Jacopo della Quercia

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Jacopo della Quercia Ghibaudi Luca Classe 3 F Liceo Scientifico C. Darwin A. S. 2004/2005

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Luca GhibaudiIII°F2004/2005

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Jacopo della Quercia

Ghibaudi Luca

Classe 3 F

Liceo Scientifico C. Darwin

A. S. 2004/2005

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INDICE

Jacopo della Quercia

Esci Crediti

Vita OpereContenutiaggiuntivi

Page 3: Jacopo della Quercia

Bibliografia

Curiosità

Caratteristichedelle opere

Notizie storiche

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Jacopo di Pietro D'Agnolo di Guarnieri, detto Jacopo della Quercia, nacque a Querciegrossa nei pressi di Siena tra il 1371 e il 1375 circa. Nelle sue opere coniugò un linearismo gotico di ascendenza nordica e francese, acquisito probabilmente attraverso il padre orafo, con il quale ha a lungo vissuto a Lucca, che testimonia la consonanza con la concezione artistica del primo Rinascimento. Non conosciamo molto della sua formazione, che risentì degli influssi tardo gotici della grande tradizione dei Pisano. La prima opera documentata dell'artista è la Madonna in trono con il bambino per il duomo di Ferrara. L'opera più celebre dell'artista è sicuramente la Tomba di Ilaria del Carretto che si trova nella sagrestia del duomo di Lucca, commissionatagli da Paolo Giunigi, signore di Lucca forse nel 1423.

Succ

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Prec.

Il monumento rappresenta chiaramente una fase di transizione tra il gusto tardo gotico e quello rinascimentale, infatti mentre la veste della donna, con il suo panneggio a pieghe sottili e parallele, risponde a canoni medievali, il volto fortemente naturalistico denuncia un avvicinamento ad un gusto rinascimentale. Intorno al 1408 Jacopo della Quercia riceve l'incarico per la Fonte Gaia in piazza Del Campo a Siena che porterà a termine solo nel 1419, oggi dell'opera rimangono alcune parti che si trovano nella loggia superiore del Palazzo Pubblico. Morì nel 1438.

La Tomba di Ilaria del Carretto, l’opera più celebre di Jacopo della

Quercia

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Tomba di Ilaria del Carretto

Fonte Gaia

Fonte Battesimale

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Altare dei Trenta

Annuncio a Zaccaria Portale Maggiore

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Vergine Annunciata

Angelo Annunciante

Madonna e Sant’ Antonio abate

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Madonna del Melograno

Madonna di Anghiari

Madonna con Bambino

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San Giovanni Battista

San Leonardo

Il giudizio di Salomone

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La Tomba di Ilaria del Carretto (1406 ca.), opera in marmo di Jacopo della Quercia, si trova nel Duomo di Lucca. L'opera rappresenta la figura della defunta distesa su di un'arca a forma di parallelepipedo decorata da festoni; la testa poggia morbidamente su di un cuscino e ai piedi è rappresentato il suo cagnolino.

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Particolare del cane, simbolo dell’amore fedele di Ilaria per il marito.

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Quest’opera fu commissionata da Paolo Guinigi, signore di Lucca, per la sua seconda moglie, morta nel 1405. La melodiosa fluidità delle cadenze lineari, la pacata ampiezza del ritmo che si sviluppa dall'accurato drappeggio delle vesti si conchiudono nella vagheggiata idealizzazione del volto mirabile.

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Il monumento rappresenta chiaramente una fase di transizione tra il gusto tardo gotico e quello rinascimentale, infatti mentre la veste della donna, con il suo accurato panneggio a pieghe sottili e parallele, risponde a canoni medievali, il volto fortemente naturalistico denuncia un avvicinamento ad un gusto prettamente rinascimentale.

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La delicata definizione delle forme della celebre scultura risalta in questo particolare del volto.

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Il rilievo bronzeo con l'Annuncio a Zaccaria, completato nel 1430, è la sola formella realizzata dallo scultore Jacopo della Quercia per il Battistero di Siena. La lezione della grande oreficeria nordica e dell'arte fiorentina, gli echi tardogotici, gli esempi di Donatello e Lorenzo Ghiberti sono avvertibili nella scultura di questo artista

controverso e prezioso. Succ

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Jacopo della Quercia, come vediamo in questa sua opera, fu un maestro nel delineare i panneggi e i volumi delle sue figure, disposte nello spazio del rilievo secondo un preciso ritmo geometrico.

Particolare dell’angelo che annuncia Zaccaria.

Prec.

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L'opera ha forma di polittico: la parte superiore di forme ancora gotiche è composta da cinque scomparti nei quali sono scolpiti la Madonna con il Bambino, con ,ai lati, i Santi Girolamo, Riccardo, Orsola e Lorenzo. La predella, nella quale sono rappresentate Storie di Santi, ha un gusto più naturalistico.

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Particolare della Madonna con il Bambino

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Sant’Orsola e San Lorenzo

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San Girolamo e San Riccardo

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Il concorso del 1401 ebbe un altro grandissimo partecipante nel senese Jacopo della Quercia. Figlio di uno scultore noto per le sue statue lignee, Piero d'Agnolo, la sua formazione è estremamente dibattuta tra chi ritiene che abbia compiuto il suo tirocinio presso i fratelli Dalle Masegne a Bologna e chi lo vede, in Siena, intento a rimeditare la grande L’annunciazione

di Ghiberti, una delle ventotto formelle di bronzo della seconda porta

lezione di Nicola e di Giovanni Pisano come testimonierebbe la Madonna col Bambino in marmo a lui attribuita sull'altare Piccolomini nel Duomo, databile con sicurezza al 1397. Perduta la formella del concorso, la sua prima opera documentata è la Madonna del Melograno commessagli nel 1403 per il Duomo di Ferrara (ora nel Museo) e terminata nel 1407, che con la Madonna Piccolomini ha tanti punti di contatto, cui si aggiunge qualche eco dei modi del gotico internazionale assimilati durante il soggiorno dell'artista.

del Battistero del Duomo di Firenze.

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Siena: "fienile" di Santa Maria della Scala Veduta della Mostra della Fonte Gaia di Jacopo della Quercia

A metà del secolo scorso le condizioni della fonte erano così compromesse da far nascere l'idea di sostituirla con una copia. Nel 1858 l'incarico fu affidato a Tito Sarrocchi e nel 1869 la nuova fonte fu solennemente inaugurata, priva delle due statue dei pilastri terminali. Dieci anni fa ebbe inizio il progetto di un restauro condotto dall'Opificio delle Pietre Dure che ha previsto un'accurata fase diagnostica e, in seguito, il restauro dei singoli pezzi e il loro rimontaggio entro una struttura rinnovata.

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Jacopo della Quercia parte dalla cultura di Giovanni e Antonio Pisano. Il monumento funebre di Ilaria del Carretto che si trova nella chiesa di San Martino in Lucca è il capolavoro di Jacopo. Muore nel fiore degli anni, e il marito incarica Jacopo nel 1408 di realizzare il suo monumento funebre. Ai piedi della donna distesa si trova un cane che molto probabilmente era un cane molto caro all’estinta ma ha anche il valore simbolico della fedeltà. Lo scultore realizza un’opera pura, con linee del viso molto pure, la donna pur essendo morta è elegante e pura. Jacopo è un precursore del rinascimento, infatti realizza per il monumento funebre delle decorazioni di chiara ispirazione classica. Si vedano i putti che sorreggono la decorazione floreale. Lavora anche a Siena nella fonte Gaia di Piazza del Campo . I senesi affidano a Jacopo la parte scultorea,

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rappresenta le storie di Siena ed episodi ad essa legata, vediamo quindi la lupa in quanto Siena è figlia di Roma, la madre di Romolo e Remo, e poi figura allegorica di speranza, giustizia e altre rappresentazioni. Attualmente essa è sostituita da una copia eseguita nel 1858 da Tito Sarrocchi e quanto resta dell'originale si conserva in una loggia del Palazzo Pubblico. Nel 1416 lo scultore ottenne l’incarico di partecipare alla realizzazione del fonte battesimale di Siena, insieme a Donatello, Ghiberti e altri artisti minori senesi: di sua mano sono una delle formelle bronzee della vasca esagonale, raffigurante l’Annuncio a Zaccaria, terminata nel 1428-1430; sul tabernacolo marmoreo, cinque dei sei Profeti posti nelle nicchie; a coronamento della struttura, la statua in marmo di San Giovanni Battista. Non è certo che a lui spetti, pur essendo probabile, l'elegante disegno del pozzetto nel quale, secondo alcuni, dovette intervenire, almeno con dei suggerimenti, il Ghiberti che nel luglio 1416 era stato chiamato a Siena insieme con altri due fiorentini.

Prec. Succ

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Tra il 1416 e il 1422 Jacopo scolpì anche la pala d‘altare della famiglia Trenta (San Frediano, Lucca), nella quale l’adozione degli schemi del gotico fiorito non impediscono il dispiegarsi di una drammaticità nuova.Nell'ultimo periodo della sua vita eseguì inoltre un Apostolo per il Duomo di Lucca (dei dodici commissionati) e si dedicò alla decorazione scultoria del portale maggiore della chiesa di San Petronio a Bologna, iniziata nel 1425 e rimasta incompiuta. Realizzò i dieci pannelli marmorei a rilievo dei pilastri con Scene della Genesi, i cinque dell’architrave con episodi dell’Infanzia di Cristo, gli stipiti con Profeti a mezzo busto, la lunetta con la Vergine tra i santi Petronio e Ambrogio. Caratterizza queste ultime opere di Jacopo l’essenzialità delle composizioni, la sapiente resa dell’anatomia e l'effetto complessivo di monumentalità.

Prec. Succ

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Jacopo praticò con assiduità anche l'intaglio in legno, nel cui genere gli vengono plausibilmente attribuite varie statue, mentre sicuramente documentata è la coppia dell'Annunciazione eseguita nel 1421 per la Collegiata di San Gimignano, che si riallaccia alla grande tradizione pisana del Trecento: ma di fronte alla Vergine dalla sdutta figura riassunta nel semplice ritmo lievemente curvilineo delle pieghe della veste, l'Angelo, che arde di dolce baldanza nel bellissimo volto di "giovane Cesare", appare di più complessa struttura plastico-lineare. Pochi giorni prima di morire l'artista, per un altare del Duomo di Siena di cui rivestiva la carica di Operaio, attendeva alla lunetta con la Madonna e Sant'Antonio Abate che raccomanda il cardinale Antonio Casini che da non molto è presente nel Museo dell'Opera del Duomo di Siena: ultimo, altissimo capolavoro del maestro che nella gravità dei gesti con cui i personaggi appaiono reciprocamente legati.

Prec.

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Ecco come viene descritta la vita movimentata di Jacopo della Quercia in un saggio di Maurizia Tazartes:

“Era un tipo inquieto e geniale, sempre in giro a “picchiare” e scolpire marmi e pietre, tra Siena, Lucca Firenze e Bologna. Cercato e invano atteso da spazientiti committenti, che minacciavano pene, ma poi si arrendevano di fronte alla sua bravura. A parlare sono decine di documenti, usciti dagli archivi di quelle città e scritti nel latino dei notai, inframmezzati da dialoghi in volgare. Lo “vediamo” nel buio delle cappelle lucchesi a scolpire tombe insieme a Giovanni da Imola, e intanto far da tramite nelle piccanti vicende amorose dell’amico. Lo “incontriamo” a ricevere pagamenti, a disegnare progetti di opere e discutere con picchiapietre e intagliatori.”

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La seguente incisione è presente sulla tomba di Jacopo della Quercianel Duomo di Siena:

IACOBO QVERCIO SENENSI EQVITI CLARISSIMO STATVARIAEQVE ARTIS PERITISSIMO

AMANTISSIMOQVE VTPOTE QVI ILLAM PRIMVS ILLVSTRAVERIT TENEBRISQVE ANTEA IMMERSAM

IN LVCEM ERVERIT AMICI PIETATIS ERGO NON SINE LACHRYMIS POSVERVNT.

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Si tratta di una scultura lignea di grande importanza, che reca alla base della figura la firma di Jacopo della Quercia e del pittore Martino di Bartolomeo. Ai piedi dell’Angelo è incisa infatti la scritta “ HOC OPUS FECIT MAGISTER GIACOPUS PIERI DE SENIS”. La statua, insieme a quella della Vergine, si trova nella Collegiata di Santa Maria Assunta a San Gimignano.

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Alla realizzazione di quest’opera hanno collaborato diversi artisti quali Lorenzo Ghiberti, Donatello, i Turini e lo stesso Jacopo della Quercia. Il Fonte, a forma di esagono, è composto da una base con sei rilievi bronzei raffiguranti le Storie del Battista, e sei edicole con statuine allegoriche, sempre in bronzo, raffiguranti le virtù.

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Particolare del tabernacolo della fonte battesimale, opera di Jacopo della Quercia.

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IERI(fotografata prima del 1868)

OGGI(copia di Tito Sarrocchi)

La fontana del Campo (1400-1419), consiste in un bacino rettangolare circondato su tre lati da un alto parapetto, decorato da bassorilievi con la Madonna, le Virtù e le raffigurazioni della Creazione di Adamo e della Cacciata dall'Eden; sui pilastri anteriori del recinto due statue, interpretate come Rea Silvia ed Acca Larenzia, oppure come allegorie della Carità.

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L’originale conservato al "fienile" di Santa Maria della Scala.

Nelle sculture della fonte, la linea quercesca, di stampo gotico, supera l'originario decorativismo del suo fluido e sinuoso andamento in una nuova poderosa e monumentale costruttività, racchiudendo e definendo masse robuste e piani plasticamente animati; in tal modo diviene fonte di movimento e strumento essenziale di una sintesi di straordinaria potenza.

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Frammento del recinto

ornato della Fonte Gaia

in piazza del Campo

a Siena, opera

realizzata tra il 1409 e il 1419 con

molte

interruzioni che spesso causavano violenti contrasti tra l'autore e il committente

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Particolare, Siena Palazzo PubblicoMarmo di Montagnola,Misure dell’ intero, altezza cm 132, lunghezza cm 100,16

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Mentre il Bambino benedice il cardinale la Madonna si volge verso un San Sebastiano che doveva stare nella parte sinistra della lunetta e che oggi è scomparso. Nell'appassionato fervore del cardinal Casini che genuflesso mira con implorante intensità la Madonna e nel volto velato di malinconia di questa riflette una profonda e tormentata spiritualità.

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La statua lignea si presentava pesantemente ridipinta, ma un restauro ne ha scoperto la policromia originaria e la delicata doratura dei capelli, concepiti come una massa compatta molto lavorata simile a quella di altre statue di Jacopo. Il velo ha fini decorazioni, mentre il volto levigato e pieno ha i tratti tipici delle figure femminili dello scultore.

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(Parigi, Louvre, 1430-38)

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Particolare della Madonna che tiene in braccio il Bambino

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Si tratta della prima opera di Jacopo della Quercia. Gli era stata ordinata il 19 settembre 1403 dagli esecutori testamentari del defunto Virgilio Silvestri da Rovigo (per questo motivo è detta anche “Madonna Silvestri”). Solida e robusta, è rappresentata seduta, con il bambino in piedi, secondo un’iconografia di origine francese.Stilisticamente vicina a Ilaria del Carretto, cui l’accomunano il tipo di panneggio molto scavato e la rotondità del volto, la Madonna rivela chiari caratteri toscani, confermando l’educazione di Jacopo in quella terra.

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Particolare della Madonna che tiene in mano il melograno.

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Capolavoro dell'artista è la decorazione per il portale maggiore di San Petronio a Bologna che gli venne commissionata nel 1425. Le formelle dei pilastri rappresentano le Storie della Genesi, la lunetta superiore la Madonna con il Bambino, l'architrave le Storie del Vangelo. L'opera ha un gusto fortemente rinascimentale, sia nella forma che nella composizione, inoltre fa uso della tecnica dello stiacciato per rappresentare con maggiore profondità gli spazi.

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Particolare della lunetta sovrastante il portone con la Madonna tra Sant’Ambrogio e San Petronio.

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1428Marmo, altezza cm 72(Le misure sono le stesse per tutte le formelle)

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Pilastro laterale destro

Nel pilastro sinistro sono rappresentate, dall’alto verso il basso, la Creazione di Adamo, la Creazione di Eva, il Peccato Originale, la Cacciata dal Paradiso, il Lavoro dei Progenitori. In quello destro, invece, sono rappresentate le formelle del Sacrificio di Caino e Abele, l’Uccisione di Abele, l’Uscita dall’Arca, l’Ebbrezza di Noè e il Sacrificio di Isacco.

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1429 – 1434Marmo, cm 99 x 92(Le misure sono le stesse per tutte le formelle)

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Tale processo di interpretazione del linearismo gotico in funzione di una nuova visione plastica trova la sua più alta espressione nella decorazione del portale maggiore della cattedrale bolognese, commessa al maestro senese nel 1425 e rimasta incompiuta a causa della morte dell'artista.

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Particolare

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1429 – 1434Marmo, cm 99 x 92(Le misure sono le stesse per tutte le formelle)

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Siena, Museo dell'Opera del Duomo, 1428

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Quest’opera presenta strette analogie di strutturae stile con i santi dell’Altare dei Trenta in San Frediano, tanto da far pensare a un esemplare eseguito in contemporanea nella bottega lucchese e databile forse intorno al 1416. La figura, la cui policromia è ancora parzialmente originale, poggia su una base ottagonale, bilanciando tutto il corpo sulla gamba destra, nella mano sinistra ha un libro dipinto di rosso, mentre con la destra regge su un fianco l’abbondante panneggio dell’abito. La fisionomia è tipicamente quercesca, con le gote piene, i lineamenti sottili e decisi.

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Quest’opera era originariamente chiusa in un apposito tabernacolo con cupola, così come l’Angelo. Jacopo aveva cominciato a intagliare le due statue nel 1421, come ricorda un libro di conti dell’Opera della Collegiata. Ai suoi piedi si può leggere la seguente scritta: “MCCCCX – VI MARTINUS BARTHOLOMEI DE SENIS PINXIT”.

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È di recentissima data la proposta di attribuire a Jacopo della Quercia (I408 circa) questo gruppo monumentale, che è uno dei cosiddetti «capitelli» d'angolo del Palazzo Ducale, assieme ad una Annunciazione e ad altre minori sculture della Basilica di San Marco. Molto convincenti sono le affinità stilistiche con l'opera più famosa dello scultore, la fonte del Campo di Siena.

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Madonna di AnghiariLegno policromo,Altezza cm 140Anghiari, Museo StataleDi Palazzo Taglieschi1420 circa

Portale MaggioreMarmo rosso istrianoE marmo biancoBologna, San Petronio1425 - 1430

Altare dei TrentaMarmo di CarraraCm 230 x 296Lucca, San Frediano,Cappella di San Riccardo1416 - 1422

Tomba di Ilaria del CarrettoMarmo di Carrara, cm 244x 88 x 66,5 (inclusa la base)Lucca, Cattedraledi San Martino, 1406 - 1407

Madonna Silvestri(o del Melograno)Marmo di Carrara, altezzaCm 152Ferrara, Museo della Cattedrale, 1406

San LeonardoLegno policromo,Altezza cm 160Massa, Santa Maria degliUliveti, 1416 circa

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Angelo AnnuncianteVergine AnnuncianteLegno policromo, altezzarispettiva cm 173 e 174San Gimignano, Collegiata1421 - 1426

Madonna col Bambino, Sant’ Antonio e il cardinale CasiniLunetta dell’altare CasiniMarmo, cm 120 x 139Siena, Museo dell’operaMetropolitana, 1437 - 1438

Fonte Gaia, SapienzaMarmo di Montagnola,misure dell’intero,h cm 132, l cm 100,16Siena, Palazzo Pubblico,1414 - 1419

Fonte BattesimaleMarmo, bronzo, smalti,Intarsi policromiSiena, San Giovanni Battista1416 - 1434

Fonte BattesimaleAnnuncio a ZaccariaBronzo dorato, 60 x 60Siena, San Giovanni Battista1428 - 1430

Madonna con Bambino1435 circaLegno policromo,Altezza cm 180Parigi, Musée du Louvre

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Bibliografia

www.scultura-italiana.it

Enciclopedia Encarta Plus

www.storiadellarte.com

www.comunedisiena.it

www.abcgallery.com

I Classici dell’Arte: Jacopo della Quercia Rizzoli Editore

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CREDITI

Presentazione ideata e creata da:

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