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S A I N T - V I N C E N T J eux d’ eau Poste Italiane S.p.A. in AP D.l 353-2003 (conv. in L.27/02/2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB (Aosta) n. 10-2011 Saint-Vincent Folk Festival 2011 Le notti del Rock Incontro con Stefano Unterthiner

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Pubblicazione del Comune di Saint-Vincent

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Saint-VincentFolk Festival 2011

Le notti del RockIncontro con

Stefano Unterthiner

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PROSSIMI APPUNTAMENTI DELLA BIBLIOTECA COMUNALE

INCONTRI CON L’AUTORE PRESSO IL CENTRO CONGRESSI “SAINT-VINCENT”

VIA MARTIRI DELLA LIBERTA’, 6

26 gennaio 2012 h. 21.00

In occasione della “Giornata della Memoria 2012”:“Deportati militari di Saint-Vincent e presenze ebraichenel territorio del Comune durante la Seconda guerra mondiale”

Relatrice della serata sarà Laura Decanale Bertoni: Archivista, che ha riordinato e inventariato l’archivio storico comunale di Saint-Vincent. Tra le opere che ha pubblicato,quella intitolata “I documenti d’archivio specchio della vita della Valle del Lys dal Fascismo alla Repubblica”verte in parte sull’argomento dell’incontro.

La conferenza sarà accompagnata dalla proiezione di immagini e da letture di brani di documenti originali,tratti dall’archivio storico comunale.

16 febbraio 2012 h. 21.00

In collaborazione con le associazioni V.I.O.L.A.e Cibo è salute“Scegli ciò che mangi”

Relatrice della serata: Dott.ssa Anna Villarini del Dipartimento di medicina preventiva e predittivadell’Istituto Nazionale per la ricerca e la cura dei tumori di Milano, responsabile del Progetto”Diana 5”.

15 marzo 2012 h. 21.00

In occasione della XVII Giornata della memoriae dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”:“Le mafie: un problema solo del Sud? Serata dibattitocon Libera Valle d’Aosta”

Relatrice della serata: Marika Demaria, referente regionale di Libera,associazione impegnata a diffondere la cultura della legalità e della lotta alle mafie

5 aprile 2012 h. 21.00

“Salute, cibo e cultura: uno sguardo antropologico”Relatore della serata: Prof. Oscar Torretta, docente e consulente di antropologia presso università,istituzioni sanitarie e culturali italiane e straniere. Ha svolto lavori di ricercain Messico, Birmania, Brasile e Italia.

3 maggio 2012 h. 21.00

“Cieli perduti” Archeoastronomia: le stelle degli antichi

Relatore della serata: Prof. Guido Cossard, laureato in fisica, Presidente dell’Associazione Ricerchee Studi di Archeoastronomia Valdostana. Attivo conferenziere, ha tenuto numerose conferenzenel campo dell’astronomia ed in particolare dell’archeoastronomia.

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S O M M A R I O

In questo numero di Jeux d'eau

4 Saint-Vincent Folk Festival 2011

5 Perché leggere i classici?

6 Le notti del Rock

7 Incontro con Stefano Unterthiner

9 News dal Comune

13 Cinematografo ambulante Edelweiss

15 Notizie storiche della Croce Rossa a Saint-Vincent

17 La nostra biblioteca

19 Concorso fotografico

20 Orioux

23 Lo Gnalèi

in primo pianoJeux d’eauPeriodico Comunale - Dicembre 201122° anno - n. 66 Infovallée n. 10-2011 Reg.Trib di Aosta n. 5227-11-88Poste Italiane S.p.A. in AP D.l 353-2003(conv. in L.27/02/2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB (Aosta)

• GESTIONE EDITORIALELe Roy S.r.l. - Verrèstel. [email protected]: Infovallée

• DIRETTORE RESPONSABILEDario Bordet

• GRAFICA E IMPAGINAzIONEtornagografica.it - Saint-Vincentper Le Roy S.r.l.

• STAMPAItalgrafica - Novara

• COLLABORATORIMaurizio Castiglioni,Laura Decanale, Pierluigi Marquis, Francesco Prinetti,Sergio Rossi, Rita Thuegaz,Sezione Tzan Saint-Vincent, Direttivo Ru Courtaud,Patric Tuberlini, Comando Carabinieri Compagnia Saint-Vincent - Châtillon, Comunità Montana Monte Cervino (Ufficio Sociale e Ufficio Tecnico), Volontari 118 Châtillon - Saint-Vincent.

• CONTRIBUTI FOTOGRAFICIOltre agli autori degli articoli,si ringrazia per il materialeiconografico: Piermario Péaquin, Archivio A.I.A.T. (Foto Agnello),Si ringrazia Valeria Sciontiper la cortese disponibilità

• COORDINATORIAnna RigazioMaurizio Castiglioni

COMUNE DI SAINT-VINCENT - Desideriamo informar-La che i suoi dati personali raccolti direttamente pres-so di lei o fornitici saranno utilizzati da parte de “Jeu d’eau” nel pieno rispetto dei principi fondamentali dettati dalla direttiva 95/46/CE e dal D.lgs. 171/98 per la tutela della Privacy nelle Telecomunicazioni e dalla direttiva 97/07/CE e dal d.lgs. 185/99 Direttiva 97/7/CE e dal D.lgs 185/99

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Saint-VincentFolk Festival 2011L a musica tradizionale è arrivata

a Saint-Vincent per una ras-segna di 5 appuntamenti: 4 si

sono già svolti ad ottobre ed il 5° si svolgerà il 23 dicembre.La rassegna è iniziata in sordina giovedì 6 ottobre... le cause? sicura-mente la novità, la scelta di proporre alla comunità comunale eventi su settimana e anche il tempo si è messo di mezzo... Sul palco era presente Enrico Negro, chitarrista canavesano che ha presentato un repertorio suonato e cantato da un capo all’altro del Piemonte: melodie occitane, canti delle valli di Lanzo, brani tratti dal vastissimo repertorio dell’appennino (la zona delle 4 pro-vincie) sino al Lago Maggiore.

Giovedì 13 ottobre è stata la volta di Trouveur Valdotèn che con una quarantina di strumenti musicali alla mano hanno guidato il pubblico alla scoperta delle tradizioni musicali, degli strumenti, delle storie e delle leggende delle Alpi raccontando e suonando ogni strumento da quelli più antichi come corni e tamburi a quelli piu moderni come organetti, ghironde e cornamuse.

Il 20 ottobre è stata la volta di una dei gruppi che ha cambiato la concezione della musica tradi-zionale nel nuovo millennio ovvero Abnoba. 7 ragazzi con in comune la passione per la musica tradizionale ma anche la voglia di innovare, spe-rimentare, contaminare: organetto, cornamusa, clarinetto e voce sono accompagnati da tastiere, batte-ria e basso per un’ora di musica tratta dai loro primi due album “Vai Facile” e “Abnormal”. Questo evento, tra l’altro, è stato seguito in diretta da “Radio Proposta in Blu” con una postazione mobile. Ultimo appuntamento di dicembre è stato con Kesal: trio composto da Annapaola zavattaro, Raffaele Antoniotti e Sergio Pugnalin per un viaggio tra la musica tradizionale ed il teatro, un concerto fatto di sonorità moderne con un insieme di atmosfere più popolari hanno cre-ato l’eco di un’epoca di “Chansons Françaises” del terzo millennio.

Il Saint-Vincent Folk Festival chiude con il 5° ed ultimo appuntamento venerdì 23 dicembre, sempre presso il nuovo centro congressi comunale

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U N I T à D ' I T A L I A

con un bal folk chiamato BAL DE TSALENDE. Sul palco è la volta di PITULARITA, il duo composto da Rémy e Vincent Boniface. Andremo alla scoperta di brani per il ballo delle Alpi, monferrine. Mazurke, val-zer e curente ma anche con qual-che incursione nelle regioni fran-cesi del Rhônes-Alpes, in centro-Francia, in Bretagna e nel Poitou. Un grande ringraziamento va fatto agli enti locali, in primis il Comune di Saint-Vincent,la biblioteca comu-nale e la Comunità Montana Monte Cervino oltre che all’Amministra-zione Regionale che ha contribuito in maniera sostanziale affinché si sia potuta svolgere la prima edizione del Saint-Vincent Folk Festival.

Un ringraziamento va anche ai colla-boratori dell’Associazione Culturale Artson di Torgnon per aver seguito la direzione artistica e gli aspetti organizzativi.

Maurizio CastiglioniAnna Rigazio

Mathieu Aymonod

D omanda impegnativa che è stata posta, mercoledì 30 novembre, nel corso di

una conferenza, organizzata dalla biblioteca comunale, al professor Bruno Germano, stimatissimo pro-fessore di lettere del liceo classico di Aosta, ora in pensione, nonché direttore della fondazione “Centro di studi storico-letterari Natalino Sapegno”. La conferenza si inseriva in una serie dedicata ai 150 anni dell’unità di Italia, cominciata con la profes-soressa Laura Decanale, che ha riordinato il nostro archivio comu-nale, e proseguita coll’intervento del professore Marco Cuaz, noto storico valdostano.Germano ha iniziato partendo dalla definizione di classico proposta dallo scrittore Italo Calvino che considera un classico “un libro che non finisce mai di dire ciò che ha da dire” e che quindi invita ad una sua rilettura. Ma anche leggere per la prima volta un classico è già una sorta di rilettura in quanto, proprio perché considerato universalmente tale, ne abbiamo già sentito parlare.Secondo Germano, leggere i classici è fondamentale, soprattutto per gli adolescenti, per aiutarli a formarsi uno spirito critico con cui affron-tare e capire meglio i problemi di oggi in quanto questi esprimono ad un livello altissimo le cono-

“Perchéleggere

i classici?”scenze dell’uomo; come esempio, ha riportato un’affermazione, tratta da “Il Principe” di Machiavelli, che decretava amaramente come l’ap-parire fosse ritenuto dal popolo più importante dell’essere, che risulta sconcertante per la sua attualità.La lettura dei classici ha anche però una valenza linguistica: autori come Dante, Petrarca, Ariosto, Goldoni, Leopardi, Manzoni, Verga, i clas-sici per l’appunto, sono riusciti ad esprimere concetti e trasmettere valori attraverso strumenti lingui-stici perfetti che sono alla base della nostra lingua nazionale. A questo proposito, il professore si è soffermato su uno dei nostri più importanti classici: i “Promessi sposi” di Alessandro Manzoni di cui ha approvato la recente reintrodu-zione in tutti i bienni delle scuole superiori italiane.Manzoni, proprio perché sentiva imprescindibile l’unità d’Italia, rite-neva fosse necessario avere una lingua unitaria, che fosse un riferi-mento per tutti gli italiani, da nord a sud. Nacque così l’idea di scri-vere un romanzo, genere letterario ancora poco diffuso in Italia, ma di matrice popolare, utilizzando una lingua che tutti gli Italiani potessero capire. Scelse quindi, rendendola più attuale, l’idioma che per secoli aveva rappresentato la cultura ita-liana, il toscano, la lingua di Dante.

Pertanto la lingua dei “Promessi sposi” rimane ancora, dopo quasi tre secoli, la nostra lingua.

C.V.

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V enerdì 25 novembre il nuovo Centro Congressi Comunale ha ospitato la conferenza LE

NOTTI del ROCK, una retrospet-tiva guidata da Marco Jaccond e Roberto Mazzanti sugli anni più creativi della musica rock.La rassegna NOTTI del ROCK si arti-cola sui più diversi percorsi musicali, perlopiù anglo-americani, esperiti tra il 1967 e il 1976.Per buona parte del pubblico rock il termine “progressivo” non evoca immagini ed atmosfere da favola bensì suoni, da una sorta di medio evo remoto, se non preistorico. Sono pochi a ricordare quelle eroiche gesta e quegli anni neppure troppo lontani.Se ne sono dimenticati anche molti dei protagonisti, che non ne parlano volentieri, e se lo fanno c’è sempre un’ombra di imbarazzo, quasi timida vergogna.

Se il R&R degli anni ’50 fu musi-ca per il corpo e il rock anni ’60 fu musica per liberare il corpo attraverso la mente, il cosiddetto rock progressivo fu musica per la crescita della mente.Si passò dall’ingenua infanzia di Elvis alla sfrenata adolescenza dei Beatles e dei Rolling Stones. Ad un certo punto il rock affrontò gli anni della maturità e privilegiò i contenuti anziché la forma, ricer-cando momenti di maggior intimità e raccoglimento interiore, a proporsi come forma d’arte e non più come puro disimpegno.Il rock progressivo fu quindi musi-ca seria. Non viene ricordato come periodo solare, non rievoca gioia ma solo misurato entusiasmo. Un passaggio, chiave, nella costan-te evoluzione musicale del genere più vitale della seconda parte del secolo scorso. Qualche settimana fa, dunque, Jaccond e Mazzanti hanno presentato in poco meno di due ore il primo fondamentale quadriennio 1967-1970, quello in cui i Beatles composero i loro ultimi capolavori prima di sciogliersi definitivamen-te. In quel tempo si affermarono i Cream, mentre altri gruppi (in Italia le “band” erano più prosaicamente denominate “complessi”) si accin-gevano a sfoderare opere destinate a segnare in modo indelebile la

cultura musicale del nostro tempo: Led zeppelin, Iron Butterfly, Black Sabbath, Argent, Deep Purple, Santa-na, Genesis, Yes, Gentle Giant, Doors, Grand Funk Railroad, Van der Graaf Generator, Caravan, Soft Machine, Renaissance. Pink Floyd, Colosseum, Emerson Lake and Palmer, Jethro Tull e infiniti altri. Le proposte d’ascolto si sono alternate su supporti diversi, dal presitorico giradischi al lettore di compact disc, dal lettore Dvd ai files MP.3. Mazzanti si è focalizzato sugli aspetti più musicali, stilistici, mentre Jaccond ha fornito inusuali chiavi di lettura dei testi più famosi e delle copertine più celebri degli storici long playing (altrimenti detti “padelloni”).La passione e l’attenzione del pub-blico presente consigliano il prosie-guo della rassegna che la Biblioteca di Saint-Vincent intende riprendere con l’anno nuovo.Non si esclude l’inserimento di qual-che esibizione “live” per movimen-tare il percorso “rock” dal 1971 al 1976, prossime tappe delle NOTTI del ROCK.

R. M.

Le notti del RockG O O D V I B R A T I O N S F O R E V E R

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I L P E R S O N A G G I O

Incontro conStefano Unterthiner

Nonostante conoscessi già la sua notorietà, ho avuto la fortuna di incontrare personalmente Stefa-no Unterthiner, famoso fotografo e nostro concittadino.Nasce nel 1970 e comincia ad appassionarsi alla fotografia verso i 17 anni. Il suo maggiore interesse è la natura.Studia scienze naturali e arriva al dottorato di ricerca in zoologia. Il suo era più un lavoro pratico, che ha sicuramente contribuito alla sua esperienza, ma la sua indole era la libera professione, per poter immor-talare le immagini più emozionanti che esistono in natura, e principal-mente in Italia. Negli anni ’90 in Italia il mercato della fotografia era ancora poco sfruttato.

Diventa così responsabile scientifico per la rivista “Oasis” per 3 anni e cominciano i suoi numerosi viaggi, che durano come minimo 6 mesi, alla ricerca di momenti speciali da immortalare.Dal 2000 in poi la sua passione per la fotografia si trasforma in un vero e proprio lavoro.Oltre alla collaborazione con “Oasis” si aggiungono anche altre riviste europee (Germania e Francia) che si occupano di immagini di natura fino al 2009.Dal 2005 Stefano inizia a lavorare con il “National Geographic Italia-no”, un’occasione unica visto che nessun italiano aveva avuto ancora la possibilità di collaborare con una rivista così prestigiosa.Iniziano così i primi incarichi. L’im-pegno è quello di perseguire l’obiet-tivo che ci si prefigge per portare a termine l’incarico, anche se ci sono delle variabili o degli inconvenienti durante il percorso.

Stefano è sempre più richiesto dalle riviste di natura e dal 2009 inizia a lavorare anche con il “National Geo-graphic Americano”.Vengono pubblicati in questi anni diversi libri con le foto di Stefano: i primi tre legati alla Valle d’Aosta, il quarto sul pinguino reale, il quinto sull’orso della Finlandia e l’ultimo (non ultimo) sul cigno selvatico.Stefano predilige le immagini inver-nali perché sono più misteriose e lasciano più spazio alla curiosità ed all’immaginazione.Ha partecipato diverse volte al con-corso fotografico BBC perché è una vetrina importante, con numerosi partecipanti, dove si conoscono col-leghi fotografi e ci si può relazionare.A tutt’oggi Stefano sta portando a termine un incarico iniziato nei mesi settembre/ottobre e sicuramen-te per marzo/aprile 2012 avrà altri incarichi. Sua intenzione è quella di rimanere di più in Valle d’Aosta per potersi dedicare a una nuova idea

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I L P E R S O N A G G I O

fano: le immagini stampate possono anche essere acquistate dal pubbli-co. Questa è un’ulteriore possibilità per potersi relazionare con persone conosciute e non.Non mi rimane da dire che tutti noi aspettiamo che Stefano possa rima-

nere per un po'più di tempo in Valle e che possa realizzare le idee che ha in mente e nell’attesa gli auguriamo un Buon Lavoro e un Arrivederci a presto!

Anna RigazioPresidente Commissione Biblioteca

fotografica sul Parco del Gran Para-diso (ormai sono circa 7/8 anni che non lavora più in Valle), ma è tutto ancora da decidere.Da un anno vi è stata l’apertura di una galleria al Forte di Bard, con l’e-sposizione di numerose foto di Ste-

www.stefanounterthiner.com

Le pubblicazioni

Fraz. Salirod, 14. 11027 Saint-Vincent (AO). Italy+39-0166.512.568. [email protected]

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N E w S

POLIzIA LOCALEOrari di apertura al pubblico dell’uffi-cio del Comando di Polizia Locale, in via Roma, 74.Lunedì, martedì, giovedì e venerdì: 9.00-12.30 / 13.30-15.30Mercoledì:8.00-14.00 continuato.

EVENTI CULTURALITURISTICI SPORTIVIPer conoscere gli spettacoli e le manifestazioni che si svolgono in PaeseBIBLIOTECAPer scoprire le opportunità pensate per i ragazzi: le iniziative dello Spazio Giovani, gli scambi europei, i corsi di formazione …

SERVIzIO TECNICO SETTOREEDILIzIA PRIVATA E URBANISTICAOrari di apertura al pubblico a partire dal 1° luglio 2011 Lunedì 9.00-12.30Martedì e giovedì9.00-12.30 / 14.00-15.00Per info:0166.525.190 - 525.144 - 525.145

Il nostro Comune ha deciso di aderire a un nuovo progetto chia-mato “io mangio valdostano”.L’iniziativa, nasce dalla volontà del-le Comunità montane e dei Comuni valdostani, è stata promossa e coor-dinata dal Consorzio degli enti locali della Valle d’Aosta (CELVA) in colla-borazione con l’Amministrazione re-gionale, l’AREV e la Coldiretti. Ciò significa che, a partire dall’anno scolastico 2011/2012, nella men-sa scolastica gestita dalla nostra Amministrazione Comunale, per la preparazione dei pasti dei bambi-ni saranno utilizzati in prevalenza prodotti agricoli e agroalimentari di provenienza regionale, come carne, latte, formaggi, frutta, verdura, suc-chi e miele.I nuovi menù, arricchiti con i piat-ti tipici della tradizione, sono stati

condivisi e approvati dal Servizio di Igiene e Nutrizione dell’Azienda USL della Valle d’Aosta (SIAN). I pasti sono quindi assolutamente bilanciati e garantiscono l’adeguato livello nu-trizionale.In particolare, i piatti tradizionali ora presenti sulle tavole della nostra mensa vogliono avvicinare i bambini a saperi e sapori d’antan; l’intento non è tanto quello di imporre la tra-dizione, bensì di riscoprirla e di darle nuovo valore. Per questo, ai nostri bambini saranno proposti laboratori didattici che li aiutino ad avvicinarsi ai nuovi piatti, a imparare l’impor-tanza della varietà e della stagio-nalità dei cibi per un’alimentazione sana, a riscoprire la nostra storia e la nostra cultura. Questo perché “io mangio valdostano” promuove un nuovo modello alimentare: più atten-

to alla qualità, a tutela dell’ambien-te e capace di valorizzare la nostra cultura, trasmettendo un’autentica conoscenza dei prodouì de nou-tra tera.Si ricorda inoltre che i menù in do-tazione presso la mensa scolastica sono consultabili sul sito internet del Comune: nella sezione “Ammi-nistrazione” cliccare sull’avviso del 18.10.2011“Domanda di iscrizione ai servi-zi di refezione e scuolabus anno scolastico 2011_2012”

L’Amministrazione Comunale

News dal comunePROTEzIONE CIVILE E VIABILITàInformazioni relative alla viabilità, all’apertura di cantieri e lavori che possono modificare la circolazione, alle attività di protezione civileSERVIzI SOCIALIInterventi dedicati al benessere del cittadinoSERVIzI SCOLASTICICOMUNICAzIONI ISTITUzIONALIConvocazione Consiglio Comunale, notizie e informazioni utili su attività, scadenze, aggiornamenti, variazioni di orari, chiusura uffici, ecc..SERVIzI DEMOGRAFICIPer essere aggiornato su tutto ciò che interessa al cittadino: i servizi offerti dal Comune, le scadenze, gli orari degli uffici …

SERVIzI SMS SAINT-VINCENT NEwSFilo diretto con il tuo Comune grazie a SMSaint-Vincent, il servizio gratuito erogato dal Comune di Saint-Vincent che ti permette di ricevere un SMS sul tuo telefonino e/o un’e-mail sulla tua casella di posta elettronica per tenerti informato sulle più importanti notizie che riguardano il PaesePotete selezionare tutte o solo alcune delle informazioni che abbiamo rag-gruppato nelle seguenti aree tema-tiche:

Vuoi iscriverti? Vai all’indirizzo www.ipage.bjconsultingsrl.it/saint-vincent/ Oppure per attivare il servizio, i nuovi utenti possono mandare al numero 334.900.99.89 il breve messaggio di testo SAINTVINCENT ATTIVARE Il servizio potrà essere modificato/sospeso/disattivato sia dal Comune che dai cittadini iscritti in qualsiasi momento. Non esiste infatti alcun obbligo reciproco.

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CENTENARICesare Ghiotti e Luigia Pellissier, classe 1911, festeggiati per il rag-giungimento del loro 100°anno. L’Amministrazione Comunale, in occasione dell’evento, ha conse-gnato due pergamene commemo-rative ai “decani” della popolazione, per celebrare questo prestigioso tra-guardo.

GIOVANI IDEELa classe 2 C del Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco” di Venosa - Potenza - con il cortometraggio: “work in Regress”, ha vinto il 7° concorso nazionale “Giovani Idee” svoltosi a Saint Vincent l’11 e 12 novembre scorsi. Da sette anni la Fondazione e le Associazioni «Carlo Donat-Cattin» di Torino, Bergamo e Brescia, pro-muovono i Concorsi “Giovani Idee” riservati a brevi filmati, realizzati da studenti delle scuole secondarie di 2° grado. Contemporaneamente promuovono studi, convegni e ricer-che sulla storia del pensiero sociale, politico ed economico del nostro Paese, dando particolare riguardo al movimento cattolico e alla sua presenza nella società italiana ed europea.

CENTRO ANzIANIMartedì 11 ottobre 2011, la Comunità Montana Monte Cervino in collaborazione con le Associazioni Filo d’Argento, Dame di San Vincenzo e il Comune, ha organiz-zato una gita al Lago di Como per gli utenti del Centro di incontro per Anziani di Saint-Vincent.Il programma ha previsto la naviga-zione sul lago da Como a Bellagio, con l’illustrazione da parte della guida delle ville che hanno contri-buito, con i personaggi che le hanno

vissute, alla fama della località. Dopo il pranzo a Bellagio e la ridi-scesa con il pulmann verso Como, nel pomeriggio è stata effettuata la visita guidata della Città e del suo Duomo.Si ringraziano tutti i partecipanti per la bella giornata in allegria e si invi-tano tutti gli “over 65” del comune che fossero interessati a prendere parte alle prossime iniziative, a venirci a trovare al “centro anziani” di via Vullerminaz tutti i martedì e giovedì dalle 14,30 alle 17,30!

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CMF RU COURTAUDUna stagione agricola alquanto atipica quella appena trascorsa, dove il tempo ha decretato la sua assoluta sovranità sulla volontà e relative previsioni umane. Dopo un luglio assiderale, nel mese di settembre e ottobre si è assistito ad un autentico preludio dell’e-state di san Martino prolungata nel tempo. Solo ora i prati sotto la custodia di san Vincenzo possono trovare il necessario riposo per rinnovarsi con la primavera che

Il Convegno, svoltisi quest’anno nella nuova struttura congres-suale del Comune, è senza dub-bio, l’evento di maggior rilievo e impegno per la Fondazione e le Associazioni, perché rappresenta la più alta espressione di confronto politico fra gli esponenti della poli-tica Italiana e i rappresentanti delle forze sociali ed economiche. Al rilancio dei Convegni di Saint-Vincent, dopo una pausa di oltre dieci anni, ha contribuito anche il mondo della scuola, coinvolto attraverso il concorso “Giovani idee”.è un’iniziativa didattico-formativa, riservata agli studenti delle ultime classi delle scuole superiori e fina-lizzata a creare il dialogo fra le generazioni, coniugare opportunità di conoscenza, di sapere e a pro-muovere cambiamenti nei compor-tamenti individuali e collettivi. La partecipazione al Concorso, aperto a tutte le scuole superiori italiane, impegna le classi partecipanti a sviluppare, durante l’anno scola-stico, uno dei temi in agenda per il Convegno e realizzarne un filmato.Il tema del Concorso e del Convegno, cambia ogni anno, era “L’Italia

che attende. Una Repubblica fon-data sul lavoro. Lavoro e giovani. Proprio dai filmati degli studenti sono usciti uno spaccato sociolo-gico, una narrazione dal basso che testimoniano come la vulnerabilità sociale e l’insicurezza di un futuro non gestibile, siano parte inte-grante del vissuto quotidiano.Dodici le scuole in gara provenienti dalla Sicilia, Campania, Emilia Romagna, Lombardia, Puglia, Piemonte, Toscana e Basilicata.I lavori sono iniziati venerdì pomeriggio con Claudio Donat-Cattin, Presidente dell’omonima Fondazione di Torino, è seguita una lectio magistralis del sociologo Bruno Manghi sul tema: Crescita e lavoro sfida per l’Italia e poi la pro-iezione dei filmati degli studenti.Sabato mattino l’Assessore Maurizio Castiglioni ha portato ai Congressisti e Studenti il saluto del Sindaco di Saint-Vincent. Filippo Maria Pandolfi, più volte Ministro negli anni '70-'80 e Vice Presidente dall’89 al '93 della Commissione Europea, allora pre-sieduta da Jacques Delors, nonché, più volte sottolineato dallo stesso Pandolfi, cittadino onorario della

Valle d’Aosta, terra ove trascorre lunghi periodi durante l’anno a Gressoney, ha commemorato Carlo Donat-Cattin a venti anni dalla morte.è toccato a Sergio Chiamparino, già Sindaco di Torino e oggi esponente di spicco del Partito Democratico, soffermarsi sulla situazione politica di questi giorni, confermando quelle certezze negative che potrebbero verificarsi a breve nel nostro Paese, qualora non si dovesse procedere velocemente a introdurre alcune importanti riforme e intervenire sul nostro debito pubblico.Molto soddisfatti gli studenti e i Congressisti, lasciando Saint-Vincent dell’accoglienza ricevuta e anche il coordinatore del Convegno e del Concorso, Gianpietro Benigni, Presidente dell’Associazione “Carlo Donat-Cattin” di Bergamo, ha espresso l’apprezzamento suo e del Comitato organizzativo per la struttura comunale utilizzata e ha ringraziato gli Amministratori del Comune di Saint-Vincent per l’im-pegno e la collaborazione prestata nell’allestimento dell’evento.

Associazione “Carlo Donat-Cattin” Bergamo

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di eventuali migliorie, è stata pre-sentata dall’impresa Dolmen che si è aggiudicata l’appalto, con un ribasso del 6% fissando l’im-porto totale delle opere a euro 641.819,73.La volontà di procedere al più pre-sto a livello operativo, ha generato nella giornata di giovedì 24 novem-bre un incontro sul luogo, con i rela-tivi proprietari. Sono state illustrate a linee sommarie l’organizzazione del cantiere e i tempi di realizza-zione dei lavori, specificandone il contenuto ma soprattutto in prima istanza si è definita l’organizza-zione del taglio della legna.Il direttivo coglie l’occasione di augurare buone feste a tutti i con-sorziati e ai 15 allevatori rimasti sul territorio di perseverare nella loro missione agricola.

Direttivo Ru Courtaud

SALUT AUx FILSDE SAINT VINCENT EN FRANCECette photo, (un Sabin résident en France depuis trois générations, nous l’a faite parvenir) représente la fête qui réunit, chaque année, pour une journée joyeuse et

conviviale, quelques unes des familles, originaires de Saint-Vincent, émigrées en France. La rencontre a lieu à Baties, en Haute-Saone, tout près d‘un petit lac appartenant à Jean Gorris. Une particularité de ce groupe est que la plupart d’eux porte

le nom de famille de Gorris ou de Camos… à tous nos salutations et nos milleurs voeux !La rédaction de Jeux d’eau invite tout émigrés originaires de Saint Vincent à envoyer des photos ou des textes destinés à la pubblication.

verrà. Dal canto suo il consorzio di miglioramento fondiario archiviata la bonifica di Grun procede con i lavori riguardanti la parte Ovest della zona collinare, con l’avvio del primo lotto concernente il piano di riordino fondiario “Lerinon - Pradiran”.La zona interessata occupa una superficie di circa 5 ettari ed è identifica sotto il nome Borassu.

Dopo alcuni anni di gincane burocratiche, si è potuto proce-dere alla gara di appalto in cui sono pervenute cinque offerte da parte delle seguenti ditte:Dolmen consorzio stabile dei costruttori valdostani scarl, Impresa Saudin srl, Camputaro Lavorgna Angelo, Impresa edile G.R.M. costruzioni srl, Consorzio stabile Gecoval. L’offerta tecnica vincitrice compresa

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Cinematografo ambulanteEdelweiss

Q uando alla fine dell’Otto-cento, nacque il cinema, ere-ditò molti elementi e delle

tecniche proprie dell’ambito teatrale. Ben presto, nel suo rapido evolversi, esso dimostrò come alcuni aspetti fondamentali lo differenziassero net-tamente da una forma artistica, il teatro, che pur esercitando una certa influenza presenta caratteristiche di base totalmente diverse. Il cinema come mezzo espressivo composito. Pur essendo per sua natura spet-tacolo e bene di consumo per il grande pubblico, poteva aspirare, da un lato, a diventare una nuova forma d’arte, dall’altro a essere un documento degli avvenimenti storici con la funzione essenziale di critica sociale. Da sempre il cinema attinge idee o soggetti da romanzi, rac-conti, testi teatrali o poetici. Quante siano le sceneggiature originali e quanti gli adattamenti di opere let-terarie è difficile dirlo: dal 1990 ad oggi sono state girate circa 50 versioni cinematografiche dell’Am-leto di Shakespeare, senza tenere conto di riscritture e parodie. Questa breve premessa mi permette di pre-sentarvi le preziose informazioni di Aldo Bernardini, noto storico e cri-tico cinematografico, da me contat-tato per datare un curioso volan-tino riferito alla programmazione del Cinematografo Edelweiss, accanto alla funicolare di Saint-Vincent, che ho ritrovato tra alcuni vecchi documenti di famiglia. Lo storico Bernardini precisa quanto segue: “ si tratta quasi certamente

di un cinematografo ambulante (anche se nelle mie ricerche non mi risulta l’insegna Edelweiss) lo testimonia la localizzazione vicino a una funicolare e i prezzi modesti del biglietto d’ingresso. Qualche indi-cazione cronologica può venire dai titoli dei film, che presumo tutti di produzione italiana: “Pranzi a peso” è una comica della Latium, uscita nel 1910; “Paesaggi egiziani” è un dal

vero della Cines del 1911; “La figlia dell’avaro” è un lungometraggio della Roma Film uscito nel 1913. La datazione della locandina potrebbe dunque essere il 1913, quando i film del 1910 e del 1911 erano ancora in circolazione”. L’archivio storico comunale ha riportato a nuova luce importanti documenti relativi anche alle sale cinematografiche, che vi invito a leggere per approfondire le

ACCANTOALLA FUNICOLARESAINT-VINCENT 1913

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vostre ricerche o le vostre curiosità. Alla voce categoria V 337/11-12, dal carteggio sulla sala cinema-tografica sita nell’ex-casino, risulta quanto segue: “L’edificio, sito nella parte meridionale del borgo, dove ora si trova il Municipio, è noto nel II dopoguerra sotto il nome di Kursaal. Verso il 1917 viene dotato di un palcoscenico per teatro e nel 1939 di una sala cinematografica”. Riguardo alla voce categoria 521/2 Sale cinematografiche 1914-1963, riporto una sintesi cronologica delle voci più curiose e interessati: nel 1913 è emanato un decreto dal Ministero dell’Interno, regnando Vittorio Emanuele III, per la vigilanza sulle pellicole. Nel 1914 sono vietati giochi e spettacoli che portano stra-zio agli animali; una comunicazione dal Ministero per la vigilanza sulle proiezioni evidenzia i film proibiti per tassa non pagata allo Stato o presentati con titolo falso; è stilato un elenco di film autorizzati e uno che riguarda i film proibiti. Nel 1937 è siglata una comunicazione che regola l’apertura di nuove sale cine-matografiche, è indicato il nome di Umberto Fiandra, noto esercente nel settore dello spettacolo, la sua car-riera inizia il 29 aprile 1905 a Roma. Le proiezioni dei primi materiali com-prendenti scenette cinematografiche e la famosa Serpentine (fanciulla danzante), si susseguirono nel ’98 anno di un primo rimodernamento, cui seguirono altri restauri nel 1906, fino alla definitiva inaugurazione del 1905, ad opera appunto di Umberto Fiandra. Negli anni 1940-1942, viene stilata una classifica delle sale cinematografiche della provincia e il regolamento delle proiezioni che prevedeva: 1 film, 1 giornale Luce di attualità, 1 documentario. Nel 1943 è vietata la proiezione di film nord-

americani. Alcuni documenti risalenti agli anni 1947 e 1948 si riferiscono a riparazioni all’impianto cine-sonoro e lavori di ristrutturazione al predetto cinema Municipale (accanto al Kursaal). Nel 1951 è autorizzata l’apertura del Teatro Vallechiara (film e spettacoli) e la gestione è affi-data a Gastone Cerisey. Nello stesso anno, la sala cinema Vallechiara avrà una sua apertura estiva con 400 posti, in collaborazione con la Sitav: società che gestiva il Casinò. Per i più piccoli, sempre nel 1951, oltre ad un elenco film per bambini, sono dispo-nibili proiezioni cinematografiche per scolaresche proposte dal Consolato britannico di Torino. Un documento del 1953 indica un elenco di titoli autorizzati per il venerdì Santo; sem-pre nel 1953 si può accedere ad un corso di formazione per “operatore di cinema”. Dal 1956 al 1963 si susseguono comunicazioni relative a film proibiti e a film vietati ai minori di anni 16. Ormai il cinema ha acquistato una sua autonomia e dopo molti dibattiti forse non ancora del tutto sopiti, è stato ele-vato alla dignità di arte. Analizzando un film, infatti, ci si ritrova di fronte agli stessi problemi suscitati da un romanzo o da un’altra opera arti-stica realizzata nella stessa epoca: il film necessita dello stesso studio di un’uguale scomposizione e ricom-posizione, della medesima sottile analisi che può portare a sviscerare i problemi e gli aspetti di uno stesso periodo. “Se è vero che l’arte è pazienza, il cinematografo è la più sublime di tutte le arti “ Emma Gramatica, citata da Indro Montanelli in Emma e Irma da Gli incontri”. Andate più spesso al cinema …buona visione!

Lorena Isabellonwww.lorenaisabellon.com

S aint-Vincent è stata l’ultima tappa della mostra itineran-te “Memoires et sentiments:

cento anni di Croce Rossa in Valle d’Aosta”, che ha toccato diversi paesi della Valle (Fénis, Saint-Pierre, Morgex, Pré St Didier e la città di Ao-sta) nell’anno 2011.Grazie alla generosità e sensibili-tà dell’Amministrazione comunale di Saint Vincent, dal 27 novembre all’11 dicembre 2011 nella Galleria civica di via Chanoux–situata al cen-tro del paese- si sono potute ammi-rare le belle riproduzioni fotografiche prodotte dalla Tipografia Duc relative alle attività della Croce Rossa in Valle d’Aosta dal 1911, ed insieme i ma-nufatti appartenenti ai Musei della Croce Rossa di Campomorone (Ge) e Castiglione delle Stiviere (Mn). Arric-chisce la mostra la pregevole colle-zione di divise, cappelli e oggetti del-la collezione privata di Paolo Sinisi.Il Comune di Saint-Vincent ha per-messo l’accesso al suo Archivio Sto-rico, in cui sono custoditi con cura e attenzione parecchi documenti rela-tivi alle attività della Croce Rossa in Saint Vincent negli anni 40-50-60. Durante la Seconda Guerra Mondia-le, nel 1942, il Comitato C.R.I. di Ao-sta faceva sapere al Podestà di Saint-Vincent che erano stati costituiti gli

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Uffici Provinciali o Comunali “Prigio-nieri Ricerche e Servizi Connessi”.Al funzionamento dell’Ufficio Comu-nale avrebbe provveduto in stretta collaborazione il Segretario del Co-mune ed il Delegato della C.R.I. del Comune stesso.L’Ufficio avrebbe mantenuto la sua sede nei locali del Municipio.(già in precedenza sede dell’Ufficio Notizie Famiglie Militari alle armi). Nell’Archivio si ritrova un faldone che riguarda il carteggio relativo alle notizie sui militari e sulle persone disperse per via della guerra. L’Uf-ficio Prigionieri, Ricerche e Servizi Connessi della Croce Rossa Italiana comunicava delle informazioni sulla condizione del soggetto: se era pri-gioniero, se godeva di buona salute.Poche parole, ma che servivano a te-nere i contatti con la famiglia sepa-rata dalla guerra e a rassicurala sulla sorte del congiunto.Grazie a questi carteggi si viene a conoscenza dei nominativi negli anni 40-50 dei Delegati di Croce Rossa: il Geom. Gabriele Sasso, il Farmacista Stevenin e Moro Giuseppe. è proprio sotto la sua delegazione che i Soci C.R.I.nel 1959 a Saint-Vincent rag-giungono il numero di 350. Per cui “ visto il parere favorevole del Co-mitato di Aosta e quello della Presi-

denza Generale della C.R.I. di Roma – viene autorizzata la costituzione in Saint Vincent di un Sottocomitato C.R.I. con funzionamento e gestione autonoma”. Purtroppo non resta quasi documentazione dell’attività di questo Sotto-Comitato: solo un documento intestato “Croce Rossa Italiana-Sotto-Comitato di Saint- Vincent” del1962 custodito nell’Ar-chivio Storico di St Vincent riguar-dante la richiesta di locali per la sede nel nuovo Palazzo municipale la cui costruzione si era da poco ultimata. Anche i Registri conservati all’Uffi-cio Storico del Comitato valdostano della C.R.I. ci danno le suggestioni di quel tempo e ci indicano i generosi contributi (fino a 30mila lire) conces-si alla C.R.I. da parte del Comune in occasione della Settimana della Cro-ce Rossa, oltre alla vendita della car-ta da macero, la vendita dei franco-bolli di Croce Rossa e dei calendari.Con lettera del 22 luglio 1958 (Arch.Stor. St.Vincent Cat II) Il Sindaco di Verrés si rivolgeva a tutti i Sindaci della Bassa Valle, al Prof. Maschio-Presidente del Comitato regionale C.R.I. e all’Avv. Vittorino Bondaz – Presidente della Giunta Regionale.- per sensibilizzare “all’urgente ne-cessità di istituire per comprensibili motivi umanitari un servizio di pron-to soccorso con autoambulanza per la Bassa Valle, che ne è attualmente completamente sprovvista”. Il Sinda-co concludeva la lettera suggerendo- sentito anche il Presidente CR.I. Prof. Maschio- di dislocare a Verrés un’au-

toambulanza con orario permanente. Da ultimo si chiedeva alle rispettive amministrazioni di erogare a favore del Comitato C.R.I. un contributo an-nuo per “per le spese inerenti all’im-portante servizio”. A Verrés fu quindi costituita una po-stazione fissa con ambulanza gestita dai Militi di Croce Rossa valdostana che fu attiva fino al ’75.Negli anni ’70 funzionarono nei pae-si limitrofi dei servizi di ambulanza: a Valtournanche presso la Caserma dei CarabinieriSempre negli anni ’70 operarono due ambulanze del Casinò coordinate dal Cardiologo Prof. Puggionni.A Châtillon fino agli anni ’80 lavorò la “Croix du Marmore” ad opera di Adolfo D’Aquino che arrivò ad or-ganizzare fino ad 8 ambulanze e un servizio di navetta quotidiano per l’Ospedale di Aosta.(il 1agosto 1981 il servizio verrà assorbito dall’USL).Con lettera 5/10/1995 il Commissa-rio Straordinario della C.R.I. Maria Pia Garavaglia riconosceva -con ordi-nanza commissariale -la costituzione del Gruppo dei VdS del Comune di Saint Vincent. Il 4 /12/1995 il Presi-dente del Comitato Regionale C.R.I. della Valle d’Aosta Ettore Vierin desi-gnava come responsabile del Gruppo di Saint Vincent il Signor Spirli Fran-cesco –sentito il parere dell’Ispettore Regionale dei Volontari del Soccorso Dott. Paolo Sinisi. Sempre nell’autun-no del 1995 si stipulavano tra Ettore Vierin e il Comune di St. Vincent due contratti di comodato gratuito relati-vi alla sede e all’autoambulanza. La

Notizie storichesulla presenzadella Croce Rossaa Saint Vincent

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copia del contratto di comodato gra-tuito relativo alla struttura ubicata in Via Trento n.16 (ex dimora della custode delle scuole elementari) nel Comune di St Vincent. L’uso della struttura è concesso - a tutt’oggi -alla Croce Rossa Italiana ed ai Vigili del Fuoco Volontari esclusivamente per lo svolgimento delle attività d’i-stituto, come sede per una centrale operativa di emergenza comunale e a livello di Comunità Montana. Nell’autunno del 2000-quando l’al-luvione sconvolse tutta la Valle - il Gruppo fu operativo insieme alle forze di Protezione Civile operanti sul territorio comunale e provvide all’e-vacuazione notturna di alcune fami-glie e all’allestimento di un campo per i volontari provenienti dalla To-scana in aiuto alla gente alluvionata.In questi ultimi anni il gruppo-sep-pure numericamente inferiore- col-labora con il Banco Alimentare, ed è impegnato in varie manifestazioni benefiche e di raccolta fondi, oltre al servizio notturno. Da segnalare inol-tre l’assistenza alle manifestazioni organizzate dal Casinò e varie attivi-tà socio-assistenziali. I Volontari CRI sono coadiuvati dal locale gruppo- molto attivo- della Sezione Femminile della Croce Rossa Italiana.“Cent ans au service de la Vallée d’Aoste” detta il logo creato dall’a-bilità e la perspicacia di Jonathan Alessi, dell’Istituto d’arte di Aosta. Questo logo, insieme alla Mostra, vogliono ricordare l’impegno delle donne e degli uomini di Croce Rossa in questi cento anni in favore della popolazione valdostana

ComitatoCroce Rossa Valdostana

sede era sita presso lo Stabilimento termale del Comune di St. Vincent. L’autoambulanza era una FIAT DU-CATO (donata dalla Fondazione CRT al Comune e da destinare al traspor-to infermi). Il Comune autorizzava l’iscrizione del mezzo nel registro automobilistico della Croce Rossa Italiana. Negli anni successivi si sono succeduti vari altri responsabili del

Gruppo dei VdS, i quali raggiunsero il numero di 50,e svolgevano varie attività istituzionali: dal trasporto infermi, al servizio di assistenza nei giorni festivi al Casinò (questo servi-zio terminò nel 2009).Con lettera del11/4/ 2000 il Sindaco di St.Vincent Arch. M.Borgio trasmet-teva ad Ettore Vierin - Presidente del Comitato C.R.I. della Valle d’Aosta-

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L a Scuola secondaria di I grado, finalmente, dopo alcuni anni di lavoro, ha la sua bibliote-

ca. Prima essa era un disordinato ammasso di libri ed un deposito di materiale in disuso, ma, con la col-laborazione di molte persone, essa è ora divenuta un luogo accogliente, che dovrebbe stimolare gli alunni alla lettura.L’idea della biblioteca scolastica è sorta proprio dalla volontà di creare un luogo, interno alla scuola, dove gli alunni potessero entrare fisicamente in contatto con i libri, dai classici ai moderni, per avvicinarsi al meravi-glioso mondo della lettura. Chissà! Magari tra quei volumi c'è proprio quel libro che farà appassionare anche il ragazzo più refrattario. Se ci pensiamo è proprio così: ciascuno di noi, nella sua storia, può individuare un romanzo particolare che è stato la svolta nel proprio rapporto con la lettura. Da insegnante di italiano, non smetto di meravigliarmi e di gioire di fronte agli alunni che mi dicono: "Non mi è mai piaciuto leg-gere, ma questo libro mi è piaciuto davvero e adesso voglio leggere il seguito". E non è mai lo stesso libro.Ed è così nata la nostra biblioteca, che raccoglie volumi di consultazio-ne sulla storia e la geografia della Valle e sulle mostre allestite nella nostra regione, omaggi dell’Ammi-nistrazione, e, soprattutto, libri di narrativa di generi ed autori diversi.Nel lungo lavoro di selezione dei testi presenti da decenni nel magaz-zino della scuola, fondamentale è stato il contributo del bibliotecario Sergio Rossi, che era anche il Pre-sidente della biblioteca comunale, e della prof.ssa Miriana Pession, docente di lettere per tre anni nella nostra scuola.

Personalmente, ho raccolto la loro eredità e ho continuato l'opera da loro avviata, con la collaborazione di alcuni alunni della scuola, i veri protagonisti del nostro progetto, ed anche dell'attuale Assessore alla pub-blica istruzione, Maurizio Castiglioni. Altri colleghi, gli architetti Brunello e Nicco, hanno dato il loro fondamen-tale apporto, realizzando il proget-to dei locali e scegliendo gli arredi. Anche la libreria “Evoluzione” ha sostenuto il progetto, con agevola-zioni nell’acquisto dei libri e preziosi consigli bibliografici, mentre la car-toleria “Tecnograph” ha dato il suo contributo fornendo il materiale più disparato (dal portapenne alle foderi-ne per i libri). Intorno alla lettura e al desiderio di offrire un’occasione qualificata e sin-golare di apprendimento, ho incontra-to solo persone disponibili e collabo-rative. I libri e i saperi contribuiscono a creare, in una comunità, l'identità e la consapevolezza di sé: lo sappiamo!Ora siamo pronti per partire con una serie di attività di animazione alla lettura, gestite dagli alunni stessi, alcuni dei quali sono i bibliotecari che si occupano dei prestiti, prov-vedono all’allestimento del “tavolo delle proposte di lettura”, individuano gli acquisti da operare… Gli alunni gestori della biblioteca sono stati, sin dall’avvio della ristrutturazione, quasi sempre i meno amanti della lettura, quelli forse con qualche anno in più degli altri, che sono partiti da questo particolare contatto con i libri, per giungere, chissà, all'amore per il “luogo” ove tutto è possibile.Infine un ringraziamento particolare va a Sonia (nella foto), la prima uffi-ciale bibliotecaria della nostra scuola.

Prof.ssa Isabella Carena

LA SMIM:UNA PROPOSTAScuola Media ad Indirizzo Musicale: ecco la proposta della Scuola Secon-daria di I grado di Saint-Vincent.Di cosa si tratta? Gli alunni, che lo desiderano, pos-sono integrare il normale percorso scolastico offerto dalla scuola con lo studio di una strumento (chitar-ra, pianoforte, clarinetto, tromba), mediante momenti di lezione indi-viduale ed altri di musica d’insie-me. Tali ore vengono effettuate nel pomeriggio, in orari in parte concor-dati con le famiglie.Si tratta di un'eccellente opportunità, gratuita, per avvicinarsi alla musica o per approfondirne la conoscenza, se già si suona uno strumento.La musica non è solo una materia che si aggiunge alle altre discipline di studio, ma un'arte che forma il pen-siero e nutre lo spirito, contribuendo anche a creare profondi legami tra coloro che suonano insieme.La scuola provvederà ad organizzare incontri informativi per le famiglie.

Gli insegnanti

SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO

La nostra biblioteca

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c o n c o r s o

le immagini presentate e le tre classificate

Concorso fotografico

1o - Vicolo a Tensoz, travail de nuit

Maurizio Moncada

2o - Salirod Alèe RoyaleFrancesco Prinetti

Rinnoviamo l'appuntamento per l'anno prossimo,con il concorso fotografico che premierà i migliori scatticon la pubblicazione sul calendario 2013

3o - Uno sguardo sulla valleFerdinando Gianotti

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f o t o g r a f i c o

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Orioux

T R A D I z I O N E

I l piccolo e raccolto villaggio di Orioux - 630m slm - è posto a monte di un’ampia superficie di

terra, oggi totalmente coltivata a fo-raggio, e a valle delle strette gole del torrente Grand-Valey e degli arditi roccioni che sostengono le campa-gne del vicino comune di Châtillon. In un modo o nell’altro tutto il ter-ritorio che circonda questo piccolo agglomerato di case si è formato nel corso dei secoli grazie all’attività di trasporto a valle del materiale du-rante le piene del torrente; l’uomo, dal canto suo, nel corso dei secoli ha successivamente antropizzato il terri-

torio spietrando in particolare le su-perfici pianeggianti per farne ottimi campi e prati foraggeri. A monte, su spazi decisamente più ripidi, la fer-ma e determinata necessità dell’uo-mo, ha contribuito alla formazione di terrazzamenti naturali su cui per secoli si è coltivata intensamente la vite, con peraltro ottimi risultati. An-cora oggi sono perfettamente visibili arditi muri “a secco” costruiti per sostenere quella particolare coltura che comunque data l’ampiezza do-veva giocoforza dare ottimi risultati ai viticoltori. Memorie orali ricordano che dal comprensorio di Orioux era-

no originarie le ormai introvabili va-rietà di pere Martine (Martin sec). L’etimologia del toponimo di questo abitato è ancora avvolta nell’ombra anche se indicazioni ci potrebbero provenire dalla radice Or(i) di pro-babile origine indoeuropea; secondo questa ipotesi si potrebbe dunque tranquillamente parlare di territorio inteso come bocca e monte. In effetti la frazione è situata alla base del monte zerbion a poche decine di metri dall’esatto punto in cui il tor-rente Grand-Valey, non più costretto in gole accidentate, si liberava con percorsi che nel corso dei secoli va-

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T R A D I T I O N

riarono più volte. Il toponimo Orioux potrebbe però molto più semplice-mente derivare da un vitigno autoc-tono decisamente molto diffuso nei secoli passati sia sul nostro territorio comunale che in tutta la Valle centra-le e soleggiata della nostra regione: l’Oriou, più noto nelle varietà Oriou Picciou e Oriou Gros (quest’ulti-mo a forte rischio di estinzione) per poi assumere da Nus verso l’Alta Valle la generica denominazione di Rodzo (conservando però gli attri-buti di Picciou e Gros). Nel grup-po dei clonotipi si noti che l’Oriou Gris sembrerebbe irrimediabilmente scomparso mentre l’Oriou Blanc è stato (ri-)scoperto nel 2007 da Moriondo e Vuillamoz. (…) In let-teratura numerosi vitigni sono designati con antroponimi o con toponimi (…) è necessario, però, ribadire la considerevole importanza che hanno rivestito in Valle d’Aosta la viticoltura e la produzione di vino, anche per scopi commerciali, in particola-re a Saint-Vincent (G. Moriondo, cit.). In mancanza di altre indicazioni rilevo che il toponimo di questo vil-laggio -rimasto pressoché invariato nel corso dei secoli- è citato in una vecchia pergamena del 1502, con testo in latino, conservata nell’Ar-chivio Storico del nostro comune; nel documento l’abitato è indicato nel seguente modo: Hurio. La certifica-ta presenza di un mulino nei pressi del villaggio in quel lontano periodo richiama alla mente manufatti anti-chi e lavorazioni ormai dimenticate ma, nel contempo, ci riporta al vici-no torrente e alle varie peripezie che la popolazione residente nel piccolo agglomerato dovette senza dubbio sopportare durante le alluvioni e i conseguenti ingrossamenti del corso d’acqua; queste paure e tutte le si-

tuazioni di pericolo sembrano essere state eliminate con l’arginatura del torrente che ora pare scorrere nel suo letto anche se nei recenti anni passati ha tracimato provocando danni e risvegliando antiche paure. Nel villaggio era inoltre presente un altro importante manufatto comu-nitario: il pressoir (l’antico torchio per la pressatura delle vinacce) di cui però oggi non rimane nessuna trac-cia. Quasi totalmente cancellata da quel territorio l’abbondante quanto generosa coltivazione della vite; non si notano nuovi impianti viticoli e sugli antichi terrazzamenti, oggi in buona parte diruti, crescono rigoglio-si rovi mentre più a monte il bosco tende gradatamente ad occupare nuovi spazi con la crescita di pian-te di rovere e di castagno. Quanto al forno per la panificazione è verosimi-le pensare che per questa necessità gli abitanti di Orioux si recassero nei villaggi di Biègne e di Les Moulins. Quanto alle colture, credo di poter affermare che sarebbe sbagliato pensare che l’economia delle fami-glie nel corso dei secoli fosse total-mente derivata dalla vite, dal vino e dai suoi derivati; certamente questa dovette essere primaria ma diretta-mente collegata anche alla pastorizia e all’allevamento. Non sono stati cer-cati i dati continuativi sull’andamen-to secolare della popolazione anche se il modesto volume abitativo delle vecchie costruzioni indicherebbe un villaggio estremamente ridotto nel numero dei suoi abitanti; considerate le tracce del lavoro dell’uomo sul ter-ritorio, questi ultimi dovettero essere estremamente attivi nei lavori agri-coli. Ai nostri giorni i residenti sono attestati in una quindicina di unità e sono dediti perlopiù al terziario an-che se tutti si dedicano, peraltro con buon successo, alle colture orticole.

Alla frazione si giunge dopo aver at-traversato il moderno ponte sul corso del Grand-Valey; giunti all’abitato si nota subito il diffuso recupero opera-to sul patrimonio abitativo che ci mo-stra numerose case ristrutturate con gusto. Case che hanno comunque mantenuto la caratteristica architet-tura rurale e che fanno di Orioux, distante solo pochi minuti dal borgo, un luogo di quiete e di tranquillità davvero invidiabile.

Testo: P.-G. CrétierFoto: (gc.) Patrick Déanoz

Bibliografia essenziale: G. Moriondo, Vinie vitigni autoctoni della Valle d’Aosta, AO., 1999, e dello stesso Autore: Vina excellentia, AO., 2009; G. Forte, Frammenti di storia.La reconnaissance del 1502, AO., 1993 e, infine, P.-G. Crétier, Viti, vitigni, vinoe viticoltori a Saint-Vincent, AO., 2005.

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l o g n a l e i

Lo boc dévergondà

Lo porsèlén é lo rat

Y ae eun co na viéyetta qu’a y ae eun tropé dé tsivre é dé fée. La béte peu danà y ére

lo boc : y ére todzor a lambo d’eun coté é dé l’atro. Eun dzor la pora fenna, bièn lagnà dé galopé-ie apré a y at lichi-lo modé lai qu’i voulae. Lo boc y a pamé aréta-che tanque can y a trovà eun mitte ou a itae na pora feméla totta soletta qu’a y ére in tren dé réboudzì la polenta. La viéye a y a tosebeut menasi-lo avó eun batón ma lo boc, sensa pouire, y at ruchì lo moro dedeun totte lé casérole in betèn tot se damón dézot, mémo la polenta. La pora fenna a y at pamé chu fare d’atro qué beté-che lé man i pèi é

atendre qué sé beur guiabio y ache gava-che.Pro pièn, lo boc i torne ou tropé avó lo bronsén dé la polenta pendù i corne.

Tiré de : Conte pe le petchou de inque, Tome II, Histoires d’animaux, Rita Decime- Musumeci Editeur, Quart (AO), 1984

L é béte y an pa l’arma ma dé cô y an eun queur peu sén-sébio di créquièn !

Un cô d’amì dé no y aon dounà, a la men mama, eun porsèlén ma lo pôro piquiot,

in avèn pa la compagnì di chén sembiabio, y ére to solet.Eun cô y ére itaen, comèn quieut a chu ten, dedeun y étó é lo porsèlén ché sentichae in tsi lueu é ché por-monae dapertot sensa puire.

A l’oura di sôi la béquietta a vignae dézot la tabia pé lefroquié lé fre-gaye.Un bé dzor lo porsèlén ché prézente avó na compagnì… eun cruéi rat to biàn !Mé souvigno qué can i guiépao lé vatse lé do, porsèlén é rat, i vignaon mé vére in savèn qu’i n’aró dounaye n’écouéla piéna dé lasé quiep, in pieu, can a cheu oure y ére mama a guiépé lé do, comèn dé copabourse, y éron a l’oura dézot la tabia.Can y ére oura dé dourmì ché cout-saon eun a côté dé l’atro dedeun na bouite fedrà dé patén.Ché quietaon pa gnenca na meneutta é insembio ché fijaon bouna compagnì é i simbiae fran qu’i y achon l’anmache pieu dé dô dzen.Malgré sen, mama dé mé a y ére pa tranquile : « Eun dzor ou l’atro sé rat va no fare dé malfaite ! ». Mé la

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l o g n a l e il o g n a l e i

Projet financé par la Loi 482/99portant sauvegarde et soutiendes langues minoritaires historiques.

tranquilizao in dijén : « Fasteguia-té pa. Lo rat y et bièn nourì é y at pa manca dé fare dé fredèné, pé dé pieu y a trova-che na bouna com-pagnì pé démoré-che é pé pasé-che lo ten ! ».Eun bé dzor i fôt pé alé tsertsì eun papì dé mezeucca dedeun lo cre-densén é, maleur di maleur, y ére to gruzuillì !Grindze comèn l’ôra mama a y at beta-che a brayì : « Diqué i n’ao deutte ! I n’ao-té rijòn ou pa !? Ora y alèn tsertsì eun tset ! Récorda-té que sé ouéi lo rat y at gruzuillì lé ten papì, demàn i fèi-pue d’atre dan! ».Lo tset qu’i n’en trova y ére to ner avó un zouèi dzano é l’atro grich.

Lo dzor apré… pamé vu-lo lo rat biàn !Lo porsèlén, comèn n’arma in péna, y at tsertsi-lo pé quieut lé cantòn dé l’étó in apélen-lo… « Roui… roui… roui… ».Dô dzor apré i n’en trovà lo pôro porsèlén crépà dedeun la bouite qu’i partadzae avó lo rat… In pou-chèn pa vivre sensa lo chén ratén biàn y ére bèle mor dé crèpaqueur !

Histoire de Roje Gal - Texte proposé par Adelina Roulet de La Thuile

Collaborateur de Saint-Vincent pour les traduc-tions : Paola SerisIllustrations : © 2009 A. Roveyaz pour Metrò Studio AssociatoTranscription : Guichet linguistique

« Lo gnalèi » se propose de publier des textes en patois afin de stimuler tous les lecteurs à entrer en contact avec ses collaborateurs : souhaitez-vous contribuer au travail du guichet pour que votre patois reste toujours vivant ?Nous sommes à votre disposition pour sugge-stions, conseils, documentation !

Assessorat de l’éducation et de la cultureLo Gnalèi - Guetset Leungueusteucco :16/18, rue Croix-de-Ville - 11100 AosteTél. 0165 32413 - Fax 0165 44491 Usager Skype : [email protected] Internet : www.patoisvda.org

Nel trentesimo anno di attività, i docenti e gli alunni dell’accademiamusicale comunale di Saint-Vincent augurano un buon anno 2012!

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Buon Anno, Joyeuse Année, Treinadan