Kant io penso
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gianfranco-marini -
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KANT – CRITICA DELLA RAGION PURA
ANALITICA TRASCENDENTALE
DEDUZIONE TRASCENDENTALE
PROBLEMA: giustificazione della legittimità dell’utilizzo delle categorie per la sintesi unitaria del molteplice sensibile. Perché le categorie, che sono concetti dell’intelletto e quindi forme della nostra mente, valgono per gli oggetti e la natura che esiste indipendentemente da noi? Cosa garantisce che la natura (l’insieme degli oggetti), obbedisca alle categorie?
In altri termini cosa mi impedisce di pensare agli oggetti usando altri concetti da me inventati?
SOLUZIONE
1. Il molteplice sensibile è passivo, la sua unificazione deve avvenire ad opera di qualcosa d’altro. Questo qualcosa che opera la sintesi unitaria del molteplice sensibile è l’intelletto;
2. IO PENSO: il processo di unificazione fa capo a un centro mentale unificatore, una struttura mentale identica in tutti gli uomini e che Kant chiama appercezione o autocoscienza trascendentale, o, anche, Io Penso;
3. Io Penso, attraverso i giudizi, pensa il molteplice operandone la sintesi;4. Ma i giudizi si basano sulle categorie, le 12 funzioni con cui unifichiamo il
molteplice;5. Quindi gli oggetti, possono essere pensati, solo attraverso le categorie. Quindi: necessariamente gli oggetti obbediscono alle categorie
RIASSUMENDO
i pensieri presuppongono l'io penso; l'io penso opera tramite le categorie; gli oggetti pensati presuppongono le categorie
PERTANTO:
L’io Penso o Autocoscienza Trascendentale o Appercezione Trascendentale è:
il principio supremo della conoscenza, in quanto rende possibile l’oggettività cioè l’universalità e necessità del sapere scientifico