Jurij Lotman e le arti Caricature e ritratti Isabella Pezzini Sapienza Università di Roma.

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Jurij Lotman e le arti Caricature e ritratti Isabella Pezzini Sapienza Università di Roma

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Jurij Lotman e le artiCaricature e ritratti

Isabella Pezzini

Sapienza Università di Roma

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“Il ritratto” di Juri Lotman (1993)

• Il ritratto esempio della massima per cui “più una cosa è comprensibile, più è incomprensibile” (p. 63 tr. it.)

• Il ruolo specifico del ritratto nella cultura è di contrapporre il segno e il suo oggetto.

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• Due punti di partenza opposti:

• A: il ritratto come prova che documenta l’autenticità dell’individuo e della sua raffigurazione (cfr. impronta digitale – anticipa la fotografia): in questo senso è separabile ma al tempo stesso inseparabile dall’individuo

• B: il ritratto come particolare genere pittorico mette in rilievo nella personalità umana i tratti cui viene attribuita la dominante semantica: il viso è più personale, mani e altre forme del corpo meno (cfr. Van Dyck)

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Ritratto come prova

• Qualcosa di simile al nome: “la presenza nella lingua di parole che oscillano tra l’oggetto del segno e il segno ci svela in notevole misura l’essenza del ritratto”

• Come il ritratto, il nome è come se venisse crearsi apposta per quella data persona: identificazione anche giuridica fra la persona e il ritratto > di qui la necessità della sua somiglianza, che rende possibile il riconoscimento.

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• In questa prospettiva conta non tanto la somiglianza in sé quanto la capacità formale di essere segno di somiglianza: quindi, in questo tipo di ritratto, si cerca di una medietà espressiva

• in cui vi è selezione di tratti, alcuni ritenuti fondamentali e portatori di significato, altri no (vs opera d’arte)

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Ritratto come genere pittorico

• R. contemporaneo = Prodotto della cultura europea dove l’ ideale si realizza nell’individuale, inseparabile dal corporeo da una parte e dal reale dall’altra.

• Ma l’identificazione tra ideale e reale produce un effetto di annullamento

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Problema della dinamicità

• Vs la fotografia, il cui tempo è sempre presente, il tempo del ritratto è dinamico, il suo “presente” è sempre gravido di memoria del passato e di presentimenti del futuro (“istante pregnante”)

• A volte questo tratto si concentra negli occhi o nelle mani

• cfr. il racconto Portret -“Il ritratto” di Gogol: la forza diabolica e l’innaturale dinamicità si concentrano negli occhi (“occhi vivi in un viso morto”)

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1.Sguardi

• Verso cosa sono indirizzati gli occhi nel ritratto?

• Verso gli occhi dello spettatoreOppure:• Sguardo sognante (verso l’infinito)• Sguardo enigmatico (mistero): di qui il

significato allegorico attribuito al ritratto, come contenente un certo segreto

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• Cfr. letteratura e poesia:

• Gli occhi sono il polo in cui si concentrano similitudini e figure

• Natura polifonica del ritratto, il genere pittorico più “metaforico”

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2. Rembrandt, La lezione di anatomia (1632): la composizione del ritratto collettivo come soluzione del problema della dinamicità

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Il mistero dell’individualità nell’arte

• “La Lezione di anatomia di Rembrandt consiste nel viso che è ‘uno’ in molti visi e nello stesso tempo ‘non è uno’. Lo scontro tra unità e molteplicità rappresenta uno dei potenziali strumenti per esprimere il movimento attraverso l’immobilità” (p. 71)

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Anthony Van Dyck- Carlo I re d’Inghilterra visto dai tre lati, 1636

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3.Galleria Militare del Palazzo d’Inverno

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I 332 generali russi che combatterono contro Napoleone – ritratti da George Dawe

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Un unico ritratto collettivo vs un’unità ciclica di ritratti diversi e non intercambiabili – differenza nel simile/identità nel diverso

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• Di particolare interesse i riquadri con la seta verde:

• Grado zero, cioè assenza di significato

Oppure• Assenza significativa (vi erano i ritratti dei

decabristi, tolti dopo l’insurrezione del 1825: ma così tutti li ricordano)

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4. Il confine fra arte e realtà

• Cfr. poesia di Puskin (“Il Condottiero”)

• Facendo parlare i ritratti, Puskin esce dai limiti della pittura per immettersi in uno spazio non pittorico, giocando al confine fra arte e realtà (p. 73)

• Anche il lettore è trasportato in uno spazio pluristratificato, temporale e esistenziale

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Ritratto di Barclay de Tolly

• Puskin, Il condottiero

• “…viene rivelato un importante procedimento artistico: l’uscita del testo dai proprio limiti; lo spazio aperto è come se venisse risucchiato dentro il testo artistico, il che trasforma l’incompiutezza in elemento di espressione di significato” (p.75)

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5. “Non è solo né sono in due”

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Introduzione nel ritratto di una seconda figura antitetica: dopo la coppia, cfr. i cani nei ritratti di Valentin Serov, (m.1911): “mordace analogo della bella e raffinata esteriorità del loro padrone”

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Cfr. la posa contraddittoria dei cani anche in Venere e Adone di Rubens (m. 1640):

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6. Il ritratto fra enunciazione (chi ha ritratto chi) e enunciato (chi è ritratto): incerto confine tra celebrazione e caricatura

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Goya (1746-1828) :seguendo tutti i canoni della pittura ufficiale, l’opera può essere letta sia come una tremenda profezia, sia come una caricatura

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7. Nelle Madonne di Raffaello: i lineamenti dell’amata

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Differenza fra icona e ritratto. Il termine medio: il volto di Cristo, umano e divino allo stesso tempo

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• La duplicità umano/divina del volto di Cristo svela la natura del ritratto come tale: una rappresentazione di qualcosa di reale giudicata secondo valori estremamente elevati

• La postura frontale funziona da interpellazione e riflesso di chi guarda al tempo stesso

• Può incarnare un rimprovero o un’esaltazione, i difetti di chi guarda come anche una nascosta speranza di resurrezione

• Alla sua base si trova il confronto fra ciò che è e ciò che dovrebbe essere

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Il ritratto, la lingua culturale del suo tempo e la personalità del suo creatore

• “E così il genere del ritratto si trova al punto di intersezione tra possibilità diverse di rivelare l’essenza dell’uomo attraverso gli strumenti dell’interpretazione del suo viso” (p. 79)

• In questo senso è anche l’impronta della lingua culturale di un’epoca e della personalità del suo creatore:

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K.P.Brjullov (1799-1852), L’ultimo giorno di Pompei: il pittore si raffigura nell’atto di mettere in salvo i pennelli

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• E’ un autografo nell’autografo, un discorso impropriamente diretto: “Lui dice che è lui”

• Due diverse ipostasi dell’”io “ dell’artista: in una è il soggetto della narrazione, nell’altra il suo oggetto

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Due stereotipi culturali si affermano nella pittura del XVIII secolo: una è l’essenza statale, solenne, elevata… come nel ritratto di Kutuzuv di R.M.Volkov (1773-1831)(a sinistra) o di A.V.Suvorov (1730-1822) (a destra)

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Borovikovskij (: aumento interesse dimensione psicologica, accessori quotidiani, bambini, parchi

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Verso due tipi di ritratto: spigliato-quotidiano vs ufficiale

• Dietro queste scelte, due diverse concezioni della realtà: la realtà come gerarchia di valori, essenza di un fenomeno, e dall’altro realtà come episodio colto in un istante

• Cfr. Puskin e Caterina II in La figlia del Capitano, in cui oscillava fra i due ritratti, quello ufficiale di Levickij (ragion di stato) e quello di Borovikovskij legato all’illuminismo, il sovrano come persona

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Seconda metà XVIII e inizio XIX: natura interiore dell’individuo. cfr. ritratto di Derzavin di S. Tonci (1801)

• “Anzi no, dipingimi piuttosto

• Nel più rozzo degli aspetti:

• Nel freddo atroce, col fuoco dell’anima,

• Con un colbacco peloso, nella pelliccia avvolto…”

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• Il paesaggio invernale nella poesia di Derzavin e nella ritrattistica era un assoluto stereotipo poetico-letterario.

• Quel che venne definito “realismo” come sfondamento del mondo della simbolica e ingresso nella realtà quotidiana, era in realtà una nuova fase di simbolizzazione poetica

• Le convenzioni precedenti vengono sostituite con modelli convenzionali sempre più complessi e sofisticati

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Conflitto fra essenza e concretezza storica

• Il ritratto si trova dunque all’incrocio fra tre percorsi culturali:

a. Bisogno di somiglianza, e quindi stilizzazioni subite dal viso umano che rappresenta la Natura

b. Esigenza della moda

c. Ossequio alle regole della pittura

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Il ritratto come detonatore dell’arte di un epoca

• L’arte si rispecchia nella vita e la vita si rispecchia nell’arte

• Non solo tra byt e scena, ma anche tra scena e tela nascono intersezioni: anche lo spettatore legge in un determinato modo sia il viso reale dell’individuo rappresentato sia le leggi del ritrarre (Gogol)

• La vita del ritratto si situa così in uno spazio semantico ricco di fattori: dal ritratto come genere, al ritratto come fenomeno di pittura di un’epoca, a quel ritratto in particolare, unico e individuale

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Legame antitetico fra icona e caricatura: dal divino all’animalesco, angeli e demoni

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Arte come santità/ Arte come peccatoSturm und Drang

• La dinamica generale dell’arte si sposta su un asse i cui poli sono rappresentati:

a. dalla libertà infinita = totale affrancamento dall’oggetto

b. Estremo attaccamento all’oggetto

A seconda del momento, una tendenza è decretata come arte, e l’altra all’opposto.

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Contro i musei

• La storia dell’arte va ricordata e dimenticata al tempo stesso, così come ricordiamo e dimentichiamo insieme che l’attore sulla scena si accascia morto rimanendo però vivo.

• Nel museo bisogna giocare e non contemplare

• Per penetrare lo spirito dell’arte bisogna ricreare il suo insieme immerso nel byt, nei costumi, nei pregiudizi, nell’infantile purezza della fede.

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Gogol

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Rif bib

• Questi appunti fanno riferimento al saggio “Il ritratto” di Jurij Lotman, che appare in traduzione italiana nel libro a cura di Silvia Burini: Ju. Lotman, Il girotondo delle muse,

• Bergamo, Moretti&Vitali, 1998, pp.63-96.