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ITINERARY P ERCORSI L’altopiano incantato 51 GENNAIO 2018 BORGHI Magazine 50 BORGHI Magazine GENNAIO 2018 L'Alpe di Siusi e i suoi borghi The enchanted plateau L ’Alpe di Siusi, Seiser Alm in tedesco, è – diciamolo subito – uno dei po- sti più belli del mondo. Prati, campi e boschi si dividono in egual misura i 56 chilometri quadrati dell’area, che fanno dell’Alpe il più vasto altipiano d’Europa. La sua altitudine è compresa tra 1.630 e 2.350 metri. Una rete di sentieri lunga circa 350 chilometri attraversa questo paesaggio al- pino che si muove dentro di noi, vibra con noi, ci ipnotizza. L’Alpe di Siusi è un luogo mistico dove, tra alpeggi fioriti e maestose vette, le Dolomiti esprimono tutto il loro fascino. Lo Sciliar, il Sasso Piatto e il Sasso Lungo sono i gi- ganti dell’altipiano: non semplici monta- gne, ma barriere coralline impietrite. Un tempo poste sul fondo marino, ora a un passo dal cielo. L’Alpe diventa giardino di splendidi fiori da metà giugno a metà luglio. In inverno è un bianco paradiso solcato da sciatori ed escursionisti con le racchette da neve. Un itinerario poco conosciuto è il giro del Bullaccia. Passeggiata facile e, insie- me, vertiginosamente bella, conduce alla piattaforma panoramica della Engelrast e, da lì, alla Croce Filln, con vista sulla Val Gardena. Si prosegue quindi fino alle Hexenbänke, le “panche delle streghe”, dove forse venivano giustiziate le streghe o si adorava il sole. Meta di culti e riti già 4mila anni fa, lo Sciliar infonde una gran- de energia nel viaggiatore, che qui ricono- sce la sua potenza generativa della natura. Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sci- liar e Tires al Catinaccio sono i quattro borghi ai quali fanno da corona le monta- gne del Parco naturale Sciliar-Catinaccio. T he Alpe di Siusi, Seiser Alm in German, is - let's say it right away - one of the most beautiful places in the world. Meadows, fields and forests are equally divided into the 56 square kilometres of the area, which make of this Alp the widest plateau in Europe. Its altitude is between 1.630 and 2.350 meters. A network of trails of about 350 kilometres crosses this alpi- ne landscape that moves within us, vibrates with us, hypnotizes us. e Alpe di Siusi is a mystical place where, among blooming pastures and majestic peaks, the Dolomites express all their charm. e Sciliar, the Sas- so Piatto and the Sasso Lungo are the giants of the plateau: not just moun- tains, but coral reefs turned stone. Once located on the seabed, now one step away from the sky. e Alp becomes a garden of beautiful flowers from mid-June to mid-July. In winter it is a white paradise crossed by skiers and hikers with snowshoes. Fiè allo Sciliar, Siusi allo Sciliar, Tires al Catinaccio and Castelrotto are the four villages that the mountains of the Sciliar-Catinaccio Natural Park sur- round like a crown. L'Alpe di Siusi è l'eco del magico mondo della neve, il riverbero dell'inverno, la risonanza profonda che ci scalda il cuore. Foto Clemens Zahn - Südtirol Marketing. The Alpe di Siusi is the echo of the magical world of snow, the re- verberation of winter, the deep resonance that warms our heart.

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ITINERARY

P E R C O R S I

L’altopiano incantato

51GENNAIO 2018 BORGHI Magazine50 BORGHI Magazine GENNAIO 2018

L'Alpe di Siusi e i suoi borghi

The enchanted plateau

L’Alpe di Siusi, Seiser Alm in tedesco, è – diciamolo subito – uno dei po-sti più belli del mondo. Prati, campi

e boschi si dividono in egual misura i 56 chilometri quadrati dell’area, che fanno dell’Alpe il più vasto altipiano d’Europa. La sua altitudine è compresa tra 1.630 e 2.350 metri. Una rete di sentieri lunga circa 350 chilometri attraversa questo paesaggio al-pino che si muove dentro di noi, vibra con noi, ci ipnotizza.

L’Alpe di Siusi è un luogo mistico dove, tra alpeggi fioriti e maestose vette, le Dolomiti

esprimono tutto il loro fascino. Lo Sciliar, il Sasso Piatto e il Sasso Lungo sono i gi-ganti dell’altipiano: non semplici monta-gne, ma barriere coralline impietrite. Un tempo poste sul fondo marino, ora a un passo dal cielo. L’Alpe diventa giardino di splendidi fiori da metà giugno a metà luglio. In inverno è un bianco paradiso solcato da sciatori ed escursionisti con le racchette da neve.

Un itinerario poco conosciuto è il giro del Bullaccia. Passeggiata facile e, insie-me, vertiginosamente bella, conduce alla

piattaforma panoramica della Engelrast e, da lì, alla Croce Filln, con vista sulla Val Gardena. Si prosegue quindi fino alle Hexenbänke, le “panche delle streghe”, dove forse venivano giustiziate le streghe o si adorava il sole. Meta di culti e riti già 4mila anni fa, lo Sciliar infonde una gran-de energia nel viaggiatore, che qui ricono-sce la sua potenza generativa della natura. Castelrotto, Siusi allo Sciliar, Fiè allo Sci-liar e Tires al Catinaccio sono i quattro borghi ai quali fanno da corona le monta-gne del Parco naturale Sciliar-Catinaccio.

The Alpe di Siusi, Seiser Alm in German, is - let's say it right away - one of the most beautiful places in the world. Meadows, fields and forests

are equally divided into the 56 square kilometres of the area, which make of this Alp the widest plateau in Europe. Its altitude is between 1.630 and 2.350 meters. A network of trails of about 350 kilometres crosses this alpi-ne landscape that moves within us, vibrates with us, hypnotizes us.

The Alpe di Siusi is a mystical place where, among blooming pastures and majestic peaks, the Dolomites express all their charm. The Sciliar, the Sas-

so Piatto and the Sasso Lungo are the giants of the plateau: not just moun-tains, but coral reefs turned stone. Once located on the seabed, now one step away from the sky. The Alp becomes a garden of beautiful flowers from mid-June to mid-July. In winter it is a white paradise crossed by skiers and hikers with snowshoes.

Fiè allo Sciliar, Siusi allo Sciliar, Tires al Catinaccio and Castelrotto are the four villages that the mountains of the Sciliar-Catinaccio Natural Park sur-round like a crown.

L'Alpe di Siusi è l'eco del magico mondo della neve, il riverbero dell'inverno, la risonanza profonda che ci scalda il cuore.

Foto Clemens Zahn - Südtirol Marketing.

The Alpe di Siusi is the echo of the magical world of snow, the re-verberation of winter, the deep resonance that warms our heart.

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PERCORSI/L’ALPE DI SIUSI E I SUOI BORGHI/BOLZANO/TRENTINO - ALTO ADIGE

CastelrottoSotto i pascoli del paradiso

di Claudio Bacilieri

Under heavenly pastures

Il freddo ha un suo tepore quando nevica. Siamo stati due volte sull’Alpe di Siusi quest’anno, in autunno e, ora, in inverno. Con la neve, quando le luci si spengono e lasciano il campo alla luna, nell’aria fresca e scura della

L’Alpe di Siusi è la regina dei pascoli alpi-ni. In autunno, il verde vira verso il gial-lo e il rosso, i colori scivolano sulle baite,

gli steccati e i cavalli al pascolo. Il sole gioca a rimpiattino con le nuvole; l’aria è un respiro lieve. Le magnifiche montagne delle Dolomiti circondano l’altipiano dove, passando tra mal-ghe e rifugi, si vedono, quand’è stagione, muc-che e pecore al pascolo, e anche cavalli.

Il massiccio dello Sciliar è davanti a noi con la sua forma compatta tagliata da una frattura laterale. Scorgiamo le cime Euringer e Santner, che prendono nome dagli alpinisti che per primi le raggiunsero, e il Monte Pez, il punto

più alto con i suoi 2.564 metri. Svettano alla sinistra dello Sciliar il Sasso Lungo e il Sasso Piatto, fortezze rocciose intorno ai tremila metri. Quando il tramonto fa rosseggiare le cime, sembra che i pascoli si estendano all’in-finito, e siano i pascoli del paradiso. Poi tut-to cambia quando compare la scura bellezza delle costellazioni e i profili dei monti si fanno gotici, ricordandoci che lo Sciliar, nelle saghe e nei miti, era ritenuto luogo di streghe e in-cantesimi (un processo di stregoneria si svolse davvero davanti al giudice di Castelrotto nel 1506). Chi sa contare i monti, li riconosce e li chiama, vede dall’Alpe anche il Sass de Putia, il gruppo delle Odle e il Puez, il gruppo del Sella,

la Marmolada, le Pale di San Martino, il grup-po del Catinaccio: insomma tutte le Dolomiti, paesaggio insondabile simile a un sogno che inizia e finisce quando si va via.

Da sempre i contadini di Fiè e Castelrotto fanno pascolare qui i loro animali. Da Castel-rotto li portano direttamente sull’Alpe di Siu-si, mentre da Fiè li fanno passare attraverso il sentiero Knüppelsteig che conduce allo Sciliar. Il sentiero è una gola dove in alcuni punti l’u-nico passaggio è un ponte di legno. La sera, ci sembra di essere il pastore kirghiso del leopar-diano Canto notturno di un pastore errante dell’Asia: come lui, contempliamo innamorati

notte gli occhi si riempiono di meraviglia. In quest’an-golo di pace, alle pendici dell’Alpe, si annida un paese di belle case signorili, Castelrotto, che il 14 novembre scorso è stato ammesso nei Borghi più belli d’Italia.

la luna e le stelle nello spazio di una notte co-smica, ponendoci domande sul senso e il fine della vita. La transumanza è soprattutto una festa. Nel giorno del Ringraziamento, che cade di sabato tra fine settembre e inizio ottobre, le greggi lasciano i pascoli e le malghe dove hanno trascorso l’estate, e scendono in paese: le mucche agghindate con ghirlande di fiori, seguite da pecore, capre e cavalli, e accompa-gnate dai contadini in costume tradizionale. Al suono dei campanacci e dei corni alpini, il corteo arriva a Compatsch dove i turisti curiosano al mercato contadino, e termina a Castelrotto, dove si festeggia con krapfen, vino e musica dal vivo. Transumanze che per noi sono anche ricordi: di pecore viste pascolare un’estate sulle pendici dei Denti di Tarrarossa, selvaggi macigni che le albe tingono di rosa.

Oggi i profili delle montagne ondeggiano avvolti nella nebbia. Lunghe pause di silen-zio intervallate dal rumore del vento. Doma-ni si prevede che il vento tirerà verso nord. Noi scendiamo a Castelrotto, il cui territorio è in parte compreso nel Parco naturale dello Sciliar. Il linguaggio che governa Kastelruth – questo il nome tedesco – (Ciastel in ladino) è quello del “pittoresco”: nel senso che mol-te facciate sono state decorate da un pittore, Eduard Burgauner (1873-1913), il cui intento era quello di trasformare Castelrotto in un’o-pera d’arte. Ancora oggi l’immagine del borgo è quella di un interessante connubio di stile Liberty e tradizioni locali di gusto barocco, come si può vedere al margine del paese, dove gli affreschi di Villa Felseck – la casa della fa-miglia Burgauner – illustrano i mesi in modo ciclico, seguendo i riti e i lavori dei contadini. Questa è la facciata più appariscente ma ce ne sono altre. Casa Thurn-Edenberg ha un nucleo interno medievale che corrisponde alla torre Edenberg (un’altra delle sette torri medievali di Castelrotto era la torre del margravio presso l’abitazione Markgrafenturm). Le decorazioni sulla facciata sono opera di Eduard Burgauner e dello zio Johann Burgauner (1812-1891), nati proprio in questa dimora. Zio e nipote hanno collaborato anche per la decorazione

della Bäckerhaus, la panetteria del padre di Eduard. Dipinte da Eduard Burgauner sono inoltre le facciate dell’ex albergo Zum Wolf, della casa e del fienile Rauch, di casa Mendel o Mendelhaus.

Ad accogliere noi visitatori c’è subito la piazza del paese, attualmente in fase di sistemazione per il recupero di un edificio storico da adibire a museo del costume e dell’area antistante a un albergo. La piazza Krausen ha formato il pro-prio carattere nei secoli. Nel 1607 è stato co-struito l’odierno municipio, mentre l’alta torre campanaria è stata realizzata dopo l’incendio

del 1753 che ha danneggiato la vecchia chie-sa gotica, sostituita con l’attuale edificio neo-classico di metà Ottocento. Sulla facciata del municipio campeggia lo stemma dei Krausen, la nobile famiglia di origini ungheresi che qui aveva la sua residenza, il suo Ansitz. L’insegna ricorda l’architetto costruttore, Jacob Kraus von Sala (1560-1619). Da vedere all’interno la sala consiliare, rivestita in legno lavorato, e al primo piano un’altra sala, con rivestimento cinquecentesco in legno e soffitto a cassettoni. L’esterno si presenta con un portale barocco e un Erker poco pronunciato e, sul lato poste-riore, con balconi finestrati tardogotici.

Villa Felseck. Foto Nadia Mosca.

Castelrotto in estate. Foto SAM_Helmuth Rier.

Castelrotto in summer.

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Nel borgo ci sono tre antichi alberghi: il Lamm, il Goldenes Rössl (un tempo Locanda della Croce, Kreuzwirtshaus, esi-stente dal Seicento) e lo Zum Wolf, anch’esso attivo dal Seicen-to. Edifici storici si trovano lungo i primi cento metri della via Buehl, lungo la via Oswald von Wolkenstein, lungo la via Colle e la via Platten. Dalla piazza principale con una breve salita si arriva al Colle (Kofel) superando uno stretto passaggio. Qui la Locanda della Torre, Turmwirtshaus, citata già nel 1511, era la sede del tribunale. Il Colle è una collina tra i boschi dove sorge-va il castello che poi è stato distrutto (da cui il nome del borgo: Castel-rotto) e del quale restano le rovine. Qui visse Oswald von Wolkenstein (1377-1445), uno dei più importanti poeti medievali, autore della “Canzone di Castelvecchio”, Hauenstei-ner Lied. Qui si trovano le sette cappelle del Calvario erette alla fine del Seicento dalla famiglia Kraus. Dal Colle è molto bella la vista sui tetti di Castelrotto e sullo Sciliar. Nei dintorni, circondati dai prati, ci sono masi contadini che risalgono anche al XIII secolo.

Nel tramonto rossastro pensiamo a tutta la vita che è passata tra queste montagne, alle radici forti che tramandano un even-to come il Matrimonio contadino: un corteo nuziale che ogni due anni, verso metà gennaio, parte da San Valentino e arriva a Castelrotto con slitte trainate da cavalli. È composto da 17 cop-pie di sposi, accompagnate da testimoni, genitori, amici, tutti vestiti con i tradizionali abiti da cerimonia chiamati Trachten. Si canta, si balla, ci si passa il pane dolce nuziale e i krapfen al papavero, si pranza con la pasta al ragù di selvaggina. Nei pre-ziosi costumi maschili e femminili è intessuta la lunga storia di Castelrotto e dell’Alpe.

The cold has its warmth when it snows. We have been twice on the Alpe di Siusi this year, in au-

tumn and, now, in winter. With the snow, when the lights go out and leave room for the moon, in the fre-sh and dark air of the night the eyes are filled with wonder. In this peaceful corner on the slopes of the Alp, lies a village of beautiful noble houses, Castelrot-to, which on the last 14th of November was admitted into the most beautiful villages of Italy.

The Alpe di Siusi is the queen of alpine pastures. In autumn, the green turns to yellow and red, the co-lours slide on huts, fences and grazing horses. The sun plays hide-and-seek with the clouds; the air is a light breath. The magnificent mountains of the Do-lomites surround the plateau where, passing through cottages and shelters, we can see cows and sheep gra-zing, as well as horses.

The Sciliar massif is in front of us with its compact shape cut by a lateral fracture. The Sasso Lungo and the Sasso Piatto rise up to the Sciliar right, rocky fortresses of about three thousand metres. When the sunset makes the peaks red, it seems that the pa-stures extend to infinity, the heavenly pastures. Then everything changes when the dark beauty of the con-stellations appears and the profiles of the mountains become Gothic, reminding us that the Sciliar, in the sagas and myths, was considered a place of witches and spells.

The farmers of Fiè and Castelrotto have always been grazing their animals here. From Castelrotto they take them directly to the Alpe di Siusi, while from Fiè they lead them through the Knüppelsteig path that leads to the Sciliar. The path is a gorge where in some places the only passage is a wooden bridge. In the evening, we seem to be the Kyrgyz shepherd of the Leopardian Night song of an Asian wandering she-pherd: like him, we contemplate the moon and the stars in the space of a cosmic night, asking questions about the meaning and purpose of life. Transhuman-ce is above all a celebration. On Thanksgiving day, which falls on a Saturday between the end of Sep-tember and the beginning of October, flocks leave the pastures and huts where they spent the summer and go down to the village: cows dressed up with flower wreathes, followed by sheep, goats and horses, and accompanied by peasants in traditional costume.

Today the outlines of the mountains sway, shrouded in the mist. Long silence breaks interspersed with the sound of the wind. Tomorrow it is expected that the wind will blow northwards. We descend to Castel-rotto, whose territory is partly included in the Sciliar Natural Park. The language that rules Kastelruth - this is its German name - is that of “picturesque”. In the sense that many facades were decorated by a painter, Eduard Burgauner (1873-1913), whose intent was to transform Castelrotto in an artwork. Even today the image of the village is that of an interesting mix of Art Nouveau style and local traditions of Baroque taste.

Visitors are welcomed by the town square. Krausen square has shaped its character over the centuries. In 1607 the present town hall was built, while the high bell tower was built after the fire of 1753 which dama-ged the old Gothic church, replaced with the current neoclassical building of the mid-19th century. On the facade of the town hall stands the coat of arms of the Krausen, the noble family of Hungarian origins who had its residence here, its Ansitz. The sign recalls the building architect, Jacob Kraus von Sala (1560-1619).

In the village there are three old hotels: Lamm, Goldenes Rössl and Zum Wolf. Historical buildin-gs are located along the first hundred metres of via Buehl, along via Oswald von Wolkenstein, via Col-

le and via Platten.

In the reddish sunset we think of all the life that has passed between these mountains, to the strong roots that transmit an event like the Peasant wed-ding: a wedding procession that every two years, around mid-January, starts from San Valentino and arrives at Castelrotto with sleighs pulled by horses. It consists of 17 married couples, accompanied by witnesses, parents, friends, all dressed in traditio-nal ceremonial dresses called Trachten. We sing, dance, share sweet bridal bread and poppy dou-ghnuts, we dine with game ragout pasta. The long history of Castelrotto and of the Alp is woven into those precious male and female costumes.

Il matrimonio contadino, una tradizione di Castelrotto.Foto SAM_Laurin Moser.

The peasant wedding, a trdition in Castelrotto.

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Il campanile di Casteltotto. Foto SAM_Laurin Moser.

The bell tower of Casteltotto.

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Un viaggio nella leggenda Dal 25 al 27 maggio 2018 si svolgerà la 36esima Cavalcata Oswald von Wolkenstein. Per conquistare lo Stendardo del Menestrello - che viene con-segnato in una festosa cerimonia di premiazione a Castel Presule – si sfidano in quattro tornei medievali 36 squadre di cavalieri. Altri scenari della Caval-cata sono il Colle a Castelrotto, Siusi allo Sciliar e il laghetto di Fiè.

Il matrimonio contadino Sfila il 21 gennaio 2018 a Castelrotto il corteo nuziale che rinnova la tradizio-ne del matrimonio contadino. Gli sposi con abiti vistosi, lei con un cappello verde e lui con un garofano rosso nel taschino della giacca, partono da San Valentino su una slitta trainata dai cavalli. Nel corteo, le donne con i capelli raccolti sulla testa sono nubili, se li sistemano dietro la nuca sono sposate; le più anziane portano il turmkappe, un cappello a cono; le bimbe indossano abiti bianchi, i bambini il loden nero e la camicia di ciniglia. Dopo la sfilata, è il momento del banchetto a base di piatti tipici.

La transumanza Il 6 ottobre 2018 un corteo di pastori e di 250 vacche decorate da coprica-pi fioriti annuncerà l’arrivo dell’autunno sfilando nell’Alpe di Siusi. Guida il corteo l’animale eletto come il più bello, agghindato in modo maestoso. Segue la banda musicale di Castelrotto. Nel paese si svolge il mercato conta-dino, dove krapfen e altri cibi gustosi attendono i visitatori.

A journey into legendFrom the 25th to the 27th May 2018, the 36th Oswald von Wolkenstein Cavalcade will take place. To conquer the Banner of the Minstrel - which is awarded during a festive ceremony at Castel Presule - four teams of knights compete in four medieval tournaments. Other scenarios of the Cavalcade are the Colle in Castelrotto, Siusi allo Sciliar and the lake of Fiè.

Peasant marriageOn the 21st of January 2018, a wedding procession will take place in Castel-rotto, renewing the tradition of the peasant marriage. Gaudy-dressed newly-weds, she in a green hat and he with a red carnation in the breast pocket of his jacket, depart from San Valentino on a horse-drawn sleigh. In the parade, women with hair gathered up on their heads are unmarried, whereas the ones fixing it behind their nape are married. Elderly women wear the turmkappe, a conical hat, girls wear white clothes, children a black loden cape and a chenille shirt. After the parade, it’s time for a banquet based on typical dishes.

TranshumanceOn the 6th of October 2018, a procession of shepherds and 250 cows decorated with flowered headdresses will announce the arrival of autumn by parading in the Alpe di Siusi. Leader of the procession is the animal voted as the most be-autiful, dressed up majestically. The music band of Castelrotto follows. In the village there is a farmers’ market, where krapfen (doughnuts) and other tasty foods await visitors.

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Nel giorno del Ringraziamento, le mucche agghindate con ghirlande di fiori scendono a Castelrotto dalle malghe e dai pascoli di montagna dove hanno passato l'estate.Foto Alpe di Siusi Marketing.

On Thanksgiving, cows dressed up with garlands of flowers descend to Castelrotto from the mountain pastures where they spent the summer.

Gli eventi dell'Alpe nel 2018 The events of the Alpe in 2018

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Siusi allo SciliarLe partite di bridge del bel mondo asburgico

Da San Costantino, frazione di Fiè, si arriva in breve al borgo di Siusi allo Sciliar, posto in una conca naturale ai piedi dello Sciliar,

tra prati e boschi e panorami stupendi. La sua posi-zione lo ha reso, dagli ultimi decenni del XIX secolo fino alla prima guerra mondiale, una delle località di villeggiatura più ambite dell’impero asburgico. Tra gli ospiti si ricordano il drammaturgo norve-gese Henrik Ibsen e suo figlio Sigurd, proprietario della birra Kölbl, di cui rimane la villa; il pianista Ignaz Friedman, il più acclamato interprete di Cho-pin del suo tempo; il conte Bobrinsky, ultimo amba-sciatore dello zar alla corte di Vienna; il re di Sasso-nia con la sua corte; il direttore d’orchestra Arturo Toscanini; lo scrittore austriaco Arthur Schnitzler. Le partite a bridge del dopo cena erano per questi intellettuali il modo più rilassante di vivere Siusi. La vicinanza alla stazione a valle della funivia dell’Alpe di Siusi consente al piccolo paese di essere ancora un’importante località turistica.

Da Siusi si raggiungono comodamente le rovine di Castelvecchio seguendo il sentiero Oswald von Wolkenstein. Se si prende invece la direzione di San Vigilio, si sente lungo il rio Seiserbach il movimen-to delle ruote del mulino che il contadino del maso Malenger Hof utilizza ancora oggi, poiché coltiva con passione varietà antiche di frumento. Su un ri-pido versante della frazione di Sant’Osvaldo, l’azien-da agricola Pflegerhof si dedica alla coltivazione di erbe officinali. L’erbario di Martha comprende erbe essiccate per tisane e gli ingredienti per preparare cuscinetti profumati e sali alle erbe. Gli orti semi-nati, i giardini e i colori dei fiori ai balconi e alle finestre fanno pensare a un piccolo Eden.

Lasciato questo mondo di profumi, si può entrare nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice per ringra-ziare di tanta bellezza. L’edificio, restaurato in stile barocco nel 1648, conserva i precedenti elemen-ti gotici. Gli appassionati di golf trovano a Siusi il campo più invitante di tutto l’Alto Adige. Se si con-sidera invece il green troppo elitario o finto, Siusi offre anche l’opposto: quella sana ruvidità contadina che qui mantiene usanze e tradizioni. Come quella di coltivare viti e alberi da frutta da cui cogliere, nei dintorni di Sant’Osvaldo, mele e prugne da utiliz-zare nella gastronomia. I boschi di castagne danno

invece il frutto che, insieme con vino novello, dolci, canederli e speck, rallegra la tradizione del Törggel-en nel cangiante paesaggio autunnale.

Sui prati sopra Siusi, lungo la strada che porta all’Al-pe di Siusi, la solitaria chiesetta di San Valentino, sorvegliata a distanza solo da alcuni masi, è un pic-colo incanto. Le rovine di Castelvecchio e di Castel Salegg spuntano dal bosco come muto richiamo al passato, reso romantico dall’imponenza dello Sciliar e dei ghiacciai. Gli affreschi delle pareti a sud stanno qui da seicento anni, mentre la torre romanica con la sua cupola a cipolla e parte delle mura riportano ancora più indietro nel tempo, al XIII secolo. A nord della chiesa i prati nascondono forse sotto il loro li-vello i resti di un insediamento romano.

From San Costantino, hamlet of Fiè, we will soon reach the village of Siusi allo Sciliar, lo-

cated in a natural basin at the foot of the Sciliar, between meadows and woods and beautiful landscapes. Its position has made it, from the last decades of the 19th century until the First World War, one of the most sought after holi-

day resorts of the Hapsburg Empire. Among the guests were the Norwegian playwright Henrik Ibsen and his son Sigurd, owner of Kölbl beer, whose villa still remains; pianist Ignaz Fried-man, the most acclaimed Chopin performer of his time; Count Bobrinsky, the last ambassador of the tsar to the court of Vienna; the king of Saxony with his court; conductor Arturo To-scanini; Austrian writer Arthur Schnitzler. The after-dinner bridge matches were for these in-tellectuals the most relaxing way to experience Siusi. The proximity to the valley station of the Alp cable way allows the small viallge to still be an important tourist destination.

On the meadows above Siusi, along the road that leads to the Alp, the solitary little church of St. Valentine, guarded only at a distance by some farms, is a small jewel. The ruins of Ca-stelvecchio and Castel Salegg emerge from the forest as a silent reference to the past, made ro-mantic by the imposing Sciliar and glaciers. The frescoes on the southern walls have been here for six hundred years, while the Romanesque tower with its onion dome and part of the wal-ls dates even further back in time, to the 13th century.

Bridge matches of the Hapsburg cafe society

Tra natura e design Nel meraviglioso scenario dell’Alpe di Siusi, a 1.752 metri d’altitudine, il Tirler-Do-lomites Living Hotel è l’albergo che meglio interpreta l’anima del luogo. Costruito secondo elevati standard di edilizia biologica, consente di trascorrere una vacanza in un ambiente sano, anallergico e in perfetta sintonia con l’ambiente incontaminato dell’Alpe. Grazie ai riconoscimenti ricevuti - Unesco Biosphere, Best Sleeping Hotel Gold, Premio Luxury Family Hotel, Premio Gist come primo albergo italiano certifi-cato per i clienti che soffrono di allergia – il Tirler Hotel è stato scelto da molti ospiti illustri, dall’ex presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi al composi-tore Giorgio Moroder. Natura e design sono alla base della filosofia dell’albergo che, interpretando il programma Unesco Biosphere, mira a soddisfare anima e corpo. Legno, sasso, calce e argilla sono i materiali naturali con i quali sono costruite le 27 spaziose camere. Fin dall’ingresso si respira il profumo aromatico del legno di cirmolo, tradizionalmente usato per rivestire le stube. Ampie vetrate consentono di avere sempre davanti agli occhi il panorama dell’altipiano, come un sogno che non deve svanire. La montagna occupa ogni pensiero, il bio-hotel è vicinissimo alle piste da sci e il suo giovane proprietario, Hannes Rabanser, si ispira, negli arredi interni come nel suo abbigliamento personale, alla filosofia di vita di Luis Trenker, il regista, alpinista e attore di Ortisei.

Piacere puro Grande importanza è attribuita al sonno ristoratore e al relax nella Spa. Il ritmo na-turale della vita è tradotto nel concetto di “biologico”, che si applica ovunque: alla cucina del ristorante come alla cura del corpo, dolcemente abbandonato al tepore dell’acqua riscaldata della piscina interna o della vasca esterna, tonificato da una sauna alle erbe alpine o rigenerato dai trattamenti con i prodotti cosmetici dell’Alpe.Al Tirler Hotel si respira a pieni polmoni l’aria frizzante dell’Alpe di Siusi; ci si rilassa sul terrazzo della Tirler Alm, la baita più bella dell’Alto Adige; si beve acqua purissima di sorgente; si inforca la mountain bike scegliendo tra 33 itinerari; si passeggia tra prati e boschi sui sentieri delle streghe o ci si avventura da rifugio a rifugio tra le montagne più belle del mondo. Al Tirler Hotel si rinasce.

Between nature and designIn the wonderful scenery of the Alpe di Siusi, at 1.752 metres above sea level, Tirler-Dolomites Living Hotel is the accom-modation that best interprets the soul of this place. Built ac-cording to high standards of biological construction, it allows one to spend a holiday in a healthy, hypoallergenic environ-ment and in perfect harmony with the pristine environment of the Alpe. Nature and design are the foundation of the hotel philosophy which, interpreting the Unesco Biosphere pro-gramme, aims at satisfying body and soul. Wood, stone, lime and clay are the natural materials with which the 27 spacious rooms are built. Large windows allow you to always have be-fore your eyes the view of the plateau, like a dream that must not vanish.

Pure pleasureGreat importance is conferred to restorative sleep, to favour which five types of pillows are available. The natural rhythm of life is translated into the concept of “organic”, which applies everywhere: in the restaurant kitchen as in body care, letting ourselves gently go in the warmth of the heated indoor pool or of the outdoor pool, toned by an alpine herbs sauna or rege-nerated by treatments with cosmetic products from the Alps.At Tirler Hotel you can breathe deeply the sparkling air of the Alpe di Siusi; relax on the terrace of Tirler Alm, the most beau-tiful hut in South Tyrol; drink purest spring water; go mountain biking choosing among 33 itineraries; walk through meadows and woods on the paths of witches or venture from shelter to shelter through the most beautiful mountains in the world. At Tirler Hotel one is reborn.

4*S Tirler-Dolomites Living Hotel

Saltria 59, 39040 Alpe di Siusi - ItalyTel. 0471 727927

[email protected] • www.tirler.com

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Visione invernale dello Sciliar. Foto SAM _Helmuth Rier.

Winter view of the Sciliar.

Page 6: ITINERARY L’altopiano ponendoci domande sul senso e il fine della vita. La transumanza è soprattutto una festa. Nel giorno del Ringraziamento, che cade di sabato tra fine settembre

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PERCORSI/L’ALPE DI SIUSI E I SUOI BORGHI/BOLZANO/TRENTINO - ALTO ADIGE

Fiè allo SciliarLe canzoni del menestrello

Fiè allo Sciliar è il paese dei bagni di fieno. Il turismo qui comincia nel 1903, quando fu inaugurato l’alber-go Heubad, “bagni di fieno” in tedesco, e fu fondata

l’associazione turistica di Fiè allo Sciliar. Ma già più di 150 anni fa lo scrittore tedesco Beda Weber descriveva il borgo rurale ai piedi dello Sciliar come un “luogo ameno, tranquil-lo e salutare, ricco di acque benefiche e di piacevoli ristori”. La vicinanza a Bolzano ne ha fatto la meta privilegiata di villeggiatura estiva degli abitanti del capoluogo alto-atesino. Contemporaneamente la moda dei bagni di Fieno ha fatto conoscere il paese anche oltre confine.

Musica, gastronomia e natura sono i punti di forza di Fiè. Lo Schlern International Music Festival si svolge per quasi l’intero mese di luglio e attira nelle Dolomiti studenti di tutto il mondo che, guidati da prestigiosi maestri, seguono corsi intensivi di preparazione alla carriera professionale e deli-ziano residenti e turisti con concerti che coinvolgono anche Siusi e Castelrotto. Ottobre è invece il mese della gastrono-mia: all’interno della Völser Kuchlkastl, la Dispensa di Fiè, si possono gustare le specialità regionali. A valle del borgo sono coltivate le viti: il vino che se ne ricava è motivo di orgoglio per i contadini. Infine la natura: avvolgente, sorprendente, rasserenante.

Un paesaggio naturale che rasserena l’animo è quello del la-ghetto di Fiè, uno specchio d’acqua creato nel Cinquecento da Leonhard von Völs, Leonardo di Fiè, come vivaio di pesci e per consentire un più facile approvvigionamento d’acqua al paese. Oggi la pesca è proibita e il lago è aperto alla sola balneazione. Legambiente gli ha assegnato nel 2012 un pre-mio per il miglior ecosistema italiano. Perfetto per un bagno nelle calde giornate estive, il laghetto in inverno ghiaccia e si trasforma in una pista naturale di pattinaggio.

L’insediamento più antico dell’intera Alpe di Siusi è Peter-bühl, il Colle di San Pietro. Lo dicono gli storici e i reperti archeologici venuti alla luce in questa zona soleggiata che so-vrasta la Valle Isarco. Nel centro della località si trova la chie-sa di San Pietro sul Colle, una bella struttura cinquecentesca che presenta elementi architettonici in stile gotico risalenti al Trecento. Le sue origini sono ancora più remote: la prima co-struzione, infatti, è del XII-–XIII secolo. Sopra il portale sud si scorgono gli stemmi delle prime due mogli di Leonardo di Fiè e le chiavi incrociate di San Pietro. Il polittico del 1510 che era la perla della chiesa, è conservato oggi nel museo parrocchiale della cappella di San Michele a Fiè allo Sciliar.Il sentiero dei masi di Aica, in tedesco Oachner Höfeweg, conduce dalla chiesetta di Santa Caterina a Castel Prösels. Si cammina lungo prati e castagneti, tra umori vegetali e la pura luce dei fiori, con le montagne silenziose alle spalle.

Castel Prösels, o Castel Presule, l’abbiamo visto in una scin-tillante giornata di neve, vecchio maniero aperto alle visite dal 1982. Fu la dimora di Leonardo di Fiè, che lo fece restau-rare in stile rinascimentale nel 1517 e vi morì nel 1530. Del castello dei signori di Fiè si ha la prima testimonianza scritta nel 1279. È qui che ha luogo ogni anno in tarda primavera la Cavalcata Oswald von Wolkenstein, un torneo di cavalieri nato una trentina d’anni fa per ricordare uno dei personaggi storici più amati in Alto Adige, Oswald von Wolkenstein, poeta, compositore, menestrello e infine consigliere dell’im-peratore Sigismondo I. Autore di un centinaio di canzoni, visse nel Castel Hauenstein, o Castelvecchio, a Siusi allo Sci-liar, a partire dal 1407.

Sempre a Leonardo di Fiè si deve la ricostruzione in stile tardo gotico della chiesetta di San Costantino, edificata sul-la cresta di un colle nel XIII secolo. La piccola chiesa con il massiccio dello Sciliar sullo sfondo è uno dei luoghi più foto-grafati dell’Alto Adige.

Fiè allo Sciliar is the village of hay baths. Tourism began here in 1903, when the Heubad hotel (“hay baths” in

German) was inaugurated and the tourist association of Fiè allo Sciliar was founded. But already more than 150 years ago the German writer Beda Weber described the rural vil-lage at the foot of the Sciliar as a “pleasant, quiet and healthy place”. Music, gastronomy and nature are the strengths of Fiè. The Schlern International Music Festival takes place for almost the entire month of July and attracts students from all over the world in the Dolomites. October is the month of gastronomy: in the Völser Kuchlkastl, the Pantry of Fiè, one can taste regional delicacies. Downstream of the village vines are cultivated: the wine obtained from it is a source of pride for the farmers. Finally, the nature: enveloping, sur-prising, soothing. The oldest settlement of the entire Alpe di Siusi is Peterbühl, St. Peter’s Hill. In the centre of the hamlet there is the church of San Pietro sul Colle, a 16th century

structure with Gothic ar-chitectural elements. Above the south portal we can see the coats of arms of the first two wives of Leonardo di Fiè and the crossed keys of St. Peter. The path of the farm-steads of Aica, in German Oachner Höfeweg, leads from the church of Saint Catherine to Castel Prösels. We walk along meadows and chestnut woods, among vegetal life and the pure light of flowers, with the silent mountains behind. Castel Prösels was home to Leonar-do di Fiè, who had it restored in Renaissance style in 1517 and died there in 1530. This is where the Oswald von Wolkenstein Ride takes pla-ce every year in late spring, a knights tournament born about thirty years ago to remember one of the most beloved historical figures of South Tyrol, Oswald von Wolkenstein, poet, compo-ser, minstrel and finally advi-sor to Emperor Sigismund I.

The songs of a minstrel

Tires al CatinaccioI prati più belli

Sulle Dolomiti la linea verticale assume le forme più di-verse: creste, cime, pareti, camini, raccontano un mon-do attraversato da una corrente onirica. Ricordiamo

che secondo Freud le “pareti lisce sulle quali ci si arrampica (…) spesso con forte angoscia” nel sogno, rappresentano “il ricordo dell’arrampicamento del bambino su genitori e persone che lo assistevano”. A Tires lo sguardo cerca in continuazione le linee verticali e orizzontali: le pareti dei massicci del Catinaccio, del Sassolungo e dello Sciliar, e le distese dei prati.

Si dice che qui vi sia il prato più bello dell’Alto Adige, quel-lo che nel 2010, in una gara tra agricoltori nella categoria “prati estensivi non concimati”, vinse il primo premio. Sul prato del maso Obertrompedell, di appena 16 metri quadri di superficie, crescono 70 specie vegetali, tutte legate al re-gno dei piccoli animali, in particolare le api. Altri prati che richiamano il paradiso perduto sono quelli che s’incontrano durante l’escursione in Val Ciamin, una vallata selvaggia tra lo Sciliar e il Catinaccio, che ha inizio al di sopra di San Ci-

priano. Attraversando i prati Doss e la sorgente Schwarzn Lettn, si raggiungono i prati Erster Leger, da dove si prose-gue verso le sorgenti del rio Ciamin, che nell’arco di pochi metri trasforma il suo letto secco in un vivace ruscello alpi-no. Meta dell’escursione è il Rechter Leger, un belvedere con area di sosta e panorama sulle torri del Principe e le cime del Ciamin.

All’imbocco della Val Ciamin è stata rimessa in funzione la segheria Steger, un’antica segheria veneziana che ospita il centro visite del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio con informazioni sull’area protetta, la sua geologia, la flora e la fauna. La tradizione artigianale della cultura alpina si sposa con il ciclo delle stagioni. All’estate appartengono la Bergler-tafel, cioè la “cena del montanaro”, che ha luogo ogni terzo giovedì di luglio con vista sul Catinaccio, la Bergler Harass, un picnic presso il laghetto Wuhnleger, e la festa delle mal-ghe. Le settimane Bergler finiscono con la transumanza a inizio ottobre, quando i montanari tornano con i loro ani-mali dall’alpeggio.

On the Dolomites, vertical lines take on the most diverse forms: ridges, peaks, walls,

chimneys, tell about a world crossed by a dre-amlike current. In Tires, our gaze continually seeks vertical and horizontal lines: the walls of the Catinaccio, Sassolungo and Sciliar massifs, and the spreading meadows. It is said that here is the most beautiful meadow in South Tyrol, the one that in 2010, in a competition betwe-en farmers in the category “extensive non-fer-tilized meadows”, won the first prize. On the lawn of Obertrompedell farm, 70 plant species grow, all linked to the reign of small animals, especially bees. Other meadows that recall the lost paradise are those we meet during a hike in Ciamin Valley, a wild valley between the Sci-liar and the Catinaccio, which starts above San Cipriano.

The most beautiful meadows

Tires in una scintillante giornata di dicembre. Foto SAM_Helmuth Rier.

Tires on a sparkling December day.

La Cavalcata Oswald von Wolkenstein lascia Castel Presule. Foto SAM_Helmuth Rier.

The Oswald von Wolkenstein Cavalcade leaves Castel Presule.