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n. 14 / aprile-giugno 2015 CSP Complessità e sostenibilità nel progetto Studio Roland Snooks reMIX studio Lillian Zeinalzadegan Snøhetta Studio Daniel Libeskind ISSN: 2279-8749

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n. 14 / aprile-giugno 2015

CSP Complessità e sostenibilità nel progetto

Studio Roland Snooks

reMIX studio

Lillian Zeinalzadegan

Snøhetta

Studio Daniel Libeskind

ISSN: 2279-8749

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SommarioDirettore ResponsabileGabriella Padovano

Vice DirettoreCesare Blasi

RedazioneAttilio Nebuloni, Silvia Bertolotti, Vittoria Bellassai

Comitato ScientificoHerman Diaz AlonsoAndreas KiparTarek NagaTom WiscombeCesare BlasiGabriella Padovano

Progetto graficoSergio Antonioli

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3 | EditorialeGabriella Padovano e Cesare Blasi

5 | Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

16 | Studio Roland Snooks 17 | Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol

28 | Museo Nazionale d’Arte della Cina (NAMOC) / Natio-nal Art Museum Of China (NAMOC)

41 | Ponte Nine Elms / Nine Elms Bridge

47 | reMIX studioCon-Cave: Centro Culturale di Bamiyan / Con-Cave: Bamiyan Cultural Centre

66 | Lillian Zeinalzadegan 67 | Canyon Urbani / Urban Canyons

77 | Corridoi cinematici / Cinematic Corridor

86 | Snøhetta 87 | Fondale artificiale / Artifi cial Seabed

89 | Rovdefjordbrua / Rovdefjordbrua

92 | Ponte Wadi Adai / Wadi Adai Bridge

95 | Daniel Libeskind 96 | Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum

107 | Monumento Nazionale per l‘Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument

CSP

n. 14 / aprile-giugno 2015

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Complessità e sostenibilità nel progetto

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editoriale Gabriella Padovano e Cesare Blasi

Nella società contemporanea, in un periodo caratterizzato dalla de-codificazione e dalla de-costruzione, appare illusorio tentare di interpretare la complessità della realtà attraverso un insieme di enunciati e procedure, così come è altamente improbabile che si possa formulare un codice attinente la progettazione, che conduca a definire leggi e regole per l’interpretazione dello spazio e della sua configurazione complessiva.

In questa rivista, che non tende a documentare la produzione corrente, ma a sollecitare la riflessione sugli orizzonti di trasformazione del progetto di una modernità liquida, che si contrappone alla modernità solida della cultura dominante accademica, professionale e istituzionale-politica, la domanda che ci si deve porre è: che cos’è l’architettura?

Forse è una domanda che si può formulare solo quando di fronte al mutamento di paradigma nella disciplina della progettazione ci si mette alla ricerca dei tratti distintivi di una architettura quale arte di formare, di reinventare, di fabbricare nuovi concetti e spazi.

Tale ricerca non cercherà tanto di elencare i punti di anomalia del paradigma dominante quanto di identificare quell’idea di architettura e le sue direzioni di indagine.

Citando Bruno Zevi:” la modernità è quella che fa della crisi un valore e suscita una estetica di rottura”. In questa affermazione si connette crisi e nuova visione e la modernizzazione significa liquefare, fondere i corpi solidi della vecchia modernità e dell’attuale riflusso del New Realism di John Silber e Nikos Salingaros .

Di fronte all’apparato concettuale della cultura

dominante, il primo passo non può che essere il tentativo di spezzare il cerchio istituzionale. Dobbiamo inventare un nuovo sistema concettuale che sospenda e sia in conflitto con i risultati di osservazioni effettuate all’interno del sistema istituzionalizzato.La ricerca sull’architettura deve diventare un momento della riflessione coraggiosa e leale che sveli l’assurdità dell’odierna progettazione urbana e architettonica e dia la possibilitàdi operare una mutazione totale: “trasformare il mercato delle merci, o peggio, la confusione della discussione su di esse, nel regnodove gli angeli avevano timore di posarsi “(D. Libeskind, ), essere, cioè, incoraggiati a intraprendere una avventura nel mistero di una architettura rinnovata.

Secondo le affermazioni di Cornelius Castoriadis: “Una società autonoma, una società autenticamente democratica, è una società che contesta qualunque cosa venga prestabilita e che così facendo libera la creazione di nuovi significati. In tale società, tutti gli individui sono liberi di creare per la propria vita tutti i significati che più desiderano (e possono creare).”

Lungo la struttura relazionale si creano le modifiche che nascono dal fatto che ogni comportamento può interagire con altri comportamenti e indurre adattamenti, gradi di labilità e diverse appropriazioni da parte degli utenti.

Le conseguenze nel prodotto architettura in quanto interrelazione e interazione difficilmente riescono a stare entro i limiti dell’edificio-oggetto e suscitano una diversa conformazione degli spazi architettonici e del linguaggio che ne deriva.

L’approccio è verso uno spazio di mediazione in cui le diverse attività e comportamenti si presentano

In the contemporary society, in a period characterized by de-coding and de-construction, it appears illusory the attempt to interpret the complexity of reality through a set of statements and procedures, as it is highly unlikely that we can formulate a relevant code of design, aiming to define laws and rules for the interpretation of the space and of its overall configuration.

In this magazine, which does not tend to document the current production, but to press for the reflection on the horizons of the transformation of the project of a liquid modernity, as opposed to the solid dominant culture of academic, professional and institutional-political modernity, the question we have to ask is: What is architecture?

Maybe it is a question that can be formulated only when you are facing the paradigm shift in the discipline of design and you search the hallmarks of an architecture as art to form, to reinvent, to manufacture new concepts and spaces.

Such research will not try to list the points of failure of the dominant paradigm but to identify the idea of architecture and its directions of investigation.

Citing Bruno Zevi:”modernity is what makes the crisis a value and raises an aesthetic of ruptur”. In this statement crisis and new vision are connected and the modernization means liquefying, melting the solid bodies of the old modernity and the present ebb of the New Realism of John Silber and Nikos Salingaros.

Facing conceptual apparatus of the dominant culture, the first step can only be an attempt to break the institutional circle. We have to invent

a new conceptual system that would suspend and be in conflict with the results of observations made within the institutionalized system.The research on architecture should become an occasion of brave and loyal reflection that reveals the absurdity of today’s urban and architectural design and gives a chance to operate a total mutation, “transform the market of goods, or worse, the confusion of the discussion on them, in the kingdom where angels were afraid to settle” ( D. Libeskind ), or be encouraged to take an adventure in the mystery of a renewed architecture.

According to Cornelius Castoriadis’s statements: “An independent company, a truly democratic society, is a society that challenges whatever is predetermined and that, doing so, is free to create new meanings. In this society, all individuals are free to create all the meanings that they desire for their lives (and they can create).”

Along the relational structure it is possible to create changes that arise from the fact that all behaviour can interact with others and can induce adaptations, different degrees of lability and appropriation by users.

The consequences in the product “architecture” as interrelationship and interaction, finds a lot of difficulties in keeping within the limits of the building object - and elicits a different conformation of architectural spaces and the language that results.

The approach goes towards an area of mediation in which the various activities and behaviours arise and take possession of the space in a situation of characterization and simultaneously of uncertainty of each specific diversity.

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Gabriella Padovano e Cesare BlasiEditoriale / Editorial

e si appropriano degli spazi in una situazione di caratterizzazione e contemporaneamente di indeterminatezza specifica di ogni diversità.Lo spazio architettonico dell’indeterminatezza è in tal modo lo spazio e la forma corrispondente alla molteplicità di presenze e alla complessità e sostenibilità dei rapporti tra persone diverse, oltre che interazione, in cui la libertà dei rapporti determina le incertezza, mutazioni e innovazioni che diventano gli elementi centrali di un linguaggio architettonico innovativo e di spazi adeguati alla nuova società delle trasformazioni.

L’interazione consente di svelare valori, comprendere diversità, per eventualmente accettare valori più consoni alla propria identità, organizzando gli spazi secondo i principi di una nuova sensibilità che si propone di liberare le energie vitali del mondo della vita, in cui l’apertura ad apporti diversificati si traduca in complessità interattiva e sostenibile.

L’assenza di significati garantiti, di norme di condotte preordinate, di confini prestabiliti tra giusto e sbagliato, appare come la condizione fondamentale per la produzione di spazi complessi per una società autonoma e, al contempo, di persone autenticamente libere.

L’immaginario disciplinare e l’immaginario collettivo hanno bisogno di una nuova prospettazione: pensare lo spazio in una organizzazione che, a partire dalla complessità sostenibile, proietti nuovi visioni di modi di vivere variegate, molteplici, innumerevoli, discontinue e spesso enigmatiche.

The architectural space of indeterminacy is thus the space and the shape corresponding to the multiplicity of appearances and to the complexity and sustainability of relations between different people, as well as interactions, in which the freedom of the relationships determines the uncertainties, the changes and the innovations that become the central elements of an innovative architectural language and of adequate space to the new society of transformations.

The interaction allows to reveal values, to understand diversity, to eventually accept values more suitable to your own identity, by organizing the spaces according to the principles of a new sensibility that aims to liberate the vital energies of the world of life, in which the opening to varied contributions results in an interactive and sustainable complexity.

The absence of guaranteed meanings, preordained rules of conduct, predetermined boundaries between right and wrong, appears as the fundamental condition for the production of complex spaces for an autonomous society and, at the same time, for people genuinely free.

The scholar and collective imaginary needs a new prospectation: think about the space in an organization that, starting from the sustainable complexity, projects varied, numerous, discontinuous and often enigmatic visions of new ways of living.

Frattale / Fractal

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Questo articolo fa risaltare il ruolo della computazione come catalizzatore di una nuova sensibilità spaziale relazionata alla codificazione della percezione ritmica e propone una nuova comprensione dell’architettura basata sulla capacità del progetto digitale di sostituire il suo ruolo comunemente accettato di strumento, dimostrando la potenzialità di attuare aspetti più profondi della disciplina e di rinvigorire il tema del rapporto tra le parti ed il tutto, attraverso la lente della ritmica. La pulsazione introduce la capacità fondamentale delle organizzazioni spaziali di animare e rimodella in modo critico la nostra percezione dello spazio architettonico attraverso le molteplici scale del progetto, codificando un principio digitale e artigianale nella fabbricazione.Tutti i progetti sono di MONAD Studio / Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg.

Ritmo come codice / Rhythm as Code Eric Goldemberg*

Le singolarità della ritmica “Secondo Lyotard in un determinato ritmo, la condizione per la ripetizione - identità formale e regolarità - deve in qualche modo interessare un oggetto matrice, il cui scopo è quello di comprimere tali regolarità e distruggere tali identità nella propria spinta verso la “forma cattiva”. Il battito in sé, composto da estinzione e ripetizione, è la configurazione di questa “forma cattiva”. È la violenza in cerca di forma, in quanto forma di violenza. Nell’arte “alta”, la forma è costruita in modo tale da evitare la violenza di questo ritmo, per raggiungere la permanenza della configurazione, la sua impermeabilità all’assalto. Al contrario, è attraverso le forme culturali più basse e volgari, che la vista è quotidianamente invasa dal

This article highlights the role of computation as catalyst for a new spatial sensibility related to the codification of rhythmic perception. It proposes a novel understanding of architecture based on the ability of digital design to supersede its commonly accepted instrumental role, demonstrating the potential to engage in deeper issues of the discipline and to invigorate a discourse of part-to-whole relationships through the lens of rhythmic affect. Pulsation introduces the fundamental animate capacity of spatial organizations and critically reshapes our perception of architectural space across multiple scales of a project, codifying digital inception and craft through fabrication.Projects by MONAD Studio / Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg.

The Singularities of Rhythmic Affect “According to Lyotard in any given rhythm, the condition for repetition - formal identity and regularity - must somehow be vested in a matrix object whose aim is to collapse such regularities and smash such identities in its own drive toward “bad form”. The beat itself, composed of both extinction and repetition, is the form of this “bad form”. It is the violence lying in wait for form, as it is the form of violence. Within “high art”, form is constructed so as to ward off the violence of this beat, to achieve the permanence of the configuration, its imperviousness to assault. It is, on the contrary, through the lowest and most vulgar cultural forms that the visual is daily invaded by the pulsatile: the blinking lights of neon signs; the “flip books” through which the visual inert

Violino / Violin (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg, in collaboration with musician Scott F. Hall)

Violino / Violin (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg, in collaboration with musician Scott F. Hall)

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

pulsare: luci lampeggianti di insegne al neon; i “libri capovolti” attraverso cui l’inerte visivo è spinto nel suggestivo osceno; gli effetti stroboscopici di flipper e videogiochi (e tutto ciò riguarda il battito insistente ed impetuoso della musica rock nelle autoradio o, senza voce, nelle cuffie portatili”.—Rosalind Krauss [1]

La pulsazione sposta la discussione su esperienze di architettura che fanno ampio uso della capacità operativa fondamentale della progettazione digitale per svelare qualità affettive/percettive dello spazio attraverso l’articolazione ritmica. C’è un cambiamento di paradigma nella percezione spaziale per l’intenso uso di tecniche computazionali in architettura e la capacità di elaborare e manipolare grandi quantità di dati, tali per cui il ritmo gioca un ruolo attivo nella formazione dello spazio e nell’articolazione della

tettonica, con una rivendicazione fisica di campo e non solo come semplice elemento incorporato o indicizzato nella struttura. L’attività pulsante che deriva da un’intensa progettazione digitale, non è rivelata solo nei vincoli strutturali o programmatici, ma assume una presenza molto più importante nell’articolazione della topologia delle costruzioni, creando patterns che operano una transizione alle diverse scale della rappresentazione, rinvigorendo la capacità dell’ornamento di dare carattere e indurre stati d’animo, ambiente e atmosfera, attraverso lenti percettive e di associazioni emozionali, ri-tonizzate e modificate.Un’attenta lettura del progetto contemporaneo, guidata dal digitale, rivela sensazioni che trasudano di ritmi pulsanti nell’articolazione delle superfici architettoniche, rafforzate dal battito crescente di una maggiore consapevolezza di dettaglio nella sensibilità

is propelled into the suggestive obscene; the strobe effects of pinball machines and video games –and all of this undergirded by the insistent beat of rock music surging through the car stereos or leaking voicelessly through portable headsets.”—Rosalind Krauss [1]

Pulsation situates the discussion of architecture practices that make extensive use of the fundamental operational capacity of digital design to unveil affective-perceptual qualities of space by means of rhythmic articulation. There is a paradigm shift in spatial perception due to the intense use of computational techniques in architecture and the capacity to process and manipulate massive amounts of data, whereby rhythm is now perceived as playing an active role in the formation of space and the tectonic articulation,

claiming the foreground figural field and not just merely embedded or indexed in the structure. The pulsating activity that results from intense digital design is not just revealed through structural or programmatic constraints but is now taking a much more important presence in the articulation of the topology of buildings, creating patterns that operate to transition the diverse scales of representation, reinvigorating the capacity of ornament to provide character and induce moods, ambiance and atmosphere through the modified, re-tuned lens of spatial perception and affective alliances.A close reading of digitally-driven, contemporary design reveals sensations oozing from pulsating rhythms in the articulation of surfaces in architecture, energized by the beat surging from an increased awareness of detail within a sensibility of topological tectonics; rhythmic effects accentuate the

SonicEnvironment / SonicEnvironment (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg, in collaboration with musician Scott F. Hall)

SonicEnvironment / SonicEnvironment (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg, in collaboration with musician Scott F. Hall)

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

di topologie tettoniche; effetti ritmici accentuano l’immagine residua di un ornamento minuzioso come una traccia, un indice di attività registrato su membrane architettoniche che codificano la differenza e la trasformazione dello spazio. Il feedback è lo scambio tra la parte ed il tutto, che può essere permeato nel disegno, come definito da queste categorie:

>> Emozione accurata (forma e/o modulo)Questa categoria interessa gli ostinati elementi della sensibilità stilistica, rappresentati tramite un controllo preciso della forma e della figura. R.E. Somol suggerisce che in una “ricerca della disciplina che insiste sulla chiarezza e la precisione delle proposte irragionevoli, esercitando un controllo dimensionale su materiali, configurazioni e affetti che resistono alla

descrizione ... permette all’architettura (di) esprimere l’impossibile: contorsione, sensualità misurate, un rigore surreale”. Così, il rumore della rappresentazione, le porzioni non definite ed enfatizzate dei disegni, sono le rappresentazioni più vivaci ed accurate delle nostre emozioni.

>> Perturbazione animata (prestazioni e/o programma)Questa categoria è interessata all’impulso sensoriale, alla distinzione funzionale ed alla separazione imposta nell’architettura per distribuire un utente o un determinato rapporto programmatico del pubblico. Questa perturbazione è legata alla forte nozione dell’esperienza e del comportamento formale. Una sua possibile rappresentazione potrebbe essere un tentativo di dare agli utenti un esempio di ciò che può

afterimage of detailed ornament as a trace, an index of activity registered upon architectural membranes which codify spatial transformation and difference. Feedback is the exchange between part and whole that can be imbued through our design, as defined by these categories:

>> Accurate Emotion (shape and/or form)This category is about the unapologetic elements of stylistic sensibility, represented through a precise control of form and shape. R.E. Somol suggests that in a “pursuit of discipline that insists upon a clarity and precision with regard to unreasonable propositions, exerting a metric control over materials, configurations and affects that resist description...allows architecture (to) deliver the impossible: contortion, a

measured erotics, a surreal rigor.” In this way, the representational noise, the undefined and overstated portions of drawings, are the liveliest and most accurate depictions of our emotions.

>> Animate Disruption (performance and/or program)This category is interested in sensory impulse, functional distinction and imposed separation within architecture to dislocate a user, a charged programmatic relationship with an audience. This disruption is tied into a keen notion of experience and behavior through form. A possible representation of this could be an attempt to give users a sample of what can be enacted through an architectural relocation vis-à-vis a certain proposition of movement in space. A generous

SonicEnvironment / SonicEnvironment (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg, in collaboration with musician Scott F. Hall)

SonicEnvironment / SonicEnvironment (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg, in collaboration with musician Scott F. Hall)

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

essere attuato nell’architettura con un trasferimento vis-à-vis di una certa proposta di movimento nello spazio. Una rilevante piega di forma ed evento può essere vista nei ritmi del feedback. Come Robin Evans suggerisce, questa attenzione alle interruzioni d’animazione dovrebbe essere ‘potente nell’architettura, piuttosto che latente’.

>> Seduzione resistente (comportamento e/o atmosfera)L’ossessione contemporanea per il comportamento e l’atmosfera può essere affrontata attraverso il feedback. Esso è abbastanza robusto per comprendere sia aspetti fisici che immateriali che interessano l’energia, il clima, il suono e l’ottica. Questa categoria può comprendere diverse accezioni nel campo dell’architettura, dell’installazione e della musica. Merleau-Ponty

suggerisce che “il mio corpo e quello dell’altra persona sono un tutt’uno, due facce di uno stesso fenomeno, e l’esistenza anonima di cui il mio corpo è la traccia perenne, abita d’ora in poi contemporaneamente in entrambe i corpi”, che potrebbe aprire la discussione sulla capacità di sedurre un utente nella quantità di feedback di un ambiente.

Un codice emergente di percezione sensualeDai paradigmi spaziali basati sul movimento alla sua base, la “pulsazione” crea una consapevolezza di percezione sensuale legata al movimento, un rapporto enigmatico tra spazio e ed erotismo, non diverso dall’oscuro rapporto tra filosofia e sesso.Nel sesso è possibile trovare la storia di un grido, un ritmo, una sincope, una parola strappata dal corpo, bruciata dal piacere. È la storia dei ritmi che

folding of shape and event can be seen through the rhythms of feedback. As Robin Evans would suggest, this focus on animated disruptions should be ‘potent in architecture, rather than latent.’

>> Frictional Seduction (behavior and/or atmosphere)The contemporary obsession around behavior and atmosphere can be teased out within the vehicle of feedback. It is robust enough to encompass both the physical and immaterial realms in discussions of energy, climate, sound and optics. This category can encompass several outliers in the realm of architecture, installation and music. Merleau-Ponty’s suggests that “my body and the other person’s are one whole, two sides of one and the same phenomenon, and the

anonymous existence of which my body is the ever-renewed trace, henceforth inhabits both bodies simultaneously,” which might open the discussion on the ability to affectionately seduce a user through the amount of feedback in an atmosphere.

An Emergent Code of Sensual PerceptionGiven its lineage of motion-based spatial paradigms, “Pulsation” creates an awareness of sensual perception related to movement, an enigmatic relationship between space and eroticism, not unlike the obscure relationship between philosophy and sex.In sex can be found the history of a cry, a rhythm, a syncope, a word wrenched from the body, scorched by jouissance. It is the history of the rhythms that crop up in speech well below the level of words but that constitute the history of speech, its soul,

PS1-MoMa / PS1-MoMa (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcbe PS1-MoMa / PS1-MoMa (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcbe

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

crescono nel discorso ben al di sotto del livello del parole, ma che costituiscono la storia del discorso stesso, la sua anima, come si dice dei finissimi fili avvolti mille volte nella guaina di una corda e che potrebbero rompersi senza indebolire il filo. Questo ritmo è l’ordine intimo del pensiero, la sua architettura silenziosa, la sua principale ragione d’essere. Merleau-Ponty si esprime così: “Il mio corpo e quello dell’altra persona sono un tutt’uno, due facce di una stesso fenomeno, e l’anonima esistenza di cui il mio corpo è la traccia continuamente rinnovata, abita ormai contemporaneamente i due corpi” [2]. Queste due facce dello stesso fenomeno determinano una sequenza, una scansione musicale che appare; dove il corpo inizia e finisce in cui lo spazio è inizio e termine. Tutta la storia della codifica riguarda la visualizzazione di questo ritmo, il che comporta rinunciare a ciò che

ha inghiottito, per così dire, così che il ritmo possa caricare l’architettura con qualcosa di diverso del significato di una parola, una frase, una storia.La filosofia si è esiliata una volta per tutte dalla questione del ritmo e dell’architettura tutta, l’architettura che è prima di tutto un ritmo, un passo; l’architettura come genialità di spazio nella materia, tra le parole, nelle parole, nello spazio, parole che scandiscono il silenzio, per fermarlo.Per quanto riguarda questa architettura, la filosofia può solo sorvolare, interpretare, chiedersi perché il ritmo si presenta immediatamente con il pensiero. Il ritmo (cioè, l’architettura) vive immaginato come un prerequisito base per ogni pensiero. All’interno di tutta l’architettura c’è un grido, c’è un discorso estratto con forza dal silenzio o dalle urla. Ma l’architettura non può aderire direttamente a questo discorso, se non

as is said of the very fine threads wound around a thousand times inside the sheath of a rope and that may break without appearing to weaken the strand. This rhythm is the intimate order of thought, its silent architecture, its main reason for being.Merleau-Ponty put it this way: “my body and the other person’s are one whole, two sides of one and the same phenomenon, and the anonymous existence of which my body is the ever-renewed trace henceforth inhabits both bodies simultaneously.” [2]These two sides of the same phenomenon cause a sequence, a musical scansion, to appear; where the body begins and ends is where space begins and ends. The whole history of encoding is about rendering this rhythm, making it give up what it has swallowed, as it were, so that the rhythm can charge the architecture with something other than the

meaning of a word, a sentence, a story.Philosophy has exiled itself once and for all from the question of rhythm and of all “architecture”, the architecture that is first of all a rhythm, a step; architecture as the genius of spacing within matter, between words, within words, in space, words that come to scan silence, to stop it.Concerning this architecture, philosophy can only gloss, interpret, wonder why rhythm is present as soon as there is thought. Rhythm (that is, architecture) inhabits thought like a matrix prerequisite to all thought. Encoded within all architecture there is a cry, there is speech extracted by force from silence or from screams. But architecture cannot accede directly to this speech either through meaning or through language; it can more effectively do it spatially, viscerally. Philosophy,

Torre Segui / Segui Tower (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcbe Torre Segui / Segui Tower (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg)

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

attraverso il significato o il linguaggio; può farlo più efficacemente in termini spaziali, in modo viscerale. La filosofia, da parte sua, si è posta in prossimità di questa musica pacata. Non può aderirvi e nemmeno soffocarne il suono, dal momento che pure la filosofia, come il linguaggio, ha le sue origini in quella stessa musica. Cosa la filosofia invidia nel sesso è proprio il fatto che quest’ultimo abita questo ritmo.Niente struttura il sesso, ma il rapporto primordiale tra il ritmo (corpo, pelle, sangue, miscugli, saliva, sofferenza, piacere) che contiene la pulsazione iniziale dell’abitare nel luogo dove lo spazio è nato, nel luogo in cui le balbuzie primordiali si confondono con il corpo e con il mondo, con l’anima e con la materia. Questa nozione primordiale di ritmo si lega alle pratiche del progetto contemporaneo nelle singolarità del battito, come una condizione fondamentale per la

percezione dello spazio, un agente per la produzione sintetica di codici nell’architettura, che vanno dal generale al particolare.Cos’è il Ritmo?Durata, Ripetizione e differenza in ArchitetturaLa pulsazione si applica anche al suono ed al ritmo, dove un impulso dà una linea guida per l’articolazione, un filo da tirare, che spinge avanti e verso un luogo da attraversare e circoscrivere. Il ritmo appare come un tempo ordinato, governato da leggi razionali, ma in contatto con ciò che è meno razionale dell’essere umano: il vissuto, il carnale, il corpo. Tempo e spazio, il ciclico ed il lineare, esercitano un’azione reciproca, si misurano tra loro; ognuno si forma ed è la misurazione della misura; tutto è ripetizione ciclica attraverso ripetizioni lineari.Il ritmo è il prodotto di momenti di intensità, accenti

for its part, has taken up a position in the vicinity of this muted music. It can neither join in the music nor stifle the sound, since philosophy, too, as language, has its origins in that same music. What philosophy envies in sex is precisely the fact that sex inhabits this rhythm. Nothing structures sex but the primordial relation to rhythm—body, skin, blood, mixtures, saliva, suffering, pleasure—that contains the initial pulsation of the living—in the place where space is born, in the place where the earliest stammering mingles with the body and with the world, with the soul and with matter.This primordial notion of rhythm is harnessed by contemporary design practices concerned with the singularities of beat as a fundamental condition to spatial perception, an agency for the production of synthetic part-to-whole codes in architecture.

What is Rhythm? Duration, Repetition and Difference in ArchitecturePulsation also applies to sound and rhythm, where a pulse provides a guideline for articulation, a thread to pull, which pushes back and pushes forward, a locus to navigate around and through. Rhythm appears as regulated time, governed by rational laws, but in contact with what is least rational in human being: the lived, the carnal, the body. Time and space, the cyclical and the linear, exert a reciprocal action, they measure themselves against one another; each one makes itself and is made a measuring-measure; everything is cyclical repetitions through linear repetitions.Rhythm is born of moments of intensity,

Installazione Stuck Together Pieces / Stuck Together Pieces Installation (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg)

Installazione Stuck Together Pieces / Stuck Together Pieces Installation (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg)

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

incommensurabili che creano estensioni disuguali di durata. Mentre il misura presuppone la divisione di un tempo uniforme, il ritmo presuppone un periodo di fluttuazione, di molteplici velocità e relazioni reversibili. Il paradosso: il ritmo sembra naturale, spontaneo, senza regole diverse dal suo svolgimento. Eppure il ritmo, sempre particolare (musica, poesia, danza, architettura, ecc.) implica sempre una misura. Ovunque dove vi è ritmo, c’è una misura, cioè legge, un vincolo calcolato e previsto, un progetto.La ripetizione periodica codifica un ambiente, ma si deve distinguere la misura (o metro) di tale ripetizione, dal ritmo che si verifica tra due ambienti, o tra quest’ultimi e il caos (come l’ambiente di tutti gli ambienti). La misura implica la ripetizione dell’Identico, un preesistente, un pattern auto-identico che viene ripetutamente riprodotto, mentre il ritmo è il Disuguale o l’Incommensurabile, sempre in un

processo di trans-codifica, ed opera in uno spazio-tempo omogeneo, ma con blocchi eterogenei.Il ritmo è la differenza, o la relazione (l’in-between), dove gli ambienti comunicano tra loro, con se stessi (come collezioni di sub-ambienti) e con il caos. Il ritmo non è un prodotto secondario della misura di un ambiente, ma un componente primario dello stesso.Si consideri il corpo umano. Il suo ambiente interno è composto da vari elementi (cuore, polmoni, cervello, ecc.), ognuno con il proprio indice di ripetizione. I ritmi del corpo, tuttavia, trovano forma tra i vari ambienti e sub-ambienti, la misura regolare del cuore, per esempio, fluttuanti in relazione a stimoli ormonali e neurali, cambi nella frequenza del respiro, alterazioni nell’ambiente esterno, e così via. In un certo senso, la ripetizione periodica del cuore produce ritmo, ma non riproducendo una misura identica ed isolata dagli altri ambienti. Il suo metro regolare è un impulso vitale,

incommensurable accents that create unequal extensions of duration. Whereas meter presumes an even division of a uniform time, rhythm presupposes a time of flux, of multiple speeds and reversible relations. The paradox: rhythm seems natural, spontaneous, with no law other than its unfurling. Yet rhythm, always particular (music, poetry, dance, architecture, etc.) always implies a measure. Everywhere where there is rhythm, there is a measure, which is to say law, calculated and expected obligation, a project.Periodic repetition encodes a milieu, but one must distinguish the measure (or meter) of such repetition from the rhythm that occurs between two milieus, or between a milieu and chaos (as the milieu of all milieus). Measure implies the repetition of the Same, a preexistent, self-identical pattern that is reproduced over and

over again, whereas rhythm is the Unequal or Incommensurable, always in a process of trans-coding, operating not in a homogeneous space-time, but with heterogeneous blocks.Rhythm is difference, or relation - the in-between whereby milieus communicate with one another, with themselves (as collections of sub-milieus), and with chaos. Rhythm is not a secondary by-product of a milieu’s measure, but a primary constituent of that milieu. Consider the human body. Its internal milieu is made up of various elements –the heart, lungs, brain and so on- each with its own rate of periodic repetition. The rhythms of the body, however, take place between various milieus and sub-milieus, the heart’s regular measure for instance, fluctuating in response to neural and hormonal stimuli, changes in breathing rate, alterations in the external environment, and so on. In a sense, the heart’s

Memoriale per le vittime dello Tsunami / Tsunami Memorial (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg)

Memoriale per le vittime dello Tsunami / Tsunami Memorial (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg)

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

non una riproduzione in sé, la cui regolarità e la variabilità sono inseparabili dai ritmi inter-ambientali della differenza. Deleuze e Guattari affermano che “un ambiente esiste davvero in virtù della ripetizione periodica, ma tale ripetizione ha solo l’effetto di produrre una differenza da cui l’ambiente passa in un altro ambiente. È una differenza ritmica e non una ripetizione che tuttavia produce; ma questa ripetizione non ha nulla a che fare con una misura riproduttiva” [3].Sappiamo che il ritmo è lento o vivace solo in relazione ad altri ritmi, ma ognuno ha il proprio ritmo e la propria specifica misura: velocità, frequenza, consistenza.Le nostre sensazioni e percezioni, che continuamente e pienamente appaiono, contengono delle figure ripetitive che le celano. Noi stessi celiamo la diversità dei nostri ritmi: a noi stessi,

corpo e carne, siamo quasi oggetti periodici.Secondo Deleuze, una successione di istanti non costituisce un tempo più di quanto esso non induca a scomparire; indica solo il continuo momento della sua nascita. Il tempo è costituito solo nella sintesi originaria che opera sulla ripetizione di istanti, e riguarda un presente vivo in cui il passato ed il futuro non indicano istanti separati, ma dimensioni di un presente che impegnato nella contrazione.L’architettura della pulsazione celebra la durata, accresce la nostra consapevolezza dello scorrere del tempo collegato nella forma; per Bergson, la durata è il continuo progresso del passato che rode nel futuro e cresce mentre avanza. La durata comporta un processo di ripetizione e differenza, è irreversibile, in quanto la coscienza non può ripassare attraverso lo stesso stato; non possiamo vivere un singolo momento più e più volte. La

periodic repetition produces rhythm, but not by reproducing an identical measure and not in isolation from other milieus. Its regular meter is a vital pulse, not a reproduction of the same, whose regularity and variability are inseparable from the inter-milieu rhythms of difference.Hence Deleuze and Guattari assert that “a milieu does indeed exist by virtue of periodic repetition, but such repetition only has the effect of producing a difference through which the milieu passes into another milieu. It is difference that is rhythmic, and not repetition, which, however, produces it; but that productive repetition has nothing to do with a reproductive measure.”[3]We know that a rhythm is slow or lively only in relation to other rhythms, but each rhythm has its own and specific measure: speed, frequency, consistency.

Our sensations and perceptions, in full and continuous appearances, contain repetitive figures, concealing them. We contain ourselves by concealing the diversity of our rhythms: to ourselves, body and flesh, we are almost objects of periodicity.According to Deleuze, a succession of instants does not constitute time any more than it causes it to disappear; it indicates only its constantly aborted moment of birth. Time is constituted only in the originary synthesis which operates on the repetition of instants, and concerns a living present in which past and future do not designate separate instants but rather dimensions of a present that are involved in contraction.The architecture of pulsation celebrates duration, enhances our awareness in terms of time-passage indexed in the form; for Bergson duration is the continuous progress of the past which gnaws into

Padiglione Wolfsonian / Wolfsonian Pavilion (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg) Padiglione Wolfsonian / Wolfsonian Pavilion (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg)

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

nozione di durata è incorporata nelle ritmiche, palpitanti e vibranti strategie per l’articolazione delle membrane che estendono le qualità tettoniche all’esperienza spaziale; una moltitudine di componenti sincronizzati che irradiano micro-alleanze tra le parti, distribuendo motivi ornamentali che danno carattere ed atmosfera all’architettura.

Ritmo e rumore: Porre un Gradiente di Ritmiche SingolaritàIn una serie di architettura, design ed attività artistiche di pulsazione, esistono delle distinzioni che le differenziano a seconda degli specifici effetti spaziali ottenuti, che originano da determinate tecniche di progettazione generativa, come l’aggregazione cellulare, la superficie singola, la modularità morbida, il comportamento adattivo, ecc. Per un occhio inesperto, tutte le pratiche indotte dalla tecnologia digitale si assomigliano. Eppure la logica computazionale di ciascuna di queste tecniche e metodologie produce una gamma unica di effetti spaziali e materiali, guidata da differenze metodologiche e tecniche apparentemente sottili, ma che producono una differenza radicale nel risultato architettonico. Anche se è una metafora abusata, un valido confronto può essere fatto con il campo della musica e, talvolta, nella differenza polemica tra suono e rumore.Pratiche architettoniche di pulsazione, spesso volte estendono questa distinzione, esplorando l’intera gamma di potenzialità che risiede nel gradiente, calcando quella linea e rischiando, per così dire, l’assunzione che “è solo rumore”.Musicisti e musicologi spesso impiegano una nozione tecnica molto stringente, in base alla quale un suono è un rumore solo se la sua frequenza di origine non è periodica e quindi priva di un determinato tono, o almeno relativamente casuale alla percezione umana. In questi casi l’onda sonora appare irregolare, per offrire un tono determinato in relazione ad altri

suoni. I suoni sono distinti normalmente dai rumori in relazione alla ricchezza del timbro. L’amplificazione elettronica selettiva è il mezzo migliore per realizzare un’armonica arricchita, preservando un determinato tono. La musica che ne risulta può quindi essere conforme alle aspettative di melodia ed armonia, espandendosi in un’altra dimensione. I musicisti rock sfruttano la tecnologia per nuovi e più ricchi timbri, pur mantenendo contorni melodici riconoscibili. In modo analogo, i progettisti esperti di tecnologie digitali sono in grado di controllare le complesse operazioni di codifica che guidano le sorprendenti condizioni architettoniche ben oltre i limiti della rappresentazione e, facilitata da processi di fabbricazione digitale, nel regno dell’esplorazione dei materiali in scala 1:1. Il ritmo è coinvolto nella genesi così come la materializzazione delle atmosfere che influenzano la nostra percezione sensoriale e l’esperienza dello spazio. La pulsazione cerca di esaminare e sviluppare le pratiche che partecipano a tale discorso primordiale della percezione ritmica, ricco ed intenso, un tema antico e fondamentale, come la rilevanza dei rapporti tra le parti ed il tutto, che ora torna con una rivalsa!

MONAD StudioAspetti di decadenza: un codice provvisorio per atmosfere di pulsazioneUn caso particolare di pulsazione, l’aspetto della “decadenza” -che può essere intesa come una sistemica aggregazione atmosferica- propaga il dispiegamento di moduli generativi legati alla durata, ma ancora più importante, inducendo una dissipazione telegrafata di qualità discrete, per ottenere una percezione collettiva di molteplicità distribuite nell’ambiente. I rapporti tra le parti ed il tutto sono alla base di tale codificazione sintetica, mediando potenzialmente i sistemi naturali e artificiali come cicli produttivi di feedback.Ciò che è in gioco è la trasmissione ritmica, un tipo di nozione riqualificata di decadenza, intesa come un

the future and which swells as it advances. Duration involves a process of repetition and difference, it is irreversible since consciousness cannot go through the same state twice; we cannot live over and over a single moment. The notion of duration is embedded in rhythmic, throbbing, vibrating strategies for the articulation of membranes which extend the tectonic qualities to the spatial experience; a multitude of synchronized components that radiate micro-alliances between parts, distributing ornamental patterns that give character and atmosphere to the architecture.

Rhythm and Noise: Situating a Gradient of Rhythmic SingularitiesWithin the gamut of architecture, design, and art practices of pulsation there exists a range of distinctions that differentiate them, according to the specific spatial effects being pursued, originated in unique generative design techniques such as cellular aggregation, single-surface, smooth modularity, adaptive behavior, etc. To the untrained eye, all digitally driven practices look alike. And yet the encoding logic of each one of these techniques and methodologies produces a unique range of spatial and material effects, driven by seemingly subtle methodological and technical differences but producing radical diversity in the architectural outcome. Even though it has been abused as metaphor, a valid comparison can be made with the field of music and the—sometimes—polemical differentiation between sound and noise. Pulsating architecture practices often times stretch this differentiation, exploring the full range of potential that resides in the gradient, straddling that line and risking, as it were, the assumption that “it is just noise.” Musicians and musicologists often employ a very narrow technical notion, under which a sound is a noise only if its originating frequency is non-periodic and thus of no determinate pitch, or at

least random relative to human perception. In such cases the sound wave appears as irregular, seeming to offer a determinate pitch in relation to other sounds. Sounds are normally distinguished from noises according to the richness of timbre.Selective electronic amplification is the best means of bringing about enriched overtones while preserving determinate pitch. The resulting music can thus conform to expectations of melody and harmony while expanding in another dimension. Rock musicians exploit technology for new and richer timbres while still maintaining recognizable melodic contours. Similarly, digitally savvy designers are able to control complex operations of codification that drive surprising architectural conditions far beyond the limits of representation, and into the realm of direct 1:1 material explorations facilitated by processes of digital fabrication. Rhythm is involved in the genesis as well as the ultimate materialization of atmospheres that affect our sensual perception and our experience of space. Pulsation seeks to examine and bring forth the practices that participate in such primal, rich, and intensive discourse of rhythmic perception, a subject as old and fundamental to the field as the relevance of part-to-whole relationships, now coming back with a vengeance!

MONAD StudioAffects of Decay: A Provisional Code for Atmospheres of PulsationA special case of pulsation, the affect of “decay”—which can be understood as systemic, atmospheric aggregation—propagates the deployment of generative modules indexing duration but more importantly, inducing a telegraphed dissipation of discrete qualities in order to gain a collective perception of multiplicities distributed throughout a milieu. Part-to-whole relationships form the basis of such synthetic codification, potentially mediating natural and artificial systems as productive feedback loops.

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

Kristiansand Performing Arts Center / Kristiansand Performing Arts Center (by MONAD Studio \ Eric Goldemberg + Veronica Zalcberg)

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Eric GoldembergRitmo come codice / Rhythm as Code

meccanismo positivo di comunicazione tra i volumi, un tipo di pulsazioni vibrante capace di impegnare le parti in modo eccelso, includendo qualunque preconcetta gerarchia top-down.Tre categorie principali di ritmo sostanziano il concetto di Pulsazione nel lavoro di MONAD Studio:

1- Ritmi Anastomosici:Una rete proliferante risulta dall’aggregazione regolare di parti o rami di strutture tubolari che creano continuità o diventano continue. Ciò produce tettoniche robuste, molteplicità di transizioni di scala senza soluzione di continuità, che operano in modo sincronico, collegando parti separate di un sistema di ramificazione per formare una rete. Ciò si riferisce anche al collegamento di due strutture, organi o spazi qualunque.• Prestazione/Robustezza: una caratteristica

fondamentale evolutiva dei sistemi complessi. La robustezza è spesso fraintesa con il concetto di invarianza, indipendentemente da stimoli o mutazioni, così che la struttura e i componenti del sistema, e quindi il modo di funzionare, sono inalterati. In realtà, la robustezza è la capacità di mantenere le funzionalità specifiche del sistema contro le perturbazioni, e spesso richiede al sistema di cambiare la modalità di funzionamento in modo flessibile. In altre parole, la robustezza permette cambiamenti nella struttura e nei componenti del sistema a causa delle perturbazioni, ma le funzioni specifiche e le soglie di elasticità delle connessioni sono mantenute.

2 - Ritmi sfarfallanti:Lo sfarfallio fa riferimento al concetto di “persistenza della visione” che è la capacità dell’occhio di mantenere l’impressione di un’immagine per un breve periodo di tempo dopo che quest’ultima è scomparsa. L’evidenza di questo effetto è l’immagine residua generata da più componenti allineati lungo traiettorie curvilinee, capaci di produrre un’immagine persistente

What is at stake is rhythmic transmission, a type of requalified notion of decay understood as a positive mechanism of communication between volumes, a type of vibrational pulsation capable of supreme engagement between parts, subsuming any preconceived top-down hierarchies. Three main categories of rhythms substantiate the notion of Pulsation in the work of MONAD Studio:

1- Anastomosis Rhythms:A proliferating web, it results from the smooth aggregation of parts or branches of tubular structures that make or become continuous. It produces robust tectonics, multiplicities of seamless scalar transitions operating in synchronic fashion, connecting separate parts of a branching system to form a network. It refers also to the connection of any two structures, organs or spaces.• Performance/Robustness: A fundamental feature

of evolvable complex systems. Robustness is often misunderstood to mean staying unchanged regardless of stimuli or mutations, so that the structure and components of the system, and therefore the mode of operation, is unaffected. In fact, robustness is the maintenance of specific functionalities of the system against perturbations, and it often requires the system to change its mode of operation in a flexible way. In other words, robustness allows changes in the structure and components of the system owing to perturbations, but specific functions and elasticity thresholds of joints are maintained.

2 - Flicker Rhythms:Flicker refers to the notion of “persistence of vision” which is the ability of the eye to retain the impression of an image for a short time after the image has disappeared. The evidence of this effect is the afterimage generated by multiple components lined up along curvilinear trajectories, yielding an image

that persists after the visual stimulus causing it has ceased to act. Such stimulus is the embodiment of the aggregation logic of the geometry.• Performance/Gradient Modularity: A system of break-

down of scales is established, in order to produce taxonomic relationships between parts as they effect a cosmology of continuous feedback across the components of the architectural assemblages and their strategic aggregation into surfaces, at different scales.

3- Striation Rhythms:Smooth and striated geometries articulate topological surfaces, alternating the constraining effects of compression and expansion along curvilinear trajectories. Striation operates at different scales, diversifying and organizing program and circulation by means of grafting functionalities along interconnected swaths. Surface aperture is regulated along ‘unzipping seams’ that bifurcate fold lines and synchronize vector gradients across the geometric field.• Performance/Weak Form: Disparate systems become

activated by tenuous, remote and yet robust sets of affiliations by the discipline of surgically articulating edges between parts. A strategy of seaming borders at times provides and subverts hierarchies of architectural systems, giving way to sensation + geometric affect.

Note[1] See Rosalind E. Krauss’ essay “Pulse” in Yve-Alain Bois and Rosalind E. Krauss, Formless: A User’s Guide (New York: Zone Books, 1997):164[2] Maurice Merleau-Ponty, Phenomenology of Perception, trans. Colin Smith (London: Routledge and Kegan Paul, 1962), 354.[3] For an overview of the development of these ideas, see Chapter 1, “Musica Naturans: Deterritorializing the Refrain” in Ronald Bogue’s, Deleuze on Music, Painting and the Arts (New York and London: Routledge, 2003): 16-18

*Principal, MONAD StudioAssociate ProfessorDepartment of Architecture, Florida International University

al cessare dell’agire degli stimoli visivi. Tale stimolo incarna la logica aggregativa della geometria.• Prestazioni/Modularità Gradiente: è stabilito un

sistema di scomposizione delle scale, per produrre relazioni tassonomiche tra le parti in quanto capaci di continui feedback tra i componenti degli aggregati architettonici e la loro unione strategica in superfici, alle diverse scale.

3- Ritmi striati:Geometrie lisci e striate articolano le superfici topologiche, alternando gli effetti vincolanti della compressione ed espansione lungo traiettorie curvilinee. La striatura opera su diverse scale, diversificando ed organizzando il programma e la circolazione, inserendo funzionalità lungo i passaggi interconnessi. L’apertura delle superficie è regolata lungo “cuciture apribili” che biforcano linee di piegatura e sincronizzano i vettori di forza nel campo geometrico.• Prestazioni/Forma debole: i diversi sistemi si attivano da tenui ma solidi e distanti insiemi di affiliazioni alla disciplina di articolare chirurgicamente i bordi tra le parti. Una strategia di cucitura dei confini che a volte fornisce e sovverte gerarchie di sistemi architettonici, per aprire ad interessi geometrico/percettivi.

Note[1] See Rosalind E. Krauss’ essay “Pulse” in Yve-Alain Bois and Rosalind E. Krauss, Formless: A User’s Guide (New York: Zone Books, 1997):164[2] Maurice Merleau-Ponty, Phenomenology of Perception, trans. Colin Smith (London: Routledge and Kegan Paul, 1962), 354.[3] For an overview of the development of these ideas, see Chapter 1, “Musica Naturans: Deterritorializing the Refrain” in Ronald Bogue’s, Deleuze on Music, Painting and the Arts (New York and London: Routledge, 2003): 16-18

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Studio Roland Snooks10 Best Street, Fitzroy North,

VIC, 3068, Australiawww.rolandsnooks.com

1. Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol2. Museo Nazionale d’Arte della Cina (NAMOC) / National Art Museum Of China (NAMOC)3. Ponte Nine Elms / Nine Elms Bridge

Lo Studio Roland Snooks è un avanzato studio di architettura con sede a Melbourne ed interventi a livello internazionale, che si caratterizza per la sperimentazione, mettendo in discussione gli aspetti ordinari e sviluppando soluzioni non convenzionale. Lo Studio indaga sull’impatto delle nuove tecnologie nell’architettura e nelle costruzioni ed è all’avanguardia sui nuovi aspetti del computational design e delle tecniche di fabbricazione robotiche.Il lavoro dello Studio è pubblicato a livello internazionale ed è stato esposto anche alla Collezione del FRAC in Francia, alla Biennale di Pechino ed alla National Gallery di Victoria.

Studio Roland Snooks is a progressive architecture practice based in Melbourne that operates globally, with a passion for experimentation, questioning the norm and developing unconventional solutions. The Firm investigates on the impact of new technologies on architecture and construction and is at the forefront of new computational design processes and robotic fabrication techniques.The work of the practice has been published internationally and exhibited widely including at the FRAC Collection in France, the Beijing Biennale, and the National Gallery of Victoria.

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

RelazioneQuesto progetto risponde al bando di un concorso per realizzare, nell’ambito dell’Expo di Astana nel 2017, un simbolo nazionale per il Kazakistan. Il tema espositivo esplora il paradigma energetico post-petrolifero. Questo monumento nazione visualizza e genera energia eolica attraverso una serie di aste metalliche piezoelettriche che ondeggiano nel vento. Questa lineare nube turbolenta emerge da un campo di filamenti generato con un processo computazionale a partire dal flusso turbolento e laminare dei fluidi.

1. Kazakhstan SymbolLuogo: Astana, KazakhstanProgetto: © Studio Roland Snooks, 2013Team: Roland Snooks (Design Director), Michael Ferreyra, Armin Senoner, Zak Kljakovic, Marc Gibson, James Pazzi

1. Kazakhstan SymbolLocation: Astana, KazakhstanDesign: © Studio Roland Snooks, 2013Team: Roland Snooks (Design Director), Michael Ferreyra, Armin Senoner, Zak Kljakovic, Marc Gibson, James Pazzi

DescriptionThis project responds to a brief for a national symbol for Kazakhstan to be built for the Astana Expo in 2017. The expo theme explores the post-fossil fuel energy paradigm. This nation monument visualises and generates wind energy through a field of metallic piezoelectric rods that sway in the wind. This horizontal turbulent cloud emerges from a field of hairs generated through a computational process that draws from the turbulent and laminar flow of fluids.

Masterplan / Masterplan

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Pianta piano terra / Ground floor plan

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Pianta primo piano / First floor plan

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Pianta secondo piano / Second floor plan

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Pianta coperture / Roof plan

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Prospetto Ovest / West elevation

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Vista / View

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Vista / View

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Vista / View

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Vista / View

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

Vista / View

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

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Museo Nazionale d’Arte della Cina / National Art Museum Of China Studio Roland Snooks

RelazioneRoland Snooks e Robert Stuart-Smith sono stati invitati a collaborare con lo Studio Pei Zhu al concorso per il Museo Nazionale d’Arte della Cina. Lavorando nell’ambito di una metafora già consolidata della nube e di una tipologia a podio e oggetto, è stata progettata una morfologia diffusa o informe in contrasto con la monumentalità del vicino sito olimpico di Pechino. Questa forma è stata generata con un algoritmo basato su agenti, sviluppato dai sistemi turbolenti e caotici sottostanti la formazione delle nuvole. Questa metodologia algoritmica non lineare genera una relazione tra le attività interne della galleria, la forma esteriore e l’articolazione della facciata, permettendo letture molto diverse del progetto. Queste differenze percettive sono create dalla natura caotica e turbolenta dell’organizzazione a sciame, producendo effetti di flusso frattale. La formazione a sciame di nubi avvolge gli spazi della galleria, dando luce agli spazi esterni a livello del basamento in svariate topologie. Questa strategia organizzativa si estende per generare la struttura e la facciata vetrata. Questa metodologia progettuale comportamentale genera la forma, lo schema e l’effetto che legano assieme il podio e la nuvola, in un unico processo che relazione intrinsecamente oggetto e campo. Chiari momenti di continuità e singolarità si verificano localmente in modo differenziato nell’organizzazione di vortici e altre anomalie che dissolvono la natura monolitica del grande volume dell’edificio e del basamento sottostante.

2. Museo Nazionale d’Arte della Cina (NAMOC)Luogo: Pechino, CinaProgetto: © Studio Roland Snooks+ Robert Stuart-Smith Design, 2010 / in collaborazione con Studio Pei ZhuTeam: Roland Snooks (Design Director) + Robert Stuart-Smith (Design Director) Nicholette Chan, J Fleet Hower, Xiaotian Huang, Dane Zeiler, Leonid Krykhtin, Edwin Liu, Josef Musil, Ekaterina Obedkova, Casey Rehm, Gilles Retsin, Sophia Tang

2. National Art Museum Of China (NAMOC)Location: Beijing, ChinaDesign: © Studio Roland Snooks+ Robert Stuart-Smith Design, 2010 / In Collaboration with Studio Pei ZhuTeam: Roland Snooks (Design Director) + Robert Stuart-Smith (Design Director) Nicholette Chan, J Fleet Hower, Xiaotian Huang, Dane Zeiler, Leonid Krykhtin, Edwin Liu, Josef Musil, Ekaterina Obedkova, Casey Rehm, Gilles Retsin, Sophia Tang

DescriptionRoland Snooks and Robert Stuart-Smith were invited to collaborate with Studio Pei Zhu on the competition for the National Art Museum of China. Working within an already established metaphor of the cloud and a typology of podium and object, a diffuse or formless form was designed in contrast to the monumental nature of the surrounding Beijing Olympic site. This form was generated through an agent-based algorithm - developed from the turbulent and chaotic systems underlying cloud formation. This non-linear algorithmic methodology generates a relationship between the interior gallery programs, exterior form and facade articulation that allows for very different readings of the project. These perceptual differences are created by the chaotic and turbulent nature of the swarm organisation, producing fractal affects of flow. The cloud swarm formation wraps the gallery spaces while providing light to the podium level exterior spaces through topological manifolds.This organisation strategy extends to generate the glazing structure and glass facade. This behavioral design methodology generates form, pattern and affect that tie the podium and cloud together within a single process - intrinsically relating object and field. Clear moments of continuity and singularity occur in a locally differentiated organisation of vortices and other anomalies that dissolve the monolithic nature of the large building volume and the podium below. Vista del modello / Model photo

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

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Museo Nazionale d’Arte della Cina / National Art Museum Of China Studio Roland Snooks

Disegno delle curvature / Curve drawing

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

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Museo Nazionale d’Arte della Cina / National Art Museum Of China Studio Roland Snooks

Strutture / Structures

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Kazakhstan Symbol / Kazakhstan Symbol Studio Roland Snooks

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Museo Nazionale d’Arte della Cina / National Art Museum Of China Studio Roland Snooks

Modello, vista / Model, view

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Sezione / Section

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Sezione / Section

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Studio della superficie / Skin study

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Vista / View

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Vista / View

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Vista, dettaglio / View, detail

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Vista, dettaglio / View, detail

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Vista dello spazio interno / Internal view

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Vista dello spazio interno / Internal view

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Ponte Nine Elms / Nine Elms Bridge Studio Roland Snooks

RelazioneLa proposta per il Ponte Nine Elms vuole creare un landmark espressivo che sfida le interpretazioni convenzionali della progettazione di ponti. Si tratta di un simbolo unico per questa zona emergente di Londra. Il ponte crea un campo sperimentale di cambiamento di colore e intensità. Il profilo del ponte varia lungo la sua estensione mentre avvolge pedoni e ciclisti per creare una varietà di spazi ed esperienze ed apre a particolari viste sul fiume e la città. È stato sviluppato per il progetto un nuovo tipo ponte. Piuttosto che applicare un modello conosciuto come l’arco, la struttura reticolare o il ponte sospeso da cavi, è stato sviluppato un nuovo modello ibrido. Questa struttura ibrida unisce tra loro i modelli per creare un innovativo modello strutturale e aprendo l’architettura a nuove possibilità espressive. Questo ibrido è stato pensato per essere significativamente più efficiente rispetto ai modelli equivalenti ad arco, reticolari o sospesi. Questa struttura ibrida non applica specifici ruoli strutturali agli elementi (come cavo, palo, ecc), ma questi diversi ruoli strutturali operano in una nube di componenti - un ibrido indistinto. Questa condizione confusa maschera la logica strutturale e si concentra invece sull’esperienza di questo spazio immersivo. Ogni componente assume una configurazione specifica a seconda del ruolo strutturale locale

3. Ponte Nine ElmsLuogo: LondraProgetto: © Studio Roland SnooksTeam: Roland Snooks (Design Director), Cam Newnham, Marc Gibson, Drew Busmire, Ben VerzijlStrutture: Bollinger+Grohmann / Simon Ruppert (Director), Sascha Bohnenberger (Director), Rafael Pastrana, Tommaso Pagnacco

3. Nine Elms BridgeLocation: LondonDesign: © Studio Roland SnooksTeam: Roland Snooks (Design Director), Cam Newnham, Marc Gibson, Drew Busmire, Ben VerzijlEngineering: Bollinger+Grohmann / Simon Ruppert (Director), Sascha Bohnenberger (Director), Rafael Pastrana, Tommaso Pagnacco

DescriptionThe Nine Elms bridge proposal creates an expressive landmark that challenges conventional interpretations of bridge design. It is a unique symbol for this emerging area of London. The bridge creates an experiential field of changing colour and intensity. The profile of the bridge shifts along its length as it wraps around pedestrians and cyclists to create a diversity of spaces and experiences while opening up to specific views of the river and city.A new bridge type was developed for the project. Rather than applying a known model such an arch, truss or cable suspension bridge, a new hybrid was developed. This hybrid structure blends between an arch, truss and cable, creating an innovative structural model and opening up new possibilities for architectural expression. This hybrid has been calculated to operate significantly more efficiently than equivalent arch, truss or cable models.This hybrid structure does not apply specific elements to structural roles (such as cable, mast etc), instead these various structural roles operate through a cloud of components – a fuzzy hybrid. This blurred condition masks the structural logic and instead focuses attention on the experience of this immersive space. The components each take on a specific configuration depending on what local

che esegue. Di conseguenza i componenti sono più lineari e connessi tra loro quando operano in tensione, mentre sono più compatti e rigidi quando operano come parte di una struttura reticolare. La torre a Sud del fiume è un’icona visiva del quartiere emergente e fornisce l’altezza necessaria al cavo che regge la porzione sospesa del modello ibrido. Il nucleo della torre è costituito da pannelli prefabbricati in calcestruzzo che si fondono con la struttura in acciaio in un insieme indistinto di conglomerato cementizio. Ogni componente è costituito da tubi in acciaio che formano tre distinte forme. Questa nube di componenti genera una rete leggera simile al pizzo. Per realizzare questa nube di componenti è stata sviluppata e testata nel laboratorio una tecnica di fabbricazione robotizzata per automatizzare la piegatura, l’assemblaggio e la saldatura dei tubi e permettendo così a questo intricato assemblaggio di essere costruito in modo conveniente. Questa tecnica di fabbricazione garantisce l’assenza di materiale di scarto, o sfridi, e non necessita di casseforme o strutture temporanee. I grandi assemblaggi di natura reticolare di questi componenti in acciaio saranno pre-fabbricati e messi in opera da una gru montata su una chiatta.

structural role they are performing. Consequently the components are more linear and bundled when they are operating in tension and more compact and rigid when they are operating as part of a truss or space-frame. The tower at the southern edge of the river creates both a visual icon for this emerging neighbourhood while providing the necessary height for the cable suspension portion of the hybrid model. The core of the tower is to be constructed of pre-cast concrete panels that blend into the steel structure through a blurred spray concrete connection.Each component is fabricated from three steel pipes that form unique shapes. This cloud of components generates a lightweight lace-like network. In order to fabricate this cloud of components a robotic fabrication technique has been developed and tested in our laboratory to automate the bending, assembly and welding of the pipes - enabling this intricate assemblage to be fabricated cost-effectively. This fabrication technique ensures no waste material or off-cuts, and no formwork or temporary structure. Large truss-like assemblies of these steel components would be pre-fabricated and lifted into position by a barge-mounted crane.

Schizzo / Sketch

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Ponte Nine Elms / Nine Elms Bridge Studio Roland Snooks

Schemi strutturali / Structural diagrams

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Ponte Nine Elms / Nine Elms Bridge Studio Roland Snooks

Schemi costruttivi / Construction diagrams

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Ponte Nine Elms / Nine Elms Bridge Studio Roland Snooks

Vista / View

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Ponte Nine Elms / Nine Elms Bridge Studio Roland Snooks

Vista / View

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Ponte Nine Elms / Nine Elms Bridge Studio Roland Snooks

Vista / View

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reMIX Studio [email protected]

Con-Cave: Centro Culturale di Bamiyan / Con-Cave: Bamiyan Cultural Centre

Remix è un giovane studio con sede a Pechino che nasce dall’esperienza che i tre soci fondatori - Chen Chen , Federico Ruberto e Nicola Saladino - hanno sviluppato in anni di ricerca accademica e collaborazioni con varie uffici internazionali, lavorando su differenti scale di intervento.La nostra esperienza spazia dall’installazione, all’architettura, al paesaggio alla progettazione urbana. Muovendoci su territori multipli analizziamo e ri-descriviamo puntualmente le loro differenti e stratificate logiche performative. La comprensione del territorio, delle sue costitutive strutture metaboliche in continua evoluzione e dei suoi sistemi fatti di ‘relazioni di potere’ è terreno che ci permette di ri-definire presupposte dicotomie come naturale/artificiale e locale/globale, la soglia per immaginare futuri e differenti assemblaggi sociali.Al fine di ottenere un controllo sistematico sulla funzionalità energetica e la qualità spaziale dell’ambiente costruito il nostro approccio prevede l’integrazione locale di architettura e paesaggio, puntando verso un sintetico e ‘moderno’ ibrido urbano.

reMIX is a young office based in Beijing, born from the experience that the three founding partners - Chen Chen, Federico Ruberto and Nicola Saladino - have developed during years of academic research and collaborations with various international firms, working on multiple design scales.Our expertise ranges from architecture to landscape and urban design, moving on multiplegrounds we analyze and re-describe their performative logics. The understanding of the territory and its constitutive and constantly evolving metabolic networks and systems of power relations is the terrain onto which the re-definition and revision of presumed and presupposed dichotomies such as natural/artificial and local/global could depart, where the envisioning of future social assemblages could be initiated. In order to achieve a systematic control on the energetic functionality and the spatial quality of the built environment we for the local integration of architecture and landscape into a synthetic and modern urban hybrid.

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Con-Cave: Centro Culturale di Bamiyan / Con-Cave: Bamiyan Cultural Centre reMIX Studio

RelazioneCon-cave è un intervento spaziale che dà forma al terreno scosceso del sito giocando con le differenti infiltrazioni di luce: raccogliendola, concentrandola, dissipandola, conducendola tra gli interconnessi passaggi sotterranei e le diverse gallerie. Il chiaroscuro variando abbraccia gli spazi evidenziando la morfologia del terreno, la sua solidità, mettendo in luce la spazialità dell’intervento, la materialità dei suoi setti di cemento, dei diversi livelli di umidità. La luce sbocciando localmente, diventa un’ondata sublime che investe il visitatore inondando lo sguardo, portandolo a visitare scorci della storia e della cultura del paesaggio afgano. L’edificio si apre verso la parete esterna con camere e terrazze solo in specifici punti, offrendo una selezione intenzionale di belvedere e di punti di vista.L’esplorazione delle cavità e dei cunicoli mostra localmente l’aderenza del volume alle condizioni

Con-Cave: Centro Culturale di BamiyanLuogo: Bamiyan, AfghanistanProgetto: © reMIX Studio, 2015 - Concorso

Con-Cave: Bamiyan Cultural Centre Site: Bamiyan, AfghanistanDesign: © reMIX Studio, 2015 - Competition

DescriptionCon-cave is a spatial intervention that shapes the steep terrain of the site playing with the infiltration of the light: gathering, concentrating and dissipating it through the earthy sinuosity of interconnected underground passageways and tunnels. The varying chiaroscuro embraces the spaces, highlighting the materiality of the terrain, the solidity, and the different levels of humidity of the concrete walls. The light, blooming locally, becomes a sublime wave investing the visitor and inundating the gaze with the history and the culture of the Afghan landscape. The building opens towards the outside with rooms and terraces only in specific locations, offering an intentional selection of belvedere and sublime points of view. The exploration of the cavities and tunnels shows the adherence of the volume to the natural conditions of the hill. Its topology is a modulation between naturalness and artificialness. It is not the stage of

naturali della collina. La sua topologia è una modulazione, una danza tra natura e artificio. Non vuole essere una mimetizzazione ipocrita e ingenua ma pretende che a tratti, l’unità morfologica e strutturale dell’edificio diventi sintesi emergente protesa sul paesaggio. Tale ‘fusione imperfetta’ risulta in una serie di percepibili tagli longitudinali che consapevolmente dichiarano, a tratti, la presenza del manufatto.Programmaticamente non è un ‘edificio autonomo’ ma una sezione infrastrutturale, un suolo pubblico e aperto, percorribile, dove gli spazi inclusi e protetti sono ridotti ai requisiti minimi. E’ un incisione che collegando la valle con l’altopiano sovrastante produce una composizione e successione di spazi aperti, protetti e chiusi; formando aree appropriabili dagli usi quotidiani della comunità locale e dai visitatori.Il labirinto di connessioni sottolinea l’isomorfismo dell’edificio con la topografia del sito. Sfruttando la collina esistente i tracciati interni e le sue caverne sono collocati puntualmente in conformità con la morfologia del terreno e con la sua resistenza strutturale. I volumi costruiti risultano dalla negoziazione tra le esigenze programmatiche, le differenti sezioni tipologie di grotte afgane, il clima, le condizioni di luce e la selezione di punti di vista.Considerando i fattori precedenti come premessa, la configurazione spaziale dell’edificio genera un’alternanza tra continuità e discontinuità, gioca con l’ibridazione delle due tipologie: la camera

a naïve hypocritical camouflage but it is instead a synthetic morphological and structural unity that emerges from the landscape. Such imperfect fusion results in a series of perceptible longitudinal cuts that consciously declare, at points, the presence of the artefact. It is not a self-contained building but a piece of public and open infrastructure where the indoor spaces are reduced to the minimal programmatic requirements. Cutting the land, it connects the valley with the hilltop, forming a variety of open, protected and enclosed spaces: gathering areas for the everyday uses of the local community and the visitors.The maze of connections emphasizes the isomorphism of the building with the topography of the site. Taking advantage of the existing hill, its slopes and caverns are placed in accordance to the morphology of the terrain and its structural resistance. The built volumes result as a negotiation between the programmatic requirements, the autochthonous Afghan cave typologies, the regional climate, the lighting conditions, the selection of views, etc.Taking all the previous factors at its premise, the spatial configuration of the building generates its continuity and discontinuities by the hybridization of two typologies: the chamber and the tunnel. The chamber locally defines the program and controls the space; the tunnel allows the blend to happen, the intentional connection of several caves into

Vista d’insieme / Overall view

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Con-Cave: Centro Culturale di Bamiyan / Con-Cave: Bamiyan Cultural Centre reMIX Studio

one system. The morphological metamorphosis between the “singularities” of local conditions is assessed and defined at each point, resulting in an “imperfect continuity”. This almost seamless interconnectedness, the transition between the specificity of several places is not a simple merging operation but an act of decision, a play made of a continuous lighting and spatial modulation, protrusion, invasions and interruptions.

The “Cave”Starting from the study of local inhabited caves, we developed a morphology that engages with the views and dramatic lighting effects, where the program and the circulation merge and the building marks a new edge condition on the topography.“Lofting” different sections results in a continuous sequence of unique spatial experiences: in the exhibition area in the Southern end the “cave” collects and reflects indirect natural light through a gap in the top, while in the outdoor open gallery in the central segment the “cave” frames the view s towards the Buddhas at specific angles and heights (in this case the gap is on the side, facing North-West) Such unique morphology creates an interesting and ambiguous relationship between indoor and outdoor spaces and provides numerous shaded areas for outdoor activities.

Landscape / outdoor spacesThere is no clear differentiation between the building and the surrounding landscape as the two interweave in an integrated system, taking advantage from each other. The building structure reinforces the steep slopes of the hill and the new built volume creates a terracing system that provides a diversity of multi-functional public outdoor activities for the community: movie projections, theatre and social gatherings, sports, market, community farming.

e il tunnel. La camera definisce il programma e controlla lo localmente spazio; il tunnel consente che la miscela tipologica accada, definendo come il collegamento intenzionale delle numerose cavità viene messo a sistema. La metamorfosi morfologica tra i punti di‘singolarità’ viene valutata e definita ad ogni sezione, definendo una peculiare “continuità imperfetta”. L’interconnessione avviene per giochi di continuità, il passaggio tra la specificità dei vari luoghi non è una semplice operazione di fusione ma una presa di posizione, un gioco di luce costituito dalla continua modulazione spaziale, dalle protrusioni, invasioni e interruzioni dei vari ambienti.

La ‘Grotta’ Partendo dallo studio delle grotte scoperte nella regione, la morfologia si sviluppa considerando le diverse prospettive visuali, il programma e la circolazione si sovrappongono e mischiano e l’edificio si integra favoreggiando la topografia . L’operazione di collegamento di diverse sezioni trasversali si traduce in una sequenza continua di esperienze spaziali uniche: nell’area espositiva a Sud ‘la grotta’ raccoglie e riflette la luce naturale indiretta attraverso un varco nella parte superiore , mentre nel loggiato all’aperto nel segmento centrale la stessa incornicia la vista verso i Buddha ad angoli ed altezze specifiche. Tale morfologia crea un rapporto interessante e ambiguo tra spazi interni ed esterni e offre numerose zone d’ombra per le attività all’aperto.

Paesaggio / spazi esterni Non vi è chiara distinzione tra gli spazi dell’edificio e il paesaggio circostante, i due si intrecciano in un sistema integrato, sfruttando l’uno le potenzialità dall’altro. La struttura dell’edificio rinforza i ripidi pendii della collina e il nuovo volume, incorporato dal ventre della montagna, crea un sistema di terrazzamenti che offre una varietà di attività pubbliche all’aperto: proiezioni cinematografiche ,

spettacoli teatrali e incontri sociali, eventi sportive nei terrazzamenti sovrastanti, micro attività commerciali, spazi per agricoltura; pronte ad essere colonizzate dalla comunità locale. Il volume della costruzione è inserito sul terreno rispettando il più possibile le condizioni originali. Lo sbancamento necessario per la sua costruzione è il risultato di un equilibrato rapporto tra scavi e riempimenti. L’edificio funziona anche come convogliatore di acqua studiato per fornire l’irrigazione naturale. L’ecologia e la biodiversità sono supportati dall’impianto di specie locali che aiutano allo stesso tempo a stabilizzare il terreno.

Programma / Circolazione Una serie di rampe esterne ed interne definisce un loop continuo consentendo facile accessibilità da più punti all’intero programma. Le porte ed i percorsi sono progettati in modo che gli spazi esterni pubblici e I programmi privati possono essere gestiti separatamente per consentire autonomia ai diversi tempi operativi. Il livello più basso (2545.00m s.m.) è posto di fronte alle migliori vista verso Nord-Est ospitando i programmi pubblici come reception, mostre e prestazioni. Il livello superiore (2555.50m s.m.) ha la migliore esposizione solare, orientato verso Sud-Est ospita i programmi semi-pubblici e privati, i laboratori di ricerca, le aule, la sala conferenze, gli spazi di amministrazione.

Materiale Il centro è interamente costruita con materiali locali: la struttura portante in calcestruzzo, ghiaia per la pavimentazione esterna, legno per il ponte che segna il percorso espositivo principale, mattoni di terra cruda per le pareti inferiori e la recinzione perimetrale. L’uso di cemento a vista conferisce ruvidità e monumentalità, rispondendo ai colori e alle atmosfere del contesto e pensando all’importante ruolo che visivamente l’edificio avrà sul paesaggio sociale.

Sostenibilità Il centro funziona come sistema autonomo, l’energia necessaria per mantenere costante la temperatura interna è generata dai pannelli solari sul tetto. L’ acqua viene raccolta e purificata in bio’fosse e stoccata in serbatoi interrati fornendo la necessaria irrigazione stagionale.

The volume of the building is inserted into the terrain respecting as much as possible its original conditions and the earthwork needed for its construction is the result of a cut and fill balance. The building also works as a rain collector to provide irrigation water during the dry season. The local ecology and biodiversity are strengthened by the implantation of local species that also help stabilize the terrain.

Program / CirculationA series of outdoor and indoor ramps generates a continuous loop allowing easy accessibility to the entire program. The gates and the routes are designed in a way that outdoor spaces, public and private programs and can be managed separately to allow different operational times.The lower level (elevation: 2545.00m) facing the best views towards North-West hosts the public programs: reception, exhibition and performance. The upper level (elevation: 2555.50m) that has the best solar exposure towards South-East hosts the semi-public and private programs: workshop, research, classrooms, conference room, administration.

MaterialsThe centre would be entirely built with local materials: concrete (for load bearing structure) gravel (for the outdoor paving), wood (for the deck that marks the main exhibition route), mud bricks (for the lower walls and the perimetral fence).The use of exposed concrete confers roughness and monumentality, responding to the strong context and the important social function of the new building.

Sustainability The centre would work as a self-sustained system, extracting thermal and electric energy from the solar panels on the roof. The water is collected and cleansed in bioswales and stored in underground tanks, providing water for irrigation.

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Distribuzione attività - Vista / Program distribution - View

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Piante /Plans

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Piante /Plans

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Tipologie e prospetto Est / Typologies and East elevation

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Viste / Views

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Sezioni / Sections

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Vista: la grotta / View: the Cave

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Vista: il percorso occidentale in pietra / View: the Western Gravel Path

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Vista: terrazzamenti ad Est/ View: Eastern Terracing

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Vista: rapporto tra esterno ed interno / View: rlationship between external and internal

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Vista: tra naturale e artificiale / View: between natural and artificial

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Vista: la galleria all’aperto / View: the open gallery

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Vista: Hall / View: the Lobby Area

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Vista: sala Esibizioni / View: exibition Hall

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Vista: spazi per ricerca e laboratori / View: research and workshop spaces

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Vista: sala Performance / View: performance Hall

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Lillian Zeinalzadegan

1. Canyon Urbani / Urban Canyons2. Corridoi Cinematici / Cinematic Corridor

Lillian Zeinalzadegan è una designer che vive a Los Angeles, in California . Ha conseguito il suo Master in Architettura presso la Scuola di Architettura e design urbano della UCLA. Ha conseguito un Bachelor in Scienze dell’Architettura e Progettazione urbana presso l’Università della Scienza e della Tecnologia dell’Iran.Sin dalla laurea, Lillian ha lavorato su diverse scale progettuali. Ha iniziato lavorando presso lo Standard Architecture e attualmente è impiegata presso Neil M. Denari Architects di Los Angeles.I seguenti progetti sono stati concepiti durante i suoi studi universitari alla UCLA.

Lillian Zeinalzadegan is a designer living in Los Angeles California. She received her Master of Architecture from the UCLA school of Architecture and urban design. She holds a Bachelor of Science in Architecture and Urban design from Iran University of Science and Technology.Since graduation, Lillian has worked on various scales of projects. She started by working at Started at Standard Architecture and currently she’s employed at Neil M. Denari Architects in Los Angeles.The following projects have been designed during her graduate studies at UCLA.

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Canyon Urbani / Urban Canyons Lillian Zeinalzadegan

RelazioneNel 2011, il Consiglio di Amministrazione della metropoli di Los Angeles ha chiamato a presentare proposte di masterplan per la riqualificazione della adiacente Union Station. Il programma proposto è una serie di masse lineari che collegano i bordi orientali e occidentali del sito. Questo approccio può essere concepito come una trasformazione del modello di vendita al dettaglio/pedonale in una densa condizione urbana. I canyon urbani sono spazi vuoti altamente compressi creati tra i ponti che organizzano la circolazione e che offrono un’esperienza estetica coerente a scala urbana. I canyon urbani sono allineati con la circolazione di vendita al dettaglio e il loro carattere è definito dalle facciate ondulate dei livelli della vendita e del parcheggio. I canyon urbani diventano il luogo primario per lo sviluppo delle logiche foglio.L’interesse delle logiche foglio si basa sulla sua capacità di catturare e rivelare l’impatto delle forze sui materiali. Questa struttura a foglio permette la stabilizzazione del materiale in uno stato stazionario che tende a registrare il modo in cui la forza viene ripartita all’interno del materiale. Distribuendo le logiche foglio nel disegno di sviluppo a scala urbana, ciò che risulta interessante è che la fabbrica permette che il carattere dell’architettura sia prodotto dal modello architettonico. Quando tradotto in assemblaggi architettonici, questo carattere può deviare le proprietà dei materiali reali da costruzione verso quelli del modello architettonico.- I fogli possono consentire l’espansione o la compressione del canyon: dall’aggiunta, dalla rimozione o dalla modulazione del materiale di superficie, i fogli si staccano dalla facciata a torre e cadono all’interno dello spazio del canyon urbano.

1. Canyon UrbaniProgetto: © Lillian Zeinalzadegan, 2012Studio delle sheet logics: Heather RobergeCollaboratore: Yuichi Tada

1. Urban CanyonsDesign: © Lillian Zeinalzadegan, 2012Sheet logics by: Heather RobergeCollaborator: Yuichi Tada

DescriptionIn 2011 the LA Metro Board of Directors called for master plan proposals for the Union Station-adjacent redevelopment. The proposed master plan is series of linear masses connecting the eastern and western edges of the site. This approach can be conceived as a transformation of the pedestrian retail/mall model into a dense urban condition. The urban canyons are highly compressed void spaces created between the bridges that organize circulation and provide a coherent aesthetic experience at an urban scale. The urban canyons are lined with retail circulation and their character is defined by the undulating facades of the retail and parking levels. The urban canyons become the primary site for sheet logics development.The interest in sheet logics relies on its ability to capture and reveal the impact of forces on materials. This property of sheet allows stabilization of material in a steady state, tending to register the way force is resolved within the material. Deploying sheet logics in the design of urban-scale development, the interesting fact is that fabric allows the character of the architecture to be produced by the architectural model. When translated as architectural assemblies, this character can swerve the properties of actual building materials towards those of architectural model.- Sheets can allow for expansion or compression of canyon: By addition, removal, or modulation of surface material, sheets detach from tower facades and cascade inside the space of the urban canyon. - Sheets expand the expressive

-I fogli espandono la capacità espressiva e performante di cuciture: le pieghe della montagna e della valle possono rafforzare la direzionalità dei canyon ed il flusso lungo l’asse longitudinale della circolazione. - La lettura dei fogli può alternare tra volumi chiusi e superfici singole: Per realizzare la piega della montagna nel modello srotolato, una seconda scala di godet è stata inserita all’incrocio dell’asse trasversale delle strisce, che permette la creazione di risvolti, i quali definiscono aperture e spazi. - I fogli possono rappresentare la direzionalità attraverso la loro articolazione: Ruotando le cuciture di 45 gradi da un lato, i canyon verranno percepiti diversamente a seconda della direzione di avvicinamento.

and performative capacity of seams: Mountain and valley folds can strengthen directionality of the canyons and reinforce the flow along the longitudinal axis of circulation. - The reading of the sheets can alternate between closed volumes and single surfaces: In order to achieve mountain fold in the unrolled pattern, a second scale of godets was inserted on the cross axis of the strips, which allowed for creation of lapels. Lapels define openings and spaces. - Sheets can represent directionality through their articulation: By rotating the seams 45 degrees to one side, the canyons will be experienced differently based on the direction of approach.

Foto del modello / Mock-up

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Planimetria / Site plan

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Sezione trasversale / Cross section

Sezione longitudinale / Longitudinal section

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Sezione trasversale / Cross section

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Distribuzione delle attività, diagramma / Program distribution, diagram

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Diagramma assonometrico - Circolazione / Axonometric Diagram - Circulation

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Diagramma assonometrico - Livelli di programma / Axonometric Diagram – Program Layers

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Diagramma assonometrico - Vuoti / Axonometric Diagram - Voids

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Vista: livello negozi al dettaglio / View: retail level

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Vista: livello ferrovia / View: railway level

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Corridoio Cinematico / Cinematic Corridor Lillian Zeinalzadegan

RelazioneIl progetto esplora la rivitalizzazione del porto di Kirjava Satama a Helsinki. Poiché il cambiamento di modalità nei mezzi di trasporto ha fatto sbiadire il ruolo culturale delle città portuali, questo masterplan mira a creare un porto vibrante e colorato, grazie alla riconnessione alla città. I corridoi si estendono dal porto attraverso la città, col fine di amplificare la diffusione dell’acqua e della terra, tramite l’intersezione tra diverse tipologie di spazi sociali. Conducendo attente analisi sulla Promenade “Esplanade” di Helsinki, sono stati individuati altri quattro corridoi con le potenzialità di trasformarsi in punti di riferimento urbani, se opportunamente arricchiti tramite programmi coesivi e diversi per attrarre visitatori. Il sito è rinvigorito da corridoi che definiscono bene la porosità del viaggio entro la costa e la città, con uno sforzo di creare una esperienza cinematica per gli osservatori. Ogni corridoio visionato porterà all’intersezione di un edificio con la costa, incornicerà altri punti di riferimento lungo il sito e agirà come segno di riferimento lungo il tragitto del visitatore, essendo programmato per rappresentare il tema dominante del percorso di viaggio. I corridoi e le viste, attentamente create, intrecceranno il porto e la città oltre i nodi di destinazione, sviluppando connessioni visive lungo il porto. I quattro tragitti/zone proposti rappresentano lo Scambio, la Ricreazione, la Cultura ed il Commercio come le principali caratteristiche del porto. Collocato alla congiunzione tra città e paesaggio non urbano,

2. Corridoio CinematicoProgetto: © Lillian Zeinalzadegan, 2011Porto colorato elaborato da: Kivi SotomaaCollaboratori al Masterplan: Cody Campbell, Charlie Heid, Ian Thomas

2. Cinematic CorridorDesign: © Lillian Zeinalzadegan, 2011Colorful Harbor led by: Kivi SotomaaMasterplan Collaborators: Cody Campbell, Charlie Heid, Ian Thomas

DescriptionThe project explores reinvigoration of Kirjava Satama harbor in Helsinki. Since the change in transportation modes has faded the cultural role of port cities, this master plan aims to create a vibrant and colorful harbor by virtue of connecting it back to the city. Corridors extend from the harbor through the city, intending to amplify the diffusion of water and land, by intersecting the social spaces of diverse typologies. Following careful analysis of Helsinki’s promenade “Esplanade”, four main corridors were identified with the potential of transforming into urban landmarks, if enriched with cohesive yet diverse programs that attract visitors. The site is reinvigorated by corridors that well define porosity of travel within the coast and the city in an effort to create cinematic experience for the observers. Each envisioned corridor will lead to a building at its intersection to the coastline that frames other landmarks across the site and acts as a benchmark along visitors’ journey, programmed to represent the dominant theme of the travel route. Corridors and carefully crafted views will interlace the harbor and city beyond the destination nodes, developing visual connections across the harbor. Four proposed routes/zones represent Commute, Recreation, Culture, and Commerce as the leading traits of a harbor. Located at conjunction of city and landscape, the Recreational Node celebrates building/nature interaction. The Northern part of this complex

il Nodo Ricreativo celebra l’interazione edifici/natura. La parte più a nord del complesso somiglia ad un edificio urbano multipiano ridotto alla sua forma più semplice. La sua facciata in vetro riflette la città, mentre il percorso pedonale scorre dal mercato degli agricoltori adiacente e si sottrae alla sua massa. Questa porzione è sia un ristorante che un centro commerciale polivalente di attrazione per visitatori e nativi. La porzione più a sud del complesso rappresenta la natura, poiché si estende dall’adiacente paesaggio del parco, trascende, si espande verso la città e si condensa nel suo contatto con il porto. Questa parte ospita l’Accademia e Centro Ricerche di Helsinki con centri educativi

resembles an urban multi-storey building reduced to its simplest form. Its glass façade reflects the city while the path of pedestrian flow from the adjacent farmers market carves out of its mass. This portion is a multipurpose restaurant and shopping center as attraction for visitors and natives. The Southern portion of the complex represents nature as it extends out from the adjacent park’s landscape, transcends and expands towards the city, and condenses upon its contact to harbor. This portion embodies Helsinki Academy and Research Center with public educational center. The energy embedded in interaction of city and

Masterplan / Masterplan

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Corridoio Cinematico / Cinematic Corridor Lillian Zeinalzadegan

pubblici. L’energia incorporata nell’interazione tra città e paesaggio viene amplificata, mentre la facciata ondulata dell’Accademia scolpisce via la massa interna del mercato. Ognuno si sente interagente con queste superfici, dato che questa interfaccia colorata incoraggia il movimento e la fluidità attraverso l’energica espressione formale dell’edificio, che fornisce contrasto di ombra e luce e promuove il passaggio tramite il corridoio ricreativo.

landscape gets amplified as the academy’s undulating façade carves away the inner mass of the marketplace. One feels himself interacting with these surfaces as this colorful interface encourages motion and fluidity through building’s energetic formal expression that provides contrasts of shadow and light and promotes passage through the recreational corridor.

Pianta / Plan

Sezione longitudinal / Longitudinal section

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Corridoio Cinematico / Cinematic Corridor Lillian Zeinalzadegan

Diagrammi funzionali Densità - Programma - Verde / Functional diagrams Density – Program - Green

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Corridoio Cinematico / Cinematic Corridor Lillian Zeinalzadegan

Vista d’insieme / Overall view

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Corridoio Cinematico / Cinematic Corridor Lillian Zeinalzadegan

Vista d’insieme / Overall view

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Corridoio Cinematico / Cinematic Corridor Lillian Zeinalzadegan

Foto modello finale / Final model photo

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Corridoio Cinematico / Cinematic Corridor Lillian Zeinalzadegan

Foto modello finale / Final model photo

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Corridoio Cinematico / Cinematic Corridor Lillian Zeinalzadegan

Vista / View

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Corridoio Cinematico / Cinematic Corridor Lillian Zeinalzadegan

Vista / View

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Skur 39, VippetangenN-0150 Oslo - Norway

www.snoarc.no Snøhetta

Snøhetta è uno Studio di architettura e del paesaggio con sedi a Oslo e New York. Lo Studio opera dal 1989 ed è composto da un team internazionale di architetti, paesaggisti e designer d’interni, impegnati in una varietà di progetti di tipo culturale. La peculiarità dello Studio è legata all’interpretazione della relazione tra architettura e paesaggio, che si ritrova in tutti i suoi progetti. Per Snøhetta, infatti, l’architettura “non può essere racchiusa semplicemente all’interno di regole d’ordine ma, al contrario, deve far posto al pensiero irrequieto della società umana. Deve saper accettare la quantità delle associazioni sviluppate dai caratteri, che vanno oltre la disciplina dell’architetto”. Numerose sono le pubblicazioni e le esposizioni dello Studio, così come i premi e i riconoscimenti a livello internazionale, come il World Architecture Award (2002), l’Aga Khan Award for Architecture (2004) e il Mies van der Rohe Prize (2004). Tra i lavori più conosciuti dello Studio sono la Biblioteca di Alessandria (2001) e la Oslo Operahouse (2008).

Snøhetta is an Oslo and New York based architectural and landscape practice, formed in 1989. The Firm is an international environment where landscape and interior architects sharing studio spaces directly with architects, working on a number of cultural projects. The Firm has developed a reputation for maintaining a strong relationship between landscape and architecture in all of its projects. As Snøhetta said, the architecture “cannot be contained simply by rules of order, instead it must accommodate the restless mind of human society. It must accept associations developed by larger numbers of characters beyond the discipline of the architect”. Numerous are the Firm’s publications and exhibitions, as well as prizes and accolades at international level, as the World Architecture Award (2002), the Aga Khan Award for Architecture (2004) and the Mies van der Rohe Prize (2004). Among the Firm’s best known works, the Alexandria Library (2001) and the Oslo Operahouse (2008).

1. Fondale artificiale / Artificial Seabed2. Rovdefjordbrua / Rovdefjordbrua3. Ponte Wadi Adai / Wadi Adai Bridge

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Fondale artificiale / Artificial Seabed Snøhetta

1. Fondale artificialeLuogo: NorvegiaProgetto: © Snøhetta, 2014

1. Artificial SeabedLocation: NorwayDesign: © Snøhetta, 2014

Viste / ViewsSchizzo / Sketch

RelazioneFondale Artificiale è un progetto di ricerca che indaga un nuovo modo per affrontare l’attraversamento di un fiordo. Grazie a ponti galleggiante su ciascun lato della terraferma e un tunnel sommerso al centro del fiordo, l’obiettivo è quello di creare un attraversamento dello stesso che non interrompe il traffico delle grandi navi che passano. Barriere navali circondano gli ingressi al tunnel su entrambe i lati, proteggendolo dalle navi. Tuttavia, le barriere consentono anche al pubblico,

DescriptionThe Artificial Seabed project is a research project investigating a new way of approaching fjord crossings. With floating bridges on each of the landsides and a submerged tunnel in the middle of the fjord, the aim is to create a fjord crossing that does not interrupt the traffic of big ships passing.Ship barriers surrounding the tunnel entrances on both sides protects the tunnel if ships where to sail out of their given routes. However, the barriers also allow audience, pedestrians, and bikers to walk

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Fondale artificiale / Artificial Seabed Snøhetta

pedoni e ciclisti, di camminare sulla parte superiore per osservare sia la costruzione che il paesaggio.La soluzione tecnica per il ponte esplora l’uso della tecnologia che deriva dall’industria petrolifera e del gas off-shore. Ancorarsi a profondità superiori a 500 metri può essere difficile e costoso, ed è questo il motivo per cui il progetto inserisce un fondale artificiale alla profondità di 30 metri. Il fondale

artificiale è ancorato su ogni lato terraferma, e attaccato al fondale, e pontoni supportano il ponte galleggiante e il tunnel. Il progetto è sostenuto dal Consiglio norvegese della ricerca. Il progetto è il risultato della collaborazione tra Reinertsen, Dr. Techn. Olav Olsen, e Snøhetta. Si tratta di un progetto in corso, che coinvolge ora anche Sapa, Hydro, Deep Ocean Group, e SINTEF.

on top and experience both the construction and the scenery. The technical solution for the bridge investigates use of technology that derives from offshore gas and oil industry. Anchoring to depths higher than 500 meters can be both difficult and expensive, which is why this project introduces an artificial seabed at the depth of 30 meters.

The artificial seabed is anchored on each landside, and attached to the seabed, pontoons carries the floating bridge and the tunnel.The project is supported by The Research Council of Norway. The project is a result of collaboration between Reinertsen, Dr. Techn. Olav Olsen, and Snøhetta. It is an ongoing project, now also involving Sapa, Hydro, Deep Ocean Group, and SINTEF.

Vista / View

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Fondale artificiale / Artificial Seabed Snøhetta

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Ponte Wadi Adai / Wadi Adai Bridge Snøhetta

RelazioneRovdefjordbrua è un progetto di attraversamento di un fiordo a sud di Ålesund, in Norvegia. Un ponte galleggiante e un tunnel sommerso lungo 230 metri, sono gli elementi che renderanno possibile l’attraversamento del fiordo da parte dei visitatori, senza interrompere il traffico navale. In quanto parte del progetto norvegese Public Road Administration sulla rotta libera navale E39, questo progetto propone di sostituire il traffico esistente dei traghetti, e in tal modo sarà un passo verso la possibilità di andare in auto lungo tutta la costa norvegese. Lo studio di fattibilità è svolto in collaborazione con Reinersten, Dr. Techn. Olav Olsen, e SINTEF.

Da un lato, il progetto studia una nuova tecnologia di ponte. Il progetto in Rovdefjorden potrebbe essere il primo tunnel galleggiante sommerso al mondo, con acqua da tutte le parti, ed è quindi un importante progetto pilota di attraversamento dei fiordi. Dall’altro lato, vi è una forte attenzione sulla funzionalità del progetto, per farne un’esperienza sicura e divertente per conducenti, ciclisti e pedoni che attraversano il fiordo stesso. Il disegno presenta un percorso pedonale sul ponte che segue la curva del tunnel e si avvolgono sulla costruzione attorno all’isola. Ciò offre ai passanti l’opportunità di fermarsi e godersi del bellissimo paesaggio del fiordo.

2. RovdefjordbruaCliente: Vanylven Utvikling ASLuogo: Rovdefjorden, Ålesund, NorvegiaProgetto: © Snøhetta, 2014

2. RovdefjordbruaClient: Vanylven Utvikling ASLocation: Rovdefjorden, Ålesund, NorvegiaDesign: © Snøhetta, 2014

DescriptionRovdefjordbrua is a fjord crossing project south of Ålesund, Norway. A floating bridge and a 230 meter long submerged tunnel are elements that will make it possible for travelers to cross the fjord without interrupting vessel traffic.As a part of the Norwegian Public Road Administration’s project to have a ferry-free route E39, this project aims to replace the existing ferry traffic, and will thereby be a step towards making it possible to go by car all the way along the long, Norwegian coastline. The feasibility study is done in collaboration with Reinersten, Dr. Techn. Olav Olsen, and SINTEF.

On the one hand, the project aims to investigate new bridge technology. The project in Rovdefjorden could be the world’s first submerged floating tunnel with water on all sides, and it is therefore an important pilot project for fjord crossings.On the other hand, there is a strong focus on the functionality of the project. It has been crucial to make a safe and enjoyable experience for drivers, bikers, and pedestrians crossing the fjord. The design introduces a pedestrian path on the bridge that follows the curve of the tunnel and swirls up onto its construction around the island. This gives people passing by the opportunity to stop and enjoy the beautiful scenery of the fjord. Viste / Views

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Fondale artificiale / Artificial Seabed Snøhetta

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Ponte Wadi Adai / Wadi Adai Bridge Snøhetta

Vista / View

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Ponte Wadi Adai / Wadi Adai Bridge Snøhetta

Vista / View

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Ponte Wadi Adai / Wadi Adai Bridge Snøhetta

RelazioneRelazioneLo sviluppo degli ultimi decenni della città ha contribuito al deterioramento di Wadi Adai, il più grande wadi (alveo) di Muscat. Il progetto vuole invertire questo deterioramento e promuovere un futuro sostenibile per le risorse naturali e culturali di Wadi Adai.

3. Ponte Wadi AdaiCliente: Municipalità di MuscatLuogo: Muscat, OmanProgetto: © Snøhetta, 2010

3. Wadi Adai BridgeClient: Municipality of MuscatLocation: Muscat, OmanDesign: © Snøhetta, 2010

DescriptionRecent decades of city development has contributed to deterioration of Wadi Adai, the largest wadi (riverbed) of Muscat. The project aims to reverse this deterioration and encourage a sustainable future for both natural- and cultural resources of Wadi Adai.Highly visible gateways and attractors will make

Vista / View

Accessi molto visibili e attrattori faranno del wadi urbano non solo un simbolo della città, ma anche un sistema di drenaggio delle inondazioni. Ciò includerà un ponte pedonale, una promenade, delle piste ciclabili ed interventi paesaggistici , come le isole di vegetazione.

La pensilina del ponte crea l’atmosfera per camminare lungo una passeggiata verde, e durante la notte si illumina utilizzando l’energia raccolta durante il giorno dalle celle solari. Di notte, la luce sul ponte si inverte e la zona precedentemente protetta dall’irradiazione solare è illuminata dall’alto da luci montate nella pensilina.Il ponte vuole essere uno degli elementi più significativi della nuova identità urbana di Muscat.

the urban wadi not only a city landmark, but also work as a flood drainage system. These include an ambient lit pedestrian bridge, promenades, bike paths, and landscape features such as vegetation islands.

The shading canopy on the bridge creates an atmosphere of walking beneath a vegetative promenade, and during night the canopy emits light using energy that has been collected during the day by solar cells. The light on the bridge becomes inverted at night as the area previously shaded by the canopy is lit from above by light fitted in the shading canopy.The bridge aims to be one of the most significant elements of Muscat’s new urban identity.

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Fondale artificiale / Artificial Seabed Snøhetta

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Ponte Wadi Adai / Wadi Adai Bridge Snøhetta

Vista / View

Modello / Mock-up

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Fondale artificiale / Artificial Seabed Snøhetta

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Ponte Wadi Adai / Wadi Adai Bridge Snøhetta

Vista / View

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Daniel Libeskind2 Rector Street 19th Floor

10006 new York, USAhttp://libeskind.com

Daniel Libeskind ha fondato il suo studio di architettura a Berlino, in Germania, nel 1989 dopo aver vinto il concorso per la costruzione del Museo Ebraico di Berlino. Nel febbraio 2003, lo Studio Daniel Libeskind ha trasferito la sua sede da Berlino a New York City quando Daniel Libeskind è stato selezionato come il pianificatore principale per la riqualificazione del World Trade Center. L’attività di Daniel Libeskind spazia dalla progettazione alla realizzazione di una gamma diversificata di progetti urbani, culturali e commerciali a livello internazionale. Lo Studio ha realizzato diversi edifici, da musei e sale da concerto a centri congressi, edifici universitari, alberghi, centri commerciali e torri residenziali. Oltre alla sede centrale di New York, lo Studio Libeskind ha uffici partner europei con sede a Zurigo, Svizzera e Milano, Italia.

Daniel Libeskind established his architectural studio in Berlin, Germany, in 1989 after winning the competition to build the Jewish Museum in Berlin. In February 2003, Studio Daniel Libeskind moved its headquarters from Berlin to New York City when Daniel Libeskind was selected as the master planner for the World Trade Center redevelopment. Daniel Libeskind’s practice is involved in designing and realizing a diverse array of urban, cultural and commercial projects internationally. The Studio has completed buildings that range from museums and concert halls to convention centers, university buildings, hotels, shopping centers and residential towers. In addition to the New York headquarters, Studio Libeskind has European partner offices based in Zürich, Switzerland and Milan, Italy.

1. Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum2. Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

RelazioneL’estensione al Royal Ontario Museum (ROM), ora denominato Michael Lee-Chin Crystal, è situata in una delle intersezioni più importanti nel centro di Toronto. Questo è il più grande museo in Canada e attira più di un milione di visitatori all’anno.Il suo nuovo nome deriva dai cinque volumi rivestiti in metallo che si intersecano all’edificio, i quali hanno la sembianza di cristalli - ispirati dalle forme cristalline nelle gallerie mineralogiche del ROM. Libeskind ha creato una struttura di forme prismatiche organicamente incastrate, trasformando questo importante angolo di Toronto e l’intero complesso museale in un faro luminoso.Con l’estensione, è stato creato un nuovo ingresso di gruppo su Queens Park, grazie alla quale i visitatori accedono ad uno spettacolare atrio in cui i due temi del Museo, natura e cultura, sono nettamente in mostra attraverso l’intreccio delle scale che conducono alle mostre superiori.L’intero piano terra è unificato in uno spazio fluido, trasparente e con semplicità di circolazione. Il Crystal trasforma il carattere di fortezza del ROM, trasformandolo in un ambiente ispirato, dedicato alla rinascita del Museo come centro dinamico di

1. Museo Reale dell’OntarioLuogo: Toronto, CanadaProgetto: © Daniel LibeskindPartner in collaborazione: Bregman + Hamann ArchitectsIngegnere strutturale: Arup (London), Halsall AssociatesIngegnere meccanico / elettrico / idraulico: Arup (London), TMP Consulting Engeneers (M), MBII (E)Architetto paesaggista: Quinn Design Associates

1. Royal Ontario MuseumLocation: Toronto, CanadaDesign: © Daniel LibeskindJoint Venture Partner: Bregman + Hamann ArchitectsStructural engeneer: Arup (London), Halsall AssociatesMechanical / Electrical / Plumbing engeneer: Arup (London), TMP Consulting Engeneers (M), MBII (E)Landscape architect: Quinn Design Associates

DescriptionThe extension to the Royal Ontario Museum (ROM), now named the Michael Lee-Chin Crystal, is situated at one of the most prominent intersections in downtown central Toronto. It is the largest Museum in Canada and attracts more than a million visitors a year.Its new name is derived from the building’s five intersecting metal-clad volumes, which are reminiscent of crystals—inspired by the crystalline forms in the ROM’s mineralogy galleries. Libeskind created a structure of organically interlocking prismatic forms turning this important corner of Toronto, and the entire museum complex, into a luminous beacon. With the expansion, a new group entrance on Queen’s Park was created where visitors enter a spectacular atrium in which the two themes of the Museum, Nature and Culture, are distinctly showcased through intertwining staircases leading to the exhibitions above. The entire ground level is unified into a seamless space with clarity of circulation and transparency. The Crystal transforms the ROM’s fortress-like character, turning it into an inspired atmosphere dedicated to the resurgence of the Museum as the dynamic centre of Toronto.

Vista d’insieme / Overall view

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Toronto. Il design riesce a focalizzare l’attenzione su scorci rivolti verso il basso, l’alto, l’interno delle gallerie e anche dalla strada verso l’interno. Il grande atrio d’ingresso, la Corte Gloria Hyacinth Chen, separa l’edificio storico dal nuovo, fornendo una visione quasi completa delle facciate restaurate degli edifici storici. La Corte Chen serve anche come sede per tutti i tipi di eventi pubblici. Inaugurato nel giugno 2007, l’estensione fornisce 100.000

metri quadrati di nuovo spazio espositivo, un nuovo ingresso e una hall, un negozio di vendita al dettaglio a livello della strada e tre nuovi ristoranti. Lo Studio Daniel Libeskind ha anche rinnovato dieci gallerie nell’edificio storico esistente.Il progetto è stato premiato nel 2007 con l’Ontario Steel Design Award - Canada Institute of Steel Construction e nel 2009 con l’XVII Concorso Internazionale - “Sistema d’Autore Metra”.

The design succeeds in inviting glimpses up, down, into galleries and even from the street. The large entrance atrium, the Gloria Hyacinth Chen Court, separates the old historic building from the new, providing a nearly complete view of the restored façades of the historic buildings. The Chen Court also serves as a venue space for all kinds of public events.Opened in June 2007, the extension provides

100,000 square feet of new exhibition space, a new entrance and lobby, a street level retail shop and three new restaurants. Studio Daniel Libeskind also renovated ten galleries in the existing historical building.The project has won in 2007 the Ontario Steel Design Award - Canada Institute of Steel Construction and in 2009 the XVII Concorso Internazionale - “Sistema d’Autore Metra”.

Pianta delle coperture / Roof pla

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Prospetto Est / East elevation

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Sezione / Section

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Sezione / Section

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Vista: il ROM illumina Bloor Street / View: the ROM lights up Bloor Street

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Vista (photo by Steven Evans) / View (photo by Steven Evans)

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Vista (photo by Elliott Lewis) / View (photo by Elliott Lewis)

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Vista dello spazio interno / Internal view

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Vista dello spazio interno / Internal view

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Museo Reale dell’Ontario / Royal Ontario Museum Daniel Libeskind

Vista dello sapzio interno: atrio / Internal view: atrium Vista dello sapzio interno: atrio / Internal view: atrium

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Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument Daniel Libeskind

RelazioneIl Ministro del Patrimonio Canadese e delle Lingue ufficiali Shelly Glover ed il Ministro degli Esteri John Baird, insieme al Ministro di Stato (multiculturalismo) Tim Uppal ha annunciato oggi la premiazione del Concorso Nazionale per il Monumento dell’Olocausto per il team guidato da Lord Cultural Resources.Il Monumento Nazionale dell’Olocausto, istituito dal Governo del Canada con l’Atto del Monumento Nazionale dell’Olocausto, rappresenterà un simbolo nazionale permanente che onorerà e commemorerà le vittime dell’Olocausto e riconoscerà i sopravvissuti canadesi. Il Monumento sorgerà su un sito di 79 acri all’incrocio tra Wellington Street e Booth Streets all’interno dello storico LeBreton Flats ad Ottawa, simbolicamente situato di fronte al Museo della Guerra Canadese.“Siamo profondamente onorati che ci sia stata affidata la progettazione del monumento alle vittime ed ai sopravvissuti dell’Olocausto, e ci siamo impegnati a creare un luogo di senso e di valore per tutti i canadesi nella capitale del nostro paese”, ha detto Gail Signore, Presidente del Lord Cultural Resources, che guiderà il team multi - disciplinare e multi- culturale che comprende il famoso architetto Daniel Libeskind, il fotografo canadese Edward Burtynsky, l’architetto paesaggista Claude Cormier che opera in Quebec e lo studioso Doris Bergen dell’Università dell’Olocausto di Toronto.

2. Monumento Nazionale per l‘Olocausto del CanadaLuogo: Ottawa, Ontario, CanadaProgetto: © Daniel Libeskind, 2014/15Team: Lord Cultural Resources, Edward Burtynsky (fotografo), Claude Cormier (architetto paesaggista)

2. Canada’s National Holocaust MonumentLocation: Ottawa, Ontario, CanadaDesign: © Daniel Libeskind, 2014/15Team: Lord Cultural Resources, Edward Burtynsky (photos), Claude Cormier (landscape architect)

DescriptionMinister of Canadian Heritage and Official Languages Shelly Glover and Minister of Foreign Affairs John Baird, along with Minister of State (Multiculturalism) Tim Uppal announced today the awarding of the National Holocaust Monument National Design Competition to the team led by Lord Cultural Resources. The National Holocaust Monument, established through the National Holocaust Monument Act by the Government of Canada, will ensure a permanent, national symbol that will honour and commemorate the victims of the Holocaust and recognize Canadian survivors. The Monument will stand on a .79 acre site at the intersection of Wellington and Booth Streets within the historic LeBreton Flats in Ottawa, symbolically located across from the Canadian War Museum. “We are deeply honoured to be entrusted to design the monument to Holocaust victims and survivors, and we are committed to creating a place of meaning and value for all Canadians in our country’s capital”, said Gail Lord, President of Lord Cultural Resources, who will lead the multi-disciplinary and multi-cultural team that includes renowned architect Daniel Libeskind, Canadian photographer Edward Burtynsky, Quebec-based landscape architect Claude Cormier and University of Toronto Holocaust scholar Doris Bergen. “I am humbled by this opportunity to create a memorial Vista / View

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Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument Daniel Libeskind

“Mi sento umile ad avere l’opportunità di creare un memoriale per il popolo del Canada”, ha detto Daniel Libeskind. “Attraverso il potere di trasformazione dell’architettura, credo che questo monumento diventerà un luogo importante per la memoria, il ricordo e la celebrazione della resilienza dello spirito umano”, ha aggiunto Libeskind.Il monumento è concepito come un ambiente esperienziale costituito da sei volumi di cemento triangolari, configurati per creare i punti di una stella. La stella rimane il simbolo visivo dell’Olocausto - un simbolo che milioni di ebrei sono stati costretti a portare cosicché i nazisti li potessero identificare come ebrei, escluderli dall’umanità e segnarli per lo sterminio. Gli spazi triangolari sono rappresentativi dei distintivi che i nazisti ed i loro collaboratori utilizzavano per etichettare gli omosessuali, i Rom-Sinti, i Testimoni di Geova ed i prigionieri politici e religiosi per omicidio.Gli originali paesaggi fotografici monocromatici

su larga scala dei siti dell’Olocausto - campi di sterminio, i campi di concentramento e foreste - saranno integrati nei muri di cemento di ciascuno degli spazi triangolari.Questi impianti fotografici cambieranno con la luce e con il movimento dello spettatore.Dagli spazi circostanti emergerà, dal terreno roccioso di ciottoli, un bosco composto da varie conifere. Questo paesaggio si evolverà nel tempo e sarà rappresentativo di come i sopravvissuti ed i loro figli canadesi abbiano contribuito all’evoluzione del Canada. Il Monumento Nazionale dell’Olocausto sarà un luogo di memoria e di lutto, per onorare e commemorare, uno spazio per interrogarsi ed apprendere. Il monumento è un’esperienza che combina architettura, arte, paesaggio e cultura con uno dei capitoli più bui della storia umana, e contemporaneamente trasmette un forte messaggio di forza duratura e sopravvivenza dell’umanità.L’apertura al pubblico del Monumento Nazionale dell’Olocausto è prevista nell’autunno del 2015.

for the people of Canada”, said Daniel Libeskind. “Through the transformative power of architecture, I believe this monument will become an important place for memory, remembrance and the celebration of the resilience of the human spirit”, added Libeskind. The Monument is conceived as an experiential environment comprised of six triangular, concrete volumes configured to create the points of a star. The star remains the visual symbol of the Holocaust – a symbol that millions of Jews were forced to wear by the Nazi’s to identify them as Jews, exclude them from humanity and mark them for extermination. The triangular spaces are representative of the badges the Nazi’s and their collaborators used to label homosexuals, Roma-Sinti, Jehovah’s Witnesses and political and religious prisoners for murder.Original, large scale monochromatic photographic landscapes of Holocaust sites – death camps,

killing fields and forests – will be imbedded in the concrete walls of each of the triangular spaces.These photographic installations will change with the light and with the movement of the viewer. Surrounding the spaces, a forest composed of various coniferous trees will emerge from the rocky pebbled ground. This landscape will evolve over time representative of how Canadian survivors and their children have contributed to Canada. The National Holocaust Monument will be a place of memory and mourning, honoring and commemorating, a space for questioning and learning. The Monument is an experience that combines architecture, art, landscape and scholarship in ways that create an-ever changing engagement with one of the darkest chapters of human history while conveying a powerful message of humanity’s enduring strength and survival. The Monument is expected to open in the fall of 2015.

Distribuzione delle attività / Program distribution

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Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument Daniel Libeskind

Planimetria / General Plan

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Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument Daniel Libeskind

Pianta / Plan

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Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument Daniel Libeskind

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Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument Daniel Libeskind

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Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument Daniel Libeskind

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Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument Daniel Libeskind

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Monumento Nazionale per l’Olocausto del Canada / Canada’s National Holocaust Monument Daniel Libeskind

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