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CUORE: ISTRUZIONI PER L’USO Giuliano Altamura Direttore del Reparto di Cardiologia-UTIC Ospedale San Giacomo - ASL Roma A Alessandro Totteri - Francesco Lo Bianco Reparto di Cardiologia-UTIC Ospedale San Giacomo - ASL Roma A PUBLICAZIONE A CURA DI: Associazione Insieme per il Cuore - ONLUS Sede: Cardiologia Ospedale San Giacomo - Roma INSIEME PER IL CUORE

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CUORE:ISTRUZIONIPER L’USO

Giuliano AltamuraDirettore del Reparto di Cardiologia-UTIC

Ospedale San Giacomo - ASL Roma A

Alessandro Totteri - Francesco Lo BiancoReparto di Cardiologia-UTIC

Ospedale San Giacomo - ASL Roma A

PUBLICAZIONE A CURA DI:Associazione Insieme per il Cuore - ONLUS

Sede: Cardiologia Ospedale San Giacomo - Roma

INSIEMEPER IL CUORE

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Con il patrocinio di:

Assessorato alla Sanità - Regione LazioEnte Regionale per la Comunicazione - Regione Lazio

Heart Care Foundation (ANMCO) - FirenzeOrdine Nazionale Giornalisti

Realizzato da:

Giuliano Altamura - Alessandro Totteri

Illustrazioni a cura degliallievi dell’Accademia di Belle Arti di Roma:

Claudia LodoloSergio Millozzi

Valentina NoferiniVito Pollio

Andrea Querciolie

Valentina Totteri

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“L’uomo vede quello che conosce…”Platone

Tale concetto è applicabile a tutte le malattie ed in particola-re a quelle in cui è essenziale la diagnosi precoce.

Per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, alcune mani-festazioni cliniche, quali il dolore toracico o i disturbi dello stato dicoscienza, richiedono rapidi interventi terapeutici. Ritardi di pochiminuti possono comportare la riduzione dell’efficacia delle cure e,nei casi più gravi, la morte.

La rapidità dell’intervento terapeutico può essere completamenteannullata dalla scarsa importanza data ai “segnali premonitori” odal ritardo nel riconoscimento dei sintomi della malattia.

È pertanto indispensabile “conoscere” i principali sintomidelle più comuni malattie cardiovascolari per poter “vedere”, cioèriconoscere, la malattia in atto ed attivare prontamente la macchi-na dei soccorsi.

Altrettanto importante è la prevenzione delle malattie car-diovascolari e lo stile di vita “salvacuore”, che dovrebbero segui-re sia i pazienti affetti da malattie cardiache, che i soggetti sani.

Prof. Massimo Santini Prof. Giuliano AltamuraPresidente AIAC Presidente Ass. Insieme per il CuoreDirettore Cardiologia Direttore CardiologiaOspedale S. Filippo Neri Ospedale San Giacomo - Roma

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INTRODUZIONE ....................................................... PAG 9

IL CUORE: ANATOMIA E FISIOLOGIA ..................... » 11

LA MALATTIA CORONARICA .................................... » 15

I fattori di rischio coronarico ........................................ » 16

Il dolore toracico e i sintomi di allarme ......................... » 20

Caratteristiche del dolore anginoso ............................... » 20

Norme di comportamento: il fattore tempo ................... » 23

Che cosa fare nel caso di un sospetto attacco di cuore .. » 24

Diagnosi e terapia dell’infarto miocardico acuto ........... » 25

LA PERDITA DI COSCIENZAE L’ARRESTO CARDIACO ........................................... » 31

Diagnosi e terapia .......................................................... » 32

La catena della sopravvivenza ....................................... » 35

LO STILE DI VITA “SALVACUORE” ........................... » 39

DOPO LA DIMISSIONE DALL’OSPEDALE ............... » 43

MUSICA PER IL CUORE ............................................. » 47

Indice

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1Introduzione

e malattie cardiovascolari sono la più comune causa dimorte nei paesi industrializzati. In Italia, circa 250.000 per-sone muoiono ogni anno per queste malattie. Più del 20% di talidecessi è dovuto all’infarto miocardico.

Ogni 3-4 minuti una persona è colpita da un attacco di cuoree, di queste, solo 1 su 4 sopravviverà. Le probabilità di salvez-za sono elevate per i pazienti che riescono a raggiungere l’o-spedale. Purtroppo la metà dei pazienti muore prima dell’iniziodelle cure specialistiche. La principale causa di tali decessi è dovu-ta al tempo, prezioso, che viene perso prima di prendere la deci-sione di andare in ospedale o prima di raggiungerlo. Se consi-deriamo che la maggior parte dei pazienti con infarto mio-cardico muore entro la prima ora dall’inizio dei sintomi, pos-siamo capire quanto sia importante il “fattore tempo”.

È pertanto indispensabile educare l’intera popolazione alprecoce riconoscimento dei primi segni e sintomi di pericolo ediffondere le nozioni di base per la prevenzione delle malattiecardiovascolari.

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2Il cuore:anatomia e fisiologia

l sistema cardiovascolare è costituito dal cuore, le arte-rie, le vene ed i capillari. Il cuore è un organo muscolare, situa-to al centro del torace dietro lo sterno ed è diviso in quattrocavità: due atri (camere superiori che ricevono il sangue dallevene) e due ventricoli (camere inferiori che ricevono il sanguedagli atri e lo inviano alle arterie). Le arterie sono i vasi sanguigniche si dipartono dal cuore verso la periferia, si dividono in ramisempre più piccoli, i capillari, mentre le vene sono i vasi chedalla periferia ritornano al cuore.

La funzione principale del cuore è la funzione di pompa;questa si compie attraverso il ciclo cardiaco costituito da duefasi: nella prima il cuore si rilascia accogliendo il sangue veno-so (fase di rilasciamento o diastole), nella seconda si contraespingendo il sangue verso l’aorta e le altre arterie (fase di con-trazione o sistole).

Il cuore spinge il sangue in due direzioni: verso i polmoni(circolo polmonare sostenuto dal ventricolo destro) e verso laperiferia (circolo sistemico sostenuto dal ventricolo sinistro).Le sezioni destre del cuore normalmente non comunicano conle sezioni di sinistra e pertanto il cuore funziona come un siste-ma di due pompe parallele.

L’atrio destro riceve il sangue dalle vene della periferia, cari-co di anidride carbonica e povero di ossigeno, e lo invia al ven-tricolo destro, che a sua volta lo pompa ai polmoni attraversole arterie polmonari, dove viene ossigenato. 11

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Il cuore: anatomia e fisiologia

L’atrio e il ventricolo sinistro ricevono sangue ricco di ossi-geno dai polmoni e lo spingono verso la periferia, distribuen-do così le sostanze nutritive a tutti gli organi periferici, attraversol’aorta ed il circolo arterioso.

Nel passaggio all’interno del cuore il sangue incontra le val-vole cardiache, che ne permettono il flusso in una sola direzione.

Il ritmo del cuore è regolato da un generatore di impulsisituato nell’atrio destro (nodo del seno) che spontaneamenteinvia lo stimolo (simile ad un piccolo impulso elettrico) neces-sario per la contrazione cardiaca. Lo stimolo si propaga all’internodel cuore attraverso una via preferenziale (sistema di condu-zione) e viene trasmesso ai ventricoli (battito cardiaco). Il nume-ro dei battiti cardiaci a riposo è di circa 60 – 80 al minuto.In caso di sforzo fisico ed in altre situazioni fisiologiche la fre-quenza aumenta.

Il cuore esprime la sua funzione di pompa durante tutto l’ar-co della vita compiendo circa 100.000 battiti al giorno. Per man-tenere questa attività, il cuore deve ricevere un costante appor-to di ossigeno che viene assicurato dal circolo coronarico. Lecoronarie sono quindi le arterie che alimentano il cuore.

Arteriapolmonare

Alla periferia Ai polmoni

Aorta

Atriosinistro

Ventricolosinistro

Ventricolodestro

Atriodestro

Circolazione e anatomia cardiaca

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Il cuore: anatomia e fisiologia

I NUMERI DEL CUORE

Numero di battiti in un minuto 70

Numero di battiti in un’ora 4.200

Numero di battiti in 24 ore 100.800

Numero di battiti in un anno 36.792.000

Litri di sangue pompati in un minuto 5

Litri di sangue pompati in un’ora 300

Litri di sangue pompati in 24 ore 7.200

Litri di sangue pompati in un anno 2.628.000

Lunghezza in Km di tutto ilsistema vascolare 100.000

L’energia sviluppata dal cuore in 24 ore 1000 Kgè pari a quella impiegata a sollevare all’altezza

di 10 metri

Il sistema di conduzione del cuore

Nodo del seno

Branca destra

Nodoatrio-ventricolare

Fascio di HIS

Branca sinistra

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Le coronarie principali del cuore sono due: la coronariadestra che fornisce ossigeno alla parte destra e la coronaria sini-stra che fornisce ossigeno alla parte sinistra del cuore. La coro-naria sinistra dopo un breve tratto (tronco comune) si divide indue rami: ramo discendente anteriore e ramo circonflesso.

Il cuore: anatomia e fisiologia

La circolazione coronarica

Coronariadestra

Aorta

Coronariasinistra

Circonflessa

Discendenteanteriore

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3La malattia coronarica

e coronarie nel corso della vita si possono ammalare svi-luppando all’interno lesioni (placche aterosclerotiche) cheriducono il flusso del sangue e quindi l’apporto di ossigeno alcuore. Su queste lesioni, in alcuni casi, si può formare un coa-gulo (trombo) che può interrompere completamente il passag-gio di sangue.

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Coronarianormale

Lesioneaterosclerotica(placca)

Coronariaocclusa da trombo(coagulo)

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Se il restringimento delle coronarie provoca la riduzione par-ziale del flusso di sangue al muscolo cardiaco compare ische-mia ed angina, mentre quando la coronaria è occlusa da un coa-gulo si sviluppa l’infarto miocardico. Nel primo caso, ischemia,le conseguenze sono transitorie, mentre nell’infarto il danno almuscolo è permanente (morte cellulare).

La malattia coronarica non riconosce, come nel caso dialtre malattie, un unico fattore causale. Numerosi sono i fatto-ri che concorrono allo sviluppo della malattia: i fattori dirischio coronarico.

FATTORI NON MODIFICABILI, ovvero fattori predispo-nenti sui quali non possiamo intervenire:

• ETÀ (la possibilità di sviluppare la malattia coronaricaaumenta con l’età).

• SESSO (fino alla menopausa la donna sviluppa menofrequentemente lesioni coronariche, dopo i 55 anni l’incidenzaè uguale nei due sessi).

• FAMILIARITÀ (sebbene non ereditaria, la malattia simanifesta spesso nello stesso gruppo familiare, ereditando la pre-disposizione alla malattia).

FATTORI MODIFICABILI cioé corregibili:• IPERCOLESTEROLEMIA: il colesterolo è un grasso

indispensabile per il metabolismo del nostro organismo.L’aumento del colesterolo e dei grassi nel sangue oltre i limitinormali, però, favorisce l’accumulo di questi elementi nelleplacche aterosclerotiche. Esistono diversi tipi di colesterolo: ilcolesterolo HDL (colesterolo “buono”), che non concorrenella formazione della placca ma addirittura rimuove i grassidepositati nelle arterie, ed il colesterolo LDL (colesterolo “kil-ler”) che, al contrario, ha una spiccata tendenza a depositarsiall’interno delle arterie. Livelli di colesterolo totale maggiori di190 e di colesterolo LDL maggiori di 115 sono da considerarsia rischio. La riduzione di valori elevati di colesterolemia median-te una dieta adeguata è il primo sistema da adottare per ridur-re il rischio di malattia coronarica. In alcuni casi è necessarioricorrere a farmaci specifici.

• FUMO: il fumo aumenta il rischio di malattia coronari-

La malattia coronarica

I fattori di rischio coronarico

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• IPERTENSIONE ARTERIOSA: viene definita iperten-sione arteriosa il ripetuto riscontro di valori pressori uguali osuperiori a 140 di pressione massima (sistolica) e 90 di pres-sione minima (diastolica). Molto spesso l’ipertensione non pro-duce alcun disturbo, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “silentkiller” (assassino silenzioso), ma la sua responsabilità nel favo-rire la malattia coronarica è indubbia: si calcola che il rischio del-l’iperteso è doppio rispetto al normoteso. L’attività fisica rego-lare, la riduzione del peso corporeo e del consumo di sale da

La malattia coronarica

ca, oltre a concorrere nello sviluppo di patologie dell’appara-to respiratorio che riducono l’ossigenazione del sangue. Lesostanze fortemente lesive per il cuore sono il monossido di car-bonio e la nicotina. Quest’ultima è un potente vasocostrittore,aumenta la frequenza del cuore, la pressione arteriosa e favori-sce i fenomeni di trombosi. In caso di malattia coronarica accer-tata, il rischio di peggioramento aumenta fino a 4 volte rispet-to al non fumatore. È pertanto fondamentale smettere di fuma-re.

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cucina sono generalmente sufficienti per mantenere i valoripressori in ambito normale, mentre in alcuni casi è necessarioassociare la terapia farmacologica.

• DIABETE: il diabete è una malattia del metabolismodegli zuccheri caratterizzata da elevati valori di glicemia nel san-gue (maggiori di 110 a digiuno). Livelli della glicemia elevatipossono favorire o accelerare i processi di aterosclerosi delle arte-rie (comprese le arterie coronariche). Inoltre il diabete favoriscei fenomeni di trombosi per una azione negativa sui fattori dellacoagulazione. Se si considera la diffusione di questa malattia ela sua frequente associazione con l’ipertensione, l’obesità e l’i-percolesterolemia, si comprende l’importanza del diabete comefattore di rischio.

• OBESITÀ E SOVRAPPESO CORPOREO: l’aumento delpeso corporeo aumenta il lavoro del cuore e concorre allosviluppo dell’ipertensione e delle malattie metaboliche (iperco-lesterolemia, diabete, etc.), aumentando il rischio di malattia coro-narica. Un buon controllo del peso corporeo si ottiene general-mente con un regime dietetico adeguato, che tenga conto deldispendio energetico individuale.

• SEDENTARIETÀ: la vita sedentaria costituisce un rischioaggiuntivo per la malattia coronarica, in quanto strettamenteconnessa al sovrappeso: la riduzione dell’attività fisica infatti,riducendo il dispendio calorico, porta inevitabilmente ad unaccumulo di grasso ed all’aumento di peso. L’allenamento fisicoproduce effetti benefici sia direttamente, riducendo la frequenzadel cuore e la pressione sotto sforzo, sia indirettamente attraver-so l’aumento del colesterolo HDL e la riduzione degli ormoni chestimolano il cuore (adrenalina). Pertanto, l’ attività fisica rego-lare e programmata, adeguata alle capacità del singolo individuo,è indicata anche nel paziente con malattia coronarica.

• STRESS: nel mondo occidentale le particolari situazionisociali e lavorative sottopongono molto spesso le persone astress anche prolungati. Lo stress occasionale non rappresentageneralmente un pericolo per la salute, mentre periodi prolun-gati stimolano la produzione di adrenalina (ormone prodottodalle ghiandole surrenali in risposta allo stress) che provoca unaumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa e,quindi, del lavoro cardiaco. La correzione delle situazioni stres-santi o la loro corretta gestione possono ridurre gli effetti del-l’adrenalina sul sistema cardiovascolare.

La malattia coronarica

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Schema per la valutazione del peso ideale in rapportoall’altezza (indice di massa corporea)

Tracciare una linea che unisca la propria altezza in metri con ilpeso in chilogrammi

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La malattia coronarica

NON MODIFICABILI

• Età• Sesso• Familiarità

MODIFICABILI

• Ipercolesterolemia • Fumo• Ipertensione • Diabete• Obesità • Sedentarietà• Stress

FATTORI DI RISCHIOCORONARICO

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• LOCALIZZAZIONE: inizia generalmente al centro del tora-ce (talora spostato a sinistra).• IRRADIAZIONE: in genere si trasmette a tutto il torace o insede epigastrica (alla “bocca dello stomaco”) e si può propa-gare alla spalla e al braccio sinistro fino al mignolo, ad entram-be le braccia, alla gola, alle mandibole e qualche volta in sedeposteriore tra le scapole.• TIPOLOGIA: è frequentemente di tipo oppressivo-gravativo(descritto come senso di oppressione o di peso) o crampifor-me (sensazione di costrizione o stringimento), in rari casi vienedescritto come senso di bruciore.• INTENSITÀ: l’intensità è di solito severa (tale da far inter-rompere qualsiasi attività).• DURATA: nel caso dell’angina il dolore può durare fino a15-20 minuti, mentre una durata maggiore è spesso dovuta adun infarto.

La malattia coronarica

Caratteristiche del dolore anginoso

Il dolore toracico e i sintomi di allarmeQuando si sviluppa la malattia coronarica (cardiopatia ische-

mica) il ridotto apporto di ossigeno al muscolo cardiaco si mani-festa con l’angina pectoris e l’infarto miocardico acuto.

Il sintomo principale della malattia coronarica è il doloreanginoso (angina pectoris).

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• FATTORI SCATENANTI: spesso il dolore è scatenato da unosforzo fisico o da uno stress emotivo particolarmente intenso,ma non infrequentemente può insorgere a riposo (descrittocome “un fulmine a ciel sereno”)• SINTOMI DI ACCOMPAGNAMENTO: il dolore ischemicospesso è accompagnato da altri sintomi variamente combinatitra loro, i più comuni sono:• Affanno cioé difficoltà respiratoria anche a riposo.• Sudorazione, osservabile all’inizio del dolore anginoso.• Nausea e vomito, frequenti se il dolore è molto intenso o pro-

lungato.• Stato ansioso, vera e propria angoscia talora descritta come

sensazione di morte incombente.• Debolezza, non sempre presente, viene riferita come sensazione

di prostrazione.• Perdita di coscienza, sintomo più raro, può comparire all’e-

sordio del dolore e impone la immediata richiesta di soccorso.Talora, soprattutto nel caso di pazienti diabetici, l’infarto puòmanifestarsi con una sintomatologia sfumata o assente. Solosuccessivamente un elettrocardiogramma, eseguito casualmen-te anche a distanza di anni, rivelerà il pregresso infarto.

La malattia coronarica

COME RICONOSCERE IL DOLORE TORACICO

Causa Localizzazione Caratteristiche Fattori scatenanti Si riduce con

Malattia Retrosternale Costrittivo Sforzo RiposoCoronarica (al centro del torace) (stringimento) Emozione Nitroglicerina

Irradiato al braccio Gravativo (compresse da scioglieresinistro (peso) sotto la lingua)

Malattie Retrosternale Urente Pasto Antiacididell’esofago Irradiato alla gola (bruciore) Riposo a letto

Dolore muscolare Costole Sterno Trafittivo Movimento Antidolorificio intercostale Muscoli pettorali (di breve durata) Pressione locale

Respirazioneprofonda

Pleurite Parete laterale Trafittivo Respirazione Antidolorificidel torace (di lunga durata) profonda, tosse

Gastrite e Epigastrico Urente Eccessi alimentari CiboUlcera (alla bocca dello stomaco) (bruciore sordo) Digiuno Antiacidi

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Un giornalista colpito da infarto miocardico acuto descrivecosì i disturbi e le sensazioni avvertiti durante i primi momenti…

La malattia coronarica

Quella mezz’ora che ti salvala vita ….. I primi sintomi dell’infarto: fortissimodolore agli avambracci. E una com-pressione al petto che ti toglie il respiro.La sensazione generale è di malessere.Sudi e pensi di non aver digerito bene;erutti anche se non ti è mai successo edhai una gran voglia di vomitare.Lo spirito di sopravvivenza, subdola-mente, ti allontana dalla drammaticarealtà. Non ti fa pensare che in quelmomento può accaderti qualcosa di irre-parabile. Ti distrae dall’idea finale. Haisempre creduto che possa succedere adaltri, giammai a te. Ed invece…Se sei acasa aspetti che passi, magari con unacamomilla o un infuso di alloro. Se seiin macchina rischi di restarci secco.Perché non pensi certo di correre ad unospedale. Se magari ti trovi al lavoro, tiguardi bene dal chiamare un’ambulan-za. Ed ecco l’errore.Quando è toccato a me non ero in casa.E nemmeno al lavoro o in macchina.Ero più semplicemente seduto a uno deitavoli in piazza San Lorenzo in Lucina,nel cuore di Roma, fra turisti che sorbi-vano il the. Ero a conversare con unamico […]. La serata frizzante, il cielostellato, la piazza che brulica di gente.D’un tratto il dolore: dapprima agliavambracci poi al petto, un escalation disudore e fitte: all’addome, al petto, conla testa che scoppia e un senso di smar-rimento.Il mio interlocutore è anche medico.Coglie il pericolo e chiama il taxi.Qualche minuto ed ecco che arriva. Una

sgommata sulla piazza e una folle corsanel dedalo di viuzze che portano al SanGiacomo. Mi adagiano all’ingresso del pronto soc-corso; mi prendono in carico gli addet-ti in tuta arancione: privo di forze, iosono ancora lucido quel tanto per decli-nare le generalità, indicare il posto in cuiconservo i documenti e poi chiedered’avvertire la famiglia. […]In un attimo sono nudo sul lettino.Agganciano la flebo, somministranoterapie trombolitiche mi danno ossige-no e, sempre di corsa, verso l’unità coro-narica.Ricordo poco altro, se non una gran sen-sazione di freddo.[…]. Passerò la nottein sala “Terapia intensiva” con altri trecompagni di viaggio. I farmaci cominciano a farsi sentire edio intravedo la luce come all’uscita di untunnel. Non ho più freddo; il cuore sem-bra essersi acquietato. Adesso, avverto distintamente i flebilisuoni delle macchine che misurano pres-sione e battiti cardiaci, i movimenti dellecomplicate apparecchiature. Passa la notte, lunga una vita, senzaavere il tempo di chiudere occhio […],nel silenzio ovattato di quella stanzafantascientifica. Io rincorro i miei fan-tasmi e cerco di capire dove sono, per-ché ci sono e come ci sono arrivato. Era di giovedì. Alle venti: avevo rinvia-to una cena […], avrei dovuto forse par-lare di politica. Non ne abbiamo avuto iltempo. Perché quella mezz’ora che èscorsa mi ha salvato la vita.

( Alfio Spadaro - OG informazione,Nov-Dic 1999)

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L’ attacco di cuore può presentarsi in modi e con caratte-ristiche diverse, è pertanto importante saper riconoscere rapi-damente una situazione a rischio: ogni volta che ci troviamodi fronte ad un dolore toracico che si accompagna ad uno o piùsintomi di allarme, dobbiamo attivare immediatamente il soc-corso sanitario o recarci rapidamente al più vicino ospedale.

È molto importante ricordare che nell’infarto miocardico learitmie gravi e l’arresto cardiaco si presentano generalmen-te nelle prime ore dall’inizio del dolore e che le cure sono mag-giormente efficaci e risolutive quanto più sono precoci.

Gli studi, che hanno analizzato il comportamento deipazienti e degli operatori sanitari, hanno individuato le causeche determinano il ritardo nel ricovero e nel trattamento del-l’infarto miocardico acuto:

• IL RITARDO DECISIONALE: tempo che intercorre tral’inizio dei sintomi e la richiesta di soccorso al servizio sanita-rio (dipende dalle capacità del paziente o dei testimoni di valu-tare l’importanza dei disturbi). È la più importante causa diritardo!

• IL RITARDO ORGANIZZATIVO: tempo trascorso trala richiesta di soccorso e l’arrivo in ospedale.

• IL RITARDO INTRAOSPEDALIERO: tempo legato all’at-tesa all’interno degli ospedali prima dell’inizio della terapia o ilricovero in ambienti protetti (UTIC: Unità di Terapia IntensivaCoronarica).

Nel caso dell’infarto miocardico acuto la diagnosi preco-ce permette di iniziare velocemente la terapia specifica, diprevenire ed eventualmente trattare le complicazioni.

Le attuali terapie possono limitare i danni al muscolo car-diaco e sono maggiormente efficaci se il tempo dall’inizio dei sin-tomi è minimo: il tempo è muscolo! Infatti il ritardo dell’iniziodella terapia specifica comporta l’irreparabile perdita di parte delmuscolo cardiaco e, in un’elevata percentuale di casi, la morte.

La malattia coronarica

Norme di comportamento: il fattore tempo

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Nel dubbio raggiungere al più presto l’ospedale più vici-no senza preoccuparsi di un eventuale “falso allarme”.Sottovalutare i sintomi sospetti può comportare gravi rischi.

Attivare al più presto possibile il sistema di emergenzasanitaria telefonando al numero 118 (non è opportuno, neldubbio, attendere l’arrivo del medico di famiglia, soprattutto senon disponibile al momento).

Il 118 è l’unico numero telefonico abilitato all’attivazio-ne del sistema di emergenza sanitario per l’invio di mezzi di soc-corso. Devono essere evitate le richieste di soccorso medico adaltri numeri telefonici (112, 113, ecc.) che comporterebberosolo una perdita di tempo.

In alternativa trasportare immediatamente il paziente alPronto Soccorso più vicino (per quanto in certi casi si trattadi situazioni non gravi, bisogna considerare che alcuni sempli-ci esami possono chiarire i dubbi).

La malattia coronarica

Che cosa fare nel casodi un sospetto attacco di cuore

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Nell’attesa dell’arrivo dei mezzi di soccorso o durante il tra-sporto del paziente in ospedale può essere utile l’assunzione diacido acetilsalicilico (Aspirina 300-500 mg) da masticare, inassenza di intolleranze o allergie note al farmaco.

Di qualche utilità la somministrazione di nitroderivati(Trinitrina o Carvasin compresse da sciogliere sotto la lingua)che peraltro non sono sempre facilmente a portata di mano e chepossono avere qualche controindicazione.

Vanno assolutamente vietate in questa fase le iniezioniintramuscolari di qualsiasi genere, in quanto possono alterarei risultati degli esami del sangue.

Diagnosi

La diagnosi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità(OMS), si basa sulla presenza di tre fattori fondamentali:

• DOLORE TORACICO della durata di almeno 20minuti

• Alterazioni tipiche dell’ELETTROCARDIOGRAMMA• Aumento nel sangue degli ENZIMI specifici

Nella maggior parte dei casi L’ELETTROCARDIOGRAMMA(ECG) permette la diagnosi. Questo deve rafforzare la convin-zione di rivolgersi rapidamente, nel dubbio, ad una struttura ingrado di eseguire tale semplice esame.

La malattia coronarica

Diagnosi e terapia dell’infarto miocardico acuto

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La malattia coronarica

Se la riduzione o l’interruzione dell’apporto di ossigeno almuscolo cardiaco è sufficientemente prolungata, si produce undanno irreversibile alle cellule muscolari del cuore. Le cel-lule danneggiate liberano nel sangue, dopo poche ore dall’iniziodei sintomi, alcune sostanze (ENZIMI CARDIACI) di grandeaiuto nella diagnosi di infarto.

La zona di muscolo cardiaco colpita dall’infarto o dall’i-schemia miocardica perde parzialmente o completamente lacapacità di contrarsi. Questo difetto di movimento viene evi-denziato dall’ESAME ECOCARDIOGRAFICO. L’ecocardio -gramma, esame assolutamente innocuo che utilizza gli ultrasuoni,è molto utile per confermare la diagnosi di infarto e valutare lagravità del danno.

In alcuni casi, per stabilire la terapia idonea, possono esse-re utili o indicati esami di tipo invasivo come la CORONARO-GRAFIA che consiste in una visualizzazione “cinematografi-ca” delle coronarie, attraverso l’introduzione di un liquido dicontrasto in queste arterie. Utilizzando sonde particolari, l’esa-me permette la valutazione diretta dell’anatomia delle coro-narie sane o malate.

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Il rapido ricovero ospedaliero in questa fase è comunquedi fondamentale importanza. In particolare va sottolineato il ruolodelle Unità Coronariche (UTIC) dove il paziente è considera-to un “sorvegliato speciale” con controllo costante delle fun-zioni vitali (battito cardiaco, pressione arteriosa, respirazione,ossigenazione del sangue, temperatura, diuresi), somministra-zione e verifica dell’efficacia della terapia, prevenzione e trat-tamento delle complicazioni precoci (soprattutto delle aritmiepericolose per la vita).

La malattia coronarica

Dopo la fase acuta altri esami possono essere indicati o utiliper valutare la presenza di ulteriori rischi:

• PROVA DA SFORZO o elettrocardiogramma da sfor-zo: consiste nel controllo dell’attività cardiaca durante sforzo fisi-co programmato; si effettua con particolari attrezzature chiamatecicloergometro o tappeto rotante.

• ESAME HOLTER o elettrocardiogramma dinamico:registrazione ambulatoriale, mediante piccoli registratori portatilidell’elettrocardiogramma di 24 ore. Consente di controllare l’at-tività del cuore fornendo indicazioni sulla presenza di eventua-li aritmie o di fenomeni ischemici .

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• ECO-STRESS: esame ecocardiografico che permette divalutare il movimento delle varie zone del cuore durante l’in-fusione di farmaci che simulano gli effetti dello sforzo fisico; per-mette di individuare le zone ischemiche.

• SCINTIGRAFIA MIOCARDICA DA SFORZO: test dimedicina nucleare, si esegue associando al test da sforzo la som-ministrazione di particelle radioattive innocue per il paziente. Iltest consente di valutare la contrattilità del cuore e visualizzarele zone ischemiche o infartuate.

Terapia

Gli obiettivi della terapia medica sono essenzialmente lariduzione del lavoro del cuore, l’aumento del flusso coro-narico, il trattamento delle complicazioni (scompenso, arit-mie) e la prevenzione dell’angina e del re-infarto.

Grazie ai mezzi oggi a disposizione la mortalità per infartomiocardico, nei pazienti ricoverati in ospedale, si è ridotta inmodo significativo.

La malattia coronarica

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Dagli inizi degli anni ’80 per la terapia dell’infarto miocar-dico acuto sono utilizzati i farmaci trombolitici capaci di scio-gliere il trombo fresco (entro le prime 3-6 ore dalla sua forma-zione) che occlude la coronaria: si sottolinea ancora una voltal’importanza del fattore tempo!

I trombolitici sono particolarmente efficaci se associati a far-maci antiaggreganti (come l’aspirina o simili che prevengono laformazione dei trombi), anticoagulanti (come l’eparina che ridu-ce la coagulazione del sangue) o ai più recenti inibitori glico-proteici (che producono un effetto antiaggregante più potente).

Altri farmaci come i nitroderivati (provocano la dilatazionedelle coronarie), i beta-bloccanti (riducono la frequenza cardiacae la pressione arteriosa e prevengono le aritmie) e gli ACE-inibi-tori (riducono il lavoro del cuore e prevengono la dilatazione deiventricoli) sono indicati nella fase acuta e sub-acuta di un attac-co cardiaco. Utile è anche l’uso delle statine (riducono il colesteroloed il volume della placca aterosclerotica) e dei calcio-antagoni-sti (azione simile ai nitroderivati e ai beta-bloccanti).

In casi selezionati, quando la terapia medica non è suffi-ciente, è necessario ricorrere alle terapie cosiddette “interventi-stiche”, come l’angioplastica coronarica (PTCA), che si ese-gue con la stessa procedura della coronarografia e consiste nelladilatazione, mediante un palloncino gonfiabile, della coronariaristretta od occlusa.

La malattia coronarica

Angioplasticacoronarica

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Attualmente a questa procedura può essere associata l’ap-plicazione di piccole protesi (stent) all’interno della coronariamalata, allo scopo di prevenire un nuovo restringimento dellacoronaria.

La malattia coronarica

In alcune situazioni l’angioplastica non è praticabile epuò essere necessario ricorrere alla terapia chirurgica, cioè al by-pass aorto-coronarico. L’intervento consiste nel riportare san-gue ossigenato al muscolo sofferente, collegando l’aorta diret-tamente alle coronarie, mediante ponti (by-pass) costituiti da trat-ti di arteria o vena dello stesso paziente. Viene così “saltato” ilrestringimento o l’occlusione delle coronarie e ripristinato ilnormale flusso di sangue.

Dopo l’infarto cardiaco o successivamente all’intervento dicardiochirurgia può essere utile un periodo di riabilitazione.Esistono strutture idonee (centri di riabilitazione cardiovascolare)dove il paziente è seguito adeguatamente sotto il profilo fisico epsicologico, oltre che cardiologico, fino al completo recupero.

Coronarografia:la freccia indica la stenosi(restringimento) dellacoronaria

Dilatazione della coronaria:risultato dopoangioplastica più stent

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4La perdita di coscienzae l’arresto cardiaco

a perdita di coscienza o sincope è dovuta alla riduzionetransitoria di afflusso di sangue, e quindi di ossigeno, al cervel-lo.

Il disturbo dello stato di coscienza, può avvenire per causediverse tra loro ed i sintomi possono essere estremamente varia-bili: vertigine, transitorio svenimento (sincope) o arresto cardiaco.

Le principali cause della perdita di coscienza sono:

• CAUSE RIFLESSE: il riflesso vaso-vagale è responsabi-le degli svenimenti indotti dalle esposizioni al caldo, dai colpidi tosse, da reazioni emotive in persone particolarmente sensi-bili (claustrofobia, vista del sangue, spavento) o dallo stare in piediper lungo tempo. Il riflesso produce un’improvvisa riduzionedella frequenza cardiaca e/o della pressione arteriosa.

• CAUSE NEUROLOGICHE: emorragie, trombosi e tumo-ri cerebrali, epilessia.

• CAUSE CARDIOLOGICHE:• aritmie lente (bradiaritmie): riduzione improvvisa della

frequenza cardiaca (bradicardia o blocco atrio-ventricolare) finoalla completa assenza dell’attività elettrica del cuore (asistolia).

• aritmie veloci (tachiaritmie): accelerazione rapida edimprovvisa del battito cardiaco, come ad esempio la tachicardiae la fibrillazione ventricolare.

• malattie severe delle valvole del cuore. 31

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Aritmie lenteL’esecuzione dell’ECG può talora chiarire la diagnosi, men-

tre in altri casi (bradiaritmie transitorie) è necessario ricorrereall’esame Holter o allo studio elettrofisiologico (registrazionedell’attività elettrica cardiaca, effettuata mediante elettrocatete-ri posizionati all’interno del cuore).

In caso di sincope con bradiaritmia documentata è gene-ralmente indicata l’applicazione di uno stimolatore cardiaco(pace-maker).

L’applicazione di un pacemaker avviene in anestesia loca-le, è una procedura a basso rischio e permette al paziente diriprendere la vita normale.

La perdita di coscienza e l’arresto cardiaco

Lo stimolatore cardiaco (attualmente di piccole dimensio-ni e peso) agisce inviando al cuore l’impulso elettrico saltuaria-mente, se le aritmie lente sono transitorie, oppure in modo con-tinuativo nel caso di bradiaritmia persistente.

Aritmie velociLa causa più grave della perdita di coscienza è l’arresto car-

diaco.

Diagnosi e terapia

Pace-Maker

Elettrocatetere

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L’arresto cardiaco è determinato nella maggior parte deicasi, nell’adulto, da un’aritmia veloce denominata fibrillazioneventricolare.

La fibrillazione ventricolare comporta un’attivazione ina-deguata del sistema elettrico del cuore, che perde improvvisa-mente la capacità di contrarsi in modo coordinato.

Nell’arresto cardiaco da fibrillazione ventricolare l’inter-ruzione improvvisa della funzione di pompa del cuore deter-mina in pochi secondi anche l’interruzione dell’attività respi-ratoria: il sangue quindi non solo non circola (interruzionedella pompa) ma non può neanche essere ossigenato (assenzadi scambio polmonare).

In pochi minuti la mancanza di apporto di ossigeno al cer-vello provoca danni irreparabili.

L’unico rimedio per correggere la fibrillazione ventricola-re è la defibrillazione elettrica (erogazione al cuore, mediantedue piastre applicate sul torace, della scarica elettrica del defi-brillatore).

La perdita di coscienza e l’arresto cardiaco

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Se la defibrillazione è praticata precocemente, è possibileripristinare un ritmo cardiaco valido con ripresa della contrazioneefficace del cuore e recupero dello stato di coscienza senzadanni cerebrali.

Grazie alle misure preventive (monitoraggio continuo del-l’elettrocardiogramma) per il riconoscimento precoce delle arit-mie a rischio di arresto cardiaco e al trattamento farmacologicoed elettrico,la mortalità per fibrillazione ventricolare, nei pazien-ti ricoverati in UTIC, si è ridotta in modo significativo.

La defibrillazione elettrica è l’unica terapia in grado di risol-vere l’arresto cardiaco, ma è condizionata dalla immediata dispo-nibilità di un defibrillatore cardiaco. In attesa di applicare que-sta procedura il circolo e la respirazione devono essere sostenutedalle manovre di rianimazione cardiopolmonare, importan-ti soprattutto in casi di arresto cardiaco extraospedaliero.

Queste manovre, se condotte adeguatamente, sono in gradodi mantenere anche per un tempo relativamente lungo (circa10 minuti) le funzioni vitali (circolazione e respirazione), pur-ché eseguite prontamente dai testimoni dell’arresto cardicaco.

La curva di sopravvivenza nel caso di un arresto cardiaco èstrettamente connessa con il tempo dell’arrivo dei soccorsi e didefibrillazione si riduce vertiginosamente con il passare dei minu-ti (circa il 10% per ogni minuto). Pochi minuti salvano la vita!

Appare quindi evidente che le strategie per ridurre la mor-talità per arresto cardiaco vanno rivolte verso:• Programmi per la diffusione delle informazioni necessarieal riconoscimento precoce dell’arresto cardiaco e dell’infar-to miocardico acuto (principale causa dell’arresto cardiaco).• Addestramento estensivo alle manovre di rianimazione car-diopolmonare, che coinvolga cioé gran parte della popolazione.• Diffusione capillare sul territorio dei defibrillatori semiauto-matici• Addestramento di personale non medico (infermieri, vigili delfuoco, militari e volontari) all’uso dei defibrillatori semiautomatici.• Autorizzazione di personale non medico all’uso del defibril-latore semiautomatico, come previsto dalla recente legge.

La perdita di coscienza e l’arresto cardiaco

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Il concetto di “catena della sopravvivenza”, coniatodall’American Heart Association, costituisce l’approccio ormaiuniversalmente riconosciuto per il trattamento precoce dell’ar-resto cardiaco.

La perdita di coscienza e l’arresto cardiaco

La catena della sopravvivenza

L’immagine della catena con vari anelli sottolinea comeogni passaggio è strettamente “concatenato” ai precedenti e aisuccessivi.

L’interruzione o la mancanza di uno degli anelli “spez-za” irrimediabilmente la catena, provocando il fallimento delsoccorso.

Gli anelli della catena sono:• L’ACCESSO PRECOCE al sistema di emergenza • La RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE eseguita

dai testimoni e dai primi soccorritori (BLS).• La DEFIBRILLAZIONE PRECOCE• Il SUPPORTO CARDIACO AVANZATO (ACLS) terapia

specialistica eseguita dai centri mobili di rianimazione o dallestrutture ospedaliere.

ANELLO 1 (Accesso precoce)Corrisponde a diverse azioni che devono essere eseguite con

rapidità:Riconoscimento di un attacco cardiacoAttivazione immediata del sistema di emergenza telefonico

ACCESSOPRECOCE

BLS DEFIBRILLAZIONEPRECOCE

ACLS

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118 (numero telefonico 118 operante su tutto il territorio nazio-nale). Il servizio 118, organizzerà l’invio di una ambulanza e ilricovero nel più vicino ospedale.

La perdita di coscienza e l’arresto cardiaco

ANELLO 2 (Manovre di rianimazione cardiopolmonare dibase)

Corrisponde alla messa in opera delle manovre di riani-mazione cardiopolmonare. In attesa della defibrillazione elet-trica, l’unica possibiltà nel caso in cui si è testimoni diretti di unarresto cardiaco è mantenere il circolo e la respirazionemediante le manovre di rianimazione cardiopolmonare (mas-saggio cardiaco e respirazione bocca-a-bocca).

Pronto? 118?Inviate subito

un’ambulanza...

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La pratica e l’adeguatezza di tali manovre si acquisiscepartecipando ai corsi di BLS (Basic Life Support = supportodelle funzioni vitali di base) ormai abbastanza diffusi in Italia edaperti a tutti. Le manovre di rianimazione cardiopolmonare pre-vedono alcuni punti cardine detti ABC:

• Verifica e mantenimento dell’apertura delle prime vieAeree;

• Respirazione Bocca a bocca (per mantenere l’ossigena-zione);

• Compressioni toraciche o massaggio cardiaco (per man-tenere la circolazione del sangue).

La perdita di coscienza e l’arresto cardiaco

Arresto cardiaco

Chiamare i soccorsi

Manovre rianimatorie

(30 compressioni alternate a 2 ventilazioni)

ANELLO 3 (Defibrillazione precoce)Riconoscimento mediante elettrocardiogramma della fibril-

lazione ventricolare e suo trattamento mediante defibrilla-zione elettrica . Negli Stati Uniti ed in alcuni Paesi Europei, esi-stono squadre di soccorso composte da personale paramedicoo volontario addestrate allo scopo ed in grado di praticare la defi-brillazione durante il soccorso, senza l’intervento medico. Sonoinoltre attualmente in commercio defibrillatori semiautoma-tici capaci di riconoscere l’aritmia e guidare gli operatori alle variefasi del soccorso. Dopo un breve addestramento, l’automati-smo dei defibrillatori, permette anche a persone poco esperte dieseguire la defibrillazione.

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La perdita di coscienza e l’arresto cardiaco

ANELLO 4 (Manovre specialistiche di rianimazione)Soccorso avanzato ACLS (Advanced Cardiac Life Support = sup-porto avanzato delle funzioni cardiache e vitali).

Prevede tutte quelle misure idonee a stabilizzare in mododefinitivo le condizioni cliniche del paziente, trattare le com-plicazioni relative alla fase post- arresto cardiaco mediante ven-tilazione polmonare meccanica, somministrazione di farmaciattraverso una via venosa, analisi del sangue e quindi ricoveroin ospedale.

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5Lo stile di vita “salvacuore”

a prevenzione della malattia coronarica inizia dalla modi-fica dello stile di vita, volta alla correzione di eventuali abitu-dini errate o alla eliminazione dei fattori di rischio coronarico.

Abbiamo sintetizzato alcuni consigli per lo stile di vita “sal-vacuore”:

• Smetti di fumare.

• Scegli un’alimentazione sana: alimentazione a bassocontenuto di colesterolo e di grassi animali, apporto calorico limi-tato, ridotto apporto di sale da cucina.

• Controlla il peso: in caso di sovrappeso il dimagrimen-to deve essere un processo graduale senza drastiche privazionialimentari.

• Svolgi esercizio fisico: l’attività fisica deve essere rego-lare (2-3 volte la settimana) e personale (adatta al singolo indi-viduo).

• Evita lo stress: gestisci il tuo tempo in prima persona,trova il momento giusto per rilassarti tutti i giorni anche per brevetempo e se hai qualche preoccupazione parlane con i familiario i tuoi amici.

• Controlla periodicamente la pressione del sangue, ilcolesterolo e la glicemia: un controllo adeguato permette di cor-reggere velocemente il presentarsi di un nuovo problema e digestire più consapevolmente la tua salute. 39

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Lo stile di vita “Salvacuore”

Guida alimentare per la prevenzione dell’aterosclerosi

Cereali

Zuppe

Latte e derivati

Uova

Carne

Pesce

Crostacei e mitili

Frutta e verdura

Frutta secca

Dolciconfenzionati

Dessert

Bevande

Salse condimentie grassi

Alimenti consigliati

Pane, fette biscottate,crackers integrali, pasta eriso integrali

Zuppe e minestronivegetali freschi osurgelati

Latte scremato, yogurtmagro, fiocchi di latte,ricotta

Albume d’uovo

Tacchino, pollo, vitelloconiglio, cacciagione(evitare parti grasse epelle)

Ogni tipo di pesce (allagriglia, al cartoccio,affumicato)

Ostriche, capesante,cozze

Frutta, verdura e legumi:freschi, surgelati,essiccati; frutta in scatolanon zuccherata e verdurain scatola, patate bollite eal cartoccio; mais

Torrone, dolci bolliti

Sorbetti, budini con lattescremato, macedonie,meringhe

Acqua minerale, té,analcolici, bevande nonzuccherate

Condimenti magri perinsalata, spezie, aceto,limone

Alimenti da assumerecon moderazione

Pane bianco, riso e pastacomuni

Zuppe preconfezionate

Latte parzialmentescremato, formaggisemigrassi (mozzarella,caprino, scamorza, feta,camembert)

Uova intere

Bovini magri, pancettaaffumicata, prosciuttocrudo, capretto, maiale,agnello, salsicce di vitelloe pollo

Pesce fritto in oli vegetali

Aragosta e scampi

Patate al forno o fritte inoli vegetali, avogado,frutta sciroppata

Mardorle, arachidi,pistacchi, noci

Pasticceria e biscotti conoli vegetali, marzapane,dolci e caramelle senzazucchero

Gelati, budini, frittelle

Alcolici, caffé, bevandezuccherate

Salse confezionate,maionese, salsa di soia,besciamella, olio d’oliva,oli polinsaturi: girasolemais noce; margarine light

Alimenti daassumere raramente

Creme di verdurepreconfezionate

Latte intero, formaggigrassi (freschi, stagionatie burrosi), yogurt intero,panna

Anatra, oca, salumi,pasticci di carne, paté,salsicce, pancetta, fegato

Pesce fritto in grassianimali (burro, strutto elardo), uova di pesce(caviale e bottarga)

Gamberoni, gamberi,calamari

Patate al forno o fritte ingrassi animali, fruttacandita

Noci di cocco e nocciolesalate

Cioccolato, caramelle,cornetti, brioche, pastafrolla, snack, marmellate

Crema per pasticceria,creme con panna eburro, budini e cremepreconfezionate

Bevande al cioccolato,superalcolici

Burro, sugna, lardo, oliodi palma, margarina,salse di panna e burro

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Lo stile di vita “Salvacuore”

Integratori dietetici: le sostanze antiossidanti

Contenuti in:

Frutta e verdura(carote in particolare)

Frutta(agrumi in particolare)

Verdura, oli vegetali, uova,fegato

Frutta e verdura fresche

Azione:

Riduce l’invecchiamentocellulare

Riduce l’invecchiamentocellulare

Previene il deposito delcolesterolo LDL nelle arterie

Riduce i livelli di omocisteina,sostanza che aumenta il rischiodi aterosclerosi

Gruppi vitaminici

Vitamina A

Vitamina C

Vitamina E

Vitamine gruppo B(in particolare B 12)

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6Dopo la dimissionedall’ospedale

rimi giorni a casaDopo il ricovero in ospedale, inizia il periodo di recupero

con il ritorno al proprio ambiente familiare. A questo punto èmolto importante comprendere alcuni argomenti in modo daridurre al minimo le proprie preoccupazioni e facilitare laguarigione. Quasi tutte le persone che hanno presentato unamalattia cardiaca, dopo un’accurata valutazione medica e cureadeguate, ritornano ad una vita normale.

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Attività abituali

Al ritorno a casa è facile sentirsi stanchi o deboli. Numerosifattori, infatti, concorrono nel determinare questa situazione comeper esempio la degenza in ospedale, l’attività fisica ridotta, ifarmaci. Gradualmente però si riguadagnano le forze necessarieper riprendere una vita normale. Il primo passo è di fissare obiet-tivi realistici: bisogna iniziare le attività, distribuendole nell’arcodell’intera giornata. Le attività più elementari, come salire le scale,possono essere riprese già nei primi giorni. All’inizio bisogna evi-tare di sollevare o spingere oggetti pesanti (oltre 10 Kg). Il car-diologo potrà inoltre consigliare quando sarà il momento diriprendere l’attività lavorativa e guidare l’auto.

Alimentazione

È possibile che al ritorno a casa si riduca l’appetito, ma è inogni caso importante continuare un’alimentazione equili-brata e regolare, con pasti non abbondanti. La dieta dovràessere impostata in rapporto alle specifiche esigenze. In linea dimassima basta seguire semplici regole:• Scegli alimenti a basso contenuto di colesterolo e di grassi• Riduci l’apporto di sale da cucina• Riduci gli zuccheri raffinati• Assumi maggiori quantità di alimenti ricchi di amido e difibre.

Attività sessuale

L’attività sessuale non deve rappresentare una fonte distress per il paziente o il partner, e può essere ripresa dopo brevetempo dalla dimissione. L’energia impiegata durante un rap-porto è pari a quella necessaria per salire poche rampe di scaleo percorrere un chilometro ad andatura svelta. Talora l’ansia edalcuni farmaci possono avere effetti negativi sul desiderio osulla prestazione sessuale; in questi casi è bene parlarne con ilproprio medico.

Farmaci

I farmaci sono molto importanti per quanto riguarda ilprogramma di guarigione ed è fondamentale rispettare le pre-scrizioni. Ricorda alcuni consigli pratici:

Dopo la dimissione dall’ospedale

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È importante conoscere il nome dei farmaci (tieni una listaaggiornata a portata di mano), il dosaggio e l’orario di assun-zione.

Alla dimissione sarà consegnato un promemoria chiaro. Se viene dimenticata una dose non devi mai prenderne due

insieme per compensare la mancanza.Non interrompere la terapia o cambiare medicinali

senza consultare un medico.Prima di assumere altri farmaci (come i prodotti da banco:

analgesici o antinfluenzali) consulta il medico: potrebberoessere poco compatibili con la terapia prescritta.

In caso di viaggio ricordati di portare una dose supple-mentare dei tuoi farmaci; trattandosi di un viaggio in aereotieni i medicinali nel bagaglio a mano.

Fumo

Se fumi devi smettere! Ricorda che il fumo favorisce lo svi-luppo delle lesioni coronariche, limita la quantità di ossigeno cheviene scambiata a livello polmonare, determina una costrizione(restringimento) delle arterie, aumenta la frequenza cardiaca equindi aumenta il lavoro del cuore. Alcune persone sono ingrado di smettere di fumare da sole, altre hanno bisogno di unprogramma specifico, in questo caso rivolgiti al tuo medico.

Peso

L’obesità o il peso in eccesso aumentano il lavoro delcuore. In alcuni casi, ti verrà richiesto di pesarti frequente-mente per evidenziare un aumento o un calo troppo rapido delpeso. E’ buona norma usare la stessa bilancia e preferibilmen-te rilevare il peso sempre alla stessa ora del giorno. In ogni casol’eventuale dimagrimento deve essere un processo graduale.

Esercizio fisico

Dopo il ritorno a casa attuare un programma di gradualerecupero della forma fisica è di grande importanza: l’eserciziofisico regolare ha effetti positivi sui livelli di colesterolo, sulpeso, sullo stress e sulla pressione arteriosa.

Dopo la dimissione dall’ospedale

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Stress

È dimostrato che lo stress influisce negativamente sullemalattie cardiovascolari e quindi, soprattutto dopo un ricovero,è importante gestire al meglio le situazioni che provocano ansia.In generale è importante trovare il tempo giusto per rilassarsi tuttii giorni, anche eventualmente usando tecniche di rilassamen-to e programmando con calma le varie attività giornaliere.Riprendere a praticare i propri hobbies o le attività sociali diver-tenti (cinema, musica, eventi culturali o sportivi), che nonimplichino un forte impegno psico-fisico, aiuta a controllare lostress. Un adeguato sonno notturno e un periodo di riposo anchedurante il giorno possono accelerare il recupero fisico e di con-seguenza riacquistare la fiducia per il proprio stato di salute.Un’ulteriore “manovra” antistress consiste nel condividere le pro-prie preoccupazioni e parlare di se stesso o delle proprie sen-sazioni con il coniuge, il partner, un amico.

Dopo la dimissione dall’ospedale

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7Musica per il cuore

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LʼAssociazione Insieme per il Cuore dal 2000 utilizza la Musicaper diffondere la Cultura dellʼEmergenza Cardiologica

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IN CASO DI EMERGENZA TELEFONARE A:

EMERGENZA SANITARIA 118

CARDIOLOGO PERSONALE

MEDICO DI FAMIGLIA

OSPEDALE

NOTE

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Si ringrazia:

l’Accademia di Belle Arti di Roma

Finito di stampare dallaTipolitografia F. Begliomini - Roma

Maggio 2001