Kosovo/ Think tank: piano Ahtisaari non funziona, Ue...

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Mercoledí, 15/04/2009

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Kosovo/ Think tank: piano Ahtisaari non funziona, Ue reagisca

Fride allerta Bruxelles: con mandato non chiari si rischia flop

Belgrado, 14 apr. (Apcom-Nuova Europa) - Il piano Ahtisaari per l'indipendenza del Kosovo non funziona, pertanto l'Unione europea "dovrebbe urgentemente prendere la situazione in mano e trovare una soluzione accettabile per tutte le parti" preoccupandosi "di non rafforzare la spartizione" che si sta consolidando de facto tra Nord del Kosovo a maggioranza serba e Sud a maggioranza albanese. Il think tank spagnolo "Fondazione per le relazioni internazionali e il dialogo esterno" (Fride), si aggiunge al coro di osservatori che, a poco più di un anno dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza di Pristina da Belgrado (17 febbraio 2008), registrano un sostanziale fallimento dei piani della Comunità internazionale circa il futuro della giovane repubblica balcanica. E chiama direttamente in causa le responsabilità di Bruxelles, accusata di una politica confusionaria ed attendista, definita 'wait and see'. Così, in un recente rapporto dal significativo titolo "Far funzionare il Kosovo", Fride allerta che, per centrare l'obiettivo, "le politiche dell'Ue devono essere riassettate". L'indipendenza 'supervisionata' dalla Comunità internazionale concepita dal piano Ahtissari - dal nome del finlandese premio Nobel per la pace che lo ha redatto e fonte unica della costituzione di Pristina - non ha portato all'auspicata formazione di uno stato democratico e multietnico. Al contrario, gli analisti registrano una "più profonda divisione politica e istituzionale tra comunità serba e albanese". Una partizione territoriale "de facto" che la Serbia "sta provando a trasformare in de jure" attraverso "il consolidamento della sua autorità sul territorio, soprattuto a Mitrovica", capoluogo del Nord del Kosovo dove è concentrata la minoranza serba e città simbolo ella spaccatura etnica con la maggioranza albanese. La creazione di istituzioni parallele serbe ostili a quelle a Pristina è favorita, secondo Fride, proprio "dalla divisione dell'Ue sull'indipendenza del Kosovo che ha condotto a un intervento esterno inusuale". Le due facce dell'Ue, divisa al suo interno con cinque Stati che non riconoscono il Kosovo, si riflettono sul terreno: da una parte la missione civile inviata da Bruxelles, Eulex, neutrale rispetto all'indipendenza di Pristina; dall'altra la Cancelleria civile internazionale (Ico), guidata dal rappresentate speciale dell'Ue in Kosovo, Peter Feith, che ha il compito specifico di applicare il piano Ahtisaari. Secondo gli analisti spagnoli "la credibilità dell'Ue è sospesa tra questi due mandati, muovendosi sulla sottile linea tra Eulex neutrale e Ico pro-indipendenza". Tale situazione "ha prodotto la base legale per il consolidamento sul terreno di due realtà parallele" e per questo viene definita "pinnacolo del disordine". Da qui la raccomandazione all'Unione di "essere creativa nel trovare il modo di mantenere in funzione il meccanismo di adesione (all'Ue, ndr) sia per il Kosovo che per la Serbia". E soprattutto, in riferimento alle questioni aperte nel Nord del Kosovo, arriva il monito a non dimenticare che "le passate esperienze nei Balcani hanno dimostrato come le missioni basate su mandati non chiari sono destinate a fallire".