J. Moreau de Saint-Martin J. A. C algaro Gli Eurocodici...Traduzione: Wonderland s.n.c. di Marini...

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E 122 Professionisti, tecnici e imprese Gruppo Editoriale Esselibri - Simone S e sistemi editoriali i e J. Moreau de Saint-Martin J. A. Calgaro Gli Eurocodici QUALITÀ COSTRUZIONE PROGETTO edizione italiana a cura di Maria Pia Limongelli Estratto della pubblicazione

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    Professionisti, tecnici e impreseGruppo Editoriale Esselibri - SimoneSesistemi editoriali

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    J. Moreau de Saint-Martin J. A. Calgaro

    Gli Eurocodici

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    edizione italiana a cura di Maria Pia Limongelli

    Estratto della pubblicazione

  • Copyright © 2008 Esselibri S.p.A.Via F. Russo, 33/D80123 Napoli

    Tutti i diritti riservatiÈ vietata la riproduzione anche parzialee con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazionescritta dell’editore.

    Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro, l’editore è a di-sposizione degli aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle opportune correzioni nelcaso di errori e/o omissioni a seguito della segnalazione degli interessati.

    Edizione originale: Les EurocodesGroupe Moniteur (Editions du Moniteur), Paris, 2005

    Traduzione: Wonderland s.n.c. di Marini Marco & C. (a cura di Michele Portoni e Alice Berto)

    Prima edizione: aprile 2008E122 - Gli EurocodiciISBN 978-88-513-0490-4

    Ristampe8 7 6 5 4 3 2 1 2008 2009 2010 2011

    Questo volume è stato stampato presso:MultiMediaV.le Ferrovie dello Stato Zona ASI - 80014 Giugliano (NA)

    www.sistemieditoriali.it

    Coordinamento redazionale: Alice Berto

    Per conoscere le nostre novità editoriali consulta il sito internet: www.sistemieditoriali.it

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    Gli Eurocodici sono norme europee da applicare al progetto strutturale delle opere diingegneria civile e che, secondo le indicazioni della Commissione Europea, a partiredal 2010 diventeranno l’unico riferimento per la progettazione strutturale in Europa.

    Tali norme, oltre a fornire le specifiche per la progettazione strutturale di opere realiz-zate con materiali di vario tipo (cemento armato, acciaio, muratura, legno, alluminio),trattano degli aspetti geotecnici della progettazione, della resistenza delle strutture alfuoco e alle azioni sismiche e infine delle azioni sulle strutture in fase di esecuzione esu strutture temporanee.

    Lo scopo principale dei 10 Eurocodici è quello di fornire un approccio comune alla pro-gettazione strutturale che uniformi il livello di sicurezza delle costruzioni in Europa.

    Inoltre l’utilizzo delle norme europee, unitamente agli standard europei di esecuzione,di prodotto e di tecniche di prova, agevolerà la libera prestazione di servizi d’ingegne-ria, oltre alla libera circolazione dei prodotti.

    Ciascuno degli Eurocodici è costituito da una parte generale (EN), uguale per tutti glistati europei e da un Allegato Nazionale (NAD), variabile da uno stato europeo all’altro,che contiene i valori di parametri (NDP) che vengono fissati dall’autorità nazionali infunzione delle specificità di ciascuno stato.

    Ogni stato Europeo, entro il 2010, dovrà adottare tutte le misure necessarie all’applica-zione degli Eurocodici e quindi pubblicare la traduzione nella lingua nazionale deltesto della norma Europea, completare la redazione degli Allegati Nazionali mediantedefinizione dei Parametri determinati a livello nazionale e promuovere la formazionee l’aggiornamento dei tecnici del settore edilizio sugli Eurocodici.

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    Introduzione all’edizioneitaliana

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    Il corpus normativo italiano negli ultimi anni, sia pur in maniera un po’ tormentata, staevolvendo verso una “filosofia europea” della progettazione.A una progettazione di tipo prescrittivo, basata sul metodo delle tensioni ammissibili,ancora previsto come metodi di progettazione nelle norme tecniche per le costruzioniemanate in Italia nel 1996, è stato sostituito, nelle ultime versioni delle norme tecni-che, un approccio prestazionale che utilizza il metodo agli stati limite sul quale èbasata anche la progettazione secondo gli Eurocodici.Nel medesimo spirito di aggiornamenti, la struttura un po’ frammentata del corpusnormativo italiano, articolato in una serie di decreti e circolari ministeriali che copri-vano i vari aspetti della progettazione strutturale (sismica, geotecnica, resistenza alfuoco ecc.) è stata sostituita, nelle norme tecniche di ultima emanazione (2005,2008), dalla struttura unitaria dal “Testo Unico” delle Norme sulle Costruzioni nelquale tutti questi aspetti della progettazione strutturale sono ugualmente conside-rati. Inoltre nel “Testo Unico” si fa esplicito riferimento alla possibilità di utilizzare find’ora gli Eurocodici come norme di “comprovata affidabilità”.L’obiettivo di questo libro è da un lato quello di fornire un quadro completo sullaprogettazione strutturale condotta mediante gli Eurocodici, dall’altro quello di facili-tare l’introduzione di norme basate su una filosofia di progetto differente da quellatradizionale.A tale scopo nel capitolo 2, completamente riscritto per l’edizione italiana del libro, èdescritta la situazione normativa italiana e le modalità con cui essa sta gradualmenteevolvendo verso l’adozione delle Norme Europee.Inoltre, all’inizio di ogni capitolo del libro, ciascuno dedicato a uno degli Eurocodici(1990-1999), è riportato un breve confronto con le norme italiane. Queste parti deltesto sono quelle sulle quali si sono operate le modifiche più significative rispetto allaversione originaria del libro che si riferivano, invece, alle norme francesi.Rispetto alla versione originaria, questo testo differisce anche per tutti i riferimenti aivalori dei parametri determinati a livello nazionale (NDP) che sono stati modificati, ovenecessario, sulla base dei valori fissati dagli Annessi Nazionali Italiani (NAD).A tale proposito si precisa che al momento della redazione di questo testo non tutti iNAD italiani sono stati pubblicati nella versione definitiva; nei richiami del testo a talidocumenti si è fatto, perciò riferimento alle versioni in bozza dei documenti.È anche grazie al continuo riferimento alle Norme attualmente vigenti che questotesto potrà essere di ausilio ai progettisti e in generale ai tecnici delle costruzioni aprepararsi per la scadenza del 2010 oltre la quale la coesistenza delle norme italianeed europee dovrebbe cessare.

    Prof. Ing. Maria Pina Limongelli

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    Le prime parole che vengono in mente quando si scopre gli Eurocodici sono: non cen’era bisogno!

    Così, partita da un’iniziativa delle associazioni professionali e accolta dalla Commissio-ne Europea nel 1974, beneficiando del supporto e dell’organizzazione del ComitatoEuropeo di Normazione a partire dal 1989, questa lunga maturazione è finalmente riu-scita a creare uno strumento comune, accettato da tutti gli Stati membri dell’Unione,per progettare ogni genere di opera (di edilizia e di ingegneria civile).

    Conoscendo le differenze culturali e professionali tra Paesi anche in materia di regola-mentazione nazionale, il peso delle tradizioni, la forte personalità di esperti di altolivello in un contesto molto tecnico, si capisce quale necessità c’era di realizzare il mer-cato unico dell’edilizia, e quanta fatica sia costata l’elaborazione di un testo accettatoda tutti!

    Fortunatamente, oggi questo processo è quasi al termine dato che pazientemente,ostinatamente, malgrado le difficoltà, la maggior parte delle 56 norme che costitui-ranno, a breve, l’insieme della serie degli Eurocodici è a oggi definita e in corso dipubblicazione dal CEN. Questo passo è ancor più interessante, raro esemplare, per ilfatto di essere volontario: all’origine non c’è nessuna direttiva, nessuna regolamen-tazione ma solo una volontà comune, tra professionisti del settore, di sviluppare que-sto riferimento tecnico e applicarlo. La pubblicazione di questo libro costituisce ladimostrazione migliore di questo successo: si colloca già in una fase di messa in ope-ra degli Eurocodici e ha come scopo quello di presentarne i contenuti e di spiegarnel’utilizzo.

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    Prefazione

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    La Commissione Europea ha chiaramente espresso l’importanza che attribuisce agliEurocodici e la propria intenzione di sostenerne la messa in opera e il mantenimentonella raccomandazione 2003/887/EC dell’11 dicembre 2003, pubblicata sulla GazzettaUfficiale dell’Unione Europea il 19 dicembre 2003.Nonostante non siano soggetti a obbligo nel senso giuridico del termine, gli Statimembri sono invitati a rendere gli Eurocodici applicabili sui propri territori, in mododa facilitare la libera circolazione dei servizi (relativi alla costruzione) e contribuire allalibera circolazione dei prodotti strutturali. Si devono accettare i progetti concepiti uti-lizzando gli Eurocodici senza che nessuna regolamentazione nazionale nei limiti l’uso.Si devono fissare i parametri nazionali tra i quali, secondo buona applicazione del prin-cipio di sussidiarietà, si può scegliere, al fine di tenere conto delle specificità dei variStati. Entro qualche anno, gli Stati membri saranno invitati a sviluppare un bilanciodell’influenza di queste scelte specifiche per accrescere ancora il livello di armonizza-zione e per sopprimere eventuali differenze ingiustificata.Questo libro, la cui qualità innegabile è dimostrata dal valore dei redattori che hannocontribuito e che sono stati tutti protagonisti influenti nell’elaborazione di questenorme a livello europeo, permette di familiarizzare, d’informare e di formare i profes-sionisti, ingegneri, architetti, all’uso degli Eurocodici. Riflette quindi direttamente lospirito della raccomandazione dell’11 dicembre 2003.Io non posso fare altro che acclamare lo sforzo così realizzato per ringraziare tutti i pro-tagonisti che, con questo libro e con le loro azioni quotidiane, aiutano a promuoveregli Eurocodici. Essi permettono così di beneficiare pienamente dell’importante pro-gresso che rappresenta l’elaborazione di questi metodi unificati e comuni di calcolo,per una migliore circolazione dei servizi, per un miglioramento della competitivitàdelle imprese, in Europa e all’estero, per una migliore qualità delle costruzioni in Euro-pa e infine per contribuire in qualche modo, con realtà concrete che entreranno a farparte della vita quotidiana di ciascuno, alla costruzione dell’Unione Europea.

    Dr.-Ing. Reinhard Klein

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    Da parecchi anni si sente parlare, in maniera più o meno intermittente o disparata, diun progetto europeo ambizioso chiamato “Eurocodici”.Questi Eurocodici hanno lo scopo di armonizzare le regole di progettazione e di calco-lo nell’Unione Europea e di contribuire alla creazione del mercato unico delle costru-zioni di edifici e opere di ingegneria civile.

    Le amministrazioni pubbliche hanno espresso la volontà di seguire la raccomandazio-ne 2003/887/CE della Commissione Europea relativa alla messa in opera e all’utilizzodegli Eurocodici per le costruzioni e i prodotti strutturali.

    Al di là di questa ambizione europea, non è un’utopia pensare che questi Eurocodicipossano diventare un riferimento tecnico mondiale.

    L’adozione in corso, da parte dei 25 Paesi dell’Unione Europea, delle norme europeedefinitive, denominate EN, ha motivato l’iniziativa di pubblicare l’opera importanteche avete tra le mani, con la partecipazione dei migliori specialisti in materia, che vor-rei ringraziare per l’aiuto all’elaborazione e alla diffusione degli Eurocodici.

    Dal momento che la redazione degli Eurocodici è terminata, è importante che essi sia-no applicati approfittando del loro potenziale innovativo. Alcuni studi dimostrano chel’applicazione di queste nuove norme europee non comporta grandi sconvolgimentidella nostra pratica, quanto meno a livello economico dei progetti. Ciò nonostante, è

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    Introduzione

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    necessario un grande sforzo di formazione di ingegneri e di tecnici presso gli studiprofessionali e nelle imprese pubbliche e private, e sono convinto che questo librosarà un mezzo di iniziazione estremamente prezioso sia per i formatori che per i pro-gettisti, e servirà anche ai responsabili di cantiere per le scelte che richiamino i pro-grammi di costruzione.

    Auguro a ciascuno una buona lettura.

    Michel Pernier

    Per semplificazione e omogeneità con il nome degli altri Eurocodici, l’EN 1990 è chiamatoEurocodice 0, denominazione non ufficiale.I rinvii agli Eurocodici sono composti dalla loro denominazione ufficiale (EN 199X), seguitaeventualmente dal numero della parte (EN 199X-X), o sottoparte (EN 199X-X-X), seguitadal riferimento alla sezione, al paragrafo ecc. (cfr. EN 199X-X. X, X.X.X.).I rinvii a capitoli o paragrafi di questa opera sono preceduti dall’espressione: cfr. infra o cfr.supra seguita dal numero del capitolo o del paragrafo, per esempio: (cfr. infra cap. X).I nomi delle figure (e tabelle) sono annotati come di seguito: fig. X.X*. La prima cifra indicail numero del capitolo nel quale si situa la figura (o la tabella), il secondo il numero d’ordinedella figura (o della tabella) all’interno del capitolo.I riferimenti bibliografici sono annotati tra parentesi quadre: [X].

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    1.1 Nuovo Approccio e direttiva sui prodotti da costruzione

    1.1.1 Principi del Nuovo Approccio

    L’obiettivo di realizzare il Mercato Unico prima del 31 dicembre 1992 ha portato leautorità europee a immaginare nuovi strumenti per eliminare le disposizioni che fos-sero d’intralcio agli scambi all’interno di questo mercato. L’armonizzazione delle legi-slazioni e delle regolamentazioni nazionali – che prende il nome di Nuovo Approccio –è divenuta oggetto di una risoluzione del Consiglio in data 7 maggio 1985. I principi dibase sono i seguenti:• l’armonizzazione legislativa è limitata all’adozione delle norme essenziali di sicurez-

    za alle quali i prodotti immessi sul mercato comunitario devono essere conformi;• per essere sul mercato e beneficiare della libera circolazione nello spazio economi-

    co europeo, i prodotti devono soddisfare alcuni requisiti richiesti;• le specifiche tecniche dei prodotti che permettono di rispondere ai requisiti essen-

    ziali sono contenute nelle norme armonizzate;• i prodotti conformi a queste norme armonizzate beneficiano di una “presunzione di

    conformità” ai requisiti essenziali;• al produttore rimane la possibilità di applicare altre specifiche per soddisfare nuove

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    Ruolo della normazionenell’armonizzazione europea1

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    Questo metodo operativo presenta il vantaggio di alleggerire il compito del legislato-re europeo in materia di elaborazione dei regolamenti comunitari: non deve più entra-re nei dettagli tecnici delle specifiche (lavoro di organismi europei di normazione) enemmeno nelle modalità di applicazione proprie di ciascuno Stato membro, visto chela legislazione delle direttive fissa obiettivi in termini generali – obiettivi che ciascunoStato deve adottare in funzione del proprio quadro giuridico.

    1.1.2 Meccanismi e strumenti del Nuovo Approccio

    Una ventina di direttive è già stata adottata seguendo questi principi. Esse coprono ingenere settori abbastanza omogenei e rispondono soprattutto a requisiti di sicurezza:sicurezza delle macchine, dei giocattoli, degli impianti a gas, dei materiali elettrici inbassa tensione, degli impianti terminali di telecomunicazione, degli ascensori ecc. conl’obiettivo della protezione dei consumatori: compatibilità elettromagnetica, stru-menti di pesatura, prestazioni e rendimento delle caldaie.

    Ciascuna direttiva ha dato luogo a incarichi (mandati) passati dalla Commissione Euro-pea per stabilire norme armonizzate attraverso gli organismi europei di normazione:Comitato Europeo di Normazione (CEN), Comitato Europeo di Normazione Elettrotec-nica (CENELEC), Istituto Europeo di Normazione delle Telecomunicazioni (ETSI). I primidue comprendono gli istituti nazionali di normazione che, per l’Italia, sono l’Ente Na-zionale Italiano di Unificazione (UNI) e il Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI). Emana-ta all’inizio degli anni Ottanta, la legge che impone a questi istituti di riprendere inte-gralmente le norme europee al loro interno è un potente fattore di uniformazione deiriferimenti tecnici tra i diversi Paesi, e dunque di armonizzazione a scala europea.

    Le norme cosiddette armonizzate si distinguono dalle norme europee ordinarie, chia-mate volontarie, per il fatto di essere strumenti della legislazione europea (espressadalle direttive del Nuovo Approccio); questo offre loro un’autorità particolare in mate-ria di “presunzione di conformità” ai requisiti regolamentari. In pratica, gli enti norma-tori possono trattare in queste norme sia aspetti relativi all’armonizzazione che altriaspetti. Questo conduce a identificare le clausole a vocazione regolamentaria in unallegato specifico, l’allegato Z.

    Il ruolo riconosciuto alle norme armonizzate è ufficializzato attraverso la pubblicazio-ne del loro riferimento nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea. L’utilizzo dellenorme armonizzate non è obbligatorio; il produttore può ricorrere a qualsiasi altrasoluzione tecnica per garantire la conformità del proprio prodotto ai requisiti richiesti.Però, a seconda del carattere più o meno “sensibile” dei prodotti anche in materia disicurezza, la direttiva prevede verifiche più o meno dettagliate, ed eventualmente uncontrollo eseguito da un organismo terzo.

    La conformità ai requisiti richiesti è attestata dall’applicazione del marchio CE da partedel fabbricante sul prodotto (o, a seconda del caso, sull’imballaggio o su un documen-to di accompagnamento).

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    Quando è dotato del marchio CE, il prodotto si presume conforme ai requisiti richiestie può essere liberamente messo sul mercato, commercializzato e utilizzato, senza do-ver subire verifiche di conformità a una regolamentazione nazionale. Gli Stati hannoquindi un obbligo di sorveglianza del mercato per evitare la presenza di prodotti chenon soddisfino i requisiti richiesti.

    1.1.3 Direttiva sui prodotti da costruzione

    Elaborata dal 1986 al 1988, la Direttiva sui Prodotti da Costruzione (DPC) è stata adot-tata il 21 dicembre 1988 e pubblicata all’inizio dell’anno 1989 con n. 89/106/CEE. Ispi-randosi al Nuovo Approccio, se ne discosta su vari punti sostanziali.In conformità con il Nuovo Approccio, la direttiva definisce sei requisiti essenziali:• resistenza meccanica e stabilità;• sicurezza in caso di incendio;• igiene, salute e ambiente;• sicurezza nell’uso;• protezione contro il rumore;• risparmio energetico e isolamento termico.

    Prevede la marcatura CE, con diverse procedure di attestazione di conformità a secon-da delle caratteristiche dei prodotti, e la sorveglianza della regolarità degli appalti. Sibasa sulla stabilizzazione delle norme armonizzate.Nondimeno questa direttiva presenta forti particolarità rispetto al Nuovo Approccio.Considerando che la rispondenza ai requisiti richiesti deve dimostrarsi in opera, non silascia al produttore la facoltà di giudicare se tali requisiti sono presenti; si esige, di con-seguenza, che il prodotto sia conforme a specifiche armonizzate.Non è possibile stabi-lire norme armonizzate per tutti prodotti da costruzione: l’esperienza ha dimostratoche gran parte dei prodotti mostra attitudini all’impiego diverse caso per caso. Perquesto la direttiva ha previsto, oltre alla norma europea, un’altra forma armonizzata dispecifiche: l’accordo tecnico europeo, stabilito caso per caso.Un’altra particolarità riguarda il carattere di “semiprodotto”per i prodotti da costruzio-ne, intermediari del processo di realizzazione di un’opera. Il livello di requisito richiestoal prodotto può essere più o meno alto in funzione della natura dell’opera stessa; è ilcaso per esempio del comportamento richiesto a un opera in caso di incendio chevaria a seconda che la costruzione considerata sia un immobile ordinario, un immobilemolto alto o un luogo aperto al pubblico. Sarebbe inutilmente costoso imporre la pre-stazione più elevata per tutti prodotti sul mercato. In più bisogna evitare di sottoporrei prodotti a verifiche secondo ciascuna regolamentazione nazionale, prassi che ristabi-lirebbe ostacoli agli scambi. È per questo che il marchio CE dei prodotti da costruzioneè accompagnato da un’identificazione delle prestazioni: permette di giudicare la con-formità ai requisiti regolamentari, per ogni caso di utilizzo, senza nessuna altra proce-dura addizionale a carattere nazionale. L’appendice Z delle norme armonizzate offre

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    indicazioni precise sull’identificazione delle caratteristiche del prodotto a completa-mento del marchio CE.In maniera analoga, le normative per le costruzioni devono essere adattate affinché leloro prescrizioni siano espresse attraverso caratteristiche richieste ai prodotti, identifi-cate dal marchio CE. Comunque queste normative restano di competenza degli Statidato che, in materia di lavori di costruzioni, non hanno delegato la loro competenza alivello europeo.Recepita dall’Italia con DPR 21 aprile 1993, n. 246 (246/1993) e successiva modifica del10 dicembre 1997, n. 499, la direttiva dei prodotti da costruzione ha impiegato moltotempo a essere applicata, diversamente dalle direttive più puramente di Nuovo Ap-proccio. Queste sono potute entrare in applicazione a breve termine perché, in questocaso, l’impiego delle norme armonizzate non ha avuto preavviso. Al contrario, il mar-chio CE dei prodotti da costruzione esige che le specifiche armonizzate siano disponi-bili. I documenti interpretativi, previsti dalla direttiva per fare da tramite tra le esigenzesulle opere e le caratteristiche dei prodotti, non sono stati approvati che nel 1994, e iprimi mandati al CEN risalgono al 1995.Soltanto nel 1999 ha potuto entrare in vigore ilprimo marchio CE di un prodotto da costruzione (tasselli di ancoraggio per calcestruz-zo) basandosi su un accordo tecnico europeo. Dato il vasto ambito coperto dalla diret-tiva, il programma di normazione in corso è molto importante: da 500 a 600 normearmonizzate completate da circa 1 500 norme di prova.

    1.2 Direttive sugli appalti pubblici

    1.2.1 Storia

    Simultaneamente all’armonizzazione delle normative nazionali,1

    la costruzione delmercato unico ha fatto affidamento per lungo tempo alle pubbliche amministrazionialle quali era stato chiesto di aprire il mercato alla concorrenza europea e di evitarequalsiasi comportamento discriminatorio o di preferenza nazionale.È stato quindi l’ambito della costruzione che ha dato luogo alla prima direttiva sugliappalti pubblici: la direttiva 26 luglio 1971, 71/305/CEE. Si trattava principalmente dicodificare i criteri di selezione e di attribuzione degli appalti, e imporre la pubblicità alivello europeo per le richieste di appalti di una certa importanza. In seguito c’è stata ladirettiva 21 dicembre 1976, 77/62/CEE, per gli appalti di forniture. Oltre alle direttive dimodifica, si sono aggiunte la direttiva 17 settembre 1990, 90/531/CEE, per le procedu-re di appalto degli enti erogatori di acqua ed energia, degli enti che forniscono i servizidi trasporto nonché degli enti che operano nel settore delle telecomunicazioni, ladirettiva 18 giugno 1992, 92/50/CEE, per il mercato dei servizi. Una ricodificazione èavvenuta nel 1993 con le direttive del 14 giugno 1993: 93/36/CEE (forniture),

    1 Il titolo esatto della direttiva 89/106/CEE è “Direttiva del Consiglio del 21 dicembre 1988 relativa al ravvicinamentodelle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti i prodotti da costruzione”.

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    93/37/CEE (appalti pubblici dei lavori) e 93/38/CEE (procedure di appalto degli entierogatori di acqua ed energia, degli enti che forniscono i servizi di trasporto nonchédegli enti che operano nel settore delle telecomunicazioni). Un nuovo rimaneggia-mento le ha sostituite con due direttive del 31 marzo 2004: una per le procedure diappalto degli enti erogatori di acqua ed energia, degli enti che forniscono i servizi ditrasporto nonché degli enti che operano nel settore delle telecomunicazioni(2004/17/CE), l’altra che raggruppa appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi(2004/18/CE).

    1.2.2 Ruolo della normazione

    Il ruolo della normazione, volto a rendere più omogenee e trasparenti, a livello euro-peo, le specifiche tecniche del appalti pubblici, si è progressivamente affermato. Ladirettiva 71/305/CEE indicava solamente le norme nazionali come riferimenti possibili.Con la direttiva 77/62/CEE appare il riferimento alle norme europee, senza intendernel’obbligo dato che l’esigenza di usare le norme europee quali norme nazionali non esi-steva ancora. È stato nel 1988-1989 che si sono affermate le norme europee (attraver-so le norme nazionali) come riferimento da utilizzare con priorità per le specifiche tec-niche degli appalti pubblici (modifica delle direttive precedenti attraverso la direttiva22 marzo 1988, 88/295/CEE, per appalti di forniture, e la direttiva 18 luglio 1989,89/440/CEE, per appalti di lavori pubblici).

    Queste disposizioni sono arrivate in Italia attraverso il D.lgs. 24 luglio 1992, n. 358 es.m.i. recante il Testo Unico delle disposizioni in materia di appalti pubblici di fornituree il D.lgs. 19 dicembre 1991, n. 406, recante l’attuazione della direttiva 89/440/CEE inmateria di procedure di aggiudicazione degli appalti di lavori pubblici.

    1.2.3 Problema dei metodi di calcolo

    Dal 1971, la direttiva 71/305 aveva identificato le diversità delle normative nazionalisulle costruzioni come un ostacolo potenziale alla libertà delle prestazioni dei servizi.L’ambizione era quella di dare la possibilità a un imprenditore o progettista di farapprovare un progetto, sia in varianti che in bandi di gara, in un Paese diverso dal pro-prio. Per soppiantare quest’ostacolo, l’art. 11 di questa direttiva stabiliva che “[...] l’am-ministrazione aggiudicatrice non può respingere un’offerta per il solo motivo che èstata elaborata con un metodo di calcolo delle opere civili diverso da quello in uso nelPaese in cui viene aggiudicato l’appalto”.

    Come ispirazione questa clausola è vicina al principio di mutuo riconoscimento delleregolamentazioni: le disposizioni regolamentari giudicate sufficienti in uno Statomembro dell’unione ed europea devono essere riconosciute come sufficienti neglialtri Stati. Di conseguenza, questi devono astenersi da divieti o altre richieste supple-mentari. Ma la disposizione dell’art. 11 si è rivelata inapplicabile: in effetti era irreali-

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    stico pensare che i professionisti potessero giudicare l’adeguatezza dei loro calcolicondotti secondo metodi non utilizzati nei propri Paesi.

    1.3 Eurocodici: obiettivi, tappe principali dell’elaborazione

    1.3.1 Obiettivi degli Eurocodici

    Il primo obiettivo assegnato agli Eurocodici è di contribuire alla libertà delle prestazio-ni di servizi per quanto riguarda la progettazione di opere. Sostanzialmente, di dareuna risposta vitale alla difficoltà rilevata con l’art. 11 della direttiva 71/305. Invece dieffettuare il mutuo riconoscimento di tutte le regole di calcolo utilizzate in Europa, sitrattava di stabilire un insieme di regole di progettazione comuni che sarebbero stategiudicate accettabili dall’insieme della Comunità Europea, e che gli imprenditori e iprogettisti potessero utilizzare senza temere di vedere le loro offerte rifiutate perprincipio.A metà degli anni Settanta, la Commissione Europea ha preso dunque l’iniziativa diincaricare un certo numero di esperti per l’elaborazione di queste regole comuni,conosciute con il nome di “Eurocodici”. I primi lavori sono stati disponibili all’iniziodegli anni Ottanta, poi sono stati sottoposti agli Stati membri attraverso la Commissio-ne, per ottenere la loro accettazione e conoscerne le osservazioni. Nonostante questilavori si siano basati sui codici modello stabiliti dal CEB o dalla CECM, questi primiEurocodici hanno ricevuto un gran volume di osservazioni, che hanno poi costretto gliesperti a rielaborarle.Nel frattempo, l’adozione alla fine del 1988 della direttiva sui prodotti da costruzione,con la prospettiva di un programma importante di normazione del settore, ha portatola Commissione a non gestire più direttamente il dossier molto tecnico degli Euroco-dici e a trasferirne il carico al CEN. In quest’occasione gli obiettivi degli Eurocodici sonostati ridefiniti come segue:• permettere di verificare la conformità degli edifici e dei lavori di ingegneria civile ai

    requisiti essenziali della direttiva sui prodotti da costruzione, in particolare la prima(resistenza meccanica e stabilità) e, in parte, la seconda (sicurezza in caso diincendio);

    • definire la parte tecnica delle specifiche degli appalti pubblici;• costituire il supporto delle specifiche tecniche armonizzate per i prodotti da costru-

    zione (determinazione delle prestazioni di calcolo).

    Si noti che, agli obiettivi originari (regole comuni riconosciute dai regolamenti, chetraducono concretamente le esigenze essenziali), si è aggiunta la caratterizzazione deiprodotti strutturali del quadro della direttiva 89/106. Inoltre dagli Eurocodici ci siaspettava che:

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    • favorissero lo sviluppo del mercato unico per i servizi e prodotti di ingegneria,annullando gli ostacoli dovuti alle differenze tra le pratiche nazionali per la valuta-zione dell’affidabilità strutturale;

    • migliorassero la competitività dell’industria europea delle costruzioni e delle pro-fessioni connesse nei Paesi fuori dall’Unione Europea.

    1.3.2 Programma degli Eurocodici

    L’ambizione degli Eurocodici è di fornire un corpo di regole coerenti e omogenee perla valutazione dell’affidabilità delle costruzioni, sia riguardo i diversi materiali che idiversi tipi di opere. La struttura elaborata comporta dieci norme europee:• EN 19902 – Eurocodice: Criteri generali di progettazione strutturale;• EN 1991 – Eurocodice 1: Azioni sulle strutture;• EN 1992 – Eurocodice 2: Strutture di calcestruzzo;• EN 1993 – Eurocodice 3: Strutture di acciaio;• EN 1994 – Eurocodice 4: Strutture miste acciaio-calcestruzzo;• EN 1995 – Eurocodice 5: Strutture di legno;• EN 1996 – Eurocodice 6: Strutture di muratura;• EN 1997 – Eurocodice 7: Progettazione geotecnica;• EN 1998 – Eurocodice 8: Strutture in zona sismica;• EN 1999 – Eurocodice 9: Strutture di alluminio.È variata la modalità del formato comune di verifiche: in un primo tempo si era si assuntoche i capitoli-modello fossero sufficienti, successivamente una parte dell’Eurocodice 1 èstata trasformata in un Eurocodice intero a parte (EN 1990), come si vedrà più avanti.In ogni progetto, l’applicazione degli Eurocodici fa appello a uno o all’altro degli Euroco-dici 2,3,4,5,6,9 a seconda del materiale utilizzato,ai testi generali che sono l’Eurocodice 0e l’Eurocodice 1, e all’Eurocodice 7 ed eventualmente all’Eurocodice 8 per quanto riguar-da il terreno, la sua resistenza e la sua azione sulla struttura (cfr. infra cap. 3).Inoltre gli Eurocodici si suddividono in sottoparti nelle quali sono trattati i diversi tipidi opere (edifici, ponti, strutture di contenimento liquidi ecc., i ponti sono in generetrattari nella parte 2) e i diversi aspetti (la resistenza contro l’incendio si trova nella par-te 1-2).Nel complesso,si tratta di un insieme composto da una sessantina di documen-ti, ciascuno formato da un numero di pagine variabile da qualche dozzina a qualchecentinaio. L’elenco dettagliato dei documenti è riportato nella tabella 1.1.

    1.3.3 Prima tappa della normazione: le norme provvisorie (ENV)

    Grazie al lavoro degli esperti realizzato prima del 1990, i processi di normazione hannopotuto procedere rapidamente.Un comitato tecnico specializzato, il CEN/TC 250, è sta-

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    2 Chiamato Eurocodice 0.

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    to costituito nel quadro del Comitato Europeo di Normazione ed è stato organizzatoin 9 sottocomitati, ciascuno incaricato di sviluppare un Eurocodice.

    Tenuto conto del carattere innovativo del programma, è stato consentito il passaggioattraverso lo stadio di norma europea provvisoria, il cui simbolo è ENV: per esempio,ENV 1991 per l’Eurocodice 1.

    La messa a punto di questi Eurocodici-ENV e la loro adozione sul piano europeo sonostate scaglionate nel periodo compreso dal 1993 al 1998, in un programma relativa-mente rapido per dimensione e ambizione.

    In Italia il recepimento degli Eurocodici avviene tramite le norme pubblicate a curadell’UNI (UNI EN) che contengono il testo degli Eurocodici integrato e adattato al qua-dro normativo nazionale tramite una premessa e un’appendice nazionale. L’appendi-ce contiene informazioni sui parametri la cui definizione negli Eurocodici viene lascia-ta agli orgasmi normativi nazionali. Con il DM 9 gennaio 1996 le norme tecniche italia-ne hanno recepito le versioni sperimentali dell’Eurocodice 2 (Progettazione di struttu-re di calcestruzzo – Parte 1-1: regole generali e regole per gli edifici) e dell’Eurocodice3 (Progettazione delle strutture in acciaio – Parte 1-1: regole generali e regole per gliedifici). Il testo delle norme fornisce i valori numerici e le varianti prescrittive che costi-tuiscono il Documento di Applicazione Nazionale (DAN) per l’uso degli Eurocodici eche hanno lo scopo di adeguare le verifiche contenute negli Eurocodici agli stessilivelli di sicurezza previsti in ambito nazionale.

    1.3.4 Conversione degli Eurocodici provvisori (ENV) in norme europee(EN)

    Lo stato di norma provvisoria (ENV) è normalmente accettato per tre anni. Nell’arco didieci anni (tempo consentito per permetterne la sperimentazione) le regole del CENprevedono un’inchiesta pubblica per determinare la sorte del documento: ritiro puroe semplice di un documento giudicato non soddisfacente, consacrazione del testocome norma europea definita EN o conversione del testo in EN ma dopo verifica tecni-ca, o ancora prolungamento come ENV per un periodo supplementare. In pratica, ebenché il grado di maturità delle diverse parti non fosse omogenea, il CEN/TC 250 èarrivato ogni volta alla conversione in EN dopo revisione tecnica. C’è stata, su questopunto, una forte attenzione da parte della Commissione Europea affinché il consegui-mento dello Stato di norma europea definitiva, ripresa integralmente nell’ambito del-le norme nazionali, diventasse una tappa importante che assegna ai documenti unpeso corrispondente al ruolo loro assegnato, di fronte alla legislazione e agli appaltipubblici.

    Il programma di conversione ha beneficiato (come la tappa ENV) di un finanziamentodella Commissione Europea. È stato suddiviso in quattro parti, dando priorità alle partisignificative per i progetti di edifici.

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    Simultaneamente, la riflessione sulle condizioni di applicazione degli Eurocodici ècontinuata, con la formazione di un gruppo di corrispondenti Eurocodici nazionalipresso il Comitato permanente della direttiva 89/106. Il suo obiettivo è di evitare chedivergenze di punti di vista tra le delegazioni nazionali del CEN/TC 250 e le autoritàstatali compromettano l’acquisizione degli Eurocodici nella legislazione relativa allecostruzioni nazionali.

    1.3.5 Particolarità degli Eurocodici come norme europee

    Quando la prospettiva di questa conversione da Eurocodici-ENV in norme europee ENè stata dichiarata dal Comitato permanente della direttiva 89/106, negli anni1996-1998, i rappresentanti degli Stati membri hanno ottenuto che la responsabilitàdi decidere i livelli di sicurezza delle opere appartenga agli Stati e non debba esserelasciata alle scelte di esperti tecnici del CEN/TC 250. Per accogliere questa obiezionegiuridica, la Commissione e il CEN hanno ammesso che gli Eurocodici includessero dei“parametri determinati a livello nazionale” (Nationally Determined Parameters, NDP).Questi parametri danno alle autorità nazionali il modo di esercitare le loro prerogativenel momento in cui gli Eurocodici sono applicati nel loro territorio. Queste scelte na-zionali sono dichiarate all’interno di allegati nazionali agli Eurocodici, pubblicati dagliistituti nazionali di normazione. Si tratta di una disposizione per niente inusuale, chetestimonia il peso degli Eurocodici nella normazione europea.Fornendo gli strumenti per elaborare e verificare un progetto, gli Eurocodici devonoapplicarsi in coerenza con i materiali e prodotti utilizzati per le opere. Pertanto è ne-cessario che essi si armonizzino con le norme dei prodotti, con gli accordi tecnici euro-pei e con le norme di prova mediante le quali sono determinate le caratteristiche deimateriali e dei prodotti. Gli Eurocodici 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 9 sanciscono sviluppi sostanzialiper i materiali (calcestruzzo, acciaio, legno ecc.) ai quali si applicano pertanto la loromessa a punto richiede legami, seguiti dal CEN/TC 250, con molti altri comitati tecnicidel CEN e con l’EOTA.Gli Eurocodici si dimostrano molto aperti a una varietà di metodi di complessitàvariabile, permettendo al progettista di scegliere tra la ricerca spinta dell’economia,e la soluzione più semplice e robusta. Alcuni metodi, che non sono ancora piena-mente convalidati o che non sono di applicazione generale, vengono proposti sottoforma di allegati informativi che non hanno carattere prescrittivo. L’utilizzo degliallegati informativi è dunque facoltativo e potrà essere guidato da scelte effettuate alivello nazionale.

    1.3.6 Calendario

    Il calendario previsionale del CEN mostra che le 58 parti costituenti il corpo degli Euro-codici (tab. 1.1) sono diventate disponibili essenzialmente nel corso dei tre anni 2003,2004 e 2005.

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    Tabella 1.1 – Gli Eurocodici

    Riferimento Titolo

    UNI EN 1990:2006 Criteri generali di progettazione strutturale

    Eurocodice 1 – Basi di calcolo e azioni sulle strutture

    UNI EN 1991-1-1:2004 Parte 1-1: Azioni sulle strutture – Pesi per unità di volume, pesipropri e sovraccarichi per gli edifici

    UNI EN 1991-1-2:2004 Parte 1-2: Azioni in generale – Azioni sulle strutture esposte alfuoco

    UNI EN 1991-1-3:2004 Parte 1-3: Azioni in generale – Carichi da neve

    UNI EN 1991-1-4:2005 Parte 1-4: Azioni in generale – Azioni del vento

    UNI EN 1991-1-5:2004 Parte 1-5: Azioni in generale – Azioni termiche

    UNI EN 1991-1-6:2005 Parte 1-6: Azioni in generale – Azioni durante la costruzione

    UNI EN 1991-1-7:2000 Parte 1-7: Azioni sulle strutture – Azioni eccezionali

    UNI EN 1991-2:2005 Parte 2: Carichi da traffico sui ponti

    UNI EN 1991-3:2006 Parte 4: Azioni indotte da gru e da macchinari

    UNI EN 1991-4:2006 Parte 5: Azioni su silos e serbatoi

    Eurocodice 2 – Progettazione delle strutture di calcestruzzo

    UNI EN 1992-1-1:2005 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici

    UNI EN 1992-1-2:2005 Parte 1-2: Regole generali – Progettazione strutturale control’incendio

    UNI EN 1992-2:2006 Parte 2: Ponti di calcestruzzo – Progettazione e dettaglicostruttivi

    UNI EN 1992-3:2006 Parte 3: Strutture di contenimento liquidi

    Eurocodice 3 – Progettazione delle strutture di acciaio

    UNI EN 1993-1-1:2005 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici

    UNI EN 1993-1-2:2005 Parte 1-2: Regole generali – Progettazione strutturale control’incendio

    UNI EN 1993-1-3:2007 Parte 1-3: Regole generali – Regole supplementari per l’impiegodei profilati e delle lamiere sottili piegati a freddo

    UNI EN 1993-1-4:2007 Parte 1-4: Regole generali – Regole supplementari per acciaiinossidabili

    UNI EN 1993-1-5:2007 Parte 1-5: Elementi strutturali a lastra

    UNI ENV 1993-1-6:2002 Parte 1-6: Regole generali – Regole supplementari per lestrutture a guscio

    UNI ENV 1993-1-7:2002 Parte 1-7: Regole generali – Regole supplementari per lastreortotrope caricate al di fuori del loro piano

    UNI EN 1993-1-8:2005 Parte 1-8: Progettazione dei collegamenti

    UNI EN 1993-1-9:2005 Parte 1-9: Fatica

    UNI EN 1993-1-10:2005 Parte 1-10: Resilienza del materiale e proprietà attraverso lospessore

    UNI EN 1993-1-11:2007 Parte 1-11: Progettazione di strutture con elementi tesi

    UNI EN 1993-3-1:2007 Parte 3-1: Torri, pali e ciminiere – Torri e pali

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    UNI EN 1993-3-2:2007 Parte 3-2: Torri, pali e ciminiere – Ciminiere

    UNI ENV 1993-4-1:2002 Parte 4-1: Silos, contenitori e condotte – Silos

    UNI ENV 1993-4-2:2002 Parte 4-2: Silos, contenitori e condotte – Serbatoi

    UNI ENV 1993-4-3:2002 Parte 4-3: Silos, contenitori e condotte – Condotte

    UNI ENV 1993-5:2002 Parte 5: Pali e palancole

    UNI ENV 1993-6:2002 Parte 6: Strutture per apparecchi di sollevamento

    Eurocodice 4 – Progettazione delle strutture composte acciaio-calcestruzzo

    UNI EN 1994-1-1:2005 Parte 1-1: Regole generali e regole per gli edifici

    UNI EN 1994-1-2:2005 Parte 1-2: Regole generali – Progettazione strutturale control’incendio

    Eurocodice 5 – Progettazione delle strutture di legno

    UNI EN 1995-1-1:2005 Parte 1-1: Regole comuni e regole per gli edifici

    UNI EN 1995-1-2:2005 Parte 1-2: Regole generali – Progettazione strutturale control’incendio

    UNI EN 1995-2:2005 Parte 2: Ponti

    Eurocodice 6 – Progettazione delle strutture di muratura

    UNI EN 1996-1-1:2006 Parte 1-1: Regole generali per strutture di muratura armata e nonarmata

    UNI EN 1996-1-2:2005 Parte 1-2: Progettazione strutturale contro l’incendio

    UNI EN 1996-2:2006 Parte 2: Considerazioni progettuali, selezione dei materiali edesecuzione delle murature

    UNI EN 1996-3:2006 Parte 3: Metodi di calcolo semplificato per strutture di muraturanon armata

    Eurocodice 7 – Progettazione geotecnica

    UNI EN 1997-1:2005 Parte 1: Regole generali

    UNI ENV 1997-2:2002 Parte 2: Progettazione assistita da prove di laboratorio

    UNI ENV 1997-3:2002 Parte 2: Progettazione assistita con prove in sito

    Eurocodice 8 – Progettazione delle strutture per la resistenza sismica

    UNI EN 1998-1:1997 Parte 1: Regole generali, azioni sismiche e regole per gli edifici

    UNI EN 1998-2:2006 Parte 2: Ponti

    UNI EN 1998-3:2005 Parte 3: Valutazione e adeguamento degli edifici

    UNI EN 1998-4:2006 Parte 4: Silos, serbatoi e condotte

    UNI EN 1998-5:2005 Parte 5: Fondazioni, strutture di contenimento e aspettigeotecnici

    UNI EN 1998-6:2005 Parte 6: Torri, pali e camini

    Eurocodice 9 – Progettazione delle strutture di alluminio

    UNI ENV 1999-1-1:2002 Parte 1-1: Regole generali – Regole generali e regole per gliedifici

    UNI ENV 1999-1-2:2001 Parte 1-2: Regole generali – Progettazione della resistenzaall’incendio

    UNI ENV 1999-2:2002 Parte 2: Strutture sottoposte a fatica

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    Questo significa che l’insieme delle regole che conosciamo, che sono state stabiliteprogressivamente nell’arco di un periodo di 20 o 30 anni, dovranno lasciare posto alcorpo degli Eurocodici nel giro di tre anni (cfr. supra cap. 2). L’elaborazione in un inter-vallo di tempo così breve degli allegati nazionali e degli altri documenti di accompa-gnamento appare necessaria per un’applicazione generalizzata degli Eurocodici, an-che se l’applicazione senza allegato nazionale è possibile (richiede di fissare per cia-scun progetto i valori dei parametri determinati a livello nazionale, NDP).Consapevoli del fatto che il settore delle opere d’arte possa giocare il ruolo di “loco-motiva” per l’applicazione degli Eurocodici, le autorità francesi e tedesche hannodeciso fin dal 2005 di passare all’impiego sistematico degli Eurocodici per il progettodei ponti.

    1.4 Organizzazione dell’elaborazione delle norme

    1.4.1 Organismi

    Il ruolo delle norme è di servire come riferimenti pubblici e utilizzabili da tutti. Maaffinché i documenti prodotti sotto questo titolo siano effettivamente accettati comeriferimenti, devono essere emanati da organismi competenti e devono prendere inconsiderazione l’insieme dei punti di vista.In Italia lo Statuto dell’UNI, approvato con DM 6 settembre 1991 pubblicato sulla Gaz-zetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 7 dicembre 1991, recita (parte XI, art. 29):“Le Commissioni Tecniche, costituite sia presso l’UNI sia presso gli Enti Federati, sonoorgani a carattere nazionale con il compito di predisporre ed elaborare i progetti dinorma tecnica nei settori di loro rispettiva competenza. La costituzione di ciascunaCommissione Tecnica va fatta in modo che vi sia un’equa rappresentanza di elementitecnici, così delle categorie produttive come di quelle consumatrici. Di ogni Commis-sione Tecnica farà parte un esperto rappresentante di ciascuna amministrazione delloStato interessata”.A livello europeo, la direttiva 93/37/CEE indica nell’allegato III (par. 2): “‘norme’ le speci-fiche tecniche, approvate da un organismo riconosciuto avente funzioni normative,per un’applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza non è, in linea di principio,obbligatoria”.Questa definizione ufficiale della normazione rinvia dunque a organismi specializzati.In Italia l’attività normativa è svolta dall’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) intutti i settori industriali a eccezione di quelli elettrico ed elettrotecnico di competenzadel Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI).A livello europeo il Comitato Europeo di Normazione (CEN) e il Comitato Europeo diNormazione Elettrotecnica (CENELEC) e, a livello mondiale, l’Organizzazione Interna-zionale di Standardizzazione (ISO) e la Commissione Elettrotecnica Internazionale(CEI) sono federazioni di organismi nazionali aventi la stessa attività (come l’UNI). Que-

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    sto non avviene per il settore delle telecomunicazioni: l’Istituto Europeo per la Norma-lizzazione delle Telecomunicazioni (ETSI) non è un raggruppamento di organisminazionali.

    1.4.2 Stadi e procedure

    La creazione di una norma passa per tre grandi stadi:• l’iscrizione al programma;• l’elaborazione di un progetto;• la validazione.

    L’iscrizione al programma di una nuova norma fa seguito alla proposta di una parteinteressata, dopo esame in seno dell’organismo di normazione competente ed even-tualmente dopo la consultazione con altri organismi: quando un organismo proponel’elaborazione di una norma nazionale, la direttiva 98/34/CE stabilisce una proceduradi informazione che permette di mettere in cantiere una norma europea sull’argo-mento per arrivare alla sua armonizzazione.Ogni organismo di normazione ha le proprie regole e strutture di programmazione:per esempio, presso il CEN c’è l’ufficio tecnico (CEN/BT). La decisione dell’iscrizione alprogramma si accompagna con la costituzione di un’istanza di lavoro o con l’attribu-zione a una istanza di lavoro preesistente: Commissione di Normazione presso l’UNI,comitato tecnico del CEN.In seno a questa istanza, gli esperti tecnici elaborano il progetto di norma e lo discuto-no, lo emendano. Poi una consulta dei membri permette una prima validazione. Que-sta tappa di lavoro tecnico può essere lunga o al contrario molto breve se si tratta sem-plicemente di prendere un testo esistente, come per esempio le norme ISO.Il progetto viene quindi sottoposto a una consulta più ampia: inchiesta “probatoria”,pubblica, presso l’UNI per le norme italiane, inchiesta di sei mesi presso i membri delCEN per le norme europee. Le osservazioni formulate vengono analizzate prima dell’a-dozione finale: per consenso all’UNI, per “voto formale” (adozione per maggioranza divoto) presso il CEN.

    1.4.3 Articolazione tra livello nazionale e livello europeo

    In seno al CEN, i punti di vista italiani vengono espressi dall’UNI. Questi (contributi al-l’elaborazione delle norme, osservazioni sui progetti, prese di posizione e voti) sonoelaborati nell’ambito della Commissione Ingegneria Strutturale dell’UNI.Tale Commis-sione è strutturata in Sottocommissioni (SC) costituite secondo una struttura parallelaa quella della normazione europea. Nell’ambito di ciascuna Sottocommissione posso-no essere formati dei Gruppi di Lavoro (GL) su argomenti specifici.

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    2.1 Struttura delle Norme Tecniche per le Costruzioni in Italia

    In Italia le Norme Tecniche per le Costruzioni sono di tipo cogente ossia devono essererispettate in quanto norme di legge.Le Norme Tecniche vengono emanate sotto forma di Decreto Ministeriale (DM), delMinistero delle Infrastrutture e dei Trasporti (in passato dal Ministero dei Lavori Pub-blici), in forza delle leggi che regolano la disciplina delle costruzioni. I DM sono affian-cati dalle Circolari Ministeriali (CM) nelle quali si forniscono ulteriori precisazioni circagli ambiti di applicazione e le modalità di applicazione dei DM. Le CM non hanno valo-re di legge, ossia non sono cogenti, tuttavia fa parte delle regole del “buon costruire”uniformarsi alle loro indicazioni.Oltre ai metodi indicati dalle Norme Tecniche, le leggi su cui è basato il sistema dellenorme tecniche prevedono la possibilità di “adottare metodi di verifica e regole didimensionamento diversi da quelli contenuti nelle norme tecniche purché fondatisu ipotesi teoriche e risultati sperimentali scientificamente comprovati e purché siacomprovata una sicurezza non inferiore a quella prescritta dalle Norme Tecniche”.Tale carattere rivestono per esempio le Istruzioni riportate dai bollettini del CNR per ilprogetto di alcune tipologie strutturali (costruzioni in acciaio, travi composte, appa-recchi di appoggio, strutture resistenti al fuoco, analisi con elaboratore ecc.).

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    Integrazione degli Eurocodicinel sistema normativo italiano2

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    2.2 Evoluzione delle norme tecniche in Italia

    In Italia le Norme Tecniche per le Costruzioni negli ultimi anni hanno subito un proces-so di modifica volto a un ammodernamento che le allineasse con le norme degli altriPaesi europei e con gli Eurocodici.

    Le leggi che definiscono i principi generali e regolamentano l’attività normativa nelcampo delle costruzioni risalgono all’inizio degli anni Settanta e sono:

    • legge 5 novembre 1971, n. 1086 “Norme per la disciplina delle opere in conglome-rato cementizio normale e precompresso e a struttura metallica”;

    • legge 2 febbraio 1974, n. 64 “Provvedimenti per le costruzioni con particolari pre-scrizioni per le zone sismiche”.

    In ottemperanza alle disposizioni contenute in tali leggi, il Ministero dei Lavori Pubbli-ci, sentito il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e il Consiglio Nazionale delle Ricer-che, ha successivamente emanato a più riprese le norme tecniche nella veste di DM,aggiornandole di volta in volta allo stato dell’arte. Le ultime due versioni di tali normesono contenute nei seguenti DM con le relative circolari esplicative:

    • DM LL. PP. 9 gennaio 1996 “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione e il collaudodelle strutture in cemento armato, normale e precompresso, e per le strutturemetalliche”;

    • CM LL. PP. 15 ottobre 1996, n. 252 “Istruzioni per l’applicazione delle ‘Norme tecni-che per il calcolo, l’esecuzione e il collaudo delle opere in cemento armato normalee precompresso e per le strutture metalliche’ di cui al DM 9 gennaio 1996”;

    • DM LL. PP. 16 gennaio 1996 “Norme tecniche relative ai criteri generali per la verificadi sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi”;

    • CM LL. PP. 4 luglio 1996, n. 156 “Istruzioni per l’applicazione delle ‘Norme tecnicherelative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi esovraccarichi’ di cui al DM 16 gennaio 1996”;

    • DM LL. PP. 16 gennaio 1996 “Norme tecniche per le costruzioni in zona sismica (vali-da fino a novembre 2004)”;

    • CM LL. PP. 10 aprile 1997, n. 65 “Istruzioni per l’applicazione delle ‘Norme tecnicheper le costruzioni in zona sismica’ di cui al DM 16 gennaio 1996”.

    Nel dicembre 2002, in seguito al terremoto di San Giuliano di Puglia che provocò ilcrollo di una scuola e la morte di 30 persone di cui 27 bambini, fu istituito con decretodel sottosegretario alla Presidenza dei Ministri, un Gruppo di Lavoro per la definizionedei criteri per l’individuazione delle zone sismiche sul territorio nazionale e la redazio-ne delle relative norme tecniche di costruzione. Nel marzo 2003, sulla base delle attivi-tà del Gruppo di Lavoro venne emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri l’or-dinanza seguente:

    Estratto della pubblicazione

    Introduzione all’edizione italianaPrefazioneIntroduzione1. Ruolo della normazione nell’armonizzazione europea2. Integrazione degli Eurocodici nel sistema normativo italiano