�documentazione�del�database�dovrete�procedere�per�tentativi,�ovvero�quando�andate�ad�interrogare�il�database�dovrete�scorrevi�le�varie�tabelle�per�individuare�quelle�che�potrebbero�contenere�i�dati�che�servono�provare�ad�estrarre�i�dati�e�verificare�se�sono�quelli�che�vi�servono.�È�un�lavoraccio�ma�non�è�impossibile�(la�pros-sima�volta�farete�più�attenzione�nello�scegliere�il�vostro�fornitore�di�servizi�informatici!!!)A�questo�punto�siete�pronti�ad�estrarre�i�dati,�ovvero�a�creare�la�vostra�prima�Query�(in-terrogazione).�Per�interrogare�i�database�è�stato�realizzato�un�apposito�linguaggio�chiamato�SQL�che�praticamente�vi�permette�di�chiedere�qualsiasi�cosa�al�vostro�database�(sempre�che�lui�abbia�voglia�di�rispondervi�e�la�domanda�sia�posta�correttamente�!!!).�Ovviamente�per�interrogazioni�semplici�non�è�necessario�imparare�questo�linguaggio�ma�potete�utilizzare�MS�Query�per�creare�in�maniera�grafica�ed�intuitiva�le�vostre�interrogazioni.Per�avviare�MS�Query�aprite�Excel�andate�sulla�barra�dati�e�procedete�in�questo�modo:1�Cliccate�da�altre�origini�dati�e�cliccate�su�MS�Query2�Nella�maschera�che�vi�compare�selezionate�la�connessione�ODBC�al�vostro�database�e�

togliete la spunta da usa creazione guidata.3�A�questo�punto�vi�trovate�in�MS�Query�e�nella�prima�maschera�vi�viene�chiesta�la�tabella�da�aggiungere,�scorrete�l’elenco�e�selezionate�la�tabella�che�vi�interessa.A�questo�punto��cliccate�sul�pulsante�mostra�criteri�e�vi�troverete�lo�schermo�diviso�in�tre�parti:

Nella�prima�parte�trovate�l’elenco�delle�tabelle�con�i� loro�campi,�potete�sempre�aggiun-gere una tabella cliccando su aggiungi tabelle, oppure eliminare selezionando la tabella e premendo�il�tasto�CANC.�Solitamente�quando�fate�un’interrogazione�i�dati�sono�presenti�su�più�tabelle�ad�esempio�nelle�righe�d’ordini�trovate�il�codice�articolo,�ma�per�avere�una�sua�

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descrizione o conoscere la categoria merceologica è necessario aggiungere la tabella ana-grafica�articoli.�Solitamente�nei�database�ben�progettati�i�dati�sono�collegati�tra�di�loro�cosi�quando�aggiungerete�la�tabella�Articoli�comparirà�una�linea�che�collega�il�campo�Articolo�della�tabella�anagrafica�con� il�campo�Articolo�della�tabella�righe�ordine.�Nel�caso�questo�

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collegamento�non�fosse�automatico�bisogna�crearlo�trascinando�il�campo�articolo�della�ta-bella�anagrafica�sul�campo�articolo�della�tabelle�righe�ordine�(Anche�in�questo�caso�potete�maledire�il�vostro�fornitore�software�!!!).Quando�fate�doppio�clic�su�un�campo�di�una�tabella�questo�viene�riportato�nell’area�in�bas-so�dove�compaiono�i�dati�della�query�in�anteprima,�alternativamente�potete�selezionare�il�campo�che�vi�interessa�e�trascinarlo�nell’area�anteprima.Nella�seconda�parte�dello�schermo�compaiono�i�criteri�con�i�quali�selezionare�i�dati,�per�inserire� un� filtro� su� un� campo�potete� selezionare� il� campo�nella� tabella� e� trascinarlo� in�quest’area,�dove�c’è�scritto�valore�andrete�ad�in�indicare�il�valore�da�filtrare�con�un�uno�o�più�operatori�di�confronto�(=,�>,<,�like,�not�ecc)�se�non�indicate�nessun�operatore�allora�vie-ne�considerato�come�operatore�uguale.�Ad�esempio�se�avete�selezionato�il�campo�prezzo�in�anagrafica�articoli�e�come�valore�avete�inserito��5�la�query�estrarrà�tutti�gli�articoli�con�prezzo�uguale�a�5�se�invece�volete�gli�articoli�con�prezzo�superiore�a�5�dovrete�inserire�>5�se�volete�gli�articoli�con�prezzo�tra�5�e�10�dovrete�scrivere�>5�and�<10,�se�volete�gli�articoli�con�prezzo�tra�5�e�10�o�tra�20�e�30�dovrete�scrivere�>5�and�<10�or�>20�and�<30.Per�fare�ricerche�all’interno�di� testi�utilizzate� l’operatore� like� in�abbinamento�con�*�e�?.�Vediamo�alcuni�semplici�esempi:

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Descrizione�articolo�che�inizia�con�Tessuto,�indicate�come�criterio�like�‘Tessuto*’Descrizione�articolo�che�contiene�ciliegio,�indicate�come�criterio�like�‘*ciliegio*’Codice�articolo�di�5�caratteri�che�inizia�per�T,�indicate�come�criterio�like�‘T????’Possiamo�inserire�quanti�criteri�vogliano�semplicemente�trascinando�il�campo�che�vogliamo�filtrare�nel�campo�criteri�,�ma�attenzione�che�filtrando,�filtrando�la�tabella�rimane�vuota�!!!Nella�ultima�parte�dello�schermo�compare�l’anteprima�dei�dati�selezionati,�in�questa�parte�

possiamo spostare le colonne. Se facciamo doppio clic su una colonna compare una ma-schera�che�ci�consente�di�effettuare�due�operazioni:�rinominare� il�campo�ed�effettuare�dei�raggruppamenti.�Per�dare�un�nome�più�significativo�al�campo�basta�inserire�una�descrizione�in�intestazione�colonna,�se�il�vostro�campo�si�chiama�CODART�potete�inserire�una�descrizione�comprensibile�anche�ad�essere�umani�come�Codice�Articolo.Con�il�raggruppamento�possiamo�effettuare�delle�operazioni�su�diversi�record,�ad�esempio�se�vogliamo�sapere�quanti�articoli�ci�sono�per�categoria�merceologica,�possiamo�trascinare�i�campi�Categoria�e�Codice�Articolo�nella�zona�antepri-ma,� fare�doppio� clic� sulla� colonna�Codice�articolo�e�inserire�in�intestazione�colonna�la�descrizione�Totale�articoli,�mentre� nella� colonna� a� discesa� selezionate�Conteggio.�In�questa�casella�trovate�le�varie�operazio-ne�di�aggregazione�che�è�possibile�compiere�come�la�somma, la media, il minimo ed il massimo.Sempre nell’area anteprima è possibile inserire dei campi�calcolati,�ad�esempio�se�abbiamo�estratto�dal-la�nostra�tabella�righe�ordini�clienti�la�QT�ordinata,�e�dalla�tabella�listini�il�prezzo�di�listino�dell’articolo�pos-siamo calcolare il prezzo totale nella prima colonna vuota�dell’area�anteprima�la�formula:�TOTALE=QT�*�Prezzo�(o�qualsiasi�altro�nome�abbiano�i�campi�che�riportano�il�prezzo�e�la�QT).Se�conosciamo�il�linguaggio�SQL,�o�semplicemente�per�curiosità�(o�magari�per�imparare�fa-cendo)�cliccate�sul�pulsante�SQL�e�tutto�quello�che�avete�creato�graficamente�viene�tradotto�da�MS�Query� in� linguaggio�SQL.�Ovviamente�potete�fare�qui� le�vostre�modifiche�o�scrivere�direttamente�la�vostra�query,�il�vantaggio�di�scrivere�direttamente�le�istruzione�SQL�è�chiara-mente�quello�di�avere�una�maggiore�flessibilità�e�potenza�nell’estrarre�i�dati�dal�vostro�data-base,�pensate�che�ci�sono�istruzioni�SQL�che�arrivano�a�diverse�decine�di�righe�(nelle�Query�create�graficamente�solitamente�ci�sono�al�massimo�4/5�righe)�effettuando�calcoli�abbastanza�complicati�e�collegando�più�tabelle�insieme.A�questo�punto�quando�la�vostra�interrogazione�è�pronta�e�siete�soddisfatti�dei�dati�estratti�potete�cliccare�su�file�e�poi�su�restituisci�dati�ad�Excel.�A�questo�punto�vi�ritrovate�i�vostri�dati�in�Excel�che�potete�ulteriormente�ordinare,�filtrare�e�rielaborare.�Quando�il�database�viene�modificato�per�avere�i�dati�sempre�aggiornati,�basta�andare�su�Dati�e�cliccare�su�aggiorna,�in�questo�modo�avete�il�vostro�fatturato�in�tempo�reale�!!!.�Ovviamente��i�tempi�di�aggiornamen-

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to�dipendono�da�quanto�complicata�è�la�vostra�query�e�di�quanti�dati�estrae�(ad�esempio�molti�collegamenti�tra�tabelle�soprattutto�se�molto�grandi�rallentano�molto�l’estrazione�dei�dati)Una�piccola�precisazione�per�chi�utilizza�la�versione�2003�di�Excel,�in�questa�versione�c’è�il�li-mite�di�65000�righe,�limite�che�può�essere�facilmente�superato�soprattutto�nei�database�delle�medio�grandi�imprese�quando�si�estraggono�molti�dati�di�dettaglio,�ad�esempio�se�vogliamo�estrarre�tutti�i�movimenti�di�una�azienda�che�possiede�più�magazzini�nell’arco�di�un�anno�pos-siamo�tranquillamente�superare�le�100.000�righe,�in�questo�caso�Excel�2003�vi�segnala�errore�e�vi�restituisce�solo�le�prime�65.000�righe.Una�volta�estratti�i�dati�possiamo�utilizzarli�per�realizzare�delle�tabelle�Pivot�che�ci�consento-no�di�raggruppare�i�dati�per�ottenere�dei�report�riassuntivi�delle�nostre�informazioni�(in�verità�una�volta�cliccato�in�MS�Query�su�riporta�i�dati�in�Excel,�ci�viene�proposto�se�riportare�i�dati�così�come�sono�oppure�di�creare�direttamente�una�tabella�Pivot.�Allo�stesso�modo�quando�creiamo�una�tabella�Pivot�che�ci�chiede�di�specificare�l’origine�dati�possiamo�selezionare�l’op-zione�origine�dati�esterna�per�creare�una�query�su�cui�costruire�la�tabella�Pivot)La�tabella�pivot�è�composta�da�quattro�elementi� in�cui� trascinare� i�campi�della�tabella�da�analizzare:•� Etichette�di�riga•� Etichette�di�colonna•� Valori•� Filtro RapportoEtichette di riga:� In�questa�sezione�trasciniamo�uno�o�più�campi�che�vogliamo�compaiano�come�intestazioni�delle�righe�della�tabella.�Ad�esempio�se�abbiamo�estratto�la�tabella�con�la�testata�dei�documenti�di�trasporto�possiamo�trascinare�in�questa�area�il�campo�Destinazione�in�modo�da�avere�l’elenco�delle�destinazioni.Etichette di colonna:�Analogamente�alle�etichette�di�riga�in�questa�area�trasciniamo�i�campi�che�vogliamo�compaiano�come� intestazioni�di�colonna�della� tabella.�Sempre�considerando�l’esempio�dei�DDT�in�questa�area�trasciniamo�ad�esempio�il�campo�DataSia�per�i�campi�in�etichetta�di�colonna�che�di�riga�possiamo�effettuare�un�raggruppamento�di�dati,�cliccando�con�il�pulsante�destro�sul�campo�della�tabella�pivot�e�cliccando�su�raggruppa�possiamo�utilizzare�raggruppamenti�automatici�per�dati�di�tipo�numerico�o�di�tipo�data.�Sem-pre�nell’esempio�precedente�se�clicchiamo�sul�campo�Data�spedizione�possiamo�raggruppare�le�date�per�mesi,�trimestri�od�anni.�Nel�caso�di�campi�numerici�possiamo�indicare�un�intervallo�di�raggruppamento.�Ad�esempio�se�ho�un�campo�con�il�peso�della�spedizione�posso�ad�esem-pio�indicare�un�intervallo�da�1�a�200�e�raggruppare�per�20,�in�questo�modo�ho�delle�classi�di�intervallo�uguale�a�20�kg�e�contare�per�ogni�classe�quante�spedizioni�sono�state�fatte.Valori:�In�questo�campo�andiamo�a�trascinare�il�campo�su�cui�vogliamo�effettuare�una�ope-razione�di�aggregazione�come�ad�esempio�il�conteggio�o�la�somma.�Il�tipo�di�operazione�effet-tuabile�dipende�dal�tipo�di�dato�ad�esempio�per�un�dato�alfanumerico�possiamo�fare�solo�il�conteggio�(ad�esempio�se�abbiamo�il�nostro�elenco�di�articoli�e�con�la�categoria�merceologia�ed�il�peso,�se�raggruppiamo�per�categoria�per�il�campo�codice�articolo�possiamo�fare�solo�un�

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conteggio�mentre�per�il�campo�peso�possiamo�effettuare�oltre�che�il�conteggio�anche�la�som-ma).�Per�i�campi�di�tipo�numerico�possiamo�fare�tutte�le�operazioni�di�aggregazione�anche�se�non�è�detto�che�queste�abbiano�senso.�Consideriamo�ad�esempio�una�tabella�in�cui�abbiamo�il�magazzino,�il�codice�articolo,�la�data�ed�il�valore�della�giacenza.�Se�raggruppiamo�per�la�data�per�mese�non�ha�senso�fare�la�somma�dei�valori�della�giacenza�in�quanto�non�avremo�un�va-lore�corretto,�ha�più�senso�fare�una�media,�mentre�se�raggruppiamo�per�magazzino�possiamo�fare la somma della giacenza.Cliccando�sul�campo�valore�possiamo�dare�una�formattazione�numerica�al�dato�oppure�pos-

siamo farlo esprimere in percentuale di colonna o di riga o del totale.Filtro Rapporto:�Questa�area� rappresenta� la� terza�dimensione�del� report,�ovvero� la� zona�in�cui�solitamente�si�inserisce�un�filtro�per�avere�sezioni�particolari�di�un�rapporto.�Sempre�considerando�l’esempio�dei�DDT�nel�campo�filtro�possiamo�trascinare�ad�esempio�la�causale�del�trasporto�in�modo�che�possiamo�analizzare�le�spedizione�nel�tempo�e�nello�spazio�(Riga�destinazione�e�Colonna�Data)�e�filtrare�ad�esempio�per�causale�vendita�più�tosto�che�conto�la-voro�in�modo�da�avere�due�report�distinti�per�le�spedizioni�in�conto�lavoro�e�quelle�in�vendita�semplicemente�cliccando�su�filtra�rapporto.Dalla�tabella�Pivot�possiamo�in�automatico�creare�un�grafico�per�una�rappresentazione�più�immediata�dei�nostri�dati.�Il�grafico�sarà�collegato�alla�nostra�tabella�quindi�qualsiasi�aggior-namento�facciamo�alla�tabella�si�rifletterà�sul�grafico.�Nella�tabella�pivot�è�poi�possibile�filtrare�alcuni�dati�specifici,�ad�esempio�potremmo�considerare�sole�le�spedizioni�verso�alcune�desti-nazione,�è�poi�possibile�ordinare�i�campi�etichetta�e�valori.Completano�la�creazione�di�report�l’utilizzo�della�formattazione�condizionale�in�modo�da�far�risaltare�alcuni�dati�in�particolare,�oppure�per�creare�delle�tabelle�con�dentro�dei�grafici�uti-lizzando�ad�esempio�la�formattazione�condizionale�a�semaforo�per�avere�immediatamente�il�colpo�d’occhio�sull’andamento�del�fenomeno.

PowerPivot�per�Excel�2010�è�uno�strumen-to�per�l’analisi�dei�dati�che�offre�potenzialità�di�calcolo�senza�precedenti�direttamente�in�un’applicazione già nota e molto apprezza-ta�dagli�utenti:�Microsoft�Excel.��Con�questo�componente�aggiuntivo�per�Excel,� è�possi-bile� elaborare� enormi� quantità� di� dati� con�una�velocità�notevole�per�trasformarli�in�in-formazioni�significative�in�grado�di�offrire�le�risposte necessarie.Si� possono� elaborare�milioni� di� righe� con�prestazioni� elevate,� molto� simili� a� quelle�normalmente�ottenute�per�l’elaborazione�di�

un�migliaio�di�righe.�Il�motore�di�business�in-telligence�(BI)�in�memoria,�inoltre,�consente�di�sfruttare�al�massimo�le�potenzialità�offer-te�dalla�disponibilità�di�processori�multicore�e�gigabyte�di�memoria�per�ottenere�velocità�elevatissime� di� elaborazione� dei� calcoli.� È�possibile� integrare�dati�provenienti�da�una�vasta�gamma�di�origini,�tra�le�quali�database�aziendali,�fogli�di�calcolo,�rapporti,�file�di�te-sto�e�feed�di�dati�Internet.

PIU POTENZA CON POWERPIVOT