IV domenica di Quaresima Anno C

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COLLETTA Cel. O Padre, che per mezzo del tuo Figlio operi mirabilmente la nostra redenzione, concedi al popolo cristiano di affrettarsi con fede viva e generoso impegno verso la Pasqua ormai vicina. Per il nostro Signore Gesù Cristo... Ass. Amen Oppure: Cel. O Dio, Padre buono e grande nel per- dono, accogli nell’abbraccio del tuo amore, tutti i figli che tornano a te con animo penti- to; ricoprili delle splendide vesti di salvezza, perché possano gustare la tua gioia nella cena pasquale dell’Agnello. Egli è Dio, e vive e regna con te... Ass. Amen La prima lettura riprende un momento molto importante della storia d’Israele. Il popolo di Dio, entrato nella terra promessa, celebra la pasqua. Con l’ingresso degli israeliti in Palestina si conclude l’esodo e ha inizio il compimento di un’altra promessa fatta ad Abramo: il dono della terra. L’esodo diventa, così, un grande passag- gio. In questo cammino, gli israeliti erano soste- nuti dalla manna, che ora ha fine perché la terra è stata raggiunta. La seconda lettura afferma che Dio ci ha riconci- liato a sé in Cristo. Paolo è stato guidato, nella sua esperienza di fede e di conversione, da alcu- ni criteri fondamentali: Dio riconcilia in sé il ANTIFONA D’INGRESSO in piedi Rallégrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi del- l’abbondanza della vostra consolazione. Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Ass. Amen Cel. La grazia e la pace di Dio nostro Padre e del Signore nostro Gesù Cristo sia con tutti voi. Ass. E con il tuo spirito ATTO PENITENZIALE Cel. Fratelli e sorelle, il Padre attende il nostro ritorno: la sua misericordia è senza limiti. Confessiamo il nostro peccato. (Breve pausa di silenzio) Cel. Signore, che sei venuto a cercare chi era perduto, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Cristo, morto per i nostri peccati, abbi pietà di noi. Ass. Cristo, pietà Cel. Signore, perdono del Padre, abbi pietà di noi. Ass. Signore, pietà Cel. Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna. Ass. Amen Non si dice il Gloria « L L e cose vecchie sono passate». Cristo è la novità di Dio nella sto- ria. Egli è la parabola vivente dell’amore misericordioso di quel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe che si legò per sempre al popolo d’Israele. Nella vita di Gesù noi veniamo a conoscere un aspetto particolare del Padre eterno. Egli è il Dio dei perduti, degli smarriti di cuore, degli abbandonati, degli ultimi, di quelli che non hanno più speranza. È passato il tempo della legge, del formalismo cul- tuale, della religione come forma esteriore del sacro. Dio si è avvicina- to, definitivamente, in Cristo, ai peccatori e agli smarriti di cuore. La vita cristiana, in tal senso, è veramente “vangelo”, cioè “buona novella”, messaggio carico di speran- za e di perdono. La parabola del Padre buono che aveva due figli, ultimamente “intitolata” (in modo negativo) “la parabola del figlio geloso o invidioso”, mette in crisi i nostri schemi di vita, il nostro modo di pensare e di agire nella storia. L’amore per Dio non si misura e Dio, amando, non si ripete perché compie sempre qualcosa di nuovo e si rende disponibile verso tutti. Il vero criterio della vita spirituale è l’amore per il prossimo, a partire dai nostri fratelli, dai vicini di casa. È pro- prio vera questa massima molto cara sia alla tradizione giudaico-cristiana che ai mistici sufi: la per- fezione della fede (potremmo aggiungere “e del culto o della religione”) è l’amore verso i fratelli. DOMENICA DI QUARESIMA (LAETARE)- ANNO C (viola) 10 MARZO 2013

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Sussidi liturgici

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Page 1: IV domenica di Quaresima Anno C

COLLETTACel. O Padre, che per mezzo del tuo Figliooperi mirabilmente la nostra redenzione,concedi al popolo cristiano di affrettarsi confede viva e generoso impegno verso laPasqua ormai vicina. Per il nostro SignoreGesù Cristo... Ass. AmenOppure:Cel. O Dio, Padre buono e grande nel per-dono, accogli nell’abbraccio del tuo amore,tutti i figli che tornano a te con animo penti-to; ricoprili delle splendide vesti di salvezza,perché possano gustare la tua gioia nellacena pasquale dell’Agnello. Egli è Dio, evive e regna con te... Ass. Amen

La prima lettura riprende un momento moltoimportante della storia d’Israele. Il popolo diDio, entrato nella terra promessa, celebra lapasqua. Con l’ingresso degli israeliti in Palestinasi conclude l’esodo e ha inizio il compimento diun’altra promessa fatta ad Abramo: il dono dellaterra. L’esodo diventa, così, un grande passag-gio. In questo cammino, gli israeliti erano soste-nuti dalla manna, che ora ha fine perché la terraè stata raggiunta.La seconda lettura afferma che Dio ci ha riconci-liato a sé in Cristo. Paolo è stato guidato, nellasua esperienza di fede e di conversione, da alcu-ni criteri fondamentali: Dio riconcilia in sé il

ANTIFONA D’INGRESSO in piediRallégrati, Gerusalemme, e voi tutti chel’amate, riunitevi. Esultate e gioite, voiche eravate nella tristezza: saziatevi del-l’abbondanza della vostra consolazione.Cel. Nel nome del Padre e del Figlio e delloSpirito Santo. Ass. AmenCel. La grazia e la pace di Dio nostro Padree del Signore nostro Gesù Cristo sia con tuttivoi. Ass. E con il tuo spiritoATTO PENITENZIALECel. Fratelli e sorelle, il Padre attende ilnostro ritorno: la sua misericordia è senzalimiti. Confessiamo il nostro peccato.(Breve pausa di silenzio)Cel. Signore, che sei venuto a cercare chi eraperduto, abbi pietà di noi.Ass. Signore, pietàCel. Cristo, morto per i nostri peccati, abbipietà di noi. Ass. Cristo, pietàCel. Signore, perdono del Padre, abbi pietàdi noi. Ass. Signore, pietàCel. Dio onnipotente abbia misericordia dinoi, perdoni i nostri peccati e ci conduca allavita eterna. Ass. AmenNon si dice il Gloria

«LLe cose vecchie sono passate». Cristo è la novità di Dio nella sto-ria. Egli è la parabola vivente dell’amore misericordioso di quelDio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe che si legò per sempre

al popolo d’Israele. Nella vita di Gesù noi veniamo a conoscere unaspetto particolare del Padre eterno. Egli è il Dio dei perduti, deglismarriti di cuore, degli abbandonati, degli ultimi, di quelli che nonhanno più speranza. È passato il tempo della legge, del formalismo cul-tuale, della religione come forma esteriore del sacro. Dio si è avvicina-to, definitivamente, in Cristo, ai peccatori e agli smarriti di cuore. La vitacristiana, in tal senso, è veramente “vangelo”, cioè “buona novella”, messaggio carico di speran-za e di perdono. La parabola del Padre buono che aveva due figli, ultimamente “intitolata” (inmodo negativo) “la parabola del figlio geloso o invidioso”, mette in crisi i nostri schemi di vita, ilnostro modo di pensare e di agire nella storia. L’amore per Dio non si misura e Dio, amando, nonsi ripete perché compie sempre qualcosa di nuovo e si rende disponibile verso tutti. Il vero criteriodella vita spirituale è l’amore per il prossimo, a partire dai nostri fratelli, dai vicini di casa. È pro-prio vera questa massima molto cara sia alla tradizione giudaico-cristiana che ai mistici sufi: la per-fezione della fede (potremmo aggiungere “e del culto o della religione”) è l’amore verso i fratelli.

4ª DOMENICA DI QUARESIMA (LAETARE)- ANNO C (viola) 10 MARZO 2013

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mondo in Cristo; uno diventa in Cristo unanuova creatura. Questa verità gli impone di nonagire con criteri umani ma di continuare, comeambasciatore, l’opera stessa di Dio.Il Vangelo sottolinea, attraverso la parabola delpadre buono che aveva due figli, la misericordiainfinita e libera di Dio. Il messaggio è identico aquello di Paolo: il Padre vuole riconciliare a sé gliuomini che desiderano riconciliarsi con lui.

PRIMA LETTURA SedutiDal libro di Giosuè (5,9a.10-12)In quei giorni, 9il Signore disse a Giosuè:«Oggi ho allontanato da voi l’infamiadell’Egitto».10Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala ecelebrarono la Pasqua al quattordici delmese, alla sera, nelle steppe di Gerico.11Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i pro-dotti della terra, àzzimi e frumento abbru-stolito in quello stesso giorno.12E a partire dal giorno seguente, come ebbe-ro mangiato i prodotti della terra, la mannacessò. Gli Israeliti non ebbero più manna;quell’anno mangiarono i frutti della terra diCanaan.Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a DioSALMO RESPONSORIALE (Sal 33)Rit.Rit. Gustate e vedete

com’è buono il Signore

Benedirò il Signore in ogni tempo, sullamia bocca sempre la sua lode. Io mi glo-rio nel Signore: i poveri ascoltino e si ral-legrino. Rit.Magnificate con me il Signore, esaltiamoinsieme il suo nome. Ho cercato il Signore:mi ha risposto e da ogni mia paura mi haliberato. Rit.Guardate a lui e sarete raggianti, i vostrivolti non dovranno arrossire. Questo poverogrida e il Signore lo ascolta, lo salva da tuttele sue angosce. Rit.SECONDA LETTURADalla seconda lettera di san Paoloapostolo ai Corìnzi (5,17-21)Fratelli, 17se uno è in Cristo, è una nuovacreatura; le cose vecchie sono passate; ecco,ne sono nate di nuove.

18Tutto questo però viene da Dio, che ci hariconciliati con sé mediante Cristo e ha affi-dato a noi il ministero della riconciliazione.19Era Dio infatti che riconciliava a sé ilmondo in Cristo, non imputando agli uomi-ni le loro colpe e affidando a noi la paroladella riconciliazione.20In nome di Cristo, dunque, siamo amba-sciatori: per mezzo nostro è Dio stesso cheesorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo:lasciatevi riconciliare con Dio.21Colui che non aveva conosciuto peccato,Dio lo fece peccato in nostro favore, perchéin lui noi potessimo diventare giustizia diDio.Parola di Dio. Ass. Rendiamo grazie a DioCANTO AL VANGELO in piediLode e onore a te, Signore Gesù!Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò:Padre, ho peccato verso il Cielo e davantia te!Lode e onore a te, Signore Gesù!VANGELO

Dal Vangelo secondo Luca(15,1-3.11-32)

Ass. Gloria a te, o SignoreIn quel tempo, 1si avvicinavano a Gesùtutti i pubblicani e i peccatori per ascoltar-lo. 2I farisei e gli scribi mormoravanodicendo: «Costui accoglie i peccatori emangia con loro».3Ed egli disse loro questa parabola: 11«Unuomo aveva due figli. 12Il più giovane deidue disse al padre: “Padre, dammi la partedel patrimonio che mi spetta”. Ed egli divi-se tra loro le sue sostanze. 13Pochi giornidopo, il figlio più giovane, raccolte tutte lesue cose, partì per un paese lontano e làsperperò il suo patrimonio vivendo in mododissoluto. 14Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse inquel paese una grande carestia ed eglicominciò a trovarsi nel bisogno.15Allora andò a mettersi al servizio di unodegli abitanti di quella regione, che lomandò nei suoi campi a pascolare i porci.16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube dicui si nutrivano i porci; ma nessuno gli davanulla. 17Allora rientrò in sé e disse: “Quantisalariati di mio padre hanno pane in abbon-danza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò,andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho pec-cato verso il Cielo e davanti a te; 19non sonopiù degno di essere chiamato tuo figlio.

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Trattami come uno dei tuoi salariati”. 20Sialzò e tornò da suo padre.Quando era ancora lontano, suo padre lovide, ebbe compassione, gli corse incontro,gli si gettò al collo e lo baciò. 21Il figlio glidisse: “Padre, ho peccato verso il Cielo edavanti a te; non sono più degno di esserechiamato tuo figlio”. 22Ma il padre disse aiservi: “Presto, portate qui il vestito più belloe fateglielo indossare, mettetegli l’anello aldito e i sandali ai piedi. 23Prendete il vitellograsso, ammazzatelo, mangiamo e facciamofesta, 24perché questo mio figlio era morto edè tornato in vita, era perduto ed è stato ritro-vato”. E cominciarono a far festa.25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Alritorno, quando fu vicino a casa, udì la musi-ca e le danze; 26chiamò uno dei servi e glidomandò che cosa fosse tutto questo.27Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuopadre ha fatto ammazzare il vitello grasso,perché lo ha riavuto sano e salvo”. 28Egli siindignò, e non voleva entrare. Suo padreallora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose asuo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni enon ho mai disobbedito a un tuo comando, etu non mi hai mai dato un capretto per farfesta con i miei amici. 30Ma ora che è torna-to questo tuo figlio, il quale ha divorato letue sostanze con le prostitute, per lui haiammazzato il vitello grasso”. 31Gli rispose ilpadre: “Figlio, tu sei sempre con me e tuttociò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festae rallegrarsi, perché questo tuo fratello eramorto ed è tornato in vita, era perduto ed èstato ritrovato”».Parola del Signore. Ass. Lode a te, o CristoSIMBOLO APOSTOLICO in piediIo credo in Dio, Padre onnipotente, creatoredel cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suounico Figlio, nostro Signore, il quale fu con-cepito di Spirito Santo, nacque da MariaVergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifis-so, morì e fu sepolto; discese agli inferi; ilterzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo,siede alla destra di Dio Padre onnipotente;di là verrà a giudicare i vivi e i morti.Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesacattolica, la comunione dei santi, la remis-sione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.PREGHIERA DEI FEDELICel. Carissimi, invochiamo il Signore che èbuono e grande nell’amore!

Lettore Diciamo con fiducia:Ass. PADRE DELLA VITA, SALVACI!1. Perché la Chiesa sia un segno autentico dicomunione e di riconciliazione tra i popoli.Preghiamo.2. Perché la giustizia e la pace siano i valoripraticati in ogni società e la violenza siabandita dalle nostre città. Preghiamo.3. Perché nelle nostre famiglie sappiamoscegliere sempre la via del dialogo e del per-dono. Preghiamo.4. Perché i giovani in difficoltà, gli emargi-nati, i drogati, gli sbandati, trovino nei cri-stiani una presenza amica e una via di libe-razione. Preghiamo.5. Perché la pratica del sacramento dellariconciliazione sia rinnovata con efficacia efiducia nelle nostre comunità sia da parte deifedeli che dei ministri. Preghiamo.Intenzioni della comunità localeCel. O Signore, tu che ci rinnovi con il per-dono, ascolta il grido dei poveri: fa’ che,liberati da ogni male, noi guardiamo a tecon volto raggiante. Per Cristo nostro Si-gnore. Ass. Amen

SULLE OFFERTE in piedi Cel. Ti offriamo con gioia, Signore, questidoni per il sacrificio: aiutaci a celebrarlo confede sincera e a offrirlo degnamente per lasalvezza del mondo. Per Cristo nostroSignore. Ass. AmenPREGHIERA EUCARISTICA DELLA RICONCILIAZIONE ILa riconciliazione come ritorno al PadreÈ veramente giusto renderti grazie, Padresanto, Dio di bontà infinita. Tu continui achiamare i peccatori a rinnovarsi nel tuoSpirito e manifesti la tua onnipotenza soprat-tutto nella grazia del perdono. Molte volte gliuomini hanno infranto la tua alleanza, e tuinvece di abbandonarli hai stretto con loro unvincolo nuovo per mezzo di Gesù, tuo Figlioe nostro redentore: un vincolo così saldo chenulla potrà mai spezzare. Anche a noi offriun tempo di riconciliazione e di pace, perchéaffidandoci unicamente alla tua misericordiaritroviamo la via del ritorno a te, e aprendociall’azione dello Spirito Santo viviamo inCristo la vita nuova, nella lode perenne deltuo nome e nel servizio dei fratelli. Per que-

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sto mistero della tua benevolenza, nello stu-pore e nella gioia della salvezza ritrovata, ciuniamo all’immenso coro degli angeli e deisanti per cantare la tua gloria.MISTERO DELLA FEDETu ci hai redenti con la tua croce e la tuarisurrezione: salvaci, o Salvatore delmondo.PREGHIERA DEL SIGNORECel. Siamo nella casa del Padre, acclamia-mo con gioia.Tutti: Padre nostro...SCAMBIO DELLA PACECel. Il Signore ci ha riconciliati e resi tuttifratelli. Scambiatevi un gesto di pace.ANTIFONA ALLA COMUNIONE«Rallégrati, figlio mio, perché tuo fratelloera morto ed è tornato in vita, era perdu-to ed è stato ritrovato».DOPO LA COMUNIONE in piediCel. O Dio, che illumini ogni uomo cheviene in questo mondo, fa’ risplendere su dinoi la luce del tuo volto, perché i nostri pen-sieri siano sempre conformi alla tua sapien-za e possiamo amarti con cuore sincero. PerCristo nostro Signore. Ass. Amen

Cel. Il Signore sia con voi.Ass. E con il tuo spiritoCel. Vi benedica Dio onnipotente, Padre eFiglio ✠ e Spirito Santo. Ass. AmenCel. Il Signore è la nostra riconciliazione:nel suo nome andate in pace.Ass. Rendiamo grazie a Dio

La nostra Pasqua domenicale. A cura del Centro Liturgico Francescano – Dir. Resp. P. Gianfranco Grieco - Dir. P. Edoardo Scognamiglio - ViaTribunali, 316 - 80138 Napoli. Telefax 0823434779; Cell. 3472968637. E-mail: [email protected] - CCP 11298809. Autorizzazione delTribunale di Napoli n. 2312 del 25-3-1972. Con approvazione ecclesiastica. Realizzazione grafica e testi musicali di Boutros Naaman.

Aiutaci, SignoreAiutaci, Signore, a diventare via per i nostrifratelli smarriti.Aiutaci, Signore, a donare il tuo sorriso achi è solo e insicuro.Aiutaci, Signore, a trasformare i cuori deglismarriti.Aiutaci, Signore, a portare luce lì dove laviolenza è di casa.Aiutaci, Signore, ad essere strumenti deltuo amore misericordioso.Aiutaci, Signore, a diventare, come l’apo-stolo Paolo, ambasciatori del tuo Vangelo.Amen. Alleluia.

AIUTIAMO LA BUONA STAMPA CCP n.11298809 E. Scognamiglio

Convento S. Lorenzo Maggiore - Napoli

Dio parla agli uomini come ad amici Il Concilio ecumenico Vaticano II, con lacostituzione Dei Verbum, ci ha presentato iltema della rivelazio-ne divina in modomolto più familiare.Al n. 2 si dice che«piacque [placuitDeo in sua bonitateet sapientia seipsumrevelare] a Dio nellasua bontà e sapienzarivelarsi in persona emanifestare il mistero della sua volontà (cf.Ef 1,9)» e che con questa Rivelazione «Dioinvisibile (cf. Col 1,15; 1Tm 1,17) nel suogrande amore parla agli uomini come adamici [ex abundantia caritatis suae hominestamquam amicos alloquitur] (cf. Es 33,11;Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cf.Bar 3,38), per invitarli e ammetterli allacomunione con sé. La Parola proclamatacrea amicizia, confidenza, intimità con Dio.D’altronde, questa è stata l’esperienza diAbramo, di Mosè, dei profeti, della stessaVergine Maria. Abramo è, per antonoma-sia, l’amico di Dio (cf. Gen 18,17ss). Gesùstesso chiama i suoi discepoli amici (cf. Gv15,15) e rivela loro i segreti del Regno.Nella fraternità, il modello e la sorgentedella vera amicizia è Dio che stringe unpatto con l’uomo. Il Padre, inviando suoFiglio in mezzo a noi, si è mostrato amicodegli uomini (cf. Tt 3,4). Gesù l’ha descrit-to come colui che si lascia incomodare dal-l’amico importuno (cf. Lc 11,5-8). Gesù hadato all’amicizia un volto di carne: haamato il giovane ricco (cf. Mt 10,21), haamato teneramente Lazzaro (cf. Gv11,3.11.35). Il tipo dell’amico di Gesù è ildiscepolo che Gesù amava e che affida allapropria madre (cf. Gv 13,23; 21,7.20;19,26). L’amicizia rimanda all’amore frater-no che regnava tra i primi discepoli e haanche un significato escatologico: rinvia,infatti, all’essere amico dello sposo.

ANNO DELLA FEDE