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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BARI ALDO MORO CENTRO INTERUNIVERSITARIO “POPOLAZIONE, AMBIENTE E SALUTE”

ITINERARI DI RICERCA

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Il volume è stato stampato con il contributo del Centro Interuniversitario “Popolazione, Ambiente e salute”.

DIRETTORE Giovanna Da Molin

COMITATO SCIENTIFICO Salvatore Barbuti, Francesco Bellino, Angela Carbone, Corrado Crocetta, Gaetano Dammacco, Giuseppe De Bartolo, Angelo Dell’Atti, Andrea Di Liddo, Michele Distaso, Vito Gallotta, Arcangela Giorgio, Nicola L’Abbate, Pietro Maria Lugarà, Lucia Maddalena, Fabio Manca, Angela Mongelli, Maria Teresa Montagna, Biagio Moretti, Giuseppe Agostino Poli, Rosa Prato, Michele Quarto, Mario Scicutella

COMITATO DI REDAZIONE Paolo Contini, Angela Santulli, Carmela Somma, Giancarla Stama

ITINERARI DI RICERCA 25

COLLANA DEL CENTRO INTERUNIVERSITARIO “POPOLAZIONE, AMBIENTE E SALUTE”

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CACUCCIEDITORE

2013

a cura di Carmine Clemente e Pietro Paolo Guzzo

I sistemi sociosanitari regionali tra innovazioni e spendibilità

Esperienze e ricerche

C.I.R.P.A.S Centro Interuniversitario di Ricerca “Popolazione, Ambiente e Salute”

Quaderni Cirpas

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PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA

© 2013 Cacucci Editore - Bari Via Nicolai, 39 - 70122 Bari - Tel. 080/5214220 http://www.cacucci.it e-mail:[email protected] Ai sensi della legge sui diritti d’autore e del codice civile è vietata la riproduzione di questo libro o di parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilms, registrazioni o altro, senza il consenso dell’autore e dell’editore.

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LA SFIDA ANTROPOLOGICA. OLTRE LA TOLLERANZA

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La sfida antropologica. Oltre la tolleranza

di Marco Grilli

1. Premessa Questo contributo riprende uno spunto contenuto in una

mia precedente pubblicazione1 dedicata al rapporto tra la vio-lenza della natura e quella più propriamente umana.

La natura della vita esprime un principio allo stesso tempo di innocenza e di crudeltà, si fonda su un modello di efficien-tismo, e insieme di ridondanza. Forme viventi che ne massa-crano e fagocitano altre, vegetali che affondano le proprie ra-dici su altre piante, o le soffocano, per non morire. Di questo risvolto tragico troviamo una descrizione adeguata ne “Il giar-dino” di Leopardi, dove si svela, al di là di un’apparenza di armoniosa vitalità, il carattere drammatico e intrinsecamente violento della natura.

Anche la malattia stessa è espressione di questa dialettica conflittuale, le patologie fisiche e mentali sono parte di questo dolore generalizzato, anche quando esprimono paradossal-mente percorsi tautologici e autodistruttivi, segnali di una normatività biologica che non sopporta l’impatto con l’alte-rità. Un organismo che divora la propria carne, o un vegetale che affonda le radici su se stesso, credendo così di non morire. Reazioni circolari primarie, consumate in un corto circuito perverso e senza amore. Sistemi chiusi, stagnanti.

2. Vita come resilienza interpretativa La vita appare semplicemente come un flusso di informa-

zioni, il quale incontra lungo il proprio percorso le varie strut-

1 M. Grilli, Il peso delle parole, «Lettere dalla Facoltà», Università di Ancona, Facoltà di Medicina e Chirurgia, 2009 6-7-8.

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turazioni individuali che ne costituiscono, di volta in volta, la forma, ne esprimono il contenuto sotto un profilo fenomeno-logico, di estensione materiale. Essa si diffonde, con ostinata capacità di resilienza, anche laddove le condizioni materiali sembrano proibitive, nei deserti senz’acqua, fra gli interstizi di un muro, al limite della sopravvivenza biologica e psichica. O nei ghetti, costituiti dalla stupidità umana. L’essere umano in-fatti appartiene a questa natura, ne condivide le pulsioni di so-pravvivenza, tracce mnestiche filogenetiche tutt’ora iscritte a pieno titolo nel suo codice, e negli schemi mentali, come con-dizione primaria per la prosecuzione della specie. Ma egli è anche, e soprattutto, animale simbolico, e in questo senso il peso delle parole si impone come “seconda natura”, sovrappo-sta a quella istintuale. Ne deriva anche una diversa configura-zione della pulsione aggressiva, non più esclusivo strumento di sopravvivenza fisica, ma anche di dominanza ideologica e di sfruttamento economico. Se è vero che “il sonno della ra-gione genera mostri” (Goya), è anche plausibile pensare che “i mostri che abbiamo dentro” (Gaber) possano esprimersi nelle connotazioni più variegate, spesso servendosi proprio della ragione stessa, attraverso un utilizzo perverso, fondato su pre-supposti aberranti, dei suoi sillogismi. Cosicché si possono da-re determinate premesse, fondate magari sulle rappresentazio-ni stereotipate del senso comune, o elaborate nella mente di qualche personalità disturbata, idee che possono trovare terre-no fertile in un particolare contesto socioculturale, in un certo momento storico, servendosi anche delle metodologie persua-sive più raffinate, o degli strumenti della comunicazione di massa. Ebbene da queste premesse, una volta diffuse e condi-vise, legittimate attraverso ideologie imposte attraverso una propaganda capillare, possono scaturire, in maniera sequenzia-le e secondo necessità, conclusioni esatte sotto il profilo stret-tamente formale, ma tali da procurare disparità e sofferenze umane di dimensioni incalcolabili. Seguendo questo filo logi-co si può concepire e spiegare la tragica naturalezza culturale di tutte le violenze che hanno costellato la storia umana, sin dal suo inizio, senza alcuna soluzione di continuità.

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3. La tolleranza come sfida alla violenza La sfida risiede proprio nella presa d’atto di come ogni

Weltanschauung costituisca un “mondo morale imperfetto” (Mantovani), ciascuno espressione di una costruzione di senso particolare e provvisoria, “casuale” e necessaria allo stesso tempo (Wittgenstein), cioè costituitasi come una Gestalt, una tra le infinite configurazioni possibili, ma percepita dalle “comparse” in gioco sulla scena come formazione di riferi-mento per orientare l’azione sociale. Questa chiusura è stata storicamente, ed è tutt’ora, alla base di ogni contrapposizione sociale, dalle prime aggressioni operate con rudimentali prote-si offensive (vedasi la scena iniziale del film di Kubrick 2001 Odissea nello spazio) agli scontri tra civiltà, fino al rischio di una soluzione atomica finale. Non vi è cultura umana che si sia affermata evitando stragi, ingiustizie, distruzioni.

Fig. 1 - Nicolay Bessonov. Interrogation. Canvas. 1992

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I genocidi degli Indios e dei Pellerossa, l’Inquisizione, l’Olocausto e i massacri dei Palestinesi, le foibe e le fosse co-muni, Hiroshima, Nagasaki, le bombe al fosforo e le città rase al suolo sono esempi eclatanti della recente “imperfezione” occidentale, che fa eco a tutte le barbarie operate dalle civiltà “altre” (e non solo): mutilazioni genitali, torture, processi sommari, lapidazioni.

Fig. 2 - Nicolay Bessonov. Girl in a prison. Water-colour, 1987

“Che cos’è la tolleranza? È una conseguenza del fatto che siamo tutti figli della fragilità: fallibili e inclini all’errore. Dunque, perdoniamoci a vicenda le nostre follie. Questo è il principio a fondamento di tutti i di-ritti umani”2.

2 Voltaire, voce «Tolleranza», Dizionario filosofico. Newton, Roma 1996.

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4. Oltre la tolleranza: l’antropologia delle diversità bio-culturali A questo punto il salto consiste nel concepire come la tol-

leranza sia solo un primo passo, decisivo e tuttavia ancora in-sufficiente, verso una concezione di maggiore levatura degli esseri umani, divergenti nelle svariate forme di socializzazio-ne, ma ontologicamente convergenti. In modo da far emerge-re, attraverso la ricchezza della “biodiversità culturale”, una conoscenza più profonda della dimensione antropologica, nel-la complessità di tutti i suoi aspetti, alcuni dei quali occultati, altri assolutizzati, di volta in volta, nelle specifiche costruzioni di senso.

Fig. 3 - Senza titolo

Così

“…è assolutamente necessario capire altre società e altre civiltà, da quelle primitive a quelle civilizzate, per vedere e capire altre possibili strutture sociali ed esperienze, coscienti per loro, ma che per noi reste-rebbero altrimenti inconsce”. … “Quanto più riusciamo a sapere, per-

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ciò, riguardo ad altre forme di vita al di fuori dei nostri confini culturali, tanto più siamo capaci di capire noi stessi e gli altri, e di provare a vive-re ciò che nella nostra società sembra dover rimanere escluso dalla co-scienza, perché non è adeguato ad essa”3. Fig. 4 - Senza titolo

Allo stesso modo anche l’atteggiamento verso l’altro, chi-

unque altro, acquista uno spessore di levatura ulteriore, un sal-to di livello proprio di un pensiero ipotetico-deduttivo che prende atto del bisogno umano, comune a tutte le umanità, di definirsi in base a oggettivazioni esterne, e si spinge oltre, a partire proprio da uno sguardo antropologico primario, cioè ri-volto ad una dimensione precedente rispetto al sociale. Una pro-spettiva che osa oltre il senso comune e la tentazione dell’im-mediatezza identitaria, dialogando fino a legittimare lo “scanda-lo” della comprensione e del perdono, attraverso un approccio di “partecipazione dell’umano all’umano”4. In altre parole,

3 E. Fromm, Anima e società, Mondadori, Milano 1993, pp.128-129. 4 F. Ferrarotti, Introduzione alla sociologia, Editori Riuniti, Roma 1997.

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“la nostra considerazione dell’avversario ideologico o del soggetto che pone in opera la violenza nei nostri confronti è (…) in grado di andare oltre le posizioni da lui sostenute o le azioni da lui compiute, cogliendo-lo nella sua situazione originaria di essere umano che, come noi, ha bi-sogno di determinazioni e che, come noi, cerca di far fronte all’angoscia dell’inconciliabilità dell’esistenza. Il nostro modo di osteggiarlo anche nei modi più decisi non sarà quindi mai una forma simmetrica di ostili-tà, che ci farebbe dimenticare la nostra eccedenza rispetto alle determi-nazioni”5.

5 F. Crespi, Contro l’aldilà. Per una nuova cultura laica, il Mulino, Bolo-

gna 2008, pp. 113-114.

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BIBLIOGRAFIA Crespi F. (2008), Contro l’aldilà. Per una nuova cultura laica, il Mulino,

Bologna. Ferrarotti F. (1997), Introduzione alla sociologia, Editori Riuniti, Roma. Fromm E. (1993), Anima e società, Mondadori, Milano. Lombardi Satriani L. (1994), La stanza degli specchi, Meltemi, Roma. Mantovani G. (2003), In difesa di Amina, Psicologia contemporanea, 175,

Giunti, Firenze. Pompeo F. (a cura di, 2007), La società di tutti. Multiculturalismo e politiche

dell’identità, Meltemi, Roma. Remotti F. (1996), Contro l’identità, Laterza, Bari-Roma. Sartori G. (2000), Pluralismo, multiculturalismo e estranei. Saggio sulla

società multietnica, Rizzoli, Milano. Voltaire, voce «Tolleranza», Dizionario filosofico. Newton, Roma, 1996. Wittgenstein L. (1975), Note sul “Ramo d’oro” di Frazer, Adelphi, Milano.

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INDICE Premessa di Giovanna Da Molin pag. 5 Introduzione di Carmine Clemente e Pietro Paolo Guzzo » 7

PARTE PRIMA Governance e innovazioni

nei sistemi sociosanitari regionali Federalismo o Stato regionale? Autonomie locali e servizi sociali di Vincenzo Corsi » 17 Politiche sanitarie e integrazione dei servizi di Carmine Clemente » 29 Web-society e innovazione sociale nei welfare regionali di Pietro Paolo Guzzo » 43 La valutazione delle politiche sociali. L’esperienza della regione Puglia di Piero D’Argento » 63 Il “modello Veneto” ed il Piano Socio sanitario 2012-2016: annotazioni e valutazioni di un sociologo della salute di Franco Toniolo » 73

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Valutazione della Goverance socio-sanitaria nell’ASL di Bari. Il rischio della miopia istituzionale e i suoi lati oscuri di Giuseppe Di Noya e Antonella Tosto pag. 85 La valutazione delle politiche pubbliche con esperimento randomizzato: il caso del progetto Lavoro&Psiche di Luigi Nava, Alberto Martini, Fabio Dusio » 97

PARTE SECONDA Partecipazione dei cittadini, servizi

alla persona e integrazione socio-sanitaria La partecipazione dei cittadini-utenti nei Servizi per le dipendenze: l’esperienza di Cosenza di Antonietta Fiorita » 113 La qualità percepita da Ospiti/Parenti e Operatori in una Residenza Sanitaria Assistenziale. Un progetto-pilota integrato quali quantitativo di Nicoletta Brachini, Giampiero D’Alessandro, Maria Chiara Galizi, Daniele Palumbo » 125 Valutazione della qualità dei servizi sanitari di un presidio ospedaliero della città di Bari: il protagonista è il cittadino/utente di Simona Mudoni, Angela Leaci A., Maria Serena Gallone, Anna Mundo, Cinzia Germinario » 137 L’attivazione della PUA e e dell’UVM nel processo di integrazione socio sanitaria. Compiti e funzioni del Sociologo della Salute nel DSS di Domenica Munno » 147

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La Community care come modello di rete socio-sanitaria di Luciana Ridolfi pag. 159 Bari in Rete, un progetto al servizio della persona con disabilità e la sua famiglia di Francesco G. Manfredi e Laura Birardi Mazzone » 171

PARTE TERZA Sviluppi sostenibili: prospettive

per il benessere e la qualità della vita Consumi sostenibili. Prospettive di acquisto tese al benessere di Antonella Golino » 181 Quando il dover mangiare in modo diverso complica le relazioni sociali di Cleto Corposanto e Beba Molinari » 191 Come promuovere l’allattamento attraverso la costruzione di un intervento integrato di Francesca Greco, Barbara Cordelli, Ersilia Armeni » 205 Il sistema socio sanitario e le medicine non convenzionali nel percorso di salutogenesi di Graziano Pini » 217

PARTE QUARTA Immigrazione, interculturalità

e comunicazione La promozione dell’affettività nell’interazione medico-paziente mediata da interprete di Federico Farini » 231

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Un nuovo soggetto migratorio: i minori stranieri non accompagnati in Puglia di Carla Della Penna pag. 243 Medicina interculturale: l’Occidente incontra l’Oriente di Giuseppe Tribuzio » 253 Condizioni del lavoro domestico delle donne georgiane nella città di Bari di Maria Federighi e Francesco Guaragno » 265 La sfida antropologica. Oltre la tolleranza di Marco Grilli » 277 Media e salute mentale. Rappresentazioni della depressione nella stampa quotidiana italiana di Alessandro Caramis » 285 Gli Autori » 297

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Puglia Grafica Sud - Bari