Italiano_L2 GV
Transcript of Italiano_L2 GV
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 1/25
. . . . . . . . . .
..........
.........
Didattica della lettura e della scrittura
Considerazioni sull’insegnamento dell’Italianocome lingua seconda
2002/03
GV
Gabriella Villa
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 2/25
Premessa ......................... ........................................................... ...........................................................3ITALIANO LINGUA SECONDA .................................................... ...................................................3QUALE INSEGNAMENTO? ........................................................ ......................................................4QUALE METODO? ............................................................ ........................................................... .....5COME VALUTARE? ........................................................ ..................................................................7RISORSE ED ERRORI ...................................................... ........................................................... ......8
COME PROGRAMMARE? .................................................. ............................................................10ASCOLTO ..................................................... ........................................................... .............10SCRITTURA ........................ ............................................................ ......................................11RIFLESSIONE SULLA LINGUA .......................................................... ...............................11
Esempi di errori nella produzione scritta ........................................................ ...........................14CATALOGO DEGLI ERRORI .................................................. ...........................................22SEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PIÙ COMUNI ............................................................22
ALLEGATI ...................................................................................................... ..........................24IL QUADRO COMUNE EUROPEO DI RIFERIMENTO ................................................ ...24BIBLIOGRAFIA ........................... ............................................................ .............................25
GV
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 3/25
Premessa Premessa Premessa Premessa
Gli aspetti che coinvolgono la didattica della lettura e della scrittura dell’italiano in
genere sono vari e complessi. Molti studi, soprattutto negli anni più recenti, hannomesso in evidenza che la scrittura richiede un insieme di capacità che si possono
così schematizzare:
1. linguistiche: controllo degli strumenti di scrittura, del livello morfo-sintattico,
lessicale e semantico del discorso;
2. testuali: organizzazione di un testo sulla base delle diverse tipologie testuali e
regolazione del dinamismo comunicativo o progressione dell’informazione;
3. pragmatiche: congruenza del messaggio rispetto alla situazione comunicativa;
4. cognitive: processo di elaborazione dei dati, loro selezione e combinazione;
5. metacognitive: capacità di decentrarsi dal testo per sottoporlo a revisione, di
valutarne l’accettabilità e la coerenza.
ITALIANO LINGUA SECONDAITALIANO LINGUA SECONDAITALIANO LINGUA SECONDAITALIANO LINGUA SECONDA
Nell’insegnamento dell’italiano come lingua seconda è prioritario tenere nel dovuto
conto che nella struttura dell’italiano d’oggi, data la pesante eredità normativa, ilbaricentro della norma risulta spostato verso lo scritto, verso un registro superiore a
quello medio. Il vero centro geometrico è costituito dall’"italiano neo-standard",
pressoché equivalente all’"italiano dell’uso medio" come sostiene Sabatini. Questi
rileva dei tratti fonologici e morfosintattici che, presenti da tempo nel parlato e
repressi dalla tradizione grammaticale, si impongono nella norma reale (ma non
ancora in quella codificata).
Questa sottolineatura rappresenta un primo punto di attenzione riguardo alle modalità
di insegnamento dell’italiano L2 dato che, come sostiene Peroni, “I flussi migratori
che da qualche decennio interessano la penisola hanno per la prima volta creato un
campo di osservazione sperimentale per la definizione e l’analisi dei meccanismi che
presiedono all’apprendimento dell’italiano come seconda lingua (L2). Soltanto
recentemente la glottodidattica si è quindi rivolta all’analisi dell’italiano, storicamente
lingua materna di emigranti (L1), come lingua d’approdo di immigrati (L2).
Particolare attenzione è stata data ai rapporti fra apprendimento di una seconda
lingua (L2) e teorie linguistiche generali. Conoscere le modalità che caratterizzano
l’acquisizione naturale di una L1 può risultare molto utile per elaborare tecniche
didattiche relative all’insegnamento di una L2.
Gli studi effettuati negli anni Sessanta sull’apprendimento dell’inglese da parte di
immigrati italiani e indiani, e del tedesco da parte di immigrati italiani e turchi, hanno
inoltre dimostrato che la differenza tipologica della L1 non comporta diversità di
rilievo nell’acquisizione della L2. Ne consegue la postulazione di un’uniformità del
GV 3
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 4/25
processo acquisitivo, che corrisponde in pieno alla concezione, di ascendenza
chomskyana, di una grammatica universale innata, comune a qualsiasi essere umano.
L’apprendimento di una L2 sembra quindi seguire sempre le medesime tappe,
corrispondenti a determinati livelli della struttura linguistica. Tali tappe di
apprendimento sembrano delineare una sequenza fondamentalmente fissa,
indipendente dal fattore L1, che permetterebbe la formulazione di precise tecniche di
insegnamento.
Gli studiosi di glottodidattica hanno elaborato modelli di apprendimento per la L2 il
più possibile prossimi a quelli rilevati nell’acquisizione spontanea della L1, o almeno
con essi non in contraddizione. La metodologia più efficace in tale ambito di studi si
rivela direttamente derivata dalla grammatica generativa che ben si presta all’analisi
delle modalità di apprendimento spontaneo tipiche della L1 e riferibili anche alla L2.
Quanto al livello sociolinguistico, gli studi condotti sullo stesso gruppo omogeneo di
parlanti e su gruppi disomogenei permettono di definire la consistenza e la natura dei
livelli linguistici progressivamente raggiunti (livelli indicati tecnicamente come
interlingue ), confermando come la variazione d’apprendimento di L2 riproduca i
successivi livelli implicazionali osservati per L1.
Ne deriva che i meccanismi di apprendimento, sottoposti alle regole della
"grammatica universale", prescindono quasi totalmente dalle caratteristiche delle
differenti L1, come riscontrato nell’ambito del progetto europeo ESF (European
Science Foundation)”.
QUALE INSEGNAMENTO? QUALE INSEGNAMENTO? QUALE INSEGNAMENTO? QUALE INSEGNAMENTO?
È già stato sottolineato che l’italiano contemporaneo, soprattutto nell'uso parlato,
mostra una generale riduzione rispetto alla morfologia standard quale è descritta
nelle grammatiche normative. In alcuni sottosistemi - in particolare quello verbale,
l'uso orale include solo un sottoinsieme delle possibilità previste dal sistema, con
conseguente allargamento del valore di alcune categorie.
In secondo luogo vi sono semplificazioni nei paradigmi, in cui singole forme
vengono usate in una gamma di significati più ampia di quella prevista dallo
standard, a scapito di altre che scompaiono o sopravvivono negli usi più formali e
sorvegliati.
Più in generale, si sta verificando una semplificazione che passa dall'allargamento
d'uso di gli, alle relative con ripresa pronominale, alle strutture con pronomi
ridondanti.
Si tratta di fenomeni in realtà già presenti in italiano antico, per i quali si può pensare
ad una continuità nell'uso non letterario anche in fasi successive (oltre che, molto
spesso, nei dialetti) e ad un riemergere sempre più aperto nell'italiano
contemporaneo, prima popolare e poi anche neostandard, in parallelo con la
diffusione della lingua nazionale presso i ceti bassi e negli usi informali così come si
riscontra nell'italiano dei bambini e appunto nelle varietà di apprendimento degli
stranieri.
GV 4
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 5/25
Il concetto di alfabetizzazione non si esaurisce con l’acquisizione strumentale di una
lingua straniera (nel nostro caso l’italiano) ma va tenuto nel debito conto che
l’apprendimento, perché possa essere considerato “concluso”, deve sviluppare
interamente il processo di acquisizione e questo rappresenta un secondo punto di
attenzione.
Un ulteriore punto di attenzione è rappresentato dal fatto che condizione
indispensabile per la comunicazione e l’alfabetizzazione è la realizzazione di un
adeguato livello di comprensione reciproca, la quale dipende dal patrimonio di
competenze socio-culturali di base dei partecipanti alla comunicazione, che derivano
dai sistemi simbolici acquisiti e dalla progressiva canalizzazione e specializzazione
delle competenze comunicative.
La prospettiva di tipo "psicologico-sociale" comporta la messa in relazione del
concetto di alfabetizzazione, ossia il processo con cui il soggetto è introdotto in una
comunità di parlanti, con quello di socializzazione, che si riferisce all’accesso
dell’individuo a un sistema di regole di comportamento, e di inculturazione, con cui si
indica l’appropriazione di una cultura da parte del soggetto e il suo uso consapevolee creativo.
L’alfabetizzazione può quindi essere considerata l’accesso del soggetto alle
conoscenze relative condivise da una comunità di parlanti. L’intervento pedagogico,
fondandosi su tali presupposti, richiede una riconsiderazione dei propri fini, della
propria concezione di apprendimento e dei ruoli del discente e dell’insegnante.
L’apprendimento, secondo la teoria di Bruner, può verificarsi per imitazione, per
esposizione didattica, per scambio intersoggettivo fra discente e docente o infine
mediante la cogestione della conoscenza oggettiva sedimentata nella tradizione (cfr.
Bruner 1996). Le acquisizioni nel campo dell’alfabetizzazione devono favorire le
capacità di interagire a livello del logos , ossia della comunicazione, di arricchire lacultura tradizionale condivisa dalla comunità di parlanti, rappresentata dal mythos , e
di innovare tale cultura a livello del ludus .
QUALE METODO? QUALE METODO? QUALE METODO? QUALE METODO?
Sul piano del metodo è necessario soddisfare il bisogno di riconoscimento e di senso
di competenza del discente, ma è importante soprattutto costituire un gruppo
motivato e orientato alla produzione di uno scopo concreto.
Il linguaggio serve infatti a comunicare a due livelli ben differenziati ma interagenti:
o il livello del contenuto ( il messaggio strutturato linguisticamente, il "che cosa
io sto dicendo");
o il livello della relazione attraverso cui due o più interlocutori o partecipanti ad
una comunicazione tendono a strutturare le loro reciproche posizioni per
elaborare messaggi (definizione dei ruoli e delle modalità di relazione da
privilegiare).
"Vi è dunque sempre una doppia comunicazione. L'una descrive le modalità di relazione
che intercorrono tra due parlanti, l'altra si occupa di elaborare e comunicare i dati che
si riferiscono ad un determinato fenomeno di riferimento comune. Pur se entrambe
sono comunicate attraverso uno stesso evento comunicativo e con gli stessi enunciati
GV 5
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 6/25
verbali, ciascuna si fa carico di analizzare livelli diversi della situazione comunicativa.
[...]
Mentre la relazione ha a che fare con la costruzione di modelli relazionali che
definiscono i rapporti di uguaglianza o di dipendenza, di collaborazione o di competitività,
di accettazione o di rifiuto dell'altro, il contenuto si riferisce alla realtà esterna o
all'oggettivazione di realtà di relazione che due parlanti definiscono per scopi conoscitivi
e pragmatici". (Compagnoni:87,19)
Non va peraltro dimenticato che la scuola dovrebbe proporsi - oltre che la
strutturazione di situazioni di buona comunicazione - lo sviluppo di una competenza
pragmatica per la quale l'alunno riesca a strutturare una comunicazione "riuscita"
attraverso l'utilizzo delle 'regole d'uso' del linguaggio (anche a prescindere
dall'organizzarsi di una buona o cattiva comunicazione).
Le regole linguistiche non sono esclusivamente regole del sistema linguistico ma - nella
loro attuazione comunicativa - sono fondamentalmente regole sociali della
comunicazione. L'alunno apprende il codice linguistico nell' uso che ne fa per agire e per
comunicare. Egli impara a parlare parlando, usando e manipolando il linguaggio. La
correttezza formale del codice è ricercata e curata tanto più l'alunno usa il linguaggio per
stabilire e/o mantenere una situazione comunicativa; egli ristruttura il suo dire fino a
ricercarne la maggior efficacia comunicativa. In tal senso si può parlare di "linguaggio
sociale", quale linguaggio "che risulta adatto al linguaggio o al comportamento
dell'interlocutore" (Camaioni;83).
Credo sia utile provare a spostare il topic dell'apprendimento dell'italiano da parte di
alunni stranieri dall'oggetto codice all'oggetto competenza comunicativa che faciliti
contemporaneamente lo sviluppo di competenze linguistiche.
Inoltre - come osserva M. Vedovelli (1994,70) "per attuare una prospettiva plurilingue
occorre sviluppare nel gruppo classe un ambiente di scambio sociale e comunicativoricco: ciò significa creare un clima di classe linguisticamente vario e comunicativamente
ricco: l’esposizione degli allievi a modelli linguistici variati e a tipi di testi scritti e parlati
tipologicamente differenti, il mettere in evidenza la diversa funzionalità comunicativa dei
diversi tipi di testo consente già di per sé di attuare un'educazione centrata sull'italiano,
ma in prospettiva internamente (e implicitamente) plurilingue.
È, allora, innanzitutto la ricchezza e la varietà degli usi linguistici e dei contesti
comunicativi attivabili nel gruppo classe che fonda la prospettiva plurilinguistica".
Dalle osservazioni sopra esposte si deduce che se la scuola deve assumere un approccio di
tipo interattivo comunicativo-pragmatico deve anche modificare il quadro dei contenuti e degli
oggetti disciplinari:
o prevalenza almeno iniziale del parlato sullo scritto
o curricolazione specifica di lingua orale e lingua scritta
o varietà di tipologie testuali
o varietà di compiti in funzione della varietà di produzione della lingua
Nell'interazione con gli alunni infine gli atti comunicativi dell'insegnante dovrebbero
essere atti di
- ripresa
- ripetizione
- rinforzo- espansione
GV 6
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 7/25
Esempio
I. Il cielo è...?
A. Sereno
I. È sereno (rinforzo)
I. Ed è...?
A. Bello...blu
I. Blu, blu. Si, azzurro (rinforzo + espansione)
A. È sereno e azzurro
I. Il cielo è sereno e azzurro (ripresa + rinforzo)
È ancora aperta la problematica relativa all'utilità di strutturare un laboratorio specifico
per l'apprendimento della lingua italiana da parte di alunni stranieri.
Date le premesse sin qui esposte, potrebbe risultare proficua una strutturazione della
classe stessa sotto forma di laboratorio. Laboratorio come luogo in cui - data una
precisa situazione logistico-strutturale si possa parlare, interagire, per fare, per
portare a compimento un compito ben preciso.E perché non pensare che - a seconda della struttura organizzativa della classe
(grande gruppo, medio - piccolo gruppo) - le funzioni dell'insegnante non possano
essere svolte da un alunno che funga da "tutor" per un altro compagno? Probabilmente
il compito operativo a cui tutti sarebbero chiamati stimolerebbe una serie di interventi
comunicativi di tipo simmetrico o di complementarità accettata di volta in volta dai
partecipanti e invoglierebbe questi ultimi all'utilizzo di diversi linguaggi comunicativi
(iconico, mimico gestuale…) al fine di portare a termine il compito.
Sembra, questa, una situazione in cui si coniughino proficuamente i piani della
motivazione ad apprendere, della relazionalità centrata su compito non meramente
scolastico, della promozione di competenze e di stili cognitivi riconosciuti come valore
positivo anziché come diversità e divergenza che intralciano il processo apprenditivo.
Dalla mancanza di elementi motivazionali dipende infatti la maggioranza dei casi di
abbandono degli studi e di “blocco” dei processi di affinamento delle competenze
nella nuova lingua.
COME VALUTARE? COME VALUTARE? COME VALUTARE? COME VALUTARE?
La valutazione di un processo di tale complessità, che prevede in che misura l’allievo
è o sarà capace di usare la lingua in situazioni reali di comunicazione, ha portato a
suddividere la competenza linguistica in una serie di sottoabilità (comprensione orale,
produzione orale, comprensione scritta, produzione scritta, abilità che solitamente in
una persona si presentano sviluppate in maniera diversa).
Tali sottoabilità dovrebbero essere valutate in itinere , sottraendole a quelle
contingenze temporali ed emotive che ne potrebbero falsare il reale livello, sia con
prove che testano la mescolanza di queste abilità, sia attraverso l’osservazione in
situazioni reali.
L’obiettivo di un buon sistema di valutazione è duplice: essere utile a chi impara,
permettendogli di avere una verosimile immagine di se stesso e essere utile a chi
insegna, servendo cioè da verifica per la didattica.
Per definire con esattezza la presenza, o l’assenza, di determinate acquisizioni
linguistiche nell’apprendente ci si può basare su un modello, che offre criteri divalutazione concreti in particolare per l’espressione scritta in quanto, soprattutto
GV 7
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 8/25
nelle prime fasi di apprendimento della L2 l’espressione orale può essere presente
nei soggetti in maniera spesso non equilibrata.
RISORSE ED ERRORI RISORSE ED ERRORI RISORSE ED ERRORI RISORSE ED ERRORI
La schematizzazione del processo non esime da alcune considerazioni che hanno
attinenza prevalentemente con le modalità di proposta dei “contenuti” del percorso di
alfabetizzazione e che riguardano il “setting” pedagogico-didattico, “l’oggetto” di
conoscenza e “il soggetto” d’apprendimento.
Nel primo caso l’inserimento di un apprendente e la presenza dell’insegnante e dei
compagni devono diventare occasione di evoluzione per l’intero contesto educativo
dove l’insegnante rappresenta una specie di regista che cura le condizioni
istituzionali e relazionali perché il gruppo classe possa autogestire le esperienze di
apprendimento.
Nel secondo caso, come scrive Teruggi, per evitare una potenziale "snaturalizzazione", sia riguardo all’oggetto di conoscenza sia al soggetto
d’apprendimento, gli oggetti e i contenuti dell’insegnamento devono comparire in
contesti significativi, nei quali "stiano veramente funzionando", ma allo stesso tempo
le situazioni didattiche che li contengono devono consentire (…) agli apprendenti di
mettere in gioco le loro conoscenze per cercare di risolvere la questione.
L’idea è di partire da quello che già sanno per arrivare "significativamente" (nella
doppia valenza del termine) a quello che non sanno.
Le snaturalizzazioni possono essere di vario tipo e possono essere ricondotte anche
all’insegnamento dell’italiano L2.
Queste "snaturalizzazioni" accadono perché nella selezione ed organizzazione delle
conoscenze ai fini del loro trattamento didattico siamo guidati da certi stereotipi
sull’apprendimento. Così di fronte ad una conoscenza complessa tendiamo a
"delimitarla" in conoscenze parziali, perché partiamo dal presupposto che la
frammentazione faciliti la comprensione. Ma nel delimitarla in frammenti autonomi,
provochiamo inevitabilmente la loro decontestualizzazione, perché in realtà questi
frammenti che noi abbiamo "separato" fanno parte di complessi processi di
interrelazioni.
Così facendo li abbiamo disinseriti dalla rete di problematiche che danno loro il
senso completo. In questo modo instauriamo una rottura tra il modo d’insegnamento
e il modo d’apprendimento giacché, il soggetto che apprende non si confronta con la realtà analizzando un pezzo per volta, ma lo fa cercando di capire come essa
funziona, analizzando gli aspetti che i suoi schemi cognitivi gli consentono di
osservare, cercando di trovare un senso a ciò che sta facendo. Come dimostrato
dalle ricerche nel campo della psicogenetica (Ferreiro e Teberosky, 1985; Orsolini e
Pontecorvo, 1991, Ferreiro et al, 1996) così come in altri ambiti, nell’ambito della
lingua scritta, (…) l’apprendente è un soggetto attivo che si confronta con la realtà,
costruendo delle conoscenze, creando teorie e ipotesi, mettendole a confronto e
modificandole.
Per spiegare cosa si intenda in un contesto di insegnamento di italiano L2 si
propongono alcuni esempi relativi alle attività proposte ad apprendenti adolescenti di
lingua araba.
GV 8
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 9/25
Figura 1 (apprendente di lingua araba di 13 anni)
Figura 2 (apprendente di lingua araba di 13 anni)
Figura 3 (apprendente di lingua araba di 12 anni)
GV 9
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 10/25
Proposte di questo tipo, che non si possono considerare sporadiche nella scuola, mi
trovano concorde con l’analisi della Teruggi, pur effettuata in contesto diverso.
Non sono altro che esercizi di scrittura, che hanno come obiettivo la memorizzazione del rapporto grafema – fonema e il coordinamento audio-viso-motorio. Lasciando da
parte la significatività o meno che questo esercizio può avere sia dal punto di vista
dell’alunno che sta imparando sia dal punto di vista della lingua in quanto oggetto
della cultura (di fatto l’esercizio non rispecchia nessuna delle funzioni della
scrittura), ciò che (…) gli apprendenti scrivono sono frammenti: lettere, sillabe e
parole, ma non testi.
Gli esempi di non coerenza sono ascrivibili anche al fatto che gli apprendenti sono
già alfabetizzati in altra lingua madre (arabo) e conoscono a livello scolastico anche il
francese (o altra lingua straniera) che viene rappresentato usando simboli alfabetici
molto simili all’italiano e conseguentemente non dovrebbero avere nessuna necessità
di imparare parole decontestualizzate e frammentate.
Le stesse considerazioni che Teruggi propone per l’insegnamento nella classe prima
elementare ai bambini italiani diventano valide anche nel caso di apprendenti
stranieri tanto più se pre-adolescenti o adolescenti.
I testi verranno dopo, quando (…) gli apprendenti avranno imparato la "tecnica
strumentale" della scrittura.
Molto spesso questo tipo di considerazioni vengono “dilatate” e applicate anche nel
caso di apprendenti stranieri con i rischi che ne conseguono relativamente a
interesse e motivazione.
COME PROGRAMMARE? COME PROGRAMMARE? COME PROGRAMMARE? COME PROGRAMMARE?
Le indicazioni che seguono sono parte di un fascicolo che è stato in uso in contesti di
alfabetizzazione e che, per alcuni punti di attenzione che propongono possono essere
considerate tuttora validi riferimenti.
ASCOLTOASCOLTOASCOLTOASCOLTO
Essendo la relazione educativa che si realizza a scuola, ma non solo, essenzialmente
di tipo dialogico, le abilità del parlare e dell’ascoltare rivestono un ruolo centrale nel
processo di costruzione delle conoscenze, poiché determinano il successo o ilfallimento dell’attività comunicativa.
Nell’attività di ascolto, come per altre attività linguistiche, convergono elementi di
natura affettivo - motivazionale, cognitiva, comportamentale, linguistica, che
pongono in primo piano il ruolo di cooperazione dell’alunno nella ricostruzione dei
significati e nell’individuazione dell’intenzione comunicativa del parlante: la
comprensione orale è quindi attività che presuppone la volontà.
Questo ci fa riflettere sulla necessità della qualità del rapporto interpersonale.
I criteri di gradualità e progressione sono particolarmente significativi nella
definizione del curricolo di ascolto, che dovrà essere calibrato sui bisogni reali(comunicativi, linguistici, sociali) degli alunni, dovrà prevedere tempi adeguati di
stimolazione e rafforzamento della motivazione, rilevare e verificare in itinere le
GV 10
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 11/25
competenze acquisite e valutare il grado di autonomia e di complessità delle
prestazioni realizzate.
Per la lingua parlata si propone quindi il seguente identikit:
•
si deve strutturare modificandosi (gradualità, continuità, cambiamento)• si deve accompagnare ad un contesto esplicativo (realtà, disegno,
immagine)
• deve consentire un accentuato fenomeno di feed-back (dialogo in
situazione reale o simulata anche con radioregistratore, videocamera)
• deve permettere una personalizzazione in termini individuali del messaggio
Un ascolto efficiente dovrà mirare ai seguenti comportamenti:
• RISPOSTA
• AZIONE
• INTERESSE, DIVERTIMENTO
• AMPLIAMENTO DELLE CONOSCENZE
Come indicazioni per l’attività e la verifica, tenendo conto che l’opacità dell’ascolto
richiede spesso, ma non sempre, il ricorso alle abilità linguistiche produttive, si potrà
fare riferimento agli obiettivi di seguito elencati:
• Riconoscere e discriminare parole e tonalità delle frasi
• Verbalizzare frasi (memoria a breve termine, competenza lessicale)
• Eseguire istruzioni ascoltate
• Scrivere in sintesi un testo (comunicazione, messaggio) dopo averlo
ascoltato
SCRITTURASCRITTURASCRITTURASCRITTURA
Per quanto riguarda le sottocompetenze che si riferiscono alla macrocompetenza
saper scrivere è opportuno fare riferimento ai seguenti elementi:
• fissazione grafica (scrivere lettere uniformi in modo funzionale, utilizzare
le maiuscole in modo proprio, seguire il rigato orizzontale)
• ortografia
• coesione (uso dei connettivi, relazioni, sostituzioni, ripetizioni)
• coerenza (unità tematica, logica e cronologica, funzionale all’argomento eall’intenzione comunicativa)
• competenza lessicale
• adeguatezza (destinatario, scopo, contenuto, registro)
RIFLESSIONE SULLA LINGUARIFLESSIONE SULLA LINGUARIFLESSIONE SULLA LINGUARIFLESSIONE SULLA LINGUA
È opportuno che la grammatica non venga considerata preliminare, ma interagente
con la pratica delle abilità in quanto ha la funzione di aumentare le competenze del
parlante.
Si impone però, come sostiene Lo Duca, una revisione del concetto tradizionale di grammatica, che non va intesa come una lista delle proprietà formali di una lingua,
sganciate dai contesti di uso della stessa, ma deve essere riconosciuta nel suo
GV 11
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 12/25
carattere intrinsecamente comunicativo, come un mezzo per mediare tra le parole e i
contesti, e deve perciò comprendere anche la considerazione delle funzioni che tali
proprietà assolvono.
Le ricerche, condotte su moltissime lingue, relativamente alle modalità di
acquisizione della lingua materna da parte dei bambini, hanno infatti definitivamente dimostrato che il bambino acquisisce la competenza della sua lingua madre non già
attraverso un mero esercizio di imitazione, ma attraverso l'individuazione e la
ricostruzione, certo implicita e graduale e all'inizio ampiamente lacunosa, delle
regolarità presenti nella lingua stessa.
Sulla base quindi di un fitto lavorio mentale, il bambino formula ipotesi sulla forma
della sua lingua madre, e poi verifica tali ipotesi costruendo parole e frasi
nell'interazione quotidiana. A volte le sue ipotesi sono sbagliate. Solo così si spiega
la presenza di certi errori 'intelligenti' nel linguaggio dei bambini, forme anomale e
purtuttavia perfettamente regolari, costruite cioè secondo una regola già individuata
nella sua generalità, se non nelle sue articolazioni e idiosincrasie.
( Giada: “io parto è quando nasce un bambino”)
Questi percorsi dì scoperta delle regole del sistema sono il procedimento normale
attraverso cui il bambino si impadronisce della sua lingua materna, e sarebbero del
tutto analoghi a quelli messi in atto nell'apprendimento di una L2.
Sicché dovrebbe oggi essere incontestabile che il discente, più o meno consapevol-
mente, più o meno dipendentemente o indipendentemente da fattori esterni, formula
ipotesi circa la regolarità della lingua straniera e pertanto anche sul suo sistema
grammaticale (Kleinedam 1990: 217-218).
Nella stessa direzione porta il filone di studi che ha elaborato il concetto di
'interlingua' (Selinker 1984), e che descrive la marcia di avvicinamento dell'apprendente al sistema della L2 come una successione di competenze, certo
transitorie e approssimative ma in gran parte sistematiche, cioè governate dalle
regole ricostruite, in modo più o meno corretto e implicito ma del tutto naturale, da
chi apprende una lingua.
Più precisamente Fotos (1993: 386-387) scompone ogni singolo passaggio in quattro
fasi: a una prima fase in cui un nuovo tratto linguistico viene 'notato', consciamente o
inconsciamente, dall'apprendente, segue un confronto inconscio tra la precedente
conoscenza linguistica e il nuovo input; in un momento successivo prende corpo nella
mente dell'apprendente una nuova ipotesi linguistica, costruita sulla base delle
differenze tra la nuova informazione e l'interlingua già posseduta; infine la nuova
ipotesi viene testata con una rinnovata attenzione all'input, o anche attraverso la
produzione della nuova forma da parte dell'apprendente.
Se questo è il normale movimento di processazione cui del tutto naturalmente viene
sottoposta la lingua obiettivo, quella di poter fare a meno della riflessione
grammaticale nell'insegnamento di una L2 è una pretesa assurda. Comunque
l'apprendente 'riflette' sulla struttura della lingua oggetto di studio, qualunque siano
la sua età e il suo livello culturale, qualunque sia la situazione di apprendimento
(spontaneo o guidato), qualunque sia il credo grammaticale dell'insegnante.
Gli esempi che si propongono vogliono invece far emergere, accanto alle
caratteristiche proprie dell’interlingua di ciascun apprendente dove, come affermanoTeruggi e Ferreiro, l’errore manifesta una modalità particolare di pensiero ed è (…)
ciò che ci dà la miglior informazione per capire come si pensa prima di pensare
GV 12
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 13/25
convenzionalmente e (…) come si arriva a pensare convenzionalmente – di cui si
dirà oltre -, anche alcune peculiarità legate al contesto di apprendimento dei ragazzi
stranieri che, se si analizzano i contenuti che le loro parole propongono, ci fanno
riflettere sull’importanza della qualità dei rapporti interpersonali – intesi come
interazioni “di qualità” tra individuo e ambiente - nell’accezione di luogo di presenza
e azione di esseri umani (compagni ed insegnanti) competenti che, intenzionalmentee non, mediano input linguistici e culturali.
GV 13
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 14/25
ESEMPI DI ERRORI NELLA PRODUZIONE SCRITTA
Younes 12 anni, marocchino, in Italia da circa 6 mesi (5a elementare)
Consegna: Racconta la gita alle valli di ComacchioConsegna: Racconta la gita alle valli di ComacchioConsegna: Racconta la gita alle valli di ComacchioConsegna: Racconta la gita alle valli di Comacchio
La gitta1
Seiamo0 andata3 ale1 6.00 siamo arivate 0-1 alle
10.30 6abbiamo visto le guede 0 siamo andate a
girare viceno 0 al mare girare da2 qua e anche la
siamo tornati al pulman e andate 0-3 al restorante
0 per mang = are1 un po 6le bambini0 stano1
balando1. e le maestre ristano 0 avedere1 io non
ballato e claudia1 e hagir1 stano1 balano 1un po1
6
adeto5 la maestra 6andiamo6 siamo saleto 0-9
sull1 pulma3 siamo anda1 per salere 0 sulla barca6
siamo salete 0 e andata la barca sul mare e 7 le
guede 0 stano1 spegando 0 a noue 0-9 sulla barca.
GV 14
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 15/25
e1- 7 siamo tornati sul pulman e siamo tornate 0 e
sia5 firmate 0 per mangare. 1 e1 siamo tornate 0 a
casa6
(originale scritto in corsivo)
OSSERVAZIONI
Il livello di competenza viene definito elementare (cfr.allegati). Sono presenti errori
tipici degli apprendenti arabofoni. Il tipo di svolgimento del testo è narrativo con una
sola concessione alle considerazioni personali (Io non ballato) giustificata oralmente
con la vergogna di comportarsi come gli altri ragazzini più piccoli. Manca quasi
completamente la punteggiatura, ad eccezione del punto che viene usato perchiudere un periodo (quasi un cambio di argomento).
Klaudia, 10 anni, albanese, da sei mesi in Italia (5a elementare)
Consegna: Racconta la gita alle valli di ComacchioConsegna: Racconta la gita alle valli di ComacchioConsegna: Racconta la gita alle valli di ComacchioConsegna: Racconta la gita alle valli di Comacchio
LA GITA
VENERDÌ SIAMO ANDATI IN GITA6 FACEVA TANTO FREDO1 ERA UNA
PIOGGA1
COME IL ROBINETTO1
DI1
L’ACQUA6IO HO GUARDATO DAL
FINESTRINO6
HO VISTO I8
PERSONI CON L’OMBRELO1
IN STRADA
POCANGENE6 DAL FINESTRINO HO GUARDATO SU IN CIELO6 IL CIELO
ERA GRIGIO CON LE NUVOLE BIANCE1
I BOSCI1-3
VICINO AL MARE ERANO
CONCIGLIE1
6IN MARE COLOR SMERALDO ERA CALMO
6QUANDO SIAMO
ANDATI NEL1-8 ALTRO MARE6 CHE ERA IL5 COLOR AZZURRO6 ERA3 CON
GV 15
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 16/25
ONDE6SIAMO FERMATI
6-5ABIAMO
1MANGIATO SOLO LA MERENDA POI
SIAMO ANDATI IN2
BAR IN UN TAVOLA1-5
ERAMO5
IO, SILVIA, DEBORA,
HAXHIRE, DOMENICA, ERAMO IN UN TAVOLO6
DOPO QUANDO10
ABIAMO1
FINITO SILVIA, HAXHIRE DOMENICA, DEBORA HANNO BALLATO POI SIAMO
TORNATI A CASA.
(originale scritto in stampato maiuscolo)
OSSERVAZIONI
Il livello di competenza viene definito elementare (cfr.allegati). Sono presenti errori
tipici degli apprendenti albanesi. Compare un tentativo di uso della punteggiatura
(virgole in elencazione e punto finale del testo). Il testo narrativo si arricchisce di
parti descrittive e – forse – c’è un tentativo di uso di metafora (una pioggia come il
rubinetto) e una ripresa “poetica”(il cielo era grigio con le nuvole bianche, i boschi
vicino al mare erano conchiglie in un mare color smeraldo) [in classe si era lavoratosul testo poetico].
L’inserimento di un’osservazione personale tenta di esprimere lo stupore di fronte ad
un paesaggio stupefacente.
Giada, 12 anni, russa, in Italia da 3 anni (5a elementare)
Consegna: Descrivi una persona che conosciConsegna: Descrivi una persona che conosciConsegna: Descrivi una persona che conosciConsegna: Descrivi una persona che conosci
Maestra Marilena
La maestra Marilena ha anni 479, è alta e magra;
a1 il viso ovale si trucca bene è 5non nette1 le5
trucchi scuri.* Si mette sempre le gonne egli
GV 16
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 17/25
1stivali, è molto carina e bellissima e giovane e
stupenda.**~
Su sollecitazione dell’insegnante completa il testo con
*a1 i capelli frisè, ma certe volte sono lisci e a5
castano chiaro.
**quando è in classe si comporta
5
, grida poco, èbrava perchè mi a iuta0 e mi sta simpatica.
~Io descrivo Marilena perché me venuta in
mente
10
la mia mamma
(originale scritto in corsivo)
OSSERVAZIONI
Il livello di competenza viene definito intermedio (cfr.allegati). Sono presenti errori
ortografici non definibili come tipici. L’uso della punteggiatura comincia ad essere
consapevole, compaiono le maiuscole. Il testo descrittivo si arricchisce di motivazioni
personali che giustificano la scelta effettuata.
C’è poi una sottolineatura affettiva sulla scelta della persona.
(Giada si trova in affido presso una comunità per minori)
Klaudia 11 anni, albanese, da 15 mesi in Italia (1a media)
Consegna: Ascolta il racconto, poi riassumiConsegna: Ascolta il racconto, poi riassumiConsegna: Ascolta il racconto, poi riassumiConsegna: Ascolta il racconto, poi riassumi
(I giocattoli che si comprano)
Un bambino
GV 17
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 18/25
Una volta un bambino tutto contento
(entra)4 entrò nel negozio (da spendere in)
per comprare dei giocattoli
è1-7
comprò uncagnetto con muso e7 di pezza, due
soldatini con le loro armi, una palla con le
toppe bianche e la bambola rimane4 lì con
un5 viso espressione e aspeta4 che la
compra4-5 qual (quno) cuno1. E il bambino
tutto contento giocca4-1 con gli altri
bambini. Invece la bambola rimane4 triste
finalmente anche la bambola la compra4 una
bambina10e ancl così tutti giocatoli1 -la
bambola non rimane sola- finalmente (ano)
anno trovato4-1 le lore case. E il signo3
Arturo rimane4 felice. il negozio rimane4
vuota così il signo3 Arturo ne prende4-10
altre0 giocatoli1 nuovi e belli.
(originale scritto in corsivo)
OSSERVAZIONI
Il livello di competenza viene definito intermedio (cfr.allegato). Sono presenti errori
ortografici ancora definibili come tipici per un’apprendente albanese. C’è un tentativo
di uso del verbo al passato remoto. L’uso della punteggiatura comincia ad essere
consapevole, le frasi sono corte e delineano l’argomento. Va rilevata l’incertezza
nell’attribuire il titolo al testo (vengono fatti due tentativi).
Il testo segue l’andamento del pathos che – probabilmente – ha suscitato
nell’ascoltatrice che riporta i sentimenti provati dalla bambola esclusa dalle scelte
dei bambini.Conclude con la felicità di tutti per la giusta collocazione di ognuno.
GV 18
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 19/25
Giada, 12 anni, russa, in Italia da 3 anni (5a elementare)
Consegna: dettatoConsegna: dettatoConsegna: dettatoConsegna: dettato
I vulcani
15 giorni fa abbiamo visto una vidiocasetta0
intitolata Montagne di fuoco che narrava
alquni1 sperienze0 di una coppia di vulcanologi,
pronti a corre1 grossi rischi tanto che sono morti
durante l’attivita1 di un vulcano.
Dalla visione di questa vidiocasetta0 abbiamo
ricavato le siguenti0 formazioni0 sui vulcani
- Sulla terra ci sono più di 500 vulcani attivi.
- I vulcani sono tutti si tuati0 ai confini delle
piatta forne1-3 inqui1-10 è divisa la crosta
terestere3.
- Allquni1 vulcani sfogano periodicamente la
loro carica di energia con e misione0 di
GV 19
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 20/25
cienere1 e colate di lava e questi sono
imeno10 pericolosi.
- Altri vulcani per lunghi periodi sembrano
inerti, mentre i8 le8 altra1 (agumolano)
acumolano1-3 una grande quantita1 di
energile3
che quando sploderlà0
sara1
altamente distrutivo1-5.
- I vulcani possono emetteri0 nubi arte=nti 0
(composte da cenere, piccoli massi ardenti e
gass1 tosoci3 e corrosvi0.
- La lava non sempre è di colore rosso, ma può
essere naro-argentela3 quando e1 composta
da minirali0 che fondono a 500 c° anzi che1
1000 c°.
in1 alquni0 zone vulcaniche si possono formare
laghi di acido che corrode e destruge0-1 tutti i
matriali0
anche i più ristenti0
, come il filo di
GV 20
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 21/25
pionbo1: non corodero3 però la plastica ela10
gomma dervata0 dal petrolio
(originale scritto in corsivo)
OSSERVAZIONI
Il livello di competenza viene definito intermedio (cfr.allegati). Sono presenti errori
collegati ad interferenza del sistema fonologico della lingua madre. La maggior parte
degli errori riguarda il lessico specifico della disciplina e si riferisce a termini meno
noti o poco usati nei linguaggio quotidiano. Sono presenti errori ortografici dovuti a
sovrapposizioni di suoni (alquni, gass) ed errori inanalizzati dovuti a trascrizione del
parlato (inqui, imeno, ela).
GV 21
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 22/25
CATALOGO DEGLI ERRORICATALOGO DEGLI ERRORICATALOGO DEGLI ERRORICATALOGO DEGLI ERRORI
0 errore collegato ad interferenza del sistema fonologico della lingua
madre
1 errore di ortografia
2 errore nella scelta della preposizione
3 errore di lessico, vocabolario
4 errore di scelta del tempo verbale
omissione di qualche elemento
5 errore di morfologia
6 errore nell'uso o omissione della punteggiatura
7 errore nell'uso di connettivi
8 errore nell'uso degli articoli
9 errore nella sintassi
10 segmento inanalizzato di lingua imparato/memorizzato con l'uso, ma
non ancora interiorizzato nel proprio livello di interlingua
SEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PIÙ COMUNISEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PIÙ COMUNISEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PIÙ COMUNISEGNALAZIONE DEGLI ERRORI PIÙ COMUNI1111
Lingue slaveLingue slaveLingue slaveLingue slave
(russo, ucraino, bielorusso; ceco, slovacco, polacco; sloveno, serbocroato,(russo, ucraino, bielorusso; ceco, slovacco, polacco; sloveno, serbocroato,(russo, ucraino, bielorusso; ceco, slovacco, polacco; sloveno, serbocroato,(russo, ucraino, bielorusso; ceco, slovacco, polacco; sloveno, serbocroato,
bulgaro, macedone)bulgaro, macedone)bulgaro, macedone)bulgaro, macedone)
o Incertezza nell'uso delle vocali a/o e i/e;
o incertezze nell'uso dell'articolo: omissione (es. studiare lingua italiana
invece di la lingua); uso sovraesteso (es. Preferiamo vedere i posti
nuovi e conoscere le persone nuove anziché preferiamo vedere posti
nuovi e conoscere persone nuove; I negozi dell'alimentazione anziché di
alimentazione),
o alternanza fra articolo determinativo e indeterminativo (es, uno preferisce
il profumo fresco, altro preferisce dolce invece di uno preferisce un
profumo fresco, l'altro lo preferisce dolce);
o omissione al presente del verbo essere in funzione di copula (es. Oggi una
giornata splendida anziché oggi è una giornata splendida);
1 C. Ghezzi
GV 22
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 23/25
o tendenza a costruire il verbo andare + infinito senza la preposizione (es.
Vado prendere mio figlio anziché vado a prendere mio figlio).
AraboAraboAraboArabo
o Scambio nell'uso di b e p (es. ropa, baesi anziché roba, paesi);
o tendenza a pronunciare e scrivere i invece di e (es. ministrone, inveci,
chi, vidrò, mio paesi anziché minestrone, invece, che, vedrò, mio paese);
o tendenza a eliminare dittonghi (es. voto, nente anziché vuoto, niente);
o tendenza a inserire una i in alcune coppie di consonanti iniziali (es. pirimo
anziché primo);
o uso del che polivalente (es. quello che le ho parlato);
o omissione del verbo essere in funzione di copula (es. Il Marocco famoso
grazie agli agricoltore anziché Il Marocco è famoso).
Rimane aperta la questione sulle modalità più opportune da utilizzare per
l’insegnamento in questione e sui contenuti da proporre.
Mi preme comunque sottolineare che, per l'insegnamento dell'italiano L2, ai bambini e ai
ragazzi sono necessari percorsi e materiali didattici ad alta densità motivazionale. Fra
questi, degli input testuali costituiti da storie, favole, avventure, ecc. potrebbero
soddisfare l'esigenza di “sostenere” la motivazione, e quella di fornire elementi di
"cultura".
Ricorda infatti Ch.C. Fries che "lo studio della cultura e della vita di un popolo non è
affatto un'aggiunta che si fa a un corso pratico di lingua, qualcosa di separato o diestraneo al suo fine primario che può accompagnarvisi o meno a seconda delle
disponibilità di tempo e delle circostanze. Tale studio è una caratteristica essenziale di
ogni livello di apprendimento" (cit. in Freddi, 1983).
Forse si potrebbe tentare di recuperare la narrazione, che potrebbe essere ancora
avvincente anche per i ragazzi più grandi e provare a insegnare l'italiano con input
testuali, orali e scritti, come piccole storie o parti di storie, o "storie della storia"
(Peccianti, 1988).
Se ci spostiamo dai bambini più piccoli ai ragazzi, agli adolescenti, il discorso non
cambia molto, anche se al termine "cultura" possiamo sostituire tout-court quello di
"letteratura".
Un corso di lingua dovrebbe essere per i ragazzi una specie di avventura in un paese
sconosciuto, che crea attese, ha svolgimenti e soluzioni impreviste, che ognuno può
anche un po’ vivere e interpretare a suo modo.
Ma questo significherebbe lasciare un pizzico di libertà in più anche ai ragazzi italiani…
GV 23
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 24/25
ALLEGATI
IL QUADRO COMUE EUROPEO DI RIFERIMETO2
Tav. 1. Livelli comuni di riferimento: scala globale
Livello
avanzato
Livello
intermedio
Livello
elementare
C2 E' in grado di comprendere senza sforzo praticamente tutto ciò che ascolta o legge. Sa riassumereinformazioni tratte da diverse fonti, orali e scritte, ristrutturando in un testo coerente le argomentazioni ele parti informative. Sì esprime spontaneamente, in modo molto scorrevole e preciso e rendedistintamente sottili sfumature di significato anche in situazioni piuttosto complesse.C1 E' in grado di comprendere un'ampia gamma di testi complessi e piuttosto lunghi e ne sa ricavareanche il significato implicito. Si esprime in modo scorrevole e spontaneo, senza un eccessivo sforzo per cercare le parole. Usa la lingua in modo flessibile per scopi sociali, accademici e professionali. Sa
produrre testi chiari, ben strutturati e articolati su argomenti complessi, mostrando di saper controllare le
strutture discorsive, i connettivi e i meccanismi di coesione.
B2 E' in grado di comprendere le idee fondamentali di testi complessi su argomenti sia concreti cheastratti, comprese le discussioni tecniche nei propri settori dì specializzazione. E' in grado di interagirecon relativa scioltezza e spontaneità, tanto che l'interazione con un parlante nativo si sviluppa senzaeccessiva fatica e tensione. Sa produrre testi chiari e articolati su un'ampia gamma di argomenti e esprimeun'opinione su un argomento di attualità, esponendo i prò e i contro delle diverse opzioni.Bl E" in grado di comprendere i punti essenziali di messaggi chiari in lingua standard su argomentifamiliari che affronta normalmente a scuola. Se la cava in molte situazioni che si possono presentareviaggiando in una regione dove si parla la lingua in questione. Sa produrre testi semplici e coerenti suargomenti che gli siano familiari o siano di suo interesse. E' in grado di descrivere esperienze eavvenimenti, sogni, speranze, ambizioni, di esporre brevemente ragioni e dare spiegazioni su opinioni e
progetti.
A2 Riesce a comprendere frasi isolate ed espressioni di uso frequente relative ad ambiti di immediatarilevanza (ad es. informazioni di base sulla persona e sulla famiglia, acquisti, geografia locale). Riesce acomunicare in attività semplici e di routine che richiedono solo scambio di informazioni semplice ediretto su argomenti familiari e abituali. Riesce a descrivere in termini semplici aspetti del propriovissuto e del proprio ambiente ed elementi che si riferiscono a bisogni immediati.A1 Riesce a comprendere e utilizzare espressioni familiari di uso quotidiano e formule molto comuni
per soddisfare bisogni di tipo concreto. Sa presentare se stesso/a e altri ed è in grado di porre domande sudati personali e rispondere a domande analoghe (il luogo dove abita, le persone che conosce, le cose che
possiede) E' in grado di interagire in modo semplice purché l'interlocutore parli lentamente e chiaramentee sia disposto a collaborare.
2 Quadro comune Europeo di riferimento per le lingue europee: apprendimento insegnamento valutazione. 2001 Council of Europe
GV 24
8/8/2019 Italiano_L2 GV
http://slidepdf.com/reader/full/italianol2-gv 25/25
BIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIABIBLIOGRAFIA
TESTI CITATIComunicazione e linguaggio nella scuola maternaComunicazione e linguaggio nella scuola maternaComunicazione e linguaggio nella scuola maternaComunicazione e linguaggio nella scuola materna, di E. Compagnoni,
Milano, Quaderni IRRSAE Lombardia, Min. P.I.
Grammatica e sintassi dell’italiano contemporaneo: scritto e parlatoGrammatica e sintassi dell’italiano contemporaneo: scritto e parlatoGrammatica e sintassi dell’italiano contemporaneo: scritto e parlatoGrammatica e sintassi dell’italiano contemporaneo: scritto e parlato di
M. Tavoni (Università di Pisa)
Il fascino indiscreto dell’Italiano come L2Il fascino indiscreto dell’Italiano come L2Il fascino indiscreto dell’Italiano come L2Il fascino indiscreto dell’Italiano come L2 di F. Cicardi, Quaderni
IRRSAE Lombardia, Min. P.I.
Insegnare l’italiano: approcci metodologici e percorsi didattici per laInsegnare l’italiano: approcci metodologici e percorsi didattici per laInsegnare l’italiano: approcci metodologici e percorsi didattici per laInsegnare l’italiano: approcci metodologici e percorsi didattici per la
prima fase di apprendimentoprima fase di apprendimentoprima fase di apprendimentoprima fase di apprendimento di G. Favaro
Italiano L2: processi di apprendimento ed approcci all'insegnamentoItaliano L2: processi di apprendimento ed approcci all'insegnamentoItaliano L2: processi di apprendimento ed approcci all'insegnamentoItaliano L2: processi di apprendimento ed approcci all'insegnamento diC. Ghezzi (Università di Bergamo)
L’alfabetizzazione dei bambini nel XXI secoloL’alfabetizzazione dei bambini nel XXI secoloL’alfabetizzazione dei bambini nel XXI secoloL’alfabetizzazione dei bambini nel XXI secolo di L. Teruggi e E.
Ferreiro (Convegno del 20 ott. 2001 I.C. Rescaldina MI)
La sfida della coerenza tra modi di insegnamento e modi diLa sfida della coerenza tra modi di insegnamento e modi diLa sfida della coerenza tra modi di insegnamento e modi diLa sfida della coerenza tra modi di insegnamento e modi di
apprendimentoapprendimentoapprendimentoapprendimento di L. A. Teruggi (Università di Milano – Bicocca)
L’italiano come L2 nella società e nell’università italianaL’italiano come L2 nella società e nell’università italianaL’italiano come L2 nella società e nell’università italianaL’italiano come L2 nella società e nell’università italiana di R. Peroni
(Università di Pisa)
L’italiano e le altre lingue: aspetti linguistici e culturaliL’italiano e le altre lingue: aspetti linguistici e culturaliL’italiano e le altre lingue: aspetti linguistici e culturaliL’italiano e le altre lingue: aspetti linguistici e culturali di M.
Vedovelli, Genova, IRRSAE Liguria, Min. P.I.
MorfologiaMorfologiaMorfologiaMorfologia di M. Berretta (Università del Piemonte Orientale)
Problemi sociologici e pedagogici nella "alfabetizzazione" di studentiProblemi sociologici e pedagogici nella "alfabetizzazione" di studentiProblemi sociologici e pedagogici nella "alfabetizzazione" di studentiProblemi sociologici e pedagogici nella "alfabetizzazione" di studenti
universitariuniversitariuniversitariuniversitari di P. Paolicchi (Università di Pisa)
Programmazione e valutazione in una realtà multiculturaleProgrammazione e valutazione in una realtà multiculturaleProgrammazione e valutazione in una realtà multiculturaleProgrammazione e valutazione in una realtà multiculturale, IRRSAE
Liguria, Min. P.I. Dir. G. Sc. Cult.
Programmazione, percorso, valutazione finale nell’educazioneProgrammazione, percorso, valutazione finale nell’educazioneProgrammazione, percorso, valutazione finale nell’educazioneProgrammazione, percorso, valutazione finale nell’educazionelinguisticalinguisticalinguisticalinguistica di M. Ciotti (Centro per l’ed. permanente di Bassano)
Riflessione teorica sulla scritturaRiflessione teorica sulla scritturaRiflessione teorica sulla scritturaRiflessione teorica sulla scrittura di M. Cecchini (Università della
Basilicata)
B. D’Amore, F. Frabboni, Didattica generale e didattiche disciplinariDidattica generale e didattiche disciplinariDidattica generale e didattiche disciplinariDidattica generale e didattiche disciplinari,
F. Angeli
E. Compagnoni, Una scuola per domaniUna scuola per domaniUna scuola per domaniUna scuola per domani, F. Angeli
L. Camaioni, Imparare a parlareImparare a parlareImparare a parlareImparare a parlare, Loescher
M.G. Lo Duca, Esperimenti grammaticaliEsperimenti grammaticaliEsperimenti grammaticaliEsperimenti grammaticali, La Nuova Italia