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QUANDO LA PERSUASIONE È UN DOGMA EDWARD BERNAYS

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Q U A N D O L A P E R S U A S I O N E È U N D O G M A

EDWARD BERNAYS

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IL BURATTINAIO

Edward Louis Bernays, uno dei padri della moderna

comunicazione, è stato a lungo un venerato guru della

pubblicità e delle pubbliche relazioni. Tuttavia la sua

notorietà è nettamente inferiore alla sua influenza e

raramente appare nella letteratura scientifica, anche a

causa della discrezione implicita nel ruolo di «grande

burattinaio» che spesso si è trovato a ricoprire.

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LA FAMIGLIA

Figlio di Eli Bernays, proveniente da

un’agiata famiglia ebrea di Amburgo, e di

Anna Freud (sorella di Sigmund), il piccolo

Edward nasce a Vienna il 22 novembre

1891. Dopo un anno la famiglia emigra

negli Stati Uniti, dove il padre si arricchisce

commerciando cereali ed egli, laureatosi

in Agricoltura nel 1912 alla Cornell

University di New York, inizia una carriera

di pubblicista su alcune riviste mediche,

manifestando da subito una certa abilità

nel coinvolgere l’attenzione del pubblico

su temi delicati.

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I BALLETTI RUSSI

Lascia poi il giornalismo per dedicarsi

alla promozione di grandi artisti e la

tournée in Usa della Compagnia dei

balletti russi rivela l’efficacia dei suoi

metodi: invio alla stampa di opuscoli,

biografie, materiale pubblicitario e

foto, creazione di «oggettistica»

ispirata agli eventi, diffusione delle

recensioni positive per stimolare il

consenso del pubblico. Quando

Diaghilev e i suoi danzatori arrivano nel

1916 a New York c’è una folla

entusiasta ad attenderli.

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LA COMMISSIONE CREEL

Quando viene istituito il Creel Committee, Bernays gode

già della fama sufficiente per entrare come consulente

nel gruppo, che comprende ministri, politici, pubblicitari

e giornalisti e, alla fine della guerra, il giovane fa parte

dello staff che accompagna il Presidente Wilson a Parigi

per il Trattato di pace

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DOPO LA GUERRA

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VIVA WILSON!

Durante il soggiorno parigino, il giovane resta colpito

dalla quantità di persone che acclama il Presidente.

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SAVE THE WORLD

Ma ancor di più lo impressiona il fatto che tutti ripetano lo slogan coniato dal comitato Creel: Making the world safe for democracy; fino al punto da indurlo ad abbracciare la carriera che lo porterà a diventare un’icona della storia del marketing.

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GUERRA E PACE

Torna in patria convinto, come tanti altri, che il potere delle parole sia fruttuosamente utilizzabile anche in tempo di pace, ma, più degli altri, pensa che la «presa» sulle emozioni del pubblico possa essere ancora migliorata, attingendo livelli più profondi, finora esplorati. E si mette al lavoro.

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PUBLIC RELATIONS

Intanto, nell’estate del 1919

si apre a Broadway sulla 48a

Strada (con Doris

Fleischman, che sposa nel

1922) un piccolo ufficio di

consulenza denominato

con molta modestia

Direzione pubblicitaria, che

però l’anno seguente

ribattezza Ufficio di «relazioni

pubbliche». È l’ottavo

soggetto ad aprire

un’azienda di questo tipo.

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PUBLIC RELATIONS

Folgorato dalla nuova fede mentre sta conducendo una campagna per il riconoscimento dell’indipendenza della Lituania, Bernays s’immerge con entusiasmo nelle attività pubblicitarie allora in auge e inizia istintivamente a sperimentare con successo metodi che attirino in modo originale l’attenzione del consumatore.

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AL LAVORO!

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Nella sua lunga

attività, Bernays

riesce a tradurre la

sua fede nella

possibilità di

suggestionare il

pubblico in pratiche

manipolatorie

audaci e fantasiose

baciate da un

incredibile successo.

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Nessuna applicazione del marketing

potrà sfuggire ai suoi stratagemmi:

dalla propaganda bellica alla

pubblicità commerciale, dalla

consulenza d’immagine alle Esposizioni

Universali. Egli inserisce le pubblicità

occulte nei film, veste le star con vestiti

e gioielli prodotti dalle ditte che

rappresenta; organizza sfilate di moda

nei grandi magazzini; si vanta d’essere

stato il primo a suggerire di vendere le

automobili come simboli della

sessualità maschile.

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ATLANTA

Nel 1920, quando la segregazione razziale e i linciaggi sono ancora moneta corrente negli Stati del Sud, Bernays propone alla National Association for the Advancement of ColoredPeople (NAACP) di tenere la sua convention ad Atlanta. Prima ancora che il NAACP decida, Bernays spinge i giornali e i leaders del Nord a coprire di lodi la città di Atlanta che ospita l’evento. Come resistere? Questa è la tecnica favorita di Bernays, fornire l’appoggio indiretto di “terzi” e il prodotto, l’idea o l’evento si vendono da soli.

Joel Elias Spingarn, leader del NAACP)

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Quando poi viene ingaggiato per «spingere» le

riviste femminili della catena Hearst, Bernays le

riempie di articoli e pubblicità collegati a

prodotti fatti per altri suoi clienti, come Clara

Bow, la celebre stella del cinema. Inizia anche la

pratica del product placement nel cinema e fa

indossare alle star abiti e gioielli di suoi clienti.

RIVISTE

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IVORY SOAP

Nel 1923 promuove per la

Procter&Gamble l’Ivory soap,

un sapone bianco non

profumato e commissiona

uno studio che rileva la

disponibilità del pubblico a

scegliere quel tipo di

prodotto; poi lo reclamizza in

vari modi: una «regata del

sapone» a Central Park o

l’invito ai cittadini a dar prova

di spirito civico lavando edifici

e statue con quel sapone.

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IVORY SOAP

Poi decide di far amare quel

sapone ai suoi tradizionali

nemici, i bambini, e organizza

nelle scuole un concorso di

«scultura col sapone» (National

Soap Sculpture Competition in

White Soap), la migliore delle

quali sarebbe stata esposta a

New York e in molti musei del

paese. La gara diventa così

popolare che va avanti per

venticinque anni e molte scuole

la inseriscono nel loro curriculum.

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IVORY SOAP

Bernays chiama perfino le

“ragazze di Ziegfeld” a spiegare

sui giornali perché per

mantenere liscia la pelle

preferissero usare un sapone

“bianco, puro, non profumato”. E

l’unico sapone bianco sul

mercato all’epoca, guarda caso,

è l’Ivory Soap della Procter.

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AMERICAN SILK

Nel 1924, Bernays si dedica alla seta

americana. Le industrie tessili

statunitensi non riescono a

competere con i produttori francesi

e così il mago della pubblicità

assume un esperto francese per

venire negli Stati Uniti a giudicare

(favorevolmente) la qualità della

seta locale; organizza perfino

un’esposizione di sete americane al

Louvre in Paris. L’effetto implicito è

sufficiente a far decollare le vendite

della seta americana.

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SILENT CAL

Quello stesso anno Bernays viene chiamato dalla Casa Bianca per una impossible mission: dare un tocco di leggerezza all’immagine del Presidente Calvin Coolidge in vista di una possibile rielezione. Coolidge è un repubblicano progressita, ma una persona all’antica, segnata dalla morte del figlio, tanto seria e laconica da essere chiamata Silent Cal e da far dire che avrebbe perso un dibattito anche con un muro dipinto di fresco. Bernays accetta la sfida e scommette che farà sembrare il Presidente un’esplosione di allegria.

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Coolidge a un garden party con i veterani nel giugno 1924

COOLIDGE BREAKFAST

Bernays individua nella gente di teatro il simbolo più

credibile della disinvoltura, dello spirito anticonformista e

del calore umano. Infila perciò nell’agenda della Casa

Bianca uno speciale pancake breakfast per il 17 ottobre

e convince una quarantina di attori di Broadway, tra cui

molte star celebri, a prendere il treno per Washington

dopo l’ultimo spettacolo e fare colazione col Presidente,

nella speranza di far uscire il lato simpatico di Coolidge o

almeno di strappare un sorriso al suo volto cupo.

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COOLIDGE BREAKFAST

Mentre la First Lady accoglie gli ospiti, il presidente non appare proprio a suo agio. Bernays racconterà che «era praticamente inarticolato e nessun movimento di alcun genere percorreva la sua faccia impassibile». Il volto di Coolidge, al momento delle foto, resta serio come al solito e - quando il gruppo si sposta sul prato della Casa Bianca e Al Jolson canta un motivetto composto per l’occasione - tutti cantano tranne lui.

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COOLIDGE BREAKFAST

Nonostante il contegno ingessato di Coolidge, la vitalità contagiosa delle star sembra aver funzionato. L’evento (ovviamente) si ripercuote sui giornali, che scrivono «Gli attori mangiano dolci con i Coolidge... Il Presidente quasi sorride... Gli ospiti raccontano barzellette dignitose, cantano e s’impegnano a sostenere Coolidge». Un paio di settimane dopo Coolidge viene rieletto. Lo stesso Bernaysnon se ne attribuisce il merito, ma è certo che la sua iniziativa abbia avuto qualche effetto sul modo di considerare Coolidgeda parte del pubblico.

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LA COLAZIONE AMERICANA

Un altro «colpo» tratto dal campionario di Bernays è

l’invenzione della colazione americana tipica, che prima

di lui era modesta e senza carne: pane imburrato, frutta,

porridge di cereali e una tazza di caffè. Un pasto con le

giuste calorie, leggero, ma «sfavorevole» per le ditte

americane: pane e burro potevano essere consumati

anche in altri momenti e il caffè era importato.

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LA TIPICA COLAZIONE AMERICANA

Nel 1925, per incrementare le

vendite del suo bacon, la

ditta Beechnut Packing si

rivolge a Bernays e questi

chiede a un medico della sua

agenzia se una colazione più

«sostanziosa», con la carne,

non sia meglio di quella solita.

Il medico approva l’intuizione

del suo principale e scrive a

cinquemila colleghi per

chiedere conferma.

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LA TIPICA COLAZIONE AMERICANA

Bernays decide che la

colazione più «pesante»,

denominata “uova e

bacon” (cui si possono

aggiungere pane e caffè)

è la colazione “tipica”

degli americani e fa

pubblicare su giornali e

riviste, con grande

clamore, lo “studio” dei

medici che lo proverebbe.

Le vendite del bacon

prendono il volo.

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LA TIPICA COLAZIONE AMERICANA

Ancora una volta Bernays ha fatto leva

sull’inconscio. Dire di un prodotto che è “tipico”

genera un senso di comune appartenenza e induce

le persone a consumarlo anche a costo di

cambiare le proprie abitudini.

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TABACCO E VENERE

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IL FUMO E LE DONNE

Ma il capolavoro di

Bernays in questo

periodo, sul finire degli

anni Venti, è la

rimozione del tabù del

fumo femminile.

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IL FUMO E LE DONNE

Durante l’intero decennio si sono svolte importanti

battaglie per la parità fra i sessi. Le donne hanno

ottenuto l’elettorato attivo e passivo, la percentuale di

iscritte ai college è significativamente aumentata. In un

clima generale favorevole alla parità fra sessi, anche le

barriere nel consumo diventano più fragili. Gli industriali

cioè non vedono ragioni per vietare alle donne il

consumo di alcol, sigarette, prodotti meccanici e

strumenti per lavori pesanti.

Società femminile di pallacanestro, 1927

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IL FUMO E LE DONNE

Il fumo però è ancora

considerato una

prerogativa maschile,

poiché ad esso si

associano valori di

virilità e potere, che

mal si adattano alla

figura femminile

prevalente: la

«casalinga» sottomessa

al marito.

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IL FUMO E LE DONNE

Fumare in pubblico, davanti ad

altri uomini, lontano dall’intimità

della propria abitazione, è visto

ancora come un atto moralmente

sbagliato: un comportamento

indegno per una donna onesta.

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L’ALTRA METÀ DEL FUMO

Ma l’American Tobacco Company, in ansia per il

modesto fatturato della propria marca (Lucky

Strike) che arranca alle spalle delle market leaders

Camel e Chesterfield, appare golosa di conquistare

nuove fette di mercato pescando anche tra il

pubblico femminile.

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L’ALTRA METÀ DEL FUMO

Il Presidente George Winston Hill, consapevole delle

difficoltà frapposte dal tabu, si rivolge nel 1928 a

Bernays, che elabora una campagna semplice ma

incisiva per guadagnare rapidamente alla «causa» il

pubblico femminile.

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FALLO DI RIGORE

Innanzitutto si rivolge al dottor

Abraham Arden Brill, attempato

studioso di origini austriache,

uno dei primi a praticare la

psicanalisi in America, che in

cambio di una grossa somma

gli fa una confidenza: secondo

lui, per le donne, le sigarette

rappresentano il simbolo

maschile per eccellenza, il

pene, e il potere sessuale del

maschio.

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POTERE IN FUMO

Brill dice a Bernays che se fosse

possibile trovare il modo di

collegare le sigarette all’idea

di «sfida» al potere maschile,

allora le donne fumerebbero,

poiché in questo modo

avrebbero surrogato il possesso

del pene. Il colpo di genio sarà

allora stabilire un’associazione

fra sigaretta e “potere”, tra il

fumare e il senso di libertà e

indipendenza.

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L’EVENTO

Bernays utilizza la «marcia di Pasqua» del 1929 per

entrare in azione, organizzando il primo «evento

mediatico» gestito da un esperto di comunicazione.

Egli convince una decina di «femministe» di varia

estrazione a nascondere delle sigarette Lucky Strike,

che avrebbero dovuto accendere a un suo

segnale, con fare teatrale, durante la parata.

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TABACCO E VENERE

Così quella mattina si vede

un gruppetto di flapper

(gonne al ginocchio, capelli

“alla maschietta”, aria sicura)

passeggiare per gli isolati

della zona, soffermandosi in

prossimità di chiese e

ristoranti di fama, tenendo in

mano ben visibile una

sigaretta accesa.

Mrs. Taylor-Scott Hardin passeggia fumando con il marito.

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TABACCO E VENERE

Una dalle marciatrici più agguerrite afferma: «Spero

che abbiamo messo in moto qualcosa e che queste

torce della libertà (…) spezzeranno il tabù

discriminatorio sulle sigarette per le donne e che il

nostro sesso continuerà ad abbattere tutte le

discriminazioni».

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TABACCO E VENERE

A parlare così è la signorina Bertha Hunt, giovane

spigliata e convinta dei propri diritti, che guarda

caso è anche la segretaria di Bernays.

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TORCHES OF LIBERTY

Bernays aveva già provveduto a informare la stampa,

riportando voci secondo le quali un gruppo di suffragette

avrebbe inscenato una forma di protesta accendendo

quelle che loro chiamavano le “torce della libertà”.

Sapendo che l’evento avrebbe destato scalpore aveva

perciò preparato un claim ad effetto a disposizione delle

«fumatrici» per legittimare la loro esibizione. Come ci si

può opporre a fiaccole che proclamano la libertà?

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TORCHES OF LIBERTY

È lampante il legame

fra le Torches of

Liberty, simbolo di

emancipazione

femminile e consumi

paritari con gli uomini,

alla Torch of Liberty

impugnata dalla

statua della Libertà,

simbolo che richiama

l’unità della nazione e

i suoi valori, presente

su tutte le monete.

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TORCHES OF LIBERTY

Il giorno dopo, 1º aprile, la

notizia compare sui giornali di

New York, degli Stati Uniti e

del mondo. “Gruppo di

ragazze accendono delle

sigarette come gesto di

libertà” è il titolo del New York

Times. L’identificazione tra

l’atto di fumare e

l’emancipazione femminile

ha funzionato.

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EMANCIPAZIONE

Nel disappunto di scettici e

benpensanti, il successo

dell’evento finisce per

accreditare le sottili Lucky Strikes

come un simbolo dei diritti delle

donne: le loro sigarette sono

diverse da quelle degli uomini,

ma fumarle le rende più

interessanti, più disinvolte nei

salotti mondani e nelle vicende

delle metropoli borghesi.

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EMANCIPAZIONE

Mescolando in modo geniale diritti delle donne, interessi

commerciali e curiosità del pubblico, Bernays ottiene

perciò il decollo delle vendite e la clamorosa

affermazione della marca presso il pubblico femminile.

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EMANCIPAZIONE

Nonostante non sia riuscito ad eliminare completamente

il tabù in un giorno, Bernays l’ha reso più debole con un

solo atto simbolico, affermando l’idea che l’atto di

fumare avrebbe reso la donna più indipendente e

moderna, idea che nonostante tutto sopravvive ancora

oggi, tanto che, dopo 80 anni, le fumatrici americane

sono più dei fumatori.

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IL TESTIMONIAL

Un altro dei cardini del lavoro di Bernays è la precoce

consapevolezza che la credibilità di un prodotto o di

un’immagine è più forte se è sostenuto da una terza

parte «indipendente». Se a dichiarare che il

riscaldamento del globo terrestre è una “bufala”

ecologista fosse la General Motors, nessuno vi

presterebbe fede. Se viceversa l’affermazione

provenisse da un istituto di ricerca indipendente, con un

nome credibile come «Alleanza per il Clima del Globo»,

mediante un rapporto scientifico, la faccenda

assumerebbe una veste ben diversa.

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IL TESTIMONIAL

Bernays pertanto, con geniale

astuzia, mette su «più istituti e

fondazioni che Rockefeller e

Carnegie messi assieme».

Insieme con l’AMA

(Associazione dei medici

Americana), per esempio,

mette a punto un modello

pubblicitario per le sigarette

che sostiene che esse fanno

bene alla salute.

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IL TESTIMONIAL

Anche per i prodotti

alimentari Bernays utilizza

spesso i medici a garanzia

delle sue affermazioni.

L’esperto consiglia in

modo autorevole, ispira

fiducia, è considerato

attendibile; perciò ci si

fida del suo parere, anche

se chiede di cambiare a

fondo le nostre abitudini.

Una pubblicità di materassi del

1933 basata su test condotti da un

Centro di ricerca sul sonno.