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CORSO UNIVA 2013 Lamezia Terme Journal Club D. SURACI U.O. Geriatria Centro U.V.A. Locri

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CORSO UNIVA 2013

Lamezia Terme

Journal Club

D. SURACI

U.O. Geriatria

Centro U.V.A.

Locri

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ATTIVITA’ FISICA E DIETA,

SOLITI TESORI ANCHE NELLA

PREVENZIONE DELLE DEMENZE

Prof. G. Sorrentino

Docente di Neurologia

Università degli Studi di Napoli “Parthenope”

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ATTIVITA FISICA E DIETA NELLA

PREVENZIONE DELLE DEMENZE

Non mancano le dimostrazioni del legame tra gli stili

di vita ed il rischio di molte malattie neurodegenerative

tra cui la M. di Alzheimeir.

Nel 2004 Laura Fratiglioni – fiorentina emigrata con

cariche di vertice nel Karolinska di Stoccolma – scriveva

sul Lancet Neurology che “uno stile di vita attivo e

socialmente integrato protegge dalla demenza” .

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Circa negli stessi anni due psicologi statunitensi, Stanley

Colcombe e Arthur Kramer, condussero una metanalisi

su 18 studi, osservando che il fitness training comporta

benefici selettivi e “robusti” sulla funzione cognitiva,

suggerendo che la plasticità neuronale e cognitiva si

mantiene per tutta la vita.

Più complessa è la spiegazione biologica di tali evidenze.

Giuseppe Sorrentino propone alcuni meccanismi

fondamentali, sulla base delle evidenze sperimentali.

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Un’attività fisica intensa induce una risposta metabolica

cerebrale che non si localizza soltanto nelle aree

tipicamente motorie, sensoriali e di controllo

cardiorespiratorio. L’acido lattico derivato dall’attività

muscolare raggiunge l’encefalo, dove funziona come una

sorta di shuttle energetico intercellulare.

L’esercizio fisico, attraverso la regolazione della piruvato

chinasi deidrogenasi (PDK-4), limita il consumo di

glucosio muscolare allo scopo di assicurarne una

quantità sufficiente per l’aumentata richiesta metabolica

cellulare.

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Sorrentino ricorda il ruolo della UCP2, uncoupling

protein, a livello dell’ippocampo. Questa proteina

mitocondriale limita lo stress ossidativo e incrementa la

produzione di ATP. In altre parole, ciò giustificherebbe,

l’induzione da parte dell’esercizio fisico, di elementi

chiave del metabolismo energetico capaci di modulare

l’elasticità sinaptica propria dei meccanismi della

memoria e dell’apprendimento.

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La UCP2 o proteina di disaccoppiamento mitocondriale 2 è

una proteina che negli esseri umani è codificata dal gene UCP2.

Questa proteina fa parte della famiglia dei trasportatori degli

anioni localizzati nella membrana mitocondriale interna come il

vettore per il fosfato inorganico e del Ca2+ citosolico e non solo. Il

suo nome è dovuto alla elevata omologia di questa proteina con

UCP1 o termogenina.

A differenza dell'UCP1, che agisce solo sul grasso bruno e quindi

solo sulla termogenesi adattativa, la UCP2 non interviene in

questo meccanismo; sembra invece che questa intervenga nel

controllo mitocondriale dei derivati delle specie reattive

dell'ossigeno (ROS).

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Un ruolo rilevante nel condizionare la salute cerebrale in

conseguenza dell’esercizio fisico sarebbe giocato anche

dal brain derived neurotrophic factor (BDNF), un fattore

di crescita i cui livelli aumentano, in conseguenza dello

sforzo fisico, in aree cerebrali come l’ippocampo e la

corteccia caudale, deputate a funzioni cognitive.

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ll fattore neurotrofico cerebrale BDNF (Brain-derived

neurotrophic factor) è una neurotrofina. Storicamente è

stato il secondo fattore neurotrofico ad essere

caratterizzato dopo il fattore di crescita nervosa. BDNF

agisce su determinati neuroni del sistema nervoso centrale

e del sistema nervoso periferico, contribuendo a sostenere

la sopravvivenza dei neuroni già esistenti, e favorendo la

crescita e la differenziazione di nuovi neuroni e sinapsi. Nel

cervello, è attivo nell'ippocampo, corteccia cerebrale,

e prosencefalo basale - aree vitali per l'apprendimento, la

memoria, e il pensiero. Il BDNF riveste di per sé un ruolo

importante per la memoria a lungo termine.

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Mark Tuszynski, evidenziò che dopo iniezioni

intracraniche nelle cavie di BDNF (Brain Derived

Neurotrophic Factor) crescevano i collegamenti

tra le cellule nervose e le sinapsi, si arrestava la

morte delle cellule neuronali e si registrava un

aumento delle connessioni tra cellule nervose di

circa il 25 %.

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Sistema Colinergico:proiezioni su aree di interesse

cognitivo

Corteccia

frontale

Corteccia parietale

Corteccia occipitaleNucleo del setto

mediale

Nucleo

basalis Ippocampo

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Nelle stesse aree cerebrali risultano indotti altri fattori

trofici come l’NGF e il fattore di crescita fibroblastica 2

(FGF-2), in risposta all’esercizio fisico, anche se la loro

up-regulation risulta transitoria.

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NGF (Acronimo di Nerve Growth Factor, fattore di crescita

della cellula nervosa), proteina dimerica, formata da due

subunità uguali unite tra loro da ponti di solfuro, prodotta

in piccole quantità in vari tipi cellulari nei Vertebrati. Levi

Montalcini e Hamburger per primi, nel 1953, descrissero la

sua presenza in cellule di sarcoma del topo e stabilirono

che esso stimolava la crescita estensiva dei neuroni di

embrioni di pollo. L’NGF ha la proprietà di indurre

l’allungamento delle fibre nervose e di orientarne la

crescita verso gli organi bersaglio, sembra agire nel senso

di indirizzo dello sviluppo e della rigenerazione degli

assoni (neurotropismo).

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Numerose sono anche le evidenze circa specifici consumi

alimentari. Molte riguardano l’apporto di colesterolo,

responsabile di regolare i livelli cerebrali di beta

amiloide. Lo stesso risultato per altro può derivare da

sostanze comunque connesse con l’assorbimento (fibre) o

col metabolismo del colesterolo (acido 9-cis-retinoico),

che promuove l’incorporazione del colesterolo nelle

particelle HDL.

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In linea generale – sottolinea l’autore – un adeguato stile

alimentare previene il rischio di disturbi neuro

degenerativi. Diete ricche di acido docosaesaenoico

(DHA o acido cervonico) B12 (<omocisteina) e folati,

povere di sale, associate al controllo della pressione

arteriosa, contribuiscono a ridurre il rischio di demenza

vascolare.

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Il DHA (acido docosaesaenoico) è metabolizzato a

formare i docosanoidi, che comprendono diverse

famiglie di potenti ormoni.

Infatti, il DHA è un acido grasso importante per la

sintesi dello sperma e nel cervello dei fosfolipidi, in

particolare nella retina. L'assunzione con la dieta di

DHA può ridurre il rischio di malattie cardiache

riducendo nell'uomo il livello nel sangue dei trigliceridi.

Si è visto che bassi livelli di DHA sono stati associati con

la malattia di Alzheimer.

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Gli antiossidanti hanno anche un effetto rilevante nel

ridurre il rischi di demenza: i flavonoidi (presenti in

molti frutti, nei semi di cacao, nel Ginkgo biloba) hanno

dimostrato di ridurre il decadimento cognitivo e

l’apprendimento nei roditori. Anche l’acido alfa lipoico -

presente negli spinaci, nei broccoli, fagioli e lievito -

sembra migliorare le prestazioni mnesiche e

neurologiche, in generale nei topi.

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Una ricerca scientifica della Northwestern University e

del Monell Center di Chicago (Illinois USA) pubblicata su

Toxicology and Applied Pharmacology sostiene che

l’oleocantale, molecola estratta dall’olio extravergine di

oliva può combattere la degenerazione delle cellule

nervose contrastando l’insorgenza di A.D., in quanto in

tests di laboratorio è in grado di inibire una serie di

proteine tossiche ADDL che danneggiano le sinapsi.

L’oleocantale si lega alle proteine nocive e ne modica le

dimensioni impedendone il legame alle sinapsi. Ciò si è

visto in laboratorio mediante riproduzione, per mezzo di

una coltura cellulare, su tessuto d’ippocampo.

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Malattia di Alzheimer:

una degenerazione progressiva dell’SNC

con un quadro patologico caratteristico

Atrofia cerebrale

Placche senili

Grovigli neurofibrillari

Katzman, 1986; Cummings and Khachaturian, 1996

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CONCLUSIONI

L’esercizio fisico innesca risposte metaboliche

protettive e l’aumento di alcune neurotrofine;

un contributo viene anche dagli antiossidanti di

origine alimentare.

(Dieta mediterranea e apporto di vit. B12).

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CONCLUSIONI

IL CONTROLLO DEI FATTORI DI

RISCHIO (ipertensione, obesità, diabete,

fumo, depressione)

L’INCREMENTO DELL’ATTIVITA’

FISICA

UN CORRETTO STILE DI VITA

ALIMENTAZIONE CORRETTA

SONO DA PERSEGUIRE

A QUALUNQUE ETA’

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CONCLUSIONI

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CONCLUSIONI

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CONCLUSIONI

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“ SOLO SE IL TEMPO VISSUTO E’ PRESENTE

NELLA MENTE POSSIAMO RITROVARE

IL CALORE DELLA VITA”

Berghe J.V.

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GRAZIE PER

L’ATTENZIONE !