ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSO MARCONI Scuola secondaria...

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1 ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSO MARCONI Scuola secondaria di I grado “G.Galilei”- classi prime € 1,50 SOMMARIO I cyberbulli pag. 2 I pro e i contro pag. 13 Le nostre riflessioni pag. 3 Eduard e il drago pag.14 Orienteering... pag. 4 Una pietra speciale pag.14 Intervista ad Enza pag. 5 Le avventure di Lucky pag.15 Visita all‟acquario pag. 6 SOS animali pag.16 Recensioni Jona… pag. 7 Alla ricerca del tesoro pag.17 Recensioni All the invisible pag. 7 Perchè la lucciola illumina pag.18 Viaggio nel Medioevo Vita in città pag. 9 Annabel ogni riccio un capriccio pag.18 Viaggio nel Medioevo L‟incoronazione pag.10 Giochi pag.19 Due giornaliste a spasso nel tempo pag.11 Oroscopo pag.20 …uguali a nessuno, unici e… SPECIALI! Marina “La maggior parte della gente non capisce come altri possano soffiarsi il naso in modo diverso dal loro.Ivan Turgenev “Non c’è nulla di più ingiusto quanto far parti uguali tra disuguali.” Lorenzo Milani n. 2 31 maggio 2011

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ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSO MARCONI Scuola secondaria di I grado “G.Galilei”- classi prime € 1,50

SOMMARIO

I cyberbulli pag. 2 I pro e i contro… pag. 13

Le nostre riflessioni pag. 3 Eduard e il drago pag.14

Orienteering... pag. 4 Una pietra speciale pag.14

Intervista ad Enza pag. 5 Le avventure di Lucky pag.15

Visita all‟acquario pag. 6 SOS animali pag.16

Recensioni – Jona… pag. 7 Alla ricerca del tesoro pag.17

Recensioni – All the invisible… pag. 7 Perchè la lucciola illumina pag.18

Viaggio nel Medioevo – Vita in città pag. 9 Annabel ogni riccio un capriccio pag.18

Viaggio nel Medioevo – L‟incoronazione… pag.10 Giochi pag.19

Due giornaliste a spasso nel tempo pag.11 Oroscopo pag.20

…uguali a nessuno, unici

e… SPECIALI!

Marina

“La maggior parte della gente non

capisce come altri possano soffiarsi il

naso in modo diverso dal loro.”

Ivan Turgenev

“Non c’è nulla di più ingiusto quanto far

parti uguali tra disuguali.”

Lorenzo Milani

n. 2 31 maggio 2011

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I CYBERBULLI

Ecco il loro identikit

- mandano in giro messaggi( sms, mail, chat…) in cui sparlano di qualcuno al fine di renderlo ridicolo di fronte agli altri

- inviano messaggi di minaccia o di insulto per spaventare qualcuno - pubblicano su Internet( you tube, facebook…) o mandano tramite il cellulare foto o

video rubati - usano la chat e si fingono un‟altra persona per scrivere cattiverie o dare false

informazioni - escludono un compagno dai social network tipo facebook con lo scopo di ferirlo e

isolarlo - pubblicano informazioni private e imbarazzanti su un‟altra persona

Nella sostanza il cyberbullismo è come il bullismo: un atto persistente di prepotenza. Cambia solo il modo in cui viene fatto. Mentre il bullo colpisce la sua vittima direttamente,il cyberbullo aggredisce indirettamente attraverso il cellulare e Internet . In questo modo infatti si può molestare qualcuno senza rivelare la propria identità e scrivere cose che magari in faccia il bullo non avrebbe il coraggio di dire.

Forse è proprio questo uno dei motivi per cui il cyberbullismo è più comune tra le femmine che tra i maschi. Questi infatti tendono a preferire l‟attacco diretto e l‟aggressione fisica. COME DIFENDERSI

- non dare immagini personali a persone di cui non sei sicuro e pensaci bene prima di farti filmare: video e foto pubblicati su Internet non si eliminano facilmente e possono rimanere in rete per molto tempo

- se ricevi un messaggio di minaccia evita di rispondere arrabbiato per non dare al bullo il divertimento che cerca e prima di inviare la risposta,falla leggere a una persona fidata

per avere il suo parere - se gli attacchi continuano,parlane con un amico, un genitore, un professore. Isolarsi

vuole dire darla vinta al cyberbullo Chiedere aiuto non è segno di debolezza: vuole solo dire che non si è disposti ad accettare minacce e insulti.

NIENTE COMPLICI I prepotenti agiscono perché molti fanno da spettatori: non partecipano direttamente alla violenza(fisica o virtuale), ma assistono senza intervenire e così ne diventano complici. Chi è testimone di questi atti spesso non dice nulla per paura di fare la figura della spia, ma opporsi non significa fare la spia, ma solo il proprio dovere. Se una persona causa un incidente automobilistico,deve fermarsi per aiutare,altrimenti è omissione di soccorso. Così,se uno è testimone di una vessazione e non fa nulla,vuole dire che è dalla parte del cyberbullo ed è pure lui colpevole. Tra l‟altro i cyberbulli usano Internet e i cellulari per coinvolgere nelle loro prepotenze il maggior numero di persone, ma così facendo rimane traccia di chi ha visto su Internet le loro “imprese” o le ha ricevute sul cellulare. In caso di indagine quindi,anche lo spettatore può essere “beccato” più facilmente.

Classe IB

NUMERO 1

NUMERO 1

NUMERO 1

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LE NOSTRE RIFLESSIONI

1. Smonta il bullo senza fare il bullo 2. Tu sei più forte del bullo: puoi sconfiggerlo anche con le parole 3. Più si è bulli meno si è apprezzati 4. I bulli sono bolle con dentro il nulla

5. Il bullismo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno 6. I bulli non hanno amici 7. Pensi di essere furbo e fai il bullo? Non lo sei per niente! 8. Fare il bullo non serve a diventare più intelligente 9. I bulli non hanno cervello. Usa il tuo! 10. Facendo i bulli si hanno meno amici 11. Se un bullo ti perseguita, digli di crescere! 12. Il bullo è una persona che si crede più forte di un‟altra,ma è più debole

13. E‟ facile prendersela con i più deboli…e se domani il più debole fossi tu? 14. Se vedi un bullo in azione non fare finta di niente altrimenti diventi suo complice

Classi IB e IC

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ORIENTEERING… VIETATO PERDERSI!

La mia mamma mi ha detto: ”Ma cos‟è questo orienteering che ti piace tanto?”… e voi sapete

cos‟è l‟orienteering?

Allora, nell‟orienteering dovete sapere dove siete e dove dovete andare, facile no? Ma come

potete farlo se siete in un posto sconosciuto? Vi racconto la mia esperienza.

Tutto è cominciato in palestra con il prof.Capri che ci ha consegnato una cartina, quella di

Sasso Marconi.

Quando ho scelto la lanterna, prendo la scheda che mi hanno dato alla partenza e punzono,

cioè faccio una specie di timbro a buchi con uno strumento ad aghi.

E‟ una gara contro il tempo, dove si mette in gioco l‟abilità di sapersi orientare e la capacità di

ragionare. Io ho avuto la possibilità di mettermi alla prova non solo a Sasso, ma anche al

parco Talon di Casalecchio e a Rio Verde e mi sono divertita.

Se volete vedere le nostre foto, andate sul sito della scuola:

http://kidslink.scuole.bo.it/icsassomarconi/med/ORIENTEERING_2011.pdf

Ho così imparato a leggere una cartina, a riconoscere le caratteristiche di un territorio e a trovare la direzione giusta … quasi sempre!

Come? Riconoscendo i simboli della cartina posso sapere dove mi trovo e quale strada devo prendere. Ma non basta: quando arrivo vicino al punto indicato sulla cartina, comincia il bello, perché devo capire qual è la lanterna giusta.

Perché c‟è “l‟inganno”, cioè spesso ci sono 2 o 3 lanterne nei dintorni e bisogna stare ben concentrati per scegliere bene!

Sembra complicato… ed in effetti….un po‟ lo è. Però è divertente, è come una CACCIA AL TESORO: c‟è la mappa, c‟è un percorso da fare, ci sono prove da superare e il “mistero” sta nello scoprire dove si “nascondono” le

lanterne.

CREDETEMI: E’ DA PROVARE!

Sirine Bejaoui 1A

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INTERVISTA AD ENZA, LA NOSTRA MITICA EDUCATRICE

D. Perché fai questo lavoro? R. Dire “perché mi piace “ sarebbe banale, quindi dico “perché mi

gratifica, perché quando raggiungo un obiettivo, sono molto soddisfatta: è una soddisfazione che non riesco a quantificare .

D. Da quanto lo fai? R. Da circa quindici anni.

D. Quali sono gli alti e i bassi?

R. I momenti alti li vivo quando i ragazzi che seguo raggiungono buoni risultati, uguali a quelli dei compagni, quando vedo che il ricordo di me, nel tempo, rimane nel cuore dei ragazzi. Sono molto contenta quando i ragazzi, ormai diventati adulti, incontrandomi in treno o per strada, vengono a salutarmi dimostrandomi affetto e gratitudine. I momenti bassi li vivo soprattutto quando apro la busta paga: le retribuzioni sono molto basse rispetto al numero di ore lavorative. Dal punto di vista logistico poi ci sono delle difficoltà: in una stessa giornata devo raggiungere vari luoghi di lavoro (Sasso, Pioppe, Vergato) e i tempi di spostamento sono molto stretti. Oltre al lavoro ci sono anche gli aggiornamenti professionali (a spese mie ).

D. Cosa cambieresti di questo lavoro?

R. Lo stipendio, e il carico di lavoro…

D. Cosa lasceresti? R. La possibilità di realizzare progetti che coinvolgono tutta la classe .

D. Come ti senti quando svolgi questo lavoro

R. Soddisfatta e appagata.

D. Che rapporti hai con i

ragazzi delle classi in cui lavori?

R. Con loro buoni.

D. Con gli insegnanti? R. Con gli insegnanti dipende, ma per lo più bene. Alcune volte ci sono state difficoltà e incomprensioni. Ci rimango male quando qualche insegnante mi vuole usare come un “ parcheggio” per bambini in difficoltà.

D. Cosa ti preoccupa di più per il futuro del tuo lavoro?

R. E‟ un lavoro molto precario: con i tagli fatti dal governo che ricadono sui comuni, noi educatori rischiamo di perdere il lavoro.

Perdere il lavoro a 40 anni (e passa) è una cosa drammatica,si rischia di non trovare più un lavoro…

A cura della classe IA

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VISITA ALL’ACQUARIO DI GENOVA gita fuori porta con la mia famiglia…(mentre i miei compagni erano a scuola!)

Finalmente, dopo tante promesse, i miei genitori si sono decisi a fare una gita tutti insieme: mamma Silvia, papà Germano, io e mio fratello Matteo, così venerdì 25 marzo siamo andati a visitare il bellissimo acquario di Genova.

La notte prima ero felice, così agitata che ho dormito pochissimo! Ci siamo svegliati al mattino molto presto e dopo la colazione mi sono subito preparata e, con papà alla guida, siamo partiti in macchina da Sasso Marconi per raggiungere Genova. Il viaggio è stato lungo, mi sembrava che non arrivassimo mai! Io e mio fratello guardavamo incuriositi dai finestrini e chiedevamo di continuo alla mamma “quando arriviamo?”.

Noi due non sapevamo dove guardare perché c‟erano tantissime cose nuove e eravamo stupiti e incuriositi, con le facce appiccicate ai vetri… e che spavento quando ci siamo ritrovati davanti i grandi squali con i loro denti aguzzi

Siamo andati a visitare un vascello antico e la mamma mi ha fotografato mentre indosso la corazza di un soldato. Mio fratello, che è più coraggioso di me, ha accarezzato le razze che

nuotavano indisturbate una dietro l‟altra in una vasca grandissima.

Sì… proprio una bellissima giornata!Vi consiglio proprio di visitare l‟acquario di Genova con la vostra famiglia: il divertimento e lo stupore sono assicurati … e perché no, ancora meglio se lo fate in un giorno di scuola!!!

Marina Deserti 2C

Quando siamo arrivati, ci siamo diretti alla biglietteria; presi i biglietti

abbiamo dovuto fare una lunga fila prima di entrare perché c‟era

molta gente.

Appena entrati siamo andati a vedere le vasche con i pesci: c‟erano

tantissimi pesci colorati, grandi e piccoli, che nuotavano tutti

insieme, si nascondevano dietro e dentro i sassi e fra le piante che

erano in fondo. Ho visto un grosso polpo con tanti tentacoli e poi una

grande stanza con tante vetrine che ospitavano i cavallucci marini.

La mamma e il papà hanno fatto tante foto, non solo ai pesci, ma

anche a me e a Matteo.

Ho trascorso una bellissima giornata con la mia famiglia, mi sono divertita

tanto e ho visto tanti animali. Quelli che mi sono piaciuti di più sono stati i

pinguini, perché non solo nuotano velocemente, ma sono molto buffi quando

camminano dondolandosi e sembrano dei camerieri!

Ci siamo fermati a riposarci un po‟ solo all‟ora di

pranzo, per mangiarci un panino.

Nel pomeriggio abbiamo visto l‟addestramento dei

delfini nella loro piscina: erano molto buffi e

simpatici e con i loro addestratori hanno fatto

tanti tuffi e piroette. Ho visto anche nuotare un

gruppo di foche e una balena che faceva

tantissimi salti e ci salutava agitando la coda.

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RECENSIONI

A cura di Sofia Piantavigna I B

“Jona che visse nella balena”

Jona passa tutta la guerra in questo campo con la madre,mentre il padre starà nella sezione maschile. Il bambino soffre la fame, il freddo e subisce violenze e angherie anche da parte degli altri ragazzi.

Poi c‟è l‟ultimo incontro con il padre che muore a causa delle grandi privazioni. I Russi riescono a salvare Jona e sua madre, ma quest‟ultima muore nell‟ospedale di un villaggio sovietico. Dopo la morte della madre, Jona viene assistito da una ragazza di nome Simona. Nel 1945 il bambino viene generosamente accolto dai Daniel, una coppia che vive ad Amsterdam. Jona per lungo tempo si rifiuta di mangiare, ma tornato a vedere la sua vecchia casa sarà

assalito dai ricordi e riscoprirà la voglia di vivere.

“All the invisible children” “All the Invisible Children” è un film che racconta attraverso sette episodi, ambientati in sette

Paesi diversi , come l‟infanzia sia la vittima dei tempi in cui viviamo: guerra,miseria,dislivello economico tra Occidente e Terzo Mondo. Questo film inoltre ci fa vedere le condizioni di degrado, incomprensioni e stenti in cui molto spesso sono costretti a vivere i bambini che soffrono per grandi problemi sociali,ma anche per l‟indifferenza degli adulti che camminando guardano troppo in alto e sembrano non vederli. 1° episodio – Tanza

Tanza, però, non sa che quell‟edificio è una scuola, ma quando entra per posizionare la bomba, vedendo disegni, banchi, lavagne con gessi, capisce che deve fare una tragica scelta . Decide di rimanere lì dentro, sognando una vita più normale e semplice come quella di tutti i ragazzi della sua età.

“Jona che visse nella balena” è un importante film italiano del 1993 ambientato in Italia e in Francia, diretto da Roberto Faenza e tratto dal romanzo “Anni d‟Infanzia” di Jona Oberski. Il film racconta la storia di un bambino ebreo di quattro anni di nome Jona che vive ad Amsterdam durante la Seconda guerra mondiale. Dopo l‟occupazione della città da parte dei tedeschi, Jona viene deportato inizialmente in un campo di lavoro dove può stare

insieme ai genitori. In seguito viene deportato nel campo di concentramento “Bergen-Belsen” insieme alla sua famiglia.

Tanza è un bambino africano che, dopo essere rimasto orfano, si arruola come soldato con un gruppo di ragazzi che combattono per la libertà del proprio paese. Il piccolo Tanza deve ubbidire al proprio capo (un ragazzo di soli ventuno anni). Un giorno il capo ordina a Tanza di far saltare un edificio di

color giallo.

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2° episodio – Blue Gypsy Uros, un piccolo ladruncolo gitano, impara a tagliare i capelli in un riformatorio e spera di far quel “mestiere” anche nella vita quotidiana. Ma, appena uscito dal riformatorio, il padre violento, sfaticato e alcolizzato lo costringe a rubare per l‟ennesima volta così Uros preferisce ritornare in riformatorio.

3° episodio – Jesus children of America Blanca è una ragazzina di Brooklyn, i cui genitori sono affetti dall‟AIDS e tossicodipendenti. Anche Blanca è affetta dall‟AIDS, ma è all‟oscuro di tutto. Un giorno, però, dopo vari insulti e discriminazioni da parte delle compagne di scuola, Blanca viene a sapere la verità; ha paura di morire ed è molto delusa dai genitori. Nonostante tutto Blanca non si arrende e decide di entrare in un‟organizzazione per la salute dei giovani dove viene aiutata ad affrontare la sua malattia.

4° episodio – Bilu e Joao

5° episodio – Jonathan Jonathan è un fotografo di guerra inglese sfinito dal suo lavoro. Mentre attende di partire per l‟ennesimo viaggio in zone di guerra, si lascia andare ad un ricordo nel quale si rivede bambino in compagnia di due amici d‟infanzia. Il ricordo si fonde con quelli molto più recenti e Jonathan si ritrova a condividere la sorte dei bambini sotto i bombardamenti. L‟esperienza lo rende più consapevole e pronto per affrontare il nuovo viaggio. 6° episodio – Ciro

Ciro è un adolescente che abita in uno degli enormi casamenti di cemento nell‟estrema periferia di Napoli, quindi in uno dei quartieri più poveri. In pieno giorno Ciro e un suo amico assalgono un automobilista per rubargli un “Rolex” (orologio molto costoso) che poi un acquirente compera per pochi spiccioli e per alcuni gettoni degli autoscontri. 7° episodio - Song Song e Little Cat

I proventi di “All the Invisible Children” sono stati devoluti al World Found Program dell‟UNICEF.

Bilu e Joao sono due bambini che vivono a San Paolo e che per sopravvivere devono arrangiarsi vendendo rifiuti.

Infatti, ogni genere di rifiuto, dalle lattine vuote ai cartoni alle tavole di legno, diviene per loro un tesoro.

Song Song e Little Cat sono due bambine dalle esistenze completamente diverse. La prima vive nel lusso, ma la separazione dei genitori riempie di dolore lei e la madre. La seconda, invece, è cresciuta ed accudita da un vagabondo molto affettuoso. Song Song, un giorno,per rabbia, getta la sua bambola preferita ,

ma la ritrova il vecchio vagabondo che la dà a Little Cat. Dopo alcuni giorni, il vecchio muore e Little Cat viene raccolta da un uomo che sfrutta un gruppo di bambine per vendere delle rose. Un giorno Little Cat vende una rosa a Song Song e quest‟ultima vede la sua bambola tra le braccia della bambina. Tutto ciò, come per incanto, rende nuovamente felice Song Song.

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VIAGGIO NEL MEDIOEVO

Vita in città Quella sera feci un sogno strano… Al mio risveglio, mi ritrovai seduta sopra un letto di paglia, davanti a me c‟era un tavolo con

cinque sedie, e, vicino, un caminetto con il fuoco acceso, c‟era poi una credenza con dentro le stoviglie, dei cesti, con dentro frutta e verdura, e una brocca d‟acqua. Sentivo le urla dei miei fratelli che, come al solito, stavano litigando e il rumore di mia mamma che stava cucinando, cosi andai ad aiutarla. Quando la tavola fu apparecchiata e la “cena” pronta, entrò mio padre, tutto sudato, sbattendo la porta e disse: -Non ce la faccio più, oggi ci hanno fatto lavorare più del solito, e per ricavarne che cosa ?- disse aprendo la mano – Quattro fave e due piselli ! Io dico che dobbiamo trasferirci in città! – - Va bene caro, ma ora va a lavarti – disse mia mamma sospirando. Quella sera non riuscii a dormire, a parte che quel letto era scomodissimo e mio fratello mi dava i calci, ma anche perché pensavo a come potesse essere la vita in città . Nei giorni seguenti cominciammo a radunare i nostri averi per partire, e, dopo due giorni, cominciammo a caricare cose su Ildebrando, il nostro vecchio cavallo e partimmo.

Passarono i giorni e una sera mio padre entrò tutto pimpante e disse: - Ho trovato un lavoro: apprendista da un vasaio, e ho fatto il mio primo vaso,guardate che perfezione ! –E tirò fuori un vaso tutto storto e deformato .

-Bravissimo, ehm caro, ma ora vieni, è pronta la cena – disse mia madre.

Ma ad un certo punto, venni buttata giù dal letto, da mia mamma che urlava : -Muoviti, che arrivi tardi a scuola ! – Fu un sogno molto strano ma bellissimo!!!

Sabina Marchesini Reggiani I A

Dopo tre giorni di cammino e fatiche arrivammo alla città più vicina, Firenze. Io ero felicissima, vedevo tutta la gente vestita bene, le botteghe degli artigiani, le case di lusso, più belle della nostra vecchia casa, e i bambini che giocavano per strada. Tutto il giorno girammo per cercare una capanna dove dormire. Alla fine trovammo una casa di legno con dentro un letto GRANDE di paglia, un tavolo e sei sedie, una credenza molto grande con dentro qualche stoviglia, due cesti e un

camino enorme. Così sistemammo tutte le nostre cose e, visto che eravamo molto stanchi, andammo a dormire.

In città la vita era diversa, si viveva meglio, guadagnavamo di più, noi bambini uscivamo fuori a giocare con gli altri bambini, e ogni giorno mio padre veniva a casa con un vaso diverso, sempre più bello, ben formato, e dopo circa un anno entrò e disse : -Ho imparato il lavoro, il vasaio mi ha affidato la bottega !- Tutti noi corremmo ad abbracciarlo e dopo quel giorno guadagnammo molto di più e ci comprammo una casa

nuova, più grande, e la vita in città diventò meravigliosa !

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L’incoronazione di Carlo

Mi trovavo nella mia contea, in Borgogna, quando appresi che, da lì a un mese, il papa Leone III avrebbe incoronato Carlo imperatore, nella basilica di S. Pietro a Roma, la notte di Natale dell‟800. Finalmente si realizzava il sogno di far rinascere l„Impero Romano d‟ Occidente. Il Sacro Romano Impero!!! La notizia mi riempì di gioia e di commozione ... non potevo perdermi un momento così importante della storia. Ordinai ai miei scudieri di predisporre ogni cosa per il lungo viaggio. Feci preparare la mia armatura e i viveri necessari. Decisi che venti dei miei migliori uomini avrebbero avuto l‟onore di accompagnarmi. In un paio di giorni tutto fu pronto e potemmo partire. Dovevamo attraversare le Alpi e,la stagione invernale, non era certo la migliore, così cercammo di cavalcare per molte miglia nei primi giorni di viaggio. L‟obiettivo era quello di raggiungere Losanna entro il 5 dicembre per affrontare le Alpi con un largo anticipo e avere molto tempo in caso di bufere di neve. Così fu, proprio al passo il tempo peggiorò e dovemmo trovare rifugio in una grotta per attendere l‟alba.

Nei pressi di Ginevra ci aspettò un‟altra brutta sorpresa: fummo attaccati da una banda di briganti. Ma quando stavamo per soccombere, un drappello di cavalieri venne in nostro aiuto. Erano dei Missi Dominici che, quando seppero che ero un fedele vassallo di Carlo e che, assieme ai miei uomini, mi stavo recando alla sua incoronazione, si offrirono di scortarci fino a Roma. Questo era per noi un grosso aiuto, significava avere a fianco persone fidate e conosciute nei territori, non sempre tranquilli, che avremmo attraversato. Prima di sera ci fermammo a Milano, in un vescovado, dove fummo ospiti del vescovo in persona che ci accolse per un paio di giorni. Potemmo mangiare e finalmente riposare senza la paura di assalti

notturni. Il giorno dopo ripartimmo da Milano in direzione di Roma. Era il 19 dicembre, non mancava molto al giorno dell‟incoronazione e quindi decisi di prendere una scorciatoia. Dato che la chiatta attraversava il Po era sicuramente piena, affittammo una barca e passammo dal mare, costeggiando. Non fu una buona idea perché, proprio due giorni dopo , si scatenò una tempesta, la barca caricò acqua e noi cademmo in mare. Per nostra fortuna stavano passando degli uomini su un barcone che ci videro e ci tirarono fuori dall‟acqua. Ci portarono fino al porto più vicino a Roma, da lì in breve tempo riuscimmo ad arrivare a Roma.

Fu per me un momento molto emozionante, che, nonostante le fatiche, i pericoli e le peripezie, non dimenticherò mai per tutta la mia vita.

Filippo Amati 1A

Era la notte di Natale, Carlo Magno si presentò in San Pietro tra due ali di folla, vestito alla romana, senza indossare il costume dei Franchi fatto da pantaloni di lino, mantello di pelliccia e stivali annodati ai pantaloni. Aveva una tunica bianca e i calzari ai piedi. Iniziò il rito. Il papa fece spogliare Carlo, lo unse con olio santo dalla testa ai piedi, poi gli pose la corona sul capo. A questo punto la folla lo acclamò imperatore, così come si usava tra il popolo romano: finalmente Carlo ricostruiva l‟impero, con un potere che nessun sovrano aveva mai avuto fino ad allora.

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DUE GIORNALISTE A SPASSO NEL TEMPO

A cura di Naida Petrini e Eleonora Fioravanti I C

Destinazione Itaca

“Dopo un lungo viaggio, arrivo ad Itaca; qui ho un appuntamento con la Regina Penelope , moglie del famoso Ulisse.” Entro in casa e vedo accanto alla finestra una signora che tesse una tela che raffigura la nave di Ulisse. – Ehm, è lei la signora Penelope?? -Lei si gira di scatto e dice con tono scocciato:-Sì, sono io…ma lei chi è? E che cosa vuole? Non vorrà crearmi altri problemi, vero? No, perché ne ho già abbastanza, sa?- Continua alzando la voce. –Sono una giornalista che viene dal futuro e che scrive per la rivista

“L‟universo Femminile” stia tranquilla, le voglio solo fare qualche domanda…insomma, con me si può sfogare, buttare fuori tutta la rabbia che ha !!In effetti,ha proprio una brutta cera…..venga,venga,che le insegno a fare Yoga.-lei mi guarda un po‟ perplessa e mi chiede:-Un nuovo tipo di cibo???- -Ma nooo! ! Lo Yoga è un‟attività che serve per rilassarsi e mettere in pace lo spirito quando si è stressati. Le garantisco che è molto efficace.- Sembrava essersi convinta, ma poco dopo comincia a lamentarsi –Ah, bè, se lo dice lei…credo che sia proprio quello di cui ho bisogno perché sa che con tutti i problemi che ho non sono mai tranquilla,soprattutto da quando sono arrivati quegli ubriaconi dei Proci,che non sanno fare altro che bere il buon vino di Ulisse e mangiare la carne delle nostre bestie!!!-urla con rabbia-E poi,c‟è mio figlio, Telemaco che è in piena crisi adolescenziale e non gli va bene mai niente:dice che vuole girare il mondo come suo padre,ma io sono disperata perché non è ancora abbastanza responsabile e non vorrei perdere anche lui! In più con i Proci che girano per casa,è diventato intrattabile. Io un po‟ lo capisco,però…- -Però per lei è un peso in più.- dico concludendo la frase.-

-Ah, almeno c‟è lei che mi capisce….- -Cosa mi dice di sua suocera? - Chiesi un po‟ incerta. - Anticlea è una buona donna,però si lamenta sempre! Ha sempre da battibeccare su cosa faccio e su cosa dico e poi in questi giorni è anche depressa!- -Poi è successa una catastrofe: la mia serva più giovane, Melantò,quella sciocchina, è andata a riferire”il segreto della tela”ad Antinoo, di cui sicuramente si era invaghita.- sospira. - L‟altro giorno però è successo un fatto insolito: è arrivato un vecchio mendicante che mi ha un po‟ tirato su il morale. Atena mi ha consigliato di lanciare una sfida con l‟arco (quello mitico di

Odisseo) e stranamente l‟ha vinta il vecchio. Poi come per magia egli si è trasformato nel mio amato Ulisse. Ora che la mia vita ha ripreso il suo corso, mi sento molto meglio. Proprio l‟altro giorno, però, è venuto fuori quel giramondo del mio caro Odisseo dicendo che vuole ripartire, visitare nuove terre… non ho capito bene, ha farfugliato ..le Colonne d‟Ercole, ma io NON CI STO!! Lui ha viaggiato, è stato via vent‟anni e vorrebbe andare di nuovo per il mondo in cerca di disgrazie! No, adesso tocca a me partire:voglio andare in crociera e per un po‟ non voglio pensare più a niente!!-grida soddisfatta.

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In viaggio verso Troia

“Sono una giornalista del XXI secolo e scrivo per una rivista chiamata “L‟Universo Femminile”.Ho viaggiato nel tempo attraverso il Mar Egeo,diretta a Troia per intervistare nientemeno che la mitica Elena.Sulla spiaggia incontro un contadino che mi accompagna in

città e mi affida a una guardia che mi accompagna da Elena. Appena la vedo penso”Che bella che è,non dimostra affatto i suoi anni”. -Posso?-chiedo prima di entrare. -Certo,vieni pure-mi risponde gentilmente. -Volevo intervistarla…-dico con tono un po‟ imbarazzato.- Con piacere!Risponderò a tutte le tue domande.- -Grazie -dico con tono più sicuro-Allora,come va con Paride?- -Oh,direi bene…insomma,lo amo tanto- -Quindi è stato solo per lui che ha lasciato Sparta?- -In effetti sì.Appena l‟ho visto alla festa di Menelao mi sono innamorata di lui, i suoi occhi mi fissavano intensamente e io non capivo più nulla,ma ho l‟impressione che dietro ci sia stato lo zampino di Afrodite.- -Di questo può esserne sicura, -In che senso?- -Come,non conosce la storia della “mela d‟oro”?- -Quale storia,scusi?- -Ma quella di Paride e le tre dee,è scritta in tutti i libri e i ragazzi la studiano a scuola! -Prometto che mi informerò e stasera ne saprò qualcosa di più.- -Pensa che Paride la ami ancora?- -Ne sono certa,mi ama come il primo momento in cui mi ha visto.- -Ne è sicura?- -Sì,-risponde lei-altrimenti non mi avrebbe chiusa in una stiva piena di topi e ragni( bleah!!!)pur di portarmi a Troia e non mi chiamerebbe,nei momenti più intimi, dolce micetta.- -Sono d‟accordo pienamente. E Menelao? Proverà ancora qualcosa per lei?-chiedo -Ora,credo solo odio,ma prima era davvero innamorato di me, ma non mi trattava bene, non era colpa sua, era solo troppo rozzo. Io con lui non ero felice:di notte rimaneva sveglio fino a tardi e,mezzo ubriaco,sbatteva contro i mobili facendomi spaventare. Era anche maleducato e presuntuoso,ultimamente poi,era anche ingrassato e si era abbruttito come non mai.Pensava solo alla guerra e mai a me:non mi regalava mai nulla e non mi portava alle feste,ma solo a vedere i cortei di guerra e le battaglie negli anfiteatri.- dice stizzita-A proposito,lei,si sente la causa di questa guerra?-domando- No, è stata tutta una montatura e

ci tengo a precisare che io non sono mai stata una sfasciafamiglie,e poi la guerra è scoppiata più che altro per motivi commerciali e io sono stata accusata e considerata come la causa del conflitto per millenni. Ma si sa che sono tutte notizie manipolate.- -Sante parole!E‟ sempre solo questione di gossip!-esclamo Salgo sulla macchina del tempo e decido di viaggiare nel futuro, ma guarda un po‟, vedo Elena tornare a Sparta con quel buzzurro di Menelao. Che terribile notizia!!!!!!!E‟meglio che la poverina non sappia nulla in anticipo, altrimenti vorrà fuggire ancora.

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I PRO E I CONTRO DELLA SCUOLA MEDIA

Quando ero alle scuole elementari il solo nome scuola media non mi piaceva proprio e mi faceva rabbrividire! Anche adesso che frequento la scuola media, continua a non piacermi, anche perché sono un brontolone cronico e non mi va mai bene niente!

La materia che mi piace di meno è italiano perché non amo leggere e scrivere e in generale sono un pigrone. Inoltre, secondo me, la ricreazione dovrebbe durare molto di più e invece, qui alle medie, l‟intervallo dura solo dieci minuti ed è davvero troppo poco. Un‟altra cosa che non mi piace è che quando piove molto non posso scendere in mensa con i miei compagni e chiacchierare con loro: vorrei poter chiamare il cielo e prenotare il sole per tutto l‟anno. Per fortuna, ci sono anche cose che mi piacciono! La materia che amo di più è arte perché alle elementari non c‟era e perché mi piace molto disegnare e colorare e, modestamente, sono anche bravo! Il prof è molto simpatico, mi aiuta sempre e sa disegnare molto bene. L‟altra materia che mi piace è scienze perché studiamo cose interessanti, spesso andiamo in laboratorio e abbiamo fatto molti cartelloni. La prof. Faonte è simpatica e spiega molto bene. Mi è piaciuto anche il laboratorio sul giornalino e anche scrivere il mio articolo su “Colorado”. Infine, mi trovo molto bene con i nuovi compagni di classe, in particolare con Giacomo, Giovanni e Samuel A., perché sono simpatici e con loro gioco e mi diverto. Ormai siamo quasi alla fine dell‟anno e devo riconoscere che, tutto sommato, le scuole medie

non sono poi tanto male!!

Manuel Ruscelli ID

Più studi, più sai…

Più sai, più dimentichi… Più dimentichi, meno sai… Ma allora…chi te lo fa fare???

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EDUARD E IL DRAGO

In un tempo remoto esisteva un villaggio maledetto da un drago.

Quest‟ultimo viveva dentro una grotta,situata in cima alla montagna più elevata di tutto il regno di Deltora. Ogni anno, per far sì che lui non distruggesse tutto, i paesani saziavano la sua fame dandogli sei fanciulle.

Colui che fosse riuscito a uccidere il drago e si fosse bagnato nel suo sangue, sarebbe diventato immortale e avrebbe per sempre protetto il villaggio. Un giorno il prode e giovane Eduard si stufò di sopportare lo strapotere di quel drago maligno e crudele. Il ragazzo era forte e robusto,

ma anche furbo e scaltro. Il problema era che solamente l‟Armatura della Luce e la Spada magica potevano uccidere quella malvagia creatura delle tenebre. Quelle armi erano nascoste in una remota catena montuosa, chiamata Crala, posta a Sud di Deltora. Eduard prese allora il suo cavallo e si diresse a gran velocità verso quel punto. Dopo sette giorni giunse a Drasleona, una località non molto lontana da Crala e lì riuscì a fare rifornimento di provviste. L‟indomani partì all‟alba e, a mezzogiorno, arrivò sull‟imponente catena montuosa: gli ci vollero due settimane per trovare la magica armatura e la sua ineguagliabile spada poichè erano nascoste in luoghi inaccessibili. Appena Eduard ebbe indossato l‟armatura e impugnato la spada, vide un lampo di luce abbagliante che gli annebbiò la vista. Tutto scomparve, e quando Eduard riuscì ad aprire gli occhi si trovò in una nera foschia di pioggia; una lieve lucina brillò nell‟oscurità, forse era tornato a

casa? In verità era sulla montagna, dinanzi alla grotta del drago! Eduard non si lasciò prendere dallo spavento ed entrò. L‟odore di putrefazione appestava l‟aria. Nell‟oscurità due occhi verdi scintillarono e una voce tombale disse lentamente: -Alla fine ci incontriamo giovane nemico e sarai tu a soccombere.- E con uno scatto fulmineo il drago si avventò su Eduard, ma anche lui era pronto e, con rapidità, piantò la spada nella coda del drago, tranciandola di netto. Il drago urlò, ma si rilanciò addosso al giovane e questa volta, col muso, lo sollevò da terra. Subito aprì la bocca, pronto a lanciare fuoco, ma Eduard usò la spada per deviare quel terribile soffio rovente.

Il ragazzo ricadde e con la spada gli mozzò la testa con un sol colpo poi fece il bagno nel sangue della bestia. La mattina seguente, il giovane ripartì con animo sereno verso il suo villaggio, che finalmente avrebbe trovato la serenità sempre sognata.

Giacomo Guidi 1D

UNA PIETRA SPECIALE

Era una tranquilla giornata d‟estate del 2000 d.C., la mia nave solcava le miti acque del Pacifico.

La mia ciurma era stanca e accaldata. A bordo della nave c‟ era uno tra i più brillanti scienziati di

quel tempo. Quella mattina lo scienziato mi sembrava un po‟ troppo agitato, allora gli chiesi: “Ora cosa c‟è ? Avete avvistato un ufo?”. La ciurma rise, ma lo scienziato non parve sollevato dalla mia battuta. Lui mi disse di seguirlo in cabina e sussurrò: ”Lei neanche immagina la scoperta che ho fatto stamattina.

C‟è una teoria, la quale dice che i dinosauri si sono estinti per la caduta di un meteorite. Con la mia squadra di ricercatori ho trovato quel meteorite, l‟ho studiato, e sono riuscito a capire che, se un frammento di esso viene introdotto in un acceleratore di particelle, potrà penetrare nel continuum spazio-temporale!”. Io rimasi impietrito, l‟uomo aveva tentato per anni e anni di scoprire ciò che io ora avevo davanti, decisi di partire all‟istante e non mi posi domande sul futuro. Quando scesi sotto coperta, il frammento di meteorite era pronto e lo scienziato, senza tante smancerie, me lo gettò tra le braccia: in un primo momento non successe niente, ma poi avvertii uno strano formicolio e tutto divenne buio.

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Ero morto? Vidi una luce, pensai che fosse il Paradiso. Nella luce potevo distinguere persone del passato. Stavo viaggiando nel tempo! La cosa era bella e nello stesso tempo spaventosa.

Leonardo issò sulla macchina un‟elica gigantesca, che fu però colpita da un fulmine: di nuovo tutto buio. Una luce lontana: il 2000. Avevo viaggiato nel tempo. Samuele Gardini 1D

LE AVVENTURE DI LUCKY

Lucky era spaventato e stupito: in fondo i suoi padroni erano stati sempre affettuosi e lui era

sempre stato obbediente, si chiedeva cosa poteva essere successo. Mentre era immerso nei suoi pensieri, una macchina stava per investirlo, allora il cane si scosse e balzò di lato sull‟erba. Appena si fu ripreso, Lucky si accorse di essere finito in un bosco. Si inoltrò nella boscaglia alla ricerca di cibo e di pace; ad un tratto sentì dei rumori di rami spezzati: era un cinghiale affamato.

-Qui finalmente troverò del cibo – pensò Lucky- e si mise a rovistare qua e là. Lucky trovò

degli avanzi e li mangiò con gusto. Ad un certo punto, da una macchina abbandonata, saltò fuori un altro cane, un pastore tedesco dal pelo folto e scuro e dall‟espressione minacciosa che gli disse: -Cosa ci fai nel mio territorio, non sai che qui comando io e tutti hanno paura di me?-

Insieme giocavano, correvano, cercavano il cibo e si aiutavano a vicenda in tutte le situazioni. Fu un periodo felice, ma purtroppo qualcosa di brutto stava per succedere : il barboncino

rimase vittima dei cacciatori che lo scambiarono per una lepre. Lucky era di nuovo triste e solo, abbandonò il branco e partì in cerca di fortuna. Poco dopo venne catturato da un accalappiacani che lo portò al canile comunale. Lucky si sentiva sempre più solo, c‟erano altri cani , ma divisi, Lucky sentiva sempre di più la mancanza di una famiglia . Un giorno arrivarono una bambina e la sua mamma alla ricerca di un cane. Guardarono fra le gabbie e ad un certo punto gli occhi della bambina incontrarono quelli di Lucky, fu uno sguardo intenso : Lucky aveva ritrovato una famiglia.

Walid Mezgour 1C

Ad un tratto distinsi una figura. Ma sì, era lui, il più grande scienziato di tutti i tempi, colui che mi aveva sempre affascinato: Leonardo da Vinci. Era l‟unico che poteva capirmi e riportarmi nel 2000. Lo seguii nel

suo laboratorio pieno di eliche e ingranaggi, lui stava scrivendo su una pergamena, ma a un tratto mi squadrò e mi chiese: -Cosa hai nel collo? Io mi toccai e sentii una specie di sasso: era il frammento di meteorite. Insieme costruimmo una macchina del tempo. Il giorno in cui volevamo provarla era arrivato, ma il tempo non suggeriva niente di

buono: il cielo era scuro, di lì a poco sarebbe arrivata una tempesta.

Lucky, che era un bassotto dal carattere mite, rispose: -Calma, non voglio prendere il tuo territorio, sono solo, ho bisogno di compagnia, posso restare con te? -Fido, così si chiamava l‟altro

cane, lo accolse nel branco di cui era capo; per Lucky era iniziata una nuova vita da randagio. Nel branco c‟erano cani di ogni tipo: simpatici, antipatici, litigiosi, egoisti,ma lui fece amicizia con un barboncino dal pelo corto e bianco, pieno di macchie e di striature grigiastre.

Il cinghiale, infuriato, all‟improvviso si accorse del cane, emise subito dei grugniti rabbiosi e lo attaccò. Fu una lotta furibonda, il

cinghiale colpiva il cane con le corna e si difendeva mordendolo e graffiandolo. Il cane ebbe la meglio, solo qualche ferita superficiale, invece l‟altro animale si allontanò piuttosto mal ridotto. Lucky continuò il suo viaggio fino alla fine del bosco dove c‟era una grande discarica, era piena di divani e di altri oggetti dimenticati.

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IL MIO AMICO ARGO

Ricordo che quella fu una giornata terribile… Era iniziata così bene: ero nella calda automobile dei miei padroni e stavo andando in vacanza. Poi mi ero ritrovato sul duro asfalto. Ero spaventato e non capivo cosa mi fosse successo. All‟improvviso fui abbagliato da una luce fortissima. Seguendo il mio istinto mi scansai e, con un balzo, mi tolsi subito dalla strada. Ora sì che avevo paura: ero solo ed era buio. Sentivo il soffocato verso di un gufo e il terribile ululato di un lupo: i peli mi si rizzarono sulla schiena, mi sembrava di essere caduto nel

peggiore degli incubi. Trovai riparo sotto un albero e mi stesi su un morbido letto di muschio. Cercai di capire perché i miei amati padroni mi avessero abbandonato. Stremato, mi addormentai immediatamente nonostante i pensieri. Mi svegliai presto la mattina dopo: avevo ancora un gran sonno e molta sete. Mi diressi barcollando verso un fiume. Mentre mi dissetavo, vidi arrivare una barca guidata da un uomo dall‟espressione benevola. Presi la rincorsa e balzai sull‟imbarcazione che era diretta in città. Mi stesi sul fondo della barca e mi addormentai. Arrivati al porto, attraccammo e io scesi tranquillamente. Gironzolai un po‟ e sgraffignai qualcosa da mangiare. Decisi poi di recarmi allo

zoo dove fui scambiato per un lupo e fui costretto a scappare a tutta velocità dal bastone del custode. Avevo vissuto, in breve tempo, avventure troppo emozionanti, perciò mi fermai a riprendere fiato e a riflettere. Vidi un altro cane vicino a una panchina. Mi avvicinai e gli chiesi:-Come ti chiami? -Io mi chiamo Argo e tu? -Che bel nome che hai. Io mi chiamo Toby. –Sei solo?-chiese Argo –Sì,-risposi- sono stato abbandonato e ora sono un randagio. -Ma cosa vuol dire randagio?- chiese incuriosito Argo. -Vuol dire essere senza una casa, senza un padrone, ma vuol anche dire essere libero di fare ciò che si vuole e di girare il mondo- risposi. Dopo questo breve dialogo diventammo amici. Insieme andavamo a rubare i panini, le salsicce, lo zucchero filato, le patatine, i gelati. Facevamo una vita allegra, spensierata e avventurosa. Dormivamo qua e là; una sera trovammo una cantina abbandonata dove c‟era un letto e una coperta, così potevamo stare comodi e al calduccio. La mattina, appena alzati, spesso andavamo in piazza a spaventare i piccioni e le colombe e ci

divertivamo un mondo senza pensare troppo al futuro. Avevo iniziato una nuova vita con il mio amico Argo.

Isacco Bruni I C

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ALLA RICERCA DEL TESORO

Una volta arrivato dal capitano, il pirata se ne andò e chiuse la porta. Il capitano cominciò a farmi tante domande su dove si trovava il tesoro e su come ci si andava.

Io gli risposi che se voleva il tesoro, doveva condividerlo con me e doveva farmi diventare il capitano del veliero per poter guidare fino all‟isola. Il capitano accettò l‟accordo e mi diede il cappello da comandante. Dopo due giorni, di viaggio arrivammo sull‟isola deserta e io li guidai fino al punto dove si trovava il tesoro.

Il capitano e i suoi marinai mi inseguirono, ma poi persero le tracce. Avevo una gran fame e non sapevo cosa mangiare, così mi arrampicai su un albero, presi una noce di cocco e la feci cadere per romperla. Una volta riprese le forze, tornai sulla nave dove non c‟era nessuno. Presi una carabina e tornai nella mia grotta. Pensai a quello che avevo visto nella mappa prima di bruciarla e mi accorsi che il tesoro era da un‟altra parte: era sopra la montagna più alta. Appena uscii dalla grotta, i pirati mi stavano cercando.

Impugnai la carabina e mi misi a correre a più non posso verso la montagna. Mi trovai un pirata davanti così caricai il fucile e sparai un colpo, la pallottola andò a finirgli in una gamba. Presi la strada che portava al tesoro e rallentai il passo. Fu un percorso molto lungo e faticoso, ma riuscii ad arrivare. Scavai e presi la cassa contenente il tesoro. Quando scesi dalla montagna, i pirati mi aspettavano con i fucili puntati. Il capitano mi venne incontro e ci dividemmo il bottino: glielo avevo promesso e mantengo sempre la parola e poi non era certo il momento di farlo arrabbiare. Soddisfatto, mi diede una scialuppa di salvataggio e mi lasciò tornare a casa.

Mi svegliai su un veliero molto grande. In lontananza si vedeva un‟isola coperta di vegetazione, forse disabitata. Mi avevano catturato i pirati perché solo io conoscevo il punto in cui si trovava il tesoro, in quell‟isola deserta. Mi avevano rinchiuso nella stiva ed io battevo continuamente i pugni sulla porta per uscire.

Tutti i marinai presero le pale e scavarono dove dissi io. Dopo alcuni minuti di lavoro, avevamo fatto una bella buca,

ma, per mia sfortuna, non c‟era nulla. Allora il capitano mi puntò la pistola addosso e mi disse che se volevo sopravvivere dovevo dirgli dove era il tesoro. Con un balzo mi nascosi dietro un cespuglio. La pistola sparò un colpo a vuoto. Con la massima velocità scappai su una collina e mi rifugiai dentro una grotta.

Ad un certo punto sentii una chiave entrare nella serratura e girare. La porta si aprì ed ebbi davanti un pirata con un uncino al posto del

braccio ed una gamba di legno. Aveva inoltre un occhio bendato con una fascia nera. Teneva in mano una sciabola e mi disse di andare nell‟ufficio del capitano. Lui mi seguì con la spada puntata verso di me.

Ci misi molti giorni, ma ci riuscii. Appena arrivai a casa con la mia parte di tesoro, i miei genitori non credevano ai loro occhi: si congratularono molto e cominciammo a fare un sacco di progetti per il futuro, Non rividi più quei brutti ceffi,diventai ricco, vissi una vita agiata e senza preoccupazioni,però,di tanto in tanto,quando ci pensavo…. mi mancava l‟avventura con i suoi rischi e le sue

emozioni. Classe 1D

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PERCHÉ LA LUCCIOLA ILLUMINA? Tanto tempo fa, quando gli dei crearono gli animali diedero vita anche ad un piccolo insetto, era un animale buono ed innocuo, viveva in armonia con tutti ed era chiamato Ola. A volte, però, di notte, quando la luna e le stelle erano coperte dalle nuvole, non si vedeva niente. Chi avrebbe potuto fare un po‟ di luce in quelle notti buie e tenebrose? Gli dei si posero questa domanda e, dopo aver pensato e ripensato, giunsero ad una conclusione:dovevano chiedere

consiglio a Lux, la dea della luce che amava infinitamente le stelle e tutto ciò che rischiarava l‟ oscurità. Lei non poteva permettere che neanche una luce brillasse e rischiarasse il buio del mondo, quindi decise di inventare delle piccole stelle che si accendevano e si spegnevano.

La loro luce era ad intermittenza ed era talmente bella che gli uomini volevano catturare le Lucciole, così la dea aveva chiamato quei piccoli insetti, dopo aver donato loro lo splendore e una nuova identità. Gli esseri umani, affascinati da quelle piccole creature luminose, che brillavano nelle notti d‟estate, cominciarono a ricorrerle, a stringerle tra le mani fino a ferirle o

addirittura a ucciderle, spegnendo così per sempre il loro magico bagliore. La dea, indispettita con gli esseri umani, che cercavano di afferrare le lucciole, decise che se avessero continuato a toccarle, avrebbe spento all‟istante quelle piccole fiammelle di vita. E per questo ancora oggi, nelle notti d‟estate, si possono vedere le lucciole, ma per godere della loro luce non bisogna toccarle.

ANNABEL OGNI RICCIO UN CAPRICCIO

C‟era una volta una principessa di nome Annabel.

All‟età di dodici anni, un giorno, la bella fanciulla se ne stava sdraiata sul prato del suo magnifico giardino a leggere un libro di poesie, quando il suo educatore la chiamò per le lezioni di storia e matematica. Come al

solito Annabel iniziò a fare i capricci rifiutandosi di andare e chiamò addirittura Estragon “vecchio bacucco”. Quest‟ultimo se ne andò infuriato e, siccome era anche un mago, si recò nel suo antro e lanciò un incantesimo alla principessa capricciosa:-Che ti cadano tutti i ricci finchè non imparerai a fare meno capricci.- Annabel cominciò a perdere i capelli ed i suoi genitori la portarono dai migliori medici del regno, che però non riuscirono a guarirla. Una serva scoprì,

girando per il castello, l‟antro del mago, così andò a riferirlo al re che fece arrestare e condannare a morte Estragon. Quando Annabel seppe della cosa corse,

piangendo, a bloccare l‟ esecuzione. Le sue lacrime, segno di sincerità, caddero sulle mani del mago il quale la liberò dall‟incantesimo così riacquistò i suoi meravigliosi capelli ricci. I suoi genitori contentissimi la abbracciarono, liberarono Estragon e vissero tutti felici e contenti.

Classe 1 D

Alla dea piacevano molto quei piccoli insetti chiamati Ole, che però erano insignificanti, così decise di renderli unici, dando loro una

lucina per illuminare le notti più cupe.

Era bellissima: aveva i capelli biondi, lunghi, ricci e gli occhi verdi. Viveva in un castello dorato, talmente alto che sembrava bucare il cielo azzurro. La fanciulla cresceva circondata da servitori, veniva viziata dai genitori ed alla sua educazione pensava il servo Estragon.

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GIOCHI

Indovinelli

1. Non sto in piedi dritto, ma se mi rompi sono fritto.

2. Quando è scoperto non c’è più. 3. Come scendono in campo i giocatori di

una squadra che giocano in casa? 4. Quando si irrita davvero, si mette a

piangere. 5. Si può prendere solo ad occhi chiusi.

6. Cosa va fare una gallina in tribunale? 7. Qual è il frutto che odiano i pesci? 8. Corre e salta di qua e di là, ma le gambe

non le ha... 9. Sta a casa nei giorni belli ed esce nei giorni

brutti. 10. Se un elefante si siede sul cofano della

vostra macchina, che ora è?

Rebus

7, 5 7,2,6

Per andare con il kitesurf è indispensabile…?

9,1,5,6,9,1,9

( Soluzioni dei giochi a pag. 20 )

A cura della classe IA

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20

DALLE STELLE ALLE STELLE...

ARIETE: siete forti e determinati, non vi arrendete mai, però l‟estate che sta per arrivare metterà a dura prova la vostra tenacia. Coraggio e molta pazienza. TORO: amate la vita e questo sarà il vostro anno, tutti i pianeti vi sono favorevoli, i benefici di Giove si faranno sentire. Auguri. GEMELLI: siete sempre brillanti e vivaci. Siete divisi tra il desiderio di evadere e quello di assumere le vostre responsabilità: smettete di sdoppiare la vostra vita. CANCRO: stregati dalla luna, spesso vi perdete in sogni e fantasie e non portate a termine i vostri impegni. Cercate di rimanere coi piedi per terra. LEONE: siate meno irruenti e aggressivi. L‟estate prevede guadagni inaspettati…però non fate

scommesse, potrebbe essere rischioso. VERGINE: siete sempre permalosi e “perfettini”, cercate di essere più solari e disinvolti…vi gioverà, soprattutto nei rapporti con gli altri. BILANCIA: date sempre il giusto peso alle cose e ciò vi rende equilibrati ed eleganti. Buone prospettive per il futuro.

SCORPIONE: siete sempre molto occupati, cercate di non essere troppo pungenti. Durante l‟ estate staccate la spina. SAGITTARIO: smettete di viaggiare in lungo e in largo, fermatevi un po‟ a riflettere e fate un bilancio della vostra vita. CAPRICORNO: siete testardi e puntigliosi, bevete qualche tisana alle erbe che vi renderà più malleabili. ACQUARIO: siete amanti dell‟acqua, ma non esagerate, potrebbero venirvi fastidiose artriti a cui siete molto predisposti. PESCI: nuotate sempre in coppia, non vi stancate mai? Le stelle saranno a vostro favore tutta l‟estate. Buona fortuna.

A cura della classe I D

(soluzioni dei giochi di pag. 19)

Indovinelli 1) L‟uovo;2)conto corrente;3)in pantofole;4)l‟occhio;5)il sonno;6)va a deporre;7)la pesca;8) la

palla;9)l‟ombrello;10) di cambiarla.

Rebus : AiutARE aMICI; oggETTI DI ValoRE ; CONOsCERE i VENTI, saPERE deCOLLARE e atTERRARE

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