KAN TOBALLE MEZZASELVA

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Università Iuav di Venezia Facoltà di Design e Arti Laurea Magistrale in comunicazioni visive e multimediali Francesco Belloli 266865 KAN TOBALLE MEZZASELVA

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Identità del luogo

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PIETRA

GUERRA

TRADIZIONE

PLATTE

LINGUA

RICORDI

SILENZIO

TRANQUILLITÀ

CACCIA

BOSCO

NEVEPULITA

STORIA

PATATEPATATEPATATE

NATURALE

CIMBRO

CASE

NOIA

VERDE

K2

PAESAGGIO

SELVAGGIO

Università Iuav di VeneziaFacoltà di Design e Arti

Laurea Magistrale in comunicazioni visive e multimediali

Francesco Belloli266865

KAN TOBALLEMEZZASELVA

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KAN TOBALLEMEZZASELVA

Università Iuav di VeneziaFacoltà di Design e Arti

Laurea Magistrale in comunicazioni visive e multimediali

Relatore: Prof. Giovanni AnceschiCorrelatore: Emanuela Bonini Lessing

Francesco Belloli266865

Anno Accademico 2009/2010

Indagine sull’identità del luogo

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CONTENUTI

Prefazione 6

Un’isola tedesca in Italia

Inquadramento geografico 10

Primi insediamenti 13

Stanziamenti definitivi 14

Lo sviluppo della rete viaria 17

Kan Toballe, le origini

Il nome 20

Il paese 23

L’architettura 26

Le attività 28

La principale fonte economica 31

L’emigrazione 32

Mezzaselva

Il passato oggi

La fiaba dipinta nel gioco delle 40 carte 40

Hogazait 42

La messa cimbra 44

La marcia Mittelwalt 46

Mappe di comunità

Il questionario 48

Mezzaselva in parole 50

Le attività oggi 53

I tempi di percorrenza 55

Gli spostamenti nel tempo libero 56

Gli eventi 59

Il Progetto: INMEZZASELVA

Il progetto 62

Analisi dei social network 64

La struttura del sito 65

Il layout grafico 68

Integraziona facebook 73

Monitoraggio traffico 74

Esempi di contenuti 76

Possibili interazioni 84

Conclusione 87

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600 a.CPrimi insediamenti /pag 13

1800

Lo sviluppo della rete viaria /pag 17

Stanziamenti definitivi /pag 14

1900

I tempi di perco

800-1200

800-1200

INDICE CRONOLOGICO

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Il passato oggiLa fiaba dipinta nel gioco delle 40 carte /pag 40Higazait /pag 42La messa cimbra /pag 44La marcia Mittelwalt /pag 46

Mappe di comunitàIl questionario /pag 48Mezzaselva in parole /pag 50Le attività oggi /pag 53

I tempi di percorrenza /pag 55Gli spostamenti nel tempo

libero /pag 56Gli eventi /pag 59

INMEZZASELVA

2000

1900

2011 2011

Il progetto /pag 62Analisi dei social network /pag 64La struttura del sito /pag 65Il layout grafico /pag 68Integrazione facebook /pag 73Monitoraggio traffico /pag 74Esempi di contenuti /pag 76Possibili interazioni /pag 84

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Ringraziamenti:

A tutta la mia famiglia, Emanuela Bonini Lessing,Giovanni Anceschi, Istituto di cultura Cimbra con Sergio Bonato, Pierangelo Tamiozzo, Emanuel Baù, Marco Corona.

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“..Il territorio non esiste in natura: esso è un esito dina-mico e stratificato di successivi cicli di civilizzazione; è un complesso sistema di relazioni fra comunità inse-diate (e loro culture) e ambiente. In questa accezione il territorio è un organismo vivente ad alta complessità, prodotta dall’incontro fra eventi culturali e natura, composto da luoghi dotati di identità, storia, carattere, struttura di lungo periodo..” (Magnaghi Alberto, 1998, Il territorio degli abitanti: società locali e sostenibilità, Dunod, Milano, pp. 65)

Credo queste poche righe riassumano ciò a cui sono interessato, l’identità di un luogo. Stiamo fortunata-mente uscendo da un lungo periodo storico in cui per territorio si intendeva solo la parte naturale pa-esaggistica e non la componente antropologica. La tendenza generale era quella di utilizzare il suolo come base per trasformazioni provocate da processi di globalizzazione per creare un sistema omologato ed omologante di natura nazionale ed internaziona-le, prescindendo perciò dal contesto socio-territoria-le. “Sono molti i luoghi o regioni snaturati dalla loro identità, soprattutto per fini turistici o industriali,in un tendenziale snaturamento a ‘parchi tematici’ destinati al consumo di massa e alla monocultura del turismo, che alterano irreversibilmente i delicati equilibri tra uomo e natura”. (Conferenza naziona-le per il Paesaggio 1999, Atti, Gangemi, Roma 2000: “Paesaggio e sviluppo sostenibile”, Documento pre-paratorio, p. 211). Di fronte al rischio dell’omologazione, sempre più forte, l’unica possibilità di distinzione e di autoaf-fermazione delle differenti specificità è il recupero dell’identità locale.L’esigenza di mantenere l’autenticità porta ad una sal-vaguardia sempre maggiore dei luoghi e delle pecu-liarità dei territori.

In un periodo storico come questo in cui la crisi eco-nomica attanaglia l’Italia, ed in particolare le zone geograficamente ed industrialmente più emarginate, ecco che la riscoperta dell’identità e la sua valorizza-zione può essere un punto da cui ricominciare.Lo sviluppo locale, quindi, collocando il territorio al centro di ogni dinamica produttiva e sociale, costi-tuisce l’occasione per riscattare tutte le potenzialità che questo offre, constatando come una risorsa loca-le possa costituire un’occasione di crescita e rappre-sentare l’elemento identificativo contro il processo omologante. Capire chi si è.Questo è il primo punto da cui partire per il processo di riappropiazione identitaria. Capire chi si è e capire le proprie ricchezze, le proprie peculiarità, conoscere le differenze.Questo è lo scopo della mia tesi e noi designer della comunicazione possediamo o dovremmo possedere molti degli strumenti necessari per fare ciò.Capire (almeno in parte) e conoscere l’identità di un piccolo paese delle Prealpi Vicentine, Mezzaselva.Lo scopo principale che mi spinge a lavorare su que-sto paese è indubbiamente la mia origine, ma in se-condo luogo anche le peculiarità sottovalutate che lo contraddistinguono e lo rendono unico. Il mio lavoro vuole riscoprire queste caratteristiche, riesumarle e mostrarle ai cittadini in un processo di “mirroring”. Questa nozione comportamentale deri-vante da ambiti scientifici psicologici e sociologici, viene in questo caso mutata e trasferita al territorio riflettendo i risultati delle ricerche e le indagini terri-toriali agli abitanti stessi del paese.Sono loro i principali destinatari di questo progetto. L’identità locale non deve essere disprezzata e consi-derata nostalgia, elemento di regressione.Essa è un valore positivo. L’identità deve diventare

Prefazione

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aperta, plurima, evolutiva, gravitante verso il futuro, piuttosto che ancorata al passato.Capire le proprie ricchezze, riappropiarsene e perchè no, utilizzarle in maniera consapevole e intelligente.Talvolta è necessario lo sguardo di uno straniero per decifrare un luogo. Spesso la gente che vive in quel luogo non è consapevole delle ricchezze presenti, fa più fatica a coglierle, anche perchè vive continua-mente lì, automatizza la propria percezione delle cose, e tutto si amalgama nella visione giornaliera, tutto diventa abitudine.Ecco quindi che io vorrei essere colui che tiene in mano uno specchio.

ƒ questo un progetto indirizzato agli abitanti del pa-ese ma anche ai molti che per motivi economici e lavorativi sono dovuti emigrare.L’emigrazione per queste terre è stato un fenomeno particolarmente incisivo, tanto da segnarne profon-damente l’esistenza e quindi l’identità.Ecco quindi che “i risultati analitici e le congetture interpretative ancor più che essere mostrati a desti-natari esterni vanno mostrati a gli abitanti stessi” e a tutti coloro che sono legati al territorio.“Questa ostensione, cioè sollevare dal contesto gene-rale certe immagini caratteristiche e certe parti pro-tagonistiche del territorio può avere come effetto, in certi casi, il riconoscimento delle qualità ambientali collettivamente identitarie e potrebbe produrre una sorta di territoral pride,” di cui, si avverte una grande necessità.(Anceschi Giovanni, 2009, Il soma e interfaccia territoriale, “Giornale IUAV n° 61”, pp. 8-9)

Per amplificare questo orgoglio territoriale, nella terza parte di questa tesi, ho sviluppato una piat-taforma web che possa fungere da “catalizzatore

identitario”. Una struttura multimediale che vuole coinvolgereresidenti ed emigrati, una possibilità di confronto e condivisione tra persone che hanno le stesse origini ma che la storia con l’emigrazione ha diviso. Una ricchezza culturale.

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UN’ISOLA TEDESCA IN ITALIA

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UN’ISOLA TEDESCA IN ITALIA

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INQUADRAMENTO GEOGRAFICOL’ALTOPIANO DEI SETTE COMUNI

L’ Altopiano di Asiago, chiamato anche dei Sette Co-muni, è un territorio composto dall’insieme di otto Comuni situati nella parte nord della Provincia di Vicenza. La contraddizione tra la denominazione e la realtà effettiva del numero dei comuni deriva dalla nascita dell’ottavo comune alla fine del 1800, Conco, che prima era solamente frazione di Lusiana. Questi comuni non costituiscono altrettanti centri urbani, bensì piccoli paesi, contrade e case sparse, tra le quali una di esse, di solito la più popolosa o centrale, gode del prestigio di battezzare col proprio nome questi insiemi di varie identità.É un ampio altopiano nella catena prealpina veneta con dorsali che vanno dai 900 ai 2.000 metri di alti-tudine, delimitato da precisi confini orografici che lo isolano sia dalla pianura vicentina che dalle vallate trentine.Tali confini sono costituiti a nord dalla Valsugana e dalla Val di Sella, ad est dal fiume Brenta, a ovest dalla valle del torrente Astico mentre a sud degrada verso la pianura vicentina con una lunga successione di rilievi collinari.Nella parte settentrionale l’Altopiano sviluppa un’im-portante catena montuosa che raggiunge le quote più elevate, tale catena si sviluppa ad arco da ovest ad est e funge da orlo dell’Altopiano costituito da cime quasi tutte superiori ai 2000 metri.Da questo bastione si dipartono verso sud e quindi verso la piana dell’altopiano numerose dorsali mino-ri e valli; due delle quali risultano particolarmente incise e profonde: ad Ovest la Val d’Assa che isola naturalmente Rotzo e Roana dall piana di Asiago e, ad Est la valle Campomulo-Frenzela che ugualmente isola Foza ed Enego.Nella parte centrale si sviluppa una vasta conca on-dulata, tagliata appunto da valli e piccoli rilievi, sulla quale si trovano la maggior parte degli insediamenti dell’Altopiano.Il versante meridionale, che dirada verso la pianura vicentina, è caratterizzato da una catena montuosa

di minore entità costituita da vette che non superano i 1500 metri.L’estensione totale del territorio è di circa 466 kmq.Gli otto Comuni che fanno parte di questo Altopiano sono: Asiago, Roana, Rotzo, Gallio, Enego, Lusiana, Conco,Foza. La popolazione residente conta meno di 20.000 per-sone, mentre nei periodi vacanzieri può superare le 100.000 persone.É facile pensare quindi come il rapporto turisti-resi-denti sia fondamentale in questi territori.

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Rotzo

Roana

Asiago

GallioFoza

Enego

LusianaConco

1.Inquadramento geografico. 2.Gli otto comuni e le contrade annesse.

Confine regione Veneto

Confine provincia di Vicenza

Altopiano dei Sette Comuni

Mezzaselva

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Rilievi principali Rilievi secondari Valli principali Piana dell’Altopiano

Valsugana e Val di Sella

Valle del fiume Brenta

Valle del torrente Astico

Morfologia Altopiano dei Sette Comuni.

Mezzaselva

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PRIMIINSEDIAMENTI

“Il successo di una coloniz-zazione umana in un de-terminato territorio deve molto alle caratteristiche del manto forestale preesi-stente, sia per l’immediata disponibilità degli elementi nutritivi a lungo accumu-lati nella lettiera, sia per la notevole quantità di pro-dotti prelevabili da tale ecosistema...”(Bonato Modesto, 1857, Storia dei Sette Comuni e contrade annesse, Padova)

Ritengo opportuno iniziare cercando di delinea-re storicamente le vicende che hanno interessato le zone boschive dell’Altopiano, in quanto strettamente connesse con le vicende umane delle genti stanzia-tisi nel tempo in questo territorio ed estremamente influenti su quelle che sono oggi le identità della po-polazione che vive su queste montagne.La colonizzazione di questa terra avvenne in più fasi. Le tracce più antiche della presenza dell’uomo sull’Altopiano, sono rappresentate da manufatti di selce e da altri oggetti che, per caratteristiche tecni-che e tipologiche, vengono attribuiti al Paleolitico e al Mesolitico. Tali tracce sono state ritrovate in epo-che recenti in varie zone dell’Altopiano. Tracce inte-ressanti sono quelle trovate nella Val d’Assa nel sito denominato Tunkelbald (bosco nero) nel quale sono stati individuati più di 10.000 incisioni in una parete di 40 metri di lunghezza e 7 di altezza.1Nel corso della preistoria, perciò, il territorio dell’Al-

topiano vede la presenza dell’uomo con frequenza sporadica e non stanziale, i ritrovamenti in località Bisele, Val Lastaro, Marcesina o Cima XII, indicano a popoli di cacciatori e raccoglitori, che sfruttavano le risorse di terreni ampi, spostandosi ciclicamente da un sito all’altro. Troviamo le prime comunità stanza-tisi stabilmente su queste terre a partire dall’età del Ferro e Romana, riguardanti però solo i margini del territorio dell’Altopiano. I primi coraggiosi che sfidarono l’impervia natura di questi monti furono molto probabilmente sporadici gruppi di paleoveneti che dalla pianura circostante salirono in cerca di legname e cacciaggione.Inizial-mente si fermarono per il tempo necessario ai loro mesteri per poi fare ritorno in pianura. Alcuni proba-bilmente avendo bisogno di più giorni cominciarono a costruirsi delle piccole baracche di legno provvi-sorie per passare la notte al riparo dalle intemperie. Con il continuo disboscamento si aprirono spazi fertili per la coltivazione e l’allevamento, cosicchè alcune famiglie decisero di trasferirsi temporanea-mente sull’Altopiano nel periodo estivo, periodo che poi si allungò sempre più fino a diventare residenza fissa. Il più interessante ritrovamento archelogico ri-ferito a tale epoca è senza dubbio quello del Bostel di Rotzo nel 1781, ad opera dell’ Abate A. dal Pozzo, che si riferisce ad un abitato di circa alcune centinaia di abitanti datato alla seconda metà del V secolo a.C.Tali villaggi si crede siano stati distrutti all’incirca verso il 15 a.C dalle legioni romane che sottomisero questi popoli di montanari e crearono delle fortifica-zioni contro le invasioni Barbariche.Durante l’epoca romana l’Altipiano non muta di molto l’assetto della precedente età del ferro, con i territori interni e più alti spopolati o legati a una fre-quentazione stagionale, e con i versanti occidentale, meridionale e orientale aperti invece a diversi stabili nuclei di vita, situazione condizionata dalle risorse economiche che potevano offrire e dalla loro posi-zione rispetto alle maggiori vie di comunicazione ed ai centri della vicina pianura.

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STANZIAMENTIDEFINITIVI

L’elemento principale che caratterizza l’Altopiano dei Sette Comuni e le sue origini è senza dubbiola parlata denominata cimbra che, anche se oggi quasi completamente dimenticata e parlata ormai solo da qualche anziano del paese di Mezzaselva, caratterizza ancora tutto l’Altopiano per quanto ri-guarda i toponimi.É un’antica lingua simile al tedesco e l’origine di questa parlata testimonia delle popolazioni che per prime hanno deciso di insediarsi in massa in questi luoghi.L’Altipiano è un’isola etnica attorniata da luoghi che nel tempo hanno ospitato lingue e genti celtoger-mane. Dall’anno 600 al 900 d.C, in concomitanza con la caduta dell’impero romano, coloni di origine germanica, probabilmente Goti e Alemanni e Lon-gobardi introdussero la parlata tedesca in questi territori, elemento che forse ha più influenzato e caratterizzato l’identità culturale di questi luoghi.Infatti, nel territorio isolato e protetto dell’Altopia-no queste popolazioni di origine nordica trovarono un luogo sicuro dove organizzare la loro esistenza quotidiana e dove poter conservare più a lungo i propri caratteri culturali peculiari.La terza e più importante immigrazione di persone avvenne però all’incirca durante il XII-XIII secolo. Nel 1216 su invito del vescovo principe di Trento Federico Wanga vengono ingaggiati boscaioli e roncadori bavaresi a bonificare le piane di Folgaria e Lavarone, adiacenti all’Altopiano, rimaste ancora terre abbandonate.Interessante è constatare che il primo gruppo di costruzioni erette in questo periodo a Lavarone viene chiamato “Slagenauf ” che può essere una for-ma dialettale della parola Slegen (Asiago) di sopra, quindi questo indica che i nuovi coloni rinforzaro-no notevolemente la comunità tedesca già presente nell’Altopiano estendendo i territori colonizzati.Nel tempo riuscirono non solo a stanziarsi in que-

ste terre ma anche ad assicurarsi un’autonomia am-ministrativa.Andò sviluppandosi nelle genti dell’Altopiano la ri-cerca di un’identità autonomista, cercando anche di scindere legami e alleanze feudali con la Chiesa e con le signorie.Cosìchè nel 1310 viene definito lo statuto della “Spettabile Reggenza” dei Sette Comuni che si dif-ferenziava dalle leggi dei comuni italiani e si adat-tava sulle caratteristiche tedesche delle genti per il prevalere comunitario dei boschi, dei pascoli e delle acque, sugellando così un giuramento di spirito di solidarietà: “ Il bene del popolo è il bene della Reg-genza e il bene della Reggenza è il bene del popolo”.La Reggenza con i suoi previlegi ed esenzioni (la si può definire un esempio passato di regione a statu-to autonomo), resistette fino al 1807 quando venne abolita e l’Altopiano diventò prima Distretto del Re-gno d’Italia per poi passare sotto l’Impero Austria-co nel 1815.Con l’annessione del Veneto all’Italia (1866), l’Alto-piano accelerò il processo di trasformazione verso il tempo moderno, con molte difficoltà legate soprat-tutto all’economia, ai commerci e di conseguenza alla sopravvivenza in queste terre.

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SVEVI, ALEMANNI, GOTI

BAVARESI

PALEOVENETI

1200 Coloni di origine Bavarese, Svevi

600 - 900 Goti, Alemanni, Longobardi

VI - II SECOLO A.CPaleoveneti

Lingua tedesca“cimbro”

Le fasi immigratorie. 20 persone

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Viabilità nel 1300

Viabilità nel 1800

Viabilità nel 1910

Percorsi carrozzabiliPercorsi pedonaliFerroviaCentri principali

Persone che parlano la lingua cimbra

20000

5000

Le dinamiche dello sviluppo della rete viaria.

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LO SVILUPPO DELLA RETE VIARIA

É ora interessante capire e cercare di delineare le principali trasformazioni avvenute nel corso della storia riguardo la viabilità dell’Altopiano, in quanto sono state proprio le modalità di accesso e di distri-buzione viaria interna cause di un particolare isola-mento che ha permesso all’Altopiano di mantenere pressochè intatte sino al primo conflitto Mondiale le caratteristiche socio culturali legate ad antiche tradizioni.Ritengo perciò che lo sviluppo della rete viaria sia stato, assieme al turismo, uno degli agenti principa-li nel processo di omologazione dell’Altopiano con il resto della pianura con la conseguente perdita dell’uso della lingua cimbra.Nel 1300 esistevano già parecchie mulattiere che collegavano i vari villaggi della piana centrale con la pianura: quella della Val d’Assa che partendo da Camporovere costeggiava la valle per poi scendere nel torrente Astico;La mulattiera del Costo che da Treschè Conca por-tava a Mosson; La via di Campomezzavia che per il Puffele conduceva verso Marostica e Bassano; La famosa “Calà del Sasso”, la più importante via a li-vello economico in quanto permetteva il trasporto del legname dall’Altopiano a Valstagna e quindi per Venezia tramite il fiume Brenta.In tale epoca doveva essere anche completata la via-bilità interna che permetteva il collegamento tra i vari comuni, viabilità rimasta intatta fino all’inizio del XX secolo.Il 1800 vede l’Altopiano fornito di una modesta rete viaria sia interna che verso la pianura, percorsi però non sempre agevoli e quasi mai carrozzabili. Que-sto è causa di difficoltà di interazione tra i popoli montani con quelli della pianura, quindi un mag-gior isolamento che ha permesso alla popolazione di mantenere per quasi 1000 anni inalterati i propri usi e costumi.Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 molte tra le mulattiere che salgono dal piano vengono trasfor-

mate in carrozzabili, tra le più importanti la Pede-scala-Rotzo e la mulattiera del Costo.Nonostante questo incremento nel numero e nella qualità delle vie di comunicazione, che fa diminuire i tempi di percorrenza delle distanze tra pianura e Altopiano, tali tempi rimangono pur sempre rile-vanti, basti pensare che il percorso Thiene-Asiago di circa 40 km richiedeva sei ore su carro a cavalli.

Vera svolta nella diminuzione di tali tempi viene data dalla costruzione della ferrovia ultimata nel 1909 e capace di percorrere la distanza tra Vicenza ed Asiago in sole 2.23 ore.

Il primo conflitto mondiale lascerà un’eredità di reti viarie verso le vette e quindi verso i trinceramenti a nord, usate per facilitare l’accesso al fronte degli eserciti. Tali opere, proprio perchè dirette ai fronti e perciò in zone alte esterne agli abitati, sono divenu-te prima percorsi di collegamento con gli alti pasco-li e le malge e poi anche percorsi naturalistici/turi-stici e quindi legati al turismo che dagli anni 50 in poi ha svolto un ruolo discutibile in questi territori.

Successivamente a questo periodo la struttura via-ria non ha subito ulteriori ampliamenti significati-vi, gli unici interventi sono stati fino ad oggi rivolti al miglioramento degli antichi tracciati.

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MEZZASELVA

MEZZASELVA

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MEZZASELVA

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KAN TOBALLELE ORIGINI

Mezzaselva è un paese frazione del Comune di Ro-ana, situato nella parte est dell’Altopiano dei Sette Comuni confinante con il comune di Rotzo e con il paese di Roana.Il paese si sviluppa per una lunghezza di circa due chilometri lungo l’unica strada provinciale che col-lega i comuni di Rotzo e Roana, in un’area delimita-ta a nord dal monte Erio (m. 1627), a sud dalla Val d’Assa, ad est dal paese di Roana e a ovest dalla linea di confine con il comune di Rotzo.É dunque un paese che si estende in lunghezza e gravita attorno all’unica via di comunicazione che lo collega con gli altri comuni.Per questa sua fisionomia allungata è anche chia-mato “riviera” dell’Altopiano in quanto la sua po-sizione geografica gli garantisce anche un’ottima esposizione al sole in tutto il tempo dell’anno.

Il nomeL’origine storica di questo paese è vaga. La tradizio-ne cimbra nella sua cultura e nei suoi costumilungo l’arco del tempo è stata quasi sempre traman-data oralmente, sono pochi i documenti che testi-moniano la vita su queste montagne. É necessario perciò consultare archivi della pianura, quasi sem-pre d’origine ecclesiastica o notarile, per scovare qualche notizia.Il documento più antico dove è contenuta la cita-zione di Mezzaselva è datato 1294 relativo alla con-cessione da parte del Vescovo di Padova di due masi in località “Media Silva”.Nel 1393 in un documento relativo alla costruzione della parrocchia di Roana e Canove si cita il nume-ro degli abitanti della cotrada di Mezzaselva, anche in questo caso chiamata Media Silva.Nel corso del XVII secolo compare per la prima volta la forma Meza selva, in seguito attestata sia dalla documentazione notarile che catastale. La versione cimbra Mitterballe compare per la pri-

ma volta scritta solo a partire dalla fine del 1800,come testimonia la pubblicazione “la casa villerec-cia” del Baragiola, questo dovuto alla quasi totale tradizione orale della parlata nella popolazione.La composizione cimbra della parola coincide con la forma latina e italiana in quanto Mìttare significa “che sta nel mezzo” e Balle “bosco”.Ma secondo la tradizione orale degli ultimi secoli il paese di Mezzaselva viene chiamato dagli abitanti Kan Toballe.

va

Mezzaselva, scrive Silvestro Martello1 “...Ai piè dell’Erio monte al di qua del ponte”.

Mezzaselva

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MEZZASELVA

1. Poeta occasionale di Mezzaselva.

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3. Mezzaselva vista dal paese di Albaredo.

MEZZASELVA

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4. Veduta invernale dal piazzale della Chiesa.5. Foto aerea del paese.

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Il paeseDall’anno 1000 in poi si può ipotizzare una sempre maggiore e massiccia urbanizzazione della piana dell’Altopiano partendo dai lati più bassi e meno impervi e arrivando alle zone centrali e più boschi-ve.Mezzaselva si trova in una posizione relativamente marginale e agevole in quanto salendo dalla Valle del fiume Astico non si incontrano ostacoli natu-rali (valli o dorsali), è possibile perciò che le prime aggregazioni edilizie, che poi andranno a formare il paese, siano sorte in un periodo piuttosto lon-tano.Il territorio inoltre era molto favorevole alla colo-nizzazione in quanto esposto a sud e protetto dal monte Erio, fattori che sicuramente hanno influito sulla scelta per quanto concerne la coltivazione,la pastorizia e la vita di tutti i giorni.Ma prima di ogni altra cosa queste genti dovettero affrontare la maestosità della natura e la presenza del bosco facendosi largo a colpi d’ascia, guada-gnandosi il terreno a palmo a palmo in una fase di sboscamento e bonifica che durò molti anni.La genesi del nome Mezza Selva ne è la prova, una paese generato “dal bosco” e “nel bosco”. La scelta di sviluppare il paese lungo una retta non è dovuta al caso, fu sicuramente una decisione ponderata sull’ottimizzazione e in un’economia de-gli spazi faticosamenti liberati dagli alberi.

Da iniziali poche case isolate e distaccate, l’agglo-merato urbano prese una forma allungata, a siepe germanica che in italiano si può tradurre in “case a schiera”.Infatti i fabbricati tendono ad essere uniti gli uni agli altri in due file lungo la strada alle pendici del monte Erio che le protegge dalle correnti fredde del nord.Nel corso dei secoli crearono partendo dalla linea trasversale delle case una serie di terrazzamenti che scendendo verso sud terminavano con i primi scogli della Val d’Assa. Grazie a queste opere si ot-tennero territori orizzontali dove coltivare pianta-gioni di frumento, orzo, segala, avena, trifogli, pa-tate; nonchè praticare la pastorizia e l’allevamento.L’autosufficienza alimentare fu fondamentale per lo sviluppo dell’Altopiano stesso e una volta raggiun-ta si cominciarono a sviluppare, anche se timida-mente, altri tipi di attività. Mezzaselva per esempio divenne famosa per la costruzione di mastelli e scatole di legno. La particolare forma del paese e lo sviluppo delle at-tività umane perpendicolarmente ad esso influen-zarono anche altri aspetti della vita degli abitanti. Non solo l’allevamento e la pastorizia, ma anche le favole, i sentieri, le rogazioni e i toponomi, tendo-no a sviluppare il loro senso di essere perpendico-larmente al paese, verso nord e verso sud, quasi a mantenere una sorta di indipendenza economica e culturale nei confronti dei paesi confinanti.

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La toponomastica è credo la testimonianza più viva del passato. In tutto l’Altopiano ma soprattutto a Mezzaselva si trovano nomi di luoghi e soprannomi di famiglie in lingua cimbra. É forse l’unico aspet-to sopravvissuto che non teme il futuro in quanto correntemente usato e soprattutto l’unico tutelato dall’unanimità della popolazione.La tutela e la consapevolezza delle caratteristiche identitarie cimbre è un tema oggetto da decenni di studi e iniziative da parte dell’Istituto di Cultu-ra Cimbra. Studi ed iniziative che purtroppo ven-gono parzialmente offuscate da una mancanza di opportunità lavorative che viene posta come pri-mo problema di questi luoghi. Le persone sono più scontente delle mancanze che consapevoli delle ri-chezze.L’isolamento geografico che ha fatto vivere per un millennio una cultura germanica in piena Italia ora si è trasformato in un agente negativo. Un clima molto rigido d’inverno, una morfologia difficile, la carenza di adeguate infrastrutture e vie di comu-nicazione hanno determinato scarse possibilità sia per il comparto agricolo, sia per le altre attività pro-duttive ed industriali. D’altro canto però sono state proprio le stesse caratteristiche geografiche (e solo geografiche) ad essere promotrici già dal secondo dopoguerra della prima attività economica di que-sti luoghi, il turismo.Infatti una grossa fetta della popolazione risulta es-sere occupata nel settore terziario: la maggior parte lavora nella sanità e nel turismo (esercizi pubblici, alberghieri ed extra-alberghieri), la restante parte si divide in altri settori che dialogano direttamente con il turismo come il credito, i trasporti, la pubbli-ca amministrazione e l’edilizia.Mi preme sottolineare però come il turismo, so-prattutto durante gli anni 70 e 80, sia stato sì una possibilità di lavoro per gli abitanti ma anche ele-mento offuscante delle caratteristiche identitarie dell’Altopiano. Un’edilizia massiccia e offerte tu-ristiche omologate al resto delle località montane alpine sono andate ad appiattire e a nascondere le peculiarità storiche e culturali delle popolazioni cimbre, traformandole in mere manifestazioni folk-loristiche. Molto significativo a riguardo è stato il discorso tenuto dall’Arcipetre di Asiago durante la Mezzaselva fortunatamente insieme a poche altre frazioni è stata ed è quasi esente da questa fase di boom di edilizia turistica.La sua marginalità rispetto al centro dell’Altopiano,

che conicide con il paese di Asiago, e quindi una minor appetibilità turistica ha fatto sì che l’urbani-stica del paese rispecchi grossomodo la conforma-zione antica; caratteristica che in un periodo sto-rico come questo dove il turismo di massa non è più l’ambizione massima della domanda turistica è certamente positiva.La sua anima, il suo essere è ancora lì, quasi come duecento anni fa.

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6-7-8-9. Alcuni luoghi di Mezzaselva che hanno mantenuto il nome in lingua cimbra.Zelighen Baiblen: beate donnetteTaghenloch: caverna degli uccelliKroitzle: crocettaSton Haus: casa di pietra

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L’architetturaScrive Aristide Baragiola nel suo libro “Le case vil-lereccie delle Colonie Tedesche Veneto-Tridentine” del 1908:

“ Nel territorio di Rotzo, Albaredo (Aspach) è la con-trada che meglio serba l’antica impronta villereccia; ma questa spicca assai più a Mezzaselva (Mitter-balle) le cui case basse dagli enormi tetti di paglia e scandole ricordano alquanto la casa villereccia di alcuni cantoni della Svizzera”.

“L’architettura delle case dell’Altopiano, ossia delle case cimbre, gioca un ruolo unico e per certi versi spiazzante, essendo veicolo previlegiato di comuni-cazione fra epoce diverse e testimonianza presente del passato” (Bonato Sergio, I Cimbri dei Sette Co-muni, 67-68).La casa Cimbra è fortemente legata alla tradizione delle pietra, e non del legno come è facile pensare.La pietra in blocchi veniva utilizzata per realizzare le strutture portanti delle abitazioni e per creare i recinti e i bordi delle strade.Il legno invece veniva impiegato per la realizzazio-ne della struttura portante del tetto, che poi veniva ricoperto di paglia o di scandole, e delle scale inter-ne qualora la casa fosse di due piani.Il tetto era l’aspetto senz’altro più originale in quan-to molto pendente e con gli spioventi che arrivava-no fino quasi a terra.Nel caso di Mezzaselva le case erano e sono costru-ite a schiera con i tetti a due falde, caratteristica peculiare del paese. Questa composizione urbanistica di Mezzaselva fortunatamente è rimasta la medesima.I tetti ovviamente non sono più ricoperti in paglia ma nelle case più datate la struttura dei muri e dei tetti rimane degli stessi materiali del passato e non sembra dare segni di invecchiamento.

10. La piazza del paese in una foto dei primi anni del XX secolo.

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11.L’interno del paese con le sue case a siepe germanica.

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Le attivitàQuella dell’Altopiano in passato è sempre sta-ta un’economia di sussistenza: un’organizzazione economica in cui i nuclei familiari producevano soprattutto per il proprio fabbisogno facendo coin-cidere la comunità di produzione con la comunità di consumo.Solo dal XIX, con lo sviluppo delle vie di comuni-cazione verso la pianura, comiciarono a svilupparsi le prime attività rivolte al mercato. Non solo quindi agricoltura, allevamento e attività boschive, ma an-che un timido tentativo di produzione artigianale ed industriale. Gli abitanti di Mezzaselva potevano contare su ben poche opportunità lavorative, l’alter-nativa era l’emigrazione.

Lavorazione del legno“Il bosco è sempre stata la risorsa principale dei sette comuni” (Bonato Sergio, I Cimbri dei Sette Comuni, 61). Esso lungo i secoli è stato elemento vitale per il riscaldamento, per l’edilizia e per la pro-duzione di attrezzi. Svariate attività lavorative perciò gravitavano attor-no a questo materiale: commercio di legname, pro-duzione di attrezzi per l’agricoltura, costruzione di tetti e solai, produzione di carbone, fabbricazione di secchie, mastelli e utensili.Mezzaselva viene ricordata come paese di ottimi “mastellari” e “scatolanti”.

Estrazione del marmoUn’importante attività lavorativa era quella dell’estrazione del marmo.Le cave di marmo rappresentavano e in maniera minore rappresentano una rilevante industria per l’altopiano. In passato gli operai lavoravano ma-nualmente all’estrazione del Rosso Asiago, marmo famoso in tutta la penisola.

AgricolturaLe condizioni climatiche di Mezzaselva sono molto rigide. Non sono molte le colture che possono resi-stere a stagioni fredde ed estati miti.In passato erano le donne che si occupavano dei campi seminando frumento, orzo, lenticchie, piselli, fagioli e molte patate. La coltivazione della patata è infatti la più importante e ancora oggi presente nei pendii di Mezzaselva. Se in passato era coltivazione

di sussistenza e in qualche caso anche per la vendita, ora può essere definita quasi un passatempo.

Allevamento“Il pascolo costituisce un elemento insostituibile del paesaggio montano” (Bonato Sergio, I Cimbri dei Sette Comuni, 58). Per l’Altopiano dei sette co-muni il prato a pascolo oltre che caratterizzare gli scenari e le vedute diventate ormai caratteristica di questi luoghi, è stato per molti secoli importante elemento economico.L’allevamento di capi ovini e bovini e la conseguen-te produzione di latte, formaggio e lana hanno fatto conoscere questi territori all’Italia intera.

EdiliziaL’ edilizia, soprattutto nella fase di sviluppo turisti-co dal dopoguerra agli anni 90, è stato un settore trainante per l’economia altopianese.Il lavoro del muratore era molto comune e ancora oggi l’edilizia rimane uno dei pochi settori che offre opportunità lavorative.

SanitàL’impiego nella sanità era visto come il raggiungi-mento di una stabilità economica che permetteva finalmente una vita agiata. Con l’apertura dell’Isti-tuto elioterapico di Mezzaselva questo avvenne con circa 50 persone dipendenti dell’ospedale.Le mansioni erano varie: dagli infermieri, ai fisiote-rapisti, all’importante indotto che l’istituto creava.

12-13. Estrazione del marmo e tosatura.

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12-13. Estrazione del marmo e tosatura.

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14. L’istituto in disuso.

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La principale fonte economicaL’ospedale di Mezzaselva nasce nel 1933 come isti-tuto elioterapico, grazie alla sua particolare loca-lizzazione, per il recupero delle persone affette da tubercolosi ossea. Infatti si trova circa cinquecento metri sopra il paese nel mezzo del bosco che porta alla cima del monte Erio.Terminata l’emergenza tubercolosi, si trasforma ne-gli anni Sessanta in un centro ortopedico raggiun-gendo fama nazionale. Agli inizi degli anni Ottanta contava più di cento di-pendenti, di cui almeno la metà proveniente dal pa-ese di Mezzaselva. Si può pensare quindi che per il paese stesso fosse la principale fonte di reddito tanto da bloccare per alcuni anni il fenomeno dell’emigra-zione. Mezzaselva grazie a questo istituto e alla sua posizione, diventò famosa ricevendo pazienti da tutta Italia.Dalla seconda metà degli anni Ottanta, con il pas-saggio della struttura ad un’altra ULSS, cominciò un lento declino in termini di numero di pazienti e numero di dipendenti. Malgrado un’importante opera di ristrutturazione avvenuta negli anni No-vanta, nell’Aprile del 2004 l’istituto chiude i battenti lasciando un vuoto occupazionale non indifferente.Ora, come si può vedere nella fotografia, è una “cat-tedrale nel bosco”, una struttura fortemente inno-vative e funzionante che però per motivi politici e burocratici rimane ancora chiusa.L’identità di un luogo non è solo storia o cultura, ma anche lavoro. Per il paese questo istituto è stato fortemente caratterizzante in termini sia economici che di sviluppo sociale. Una struttura all’avanguar-dia che faceva conoscere il paese all’Italia intera e che creava un’importante e fondamentale indotto ad una economia molto precaria.Credo che il futuro di Mezzaselva dipenda anche dalla riapertura di questo ospedale; le possibilità di sviluppo economico legate ad una conversione dell’offerta turistica in una forma più sostenibile e identitaria sono un processo lungo e laborioso, una riapertura dell’istituto potrebbe essere considerata invece un rapido nuovo inizio per il paese.

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L’emigrazioneLa popolazione dell’Altopiano è una popolazione di emigranti. Se in principio fu immigrazione verso queste terre, dal 1600 la tendenza cambia trasfor-mandosi in emigrazione, inizialmente debole e sta-gionale, ma che poi diventerà sempre più massiccia e stabile. Il paese di Mezzaselva all’inizio del XX secolo contava circa 1200 abitanti.La forma principale di emigrazione presente era quella dei carbonai, uomini che andavano a far car-bone in terre tedesche (agevolati dalla lingua) par-tendo in primavera e facendo ritorno in autunno.Queste terre purtroppo hanno conosciuto i tragici avvenimenti della prima guerra mondiale.Con l’inizio della spedizione punitiva da parte degli austriaci e con il lancio delle prime bombe sull’Al-topiano nel maggio del 1916 i paesi in poche ore furono abbandonati e per più di tre anni gli altopia-nesi andarono profughi per pianure e città. L’intera popolazione di Mezzaselva si traferì nel comune di Pojana Maggiore, nella bassa pianura vicentina.A guerra finita non tutti tornarono, da quel mo-mento il paese conobbe un costante e consistente declino demografico in una grossa ondata emigra-toria che durò circa mezzo secolo. America, Ar-gentina, Australia, Francia, Belgio, Germania, sono queste alcune delle mete di queste genti che nella maggior parte dei casi non fecero più ritorno a casa.Oggi la popolazione del paese si è ridotta a circa 200 abitanti e purtroppo il fenomeno dell’emigra-zione, sebbene in forme molto più contenute, è an-cora presente.La mancanza di opportunità lavorative per i giovani

1910 1917 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 200

0

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emigrazione m

assiccia nel ventennio successivo alla seconda guerra mondiale

emigrazione forzata per la prima guerra mondiale

e una scarsa consapevolezza delle proprie ricchezze non fa altro che alimentare questo trend emigratorio. La consapevolezza della propria identità deve anche per questo diventare progetto e speranza, una valo-rizzazione delle biodiversità naturale e culturale in un contesto di sviluppo sostenibile ed integrato.

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1910 1917 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 200

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20 persone Emigrazioneper lavoro

Emigrazioneper studio

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La diminuzione demografica.

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Le mete migratorie casa per casa. ritornati non ritornati

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AUST

RALIA

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STATI UNITI

BELGIO

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GERMANIA

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emigrazioni

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Come si può vedere dalle mappa presentate tutto il paese è stato coinvolto nel grande movimento emi-gratorio.Questi emigranti segnarono tempi e itinerari nei grandi flussi emigratori raggiungendo le più dispa-rate mete e lasciando la propria terra natale nella prospettiva di “ far fortuna”.Francia e Australia furono le mete più frequen-ti, tanto che oggi la comunità italiana a Melburne proveniente da Mezzaselva conta circa 500 persone contro i 200 abitanti del paese.Questa diminuzione demografica però non deve es-sere vista solo come fattore negativo.L’attaccamento alla terra di origine degli emigranti è molto forte e sentito, non sono pochi i casi di ragazzi stranieri che vengono a visitare il paese di origine dei propri genitori o nonni.È questa secondo il mio punto di vista una grande opportunità di crescita culturale, di condivisione, di dialogo. Mezzaselva può fungere da collegamento e punto d’incontro di culture diverse nell’orgoglio dell’appartenere alla stessa terra d’origine.

15. Statua dell’emigrante di Asiago.Realizzata nel 1999 dagli artisti Aurelio Forte Laan, Mauro Bocchia, Martino Chiomento, Francesco Covolo, Massimo Fracaro e Gianangelo Longhini, del Gruppo Arteinsieme dell’Altipiano Vicentino.

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IL PASSATO OGGI

16-17. Alcuni momenti della cerimonia di apertura dell’Hoga Zait presso il comune di Roana.

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La fiaba dipinta nel gioco delle 40 carteInteressante è il progetto realizzato dalla scrittrice ed illustratrice Paola Martello (vicentina di origine mezzaselvese, figlia di quell’Umberto Martello che creò il primo vocabolario della lingua cimbra).L’opera consiste in un mazzo di 40 carte, su ognu-na delle quali è raffigurato un personaggio o un elemento delle leggende dell’Altopiano, con breve descrizione delle caratteristiche e dei luoghi di rife-rimento della rispettiva leggenda in lingua italiana e in lingua cimbra. Vi sono personaggi maschili e femminili, animali ed elementi naturali, oltre a una mappa dei luoghi fantastici dell’Altopiano.Le carte, divise in quattro colori, (azzurro per i per-sonaggi maschili, rosso per i personaggi femminili, giallo per gli animali, verde per gli elementi natu-rali), sono espressione di un elemento fragile come la fantasia che può diventare strumento di comu-nicazione di spazi e luoghi vissuti nel passato e nel presente.Si tratta di una straordinaria interpretazione iconicadell’universo magico altopianese, popolato di fate, orchi e folletti, protagonisti di fiabe, leggende e sto-rie del folklore con un approccio ludico che può di-ventare anche strumento didattico.

Le regole del gioco• Un giocatore mescola le carte e le distribuisce.• Il compagno successivo gira la propria carta e

sulla base dell’immagine suggerisce l’inizio di una storia.

• Si procede con il terzo giocatore che dopo aver girato la propria carta, continua la narrazione collegandosi al racconto precedente.

• E così via fino all’ultimo compagno che avrà il ruolo di concludere la vicenda.

• La storia può essere registrata, trascritta su un foglio o sulla lavagna, se il testo viene creato da una classe di studenti.

• I testi così realizzati, con i personaggi e i luoghi delle carte, possono essere utilizzati dagli stessi giocatori per creare libretti illustrati, fumetti, testi coerenti e coesi per il teatro e la narrazione letteraria.

• Anche la singola carta può essere ispiratrice di disegni, composizioni artistiche e testi in lingua italiana e in lingua cimbra.

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18. Alcune carte del gioco.

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HogazaitConoscenza e valorizzazione dell’identità cimbra. Sono questi i capi saldi dell’Istituto di Cultura Cim-bra. L’Istituto di cultura cimbra nasce più di trenta anni fa a Roana, grazie ad un gruppo di amici che cominciarono a lavorare per riscoprire il valore della tradizione cimbra, per farla conoscere e farla amare.Quindi un lavoro di recupero e valorizzazione ini-ziato negli anni settanta del secolo scorso, nel conte-sto di un sempre più generale interesse per la cultura popolare e per le culture locali.In questo difficile compito molte sono state le ini-ziative atte a questi scopi: pubblicazioni, conferenze, convegni e manifestazioni.Una di queste e forse la più recente è l’Hoga Zait, il festival Cimbro. Letteralmente, dalle traduzioni dal cimbro all’italiano a cura dell’ Istituto di Cultura Cimbra, significa “tempo alto” e, quindi, tempo di festa. Si tratta di un festival organizzato in collabo-razione con l’ufficio turistico del comune di Roana e le Pro Loco dei paesi che lo compongono che si svol-ge per circa dieci giorni nel mese di luglio. I cardini

su cui poggia l’Hoga Zait sono il retaggio linguisti-co, favolistico e folkloristico, che ne rappresentano, invero, anche l’indiscutibile patrimonio culturale e identitario. Pertanto un festival mirato ai “nuovi” cimbri, i cim-bri moderni, gli abitanti di questi paesi montani che non vogliono dimenticare le loro tradizioni. Il programma prevede una serie di eventi che si ri-petono ogni anno e una serie di eventi che tematiz-zano l’edizione.Se da una parte l’Hoga Zait rappresenta un’impor-tante iniziativa di riappropiazione delle proprie ori-gini negli abitanti, dall’altra parte, proprio perchè organizzata anche dall’ufficio turistico del comune, vuole essere anche un’attrazione turistica per i vil-leggianti.Questa doppia velenza credo sia un cardine decisa-mente importante che richiede un’attenta riflessione e ponderazione. Il rischio più ovvio è quello di cade-re in mere rappresentazioni folkloristiche e tursiti-che senza perciò risvegliare negli abitanti l’orgoglio e la consapevolezza di appartenere ad una minoranza linguistica e culturale D’altro canto, una serie di incontri troppo nostalgici e legati a un passato remoto non farebbe che allonta-nare l’interesse dei residenti verso queste tematiche ma soprattutto creerebbe nei giovani un senso di tri-stezza e noia, forse controproducente, che putroppo come sta avvenendo da molti anni conduce anche all’emigrazione.Credo si debba perciò lavorare molto su questo equilibrio che ritengo necessario per far sì cono-scere ad “altri” ciò che si è, ma principalmente deve dare dignità a chi vive su questi monti risvegliando l’amore e la salvaguardia di queste terre che caratte-rizzava i cimbri del passato.Interessante infine è scoprire come oggigiorno il ter-mine “hoga zait”venga utilizzato nei paesi di lingua tedesca per indicare la festa di matrimonio, in tede-sco Hochzeit.

19-20-21. Hoga Zait.Sulla sinistra il poster dell’evento.Sulla destra due immagini della serata dei falò propizatori. In ognuno dei sei paesi del comune viene acceso un falò visibile da tutti gli altri paesi. Interessante ma anche preoccupante constatare come nel paese di Mezzaselva quest’anno i partecianti fossero per la maggio-ranza villeggianti. Questo sta a testimoniare il difficile e problematico rapporto della popolazione locale con determinati tipi di eventi.

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La messa cimbraOstarmentakLa messa cantata in lingua cimbra è forse il più im-portante evento culturale di Mezzaselva.Celebrata per la prima volta nel 1979, è una funzio-na religiosa che ha luogo ogni anno il giorno di Pa-squetta nella chiesa maggiore di Mezzaselva.É un’espressione particolare della cultura cimbra che unisce sia il piano lingustico che religioso, elementi molto significativi e distintivi in questa popolazione montana, soprattutto nel passato.C’è perciò un forte interesse di riutilizzo della lingua cimbra; lingua per molti anni bistrattata e tenuta ai margini, che ora, anche se ormai in disuso, può farsi ascoltare ed unire il presente con il passato.Questa messa richiama molta partecipazione sia nei paesani che nelle persone che non vivono in questi luoghi.Se da una parte i paesani si sentono parte integrante della messa e hanno l’opportunità di riscattare la loro identità, i forestieri si sentono affascinati da questa funzione religiosa che vuole anche essere proposta di turismo culturale e spirituale.Come in molti degli eventi dell’Altopiano dei Sette Comuni nasce una forte relazione tra identità e tu-rismo; connessione molto significativa in quanto le attività turistiche rappresentano una delle maggior i fonti di reddito per la società.Ecco quindi come relazionando in maniera consa-pevole ed intelligente una caratteristica identitaria con scopi turistici si può mettere a frutto le diverse potenzialità che il territorio stesso offre, costruendo una straordinaria occasione di crescita e sviluppo e quindi di non abbandono.La differenza deve essere vista come una ricchezza e non come una debolezza, l’identità in questo modo deve diventare aperta, plurima, evolutiva, posta ver-so il futuro piuttosto che ancorata al passato.

22-23. Alcuni momenti della messa cantata in lingua cimbra.Il musicista-compositore Pierangelo Tamiozzo e il coro di Roana-Mezzaselva

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24. La celebrazione.

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La marcia MittelwaltLa marcia Mittelwalt-Maratona dei 7 comuni è una gara di natura non competitiva con percorsi di 6, 12, 22, e 42 chilometri.É la manifestazione più importante del paese di Mezzaselva sia per numero di partecipanti, 2000 at-leti, sia in persone coinvolte nell’organizzazione.La marcia nasce circa trenta anni fa da un gruppo di appassionati con la volontà di far conoscere Mezza-selva nella sua storia e soprattutto nel suo paesaggio.Con gli anni questa manifestazione ha riscosso un successo sempre maggiore richiamando podisti da tutto il Veneto e oltre.E’ indubbiamente un evento importante per la sua capacità di far conoscere il paese e quindi di mante-nerlo vivo. Ma ancora più importante è l’effetto che produce sulla popolazione residente.Nell’organizzazione vengono coinvolti molti abitanti che, lavorando in coesione, hanno la possibilità di ampliare il senso di comunità del paese che negli ul-timi anni è andato un pò a mancare.Molto importante è il coinvolgimento dei ragaz-zi più giovani che sentendosi partecipi e aiutando nell’organizzazione hanno l’opportunità di conosce-re e amare il loro territorio. La marcia diventa per-ciò anche strumento di insegnamento culturale e di conoscenza della propria terra.Si parla quindi non solo di un evento podistico o turistico ma anche di un’opportunità di riavvicina-mento alla propria terra.

Il nome Mittelwalt è da definirsi falso storico in quanto non deriva dalla lingua cimbra ma è frutto di una volontà di avvicinarsi al tedesco e quindi mo-dernizzare il nome dal cimbro originale. Non si sa chi sia colui che introdusse per primo questo nome, ma con gli anni è diventato di uso comune tra la po-polazione tanto da comparire su cartoline o postertursitici. Si può tradurre questa operazione come un tentativo di applicazione di una nuova identità, di una nuova faccia per il paese. Una volontà, per for-tuna scomparsa che portava ad un allontanamento dalle proprie origini cimbre verso qualcosa che non apparteneva al territorio e alla sua storia.

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Il logo del gruppo podistico Mittelwalt.

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25. La partenza della marcia.

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MAPPE DICOMUNITÀ

Che percezione hanno gli abitanti del territorio?Come viene vissuto il paese?Sono queste le domande che ci portano a parlare di presente, di vita di tutti giorni.Ci portano a parlare di persone e territorio, dei loro problemi e dei loro piaceri di vivere in un determi-nato luogo.Per capire come un mezzaselvese vive il suo paese e il territorio montano dell’Altopiano, mi sono avval-so di due diverse modalità di indagine: questionario cartaceo e videointervista.Le risposte del questionario e i dati ricavati dalle chiaccherate fatte durante le interviste mi hanno permesso di costruire delle mappe di comunità che cercano di rappresentare alcuni aspetti o caratteri-stiche della vita a Mezzaselva. Una realtà che dialoga con periodi turistici vacan-zieri e periodi di desolazione autunnale.Tra immensi patrimoni naturalistici e la mancanza di infrastrutture.Una realtà in certi versi difficile, soprattutto per i giovani che percepiscono e accusano una mancan-za di opportunità che in altre comunità alpine del Trentino forse ci sono. È sempre difficile riuscire a sintetizzare e quindi

rappresentare una realtà così complicata e ricca di sfaccettature. Mi sono per questo dedicato princi-palmente all’analisi di dati oggettivi che comunque aiutano a comprendere la vita a Mezzaselva.

Video interviste.Le video interviste si sono concentrate su temi che caratterizzano parti-colarmente il paese e la popolazione come la messa cimbra (Sergio Bonato), la marcia Mittelwalt (Emanuel Baù) e la fiaba delle beate donnette (Pierangelo Tamiozzo).

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MEZZASELVA

Questionario.Ho distribuito questo questionario composto da 13 domande in un periodo di circa sei mesi da luglio a gennaio.

Età:

Cosa fai nella vita?

Ti piace vivere qui?

Vorresti andartene?

4 parole con cui descriveresti questo paese:

Quali sono le tre cose di questi luoghi che hanno più valore per te?

Come ti sposti da un posto all’altro?

Cosa fai nel tempo libero?

Quali sono i luoghi principali di incontro e di divertimento per te?

Che rapporto hai con le tradizioni passate e con la storia di queste terre?

Ci tieni alle tue origini?

Qual è la festa o la cerimonia in cui ti senti più rappresentato? Perchè?

Il passato per te è un’oppoerunità o è solo storia?

MEZZASELVA

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PIETRA

MALGHE

GUERRA

VECCHI

FREDDO

VERENA

MARCIA

TRADIZIONE

SCI

TOPONIMI

PATATE

ALBERO

PLATTE

LINGUA

RICORDI

VACCHE

PRATISILENZIO

TRANQUILLITÀ

CASOTTO

ALCOOL

CACCIA

BOSCO

NEVEPULITA

FUNGHI

RELAX

STORIA

PATATE

LEGNA

NATURALE

MEZZASELVA

TURSIMO

TERRITORIO

AMICHEVOLE

RIFUGIOPECCATORUM

CIMBRO

CASE

NULLA

NOIA

VERDE

MEZZASELVA

O

BICICLETTA

K2

PAESAGGIO

SELVAGGIOVACANZE

OTTUSITÀ

Mappa di parole.Le parole più ricorrenti nel descrivere il paese chevengono collegate ai tre elementi che caratterizzano principalmenteMezzaselva: territorio, storia e turismo.

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PIETRA

MALGHE

GUERRA

VECCHI

FREDDO

VERENA

MARCIA

TRADIZIONE

SCI

TOPONIMI

PATATE

ALBERO

PLATTE

LINGUA

RICORDI

VACCHE

PRATISILENZIO

TRANQUILLITÀ

CASOTTO

ALCOOL

CACCIA

BOSCO

NEVEPULITA

FUNGHI

RELAX

STORIA

PATATE

LEGNA

NATURALE

MEZZASELVA

TURSIMO

TERRITORIO

AMICHEVOLE

RIFUGIOPECCATORUM

CIMBRO

CASE

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NOIA

VERDE

MEZZASELVA

O

BICICLETTA

K2

PAESAGGIO

SELVAGGIOVACANZE

OTTUSITÀ

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PENSIONATI

IMPIEGATI NELLA SANITÀ

IMPIEGATI NEL TURISM

O

IMPIEGATI NEL COMMERCIO

SETTORE DEL LEGNAME

SETTORE DELL’EDILIZIA

IMPIEGATI NELLA

SCUOLA IMPIE

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le attività oggi

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Le attività oggiLe opportunità lavorative oggi non sono molte.Come si può vedere nel grafico la percentuale mag-giore delle entrate economiche è data dalle pensioni; questo indica come l’età media della popolazione sia piuttosto elevata e il tasso di natalità basso.Coloro che decidono di rimanere a vivere in questo piccolo paese devono adattarsi scegliendo tra le po-che offerte di lavoro presenti sul territorio.Il settore della sanità si conferma, anche se in per-centuali minori rispetto al passato, il motore econo-mico attivo principale per Mezzaselva. Circa venti persone sono impiegate con diverse mansioni pres-so l’ospedale di Asiago. Il dato conferma come una riapertura dell’istituto elioterapico porterebbe più opportunità lavorative, più benessere e quindi meno emigrazione.Il settore turistico offre una tipologia di lavoro non costante nel tempo ma stagionale. Malgrado questo è considerato lavoro vero e proprio, specialmente per le donne.Molte attività commerciali nascono come esigenza di crearsi del lavoro autonomamente, ecco quindi che circa dieci persone si dividono tra negozi di ali-mentari, bar o officine meccaniche.Si potrebbe pensare che in un paese montano gran parte della vita dipenda dal bosco. Questo era vero in passato. Ora sono pochi gli impieghi legati al mercato del legname. Tra questi i principali sono il taglio boschivo, la falegnameria e i servizi di guardia boschi.La restante parte della popolazione lavorante si di-vide tra mansioni da impiegati, vigili o insegnanti, dunque dipendenti pubblici.Si può vedere quindi come la maggior parte delle persone lavori nel terziario. Le condizioni geogra-fiche, morfologiche e climatiche non permettono lo sviluppo dell’industria.Le attività di sussistenza del passato che permette-vano la vita in questi luoghi come l’agricoltura o l’al-levamento sono quasi completamente scomparse; il commercio globale non le rende redditizie e quindi economicamete sconvenienti.

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Tr

5 min

5 min

Auto

Mezzi pubblici Mezzi pubblici notturni

Bicicletta

Trento

aGrno Bas

5 min

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V

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5 min

Vicenza

Trento

Piovene Rocchette

Thiene

Treschè Conca

Cesuna

MEZZASELVA

Rotzo

Roana

Canove

Asiago Gallio

Conco

Lusiana

Enego

StoccaredoSasso

Foza

Piovene Rocchette

Thiene

Treschè ConcaCesuna

MEZZASELVA

Rotzo

Roana

CanoveAsiago

Gallio

ConcoLusiana

Enego

Stoccaredo

Sasso

Foza

Vicenza

Bassano del Grappa

Vicenza

Piovene Rocchette

Thiene

Treschè Conca

Cesuna

MEZZASELVA

Rotzo

Roana

Canove

Asiago

Conco

Enego

StoccaredoSasso

FozaGallio

Lusiana

Trento

Piovene Rocchette

Thiene

Treschè Conca

Cesuna

MEZZASELVA

Rotzo

Roana

Canove

Asiago Gallio

ConcoLusiana

Enego

Stoccaredo

Sasso

Foza

Camporovere

Trento

Page 59: KAN TOBALLE MEZZASELVA

I tempi di percorrenzaQuello dell’Altopiano è un territorio di difficile per-corribilità.Se il territorio non è vasto a livello geografico lo è sicuramente per il modo in cui è vissuto dalla po-polazione. La sua estensione è di circa 470 kmq con una densità media di 45 abitanti per kmq distribuiti in paese e frazioni. Le connessioni tra i vari paesi, data anche la morfologia del territorio, non sono agevoli; i collegamenti sono un susseguirsi di sali e scendi tra valli, vallette e promontori lungo arterie piuttosto contorte.Dall’analisi svolta si percepiscono notevoli proble-matiche nei collegamenti tra i centri dell’Altopiano e la pianura. Da questi schemi si può notare come i tempi di percorrenza siano notevolmente differenti tra mezzi privati e mezzi pubblici. La scarsità di of-ferta del trasporto pubblico obbliga la popolazione a spostamenti con mezzi privati.Questo problema è maggiormente sentito nel mon-do giovanile in cui la necessità di un ciclomotore è quasi essenziale.Il forte isolamento territoriale è accentuato perciò dai difficili collegamenti con la pianura, fattore sen-za dubbio negativo ma che può avere i suoi punti di forza nella salvaguardia naturalistica del territorio.Una natura che insieme alla storia deve quindi di-ventare il motore di un territorio con caratteristiche uniche e per questo prezioso.

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Tempi di percorrenza.Ogni raggio corrisponde ad un tempo di 5 minuti.

Page 60: KAN TOBALLE MEZZASELVA

Gli spostamenti nel tempo liberoNella pagina precedente si è potuto constatare come sebbene le distanze non siano eccesive, gli sposta-menti sono tutt’altro che semplici. Questa difficoltà di movimento si riperquote anche negli spostamenti per divertimento o per il tempo libero.Dai dati estrapolati dal questionario dato agli abi-tanti si sono potute costruire queste tre mappe che illustrano visivamente i “campi di spotamento” e le principali mete dei cittadini.Si è deciso di dividere la popolazione in tre gruppi di età in quanto in base all’età le mete cambiano e quindi anche le distanze.Per i ragazzi tra i 14 e i 18 anni che hanno come unico mezzo di trasporto il motorino o l’autostop il campo di spostamenti è molto limitato, massimo 4 chilometri. Le mete sono bar, parchi o discoteche.Con il compimento del diciottesimo anno di età e con la conseguente acquisizione della patente il campo si allarga. L’autonomia negli spostamenti viene vista inizialmente con libertà assoluta di mo-vimento, in realtà le mete o i luoghi di ritrovo dei giovani tra i 18 e i 35 anni non escono dai confini della piana centrale dell’Altopiano. La tendenza delle persone sopra i 35 anni è quella di trovarsi in luoghi più vicini al paese se non nel paese stesso. C’è quindi una contrazione del campo degli spostamenti.Sebbene l’automobile permetta una libertà e un’au-tonomia notevole negli spostamenti, chi decide di rimanere a vivere nell’Altopiano tende a non uscire dai confini montani e a chiudersi all’interno della comunità. Sono pochi i contatti con la città o con la pianura.

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Page 61: KAN TOBALLE MEZZASELVA

1km

Spostamenti 15-18 anni

Spostamenti 18-35 anni

Spostamenti > di 35 anni

discoteca

parco

bar

bar

baita

bar

discoteca

pub

bar

bar

pizzeria

baita

1 km.

bar

bar

pub

discoteca

discoteca

bar

bar

bar

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Page 62: KAN TOBALLE MEZZASELVA

Messa cimbra

Pranzo/festa di paese

Hoga Zait

Il percorso delle erbe

Torneo di calcetto

Marcia Mittelwalt

Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio

Agos

to

S

ette

mbr

e

Otto

bre

No

ve

mbre

Dicembre

eventi a Mezzaselva

Messa in lingua cimbra

Festa del paese

Hoga Zait

Torneo di calcettoMarcia Mittelwalt

Incontro sulle erbe medicinali

Madonna della salute

Babbo Natale

Residenti

Villeggianti

Provenienza deipartecipanti

1000200<50

Numero di partecipanti

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Page 63: KAN TOBALLE MEZZASELVA

Gli eventiCome già detto Mezzaselva è uno dei paesi che meno ha ricevuto le influenze omologatrici del tu-rismo montano degli anni 60 e 70. Se in altri paesi maggiori dell’Altopiano l’edilizia tursitica e la via-bilità hanno stravolto quello che era il passato, per Mezzaselva, restata sempre ai margini, questo non è avvenuto. Tale mancato sviluppo che da un lato ci fa apprez-zare il paese per la sua autenticità e dall’altro è stato promotore di emigrazioni e abbandono, si ripercuo-te anche sulle feste e sugli eventi che hanno luogo in paese. A differenza di altri centri abitati in cui l’offer-ta turistica di eventi e manifestazioni è molto ampia, Mezzaselva mantiene un certo equilibrio tra le feste che appartengono alla storia e all’identità del paese e le manifestazioni puramente turistiche. In questo diagramma si può notare come gli eventi che richiamano partecipanti non residenti si con-centrano nei periodi vacanzieri, mentre le feste au-toctone si collocano in altri periodi.É da notare comunque come anche le manifestazio-ni turistiche estive o invernali mantengano un certo grado di appartenenza al territorio, quindi non sem-plici eventi di attrazione ma mescolanza di identità e divertimento.Come sottolineato precedentemente l’equilibrio tra turismo e identità è fondamentale per lo sviluppo futuro di questi luoghi, il recente passato insegna come un’offerta turistica che si scosta dalla territo-rialità non è costruttiva per il futuro.

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Page 64: KAN TOBALLE MEZZASELVA

IN MEZZASELVA

Page 65: KAN TOBALLE MEZZASELVA

IN MEZZASELVA

Page 66: KAN TOBALLE MEZZASELVA

Il PROGETTOIN MEZZASELVA

In un progetto di identità legata al territorio alcu-ni elementi o caratteristiche identitarie emergono maggiormente rispetto ad altre, sono “più forti”.Sono molti i tratti che interagendo tra loro, delinea-no le peculiarità di un luogo, ma alcuni di essi sem-brano avere una valenza o un impatto maggiore.Questo mio progetto di tesi può essere definito quasianomalo in quanto io, avendo origini altopianesi, partivo già con una base di conoscenze sul paese di Mezzaselva. Ma con il lavoro di ricerca ho avuto modo di apprendere dati, elementi e caratteristiche di cui forse neanche gli abitanti sono a conoscenza, soprattutto i più giovani.Uno dei dati che mi ha più colpito è senza dubbio quello relativo all’emigrazione. L’emigrazione è sta-to un fenomeno comune in Italia, soprattutto nella prima metà del XX secolo, ma per il paese di Mez-zaselva è stato particolarmente incisivo, tanto da se-gnarne profondamente l’esistenza e quindi l’identità.Si è trattato di uno spopolamento massiccio che ha portato non solo un’evidente diminuzione di quelle poche opportunità legate all’agricoltura, all’artigia-nato e al commercio, ma anche una costante perdita di fiducia nel futuro unita ad un malcontento gene-rale nel vivere in questi luoghi. Veder partire verso mete lontane i propri vicini, pa-renti o conoscenti senza la certezza di rivederli, non deve essere stata un’esperienza facile. D’altra parte, lasciare la propria terra d’origine senza un futuro certo non deve essere stato altrettanto semplice. Come si è potuto vedere nelle mappe sull’emigrazio-ne del paese presentate nella prima parte del testo, le mete sono state molteplici. Non solo città italia-ne, ma anche stati europei ed extra-europei. Si può pensare ad un’identità “Mezzaselvese” distribuita in varie parti del mondo, con il suo bagaglio di ricordi, di sentimenti, di esperienze e di nostalgie. Ed è prorpio questo dato che mi ha fatto pensare ad

un progetto multimediale. In tutte quelle famiglie che sono dovute partire, il ricordo del paese è molto forte. Molto più difficile invece è il ritorno tra queste montagne, anche solo per un periodo di vacanza. La distanza, la lingua e le possibilità economiche sono barriere che rendono estremamente difficile il viaggio per riabbracciare la propria terra d’origine.Ecco quindi come internet e la rete possono essere uno strumento che accorcia le distanze per creare nuove possibilità di relazioni e nuovi punti di rife-rimento. Internet permette di rimanere non solo in contatto con la propria famiglia, ma soprattutto con la propria cultura di origine.Un tempo chi partiva per destinazioni molto lonta-ne, fermava il suo immaginario al momento dell’ad-dio. Per la comunità di Mezzaselva emigrata già dalla fine del XIX secolo è un “gap” di più di cento anni, i discendenti ora devono avere la possibilità di riagganciare i rapporti con il loro passato.

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Page 67: KAN TOBALLE MEZZASELVA

Piattaforma webDalle riflessioni sull’emigrazione nasce questa mia idea di piattaforma-archivio multimediale.Un luogo virtuale dove poter mostrare al mondo ciò che si è e dove poter condividere identità comune, valori, cultura identitaria, che deriva dalla stessa terra d’origine. Una possibiltà di confronto tra per-sone che hanno le stesse origini ma che la storia con l’emigrazione ha diviso. Una ricchezza culturale. Per il paese ora non esiste nessun mezzo o media di di-vulgazione culturale o turistica. La volontà è quella di creare una piattaforma web con funzione di archivio e vetrina per le notizie.

Archiviol’archivio multimediale dà la possibilità di caricare e quindi condividere ogni tipo di documentazione (immagini, suoni, video, testi) che rappresentano Mezzaselva e la sua identità di ieri e di oggi. Per-ciò non solo ricordi o testimonianze nostalgiche del passato, ma anche vita presente nel paese e non.Un raccoglitore di frammenti di questa terra, non solo geografici ma anche umani.

NewsNews è una sezione della piattaforma che permette la divulgazione di contenuti culturali legati al terri-torio: eventi, promozioni turistiche, comunicazioni.Inoltre può essere un mezzo per avvicinare le istitu-zioni ai cittadini e ai turisti.

Scelta del nomeLa scelta del nome per la piattaforma è una decisio-ne molto rilevante in quanto il titolo e quindi l’indi-rizzo web può contribuire in maniera determinan-te al successo e alla riuscita del sito. Infatti già dal nome del dominio si può favorire la comprensione dei contenuti o dei servizi offerti.Ovviamente nel mio caso il titolo della piattaforma dovrà contenere la parola Mezzaselva che già di per sé, non essendoci altri siti dedicati al paese, potreb-be essere sufficiente in termini di unicità e comuni-cabilità.Avendo, si spera, un bacino di utenza che va oltre i confini nazionali e dovendo dialogare con perso-ne che non sempre conoscono la lingua italiana, ho pensato di aggiungere la preposizione “in” che unita alla parola Mezzaselva esprime un significato simile in italiano e in inglese, dentro Mezzaselva.Il risultato, “IN MEZZASELVA”, vuole esprimere quindi tutto ciò che fa parte del paese: persone, luo-ghi, ricordi, relazioni, immagini e identità.

26-27. Passato e presente dell’emigrazione.La foto in alto a destra raffigura uno dei primi emigranti di Mezzaselva in Australia mentre, al centro si può vedere la famiglia generata da esso.

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Page 68: KAN TOBALLE MEZZASELVA

ANALISISOCIAL NETWORK

Prima di progettare una piattaforma web con valen-ze di “social network” non si può non analizzare le più famose e usate possibilità che la rete offre.

FacebookFacebook è il social network più usato in Italia e nel mondo. Si tratta di un mezzo molto potente dove le persone che si iscrivono possono dialogare tra di loro, caricare e condividere foto, farsi nuovi amici e ritrovare vecchi amici d’infanzia. Inoltre si possono creare dei gruppi che condividono le stesse passioni o che, come farebbe al caso nostro, provengono o hanno origini da un determinato luogo.La caratteristica che mi ha fatto scartare l’opzione facebook,(almeno nella parte di archivio), è il con-trollo della privacy unita alla gestione dei diritti dei contenuti caricati.Le condizioni di utilizzo di facebook prevedono che il social network acquisisce contrattualmente tutti i diritti, compresi quelli di sfruttamento commerciale e cessione a terzi, dei contenuti pubblicati, e quindi anche delle fotografie. Aggiungendo l’impossibilità di caricare contenuti audio, ritengo facebook non ideoneo ai mie scopi.

Twitter La forza di twitter è l’immediatezza unita alla veloci-tà e semplicità di divulgazione di messaggi di testo.Una sorta di blog dove i post sono chiamati twit che sono obbligatoriamente corti, in modo che chi scrive sia portato ad arrivare subito al dunque, e chi legge il messaggio non perde tempo.La filosofia di twitter però si ferma solo alle possibi-lità di scrivere poche parole e al condividere imma-gini. Questo è un grosso limite che ovviamente ho preso in considerazione scartando anche l’opzione twitter.

MyspaceMyspace è forse il social network con caratteristiche che più si avvicinano alle esigenze richieste per la piattaforma web di Mezzaselva. Offre ai suoi utenti blog, profili personali, gruppi, foto, musica e video.La forte presenza di spamming e il crescente calo di utlizzo del network per scopi sociali rende myspace di scarsa utilità per i mie fini.

Infine la caratteristica principale che mi fa scegliereuna piattaforma dedicata e progettata da me rispetto all’avvalersi di un social network è l’unicità.Analizzando i social network più usati ci si rende conto che non c’è quasi mai gerarchia nei contenuti: pagine di persone, di gruppi, o di luoghi sono tratta-te nel medesimo modo sia a livello di distribuzione dei dati, sia nell’aspetto grafico. La mia necessità è di avere una struttura molto ver-satile e dinamica che abbia un aspetto grafico e una distribuzione dei contenuti ben precisa.

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Page 69: KAN TOBALLE MEZZASELVA

Archivio | SuoniFotografieImmaginiCartolineVideoDocumentiTestimonianze

| ManifestazioniEventiFesteTurismo

IN MEZZASELVA

LA STRUTTURADEL SITO

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News

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am

ministratori

amministratori

amm

inistratori

amministratori

amm

inis

trato

ri

Archivio

utenti

News

utenti

utenti utenti

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Page 71: KAN TOBALLE MEZZASELVA

La struttura del sito è fortemente dinamica. I conte-nuti sono redatti dinamicamente e quindi possono variare in qualsiasi momento grazie all’interazione tra sito e utenti. Lo schema di sinistra illustra come avvengono queste interazioni: l’apporto di contenuti nelle sezioni archivio e vetrina deve essere appro-vato dall’amministratore che funge da responsabile per il sito stesso.

Il diagramma sulla destra illustra invece la struttura del sito e i livelli dei contenuti. Essendo una piat-taforma blog, si è deciso di far coincidere la home page con la pagina “archivio”, mentre l’accesso alla pagina “news” avviene mediante un pulsante posti nel menu di navigazione.Le categorie invece sono selezionabili dalla sidebar posta sulla destra dello schermo.

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News

Page 72: KAN TOBALLE MEZZASELVA

IL LAYOUTGRAFICO

Prima ancora di definire il layout di un sito internet è bene scegliere il linguaggio di programmazione più adeguato con cui costruirlo.In questo caso, trattandosi di un archivio con con-tenuti variabili e con possibilità di interazione degli utenti, la scelta è caduta nel linguaggio di scripting PHP con collegamenti a database MySQL.Si è deciso di utilizzare la piattaforma di “personal publishing” Wordpress in quanto è una via di mez-zo tra un’applicazione per la creazione e la gestione dei blog, e un una piattaforma per la realizzazione di siti internet molto semplice da utilizzare, ricca di funzionalità e dotata di un’architettura facile da estendere tramite plugin.L’ideale per i miei scopi. Una volta scelto lo “sche-letro” e le “arterie” del sito si può procedere con la progettazione del layout.La semplicità di interazione deve essere la caratte-ristica principale.Normalmente lo schema di anali-si visiva di una sito da parte di un utente segue un percorso ad “F” che parte dall’estremità sinistra della pagina e si muove verso destra e verso il basso.Si è deciso quindi di suddividere la pagina in cinque aree principali:

-header/testata-menu-conteiner/contenitore-sidebar/barra laterale-footer/piè di pagina

HeaderL’header è lo spazio rettangolare posizionato nella parte superiore della pagina. Lo scopo pricipale dell’header è quello di rendere riconoscibile il sito tramite l’inserimento di loghi, immagini o testi che caraterrizzino la pagina. Gli utenti devono sapere perciò da subito di essere arri-

vati all’indirizzo corretto.In quest’area perciò verrà inserita la testata o il logo della piattaforma dedicata a Mezzaselva. MenuLo scopo del menu è quello di rendere agevole agli utenti la navigazione all’interno della piattaforma. Poichè ho deciso di suddividere il sito in tre sezioni, in questa area saranno presenti 3 pulsanti/link.

ConteinerIl conteiner è l’area dedicata all’esposizione dei con-tenuti del sito a seconda della sezione in cui ci si trova.Essendo un sito dinamico e quindi con contenuti variabili di giorno in giorno, l’ordine di esposizione è continuamente diverso. Esso può essere organizza-to in maniera temporale e quindi in ordine di inseri-mento, per categorie o per parola chiave. SidebarNei siti web e più precisamente nei blog la sidebar è uno spazio rettangolare posto sul lato destro o sini-stro della pagina dove poter inserire, link, tipologie di ricerca o widget.La caratteristica principale della sidebar è quella di essere indipendente rispetto alla navigazione del sito, ovvero di non cambiare in relazione ai conte-nuti esposti nel content.Ecco quindi che risulta molto utile come strumento aggiuntivo per la navigazione, potendo inserirvi le diverse categorie dei post, il form per registrasi al sito, la barra di ricerca e molto altro.

FooterIl footer è la parte inferiore della pagina web.Oltre a segnalare la fine della pagina, è uno spazio dove poter inserire ulteriori link, copyright e crediti.

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Page 73: KAN TOBALLE MEZZASELVA

HEADERTestata o logo

NAVIGATORE SEZIONIarchiviovetrina

CONTENTSpazio dove verranno visualizzati i contenuti ordinati per data/categoria/parole chiave

SIDEBARSpazio dove posizionare la barra diricerca, categorie dei post presentinel sito e login.Trattasi di uno spazio molto flessibilee personalizzabile dove poter inserirequalsiasi elemento.

FOOTERCrediti, contatti, copyright

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Page 74: KAN TOBALLE MEZZASELVA

BackgroundLa scelta dello sfondo in una pagina web molte vol-te è sottovalutata. Solitamente si è soliti vedere siti con sfondi colorati o con pattern senza una logica particolare.In questo caso si è deciso di inserire come sfon-do un’immagine di una mappa ad effetto “rilievo” dell’altopiano.La scelta è dettata dalla volontà di dare un impatto visivo iniziale che ci colleghi fin da subito al tema della montagna e quindi a Mezzaselva.

ColoriCi saranno solo tre diversi colori nel layout del sito: verde, marrone e grigio.I primi due rispecchiano quelli che sono i colori pre-dominante nel paesaggio montano, mentra il terzo viene visto come colore neutro per caselle di testo o linee divisorie.Il bianco sarà usato per gli background del contai-ner, sidebar e footer.

Scelta dei caratteriLa scelta del carattere giusto per un sito web è ar-gomento tutt’altro che banale e influenza in modo netto sia la sua usabilità che l’impatto emotivo del suo layout grafico.Per far si che il sito internet sia ugualmente visua-lizzabile da diversi sistemi operativi è necessario utilizzare caratteri cosiddetti web safe (chiamati così perchè installati di default praticamente su tutti i computer del mondo).Ecco quindi che la scelta è quella di utilizzare il ca-rattere “Verdana”, presente in tutti i sistemi operativi più comunemente usati e progettato appositamente per la visualizzazione a video.

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Page 75: KAN TOBALLE MEZZASELVA

Home page.All’apertura del sito si visualizzerà la pagina “archivio”

www.inmezzaselva.com

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Testi/Text

Testi/Text Testi/Text

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Testi/Text

Page 77: KAN TOBALLE MEZZASELVA

INTEGRAZIONEFACEBOOKFACEBOOK CONNECT

Come analizzato nella sezione “analisi social net-work”, Facebook rappresenta un potente mezzo in grado di connettere in maniera semplice ed efficace le persone in tutto il mondo.La mia scelta di non utlizzarlo come supporto per i contenuti su Mezzaselva a favore di una piattaforma dedicata non mi impedisce di sfuttarne le potenti caratteristiche aggregative che Facebook mette a di-sposizione.Non solo tramite il social network si può pubbliciz-zare il sito (Facebook marketing), ma si può anche far comunicare i due media tra loro.Questo grazie a Facebook Connect che consente agli utenti di “connettere” la loro identità di Facebook a qulsiasi sito web esterno, portando con essi le loro credenziali e quindi con un certo grado di affida-bilità.Il vantaggio stà nella semplicità di registrazione al sito in quanto basta un semplice click ed è possibile loggarsi al blog, tramite le credenziali di Facebook.Gli utenti perciò avranno la possibiltà di commen-tare gli articoli senza dover inserire i loro dati, basta un click e compariranno il nome, cognome e la foto del profilo.Inoltre avranno la possibilità di pubblicare il com-mento sulla propria bacheca facendo così conoscere il sito anche ad altre persone.Infine c’è la possibilità di invitare altri amici a far parte della piattaforma e publicizzare la community che si creerà.

.Facebook connect.I semplici passaggi che permettono la sincronizzazione di Facebookcon il sito InMezzaselva.

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Page 78: KAN TOBALLE MEZZASELVA

MONITORAGGIOTRAFFICOGOOGLE ANALYTICS

Infine, dato lo scopo e lo spirito del sito, riunire e far dialogare le varie identità sparse nel mondo del pae-se di Mezzaselva, ho ritenuto necessario monitorare il traffico passante sulla piattaforma.Capire da dove gli utenti interagiscono con il blog può diventare elemento prezioso per valutare il suc-cesso del sito e quindi la riuscita dei miei intenti.Inoltre grazie ad un’attenta analisi si possono in-dividuare i punti deboli e quindi programmare le necessarie contromisure; ad esempio migliorando i testi, l’accesibilità, la navigabilità, curando i link, e così via. Per fare tutto ciò mi sono avvalso di Google Analyti-che è il servizio di statistiche più usato e verasati-le nel web. Il suo utilizzo tra le varie funzionalità permette di individuare quali siano le pagine più visualizzate, la provenienza degli utenti, per quanto tempo sono rimasti all’interno del sito e la loro po-sizione geografica. Tecnicamente, avendo utilizzato la piattaforma Wor-dpress come base del mio sito, è bastato solamente creare il codice JavaScript di tracking (GATC),e tramite un semplice plugin monitorare ogni sin-gola pagina del mio sito.Ora all’indirizzo “http://www.google.com/intl/it/analytics/” sarà possibile visualizzare i dati del sito.

.

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Dashboard 01/gen/2011 - 31/gen/2011Rispetto a:S ito

0

4

9

0

4

9

3 gen 10 gen 17 gen 24 gen 31

Visite

Uso del sito

90 Visite

784 Visualizzazioni di pagina

8,71 Pagine/Visita

32,22% Frequenza di rimbalzo

00:04:48 Tempo medio sul sito

38,89% % Nuove visite

www.inmezzaselva.com

Visite

1 83

Google Analystics.Alcuni dati che il sistema può monitorare, numero di visite e provenienze.

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Page 80: KAN TOBALLE MEZZASELVA

ESEMPI DI CONTENUTI

28-29. Contenuti fotografici.

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Page 81: KAN TOBALLE MEZZASELVA

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Page 82: KAN TOBALLE MEZZASELVA

30-31. Contenuti video.

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Page 83: KAN TOBALLE MEZZASELVA

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Page 84: KAN TOBALLE MEZZASELVA

32-33. Contenuti audio.

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Page 85: KAN TOBALLE MEZZASELVA

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Page 86: KAN TOBALLE MEZZASELVA

Testi.

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Page 87: KAN TOBALLE MEZZASELVA

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Page 88: KAN TOBALLE MEZZASELVA

POSSIBILI INTERAZIONI TRA GLI UTENTI E Il SITO

Welcome,Lorenzo Melotto

LogoutFacebook

Commento

Video

Dialogo

Commento

Commento

INMEZZAS

Welcome,Ivan Pretto

LogoutFacebook

Welcome,Matteo Caponetti

LogoutFacebook

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Page 89: KAN TOBALLE MEZZASELVA

Dialogo

Testo

Immagine

Suoni

Suoni

Commento

EZZASELVA

Welcome,Susan Martello

LogoutFacebook

Welcome,Francesco Belloli

LogoutFacebook

Welcome,Marco Volpi

LogoutFacebook

Welcome,Elise Fabris

LogoutFacebook

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Page 91: KAN TOBALLE MEZZASELVA

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CONCLUSIONI

Perchè investigare l’identità di un luogo in una tesi di laurea in Comunicazioni visive e multimediali?Si è soliti pensare che il designer grafico debba dise-gnare loghi o brochure, come si è soliti veder risol-vere i problemi legati al territorio tramite interventi di urbanistica, di viabilità o con la progettazione di nuove infrastrutture.Credo invece che un designer possa intervenire an-che in ambiti che riguardino il territorio, i suoi usi e la sua identitàUn punto di vista proveniente da una disciplina che che raramente partecipa ai processi di pianificazione del territorio, ma forse riesce a cogliere aspetti na-scosti o non convenzionali, ma non per questo meno importanti.In questa tesi ho cercato di analizzare, indagare e approfondire le caratteristiche di un piccolo paese dell’Altopiano dei Sette Comuni, rilevandone le pe-culiarità e quindi l’identità.Malgrado una storia significativa e molto caratteriz-zante, ho cercato di non soffermarmi solo sul passa-to e sulla nostalgia di tempi remoti; il mio approccio è stato quello di analizzare il territorio tra epoche diverse cercando di identificare i caratteri più signi-ficativi e predominanti, rilevanti ancora oggi nel de-finire ciò che caratterizza questo luogo.Uno studio e una ricerca che non pretendono di risolvere problemi e che di certo non vogliono im-porre delle soluzioni, ma che tentano di indagare su quella che è l’anima del territorio, il connubio perciò di persone, cultura e terra.

Nel primo capitolo ho cercato di riassumere bre-vemente la storia delle genti che per prime hanno abitato questo territorio sottolineando gli eventi più significativi e quindi caratterizzanti come le ondate immigratorie e lo sviluppo della rete viaria.

Nel secondo capitolo, interamente dedicato al paese di Mezzaselva, ho analizzato il paese nella sua storia, in come il passato vive oggigiorno e nella vita del presente.Una realtà diventata difficile per la mancanza di op-portunità lavorative che porta ad una costante emi-grazione verso la pianura e un malcontento generale.

Nel terzo capitolo, che coincide con la fase proget-tuale di questa mia tesi, ho focalizzato il mio lavoro su quella che è una delle caratteristiche principali del paese, l’emigrazione. Lo scopo principale è quello di creare non solo un sito dove poter condividere l’orgoglio di appartenere alla stessa terra d’origine, ma anche quello di creare una piattaforma rivolta al futuro. L’identità e l’appar-tenenza ad una cultura non è solo un residuo arcaico da ricordare o da trasformare in eventi folkloristici, ma può essere elemento vivo, in evoluzione, in grado di guardare al futuro creando nuove opportunità.La piattaforma web chiamata “INMEZZASELVA” vuole perciò essere catalizzatore di individualità nella volontà di creare una nuova comunità fatta di emigrati e residenti, di vecchi e giovani, tra passato e presente nell’ottica di un nuovo domani.

É questo un progetto che può essere visto come base da cui partire, un progetto rivolto ai residenti e a tut-ti coloro che hanno a cuore questo territorio. Un pic-colo resoconto su quello che è il paese di Mezzaselva che funge da stimolo per una maggior consapevo-lezza delle proprie caratteristiche e che può portare a nuovi sviluppi e nuovi scenari futuri, nella speranza di invertire il trend emigratorio di cui il paese e l’Al-topiano sono soggetti da più di un secolo.

Page 92: KAN TOBALLE MEZZASELVA

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Il layout del sito web idealehttp://www.sito-perfetto.it/nc/aggiornamenti-articoli-comunicazione-web/aggiornamenti-disponibili/articolo-selezionato/novita/il-layout-del-sito-web-ideale-45.html

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IMMAGINI

1-2. Google Maps http://maps.google.it/

3. Belloli Francesco (2010)

4. Belloli Francesco (2011)

5. Ortofotografia Catasto

6-7-8-9. Belloli Francesco (2010)

10. Fotografo sconosciuto ZOTTI, C. (1982) Mezzaselva Kan Toballe, Istituto di Cultura Cimbra, Roana. (pag 36)

11. Belloli Francesco (2010)

12-13. Sandro Brazzale, Istituto di Cultura Cimbra, Roana

14. Belloli Francesco (2010)

15. Alan Latre (2010)

16-17. Belloli Adriano (2010)

18. Paola Martello http://www.educazione.unipd.it/gribs/images/M_images/40_carte.swf

19-20-21. Belloli Francesco (2010)

22-23-24. Istituto di Cultura Cimbra, Roana

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25. Belloli Francesco (2009)

26-27. Fotografi sconosciutiFonte: Fam. Martello (Australia)

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MALGHE

VECCHI

FREDDO

VERENA

MARCIA

SCI

TOPONIMI

ALBERO

VACCHE

PRATI

ALCOOL

RELAX

LEGNA

TURSIMO

TERRITORIO

AMICHEVOLE

NULLA

BICICLETTA

VACANZE

Università Iuav di VeneziaFacoltà di Design e Arti

Laurea Magistrale in comunicazioni visive e multimediali

Francesco Belloli266865

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