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L’incidente della Flotilla 1 Analisi istituzionali a confronto ISM – Milano 17 Marzo 2012 – Pietro Stefano Beretta 1

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L’incidente della Flotilla 1Analisi istituzionali a confronto

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La Gaza Freedom Flotilla

Parte I

Introduzione

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La Gaza Freedom Flotilla

Che cos’è, obiettivi

La Gaza Freedom Flotilla («Palestine Our Route, Humanitarian Aid Our Load») è una flottiglia di aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza, nata dalla collaborazione di diverse fondazioni internazionali.

Gli obiettivi:

Richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sulla situazione nella Striscia di Gaza e sugli effetti del blocco

aprire una breccia nel blocco

portare beni e assistenza umanitaria a Gaza3

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La Gaza Freedom Flotilla

Gli organizzatori

The Foundation for Human Rights and

Freedoms and Humanitarian ReliefInternazionale (Turchia)

The Greek Ship to GazaGrecia

The European Campaign to End the

Siege on GazaEuropa (Inghilterra)

The Swedish Ship to GazaSvezia

The Free Gaza Movement

Internazionale (Cipro)

The Free Gaza Movement

Internazionale (Palestina-USA)

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La Gaza Freedom Flotilla

Gli organizzatori: IHH Una delle più estese e importanti fondazioni

umanitarie internazionali

Opera in campo sociale, sanitario, scolastico e culturale in circa 120 Paesi

Specializzata in soccorso in caso di calamità conduce anche progetti di sviluppo a lungo termine (abitazione, lavoro, istruzione, sostegno economico ecc.)

Consulente speciale del Consiglio per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite

Membro del Forum umanitario e del Forum umanitario della Conferenza delle organizzazioni islamiche (UNIW)

Di dichiarata ispirazione islamica

Inserita da Israele tra le organizzazioni terroristiche, non è considerata tale nel resto del mondo, nonostante pressioni in tal senso in USA e Unione Europea (petizione PDL)

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La Gaza Freedom Flotilla

Gli organizzatori: Free Gaza Mov.

Coalizione di scopo di numerose organizzazioni e individui accomunati dall’impegno per l’affermazione dei diritti dei palestinesi e la fine del blocco su Gaza e dell’0ccupazione israeliana

Missione: rompere l’assedio di Gaza e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle violazioni dei diritti umani nei TOP

Dichiaratamente priva di filiazioni politiche e religiose

Adesione ai principi della non-violenza

Tra i membri, Desmond Tutu, Noam Chomsky, Jeff Halper, Hedy Epstein e numerose organizzazioni cristiane, islamiche ed ebraiche

Sede legale a Cipro ma consiglio direttivo internazionale

Accusata da politici e giornalisti di destra di legami con il terrorismo islamico, ma non è inserita in alcuna black list

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La Gaza Freedom Flotilla

I numeri

8 navi partite da Turchia, Grecia, Malta, Irlanda

Oltre 700 passeggeri di 36 nazionalità diverse

10 mila tonnellate di carichi umanitari (cibo, medicine, cemento, attrezzature sanitarie, vestiario ecc.)

9 passeggeri uccisi (tutti di nazionalità turca) e oltre 50 feriti

3 militari israeliani feriti in modo lieve

4 navi da battaglia, 3 elicotteri, 2 sottomarini e 30 gommoni d’assalto utilizzati dall’IDF nell’abbordaggio

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La Gaza Freedom Flotilla

Le navi

Fonte: IHH Turchia.8

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La Gaza Freedom Flotilla

Le naviLa M

avi M

arm

ara

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Il carico

Fonte: IHH Turchia.10

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Il carico

Fonte: IHH Turchia.11

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Il carico

Fonte: IHH Turchia.12

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La Gaza Freedom Flotilla

Cronologia di riferimento

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EVENTI PRECEDENTI L’ASSALTO

22 maggio 2010La prima nave (Gazze I) parte alla volta di Gaza.25 maggioLa Mavi Marmara parte alla volta di Gaza.30 maggioLe prime sei navi si riuniscono nel punto di incontro a sud di Cipro (la Challenger II non potrà proseguire per guasti tecnici, la Rachel Corrie arriverà nei giorni successivi).

30 maggio ore 15:54La flottiglia inizia il suo viaggio verso Gaza, da una posizione a circa 65 miglia nautiche a ovest della costa libanese.30 maggio ore 22:30Primi contatti via radio con le autorità israeliane, tentativi di far cambiare rotta alla flottiglia.31 maggio ore 02:00Le autorità israeliane offuscano le comunicazioni radio sulle navi della flottiglia.

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La Gaza Freedom Flotilla

Cronologia di riferimento

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GLI ASSALTI

31 maggio poco prima delle ore 04:30 Acque internazionali (61 miglia dal confine territoriale). Primo tentativo di abbordaggio da parte dei gommoni israeliani alla Mavi Marmara, con lancio di granate stordenti, fumogeni ecc. Assalto respinto.31 maggio poco dopo le ore 04:30Primo tentativo fallito di calare i soldati israeliani dagli elicotteri sul tetto della Mavi Marmara. Secondo tentativo avvenuto con successo.31 maggio ore 04:45 – 05:17Sparatoria sul tetto e sui ponti della Mavi Marmara. Nove passeggeri uccisi e 24 feriti in modo grave. Tre soldati israeliani disarmati e sequestrati dai passeggeri. Operazione conclusa con l’assunzione del controllo israeliano sulla nave e la detenzione dei passeggeri. 31 maggio dalle ore 05:17Perquisizione, detenzione e maltrattamento dei passeggeri. Cura dei feriti gravi e loro evacuazione in elicottero (conclusa alle 12.30).

31 maggio ore 04:30 – 05:30Abbordaggio e presa, nell’ordine, di Eleftheri Mesogios, Sfendoni, Challenger I, Gazze I e Defne Y, senza incidenti ma con maltrattamenti dei passeggeri e in alcuni casi (Sfendoni, Challenger) uso di armi da fuoco.5 giugno ore 11:00Presa della Rachel Corrie.

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La Gaza Freedom Flotilla

Cronologia di riferimento

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La Gaza Freedom Flotilla

Cronologia di riferimento

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DETENZIONE IN ISRAELE

31 maggio ore 11:00 – 18:00Arrivo delle navi nel porto israeliano di Ashdod.31 maggio – 1 giugnoIdentificazione, sbarco e smistamento dei passeggeri (fino a 12 ore).

31 maggio – 6 giugno- Detenzione dei passeggeri nel carcere di Ella- Detenzione dei passeggeri feriti in vari ospedali israeliani 1 giugno – 6 giugnoDeportazione stragiudiziaria dei passeggeri (prima i giordani via terra, poi gli stranieri via aerea).3 giugnoIncidenti all’aeroporto Ben Gurion. Pestaggi e maltrattamenti di attivisti prima della deportazione.

5 giugno – 7 giugnoStesse dinamiche per i passeggeri della Rachel Corrie.

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La Gaza Freedom Flotilla

I passeggeri uccisi

Furkan Dogan, 19 anni

Studente

Cengiz Akyuz, 41 anni

Sposato con 3 figli

Necdet Yildirim, 32 anni

Operatore umanitarioSposato con una figlia

Cevdet Kiliclar, 38 anni

Operatore umanitarioSposato con due figli

Ali Haydar Bengi, 39 anni

InsegnanteSposato con 4 figli

Ibrahim Bilgen, 61 anni

IngegnereSposato con 6 figli

Cetin Topcuoglu, 54 anni

AllenatoreSposato con un figlio

Cengiz Songur, 47 anniSposato con 7 figli

Fahri Yaldiz, 43 anniVigile del fuoco

Sposato con 4 figli

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La Gaza Freedom Flotilla

Parte II

Analisi legali

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Analisi legali

Le aree di contestazione

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Legalità del blocco su Gaza (diritto della Flotilla di sbarcare a Gaza)

Legalità dell’abbordaggio in acque internazionali

Modalità dell’abbordaggio:

Trattamento dei detenuti:

Legalità del sequestro e traduzione dei detenuti in Israele

- Uso della forza- Autodifesa dei passeggeri

- Uccisioni, ferimenti- Maltrattamenti a bordo

- Sbarco e smistamento- Detenzione in carcere e in ospedale- Violenze all’aeroporto Ben GurionLegalità della deportazione stragiudiziale

Sottrazione di proprietà privata

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Analisi legali

I rapporti di inchiesta

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Consiglio dei diritti umani delle Nazioni UniteRapporto HRC27 settembre 2010Report of the international fact-finding mission to investigate violations of international law, including international humanitarian and human rights law, resulting from the Israeli attacks on the flotilla of ships carrying humanitarian assistance

Governo della TurchiaRapporto TurchiaFebbraio 2011Report on the Israeli attack on the humanitarian aid convoy to Gaza on 31 May 2010

Commissione Turkel (stato di Israele)Rapporto Turkel23 gennaio 2011The Public Commission To Examine the Maritime Incident of 31 May 2010

Segreteria generale delle Nazioni UniteRapporto PalmerSettembre 2011Report of the Secretary-General’s Panel of Inquiry on the 31 May 2010 Flotilla Incident

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Analisi legali

I rapporti di inchiesta

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Consiglio dei diritti umani ONU Organo consultivo delle Nazioni Unite in tema di

diritti umani con sede a Ginevra

Missione di inchiesta sulla Flotilla costituita nel giugno 2010

Mandato: «indagare sulle violazioni del diritto internazionale - umanitario e dei diritti umani - prodotte dagli attacchi israeliani contro la flottiglia di navi che trasportavano assistenza umanitaria» a Gaza

Metodologia: indagine pre-giudiziaria con raccolta e analisi di testimonianze, prove indiziarie ecc. Rimessa delle conclusioni agli Stati competenti per avvio di procedimenti giudiziari

Membri: Karl T. Hudson-Phillips (presidente, ex magistrato C.P.I.), Desmond de Silva (magistrato, corte speciale Sierra Leone), Mary Shanthi Airiam (Women’s Rights Action Watch Asia Pacific)

Rifiuto di Israele di collaborare all’inchiesta

Blocco illegaleAssalto illegaleAbusi illegali

Julian-Karl Hudson-Philips

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Analisi legali

I rapporti di inchiesta

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Segretariato generale ONU Principale organo di coordinamento delle Nazioni

Unite con sede a New York

“Panel” di inchiesta sulla Flotilla costituito nell’agosto 2010

Mandato: «esaminare i fatti e […] formulare raccomandazioni per evitare simili incidenti in futuro». Esplicitamente, ricucire lo strappo diplomatico Turchia-Israele

Metodologia: analisi dei rapporti prodotti di Israele e Turchia, confronto con personale diplomatico (“Contact Points”). No indagini

Membri: Geoffrey Palmer (politico, ex premier Nuova Zelanda), Alvaro Uribe (politico, ex presidente Colombia)

Collaborazione di Israele e Turchia attraverso i canali diplomatici

Assalto illegale nei modiAbusi illegali

Blocco navale legale

Geoffrey Palmer

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Analisi legali

I rapporti di inchiesta

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Commissione Turkel - Israele Commissione istituita dal governo di Israele nel

giugno 2010

Espediente extra-giudiziario (HRW chiedeva processi)

Mandato: esaminare la legalità del blocco ed eventuali condotte illegali da parte delle autorità israeliane nell’attacco e sequestro della Flotilla

Metodologia: raccolta di testimonianze e analisi legale. Poteri limitati: divieto di ascoltare membri dell’esercito (!)

Membri: Jacob Turkel (magistrato Alta corte israeliana), Shabtai Rosenne (docente israeliano di diritto internazionale, 93 anni, morto tre mesi dopo), Amos Horev (militare israeliano)

Osservatori internazionali: David Trimble (politico, ex leader unionisti irlandesi), Ken Watkin (ex procuratore militare Canada)

Scandalo in Israele: non c’erano donne nella commissione!

Blocco legaleAssalto legaleTrattamento legale

Jacob Turkel

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Analisi legali

I rapporti di inchiesta

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Rapporto HRC

Il diritto al servizio dei diritti umani Rapporto

Palmer

Il diritto al servizio del compromesso

politico

Rapporto Turkel

Il “diritto” al servizio di

Israele

Il rapporto Turchia riprende le analisi e le conclusioni del rapporto HRC.

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A partire dal 3 gennaio 2009 «l’area marittima di Gaza è chiusa a tutto il traffico marittimo ed è sottoposta a blocco da parte della marina israeliana fino a diverso avviso». Provvedimento motivato dai ripetuti tentativi del Free Gaza Movement di raggiungere Gaza via mare (v. G. Ashkenazi a Turkel) e altri «motivi di sicurezza».

I fatti

• Il blocco infligge un danno sproporzionato alla popolazione di Gaza (diritto bellico in mare, Manuale di San Remo)

• il blocco costituisce una pena collettiva in violazione degli obblighi di Israele derivanti dal diritto internazionale umanitario (art. 33 Quarta Convenzione di Ginevra). Posizione condivisa da ICRC, OCHA, Goldstone e altre agenzie UN.

• «La Missione ritiene che l’imposizione di un blocco illegale costituisca non solo una violazione delle leggi di guerra, ma anche del diritto della neutralità, dando luogo a una responsabilità di Stato» (HRC par. 61).

• Il blocco è parte di una più ampia politica di chiusura sproporzionata rispetto all’obiettivo militare atteso.

• Perdurante status di Gaza come territorio occupato (applicazione delle relative norme umanitarie) (HRC, par. 64).

Rapporto HRC

Analisi legali

Legalità del blocco

• Il blocco marittimo deve essere considerato separatamente dal blocco degli accessi via terra (è stato istituito successivamente ed è una misura legale a sé stante)

• «Evidente obiettivo militare» di Israele. Il blocco marittimo è gustificato dall’esigenza di Israele di interdire la fornitura di armi ad Hamas (si citano «precedenti», in realtà uno e incerto)

• Mentre il blocco via terra è illegale (impatto sproporzionato sulla popolazione civile), il blocco marittimo è legale perché, in ogni caso, non vi sono «infrastrutture portuali significative a Gaza» e pertanto l’impatto del blocco navale è «minimo sulla situazione umanitaria generale»

• HRC sarebbe giunto a conclusioni diverse in quanto «non ha ricevuto informazioni da Israele» e non ne ha letto il rapporto (?)

Rapporto Palmer

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Nella notte del 31 maggio 2010 l’esercito israeliano ha intercettato, abbordato e sequestrato le navi della Flotilla in acque internazionali, a oltre 50 miglia dal limite di imposizione del blocco.

I fatti

• «in assenza di un blocco legittimo, la sola base legale per intercettare il natante poteva risiedere nel ragionevole sospetto che esso stesse fornendo un contributo effettivo allo sforzo bellico della parte avversa […] o stesse costituendo una minaccia imminente e preponderante per Israele» (HRC, par. 56)

• «Alla luce della testimonianza resa alla Commissione Turkel [Nethanyau su flottiglie, Ashkenazi su IHH] è evidente che non vi era alcun ragionevole sospetto circa il fatto che la flottiglia costituisse in sé un pericolo militare» (HRC,par. 58)

• «la Missione è convinta non solo che la flottiglia non costituisse alcuna minaccia imminente, ma anche che l’intercettazione sia stata motivata dal timore di una vittoria propagandistica» (HRC, par. 57). «La Missione conclude pertanto che l’intercettazione era illegale» (HRC, par. 58).

Rapporto HRC

Analisi legali

Legalità dell’abbordaggio

• «Vi sono seri dubbi sulla condotta, la vera natura e gli obiettivi degli organizzatori della flotilla, in particolare dell’IHH. Le azioni della flotilla hanno inutilmente innescato il potenziale per un’escalation» (Palmer, par. 95)

• Il fatto che vi fossero «così tante persone a bordo» e che la maggior parte del carico era «ad uso dei naviganti» (!!!) solleva altri dubbi

• Non c’erano armi a bordo ma «si dice» che a bordo vi fosse un «gruppo hardcore» di attivisti IHH con «mansioni di sicurezza» (!)

• Il governo della Turchia non avrebbe fatto abbastanza per impedire la partenza delle navi [lezione imparata per Flotilla 2, n.d.r.]

Rapporto Palmer

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Nel corso dell’abbordaggio sono state utilizzate armi da fuoco: sacchetti di sabbia, elettroshock, fumogeni, proeittili. Nove civili uccisi e oltre 50 feriti sulla Mavi Marmara.

I fatti

• «Mezzi meno drastici avrebbero potuto essere utilizzati in pressoché tutti gli episodi dell’operazione israeliana, dal momento che non vi era alcuna minaccia immediata per i soldati» (HRC, par. 168)

• «Sulla Mavi Marmara, le forze israeliane hanno condotto esecuzioni extra-giudiziarie, arbitrarie e sommarie, espressamente proibite dal diritto internazionale umanitario all’art. 6 del Patto internazionale sui diritti civili e politici» (HRC, par. 170)

• «La Missione è convinta che gran parte della forza impiegata dai soldati israeliani a bordo della Mavi Marmara e dagli elicotteri sia stata non necessaria, sproporzionata, eccessiva e inappropriata, e abbia causato morte e ferimenti pienamente evitabili in un gran numero di passeggeri civili» (HRC, par. 172)

• «La forza usata dai soldati israeliani nell’intercettazione della Challenger I, della Sfendoni e della Eleftheri Mesogios è stata non necessaria, sproporzionata, eccessiva e inappropriata, e ha prodotto violazioni al diritto all’integrità fisica, come sancito dall’art. 7 del Patto internazionale sui diritti civili e politici» (HRC, par. 173)

• Prove prima facie di violazioni gravi del diritto internazionale umanitario (Ginevra IV, art. 147): omicidio volontario, tortura o trattamento inumano, […] cagionare intenzionalmente grandi sofferenze o danneggiare gravemente l’intergrità fisica» (par. 182)

Rapporto HRC

Analisi legali

Modalità dell’abbordaggio

• «La decisione di Israele di abbordare le navi con tale violenza e a grande distanza dalla zona del blocco […] è stata eccessiva e irragionevole» (Palmer, par. 117)

• «La perdita di vite umane e i ferimenti causati dall’uso della forza da parte delle autorità israeliane durante la presa della Mavi Marmara sono inaccettabili […] Israele non ha fornito al Comitato alcuna spiegazione soddisfacente circa i nove decessi registrati» (Palmer, par. 134)

Rapporto Palmer

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Maltrattamento dei detenuti a bordo della Mavi Marmara e altre imbarcazioni: percosse, minacce di morte, costrizione a stare inginocchiati sul ponte, manette di plastica ai polsi, impedimento a fruire dei servizi igienici, mangiare, bere, assumere farmaci, inadeguatezza del primo soccorso, riprese video, sottrazione di effetti personali.

I fatti

• «Poiché la Missione considera l’intercettazione israeliana della flottiglia illegale, anche la detenzione dei passeggeri a bordo di ciascuna nave è prima facie illegale (HRC, par. 174)

• «La detenzione in massa di più di 700 passeggeri e membri dell’equipaggio a bordo delle sei navi non aveva alcuna base di diritto, era di natura arbitraria e viola l’art. 9 del Patto internazionale sui diritti civili» (HRC, par. 176)

• «Il trattamento inflitto ai passeggeri […] da parte delle forze armate israeliane costituisce trattamento crudele, inumano e degradante e, in quanto ulteriormente applicato come forma di punizione, tortura» (HRC, par. 181)

Rapporto HRC

Analisi legali

Detenzione a bordo

• «Vi sono stati significativi maltrattamenti da parte delle autorità israeliane ai danni dei passeggeri dopo la presa delle imbarcazioni […]. Tra questi, maltrattamenti fisici, molestie e intimidazioni, confisca ingiustificata di beni personali e diniego di una tempestiva assistenza consolare» (Palmer, 145)

• Il rapporto Turkel e il personale diplomatico israeliano non hanno preso in considerazione queste condotte e non hanno fornito spiegazioni

Rapporto Palmer

Il Rapporto Palmer affronta gli eventi e le violazioni occorsi durante la detenzione dei passeggeri (sia sulle navi sia in Israele, fino alla deportazione) molto sinteticamente, senza formulare pareri di legalità (parr. 135-145).

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Sbarco in Israele: Arrivo della navi al porto di Ashdod, passegeri ripresi dalle TV e derisi dalla folla (tra cui anche bambini). Procedure di smistamento lunghe e con perquisizioni umilianti. Insulti, scherno e percosse. Costrizione a firmare documenti di autodenuncia in ebraico. Mancanza di cure ai feriti. Divieto di incontrare avvocati o rappresentanti consolari.Detenzione in carcere: Divieto di incontrare avvocati o rappresentanti consolari. Perquisizioni corporali inutilmente ripetute. Impossibilità di usare telefoni. Interrogatori con percosse. Nessun processo né udienza processuale.Detenzione in ospedale: Trattamento disumano dei feriti incatenati ai letti.Deportazione all’aeroporto: Maltrattamenti, pestaggi, insulti, lesioni fisiche gravi.

I fatti

• «I passeggeri si sono ritrovati in Israele a causa di un atto illegale dello Stato di Israele […] la protratta detenzione dei passeggeri ad Ashdod, a Beershiva e all’aeroporto [ha] costituito un prolungamento della loro detenzione illegale» (HRC, parr. 215-216)

• Durante lo sbarco, «tutti i passeggeri avrebbero dovuto essere protetti dalla pubblica curiosita» (viol. art. 13 Ginevra III) (221)

• «Nella fase di detenzione [sono] stati commessi atti di tortura da parte dei funzionari israeliani ai danni dei passeggeri, in violazione dell’art. 1 della Convenzione contro la tortura e degli artt. 7 e 10 del Patto internazionale sui diritti civili e politici» (219)

• «I gravi incidenti di violenza fisica perpetrati da militari e/o poliziotti israeliani contro i passeggeri all’aeroporto internazionale Ben Gurion costituiscono chiare violazioni della tutela che deve essere riconosciuta ai detenuti […] Poiché il trattamento riservato ai passeggeri nell’aeroporto è stato inflitto da soldati e poliziotti […] può anche essere considerato tortura» (222)

• Violazione dei diritti dei detenuti: diritto di «essere trattato con umanità e col rispetto della dignità inerente alla persona umana», di «essere informati circa le ragioni del loro arresto e detenzione», di potere accedere all’assistenza legale e/o ai servizi consolari, di poter comunicare con le loro famiglie (225-231)

• «In alcuni casi i passeggeri feriti, compresi quelli feriti negli assalti condotti dai funzionari israeliani, non hanno ricevuto un’assistenza medica immediata» (viol.inter alia art. 6 Codice di condotta funzionari addetti all’applicazione della legge) (233)

Rapporto HRC

Analisi legali

Detenzione in Israele e deportazione

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Confisca di beni dei passeggeri: Sulle navi e nel porto di Ashdod. Ad es. passaporti, carte di identità, patenti di guida, telefoni cellulari, computer portatili, dispositivi per la riproduzione audio (ad es. lettori MP3), fotografici e per le riprese audiovisive, carte di credito, documenti, libri e vestiti. Beni restituiti solo in parte o danneggiati. Utilizzo di carte di credito sottratte, computer rivenduti.Confisca delle navi: Trattenute in Israele fino a due mesi. La Mavi Marmara è stata restituita distrutta.

I fatti

• «La Missione ritiene che gli atti commessi dalle autorità israeliane nel confiscare, trattenere e, in alcuni casi, distruggere la proprietà privata di diverse centinaia di passeggeri a bordo delle navi della flottiglia rappresentino una violazione sia del diritto di proprietà sia della libertà di espressione» (HRC, par. 245)

• «È evidente che non vi era nessuna necessità militare a giustificazione della confisca e dell’appropriazione protratta dei beni di proprietà dei passeggeri della flottiglia» (248)

• Per quanto riguarda la confisca delle registrazioni audio e video, «La Missione è convinta che ciò rappresenti un tentativo deliberato delle autorità israeliane di sopprimere o distruggere le prove e altre informazioni relative agli eventi» (241)

• Violazioni all’art. 17 della Dichiarazione universale dei diritti umani (tutela della porprietà personale), all’art. 97 della Quarta Convenzione di Ginevra (confisca dei beni dei detenuti), all’art. 19, par. 2, del Patto internazionale sui diritti civili e politici (libertà di espressione)

Rapporto HRC

Analisi legali

Confisca di beni personali

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Analisi legali

In conclusione

«Il blocco è illegale e non può essere legalmente sostenuto. Ciò a prescindere dai motivi addotti da chi cerca di giustificare la legalità del blocco» (261)

«Lo Stato di Israele ha il diritto alla pace e alla sicurezza […] ma tutte le azioni in risposta che costituiscano una pena collettiva inflitta alla popolazione civile di Gaza sono illegali in ogni circostanza» (263)

«L’azione militare dell’IDF nell’intercettazione della Mavi Marmara in alto mare, nelle circostanze e per i motivi indicati, è stata chiaramente illegale» (HRC, 262)

«La condotta dell’esercito e di altri funzionari di Israele […] non può essere giustificata o condonata sulla base di ragioni di sicurezza o altro. Essa costituisce una grave violazione del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario» (264)

«Vi sono […] prove evidenti per sostenere la persecuzione dei seguenti crimini nei termini dell’art. 147 della Quarta Convenzione di Ginevra: omicidio volontario; tortura o trattamento inumano; il fatto di cagionare intenzionalmente grandi sofferenze o di danneggiare gravemente l’integrità corporale o la salute» (265)

Rapporto HRC

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«Se ieri un gruppo armato di pirati somali avesse abbordato sei navi in alto mare, uccidendo almeno dieci

passeggeri e ferendone molti altri, oggi una task force della NATO avrebbe fatto rotta verso le coste somale. Ma ciò che è accaduto ieri nelle acque internazionali al largo di Gaza è stata opera dei commando israeliani, non di pirati, e la

NATO non manderà le sue navi da guerra in Israele. Forse dovrebbe farlo».

(The Guardian, Editoriale, 1 giugno 2010)

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Appendice

Bibliografia

Consiglio dei diritti umani delle Nazioni UniteReport of the international fact-finding mission to investigate violations of international law, including international humanitarian and human rights law, resulting from the Israeli attacks on the flotilla of ships carrying humanitarian assistance Inglese: http://www.unhcr.org/refworld/country,,UNGA,,ISR,,4cd3a8e32,0.htmlItaliano (trad. non ufficiale): http://rapportogoldstone.org/files/Flottiglia_PB7.pdf

Segreteria generale delle Nazioni UniteReport of the Secretary-General’s Panel of Inquiry on the 31 May 2010 Flotilla IncidentInglese: http://www.un.org/News/dh/infocus/middle_east/Gaza_Flotilla_Panel_Report.pdf

Governo di IsraeleThe Public Commission to Examine the Maritime Incident of 31 May 2010 (Turkel Commission)Inglese: http://www.turkel-committee.gov.il/files/wordocs//8707200211english.pdf

Governo della TurchiaReport on the Israeli attack on the humanitarian aid convoy to Gaza on 31 May 2010 Inglese: http://reliefweb.int/sites/reliefweb.int/files/resources/Full_Report_1621.pdf

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Appendice

Bibliografia

turkelreport.com[Analisi legale del rapporto della Commissione Turkel e raffronto dei rapporti OHCHR e Turchia]Inglese e turco: http://www.turkelreport.com

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