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519 IV. IL CASO DI TRE SEPOLTURE ALL’INTERNO DEGLI EDIFICI SOMMITALI fu riposto supino, disteso, con le gambe paralle- le e mani congiunte sopra il petto. Il cranio, seb- bene frammentario, era allineato con il corpo (Fig. 4). Gli individui denominati Scheletro 1-3 (S1-S3, Figg. 5-6) provengono dallo strato 1072=1074 (Area 1000), riferibile al riempimento della fossa di fondazione dei muri perimetrali sud ed est del- l’edificio B. La deposizione dei due individui è avvenuta contemporaneamente e risale al perio- do in cui l’edificio fu costruito, nella prima metà del XIII secolo. L’orientamento del S1 è sud/nord, rivolto verso il muro, l’orientamento del S2 è ovest/est e l’articolazione delle vertebre con le lombari come la collocazione del cranio fanno supporre una deposizione supina. Nel caso delle inumazioni all’interno di quest’ultimo edificio, la scelta della posizione dei cadaveri fu in ogni modo fortemente influenzata dalle caratteristiche e dal- le dimensioni della fossa di fondazione, alla qua- le gli stessi corpi vennero adattati. L’ANALISI DEI RESTI OSSEI Elenco del materiale In generale, gli scheletri dall’edificio B (S1-S3) contengono poche ossa in buono stato di con- servazione. Quest’osservazione riguarda soprat- tutto le ossa lunghe e quelle che includono un’alta concentrazione di osso compatto, anche quest’ul- time frammentarie a causa della crescita di radi- ci nel deposito di terreno. Lo scheletro S1 è molto frammentario; sono stati ritrovati il tratto lombare della colonna verte- brale, un gran numero di ossa carpali e tarsali, l’osso zigomatico sinistro, alcuni frammenti di parietale, di mascellare sinistro e di ossa lunghe. Le ossa appartenenti al S2 includono: 6 vertebre cervicali, 4 vertebre toraciche, le clavicole, un frammento di frontale e di temporale destro, al- cuni frammenti del braccio sinistro, le ossa della mano destra e sinistra, femore e fibula destri quasi completi, l’epifisi distale del femore sini- stro, la metà distale della fibula sinistra e la mag- gioranza dei piedi. INTRODUZIONE Nel corso delle campagne di scavo 1996-1997, sono stati recuperati resti umani appartenenti a tre individui: due sepolti in contemporanea nel corso della prima metà del XIII secolo all’inter- no della torre B, un terzo inumato nel palazzo entro il primo cinquantennio del secolo succes- sivo (Fig. 1). Si tratta di casi particolari in quan- to le sepolture sono state riportate in luce ca- sualmente, scavando nei fondi dei due edifici. Ciò fa supporre che gli individui in vita abbiano avuto una qualche relazione con queste costru- zioni, anche se non è possibile stabilirne l’entità e le modalità 1 . In mancanza di un campione più ampio d’indi- vidui, i pochi dati desumibili dallo studio dei resti ossei non sono naturalmente sufficienti per trar- re conclusioni circa la demografia, la salute e in generale la vita degli abitanti di Campiglia. La loro analisi è comunque fondamentale per cer- care di ipotizzare chi fossero e quali caratteristi- che avessero, in modo da poter risalire, seppure in minima parte, alle possibili circostanze di morte e alla spiegazione della scelta di questo particolare contesto di sepoltura. TAFONOMIA L’individuo denominato Scheletro 4 (S4), inter- no allo strato 4025 (Area 4000, ambiente II, Fig. 2), trovato al piano terra del palazzo, fu sepolto nella prima metà del XIV secolo, quando l’edifi- cio era occupato da una guarnigione pisana. Il cadavere non fu deposto dentro una fossa, ma è stato ritrovato coperto da un muretto addossato alla parete interna del muro perimetrale nord dell’edificio (Fig. 3): l’evidenza archeologia im- plica che questo muretto fu costruito subito dopo la sua deposizione. L’orientamento dell’indivi- duo era sud/ovest (la testa) – nord/est (il corpo) 1 A riguardo delle ipotesi relative alla presenza di queste sepolture in questo contesto si rimanda al contributo di Bianchi, cap. I, sez. II in questo volume. © 2003 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale

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IV. IL CASO DI TRE SEPOLTURE ALL’INTERNODEGLI EDIFICI SOMMITALI

fu riposto supino, disteso, con le gambe paralle-le e mani congiunte sopra il petto. Il cranio, seb-bene frammentario, era allineato con il corpo(Fig. 4).Gli individui denominati Scheletro 1-3 (S1-S3,Figg. 5-6) provengono dallo strato 1072=1074(Area 1000), riferibile al riempimento della fossadi fondazione dei muri perimetrali sud ed est del-l’edificio B. La deposizione dei due individui èavvenuta contemporaneamente e risale al perio-do in cui l’edificio fu costruito, nella prima metàdel XIII secolo. L’orientamento del S1 è sud/nord,rivolto verso il muro, l’orientamento del S2 èovest/est e l’articolazione delle vertebre con lelombari come la collocazione del cranio fannosupporre una deposizione supina. Nel caso delleinumazioni all’interno di quest’ultimo edificio, lascelta della posizione dei cadaveri fu in ogni modofortemente influenzata dalle caratteristiche e dal-le dimensioni della fossa di fondazione, alla qua-le gli stessi corpi vennero adattati.

L’ANALISI DEI RESTI OSSEI

Elenco del materiale

In generale, gli scheletri dall’edificio B (S1-S3)contengono poche ossa in buono stato di con-servazione. Quest’osservazione riguarda soprat-tutto le ossa lunghe e quelle che includono un’altaconcentrazione di osso compatto, anche quest’ul-time frammentarie a causa della crescita di radi-ci nel deposito di terreno.Lo scheletro S1 è molto frammentario; sono statiritrovati il tratto lombare della colonna verte-brale, un gran numero di ossa carpali e tarsali,l’osso zigomatico sinistro, alcuni frammenti diparietale, di mascellare sinistro e di ossa lunghe.Le ossa appartenenti al S2 includono: 6 vertebrecervicali, 4 vertebre toraciche, le clavicole, unframmento di frontale e di temporale destro, al-cuni frammenti del braccio sinistro, le ossa dellamano destra e sinistra, femore e fibula destriquasi completi, l’epifisi distale del femore sini-stro, la metà distale della fibula sinistra e la mag-gioranza dei piedi.

INTRODUZIONE

Nel corso delle campagne di scavo 1996-1997,sono stati recuperati resti umani appartenenti atre individui: due sepolti in contemporanea nelcorso della prima metà del XIII secolo all’inter-no della torre B, un terzo inumato nel palazzoentro il primo cinquantennio del secolo succes-sivo (Fig. 1). Si tratta di casi particolari in quan-to le sepolture sono state riportate in luce ca-sualmente, scavando nei fondi dei due edifici.Ciò fa supporre che gli individui in vita abbianoavuto una qualche relazione con queste costru-zioni, anche se non è possibile stabilirne l’entitàe le modalità1.In mancanza di un campione più ampio d’indi-vidui, i pochi dati desumibili dallo studio dei restiossei non sono naturalmente sufficienti per trar-re conclusioni circa la demografia, la salute e ingenerale la vita degli abitanti di Campiglia. Laloro analisi è comunque fondamentale per cer-care di ipotizzare chi fossero e quali caratteristi-che avessero, in modo da poter risalire, seppurein minima parte, alle possibili circostanze dimorte e alla spiegazione della scelta di questoparticolare contesto di sepoltura.

TAFONOMIA

L’individuo denominato Scheletro 4 (S4), inter-no allo strato 4025 (Area 4000, ambiente II, Fig.2), trovato al piano terra del palazzo, fu sepoltonella prima metà del XIV secolo, quando l’edifi-cio era occupato da una guarnigione pisana. Ilcadavere non fu deposto dentro una fossa, ma èstato ritrovato coperto da un muretto addossatoalla parete interna del muro perimetrale norddell’edificio (Fig. 3): l’evidenza archeologia im-plica che questo muretto fu costruito subito dopola sua deposizione. L’orientamento dell’indivi-duo era sud/ovest (la testa) – nord/est (il corpo)

1 A riguardo delle ipotesi relative alla presenza di questesepolture in questo contesto si rimanda al contributo diBianchi, cap. I, sez. II in questo volume.

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Lo scheletro S4 ritrovato nel palazzo, rispetto aiprecedenti, è quasi completo, sebbene la costru-zione del muretto soprastante abbia pregiudica-to la conservazione di alcune sue parti: ad esem-pio il cranio, schiacciato con esclusione dellamascella, invece ben conservata. Degli arti infe-riori mancano solo le epifisi prossimali dei fe-mori e delle fibule, la diafisi della tibia sinistra eil secondo cuneiforme del piede sinistro. I coxali,l’osso sacro, le costole, lo sterno e le scapole sonoframmentari, le ossa carpali, il radio destro, leclavicole e gli omeri sono invece completi. Dellacolonna vertebrale si sono conservate: 5 verte-bre cervicali e 6 toraciche.

Descrizione del materiale

Data l’esiguità dei resti rinvenuti, i dati desuntida ogni singolo individuo relativi al sesso, al-l’età, ai caratteri metrici e morfometrici, allapaleopatologia ed all’analisi delle strutture den-tarie saranno trattati separatamente.Riguardo allo scheletro S1, interno alla torre B,a causa del pessimo stato di conservazione è sta-to possibile stabilire solo l’età di morte: si tratta-va di un adulto, con ernie dei dischi intervertebralirintracciabili in tre delle cinque vertebre lomba-ri. Questo ci autorizza a credere che l’individuoin vita fu sottoposto ad un’attività stressante, con

Fig. 1 – Localizzazione delle tre sepolture.

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sforzi soprattutto a carico del tratto inferioredella colonna vertebrale.Riguardo allo scheletro S2, ugualmente inuma-to all’interno della torre B, lo studio dei caratte-ri distintivi del cranio2 suggerisce che possa trat-tarsi di una donna. La determinazione dell’etàdi morte, a causa della diversa conservazione dialcune parti dello scheletro, ha creato maggioriproblemi. Mentre l’analisi delle usure dentarieimplica un età di decesso compresa fra 30 e 35anni3 , le costole4 e l’ossificazione della cartilagi-ne tiroidea (forse dipendente da un episodio trau-matico, suggeriscono un’età più avanzata. Unaspiegazione per queste divergenze potrebbe es-sere riferita all’analisi dentaria: probabilmente,l’usura completa dello smalto avveniva in tempipiù lunghi rispetto al passato e quindi con mo-dalità differenti rispetto ai modelli presi in esa-me. D’altro canto questa supposizione non è ve-rificabile in assenza dei primi molari. In confor-

mità a ciò si può ipotizzare un’età di decesso pocooltre i quaranta anni, così come si può supporreche il regime alimentare osservato fosse di buo-na qualità.Non possiamo però parlare di interventi voltialla cura dei denti o, più in generale, di igienedentaria: diciassette denti (68,0%) sono affettida carie, con proporzioni maggiori nei mandi-bolari (85,7%), soprattutto gli incisivi, in con-fronto ai mascellari (45,4%). In generale, la ca-rie si accumulava molto più sul lato vestibolareche non su quello laterale. Anche se non si tro-vano i segni di patologie evidenti, si nota un rias-sorbimento nell’osso alveolare e segni dovuti aduna continua erosione, tanto da far pensare chel’individuo fosse d’età avanzata.Le lesioni, tutte leggere, si trovano nelle zoneinterdentali: nei premolari, sono limitate al puntodi contatto con il dente successivo, nei molari,alla congiunzione fra il cemento che riveste ladentina e lo smalto. Il fatto che l’individuo per-se tre dei primi molari prima della sua morte,implica che la prevalenza di carie era originaria-mente più alta.Rispetto al totale, dieci denti (40%) presentanoipoplasie dello smalto: una metà con lesioni evi-denti, l’altra con striature quasi impercettibili.Le ipoplasie, che sono i risultati delle pause nel-la crescita dell’individuo, riflettono i periodi distress o malattia, soprattutto dei primi anni divita, quando appunto la crescita è più veloce ed

Fig. 2 – Lo scheletro S4 rinvenuto all’interno del fondo del palazzo (foto G. Bianchi).

2 Workshop of European anthropologists 1980;Recommendations for age and sex diagnosis of skeletons,« Journal of Human Evolution», 9, pp. 517-549.3 W. BOUTS, P. POT, Computerised recording and analysisof excavated human dental remains. in C.A. ROBERTS, F.LEE, J. BINTLIFF (eds.), Burial archaeology. Current research,methods and developments, B.A.R. British Series, 1989,211, pp. 113-128.4 M.Y. ISCAN, S.R. LOTH, R.K. WRIGHT, Age estimation fromthe rib by phase analysis: White females, « Journal ofForensic Science», 1985, 30, pp. 853-863.

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evidente. In questo caso, il soggetto in esame hasofferto almeno due di questi episodi, forse frala sua nascita e il terzo anno di vita.Lo scheletro però presenta altri segni riferibili apatologie: nella faccetta articolare dell’epifisi

Fig. 3 – Panoramica dell’ambiente del palazzo dove è stato rinvenuto la sepoltura S4. Sulla destra, poggiatoal muro perimetrale nord, si trova il bancone in muratura che copriva lo scheletro (foto G. Bianchi).

prossimale del terzo metacarpo destro si trovauna lesione, con presenza di guscio osseo riferi-bile più che ad uno sforzo continuo, visto che lealtre ossa della mano non erano affette dallapatologia, alle conseguenze di una ferita.

Fig. 4 – Particolare dello scheletro S4 (foto G. Bianchi).

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Fig. 5 – Lo scheletro S1 trovato all’interno della torre B (foto G. Bianchi).

Fig. 6 – Lo scheletro S2 trovato all’interno della torre B.1 (foto G. Bianchi).

Sono evidenti anche lesioni alle faccette artico-lari delle clavicole, caratteristiche in individui dietà avanzata, mentre nelle 10 vertebre conser-vate non ci sono segni di malattie alle articola-zioni della colonna vertebrale, il che escludereb-be attività fisiche particolarmente stressanti acarico della schiena.

Riguardo allo scheletro ritrovato all’interno delpalazzo, la morfologia cranica, la gracilità riscon-trata nelle ossa facciali ed il riferimento alle mi-surazioni dello scheletro post-craniale dell’indi-viduo suggeriscono che possa trattarsi di unadonna. La fusione delle epifisi è completa, an-che se non tutte le costole sono perfettamente

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congiunte con lo sterno. Questo dato colloca l’etàdi morte dell’individuo analizzato intorno ai 25anni, sebbene l’analisi delle superfici dentali sug-gerisca un’età fra 17-25 anni. L’usura dei molariindica un’alimentazione basata su cibi cotti, inproporzioni maggiori rispetto alle altre popola-zioni medievali.Mentre tutti i denti dell’osso mandibolare si sonoconservati, sono stati ritrovati solo 5 denti ap-partenenti all’osso mascellare (2 premolari e 3molari). Eccetto il primo incisivo destro dellamandibola, la presenza di carie non è massiccia.Undici (50%) tra i denti conservati, eccetto icanini, sono affetti da carie. Sebbene non ci sia-no segni di periodontite, sono evidenti usuredentarie, soprattutto nella zona vestibolare, in-dice forse di una patologia gengivale. Riguardoa questo dato, può darsi che l’individuo seguisseun’alimentazione più regolare (e anche con piùzuccheri) in rapporto allo scheletro 2 della tor-re, sebbene questa ipotesi possa acquistare vali-dità solo in presenza di un campione più ampiodi resti ossei analizzati.Un caso di carie è stato rilevato sulla parte dista-le del primo premolare sinistro della mascella,mentre un inizio di carie è presente sulla mandi-bola destra, nel punto di contatto fra il secondoe il primo premolare.Il 54.5% dei denti conservati presenta ipoplasiedello smalto, fino ad un massimo di 3 lesioni,comunque abbastanza leggere. L’evidenza impli-ca che l’individuo ha sofferto di almeno tre pe-riodi di stress durante l’infanzia (fra 3-5 anni).Attraverso la misurazione della tibia destra è statadeterminata sia la statura dell’individuo, alto tra1,64-1,68 m e sia l’indice platicnemico, che harivelato una certa mesocnemia.Lo studio della morfologia post-cranica ha evi-denziato spaccatura all’epifisi distale dell’ome-ro destro, nella fossa oleocranica, mentre l’artosinistro non ha rilevato nessuna anomalia. Que-sta potrebbe essere un segno di un ripetuto sfor-zo a carico del gomito durante la gioventù, an-che se fattori genetici predispongono alcune per-sone a questo tipo di patologia (in particolareper quanto riguarda gli individui di sesso fem-minile). L’osso sacro presenta la spina bifida oc-culta, fino all’altezza della terza vertebra; que-sto può essere interpretato come una variazionecongenita, senza implicazioni patologiche.Benché la prima e seconda vertebra cervicale nonsiano conservate, non sono stati rilevati segni dimalattie alle articolazioni. Delle 6 vertebre tora-ciche trovate, una presenta porosità e osteofitisul corpo superiore. Un’altra vertebra rivela po-rosità leggera e nodosità di Schmorl medie sul

corpo superiore e inferiore. Quindi, come perlo scheletro 1, anche in questo caso sono evi-denti periodi di attività stressante a carico dellaschiena.Sono presenti inoltre lesioni leggere alle faccet-te sternali che, rapportate alla presunta giovaneetà, potrebbero essere collegabili ad un’attivitàfisica ripetuta.Negli arti inferiori sono evidenti segni di svilup-po di una periostite: si tratta di una infezioneguarita in seguito alla produzione di osso nuovosulla superficie lesa. Si trovano inoltre lesionisulle diafisi di entrambe le tibie e della fibuladestra. Queste patologie sono spie di traumiminori agli arti inferiori, piuttosto frequenti inindividui appartenenti a classi sociali di rangoinferiore.L’epifisi distale della quinta falange del piede si-nistro mostra una modifica del contorno dellapianta. Le altre falangi, però, non sono state ri-trovate e ciò non consente di verificare se la pa-tologia si accentua verso l’estremità del piede.Sul piede destro è stato rilevato un osteofite edun nodulo, esattamente sull’epifisi distale dellaquinta falange. Questo stesso osso presenta an-che una modificazione del contorno (allunga-mento). È chiaro, perciò, che quest’individuopresentava unna patologia a carico delle partilaterali dei piedi, dovuta a traumi minori o al-l’uso forse di scarpe troppo piccole.

CONCLUSIONI

Come abbiamo già sottolineato nell’introduzio-ne al capitolo, il dato che rende unici questi ri-trovamenti è la collocazione delle tre sepoltureall’interno degli edifici sommitali, in contestiparticolari come le fosse di fondazione di unedificio o sotto un muretto costruito apposita-mente per obliterare il cadavere. Date le moda-lità di sepoltura e data la presenza di un’areacimiteriale destinata agli abitanti del borgo in-torno alla pieve di S. Giovanni, posta fuori lemura e costruita nella seconda metà del XII se-colo (quindi molti decenni prima di queste se-polture), è probabile che in tutti e tre i casi pos-sa essersi trattato di probabili morti accidentaliche necessitavano di una sepoltura in loco, ingrado di lasciare meno tracce possibili.Gli scheletri 1-3, trovati dentro la torre, furonodisposti nella parte superiore del riempimentodella fossa di fondazione. Sappiamo che S1 eradisposto in posizione supina e che ambedue gliindividui furono deposti contemporaneamente

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a poca distanza l’uno dall’altro. L’indagine delleossa evidenzia un regime alimentare costituitada cibi non duri. Nello scheletro 2, di sesso fem-minile, la mancanza di malattie riferibili alla co-lonna vertebrale suggerisce una serie di attivitàfisiche in vita non particolarmente pesanti. Alcontrario, lo scheletro 1 presenta ernie dei di-schi intervertebrali della colonna vertebrale neltratto lombare che denunciano evidenti stressfisici a carico della schiena.La posizione supina dello scheletro 1 suggerisceuna certa attenzione nella deposizione. Nessunreperto (bottoni, fibbie etc.) è stato rinvenutoinsieme alle ossa. La loro morte deve essere av-venuta durante la costruzione della stessa torre,come riprova non solo l’inumazione all’internodei riempimenti delle fosse di fondazione deimuri perimetrali ma anche il fatto che tali riem-pimenti furono poi ricoperti da altri strati dicantiere composti prevalentemente da malta dicalce.

La deposizione dello scheletro 4 nel fondo ciecodel palazzo è ugualmente particolare, dal mo-mento che fin dalla costruzione del palazzo (av-venuta più di un secolo prima della sepoltura)questo spazio fu sempre usato come ripostiglio-magazzino. Anche in questo caso, la posizionedel corpo mostra una certa cura nella deposizio-ne come un’analoga assenza di reperti connessialla sepoltura. La costruzione del muretto sopra-stante, interpretabile come una sorta di banconein muratura, indica che non vi fu una notevoleurgenza nei tempi di occultamento del cadave-re.La donna, rispetto agli altri due individui chesono stati sepolti nella torre, presenta un nume-ro maggiore di patologie e le caratteristiche fisi-che desumibili dall’analisi dei resti ossei fannoin ogni caso ipotizzare la sua appartenenza a stratisociali bassi.

DONALD WALKER

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