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Annales ordinis equestris sancti sepulcHri hierosolymitani 2015 città del vaticano 2016 Il sostegno dell’Ordine ai rifugiati del Medio Oriente Bartolo Longo, un esempio per i membri dell’Ordine «Nostra Signora, figlia e Regina della Terra Santa, prega per noi»

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Annalesordinis equestris sancti sepulcHri hierosolymitani 2015

città del vaticano2016

Il sostegno dell’Ordine airifugiati del Medio Oriente

Bartolo Longo, un esempioper i membri dell’Ordine

«Nostra Signora, figlia e Reginadella Terra Santa, prega per noi»

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DirettoreIvan Rebernik

Co-direttore e CaporedattoreFrançois Vayne

Redattrice e Coordinatrice delle edizioniElena Dini

Con la collaborazione degli autori citati in ciascun articolo,del Patriarcato Latino di Gerusalemme,

dei Luogotenenti delle Luogotenenze corrispondenti

Traduttrici e traduttoriLucy Courlet de Vregille, Chelo Feral, Ségolène Jaillet,

Christine Keinath, Annarita e Gianni Mondini, Angela Lane

LayoutFortunato Romani

Editrice Italiani nel Mondo srl - [email protected]

Documentazione fotograficaArchivio del Gran Magistero, Archivio de L’Osservatore Romano,

Archivio del Patriarcato Latino di Gerusalemme, Archivi delle Luogotenenze indicate,Caritas MONA, Cristian Gennari, Carla Morselli e altri collaboratori indicati nelle didascalie

In copertinaL’icona qui riprodotta della Beata Vergine Maria, Regina di Palestina, patrona dell’Ordine delSanto Sepolcro, può essere venerata in una delle sale di Palazzo della Rovere, sede del Gran

Magistero, a Roma. È stata dipinta a mano dalle suore del monastero di Bet Gemal, in Israele.La foto di questa icona è disponibile, su richiesta, presso il Servizio Comunicazione del Gran

Magistero ([email protected]), soprattutto al fine di diffondere l’immagine con lapreghiera che si trova sul retro.

Edito daGran Magistero dell’Ordine Equestredel Santo Sepolcro di Gerusalemme

00120 Città del VaticanoTel. +39 06 69892901Fax +39 06 69892930

E-mail: [email protected]

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«L’educazione è l’arma più potente»

La nostra pubblicazione Annales 2015 racconta, in quattro grandi capitoli, alcuni momenti importanti– per ognuno di noi – dell’anno che è appena trascorso. L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro, fra levarie angolazioni dalle quali può essere considerato, è innanzitutto un’istituzione pontificia ed è su

questa identità che si poggia il nostro impegno a seguire da vicino tutto ciò che riguarda la vita della Chiesauniversale. Ecco dunque il motivo per cui questo numero della nostra pubblicazione ritorna su avvenimentiessenziali come, per esempio, il Sinodo sulla famiglia, essendo l’Ordine costituito da più di 28.000 membriin tutto il mondo, in grande maggioranza laici, sposati e genitori.

Nelle pagine che seguono si parla anche del Giubileo della Misericordia, che si è aperto l’8 dicembre2015. Per questo avvenimento il Servizio Comunicazione del Gran Magistero ha realizzato un preziosissimolibretto che può aiutarci in quest’anno giubilare a metterci in cammino e a far crescere la presenza di Gesùnel nostro cuore.

Un altro capitolo importante di Annales 2015 riguarda in modo piùspecifico la vita del Gran Magistero. Viene presentata in queste paginela sintesi delle tematiche trattate dai membri del Gran Magistero e daiLuogotenenti nelle loro riunioni. Buona parte di queste notizie sono giànote in quanto diffuse tramite la nostra News Letter trimestrale. Aquesto punto qualcuno potrebbe chiedersi: perché si torna sulla stessainformazione due volte? Ecco la risposta: uno degli obiettivi di questapubblicazione annuale è quello di raccogliere in un solo documento lenotizie importanti, formando così una preziosa fonte storica daconsultare, da condividere e da archiviare nell’interesse dei futurimembri del nostro Ordine, che continua a svilupparsi, attualmente inmodo particolare in Asia.

Il terzo capitolo della rivista è interamente dedicato all’attualità inTerra Santa, dove vi sono progetti che l’Ordine sostiene finanziariamentesu richiesta del Patriarcato Latino di Gerusalemme. La nostra azione èprevalentemente destinata a sostenere questa diocesi latina che si estendedella Giordania fino a Cipro, anche se la Santa Sede ci chiede di operarepiù ampiamente in favore di tutti gli abitanti dei territori biblici, e ciò in collaborazione con laCongregazione per le Chiese Orientali. La missione che ci è stata affidata dal Papa è quella di operare alservizio della «cultura dell’incontro», in particolare attraverso opere di educazione che permettano aigiovani delle diverse confessioni di crescere imparando insieme a rispettare le differenze e a discernere inqueste una ricchezza. «L’educazione è l’arma più potente», afferma convinto il Patriarca Latino diGerusalemme, Gran Priore dell’Ordine. In questa logica pastorale la fraternità universale è il nostroprincipale obiettivo: fedeli al Vangelo di Gesù Cristo.

Annales 2015 mostra in un ultimo capitolo la straordinaria vitalità dell’Ordine nei cinque continenti,dando la parola alle Luogotenenze, vale a dire ai gruppi costituiti da Cavalieri e Dame presenti in unaquarantina di paesi. Le testimonianze ricevute dimostrano l’intensa partecipazione dei nostri membri allavita delle Chiese locali, in unione con i vescovi, molti dei quali, del resto, fanno parte dell’Ordine.

Vi auguro, cari lettori, di trovare in Annales 2015 motivo di ringraziamento e di richiesta diintercessione, affinché la comunicazione che offriamo diventi mezzo di comunione e ispirazione per lanostra relazione con Dio nella preghiera, l’unica forza capace di trasformare le tenebre in luce.

Ivan RebernikCancelliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

E D I T O R I A L E

Le opere di educazionepermettono ai giovani dellediverse confessioni di crescereinsieme, imparando arispettare le differenze e adiscernere in queste unaricchezza.

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sommariosommario4 Il Giubileo della Misericordia

8 Vivere il Giubileo della Misericordia in TerraSanta

9 Discernere l’opera di Dio in ognirealtà familiare

12 L’esperienza concreta di una “Chiesa-famiglia”

14 I cristiani del Medio Oriente nelcuore e nella preghiera di PapaFrancesco

17 Il beato Bartolo Longo è unmodello per tutti i membridell’OrdineIntervista con Mons. Tommaso Caputo

19 Per una «spiritualità dellaRisurrezione»

20 “La Terra Santa è feconda e portafrutti di santità!”

25 Il dialogo interreligioso:via alla pace

26 Intervista con il Rabbino David Rosen

31 Una storica lettera di PapaFrancesco al Gran Maestro

33 Il messaggio del Gran Maestrosull’accoglienza dei migranti inEuropa

34 Le due riunioni del Gran Magisteronel 2015

38 La Commissione del Gran Magisteroper la Terra Santa

40 Rispondere alle necessità dellecomunità locali in Terra Santa

43 Le tre riunioni continentali deiLuogotenenti dell’Ordine del SantoSepolcro

47 Le visite del CardinaleGran Maestro

48 Nostra Signora di Palestina, unafesta che unisce tutti i membridell’Ordine

50 Le Nomine

L’ORDINE ALL’UNISONO CON LA CHIESA UNIVERSALE

GLI ATTI DEL GRAN MAGISTERO

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LA VITA NELLE LUOGOTENENZEDai cinque continenti tutti i membri, uomini e donne,

rivolgono il loro sguardo verso Gerusalemme

52 Dodici mesi di Terra Santa

57 Al cuore dellamissione dellaChiesa: la culturadel dialogoIntervistacon l’arcivescovoGiuseppe Lazzarotto

59 «Siamo molto sensibili al popoloebraico, alla sua storia e cultura»La comunità cattolica di lingua ebraicain Terra Santa

L’ORDINE E LA TERRA SANTA

61 Una Fondazione Vaticana per lapromozione della formazione e dellacultura

62 Preziose “gocce di pace” in TerraSanta

65 I Maroniti in TerraSanta

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L’ORDINE ALL’UNISONO CON LA CHIESA UNIVERSALE

Il Giubileodella Misericordia

Un nuovo avvenire offerto alla nostra umanità

Un Giubileo, abitualmente, viene indetto ogni venticinque anni.Il prossimo era quindi previsto nel 2025.... Tuttavia, durante la

celebrazione penitenziale “24 ore per il Signore”, venerdì 13 marzo2015, il Papa ci ha fatto una sorpresa: in occasione dei due anni dalla

sua elezione a vescovo di Roma, ha annunciato un Anno Santo dedicatoalla Misericordia divina, un Giubileo straordinario. Inaugurato lo scorso8 dicembre, si concluderà il 20 novembre 2016, domenica del Cristo Re.

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Il Giubileo celebra i 50 anni dalla conclusione delConcilio ecumenico Vaticano II, così come l’Annodella fede, nel 2012-2013, aveva celebrato il 50°

anniversario della sua apertura. Da Benedetto XVI aFrancesco, la Chiesa Cattolica parla con una sola voceper annunciare il Vangelo con un linguaggio nuovo,secondo ciò che i padri conciliari hanno iniziato, sottol’impulso dello Spirito Santo, mezzo secolo fa.

Il discorso del beato Paolo VI, nel corso dell’ultimasessione del Concilio Vaticano II, il 7 dicembre 1965,che indica il Samaritano misericordioso come modelloper il rinnovamento della Chiesa, è un riferimento es-

Preghiera di Papa Francesco per il Giubileo della Misericordia Signore Gesù Cristo,

tu ci hai insegnato a essere misericordiosi come il Padre celeste,e ci hai detto che chi vede te vede Lui.Mostraci il tuo volto e saremo salvi.

Il tuo sguardo pieno di amore liberò Zaccheo e Matteo dalla schiavitù del denaro;l’adultera e la Maddalena dal porre la felicità solo in una creatura;

fece piangere Pietro dopo il tradimento,e assicurò il Paradiso al ladrone pentito.

Fa’ che ognuno di noi ascolti come rivolta a sé la parola che dicesti alla samaritana:Se tu conoscessi il dono di Dio!

Tu sei il volto visibile del Padre invisibile,del Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto con il perdono e la misericordia:fa’ che la Chiesa sia nel mondo il volto visibile di te, suo Signore, risorto e nella gloria.

Hai voluto che i tuoi ministri fossero anch’essi rivestiti di debolezzaper sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore:

fa’ che chiunque si accosti a uno di loro si senta atteso, amato e perdonato da Dio.

Manda il tuo Spirito e consacraci tutti con la sua unzioneperché il Giubileo della Misericordia sia un anno di grazia del Signore

e la tua Chiesa con rinnovato entusiasmo possa portare ai poveri il lieto messaggio,proclamare ai prigionieri e agli oppressi la libertà

e ai ciechi restituire la vista.

Lo chiediamo per intercessione di Maria Madre della Misericordiaa te che vivi e regni con il Padre e lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

Amen

Dopo aver superato la Porta Santa, il Santo Padre è statoseguito dal suo predecessore. Questa esperienza comune è

segno della loro profonda unità al servizio di una Chiesa«aperta al mondo», cinquant’anni dopo la chiusura del

Concilio, al quale il papa emerito prese parte quando era ungiovane teologo.

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senziale per comprendere bene il senso di ciò cheviviamo durante l’Anno Santo. «Siate misericordio-si, come è misericordioso il Padre vostro» (Luca 6,36): ciascuno di noi deve ritornare personalmente aquesto invito del Cristo, che è un comandamento, evivere perciò, collettivamente, come popolo missio-nario dell’amore e della tenerezza di Dio.

In questa dinamica il Papa auspica che questoGiubileo si svolga anche nelle Chiese locali, in mo-do decentralizzato, e che le iniziative siano comple-mentari. Ogni diocesi ha infatti potuto aprire unaPorta della Misericordia, in particolare nei santuarimariani.

Nel Calendario romano (vedi il sito internetwww.im.va), oltre ai grandi appuntamenti previsti,come per esempio quello riservato ai volontari atti-vi nelle opere di misericordia il 4 settembre, o aidetenuti il 6 novembre, il Papa ha intenzione di re-carsi simbolicamente molte volte nelle «periferieesistenziali», auspicando che vescovi e sacerdotifacciano altrettanto nel corso di quest’Anno Santo,per essere testimoni della conversione spirituale at-traverso gesti di perdono, di sostegno, di aiuto ed’amore. Sarà anche un invito rivolto all’Ebraismoe all’Islam a proseguire il dialogo, sulla base comu-ne della misericordia.

Definendo Dio misericordioso e pietoso, lentoall’ira e ricco di grazia (Esodo 34,6), la Bibbia ebrai-

ca utilizza la parola «rahamim» che rievoca il ven-tre materno, il luogo da cui proviene la vita. La pa-rola ebraica «hesed» è anch’essa impiegata nel testosacro per esprimere altri aspetti dell’amore miseri-cordioso: fedeltà, benevolenza, bontà, solidarietà…

Quest’amore di Dio è «inspiegabile», «è qualco-sa che nessun teologo può spiegare. Si può sola-mente provare e piangere di gioia» ha detto il San-to Padre durante una messa della mattina, riferen-dosi al Vangelo del giorno che descriveva la guari-gione del figlio di un funzionario reale. Quest’uo-mo ha creduto che Gesù avesse il potere di guariresuo figlio e si è messo in cammino. La fede consistenel «creare uno spazio per questo amore» che è po-tenza di Dio, aggiungeva Francesco: «è il potere diqualcuno che mi ama, che è innamorato di me eche vuole condividere la gioia con me». Il Papa haconcluso dicendo: «È questa la fede, credere, fareposto al Signore affinché venga e mi cambi». Ne fa-remo esperienza nel sacramento della riconciliazio-ne, al centro di tutte le nostre ferite, in occasionedell’Anno Santo della Misericordia, per diventarnepoi umili e gioiosi testimoni.

Nella grande persecuzione che la Chiesa di Cri-sto sta subendo dal Pakistan alla Nigeria, passandoper la Libia, la Siria e l’Iraq, il successore di Pietrofa pascolare le sue pecore attraverso numerose tri-bolazioni. Possa questo Giubileo «portare conforto

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«Ovunque vi sia una persona, la Chiesa è chiamataa raggiungerla per portare la gioia del Vangelo…»

L’8 dicembre è stato il 1000° giorno di pontifica-to di Francesco. Piazza San Pietro era circonda-ta da un impressionante schieramento di forze

di polizia. Eppure i fedeli, arrivati sin dall’alba, eranonumerosissimi per partecipare all’inaugurazione del-l’Anno Santo straordinario nella festa dell’ImmacolataConcezione. La bellezza della celebrazione ha aperto inostri cuori alla promessa di una vita rinnovata.

Il cielo, inizialmente coperto, si è schiarito quandoil Papa è apparso. Successivamente il Santo Padre èandato a spingere i battenti della Porta Santa dellaMisericordia. «Compiamo questo gesto, tanto semplicequanto fortemente simbolico, alla luce della Parola diDio che abbiamo ascoltato, e che pone in primo pianoil primato della grazia», ha spiegato durante la suaomelia, commentando la visita dell’angelo Gabriele a

Maria nel giorno dell’Annunciazione.«Quando Gabriele entra nella sua casa, il mistero

più profondo, che va oltre ogni capacità della ragione,diventa per lei motivo di gioia, di fede e di abbandonoalla parola che le viene rivelata. La pienezza della gra-zia è in grado di trasformare il cuore, e lo rende capa-ce di compiere un atto talmente grande da cambiarela storia dell’umanità», ha sottolineato ancora il suc-cessore di Pietro, proponendoci di riaffermare la no-stra fiducia nell’amore di Dio «che previene, che antici-pa e che salva».

Ha ricollocato la nostra storia alla luce dell’amoreche perdona: «Se tutto rimanesse relegato al peccatosaremmo i più disperati tra le creature, mentre la pro-messa della vittoria dell’amore di Cristo rinchiude tuttonella misericordia del Padre».

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ad ogni uomo e adogni donna del nostrotempo», come auspicaFrancesco, ricordandoche «Dio perdona tut-to, perdona sempre»(omelia del 13 marzo2015).

Continuiamo, in-sieme a lui, ad affidarequest’Anno a Maria,Madre della Miseri-cordia, «affinché ri-volga verso di noi il

suo sguardo e vegli sulnostro cammino: il no-stro cammino peniten-ziale, il nostro camminocon il cuore aperto perun anno, per riceverel’indulgenza di Dio, perricevere la misericordiadi Dio». Più ampiamen-te, avremo tutti l’oppor-tunità di abbandonare lacertezza di sentirci “giu-sti” e di giudicare sem-pre gli altri, di rinuncia-re all’orgoglio che cispinge ad avere sempreragione, per amare gra-tuitamente e perdonaregenerosamente. Comedice Francesco nellaBolla di proclamazionedel Giubileo, Misericor-diae Vultus (n° 20), conriferimento al salmo 50:«la giustizia di Dio è ilsuo perdono».

Emmanuel Nayev

La Vergine Immaco-lata davanti a noi è una«testimone privilegiata di questa promessa e del suocompimento». Francesco ci ha esortati ad attraversarela Porta Santa sentendoci partecipi di questo misterodi amore. «Abbandoniamo ogni forma di paura e di ti-more, perché non si addice a chi è amato; viviamo,piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tuttotrasforma», ha continuato.

La messa è stata scandita dall’Ave Maria di Lour-des in un clima di intenso raccoglimento e, dopo il su-peramento della Porta Santa, il Santo Padre è statoseguito dal suo predecessore Benedetto XVI. Questopasso comune ha significato la loro profonda unità alservizio di una Chiesa “aperta al mondo”, cinquant’an-ni dopo la chiusura del Concilio Vaticano II al quale ilpapa emerito prese parte quale giovane teologo.

«Il Concilio è stato un incontro tra la Chiesa e gliuomini del nostro tempo. Un incontro segnato dallaforza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa ad usci-re, per riprendere con entusiasmo il cammino missio-

nario. Era la ripresa diun percorso per andare

incontro ad ogni uomo là dove vive: nella sua città,nella sua casa, nel luogo di lavoro… ovunque vi siauna persona, la Chiesa è chiamata a raggiungerla perportare la gioia del Vangelo», aveva appena precisatoFrancesco, parlando, a questo proposito, di una “spin-ta missionaria” ed auspicando che il Giubileo provochiquesta apertura «nello spirito emerso dal Concilio Vati-cano II, quello del Samaritano».

«Attraversare oggi la Porta Santa ci impegni a farenostra la misericordia del Buon Samaritano», ha con-cluso, desideroso di trascinare tutto il popolo di Dio inun movimento di rinnovamento evangelico, manifesta-to da concreti gesti di solidarietà.

Riprendendo nella preghiera le parole del Papapronunciate più tardi, all’Angelus, possiamo chiedere,ogni giorno di questo Anno Santo, che «per interces-sione di Maria Immacolata la misericordia prenda pos-sesso dei nostri cuori e trasformi tutta la nostra vita».

F.V.

Disponibile sul sito internetwww.im.va, il logo dell’Anno Santo

è opera di Padre Marko IvanRupnik. Ciascuno si trovaincoraggiato a perdonaregenerosamente (cf Luca

6, 36), seguendo ilCristo che è

Misericordiae Vultus,Volto della misericordia

del Padre. Il disegnonell’ovale rappresenta

l’uomo smarrito sullespalle del Buon Pastore,

lo sguardo del nuovoAdamo che offre un nuovo

avvenire all’umanità salvatadalla notte del peccato.

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Sul nostro sito internet (info.oessh.va) inostri lettori potranno scaricare un sussidio

spirituale realizzato dal ServizioComunicazione dell’Ordine a Roma, in

coordinamento con Mons. Fortunato Frezza– biblista e Cerimoniere dell’Ordine –

destinato ad accompagnare il camminogiubilare in Terra Santa, principalmente a

Betlemme e Gerusalemme. Questodocumento può anche nutrire la preghiera lì

dove ognuno si trova, in legame dicomunione con i nostri fratelli e sorelle che

vivono nelle terre della Bibbia. Per coloroche hanno la possibilità di recarsi in Terra

Santa, il Patriarcato Latino di Gerusalemmeha previsto varie “Porte Sante” che vi

descriviamo qui di seguito.

È nella Basilica dell’Agonia, sul Getsemani, cheil Patriarca Latino di Gerusalemme, Mons.Fouad Twal ha aperto l’Anno Santo della Mi-

sericordia a Gerusalemme, domenica 13 dicembre.Altre due Porte Sante permettono ai pellegrini di vi-vere il Giubileo: una aperta a Betlemme il 24 dicem-bre, nella chiesa latina di Santa Caterina – a lato del-la basilica costruita nel luogo in cui è nato Gesù – el’altra a Nazareth il 27 dicembre, festa della SantaFamiglia, nella Basilica dell’Annunciazione. AltrePorte Giubilari sono dedicate più da vicino alle co-munità locali. In particolare, per quanto riguarda icattolici di rito latino, Mons. Twal ha aperto la PortaSanta a Gaza, nella chiesa della Santa Famiglia il 20dicembre, dopo quella in Giordania, ad Amman, il12 dicembre, nella chiesa di San Giovanni Battistade la Salle.

Vivere il Giubileo della Misericordiain Terra Santa

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«Fare nostre le parole di Gesù e soprattut-to imitare il suo cuore» è la consegnadata dal Santo Padre ai partecipanti al

Sinodo al ritorno nelle loro diocesi in tutto il mon-do. Li ha messi in guardia contro «una spiritualitàdel miraggio», caratteristica degli «abitudinari dellagrazia». «Una fede che non sa radicarsi nella vitadelle persone rimane arida e, al posto di oasi, creadeserti». Francesco, allargando questa dinamicamissionaria iniziata con il Sinodo, ha detto che Dio«vuole fare sinodo con noi», vale a dire «cammina-re con noi», e che il suo «sogno» di sempre consisteancora nel «formare un popolo», «una famiglia difamiglie» dove tutti hanno il loro posto, compresi«il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partorien-te», secondo la celebre profezia di Geremia (31, 8).

La dottrina non è altro che la tradizione vivadella Chiesa

I padri sinodali, vescovi e cardinali che si sonoaccostati alla realtà delle attuali situazioni familiari,in particolare grazie ad incontri con auditori, audi-trici e delegati, hanno votato un grande testo pasto-rale di sintesi che servirà come base per un’esorta-zione pontificia. Dimostrano che «i veri difensoridella dottrina sono coloro che non difendono la let-tera ma lo spirito, non le idee ma l’uomo, non le

formule ma la gratuità dell’amore di Dio e del suoperdono», come ha detto Francesco concludendo ilavori di questa assemblea storica dove lo SpiritoSanto ha soffiato.

La preghiera di oltre un miliardo di cattolici nelmondo ha certamente influito sul risultato unitariopresentato all’opinione pubblica, considerando chetutti i battezzati erano stati consultati, per la primavolta nella storia, prima del primo Sinodo sulla fa-miglia, nel 2014. Attraverso questo lungo processosi è sviluppata una sinergia e la commissione incari-cata di redigere il documento finale ha lavorato nel-la prospettiva di un cammino che si apre, manife-stando che la dottrina è solamente la tradizione vi-va della Chiesa.

Sostanzialmente il Sinodo riafferma la dottrinasul matrimonio tra un uomo ed una donna, deside-rosi di accogliere la vita che nasce del loro amore e,allo stesso tempo, si rivolge a tutti coloro che han-no conosciuto un insuccesso matrimoniale affinchési sentano sempre, a pieno titolo, membri del popo-lo di Dio in cammino. L’attenzione per le famigliecaratterizza infatti le proposte fatte dal Sinodo alPapa, che in ultima analisi deciderà in proposito. Inpratica non c’è una soluzione generale, per esem-pio, per quanto concerne l’accesso dei divorziati ri-sposati al sacramento eucaristico, ma un invito a«discernere dov’è l’opera di Dio nella vita delle fa-

Discernere l’opera di Dioin ogni realtà familiare

Il Sinodo sulla famiglia rivela una Chiesa della tenerezza

Dopo tre settimane di intensi lavori, nel mese di ottobre 2015, il Sinodo sul temadella famiglia si è concluso con una messa solenne nella Basilica di San Pietro.«Cari Fratelli sinodali, abbiamo camminato insieme… alla ricerca dei sentieriche il Vangelo indica nel nostro tempo per annunciare il mistero d’amore dellafamiglia», ha detto Francesco ai membri dell’assemblea sinodale che avevano

appena condiviso le loro esperienze di vita reale con lui. «Continuiamo ilcammino che desidera il Signore. Chiediamogli uno sguardo guarito e salvato

che sappia diffondere la luce, affinché ricordi lo splendore che lo ha illuminato»,è stato l’invito del Papa, che ha proposto ai pastori di non «lasciarsi mai

affliggere dal pessimismo e dal peccato» ma piuttosto di cercare e vedere «lagloria di Dio che risplende nell’uomo vivente».

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miglie», come ci è stato spiegato dal cardinale Chri-stoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, figlio spi-rituale sia di Giovanni Paolo II sia di BenedettoXVI, che ha favorito un dialogo costruttivo tra i di-versi punti di vista. Nella sua esortazione apostolicaFamiliaris Consortio, al n° 84, Giovanni Paolo IIaveva sottolineato, già 34 anni or sono, l’obbligoper i pastori di discernere le diverse situazioni peramore della verità, e questo Sinodo offre dei criteria questo scopo, in perfetta continuità con l’insegna-mento della Chiesa che lo ha preceduto. Il ruolodel sacerdote che accompagna le coppie viene cosìvalorizzato in questo discernimento, alla luce dellacoscienza – nel «suo intimo» – insieme al vescovodella diocesi dove vivono queste persone. Lungi dalfare della casistica astratta, si tratta di aiutare lepersone a rileggere la loro storia, ad identificare laloro responsabilità per entrare in un’esperienza diriconciliazione profonda dove la comunione conCristo diviene nuovamente possibile. «Tenendo po-sizioni rigoriste, si favorisce il lassismo», ci ha con-fidato il cardinale Schönborn, considerando che «ildiscernimento è il miglior mezzo per prevenire il

lassismo...». Su questa base «conservatori» e «rifor-matori» sono riusciti ad intendersi, sciogliendo ilnodo della discordia sulla questione dei divorziatirisposati.

«Un Dio che esce per cercare ciascuno di noi»

«Abbiamo vissuto un momento storico di gra-zia» ha scritto in un tweet Padre Antonio Spadaro,gesuita, direttore di Civiltà Cattolica, poco primadella conferenza stampa di sabato sera 24 ottobre,quando sono stati resi pubblici i voti dell’assem-blea: i 94 articoli erano appena stati approvati conla maggioranza dei due terzi, compreso il n° 85 aproposito dell’apertura in favore dei divorziati ri-sposati che ha quasi ottenuto il quorum a una solavoce (178 contro 80). I padri sinodali hanno vistoinsieme che se c’è stato peccato grave ad un datomomento, la nuova situazione può obiettivamentecomportare elementi di virtù e di generosità daprendere in considerazione, come ci insegnano sanTommaso d’Aquino, san Clemente d’Alessandria osan Massimo il Confessore, contro la posizione ra-

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«L’appartenenza all’Ordine:una benedizione per la famiglia»

Testimonianza di Helene Lund, Delegata Magistrale per la Norvegia

Helene Lund, sposata e madre di famiglia, è la Delegata Magistrale per la Norvegiadal 2013. Durante la sua visita a Roma per la Riunione dei Luogotenenti Europei ciha rilasciato un’intervista sulla sua scelta di entrare a far parte dell’Ordine del

Santo Sepolcro e sul ruolo dei laici e delle famiglie al suo interno. La pubblichiamo inrelazione al Sinodo sulla Famiglia tenutosi ad ottobre 2015.

Come si è sentita chiamata ad entrare a far partedell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro e come ri-tiene che questa strada la stia aiutando a rispon-dere alla sua chiamata alla santità?Sono sempre stata molto devota alla Terra Santa.

Ho avuto la fortuna di andare a Gerusalemme e in Ter-ra Santa e l’incontro con la Chiesa locale ha cambiatoin qualche modo la mia vita. Sono nata luterana, hostudiato teologia e successivamente sono diventatacattolica nel 1999. In questo processo ho portato conme la mia storia e la mia relazione con la Terra Santa.Per questo, quando sono venuta a conoscenza dell’Or-dine e mi è stato chiesto di considerare di entrarne a

far parte, sono stata profon-damente toccata dal fattoche esistesse un Ordine all’interno della Chiesa Catto-lica con la missione di proteggere i cristiani in TerraSanta.

Sono stata accolta all’interno dell’Ordine nel2008. Visto che ero l’unica candidata dalla Norvegia,l’Investitura, presieduta dal cardinale Foley, avvenne aNotre Dame di Parigi. Nello stesso anno venne creatala Delegazione Magistrale in Norvegia e sono entrata afarne parte in veste di cancelliere. Quando l’allora De-legato Magistrale si è ritirato, mi è stato chiesto diprendere il suo posto e cerco di fare del mio meglio

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nel ricoprire questo ruolo.L’Ordine è una realtà composta in maggioranza dalaici. Quale crede che sia il valore aggiunto chel’avere una famiglia e lavorare nella società portanel servizio dell’Ordine per la Terra Santa e all’in-terno della Chiesa? La maggior parte dei fedeli nella Chiesa sono laici

e siamo chiamati a testimoniare la nostra fede e adessere parte della missione della Chiesa. Per questo,lavorare con altri laici e essere in un Ordine compostoper la maggior parte da laici ma sostenuto dall’aiutodei sacerdoti, è una benedizione e incoraggia le perso-ne ad interpretare la propria vita quotidiana alla lucedel lavoro della Chiesa. Credo che ciò abbia incorag-giato Papa Pio IX quando ha deciso di ristabilire l’Ordi-ne. Ciò che distingue questo Ordine da altre realtà è ilsuo doppio fondamento: da una parte la spiritualitàcondivisa con la Chiesa universale, e dall’altra la mis-sione di aiutare economicamente la Chiesa in TerraSanta. Rispondendo a questa chiamata, non chiedia-mo ad altri di dare soldi, ma contribuiamo con il no-stro denaro. C’è una frase di Gesù che mi ha semprecolpita: «è più facile che un cammello passi per lacruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli»(Mt 19,24). Credo che queste parole siano particolar-mente rilevanti per noi norvegesi visto che la Norvegiaè un paese ricco in cui molte persone possiedono più

di quanto necessitano per i loro bisogni quotidiani.Come vive questa chiamata all’interno della suafamiglia?Sono sposata e ho due figli e la nostra è una fami-

glia un po’ particolare. Mio marito è stato ordinato sa-cerdote cattolico lo scorso maggio in una stupendacerimonia alla quale erano presenti il Gran Maestrocardinale O’Brien e alcuni Luogotenenti. Essendo statoordinato in passato all’interno della Chiesa Luterana, ilcodice canonico prevede in alcuni casi la possibilità didiventare sacerdote cattolico di rito latino pur essendosposato.

Come famiglia siamo tutti molto legati alla TerraSanta. Nel viaggio in Terra Santa di cui parlavo all’ini-zio dell’intervista era presente anche mio marito. I no-stri figli sono abituati a vivere da vicino la vita dellaChiesa. Per loro è naturale vivere in famiglia e all’inter-no di una comunità più ampia. Stiamo inoltre pro-grammando insieme a loro un pellegrinaggio in TerraSanta per il prossimo autunno.

Credo che sia importante, quando si reclutanonuovi membri, invitarli a riflettere sui loro legami fami-liari. L’appartenenza all’Ordine deve essere qualcosache unisce ed è importante avere il sostegno del pro-prio coniuge per far in modo che ciò diventi una bene-dizione per la famiglia.

Intervista a cura di Elena Dini

dicale di sant’Agostino che presso i “pagani” vede-va solamente il vizio. Come dimenticare, del resto,che il personaggio biblico di Giobbe, amato da Dioal di là di tutte le sue prove, era lui stesso conside-rato un pagano?

In questa logica il messaggio del Sinodo è final-mente quello di una Chiesa della tenerezza, unaChiesa della misericordia, che ha a cuore colo-ro che sono nella miseria dimostrando che «il Van-gelo è sorgente di eterna novità, contrariamentea chi vuole indottrinarlo in pietre morte da getta-re sugli altri», secondo le parole forti del Papanel suo discorso di chiusura quando ha ricordatoche «il primo dovere della Chiesa non è quellodi distribuire condanne o anatemi, ma di proclama-re la misericordia di Dio», il Dio di Gesù Cristoche vuole che «tutti gli uomini siano salvati» (1 Ti-moteo 2,4).

«La verità è come una montagna: non dobbia-mo abbassarla, ma aiutare tutte le persone a salire.Collaborazione e prossimità fanno emergere tutto ilpositivo della proposta cristiana», ci ha spiegatochiaramente un pastore vicino a Francesco, il cardi-

nale Eduardo Menichelli, arcivescovo di Ancona,uscendo del Sinodo.

Mentre i tempi cambiano, la Chiesa si fapiù vicina alla vita reale

Nuovi approcci pastorali saranno dunque damettere in opera per accogliere, reintegrare, perdo-nare, includere, tutti coloro che si sono allontanatida Dio a causa di un atteggiamento rigido e sospet-toso incontrato nella Chiesa. È la Chiesa universaleche è adesso come rivitalizzata dall’assemblea sino-dale le cui proposte pastorali aprono un nuovocammino per le famiglie del «popolo santo di Diodiffuso in tutto il mondo», secondo l’espressionedel Santo Padre. «Accompagnare, discernere, inte-grare» sono le tre parole chiave che saranno decli-nate nelle parrocchie e nelle comunità durantel’Anno Santo della misericordia, nuova tappa delgrande cantiere di evangelizzazione messo in attodall’impulso del Papa gesuita. Egli ci incita, inqualche modo, a vivere su vasta scala gli «Esercizi»del suo Padre spirituale, il santo Ignazio di Loyola,

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L’esperienza concretadi una “Chiesa-famiglia”

Testimonianza diMaria Angelica e diLuis Haydn RojasMartinez, sposicolombiani chehanno partecipato alSinodo del mese diottobre 2015 allapresenza di PapaFrancesco, a Roma

«Abbiamo accettato volentieri di raccon-tare ai membri dell’Ordine del SantoSepolcro, per la rivista Annales, la no-

stra esperienza di fraternità vissuta al Sinodo con ivescovi, il Papa, i laici e le famiglie. È stata magnifi-ca fin dall’inizio.

Il Papa ha cominciato spiegando il significatodel Sinodo che consiste appunto nel camminare in-sieme come Chiesa, in seno alla quale tutti dovreb-bero parlare con “parresia”, ovvero con una fran-chezza ed una libertà totale, oltre che ascoltare conumiltà. Potremmo così ricevere lo Spirito Santo peravere il discernimento e renderci conto di ciò cheDio vuole.

Da quel momento è progressivamente iniziatatra i vescovi una dinamica di comunione. Quando

uno parlava, l’altro ascoltava. A più riprese, anchedurante i circoli minori, si sostituiva un’idea conuna proposta migliore o si trovava un accordo suuna modalità operativa. Questa dinamica è statamolto arricchente per noi famiglie e ha rappresen-tato per i laici l’occasione per raccontare le nostreesperienze e permettere così questa «marcia» insie-me, per comprendere meglio quanto la famiglia siaun luogo ideale per vivere il Vangelo e dove posso-no nascere molte proposte.

Abbiamo assistito ed abbiamo scambiato nume-rosi gesti d’affetto piccoli e concreti come, peresempio, quando Luis ha filmato con il suo cellula-re un vescovo che salutava il Papa. Dopo averglielodetto, gli abbiamo mandato la registrazione viamail, cosa di cui è stato molto felice.

fondatore della Compagnia di Gesù, basandoci suldiscernimento delle diverse situazioni. Nel mondocomplesso in cui viviamo, mentre i tempi cambia-no, la Chiesa si fa più vicina alla vita reale e alla fra-gilità delle famiglie in crisi, evitando di chiudere lerealtà umane nella logica del “bianco o nero”.

Il Sinodo è stato un’assemblea aperta all’operadello Spirito Santo per offrire veramente a tutti lapossibilità di scoprire che il nostro Dio non è «un

Dio meschino», né «un Dio chiuso» ma, come diceil Papa, «un Dio che esce per cercare ciascuno dinoi».

Si tratta adesso, come ha precisato il Santo Pa-dre, di «continuare a camminare insieme, per por-tare in ogni angolo del mondo, in ogni diocesi, inogni comunità e in ogni situazione, la luce del Van-gelo, la tenerezza della Chiesa e il sostegno dellamisericordia di Dio!». F.V.

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Erano concreti atti d’amore, piccoli ma moltobelli. Per esempio, quando qualcuno tossiva gliportavamo del miele. C’era questa attenzione, que-sto modo di prenderci cura a vicenda come in unafamiglia. Anche dove eravamo alloggiati, c’eranocinque o sei Padri sinodali con i quali abbiamo sta-bilito una relazione molto intima. Facevamo cola-zione tutti insieme ed è così che abbiamo deciso diorganizzare una serata di canti di ogni paese percreare un momento di comunione gioiosa. Ogni fa-miglia ha presentato una danza o un canto. Anche ivescovi hanno cantato o raccontato una storia sim-patica e si sono divertiti insieme a noi. È stato vera-mente un bel momento in famiglia. Qualcuno hadetto: «è un bellissimo aspetto del Sinodo», tutti sisentivano a casa e anche questo è stato molto im-portante.

In un primo momento, quando nella sala delleudienze si annunciava che era il compleanno diqualcuno, tutti auguravano «buon compleanno».Abbiamo ricevuto numerosi auguri il giorno del

nostro anniversario di matrimonio... Una famigliainfatti lo aveva detto all’inizio della riunione e nelsuo messaggio d’apertura, il cardinale lo aveva an-nunciato a tutti, provocando così tanti applausi.Tutto contribuiva in dolcezza a questa atmosferafamiliare molto affettuosa. Poi il Papa ha pranzatoinsieme a noi, ha ascoltato i propositi degli uni edegli altri e ha acconsentito a fare parecchie foto. Èstata una bellissima testimonianza di ciò che signifi-ca la piramide capovolta per il Santo Padre, simbo-lo di una Chiesa dove i pastori si fanno servitori.Successivamente, ha proseguito dicendo che cia-scuno di noi deve essere al servizio degli altri e cheil potere è quello della croce, nel servizio agli altri.

Credo che questa esperienza sia consistita nelcamminare insieme e nel comprendere che Diovuole un’umanità viva e in fraternità. Noi siamoin cammino, è vero, ma se tutti fanno la propriaparte, possiamo veramente vivere come una fami-glia. Questa è stata la nostra esperienza di frater-nità». ■

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Durante la Via Crucis al Colosseo, e nel cor-so delle celebrazioni pasquali del 2015, ilSanto Padre ha lanciato un appello vibran-

te a favore dei cristiani perseguitati, questi «martiridel nostro tempo, più numerosi che nei primi seco-li», crocifissi e massacrati sotto inostri occhi in un “silenzio compli-ce”. Egli ha parlato a lungo per «ladifesa e la protezione dei nostrifratelli e sorelle perseguitati, esilia-ti, uccisi, decapitati per il solo fattodi essere cristiani», chiedendo allacomunità internazionale «di nonvoltarsi da un’altra parte, di nonassistere, muta e inerte, ad un talecrimine inaccettabile che costitui-sce una deriva preoccupante dei diritti umani piùelementari».

Di fronte alla violenza contro le minoranze reli-giose nei paesi del Medio Oriente, cattolici, orto-dossi e protestanti vivono un vero “ecumenismo disangue”. In occasione del suo messaggio di Quare-

sima, Papa Francesco ha invitato a resistere alla“globalizzazione dell’indifferenza” che colpisce,particolarmente, questi fedeli del Cristo discrimina-ti nella terra dei loro antenati e ci ha propostoun’iniziativa concreta, “24 ore per il Signore”, il 13

e 14 marzo, per segnalare lanecessità della preghiera conl’obiettivo di «non lasciarsi as-sorbire dalla spirale di paura edi impotenza» di fronte allenotizie e alle immagini scon-volgenti che ci raccontano lasofferenza umana. «Noi pos-siamo pregare nella comunio-ne della Chiesa terrena e cele-ste. Non trascuriamo la forza

della preghiera!», ha insistito, parlando di questainiziativa che è stata ampiamente ripetuta ovunquenelle diocesi, con l’importante contributo dei mem-bri dell’Ordine del Santo Sepolcro che aiutano congesti di carità.

Grazie anche alla continua attenzione che il

I cristiani del Medio Orientenel cuore e nella preghiera

di Papa Francesco

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Ciò che hannofatto con Gesù,l’hanno fattoattraverso la storiacon il suo Corpoche è la Chiesa

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ROSETTE HECHAIMERosette Hechaime è la Coordinatrice Regionale diCaritas MONA (Medio Oriente e Nord Africa). Inun’intervista che ci ha rilasciato ad ottobre – eche è possibile leggere per intero sul sito partnerVatican Insider – racconta della situazione dei rifu-giati e dei profughi del Medio Oriente.

«I conflitti nel Medio Oriente non sembra stianoper cessare, e la situazione di instabilità che vi-

vono tutti i paesi della Regione rendono la situazionedei profughi, in questa parte del mondo, sempre piùcomplessa e difficile. Queste persone, quando hannoscelto di lasciare il loro paese, forse non prevedevanoun lungo esilio. Si spera sempre che le guerre si con-

Lo sguardo di due persone impegnate per i rifugiaticludano al più presto oppure che paesi “bendispo-sti” aprano accoglienti le loro porte. Possiamo con-statare che la guerra in Palestina continua da oltremezzo secolo, e oggi c’è quella in Siria, senza parlaredei paesi sconvolti dalla famosa “primavera araba”che non sembra trovare ancora vie d’uscita».

[...] «Bisogna entrare in una chiesa nel paesed’accoglienza, provare la fede cieca di un popolo fie-ro di essere nato in una regione culla del cristianesi-mo, per comprendere quanto è dura, per i cristiani,la decisione di partire: lasciare questa culla è la co-sa che costa loro di più…. Ma anche tutti gli altri sisono sentiti disorientati dalla confusione: scambiatimagari “senza discriminazione” con i terroristi eguardati come tali».

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Santo Padre rivolge ai nostri fratelli perseguitati nellavasta estensione dei territori biblici, specialmente inIraq e in Siria, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU hadeciso di dedicare una riunione alla difesa dei cristianid’Oriente, minacciati di estinzione, presieduta dal mi-nistro francese degli Affari Esteri. Manifestando «alcu-ne riserve su queste belle dichiarazioni», il direttore diAiuto alla Chiesa che Soffre della Francia, ha espressoun commento illuminante al microfono di Radio Vati-cana: «Purtroppo dobbiamo riconoscere che, per ilmomento, c’è una specie di accordo unanime nel conti-nuare a sostenere e finanziare tutti i jihadisti mercenarinell’Est della Siria con, come obiettivo prioritario,quello di rovesciare Bashar al Assad». Qualunque sia ilcinico opportunismo geopolitico, il Papa non cessa diattirare l’attenzione di tutto il mondo sul dramma diqueste persone innocenti, vittime di una vera epurazio-ne religiosa.

Durante l’estate ha scritto un messaggio importanteai numerosi profughi che fuggono il terrore orchestratodal sedicente Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS) dal2014 e affluiscono in Terra Santa, specialmente nel Re-gno hascemita di Giordania. In occasione di una visitadel Segretario generale della Conferenza episcopale ita-liana nel paese mediorientale, questa lettera sotto for-ma di una “parola di speranza”, inviata a Mons. Ma-

roun Lahham, vica-rio patriarcale per laGiordania, ha costi-tuito un appello alla

PADRE DAVID NEUHAUSNello Stato di Israele arrivano molti stranieri da varie parti del mondo.Fra di essi, circa 70.000 sono lavoratori migranti e richiedenti asilo difede cattolica, principalmente di origine asiatica e africana, che non so-no cittadini ma residenti. In occasione della prima Messa celebrata perla festa di Nostra Signora Donna di Valore, nel centro per i migranti alei intitolato a Tel Aviv, padre David Neuhaus, Vicario patriarcale per icattolici di espressione ebraica in Israele e Coordinatore della Pastora-le dei migranti racconta:

«Nostra Signora Donna di Valore è una rappresentazione di Nostra Si-gnora quale protettrice dei migranti in Israele. È il nome che abbia-

mo scelto per il nostro nuovo Centro Pastorale, inaugurato nel mese di feb-braio 2014, che è stato generosamente finanziato dall’Ordine Equestre delSanto Sepolcro. La rappresentazione iconografica dipinta per il Centro ci di-ce tutto: la Madonna riunisce tutti i migranti sotto il suo mantello. Molti diquesti migranti sono donne forti che sono state costrette ad abbandonare leloro case e le loro famiglie per provvedere finanziariamente ai loro bisogni».

Icona di Nostra Signora Donna diValore, protettrice dei migranti in

Israele.

PREGHIERADI SANT’EFREMIL SIRO

«Signore Dio nostro,hai scelto l’Oriente per mandare il tuounico Figlio e compiere l’opera della salvezza.Colei che hai scelto affinché partorisseil tuo unico Figlio, la Vergine Maria,è anch’essa una giovane ragazza d’Oriente.È in Oriente che è cresciuto, ha lavorato,ha scelto i suoi apostoli e i suoi discepoli.È in Oriente che ha trasmesso la tuavolontà e i tuoi insegnamenti, dove hafatto miracoli e prodigi.È in Oriente che ha offerto la sua vita.È in Oriente che ha accettato di soffrire,di morire e di risorgere.È dall’Oriente che è salito al cielo persedersi alla tua destra.Ti preghiamo di accordare ai tuoi figliin Oriente le forze necessarie affinchésiano rafforzati nella fede e nella speranzadei tuoi santi apostoli.Amen».

Sant’Efrem il Siro

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Papa Francesco ha denunciato, davanti ai membri della Riunione delle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali, «coloroche mettono in gioco le sorti di esseri umani sulla bilancia di interessi economici e strategici e credono che le vite dimigliaia di uomini, donne e bambini valgano meno del petrolio o delle armi…».

comunità internazionale affinché non rimanessemuta ed inerte di fronte alla sorte delle minoranzereligiose perseguitate.

Alcune settimane prima, in occasione del-l’udienza annuale accordata ai membri della ROA-CO (Riunione delle Opere di Aiuto alle ChieseOrientali) di cui l’Ordine del Santo Sepolcro faparte, Francesco aveva denunciato con vigore «co-loro che mettono a rischio le sorti di esseri umanisulla bilancia degli interessi economici e strategici epensano che la vita di migliaia di uomini, donne ebambini valga meno del petrolio o delle armi», stig-matizzando l’ipocrisia dei potenti «che proclamanola pace e la giustizia» mentre, allo stesso tempo,«tollerano che questi trafficanti d’armi prosperinoliberamente su queste terre».

«Tanti cristiani continuano, oggi, ad essere per-seguitati nel silenzio complice di numerosi poteri»,ha sottolineato ancora, durante un’omelia del mat-tino nella cappella di Casa Santa Marta, ricordando

che si tratta di persecuzioni e che «questa storia ècominciata con Gesù: ciò che hanno fatto con Ge-sù, l’hanno fatto attraverso la storia con il suo Cor-po che è la Chiesa».

Si tratta oggi di cercare di riconoscere in ognimigrante accolto in Europa il volto del Cristo cheha promesso di restare con noi fino alla fine delmondo. Noi siamo in grado di alleggerire la suasofferenza meditando e mettendo in atto le paroledel Papa al cardinale Leonardo Sandri, prefettodella Congregazione per le Chiese Orientali, al ri-torno dalla sua visita ai cristiani della Piana di Nini-ve, profughi nel Kurdistan: «Negli occhi che vichiedevano aiuto e supplicavano la pace, è Gesùstesso che vi guardava, chiedendo a voi quella cari-tà che fa di noi dei cristiani». ■

Leggere anche il nostro articolo sulla situazio-ne in Terra Santa a pagina 52 e seguenti.

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Possiamo dire che Bartolo Longo rappre-senta per Pompei ciò che Bernadette èper Lourdes e, cioè, il vero testimone

che, in un certo qual modo, rende autentico ilmessaggio d’amore divino donato ai pellegrininel santuario mariano?Bartolo Longo è stato definito da Papa Giovan-

ni Paolo II “l’uomo della Madonna”. Nell’omeliadella sua Beatificazione, il 26 ottobre 1980, il SantoPadre diceva ancora: «...per amore di Maria diven-ne scrittore, apostolo del Vangelo, propagatore delRosario, fondatore del celebre santuario in mezzoad enormi difficoltà ed avversità; peramore di Maria creò istituti di carità,divenne questuante per i figli dei po-veri, trasformò Pompei in una viven-te cittadella di bontà umana e cristia-na; per amore di Maria sopportò insilenzio tribolazioni e calunnie, pas-sando attraverso un lungo Getsema-ni, sempre fiducioso nella Provvi-denza, sempre ubbidiente al Papa ealla Chiesa». Il suo percorso umanoe spirituale è esso stesso un messag-gio di amore. Attraverso lui, la suastoria, le sue opere, il Signore vuolemostrarci quanto grande sia la sua misericordia equanto possa essere potente la conversione. Ognigiorno qui a Pompei i pellegrini sperimentanol’amore della Vergine, così come lo aveva provatoBartolo Longo. Anche oggi, a tutti noi, Ella conti-nua a dire: «Se vuoi salvezza, propaga il Rosario».Vedere il Santuario ed attorno tutte le opere di ca-rità, costruiti partendo dal nulla, con “un soldo almese”, fa toccare con mano la veridicità del mes-saggio d’amore che Dio attraverso la Vergine Mariaha dato a Bartolo Longo, non solo per se stesso, maper tutti noi.

Potrebbe spiegare in che modo il messaggio di

Bartolo Longo è più che mai attuale?Bartolo Longo è stato un uomo sempre proietta-

to in avanti, le sue sono state giustamente definite“intuizioni profetiche”. Egli accolse i figli dei car-cerati quando nessuno voleva prendersene cura;costruì le case per gli operai ancor prima della Re-rum Novarum, l’enciclica sociale di Papa LeoneXIII. Il suo messaggio fondamentale che univa fedee carità è oggi attualissimo. Fin dai primi anni qui aPompei, dove arrivò nel 1872, comprese che, ac-canto al santuario di pietra che la Madonna gli ave-va ispirato di erigere, doveva costruire il santuario

della carità: quella corona di operesociali che, ancora oggi, fanno diPompei un unicum nel panoramadei santuari di tutto il mondo. Affer-mava, infatti, che: «Carità senza Fe-de sarebbe la suprema delle menzo-gne. Fede senza Carità sarebbe lasuprema delle incongruenze». Egli,che per primo aveva sperimentatosu di sé la misericordia di Dio, vole-va che tutti si sentissero amati ed ac-colse gli ultimi, gli emarginati, gliesclusi. Le sue opere, rinnovate nel-le modalità e nelle strutture, dopo

130 anni continuano ad essere oasi di speranza perbambini a rischio, ragazze madri, adolescenti conproblemi, poveri, anziane, ex tossicodipendenti, di-versamente abili, migranti, ecc.

Bartolo Longo è l’unico membro laico dell’Or-dine del Santo Sepolcro ad esser stato procla-mato Beato. Qual è, secondo lei, il messaggioche potrebbe dare ai 28.000 membri dell’Ordi-ne nel mondo? Potrebbe diventare il loro pa-trono e come?Bartolo Longo, insignito del titolo di Cavaliere

di Gran Croce dell’Ordine il 30 maggio 1925, è sta-to un luminoso esempio di laico impegnato nella

Il beato Bartolo Longo è un modelloper tutti i membri dell’Ordine

Intervista con Mons. Tommaso Caputo, arcivescovo e DelegatoPontificio di Pompei, Priore della Sezione “Napoli – Beata Vergine

del Rosario” dell’Ordine del Santo Sepolcro

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testimonianza evangelica della fede e della carità,così come gli appartenenti all’Ordine sono chiamatialla testimonianza di fede, di pratica di vita cristia-na esemplare e di impegno caritativo continuativoper il sostegno delle comunità cristiane di TerraSanta.

Non abbiamo notizie certe in merito ad un suoimpegno specifico per la Terra Santa, ma sicura-mente possiamo affermare che egli pregava ed invi-tava a pregare per la Terra Santa, considerando ilSantuario di Pompei legato indissolubilmente aGerusalemme. Certamente i Cavalieri e le Damedell’Ordine potranno trovare nel Beato BartoloLongo un valido esempio di vita cristiana a cui ispi-rarsi e cercando di imitarlo nelle sue virtù, nel suoimpegno di fede e di carità, potranno progredirenel proprio cammino spirituale.

Quanto al patronato, ne saremmo certamentelieti. La norme prevedono che sia la Santa Sede aconcederlo, dopo aver esaminato una documentatarichiesta presentata dalla competente autorità.

Per lei personalmente qual è la grazia profondadi Pompei? E cosa le ha detto a questo propo-sito Papa Francesco nel suo recente pellegri-naggio?La grazia che ho provato quando ho iniziato il

mio ministero a Pompei e che continuo a sperimen-tare ogni giorno è quella di vivere quotidianamentesotto lo sguardo di Maria. Sento di amarla ognigiorno di più e cresce in me il desiderio di prendereMaria, come l’Apostolo Giovanni, nella mia casa,nel più profondo di me stesso (Gv 19,27), perchéElla possa riempire tutto lo spazio della mia vita in-teriore, il mio io umano e cristiano, come ci ha in-segnato San Giovanni Paolo II, nell’Enciclica Re-demptoris Mater (RM, 45). Ogni cristiano dovrebbeportare Maria a casa, vivere con Maria, andare aCristo con Maria e per Maria, perché Lei, come di-ceva sant’Agostino (Sermone 291) è madre spiri-

tuale e cioè la madre che nutre i cristiani della sal-vezza che viene dal suo grembo.

Sperimento, poi, ogni giorno che il Santuario diPompei è la Casa di Maria. Il luogo dove Ella, Ma-dre di Misericordia, dona ai suoi figli il suo amoreed il suo perdono a piene mani. I fedeli che vengo-no qui ci confidano spesso di sentire, di percepirerealmente la presenza di Maria. Una visita al nostrosantuario è come una sosta che rinfranca l’anima,che ricarica lo spirito e dà nuova forza per affronta-re il quotidiano.

Papa Francesco, il 21 marzo 2015, ha voluto ini-ziare da Pompei la sua visita a Napoli, proprio peraffidare a Maria se stesso e tutti noi. L’intensità delsuo sguardo d’amore verso i fedeli presenti, soprat-tutto ammalati, bambini, anziani e diversamenteabili e la profondità del suo raccoglimento durantela preghiera silenziosa davanti all’icona della Vergi-ne del Rosario ci hanno dato la misura della suaspiritualità. Dopo aver deposto sull’altare, in donoalla Madonna, una preziosa corona del Rosario, ilPapa ha voluto anche venerare le spoglie mortalidel nostro Fondatore, il Beato Avvocato BartoloLongo, pregando nella Cappella a lui dedicata. Èquindi entrato nella sala delle confessioni, “il cuoredel santuario”, e mi ha detto, due volte, di racco-mandare ai confessori di essere misericordiosi nel-l’amministrare il sacramento della riconciliazione edi avere un cuore grande come quello di Dio cheperdona tutti.

Auguro ai Cavalieri e alle Dame dell’Ordine delSanto Sepolcro di sperimentare personalmentequesto grande amore di Dio ed invito tutti e ciascu-no a farsi pellegrini, anche singolarmente, nel san-tuario fondato dall’unico membro laico dell’Ordinead oggi proclamato beato. Che la Madonna delSanto Rosario di Pompei, da lui tanto amata, vi be-nedica e protegga sempre.

Intervista a cura di François Vayne

Papa Francesco aPompei, in raccoglimentodavanti al corpo del beatoBartolo Longo, Cavalieredel Santo Sepolcro,servitore dei poveri edapostolo della preghieradel Rosario.

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«La Sacra Sindone ci mostra il volto ed ilcorpo martoriato di Gesù e, allo stessotempo, ci porta a pensare al volto di

ogni persona sofferente ed ingiustamente persegui-tata. Ci trascina nella stessa direzione del donod’amore di Gesù», ha detto Papa Francesco il 21giugno 2015, dopo essersi raccolto davanti a questaicona di «un amore più grande» (Gv. 15, 13) espo-sta nella cattedrale di Torino. Durante la messa, ce-lebrata nello stesso giorno in piazza Vittorio, hamesso in luce «l’amore fedele» del Padre misericor-dioso che «ricrea tutto» e del quale Gesù è «il vol-to». Il cardinale Andrea Cordero Lanza di Monte-zemolo, Assessore d’onore dell’Ordine del SantoSepolcro, ha partecipato a questo pellegrinaggiodel Santo Padre, tre giorni prima della chiusuradell’Ostensione straordinaria della Sacra Sindone,accompagnato da Pier Carlo Visconti, Consultoredel Gran Magistero.

Il Gran Maestro dell’Ordine del Santo Sepolcrosi era recato a Torino, il 25 e 26 aprile, subito dopol’inaugurazione dell’Ostensione, per raccogliersi

davanti alla Sacra Sindone e pregare per le inten-zioni degli abitanti della Terra Santa in comunionecon tutti i membri dell’Ordine nel mondo.

In occasione dell’inaugurazione dell’Ostensio-ne straordinaria, il 18 aprile, l’Ordine è stato invita-to a partecipare ad una trasmissione su “Rai Inter-nazionale”, che la domenica viene seguita nei cin-que continenti. Mons. Antonio Franco, Assessore,è stato intervistato da Suor Myriam Castelli sulla“spiritualità della Risurrezione” e contemporanea-mente Padre Davide Neuhaus, Vicario patriarcaleper la comunità cattolica di espressione ebraica inIsraele, è intervenuto in diretta dalla Terra Santa.

Durante l’Ostensione della Sacra Sindone, ilServizio Comunicazione del Gran Magistero del-l’Ordine ha creato una partnership con le EdizioniTerra Santa: tramite un’applicazione, che permettedi scaricare gratuitamente un e-book per Smar-tphone ed iPad su google play (“il mistero dellaSindone”), è stato possibile far conoscere ai pelle-grini che sono andati a Torino la missione spiritualedell’Ordine. ■

Per una «spiritualitàdella Risurrezione»

Continuiamo a contemplare la Sacra Sindone

“ICONA D’AMORE”La Sacra Sindone ci fa vedere il voltodi tutti coloro che sono perseguitati:questo, in sostanza, ciò che PapaFrancesco ha detto dopo essersiraccolto davanti alla Sacra Sindone aTorino lo scorso 21 giugno. Secondoquanto detto dal Santo Padre durantela preghiera dell’Angelus, dopo laMessa a Piazza Vittorio, nella capitalepiemontese, questo misterioso sudarioè «un’icona dell’amore» di Cristo.L’immagine lì impressa del corpo di unuomo martirizzato, torturato ecrocifisso, «spinge verso il volto di ognipersona sofferente e ingiustamenteperseguitata», e interroga la coscienzadi ognuno sulle nostre complicitàpersonali con il male nel mondo dioggi.

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A Piazza San Pietro domenica 17 maggio sisentivano parlare tante lingue e si vedevanotanti colori. Fra questi, quelli delle bandiere

palestinesi. La gioia di chi è accorso e, in particola-re, della delegazione di circa 3.000 pellegrini venutidirettamente da tutto il Medio Oriente, era palpa-bile. Fra le quattro sante canonizzate, due di esse,Mariam Bawardi e Maria Alfonsina Danil Ghattas,sono figlie della Terra Santa e le prime due santepalestinesi dei tempi moderni. Fondatrici rispetti-vamente del Carmelo di Betlemme e della Congre-gazione delle Suore del Rosario di Gerusalemme, ledue sante hanno vissuto il loro cammino verso lasantità nella seconda metà del XIX secolo (MariamBawardi morirà giovanissima nel 1878) fino agli ini-zi del XX secolo (Maria Alfonsina Ghattas verrà amancare nel 1927).

In piazza anche il presidente palestineseMahmoud Abbas che il giorno precedente avevaincontrato Papa Francesco. Durante il loro collo-quio, come comunicato da una nota ufficiale, «è

stata manifestata grande soddisfazione per l’intesaraggiunta sul testo di un Accordo comprensivo trale Parti circa alcuni aspetti essenziali della vita edell’attività della Chiesa cattolica in Palestina».

Durante l’Omelia, il Santo Padre ha ricordato la«docilità allo Spirito Santo» di Mariam Bawardiche «l’ha resa anche strumento di incontro e di co-munione con il mondo musulmano» mentre, par-lando di Maria Alfonsina Danil Ghattas, ha sottoli-neato come abbia «ben compreso che cosa significairradiare l’amore di Dio nell’apostolato, diventandotestimone di mitezza e di unità. Ella ci offre unchiaro esempio di quanto sia importante rendercigli uni responsabili degli altri, di vivere l’uno al ser-vizio dell’altro».

Ma cosa significa oggi essere figli della TerraSanta e qual è il frutto spirituale che questo feliceevento può donare ai cristiani palestinesi e a tutta

“La Terra Santa è fecondae porta frutti di santità!”

Il messaggio delle due nuove sante palestinesi

Tanti figli e figlie della terra palestinese eranopresenti a Roma per onorare due loro compatriotecanonizzate dal Papa il 17 maggio 2015.

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MARIAM BAWARDI nasce a Ibillin in Galilea e già dalla sua nascita la sua èuna vita frutto della speranza e dell’affidamento totale. Infatti, Mariam è la

tredicesima figlia di mamma Mariam e papà Georges che avevano con doloreperso appena nati i suoi dodici fratelli. Mariam e Georges decisero di fare unpellegrinaggio a Betlemme per rimettersi alla materna protezione di Maria allaquale domandarono una figlia che nacque loro il 5 gennaio 1846. Tanti sono ifatti della vita della giovane Mariam Bawardi che l’hanno toccata nel profondo,tante le città che ha attraversato e gli apparenti ostacoli ma un desiderio è rima-sto costante nel suo cuore: la ricerca di Dio. Nel 1859 Mariam vedrà per la pri-ma volta la Vergine che la curò quando venne ferita gravemente alla gola e, neglianni successivi, ebbero luogo molti altri incontri, estasi e infine le stigmate e latransverberazione del cuore. A 19 anni entra nel noviziato delle Suore di SanGiuseppe dell’Apparizione a Marsiglia ma, respinta la sua richiesta di prendere ivoti, entrerà poi nel Carmelo di Pau sui Pirenei con il nome di Maria di Gesù Crocifisso. Il “piccolo niente” diGesù, come lei stessa amava chiamarsi, ha sempre invitato se stessa e gli altri a vivere la virtù dell’umiltà: “Lasantità non è la preghiera, né le visioni o le rivelazione, né la scienza del ben parlare, né il cilicio, né le peni-tenze, bensì l’umiltà”. A Lourdes Mariam sentirà chiaramente la chiamata a fondare un Carmelo a Betlemme el’autorizzazione per realizzarlo le arrivò a firma di Papa Pio IX. Il Carmelo sarà inaugurato il 21 novembre 1876.Poco meno di due anni dopo, Suor Maria di Gesù Crocifisso morirà alla giovane età di 32 anni.

la comunità cristiana? Il Patriarca Latino di Geru-salemme, Mons. Fouad Twal vede questo eventocome un momento spiritualmente forte per la suaterra: «Nel mezzo di tutte le difficoltà che ci sono,Mariam e Marie Alphonsine sono una luce sul no-stro cammino, un invito a non scoraggiarsi e a man-tenere gli occhi fissi sul nostro obiettivo e sulla no-stra vocazione per tutti in quanto cristiani: la santi-tà. Se la Terra Santa oggi, talmente straziata da vio-lenza e divisioni, talvolta ci sembra sfigurata, le no-stre due sante vengono a restituirgli il suo caratteresacro. Come se Mariam e Marie Alphonsine, con illoro esempio, ci dicessero: sì, la Terra Santa può es-sere feconda e può dare frutti di santità». Sua Bea-titudine prosegue parlando dell’eredità delle due

nuove sante: «È un messaggio di speranza e d’amo-re. Un messaggio d’incoraggiamento alla santità at-traverso la via dell’umiltà, della semplicità».

Le parole del Patriarca trovano eco nella festosacelebrazione che ha visto riunita sabato 16 maggio,presso la Basilica di Santa Sabina in Roma, la dele-gazione proveniente dalla Terra Santa in senso lar-go, insieme a vari devoti delle nuove sante, fra cuialcuni membri dell’Ordine del Santo Sepolcro pro-venienti da vari paesi.

L’arcivescovo Maroun Lahham, Vicario patriar-cale per la Giordania del Patriarcato Latino di Ge-rusalemme, commenta con ardore, prima di entrarealla veglia di preghiera: «Queste due sante ci inse-gnano che l’ultima parola non è mai la sofferenza,

Membri dell’Ordineprovenienti da

diversi paesihanno preso parte

con fervore edentusiasmo allacanonizzazionedelle due prime

sante palestinesi.

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non è mai l’abbandono, non è la croce bensì la glo-ria, la resurrezione e la luce. Il Calvario non è l’ulti-ma parola ma la porta verso una vita migliore».

In mezzo alla folla c’è chi distribuisce i librettiper la liturgia e le bandiere. Fra di loro Ibrahim,giovane dottore che vive e lavora accanto a Ramal-lah. Racconta di essere «fiero che ci siano due santeche vengono dalla terra di Gesù e questo è un mes-saggio per il mondo intero: la nostra terra è ancoraviva». Alla domanda su cosa pensa che il futuro ab-bia in serbo per lui, risponde: «Sto studiando tede-sco perché voglio specializzarmi nel mio mestierema voglio continuare a lavorare per la mia gente eaiutarla».

Il messaggio di Mariam Bawardi e Maria Alfon-sina Ghattas è un messaggio destinato a risuonarecon forza non solo all’interno della Chiesa. Conclu-de il Patriarca Twal: «Esse sono, grazie alla ricercadella loro saggezza e il loro messaggio divino, unmodello di perfezione sia per i cristiani che per gliebrei e i musulmani. Il loro nome, Marie, Mariam,comune alle nostre tre tradizioni, è anche un segnoper il nostro tempo, come se potessero parlare alletre popolazioni senza distinzione».

Un dono per il quale non si cessadi ringraziare

Dal 17 maggio in poi, tante sono state le occa-sioni di ringraziamento per il dono di queste duetestimoni della fede. Dopo la Messa celebrata ilgiorno successivo alla canonizzazione a Roma pres-so la Basilica di Santa Maria Maggiore, è stata lavolta di Gerusalemme, Amman, Nazareth e Be-tlemme. A Gerusalemme il 6 giugno si è tenuta laMessa solenne di ringraziamento presso il Conven-to domenicano di Santo Stefano, dove nel 1890santa Maria Alfonsina Ghattas venne ammessa nelTerzo Ordine domenicano. Venerdì 12 giugnoun’altra gioiosa Messa è stata celebrata a Marj Al-hamam (Amman) presso le Suore del Rosario.

Per tutta l’estate Nazareth ha continuato a fe-steggiare, in un modo o nell’altro, il lieto evento. Lacanonizzazione infatti ha suscitato tutta una serie diiniziative, anche artistiche, da parte dei cristiani diTerra Santa. Una bella iniziativa da menzionare èstata quella del 24 giugno all’auditorium della scuo-la delle Suore di San Giuseppe di Nazareth: unconcerto intitolato “la Terra Santa, vivaio di Santi-

In tanti hanno partecipato il 3 luglio 2015 alla Messa di ringraziamento per la canonizzazione delle due santepalestinesi nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth.

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tà” tenuto dal Coro Ecumenico Mariano cheraggruppa 30 coristi di tutte le chiese di Gali-lea. Durante la serata il gruppo ha fatto ascolta-re 14 brani ispirati ai Salmi e alla vita di santaMariam Bawardi e santa Maria Alfonsina. Sulpalco del teatro, che per quella serata ha accol-to più di 600 persone, sono state esposte le reli-quie delle due sante. Pochi giorni dopo, il 3 lu-glio, nella Basilica dell’Annunciazione di Naza-reth una nutrita folla ha reso nuovamente gra-zie per canonizzazione di queste due sante. Ol-tre al Patriarca Twal e al Nunzio ApostolicoLazzarotto, erano presenti molti vescovi cattoli-ci dei vari riti, il vescovo anglicano, ambasciato-ri, consoli, una vasta rappresentanza delle Suo-re del Rosario e delle Carmelitane Scalze, fedelicristiani e anche amici musulmani. Fra i presen-ti anche il giovane di Kafar Kanna che aveva ri-cevuto il 22 novembre 2009 la grazia del mira-colo riconosciuto per procedere alla canonizza-zione di santa Maria Alfonsina. Un’altra Messadi ringraziamento si è tenuta a Betlemme il 26agosto.

Infine, il 30 agosto è stata la prima volta do-po la canonizzazione in cui la comunità ha avu-to la gioia di celebrare la memoria liturgica disanta Mariam Bawardi. A Nazareth, è statoMons. Marcuzzo, vicario patriarcale per Israele,a presiedere la Messa alla Basilica dell’Annun-ciazione. Per l’occasione è stato possibile acqui-stare la serie di dodici francobolli che le posteisraeliane hanno realizzato in ricordo della ca-nonizzazione.

E.D.

MARIA ALFONSINA DANIL GHATTAS nasce a Geru-salemme nel 1843 in una pia famiglia dalla qua-

le imparò la bellezza della preghiera e, in particolare,quella del Rosario che veniva pregato quotidianamenteinsieme a parenti e vicine in casa Ghattas davanti aduna statua della Vergine. Nonostante l’opposizione delpapà, la giovane Sultaneh entrerà nell’ordine dellesuore di San Giuseppe dell’Apparizione a 17 anni rice-vendo il nome di Maria Alfonsina. Nell’omelia che il Pa-triarca Fouad Twal tenne in occasione della Beatifica-zione dell’attuale santa il 22 novembre 2009, dueaspetti particolari della santità di questa donna sonostati ricordati: l’amore per il silen-zio e la vita nascosta da una par-te, e l’amore della croce e del sa-crificio dall’altra. La Vergine apparea Maria Alfonsina per la prima vol-ta nel 1874. A partire da allora,una serie di visioni confermano lagiovane suora nell’ispirazione difondare la congregazione delleSuore del Rosario. Il cammino nonsarà semplice ma, come ricorda ilPatriarca Twal, «tutti i progetti divinihanno bisogno della croce e delsacrificio per riuscire e […] Madre Maria Alfonsina haportato la sua croce con amore, in silenzio, senza mor-morazioni e senza lamentarsi». Sotto la guida del pa-dre spirituale Joseph Tannus, Suor Maria Alfonsina riu-scirà a vedere la nascita dell’Ordine nel 1880 e man-tenne il totale silenzio sulle sue visioni che egli soloconosceva. Come Maria, che «serbava tutte queste co-se meditandole nel suo cuore» (Luca 2,19), la santaper la quale oggi ci rallegriamo ha vissuto nel silenzioe nell’umiltà. Solo dopo la sua morte, avvenuta nel1927, le sorelle hanno scoperto la storia che portò al-la nascita della loro congregazione.

L’accordo globale bilaterale

Un anno dopo il viaggio di Francesco in Terra Santa, la Santa Sede ha annunciato il 13 maggio 2015 il rico-noscimento dello Stato di Palestina, preludio alla firma di un «accordo globale».

In lavorazione da una quindicina d’anni, l’accordo globale bilaterale è stato ufficialmente firmato il 26 giugno2015. Riguarda l’attività della Chiesa Cattolica e il suo riconoscimento giuridico nei territori palestinesi e riaffer-ma la speranza di una soluzione del conflitto fra israeliani e palestinesi nel quadro di una soluzione a due statiprevista dal 1947 dall’ONU (la «two-state solution»). Mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti congli Stati della Santa Sede, e Riad Al-Maliki, ministro degli Affari Esteri dello Stato palestinese, hanno siglato que-sto documento storico costituito da 32 articoli ripartiti in otto capitoli. Quest’accordo fa del Vaticano il 136°Stato ad aver riconosciuto lo Stato della Palestina, confermando così il sostegno internazionale che si era mani-festato con la risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU del 29 novembre 2012 che aveva fatto della Palesti-na uno Stato osservatore non membro.

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«L’importanza del dialogo interreligioso e dell’impegno dei responsabili religiosi nel proces-so di riconciliazione e di costruzione della pace» è stata sottolineata, il 3 settembre 2015in Vaticano, in occasione del primo incontro di Papa Francesco e dei suoi principali col-

laboratori con il presidente israeliano Reuven Rivlin. L’occasione ha permesso di parlare della situazio-ne socio-politica regionale caratterizzata da parecchi conflitti: «un’attenzione particolare è stata riser-vata alla sorte dei cristiani e delle altre minoranze». I problemi delle relazioni tra Israele e la Santa Se-de, così come i rapporti locali tra le autorità e le comunità cattoliche, sono stati presi in considerazione«nell’auspicata prospettiva della conclusione dell’accordo bilaterale in corso di negoziazione», trattan-do particolarmente lo statuto delle scuole cristiane in Israele che reagiscono alla drastica riduzionedelle sovvenzioni statali.

Il capo dello stato israeliano, che è succeduto a Shimon Peres nel luglio 2014, desideroso di «ricor-dare l’origine comune dell’Ebraismo e del Cristianesimo» ha offerto in dono al Santo Padre un ogget-to in basalto dove si può leggere il versetto di un salmo. Il Papa gli ha donato un medaglione di bron-zo formato da due blocchi separati tra i quali è rappresentato un ramo di olivo in segno di pace, conl’iscrizione: «Ricerca ciò che unisce. Supera ciò che divide». Alcuni giorni prima di questo appunta-mento, il presidente Rivlin aveva voluto rassicurare i cristiani in Terra Santa incontrando il PatriarcaLatino di Gerusalemme a Tabgha, in Galilea, nella chiesa della Moltiplicazione dei pani, danneggiatada un incendio doloso il 18 giugno a opera di estremisti ebrei.

Il presidente israeliano ha ricordato«l’origine comune dell’Ebraismo

e del Cristianesimo»

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«La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è veroe santo in queste religioni» che «non raramenteriflettono un raggio di quella verità che illumina

tutti gli uomini» (NA 2)

L’arco di tempo dei cinquant’anni nel mondobiblico porta subito al pensiero la graziadell’anno giubilare. E così, come ricordato

anche da Papa Francesco durante l’omelia di aper-tura del Giubileo della Misericordia, i 50 anni tra-scorsi dalla chiusura del Concilio Vaticano II sonoun momento da celebrare. Durante l’incontro orga-nizzato presso la Pontifica Università Urbaniana aRoma il 2 dicembre per i 50 anni della Dichiarazio-ne Conciliare sulle relazioni della Chiesa con le reli-gioni non cristiane Nostra Aetate, il cardinale KurtKoch, presidente del Pontificio Consiglio perl’Unità dei Cristiani ricordava: «questa commemo-razione ha il carattere di un piccolo giubileo e noiabbiamo ottimi motivi per celebrarlo», aggiungen-do che questa dichiarazione «è il testo più brevedel Concilio ma ha cambiato la storia».

Ripercorrendo la storia di questo documento, èimportante ricordare che inizialmente iltesto era stato pensato per parlareesclusivamente dei rapportifra la Chiesa e gli ebrei. Atal proposito fu provvi-denziale l’incontro diGiovanni XXIII conlo storico franceseebreo Jules Isaac so-pravvissuto allaShoah. I due si in-contrarono grazie al-la mediazione diun’instancabile promo-trice del dialogo, la vene-ziana Maria Vingiani alloraAssessore alle Belle Arti a Vene-

zia. Dopo quell’incontro Papa Giovanni XXIII affi-dò il compito al cardinale Agostino Bea di lavorarealla redazione di un documento che trattasse dellerelazioni con gli ebrei. Solo successivamente la di-chiarazione venne ampliata per rivolgersi anche adaltre tradizioni religiose. Il cardinale Koch riassu-me: «la Chiesa ha con l’Ebraismo una relazioneparticolare che non ha con le altre religioni anchese ne parla all’interno di una dichiarazione più am-pia».

Per questo cinquantenario abbiamo voluto darvoce a qualche reazione a questo storico documen-to da parte di voci ebraiche e musulmane dalla Ter-ra Santa.

È evidente che, a differenza di quanto accade inOccidente dove ebrei e musulmani sono una mino-ranza, il tipo di rilettura della Nostra Aetate oggi inun contesto, l’unico del mondo, dove i cristiani vi-vono in una società a maggioranza ebraica, da unaparte, e musulmana dall’altra, ha chiaramente unsapore tutto particolare.

Ben lo spiega il Vicario Patriarcale padre DavidNeuhaus nell’articolo che ha pubblicato sul sito del

Il dialogo interreligioso:via alla pace

Festeggiando i 50 anni della Dichiarazione Nostra Aetate

Logo utilizzato per laconferenza ufficiale

organizzata a Roma dalPontificio Consiglio per

il DialogoInterreligioso percelebrare i 50 annidella DichiarazioneNostra Aetate.“The Leaven ofGood” (il Lievito delBene) è il titolo del

video realizzato dalPontificio Consiglio

per questo lietoanniversario e che è

possibile visionare suhttps://vimeo.com/145252146

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Patriarcato Latino di Gerusalemme: «Per i redat-tori della Nostra Aetate, la svolta decisiva delle re-lazioni giudeo-cristiane è la Shoah, che ha provo-cato una presa di coscienza generale del disprezzodegli ebrei in una parte della dottrina cristiana. Permolti cristiani di Terra Santa, è piuttosto la que-stione della Palestina che si pone al centro delle re-lazioni tra ebrei e musulmani. Mentre nella pro-spettiva europea, il dialogo è spesso concentratosulla battaglia contro l’antigiudaismo e l’antisioni-smo, l’elemento essenziale di ogni dialogo interre-ligioso nel contesto della Terra Santa è la giustiziae la pace».

Cristiani e musulmani: una chiamataall’azione comune

«La Chiesa guarda anche con stima i musulmaniche adorano l’unico Dio, vivente e sussistente,

misericordioso e onnipotente, creatore del cielo edella terra, che ha parlato agli uomini. Essi

cercano di sottomettersi con tutto il cuore aidecreti di Dio anche nascosti, come vi si è

sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamicavolentieri si riferisce» (NA3)

Nel suo articolo, padre Neuhaus racconta anchedi come nel 2000, al termine di un Sinodo durato 5anni, la Chiesa cattolica di Terra Santa abbia pub-blicato un piano pastorale nel quale rifletteva anchesulla Nostra Aetate, essendo la Terra Santa un cam-po concreto in cui operare e vivere il dialogo. Co-me fa notare il Vicario Patriarcale, «nel paragrafodedicato ai rapporti con i musulmani, la Nostra Ae-tate inizia nominando le somiglianze tra Cristianesi-mo e Islam. Al contrario, il Documento sinodale citale analogie tra queste religioni alla fine, dopo aversottolineato altre importanti somiglianze: l’espe-rienza storica, la convivenza civile e la comuneidentità. In termini realistici […] il Sinodo localedescrive gli aspetti positivi e negativi della convi-venza contemporanea di cristiani e musulmani eistituisce un programma per lo sviluppo di questacoesistenza».

Mustafa Abu Sway – detentore della cattedra diprofessore ordinario per lo Studio dell’opera del-l’Imam al-Ghazali presso la moschea di Al-Aqsa el’Università al-Quds a Gerusalemme, come anchepreside del Collegio per gli Studi Islamici nellastessa università – insiste sull’importanza dell’agireinsieme in un’intervista che ci ha rilasciato nel

Quale ritiene siano stati negli anni recenti i cam-biamenti più importanti che hanno avuto luogonel campo del dialogo ebraico-cristiano?In termini storici, Nostra Aetate è un testo scritto

ieri e si tratta di una rivoluzione. Siamo passati da una

situazione nella quale venivamo visti come rigettati daDio, maledetti e condannati a vagare per sempre aduna situazione nella quale il popolo ebraico è descrittodai Papi, nelle parole di San Giovanni Paolo II, come“l’amato fratello maggiore della Chiesa, il popolo del-

“Non esiste relazione,per quanto negativa essa sia,

che non possa essere trasformata”«[G]li Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui

vocazione sono senza pentimento» (NA 4)«La Chiesa inoltre, che esecra tutte le persecuzioni contro qualsiasi uomo, memore

del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, mada religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni

dell’antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque» (NA 4)

Il Rabbino David Rosen – direttore internazionale degli Affari Interreligiosi dell’American Jewish Committeee, fra le altre cariche, membro della commissione per le relazioni interreligiose del Gran Rabbinato diIsraele e suo rappresentante nel Consiglio delle Istituzioni Religiose di Terra Santa – è stato spesso

presente in Vaticano ai numerosi eventi che hanno ricordato i 50 anni della Dichiarazione Nostra Aetate. Inquesta intervista ripercorre la storia delle relazioni fra ebrei e cattolici.

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2015. E il punto di partenza peruna maggiore cooperazione fra cri-stiani e musulmani, grazie ai valoricondivisi, riguarda la difesa dellafamiglia, centrale nelle due tradi-zioni. Abu Sway prosegue: «È an-che tempo di accordare alla piùampia famiglia umana il proprioposto e rinnovare la chiamata adeliminare il debito del terzo mon-do. Il sud ha bisogno di una pausadall’impatto di decenni e secoli dicolonialismo. I cattolici (e anche glialtri cristiani) e i musulmani, le duereligioni più diffuse possono e do-vrebbero affrontare temi globalicome il cambiamento climatico, lapovertà, la malattia, la fame, l’anal-fabetismo e, chiaramente, le radicidella violenza politica che affligge varie parti delmondo».

Ritornando alla pubblicazione di Nostra Aetate,Abu Sway riconosce come questo documento siastato una pietra miliare nel rapporto fra la ChiesaCattolica e le altre religioni e si chiede se, in un fu-

turo, nella redazione di documentisimili la Chiesa consulterà uno stu-dioso musulmano. Inoltre, nel per-corso di dialogo fra le due comuni-tà, il professore gerosolimitano ri-corda la lettera aperta “Una parolacomune tra noi e voi” che venneindirizzata ai leader cristiani il 13ottobre 2007. L’autore della letteraera il principe Ghazi bin Muham-mad del regno hascemita di Gior-dania ma molti furono i firmataridi questo testo nel quale si legge:«Insieme musulmani e cristianiformano ben oltre metà della po-polazione mondiale. Senza pace egiustizia tra queste due comunitàreligiose non può esserci una pacesignificativa nel mondo. Il futuro

del mondo dipende dalla pace tra musulmani e cri-stiani».

Parlando di pace, Abu Sway commenta l’Accor-do comprensivo firmato dalla Santa Sede con loStato di Palestina nel 2015, affermando che, così fa-cendo, «il Vaticano ha fatto un passo importante

l’alleanza originaria che non è mai stata né sarà revo-cata”. Questa è una rivoluzione a livello teologico.

Nostra Aetate è stata anche facilitata dal fatto chec’erano contesti in cui gli ebrei e i cattolici già vivevanorapporti personali di amicizia e ciò ha reso più sempli-ce interiorizzare il cambiamento teologico. C’era anche,chiaramente, l’impatto della Shoah, una tragedia cheha spinto la Chiesa Cattolica ad una seria rivalutazionedelle sue relazioni con il popolo ebraico. Non credoche ci siano state altre trasformazioni nel corso dellastoria dell’uomo che siano state altrettanto sensazio-nali come questa e ciò deve essere propriamente rico-nosciuto. Se questa relazione che era così cronica egrave è potuta diventare così positiva e costruttiva, nonesiste relazione, per quanto negativa essa sia, che nonpossa essere trasformata. Ciò è importante oggi per gliebrei anche riguardo alle relazioni con il mondo musul-mano.

Un’altra considerazione importante è legata adIsraele. Lo stabilimento di relazioni diplomatiche alla fi-ne del 1993 è stato specialmente significativo perchéha poi facilitato la visita di Papa Giovanni Paolo II nel2000. Quell’evento ebbe un enorme impatto perchéoggi si legge molto meno che in passato e, di certo, la

gente normalmente non legge documenti. La maggiorparte degli ebrei non conosce i documenti cattolici male persone guardano la TV e quindi hanno visto il Papa,il capo della Chiesa Cattolica, allo Yad Vashem, in com-mossa solidarietà con la sofferenza ebraica, e al Kotel,il Muro Occidentale, mentre lasciava il testo della pre-ghiera che aveva composto per la liturgia del penti-mento due settimane prima a San Pietro, chiedendoperdono a Dio per i peccati commessi contro gli ebreinel corso dei secoli. Questo è stato strabiliante permolti israeliani e ha permesso loro di rendersi contoche era davvero in atto un cambiamento, c’era una re-altà differente.

Se pensa a quali passi sono ancora da compierenelle relazioni ebraico-cattoliche, soprattutto inIsraele, qual è il primo che le viene in mente?La prima cosa che mi viene in mente riguarda le re-

sponsabilità di Israele, piuttosto che quelle della SantaSede. Infatti, Israele non ha ancora onorato tutti gli im-pegni presi durante l’Accordo Fondamentale conclusoalla fine del 1993 con il quale venivano stabilite rela-zioni diplomatiche. Fra le cose non ancora compiute, cisono la struttura legale interna della Chiesa sotto lalegge israeliana e il suo statuto fiscale e a livello di

Mustafa Abu-Sway, daGerusalemme, tocca vari

punti importanti per il dialogofra cristiani e musulmani e cilascia una preghiera per la

pace nella sua terra.

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tasse. Esiste dunque un debito notevole, specialmentealla memoria di Papa Giovanni Paolo II al quale i rap-presentanti israeliani avevano promesso che avremmorisolto quelle questioni nell’arco di due anni dalla fir-ma dell’Accordo Fondamentale.

Dalla parte del Vaticano, ciò che deve essere af-frontato è il grado in cui Nostra Aetate e la trasforma-zione dell’insegnamento cattolico vengono trasmessidall’alto in basso. Ciò dipende naturalmente dal conte-sto sociologico ma, se la Santa Sede decidesse, adesempio, di promuovere una campagna in America La-tina – specialmente ora con un Papa latinoamericano –per assicurare che gli insegnamenti del Magistero sugliebrei e l’Ebraismo diventino parte della preparazione eformazione nei seminari e nell’educazione cattolica, ciòpotrebbe avere un enorme impatto.

Qual è il suo commento riguardo all’Accordo com-prensivo che la Santa Sede ha firmato a giugnocon lo Stato di Palestina?In merito a questo Accordo che la Santa Sede ha

firmato con l’Autorità Palestinese, capisco che si siaparlato di Stato di Palestina perché molti paesi già lofanno. Il governo israeliano non è contento di ciò maquesta è una questione politica e si può concordare di

avere posizioni differenti sulla terminologia politica. Lasostanza è che si tratta di un accordo molto importan-te per la Santa Sede con l’Autorità Palestinese perchéconferma la libertà religiosa e i diritti della Chiesa inuna società che si è già proclamata essenzialmentegovernata dalla legge islamica, come si legge nel docu-mento di creazione dell’Autorità Palestinese. Averequindi l’Autorità Palestinese che acconsente ad un do-cumento nel quale afferma l’integrità delle comunitàcristiane e i loro diritti di libertà di culto, di educazionee di comunicazione, è un gran risultato.

Infatti, Israele dovrebbe applaudire a questo docu-mento perché esso non solo protegge le comunità cri-stiane ma, affermando i principi del pluralismo religio-so, Israele dovrebbe essere in grado di aspettarsi chel’Autorità Palestinese li onori anche riguardo alla diffa-mazione dell’Ebraismo che avviene regolarmente nellemoschee e sui media palestinesi. Se è stato concorda-to ora che il Cristianesimo deve essere rispettato, do-vremmo chiedere che ciò avvenga anche per l’Ebrai-smo.

Poco più di un anno fa, lei si trovava nei GiardiniVaticani pregando per la pace insieme al Papa ead altri leader religiosi e politici. Quanto crede che

per far avvicinare la pace in TerraSanta». Vengono alla mente le paro-le di Papa Francesco alle autoritàisraeliane durante il suo viaggio inTerra Santa: «La “soluzione di dueStati” diventi realtà e non rimangaun sogno». L’auspicio che lo statoattuale delle cose giunga presto atermine è profondo nelle parole del-lo studioso palestinese. Riferendosi alla preghieradi giugno 2014 nei Giardini Vaticani, il professoretraccia un chiaro trait d’union fra la preghiera el’azione sul campo: «l’invito a pregare per la pacerivolto dal Papa, nel giugno 2014, ai leader politicie religiosi di Israele e Palestina è stato un bel gesto.Le preghiere sono importanti ma i leader politicidovrebbero esprimere poi le misure che creinoconcretamente pace».

Alla fine dell’intervista, anche il professor AbuSway, così come aveva fatto il Rabbino Rosen con-divide una preghiera per la Terra Santa e i suoi abi-tanti: «O Allah, Tu sei Pace e da Te viene la Pace.Benedetto sei Tu, il Maestoso, il Generoso. Ti pre-ghiamo di guidare i leader del nostro mondo ad es-sere all’altezza di quanto Tu hai rivelato all’umani-

tà, di fare quanto è meglio perl’universo, per la vita sulla terra,di aiutare a mettere fine ovunquealle ingiustizie politiche, econo-miche e sociali, di mettere finealle realtà coloniali, di colmare ildivario fra nord e sud, e di aiuta-re i popoli della Terra Santa a ri-conoscere la relazione fra realtà,

giustizia e pace, e rendere la Terra Santa veramenteuna terra di pace e Gerusalemme la città della pace.Amen»

Nostra Aetate? Un insegnamento per noimusulmani

Mohammad Sammak è il Segretario Generalesia del Comitato cristiano-musulmano per il Dialo-go sia dello Spiritual Islamic Summit a Beirut in Li-bano. Di passaggio a Roma nell’inverno 2015, du-rante una conferenza presso la Federazione Nazio-nale della Stampa Italiana, ha parlato di quanto imusulmani possano imparare dalla Nostra Aetate.Con parole chiaramente scandite ha detto: «Nonpossiamo imparare se non ci rendiamo conto che

’’L’avvenire

del mondodipende dalla pacetra musulmanie cristiani

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la preghiera svolga un ruolo in questo contesto?Un aspetto della questione riguarda qual è il valore

della preghiera in sé mentre un altro concerne il valoredell’iniziativa di Papa Francesco. Ovviamente, da cre-dente religioso, credo nel potere che ha la preghiera,innanzitutto, di trasformare la persona che prega. Laparola ebraica per preghiera è l’uso riflessivo del verbo“giudicare”, hitpallel, che significa “giudicarsi”. Questaparola può provenire anche da una radice che risalenon tanto al giudizio ma allo stupore. Si tratta sempre,comunque, di un verbo riflessivo: significa avere uneffetto su se stessi, giudicarsi, riflettere sulle proprieazioni e valori, soprattutto riflettere sulla Creazione fi-sica e spirituale di Dio, essere pieni di meraviglia difronte alla presenza di Dio. Indica quindi, soprattutto,qualcosa che uno fa nei confronti di se stesso ma, co-me in ogni altro aspetto della vita, se si agisce in ma-niera convinta, si può avere un effetto su chi è vicino e,certamente, si può essere fonte di ispirazione per glialtri.

Nella tradizione ebraica, pregando testimoniamo lapresenza di Dio e il suo amore nella società umana at-traverso il modo in cui ci relazioniamo gli uni agli altriperché, se ogni essere umano è creato ad immagine di

Dio – come sia l’Ebraismo sia il Cristianesimo insegna-no – allora se non amiamo il nostro prossimo, nonamiamo davvero Dio. Quindi, mostrare che rispettiamogenuinamente le nostre rispettive diversità e, special-mente, le diverse religioni è un modo di amare Dio e dimostrarGli che Lo amiamo riunendo le persone. Daquesto punto di vista, un incontro di preghiera è moltoimportante.

L’idea di riunire israeliani e, non solo palestinesi,ma arabi musulmani e cristiani insieme, è una dellecose più importanti da fare. Se gli ebrei, i cristiani e imusulmani possono essere visti vivere insieme in pacein Terra Santa, gli effetti globali sarebbero notevoli. So-no quindi felice che Papa Francesco abbia dato parti-colarmente importanza a questo e che abbia invitatoinsieme i leader e i rappresentanti religiosi israeliani.Spero che Papa Francesco non rinuncerà a questa ini-ziativa e che la prossima volta ciò venga realizzato an-che con chi ricopre in quel momento una posizione dipotere politico o si trova in collegamento con le strut-ture del potere e non con coloro che sono figure pura-mente rappresentative e che non hanno impatto sullarealtà politica perché, in quel caso, l’iniziativa nonavrebbe conseguenze politiche.

Anche a Gerusalemme si è festeggiato il 50° anniversario della NostraAetate con il Jerusalem Expo 2015, una serata in cui vari gruppi si sonosucceduti sul palco con performances artistiche e testimonianze didialogo. L’evento è stato introdotto da tre presentatori in tre lingue:ebraico, arabo ed inglese.

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Può condividere con noi una preghiera per la Ter-ra Santa e i suoi abitanti?La prenderò dal salmo 122. Ci sono due versi

molto interessanti in quel salmo. Un verso è moltofamoso: “Domandate pace per Gerusalemme: sia pa-ce a coloro che ti amano”. Questo versetto sembraessere piuttosto contraddittorio perché, se si guardaalla storia di Gerusalemme, coloro che l’hanno ama-

ta, non hanno prosperato. Non c’èprobabilmente stata nessuna cittàsulla quale siano state versate piùlacrime e sparso più sangue. Quin-di, cosa significa? C’è un verso pre-cedente che lo spiega: “Gerusalem-me è costruita come città salda ecompatta”. I rabbini del Talmud han-no detto che una città salda e com-patta significa una città che uniscele persone. Ciò era stato chiaramen-te preso dall’antica immagine delpellegrinaggio nel quale gli Israelitidelle differenti tribù salivano a Ge-rusalemme insieme come un sim-bolo dell’unità nella diversità.

Il vero messaggio della pace di Gerusalemme èl’unità nella diversità. Quando cercheremo la pace diGerusalemme, l’unità fra ebrei, cristiani e musulmani,o il rispetto dell’attaccamento di ognuno di noi aquesta città, sarà allora che davvero prospereremo.La preghiera deve essere per la vera pace di Gerusa-lemme.

Intervista a cura di Elena Dini

abbiamo bisogno di imparare enon possiamo rendercene contose non sentiamo di sbagliare daqualche parte. Dobbiamo essereestremamente coraggiosi per ri-conoscere di dover imparare daaltre esperienze, soprattuttoquando vengono dal di fuoridella nostra comunità».

Accennando alle tensioni interne alla comunitàislamica e alle relazioni non sempre semplici framusulmani e non musulmani, oltre al triste spettrodell’estremismo violento, Sammak invita ad unasincera autocritica e, guardando quella che è statala storia di Nostra Aetate e del Concilio Vaticano II,confessa: “Io, molto umilmente cerco un AngeloRoncalli musulmano”.

Tante sono le iniziative e le voci che si alzano adifesa del pluralismo e della convivenza all’interno

del mondo musulmano e diquesto Sammak ne è benconsapevole ma «non so chipossa avere l’autorità moraledi riunire 2.450 saggi studio-si e tenerli insieme fino aquando non raggiunganoun’interpretazione unitariasu come vivere i principi isla-

mici nel XXI secolo».In conclusione dell’anno in cui si è festeggiato

il cinquantenario di questo documento che conti-nua a parlare non solo a chi si trova all’interno del-la Chiesa Cattolica ma che si offre come spunto diriflessione e invito al dialogo a chiunque lo legga,Papa Francesco torna sul tema del dialogo. Duran-te l’Angelus del 13 dicembre, si rivolge con paro-le di incoraggiamento ad alcuni membri del Movi-mento dei Focolari e delle comunità islamiche ita-

liane, promotori dell’iniziativa “Co-struttori di Pace”: «Andate avanti!Andate avanti con coraggio nel vo-stro percorso di dialogo e di frater-nità, perché tutti siamo figli diDio!». E.D.

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Andate avanticon coraggio nelvostro percorso didialogo e difraternità, perché tuttisiamo figli di Dio!

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Uno scambio “interreligioso” di sorrisi all’udienza di mercoledì 28ottobre in Piazza San Pietro nella quale Papa Francesco ha rivoltoun particolare saluto ai partecipanti della conferenza che haricordato i 50 anni della Dichiarazione Nostra Aetate. Qui lovediamo insieme al rabbino Rosen e ad uno dei rappresentantimusulmani, Rasoul Rasoulipour dall’Iran.

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Al Nostro Venerabile Fratello Edwin FrederickCardinale O’Brien

Arcivescovo Emerito di BaltimoraGran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo

Sepolcro di Gerusalemme

Siamo lieti di volgere a lei, Nostro VenerabileFratello, la Nostra attenzione mentre si prepara acelebrare il giubileo d’oro della sua ordinazione sa-cerdotale con spirito di gratitudine e lode. Infatti,sono passati cinquant’anni da quel memorabilegiorno – il 29 maggio 1965 – in cui, dopo aver dili-gentemente terminato gli studi filosofici e teologicial seminario arcidiocesano di Saint Joseph a Dun-woodie, venne ordinato sacerdote.

L’occasione di questo felice giubileo Ci offre lalieta opportunità di ricordare le varie fasi del suo

percorso pastorale, prima nella sua arcidiocesi nati-va di New York e poi fra i soldati in Vietnam cosìcome all’interno degli Stati Uniti d’America. Suc-cessivamente ha studiato a Roma presso l’Universi-tà Pontificia di San Tommaso d’Aquino dove haconseguito un dottorato in teologia morale. Ritor-nando nella sua arcidiocesi, ha assiduamente porta-to avanti i suoi vari compiti pastorali mentre svol-geva il ruolo di Vice-Cancelliere. Ha poi mostrato ilsuo grande talento in veste di Direttore della Co-municazione dell’Arcidiocesi di New York e di se-gretario privato dell’Arcivescovo. Negli anni suc-cessivi, si è dedicato alla prudente e saggia forma-zione dei sacerdoti, prima come rettore del Semina-rio di Saint Joseph a Yonkers e poi come rettore delPontificio Collegio Nordamericano a Roma.

Avendo riconosciuto le sue abilità e il suo zelo

Una storica lettera di Papa Francesco al Gran Maestro

GLI ATTI DEL GRAN MAGISTERO

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sacerdotale, San Giovanni Paolo II l’ha innalzata alrango di Vescovo e l’ha nominata Ausiliare di NewYork il 6 febbraio 1996. Dal 1997 al 2007 ha svoltoil ruolo di Ordinario dell’Arcidiocesi per i ServiziMilitari degli Stati Uniti d’America, predicando in-stancabilmente le verità salvifiche agli uomini edonne arruolati, considerando attentamente le cir-costanze del tempo presente. Nel 2007, il NostroVenerabile Predecessore Benedetto XVI l’ha nomi-nata Arcivescovo Metropolita di Baltimora, doveper quattro anni ha guidato il popolo sulla stradadella verità e della santità. Lì ha fatto grandi passinel portare avanti la nuova evangelizzazione e haavuto particolare cura nel promuovere vocazioni alsacerdozio e nel sostenere il rinnovamento dellescuole cattoliche. Ora, mentre svolge dal 2011 lefunzioni di Gran Maestro dell’Ordine Equestre delSanto Sepolcro di Gerusalemme, sempre fedele alsuo motto episcopale “Pastores dabo vobis”, si oc-cupa con cura della vita spirituale di questa antica evenerabile associazione. Il 18 febbraio 2012, PapaBenedetto XVI l’ha elevata alla posizione di Cardi-nale così mostrandole la sua particolare gratitudinee fiducia.

Anche Noi non possiamo ignorare l’energia e lacompetenza che ha messo a disposizione dei varidicasteri romani, in particolare la Congregazione

per le Chiese Orientali, la Congregazione perl’Educazione Cattolica e degli Istituti di Studi, ilPontificio Consiglio Giustizia e Pace e il PontificioConsiglio Cor Unum. Riconosciamo anche il suozelo e la sua fedeltà verso il Magistero della Chiesae il suo fervore nel compiere qualsiasi incarico levenga affidato. Sia nei suoi incarichi sacerdotali siain quelli pastorali, ha sempre assegnato un’impor-tanza primaria al benessere spirituale di coloro cheserve, come anche di quelli con cui lei serve.

In uno spirito di carità fraterna, quindi, siamoestremamente felici di unirCi a lei nel rendere gra-zie a Dio, il dispensatore di tutti i buoni doni, e dielogiarla per il suo fruttuoso ministero.

Estendiamo a lei, Nostro Venerabile Fratello, iNostri più sinceri auguri che il Buon Pastore, attra-verso l’intercessione della Beata Vergine Maria, ve-gli su di lei con la sua cura e protezione. Mentre ce-lebra questo anniversario speciale, desideriamo im-partirle la Nostra Benedizione Apostolica cheestendiamo anche a tutti coloro che si uniranno alei per i festeggiamenti. Allo stesso tempo, chiedia-mo a lei e a tutti loro di pregare per Noi così chepossiamo diligentemente portare avanti il ministeropetrino che Ci è stato affidato.

Vaticano, 5 maggio 2015,il terzo del Nostro Pontificato

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ROIl messaggio del Gran Maestrosull’accoglienza dei migranti in Europa

Nell’autunno 2015, il cardinale O’Brien ha scritto ai Luogotenenti europei

La foto, ampiamente diffusa dai mass me-dia, di un bambino siriano annegato ritro-

vato sulla spiaggia, così come la tragedia dei 71migranti del Medio Oriente morti soffocati inun camion frigorifero in Austria, hanno provo-cato alla fine dell’estate 2015 uno shock ed unapresa di coscienza nell’opinione pubblica eu-ropea.

Il cardinale Christoph Schönborn, arcive-scovo di Vienna e Cavaliere di Gran Croce del-l’Ordine del Santo Sepolcro, ha parlato a favo-re di un’accoglienza dei nostri «fratelli e sorel-le umani», a tutti i livelli, mentre cominciavanoad erigersi barriere per sbarrar loro la strada.

Durante l’Angelus della domenica successi-va a questi drammi, il 6 settembre, il Papa hachiesto concretamente che ogni parrocchia, co-munità religiosa, monastero e santuario d’Eu-ropa, accolga una famiglia di profughi. Ildramma del Medio Oriente riguarda ormai icittadini europei da molto vicino e, nel nomedella missione della Chiesa, i membri dell’Or-dine del Santo Sepolcro – al fianco di numero-si altri volontari la cui la generosità è esemplare– si impegnano anch’essi per far fronte al-l’emergenza umanitaria, in risposta alla letteradel Gran Maestro, il cardinale Edwin O’Brienche pubblichiamo per la memoria e la storia. ■

Eccellenze,come tutto il mondo sa, il nostro Santo Padre

ha diramato un appello a tutti i cattolici europeiaffinché ospitino i rifugiati che fuggono dalterrorismo e dalla guerra nei loro paesi.

Come membri dell’Ordine Pontificio del SantoSepolcro, abbiamo l’obbligo speciale di essere inprima fila nelle nostre parrocchie e comunità arispondere a questa sfida di solidarietà,soprattutto nei confronti dei nostri fratelli cheprovengono dai territori biblici. Posso richiedere ilvostro aiuto?

Spererei che, in ogni Luogotenenza europea,siano prese iniziative concrete a questo scopo. Inquesto momento di grave crisi, sono richiestisacrifici per compiere le opere corporali e spiritualidi misericordia. Vi pregherei di consultarvi edecidere all’interno della vostra Luogotenenzacome rispondere. Mi auguro di poter essere messoa conoscenza dei risultati delle vostre scelte chepoi condividerò all’interno dell’Ordine.

La Festa di Nostra Signora di Palestina saràun’occasione perfetta per fornire unatestimonianza pubblica della nostra mobilitazione.

Conto sulla vostra prioritaria attenzione inmerito e assicuro ad ognuno di voi la miapreghiera quotidiana.In Cristo

Edwin Cardinale O’Brien

«Come membri dell’Ordine delSanto Sepolcro, abbiamo

l’obbligo speciale di essere inprima fila nelle nostre parrocchie

e comunità a rispondere aquesta sfida di solidarietà,

soprattutto nei confronti deinostri fratelli che provengono dai

territori biblici. Posso richiedereil vostro aiuto?», ha scritto insostanza il Gran Maestro ai

Cavalieri e alle Dame di tuttal’Europa, per il tramite dei

Luogotenenti dei diversi paesi.

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Durante questa sessione di primavera si è trattatol’argomento della vita spirituale dei circa

30.000 membri dell’Ordine, così come le contingen-ze materiali legate alla loro missione di sostegno alleistituzioni cattoliche in Terra Santa.

Il cardinale Edwin O’Brien, Gran Maestro, haaperto i lavori salutando la presenza del nuovo Ceri-moniere Mons. Fortunato Frezza, celebre biblista,auspicando che con il suo aiuto si sviluppi una mag-giore spiritualità nell’Ordine. Ha proseguito affer-mando la volontà di continuare a visitare le Luogo-

tenenze, essendosi già recato in 26 paesi e preparan-dosi a compiere ancora una dozzina di viaggi primadella fine del 2015, in particolare per procedere alleInvestiture. Si è inoltre dichiarato disponibile a ri-spondere agli inviti che gli saranno rivolti.

Il Governatore Generale, Agostino Borromeo, haricordato che nessun Gran Maestro, finora, avevaviaggiato tanto per incontrare i membri dell’Ordinelà dove essi vivono, cercando di favorire i legami coni responsabili delle Chiese locali, come avverrà nelmese di ottobre in occasione della prima riunionedei Luogotenenti dell’Asia e dell’Oceania, in Austra-lia, insieme ai vescovi che rivestono la carica di GranPriore nelle Luogotenenze. Tracciando un veloce bi-lancio degli ultimi mesi, il Governatore Generale siè inoltre rallegrato dello sviluppo dell’Ordine inLettonia e nella Repubblica Ceca, così come dellapositiva chiusura dei conti del Gran Magistero.

Il Patriarca Latino di Gerusalemme, Mons.Fouad Twal, ha parlato poi del grande avvenimentoche rappresenta la canonizzazione a Roma il 17 mag-gio 2015 di due religiose palestinesi, Mariam Bawar-di e Maria Alfonsina Ghattas, con la partecipazionedi una delegazione di circa 3.000 pellegrini prove-nienti dalla Terra Santa.

Ha poi sottolineato l’importanza di non dimenti-care la difficile situazione degli abitanti di questoterritorio, in particolare le condizioni disperate nellequali vivono i superstiti dei bombardamenti del-l’estate 2014 a Gaza, così come il dramma dei profu-ghi della Siria e dell’Iraq rifugiatisi soprattutto inGiordania.

Il dibattito è proseguito per parecchie ore, a por-te chiuse, su un argomento delicato: il debito inatte-

I membri del Gran Magistero dell’Ordine del Santo Sepolcro si sono riunitia Roma, insieme al Gran Maestro, il 21 e 22 aprile 2015, esercitando così la

loro missione di coordinamento delle attività delle 63 Luogotenenze eDelegazioni Magistrali ripartite in tutto il mondo.

LA RIUNIONE DI PRIMAVERA

Durante la riunione di primavera del Gran Magistero,il Patriarca Mons. Fouad Twal ha condiviso la gioiadella Chiesa di Gerusalemme per le due religiosepalestinesi che poche settimane dopo sarebberostate dichiarate sante. In questa foto vediamo lereliquie di Mariam Bawardi e Maria Alfonsina Ghattasesposte in Piazza San Pietro il 17 maggio 2015durante la Messa di canonizzazione.

Le due riunionidel Gran Magisteronel 2015

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so che affligge l’Università di Madaba, fondata conil sostegno di due papi, San Giovanni Paolo II e Be-nedetto XVI, nel regno Hascemita di Giordania.Mons. Antonio Franco, Assessore dell’Ordine, haanalizzato i fatti a nome della Commissione istituitaalcuni mesi fa dalla Segreteria di Stato della SantaSede per studiare il problema. Ha messo in luce labuona gestione accademica attuale dell’istituto, spie-gando la presenza del debito con gli investimenti dipartenza di cui non si è riusciti ad onorare il paga-mento. Durante questa riunione del Gran Magisteroè stata formulata una lettera per i Luogotenenti, pertenerli informati della decisione presa dalla SantaSede di sostenere l’Università con nuove garanzie,attraverso una Fondazione Vaticana, precisando l’as-senza di responsabilità da parte dell’Ordine in meri-to a questa situazione ma facendo appello alla soli-darietà dei suoi membri nell’interesse della Chiesauniversale.

68 parrocchie e 44 scuole per 90.000 fedelicattolici di rito latino

La riunione ha poi ripreso gli interventi all’ordi-ne del giorno. L’Amministratore generale del Pa-triarcato ha illustrato diverse esigenze in Terra San-ta, come l’alloggio delle famiglie a Gerusalemme,l’accoglienza dei migranti, il trattamento degli inse-gnanti, e l’accompagnamento pastorale dei giovani,molti dei quali vorrebbero partecipare alla GiornataMondiale della Gioventù di Cracovia nel 2016.

Con 68 parrocchie e 44 scuole per 90.000 fedelicattolici di rito latino (42.000 in Giordania, 30.000in Israele e 18.000 in Palestina), il Patriarcato Latino

di Gerusalemme fa fronte a numerose sfide, da Ci-pro alla Giordania, passando per Israele e i territoridella Palestina. Per affrontarle l’Ordine del SantoSepolcro offre il suo sostegno ogni anno a diversiprogetti, oltre all’aiuto mensile versato al Patriarcatoper le istituzioni come, ad esempio, le scuole.

Il presidente della Commissione per la TerraSanta, Thomas MacKiernan, ha redatto un rapportosu questi progetti, dopo la visita sul campo effettua-ta a marzo 2015. L’Ordine ha aiutato nel 2014 il cen-tro per i Migranti a Tel Aviv, la scuola di Mafraq, laparrocchia di Zarka e la scuola di Na’our. Tra lenuove proposte, l’Ordine contribuirà a finanziareuna casa d’accoglienza per bambini nella parrocchiadi Jaffa in Galilea, uno spazio multiculturale al Cen-tro Nostra Signora della Pace in Giordania, ed uncentro d’accoglienza per i profughi in una chiesaparrocchiale di Amman.

Il Gran Magistero, che gestisce le donazioni pro-venienti da tutte le Luogotenenze, ha avuto un bi-lancio migliore dell’anno precedente, con 10,981 mi-lioni di euro in totale, come ha riportato il Consulto-re Ing. Pier Carlo Visconti. Pierre Blanchard, daparte sua, ha descritto la gestione patrimoniale degliinvestimenti e dei titoli dell’Ordine al servizio delleistituzioni del Patriarcato Latino di Gerusalemme.

Infine il Cancelliere Ivan Rebernik ha informato imembri del Gran Magistero sulle ultime novità ri-guardanti il settore della comunicazione dell’Ordi-ne, dando notizia della creazione di un nuovo sitointernet, attualmente in corso di realizzazione. Haaltresì informato i presenti sul lavoro intrapreso nel-l’Archivio Centrale dell’Ordine per una miglioreconservazione della documentazione. ■

Il primo giorno il cardinale O’Brien ha parlatodelle sue ultime visite alle Luogotenenze in di-

versi paesi come la Danimarca, la Slovenia, la Fran-

cia, il Regno Unito e l’Australia, annunciando il de-siderio di recarsi prossimamente a Guam, nelle Fi-lippine e a Taiwan. Il Gran Maestro ha insistito sul-

LA RIUNIONE D’AUTUNNOIl 10 e 11 novembre i membri del Gran Magistero si sono riuniti a Roma in

compagnia del Gran Maestro dell’Ordine del Santo Sepolcro, il cardinale EdwinO’Brien, e alla presenza del Gran Priore, Sua Beatitudine Mons. Fouad Twal,Patriarca di Gerusalemme. Hanno pregato insieme, affidando gli abitanti della

Terra Santa a Nostra Signora della Palestina la cui l’icona si trova in una delle saledel Palazzo della Rovere dove, ogni mattina, è stata celebrata la messa che

precedeva le sedute di lavoro.

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la necessità di continuare a stanziare fondi per l’ac-coglienza dei profughi del Medio Oriente che af-fluiscono su una parte dei territori del PatriarcatoLatino in Giordania. Ha anche sottolineato l’im-portanza delle iniziative prese dai Luogotenenti persegnalare la partecipazione dell’Ordine al Giubileodella Misericordia nelle diocesi, raccomandandopellegrinaggi locali secondo le istruzioni che il San-to Padre ha indicato nella sua Bolla di indizionedell’Anno Santo, Misericordiae Vultus.

Il Governatore Agostino Borromeo ha poi presola parola, rivolgendo un particolare benvenuto aMary O’Brien, americana, al momento unica donnamembro del Gran Magistero. Agostino Borromeoha anch’egli fatto riferimento alla prima riunione inAustralia dei Luogotenenti e Delegati Magistralid’Asia e Oceania, sottolineando la capacità diespansione dell’Ordine che, da alcuni anni, nonsmette di crescere. Ha inoltre fatto sapere al GranMagistero che una decisione della Corte di Cassa-zione italiana permetterebbe presto il rinnovo dellagestione dell’hotel, finora affidato alla società Co-lombus, a beneficio delle attività in favore dellaTerra Santa.

Il sostegno prioritario alle persone:“pietre vive”

Da parte sua il Patriarca Twal ha fatto il puntodella situazione nei paesi dove esercita la sua re-sponsabilità pastorale (Palestina, Giordania, Ciproe Israele), dispiacendosi per alcuni episodi che con-

trariano la volontà di dialogo, come la costruzionedel Muro di separazione nella valle di Cremisan,ma rallegrandosi dell’azione educativa e sociale delPatriarcato, resa possibile grazie al sostegno del-l’Ordine, per far fronte ad «una crisi che sembranon avere fine». I migranti del Medio Oriente at-tualmente sarebbero 20 milioni di persone, 42.000al giorno. Coloro che arrivano in Giordania benefi-ciano della scolarità per i loro bambini, spesso nellescuole cattoliche del Patriarcato, dove cristiani emusulmani vivono “la cultura dell’incontro” nelquotidiano.

Parlando di questa cinquantina di scuole cristia-ne in Terra Santa, l’amministratore generale del Pa-triarcato, Padre Imad Twal, ha presentato il bilan-cio 2015 e le previsioni per il 2016, precisando cheormai il governo israeliano, che voleva nazionaliz-zare le scuole, non assicura più sovvenzioni regolarima solamente straordinarie, cosa che rende fragileil sistema intero. Dopo averne discusso, il GranMagistero ha accettato di inviare 35.000 dollari inpiù al mese al Patriarcato per le scuole e anche perle istituzioni come le parrocchie e i due seminari,minore e maggiore. «La formazione del clero localeè essenziale», ha sottolineato il Patriarca, ricordan-do, inoltre, che la particolarità delle scuole nellecittà e villaggi della Terra Santa è quella di dipen-dere direttamente dalle parrocchie. A nome della

I membri del Gran Magistero circondano il PatriarcaLatino di Gerusalemme dopo una messa mattutinacelebrata a Palazzo della Rovere, a Roma.

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Commissione per la Terra Santa incaricata dei pro-getti, Heinrich Dickmann ha aggiunto che il soste-gno alle persone, “pietre vive”, è divenuto semprepiù prioritario, così come un migliore coordina-mento dell’aiuto, per un piano quinquennale.

Il rapporto della Commissione per la Terra San-ta, esposto dal suo presidente Thomas McKiernan,ha valorizzato tre progetti: un giardino d’infanzia aJaffa di Nazareth, la chiesa di Marj Al-hamam inGiordania, e il Centro pastorale multiculturale No-stra Signora della Pace vicino ad Amman che è an-che destinato ad opere umanitarie. Ha poi fatto unresoconto della visita della Commissione che si èsvolta nello scorso mese di ottobre e durante laquale vi sono stati scambi di ideeproficui per il futuro, in particola-re con i responsabili di struttureche si occupano di educazione edi salute. Bartholomew McGet-trick, uno dei tre membri dellaCommissione, ha posto l’accentosull’impegno necessario a sostene-re la formazione della comunitàcristiana, molto indebolita, affin-ché continui a svolgere un ruolo di mediazione nelrisolvere le ingiustizie.

A chiusura della sessione del 10 novembre, l’in-gegner Pier Carlo Visconti ha presentato un bilan-cio provvisorio dei conti del Gran Magistero dovesi evidenzia che, da gennaio 2015, sono già stati in-viati al Patriarcato di Gerusalemme quasi 10 milio-ni di dollari, dei quali è rimarcabile quest’anno undono eccezionale di un milione di dollari prove-niente dagli Stati Uniti.

Il progetto di una riunione continentale in Asia

L’altra giornata di lavoro, che si è conclusa conil tradizionale ricevimento amichevole e fraterno inonore di Nostra Signora della Palestina, si è con-centrata inizialmente sul rapporto delle scuole delPatriarcato che registrano un deficit.

Padre Imad Twal ha mostrato molto chiaramen-te l’importanza di questa rete scolastica parrocchia-le per la minoranza cristiana: i bambini musulmaniche crescono lì, costruiscono amicizie che sarannofeconde per tutta la società futura. La Striscia diGaza, per esempio, conta tre scuole del Patriarcato,mentre i cattolici sono solamente 130 su quasi 2 mi-

lioni di abitanti. «Siamo nel cuore della nostra mis-sione pastorale al servizio del dialogo attraversol’educazione», ha detto il Patriarca Twal al quale ilcardinale O’Brien ha pubblicamente manifestato ilsuo sostegno a favore dell’impatto sociale della pre-senza cristiana in Terra Santa. I salari e le pensionidei professori devono continuare ad essere corri-sposti in modo equo e questa non è una sfida dasottovalutare.

In seguito, è stato presentato il rapporto sui la-vori a Gaza che ha evidenziato come occorra so-prattutto far fronte alle emergenze perché la rico-struzione è legata ad un accordo di pace tra le dueparti in conflitto.

Proseguendo nell’ordine delgiorno, Paul Bartley ha racconta-to quanto accaduto durante laprima riunione in Australia deiLuogotenenti d’Asia e Oceania,rilanciando l’idea di una prossi-ma riunione a Singapore per av-vicinarsi, nello specifico, ai Luo-gotenenti delle Filippine e di Tai-wan. Ha sottolineato l’importan-

za di intrattenere rapporti tra il Gran Magistero e leLuogotenenze geograficamente più lontane da Ro-ma, in vista di una migliore circolazione delle noti-zie.

Mons. Antonio Franco, Assessore dell’Ordine,ha poi portato a conoscenza dei membri del GranMagistero l’attuale situazione della Fondazione Va-ticana San Giovanni Battista, per la formazione e lacultura in Medio Oriente. Questa Fondazione pon-tificia, nata nel mese di maggio 2015 e presiedutadal cardinale O’Brien, ha già trovato il modo di ri-durre il deficit dell’Università di Madaba e prose-gue nella sua azione in questo senso, conducendole negoziazioni con le banche, anche se resta ancoramolto da fare.

Infine il Cancelliere Ivan Rebernik ha fornito ildettaglio delle statistiche dell’Ordine, che ha accol-to 1.164 nuovi Cavalieri e Dame nel 2014. Ha de-scritto il lavoro del Servizio Comunicazione, che starealizzando un nuovo sito internet per il Gran Ma-gistero, e ha parlato dei lavori intrapresi per au-mentare lo spazio per l’archivio cartaceo dell’Ordi-ne. Ha suggerito inoltre di valutare l’eventualecreazione di un servizio di documentazione del-l’Ordine. ■

’’Al cuore della

nostra missione:il servizio deldialogo attraversol’educazione

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Vari anni fa mi è stato chiesto diparlare della Commissione per laTerra Santa ad un’Investitura ne-

gli Stati Uniti. Il Luogotenente avevadetto che molti membri non erano a co-noscenza né dell’esistenza di tale Com-missione né della sua funzione. Con ciòè iniziata una serie di presentazioni cheho tenuto sul ruolo di questa Commis-sione. La risposta da parte del pubblicoè stata eccellente poiché i nostri membrisono ben contenti di scoprire come so-no monitorati i progetti che finanziamo.

Non esiste alcuna storia scritta dellaCommissione per la Terra Santa maHeinrich Dickmann e Christa von Sie-mens della Germania hanno fornito in-formazioni che fanno pensare che essaabbia inizio con la già formata Commis-sione per la Terra Santa della Luogote-nenza tedesca. Facevano parte di que-st’organo, che inizialmente era un’inizia-tiva privata della Luogotenenza per laGermania, Margarete Underberg, Elisa-

beth Verreet, Luise Werhahn e MichaelWirtz.

Elisabeth Verreet assunse la presidenzadella Commissione, dopo Margarete Un-derberg, nel 1986 e ha mantenuto questacarica per venti anni. Durante questo tem-po ha anche dato vita al “Sozialfond” che èora noto come il Fondo Umanitario.

La signora Verreet ha invitato Christavon Siemens, un membro di Monaco, apartecipare alle visite in Terra Santa. Un al-tro confratello in quel tempo si è unito algruppo: Robert Benson, l’allora Luogote-nente per l’Inghilterra e il Galles. Benson,che ha poi preso il posto di Elisabeth Ver-reet alla guida della Commissione, ha de-scritto l’opportunità di lavorare con la si-gnora Verreet in termini di un’importantebenedizione personale.

Dopo la morte di Verreet nel 2006 e ilpensionamento di Benson pochi anni do-po, von Siemens è diventata la presidentedella Commissione che, al tempo, contavafra i suoi membri Adolfo Rinaldi dall’Italia,Constance van Wesemael dai Paesi Bassi eMichael Whelan dal Regno Unito.

Quando la dottoressa von Siemens hacompletato il suo mandato nel Gran Magi-

38 - Annales 2015

la commissione del gran magisteroper la terra santa

“Gli occhi, le orecchie e la coscienza dei membri sul campo”

I membri dellaCommissioneper la Terra

Santa in unariunione di

lavoro a BeitJala (sopra) e

insieme alPatriarcaLatino di

Gerusalemme,Mons. FouadTwal (sotto).

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stero, mi è stato chiesto di succederle in veste dipresidente della Commissione e il professore BartMcGettrick dalla Scozia e il dottor Heinrich Dick-mann dalla Germania sono stati nominati membri.

Bartholomew [Bart] McGettrick è un noto au-tore e oratore su temi di leadership educativa cri-stiana e Heinrich Dickmann ha alle spalle un’im-portante carriera nella finanza come amministrato-re delegato di un compagnia europea di assicura-zioni. Il mio background è nel campo dell’educa-zione secondaria e dell’economia. Sono stato il re-sponsabile di un liceo cattolico oltre a prestare ser-vizio nel consiglio di amministrazione di una bancae anche di una fondazione di missione estera impe-gnata con la Santa Sede. La combinazione di edu-cazione, economia e azione missionaria, oltre allanostra genuina amicizia e rispetto l’uno per l’altroci ha resi una squadra equilibrata.

Il dottor Dickmann è determinato a portareavanti l’originaria iniziativa tedesca del “Sozial-fond” e lavora per trovare un punto d’equilibriocon i cristiani del Patriarcato Latino fra solidarietàe sussidiarietà. Si tratta di un punto delicato: esage-rare in una direzione o nell’altra può portare i cri-stiani, da una parte, alla perdita della loro dignità ea creare un’atmosfera di dipendenza e, dall’altra, adiminuire la loro possibilità di sopravvivere e pro-sperare con le loro forze.

Il professor McGettrick si fa veicolo dei concet-ti di leadership cristiana per i presidi e gli insegnan-

ti delle scuole del Patriarcato. Tutti e tre crediamoche l’educazione è sia il miglior dono che si può fa-re a qualcuno, sia l’unica via di uscita dalla povertà.

La Commissione è un organo consultivo per ilcardinale Gran Maestro. Non decidiamo le prioritàdel Patriarcato che sono da loro determinate. Tut-tavia, con la recente situazione dei migranti e rifu-giati, soprattutto in Giordania e a Tel Aviv, la Com-missione sta guardando oltre gli abituali progetti disostegno al capitale e di costruzioni e incoraggia areindirizzare i nostri fondi speciali, almeno per ilmomento, verso le necessità umanitarie e pastorali.

Nelle mie presentazioni sulla Commissione perla Terra Santa, racconto ai nostri membri che noiandiamo, osserviamo, consigliamo e riportiamo eche, rispettando le loro donazioni per i progetti inTerra Santa, noi, la Commissione, siamo i loro oc-chi, le loro orecchie e la loro coscienza sul campo.

Questa non è una storia completa e finita dellaCommissione per la Terra Santa ma credo che sitratti di un ragionevole riassunto dei suoi inizi e delsuo stato attuale.

Thomas E. McKiernan, KCSG, KGCHSMembro del Gran Magistero

Presidente della Commissione per la Terra Santa

Ulteriori informazioni sulla Commissione esulle nostre visite di metà anno possono esserelette su Annales 2014, pp. 50-54.

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Il professorThomas

McKiernan, attualepresidente della

Commissione perla Terra Santa, in

una visita sulcampo insieme a

Christa vonSiemens che l’ha

preceduto inquesto ruolo.

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FASE CONCLUSIVA DEI LAVORIPER LA NUOVA CHIESA E SALONE

DEL COMPLESSO DI MARJ AL-HAMAM(GIORDANIA)

La cittadina di Marj Al-hamam si trova nella periferiadi Amman e serve direttamente una zona dove si

contano circa 1500 fedeli. Nel complesso conventuale diMarj Al-hamam vivono le suore di San Giuseppe dell’Ap-parizione che attualmente hanno 15 novizie e postulanti:

il lavoro pastorale di questa comunità è di grande aiutoalla popolazione. La chiesa poteva ospitare fino a 120

persone mentre la nuova parrocchia in costruzione avràuna capacità di 600 persone e il nuovo salone di 500 per-

sone. Attualmente i lavori sono nella loro ultima fase.

Rispondere alle necessitàdelle comunità locali

in Terra Santa I progetti approvati dal Gran Magistero

Come ogni anno, oltre al sostegno mensile per le spese del Patriarcato Latino diGerusalemme, l’Ordine del Santo Sepolcro seleziona fra i progetti presentati dal

Patriarcato stesso quelli che sono stati positivamente valutati dalla Commissione perla Terra Santa dell’Ordine e che verranno portati a termine. Nell’anno 2015 sono

stati scelti tre progetti, qui sotto brevemente descritti.

LA RISTRUTTURAZIONE DELCOMPLESSO CONVENTUALE DI JAFFADI NAZARETH (ISRAELE)

Jaffa di Nazareth si trova a pochi kilometri a nord daNazareth, nello Stato di Israele. La parrocchia locale

conta circa 580 famiglie e il complesso include, oltre allachiesa stessa, una scuola, un asilo, la residenza del par-roco con il suo ufficio e la casa delle religiose. I lavoriche saranno realizzati nell’arco di tre anni prevedonol’ampliamento del numero delle classi per permettere al-la scuola di ospitare anche il livello di studi superiori li-ceali con il conseguente spostamento dell’asilo e deglialloggi del parroco e delle religiose in un nuovo edificio.Attualmente la scuola e l’asilo ospitano 555 studenti.

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RESTAURO DELLA CHIESAPARROCCHIALE MELCHITA A TAYBEH(PALESTINA)

Situato nel distretto di Ramallah, il piccolo villag-gio cristiano di Taybeh conta 1300 abitanti di

cui circa 150 sono greco-melchiti. La chiesa greco-melchita venne costruita nel 1964 e da allora nonsono mai stati previsti lavori di manutenzione. Ilpresente progetto mira a mettere in sicurezza lastruttura per permettere alla comunità locale diusufruirne in tranquillità.

RISTRUTTURAZIONE E AMPLIAMENTODELLA SCUOLA ELEMENTARE DI KENA(EGITTO)

Sono poco meno di 100 i bambini che frequenta-no la scuola dei Frati Minori Francescani nel

villaggio di Taweirat della provincia di Kena nellaDiocesi di Tebe-Luxor. La scuola è aperta e gratui-ta per tutti i bambini di questo villaggio a maggio-ranza musulmana dove risiede una popolazione

I progetti portati avanti in accordocon la Congregazione per le Chiese Orientali

Oltre ai progetti che rispondono direttamente al Patriarcato Latino diGerusalemme, l’Ordine del Santo Sepolcro sostiene anche dei progetti legati

alla ROACO (Riunione delle Opere di Aiuto per le Chiese Orientali). IlGovernatore Generale Agostino Borromeo rappresentava l’Ordine durante

l’assemblea Plenaria del 2014 nella quale si è ampiamente discusso dellasituazione delle minoranze religiose in Siria e alla quale ha partecipato Mons.

Mario Zenari, Nunzio Apostolico in questo paese in guerra.

COMPLETAMENTO DEL PIANO TERRADEL CENTRO OUR LADY OF

PEACE E COSTRUZIONEDI UN CENTRO CULTURALE

(GIORDANIA)

Il Centro Our Lady of Peace venne aperto nei pressidi Amman nel 2004 dal Patriarcato Latino di Geru-

salemme e attualmente offre una serie di servizi perpersone diversamente abili, oltre al sostegno in variomodo dei movimenti giovanili ecclesiali in Giordania. Portando a termine il piano terra del centro si avran-no a disposizione ulteriori uffici, sale riunioni e incontri e un appartamento per le religiose che vi risiedono.

molto attiva di circa 1500 cristiani cattolici che hadato la gioia di varie vocazioni religiose. L’edificiocostruito nel 1954 non è più sicuro e la necessitàimpellente è di demolirlo per poterne ricostruireuno nuovo che possa accogliere in tranquillità ilcrescente numero di studenti.

COSTRUZIONE DI UN RECINTOPER IL COMPLESSO DELL’OSPEDALEDI SAN VINCENZO DE PAOLIA NAZARETH (ISRAELE)

Già nel 1898 le Figlie della Carità fondavanol’“Ospedale francese” di San Vincenzo de

Paoli per servire l’area di Nazareth e delle città vici-ne. Attualmente la struttura opera principalmentenei settori ginecologico e pediatrico, fornendo cosìun fondamentale sostegno alla popolazione locale.Situato accanto ad una delle strade principali delcentro di Nazareth, il complesso ospedaliero è statonegli ultimi tempi oggetto di furti e atti di vandali-smo. La costruzione di un recinto diminuirà le pos-sibilità di subire ulteriori danni in futuro. La Luo-

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gotenenza per la Francia è stata ben felice di pren-dere in carico l’intero progetto e la ringraziamo peril generoso impegno.

RISTRUTTURAZIONE DELLA CASA E DEGLIUFFICI PARROCCHIALI E CREAZIONE DIUN PARCHEGGIO PRESSO LA CHIESACATTOLICA GRECO-MELCHITADI SANT’ELIA AD ISFIA (ISRAELE)

Isfia è un villaggio a maggioranza drusa ma agrande diversità religiosa. Infatti, ad Isfia, nel-

l’area del Monte Carmelo, vivono anche circa 1800greco-cattolici, 200 maroniti cattolici, 700 musul-mani e 50 ebrei. Al termine dei lavori di ristruttura-zione, la chiesa di Sant’Elia potrà senza dubbio of-frire servizi migliori alla popolazione locale.

RESTAURO DELLA CHIESAPARROCCHIALE MARONITASAN GIORGIO A KORMAKITIS (CIPRO)

Il villaggio di Kormakitis è abitato da una piccolacomunità cattolica maronita. La chiesa di San

Giorgio si trova al centro del villaggio ed è stata co-struita all’inizio del secolo scorso. Attualmente ne-cessita di urgenti lavori strutturali oltre ad un mi-glioramento della gestione degli spazi esterni chepotranno così ospitare eventi religiosi e culturali.

ACQUISTO DI STRUMENTAZIONETECNOLOGICA E GIOCHI EDUCATIVIPER L’ASILO “PETER NETTEKOVEN”DI BEIT SAHOUR (PALESTINA)

L’asilo della scuola “Peter Nettekoven” del Pa-triarcato cattolico greco-melchita ha cinque

classi più una de-dicata all’insegna-mento della linguainglese e accogliecirca 140 bambinifra i 3 e i 5 anni.Nell’educazionedelle nuove gene-razioni sta diven-tando importantela possibilità diaiutare i bambini a

familiarizzare presto con la tecnologia. Il presenteprogetto prevede dunque l’acquisto di strumenta-zione, come computer e proiettori, oltre all’inseri-mento di più giochi educativi a servizio degli scola-ri che sono un mezzo privilegiato di apprendimen-to per la fascia d’età interessata. Ringraziamo laLuogotenenza per l’Olanda per aver finanziatoquesto progetto.

CREAZIONE DI UN’AREA GIOCHINELL’ASILO “AL-LIQA’A” DI BEIT HANINA(PALESTINA)

L’asilo “Al-Liqa’a” si trova alla periferia di Ge-rusalemme e appartiene al Patriarcato cattoli-

co greco-melchita. La struttura accoglie approssi-mativamente 150 bambini di cui circa la metà sonocristiani. Il progetto prevede la creazione di un’areagiochi e sportiva che possa essere utilizzata non so-lo dai bambini dell’asilo ma anche dai gruppi gio-vani.

DIPARTIMENTO OFTALMICODELL’OSPEDALE ITALIANO A KERAK(GIORDANIA)

L’Ospedale italiano a Kerak, cittadina di circa250.000 abitanti considerata fra le più povere

della Giordania, venne fondato nel 1935 ed è gesti-to dalle suore comboniane. Si tratta di un piccoloospedale con 50 posti letto e varie unità operativeche serve l’intera popolazione, che recentemente ècresciuta a causa del considerevole numero di im-migrati siriani. La struttura si autofinanzia ma, nelcaso di spese straordinarie, fa affidamento alla ge-nerosità di donatori. Il dipartimento oftalmico haaperto sei anni fa e solo nel 2014 ha registrato quasi

4000 casi. Il proget-to prevede l’acquistodi apparecchiaturemediche per per-mettere di effettuareoperazioni chirurgi-che in loco ed evita-re ai pazienti di an-dare fino ad Amman(140 km di distanza)per operarsi di cata-ratta. ■

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All’apertura dei lavori il Gran Maestro ha saluta-to il nuovo cerimoniere Mons. Fortunato Frez-

za, incaricato di sostenere la vita spirituale dell’Or-dine, così come i nuovi Luogotenenti della Germa-nia e del Portogallo e il Delegato Magistrale dellaLettonia, paese dove lo scorso novembre hannoavuto luogo le prime Investiture. Ha proseguitosottolineando poi la sua volontà di continuare a vi-sitare i membri dell’Ordine in tutti i continenti, an-che per contribuire a mobilitarli in favore dei cri-stiani d’Oriente, molti dei quali hanno trovato rifu-gio nelle parrocchie del Patriarcato Latino di Geru-salemme, in particolare nel Regno Hascemita diGiordania.

Il Governatore Agostino Borromeo ha preso poila parola rispondendo innanzitutto ad un libelloche i Luogotenenti avevano ricevuto nei giorni pre-cedenti, a proposito del progetto di restaurazionedella sede del Gran Magistero. Chiarendo la situa-zione, il Governatore ha ricordato i fatti, spiegandoche, sin dal 2001, in osservanza agli statuti dell’Or-dine, i Gran Maestri che si sono succeduti hannodeciso di accrescere la “riserva” finanziaria per lamanutenzione e restaurazione dell’intero edificio

del Palazzo Della Rovere, di cui una parte è affitta-ta alla società alberghiera Hotel Columbus da circa50 anni. Quest’ultima dovrà a breve liberare i localie la prossima locazione, prevista con un’altra socie-tà, dovrebbe permettere sia di coprire tutte le spesedel Gran Magistero sia di produrre dei benefici infavore della Terra Santa. La trasparenza di questeoperazioni è dunque totale, come ben dimostratodal Governatore che, avendo precisato le cose, hadeciso a titolo personale di perdonare i suoi accusa-tori e di tendere loro la mano nella prospettiva delGiubileo della Misericordia. Unanimemente i Luo-gotenenti hanno assicurato al Gran Maestro e alGovernatore il loro esplicito sostegno.

Dopo questo chiarimento, il Cancelliere IvanRebernik ha parlato della crescita numerica del-l’Ordine, presentando le statistiche dell’anno pre-cedente e rallegrandosi dei nuovi membri che han-no raggiunto l’Ordine, compensando i decessi regi-strati. Ha anche parlato degli sforzi di comunica-zione realizzati in questi ultimi mesi, in particolaregrazie alla decisione di creare un nuovo sito inter-net del Gran Magistero in cinque lingue, in collega-mento con i servizi della Santa Sede.

Le tre riunioni continentalidei Luogotenenti dell’Ordine

del Santo Sepolcro

Gli incontri annuali continentali sono regolarmente previsti per i Luogotenenti europei ed americanie, da quest’anno, per i Luogotenenti d’Asia e d’Oceania. Si tratta di occasioni importanti che per-mettono all’Ordine, che ha la gioia di essere presente in così tante nazioni del mondo, di assicurare

che la direzione seguita sulle questioni fondamentali sia unitaria e che tutti siano informati dei recenti acca-dimenti che riguardano sia la Terra Santa sia la struttura stessa dell’Ordine.

LA RIUNIONE ANNUALEDEI LUOGOTENENTI EUROPEI A ROMA

L’11 e 12 maggio 2015, una trentina di Luogotenenti europei dell’Ordine delSanto Sepolcro hanno tenuto la loro riunione annuale alla presenza del Gran

Maestro, il cardinale Edwin O’Brien, e dei rappresentanti del Gran Magistero.La riunione ha avuto luogo presso la sede dell’Ordine, situata a Palazzo Della

Rovere a Roma, vicino a Piazza San Pietro.

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L’Ingegner Pier CarloVisconti ha, da parte sua,esposto il bilancio finan-ziario del Gran Magiste-ro, mostrando che le of-ferte sono state più so-stanziose nel 2014 e Pier-re Blanchard ha fornito dettagli ai Luogotenentisulla gestione degli investimenti e dei titoli.

«Nessun’altra organizzazione fa quanto voiper la Terra Santa»

Il Presidente della Commissione per la TerraSanta del Gran Magistero, Thomas McKiernan hainsistito sulla necessità di un asilo per il VicariatoSan Giacomo, al servizio dei cattolici di espressioneebraica in Israele, prima di descrivere i tre progettirealizzati nel 2014 in Giordania, ovvero i lavori nel-la parrocchia di Mafraq, in quella di Zarka Nord, enella scuola di Na’our. I progetti per il 2015 sonorelativi alla parrocchia di Jaffa di Nazareth, in Israe-le, e alla scuola attigua, al Centro Nostra Signoradella Pace che accoglie i profughi in Giordania, ealla parrocchia di Marj Al-hamam, ad Amman, dovesono stati allestiti dei campi per i profughi del Me-dio Oriente. «Nessun’altra organizzazione fa quan-to voi per la Terra Santa», ha detto Mons. GiuseppeLazzarotto, Nunzio apostolico in Israele e a Cipro,oltre che Delegato apostolico a Gerusalemme e inPalestina, ricevendo i membri della Commissioneper la Terra Santa.

La discussione con iLuogotenenti ha infineportato all’auspicio di ve-dere emergere più pro-getti di ordine pastorale.Ciò sarà notificato al Pa-triarcato di Gerusalem-

me, in quanto è il Patriarcato che invia al Gran Ma-gistero le richieste di sostegno per i progetti, moltidei quali, per la verità, sono legati al capitale immo-biliare detenuto in Giordania, paese del MedioOriente attualmente più stabile per i cristiani.

La questione del reclutamento ha occupato unaparte della riunione, avendo i Luogotenenti affer-mato il loro desiderio di rafforzare la qualità dellavita cristiana dei membri, uomini e donne, affinché,con la loro testimonianza, l’Ordine possa sviluppar-si ancora lontano dalla mondanità, badando ad al-lontanare definitivamente coloro che cercano glionori e le medaglie per accogliere meglio i candida-ti umili e generosi, sinceramente devoti a Cristo eimpegnati nella loro Chiesa locale. «La difficoltànon sta nel trovare i candidati, la difficoltà sta neltrovare buoni candidati», ha riassunto un nuovoLuogotenente. Tutto sarà fatto, ormai, per il rinno-vamento evangelico dell’Ordine, nello spirito delPontificato di Francesco.

Il dibattito è continuato intorno alla questionedel considerevole debito dell’Università di Madaba,in seguito alla comunicazione inviata ai Luogote-nenti dopo la riunione del Gran Magistero tenutasialla fine di aprile 2015. Mons. Antonio Franco, As-

I Luogotenenti europei dell’Ordine del SantoSepolcro, riuniti a Roma, hanno affermato il

desiderio di rafforzare la qualità della vita cristianadei propri membri, uomini e donne, affinché graziealla loro testimonianza l’Ordine possa svilupparsi

ancora, lontano dalla mondanità, vigilando perevitare definitivamente coloro che cercano onori e

medaglie e per accogliere meglio i candidati umili egenerosi, veramente devoti a Cristo e impegnati

nella loro Chiesa locale.

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Oltre al Gran Maestro Cardinale O’Brien, alGovernatore Generale Agostino Borromeo, al

Vice Governatore Generale Patrick Powers e altrimembri del Gran Magistero, l’incontro ha visto riu-niti dieci Luogotenenti dell’America del Nord. Era-no presenti anche il consultore Mons. Robert Sterne Mons. John Kozar della Catholic Near East Wel-fare Association (CNEWA).

Il fitto programma ha previsto varie sessioni dilavoro dopo il discorso iniziale del Gran Maestro ele parole di apertura del Governatore Generale. IlVice Governatore Generale Powers ha brevementefatto il punto della situazione riguardo alle finanzedell’Ordine mentre Thomas McKiernan, presidentedella Commissione per la Terra Santa, ha descritto iprogetti realizzati dall’Ordine nel 2014 e introdottoi progetti che sono stati selezionati per il 2015. Do-po una breve pausa, la parola è stata data a Mons.Kozar che ha condiviso con l’auditorio ilpunto di vista della CNEWA sull’attualesituazione in Medio Oriente e, successi-vamente, si è passati alla presentazionedei report annuali delle Luogotenenze.

Ampio spazio è stato dedicato agli“open forum” che hanno occupato l’in-tero pomeriggio del 5 giugno e durante iquali i Luogotenenti hanno avuto mododi confrontarsi su temi come l’apparte-

nenza all’Ordine, la spiritualità, i programmi in attoe l’amministrazione. La mattina del 6 giugno è statadedicata ad alcuni argomenti all’ordine del giorno:la comunicazione, la situazione dell’UniversitàAmericana di Madaba, la raccolta fondi e la finedel contratto con la società Hotel Columbus fra al-tri. L’incontro si è ufficialmente concluso il giornostesso con il ricevimento finale organizzato dallaLuogotenenza per il Canada Québec sotto la dire-zione del Luogotente Jean-Claude Michaud, delGran Priore, cardinale Gérard Cyprien Lacroix, edel consiglio.

Durante il mese di agosto, il Vice Governatoregenerale Patrick Powers ha tenuto una conferencecall con i cinque Luogotenenti che non hanno avu-to modo di partecipare all’incontro a Québec Cityaffinché potessero essere aggiornati sulle informa-zioni condivise in sede di riunione. ■

Fra il 4 e 6 giugno 2015 i Luogotenenti americani si sono incontrati a Québecper avere uno spazio di confronto e di fraterna condivisione.

LA RIUNIONE ANNUALEDEI LUOGOTENENTI AMERICANI IN CANADA

Il Gran Maestro dell’Ordine del SantoSepolcro circondato dai Luogotenenti

dell’America del Nord a Québec, nel giugnodel 2015.

sessore dell’Ordine, ha ricordato la decisione dellaSanta Sede di salvare questa università fondata inGiordania con l’appoggio di due Papi, precisandoche l’Ordine, pur non avendo alcuna responsabilitàin questo problema, è invitato a partecipare a que-sta azione attraverso una Fondazione Vaticana. I

membri dell’Ordine, grazie alle loro relazioni, po-tranno aiutare la Provvidenza di Dio a ristabilireprogressivamente l’equilibrio finanziario di questauniversità che è vista, nel Regno Hascemita diGiordania, come un’istituzione che impegna laChiesa di Roma. ■

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Il 17 e 18 ottobre 2015 Adelaide ha ospitato laprima riunione delle Luogotenenze d’Asia e

d’Oceania alla quale hanno partecipato anche ilGran Maestro, cardinale Edwin O’Brien, e il Go-vernatore Generale Agostino Borromeo. Era dal2004 che in Australia non si organizzava un incon-tro fra Luogotenenze dell’Ordine, che solo in quel-la nazione sono cinque. Paul Bartley, membro au-straliano del Gran Magistero, ha commentato que-sto evento durante la riunione del Gran Magisterotenutasi a Roma a novembre e in un’intervista checi ha concesso.

Rispetto agli altri incontri regionali che attual-mente si svolgono per le Luogotenenze d’Europa ed’America, l’incontro di ottobre ha visto partecipa-re non solo i Luogotenenti ma anche altri membridell’Ordine impegnati in varie responsabilità all’in-terno dei consigli locali (cancellieri, tesorieri, segre-tari, cerimonieri). «Ciò ha sicuramente fornito unpunto di vista differente al Gran Maestro e al Go-vernatore Generale rispetto agli altri incontri diquesto tipo» commenta Paul Bartley.

Uno dei momenti più apprezzati della due gior-ni australiana è stato quello della sessione sulla spi-ritualità dell’Ordine. François Kunc, giudice dellacorte suprema, ha preparato un intervento che hacoinvolto tutti i partecipanti. Di grande importanza

anche l’incontro fra i Luogotenenti, Paul Bartley investe di membro del Gran Magistero, il Governato-re Generale e il Gran Maestro.

Paul Bartley ha voluto particolarmente insisteresul lavoro che c’è ancora da fare e sulle cose chevanno migliorate. Infatti, le varie Luogotenenze nonseguono ancora una linea comune e non tutti cono-scono i documenti prodotti dalla sede centrale. Suquesto punto il membro del Gran Magistero affer-ma: «Non credo assolutamente che le Luogotenenzedeliberatamente agiscano in maniera inappropriata,quanto che gradualmente ci si sia distaccati dalle re-gole e che le persone non se ne siano rese conto. Ciòdetto, in quanto ordine cavalleresco, le regole sonoimportanti e dovremmo lavorare per avere una certaconformità». Ogni Luogotenenza, così come è statoriportato, è molto attiva su vari fronti, attività carita-tive e impegno spirituale in primo luogo, e questo èfonte di grande gioia ed ispirazione per l’Ordine nelmondo intero. Sicuramente una maggiore coopera-zione e condivisione fra le Luogotenenze della re-gione porterà grandi risultati in futuro.

Un altro punto che è stato sottolineato riguardala formazione dei Luogotenenti. Si parla infattimolto della formazione dei nuovi Cavalieri e Dameed è stata avanzata la proposta di valutare la possi-bilità di organizzare un percorso anche per i nuoviLuogotenenti.

Dall’incontro di ottobre sono nati vari propositie soprattutto il desiderio di incontrarsi con una cer-

UNA RIUNIONE REGIONALE IN AUSTRALIA:UN PRIMO PASSO VERSO UN CAMMINO CONDIVISO

I partecipanti al primo incontro dei responsabilidell’Ordine per l’Asia e l’Oceania, organizzato inAustralia.

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ta frequenza. Innanzitutto, è stato programmato unappuntamento telefonico fra i Luogotenenti austra-liani che ha avuto luogo il 6 dicembre. L’idea è checiò potrebbe ripetersi ogni 6 mesi. Inoltre, si è no-tata l’importanza di incontrarsi di persona e lagrande opportunità di contare sulla presenza delGran Maestro e del Governatore Generale. L’Au-stralia, come è stato commentato con il sorriso sullelabbra, è isolata al punto che si tiene sempre al sicu-ro da qualsiasi contagio infettivo che colpisce il re-

sto del mondo, ma questo significa anche che rag-giungerla non è tanto semplice né per i Luogote-nenti d’Asia, né tantomeno per chi arriva dall’Euro-pa. La proposta che potrebbe essere appropria-ta dunque è quella di un incontro durante unweekend nel 2016 a Singapore.

Nell’intervista concessaci, Paul Bartley concludedicendo: «quando parliamo dell’Ordine, non sitratta di onori e titoli. Non siamo qui per la gloriadi nessuno di noi». ■

Le visite del Cardinale Gran Maestro❒ Durante il 2015 il Gran MaestroEdwin O’Brien ha avuto molte oc-casioni per incontrare le Luogote-nenze e i membri dell’Ordine. Oltrealle riunioni a Roma, a Palazzo dellaRovere, del Gran Magistero (adaprile e a novembre) e dei Luogote-nenti europei (maggio), il Cardinalesi è spesso recato nelle varie nazioniper cerimonie di Investiture o altregioiose occasioni. Abbiamo anche ilpiacere di ricordare che il 29 mag-gio 2015 Sua Eminenza ha celebra-to 50 anni dalla sua ordinazione sa-cerdotale, evento per il quale l’Or-dine continua a far arrivare sentitecongratulazioni e ringraziamenti aDio.

❒ Il cardinale O’Brien ha parteci-pato a vari eventi legati alla vita del-la Chiesa Universale, come, ad esempio il Concisto-ro del Collegio Cardinalizio il 12 e 13 febbraio, ilpellegrinaggio in aprile a Torino per l’ostensionedella Sacra Sindone e l’apertura del Giubileo dellaMisericordia in Piazza San Pietro l’8 dicembre.

❒ Per quanto concerne le visite alle Luogotenenze,il Gran Maestro è stato in Svizzera, a Disentis,dall’8 al 10 maggio per presiedere la cerimonia diInvestitura di nuovi membri. Ad inizio giugno, in-vece, ha partecipato alla riunione dei Luogotenentiamericani che ha avuto luogo a Quebec.

❒ Nel mese di settembre Sua Eminenza ha visitato

varie Luogotenenze per le Investitu-re: Scozia (5 settembre), Svezia (lacerimonia della Luogotenenza per laSvezia ha avuto eccezionalmenteluogo in Danimarca il 7 settembreed è stata l’occasione anche di un in-contro del Gran Maestro con i GranPriori dell’Europa scandinava), Slo-venia (12 settembre) e Stati UnitiNorthwestern (20 settembre). Sem-pre nello stesso mese, il cardinaleO’Brien è stato a fianco di PapaFrancesco durante la visita negliStati Uniti del Santo Padre e ha par-tecipato al meeting delle Famiglie aFiladelfia.

❒ Ad ottobre il Gran Maestro hacelebrato le cerimonie di Investituraa Tolosa (3 ottobre) e La Valletta(10 ottobre). È stata poi la volta del

continente oceanico, dove il cardinale O’Brien si èrecato per partecipare alla prima riunione delleLuogotenenze d'Asia e d’Oceania ad Adelaide il 17e 18 ottobre dove ha anche presieduto l’Investituradella Luogotenenza per il South Australia.

❒ Oltre al felice evento in Belgio della consegnadei collari al Re e alla Regina il 17 novembre, le vi-site di Sua Eminenza del 2015 si sono concluse inItalia: a Bari il 15 novembre, a Cagliari il 21 dellostesso mese e ad Acquapendente il 6 dicembre inoccasione dell’Atto di Affidamento della Delega-zione di Viterbo a Maria S.S. Immacolata presso laBasilica Concattedrale del Santo Sepolcro. ■

Il cardinale Edwin O’Briensi reca in tutto il mondo per

incontrare i membridell’Ordine e per

incoraggiarli a nutriresempre di più alla sorgente

di una profonda vitaspirituale il loro impegno

per la Terra Santa.

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L’Ordine del Santo Sepolcro non poteva avere patrona piùcara della Beata Vergine Maria Regina di Palestina. Mossidal desiderio di mettersi a servizio della terra nella quale

suo Figlio Gesù è nato, vissuto e ha operato per la nostra redenzio-ne, i 28.000 Cavalieri e Dame dell’Ordine presenti nei cinque conti-nenti si pongono sotto il manto protettivo della sua e nostra SantaMadre. Per questo, il 25 ottobre è una data che l’Ordine celebracon gioia e devozione all’interno delle varie Luogotenenze e Dele-gazioni Magistrali. La memoria liturgica della Beata Maria VergineRegina di Palestina è celebrata dalla Chiesa Cattolica il 22 agosto.Tuttavia, la solennità di questa festa, commemorata il 25 ottobre,obbliga solo la diocesi del Patriarcato Latino di Gerusalemme, alquale l’Ordine del Santo Sepolcro è giustamente associato.

Nostra Signora di Palestina,una festa che unisce

tutti i membri dell’OrdineL’11 novembre 2015 è stata celebrata presso il GranMagistero la ricorrenza della Beata Vergine Maria

Regina di Palestina. Nell’articolo che segue riportiamoanche una breve eco di come alcune Luogotenenze

hanno deciso di festeggiare questa giornataintimamente legata alla spiritualità dell’Ordine.

L’11 novembre 2015, inonore di Nostra Signoradi Palestina, nei salonidi Palazzo della Rovere,il cardinale EdwinO’Brien, Gran Maestro,ha ricevuto i suoi ospiti,membri e amicidell’Ordine del SantoSepolcro. In questa fotolo vediamo con ilcardinale Pietro Parolin,Segretario di Stato diSua Santità.

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A Roma ogni anno, in prossimità di questa data,si tiene la riunione del Gran Magistero dell’Ordineche nel 2015 ha avuto luogo il 10 e 11 novembre. Ilpomeriggio dell’11 novembre, come d’abitudine aconclusione della riunione del Gran Magistero, èstato ospitato il ricevimento in onore della BeataVergine Maria Regina di Palestina presso i localidell’Ordine. Si tratta di un’occasione per permette-re al Gran Maestro e ai partecipanti alla riunione disalutare gli amici e i benefattori dell’Ordine, pre-senti insieme ad importanti rappresentanti dellaSanta Sede – fra cui il cardinale Pietro Parolin, Se-gretario di Stato – e condividere un momento con-viviale.

Se questo è quanto è avvenuto a Roma, presso ilGran Magistero, non si deve dimenticare quantoquesta festività sia profondamente sentita da tutti imembri dell’Ordine. È un momento di grande fra-ternità che permette ai Cavalieri e alle Dame di di-verse città di riunirsi, come per esempio è accadutoa Caltanissetta e a Pistoia dove, rispettivamente, so-no convenuti tutti i membri di Sicilia e Toscana percelebrare la ricorrenza. Considerata la situazione ditensione in Terra Santa, molti hanno deciso di affi-dare in maniera particolare a Maria la preghiera per

la pace nella sua terra. Questa data si presta anche particolarmente a

favorire l’approfondimento della questione dei cri-stiani in Terra Santa. La Delegazione locale di Fi-renze della Luogotenenza per l’Italia Centrale Ap-penninica ha, per esempio, patrocinato un eventotenutosi il 24 ottobre dal titolo «La Terra Santa deiCristiani: approfondire le origini, capire il presente,pensare al nuovo umanesimo del domani attraversoi percorsi storici, esperienze di vita e progetti per ilfuturo» al quale hanno partecipato vari esperti sultema.

A ridosso della festività anche il Cerimonieredell’Ordine Monsignor Fortunato Frezza, noto bi-blista, è intervenuto il 24 ottobre a Spello alla pre-sentazione del restauro della Bibbia poliglotta del1645. Questa Bibbia in dieci volumi conta circa4000 pagine e contiene il testo integrale delle SacreScritture in sette lingue antiche disposte in colonneparallele su ogni pagina.

Come spesso accade, le Luogotenenze hannopiacere a organizzare un pellegrinaggio in questoperiodo dell’anno per poter approfittare della cele-brazione della festività della Beata Vergine MariaRegina di Palestina proprio a Deir Rafat, santuarioa lei dedicato. Quest’anno, fra i fedeli lì riuniti datutta la Terra Santa, c’erano anche i membri dellaLuogotenenza per l’Inghilterra e il Galles che han-no partecipato al pellegrinaggio guidato dal loroLuogotenente David Smith. ■

Il Patriarca Latino di Gerusalemme, Mons. FouadTwal, Gran Priore dell’Ordine del Santo Sepolcro,durante una messa celebrata in occasione dellariunione d’autunno del Gran Magistero, davantiall’icona di Nostra Signora di Palestina recentementecollocata, per essere venerata, a Palazzo dellaRovere.

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Mons. Fortunato Frezzanominato Cerimoniere dell’Ordine

Martedì 20 gennaio il nuovo Cerimoniere dell’Or-dine, Monsignor Fortunato Frezza, è stato ufficial-mente presentato negli uffici del Gran Magistero.Nato a Roma nel 1942 ed ordinato sacerdote nel1966, Mons. Frezza è riuscito con successo a conci-liare negli anni l’attività accademica con quella pa-storale. In possesso di una licenza in Teologia e diun dottorato in Sacra Scrittura, ha insegnato pressovari istituti. È stato assistente spirituale di diverseassociazioni o realtà religiose e ricopre numerosiruoli all’interno del Vaticano: Prelato d’Onore diSua Santità, come anche, dal 2013, Canonico dellaBasilica Papale di San Pietro in Vaticano e dal 2014Primo Sindaco del Capitolo della stessa Basilica.

“Constato la bella e forte relazione che lega il miolavoro al servizio di una sempre migliore conoscen-za delle Sacre Scritture e la Terra Santa. È con que-sto spirito che servirò con tutto il cuore la vita spi-rituale dei membri dell’Ordine” ha dichiaratoMonsignor Frezza nel commentare la sua nomina”.Il titolo era vacante dal termine del mandato diMons. Francis Kelly.

Mary Currivan O’Brien nominatamembro del Gran Magistero

Mary Currivan O’Brien, entrata come Dama nel-l’Ordine nel 1987, è stata Luogotenente per l’USANorth Western da ottobre 2008 a settembre 2015.Originaria di San Francisco, sposata, con quattrofigli e cinque nipoti (il sesto in arrivo), MaryO’Brien è anche impegnata con varie organizzazio-ni caritative no profit e da quattro anni è membrodel Consiglio di Amministrazione dell’Università diBetlemme. Congratuliamo la Luogotenente d’Ono-re per la sua nomina a membro del Gran Magisteroil 19 settembre 2015.

La Commissione Nomine ePromozioni del Gran Magistero

L’ambasciatore Leonardo Visconti di Modrone eMons. Frezza – cerimoniere dell’Ordine – sono, dal29 gennaio 2015, membri della Commissione No-mine e Promozioni.

le nomine

Onore a Graziano Mottaillustre giornalista

L’ex direttore incaricato della rivista Annalese delle pubblicazioni dell’Ordine, Graziano

Motta, ha ricevuto la Croce d’argento dallemani del cardinale Edwin O’Brien, durante unacerimonia amichevole tenutasi nei locali diPalazzo della Rovere a Roma. Facciamo arriva-re i nostri migliori auguri per una felice pensione a questo eminente giornalista, riconosciuto come uno dei mi-gliori specialisti sulla Terra Santa, dove ha vissuto per vari anni, operando soprattutto per l’agenzia stampa italia-na Ansa. Le sue memorie costituiranno un tesoro prezioso per tutti i membri dell’Ordine.

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Le esequie di Mons. Juan José Dorronsoro Al-lo sono state celebrate l’11 agosto scorso,

nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore.Era presente una delegazione dell’Ordine delSanto Sepolcro del quale egli fu Cerimoniere apartire dal 2003, poi Cancelliere dal 2005 al2012, con il grado di Commendatore con placca.Il cardinale Carlo Furno, Gran Maestro emeritodell’Ordine, era presente a questa messa solennepresieduta dal Vicario della basilica, l’arcivesco-vo Francesco Canalini, già nunzio apostolico,circondato da numerosi prelati amici del defun-to. Il cardinale Edwin O’Brien, Gran Maestrodell’Ordine, trattenuto all’estero, ha inviato unalettera che è stata letta all’inizio della cerimonianella quale, assicurando l’assemblea della sua vi-cinanza spirituale, rendeva omaggio a Mons.Dorronsoro, grande servitore della Chiesa. Natoil 16 novembre 1931 a Zumarraga, in Spagna,era stato ordinato sacerdote nel 1957 e aveva oc-cupato diverse cariche importanti presso la Santa

Sede, prima di diventare Canonico della basilicadi Santa Maria Maggiore e Cancelliere dell’Ordi-ne. Si è spento nella notte del 10 agosto, dopoavere avuto la gioia di assistere ai festeggiamentidella Dedicazione della basilica il 5 agosto prece-dente. «Il servizio che ha reso al nostro Ordinesarà ricordato per molto tempo e con gratitudi-ne», ha sottolineato il cardinale O’Brien nel suomessaggio speciale.

in memoriamDECESSO DEL GRAN MAESTRO EMERITO DELL’ORDINEE 4° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DEL CARDINALE FOLEY

Venerdì 11 dicembre 2015, il cardinale Edwin O’Brien, Gran Maestro, ha celebrato una Messa alGran Magistero dell’Ordine, in memoria del cardinale John Patrick Foley, Gran Maestro dell’Or-

dine dal 2007 al 2011, venuto a mancare esattamente quattro anni prima, all’età di 76 anni, l’11 dicem-bre 2011.

Durante questa celebrazione, il Gran Mae-stro ha pregato anche per il riposo dell’animadel cardinale Carlo Furno, che ci ha lasciati duegiorni prima, il 9 dicembre 2015, all’indomanidell’apertura del Giubileo della Misericordia,all’età di 94 anni. Originario della provincia diTorino, ricoprì la carica di nunzio apostolico inPerù, Libano, Brasile ed Italia prima di esserenominato Gran Maestro dell’Ordine, ruolo cheha rivestito dal 1995 fino al 2007. Fu anche ar-ciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore aRoma, dove il suo corpo ora riposa.

IL CANCELLIERE D’ONORE RITORNA ALLA CASA DEL PADRE

Il cardinale Furno, GranMaestro emerito

dell’Ordine del SantoSepolcro, in quanto

arciprete della Basilica diSanta Maria Maggiore,aveva fatto incidere le

armi dell’Ordine del SantoSepolcro di Gerusalemme

sulla Porta Santa dellaBasilica che venne

benedetta da GiovanniPaolo II l’8 dicembre 2001.

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Ripercorrendo gli eventi del 2015 è importan-te ricordare le elezioni parlamentari inIsraele che si sono tenute il 17 marzo e che

hanno visto la vittoria del partito Likud del premierBenjamin Netanyahu con 30 seggi su 120 nellaKnesset, il parlamento israeliano. A questo propo-sito, nella sua lettera di Pasqua di marzo 2015, il di-rettore regionale della Pontifical Mission for Pale-stine, Sami El-Yousef, esprimeva la sua preoccupa-zione riguardo a quello che vedeva come «il gover-no maggiormente di destra nella storia dello Statodi Israele».

Politica e diplomazia.La Santa Sede all’incontro dei due stati

Per quanto riguarda direttamente la Santa Sede,il 13 maggio è stato concluso l’accordo globale fraSanta Sede e Palestina, poi siglato venerdì 26 giu-gno. Nel testo si riconosce chiaramente “lo Statodi Palestina”. Oggetto di discussione da una quin-dicina d’anni, quest’accordo bilaterale riguardaprincipalmente l’attività della Chiesa Cattolica e ilsuo riconoscimento giuridico nei territori palestine-si, ed esprime l‘auspicio per una risoluzione delconflitto tra israeliani e palestinesi nel quadro del-la soluzione dei due stati. Sul versante delle relazio-ni con lo Stato di Israele, il 3 settembre in Vaticano,ha avuto luogo il primo incontro di Papa Francescoe dei suoi principali collaboratori con il presiden-te israeliano Reuven Rivlin, in carica da luglio 2014.L’occasione ha permesso di parlare della situazio-ne socio-politica regionale caratterizzata da parec-chi conflitti: «un’attenzione particolare è stata riser-vata alla sorte dei cristiani e delle altre minoranze».I problemi delle relazioni tra Israele e la Santa Se-

de, così come i rapporti locali tra le autorità e lecomunità cattoliche, sono stati presi in conside-razione «nell’auspicata prospettiva della conclusio-ne dell’accordo bilaterale in corso di negoziazio-ne».

Tabgha e il pericolo dell’ultranazionalismo

Durante l’estate si sono verificati in alcune occa-sioni gravi incidenti che hanno portato alla mortedi cittadini israeliani e palestinesi, come l’attaccoad un auto su cui viaggiavano quattro ventenniisraeliani di ritorno da una partita di basket, con-clusosi con la morte di uno dei ragazzi, o l’incendioappiccato da alcuni coloni israeliani in una casa pa-lestinese vicino Nablus nel quale hanno perso la vi-ta un bambino di 18 mesi e suo padre. All’internodi questa triste lista di eventi è d’obbligo ricordareanche l’attacco subito dalla Chiesa della Moltiplica-zione dei pani e dei pesci di Tabgha a causa diun incendio doloso nella notte del 18 giugno. Ilpresidente Rivlin a fine agosto ha reso visita alla co-munità cristiana a Tabgha dove è stato accolto dalPatriarca Latino di Gerusalemme, Mons. FouadTwal, per manifestare la sua vicinanza e la sua fer-ma condanna di questo gesto portato avanti da ungruppo estremista di ebrei ultranazionalisti di no-me Price Tag.

Ad inizio agosto l’Assemblea degli OrdinariCattolici di Terra Santa ha fatto sapere di aver spor-to denuncia contro il rabbino Bentzi Gopstein delmovimento antiassimilazione ‘Lehava’ (che signifi-ca Fiamma) il quale, come leggiamo nel comunica-to diramato, «non ha esitato ad affermare che lalegge ebraica propugna di distruggere gli idolatrinella terra di Israele e, di conseguenza, chiese e mo-

L’ORDINE E LA TERRA SANTA

Dodici mesi di Terra SantaA più di un anno dai fatti di Gaza, che hanno sconvolto la regione

poco dopo la visita di Papa Francesco in Terra Santa, ancora non sitrova pace. La situazione a Gaza continua ad essere problematica e,

ad essa, si aggiungono le tensioni in Israele di quella che è statadenominata l’“Intifada dei coltelli”.

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schee possono essere incendiate». «Non si può ri-manere inerti davanti a questa situazione», ha com-mentato con un’agenzia stampa il Custode di TerraSanta, padre Pierbattista Pizzaballa, aggiungendoche questo è «anche un modo di dire alla nostragente che non siamo indifferenti a ciò che sta acca-dendo».

Una speranza per le scuole cristiane in Israele

Altra notizia legata direttamente alla vita dellecomunità cristiane in Terra Santa è quella che ri-guarda la situazione delle scuole cattoliche. Il 27maggio, l’Ufficio delle Scuole Cristiane in Israeleha indetto una manifestazione di fronte al Ministe-ro dell’Educazione a Gerusalemme per protestarecontro la politica discriminatoria che da tre anni aquesta parte il Ministero sta esercitando a dannodelle scuole cristiane che si sono viste progressiva-mente ridurre le sovvenzioni statali. Da settembre

2014, infatti, era stata creata una commissione che,dopo otto mesi di lavoro, si è pronunciata propo-nendo alle scuole cristiane di diventare parte del si-stema pubblico perdendo così la possibilità di por-tare avanti un’educazione cristiana. Di fronte aquesta proposta non soddisfacente, un gruppo dicirca 700 persone si è riunito per manifestare alsuono di slogan come “Non mettete le mani sullenostre scuole” e “Le scuole cristiane non sono invendita”.

Le manifestazioni sono continuate alla ripresascolastica a settembre 2015 e hanno preso la formadi sciopero. Dopo lunghe trattative con i rappre-sentanti dell’Ufficio delle Scuole cristiane, il Mini-stero israeliano della Pubblica Istruzione ha pre-sentato un insieme di proposte che sono state ac-cettate. È stata dunque prevista l’assegnazione diun budget di 50 milioni di shekel per le scuole cri-stiane per l’anno accademico 2015-2016 che aiuteràa coprire una parte del debito attivo. Così, dopo 27

IL RUOLO DELLE SCUOLE CATTOLICHE

CLAUDIO MAINA, Direttore del Se-gretariato di Solidarietà per le

Scuole e le Istituzioni in Terra Santa,commenta il ruolo importante dellescuole cattoliche nella costruzione diuna cultura dell’incontro.

«Limitandoci alle scuole primariee secondarie, nell’ultimo anno oltre56.000 studenti in Terra Santa hannofrequentato una scuola cattolica. Diquesti, il 48% sono cristiani di diversedenominazioni, gli altri sono in granmaggioranza musulmani, ma in qual-che caso anche drusi ed ebrei. Basta-no questi dati per evidenziare l’impor-tanza dell’istruzione cattolica per ildialogo interreligioso e il ruolo fonda-mentale che le nostre scuole possonogiocare per promuovere l’incontro e lacoesistenza pacifica tra persone di fe-de diversa.

È un fatto che tante delle nostrescuole godono di un’ottima reputazio-ne non solo tra i cristiani e che i geni-tori fanno a gara perché i propri figlipossano esservi accolti. In esse i giovani sono educati all’apertura, all’esercizio del pensiero critico e al confrontorispettoso con l’altro, alla solidarietà verso chi è nel bisogno, dimensioni della personalità che sono decisive perarginare la deriva fondamentalista».

Gli studenti della scuola del Patriarcato Latino a Taybeh alla cerimoniadi consegna dei diplomi.

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giorni di assenza dalle classi come forma di prote-sta, i più di 30.000 studenti delle oltre 40 scuo-le cristiane in Israele sono tornati sui banchi discuola.

La scelta della Terra Santa:il pellegrinaggio dei vescovi europei

Nel 2015 è stata inoltre accolta con gioia la scel-ta da parte del Consiglio delle Conferenze episco-pali d’Europa di tenere la propria Assemblea ple-naria in Terra Santa dall’11 al 16 settembre. Nelmessaggio finale che è stato diffuso al termine deilavori si legge: «Con questo pellegrinaggio, i vesco-vi europei hanno desiderato anche incoraggiare ipellegrinaggi nella terra di Gesù per rinnovare lafede e sostenere i cristiani di questi luoghi». Fra itemi trattati che hanno fatto riferimento anche allarealtà locale, l’attenzione e la cura dei rifugiati el’appello necessario alla pace in Medio Oriente.

L’intifada dei coltelli?

È stato, purtroppo, proprio a partire da queigiorni che si è assistito ad un’escalation di tensioni

che poi è diventata una violenza più sistematica nelmese di ottobre. A ridosso delle ricorrenze ebrai-che, come è avvenuto per il Tisha b’Av (26 luglio,giorno di digiuno in cui si ricorda la distruzione delTempio e nel quale i fedeli si recano a pregare alMuro Occidentale) e soprattutto per il capodanno(13 settembre), sono stati registrati scontri fra pale-stinesi e polizia israeliana nell’area della Spianatadelle moschee. Il 9 settembre il ministro della dife-sa israeliano Moshe Yaalon aveva vietato l’ingressoall’area sacra al gruppo musulmano dei Murabitun,civili volontari che forniscono un servizio di sorve-glianza della moschea di Al Aqsa e gli scontri sem-brano essere legati alle azioni che limitano l’accessoall’area e la libertà dei fedeli musulmani.

Su questo punto, leggiamo la preoccupazionedei leader religiosi cristiani in un comunicato diffu-so il 21 settembre: «Condanniamo tutti i tentatividi minare lo Statu Quo in vigore nella Moschea diAl-Aqsa (Haram al-Sharif), nei cortili e tutti gli edi-fici vicini, e in tutta la città di Gerusalemme. Qual-siasi minaccia alla sua continuità e alla sua integritàpotrebbe condurre a conseguenze imprevedibilinell’attuale clima politico. I musulmani hanno dirit-to al libero accesso e al culto nella Moschea di Al-

Aqsa».La reazione da parte del go-

verno israeliano ha portato pri-ma alla scelta di inasprire le pe-ne nei confronti dei palestinesiche lanciano pietre e poi ad au-torizzare le forze dell’ordine e,come leggiamo nel resocontodella Pontifical Mission, «anchei comuni cittadini che hanno unporto d’armi, a sparare ed ucci-dere qualsiasi palestinese che sicomporti in maniera sospetto-sa». Ciò che preoccupa, conti-nua il documento a firma di Sa-mi El-Yousef, è anche la condi-visione sui network locali e suFacebook di alcuni incidentiviolenti.

La ribellione ha preso dun-que un carattere violento in va-rie regioni. Da Gaza il leader diHamas Ismail Haniyeh annun-cia pieno sostegno a quella che

Già varie volte in passato i leader delle chiese cristiane si sono recati sullaSpianata delle Moschee per manifestare la loro solidarietà e sottolinearel’importanza del rispetto dei luoghi santi per ogni comunità religiosa. Inquesta foto si ricorda la visita del 30 settembre 2013.

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definisce “l’intifada per liberare Gerusalemme” eda inizio ottobre si comincia a sentir parlaredell’“intifada dei coltelli”. I protagonisti sono gio-vani e giovanissimi palestinesi che, armati di ciòche trovano (e spesso si tratta di coltelli o forbici),vanno all’attacco di un qualsiasi israeliano che sitrovano davanti. Come afferma l’ispettore capo del-la polizia israeliana Micky Rosenfeld, intervistatoda Famiglia Cristiana, “il difficile di questa situa-zione è che abbiamo a che fare con dei lupi solitari.Non c’è un capo, un coordinamento, una strate-gia”. Non si tratta quindi di una tattica ideata dalleleadership politiche ma di una vera e propria rivol-ta dal basso alla quale si uniscono anche ragazzeadolescenti, come nel caso della 14enne e 16ennepalestinesi responsabili di uno degli attacchi.

E se la situazione si è fatta tesa a Gerusalemmedove gli israeliani hanno paura di essere attaccati e ipalestinesi di essere accusati e perseguiti per qual-siasi atteggiamento considerato sospetto dalle forzedell’ordine e dai passanti, l’atmosfera non è più ri-lassata in Cisgiordania. Il 25 ottobre, ad esempio,durante un’irruzione dei soldati israeliani all’albaall’interno di un ospedale di Hebron, un parentedell’uomo ricercato dalle forze dell’ordine è stato

ucciso. Scontri fra palestinesi e poliziotti israelianihanno avuto luogo in varie città. Il bilancio a finedicembre 2015 è di circa 20 vittime israeliane e po-co più di 130 vittime palestinesi.

Cremisan: un muro in più

Una notizia che in questi mesi ha particolarmen-te rattristato la popolazione palestinese, e la comu-nità cristiana in particolare, è stata il 17 agosto la ri-presa dei lavori del Muro di separazione tra Israelee i Territori palestinesi nella valle di Cremisan dovesi trovano due case religiose salesiane e la terra ap-partenente a 58 famiglie cristiane che verrebbe loroespropriata. Ciò che rende maggiormente difficileda capire la nuova azione del governo israeliano è ilfatto che il 2 aprile era stato comunicato finalmen-te, dopo nove anni di contese legali, il verdetto fi-nale della Corte Suprema israeliana sulla costruzio-ne del muro nella valle di Cremisan che venivabloccato in quanto «dannoso per la popolazione lo-cale e per i monasteri della valle». Sul giornale dellaConferenza Episcopale Italiana, Avvenire, leggiamoil commento di padre Mario Cornioli, sacerdote delPatriarcato Latino di Gerusalemme che si trova a

TENSIONI IN TERRA SANTA

Alla fine di ottobre, abbiamo raggiunto MONS.WILLIAM SHOMALI, vicario patriarcale a Ge-

rusalemme per avere un commento sulle tensio-ni in Terra Santa. Di seguito un estratto dell’in-tervista che è disponibile nella sua interezza nel-la pagina dell’Ordine del Santo Sepolcro sul sitopartner Vatican Insider:

È giusto parlare di terza «Intifada»?«I sintomi indicano una terza Intifada, con la

differenza che né i Palestinesi (ivi compreso Ha-mas) né gli Israeliani la vogliono. Non dimenti-chiamo che Mahmoud Abbas ha fatto tutto ilpossibile per mettere fine alla seconda Intifada».

Le esecuzioni sommarie dei sospettati pos-sono dare l’impressione che le persone non contino. La Chiesa locale, che lei rappresenta, come reagisce?«L’uso sproporzionato della forza per mezzo dei soldati non favorisce un clima di distensione, al contrario la

violenza è aumentata da quando il primo ministro israeliano ha permesso le esecuzioni sommarie di ogni so-spettato. Ma bisogna condannare anche l’altra violenza che consiste nell’uccidere e ferire con il coltello qualcu-no che si è trovato nel luogo sbagliato, nel momento sbagliato o investire qualcuno con l’automobile. Qui anchela vita sembra essere senza valore. L’assemblea degli Ordinari della Terra Santa ha condannato fin dall’inizioogni attentato alla vita umana. Il messaggio di papa Francesco di domenica 18 ottobre ha ricordato lo stessoprincipio».

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Beit Jala: «È inutile che il monastero rimanga diqua e tutti gli ulivi della gente rimangano di là, que-sto non è accettabile, è totalmente ingiusto… è inu-tile salvare un monastero se poi il muro porterà viaun’intera valle e due montagne piene di ulivi e terradi 58 famiglie cristiane».

A Gaza oggi

Vogliamo chiudere questo resoconto dell’annoappena trascorso con uno sguardo a Gaza. Dopogli avvenimenti dell’anno scorso, è stata nomina-ta dalle Nazioni Unite una commissione di inchie-sta che a giugno 2015 ha pubblicato un rappor-to nel quale sia Israele che le fazioni palestinesi,fra cui Hamas, sono state accusate di aver violato ildiritto internazionale e di aver probabilmente com-messo crimini di guerra. Padre Raed Abusahlia,direttore generale di Caritas Gerusalemme, senzaguardare al passato, cerca di leggere il presente epensare al futuro, invitando chi lo desidera a par

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tecipare ad un’iniziativa di solidarietà per far arri-vare dei regali di Natale alle famiglie più poveredi Gaza. Inoltre, padre Raed fornisce qualche ci-fra riguardo alla situazione attuale: «la disoccupa-zione è arrivata al 60%, la povertà è all’80%. L’ac-qua è salata, l’elettricità arriva cinque ore al giorno.In tutta questa situazione abbiamo 1.300 cristiani,cattolici e ortodossi, in tutto 350 famiglie». Comediscusso durante la riunione del Gran Magiste-ro dell’Ordine a novembre 2015, i cattolici a Gazasono circa 130 ma la comunità cattolica porta avan-ti tre scuole dove chiaramente le classi sono a mag-gioranza non cristiana. La chiamata all’amore eal servizio è quella ad essere presenti dove c’èbisogno, indistintamente dalla comunità di appar-tenenza e questo la comunità di Gaza lo sa be-ne e lo vive nella quotidianità accanto ai propriconcittadini musulmani. In quest’Anno Santo del-la Misericordia è bello pensare a chi ha avuto e avràla gioia di attraversare la porta santa proprio aGaza. Il 20 dicembre, infatti, il Patriarca Twal ha

aperto la Porta Santa nella piccolaparrocchia della Sacra Famiglia a Ga-za. Per desiderio del Santo Padre, ilGiubileo della Misericordia è un’oc-casione da vivere a partire da dove cisi trova. Ciò è a maggior ragione veroper i cristiani di Gaza che hanno diffi-coltà di movimento e che necessitanoparticolarmente la grazia della Miseri-cordia – da ricevere come tutti ma an-che da donare agli altri.

Elena Dini

Nel 2015 la comunità cristiana di Terra Santa ha inizialmente gioito nell’apprendere il 2 aprile il verdetto della CorteSuprema israeliana che bloccava la costruzione del Muro di separazione nella Valle di Cremisan. Pochi mesi dopo,tuttavia, la Corte Suprema ha emesso la sentenza definitiva che dava il via libera all’inizio dei lavori per il Muro.

La campagna di raccolta fondi di Caritas Gerusalemme hapermesso ai bambini di Gaza di ricevere dei doni questo Natale.

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Mons. Giuseppe Lazzarotto, l’accordofirmato il 26 giugno tra la Santa Sedee lo Stato della Palestina in cosa può

essere qualificato come storico? Che cosa con-tiene di essenziale secondo lei?Sì, questo accordo può essere certamente quali-

ficato storico perché è il primo Trattato tra la SantaSede e lo Stato della Palestina. Ma la sua vera im-portanza consiste nel fatto che offre un chiaro rico-noscimento ed una precisa garanzia giuridica allaChiesa Cattolica ed alle sue istituzioni in Palestina.Per quanto riguarda il contenuto, che sarà pubbli-cato dopo la ratifica, lo dice il titolo stesso. Si trattadi un «Accordo globale» e dunque si occupa di tut-ti gli aspetti della vita dellaChiesa, dei suoi membri, del cle-ro e dei fedeli, delle sue struttu-re e delle sue istituzioni. Un im-portante capitolo, molto elabo-rato e dettagliato, tratta l’argo-mento della libertà religiosa e dicoscienza. Vi sono contemplatianche altri aspetti della vita dellaChiesa in Palestina: la sua giuri-sdizione, lo statuto personale, iluoghi di culto, l’attività socialee caritativa e i mezzi di comuni-cazione sociale. Un altro capito-lo è dedicato alle questioni fi-scali e agli altri aspetti relativialle proprietà della Chiesa.

Si può pensare che questoaccordo sia un modello perorganizzare la presenza e lavita della Chiesa in tutti glialtri paesi a maggioranzamusulmana?

L’accordo può sicuramente essere un punto diriferimento importante per gli altri paesi a maggio-ranza musulmana dove la Chiesa può vantare unalunga tradizione di presenza e di attività a favoredella comunità cristiana e della società. Ma sonoconvinto che sia importante comprendere bene leragioni per le quali la Santa Sede negozia e conclu-de accordi simili. Nello stesso momento in cui cer-ca di ottenere una garanzia giuridica, la Chiesa in-tende anche offrire mezzi concreti con i quali i suoimembri possano promuovere il bene comune dellasocietà nella quale vivono.

Parlando dell’accordo con Israele, che è ancorain fase di negoziazione, pensa che si possa arri-

vare presto alla firma di questodocumento?

L’accordo con Israele è pra-ticamente definito nei suoiaspetti essenziali. Restano sola-mente alcuni punti tecnici suiquali il Governo di Israele deveancora pronunciarsi. Circostan-ze diverse, tra le quali la forma-zione di un nuovo Governo,hanno finora ritardato la con-clusione dell’accordo. Da partesua, la Santa Sede auspica che sipossano riprendere presto i ne-goziati e trovare una comuneintesa sui punti che sono anco-ra in sospeso.

Come favorisce la Chiesa lacultura dell’incontro e ildialogo interreligioso inTerra Santa, e qual è in que-sto campo il ruolo dellescuole cattoliche?

Al cuore della missione dellaChiesa: la cultura del dialogo

Incontro con l’arcivescovo Giuseppe Lazzarotto, Delegato Apostolicoa Gerusalemme e in Palestina e Nunzio Apostolico in Israele

INTERVISTA

Mons. Giuseppe Lazzarotto, Nunzioapostolico in Israele e Delegato per

Gerusalemme e i Territori Palestinesicon il presidente Mahmoud Abbas,

durante una visita alla sedepresidenziale di Ramallah il 4

novembre nella quale ha consegnatol’approvazione di Papa Francesco

all’accordo bilaterale firmato inVaticano il 26 giugno 2015.

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Direi che la promozione della cultura dell’in-contro e del dialogo è al centro stesso della missio-ne della Chiesa. Lo esige il messaggio evangelicoche è chiamata a proclamare. In Terra Santa laChiesa compie questa missione attraverso tutte lesue istituzioni e in particolare per mezzo della retedelle sue scuole che possono onorarsi di una lungatradizione di insegnamento e di educazione di altolivello riconosciuta da tutti. A mio parere è essen-ziale che nelle nostre scuole ci si impegni maggior-mente nel cercare un nuovo percorso educativo perrispondere alle sfide che le esigenze dell’incontro edel dialogo pongono nel contesto specifico dellaTerra Santa e, in generale, del Medio Oriente.

Ci potrebbe descrivere, in poche parole, la si-tuazione giuridica delle scuole cattoliche in Pa-lestina da una parte, e in Israele dall’altra, e dir-ci su questo piano a quali sfide deve confron-tarsi la Chiesa nei due paesi? Sia Israele che la Palestina riconoscono alla

Chiesa cattolica il diritto di esercitare la sua missio-ne educativa e di istituire delle scuole. Lo Statod’Israele assicura anche un certo sostegno finanzia-rio, come fa, del resto, per gli altri edifici scolasticidella stessa categoria. Attualmente questo grado diimpegno economico dello stato forma l’oggetto diuna disputa tra le scuole cristiane in Israele ed ilMinistero dell’Educazione. La recente visita in Va-ticano del Presidente Reuven Rivlin ha offerto l’oc-casione per esprimere l’augurio comune che questoproblema possa trovare rapidamente una soluzionesoddisfacente. Ciò che chiede la Chiesa, in realtà, èdi poter compiere la propria missione nel modo piùefficace.

A suo giudizio quali sono i frutti del viaggioche Papa Francesco ha effettuato in Terra San-ta nel mese di maggio 2014? La visita di Papa Francesco del maggio 2014 ri-

mane un punto di riferimento e di incoraggiamen-to, forte e chiaro, per tutti coloro che lavorano sin-ceramente per la pace in Terra Santa. Le parole ed igesti del Santo Padre costituiscono anche un appel-lo rivolto a tutti i responsabili affinché si aprano aduna più alta dimensione della politica. Penso, inparticolare, al momento di preghiera alla quale hainvitato anche il Presidente di Israele ed il Presi-dente della Palestina alla presenza del Patriarcaecumenico Bartolomeo di Costantinopoli.

Come vivono oggi gli abitanti della striscia di

Gaza, in particolare i membri della piccola co-munità cattolica, un anno dopo l’operazione“Margine protettivo”? Cosa si può fare concre-tamente per queste persone? A Gaza la situazione resta molto difficile dopo

la guerra dello scorso anno. La ricostruzione non siè ancora potuta iniziare. La nostra piccola comuni-tà cattolica continua ad offrire una testimonianza digenerosità e di coraggio tra numerose difficoltà. Lofa, in particolare, attraverso le tre scuole e le caseper l’assistenza ai bambini disabili e alle personeanziane.

I profughi iracheni e siriani beneficiano diun’accoglienza anche in Israele ed in Palestina,come in Giordania? Questi profughi sono asuo avviso vittime di una persecuzione anticri-stiana, come affermato da certi media occiden-tali, o pensa che la loro tragica sorte sia oggettodi una manipolazione globale che mira a favori-re lo «scontro delle civiltà» nell’interesse strate-gico di una fazione? Per quanto riguarda la situazione dei cristiani in

Iraq ed in Siria, e più in generale nel Medio Orien-te, conosciamo tutti i frequenti appelli lanciati daPapa Francesco, che non smette di invitare alla pre-ghiera e all’azione in favore di tutti i cristiani chesoffrono la persecuzione a causa della loro fede. Lasituazione è certamente molto complessa ed anchedifficile da decifrare. Le parole del Santo Padre,tuttavia, sono chiare e spingono la comunità inter-nazionale a riflettere seriamente sulle ingiustiziedelle quali i cristiani sono vittime.

Come vede l’avvenire della regione, dalla posta-zione avanzata di Gerusalemme? Qual è la suasperanza, e come può l’Ordine del Santo Sepol-cro partecipare maggiormente al servizio dellapace in Medio Oriente? Il quadro generale della situazione e il futuro in

Terra Santa e in Medio Oriente restano bui. Tutta-via abbiamo appreso dal Signore che non bisognamai smettere di seminare la speranza anche là dovela discordia sembra soffocare tutto. È la grande sfi-da posta alla Chiesa in questi tempi e ben al di là diquesta regione. L’Ordine del Santo Sepolcro potràtrovare il suo ruolo e proseguire nel suo impegnodi dialogo e stretta collaborazione con la Chiesa lo-cale e le sue istituzioni.

Intervista a cura di François Vayne

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Sono passati 60 anni da quando ven-ne concesso dall’allora Patriarca La-tino di Gerusalemme Alberto Gori

un permesso temporaneo all’Opera diSan Giacomo in Terra Santa e dalla primamessa celebrata in latino a Giaffa. L’Ope-ra veniva chiamata a lavorare per lo svi-luppo delle comunità cattoliche, per l’in-tegrazione degli ebrei divenuti cattolicinella Chiesa e nella comunità israeliana,per la sensibilizzazione della Chiesa ri-guardo alle sue origine ebraiche e percombattere l’antisemitismo. Nel 2013venne istituito il Vicariato San Giacomoche porta avanti la missione dell’Opera epromuove la pastorale, oltre a curarel’evangelizzazione e la formazione dedica-ta ai lavoratori migranti, rifugiati e richie-denti asilo. Parlando della vocazione delle kehillot(le comunità parrocchiali di lingua ebraica), PadreNeuhaus, responsabile del Vicariato San Giacomoper i cattolici di espressione ebraica in Israele, hacommentato: «parte della vocazione di queste ke-hillot è quella di vivere in una società ebraico-israe-liana di lingua ebraica. Alcuni di noi sono ebrei, al-tri non lo sono. Formiamo una presenza discreta eamorevole che considera attentamente la societàche ci circonda. Siamo molto sensibili al popoloebraico, alla sua storia e cultura».

Come ricorda Padre David Neuhaus, a parti-re dagli inizi della comunità, tanto è avvenuto percui bisogna ringraziare: la dichiarazione conciliareNostra Aetate, di cui ricorre il 50° anniversario, losviluppo delle relazioni diplomatiche fra la SantaSede e lo Stato di Israele e la crescita delle kehillotche appartengono a questo Vicariato e che oggi so-no sette.

Ma tante sono anche le sfide che queste comu-

nità si trovano a dover affrontare e, forse, fra le piùimportanti c’è quella di trovare le modalità per tra-smettere la fede alle nuove generazioni che sonosempre più tentate di assimilarsi nella società laicaebraica e, a volte, di convertirsi.

Creare dei ponti fra due mondi

Per celebrare i 60 anni delle kehillot in Israele, èstato prodotto un video-documentario (http://cmc-terrasanta.com/en/video/the-kehillot-60-years-9626.html) nel quale si ha modo di ascoltare varietestimonianze di membri della comunità, di ognietà. È bello notare come le parole più ripetute sia-no “casa” e “famiglia”. Per i più giovani esiste ungruppo chiamato “I fiori del deserto” – un nomegià di per sé molto significativo – e i ragazzi hannoraccontato con gioia della bella esperienza dei cam-pi estivi durante i quali imparano molto sulla lorofede ma passano anche semplicemente tempo insie-

«Siamo molto sensibilial popolo ebraico,

alla sua storia e cultura»La comunità cattolica di lingua ebraica in Terra Santa

I fedeli delle comunità parrocchiali di lingua ebraica sono, per lamaggior parte, migranti che lavorano in Israele i cui figli parlanoebraico a scuola.

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me a giocare e divertirsi. Un gio-vane seminarista che presta ser-vizio presso una delle kehillotspiega quanto le relazioni che igiovani creano durante questicampi siano importanti: «questibambini vivono in una societànon cristiana. Molti di loro fre-quentano le scuole pubbliche ehanno solo amici ebrei. Questopotrebbe dare l’impressione diessere isolati e ai margini dellasocietà. Nei campi estivi, incon-trano altri ragazzi cristiani e costruiscono relazioniche durano nel tempo».

Oltre ai giovani, il Vicariato dedica una partico-lare attenzione ai bambini più piccoli. Suor ClaudiaGraziano racconta della particolare situazione deifigli dei lavoratori immigrati. «Cerchiamo di lavora-re per la nuova popolazione cristiana del paese. Cisono bambini – e nel video i bambini che si vedononon hanno più di due anni – originari dello Sri

Lanka, delle Filippine, dell’Etiopia, del-l’Eritrea e dell’America del Sud e sono tut-ti cristiani. La maggioranza appartiene afamiglie con un solo genitore». La presen-za solo della madre per un bambino, o an-che di entrambi i genitori ma non dei non-ni, si traduce in una maggiore difficoltà adavere tempo a disposizione per prendersicura del proprio figlio. Inoltre queste per-sone, aggiunge Suor Cristina «spesso lavo-rano come personale addetto alle puliziesenza contratti ufficiali e questo significache non hanno ferie da trascorrere con ipropri bambini».

Un’altra sfida molto particolare è quel-la del creare ponti fra il mondo palestinesee quello israeliano. Nella sua lettera pasto-rale, Padre Neuhaus scrive: «Siamo tutti

invitati a riflettere sul fattoche Dio Onnipotente hapiantato il seme della fede inCristo sia nel terreno palesti-nese (e arabo), come nella so-cietà israeliana. Questo fatto,ha particolare significato perla vocazione dei discepoli diCristo che, nonostante sepa-rati dalle mura di ostilità acausa del conflitto in corso,sono uniti dalla fede in Cri-sto? […] Insieme, nonostantei muri dell’inimicizia, perché

“Egli é la nostra pace”, i discepoli di Cristo cheparlano ebraico e arabo, sono chiamati a dimostra-re che la giustizia, la pace e l’uguaglianza sono pos-sibili anche nella nostra terra».

Il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Statodella Santa Sede ha informato il Vicariato della be-nedizione apostolica di Papa Francesco in occasio-ne delle celebrazioni di questo anniversario.

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I sacerdoti delle kehillot durante il ritiro annuale del Vicariato SanGiacomo (in fondo alla pagina c’è l’intestazione dell’homepagedel sito del Vicariato – www.catholic.co.il). Quest’anno il ritiro si ètenuto al Monte Tabor dal 29 settembre al 2 ottobre 2015 e iltema affrontato è stato quello delle relazioni ebraico-cattoliche apartire dalla Dichiarazione Nostra Aetate.

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I discepoli diCristo che parlanoebraico e arabo, sonochiamati adimostrare che lagiustizia, la pace el’uguaglianza sonopossibili anche nellanostra terra

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Eminenza, Eccellenze, cari Confratellie Consorelle,Nella nostra riunione del mese di aprile 2015,

parlando del lavoro in favore dell’Università di Ma-daba, che stava svolgendo la Commissione “ad hoc”stabilita dalla Segreteria di Stato, accennai anche alprogetto, allora allo studio, della creazione di unaFondazione Vaticana, che potesse avere finalità piùampie di quelle della Commissione, anche se, per ilmomento, avrebbe dovuto continuarne il lavoro,come compito prioritario.

La proposta fu accolta e la Fondazione, denomi-nata “Fondazione vaticana San Giovanni il Batti-sta” è stata eretta con il Rescriptum ex audientia N.36.723/A, del 30 maggio 2015, della Segreteria diStato, e regolarmente iscritta negli appositi registriper le persone giuridiche canoniche e per quelle ci-vili vaticane, conservati presso il Governatoratodello Stato della Città del Vaticano, rispettivamenteal n. 52 e al n. 44.

La Fondazione ha come scopo “la promozionedella formazione e della cultura dei cristiani e dei po-poli, con particolare attenzione ai Paesi del MedioOriente” (Statuto, Art. 1,1). Essa, tuttavia, nell’im-mediato, deve continuare il lavoro della menzionataCommissione speciale e, cioè, deve favorire il risana-mento finanziario dell’Università di Madaba, rende-re possibile lo sviluppo delle strutture della medesi-ma Università ed assisterla finché non abbia rag-giunto la piena autosufficienza, sotto tutti gli aspetti.

Avendo lo scopo generale ed immediato appenadescritto, non fa meraviglia che la Segreteria di Sta-to abbia affidato la Presidenza di detta Fondazioneal Gran Maestro del nostro Ordine, S.E. il Cardina-le Edwin F. O’Brien, e che degli altri 12 Membri 6

appartengano al nostro Ordine. L’Ordine, infatti,ha come campo d’interesse e di azione la Terra San-ta, con particolare attenzione al Patriarcato Latinodi Gerusalemme, e l’Università di Madaba è unainiziativa del Patriarcato Latino di Gerusalemme,intesa prima di tutto per il bene della comunità cri-stiana di Giordania, le cui vicende si ripercuotononecessariamente sull’intero Patriarcato e sulla Chie-sa cattolica in Terra Santa. Le due entità, però, laFondazione San Giovanni il Battista e l’OESSG so-no distinte e non vanno confuse.

La Fondazione, la cui sede è nel Palazzo delleCongregazioni, Roma, Piazza Pio XII, 3, ha pro-mosso la costituzione di una “Not-Profit PrivateShareholding Company”, che è stata istituita da S.B.il Patriarca di Gerusalemme Fouad Twal con la fir-ma, il 13 agosto 2015, del Memorandum of Associa-tion e degli Articles of Association, ed è stata regi-strata dalle competenti autorità civili con il nome diMukawer Castle (luogo del martirio di San Giovan-ni Battista) Company.

Con la registrazione la Compagnia ha ottenuto ilriconoscimento giuridico e può agire in relazioneall’Università con i poteri del “Proprietario” ad es-sa trasmessi dal Patriarca con la firma dello Statutoche ne regola l’azione. Essa, quindi, è tramite del-l’azione congiunta del Patriarcato Latino e dellaFondazione vaticana per l’esecuzione del piano diazione in favore dell’Università di Madaba.

Per quanto riguarda il risanamento finanziario,la Fondazione, grazie alle garanzie offerte dallaSegreteria di Stato, ha ottenuto un mutuo banca-rio, che è ancora in via di perfezionamento, e, conla collaborazione di esperti locali che esaminanole richieste, ha già cominciato a chiudere i conti

Una Fondazione Vaticanaper la promozione della

formazione e della culturaDurante la riunione di autunno del Gran Magistero dell’Ordine, l’11 novembre2015, l’arcivescovo Antonio Franco – Assessore – ha presentato un’importante

comunicazione riguardo alla nuova Fondazione Vaticana San Giovanni il Battistache sostiene in particolare l’Università di Madaba in Giordania, sul territorio del

Patriarcato Latino di Gerusalemme.

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con imprenditori e fornitori e spera di completarei pagamenti entro l’anno, inclusa anche la restitu-zione del prestito concesso dalla Presidenza delGran Magistero lo scorso mese di febbraio. È sta-to pure avviato il discorso con le banche, nei giorni21 e 22 ottobre. Ad esse è stato chiesto di rinuncia-re agli interessi ed accettare il pagamento solo delmutuo erogato. Tutte hanno dimostrato compren-sione ed interesse alla proposta; finora una l’ha ac-cettata, un’altra ancora non ha deciso, le altre tresi impegnerebbero a ridurre l’ammontare degliinteressi. Le trattative sono ancora aperte. Si stalavorando, poi, alla elaborazione di un businessplan decennale, per lo sviluppo delle strutture del-l’Università, per poter accogliere fino a 5000 stu-denti, e per l’ammortamento del mutuo contrattodalla Fondazione, che comporterà l’alienazionedi beni immobili del Patriarcato, e di altri debiti re-sidui.

Sul piano accademico, poi, nel rispetto dell’au-tonomia voluta dalla legislazione giordana, la Fon-dazione ha studiato e sta elaborando, d’intesa conla Compagnia locale, un programma di collabora-

zione con altre Università dell’Europa e degli StatiUniti d’America.

La Fondazione, una volta completato il risana-mento finanziario e ripagato il mutuo da essa con-tratto, cesserà il suo coinvolgimento diretto conl’Università di Madaba, lasciando al Patriarcato La-tino di Gerusalemme la piena ed autonoma respon-sabilità di gestire l’Ateneo. Per il momento, però,essa, per mandato della Santa Sede, con il Patriar-cato Latino di Gerusalemme, e la Compagnia Mu-kawer Castle, ha la responsabilità di assicurare il ri-sanamento e lo sviluppo di detta Università, che nelmese di settembre 2015 ha salutato i primi laureati,che è vista come una delle più prestigiose universitàdella Giordania e, soprattutto, che i nostri cristianipossono frequentare senza essere sottoposti a diffi-coltà o pressioni di natura religiosa. In un anno èstato fatto già un lungo cammino. Molto resta an-cora da fare, con l’aiuto di Dio e la collaborazionedi quanti amano la Terra Santa

Antonio FrancoNunzio Apostolico

e Assessore dell’Ordine del Santo Sepolcro

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Di fronte ad una situazione come quella allaquale assistiamo in Terra Santa, ma anchein vari altri paesi del mondo, dove anche i

cittadini più pacifici si trovano di fronte ad una cre-scente tensione nei confronti del diverso, dell’ap-partenente ad un’altra comunità religiosa e dell’im-migrato, c’è chi decide di invitare alla fiducia e allaconoscenza reciproca.

Si tratta forse di gocce in un mare ma, come leg-giamo nel Vangelo e come ci insegna la vita quoti-diana, poco lievito può far fermentare tutta la pa-sta. Così, accanto al necessario aggiornamento ri-spetto alla situazione in Terra Santa, vogliamo valo-rizzare una serie di esperienze che aprono il cuorealla speranza.

Dal cuore alla bocca e viceversa…

Siamo a Kfar Vitkin, nord di Tel Aviv in un ri-

storante israeliano. Kobi Tzafrir qui gestisce unHummus Bar e sulla sua pagina facebook nel mesedi ottobre, mentre in Israele e Palestina si assistevaad un’escalation di tensioni, ha ben pensato di pub-blicare un annuncio: «Da noi non ci sono arabi. Enon ci sono neanche ebrei… Da noi ci sono solo es-seri umani. E un ottimo hummus! E anche ottimifalafel ebraici!». E c’è anche la promozione: 50%di sconto a chi si siede a un tavolo misto, ebrei edarabi insieme, e se si ha fame il piatto viene riempi-to di nuovo gratuitamente. L’obiettivo di Tzafrirera quello di mostrare che, oltre a quello che fannovedere i telegiornali, ci sono tanti ebrei ed arabi chenon prendono parte agli scontri e che mangiano al-la stessa tavola. Il giorno dopo l’annuncio, il risto-ratore ha riportato che tre tavoli hanno approfittatodella promozione in atto ma che molti più tavolierano misti e con clienti che hanno rifiutato di pa-gare il prezzo scontato perché desideravano soste-

Preziose “gocce di pace”in Terra Santa

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nere questa iniziativa.Anche ad Harish, una cittadina nel distretto di

Haifa a nord di Israele accanto al confine palestine-se, un piccolo gruppo di abitanti ha deciso di met-tersi a preparare torte da offrire agli incroci dellestrade e ai lavoratori nei cantieri, ebrei o arabi chesiano. Meglio manifestare per la pace, dunque, conun buon dolce in bocca e approfittare dell’occasio-ne per conoscersi e far cadere qualche muro del so-spetto e dell’indifferenza.

Alla fonte dellapace: il ruolodella preghiera

In tempi di cri-si, il credente nonpuò che rivolgersia Colui che è lafonte di pace, sha-lom, salam. Il 24ottobre, vigilia del-la festa di NostraSignora Regina diPalestina, le par-rocchie cattolichedi Terra Santa sisono date appuntamento per una Veglia di preghie-ra per la pace. L’iniziativa è nata dalla GioventùStudentesca Cattolica di Palestina, il cui cappella-no, padre Bashar Fawadleh, commenta: «I giovanivogliono pregare per la pace in tutto il MedioOriente ma specialmente per la pace a Gerusalem-me, che è la nostra città, la nostra capitale, la CittàSanta della pace e che in questi giorni è di nuovodiventata teatro di sangue, violenza, sopraffazione emorte». Il momento di preghiera è stato aperto atutti – cristiani, ebrei e musulmani – che sono statiinvitati a pregare Dio «Onnipotente e Misericor-

dioso, di toccare i cuori degli uomini e di liberarlidall’odio, dalla paura e dalla sete di vendetta».

Il 29 ottobre, in risposta al clima che si respira aGerusalemme, è stata organizzata una preghiera in-terreligiosa appena fuori dalla città vecchia, accantoalla Porta di Giaffa. L’evento è girato ampiamentesui social media e hanno partecipato soprattuttoebrei e cristiani, ognuno pregando nella propriatradizione secondo lo spirito di Assisi. Fra le istitu-zioni promotrici il Tantur Ecumenical Institute e

l’Elijah InterfaithInstitute. «Sembrache abbiamo im-boccato una viasenza uscita sulfronte politico – hacommentato padreRuss McDougall,direttore dell’isti-tuto cattolico Tan-tur che si dedicaallo studio e al dia-logo ecumenico einterreligioso – eora è come se‘prendessimo d’as-salto le porte del

cielo’ per chiedere a Dio di aiutarci a trovare unasoluzione».

Educare alla pace

In Israele e in Palestina i giovani hanno unagrande responsabilità nel costruire il futuro delpaese. E i loro educatori una ancora più grande. Edecco che ci sono anche varie realtà che si occupanodi trovare gli spazi e le possibilità per ragazzi pale-stinesi ed ebrei di vivere esperienze insieme, di co-noscersi e di scoprirsi tanto simili e diversi in ma-

I giovani cristiani della Terra Santa durante la preghiera per lapace organizzata nella parrocchia di Beit Sahour a Betlemme.

Sul sito dell’All Nations Café (allnationscafe.org) tante mani colorate ad indicare l’apertura verso tutti.

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niera affascinante. L’All Nations Café è un luogo eun’organizzazione che crea occasioni di incontro:un locale a Gerusalemme Est accanto alla moscheadi al-Aqsa dove si tengono varie attività, viaggi or-ganizzati in Giordania, la creazione del primogruppo musicale israeliano che ha suonato al festi-val della musica e dell’arte araba a Jerash in Gior-dania, campi di una settimana per famiglie e giova-ni israeliani e palestinesi… Anche a fine 2015, sulloro blog, si legge l’invito di uno dei membri alprossimo campo di una settimana che avrà luogoprossimamente.

Le attività non si interrompono neanche perKids4Peace, un’altra associazione che lavora con ibambini dando corpo a una cultura di pace a parti-re dai più piccoli, con l’idea che il cambiamentoche si vuole vedere nella società parte dalle trasfor-mazioni personali. I valori che sostengono sonosemplici e concreti ed è significativo leggere i primidue: «diversità (nel contesto familiare, nei punti divista politici e nella pratica religiosa) ed uguaglian-za (fra donne e uomini, religioni e culture, nazionie popoli)». Sulla homepage del loro sito, un mes-saggio arriva subito al visitatore: «Non verremosconfitti. Kids4Peace risponde alla violenza a Geru-salemme rafforzando la sua comunità, dialogandocon i partners e continuando con i programmi.Niente verrà cancellato».

Atti eroici nella vita quotidiana

Ad inizio settembre 2015, un gruppo di cinquegiovani studenti ebrei americani cercava di visitarele tombe dei patriarchi a Hebron. Non esperti dellastrada, la loro macchina prende la direzione sba-gliata e si ritrova dentro ad un quartiere arabo. Al-cuni ragazzi palestinesi reagiscono alla vista delgruppo lanciando pietre ed incendiando la macchi-na. Fayez Abu Hamdia, imprenditore palestinese,sulla via del rientro a casa dopo una giornata di la-voro vede la scena e fa entrare i ragazzi ebrei in ca-sa. Cerca di tranquillizzarli anche se non c’è unalingua comune di comunicazione, chiama la poliziaisraeliana e chiede aiuto. «Non sono un eroe, hosemplicemente fatto quello che dovevo fare. Siamotutti, prima di tutto, esseri umani», ha detto Ham-dia.

La situazione in Terra Santa è chiaramente com-plicata ma di fronte a questi piccoli gesti quotidianie, al tempo stesso, straordinari viene da interrogarsisu cosa ognuno possa fare nel suo piccolo per co-struire una cultura di pace.

Elena Dini

Kids4Peace (k4p.org) risponde ai recentiavvenimenti che hanno scosso la Terra Santa con ilsorriso e con la volontà di continuare ad impegnarsiper la pace.

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L’ORD

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I tempi presenti sonoparticolarmente intensiper i cristiani d’Oriente.

Mentre seguiamo quotidia-namente la situazione in Si-ria ed in Iraq, siamo moltopreoccupati dalla situazionedei cristiani in altri paesi co-me la Libia e l’Egitto. È purvero che la situazione deicristiani in Terra Santa è ac-cettabile a livello di sicurez-za, ma c’è di che preoccu-parsi per i recenti avveni-menti contro le chiese ed iconventi come, ultimamen-te, l’incendio appiccato con-tro il convento di Tabgha sullago di Tiberiade.... Purtroppo nella società israe-liana vi sono alcuni fanatici, sollecitati da personag-gi come Bentsi Gopstein che dichiarano la propriaanimosità contro i cristiani, incitando a sradicaretutto ciò che non è ebraico in Terra Santa. Que-st’ultima dichiarazione è particolarmente grave eminaccia la presenza cristiana che costituisce sola-mente il 2% della popolazione in Israele e in Pale-stina. In questo ambiente, la speranza ed il coraggiodei cristiani non mancano, al contrario, essi radica-no la loro più profonda fede nel Nostro SignoreGesù Cristo, Figlio di Dio, incarnato in Terra San-ta. Inoltre, la presenza del rappresentante dellaSanta Sede, Sua Eccellenza il Nunzio Apostolico,che difende gli interessi della Chiesa e le sue istitu-zioni e che veglia sulle congregazioni religiose e leorganizzazioni cristiane di ogni rito, dona un gran-

de sostegno in favore della presenza dei cristiani inTerra Santa.

La comunità maronita, che conta 11.000 fedeliin Terra Santa, è installata in questa Terra da milleanni. La maggioranza aveva lasciato il Monte Liba-no nel XIX secolo, dopo i massacri dei cristianiperpetrati dai drusi, aiutati dai turchi. Molti di loroin quel tempo fuggirono verso zone limitrofe e sistabilirono definitivamente là dove si trovano at-tualmente, nelle città e nei villaggi di Nazaret, Hai-fa, Akko, Jish, Isifiya, Shefaram, Aïn Kenya (Go-lan), Jaffa, Gerusalemme, Betlemme ed Amman inGiordania. Un’altra ondata di Maroniti lasciò il Li-bano nel 2000 quando l’esercito israeliano si ritiròdel Sud del Libano. Queste famiglie si stabilirono aNahariya, Kiryat Shemona, Tiberias, Safad, Maalot,Karmieel, Haifa, dove sono tutt’ora…

I Maroniti in Terra Santa Il diacono Sandy Habib di Haifa, in Israele, ci ha fatto pervenire, il 15 Agosto

2015, l’articolo pubblicato qui di seguito. Questo testo presenta una dellecomunità cattoliche in Terra Santa, i Maroniti. La chiesa maronita è nata tra la fine

del IV e l’inizio del V secolo in Antiochia (nel nord dell’attuale Siria). Il suofondatore, san Marone, era un monaco attorno al quale si radunò una crescentecomunità. Nel corso dei secoli, la Chiesa maronita è stata l’unica delle Chiese

orientali ad essere sempre in piena comunione di fede con la Sede apostolica diRoma. Si tratta dunque di una Chiesa cattolica di rito orientale (siro-antiochiana).Oggi nel mondo i maroniti sono circa 3 milioni, di cui quasi 1 milione in Libano.

San Marone (o Maroun) esan Charbel, protettoricelesti del Libano.

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La Diocesi Maronita di Haifa si è formata nel1996 dopo il suo distacco dalla Diocesi Maronita diTiro. Mons. Moussa El Hage, dopo essere stato no-minato Vicario Generale a Bkerke, in Libano, dal2012 è succeduto a Mons. Paul Sayah alla guidadella Diocesi Maronita di Haifa.

La nostra comunità è servita da un gruppo disacerdoti diocesani e da una comunità di religiosimaroniti libanesi a Jaffa, nel Convento Sant’Anto-nio il Grande, oltre che da un sacerdote religiosoAntoniano Maronita che si occupa della comunitàlibanese installatasi dall’anno 2000 in Galilea. Ma ilclero maronita è presente nella maggioranza dellecomunità religiose, maschili e femminili di tutte leconfessioni, in Terra Santa. Citiamo – ad esempio –i Francescani, i Trappisti, i Carmelitani, i Salesiani,i Lazzaristi, i Cappuccini, i Conventuali, le Suoredel Rosario, di San Giuseppe, della Carità, delleCarmelitane, delle Francescane della Croce, dei Sa-cri Cuori…

Questa comunità, che prese il nome dell’Anaco-reta San Marone nel IV secolo, deve la sua esisten-za al proprio attaccamento alla Santa Chiesa Catto-lica, e al suo capo spirituale il Patriarca Maronita alMonte Libano e trae nutrimento dalla fede in Dio,dall’attaccamento alla Vergine Maria ed ai nuovisanti maroniti, in particolare San Charbel l’eremita.

Nel campo più rigorosamente religioso e mona-stico, i Maroniti hanno portato il loro aiuto alle so-relle Chiese Orientali, non solo fornendo un nume-ro impressionante di vocazioni agli ordini e congre-gazioni occidentali installate in Oriente, ma ancheaiutando la formazione di famiglie monastiche inseno alla cristianità orientale cattolica, come i Mel-chiti nel 1736, i Siriaco Cattolici nel 1780, i Caldei

nel 1845, e gli Armeni nel1852.

La comunità maronitain Terra Santa, per la primavolta nella sua storia, ha ri-cevuto una visita da partedel suo capo spirituale, ilPatriarca Maronita Cardi-nale Béchara Boutros Raï,tra il 26 ed il 29 maggio del2014. Questa visita è stataaccolta con gioia anche dal-le comunità di tutta la Ter-ra Santa, ben al di là della

nostra Chiesa. Ora, cominciamo a raccogliere ifrutti di questa visita a tutti i livelli, in particolarequello ecumenico ed interreligioso.

La relazione dell’Ordine del Santo Sepolcro conla Terra Santa è profonda e molto antica. La nutritecon la preghiera, con il sostegno materiale e con levostre visite assidue verso i Luoghi Santi. In questevisite ed incontri organizzati, invocate la pace inquesti Luoghi e raccogliete fondi per le opere chel’Ordine promuove per aiutare le popolazioni cri-stiane locali.

Noi Maroniti siamo uniti a voi nella preghiera enello Spirito. Preghiamo affinché il Vostro Ordineresti un feudo di fede e di sostegno spirituale e ma-teriale per la Terra Santa e, in particolare, per la co-munità cristiana cattolica che è un fermento di spe-ranza per tutti gli abitanti della regione. ■

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Il cardinaleBéchara

Boutros Raï,Patriarca

Maronita (asinistra) ed il

suo confratelloMons. MoussaEl Hage che èalla testa della

diocesi diHaifa, in Terra

Santa.

La chiesa maronita di Nostra Signoradell’Annunciazione a Nazareth.

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LA VITA NELLE LUOGOTENENZE

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Il 12 settembre le suore carmelitane hanno messonuovamente a disposizione nel loro monastero a

Kew il necessario per una veglia e una messa primadelle Investiture dei nuovi candidati. Il Priore del-l’Ordine dei Domenicani, Padre Dominic Murphy,ha celebrato gli uffici. Domenica 13 settembre, ilGran Priore della Luogotenenza, l’arcivescovo De-nis Hart, ha celebrato la messa nella cattedrale diSan Patrick per l’Investitura di John e Kaisu Parkesquali Cavaliere e Dama. I Cavalieri e le Dame, cheindossavano il mantello, e il coro della cattedralegremito hanno assicurato una meravigliosa atmo-sfera. Successivamente, i nostri nuovi Cavaliere eDama sono stati accolti dai membri della Luogote-nenza nel corso di un pranzo.

Il 22 giugno ha avuto luogo la cena annuale del-la Luogotenenza alla presenza di Paul Bartley, Ca-valiere di Gran Croce, membro del Gran Magiste-ro. Questi ha parlato del lavoro del Gran Magistero

e di alcuni problemi che l’Ordine incontra nel-l’adempimento della sua missione a sostegno delpopolo cristiano in Terra Santa.

La liturgia bimestrale della messa e la preghieradel rosario, seguite da sobri momenti conviviali,hanno incoraggiato la spiritualità e la fraternità del-la Luogotenenza, sostenendo i membri che si sfor-zano di compiere la loro missione nella fede e nelleopere. Nell’ultimo incontro, il Cavaliere Ecclesiasti-co Padre Brendan Hayes ha celebrato la messa e hapoi ricevuto i commensali a casa sua e questa è sta-ta una buona preparazione per il Natale e per laconclusione dell’anno.

Ferve l’attività di preparazione ad un pellegri-naggio in Terra Santa durante il mese di maggio2016, sotto la direzione spirituale del CerimoniereEcclesiastico, il vescovo Peter Elliott, Grand’Uffi-ciale.

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AUSTRALIA – VICTORIA

L’importanza di prepararsi a vivereil pellegrinaggio in Terra Santa

Oltre 60 membri e ospiti dell’Ordine hanno accolto il Gran Maestro, cardinale EdwinO’Brien, e il Governatore Generale, professore Agostino Borromeo, nel corso di unricevimento svoltosi il 19 ottobre. Il Gran Maestro e il Governatore Generale si sono

fermati brevemente a Melbourne prima del loro rientro a Roma, dopo la Consultaregionale che si è tenuta ad Adelaide nel week-end precedente. Dopo la

presentazione fatta dal Gran Maestro, un certo numero di invitati ha manifestatointeresse per candidarsi o si è mostrato interessato ad avvicinarsi all’Ordine.

Il Gran Priore,arcivescovo Denis Hart,Cavaliere di Gran Croce,il Cerimoniereecclesiastico, vescovoPeter Elliott,Grand’Ufficiale, iCavalieri e le Dameriuniti all’esterno dellacattedrale di San Patrizioa Melbourne dopo lamessa d’Investitura dellaLuogotenenza, il 13settembre.

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Alcuni momenti importanti della vita dell’Ordine

Il 14 marzo, come ogni anno, l’Eucaristia per idefunti dell’Ordine ha preceduto l’Assemblea ge-nerale della Luogotenenza belga.

La Settimana Santa è stata seguita con devozio-ne nella nostra Chiesa Capitolare di Sablon. Daquest’anno, un coro composto da membri dell’Or-dine conferisce maggior prestigio alle nostre ceri-monie.

Un ritiro di preparazione per gli ammittendi si èsvolto dal 5 al 7 giugno. Il 12 giugno ha avuto luo-go la serata che precedeva le Investiture dell’indo-mani 13 giugno, nella nostra Chiesa Capitolare diNostra Signora di Sablon. Nel corso di una bellissi-ma cerimonia undici nuovi Cavalieri, tra i quali dueecclesiastici, e quattro Dame hanno ricevuto l’Inve-stitura.

Il 6 settembre abbiamo partecipato ad un’Euca-ristia durante la quale il Luogotenente ha pronun-ciato un’intenzione particolare per i rifugiati. Que-sta cerimonia è stata seguita da un Garden Partyofferto dai nostri confratelli, il Signor e la SignoraJacques Moulaert.

Il giorno della festa del Re, il 15 novembre, unarappresentativa delegazione dell’Ordine ha assistitoal tradizionale Te Deum cantato nella Cattedraledei Santi Michele e Gudula.

Infine, grande avvenimento, il 17 novembre,il Gran Maestro dell’Ordine, il cardinale EdwinO’Brien, è venuto in Belgio accompagnato dal Go-vernatore Generale, Agostino Borromeo. Insiemehanno conferito alle loro Maestà il Re e la Regina idistintivi di Cavaliere e di Dama di Collare. La sera,nel corso di una cena, è stato concesso ai presentidi porre le domande che desideravano. Il GranMaestro e il Governatore Generale hanno rispostodi buon grado.

L’anno 2015 è stato estremamente fecondo in

attività di ogni genere. Tutte si concentravano suun punto comune: la preoccupazione per i nostrifratelli e sorelle in Terra Santa e l’approfondimentodella nostra fede.

Accoglienza dei profughi

Rispondendo all’appello del Cardinale GranMaestro, la Luogotenenza per il Belgio ha costitui-to un comitato speciale incaricato dei profughi.

L’azione di questo comitato, composto da unadecina di persone, si articola intorno a tre assi: 1 - Alloggio: bisogna aiutare i profughi cristiani in

Belgio a trovare un alloggio. 2 - Accompagnamento degli adulti nelle pratiche

amministrative, nell’apprendimento della lin-gua, nell’integrazione.

3 - Accompagnamento dei bambini (compiti, attivi-tà giovanili, ecc.). La generosità di tutta la Luogotenenza per il

Belgio è stata puntuale nel rispondere con doni ma-teriali e in denaro, ma anche in amicizia.

Questo permette di realizzare il nostro obiettivo(con molta modestia perché il compito è immenso):accogliere calorosamente i fratelli cristiani a casanostra.

Conferenze

Durante un pranzo che ogni volta riunisce circa60 persone, sono state ascoltate con interesse varieconferenze che hanno spesso suscitato molte do-mande. Questi pranzi sono un’occasione per ritro-varsi in modo simpatico approfondendo vari aspet-ti della nostra vita spirituale.

Ecco alcuni dei vari temi toccati: 22 SETTEMBRE:

Combattere la povertà con un lavoro dignitoso.Suor Jeanne Devos, missionaria in India.

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BELGIQUE

Crescere nella fede per servire meglioi nostri fratelli in Terra Santa

Il 2015 è stato un anno dinamico e attivo per la Luogotenenza belga dell’OrdineEquestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Varie iniziative hanno stimolato il

nostro dinamismo e hanno contribuito a nutrire la nostra spiritualità…

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24 OTTOBRE:Festa di Nostra Signora Regina della Palestina.Eredità e speranza dei cristiani del MedioOriente. Mons. Pascal Gollnisch, direttore del-l’Opera d’Oriente.

Attività diocesane

Le Sezioni si sono mostrate particolarmente di-namiche ed attive nel corso dell’anno. Hanno orga-nizzato varie attività come conferenze, visite, incon-tri con personalità di religioni diverse per iscriversinel tema dell’anno: “La realtà multiculturale delnostro mondo”. Questo tema, seguito nel corsodell’anno, ci ha permesso di scoprire quanto il no-stro mondo sia diventato molto più complesso edunque molto più ricco ma anche più difficile diuna volta. Per l’anno 2015-2016 sarà il tema “Evan-

gelii Gaudium” ad attirare la nostra attenzione. Laricchezza di questa esortazione apostolica di PapaFrancesco ci permetterà di sviluppare delle attivitàa dimensione pastorale e missionaria.

Tra gli appuntamenti proposti nel 2015 ne ricor-diamo in particolare due:

3 MAGGIO:Bruxelles: visita alla Santa Cappella reale prote-stante e alla Grande Sinagoga.

11 NOVEMBRE:Brabant Vallone-Namur: visita alla Fraternità diTiberiade. Come scoprire la gioia del Vangelonella semplicità? Fratello Bart.

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Il 17 novembre, il GranMaestro dell’ Ordine,cardinale EdwinO’Brien, è venuto inBelgio accompagnatodal GovernatoreGenerale, AgostinoBorromeo. Hannoconsegnato alle LoroMaestà, il Re e laRegina, le insegne diCavaliere e di Dama diCollare (Copyright):(Copyright: KoninklijkPaleis – Palais Royal).

PELLEGRINAGGI

Durante l’anno, abbiamo partecipato a diversi pellegri-naggi o processioni fuori dal Belgio, due dei quali moltosignificativi. 6 MARZO:

Venerazione della santa Corona di Spine nella basilicaNotre Dame di Parigi.

14-15 AGOSTO:Pellegrinaggio fluviale notturno a Parigi e Solennitàdell’Assunzione della Vergine Maria.

RITIRI

17-18 OTTOBRE:Liegi: Esortazione apostolica“Evangelii Gaudium” - ritiro deigiovani della Luogotenenza. Mons.Delville.

19-22 NOVEMBRE:Abbazia cistercense di Mont desCats - Spezzare il pane, perché ado-rarlo? Padre Jean-Daniel Mischler.

www.holysepulchre.be

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Fra queste misure, abbiamo invitato eminentioratori per riflettere su questioni di grande im-

portanza religiosa. Il Dott. Marcos Raul Santana,che ha studiato in dettaglio la Sacra Sindone di No-stro Signore Gesù Cristo, da un punto di vista reli-gioso e scientifico, è venuto a parlarcene. Tra i par-tecipanti figurava il nostro Gran Priore dell’Ordinee arcivescovo di Rio de Janeiro, il cardinale DomOrani João Tempesta, dell’Ordine Cistercense. Era-no stati invitati anche i membri dell’unione deiGiuristi cattolici di Rio de Janeiro.

Mons. Sergio Costa Couto ci ha poi parlato del-la speranza, presentandoci un’analisi approfonditadi questa virtù, come aveva fatto l’anno precedenteper la fede.

Nel corso di tutto il 2015 sono state organizzate

delle riunioni generali e del Consiglio della Luogo-tenenza, presiedute dal Luogotenente alla presenzadel cardinale Dom Orani.

Il Luogotenente ha chiesto a tutti i membri e,più in particolare, alle Dame Gisella Amaral ed IsisPenido di presentare nuovi membri all’Ordine. Iloro sforzi hanno portato buoni frutti con l’Investi-tura di 20 confratelli.

Zoom su due avvenimenti

Il 9 dicembre il Luogotenente Gustavo Miguezde Mello ha presentato un evento culturale per rac-cogliere fondi per le opere umanitarie che l’OrdineEquestre del Santo Sepolcro sostiene in Terra San-ta.

L’evento ha avuto luogo nel“Casarão Neo Clássico” delProf. Carlos Alberto Serpa: unabella casa di inizio secolo, oggicentro della Fondazione Ce-sgranrio per l’Educazione. Or-ganizzato dalle Dame GisellaAmaral e Isis Penido e dai Cava-lieri Gilson Araújo Jr e MarceloSusini, con la presenza delle piùalte autorità civili, religiose emilitari, l’incontro ha riunitocirca 200 persone.

La serata è trascorsa piace-volmente fra esibizioni artistichee un buffet delizioso. Ringrazia-mo calorosamente tutti coloroche hanno collaborato alla rea-lizzazione.

Il 10 dicembre 2015 il cardi-nale Dom Orani João Tempesta,arcivescovo di Rio de Janeiro eGran Priore dell’Ordine, hapresieduto presso la Chiesa di

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BRASIL – RIO DE JANEIRO

Gli sforzi dei membri dell’Ordineportano frutti

Nel corso dell’anno 2015, il Luogotenente ha adottato alcune misure allo scopodi sviluppare e ampliare il nostro Ordine.

Una serata artistica, organizzata dalla Luogotenenza, ha permesso diraccogliere fondi per i progetti in corso di realizzazione in Terra Santa.

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Nossa Senhora da Glória do Outeiro la Messa so-lenne per l’Investitura dei 13 nuovi cavalieri e delle7 nuove dame dell’Ordine del Santo Sepolcro.

Alla bellissima cerimonia hanno partecipato co-me concelebrante il Priore Mons. André Sampaio,come Cerimoniere religioso Mons. Sergio Costa

Couto e come Cerimoniere laico Isis Penido. Fracoloro che hanno ricevuto l’Investitura anche laprincipessa Maritza de Orleans e Bragança. Alla ce-rimonia è seguito un cocktail organizzato da EderMeneghine con una torta speciale preparata daEliane Sampaio.

Uno dei momenti importanti dell’anno è statonel mese di aprile quando la Luogotenenza ha

patrocinato una conferenza pubblica di MichaelHiggins, Commendatore, intitolata “Thomas Mer-ton: A Spiritual Guide for Our Perplexing Times”(“Thomas Merton: una guida spirituale per la no-stra epoca tormentata”). L’evento faceva parte dellacelebrazione del 100° anniversario della nascita delmonaco di fama mondiale e scrittore spiritualeThomas Merton. Il Dott. Higgins, autore premiato,presentatore e specialista di Merton, ha propostoun’interessante analisi dell’attualità della vita e del-la testimonianza di Merton che è stata fonte di ispi-razione per il pubblico.

A giugno, la Luogotenenza è stata lieta di accor-dare una promozione a Padre Paul Morris, Com-

mendatore, ad Anthony Metlej, Commendatore, e aSabah Metlej, Dama di Commenda, durante il no-stro week-end di riunione annuale che si è tenutonella Basilica-Cattedrale di Santa Maria di Halifaxin Nuova Scozia. Ha officiato l’arcivescovo Antho-ny Mancini, Gran Priore della Luogotenenza. IlDott. David Deane, teologo cattolico, ha pronun-ciato un eloquente discorso per i membri dell’Or-dine e per gli invitati, mostrando come l’Ordine delSanto Sepolcro sia un esempio da seguire per tutti icristiani, perché abbraccia e proclama il messaggiodell’amore di Dio nel mondo in un vero spirito direciproca fraternità. Abbiamo avuto il piacere diaccogliere John Piunno, Cavaliere di Gran Croce,invitato in rappresentanza del Gran Magistero, cheha spiegato come la complessità delle realtà geopo-

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CANADA – ATLANTIC

Un vero spirito di fraternitàI membri della Luogotenenza Canada Atlantic hanno avuto la fortuna di radunarsi

in molte occasioni per adorare il Signore, pregare insieme per la pace eapprofondire la propria vita spirituale.

Cavalieri e Damedurante l’Investituradel 2015. Nel corsodi questa cerimoniaventi nuovi membrisono stati accoltinell’Ordine.

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litiche renda difficile la vita di coloro che risiedonoin Terra Santa e l’importanza del ruolo dell’Ordinein questa regione.

In occasione della festa di Nostra Signora di Pa-

lestina, il 25 ottobre, i membri hanno celebrato in-sieme la messa nella Chiesa di San Benedetto conPadre James Mallon, Commendatore, e si sono poitrattenuti per un pranzo e una riunione.

Mercoledì 6 maggio 2015 i membridella Luogotenenza per il Canada-

Montréal hanno avuto l’onore e la gioia dipartecipare ad una cerimonia di Investitu-ra eccezionale: quella di Mons. ChristianLépine, arcivescovo di Montréal, che si ètenuta nella cattedrale del Santo Nome diGesù del Patriarcato Latino di Gerusa-lemme. Era presente il Luogotenente Giu-seppe Maiolo così come il Gran Prioredella Luogotenenza per il Canada - Mon-tréal, Mons. Louis Dicaire. La cerimoniad’Investitura è stata celebrata dal Patriar-ca Latino, Mons. Fouad Twal e da Mons.William Shomali, vicario patriarcale perGerusalemme, in occasione di un pellegri-naggio in Terra Santa. Il pellegrinaggio èiniziato lunedì 4 maggio con una cerimo-nia durante la quale sono stati piantati al-cuni ulivi a Beit Sahour, nel giardino dellacasa di Joseph e Amal Shomali, membridella Luogotenenza che hanno contribuitoall’organizzazione di questo viaggio.

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CANADA – MONTRÉAL

Un’Investitura storica in Terra Santa

Il 25 ottobre,in occasionedella festa di

NostraSignora della

Palestina, èstata

celebrata unamessa,

seguita dauna riunione.

Il pellegrinaggio in Terra Santa, per i membri dell’Ordine, èsempre una buona occasione per manifestare la lorocomunione spirituale con i responsabili della Chiesa locale.

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Il 25 settembre 2015, io e mio cugino, come i no-stri confratelli e consorelle di Trois Rivières, di

Québec e di Saguenay, abbiamo gioiosamente ri-sposto all’invito di Padre Yoland Ouellet, oblato diMaria Immacolata (omi) e rettore del SantuarioNotre Dame du Cap, di venire a celebrare la me-moria e l’opera di Padre Federico Janssoone, beati-ficato quello stesso giorno, nel 1988 a Roma, da Pa-pa Giovanni Paolo II. Fin dal nostro arrivo, ci sia-mo radunati al Piccolo Santuario, la prima chiesafondata nel 1888, dove abbiamo assistito alla messaconcelebrata da Padre Yoland Ouellet e da altri sa-cerdoti tra i quali il Canonico Jean Tailleur, Cancel-liere della Diocesi di Quebec e Priore coadiutoredella Luogotenenza per il Canada - Québec. In se-

guito, ci siamo recati in processione silenziosa, pas-sando dal Ponte dei rosari (eretto in ricordo del mi-racolo, avvenuto nel 1879, quando un «ponte dighiaccio», in risposta alle preghiere dei parrocchia-ni, si era formato sul fiume per consentire il tra-sporto delle pietre necessarie a costruire la primachiesa), in direzione della copia del Santo Sepolcroche padre Federico, ardente difensore della TerraSanta, ha fatto costruire vicino alla chiesa. Ognipellegrino ha avuto l’opportunità di entrare nel Se-polcro per raccogliersi e venerare un reliquiario delbeato Padre Federico. Nel pomeriggio, dopo unbuon pasto, eravamo attesi nella Basilica per assi-stere ad una conferenza sulle sue vetrate tenuta dapadre Paul Arsenault, erudito su questo argomen-

to. Questi ci ha, tra l’altro,insegnato che l’artista, Pa-dre Jan Tillemans, di origi-ne olandese, ha adottatouna tecnica del Medioevo,utilizzando un vetro che hala stessa ricchezza e la stes-sa profondità di colore diquello utilizzato nelle gran-di vetrate delle cattedraligotiche europee come quel-le di Chartres o di Reims.

Infine, grazie al climapiacevole, abbiamo finito ilnostro pellegrinaggio per-correndo la Via Crucis eret-ta nei giardini del Santua-rio. Questa bella giornatadi ritorno alle origini, tra lepiù riuscite, resterà tra i no-stri ricordi più belli dell’an-no.

Sylvie Prémont

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CANADA – QUÉBEC

Riscoprire il beato federico JanssooneLa Luogotenenza per il Canada - Quebec ha avuto, anche nel 2015, un’agenda moltoricca. Fra le attività principali ricordiamo il pellegrinaggio al Santuario Notre Dame

du Cap, il 25 settembre, anniversario della beatificazione di padre FedericoJanssoone, dell’Ordine dei Frati Minori (ofm), fondatore del Commissariato di TerraSanta a Trois Rivières nel 1888 e cofondatore del primo Santuario nello stesso anno.

Una riproduzione del Santo Sepolcro è stata costruita sul terreno del Santuariodi Notre Dame du Cap, su richiesta di Padre Federico, fervente devoto dellaTerra Santa.

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ENZEL’ANNO 2015

IN IMMAGINI

Il 21 marzo alcuni membri dellaLuogotenenza per il Canada

Québec hanno partecipato al ritiroannuale della Quaresima, che haavuto luogo al Seminario minorediocesano. Nell’ambito dell’annodella vita consacrata, suor Doris

Lamontagne, delle PiccoleFrancescane di Maria, ha dato un

insegnamento su “La vita e l’ereditàspirituale di san Francesco di

Laval”.

Lo scorso 3 ottobre, una quarantina dipersone ha assistito alla veglia che si è

svolta nella cappella del Seminariominore diocesano del Québec. Otto

membri sono stati promossi durante lacerimonia presieduta da Mons. Luc

Bouchard, vescovo di Trois-Rivières.L’indomani, domenica 4 ottobre, lecelebrazioni sono proseguite alla

Basilica Cattedrale di Notre Dame deQuébec per la cerimonia d’Investitura

presieduta da Mons. Gaétan Proulx,vescovo ausiliare del Québec. Cinque

nuovi membri, due Dame e tre Cavalieri,tra i quali un sacerdote, hanno ricevuto

l’Investitura. Foto: Daniel Abel, fotografoufficiale della Basilica Cattedrale Notre

Dame de Québec.

Come vuole la tradizione,ogni Domenica delle Palme,i membri dellaLuogotenenza per ilCanada Québec visitanouna parrocchia diversa daquella dell’anno precedente.Nel 2015 è stata visitata laparrocchia di SanRomualdo. Dopo l’omelia, ilnostro Luogotenente è statoinvitato a rivolgere alcuneparole ai parrocchiani perpresentare loro l’Ordine e lasua missione.

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Luogotenente onorario Peter F. Heidinger,Stoccarda (1991-1999)

Il più anziano Luogotenente tedesco ancora invita ha assunto il suo incarico nel 1991.

I suoi obiettivi erano: testimoniare personal-mente e come comunità la carità e la solidarietà cri-stiana mantenendo vive le virtù cavalleresche dellacalma, della dolcezza (mettersi a servizio, senso del

sacrificio), del coraggio (di rivendicare la fede, lanobiltà di cuore, la magnanimità) e della fedeltà.(citazione da Wolff, in: Dickmann/Oldenkott “Er-be und Aufgabe” [Eredità e missione], Paderborn2009, p. 339).

Nei primi anni del suo mandato, il ProfessorHeidinger ha dovuto superare una rappresentazio-ne negativa dell’Ordine fatta dai media tedeschi,chiamata anche «crisi dei media»: «La fondazione

Un gruppo di dieci candidati provenienti daPraga si è rivolto al cardinale Dominik Duka

per chiedergli di aiutarli a costituire l’organizzazio-ne di base dell’Ordine nel loro paese. Questa ini-ziativa, tuttavia, non ebbe successo.

L’impulso alla fondazione attuale dell’Ordine inRepubblica Ceca è stato dato da Jirí Porízka, Com-mendatore dell’Ordine Pontificio di San Gregorioil Grande. Prigioniero politico sotto il regime co-munista, Porízka ha lasciato la sua patria per rag-giungere la Svezia nel 1968. Nel 2013, un suo ami-co, Stefan Ahrendstedt è diventato Luogotenentedell’Ordine per la Svezia. All’epoca della sua visita,il 27 settembre 2013, presso Mons. Jan Graubner,arcivescovo di Olomouc, ha cominciato ad intro-durre l’Ordine nei territori cechi con l’aiuto diPorízka.

L’8 maggio 2014 l’arcivescovo Mons. JanGraubner è stato nominato Gran Priore con il gra-do di Grand’Ufficiale. Successivamente, quest’ulti-mo ha nominato Jirí Porízka Segretario per il pri-mo periodo.

La Delegazione Magistrale ceca è stata fondata

con i decreti del 9 marzo 2015 del Gran Maestro, ilcardinale Edwin O’Brien, e il primo Delegato no-minato è stato Jirí Porízka.

I membri sono otto, cinque Cavalieri, una Da-ma, un sacerdote e il Gran Priore. Devono far fron-te ad un certo numero di compiti per costruire econsolidare l’organizzazione e per vigilare che sisviluppi correttamente. La prima Investitura è pre-vista per la primavera 2016 nella Cattedrale di SanVenceslao ad Olomouc.

76 - Annales 2015

CESKÁ REPUBLIKA

Preparandosi alla prima InvestituraIl primo tentativo di fondare una struttura

periferica dell’Ordine del Santo Sepolcro inRepubblica Ceca ha avuto luogo nel 2010.

DEUTSCHLAND

Quattro Luogotenenti della Luogotenenzatedesca: un quarto di secolo di storia

Mons. Jan Graubner, arcivescovo di Olomouc eGran Priore della Delegazione, ha consegnato a Jir íPor ízka la sua lettera di nomina come DelegatoMagistrale, il 13 maggio 2015.

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della commissione dei media e la nominadi un addetto stampa e pubbliche relazionisono il vero inizio della relazione profes-sionale con la stampa» (Wolff ibidem, p.341). Da allora, in occasione delle Investi-ture annuali, informiamo sempre la stam-pa e organizziamo con loro delle conferen-ze.

Dopo la prima Intifada (1987-1993)abbiamo creato, su proposta dell’allorapresidente della Commissione per la TerraSanta, un «Fondo di aiuto d’emergenzadella Luogotenenza tedesca» (chiamato in seguito«Fondo sociale», e oggi «German HumanitarianAid Fund»).

Le riflessioni «Come seguire la direzione»(1994) hanno portato a nuovi seminari di indirizzo(oggi chiamati congressi dei responsabili) e a nuovecommissioni specializzate.

Nei nuovi Länder tedeschi dell’Est, la Luogote-nenza ha fondato, nel 1994, la nuova Sezione «Ger-mania dell’Est».

Le parole d’addio del Luogotenente Prof. Hei-dinger, in occasione dell’Investitura del 1998 adAmburgo, hanno rievocato l’immagine «della gran-de nave sulla quale, nel nostro Ordine, compiamo ilpellegrinaggio della vita» (citazione da Wolff, ibi-dem, p. 345).

Luogotenente onorario Paul Theodor Oldenkott,Ulm (1999-2007)

Il Professor Oldenkott ha assunto il suo incaricocon l’obiettivo (citazione da Wolff, ibidem, p. 351):«di rinforzare l’intesa tra i fratelli dell’Ordine», ol-tre che «di interpretare personalmente ed umana-mente» la missione del suo incarico e l’indispensa-bile regolamento (“una direzione democratica e ge-rarchica”). Tutti i membri dell’Ordine ricevono co-me base di lavoro il “libro rosso” con lo statuto e ledirettive ricevute da Roma e il nuovo regolamentointerno tedesco, autorizzato da Roma. La sede dellaLuogotenenza a Colonia (Steinfelder Gasse) e lachiesa di S. Andrea dell’Ordine assumono in queglianni maggiore importanza.

Nel 1999 è stata pubblicata la nuova versionedel libretto di preghiere dell’Ordine. La «Preghieradella nostra Comunità» serve per la vita spiritualepersonale. La Commissione “Spiritualità” ha messo

a punto i principi «Spiritualità e candidati» (1994).Nell’anno 2007 ha proposto, per la prima volta, untema pastorale. I candidati si ritrovano, dal 2004, inuna veglia d’armi notturna, prima della loro Inve-stitura, per pregare e meditare.

Per migliorare la comunicazione in seno allaLuogotenenza, la rivista «Deus Lo Vult» è stata rin-novata in un annuario e in un notiziario «DLV Ak-tuell» che viene pubblicato due volte l’anno. Tra il2005 e il 2007 abbiamo realizzato la prima versionedi un sito internet.

Le direttive romane del 1999 e 2003 hanno nuo-vamente sottolineato l’importanza della formazionedei candidati: dal 2004, tutti i candidati hanno l’ob-bligo di partecipare ad un week-end introduttivo.

La Terra Santa era molto importante per il Prof.Oldenkott: l’ha visitata più volte con i membri delConsiglio della Luogotenenza. «Una delle sfideparticolari, (del Luogotenente Oldenkott) era la ge-stione delle relazioni tra la Luogotenenza tedesca ela Terra Santa… e l’interazione tra la direzione aRoma e la comunità dei membri tedeschi» (Wolff,ibidem, p. 355).

Luogotenente onorario Heinrich Dickmann,Friburgo (2007-2015)

All’inizio del suo mandato di Luogotenente,Heinrich Dickmann ha indicato gli obiettivi neiquali voleva impegnarsi in modo particolare (cita-zione da Wolff ibidem, p. 359):

Innanzitutto, il consolidamento della spiritualitàspecifica all’Ordine: è stata elaborata una nuovaversione della preghiera dell’Ordine; i candidati sipreparano con una novena alla loro Investitura coni membri dell’Ordine; i Priori assistono ad un con-gresso specifico per loro; i compiti del Cerimoniere

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Da sinistra a destra: i Luogotenenti Heidinger, Oldenkott,Dickmann, e Brümmer.

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spirituale e della presidenza della recentemente isti-tuita Commissione «Spiritualità» sono stati rag-gruppati.

L’Investitura del 2013 ha avuto una particolarevalenza spirituale: ha riunito un gran numero diDame e Cavalieri della Luogotenenza attorno al Pa-triarca di Gerusalemme.

Si è ravvisata la necessità di un’informazionepuntuale sulla situazione ed i bisogni dei cristiani inTerra Santa.

È stata presa in esame, di concerto con il GranMagistero a Roma, la necessità di una Fondazionesupportata dai Cavalieri e Dame della Luogotenen-za tedesca, sotto la sorveglianza della Chiesa.

Il contatto personale con la Terra Santa, unastretta collaborazione col Gran Magistero e lo svi-luppo di una tesoreria trasparente nella Luogote-nenza, hanno portato alla nomina del Luogotenen-te tedesco alla Commissione per la Terra Santa e adaltre Commissioni del Gran Magistero.

La Fondazione è nata nel 2009, da un’associa-zione di promozione, quale fondazione canonicache possiede capacità giuridica. Importanti dona-

zioni hanno fatto aumentare il suo capitale di circacinque milioni di euro.

Sono state rafforzate le Commissioni di direzionedella Luogotenenza tedesca.

Si è raggiunto un maggiore coinvolgimento deiresponsabili nelle decisioni della Luogotenenza.

Il Consiglio della Luogotenenza ha vigilato af-finché le posizioni fossero attribuite conformemen-te allo statuto. Le conferenze dei presidenti e i con-gressi dei responsabili hanno completato il lavoro.Inoltre, è stata elaborata una nuova versione detta-gliata del regolamento.

Luogotenente Detlef Brümmer, Düsseldorf (2015)

Nella sua prima lettera inviata a Dame e Cava-lieri, il Luogotenente ha definito i seguenti obiettiviper la Luogotenenza tedesca: occuparsi della TerraSanta, proclamare la fede e servire la società e laChiesa.

Domenica 7 giugno, molti cattolici si sono unitia questa seconda processione del Santissimo

Sacramento nel centro di Londra. La processione è partita dalla chiesa dell’Imma-

colata Concezione di Farm Street e si è conclusa al-la chiesa di St James, situata a Spanish Place. Nelsuo percorso, ha fatto tappa alla cattedrale cattolicaucraina della Sacra Famiglia in Esilio vicino ad Ox-ford Street.

Prima che la processione lasciasse Farm Street,il cardinale Vincent Nichols ha pronunciato un di-scorso davanti ad una chiesa gremita dicendo: «Og-gi noi portiamo Gesù nelle nostre strade, non come

uno straniero, ma come Re e Signore della creazio-ne». Ha, inoltre, ringraziato le persone presenti peraver portato così visibilmente la testimonianza diCristo nel cuore della capitale.

I bambini che recentemente avevano ricevuto laprima comunione hanno lanciato petali di rosa da-vanti al Santissimo Sacramento, un cantore ha ani-mato i canti in inglese e latino per accompagnare laprocessione, mentre i membri dell’Ordine di Maltadistribuivano al pubblico dei depliant esplicativi.Da Farm Street, la processione ha attraversato Ber-keley Square e Grosvenor Square fino a Duke Stre-et, dove ha fatto tappa alla chiesa cattolica ucraina.

78 - Annales 2015

ENGLAND AND WALES

A Londra Cavalieri e Dame fanno riviverela processione del Corpus domini

Nella maggior parte dei posti, in Inghilterra, non si organizzano più processionireligiose pubbliche. Tuttavia, in questi due ultimi anni, si è ripresa la tradizionedella processione nel centro di Londra, per il Corpus Domini. Cavalieri e Dame

della nostra Luogotenenza l’hanno sostenuta partecipandovi.

www.ritterorden.de

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TESTIMONIANZE

Centinaia di spettatori, fedeli e curiosi, si sonouniti alla processione attraverso le vie del quartie-re di Mayfair, cantando e salmodiando, fino allachiesa St James, situata in Spanish Place. Là, il Car-dinale ha benedetto l’assemblea per chiudere laprocessione. Nella sua omelia della messa delle 19,ha parlato di «gioia infinita, perché è la Festa del-l’amore di Dio per tutti noi, amore manifestato inGesù».

LA «SQUADRA VOLANTE»IN TERRA SANTA

La Luogotenenza per l’Inghilterra e il Galles èfiera del modo in cui ha sostenuto, da vari anni,

le scuole del Patriarcato Latino di Gerusalemme.Nel 2010 è iniziata una nuova fase di assistenzaquando Padre Imad Twal, allora direttore dell’edu-cazione del Patriarcato Latino di Gerusalemme inGiordania, ha chiesto alla Luogotenenza di aiutaread insegnare l’inglese nelle scuole.

Gli insegnanti del Patriarcato sono altamentequalificati, devoti ed impegnati, ma sono esclusidell’aiuto considerevole dato nelle scuole pubbli-che dalla comunità internazionale per lo sviluppo ela formazione. È fondamentale dunque mantenerelo standard del livello di formazione degli inse-gnanti nelle scuole del Patriarcato.

Essendo di lingua madre inglese, la Luogote-nenza era la più indicata per rispondere a questa ri-chiesta. Parlare correntemente l’inglese apre a nuo-ve opportunità di impiego e alzare gli standard mi-gliorerebbe anche la reputazione delle scuole delPatriarcato Latino di Gerusalemme.

L’“English Project” si era basato sull’esperienzadel primo progetto online di formazione degli inse-

gnanti della Luogotenenza, sviluppato nel 2002 daSteve Hirschhorn e dal compianto Michael Whe-lan, Cavaliere di Gran Croce. Nel 2011, il nuovoprogetto è stato elaborato da una “squadra volan-te” di tutori provenienti dalla scuola Eckersley Ox-ford e composta dai professori Jonny Kowal, Ri-chenda Askew, Jackie Halsall (oggi Squadra di For-mazione Pedagogica Lewis), da Padre lmad Twal edai membri della Luogotenenza Margaret e Ber-nard Waddingham. La partecipazione della Luogo-tenenza è stata approvata dal Governatore Genera-le dell’Ordine.

Per la Giordania è stato elaborato un progettoin cinque tappe che ha avuto successo. Si è dunquedeciso di continuarlo nel 2013 per soddisfare i bi-sogni anche degli insegnanti di inglese in Palestinae in Israele.

«Che ci crediate o no, questa formazione è stata ilpicco di tutta la mia carriera, e sono professore dilingua inglese da 20 anni. Non si tratta solamentedel materiale, dei metodi, e del modo di insegna-re, ma anche di come abbia contribuito al mio es-sere e alla mia anima. Ho potuto vederne l’effettosu tutti noi».

Eman Mi’ib, della scuola di Rameh,in Israele, settembre 2011

«La squadra volante è diversa perché, anzichéproporre agli insegnanti una lezione senza vederlimai all’opera, raggiunge i professori e li osservanelle loro classi. Questo crea un legame personaletra gli insegnanti ed i tutori e questi ultimi sonoin grado di essere molto più efficaci».

Newsletter delle scuole del Patriarcato Latinodi Gerusalemme, settembre 2013

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Processione nelle vie di Londra: manifestazionepubblica della fede per testimoniare al cuore dellapopolazione.

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Nel mese di febbraio abbiamo preparato i no-stri cuori alla celebrazione della Pasqua parte-

cipando al ritiro spirituale nella Collegiata diSant’Isidoro a Léon (nel nord della Spagna). Nel

mese di aprile, durante la Settimana Santa, abbia-mo partecipato alle funzioni e alle Processioni delVenerdì Santo. Queste sono una tradizione in Spa-gna e l’Ordine vi partecipa da sempre. Eravamo

La Squadra Lewis ha an-che organizzato sessioni diformazione per altri profes-sori di inglese nelle scuoledel Patriarcato. Nel corso didieci giorni, quasi sessantainsegnanti giordani hannoricevuto un certo livello diformazione. Alcuni di questiprofessori hanno già orga-nizzato una formazione con-tinua nelle loro scuole. Amaggio 2013, molti di lorohanno animato delle giorna-te di formazione per tutti gliinsegnanti del PatriarcatoLatino di Gerusalemme inGiordania. Questi professo-ri stanno sviluppando dellecompetenze in leadership egestione e formano i loro colleghi professori di in-glese. È l’inizio della diffusione in serie delle buonepratiche.

Il tutorato tra pari è stato uno sviluppo successi-vo, nel quale si prevede un’autovalutazione degliinsegnanti che riflettono sui loro punti di forza edindicano i campi che desiderano migliorare, primadi essere osservati dai loro colleghi.

L’ultima sessione a Ramallah si è conclusa con laproduzione teatrale di A Dream within a Dream.Adelle Spindlove, di Theatre Express (che fa partedella scuola Lewis), ha diretto un gruppo di trentastudenti dell’Al Ahliyyah College per mostrare unnuovo approccio all’inglese. I ragazzi hanno fattouna rappresentazione commovente ed appassionata

in inglese. I considerevoli fondi per

questo progetto unico sonostati raccolti da molte Sezio-ni della Luogotenenza perl’Inghilterra e il Galles e danumerose parrocchie in In-ghilterra (soprattutto graziealla questua). Altri fondi so-no stati raccolti nel corso diricevimenti organizzati dallaLuogotenenza e dalla par-rocchia dell’ImmacolataConcezione dei gesuiti aLondra. Altre donazioni so-no state fatte dal CambridgeNazareth Trust, dall’associa-zione The Catenian e da ge-nerosi benefattori. Il Pa-triarcato Latino di Gerusa-

lemme ha coperto le spese degli spostamenti per gliinsegnanti e per la Squadra Lewis.

«Questa è veramente una grande opportunità edesideriamo ringraziare i membri dell’Ordine delSanto Sepolcro in Inghilterra e in Galles, per avereelaborato queste sessioni per i nostri studenti ed inostri insegnanti» e «la Luogotenenza ha aiutatoquesti professori che sono una luce che illuminal’educazione per rischiarare i cammini degli altricon speranza», ha dichiarato Padre Faysal Hijaze-en, direttore dell’educazione per il Patriarcato Lati-no di Gerusalemme in Palestina e Israele.

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ESPAÑA OCCIDENTAL

Mettere in luce la finalità dell’OrdineLa Luogotenenza della Spagna Occidentale ha vissuto momenti molto intensi

durante l’anno 2015.

Sopra, Rula e Samar con il loro certificato,accompagnati dal Luogotenente DavidSmith, e da Margaret Waddingham, Damadell’Ordine.Sotto, partecipazione, impegno, e praticadell’inglese, sono le caratteristiche dellesessioni di formazione.

www.khs.org.uk

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presenti a Santillana del Mar (Santander), Madrid,Siviglia e a La Laguna (Isole Canarie).

Le due Luogotenenze spagnole si sono riunitealla Collegiata del Santo Sepolcro di Calatayud peril Capitolo Congiunto e i nuovi Cavalieri hanno as-sunto il loro nuovo incarico come Canonici Onora-ri, durante un atto solenne presieduto dal vescovodi Tarazona.

A maggio si è svolto il pellegrinaggio in TerraSanta. I nuovi Cavalieri e Dame hanno ricevuto laConchiglia del pellegrino dalle mani del PatriarcaLatino di Gerusalemme. Durante il mese di giugno,a Madrid, ha avuto luogo la cena annuale di benefi-cenza seguita dalla tradizionale tombola. È stato ungrande successo sia per la partecipazione che per iprofitti, già inviati in Terra Santa.

A settembre i neofiti hanno partecipato al ritiroche dà la possibilità ai nuovi membri di conoscersimeglio tra loro. Questo incontro permette anche discambiare le proprie idee sull’organizzazione e le fi-nalità dell’Ordine con i Cavalieri e le Dame che liaccompagnano.

A fine settembre ha avuto luogo la celebrazionepiù importante della Luogotenenza, la cerimonia diInvestitura dei nuovi Cavalieri e Dame a Jerez de laFrontera (nel sud della Spagna).

Il mese di novembre è stato contrassegnato dallacerimonia delle Esequie solenni celebrate per i con-fratelli deceduti durante l’anno. Questa celebrazio-ne è stata presieduta dal Gran Priore, il cardinaleAmigo.

L’anno si è concluso con la tradizionale Cena diNatale che è servita a consolidare i legami tra noi ee scambiarci gli auguri per il nuovo anno.

I Cavalieri spagnoli sono Canonici onoraridella collegiata di Calatayud

L’insediamento dei Canonici del Santo Sepolcroin Spagna risale all’anno 1130 e la loro presenza èsempre stata associata alla Collegiata Reale del San-to Sepolcro, a Calatayud. Si tratta del più anticoluogo di culto cristiano europeo ad aver mantenutosenza interruzione la denominazione di Santo Se-polcro, dal 1156 fino ai giorni nostri. Era la sede diun Gran Priorato dal quale dipendevano tutte lechiese, le collegiate, le commende e gli ospedalidell’Ordine in Spagna: Barcellona, Valenza, Hue-sca, Logroño, Toro, Fuentespreadas, Salamanca,Palma, Segovia...

Questo Gran Priorato riuscì ad evitare l’annes-sione con la forza all’Ordine di San Giovanni, de-cretata dalla Bolla Cum Solerti Meditatione nel1489. Ferdinando, il re cattolico, si oppose ed ot-tenne da Papa Innocenzo VIII che il Gran Prioratodi Calatayud fosse esentato da questa annessione. IlPriorato del Santo Sepolcro di Calatayud è stato,per otto anni, il solo a rimanere nel mondo, coni suoi Canonici ed i suoi Cavalieri. I Priori assunse-ro la funzione di Gran Maestro finché Papa Ales-sandro VI fece annullare la Bolla e si dichiarò GranMaestro dell’Ordine del Santo Sepolcro, conla Bolla Pastorales Offici Cura nel 1497. Papa Leo-ne X fece lo stesso con la Bolla dell’anno 1513.

La Collegiata di Calatayud operò con il proprioConsiglio regolare fino al 1901, anno in cui il go-verno liberale spagnolo chiese al Santo Padre disopprimere le collegiate in Spagna, per recuperarnei numerosi redditi. Il Capitolo spagnolo dell’Ordi-

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d’Investitura deinuovi Cavalieri e

Dame si è svolta aJerez de la

Frontera, nel suddella Spagna (nellanostra foto vediamo

una nuova Damadell’Ordine

accompagnatadalla sua madrina

durante lacelebrazione).

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ne si oppose, e mandò una lettera a Leone XIIIsupplicandolo di dichiarare la Collegiata comeOnoraria della chiesa del Santo Sepolcro di Calata-yud, cosa che avvenne con la Sancta Templa Dei del18 settembre 1901.

I membri del Capitolo dei canonici non eranooramai più come prima, quando secondo lo Statutodell’Ordine del 1868, i Cavalieri dovevano essere olaici o religiosi. I canonici di Calatayud non hanno

dunque più potuto essere religiosi, ma sacerdoti se-colari, dipendenti dal vescovado di Tarazona.

Come riconoscimento per ciò che i Cavalierispagnoli avevano fatto per mantenere la Collegiata,il Consiglio decise all’unanimità di includere nel-l’articolo X della nuova Costituzione, approvata dalvescovo di Tarazona il 3 giugno 1903, che si ricono-scessero ai Cavalieri spagnoli dell’Ordine Equestredel Santo Sepolcro gli onori e i privilegi dei Cano-nici di Sant’Agostino. Questa regola entrava in vi-gore durante le solennità religiose e permettevadunque di portare gli abiti e le insegne dei Canoni-ci del Santo Sepolcro, pur essendo laici.

In questa Collegiata celebriamo ogni anno il Ca-pitolo congiunto delle due Luogotenenze spagnole.Durante questo capitolo, i Cavalieri prendono pos-sesso della loro condizione di canonici «ad hono-rem» durante una cerimonia solenne congiunta coni canonici sacerdoti, presieduta dal vescovo di Tara-zona. Tutto ciò spiega perché i cavalieri spagnolipossono portare durante le investiture e gli Ufficidella Settimana Santa, l’abito del coro e la crocepatriarcale infiorata con doppia traversa, insegnadei Canonici del Santo Sepolcro, mentre nelle altrecerimonie ed Investiture indossano il mantello del-l’Ordine.

La Luogotenenza è guidata dall’attuale Luogote-nente, Enric Mas, e dal Gran Priore, cardinale

Lluís Martínez Sistach. La sua vita quotidiana è rit-mata da un calendario simile a quello delle altreLuogotenenze di tutto il mondo. I membri assisto-no alle principali solennità liturgiche dell’anno ac-compagnando i loro rispettivi vescovi sia a Barcel-

lona che nelle cattedrali delle diverse capitali dellesezioni o delegazioni: Saragozza, Valencia, Palma,Alicante-Orihuela, Pamplona, Girona o Tarragona,

Una volta all’anno si organizza un pellegrinag-gio, con i membri della Luogotenenza, al qualepossono partecipare gli amici e i simpatizzanti del-l’Ordine. Si inizia dopo una benedizione nella

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ESPAÑA ORIENTAL

Una colletta straordinariaper aiutare i rifugiati

La Luogotenenza della Spagna Orientale, che nel 2016 celebra il 125° anniversariodella restaurazione nella sua forma moderna, ha il suo centro spirituale nel cuoredel quartiere gotico della città di Barcellona, nello storico sito monumentale di

Sant’Anna. Si tratta di un autentico pezzo di Terra Santa nella metropoli, fondatanel XII secolo dai Canonici venuti dalla Chiesa del Santo Sepolcro di

Gerusalemme.

I Cavalieri delle due Luogotenenze per la Spagnaprendono possesso della loro condizione di canonici« ad honorem » durante una cerimonia solennecongiunta con i canonici sacerdoti, presieduta dalvescovo di Tarazona, nella Collegiata di Calatayud.

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Chiesa Sant’Anna, antica collegiata del Santo Se-polcro, e si conclude in Terra Santa dove i pellegri-ni vivono l’esperienza della gioia e della grazia dipoter camminare sulla Terra natale del Signore, at-traversando i principali luoghi della Sua Vita, dellaSua Passione e della Sua Risurrezione.

I Cavalieri e le Dame dell’Ordine si riunisconoogni mese per una celebrazione eucaristica, seguitada un momento conviviale, nella sede centrale del-l’Ordine. Alcune celebrazioni hanno un fine preci-so, come quella del 17 marzo che ci riunisce tutti inquello che chiamiamo il Giubileo del Perdono. Allafine di questa celebrazione si venera pubblicamentela Santa Pietra, o reliquia del Santo Sepolcro di No-stro Signore. Vi sono poi la solennità di Santa Ma-ria Regina della Palestina e quella dei defunti. Biso-gna anche sottolineare l’annuale celebrazione delcapitolo congiunto delle due Luogotenenze spa-gnole che è investita di un profondo senso di frater-nità, nella basilica del Santo Sepolcro, a Calatayud.

La cultura e la formazione svolgono un ruoloimportante e una volta al mese ci ritroviamo per se-guire dei corsi su dei testi e degli aspetti dell’attua-lità della Chiesa, tenuti da uno degli eminenti mem-bri ecclesiastici dell’Ordine. Dopo la seduta teoricasegue un momento di scambio di idee per appro-fondire il tema del giorno. Talora si organizzanoconferenze monografiche o si svolgono escursioninei luoghi legati allo spirito del Santo Sepolcro.

La carità verso i nostri fratelli in Terra Santa, ve-ro carisma dell’Ordine, è particolarmente eviden-ziata nelle diverse attività organizzate ogni anno perraccogliere fondi destinati ad aiutare il PatriarcatoLatino, come, per esempio, le eccellenti cene o iconcerti per la Chiesa in Terra Santa. Questi mo-menti sono anche propizi per far conoscere, in unambiente rilassato, il lavoro spirituale e sociale chel’Ordine, in quanto servo e membro della Chiesa,sviluppa per ordine del Santo Padre seguendo ledirettive del Gran Maestro. In questo senso, biso-gna sottolineare la colletta straordinaria realizzataper aiutare i profughi che arrivano in Spagna pro-venienti dalle antiche Terre Bibliche.

Per finire, bisogna aggiungere che, una volta al-l’anno, viviamo la celebrazione più solenne della vi-ta dell’Ordine nelle giornate dell’Investitura. Que-st’anno si è tenuta a Saragozza, in alcune chiesemolto simboliche come La Seo o Cattedrale, laChiesa di San Carlo Borromeo e la Basilica dellaVergine del Pilar. Prima di questa giornata, i nuoviCavalieri e Dame devono partecipare ad un corsointensivo di formazione e di ritiro per prepararsi al-la nuova vita nell’Ordine. Queste cerimonie sonomolto importanti perché permettono l’incontro fra-terno tra le Delegazioni di quasi tutta l’Europa emostrano la vita dell’Ordine nonché la possibilitàdi crescere nella vocazione al servizio verso la TerraSanta, nostro patrimonio comune.

L’Investitura è stata un avvenimento eccezionaleperché avvenuta nell’ambito della celebrazione

del 250° anniversario del ritorno della Chiesa catto-lica in Danimarca in quanto Chiesa ufficialmentericonosciuta, nonché del 150° anniversario dellaconsacrazione della cattedrale cattolica Sankt An-

sgar Kirke. La celebrazione è stata speciale anche perché ha

riunito Cavalieri e Dame di quattro paesi nordici –Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia – insiemeai loro vescovi. L’atmosfera è stata molto calorosaed amichevole e speriamo che ciò rappresenti an-

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Un’Investitura a Copenaghen alla presenzadei vescovi di quattro paesi nordici

Abbiamo avuto il piacere di assistere all’Investitura, all’inizio del mese disettembre, a Copenaghen in Danimarca. Questa cerimonia, organizzata dalla

Luogotenenza svedese e dalla Chiesa cattolica danese, per il rito di Investitura deiCavalieri danesi, è stata un’occasione molto speciale perché è la prima Investitura

che avviene in Danimarca.

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che un punto di partenza per una più stretta colla-borazione tra questi paesi.

Il programma è iniziato alla fine del pomeriggiodel 5 settembre nel monastero di Nostra Signora,vicino al centro conferenze Magleås. La veglia d’ar-mi è stata celebrata dal Gran Priore, vescovo diStoccolma, Anders Arborelius.

La domenica è stata celebrata una messa giu-bilare nella cattedrale cattolica: una messa eccezio-nale per un anniversario speciale. In seguito, abbia-mo avuto una piacevole pausa pranzo nel centro diCopenaghen, vicino al quartiere animato di Ny-havn. Nel pomeriggio, abbiamo assistito alla cele-brazione dei Vespri, presieduti dal vescovo di Co-

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Nel febbraio 2015 abbiamo organizzato il ritiro annuale a Tallinn, in Estonia, nel convento dell’Or-dine di Santa Brigitta, con il nostro Gran Priore, il vescovo Teemu Sippo, come predicatore. Da

molti anni, la nostra Luogotenenza rinnova questo avvenimento nel mese di febbraio. Il convento del-l’Ordine di Santa Brigitta è un luogo meraviglioso per vivere un ritiro. È situato vicino alle rovine dellavecchia chiesa cattolica, costruita nel XV secolo. Le suore sono state molto ospitali, dandoci l’impres-sione di essere a casa nostra.

Alla fine di aprile, si è tenuta la nostra riunione annuale presso Stella Maris, il centro di educazionecristiana della nostra diocesi, a circa 30 chilometri a ovest di Helsinki sulle rive del lago Lohja.

Nel mese di giugno, abbiamo assistito alla processione e alla messa della Pentecoste. Questa è pernoi ormai una tradizione che portiamo avanti da tanti anni.

All’inizio di settembre, con un gruppo di 6 Cavalieri e Dame, abbiamo assistito all’Investitura cheha avuto luogo in Danimarca, vicino a Copenaghen.

Il pellegrinaggio in Terra Santa si è svolto a novembre. Malgrado in quei luoghi la situazione politicafosse tesa, è stato un buon momento per compiere questo viaggio perché numerosi nostri Cavalieri eDame non avevano ancora visitato la Terra Santa.

Alla fine di dicembre abbiamo partecipato a una cena di beneficenza a Turku, vecchia capitale dellaFinlandia, dove risiedono numerosi Cavalieri e Dame. Questo avvenimento è stato organizzato in colla-borazione con l’Ordine di Malta in Finlandia. La cena è stata preceduta da una messa celebrata nellacappella dello Spirito Santo, edificata sull’area in cui sorgeva un’antica chiesa medievale. Come invitatod’onore abbiamo avuto l’arcivescovo luterano emerito di Finlandia Jukka Paarma, oltre al nostro GranPriore, vescovo Teemu Sippo. L’arcivescovo ha tenuto un discorso sui vescovi cattolici in Finlandia nelMedioevo.

Alla fine del 2015, la Luogotenenza contava nove Dame, sedici Cavalieri e tre sacerdoti. Matias Sari-mo è il nostro Luogotenente.

ATTIVITÀ ED AVVENIMENTI DELL’ANNO

Il GranMaestro hapresieduto leInvestiture inDanimarca,alla presenzadi numerosimembridell’Ordineprovenienti datutta laScandinavia.

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penaghen, Czeslaw Kozon. Tutti i Cavalieri e le Da-me hanno formato una processione solenne verso laChiesa. I Vespri sono stati indimenticabili. Succes-sivamente, abbiamo partecipato ad un ricevimentodove tutti hanno avuto l’occasione di incontrarsi efare nuove conoscenze. Abbiamo anche avuto lafortuna di continuare i nostri incontri a Magleås, in

«Siamo fragili di fronte al mistero della Croceanche dopo la Risurrezione, come ci mostra

il Vangelo. Al Santo Sepolcro, dove non smettete diraggiungerle con il cuore e in modo tangibile, le PieDonne, confratelli e consorelle dell’Ordine, cariCavalieri e Dame, vedono la pietra rotolata ma nonvedono il corpo di Gesù. Due uomini con vesti ab-baglianti, due angeli, annunciano loro che Egli è vi-vo. I Cavalieri sono anch’essi un po’ degli angeli,con il loro mantello bianco. Non è forse ciò che ve-

diamo adesso, così numerosi in questa cattedrale?Angeli della risurrezione che devono annunciarepartendo dalla sofferenza di Gesù (…). La veglia diieri sera nella basilica di Saint Sernin e la cerimoniadi stamattina nella cattedrale di Santo Stefano, ilproto martire, ci rafforzano nella volontà di confes-sare il mistero pasquale nella sua interezza. Aveteappena pronunziato una promessa, cari confratellie consorelle dell’Ordine, di fronte a sua Eminenzail cardinale, nel momento della vostra Investitura.

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«Lo avete promesso, e dovete mantenerele vostre promesse ed essere testimonidi Gesù morto e risorto»

Convergendo da tutta la Francia, centinaia di Cavalieri e Dame hanno partecipatoalla celebrazione delle Investiture avvenuta all’inizio del mese di ottobre 2015 a

Tolosa, alla presenza del Gran Maestro dell’Ordine. Abbiamo scelto dipubblicare una sintesi della bella omelia pronunciata da Mons. Robert Le Gall,

arcivescovo di Tolosa, nel corso della messa delle Investiture, celebrata nellaCattedrale Santo Stefano dove, all’incrocio delle ogive, la croce occitana a dodici

perle rievoca la Gerusalemme celeste, la città con dodici porte descrittanell’Apocalisse di san Giovanni.

un’atmosfera più rilassata, accompa-gnata da un piacevole rinfresco.

Lunedì ci siamo recati in proces-sione alla Cattedrale, dove hannoavuto luogo la messa pontificale el’Investitura. Il nostro Gran Maestro,cardinale Edwin O’Brien, ha presie-duto le liturgie. Siamo stati lieti di in-contrarlo di nuovo. L’Investitura èstata un momento storico, un avveni-mento che ha segnato la futura evolu-zione del nostro Ordine in Danimar-ca e anche, di conseguenza, in tutta la

Scandinavia. Avevamo tutti l’impressione di formare una sola

famiglia. Facciamo tutti del nostro meglio affinché,in futuro, questo sentimento possa crescere.

www.pyhahauta.katolinen.fi

Mons. Shomali, Vicario patriarcale a Gerusalemme, ha accolto ipellegrini finlandesi in Terra Santa.

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Annunciate il mistero pasquale nella sua inte-rezza, senza omettere di onorare il sabato, ilgiorno intero in cui il Signore è stato nel sepol-cro con il suo corpo e ha sperimentato la mor-te. Il Sabato santo è il vostro luogo, il vostrogiorno. Siamo, fratelli e sorelle, nella contem-plazione della Croce, dei nazareni. È questoun titolo di derisione per i fanatici del Daeshda quando è stato scritto in tre lingue sullacroce: «Gesù Nazareno, re degli ebrei». E ierisera, davanti al frontone della basilica di SaintSernin, durante la proiezione che abbiamo am-mirato, avete visto passare il noun arabo, la let-tera N, che è la prima lettera dei nazareni eche ci definisce come cristiani. Un titolo digloria (…). Lo avete promesso, fratelli e sorel-le, e dovete mantenere le vostre promesse edessere testimoni di Gesù morto e risorto».

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All’inizio del mese diottobre 2015, a Tolosa, imembri dellaLuogotenenza per laFrancia, più uniti chemai al Gran Maestrovenuto da Roma, hannopartecipato attivamentee numerosi alla vegliad’armi e all’Investituradei nuovi membri,manifestando l’attualitàdel loro impegnospirituale durante leprocessioni raccolte, nelcuore di questa grandemetropoli francese.

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OMAGGIO A UN CAVALIERECHE HA SEGUITO CRISTOFINO ALLA CROCE

Il 27 marzo 2015, la luogotenenza per la Fran-cia ha celebrato il settantesimo anniversario

della tragica scomparsa di Adrien d’Esclaibes,conte d’Hust, che fu suo Luogotenente dal 1932al 1945. Fu un grande protagonista della resi-stenza, venne arrestato dagli occupanti il 25 ago-sto 1944, deportato il 1° settembre a Oranien-burg-Sachsenhausen, poi a Bergen-Belsen, dovemorì per la Francia,dopo aver subitogravissime torture, il16 febbraio 1945.

Durante la messada requiem celebratanella chiesa capitola-re di Saint-Leu-Saint-Gilles, il Luo-gotenente PierreMurret-Labarthe haparticolarmente rin-graziato, per la loropresenza, Mons. LucRavel, vescovo del-l’esercito che ha pre-sieduto la cerimonia, Mons. Bruno Lefèvre-Pon-talis, in rappresentanza del cardinale Arcivesco-vo di Parigi, e Mons. Louis-Miguel Munoz-Car-daba, rappresentante del Nunzio apostolico. Gliordini della Legion d’Onore e della Liberazione,i due primi ordini nazionali francesi, erano rap-presentati dai loro rispettivi segretari generali.

Il Maestro Philippe Plantade ha trasmesso unmessaggio del Gran Magistero che ha rievocatola grande vicinanza del conte d’Hust alla SantaSede e, in particolare, in quanto gentiluomo diSua Santità, al Papa Pio XII. Questo sovranopontefice delegò, nel 1946, il suo vicinissimo col-laboratore Mons. Montini, che sarebbe poi dive-nuto il beato Paolo VI, per presentare alla con-tessa d’Hust le sue condoglianze personali.

L’omelia di Mons. Luc Ravel ha sviluppato iltema del «cavaliere che combatte l’ideologia deimalvagi».

«Il conte d’Hust entrò nella resistenza fin dal

10-11 GENNAIO - Ritiro nazionale dei Cavalierialla basilica Notre Dame du Chêne.

20-22 FEBBRAIO - Ritiro di quaresima della Luo-gotenenza al comprensorio di Sainte-Garde aSaint-Didier (Vaucluse), predicato dal nostroconfratello Mons. Jean-Pierre-Norbert Ellulsul tema: «Restate al servizio e mantenete ac-cese le vostre lampade».

19-25 MARZO - Ritiro dei candidati al foyer di ca-rità di La Part-Dieu a Poissy.

27 MARZO - Messa in onore di Adrien d’Esclai-bes d’Hust nella chiesa capitolare di Saint-Leu-Saint-Gilles, celebrata da Mons. Luc Ra-vel, vescovo dell’esercito.

16 MAGGIO - Incontro con il Grande Rabbino diFrancia Haïm Korsia, per far conoscere ai let-tori di “Notizie sulla Luogotenenza” il suo pa-rere su alcuni importanti argomenti.

26 MAGGIO - premio internazionale «Economiae società» 2015 consegnato al nostro confra-tello Pierre de Lauzun per il suo libro “Finan-za, uno sguardo cristiano”, dalla FondazioneCentesimus Annus pro Pontifice.

14-15 AGOSTO - Festa dell’Assunzione. Tradizio-nali processioni a piedi e fluviali a Parigi.

2-3-4 OTTOBRE - Cerimonia d’Investitura a Tolo-sa, promossa da Mons. Robert Le Gall, arci-vescovo di una delle diocesi più antiche deiGaules e in una delle metropoli regionali piùbelle della Francia. È la prima volta che si èsvolta in questo luogo la cerimonia d’Investi-tura, presieduta dal cardinale Gran Maestro.La veglia d’armi e di preghiera si è svolta nel-la basilica di Saint-Sernin il venerdì sera. Lacerimonia d’Investitura si è tenuta nella catte-drale di Santo Stefano al sabato mattina. Lamessa di ringraziamento è stata celebrata nel-la chiesa di Saint-Jérôme la domenica matti-na.

29 NOVEMBRE - Giornata di solidarietà con laTerra Santa, a Parigi, nella chiesa capitolaredell’Ordine di Saint-Leu-Saint-Gilles.

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ENZECRONACA DI UN ANNO

SPIRITUALMENTEINTENSO

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1941, a 59 anni, rifiutandosi di lasciare che l’impre-sa del male proseguisse la sua barbara opera. Rac-colse così la sfida del combattimento ideologico co-me un vero cavaliere. I “malvagi” sono coloro chefanno del male… e noi dobbiamo strapparli aglispiriti malvagi che li abitano. Adrien d’Esclaibes ciinvita a riflettere sul nazismo, questa dottrina chemirava a distruggere la più bella delle creature diDio, l’uomo. Per combattere l’ideologia, occorronodei «cavalieri». Un cavaliere deve possedere trequalità per vivere e condurre al bene questa batta-glia:

– l’umiltà, innanzitutto, che sarà sempre la sor-gente della sua forza, poiché raccoglie la forza diDio;

– la fiducia, poi, che sarà sempre il vigore del

suo coraggio, poiché la attinge dalla sua speranza.Anche la morte non lo scoraggia, ed egli non si sot-trarrà alla sua missione;

– infine la generosità, che sarà sempre la misuradella sua azione. Si dona fino in fondo e la genero-sità di Adrien d’Esclaibes ha raggiunto in questo lasua massima vetta: ha seguito nella preghiera la vitadel suo Maestro, fedele fino alla croce».

La commemorazione dell’eroico Luogotenenteha rappresentato l’opportunità per tornare al cuoredelle nostre missioni, del nostro impegno al serviziodell’altro e della nostra lotta contro il male, in pro-fonda simbiosi con la Chiesa che è universale.

Ogni semestre vengono raccolte, in un apposito“bollettino” inviato a tutti i membri, le inizia-

tive annuali programmate a livello di Luogotenen-za, Sezioni e Delegazioni. Questo strumento si è ri-velato particolarmente efficace prima di tutto perstimolare i responsabili locali ad adoperarsi per da-re vivacità e visibilità al nostro essere Cavalieri epoi per favorire una certa trasversalità capace diriunire gruppi diversamente dislocati sul territorio.Il fine è quello di garantire sì una giusta autonomiaoperativa ma anche di evitare il rischio concreto diuna parcellizzazione delle Delegazioni, isolate edavulse da un’indispensabile unitarietà di intenti e diorganizzazione che solo la Luogotenenza, in virtùdel proprio mandato, può garantire.

Le Delegazioni risultano, invece, strategicamen-te fondamentali nello svolgimento di compiti di“prima linea” seguendo costantemente i proprimembri, in particolare là dove possono manifestarsitiepidezze o assenza, ricercando e segnalando aspi-ranti meritevoli di candidarsi per l’ingresso nell’Or-

dine, soprattutto giovani, e raccomandando a tuttipresenza e impegno nelle Parrocchie di apparte-nenza.

La Luogotenenza è particolarmente attenta allaformazione dei propri membri ad iniziare dagli am-mittendi ai quali è dedicato un corso di formazionearticolato su sei incontri nel corso dei quali, oratoriattentamente selezionati approfondiscono tutti gliaspetti peculiari dell’Ordine in materia spirituale,storica, normativa, organizzativa e comportamenta-le.

Vengono puntualmente organizzati ritiri spiri-tuali con un alto numero di partecipanti in luoghiadeguati nei periodi forti del Calendario liturgico.Nei primi Venerdì del mese il Gran Priore Mons.Franco Croci celebra l’eucarestia nella Basilica Ele-niana di Santa Croce in Gerusalemme, luogo pernoi particolarmente significativo per le preziose re-liquie della Passione di Cristo che custodisce al suointerno.

Le iniziative più rilevanti della Luogotenenza

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ITALIA CENTRALE

Comunione fraterna e impegnonella vita diocesana

L’anno 2015 ha visto la Luogotenenza per l’Italia Centrale fortemente impegnatanello svolgimento di molteplici attività caritative, formative e culturali.

http://saintsepulcre-france.org/

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vengono qui di seguito segnalate.La Cerimonia di Investitura e Veglia delle Armi

della Sezione Lazio, nel corso della quale 23 tra Ca-valieri e Dame hanno ricevuto l’Investitura, si è te-nuta l’8 e 9 maggio 2015 nella suggestiva Abbaziaromanica di Fossanova.

Il pellegrinaggio a Barcellona, Montserrat, Man-resa e Saragozza ha condotto dal 6 all’11 giugno unfolto gruppo in Spagna con la finalità di ripercorre-re le edificanti orme di Sant’Ignazio di Loyola, dalsuo tentativo di promuovere la conversione degliinfedeli in Palestina, alla pratica degli esercizi spiri-tuali fino alla formazione e organizzazione dellaCompagnia di Gesù.

Adorazione eucaristica nella cappelladel Beato Bartolo Longo

La ricorrenza della Festività del-la Beata Vergine Maria, Regina del-la Palestina e Patrona dell’Ordine èstata particolarmente onorata conun pellegrinaggio, il 7 e 8 novem-bre, di tutta la Luogotenenza alSantuario della Vergine a Pompeiguidata dal Luogotenente SaverioPetrillo.

Mons. Tommaso Caputo, Arci-vescovo Prelato di Pompei e Dele-gato Pontificio per il Santuario haaccolto, anche con la presenza delLuogotenente per l’Italia Meridio-nale Tirrenica Giovanni Napolita-no e di una nutrita rappresentanzalocale, un numeroso gruppo di Ca-valieri e Dame per vivere due gior-nate di intense attività spirituali.Preceduta dall’adorazione eucari-stica nella Cappella del beato Bar-tolo Longo, nostro venerato Con-fratello, particolarmente suggestivae spiritualmente intensa è stata larecita del Rosario e la celebrazioneeucaristica presieduta dal GranPriore Mons. Franco Croci pressol’altare della Madonna.

Tra le iniziative culturali si se-gnalano un Concerto Spirituale dibeneficenza tenutosi il 30 novem-

bre presso la Chiesa di Santa Maria in Vallicella aRoma, in favore della Casa di accoglienza “HogarNiños Dios” di Betlemme per i bambini con disabi-lità ed orfani che tanto hanno toccato il cuore deinostri Cavalieri nel corso di ripetute visite a seguitodelle quali sono sempre stati generosamente raccol-ti fondi per le pressanti necessità di tale istituzione.

Accogliendo l’invito del Cardinale Gran Mae-stro, di fare un gesto concreto di accoglienza per itanti rifugiati del Medio Oriente, questa Luogote-nenza ha inoltre finanziato l’acquisto di trenta postiletto (letti, materassi e cuscini) per altrettanti pro-fughi che saranno ospitati presso il Seminario Ro-mano Maggiore a San Giovanni in Laterano.

Ha avuto particolare successo in ottobre una vi-sita riservata ad un folto gruppo della Sezione Ro-

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Visita guidata alla Cappella Sistina (foto Marco Tossini).

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ma alla Cappella Sistina, celebre per i magnifici af-freschi di Michelangelo che la decorano. Il Diretto-re dei Musei Vaticani Antonio Paolucci con la suadotta ed appassionata esposizione ha reso tale visitaunica ed indimenticabile.

La conclusione dell’Anno 2015, come da tradi-zione, è stata riservata alla Cerimonia della Vegliadelle Armi nella Basilica Papale di Santa Maria

Maggiore il 18 dicembre e alla Cerimonia di Inve-stitura, di numerosi Cavalieri e Dame della SezioneRoma, nella Basilica Papale di San Giovanni in La-terano, il giorno successivo. A loro l’augurio frater-no per un impegno esemplare e fattivo.

Via Crucis a Monte Sant’Angelo

Da alcuni anni la Luogotenenza organizza, inoccasione della Settimana Santa, una Via Crucisper Cavalieri, Dame e i loro familiari: un percorsointenso di preghiera e di meditazione che fa rivive-re i tragici momenti culminanti con il sacrificio sul-

la croce di Nostro Signore. La scelta dei luoghi incui svolgere questo incontro di preghiera è stataoculatamente svolta per riproporre un ambienteanalogo a quello che i pellegrini in Terra Santa vi-vono nelle stradine della città vecchia di Gerusa-lemme. Se per gli anni scorsi la scelta è caduta sulsuggestivo ambiente dei Sassi di Matera con le in-

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ITALIA MERIDIONALE ADRIATICA

Sostenere più che mai i cristianidel Medio Oriente

Le attività della Luogotenenza per l’Italia Meridionale Adriatica sono state anchequest’anno molto intense e pregnanti per le finalità dell’Ordine e, oltre al sostegno

economico per la Terra Santa, in questo contesto si sottolineano due momentisimbolicamente più significativi: il ricordo del sacrificio di Nostro Signore e

l’ampliamento della famiglia dell’Ordine con la cerimonia di Investitura di nuoviCavalieri e Dame, unica per tutta la Luogotenenza. A ciò aggiungiamo la gioia delle

celebrazioni per la Beata Vergine Maria, Regina di Palestina.

Veglia d’armi nella basilica papale di Santa Maria Maggiore, a Roma.

www.oessglic.it

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numerevoli case-grotta che si affacciano lungo lestradine sugli spalti della gravina, quest’anno il luo-go prescelto è stato altrettanto suggestivo: MonteSant’Angelo e l’antichissimo Santuario micaelico,riconosciuti come Patrimonio Mondiale dell’UNE-SCO. L’antica grotta carsica, in cui la tradizione at-testa l’apparizione dell’Arcangelo Michele, divennemeta di pellegrinaggio, ininterrottamente fino adoggi, già dalla fine del V secolo, e tappa d’obbligodei pellegrini diretti in Terra Santa.

In questo contesto, in occasione della Quaresi-ma, il 21-22 marzo si è svolta la Via Crucis a cuihanno partecipato centocinquanta tra Cavalieri eDame accompagnati dai loro familiari. La due gior-ni ha avuto uno dei momenti più esaltanti ed inten-si proprio durante il rito della Via Crucis condottoda don Sabino Scarcelli, assistente spirituale dellaLuogotenenza. Sotto un vento gelido e sferzante,che non ha minimamente scalfito l’intensità delmomento, il lungo corteo si è fermato per le quat-tordici stazioni, cadenzate da due letture ognuna:una con brani tratti dalle Sacre Scritture e l’altracon riflessioni sugli stessi. Il percorso si è sviluppa-to lungo il tortuoso itinerario della trama urbanisti-co-architettonica medievale del Rione Junno, sortonel VI secolo intorno al Santuario di San Michele

Arcangelo, ed ai Cavalieri ha ricordato la ritualeVia Crucis che hanno percorso, anche più di unavolta, da pellegrini in Terra Santa.

Durante i due giorni ci sono stati anche momen-ti di celebrazione eucaristica nell’antico Speco del-l’Angelo e di formazione per i Cavalieri sulla naturagiuridica dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcrodi Gerusalemme.

Cerimonia d’Investitura 2015 a Bari

La cerimonia annuale delle Investiture è il mo-mento culminante nella vita dell’Ordine e, seguen-do le direttive del Gran Magistero, per la primavolta si è celebrata un’unica cerimonia per tutta laLuogotenenza.

Il rito ha avuto il primo momento nella veglia il7 novembre, nella suggestiva Chiesa del Gesù, nelcentro antico di Bari. La Chiesa del Gesù è curatadall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Geru-salemme a cui è stata affidata dal Gran Priore,Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo Metropolitadi Bari e Bitonto. La liturgia della Veglia è statapresieduta da Mons. Claudio Maniago, Vescovodella Diocesi di Castellaneta e Priore di quella De-legazione. Dopo la benedizione delle Insegne e deiMantelli degli Investendi e delle decorazioni deiPromossi e dei Decorati, i neo Cavalieri e Damehanno pronunciato la promessa solenne di impe-

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Pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo, nei luoghi incui è apparso l’arcangelo in Puglia, non lontano daBari.

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gno per l’Ordine del Santo Sepolcro e formalmenteproceduto alla firma dei relativi atti.

La cerimonia di Investitura, con la partecipazio-ne di oltre trecento Cavalieri e Dame di tutte le De-legazioni di Luogotenenza, ha avuto luogo il 15 no-vembre nella suggestiva atmosfera dell’antica Chie-sa di San Sabino, Cattedrale romanica di Bari, doveil Gran Priore della Luogotenenza, Mons. France-sco Cacucci, ha accolto il Gran Maestro dell’Ordi-ne, il cardinale Edwin O’Brien, che ha presiedutola liturgia e la cerimonia.

Il Gran Maestro ha espresso in un’intervista co-me ami visitare le varie Luogotenenze nei 37 paesi incui l’Ordine è presente, ricevendo grande ispirazionedall’esempio e dai sacrifici compiuti dai nostri mem-bri. L’Investitura 2015 è stata l’occasione per la pri-ma visita alla Luogotenenza per l’Italia MeridionaleAdriatica.

La celebrazione eucaristica è stata preceduta dalrito dell’Investitura di trentatre Cavalieri e noveDame che, dopo la lettura del Decreto di nominadel Gran Maestro, l’interrogazione del “Cosa chie-dete?” e la pronuncia corale della “promessa”, han-no avuto singolarmente l’imposizione simbolicadella spada dal Gran Maestro e, infine, quella delMantello da parte del Luogotenente Rocco Saltino.Nell’occasione sono stati anche conferiti il grado diCommendatore a trenta Cavalieri, il grado di Gran-d’Ufficiale a diciassette e quello di Cavaliere diGran Croce ad altri due; mentre tra le Dame settesono state elevate al grado di Dame di Commendae una a quello di Dama Grand’Ufficiale. Nelle file

del clero è stato nominato Cavaliere un sacerdote ead un altro Monsignore è stato conferito il grado diCommendatore. Infine è stata conferita la distinzio-ne speciale della Palma d’oro di Gerusalemme aMons. Lucio Angelo Renna ed undici palme dibronzo a cittadini benemeriti.

Celebrando Maria, Regina di Palestina

Il 24 ottobre, la Delegazione di Cerignola AscoliSatriano ha organizzato i solenni festeggiamenti an-nuali in onore di Nostra Signora Regina di Palesti-na, Patrona dell’Ordine.

Dopo la solenne celebrazione eucaristica nellaChiesa di Santa Maria delle Grazie, sede della De-legazione, celebrata da Mons. Felice di Molfetta,Priore della Delegazione, Mons. Carmine Ladoga-na e Mons. Vincenzo D’Ercole, il programma haprevisto un pranzo conviviale e, nella serata, unconcerto di beneficenza. Il ricavato della serata èstato devoluto in favore dei profughi cristiani inMedio Oriente, in sintonia con il Santo Padre che,nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Mi-grante, afferma che «come esiste un diritto ad emi-grare, c’è anche un diritto a non emigrare, vivendocon dignità nella propria patria. Questo comporta,dunque, la necessità di mettere in campo progetticoncreti di aiuto nei Paesi di partenza dei migrantie rifugiati».

contri per la recita del Santo Rosario e meditazioni.A cura di Mons. Oscar Cantoni, Vescovo di

Crema e Gran Priore di Luogotenenza, e con l’au-silio dei Priori è stato redatto un opuscoletto intito-

Nel 2015 la Luogotenenza ha tenuto corsi diformazione a Milano (7 febbraio e 26 settem-

bre) e a Padova (7 marzo e 7 novembre). Nelle di-verse Delegazioni vengono tenuti mensilmente in-

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ITALIA SETTENTRIONALE

Una profonda attenzionealla formazione dei nuovi membri

Ogni anno vengono effettuati i corsi di formazione a carattere storico e sullastruttura dell’Ordine obbligatori per tutti gli ammittendi tenuti a livello di

Luogotenenza sia a Milano che a Padova, mentre quelli a carattere spiritualevengono tenuti a livello di Delegazione.

www.oessg-lgtima.it

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lato “Linee Guida per l’attività pastorale dei Prioridi Sezione e Delegazione”.

Durante l’anno sono state varie le opportunitàdi incontro organizzate a livello di Luogotenenza, acominciare dal pellegrinaggio alla Sacra Sindonedel 24 maggio.

Dal 16 al 23 giugno si è svolto invece il pellegri-naggio di Luogotenenza in Terra Santa guidato dadon Gianni Naletto e dal Cav. Mauro Beccherle,Delegato della Delegazione di Verona.

Dal 10 al 12 luglio si è svolto il pellegrinaggiodi Luogotenenza a Lourdes guidato da Mons.Oscar Cantoni con la partecipazione dei Priori del-le Delegazioni di Brescia, Mons. Pierantonio Bodi-ni, della Delegazione di Varese, Mons. Claudio Li-vetti, e della Delegazione di Vicenza, Mons. EzioBusato.

Il 5 luglio nel Duomo di Vigevano si è tenuto unincontro spirituale della Sezione Lombardia guida-to dal Priore della Sezione Mons. Giordano Ron-chi. Nella successiva messa è avvenuta l’Investituraa Grand’Ufficiale di Mons. Maurizio Gervasoni,

Vescovo di Vigevano, e la consegna della lettera dinomina a Priore della Delegazione di Vigevano.

Le Cerimonie d’Investitura di nuovi Cavalieri eDame sono state celebrate il 13 giugno e il 24 otto-bre a Milano nella Chiesa di Santa Maria della Pa-ce, sede della Luogotenenza. Entrambe le cerimo-nie sono state presiedute da Mons. Oscar Cantoni.

Il 15 novembre nel Duomo di Reggio Emilia èstata celebrata la ricorrenza della Patrona del no-stro Ordine, la Beata Vergine Maria Regina dellaPalestina celebrata da Mons. Oscar Cantoni e con-celebrata da Mons. Gianfranco Gazzotti, Prioredella Delegazione di Reggio Emilia, e da Mons.Giordano Ronchi. Nutrita la partecipazione dei Ca-valieri, delle Dame e degli ammittendi, come anchequella dei fedeli che hanno così avuto la possibilità,attraverso un breve intervento da parte del Luogo-tenente, di conoscere in sintesi che cosa è l’Ordinee quali sono i suoi compiti.

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Il pellegrinaggio dei Cavalieri e delle Dame a Lourdes si è svolto durante l’estate del 2015, sotto la direzione diMons. Cantoni, vescovo di Crema e Gran Priore di Luogotenenza.

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Il nostro pellegrinaggio in Terra Santa, questa vol-ta, si è svolto non solo nei luoghi santi abituali in

Israele e in Palestina ma anche in Giordania, essen-do la parte orientale della Terra Santa.

Grazie all’impegno e al contributo dei nostriCavalieri e Dame, siamo riusciti a gestire il rinnova-mento urgente ed essenziale di infrastrutture nei lo-cali della cappella Hermina, sede della Luogote-nenza, che è un importante monumento storico edarchitettonico a Budapest. Abbiamo organizzato gliabituali raccoglimenti spirituali durante il tempo diNatale e di Pasqua che hanno suscitato molto inte-resse ed una numerosa partecipazione.

In occasione del 25° anniversario della ripresadelle piene relazioni diplomatiche tra il Vaticano el’Ungheria, si è tenuta una conferenza nel Parla-mento ungherese. Tra le personalità di alto rangoinvitate ed il corpo diplomatico, il nostro Ordine –oltre ad assistere all’avvenimento con il suo rappre-sentante – ha anche partecipato alla preparazionedell’evento.

Sua Eminenza Peter Nersas XIX, arcivescovocattolico armeno in Libano, si è recato in visita a

Budapest e ha celebrato la santa messa nella catte-drale di Santo Stefano. Il 20 agosto, festa di SantoStefano, il nostro Ordine ha assistito alla tradizio-nale celebrazione eucaristica e alla processione del-la festa.

Nel mese di settembre, un gruppo di Cavalieriha partecipato alla cerimonia di Investitura dellaLuogotenenza a Bled, in Slovenia. Abbiamo poiavuto il privilegio di incontrare il Governatore Ge-nerale Agostino Borromeo durante la sua visita aBudapest.

Come segno dell’universalità della nostra fede,la direzione della nostra Luogotenenza ha preso ladecisione di celebrare la santa messa in latino du-rante il capitolo mensile. A turno, rappresentantidei nostri Cavalieri e Dame hanno pregato il rosa-rio alla radio cattolica di Budapest. Il canale dellatelevisione ungherese Duna ha realizzato un docu-mentario di un’ora sulla storia della Luogotenenzadell’Ordine, sulle sue attività, offrendo anche lapossibilità di presentare al pubblico l’Ordine, lasua presenza nel mondo cristiano, il suo ruolo stori-co e il suo impegno in Terra Santa.

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MAGYARORSZAG – HUNGARIA

Una fruttuosa vita spirituale e comunitariaLa Luogotenenza per l’Ungheria, nel 2015, ha realizzato un’attività efficace e al tempostesso fruttuosa nel campo della vita spirituale e comunitaria: il pellegrinaggio in Terra

Santa, numerose azioni di carità, avvenimenti culturali e conferenze di comuneinteresse cristiano.

Durante lacelebrazione delleesequie del GranPriore, cardinaleLaszlo Paskai, imembri dellaLuogotenenzaungherese hannoaffidato al Signore leintenzioni dell’Ordinein tutto il mondo,affinché i Cavalieri e leDame possano essere,ovunque, umili ecoraggiosi testimonidella fede.

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I Cavalieri dell’Ordine sono stati presenti a Maltafin dalla metà del XVIII secolo. Tuttavia, non vi

è stata una giurisdizione né una struttura ufficialefino al 1996 quando la Delegazione Magistrale diMalta è stata costituita con un decreto pubblicato il10 marzo dal cardinale Giuseppe Caprio. Nell’anno2000, la Delegazione Magistrale di Malta è divenu-ta Luogotenenza. Oggi, la Luogotenenza di Maltaconta una cinquantina di Cavalieri, Dame e cappel-lani diretti dal Luogotenente, il Cavaliere Gran-d’Ufficiale Eric Fenech Pace.

Alcuni continuano a credere che l’ordine dicavalleria si accompagni ad un titolo onorifico, ad

un cavallo e ad una spada, mentre la realtà è bendifferente. I principali obiettivi dell’Ordine sono«di rinforzare la vita cristiana dei suoi membri esostenere la presenza cristiana in Terra Santa por-tando un aiuto materiale e pregando per la paceattraverso la santa intercessione di Nostra Signoradella Palestina». Forti di questa constatazione, èimportante ricordarsi i reali obiettivi per i quali inostri membri hanno deciso di raggiungere l’Ordi-ne, che sono quelli di «porsi al servizio di una cau-sa nobile e difficile, di un ideale puro ed arduo: lot-tare contro il male, promuovere il bene, difende-re il debole e l’oppresso contro l’ingiustizia» (Car-

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MALTA

Per la prima volta il Gran Maestroha presieduto le investiturenell’arcipelago maltese

«Oggi, diventare Cavaliere del Santo Sepolcro significa testimoniare il Regno di Cristo,far conoscere la Chiesa, così come lavorare come volontario con un profondo spirito di

fede e d’amore » . Queste sono le parole che ha pronunciato il cardinale EdwinO’Brien, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, in

occasione dell’Investitura di sei Cavalieri maltesi che si è svolta sabato 10 ottobre 2015.

Il Gran Maestro a Malta, circondato dai membri della Luogotenenza (Copyright: danielstudio).

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dinale Casaroli, 1984). È questa la promessa che sei nuovi Cavalieri del-

la Luogotenenza di Malta hanno fatto al CardinaleGran Maestro. Era la prima volta che un Gran Mae-stro dell’Ordine presiedeva una cerimonia di Inve-stitura a Malta. La cerimonia ha avuto luogo nellaCattedrale di San Giovanni a La Valletta. In originequesta cattedrale fu costruita per servire da chiesaconventuale ai Cavalieri di San Giovanni. Si distin-gue per la raffinatezza dell’arte e l’architettura ba-rocca. In occasione di questo avvenimento, la chiesaera gremita. Erano presenti alcuni benefattori e altriinvitati eminenti tra i quali l’ambasciatore russo aMalta. Questa visita è stata particolarmente impor-

tante per la Luogotenenza di Malta perché le ha da-to la possibilità di mettere in luce il suo lavoro all’in-terno di una struttura più grande, malgrado le sue li-mitate risorse. Il successo di questo avvenimento èprincipalmente il risultato del costante impegno delConsiglio e dei membri attivi, il cui lavoro degli ulti-mi anni mirava ad un preciso obiettivo: far conosce-re il lavoro dell’Ordine per sensibilizzare il grandepubblico, portando un continuo aiuto in Terra San-ta, sia sul piano spirituale che su quello materiale.

Glen Farrugia

La cerimonia d’Investitura si è tenuta a San Ser-vais, la seconda basilica di Maastricht. Questa

magnifica chiesa mostra il suo legame con Gerusa-lemme grazie a una pavimentazione a mosaico cherappresenta un labirinto. Il pellegrino attraversa lequattro città di Maastricht, Colonia/Aachen, Romae Costantinopoli per raggiungere Gerusalemme cheè rappresentata al centro del mosaico. La messa so-lenne dell’Investitura ci ha dato un anticipo dellaGerusalemme celeste.

L’ammissione dei nuovi membri, che devonoavere i requisiti richiesti, richiede molta attenzione.E’ necessario un processo scrupoloso: la cosa piùimportante è sensibilizzare i candidati agli obiettividell’Ordine e farli familiarizzare con gli altri mem-bri. A questo proposito, la Luogotenenza perl’Olanda esamina ogni possibilità per migliorare lamessa in pratica dei criteri di ammissione e potervalutare meglio l’ingresso di nuovi membri.

Questo argomento è stato discusso in tutte le re-

gioni, ed è vitale che i nostri membri partecipinoattivamente al confronto per lo sviluppo e la conti-nuità della nostra Luogotenenza. Così come noi sia-mo stati presentati dai nostri predecessori, pari-menti dobbiamo fare per i nuovi Cavalieri e Dameche raggiungono l’Ordine oggi e che costituirannola Luogotenenza fra dieci anni.

La politica proposta per l’ammissione dei nuovimembri è uno strumento per guidare gli obiettividella Luogotenenza sulle nostre azioni per il futuro.Questo argomento sarà trattato ogni anno nelle riu-nioni dell’Ordine, per dare la possibilità di condivi-dere le esperienze e assicurarsi che tutti i nostrimembri comprendano bene la procedura.

Per quanto riguarda la continuità e lo sviluppodel nostro Ordine, la regola di condotta è la qualitàche ricerchiamo nei tre pilastri della spiritualità,fraternità e carità. Se ci aspettiamo un livello quali-tativo alto da parte dei nostri nuovi membri, inquanto comunità siamo anche obbligati a proporre

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NEDERLAND

Tre qualità per entrare nell’Ordine:spiritualità, fraternità e carità

Sabato 18 aprile abbiamo celebrato la solenne Investitura di 22 candidati a Maastricht.La storia di questa città è strettamente legata alla Terra Santa. Bernardo di Chiaravalle

venne a Maastricht mentre predicava la seconda crociata. Sulla piazza Notre-Dame,davanti alla celebre basilica di Notre-Dame, Stella Maris, esortò il popolo della città ad

unirsi a lui. In questa basilica ha avuto luogo poi la nostra veglia.

www.eohsjmalta.com

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■ DUE FORMULE DI PELLEGRINAGGIOIN TERRA SANTA CON UNAPARTICOLARE ATTENZIONEAI GIOVANI

Un momento privilegiato, durante il pellegri-naggio in Terra Santa che si è svolto dal 24

aprile al 2 maggio, è stato la visita della casa doveil sommo sacerdote Caifa esercitava le sue funzio-ni. La cella sotterranea, che risale al primo secolo,è probabilmente il luogo dove nostro Signore Ge-sù ha passato la notte della sua condanna, tortura-to e sbeffeggiato. In questo luogo abbiamo letto emeditato il Salmo 88, avvicinandoci maggiormentealla sofferenza del prigioniero nella totale oscurità.

Mentre seguivamo la Via Crucis, vicino allaChiesa del Santo Sepolcro, abbiamo visto ungrande manifesto che mostrava la fotografia delladecapitazione di 21 cristiani copti da parte del-l’ISIS. Siamo rimasti profondamente colpiti daquesta immagine, che ci ha bruscamente riportatialla realtà e all’importanza attuale della Via Cruciscosì vicino a noi. Questi cristiani copti hanno resotestimonianza con la loro vita. In questo periodosono tante le persone che muoiono a causa dellaloro fede.

Il pellegrinaggio dei giovani in Terra Santa,che si è svolto nella settimana dal 19 al 26 luglio2015, è stato organizzato per i figli e i nipoti deimembri del nostro Ordine, dai 18 ai 28 anni dietà, oltre che per gli amici cattolici interessati. Lamaggior parte di questi giovani sono studenti. Ilgruppo è stato accompagnato da due membri del-l’Ordine e da un membro del clero. Dopo il pelle-grinaggio, questi giovani si incontrano due volteall’anno per parlare della fede, sempre guidati daun membro del clero dell’Ordine. In questi incon-tri vengono trattati numerosi argomenti legati alla

fede in una cornice aperta ed obiettiva. Questorafforza e nutre il sentimento di appartenenza chequesti giovani maturano durante il loro pellegri-naggio.

■ FESTA DELLA CROCE

Tradizionalmente, la festa della Croce è cele-brata con le canonichesse regolari del Santo

Sepolcro di Gerusalemme che hanno uno strettolegame con la nostra Luogotenenza. Abbiamo vis-suto un momento privilegiato e commovente il 12settembre, durante la commemorazione sullapiazza del convento dei membri e dei loro sposi ospose deceduti nell’ultimo anno, seguita da unaprocessione verso la Chiesa.

■ PRIMO INCONTRO CON I PROFUGHI SIRO-CATTOLICI

Negli ultimi anni, tantissimi siro-cattolici si so-no rifugiati in Europa per sfuggire alle attuali

persecuzioni in Siria e in Iraq. In questi ultimimesi sono arrivati nuovi profughi. Sono stati ospi-tati nella prigione di Koepelgevangenis a Arnhem.I siro-cattolici fanno parte della Chiesa cattolicadi tradizione antiochena.

Un membro del nostro Ordine è andato a tro-vare il sacerdote della chiesa di San Giovanni apo-stolo ad Arnhem per discutere della possibilità,per noi, di mostrare loro solidarietà e vicinanzaumana, fondate sul nostro legame spirituale. Il sa-cerdote è rimasto molto contento del fatto che cisiamo uniti ai suoi parrocchiani per la celebrazio-ne dell’Eucarestia il 13 dicembre. Dopo, abbiamopreso un caffè insieme ed abbiamo formato deipiccoli gruppi per ascoltare le loro storie e condi-videre le loro inquietudini.

FOCUS SU ALCUNE ATTIVITÀ

I membri della Luogotenenza per l’Olanda organizzano riunioni a tre livelli: avvenimenti nazionali perla domenica delle Palme, la festa della Croce e l’Avvento; i raduni regionali ed infine gli incontri nelle

case dei membri per le meditazioni sulla fede. Il tema di Evangelii Gaudium, che Papa Francesco ci haesortato ad approfondire, è stato il filo conduttore dei raduni di quest’anno.

Molti nuovi membri del nostro Ordine hanno una famiglia e dei figli. Cerchiamo di coinvolgere que-sti bambini organizzando, nei nostri raduni nazionali, un programma adeguato a loro. Tra le numeroseattività presentiamo qui un approfondimento di alcuni momenti importanti vissuti nella Luogotenenza.

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un alto livello di qualità in termini di spiritualità,carità e fraternità: è nostro dovere fare del nostromeglio per i nuovi Cavalieri e Dame. Se agiremocosì, l’Ordine avrà un posto privilegiato nelle loro enostre vite e ciò si tradurrà nel servizio alla Chiesaqui in Olanda e per i cristiani in Terra Santa.

La qualità delle nomine, dei reclutamenti e del-le selezioni di oggi determinerà il futuro della Luo-

gotenenza. È una grande responsabilità che condi-vidiamo tutti ogni volta che presentiamo un candi-dato.

Continuando a perseguire un livello alto di qua-lità in questi tre campi (spiritualità, fraternità e ca-rità) e a cercare diverse capacità nelle persone invi-tate, possiamo consolidare le fondamenta sulle qua-li l’Ordine si manterrà negli anni a venire.

Messa delle Investiture nella primavera del 2015.

Un’emozionanteprocessionedurante lacerimoniad’Investituraavvenuta aMaastricht, cittàche conserva lamemoria di unastorica visita disan Bernardo diChiaravalle.

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Su invito del Luogotenente Karl Lengheimer edel Padre Abate di Heiligenkreuz, la Luogote-

nenza per l’Austria ha organizzato un congressonella sala dell’Imperatore, nel convento di Heili-genkreuz, sull’argomento: “L’ideale del cavaliere daBernardo di Chiaravalle ai nostri giorni”. Nel corsodi questo congresso, l’Ordine ha riflettuto sull’idea-le del cavaliere e ha preso coscienza di cosa possasignificare il fatto di essere cavaliere in un Ordinelaico di diritto pontificio, nell’attuale difficile situa-zione del nostro mondo, tenendo conto dell’Annodella Misericordia proclamato dal Papa. A questocongresso hanno partecipato numerosi membri sia

del nostro paese che stranieri, il Padre Abate delconvento, il suo predecessore, Gran Priore onora-rio della Luogotenenza per l’Austria, il cerimonierespirituale della Luogotenenza per la Germania e irappresentanti dell’Ordine Teutonico e dell’Ordinedi Malta. Il Luogotenente Lengheimer ha salutatoin modo particolare il Luogotenente tedesco DetlefBrümmer, il Luogotenente ungherese Lázló Trin-ger, il Gran Priore Alois Kothgasser, arcivescovoemerito, e Mons. Paul Iby, vescovo emerito di Ei-senstadt. È possibile trovare una sintesi dettagliatadegli interventi di questo congresso sul sito webdella Luogotenenza per l’Austria.

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ÖSTERREICH

Valorizzare l’impegno caritativodell’Ordine in Terra Santa

Per la Luogotenenza per l’Austria, il congresso tenutosi al convento di Heiligenkreuznel mese di novembre 2015, così come l’Investitura al Vorarlberg, sono stati

importanti momenti spirituali.

Partecipanti al congresso e alla cerimonia d’Investitura a Dornbirn.

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Investitura di 25 nuovi Cavalieri e Dame

Il secondo momento importante nella vita dellaLuogotenenza per l’Austria è stato quello dell’Inve-stitura organizzata nel 2015 dalla Delegazione diBregenz. Per la sua terza Investitura, dopo quella diFeldkirch e di Bregenz, l’Ordine ha scelto Dor-nbirn come centro delle celebrazioni. Circa 300ospiti si sono iscritti alla cerimonia dell’Investituranella quale abbiamo potuto accogliere nell’Ordine25 nuovi candidati e candidate. La giornata dell’In-vestitura è iniziata sabato mattina con il capitolo so-lenne nella Casa della Cultura a Dornbirn. In que-st’occasione, il Luogotenente Karl Lengheimer hapotuto salutare i fratelli e sorelle dell’Ordine prove-nienti dall’Austria e da paesi stranieri vicini, oltread un gran numero di ospiti. Nel suo intervento ilLuogotenente ha precisato con parole chiare e pre-cise quale sia la missione dell’Ordine Equestre delSanto Sepolcro di Gerusalemme, in particolare neiperiodi difficili. Dopo un appello lanciato a tutta lacomunità dell’Ordine, Karl Lengheimer ha presen-tato le candidate e i candidati che stavano per di-chiarare il loro impegno nel pomeriggio nell’ambitodell’Investitura. Durante il capitolo solenne succes-sivo, Padre Imad Twal ci ha informati sulla difficile

situazione dei cristiani in Terra Santa. L’Investitura, avvenuta nella chiesa parrocchiale

di San Martino, è stata una celebrazione emozionan-te. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dalGran Priore onorario, il Prelato e Preposto Maximi-lian Fürnsinn. La processione solenne, partita dallaChiesa di San Martino sino alla Casa della Culturadi Dornbirn, ha profondamente colpito i visitatori.Questa giornata particolare si è conclusa con un ri-cevimento offerto dal Land di Vorarlberg e dalla cit-tà di Dornbirn nella cornice di una cena festosa.

La grande preoccupazione della Luogotenenzaper l’Austria è quella di richiamare l’attenzione del-le persone sull’impegno caritativo dell’Ordine inTerra Santa. Per fare questo, le Delegazioni del-l’Ordine propongono, nei mercatini di Natale e diPasqua, alcuni oggetti prodotti in Terra Santa (scul-ture in legno di olivo, olio di oliva). Questo è anchel’obiettivo che si prefigge l’Associazione Austriacaper la Terra Santa, associazione legata all’Ordineche, secondo le leggi fiscali austriache, beneficiadella deducibilità fiscale per le offerte fatte per iprogetti umanitari in Terra Santa.

San Giorgio è il santo patrono di Lubiana ma èconsiderato anche santo patrono dei Cavalieri.

Ogni anno, il 23 aprile, giorno della sua festa, leparrocchie di Lubiana organizzano una messa so-

lenne nel cortile del castello, sulla collina al centrodella città. La partecipazione dei membri del nostroOrdine, così come quella dei membri dell’Ordinedi Malta, è praticamente diventata indispensabile.

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SLOVENIA

Un impegno sostenutonella vita della Chiesa locale

La Luogotenenza della Slovenia è stata creata proprio all’inizio del III millennio.Precedentemente alla prima Investitura, nel 2001, l’Ordine era totalmente sconosciutoin Slovenia. I primi Cavalieri sono riusciti a fronteggiare sfide importanti all’inizio della

loro presenza in questo paese. In questi ultimi anni, la Luogotenenza ha attivamentepartecipato alle attività della Chiesa cattolica slovena, in particolare in seno

all’arcidiocesi di Lubiana. L’Ordine viene sempre più spesso invitato agli avvenimentireligiosi e protocollari e, ad ogni occasione, ne guadagna in notorietà. Sebbene non

numerosi, accettiamo tutti gli inviti e veniamo regolarmente coinvolti in diversecerimonie tradizionali.

www.oessh.at

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Veniamo anche regolarmente invitati ad unamessa solenne per il paese, celebrata dai vescovisloveni nella cattedrale di Lubiana. L’avvenimentonon è solo religioso ma ha anche una dimensionepolitica ufficiale. Vi assistono il nunzio apostolicoinsieme a dirigenti politici (presidente del governo,membri del Parlamento), ambasciatori e rappresen-tanti di altre comunità religiose. La messa viene ce-lebrata due volte l’anno in occasione delle più im-portanti feste nazionali, il 24 giugno e il 23 dicem-bre.

In seguito alla riorganizzazione della strutturaamministrativa della Chiesa locale, sono state createtre nuove diocesi. Il decimo giubileo della diocesidi Novo Mesto è stato commemorato il 25 novem-bre con un simposio scientifico al quale i membridell’Ordine sono stati invitati dal vescovo locale,Mons. Andrej Glavan.

Nel 2015, l’avvenimento più importante e piùinteressante della Luogotenenza per la Slovenia èstato decisamente l’Investitura di nuovi Cavalieri e

Dame. Le cerimonie hanno avuto luogo l’11 e 12settembre a Bled, una cittadina con la quale gli Slo-veni hanno un rapporto particolare a causa di avve-nimenti storici e culturali. In questa occasione sia-mo stati onorati dalla visita del Gran Maestro, ilcardinale Edwin O’Brien che ha personalmenteproceduto all’Investitura di una Dama e di tre nuo-vi Cavalieri in seno all’Ordine. La veglia ha avutoluogo nella celebre piccola chiesa dell’Assunzione,su un’isola in mezzo al lago di Bled, che per i catto-lici sloveni è luogo di sacrificio personale e di con-versione. Il rito dell’Investitura si è svolto nellachiesa parrocchiale di San Martino. È una grandegioia e un onore che tante Dame e Cavalieri delleLuogotenenze per l’Austria, l’Ungheria, l’Italia Set-tentrionale (dalla regione Friuli Venezia Giulia), laPolonia e la Spagna Orientale abbiano partecipatoa questo avvenimento; numerosi altri membri han-no espresso per iscritto il loro sostegno e la loropreghiera. I membri sloveni dell’Ordine sono estre-mamente riconoscenti di questa magnifica espres-sione dell’amore fraterno, del legame e della dispo-sizione spirituale manifestata verso i nostri nuovimembri.

Marjana Kos

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Investiture slovene alla presenza del Gran Maestroe di Dame e Cavalieri delle Luogotenenze perl’Austria, l’Ungheria, l’Italia, la Polonia e la Spagna.(Foto Tatjana Splichal)

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Durante la messa della loro Investitura, questinuovi membri hanno ricevuto l’uniforme e le

insegne da Mons. Stephen Brislin, arcivescovo diCittà del Capo e Gran Priore dell’Ordine nella De-legazione Magistrale dell’Africa del Sud. Durantequesta commovente cerimonia, celebrata nella chie-sa di Nostra Signora di Buona Speranza, a SeaPoint, l’arcivescovo Brislin è stato assistito daMons. Clifford Stokes, Cancelliere dell’Ordine nel-l’Africa del Sud e Cerimoniere ecclesiastico, e daPadre Peter-John Pearson. Questi due sacerdoti so-no Cavalieri dell’Ordine e vicari generali dell’arci-vescovo Brislin.

Joseph Quinn, Delegato della Delegazione Ma-gistrale dell’Africa del Sud e sua moglie Nancy, Da-vid Smith, Luogotenente della Luogotenenza per

l’Inghilterra e il Galles e sua moglie Lucia, così co-me Michael Cowley, Presidente della Sezione Norddella Luogotenenza per l’Inghilterra e il Galles,erano presenti alla messa d’Investitura.

L’Ordine, che attualmente conta quasi 30.000membri nel mondo, ha scritto una nuova paginadella sua storia a Città del Capo con l’Investituradei suoi nuovi membri. Benché quest’ultimo fossepresente da numerosi anni in Europa, America delNord, America del Sud, Asia ed Australia, fino all’8novembre 2015 non vi era mai stata una presenzaufficiale dell’Ordine nel continente africano, il con-tinente che accolse la Sacra Famiglia quando questatrovò rifugio in Egitto dopo essere sfuggita ad Ero-de che cercava di uccidere il Bambino Gesù.

Dino Gomes

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SOUTHERN AFRICA

L’Ordine del Santo Sepolcro si stabiliscenel continente africano

Ventotto laici, uomini e donne, un sacerdote e due diaconi permanenti dell’arcidiocesi diCittà del Capo hanno ufficialmente ricevuto l’Investitura domenica 8 novembre 2015.

Fino al 2015, non c’era mai stata una presenza ufficiale dell’Ordine del Santo Sepolcro nel continente africano. UnaDelegazione Magistrale è ormai presente con le prime Investiture di una ventina di Cavalieri e Dame.

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Le celebrazioni hanno avuto luogo sulle monta-gne svizzere ad un’altitudine di oltre 1.130 m.

nella venerabile abbazia benedettina di Disentis, lecui origini risalgono all’anno 720. L’Abate VigeliMonn ha accolto molto calorosamente nell’abbaziai circa 200 membri dell’Ordine presenti, così comei loro familiari. Dopo il 1964, 1991 e 2006, questa èstata la quarta Investitura celebrata a Disentis.

In questo luogo abbiamo potuto celebrareun’Investitura del tutto straordinaria in onore di 18nuovi Cavalieri e Dame. È stata una grande gioiache il nostro Gran Maestro, il cardinale EdwinO’Brien, abbia proceduto a questa Investitura congrande entusiasmo ed abbia augurato il benvenutotra noi ai nuovi Cavalieri e Dame. Nel cuore delleAlpi ancora innevate, egli ha cercato il contatto connoi svizzeri salutandoci prima della cena di gala inun ambiente accogliente.

Ogni anno, all’inizio di agosto, la DelegazioneChürratien invita al pellegrinaggio a Ziteil, il san-tuario più alto d’Europa a 2.434 m. di altitudine.

Più di 80 Cavalieri e Dame di tutte le Sezioni, e inparticolare della Sezione della Svizzera Italiana, siincontrano ogni anno per questa salita emozionanteverso il santuario mariano. Una volta arrivati alla ci-ma, celebriamo insieme la santa messa e consumia-mo un pasto delizioso.

A fine agosto, la Luogotenenza svizzera è statal’invitata d’onore e lo sponsor dell’Assemblea cen-trale della “Associazione delle Guardie SvizzerePontificie in congedo” presso il santuario di Einsie-deln. Il Comandante della Guardia, ColonnelloChristoph Graf, è venuto da Roma per questa occa-sione. La domenica mattina del 23 agosto, nellachiesa barocca dell’abbazia, abbiamo celebrato in-sieme la santa messa pontificia presieduta dall’aba-te, Mons. Urban Federer, e da Mons. Alain de Rae-my, vescovo ausiliare di Losanna, Ginevra e Fribur-go, dopo un’emozionante processione di ingressocon i circa trenta ufficiali, sottoufficiali e soldatinelle note uniformi giallo-blu, i porta-stendardi, leformazioni musicali ed una delegazione di Cavalieri

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SUISSE

Cavalieri e Dame sui passi di San Maurizio

L’Investitura della Luogotenenza svizzera avvenuta nel maggio 2015 a Disentis,organizzata dalla Delegazione Chürratien, è stata contrassegnata dal genius loci,

lo “spirito del luogo”.

La Luogotenenza svizzera raccolta insieme al cardinale O’Brien, nel corso delle Investiture, a Disentis.

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e Dame. Nella sua omelia, l’abate Urban ha ricor-dato alle Guardie Svizzere che devono impegnarsinel quotidiano e difendere la fede attraverso il loromodo di pensare e nelle loro azioni cristiane. Oltrealla Luogotenenza svizzera, fra gli ospiti d’onore fi-guravano il capo dell’esercito svizzero, il coman-dante di corpo d’Armata André Blattmann, così co-me diversi rappresentanti del governo del cantonedi Schwyz.

In questa occasione abbiamo pregato insieme ecelebrato l’Eucarestia. I buoni contatti amichevoli etradizionali tra la Luogotenenza svizzera dell’Ordi-ne Equestre del Santo Sepolcro e le Guardie Sviz-zere Pontificie sono stati onorati una volta di più,in modo esemplare.

Da quindici secoli i pellegrini e i viaggiatori tro-vano rifugio presso l’Abbazia di San Maurizio diAugaune. Maurizio, capitano di una divisione dellalegione romana, subì il martirio, verso la fine del IIIsecolo, insieme a tutti i suoi soldati in quanto testi-moni della fede cristiana. Nell’anno 515, vennefondata l’abbazia dal re burgundo Sigismondo cosìche, quest’anno, abbiamo festeggiato il 1500° anni-versario della sua fondazione. È il monastero piùantico dell’Occidente. A tutt’oggi, le sue mura con-tinuano ad ospitare l’Ordine dei Canonici di San-t’Agostino; il suo tesoro è stato esposto al Louvre aParigi l’anno scorso.

L’anno giubilare 2015 è stato valorizzato dal-l’UNESCO ed ampiamente celebrato. Così noi, Ca-valieri e Dame della Luogotenenza svizzera, abbia-

mo potuto visitare l’abbazia nell’ambito di un pel-legrinaggio straordinario. Mons. Joseph Roduit,Abate di St. Maurice e priore della provincia dellaSvizzera romanda, ci ha augurato il benvenuto conle seguenti parole: «Quindici secoli di fedeltà, di lo-de perpetua celebrata tra queste mura in memoriadei martiri della legione Tebana! Se si conta il tem-po che passa, sarà da 547.875 giorni – a data del 22settembre 2015 – che la nostra Abbazia non ha maichiuso le sue porte. Come un umile e fragile guar-diano in un mondo in continua mutazione, l’abba-zia di San Maurizio è il testimone vivente e peren-ne, attraverso la storia, della vitalità e dell’attualitàdel messaggio cristiano.

La grande gioia di accogliereMons. Charles Morerod

A metà ottobre, la Luogotenenza, e in particola-re la Sezione della Svizzera romanda, ha vissuto unmomento di gioia e di onore particolari, per l’Inve-stitura di Mons. Charles Morerod, vescovo di Lo-sanna, Ginevra e Friburgo. Come i suoi due prede-cessori in questo ministero episcopale, Mons. Pier-re Mamie e Mons. Bernard Genoud, Mons. More-rod assume anch’egli la carica di Priore di Sezionecome successore di Mons. Joseph Roduit, l’abateprovvisorio emerito di San Maurizio. Si è netta-mente avvertita in tutta la Sezione la grande gioiadi avere un nuovo Priore.

Alla fine dell’autunno, nella sede dell’Ordine a

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Oltre 80 Cavalieri eDame di tutte le Sezionie in particolare di quelladella Svizzera Italianahanno partecipato,all’inizio del mese diagosto, alpellegrinaggio a Ziteil, ilsantuario mariano piùalto d’Europa, a 2.434metri d’altitudine…Giunti a destinazione imembri dell’Ordinehanno partecipato allacelebrazione dellamessa, seguita da unpasto delizioso.

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Beromünster, presso la Collegiata St. Michael, laLuogotenenza svizzera celebra ogni anno la com-memorazione dei morti dell’Ordine pregando per iconfratelli e consorelle scomparsi. Alla fine di unamessa solenne per i defunti, i Cavalieri e le Dameaccompagnano i celebranti alla cappella funerariadove ha luogo un sobrio omaggio ai defunti.

Quest’anno abbiamo inoltre potuto celebrareun’altra Investitura, ovvero quella del vicario epi-scopale Ruedi Heim, ed abbiamo avuto il piacere diaugurargli cordialmente il benvenuto tra noi.

Una volta all’anno, Cavalieri e Dame della Luo-gotenenza svizzera hanno la possibilità di appro-fondire un argomento della loro fede sotto direzio-ne spirituale. All’inizio di novembre 2015, le gior-nate di meditazione della Sezione svizzero-tedescaa Quarten sul lago di Walensee, organizzate dallaDelegazione locale di San Gallo, sono state direttedal Priore di Sezione Martin Gächter, vescovo ausi-liare emerito. Il fatto che le giornate di meditazionesiano organizzate ogni anno in alternanza da unadelle Delegazioni locali costituisce una novità.Questa nuova formula mira ad attirare anche imembri dell’Ordine che, in ragione della prossimi-tà geografica, possono recarsi più facilmente sul

luogo dell’incontro ed assistere almeno ad una par-te di questa riunione di tre giorni. Quest’anno, latraversata del lago per arrivare a Quinten, un villag-gio raggiungibile solamente in battello, così come lavisita del sito di St. Georg con la cappella biancache sovrasta il paese di Sargans, facevano parte del-le proposte di queste giornate di ritiro.

La Sezione della Svizzera romanda ha organiz-zato il suo ritiro nell’Abbazia cistercense di Haute-rive mentre la Sezione della Svizzera italiana ha or-ganizzato il ritiro e la celebrazione dell’Avvento aBreganzona, nei pressi di Lugano. Queste giornatedi raccoglimento spirituale e di introspezione ci te-stimoniano sempre di più che l’adesione all’OrdineEquestre del Santo Sepolcro è una professione difede personale che conferma l’opera apostolica del-la Chiesa cattolica romana nel mondo.

Durante il tempo di Avvento, si propone aimembri della Luogotenenza svizzera di parteciparea varie celebrazioni eucaristiche solenni e raccoltenelle diverse Delegazioni locali o Sezioni.

Donata Krethlow-Benziger

Secondo le antiche tradizioni dell’Ordine, i nuoviCavalieri e Dame devono passare la notte prima

dell’Investitura in veglia di preghiera e contempla-zione. La veglia è stata celebrata alla vigilia dell’In-vestitura e rappresenta l’ultima tappa nella prepa-razione del candidato alla sua vita di Cavaliere. Alcandidato viene nuovamente ricordato cosa signifi-

ca vivere da membro dell’Ordine. Durante l’ufficio,i candidati pronunciano i loro voti prima dell’Inve-stitura. Dopo la promessa vengono benedetti ilmantello ed il distintivo dei candidati.

Mons. Anders Arborelius ha cominciato la suaomelia chiedendo a tutte le persone presenti se fos-sero a conoscenza che ciascuno di loro era il tem-

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SVERIGE – SWEDEN

Prima Investitura dell’Ordinesul suolo danese

La Luogotenenza per la Svezia ha celebrato la prima Investitura dell’Ordine sul suolodanese dal 5 al 7 settembre. Le celebrazioni sono iniziate sabato 5 settembre con unaveglia presieduta dal Gran Priore della Luogotenenza, il vescovo di Stoccolma AndersArborelius, Grand’Ufficiale, che proviene dall’Ordine dei Carmelitani scalzi. La veglia

si è tenuta nel monastero di Nostra Signora, vicino a Copenaghen. La cerimonia haavuto luogo durante la santa messa, concelebrata da tutti i vescovi dei paesi nordici,

riuniti a Copenaghen per una riunione della Conferenza Episcopale Scandinava.

www.oessh.ch

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pio di Dio. Il vescovo ha aggiunto che ogni vita cri-stiana è come un mattone nell’edificio della Chiesa.Se un solo mattone è mancante, la struttura diven-ta instabile. Ogni vita cristiana è in costante evolu-zione e nessuno sa a quale punto della propria vitaun uomo può avvicinarsi a Dio. Cavalieri e Damedovrebbero manifestare Gesù nella loro vita quoti-diana, sempre in modo santo, nelle loro famiglie,nei loro posti di lavoro e nell’ambiente in cui si tro-vano.

La domenica, i Cavalieri e le Dame hanno parte-cipato alle celebrazioni del 250° anniversario dellaChiesa cattolica in Danimarca con una santa messae con l’ufficio dei vespri ai quali ha partecipato an-che il Gran Maestro dell’Ordine.

Nel corso della messa d’Investitura, che ha avu-

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Sopra, la veglia che precede le Investiture ha avutoluogo nel monastero di Nostra Signora, vicino aCopenaghen. La cerimonia è stata presieduta daMons. Anders Arborelius, Gran Priore dellaLuogotenenza svedese, e si è svolta nell’ ambito diuna messa concelebrata dai vescovi dei paesinordici, riuniti per una sessione della Conferenzaepiscopale scandinava (Foto Davor Zovko).A sinistra, Cavalieri e Dame hanno partecipato allecelebrazioni del 250° anniversario della Chiesacattolica in Danimarca, con una messa e con l’ufficiodei vespri, alla presenza del Gran Maestrodell’Ordine.

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to luogo lunedì 7 settembre, quattro nuovi Cavalie-ri, tra i quali il vescovo di Copenaghen, Mons. Cze-slaw Kozon, sono diventati membri della comunitàmondiale dell’Ordine.

Il principale celebrante della messa d’Investitu-ra è stato il Gran Maestro dell’Ordine cardinaleEdwin O’Brien. Molti vescovi dei paesi nordici edun certo numero di sacerdoti hanno concelebratola santa messa.

Cavalieri e Dame della Luogotenenza per laSvezia hanno partecipato alla celebrazione insiemea vari invitati. Tra loro possiamo citare: dei rappre-sentanti del Gran Magistero dell’Ordine, i Luogo-tenenti per la Finlandia, la Spagna orientale e ilBelgio, i Gran Priori della Finlandia e della Norve-gia, i rappresentanti delle Luogotenenze per laGermania, l’Inghilterra e la Spagna Occidentale, irappresentanti dell’Ordine sovrano di Malta e del-l’Ordine tedesco di San Giovanni, i rappresentantidi diverse organizzazioni, le famiglie e gli amici deinuovi Cavalieri così come numerosi altri invitati.

Nella sua omelia, il Gran Maestro ha dichiaratoche Cristo ha chiesto a tutti di seguirlo. La chiama-ta di Cristo è immediata e totale. Non lo si può se-guire a metà. Tutte le persone che Gesù ha chiama-to hanno lasciato tutto senza esitazione e l’hannoseguito. I Cavalieri e le Dame dovrebbero vivereuna vita cristiana più profonda.

La messa d’Investitura è stata seguita da un rice-vimento e da una cena ufficiale al Centro di studi

Magleås, che si trova vicino al convento di NostraSignora. Il ricevimento e la cena, introdotti dalleparole di benvenuto del Luogotenente per la SveziaStefan Ahrenstedt sono state occasione, per le per-sone presenti, di vivere un momento in comunionedi gioia con il Gran Maestro, i membri dell’Ordine,gli amici e gli invitati.

Il rappresentante del Gran Magistero, Bo Theu-tenberg, Cavaliere Gran Croce, ha raccontato bre-vemente la storia della Luogotenenza svedese. Haparlato anche del sostegno della nostra Luogote-nenza nell’insediamento dell’Ordine in Norvegia,nella Repubblica Ceca e in Croazia e, ormai, anchein Danimarca.

Durante la cena, due dipinti dell’artista araldicosvedese Davor Zovko, Grand’Ufficiale, sono stativenduti a beneficio di azioni umanitarie dell’Ordi-ne in Terra Santa. Una delle opere era stata vendutagià qualche anno fa. Tuttavia, l’acquirente, dopoaver provveduto a farla incorniciare, ne ha fatto do-no alla Luogotenenza che così è stata in grado divenderla di nuovo. Durante la cena a Magleås, si èriproposta la stessa situazione: anche il nuovo ac-quirente ne ha fatto dono alla Luogotenenza!

È possibile vedere un video dell’Investitura sullahomepage del sito della diocesi di Copenaghen:http://katolsk.mediaplatform.dk/video/channel/63

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Nel 2015 hanno avuto luogo tre giornate dedicate all’Ordine. Il 24 gennaio, quando abbiamo parla-to delle attività dell’Ordine svolte nel 2014; durante la quaresima in occasione di un ritiro aperto

a tutti i membri iniziato il 27 marzo nel monastero di Santa Brigitta, vicino a Stoccolma, e un avveni-mento suddiviso in due parti in prossimità della festa della Regina della Palestina.

Il 6 novembre il vescovo Anders Arborelius ha consacrato il nuovo cimitero dell’Ordine del SantoSepolcro. Il sepolcro si trova nel cimitero cattolico di Stoccolma ed è stato realizzato per iniziativa econ il sostegno del nostro membro Christina Doctare, Dama di Commenda, celebre fisica svedese.

Inoltre, a maggio, il nostro Luogotenente ha partecipato alla riunione dei Luogotenenti d’Europa.Nel corso dell’anno, sono state organizzate numerose riunioni del Consiglio mentre il principale avve-nimento dell’anno è stato certamente la cerimonia d’Investitura in Danimarca.

I nostri membri continuano a vivere il loro pellegrinaggio con altre Luogotenenze. In effetti, abbia-mo la consapevolezza di avere con loro un’ottima collaborazione. I nostri membri hanno partecipato amolti avvenimenti organizzati dalle altre Luogotenenze e siamo stati anche lieti di accogliere i loromembri agli avvenimenti da noi promossi.

L’ANNO 2015 NELLA LUOGOTENENZA PER LA SVEZIA

www.oessh.se

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La Luogotenenza USA Middle Atlantic ha ri-cevuto un lascito da parte di Rose Bente Lee,

Dama di Commenda con placca. Rose ricevet-te l’Investitura nel 1995 e si è sempre impegna-ta per la drammatica situazione dei cristiani in Ter-ra Santa. Alla sua morte, sopraggiunta nel 2014,Rose aveva pensato generosamente all’Ordine.L’eredità ricevuta da Rose Bente Lee ha sostenu-to l’Ospedale Holy Family a Betlemme, permes-so l’istituzione di una borsa di studio alla sua me-moria presso l’Università di Betlemme, aiutato

l’Ospedale St. Louis a Gerusalemme, stabilito gli“asili nidi di Rose” a Tel Aviv, sotto la direzionedi Padre David Neuhaus, che assistono i cristianiche fuggono dalle persecuzioni. Inoltre, è stato pos-sibile sostenere Caritas Giordania per dare assisten-za ai rifugiati iracheni in Giordania e fornire un so-stegno finanziario alla missione generale del GranMagistero.

Il primo incontro della Delegazione venne orga-nizzato lo stesso anno in cui ebbe origine, il 7

novembre 1981, a Boston. Con i 62 membri origi-nari che provenivano dalla Luogotenenza USA Ea-stern e i nuovi membri che avevano ricevuto l’Inve-stitura, furono in 135 a partecipare alla conferen-za. Quello fu anche il momento in cui la Delegazio-ne venne elevata al rango di Luogotenenza dall’al-lora Gran Maestro dell’Ordine, il cardinale Maxi-milian de Furstenberg. Norman E. MacNeil, chepiù tardi diventò un membro del Gran Magistero,venne nominato primo Luogotenente, e il cardinaleHumberto Medeiros venne designato primo GranPriore.

Dopo Norman E. MacNeil, quattro altri Luogo-tenenti si sono succeduti nella Luogotenenza USANortheastern: George T. Ryan (attuale Vice Gover-natore Generale d’Onore), Dennis J. Looney, (at-tuale membro d’Onore del Gran Magistero), JohnJ. Spillane (deceduto), e l’attuale Luogotenente,

John J. Monahan. Il cardinale Seán Patrick O’Mal-ley, cappuccino e Cavaliere di Gran Croce è il GranPriore in carica.

Ora che sapete da dove veniamo, permettetecidi dirvi dove ci troviamo oggi. La LuogotenenzaUSA Northeastern è attiva, i suoi uffici si trovano aWorcester, Massachusetts, e ha la grazia di averedei membri impegnati che vivono in cinque dei seistati del New England: Massachusetts, Maine, NewHampshire, Vermont e Rhode Island, il più piccolodei 50 stati. Quattro di questi cinque stati toccanol’Oceano Atlantico ma di questi, solo il Maine puòaffermare di ospitare il punto più orientale degliStati Uniti continentali e, quindi, è il primo statonel quale si vede il sorgere del sole nella nostra na-zione. Con un’area geografica complessiva di pocomeno di 150.219 km2 e una popolazione stimata di11,1 milioni di persone, la nostra è di gran lunga lapiù piccola delle Luogotenenze statunitensi, inclusii nostri vicini, la Luogotenenza USA Eastern che

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USA MIDDLE ATLANTIC

La generosità di Dama Rose fa fioriretante belle opere in Terra Santa

USA NORTHEASTERN

La Luogotenenza celebra i suoi 35 anni

Molti forse ignorano che l’Ordine arrivò negli Stati Uniti solo 87 anni fa, il 30 aprile1929. E non fu che 52 anni dopo, il 21 marzo 1981, che venne stabilita la

Luogotenenza USA Northeastern come Delegazione Magistrale, quando laLuogotenenza USA Eastern raggiunse una quota di quasi 2000 membri.

www.midatlanticeohs.com

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conta tre stati che coprono 258,999 km2 e una po-polazione stimata di 41,6 milioni di abitanti.

Una luce che nasce dall’impegno spiritualedelle persone

Anche se possiamo essere piccoli in termini didimensioni, ciò che ci manca in kilometri quadratilo abbiamo in sorrisi pieni di grazia sui volti dei no-stri Cavalieri e delle nostre Dame. Oggi continuia-mo ad essere un’organizzazione dinamica i cuimembri sono molto attivi nell’arco dell’anno sia alivello di Luogotenenza, sia a livello diocesano. Ol-tre ai quattro eventi annuali che coinvolgono l’inte-ra Luogotenenza, i rappresentanti di Sezione delleotto diocesi organizzano eventi locali su scala piùridotta per i Cavalieri e le Dame nelle loro rispetti-ve aree. Questi incontri forniscono ai membri l’op-portunità di incontrarsi in contesti più intimi ri-spetto all’Incontro Annuale e all’Investitura che,quest’anno, ha visto partecipare 350 membri ed

ospiti e ha permesso ai membri di vivere una grati-ficante esperienza spirituale e sociale, di intessererapporti più profondi e, ancora più importante, disviluppare un senso di appartenenza. Crediamo fer-mamente che è questo senso di appartenenza chenon solo ci ha aiutati a crescere ma che ci aiuta amantenere i nostri membri.

Quest’anno la Luogotenenza USA Northeasterncelebra il suo 35° anniversario e siamo convinti chealla fine del 2016 avremo raggiunto i 900 membri.Mentre siamo contenti di celebrare questi traguardiin termini di numero di anni e di membri, abbiamomolto di più da celebrare. Crediamo che il successodi una Luogotenenza non si basi sugli anni di esi-stenza ma sugli uomini e le donne che la servonoquotidianamente con le loro preghiere, la loro fe-deltà, partecipazione, dedizione alla Chiesa e il loroimpegno sia nella Luogotenenza sia per la missionedell’Ordine in Terra Santa. Crediamo che questasia la perfetta descrizione di ogni Cavaliere e Damache viene dalla Luogotenenza USA Northeasterned è questa dedizione che noi celebriamo. Comesiamo fortunati ad avere la grazia di contare al no-stro interno uomini e donne, membri del clero elaici, che non solo credono che ognuno di noi puòfare la differenza nella vita delle persone che abbia-mo promesso di servire, ma che traducono questaconvinzione in azione, facendo ciò che è in loro po-tere per assicurare che ci siano sempre cristiani nel-la Terra resa Santa dalla nascita, vita, morte e risur-rezione di Cristo.

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La Luogotenenza USA Northeastern èterritorialmente la più piccola degli Stati

Uniti. È stata fondata nel 1981 (nellanostra foto: tre dei suoi Luogotenenti chesi sono succeduti, il quarto è deceduto).

Il suo attuale Gran Priore è il cardinaleO’Malley, uno dei cardinali nominati da

Papa Francesco nell’ottica di riformare laCuria romana.

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L’incontro annuale del 2015 della LuogotenenzaUSA Northwestern è stato un lieto e storico

evento. Il cardinale Edwin O’Brien, Gran Maestrodell’Ordine, ha presieduto l’Investitura di ventottonuovi membri – fra cui Mons. Peter Smith, vescovoausiliare di Portland, Oregon – e la promozione diventidue altri Cavalieri e Dame. I quattro giorni

passati ad Anchorage, Alaska, pieni di stupende li-turgie e gioiose attività che hanno rafforzato i nostrilegami sociali, hanno anche offerto l’occasione peraltri importanti eventi speciali. L’arcivescovo diPortland, Alexander K. Sample, è stato nominatonuovo Gran Priore della Luogotenenza. Inoltre, ilCavaliere di Gran Croce Thompson M. Faller è di-

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USA NORTHWESTERN

Il cardinale O’Brien ha presiedutol’Investitura in Alaska

Il Programma Sir John McGuckin per il tutorato e gli stages è finanziato dalle Luogotenenze USANorthwestern, USA Western e Canada-Atlantic. Per il terzo anno, il Programma ha fatto venire dieci

studenti dell’Università di Betlemme per un periodo di stage presso Catholic Charities USA (catholic-charitiesusa.org).

Per la prima volta, altri tre studenti sono entrati a far parte del programma in Australia dove hannoinsegnato agli studenti del Loyola College a Melbourne (www.loyola.vic.edu.au).

Lo scopo del Programma McGuckin per gli stages è quello di offrire agli studenti dell’Università diBetlemme l’opportunità di acquisire un’esperienza professionale e culturale di valore in un contesto in-ternazionale. Inoltre, i partecipanti hanno modo di apportare il loro contributo al loro ritorno in Pale-stina, dopo lo stage, sia all’Università di Betlemme sia alla società palestinese, condividendo la loroesperienza con gli altri, attraverso gli uffici per le relazioni con gli ex alunni e con gli ospiti (Guest Rela-tions office) dell’Università.

Grazie agli stages che valorizzano le loro competenze, studenti e studentesse dell’università di Betlemmebeneficiano del sostegno di tre Luogotenenze dell’Ordine per acquisire un’esperienza culturale internazionale.

IL PROGRAMMA SIR JOHN MCGUCKINPER IL TUTORATO E GLI STAGES

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venuto il nuovo Luogotenente al posto dellaDama di Gran Croce Mary Currivan O’Brienche è stata nominata membro del Gran Magi-stero dell’Ordine. Il Professore ThomasMcKiernan, membro del Gran Magistero, è sta-to il relatore del Forum sull’Educazione.

Il Cancelliere emerito William Green, Cavalieredi Gran Croce e sua moglie Sally Green, Dama

di Gran Croce, hanno lanciato questo programmain collaborazione con il seminario e con il suo ret-tore dell’epoca, Padre William Shomali. La famigliaGreen ha adottato un seminarista del primo annoal seminario maggiore, Issa Hijazeen, quando que-sti ha iniziato gli ultimi quattro anni di formazione.Negli anni a seguire, sono rimasti vicini a Issa ehanno assistito alla sua ordinazione nel 2009. Dopol’ordinazione, Padre Issa ha scritto a Bill e Sally, di-cendo loro: «La vocazione d’origine vissuta dai cri-stiani del primo secolo, quando gli apostoli riceve-vano l’aiuto del popolo di Gerusalemme, ha un si-gnificato teologico che mostra l’amore reciprocotra i cristiani. Vi ringrazio per ciò che avete fatto,che fate e che farete per la nostra diocesi».

Complessivamente il costo annuale delle spesedi formazione, vitto e alloggio è di 5.000 $ per se-minarista. Questo è effettivamente un progetto me-raviglioso per i Cavalieri e le Dame del Santo Se-polcro. Coloro che hanno sostenuto finanziaria-

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USA WESTERN

Il programma “Adotta un seminaristaa Beit Jala”

Dal 2005, la Luogotenenza USA Western sostiene giovani uomini nella formazione alsacerdozio presso il seminario del Patriarcato Latino a Beit Jala, in Palestina. Il

progetto “Adotta un seminarista” è stato esaminato dal Consiglio dellaLuogotenenza e, in quanto Cerimoniere Ecclesiastico, Mons. Kevin Kostelnik hadichiarato in quell’occasione, «Ogni volta che possiamo mettere un volto su un

progetto, in questo caso un seminarista, stiamo patrocinando un progetto lodevole!».

Da sinistra a destra, durante le Investiture adAnchorage: Mons. Roger Schwietz, ThompsonFaller, Mary Currivan O’Brien, il Gran Maestro,

Thomas McKiernan, e Mons. Peter Smith.

La Luogotenenza USA Western è molto impegnataal servizio delle vocazioni sacerdotali, per sostenerematerialmente e spiritualmente i seminaristi in TerraSanta.

mente e spiritualmente questi seminaristi, mante-nendosi regolarmente in contatto, hanno trovatoquesta esperienza molto arricchente.

In seguito, Bill e Sally Green hanno adottato illoro secondo seminarista, oggi Padre Baha Ste-phan. Seguendo il loro esempio, Nancy Iredale,Dama di Gran Croce, ha preso parte all’iniziativa e

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a Beit Jala. Siamo riconoscenti per la loro generosarisposta alla chiamata del Signore.

Il vescovo William Shomali, del Patriarcato La-tino, riassume l’importanza del programma affer-mando che «patrocinare un seminarista, non signi-fica solamente pagare per la sua formazione, ma an-che stabilire una relazione umana e un gemellaggiospirituale, dove la preghiera e l’amicizia sono fattoriimportanti nello sviluppo integrale del seminarista.Vi ringrazio!».

Michael Scott Feeley

Il 1° gennaio 2015 il Cardinale Gran Maestro ha nominato Sir Michael Scott Feeley, Cavaliere diGran Croce, settimo Luogotenente della Luogotenenza USA Western. Il Luogotenente ha poi nomi-

nato Cancelliere la Dama di Gran Croce Margie Romano, Tesoriere la Dama di Gran Croce Rita Lie-belt e Segretario la Dama di Gran Croce Diana Grange.

I membri si sono riuniti ogni primo lunedì del mese per pregare il rosario in 14 luoghi della Luogo-tenenza.

Si sono riuniti 12 volte per le giornate di raccoglimento e di ritiro così come per sostenere i loro ve-scovi in occasione di importanti liturgie e 22 volte come guardia d’onore al funerale di membri dece-duti.

Il 13 giugno, oltre 100 Cavalieri e Dame hanno assistito al funerale di William H. Davidson, Cava-liere di Gran Croce, sesto Luogotenente, celebrato dal Gran Priore, il cardinale Roger Mahony.

545 membri si sono riuniti nei 9 incontri nel corso dell’anno mentre 585 membri hanno partecipatoa San Diego, in California, al week-end del 26 settembre nel quale si sono celebrate la promozione di32 membri e l’Investitura di 31 nuovi membri.

29 Cavalieri e Dame hanno ricevuto la Conchiglia del pellegrino. Durante il mese di ottobre, il diacono Ryan Adams e la Dama Wynsdey Adams hanno organizzato

le messe in 9 parrocchie per celebrare la festa di Nostra Signora della Palestina. I membri hanno finanziato zaini, forniture scolastiche e campi invernali per centinaia di bambini al-

la scuola San Pio X e a quella della parrocchia dei Dodici Apostoli a Zarqa, in Giordania. Hanno an-che finanziato interamente i programmi dei corsi estivi nelle due scuole e i lavori di restauro nella par-rocchia.

I membri hanno patrocinato 9 seminaristi al seminario di Beit Jala. Hanno aiutato finanziariamentealcuni giovani palestinesi affinché potessero assi-stere alla canonizzazione delle due sante palesti-nesi a Roma e hanno finanziato, con borse specia-li, la Società Sant’Yves, la Casa San Vincenzo perbambini con disabilità, l’ospedale San Giuseppe el’Università di Betlemme.

A dicembre, la Luogotenenza ha lanciato ilsuo nuovo sito internet.

UN ANNO ALL’INSEGNA DELLA GENEROSITÀ

I membri dell’Ordine hanno finanziato zaini,forniture scolastiche e corsi estivi per centinaia dibambini delle scuole del Patriarcato Latino.

www.eohsjwesternusa.org

ha adottato Fares Siryani che è stato ordinato nel2014. Nancy descrive la sua esperienza come se fos-se stato uno dei suoi figli a diventare sacerdote. E’rimasta vicino a Padre Fares e quando questi haavuto bisogno di finanziamenti per la parrocchiache gli era stata assegnata, ha contattato Nancy cheè stata ben lieta di aiutarlo.

I membri della Luogotenenza USA Westernhanno “adottato” 12 seminaristi: tre sono già statiordinati e nove sono in corso di formazione. At-tualmente, tutti i seminaristi ammessi sono patroci-nati. Preghiamo per avere maggiori vocazioni! Miamoglie ed io abbiamo avuto il privilegio di pranzarecon alcuni di questi seminaristi nel novembre 2015

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R E C E N S I O N I

Siamo veramente lieti di presentare ai lettori della rivista Anna-les un’opera unica e senza precedenti che ci farà conoscere da

vicino il Papa della misericordia e delle periferie. Scorrendo il ri-goroso testo di Marie Duhamel, giornalista di Radio Vaticana, illettore scoprirà alcuni particolari della vita di Jorge Bergoglio edel suo pontificato sfogliando documenti di ogni genere, come ilsuo certificato di battesimo, il suo taccuino di appunti al semina-rio ed anche... la sua tessera di supporter della squadra di calcio!250 foto, più di 50 facsimili per conoscere meglio la figura diFrancesco. L’opera è corredata dalla prefazione di Padre FedericoLombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede.

MARIE DUHAMEL, Pape François. Edizioni Mame, pp. 138. In francese.Prossimamente disponibile in italiano, inglese e spagnolo.

Un magnifico “libro-documento”su Papa Francesco

Il Cerimoniere dell’Ordine e noto biblista, Mons. Fortunato Frezza, ha pubblicato due libri che desidera-no sostenere il cammino del fedele in questo Giubileo della Misericordia. Il primo, “Passi di Misericordia.

Cammino di Giubileo” è un itinerario biblico che viene de-scritto dall’autore come un «prontuario, vademecum, piccolodizionario. E ancora, raccolta di appunti di meditazione desti-nata a svolgersi in un ideale itinerario attraverso la Bibbia;quaderno di viaggio, codicetto da bisaccia». Nelle pagine, illettore incontra temi chiave – come la Beatitudine, il Dono, laFiducia, la Promessa – trattati attraverso una selezione di testidalla Sacra Scrittura e brevi commenti dell’autore. La seconda opera pubblicata dopo l’inizio del Giubileo, è sta-ta una nuova edizione della Bibbia curata da Mons. Frezza ecorredata da due corpi di citazioni che suggeriscono, per ognilibro della Scrittura, dei percorsi di Lectio divina e di Lectiomystica: un sussidio di preghiera che può accompagnare ilviaggio all’interno della Rivelazione, scoprendone sempre piùin profondità l’unità e la ricchezza.

MONS. FORTUNATO FREZZA, Passi di Misericordia. Cammino di Giubileo.Itinerario Biblico per il Giubileo della Misericordia. Libreria EditriceVaticana, pp. 188.

MONS. FORTUNATO FREZZA, Sacra Bibbia. Libreria Editrice Vaticana, pp.1254.

Il dono di riscoprire la SacraScrittura durante il Giubileo

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Mentre l’Ordine del Santo Sepolcro si sta svi-luppando in Asia, abbiamo l’opportunità di

approfondire la nostra conoscenza della storia re-cente della Chiesa in questa regione del mondo.Così, Pierre Blanchard, eminente membro delGran Magistero dell’Ordine, ci propone uno studioapprofondito e documentato sui rapporti tra laSanta Sede e il Giappone nel XX secolo. In colla-borazione con Régis Ladous, Pierre Blanchard ci farivivere la missione ecclesiale di Mons. Paolo Ma-rella, che fu delegato apostolico nell’impero delGiappone dal 1933 al 1949, a stretto contatto conla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli(Propaganda Fide). Egli contribuì a rendere lestrutture della Chiesa in Asia meno dipendenti dal-

le missioni europee e favorì la nomina di vescoviautoctoni. Il cardinale Marella fu poi nunzio apo-stolico in Francia dal 1953 al 1960 e primo presi-dente del Segretariato per i non-cristiani che diven-ne in seguito il Pontificio Consiglio per il dialogointerreligioso. La sua vita e la sua opera, oggi, pos-sono ispirare i lettori di questo libro che gli è statodedicato, in particolare i membri dell’Ordine chia-mati ad essere artefici dell’incontro tra diverse tra-dizioni e culture, nello spirito di una fraternità uni-versale.

RÉGIS LADOUS e PIERRE BLANCHARD, Le Vatican et le Japondans la guerre de la grande Asie orientale. Edizioni Descléede Brouwer, pp. 432. In francese.

Il contributo del cardinale Marellaallo sviluppo della Chiesa in Asia

L’araldica, scienza degli stemmi e studio dell’arme, si è sviluppata nel Medio Evo in tutta l’Europa comeun sistema coerente d’identificazione delle persone e delle origini delle stirpi e delle casate. Fu un siste-

ma emblematico, unico in un’epoca in cui il riconoscimento e l’identificazione raramente venivano trascrit-ti. La parola “araldo” significa “annuncio” e le armi di un cavaliere, ad esempio durante i tornei, gli permet-tevano di essere riconosciuto. Nata in seno alla cavalleria, l’araldica si diffuse velocemente in tutta la societàoccidentale identificando poi chierici, nobili, borghesi, donne, comunità… In seguito servì anche per rap-

presentare le corporazioni di mestieri, di città e più raramente di re-gioni e di paesi. Nella Chiesa cattolica l’araldica ha avuto una suafunzione negli stemmi episcopali. Il cardinale Andrea Cordero Lan-za di Montezemolo, Assessore d’onore dell’Ordine del Santo Sepol-cro, ha pubblicato un libro sull’argomento che siamo lieti di segna-lare ai lettori di Annales. Già architetto, divenuto sacerdote e nun-zio apostolico in diversi paesi del mondo, in particolare in Israele, ilcardinale Montezemolo conosce perfettamente le regole dell’araldi-ca ecclesiastica, che pratica con passione e precisione. Accade spes-so, infatti, che gli venga chiesto di disegnare gli stemmi di uomini diChiesa nominati ai più alti incarichi. Ha realizzato quello di Bene-detto XVI e quello del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Statodi Francesco. L’araldica è un linguaggio che, nel caso dei vescovi odei papi, ha un significato pastorale e spirituale e, al tempo stesso,serve a illustrare un ideale da perseguire e ad onorare la memoria.

CARDINALE ANDREA CORDERO LANZA DI MONTEZEMOLO, Manuale di araldicaecclesiastica nella Chiesa cattolica, Libreria Editrice Vaticana, pp. 206.

L’araldica ecclesiasticanella storia della Chiesa

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Annales 2015 - 115

ARGENTINALUGARTENENCIAAv. 25 de Mayo 267 - 8º1385 BUENOS AIRES – Argentina

AUSTRALIA – NEW SOUTH WALESLIEUTENANCY8 Yale CloseNORTH ROCKS - NSW 2151 – Australia

AUSTRALIA – QUEENSLANDLIEUTENANCY90 Henderson St. BULIMBA /BRISBANE – Queensland 4171 – Australia

AUSTRALIA – SOUTH AUSTRALIALIEUTENANCY25, Selby Street ADELAIDE - SA 5000 – Australia

AUSTRALIA VICTORIALIEUTENANCY23 Holroyd StreetKEW, Victoria 3101 – Australia

AUSTRALIA – WESTERN AUSTRALIALIEUTENANCYP.O. BOX 101OSBORNE PARK - WA 6917 – Australia

BELGIQUELIEUTENANCEDamhertenlaan, 51950 KRAAINEM – Belgique

BRASIL - RIO DE JANEIROLUGAR-TENENCIAAv. Rio Branco, 138 – 9°andar /902 - Centro CEP 20040-002 - RIO DE JANEIRO, RJ – Brasil

BRASIL – SÃO PAULOLUGAR-TENENCIAAv. Cidade Jardim, 400 – 6° AndaCEP 01454-901 SÃO PAULO – Brasil

BRASIL – SÃO SALVADOR DA BAHIADELEGAÇÃO MAGISTRALMosteiro de São Bento da BahiaC.P. 113840001-970 SALVADOR, BA – Brasil

CANADA-ATLANTICLIEUTENANCY851 Tower RoadHALIFAX, NS B3H 2Y1 – Canada

CANADA-MONTRÉALLIEUTENANCE4399 King Edward AvenueMONTREAL - QC - H4B2H4 – Canada

CANADA-QUÉBECLIEUTENANCE5607 rue Saint-Louis, suite 306LÉVIS, QC G6V 4G2 – Canada

CANADA - TORONTOLIEUTENANCY90 Old Mill RoadTORONTO, ON - M8X 1G8 – Canada

CANADA – VANCOUVERLIEUTENANCY6625 Balaclava StreetVANCOUVER, BC V6N 1M1 – Canada

CESKÁ REPUBLIKAMAGISTRAL DELEGATION 679 39 Úsobrno 58Ceská Republika

COLOMBIALUGARTENENCIACalle 125 n° 70D – 4111001 BOGOTÁ D.C. – Colombia

DEUTSCHLANDSTATTHALTEREIRembrandtstr. 4440237 Düsseldorf – Deutschland

LE LUOGOTENENZEe le delegazioni magistrali

NEL MONDO

GRAN MAGISTERO00120 CITTÀ DEL VATICANO

[email protected]

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116 - Annales 2015

ENGLAND AND WALESLIEUTENANCY68 Goldington AvenueBEDFORD MK40 3DA – United Kingdom

ESPAÑA OCCIDENTALLUGARTENENCIAC/ Alonso Heredia, 5- 1° A 28028 MADRID – España

ESPAÑA ORIENTALLUGARTENENCIAC/ Rivadeneyra, 308002 BARCELONA – España

FEDERAZIONE RUSSAMAGISTRAL DELEGATIONOzerkovskaya naberezhnaya 26, Apt.55115184 MOSKVA/MOSCA – Federazione Russa

FINLANDKÄSKYNHALTIJAKUNTASiltatie 3 A 1400140 - HELSINKI – Finland

FRANCELIEUTENANCE92 rue Saint-Denis75001 PARIS – France

GIBRALTARLIEUTENANCYP.O. Box 554 – Gibraltar

GUAMMAGISTRAL DELEGATIONDulce Nombre de Maria Cathedral-Basilica (Chapel of St.Therese)207 Archbishop Flores StreetHAGATNA, Guam 96910 – USA

IRELANDLIEUTENANCYBeechmount’, Kilkelly RoadSWINFORD - Co. MAYO – Ireland

ITALIA CENTRALE LUOGOTENENZAPiazza S. Onofrio al Gianicolo, 200165 ROMA – Italia

ITALIA CENTRALE APPENNINICALUOGOTENENZAVia dei Servi, 34 50122 - FIRENZE – Italia

ITALIA MERIDIONALE ADRIATICALUOGOTENENZAVia Cesare Diomede Fresa, 1470126 BARI – Italia

ITALIA MERIDIONALE TIRRENICALUOGOTENENZAVia Capodimonte, 1380136 NAPOLI – Italia

ITALIA SARDEGNALUOGOTENENZAVia Roma, 6909124 CAGLIARI – Italia

ITALIA SETTENTRIONALELUOGOTENENZAVia San Barnaba, 4620122 MILANO – Italia

ITALIA SICILIALUOGOTENENZAVia Monteleone, 5090133 PALERMO – Italia

LETTONIA/LATVIJADELEGAZIONE MAGISTRALEBulstrumu Street 5 (Ilzëna)IK·µILE, LV 5052 Latvija

LUXEMBOURG (GRAND DUCHñ DE)LIEUTENANCE21, rue Cents1319 LUXEMBOURG

MAGYARORSZAG - HUNGARIAHELYTARTÓSÁGSzent Istvan TarsulatVeress Pálné u. 24.1053 BUDAPEST – Magyarország (Hungaria)

MALTALIEUTENANCY“La Dorada”Triq il-MigbedSwieqi, St. Andrew’sSWQ - 3240 – Malta

MEXICOLUGARTENENCIAGRAN PRIORArzobispo Primado de MéxicoDurango 90MÉXICO D.F. 6700 – México

NEDERLANDLANDSCOMMANDERIJE NEDERLANDPostbus 78681008 AB AMSTERDAM – Nederland

NEW ZEALANDMAGISTRAL DELEGATION29L St. Stephens AvenuePARNELL 1052 – New Zealand

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Annales 2015 - 117

NORGEMAGISTRAL DELEGATIONNyveibakken 127018 TRONDHEIM – Norge

ÖSTERREICHSTATTHALTEREIDr. Oscar-Schmid-Gasse 12763 - PERNITZ – Österreich

PHILIPPINESLIEUTENANCYPlanters Development Bank3/F, Plantersbank Building314 Sen. Gil Puyat AvenueMAKATI CITY 1200 – Philippines

POLSKAZWIERZCHNICTWOUl. Kretonowa 1802-835 - WARSZAWA – Polska

PORTUGALLUGAR-TENENCIARua do Alecrim, 72, R/C DT.°1200-018 LISBOA – Portugal

PRINCIPAUTÉ DE MONACOLIEUTENANCE10, rue de Bosio98000 - MONACO – Principauté de Monaco

PUERTO RICOLUGARTENENCIA1320 Costa Caribe Resort VillasPONCE, PR 00716 – Puerto Rico

SCOTLANDLIEUTENANCY120 Brackenbrae AvenueBishopbriggs GLASGOW G64 2DU – Scotland

SLOVENIJANAMESTNI·TVOc/o Îupnijski urad sv. NikolajaDolniãarjeva 11000 LJUBLJANA – Slovenija

SOUTHERN AFRICAMAGISTRAL DELEGATION93 Upper Orange StreetORANJEZICHT - CAPE TOWN – South Africa

SUISSELIEUTENANCELe Ménestrel – Avenue des Alpes, 10/A1006 LAUSANNE – Suisse

SVERIGE - SWEDENSTÅTHÅLLERIETAstrakangatan 4, 12 tr165 52 HÄSSELBY – Sweden

TAIWANLIEUTENANCYSuite 1710, No. 333 Keeling Road, Sec. 1TAIPEI 110 – Taiwan

USA EASTERNLIEUTENANCY1011 First Avenue - 7th FloorNEW YORK, NY 10022 – USA

USA MIDDLE ATLANTICLIEUTENANCY11622 Hunter Run DriveHUNT VALLEY, MD 21030-1951 – USA

USA NORTH CENTRALLIEUTENANCY7575 Lake Street #2ARIVER FOREST, IL 60305 – USA

USA NORTHEASTERN LIEUTENANCY340 Main Street, Suite 906WORCESTER, MA 01608 – USA

USA NORTHWESTERNLIEUTENANCY4684 N.W. Brassie PlacePORTLAND, OR 97229 – USA

USA NORTHERNLIEUTENANCY1715 N. 102nd StreetOMAHA, NE 68114-1141 – USA

USA SOUTHEASTERNLIEUTENANCY2955 Ridgelake Drive, Suite 205METAIRIE, LA 70002 - 4962 – USA

USA SOUTHWESTERN LIEUTENANCY2001 Kirby Drive, Suite 902HOUSTON, TX 77019 – USA

USA WESTERNLIEUTENANCYCathedral of Our Lady of the Angels555 W. Temple StreetLOS ANGELES, CA 90012 – USA

VENEZUELALUGARTENIENCIAAvenida Los Pinos Quinta n° 45Urbanización la Florida (abitación)CARACAS – Venezuela