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Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921 Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673 Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni APRILE 2013 N° 4 € 2,00 una copia F in dai primissimi momenti il Pontificato di Francesco è stato ricco i segni e di significato: l’inchino a Dio davanti al popolo, lo stile colloquia- le, l’andare incontro alla gente, l’apertura al dialo- go, rendono tanto più grande ed universale la sua fi- gura quanto più e vicina a ciascuno dei più piccoli tra i fratelli. Papa Francesco ha dimostrato di poter conciliare autorità e umanità, invitando al suo inse- diamento il rappresentante dei “cartoneros” di Bue- nos Aires che vivono raccogliendo cartoni usati, te- lefonando al suo giornalaio argentino per chiedergli personalmente, dopo l’elezione, di non consegnarli più i giornali, trattando allo stesso modo i capi di Stato ed i più umili e sfortunati fedeli, tra i quali va- ri disabili. Significativo anche il rispetto dimostrato dal Santo Padre verso le altre confessioni cristiane, le altre religioni ed i non credenti. Restano già scolpite nella nostra memoria collettiva le nobili parole pronunciate il 19 marzo durante la Messa che segna l’inizio del suo ministero:“Ricor- diamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbia- mo avere paura della bontà, anzi neanche della te- nerezza!...Una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’ani- mo e capacità di attenzione, di compassione, di ve- ra apertura all’altro, capacità di amore…L’inizio del ministero del nuovo Vescovo di Roma, Successore di Pietro, comporta anche un potere. Certo, Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale pote- re si tratta? Non dimentichiamo mai che il vero po- tere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce”. F.S. N on è facile addentrarsi in una discussione riguar- dante i lavori pubblici, perché questo paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche oggetto isolato. Le periferie, il consumo di suolo, l’abusivismo, l’emargi- nazione dei giovani, l’indivi- dualismo esasperato, i tagli alla cultura e alla scuola sono tutti fenomeni che rubano bellezza al nostro paese. Proprio la bellezza, invece può essere la chiave per rive- dere politiche che interessa- no fortemente il territorio e concorrono in maniera rile- vante a definirne caratteri e qualità”. “Nella nostra idea di bellezza l’attività antropica, il ruolo delle comunità e degli individui, è centrale. L’intento della proposta che avanziamo è di inne- scare nei territori processi di trasformazione che puntino a rendere più belle, moderne e vivibili le cit- tà italiane, a migliorare la qualità della convivenza, del benessere individuale e collettivo e a muovere la creatività. La sfida, insomma, è invertire la ten- denza, promuovendo un modello di sviluppo alter- nativo a quello che ha distrutto la bellezza natura- le senza produrne di nuova. Il circolo Legambiente di Ostuni si fonda ad opera di persone che credono che in Ostuni, un paese di grandi emergenze paesaggistiche e storico-cultu- rali ci siano realtà oggettive da difendere, da mi- gliorare, ed una strada più sostenibile da percorre- re. Sin dai primi giorni il rapporto con l’amministrazio- ne comunale è stato buono, ricordo la festa d’inau- gurazione del circolo in una serata di fine ottobre insolitamente fredda e piovosa, in cui neppure le “pettole” ed il vino dei nostri amici del Gruppo Scout di Ostuni riuscirono a scaldare gli animi dei partecipanti, parlò il nostro Signor Sindaco, il presi- dente Regionale Legambiente e poi io, farfugliando qualcosa di quasi incoerente sulla nostra mission e sogni futuri. Questo rapporto con i nostri amministratori non si è mai rescisso, continuiamo a collaborare in più oc- casioni verso un ampliamento della conoscenza e coscienza ambientale. Ora, il punto cui sto cercando di arrivare è che per alcuni noi saremmo troppo “amici” di questa giunta municipale. Avendo svolto in diverse occasioni ma- nifestazioni ed eventi con il patrocinio e l’aiuto del- la stessa. Quanto sopra per indurrebbe alcuni mal- pensanti in sospetti. Perlopiù cose di poco senso. Questo denota una certa malignità e giudizio (o pregiudizio) affrettato e molto provinciale su chi ef- fettivamente, e non a parole o “su facebook”, si spende per l’ambiente. Non c’è quindi altro metro di giudizio che l’ambiente, che poi per forza di co- se diviene cultura, socialità, e molto altro, ed il no- stro rapporto con tutto questo. L’impianto in oggetto, seppur posto nel villaggio Pi- lone è destinata a servire più agglomerati costieri, come parte di Rosa marina (Cala), Pilone (villaggio e camping) e Monticelli. Circa Tremila ville ed un campeggio da 1500 posti. Pilone è una località del comune di Ostuni (BR), si- tuata sulla costa adriatica, a circa 10 km dal capo- luogo del comune di appartenenza. La frazione, a sua volta, è divisa in due villaggi (Pi- lone 1 e Pilone 2). Le prime grandi ville immerse nel “suggestivo verde della vegetazione locale” fu- rono costruite nell’attuale villaggio Pilone 1; suc- cessivamente durante la fine degli anni 80 lo stes- so è stato ampliato con la costruzione di altre villet- te di recente architettura in calce bianca. DELITTO D’ODORE la storia della vasca del Pilone di Carmine Specchia (segue a pag. 6) TENEREZZA E SPERANZA: i primi passi di Papa Francesco Non c’è pace tra gli ulivi... di Puglia approvata la modifica alla legge regionale Ci siamo occupati, sullo scorso numero, della proposta (Iurlaro-Pentassuglia) per la modifica della legge regionale 4 giugno 2007, n. 14 (Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Pu- glia), dando voce alle associazioni ambientaliste che vi si opponevano strenuamente. Ricorriamo al titolo di un vecchio film neorealista di Giuseppe De Santis, con Raf Vallone e Lucia Bosè, per ritornare sull’argomento. Nel corso della 78ª Seduta del Consiglio Regionale della Puglia del 03 aprile, la proposta è stata approvata a maggioranza, con 3 emendamenti a firma degli stessi proponenti e con urgenza (!?). Conseguentemente, l’art. 11 l.r. 14/2007 è stato modificato, al fine di consentire deroghe ai divieti di danneg- giamento, abbattimento, espianto e commercio in esecuzione di piani attuativi di strumenti urbanistici gene- rali approvati prima dell’entrata in vigore della riforma. Inoltre, sono state introdotte alcune precisazioni con riferimento al progetto preventivo di reimpianto degli uli- vi espiantati (art. 11, comma 3): deve avvenire nelle aree libere delle stesse unità edilizie o urbanistiche d’in- tervento e, qualora ne sia dimostrata l’impossibilità, in altre aree idonee di proprietà pubblica o privata preci- samente individuate e preferibilmente con la fissazione di un termine entro il quale procedere. E’ stato introdotto, infine, l’obbligo di presentazione da parte del soggetto interessato di apposite garanzie fi- deiussorie (ancora ignote, ma che verranno definite con atto del dirigente del servizio ecologia) a favore del- l’Amministrazione regionale idonee ad assicurare, in caso di mancato attecchimento della pianta, il risarci- mento dei danni. Mentre il nostro concittadino Giovanni Epifani ha approvato la riforma silente (dopo averla osteggiata in com- missione), il consigliere Francesco Laddomada è stato l’unico, su 38 presenti, ad opporsi tenuto conto dei probabili “effetti collaterali negativi” che la riforma potrebbe avere sul territorio e riferendosi – expressis ver- bis – alle note trasmesse in Regione da parte di varie associazioni ambientaliste e al parere “ben argomen- tato e fortemente negativo” dell’A.R.P.A. Puglia (a firma di Giorgio Assennato e Massimo Blonda, rispettiva- mente direttore generale e direttore scientifico). Il consigliere fasanese Fabiano Amati, invece, all’indomani dell’approvazione ha espresso il suo apprezza- mento, sostenendo che ora si potranno “combinare esigenze di maggiore protezione degli ulivi con i diritti edificatori di tipo residenziale”. Finalmente, a suo dire, si sbloccherà “un comparto edilizio sofferente, che aspetta spasmodicamente un rilancio imminente”. Le associazioni ambientaliste da parte loro hanno lanciato una nuova petizione per chiedere al Presidente Vendola di ritornare al testo previgente, e se ciò non avverrà sono pronte ad avviare le procedure per un re- ferendum abrogativo delle modifiche appena approvate. GIANMICHELE PAVONE Il Marchio del Parco delle Dune Costiere rappresenta uno strumento per incentivare le aziende ad impegnar- si come attori attivi per lo sviluppo sostenibile, capace an- che di rispettare le esigenze di tutela e conservazione del territorio in cui si opera. Possono esporre il Marchio le at- tività turistico-ricettive e di ristorazione; agricole e di tra- sformazione dei prodotti agro-alimentari; di commercio al dettaglio di prodotti agroalimentari e/o di prodotti artigia- nali locali, nel rispetto dell’ambiente e delle finalità istitu- tive dell’area protetta operando nel solco della qualità e so- stenibilità, quindi riducendo l’impatto ambientale su aree naturali e rurali sensibili e dando forza ad attività tradizio- nali legate alla storia e alla natura dei luoghi. Un marchio di qualità del Parco delle Dune Costiere Foto: Enzo Suma (segue a pag. 7) I COLORI DELLA SPERANZA “Uno dei titoli del Vescovo di Roma è Pontefice, cioè colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomi- ni”. Il nostro Enzo Farina si è ispirato al discorso di Papa Bergoglio al Corpo Diplomatico del 22 marzo scorso per questa bellissima vignetta.

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Mensile cattolico d'informazione fondato nel 1921Poste Italiane sped. in abb. post. DL 353/2003 (conv. in Legge 27/2/2004 n° 46) Art. 1, comma 1, S1/BR - Aut. Trib. BR n. 38 del 21.7.1956 - Iscriz. R O C n° 5673

Dir. Resp.: Ferdinando Sallustio - LO SCUDO: C.so G. Garibaldi, 129 - Ostuni - Tel 0831 331448 - [email protected] - Tip.: Nuova GA srl - Ostuni

APRILE2013N° 4

€ 2,00una copia

Fin dai primissimi momenti il Pontificato diFrancesco è stato ricco i segni e di significato:

l’inchino a Dio davanti al popolo, lo stile colloquia-le, l’andare incontro alla gente, l’apertura al dialo-go, rendono tanto più grande ed universale la sua fi-gura quanto più e vicina a ciascuno dei più piccolitra i fratelli. Papa Francesco ha dimostrato di poterconciliare autorità e umanità, invitando al suo inse-diamento il rappresentante dei “cartoneros” di Bue-nos Aires che vivono raccogliendo cartoni usati, te-lefonando al suo giornalaio argentino per chiederglipersonalmente, dopo l’elezione, di non consegnarlipiù i giornali, trattando allo stesso modo i capi diStato ed i più umili e sfortunati fedeli, tra i quali va-ri disabili. Significativo anche il rispetto dimostratodal Santo Padre verso le altre confessioni cristiane,le altre religioni ed i non credenti.Restano già scolpite nella nostra memoria collettivale nobili parole pronunciate il 19 marzo durante la

Messa che segna l’inizio del suo ministero:“Ricor-diamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano lavita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostrisentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lìche escono le intenzioni buone e cattive: quelle checostruiscono e quelle che distruggono! Non dobbia-mo avere paura della bontà, anzi neanche della te-nerezza!...Una grande tenerezza, che non è la virtùdel debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’ani-mo e capacità di attenzione, di compassione, di ve-ra apertura all’altro, capacità di amore…L’inizio delministero del nuovo Vescovo di Roma, Successoredi Pietro, comporta anche un potere. Certo, GesùCristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale pote-re si tratta? Non dimentichiamo mai che il vero po-tere è il servizio e che anche il Papa per esercitare ilpotere deve entrare sempre più in quel servizio cheha il suo vertice luminoso sulla Croce”.

F.S.

Non è facile addentrarsi inuna discussione riguar-

dante i lavori pubblici, perchéquesto paese non producepiù nuova bellezza, se nonper qualche oggetto isolato.Le periferie, il consumo disuolo, l’abusivismo, l’emargi-nazione dei giovani, l’indivi-dualismo esasperato, i taglialla cultura e alla scuola sonotutti fenomeni che rubanobellezza al nostro paese.Proprio la bellezza, invecepuò essere la chiave per rive-dere politiche che interessa-no fortemente il territorio econcorrono in maniera rile-vante a definirne caratteri e qualità”. “Nella nostra idea di bellezza l’attività antropica, ilruolo delle comunità e degli individui, è centrale.L’intento della proposta che avanziamo è di inne-scare nei territori processi di trasformazione chepuntino a rendere più belle, moderne e vivibili le cit-tà italiane, a migliorare la qualità della convivenza,del benessere individuale e collettivo e a muoverela creatività. La sfida, insomma, è invertire la ten-denza, promuovendo un modello di sviluppo alter-nativo a quello che ha distrutto la bellezza natura-le senza produrne di nuova.Il circolo Legambiente di Ostuni si fonda ad operadi persone che credono che in Ostuni, un paese digrandi emergenze paesaggistiche e storico-cultu-rali ci siano realtà oggettive da difendere, da mi-gliorare, ed una strada più sostenibile da percorre-re.Sin dai primi giorni il rapporto con l’amministrazio-ne comunale è stato buono, ricordo la festa d’inau-gurazione del circolo in una serata di fine ottobreinsolitamente fredda e piovosa, in cui neppure le“pettole” ed il vino dei nostri amici del GruppoScout di Ostuni riuscirono a scaldare gli animi deipartecipanti, parlò il nostro Signor Sindaco, il presi-dente Regionale Legambiente e poi io, farfugliandoqualcosa di quasi incoerente sulla nostra mission esogni futuri.Questo rapporto con i nostri amministratori non siè mai rescisso, continuiamo a collaborare in più oc-casioni verso un ampliamento della conoscenza e

coscienza ambientale.Ora, il punto cui sto cercando di arrivare è che peralcuni noi saremmo troppo “amici” di questa giuntamunicipale. Avendo svolto in diverse occasioni ma-nifestazioni ed eventi con il patrocinio e l’aiuto del-la stessa. Quanto sopra per indurrebbe alcuni mal-pensanti in sospetti. Perlopiù cose di poco senso.Questo denota una certa malignità e giudizio (opregiudizio) affrettato e molto provinciale su chi ef-fettivamente, e non a parole o “su facebook”, sispende per l’ambiente. Non c’è quindi altro metrodi giudizio che l’ambiente, che poi per forza di co-se diviene cultura, socialità, e molto altro, ed il no-stro rapporto con tutto questo.L’impianto in oggetto, seppur posto nel villaggio Pi-lone è destinata a servire più agglomerati costieri,come parte di Rosa marina (Cala), Pilone (villaggioe camping) e Monticelli. Circa Tremila ville ed uncampeggio da 1500 posti.Pilone è una località del comune di Ostuni (BR), si-tuata sulla costa adriatica, a circa 10 km dal capo-luogo del comune di appartenenza.La frazione, a sua volta, è divisa in due villaggi (Pi-lone 1 e Pilone 2). Le prime grandi ville immersenel “suggestivo verde della vegetazione locale” fu-rono costruite nell’attuale villaggio Pilone 1; suc-cessivamente durante la fine degli anni 80 lo stes-so è stato ampliato con la costruzione di altre villet-te di recente architettura in calce bianca.

DELITTO D’ODOREla storia della vasca del Pilone

di Carmine Specchia

(segue a pag. 6)

TENEREZZA E SPERANZA: i primi passi di Papa Francesco

Non c’è pace tra gli ulivi... di Pugliaapprovata la modifica alla legge regionale

Cisiamo occupati, sullo scorso numero, della proposta (Iurlaro-Pentassuglia) per la modifica della leggeregionale 4 giugno 2007, n. 14 (Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Pu-

glia), dando voce alle associazioni ambientaliste che vi si opponevano strenuamente.Ricorriamo al titolo di un vecchio film neorealista di Giuseppe De Santis, con Raf Vallone e Lucia Bosè, perritornare sull’argomento.Nel corso della 78ª Seduta del Consiglio Regionale della Puglia del 03 aprile, la proposta è stata approvataa maggioranza, con 3 emendamenti a firma degli stessi proponenti e con urgenza (!?).Conseguentemente, l’art. 11 l.r. 14/2007 è stato modificato, al fine di consentire deroghe ai divieti di danneg-giamento, abbattimento, espianto e commercio in esecuzione di piani attuativi di strumenti urbanistici gene-rali approvati prima dell’entrata in vigore della riforma.Inoltre, sono state introdotte alcune precisazioni con riferimento al progetto preventivo di reimpianto degli uli-vi espiantati (art. 11, comma 3): deve avvenire nelle aree libere delle stesse unità edilizie o urbanistiche d’in-tervento e, qualora ne sia dimostrata l’impossibilità, in altre aree idonee di proprietà pubblica o privata preci-samente individuate e preferibilmente con la fissazione di un termine entro il quale procedere.E’ stato introdotto, infine, l’obbligo di presentazione da parte del soggetto interessato di apposite garanzie fi-deiussorie (ancora ignote, ma che verranno definite con atto del dirigente del servizio ecologia) a favore del-l’Amministrazione regionale idonee ad assicurare, in caso di mancato attecchimento della pianta, il risarci-mento dei danni. Mentre il nostro concittadino Giovanni Epifani ha approvato la riforma silente (dopo averla osteggiata in com-missione), il consigliere Francesco Laddomada è stato l’unico, su 38 presenti, ad opporsi tenuto conto deiprobabili “effetti collaterali negativi” che la riforma potrebbe avere sul territorio e riferendosi – expressis ver-bis – alle note trasmesse in Regione da parte di varie associazioni ambientaliste e al parere “ben argomen-tato e fortemente negativo” dell’A.R.P.A. Puglia (a firma di Giorgio Assennato e Massimo Blonda, rispettiva-mente direttore generale e direttore scientifico).Il consigliere fasanese Fabiano Amati, invece, all’indomani dell’approvazione ha espresso il suo apprezza-mento, sostenendo che ora si potranno “combinare esigenze di maggiore protezione degli ulivi con i dirittiedificatori di tipo residenziale”. Finalmente, a suo dire, si sbloccherà “un comparto edilizio sofferente, cheaspetta spasmodicamente un rilancio imminente”.Le associazioni ambientaliste da parte loro hanno lanciato una nuova petizione per chiedere al PresidenteVendola di ritornare al testo previgente, e se ciò non avverrà sono pronte ad avviare le procedure per un re-ferendum abrogativo delle modifiche appena approvate.

GIANMICHELE PAVONE

IlMarchio del Parco delle Dune Costiere rappresentauno strumento per incentivare le aziende ad impegnar-

si come attori attivi per lo sviluppo sostenibile, capace an-che di rispettare le esigenze di tutela e conservazione delterritorio in cui si opera. Possono esporre il Marchio le at-tività turistico-ricettive e di ristorazione; agricole e di tra-sformazione dei prodotti agro-alimentari; di commercio aldettaglio di prodotti agroalimentari e/o di prodotti artigia-nali locali, nel rispetto dell’ambiente e delle finalità istitu-tive dell’area protetta operando nel solco della qualità e so-stenibilità, quindi riducendo l’impatto ambientale su areenaturali e rurali sensibili e dando forza ad attività tradizio-nali legate alla storia e alla natura dei luoghi.

Un marchio di qualità del Parco delle Dune Costiere

Foto: Enzo Suma(segue a pag. 7)

I COLORI DELLA SPERANZA“Uno dei titoli del Vescovo di Roma è Pontefice, cioè colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomi-ni”. Il nostro Enzo Farina si è ispirato al discorso di Papa Bergoglio al Corpo Diplomatico del 22 marzoscorso per questa bellissima vignetta.

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22AAPPRRIILLEE22001133 CCIITTTTàà

Folla delle grandi occasioni il 5 aprilescorso all’UNITRE in Biblioteca per

ascoltare la nostra concittadina Rita Luca-relli, affermata egittologa, che da anni, dopola laurea a pieni voti, si occupa della civiltàdel’antico Egitto con studi archeologici sulcampo, collaborazioni con riviste e libri sultema, docenze a Verona, in Olanda, negliStati Uniti ed ora a Bonn; millenni dopo, lagrande storia del popolo egizio, tra faraoni,piramidi e geroglifici, non cessa di sorpren-derci; la conferenza di Rita è stata gradevo-lissima, con la presentazione dei doni che ildio Thot aveva fatto all’umanità, cioè i segnie la scrittura che è stata decifrata solo intempi relativamente recenti (da ricordare ilgrande Champollion e la stele di Rosetta,ma non soltanto: molto lavoro era stato fat-to anche prima e dopo la spedizione napo-leonica in Egitto).Molto interessante la concezione ultraterre-na degli antichi egizi, con le invocazioni con-tenute nel “Libro dei morti”, la cura dei cor-redi funerari, il giudizio degli dei con la pesatura del cuore del defunto; significativo il sim-bolismo dei geroglifici, con importanti richiami alla vita sociale, religiosa, civile e culturaledelle varie epoche dell’Egitto: sembra scritta una generazione fa l’esortazione a divenire

uno scriba per poter sfuggire alla dura vitadegli agricoltori e degli operai; molto belli i ri-chiami alla mitologia egizia e molto coinvoltala platea, con varie domande al termine del-la serata. Complimenti a Rita, un’ostunese…d’Egitto.

F.S.

A volte ritornano Un’ostunese... d’Egitto

LA BUONA SANITA’

Lafamiglia Putignano ringrazia il personale dell’Unità operativa di Medicina di Ostuni, il primario dott. Cirasino e tutti i suoi collaborato-ri medici e paramedici per l’efficienza nella diagnosi e per la qualità dell’assistenza e delle cure prestate al loro congiunto Luigi Puti-

gnano. La competenza e la bravura dei componenti dell’equipe medica ha consentito il pieno recupero da una difficilissima situazione cherischiava di compromettere la salute del loro familiare o di avere conseguenze ancora più gravi. In un periodo nel quale, giustamente, sisottolineano le situazioni di inefficienza o di “malasanità” è giusto, sia dal punto di vista professionale che da quello umano, riconoscere esostenere gli esempi di professionalità e di disponibilità nei confronti della comunità e dei pazienti che i nostri operatori hanno mostrato inquesta ed in tantissime altre occasioni.

* * *

"Vorrei segnalare un'esperienza personale vissuta nel reparto di Ortopedia dell'Ospedale di Ostuni," scrive il lettore Mario Santoro "lamia è una testimonianza di buona sanità vissuta a seguito di un brutto incidente ad una mano, risolta con un riuscito interventi di mi-

crochirurgia. E' per questo -prosegue il signor Santoro - voglio esprimere il mio apprezzamento a tutta l'Unità operativa di Ortopedia, agliausiliari, agli infermieri, ai medici ed ai responsabili del reparto, per l'efficienza dimostrata. Ritengo sia utile- conclude il nostro lettore- farconoscere le esperienze positive e soprattutto un'eccellenza ospedaliera che onora Ostuni e tutto il territorio provinciale".

APPUNTAMENTICasa della Musica

Via Rossetti - Ostuni• Venerdì 12 aprile, ore 19, presentazio-ne del libro “Nicola Arigliano, Beato tra lenote”, a cura di Gianluca Zurlo. Ospitel’autore Giancarlo Sanò.• Domenica 14 aprile, ore 20, monogra-fia di Carlo Alberto Rossi, a cura del M°Giovanni Specchia.• Domenica 21 aprile, ore 21, GiannaMontecalvo Quartet in concerto.• Domenica 28 aprile, ore 18, monogra-fia di “Charles Mingus” a cura del M° Pa-squale Mega.• Sabato 4 maggio, ore 18, monografia diJohn Coltrane a cura del M° PasqualeMega.• Domenica 5 maggio, ore 20, monogra-fia di Chet Baker a cura del M° PasqualeMega.• Giovedì 9 maggio, ore 20, monografiadi Nicola Arigliano a cura del M° GiovanniSpecchia.

Arteorema

• Sabato 27 aprile, ore 19, Chiesa delCarmine, “Milonga e Street Tango”, musi-che di Astor Piazzolla, al violino AntonellaCavallo.• Sabato 11 maggio, ore 19, Chiesa delCarmine, “Armoniensemble trio” con Pal-ma Di Gaetano (flauto), Giordano Muolo(clarinetto) e Maria Oliva (chitarra).

UNITREBiblioteca Comunale

• Venerdì 12 aprile, ore 18,Serata musicale dedicata aGiuseppe Verdi.• Venerdì 19 aprile, ore 18,“Nel segno dell’acqua: daOrazio a Ungaretti” con il con-sigliere regionale FabianoAmati e la prof.ssa GrazianaBrescia.• Venerdì 3 maggio, ore 18,“La culta e l’arte della pietranel nostro territorio: l’esempiodel restauro dei trulli” con gliarchitetti Aldo Flore e Rosan-na Venezia.

• Venerdì 10 maggio, ore 18, Presenta-zione di “Cieli bambini” antologia dellapoesia italiana per ragazzi (Secop Edizio-ni) con il curatore prof. Livio Sossi, ordina-rio di Letteratura per l’infanzia all’Universi-tà di Udine; nel volume sono inserite lepoesie di 160 autori, tra i quali 14 puglie-si. Nella foto il prof. Sossi è con due di lo-ro, la mesagnese Donatella Farella e Fer-dinando Sallustio.

Così si scrive la parola “Ostuni” in gero-glifici

L’egittologa Rita Lucarelli

Scusatemi la citazione del titolo di un film, un classico de-l'orrore, del 1991, ma purtroppo sono tornati, non sotto

forma di entità aliene che prendono possesso dei nostri cor-pi, non hanno luminescenti navi spaziali, non sono gli ultimiesuli di civiltà millenarie provenienti da pianeti persi neiprofondi spazi siderali, ma cercano ugualmente di entrare,non nelle nostre entità fisiche, ma, in modo ben più grave,cercano di condizionare le nostre coscienze e per ottenerequesto non usano terrificanti poteri alieni, ma hanno a lorodisposizione un arma ben più efficace: il mezzo mediatico oancor meglio il terrorismo mediatico!Sono i talebani della politica e dei giornali, portatori, loro, diverità assolute, novelli Savonarola della moralità attuale. Investe di amministratori di apparati locali e regionali, hannointrapreso nuovamente (ecco perchè ritornano) una loro de-menziale crociata mirata a depauperare, ulteriormente, ilgià troppo violentato patrimonio naturalistico e paesaggisti-co della Provincia; si tratta in breve di attuare una normati-va regionale che impone il taglio di centinaia di alberi, inmaggior parte solenni cipressi centenari, che costeggianoda una parte e dall'altra la strada statale 16 che collegaOstuni alla vicina Fasano attraversando agglomerati abita-tivi, ma in maggior parte in un territorio prevalentementeagreste, adducendo come motivazione per questo atto dibarbarica inciviltà, la salvaguardia di vite umane! Dobbiamo per dovere di cronaca fare una premessa: inquesti ultimi anni, e purtroppo anche in tempi recenti, suquesta bella strada, unica per la particolare tipologia arbo-rea, si sono verificati numerosi incidenti automobilistici chehanno anche provocato vittime e ciò dipende dalla tipologiadella stessa: un lungo rettilineo senza curve ne' dossi, edalla ridotta carreggiata, che porta gli utenti a percorrerla,con i propri mezzi, ad una velocità spesso eccessiva, ri-schiando il conseguente impatto con alberi, muretti o qual-siasi altro ostacolo fisso che si trovi nelle vicinanze.A questa situazione dobbiamo aggiungere l'assenza diqualsiasi mezzo di controllo da parte delle autorità compe-tenti dei Comuni interessati come territorio: non è stato atti-vato nessun tipo di misure per contenere la eccessiva velo-cità come bande rumorose o dossi artificiali, nè istituiti postifissi di controllo muniti di Autovelox, tantomeno si è pensa-to alla messa in sicurezza del percorso stradale con il pro-lungamento delle barriere, già esistenti, ma in misura inade-guata. Visto che tutte le misure di sicurezza non sono statemesse in atto, a questo punto è doveroso chiedersi il per-

chè di tanto accanimento nel voler attuare un progetto tan-to scellerato quanto inutile come il taglio o l'espianto di cen-tinaia di cipressi secolari, come voluto espressamente dal-la delibera regionale, sostenuta energicamente da alcuniamministratori locali al grido “la vita umana è più importan-te di cento alberi". Certamente, la vita di una persona non è solamente impor-tante, essa è SACRA, ma di altrettanto valore è la conser-vazione dell'ambiente naturale che ci circonda, perchè tuttoil CREATO è SACRO!Questi amministratori ricordano i Talebani che nel 2001, inAfghanistan, hanno distrutto a cannonate due statue mille-narie raffiguranti il Budda: distruggono il passato perchènon non ne capiscono nè il significato storico nè la funzio-ne educativa per le generazioni future. Un albero ha unafunzione nel paesaggio non solamente decorativa, un filaredi cipressi, come in questo caso, sono un monumento sto-rico come le statue dei Budda, è necessario comprenderneil valore che hanno nel contesto ambientale e culturale.Si preferisce, a livello del Palazzo, dare invece al cittadino, usufruendo del sostegno mediatico, una informazione ten-densiosamente deviante e creare falsi pericoli per la comu-nità. Al fine vi invito a considerare inutile e stolto il sacrificiodi centinaia di maestosi cipressi, alberi caro al dio Apollonella mitologia greca,e vi invito ulteriormente a rileggervi la poesia "Davanti a San Guido" del Carducci, e capirete allo-ra il mio senso di amarezza per la questione in merito.

IL PASSATOR CORTESE

La CISL informaDal 28 febbraio la CISL di Ostuni ha reso disponibili gratuitamente, per tutti i pensio-

nati che ne fanno richiesta, i moduli CUD (riepilogo delle pensioni erogate nell’annoprecedente) e OBIS-M (le pensioni da erogare durante l’anno). Tali certificazioni, indi-spensabili per le denunce dei redditi tramite i modelli 730 ed Unico e per servizi quali lacessione del quinto della pensione, non vengono infatti più inviate dall’INPS per i notitagli alla spesa. E’ sufficiente mostrare alla sede sindacale di Via Villafranca 10, apertadal lunedì al venerdì vicino all’Ospedale Civile, un documento d’identità valido.Il telefono della sede e del Centro di assistenza fiscale della CISL è 0831301784, il te-

lefono del patronato INAS è 0831302020. Inoltre, dal lunedì al venerdì, (ore 10-12 e 17-19) funziona anche il servizio “Ascolto amico” dell’Anteas, per dare indicazioni e rispo-

ste su molteplici problemi che riguardano gli anziani e le altre fasce di popolazione, per fornire valide informazioni e aiuto a chi vive situa-zioni di disagio. Il telefono è 08311950528.Spesso chi si trova in difficoltà, o è semplicemente alla ricerca di informazioni utili, perde tempo ed occasioni preziose per risolvere il pro-prio problema, e spesso subisce danni economici o morali dal ricevere notizie scorrette, approssimative o addirittura infondate. La colla-borazione del sindacato con le fasce più disagiate della società per età o per condizione è quindi molto importante: ricordiamo sempreche gli spazi di informazione sono spazi di libertà e di democrazia, doppiamente significativi in questi tempi di crisi che durano ormai datroppi anni.Ringraziamo la CISL per questi spazi informativi che vengono forniti al nostro giornale.

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33AAPPRRIILLEE

22001133TTeerrzzaa PPaaggiinnaa

Sguardi sul percorso dei miei 90 anni (VI) di Sandro Massari

Ostuni: dall’edilizia all’urbanistica (1962-1976) 2ª parteLA LEGGE N. 167 STRUMENTO VALIDO

PER UN DIVERSO E MODERNO SVILUPPO DELLA CITTÀLa legge n. 167/’62 recava disposizioni per favorire l’acquisizionedi aree fabbricabili da destinare alla costruzione di alloggi popo-lari e alle opere urbane e sociali complementari, ivi comprese learee per il verde pubblico. I comuni per beneficiarne dovevano re-digere un piano delle zone da destinare a tali alloggi. Il piano ave-va il valore di piano particolareggiato di esecuzione e tempi breviper l’approvazione. Per Ostuni costituiva lo strumento preziosoper creare un’alternativa ai gravi danni dell’espansione urbana amacchia d’olio, propria dell’allora vigente programma di fabbrica-zione. La nostra amministrazione comunale, sin dal dicembre1963, aveva deliberato di avvalersi di tale legge e, subito dopo,affidò la redazione del piano all’ing. Livadiotti di Roma, al qualel’amico Stefano Cavallo ,assessore provinciale alla programma-zione, aveva affidato, con successo, la redazione del Piano pro-grammatico territoriale provinciale. Per l’impostazione del nostro Piano, l’indirizzo suggerito al pro-gettista fu quello di estenderlo, possibilmente, a tutte le zone del-l’espansione urbana, in attesa dei tempi lunghi richiesti dalla ado-zione del nuovo Piano regolatore generale, la cui elaborazione fupoi affidata all’arch. Cirielli e al prof. De Vita nel giugno/1966.La seduta consiliare del 29 luglio 1966, in cui si doveva discute-re e approvare il Piano delle zone L. 167, era stata preceduta dauna riunione dei capigruppo, alla quale, oltre all’ing. Livadiotti,avevano partecipato gli incaricati della elaborazione del nuovoPrg. Nella riunione ogni dubbio era stato chiarito e si era giuntoall’assenso unanime dei capigruppo al documento programmati-co. Ma la posta in gioco degli interessi economici e politici che ilPiano toccava era tale che sarebbe stato peccare di ingenuità ilpensare che in consiglio comunale la sua approvazione sarebbepassata facilmente. In consiglio infatti i gruppi di opposizione didestra e di sinistra tornarono a manifestare perplessità e dissen-si. Silletti (Msi-DN) fa sue le preoccupazioni dei costruttori “ chedicono che non potranno più costruire” una volta vincolate le areedel Piano; Mongelli (Psiup) trovava le aree troppo decentrate echiedeva che la scelta cadesse “su alcune zone interne alla città”e si associava, alle preoccupazioni di Silletti e alla sua richiestadi rinvio per un maggiore approfondimento; il capogruppo d.c..Stefano Cavallo riteneva ingiustificate le proposte di rinvio avan-zate dalle opposizioni. Io, intervenendo quale assessore addettoall’urbanistica, evidenziai il valore delle scelte urbanistiche (“ab-biamo lodato l’accorgimento dei tecnici di staccare dalla strutturaurbana attuale le zone della 167, per evitare l’ulteriore espansio-ne a macchia d’olio della città”), e a chi aveva avanzato altre scel-te o prospettato i timori dei costruttori, feci rilevare che la Legge167 non consentiva che i piani di zona cadessero su zone inter-ne degradate dell’abitato ( rione Barco) e che una stasi edilizianon era ipotizzabile, perché per i costruttori intanto erano dispo-nibili le aree delle zone di completamento del vigente programmadi fabbricazione. Infine dissi chiaramente che l’Amministrazionecomunale e la maggioranza d.c. erano determinate ad approvareil Piano anche senza il consenso dei gruppi consiliari delle oppo-sizioni di destra e di sinistra.. Intervenne infine lo stesso sindacoCiraci, che evidenziò la funzione non sempre disinteressata deitecnici locali e la scontata resistenza degli oltre cento proprietariinteressati all’esproprio. A questo punto il consigliere Silletti si di-chiarava insoddisfatto e abbandonava con i suoi l’aula consiliarefacendo venir meno il numero legale.L’argomento tornò in consiglio il 6 dicembre 1966. Erano passatipoco più di due mesi, il tempo sufficiente perché le sinistre si con-vincessero della bontà del Piano e della opportunità di sostenerecol proprio consenso l’iniziativa che l’A.C. era determinata a por-tare a conclusione. Il Piano delle zone della L. 167 fu così adot-tato col voto favorevole della maggioranza d. c. e dei gruppi di si-nistra (Psi, Pci, Psup, Psdi). Votarono contro i consiglieri del grup-po MSI-Destra Nazionale.

LA TRAVAGLIATA VICENDA GIUDIZIARIADEI PIANI DI ZONA 167

La lotta al Piano delle zone L. 167 non finì con la sua adozioneda parte del consiglio comunale. Anzi, dopo la lotta si fece piùserrata. I proprietari dei terreni interessati (oltre cento), presentiin tutti i partiti, si unirono e con la guida prestigiosa dell’avv. Oron-zo Melpignano, anche lui interessato, costituirono un “Comitato didifesa e di agitazione”, che presentò ricorso al Comune e al Mi-nistero LL. PP. per invalidare il Piano. Il Consiglio comunale re-spinse tutte le osservazioni accettando solo quella che richiede-va lo stralcio della zona sportiva. Un certo successo ottenne in-vece il ricorso al Ministero LL: PP., che, accogliendo la tesi dellaeccessiva estensione del Piano, lo limitò al solo Nucleo A, quellocompreso tra via Ramunno e via Ceglie, escludendo il Nucleo B.,compreso tra via Ceglie e via Martina.Incoraggiati dal successo ottenuto, due dei proprietari (Tanzarel-la Maria, consorte dell’avv. O. Melpignano, e Scatigna Angelo),col patrocinio dell’avv. Melpignano e dell’avv. A. Sorrentino, ricor-sero al Consiglio di Stato contro il Comune e lo stesso MinisteroLL. PP., che aveva approvato il Piano. Il Ministero si costituì conl’Avvocatura dello Stato e il Comune con il prof. avv. Raffaele Re-sta. Il Consiglio di Stato, con sentenza del 3 giugno 1970, respin-se tutte le eccezioni sollevate dai ricorrenti e confermò il decreto

di approvazione del Piano, affermando per la prima volta la pos-sibilità, per i Piani di zona 167, dell’esproprio delle villette oltreche dei fabbricati rurali, dopo che si dimostrò che per Ostuni il ter-reno agrario, anche a distanza di chilometri dall’abitato, era co-sparso di villette.A conclusione di questa mia narrazione, mi preme evidenziare,oltre alla valenza urbanistica che il Piano 167 ha avuto per la no-stra città, il valore politico che ha avuto nella più generale vicen-da urbana della nostra città. La D.C., guidata a livello provincialeda una maggioranza che faceva capo all’on. Caiati e alla corren-te andreottiana, non spingeva certo verso le nostre avanzatescelte urbanistiche. Anzi tra i democristiani erano in diversi , che,interessati come proprietari o costruttori, pensavano che alla finetutto sarebbe crollato sotto la spinta dell’opposizione interna edesterna al partito d. c., Ma, contrariamente alle loro previsioni, inOstuni la D.C. unitariamente sostenne l’A. C. nel portare a com-pimento l’applicazione della Legge 167, fino a pagarne le conse-guenze sul piano elettorale con la perdita della maggioranza as-soluta nelle elezioni amministrative del giugno 1967, quando fupresentata la lista dissidente “Forze cristiane”, che ottenne uncerto successo utilizzando lo scontento creato dall’A. C. negli am-bienti moderati vicini alla D.C.

IL LUNGO ITER DEL NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE

Annotiamo ed evidenziamo qui di seguito i passaggi dell’iter delnuovo Piano regolatore generale, che, dall’affidamento dell’inca-rico ai tecnici fino alla sua approvazione, impegnò circa nove an-ni. Nella sua redazione nostra somma cura fu quella di coinvolge-re sulle sue scelte i gruppi consiliari della maggio-ranza d.c. e delle minoranze di destra e di sinistra,i tecnici locali (ingegneri, architetti, geometri), le as-sociazioni, i cittadini. Affidamento dell’incarico, giugno 1966 – adozio-ne, settembre 1969 – voto del Consiglio Supe-riore LL.PP. maggio 1971 – rielaborazione delPiano secondo le indicazioni suggerite dal Con-siglio e sua ri-adozione ottobre 1972– definitivaautorizzazione da parte della Regione Pugliamarzo 1975 – elaborazione e approvazione deiPiani particolareggiati attuativi della costa, del-l’espansione urbana e della collina (1975-1976).In questo iter sono da aggiungere le rielabora-zioni richieste dall’adeguamento alle relativeleggi nazionali e regionali.I nomi dei redattori del nuovo Prg – arch. Tonino M.Cirielli e ing. Raffaele De Vita – mi furono suggeritidal Sovrintendente regionale all’urbanistica prof.Minchilli, che ho sempre considerato un amico del-la nostra città, anche se sulle varianti da noi richie-ste, che pure riportavano il parere favorevole della

Sovrintendenza di Bari, annotava, com’era suo dovere, illoro contrasto col nostro vigente Programma di fabbrica-zione. L’approvazione definitiva del nuovo Prg non fu suf-ficiente per il rilascio di autorizzazioni ad edificare nelle zo-ne previste. Occorse approntare e far approvare i pianiparticolareggiati attuativi. Si attese altro tempo – due anniancora – per la loro elaborazione ed approvazione.

CRITERI INFORMATORI DEL NUOVO PRGAnnoto qui i criteri informatori del nuovo Piano regolatoregenerale: 1) per il centro urbano fu confermata la sceltadell’espansione a monte, sulle colline retrostanti, in mododa non turbare le caratteristiche urbane che fanno diOstuni una città unica per chi la vede dalla marina; 2) ilcentro storico da custodire e recuperare, sia pure con di-versa normativa, comprendeva il rione Terra e le zonestratificate dell’espansione sei-sette-ottocentesca; 3) perla fascia costiera furono recepiti con specifica normativagli insediamenti turistici già autorizzati; 4) per la collina fuprevista una zona residenziale a ville tra via per Cisterni-no e via dei colli; 5) una zona per le industria artigianalilungo la via per Carovigno. La zona industriale a valle fuuna scelta del Consorzio provinciale che il nostro Prg do-vette recepire.Nelle previsioni del nuovo Prg una particolare rilevanzaaveva il progettato anello viario, di cui riportiamo il grafi-co. Circondava tutta la città, raccogliendo e scaricandosulla Statale 16 il traffico proveniente dagli insediamenti tu-ristici della fascia costiera e quello proveniente dai paesidell’entroterra. Tale anello viario a scorrimento veloce, cheavrebbe per gran parte risolto il difficile problema della via-bilità di Ostuni, mai realizzato e a monte mai più realizza-bile per le costruzioni concesse su quell’arteria in varianteo in deroga alle previsioni del Prg, ha reso preziosa, ma af-fatto sufficiente, l’arteria allora aperta della via Panorami-ca, che finisce per convogliare gran parte del grosso traf-fico proveniente dalla costa e da Bari per viale Pola e viaFogazzaro, rendendovi difficile e lenta la circolazione.Alla fine di questa mia narrazione dell’edilizia che in Ostu-ni si fa urbanistica negli anni ’60-’70, chiedo ai lettori:

senza le scelte coraggiose e rischiose degli anni ’60 (inserimen-to nel nuovo Prg di una zona di ampliamento per l’Ospedale Ci-vile, adozione dei piani di zona L. 167, nostra cura per salvaguar-dare la zona sportiva) che ne sarebbe stato della espansione ur-bana della nostra città? La zona sportiva di 9 ettari, poi impegna-ta dalla costruzione del Liceo scientifico e dall’Istituto Tecnico-commerciale, esclusa dal nucleo A della 167 per le pressioni deiproprietari dei suoli e delle villette incluse in quella zona, fu da noisalvaguardata fino all’adozione del nuovo Prg. Una vasta zonadell’escluso Nucleo B dei piani di zona 167, oggi impegnata dallacostruzione della Chiesa Madonna del Pozzo e dal mercato setti-manale, fu salvata dalla edificazione richiedendo ai proprietari dipresentare un piano unico di edificazione. Chiedo anche: che nesarebbe stato della fascia costiera e dello sviluppo turistico diOstuni se, dopo l’autorizzazione del villaggio Rosa Marina, nonavessimo richiesto il vincolo d’insieme della Sovrintendenza pertutta la fascia costiera? Avremmo avuto tutta la nostra costa com-promessa da costruzioni abusive, com’è accaduto, particolarmen-te negli anni ’90, per tutto il territorio litoraneo d’Italia.Negli anni ’60, dopo Rosa Marina, il più importante insediamentoturistico autorizzato sulla costa fu nel ’67 quello della Spa Valtur,rappresentata in ambito nazionale dall’avv. Raimondo Graveri.Graveri, partigiano piemontese, nel 1943 era stato in incognita inOstuni, ospite della villa Tamburini in contrada Ramunno, requisi-ta per ospitare gli ufficiali delle truppe degli Alleati. La scelta di La-maforca gli fu suggerita da Pietro De Laurentis, che, l’anno prima,aveva avuto autorizzato il Camping Pilone.

Un momento della cerimonia del conferimento della cittadinanza onoraria all’avv.Graveri: Sindaco Vittorio Ciraci, Graveri, Sandro Massari e Stefano Cavallo

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44AAPPRRIILLEE22001133

SSppeecciiaallee88 mmaarrzzoo

Non mancano nel novero dellecontrade del territorio ostunese,

antica sede vescovile e importatecentro religioso contrassegnato danumerose realtà monastiche, topo-nimi attinenti istituzioni o personalitàecclesiastiche. Abate Melchiorre oAbate Marchionne contrada limitro-fa al territorio cegliese, lungo la pro-vinciale 14 per Martina Franca, deri-va l’intitolazione da un personaggio,probabilmente cegliese, che non èpossibile identificare. Questo topo-nimo è di acquisizione recente men-tre è attestato dal 1816 (A.S.B.,Ostuni, Stato di sezione, n, 869, let-tera E n. 65) Abate Ventura, distinti-vo di una contrada vicina a Lamatroccola a sinistradell’incrocio per Martina Franca in località Chiobbi-ca. Difficile dare un cognome a questa figura di ec-clesiastico anche se va detto che il titolo abate, nelpassato, era considerato onorifico tanto per i sacer-doti quanto per i titolari di un beneficio ecclesiastico(si veda l’articolo di G. Mindelli del febbraio 2012 suquesto giornale). Avvolta nell’anonimato è anche lafigura della più alta carica del monastero delle be-nedettine di San Pietro di Ostuni da cui è derivatoil toponimo Badessa proprio della contrada compre-sa tra la provinciale per Cisternino e i monti di SanBiagio, già ricordata nel catasto del 1578.Abadia o Badia, località della marina compresa traCitro e Albero Dolce, è l’abbreviazione che si riscon-tra nei documenti dal XIX secolo, dell’iniziale intito-lazione concernente l’ingente patrimonio fondiariodell’Abbazia di San Giacomo in Compostella, loca-lizzato in quella zona. La fondazione che non riguar-da un monastero ma la chiesa ostunese di San Gia-como in Compostella, fu creata dal nobile Pietro Ca-ballerio, che nel testamento del 1423 dispose clau-sole ben dettagliate e per la costruzione della cap-pella che si può osservare in via Bixio Continelli, eper il mantenimento dei 4 cappellani designati per ilservizio liturgico. Richiamano proprietà fondiarie appartenenti all’ordi-ne dei Cappuccini i terreni omonimi in località Figaz-zano e all’ordine dei Carmelitani quelli detti Carmi-ne sempre alla selva nelle vicinanze di contrada Fo-ragno. Per rimanere in zona trattiamo ora della con-trada Teologo raggiungibile dal bivio che da Fuma-rola conduce a contrada Foragno. Il toponimo deri-va da un’illustre personalità mons. Teodoro Trinche-ra (1827-1909), teologo della Cattedrale fino al1890 e dopo questa data eletto arcidiacono, la piùalta dignità del Capitolo. Il prelato fece costruire nel1862 una cappella aperta al pubblico il 7 settembredel 1862 munita del privilegio di conservare il SS.Sacramento per tutto il corso della villeggiatura(A.C.O., Visita Pastorale mons. Luigi Aguilar 1876,cart. XII, fasc. III, c. 342r)

Appartenevano sicuramente al patrimonio fondiariodella Mensa Vescovile gli oliveti in località Candelo-ra delimitati da una strada vicinale che costeggiamasseria Brancati, nelle vicinanze della linea ferro-viaria. Il termine si riferisce alla festività liturgica del2 febbraio che ricorda la Presentazione di Gesù alTempio e l’offerta delle candele da parte della Ver-gine. Rientravano ugualmente tra i beni della Men-sa i latifondi della contrada Lamie della Chiesa il cuiaccesso è dalla provinciale per Francavilla Fontanain prossimità della località Cantrapa. Si è discussodella contrada Parco Monsignore con riferimento al-le proprietà del vescovo e di Parco Paolino con oli-veti appannaggio dei Minimi di san Francesco diPaola, nell’articolo riguardante i toponimi desunti datermini agrari. La Concezione è l’appellativo di unacontrada al confine con il comune di Carovigno ca-ratterizzata da un monte detto fino al XVIII secoloMonte Sellitto, poi ribattezzato con una voce chemeglio si addiceva per i fondi appartenenti alla Con-fraternita dell’Immacolata Concezione con sede nel-la chiesa di San Francesco. Mezzo prete, una dellepiù lontane contrade dal centro urbano situata inValle d’Itria trae origine da Michele Cecere che nelXVII secolo abbandonò la vita ecclesiastica sce-gliendo di vivere isolato in quei luoghi ( A. SOZZI,Le masserie di Ostuni, p. 210). Rientrano nel territo-rio di Ostuni alcuni terreni confinanti con una locali-tà del territorio di Martina Franca, sempre in Valled’Itria, detta Monacelle. Nessuna attinenza, però,con le Monacelle di Ostuni, ovvero le carmelitanedel monastero di Santa Maria Maddalena de’ Paz-zis. Si tratta, in realtà, delle agostiniane martinesidel Conservatorio di Santa Maria della Misericordia,una pia istituzione fondata dalla duchessa AureliaCaracciolo nel 1710. Simile per le due istituzionimonastiche la giustificazione del diminutivo mona-celle indicativo di un rango sociale inferiore a quel-lo del quale si fregiavano le monache dell’altro con-vento di clausura femminile delle due cittadine, lebenedettine di San Pietro in Ostuni e le agostinianedi Santa Maria della Purità a Martina, definite perciòdonne monache o monache grandi.

ORIGINI DELLE CONTRADE DI OSTUNI IX parte

I TOPONIMI riferibili a proprietà ecclesiastiche

di Enza Aurisicchio

Masseria Parco Paolino successivamente Calcagni

Ilgruppo il in parola latina hadato gghj. Da filium siamo

arrivati a figghje; da oleum auegghje; da melius a meg-ghje; da mulier a megghjera.Ilia, che è l’antico greco eile-os, intestino, ha prodotto ig-ghje genericamente il fianco.Suona simile e con lo stessosignificato, lo spagnolo ijda.Un medico del XVI secolodefinì “pedra de ijda” la giada(con suono di g e d), pietra dicolore verde, fatta conoscerein Spagna dai conquistado-res e che, a detta degli anti-chi Maya, proteggeva dal maldi reni. Da dire che anchel’antica medicina orientale at-tribuiva alla giada proprietàcurative proprio dei reni. Aproposito del gruppo gghj apoca distanza da noi, a Carovigno, esiste l’epres-sione na ttegnu magghja, nel senso, mi dicono, dinon ho quattrini. Tempo fa un amico mi ha detto diaver trovato il termine magghja leggendo un rac-conto de Le mille e una notte, proprio nel senso dimoneta. Il testo in mio possesso non contiene ter-mini in lingua. Magghja in diversi dialetti meridiona-li ha il significato di maglia, però in una raccolta diproverbi e detti calabresi l’autore riportando un det-to nel quale magghja è appunto usato nel senso dimaglia, in nota aggiunge che magghja era una mo-neta araba che aveva in passato avuto diffusionenel meridione.Il gruppo ll ha dato dd; abbiamo, così, jidde e jedda,lui e lei, dal latino ille e illa, capidde da capillum; dacavadde da caballum (cavallo da tiro), presente an-che il passaggio da b a v, come spesso accade neic.d. dialetti meridionali estremi, salentino, calabre-se, siciliano. Nel siciliano di Camilleri ll diventa ddr:cavaddro. Addrumò vuol dire accese, da allumò diallumare, accendere, presente anche da noi comeradice di allumafueche (fiammifero); il francese haallumer. Un nenti ammiscatu col nuddru: un nientemischiato col nulla. (Camilleri, La pista di sabbia). Vipta, bevuta, lunga sorsata, dal supino del latinobibitum di bibo o potum o potatum di poto (bere ebere smodatamente e l’italiano potabile) che ripeto-no le forme pi e po del greco pino (bere), con tra-sformazione nei dialetti meridionali della b in v co-me, appunto, da bere in veve, da bove in vove.Qualcuno mi ha riferito che nelle antiche fiere si pa-gava un tot a vippeta, cioè quanto si poteva beresenza prendere fiato.L’insegna di un bar è Nepenta. Nepenthes in latinoera il nome di una pianta di origine egiziana che le-niva il dolore. Il nome deriverebbe dal greco pen-thos (dolore) con il privativo ne. C’è un termine si-mile nepeta nome della nepitella, pianta erbaceacon odore di menta. Non ha nulla a che fare con laprima, il nome le deriverebbe dalla città etrusca diNepi (Viterbo); un’acqua minerale porta quel nome.Nel nostro dialetto con il termine nepeta si indica lamenta selvatica. Spaccima. La derivazione non è certa. I nostri dizio-nari danno spacciomme, faccia brutta o nome del

barbagianni; spaccime, caro-gna (ma in quale lingua non èdetto) è presente nell’ipotiz-zata fusione di questa parolacon òmme. Altrove spaccimeè riportato nel senso di seme,seme genitale, che mi sem-bra più probabile esistendol’espressione, ad esempio,arrevò, vedibbe nu spaccimad’omme, na spaccima di unqualcosa, nel senso di razza,tipo, esemplare, modello.Che c’entri il latino specimen,esempio, modello, appunto? Jurme, urme: colui che nelgioco della passatella, la leg-gia, resta senza bere. L’unicaspiegazione trovata fa riferi-mento all’olmo, albero che, silegge in qualche posto, fareb-be da sostegno alla vite, sic-

ché chi non beve resterebbe solo. A parte la nonfrequenza di simile albero dalle nostre parti né latecnica di fargli abbarbicare una vite, non si com-prende il legame tra vite, olmo e…restare a secco.Se si considerano le espressioni serurma (le miesorelle), norma (mia nuora), cumbarma (il mio com-pare), cumborma (conforme) si noterà che tra r e mla pronuncia elimina la e; si dice c’è la sincope del-la e. La forma jurme può dunque essere jureme (neldialetto calabrese è infatti presente un urimi nel si-gnificato detto). Esiste il verbo juremà, letteralmen-te ruminare che nel suo significato traslato o figura-to sta a significare bofonchiare, borbottare tra i den-ti: se n’ì sciute juremanne sape ce ccosa. Se poi te-niamo presente che nel nostro dialetto usiamospesso l’aggettivo a modifica del verbo: ì rema?tebrutte; se ne scì amare; m’allundagne amare comenella canzone, possiamo ipotizzare restà jurme, at-teggiamento di colui che non avendo bevuto, rima-ne a ruminare propositi di rivalsa quando avrà lui ‘nmmane la leggia.Joccia; l’ì ppigghjata na joccia; digghje avè na joc-cia. Joccia: goccia. Nelle espressioni sopra riporta-te varrebbe, al figurato, gli è preso un accidente(colpo apoplettico); ti venga un accidente (scongiu-ri). Ho sentito la frase italianizzata: gli ho fatto pren-dere le gocce, nel senso di gli ho dato tanto fastidio,dispiacere, creato un tale spavento da costringerloa prendere le gocce del suo medicinale (per il cuo-re) o le gocce di sedativo. Le cose non stanno così.Pare che nell’antica fisiologia del funzionamento delcorpo umano, si pensasse che la vita, lo stare in vi-ta del corpo, dipendesse dal circolare in esso diumori vaporei che per effetto di dolore, stress, invo-cazione malvagia, si condensava in goccia e bloc-cava il fluire con conseguente morte istantanea. Aquesta visione, per una sorta di inerzia linguistica, èlegata l’espressione essere di umor nero. Nera eraritenuta la secrezione della milza (altrove ho trova-to la colecisti) donde l’affanno, la tristezza o il malu-more del soggetto. In inglese l’organo che secernela bile è chiamato spleen che il francese ha usatoper indicare lo stato di profonda prostrazione mora-le, la depressione. Chiedere a Baudelaire che hascritto diverse poesie con quel titolo.

"Se Baudelaire ci fa prendere... la goccia"di Nello Ciraci

Iltitolo, da solo, potrebbe far pensare a un testo diracconti popolari legato alla realtà contadina

pugliese. La lettura del sottotitolo piante della Pu-glia peninsulare nelle voci dialettali di uso e di tra-dizione, aforismi, modi di dire, farmaci e cosmeticinel chiarire lo specifico della trattatazione sollecitaad un rapido scorrimento delle pagine, che rivela-no solo in parte la vera natura del libro. Non un vo-cabolario di carattere botanico scandito da un’ari-da successione di lemmi che sciorinano un saperespecialistico utile a professionisti o appassionatidel settore. Uno scrigno prezioso di sapienza na-turalistica, piuttosto, che spazia dalla botanica allafilologia e alla dialettologia, dalle tradizioni popola-ri alla storia e alla civiltà contadina, dalla cucina al-la medecina popolare, restituite con una scritturasemplice nella comprensione, accattivamente mapuntuale nel tono. E’ davvero un lavoro titanico edencomiabile quello pubblicato dal centro di StudiSalentini di Lecce, compiuto dagli autori DomenicoNardone, Nunzia Maria Ditonno e Santina Lamu-sta che hanno dato prova di saper cucire ambiti te-matici tra loro molto diversi tra i quali la scienza bo-tanica funge da legante e dove alla scelta botani-ca si connettono altri saperi collaterali e non ancil-lari: l’antropologia, l’etnologia, le tradizioni popola-ri, sempre presenti nel sapido racconto sulle pian-te spontanee e coltivate nell’antica tradizione diterra d’Otranto. Con queste parole si è espresso ilprof. Mario Spedicato dell’Università di Lecce nelcorso della presentazione del volume presso la bi-blioteca Comunale di Ostuni, nella serata organiz-

zata dall’UNI-TRE di venerdì22 marzo scor-so. Il prof. al-tro relatoredella serata,ha evidenziatola rigorositàdei dati scienti-fici presenti neltesto, sostenu-ti da riferimentib i b l i og ra f i c ianalitici e com-pleti, riguar-danti pubblica-zioni datate e indagini più recenti, nobilitati dall’au-torità degli antichi documenti, con informazionitratte da carte manoscritte, atti notarili, catasti. Ac-canto alla conoscenza si riconosce anche la volon-tà di una valorizzazione delle piante di un tempo,delle ” piante di civiltà”, come il ciliego vìsciolo, ilgiuggiolo, il cotogno, il citrangolo, il nespolo locale,alberi antichi nella cui trattazione emerge quella di-mensione di compartecipazione emotiva che igrandi conservano e che i giovani hanno persoperché i riferimenti semantici sono cambiati, facen-doci perdere una tappa che era figlia della civiltà eche ora è nota solo presso gli anziani e che que-sto libro di amore verso il paesaggio delle piante edegli uomini vuole recuperare.

ENZA AURISICCHIO

FAVE E FAVELLE

Èquesto il titolo dell’ultimo libro pubblicato daGiuseppe Palma, prolifico scrittore già noto ai

lettori de Lo Scudo ed autore dei recenti saggi:Dante Alighieri e la cultura dell’amore (2010), IlFiore e la Lama (2011) e Waterloo. Misteri, veritàe leggende sull’ultima battaglia di Napoleone. Enon solo... (2012).Nel libro L’altro Duce il nostro concittadino, purcondannando con fermezza le violenze e le atroci-tà commesse dal nazi-fascismo (di cui non è affat-to un simpatizzante), ci porta a riflettere su dato piùche noto: la Storia, da 1945 ai giorni nostri,è statamonopolizzata dai vincitori ed è permeata dal-l’ideologia di cui gli stessi erano portatori, con laprevedibile conseguenza di aver pregiudicatoun’oggettività che, invece, andrebbe preservata atutti i costi.Lo scopo che l’autore si prefigge, pertanto, è quel-lo di analizzare alcuni aspetti della vita di Musso-lini attraverso la consultazione di fonti bibliografi-che e testimonianze dirette inedite (prima fra tuttequella di VetullioMusslini, figlio di un cugino diBenito, che ha redatto la prefazione del libro), ri-scoprendo alcune verità scomode omesse dolosa-mente.

Il racconto, senza al-cuna pretesa di revi-sionismo, mette inluce un uomo diver-so dal Duce degli ul-timi anni di governo,esaminato in un’otti-ca più ampia,cercan-do di fornire ai letto-ri fatti, curiosità e ri-flessioni differenti rispetto a quelle che fino ad og-gi sono state “superficialmente studiate sui libri discuola”.

LLLLAAAAUUUU RRRREEEEAAAAMartedì 5 marzo 2013 nell’Università degli Stu-di “Aldo Moro” di Bari

LUCETTA SEMERAROha conseguito a pieni voti la Laurea Magistrale inPsicologia Clinica.I genitori Pasquale e Maria lieti partecipano e leaugurano di realizzare, nel futuro, le sue aspira-zioni con uguale successo.

L’altro Duce

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55AAPPRRIILLEE

22001133Speciale

OMAGGIO A PAPA FRANCESCO

«Quella di oggi è una giornatadi grande gioia per tutta la

Chiesa. Dopo aver assistito all’avve-nimento storico delle dimissioni diun Papa, abbiamo vissuto con trepi-dazione la elezione del nuovo Ponte-

fice.Di Papa Francesco mi ha colpito lo stile con il qua-le si è presentato al popolo, sia a quanti erano radu-nati in piazza San Pietro, sia al-l’umanità intera collegata attra-verso i mezzi di comunicazio-ne. Dai pochi gesti compiuti edalle prime parole pronunciatedal nuovo Pontefice, è emersol’amore e l’affetto per il suopopolo. Considero un gesto su-blime l’atto di inchinarsi per ri-cevere la benedizione del po-polo. Ancor più sorprendente èstata la reazione della piazzache ha risposto all’invito delPapa con un silenzio eloquente.Si è trattato, insomma, di unabella sintonia tra il Pontefice eil suo popolo, proprio all’iniziodi un nuovo cammino.La semplicità di Papa France-

sco, emersa dai suoi primi gesti, ma anche dallascelta del nome legato al santo di Assisi, ci ricordache l’umanità è una grande famiglia in cui siamotutti fratelli amati da Dio e nella quale viene risco-perta la solidarietà e valorizzata la dignità di ogniuomo.Francesco è un Papa che porta con sé il profumodel Vangelo, ma anche il profumo della sua gentedalla quale non vuole estraniarsi, ma che invece

vuole continuare a servire,condividendone il cammino,soprattutto con i piccoli e ipoveri, così come ha dimo-strato nel suo ministero diArcivescovo di Buenos Ai-res.L’elezione di Papa Francescoè un dono grande dello Spiri-to Santo e dimostra che, al dilà di umane previsioni, il Si-gnore continua a donare allaChiesa la persona giusta peraffrontare le grandi sfide cheogni epoca storica pone da-vanti. Invito i fedeli e l’interacomunità diocesana a prega-re per la Chiesa e per il nuo-vo Papa».

"Non voglio riferirmi qui ai casi ovvi di corru-zione, ma piuttosto a stati di corruzione

quotidiana, che io chiamerei veniale, ma che fan-no arenare la vita religiosa. Come si produce ciò?Il beato Fabro utilizzava una regola d’oro per indi-viduare lo stato di un’anima che viveva tranquilla-mente e in pace: proporle qualcosa in più (magis).Se un’anima era chiusa alla generosità, avrebbereagito male. L’anima si abitua al cattivo odore del-la corruzione. Come succede in un ambiente chiu-so: solo chi viene dall’esterno si accorge dell’ariaviziata. E quando si vuole aiutare una persona così,il cumulo di resistenze è enorme.Ecco qui il nodo del problema: un percorso doloro-so demoralizza sempre, avere sperimentato dellesconfitte conduce il cuore umano ad abituarvisi, pernon doversi sorprendere né tornare a soffrire se nearrivassero altre. O semplicemente uno è soddisfat-to dello stato in cui si trova e non vuole altri pro-blemi.Il cuore non vuole problemi. Esiste il timore cheDio ci imbarchi in viaggi che non possiamo con-trollare.Esiste un timore della visita di Dio, un timore del-la consolazione.In questo modo si matura una disposizione fatali-sta; gli orizzonti si rimpiccioliscono a misura dellapropria desolazione o del proprio quietismo. Si te-me l’illusione e si preferisce il realismo del menoalla promessa del più […] Invece, nella preferenzaper il meno che sembrerebbe più realista c’è già unsottile processo di corruzione: si arriva alla medio-crità e alla tiepidezza (due forme di corruzione spi-rituale), si arriva alla trattativa con Dio secondo ilmodello del primo o del secondo binario. Nella pre-ghiera penitenziale del sacramento della riconcilia-zione si chiede il perdono per altri peccati... ma non

si mostra al Signore questo dato di scoraggiamentodell’anima. È la lenta, ma definitiva, sclerosi delcuore.L’anima inizia allora ad accontentarsi dei prodottiche le offre il supermercato del consumismo reli-gioso. Più che mai vivrà la vita consacrata comeuna realizzazione immanente della sua personalità.Per molti tale realizzazione consisterà nella soddi-sfazione professionale, per altri nell’esito delleopere, per altri nel compiacersi di sé per la stima dicui sono fatti oggetto. Altri ancora cercheranno nel-la perfezione degli strumenti moderni di riempirequel vuoto che la loro anima sente rispetto al fineche un tempo cercò e dal quale si lasciò cercare. Al-tri faranno un’intensa vita sociale: si godrannouscite, vacanze con gli «amici», grandi mangiate efeste; cercheranno di essere tenuti in considerazio-ne in tutte le occasioni che comportano la loro pre-senza. Potrei continuare citando casi di corruzione,ma - semplificando - tutto questo non è nient’altroche qualcosa di più profondo: ciò che ho già chia-mato «mondanità spirituale». La mondanità spiri-tuale come paganesimo in vesti ecclesiastiche. Da-vanti a questi uomini e donne corrotti nella loro vi-ta consacrata, la Chiesa mostra la grandezza deisuoi santi... che hanno saputo trascendere ogni ap-parenza fino a contemplare il volto di Cristo, e que-sto li ha resi «pazzi per Cristo».Chissà, uno sogna ad occhi aperti e vorrebbe ravvi-vare questa parte morta del cuore, avverte l’invitodel Signore... Ma no, quanto lavoro, troppa fatica!La nostra indigenza deve sforzarsi un poco peraprire uno spazio alla trascendenza, ma la malattiadella corruzione ce lo impedisce. E il Signore nonsi stanca di chiamarci: «Non avere paura... ». Nontemere che cosa? Non temere la speranza... e lasperanza non delude.

Il messaggio dell’Arcivescovo Mons. Caliandro sul nuovo Papa

La corruzione male del cuoredi Jorge Mario Bergoglio

Beatissimo Padre,la Santa Chiesa che è in Romaoggi esulta di gioia nel Signorenell’accogliere il suo vescovo, il successore dell’Apostolo Pietro,che prende possesso della sua Cattedra.Questo è il luogo eletto e benedetto,dal quale, fedelmente nello scorrere deisecoli,la roccia sulla quale è fondata la Chiesaconferma nella verità della fede tutti ifratelli,presiede nella carità tutte le Chiesee con ferma dolcezza tutti guida sulle vie della santità.

Con questa formula, del tutto innovativa, il Cardi-nale Vallini ha accolto il Santo Padre il 7 aprilescorso nel momento in cui ha preso possesso dellaCattedra di San Pietro nella Basilica di San Giovan-ni in Laterano, Cattedrale di Roma.

Lasera del 13 marzo, prima ancora di pronunciare le sue prime semplici parole: “Fratelli e sorellebuonasera...” Papa Francesco aveva già fatto irruzione nel nostro cuore. Un mese dopo i libri da

lui scritti e quelli a lui dedicati sono ai primi posti nelle letture e nelle vendite; c’è molto desiderio di ca-pire il pensiero dell’uomo che guida la Chiesa con “ferma dolcezza”. Uno dei testi più significativi è questo sulla corruzione, del quale riportiamo alcuni passi.

Castel Gandolfo, 23 marzo 2013: lo storico abbraccio tra Papa Bergoglio ed il suo predecessore JosephRatzinger (Benedetto XVI), Papa emerito

Il nuovo Pontefice in libreria

Papa Francesco è protagonista anche nelle li-brerie, con una serie di volumi, alcuni che

raccolgono i suoi scritti e i suoi colloqui, altrirealizzati su di lui.La Salani pubblica: “Papa Francesco-Il nuovoPapa si racconta”, traduzione italiana di “El Je-suita”, libro-intervista (o meglio, conversazione)con i giornalisti Sergio Rubin e Francesca Am-brogetti; il libro è al primo posto tra i più vendu-ti in Italia; seguono “Umiltà,la strada verso Dio”(EMI), il volume della Rizzoli “Aprite la menteal vostro cuore”, “Guarire dalla corruzione” (an-

cora della EMI), tutti a firma di Jorge Mario Bergoglio, il volumetto EMI di Gianni Valen-te “Francesco, un Papa dalla fine del mondo”, il libro Mondadori “Il cielo e la terra” collo-quio appassionante, profondo e ragionato tra l’allora Arcivescovo di Buenos Aires ed il rab-bino Abraham Skorka, l’opera “Papa Francesco, la vita e le sfide” che il caporedattore di“Famiglia Cristiana” Saverio Gaeta ha scritto per la San Paolo, mentre nella collana “Mo-ralia” della Fanucci è uscito “La nuova Chiesa di Papa Francesco”.Ecco cosa scriveva il futuro Papa nel 2010, sulla politica, ne “Il cielo e la terra”: “Tutti noisiamo animali politici, nel senso più nobile del termine. Siamo tutti chiamati ad agire poli-ticamente in modo costruttivo per il nostro popolo. La predicazione dei valori umani, reli-giosi, ha una connotazione politica, che ci piaccia o no. La sfida del predicatore consiste nelsaper esaltare questi valori senza immischiarsi nelle dinamiche limitate della politica deglischieramenti. Qualche anno fa i vescovi francesi scrissero una lettera pastorale intitolata“Riabilitare la politica”. Si erano resi conto di questa necessità perché non godeva più di al-cun prestigio, e credo che lo stesso valga per noi. E’ necessario porre rimedio a questa si-tuazione perché la politica è la forma più elevata della carità sociale”.Parole davvero…sante.

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66AAPPRRIILLEE22001133

Speciale

Una delegazione della Repubblica Cecain visita ad Ostuni e nel Parco delle Dune Costiere

Germania, Giappone e Stati Unitiparlano (bene) di noi

Una delega-zione di do-

centi della Re-pubblica Ceca èstata in visita il12 marzo scorsonel territorio diOstuni nell’am-bito del ProgettoComenius Regiodell’Unione Eu-ropea ideato perpromuovere l’in-tegrazione tra icittadini europei.L’IISS “Lilla” diFrancavilla F.na,l’IISS “Pantanel-li” di Ostuni e laProvincia di Brindisi, partners del progetto,hanno ospitato per alcuni giorni la delegazionedella Repubblica Ceca composta dal Diparti-mento dell’Educazione, Cultura e Sport dellaRegione di Pardubice, il Liceo Gymnazium diMazartova, l’Istituto Agrario di Chrudim el’Istituto Nazionale di Formazione Professio-nale. La delegazione guidata da un team di do-centi dell’Istituto Agrario Pantanelli di Ostuni(con i professori Francesco Prudentino, An-gelo Zurlo e Franco Chialà) hanno visitato ilterritorio di Ostuni al fine di avere spunti inte-ressanti per ulteriori futuri progetti. Il progettoComenius si pone infatti l’obiettivo di aumen-tare la mobilità degli allievi e dei docenti, ilpartenariato tra i vari istituti scolastici, l’ap-prendimento delle lingue straniere e la forma-zione degli insegnanti. La delegazione è statain visita nella città bianca seguendo un percor-so che le ha permesso di visitare il centro sto-rico della città con il Museo delle Civiltà Pre-classiche della Murgia Meridionale e il Parcoarcheologico di Santa Maria D’Agnano fino agiungere al Parco Regionale delle Dune Co-

stiere. Qui si sono soffermati ad esaminare learee rurali e naturali del Parco regionale dove èstata fatta una tappa a masseria Brancati per vi-sitare gli oliveti millenari e gli antichi frantoiipogei di probabile epoca romana e un frantoioepigeo ottecentesco che ospita un piccolo Mu-seo della Civiltà contadina. Infine la delegazio-ne Ceca ha fatto visita alla zona umida di Fiu-me Morelli passeggiando lungo i sentieri delParco per ammirare gli aspetti naturalistici del-l’area protetta e l’antico impianto di acquacol-tura dove, come cent’anni fa, si allevano conmetodi biologici anguille e cefali dorati.Il progetto Comenius facente parte del Life Le-arning Programme, è istituito dal ParlamentoEuropeo nel 2006 che riunisce le iniziative dicooperazione dell’Unione Europea nell’ambitodell’istruzione e della formazione per il 2007-13. Il suo obiettivo è “contribuire con l’ap-prendimento permanente, allo sviluppo dellaComunità quale società basata sulla conoscen-za” in funzione dello sviluppo sostenibile edella tutela dell’ambiente.

FRANCESCA EPIFANI

Il28 marzo il Parco delle Dune Costiere ha ospitatoper l’intera giornata la troupe televisiva della Nippon

Television Network Corporation, una famosa emittenteprivata giapponese, venuta in Italia per girare un pro-gramma televisivo in tre puntate dal titolo: “Diari diviaggio dal mondo: le città e l’acqua”.I tre operatori hanno esplorato il Parco seguendo le viesotterranee dell’acqua: dai monti della Murgia di Sud-est, giù per le lame. É seguita una piccola sosta per fil-mare l’incontro tra le acque dolci delle sorgenti e le ac-que salmastre degli stagni dell’impianto di acquacoltu-ra di Fiume Morelli per giungere, infine, alla vasta di-stesa di acque salate del Mare Adriatico, qui dove in-comincia la lunga migrazione delle anguille che popo-lano Fiume Morelli. Queste, una volta raggiunta la ma-turità sessuale, intraprendono un viaggio senza ritor-no verso il Mar dei Sargassi, il loro sito di riproduzione.Tra 3 o 4 anni i piccoli delle anguille trasportati dallecorrenti torneranno, pur senza esserci mai stati prima,sulle nostre coste venendo a stabilirsi proprio in queglistagni in cui i loro genitori erano vissuti.L’idea della regista Yuka Tashiro, è quella di racconta-re, attraverso la formula della letteratura di viaggio ap-plicata ad un prodotto televisivo, alcune delle principa-li cittadine della Puglia e della Sicilia, ed il loro appa-rentemente difficile legame con la risorsa acqua, che,nei diversi stati e nelle differenti forme in cui essa sipresenta, è il fil rouge del programma.Presso l’azienda agricola in biologico Il Frantoio, sita inagro di Ostuni, seguendo il passo svelto di dell’esper-to Abele giù per sentieri battuti e campi in fiore, la trou-pe giapponese ha ripreso tutte le fasi di raccolta di unagrandissima varietà di erbe spontanee eduli, le stessecon cui sono preparate le specialità che apparecchia-no le nostre tavole nelle migliori occasioni. Dall’ombradi un monumentale albero di ulivo, le cui reti sono or-mai state riposte, in vista della prossima campagnaolearia, all’oro giallo che cola nel piatto: un percorsosensoriale ad esperienziale per spiegare al Giapponecome una Legge Regionale di tutela degli ulivi monu-mentali (L. R. n. 14 del 2007), a dispetto di ogni emen-damento, sia uno strumento a protezione di questomeraviglioso territorio e di valorizzazione dei miglioriprodotti della nostra terra, da esportare nel mondo.Questa visita nel Parco delle Dune Costiere, è statapreceduta da una lettera del Dirigente dell’ENIT (Agen-zia Nazionale del Turismo), Marco Montini, i che, au-spicando la collaborazione di tutti coloro che sarebbe-ro stati coinvolti nell’iniziativa, sottolineava il forte ritor-no d’immagine che questa trasmissione comporterà

nei prossimi mesi per il nostro Paese tutto. Anche lo ZEIT Veranstaltuge, importante giornale te-desco (nella foto) invita a visitare Ostuni e la Puglia,mentre la giornalista del “New York Times” DaniellePergament, così descrive Ostuni in inverno: “Nella bel-lissima Ostuni potrete mangiare in osterie, impossibilida prenotare nell’affollata estate.E ancora nelle mas-serie, dove si vive la vita agreste e intima o nei resortdove, spendendo decisamente meno che in estate, sipuò passare del tempo in relax in spa del tutto origina-li, che hanno il sapore della campagna, con l’enoga-stronomia, le marmellate, le mandorle, le olive, l’olio dioliva e i vini pugliesi, prodotti a chilometro zero”.Se èpur sempre vero che le buone pratiche sono da ritener-si tali solo quando vengono replicate, è altrettanto ma-nifesta, la difficoltà di portare avanti questi buoni esem-pi allorquando il bisogno dei nostri custodi della terra ditrovare sul territorio degli alleati forti nella lotta per latutela del paesaggio, non solo non viene soddisfatto,ma è da lungo tempo ormai inascoltato.

GINEVRA VIESTI

Attualmente il villaggio Pilone 1 è costituito da circa90 ville; Il villaggio Pilone 2 comprende circa 350villette quasi tutte di recente costruzione ad un pia-no, con archi e finitura in calce bianca, “in puro sti-le mediterraneo” (come se ne esistesse uno solo)recita la pubblicazione che uso come riferimento.Nella stessa località troviamo la Torre di San Leo-nardo, risalente al XVI secolo, situata a pochissimimetri dal mare. Vanta una lunga costa sabbiosa, in-tervallata da brevi tratti di scogli bassi. È principal-mente luogo di residenze estive. Degna di nota èanche la presenza di un campeggio ben attrezzatoe del Parco delle Dune Costiere, che nella torrestessa trova epiteto e confine.Sulla necessità di realizzazione della piattaformanon credo che si possa discutere, era ora che siconcretizzasse ed è auspicabile che si faccia quan-to prima, la marina di Ostuni è infatti costellata damolti villaggi che fino a qualche anno fa non eranoattrezzati di impianti fognari moderni degni di talenome, si continuava a scaricare i reflui nel sottosuo-lo con l’ausilio di fosse imhoff o di “pozzi a perdere”.Questa infausta situazione ha permesso, in localitàdove l’acqua sorgiva o salmastra si trova a pochidecimentri nel sottosuolo, che ci fosse un continuoapporto di liquami nel sottosuolo e che la fogna di-ventasse di fatto parte del sistema idrico verso ilmare. Una situazione insostenibile. Il mare italiano continua a essere minacciato datroppi scarichi fognari non depurati, nonostante sia-no trascorsi ben trentasei anni dall’approvazionedella prima legge sul trattamento delle acque reflue. La salubrità del mare è un problema di carattere na-zionale, non solo pugliese, basti pensare che solonel 2011 le forze dell’ordine hanno denunciato o ar-restate 3.449 persone, effettuato 1.118 sequestri eregistrato 2.669 infrazioni (più di sette il giorno) re-lativamente a impianti di depurazione non a norma,scarichi non allacciati alle fognature perché prove-nienti da case abusive, alberghi e abitazioni privateche scaricano direttamente in mare. La nostra re-gione ha registrato 242 infrazioni accertate, 302 de-nunce e arresti, 178 sequestri. Dati che dimostranocome il pericolo di inquinamento del mare italianoderivante da scarichi inquinanti e non controllati sia

purtroppo ancora attuale.Il vero problema non è la mancanza di fogna, ma ilfatto che si continui a costruire lungo la costa, e chesi sia permesso alle case di arrivare prima, qualchedecennio prima, delle infrastrutture primarie.Nel caso specifico, l’opera in progetto ha avuto l’ap-provazione degli organismi competenti a tutti i livel-li, comunali, provinciali e regionali, e un po’ con sor-presa di tutti quelli al di fuori dell’iter progettuale, siè deciso di posizionarla non troppo lontano dallacosta a ridosso di una delle spiagge più frequenta-te di Ostuni.Si è scatenata quindi una polemica tra i residentidel villaggio Pilone e le parti coinvolte nel progetto,la protesta riguarda il sito previsto, non altro. Il progetto è stato difeso dai proponenti sulla basedi motivi tecnici, economici, di opportunità.Come Circolo Legambiente abbiamo seguito il di-battito sulle pagine dei quotidiani locali, sulle tv chese ne sono occupate per tutta la primavera e l’esta-te scorse.Abbiamo potuto vedere ogni pagina e foto, disegno,rendering, tutto insomma, del progetto esecutivoapprovato dagli organi competenti. Abbiamo di-scusso a lungo e animatamente nelle riunioni di cir-colo, confrontandoci con tante singole idee anchedivergenti. Insomma, abbiamo riflettuto sulla vicenda.L’impianto servirà un bacino di 12.500 abitanti . Og-gi poi ci iniziamo ad interrogare sul fatto che le co-se non debbano essere solo funzionanti e adegua-te ad un certo principio ma anche accettate dai più.È idea largamente condivisa che la discussione sul-lo sviluppo vada incentrata sulla qualità. Occorre, insomma, proporre e mettere in pratica unmodello di sviluppo nuovo che sappia fare di ogniintervento un’occasione per qualificare il territo-rio, nel rispetto delle risorse e delle specificità loca-li. Per percorrere questa strada va chiusa definiti-vamente la stagione del saccheggio, della deregu-lation, dei condoni e del “è un male inevitabile”. Uno dei rischi che l’Italia sta correndo è quello di di-menticare che il territorio è oggi la sua risorsa piùpreziosa. “Bellezza vuol dire rinnovamento, vuol dire una di-mensione etica, vuol dire che c’é un cambiamentodelle nostre coscienze e comportamenti che devo-no acquistare trasparenza, sobrietà, coerenza, con-

tinuità, credibilità: solo così si potrà parlare di rifor-me istituzionali e di un cambiamento interno dellasocietà”. Lo ha detto il presidente di Libera, don Lui-gi Ciotti, c’é anche “un tema di democrazia che sifonda su due doni: sulla giustizia sociale e la digni-tà umana, e la democrazia non starà mai in piedi senon c’é una terza gamba che si chiama responsa-bilità”. “Noi - ha rilevato - chiediamo la responsabili-tà alle istituzioni di fare la loro parte, ma anche noicittadini siamo chiamati ad assumerci le nostre re-sponsabilità”. “Oggi più che mai dobbiamo recu-perare questa trasparenza nella corresponsabi-lità”.Vi è poi un discorso che riguarda la forsennata ten-denza mentale alla casa per le vacanze. La civiltànon è il costruire seconde, terze, quarte case. E’salvaguardare e rendere ai nostri figli un ambienteche sia come noi l’abbiamo ricevuto, semmai me-glio, mai peggio. Oggi il peggio è la regola.Noi del Circolo Legambiente di Ostuni vorremmopoter sperare che sulla nostra costa non si continuia cementificare nei prossimi anni. Il concetto stesso di villaggio per le vacanze al ma-re ha in sé qualcosa di profondamente antidemo-cratico, si alterano assetti paesaggistici e naturali dimillenni e patrimonio comune per la sola soddisfa-zione dei vacanzieri, questi villaggi perlopiù agglo-merati disfunzionali ed in sé carenti sotto molti pun-ti di vista rappresentano una vera ferita inferta alpaesaggio. Nel caso specifico poi si assiste a dei

veri illeciti con case completamente o parzialmenteabusive oppure costruite su aree dunali e lame col-mate (nello stesso villaggio Pilone sotto l’area de-nominata “le piazzette” v’era una lama) che esalta-no questo primato della villetta sui più basilari prin-cipi democratici e idrogeologici. Lo stesso impianto di sollevamento, nelle illustra-zioni del progetto, sembra una villetta.L’ambiente è soprattutto quello che riusciamo a fa-re con quello che ci è dato e con l’esempio con-creto. Le cose possono cambiare, l’ambiente non èe non deve diventare una questione di superficie(oggi purtroppo in tanti, troppi, casi lo è), uno sten-dardo che sventola sul balcone del Palazzo Munici-pale, deve essere come siamo, come viviamo. Ora se è pur vero che quest’opera si dovrà fare per-ché non si può superare questa sfera di violenta con-trapposizione e cercare una strada più sostenibileambientalmente? Per esperienza vi dico che le posi-zioni oltranzistiche basate sui fatti puramente tecnicie/o economici si possono (e devono) superare.Questo Circolo chiede agli organi competenti di po-ter pensare ad un compromesso possibile, che por-ti ad un diverso grado di inserimento ambientale edi accettazione, non tanto dei residenti del Pilone(perlopiù contro per ragioni strettamente private,non pubbliche), ma anche da parte di cittadini e deituristi che quella spiaggia la sentono un po’ partedella propria vita.

CARMINE SPECCHIA

(segue da pag. 1)Delitto d’odore

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22001133Attualità

Inmerito all’articolo pubblicato nei giorni scor-si sulle pagine del Quotidiano circa una pre-

sunta guerra tra agricoltori e ambientalisti, in mer-ito alla tutela e valorizzazione del paesaggio degliolivi secolari, secondo quanto espresso dalla leggeregionale 14/07, le associazioni ambientaliste sonopiù che consapevoli che questo paesaggio agrariosia stato forgiato nei millenni da generazioni diagricoltori. Agricoltori che ancora oggi continuano a custodirequesto paesaggio grazie alla abnegazione ed allapassione, nonostante le difficoltà economiche diquesto periodo e le difficoltà a trarre un giusto red-dito da queste piante; anzi, le associazioni e granparte della comunità, che ha a cuore gli oliveti sec-olari di Puglia, sanno che per garantire il loro man-tenimento occorre remunerare giustamente il la-voro degli agricoltori e di conseguenza l’olio cheda queste piante si ricava, affinchè sia pagato algiusto prezzo, per compensare i maggiori costi digestione di un oliveto secolare. Detto ciò occorre però fare alcune precisazioni inmerito a quanto detto dall’associazione Prometeo;ossia, la legge regionale rischia di essere minata daattività che non sono legate all’agricoltura e chefanno riferimento ad aspetti urbanistici lontani an-ni luce dal mondo agricolo, provenendo da parte dichi intende trasformare suolo agricolo, occupatoper millenni da oliveti, in lottizzazioni di vario tito-lo e che fanno riferimento a categorie economichedistanti dall’interesse dell’agricoltore. Infatti sonoin tanti, decine e decine tra i possessori di olivetisecolari che hanno manifestato l’interesse a farcensire dalla Regione Puglia i propri ulivi al fine diassicurare maggiore valore al proprio oliveto egarantire maggiore valore aggiunto al proprio olio. Del resto la loro volontà di tutelare e valorizzare glioliveti secolari non la si può far tacere da parte dialcuni che hanno la presunzione di rappresentaretutto il mondo agricolo. Per fortuna il mondo del-l’impresa è vario e lo stesso vale per il mondo ru-rale, come per tutte le categorie sociali: c’è chi èpiù creativo e veloce a comprendere come oggi cisi possa distinguere sul mercato globale ed è al pas-so coi tempi, e chi è ancora ancorato a vecchi sche-mi che hanno segnato il loro tempo, omologando lapropria impresa e i propri prodotti ai marcati glob-ali. Tanto è vero che il rinfittimento degli olivetisecolari con piante giovani non lo vieta nessuno,così come conservare un oliveto monumentalecom’era da secoli. Lo stesso vale per chi intendefare un’agricoltura industrializzata o chi vuolemantenere un processo produttivo legato alla natu-ra e alla storia dei luoghi. Per fortuna c’è il libero arbitrio e quindi ogni agri-coltore, in funzione della sua sensibilità e delle suecompetenze, decide liberamente che orizzonti darealla propria impresa: lo stesso vale per le associ-azioni ambientaliste che possono decidere altret-

tanto liberamente da che parte stare, quale agri-coltura promuovere, quale paesaggio agrario pre-miare, con quali agricoltori fare un percorso co-mune, quali cibi comprare. In riferimento poi alcensimento degli olivi monumentali è la Regionel’unica titolata ad effettuare il censimento, non cisono altri enti, Parchi, Comuni o Province che pos-sono decidere cosa censire o meno. L’unica cosatangibile in questi ultimi anni sono quelle esperien-ze di successo di chi ha prodotto e venduto olio conla menzione speciale “da oliveti secolari di Puglia”,traendone vantaggi economici. Se poi quell’olio proveniva da Parchi o RiserveNaturali i prezzi dell’olio sono riusciti a spuntareprezzi ancora più alti per l’attrattività che questioliveti hanno, ammirati da tantissimi visitatori chechiedono continuamente informazioni sugli stessi esull’olio che da essi ne deriva. Per chi intende fare agricoltura con la A maiuscola,un’agricoltura legata al territorio, alla storia ed alletradizioni dei propri padri forse occorre compren-dere come oggi diventa fondamentale aggregarsi efare fronte comune, con le più svariate categoriesociali, le associazioni culturali e ambientaliste, iristoratori, gli enti pubblici ed altri ancora, inmaniera da dare avvio ad una sorta di rivoluzioneculturale sull’importanza del ruolo dell’agricoltore,della necessità di consumare cibi sani e del proprioterritorio, ottenuti da un’agricoltura sana e che ilterritorio lo rispetta. Continuare a dividersi, cavalcando luoghi comuniche fanno gli interessi di altri, il più delle volte es-tranei all’agricoltura, non porterà da nessuna parte;occorre perciò fare fronte comune per salva-guardare il lavoro di tanti custodi del paesaggio. La disponibilità al dialogo e al confronto da partedel mondo ambientalista e di chi ama il proprio ter-ritorio rimane più forte che mai.

ITALIA NOSTRA - LEGAMBIENTETOURING CLUB ITALIANO - WWF

ROTARY INTERNATIONAL

Storie d’amore e di ordinaria folliaUno spettacolo doloroso e

forte, accorato e fiero, "Sto-rie d'more e di ordinaria follia"presentato la sera di domenica7 alla "Casa della Musica" chein poche settimane è diventatoil luogo centrale della vita cultu-rale ostunese. Al centro dellanarrazione e delle canzoni ese-guite c'erano le voci e le vitespezzate di tante donne, nelmondo come in Italia, come vi-cino a noi (basti pensare ai vol-ti di Sarah Scazzi e di MelissaBassi). Carla Lutrino, registaed autrice della piece teatrale,insieme alla musicista PatriziaSemiramide Giannotte, ha cu-cito tra loro tante storie, tutterealmente accadute, di donnevittime di violenza in varie si-tuazioni, assassinate dai loocompagni di vita, perseguitate da chi diceva diamarle, offese e violate da chi aveva promesso diproteggerle. Partendo dai versi dei grandi poeti (dal-la donna "tanto gentile" di Dante fino a "le donne, icavalier, l'arme, gli amori, le cortesie, le dolci impre-se io canto" dell'Ariosto) si è arrivati ad una cronacaquotidiana di ordinaria malvagità, violenza e sopraf-fazione verso le donne, tanto da far coniare il tristeneologismo di "femminicidio". Le donne uccise par-lavano in prima persona, raccontando come le stes-se mani che le avevano un giorno accarezzate era-no diventate strumento di morte; parlavano le don-ne lapidate in Iran ma anche le vittime del "delitto

d'onore" (attenuante abolita nelnostro ordinamento solo nel1981); parlavano con gli accen-ti delle varie regioni d'Italia econ macabra autoironia, giun-gendo ad affermare di preferirela morte alla non vita orribile acui erano costrette. BravissimaCarla Lutrino, che nella "Casadella Musica" tiene ogni giovedìpomeriggio dei corsi di teatroper preadolescenti, ragazzi edadulti (il corso è partito a feb-braio ma le iscrizioni sono an-cora aperte e gradite); bravissi-ma Patrizia Semiramide Gian-notte, che ha cantato brani fa-mosissim sul tema : "Quelloche le donne non dicono","L'amore rubato", "Gli uomininon cambiano" di Mia Martini,già eseguito dalla nostra concit-

tadina nel programma di Pippo Baudo "La canzonedel secolo", e tante altre; bravissime l'avvocato Eli-sabetta Scalera, magistrato onorario, che ha narra-to in stile teatrale la nuova normativa antistalking,invitando le donne alla denuncia di tali casi, l'avvo-cato Mery Petraroli e la prof. Simona Filloramo, chehanno interpretato altre donne segnate da soprusidi ogni genere. Lo spettacolo si è chiuso con un belvideo di speranza in onore di tutte le donne esem-plari (dalla Montalcini a Madre Teresa, dalla Magna-ni alla Montessori) e che andrebbe portato nellescuole per insegnare l'amore e il rispetto verso ledonne e verso l'umanità in generale).

Laprimavera è il simbolo per eccellenza della ri-nascita: la natura si risveglia dal letargo in-

vernale e chiama tutti, piante e animali, a ripartireverso un nuovo ciclo di vita. Alcuni di noi, però,stentano ad abituarsi a questo cambiamento sta-gionale e lamentano una serie di malesseri che so-no incidentalmente aggravati anche dall’entrata invigore dell’ora legale: i ritmi naturali subisconoun’ulteriore ‘scossone’ allungando i tempi di adatta-mento. A tal proposito la signora Giovanna mi scri-ve «con l’arrivo della primavera mi sento giù, sonostanca, ansiosa, svogliata e non dormo bene…». Inrealtà dovrebbe essere tutto nella norma, del restonon è forse vero che “aprile dolce dormire”? Accan-to a questi sintomi a volte possono comparire irrita-bilità mancanza di concentrazione e, nelle formepiù severe, cefalea e aumento dell’aggressività (la“bile gialla” che, secondo Ippocrate, il padre dellamedicina, è la secrezione ormonale che in primave-ra viene prodotta dall’organismo). In realtà le causedi questo malessere non sono del tutto note. Sicu-ramente entrano in gioco trasformazioni metaboli-che, fisiologiche e biochimiche; tra le tesi più accre-ditate, il cambiamento di luce e il tempo di esposi-zione a essa per l’allungarsi delle giornate: l’organi-smo reagisce producendo una quantità maggiore disostanze ormonali (cortisolo, serotonina, melatoni-na) che, in particolare nei soggetti ansiosi, produ-cono brusche variazioni alla base del disagio. Ac-canto alle cause strettamente biologiche, vannomenzionati anche alcuni aspetti psicologici. L’an-sioso è, come s’è detto, particolarmente predispo-sto a questo tipo di disturbo. Di solito egli è alla ri-

cerca di uno stato di equilibrio psicofisico che vienetrovato spesso a fatica, ma che è messo in discus-sione proprio dal cambiamento di stagione: è diso-rientato, quasi non si senta adeguato e sufficiente-mente forte per affrontare il cambiamento. L’insicu-rezza che caratterizza la gran parte della sua vita direlazione, riguarda anche l’approccio con la ‘luce’:il giorno diventa più lungo e, proprio per questo, piùdifficile da superare. L’equilibrio che in qualche mo-do era stato ottenuto nei mesi precedenti, ridiventaprecario. La fiducia nelle proprie possibilità e capa-cità di superare il nuovo assetto climatico, è rimes-sa in discussione, imponendo di trovare ancora unavolta, nuovi adattamenti e diverse soluzioni. Libe-rarsi dagli abiti pesanti, pare quindi simboleggiarel’abbandono dell’involucro che ci proteggeva, nonsolo dal freddo, durante l’inverno. Per contro, gliabiti più leggeri rivelano non già solo parti del no-stro corpo, ma anche lati della nostra personalitàche vorremmo tenere ben protetti. Premesso chequanto detto ha solo valore speculativo, poichéogni caso va esaminato a parte, il consiglio per tut-ti coloro che accusano malesseri lievi, è di reagirealla pigrizia, uscire per una passeggiata, fare attivi-tà fisica, dormire a sufficienza e consumare cibileggeri. Nei casi, per così dire, più complessi, final-mente sarebbe utile approfittare del disagio per far-si consigliare dal proprio medico di famiglia o dauno specialista, la soluzione adeguata.

Per inviare domande: dott. Franco Sponziello [email protected] oppure direttamentealla redazione de “Lo Scudo”.

Il ritorno della mezza stagionedi Franco Sponziello

LLLLaaaa ppppaaaarrrroooo llll aaaa aaaa llll llll oooo ppppssss iiii cccc oooo lllloooogggg oooo

NON LA GUERRA! L’UNIONE E IL CONFRONTO TUTELERANNO IL LAVORO

DEGLI AGRICOLTORI - CUSTODI DEL PAESAGGIO

1° CONCORSO MUSICALE NAZIONALE“ANTONIO LEGROTTAGLIE”

IlI Istituto Comprensivo di Ostuni (San Giovanni Bosco) organizza il 1° Concorso Musicale Nazionale“Antonio Legrottaglie”, riservato agli alunni solisti o gruppi di alunni che frequentano una Scuola Secon-

daria di I grado ad Indirizzo Musicale e/o un Liceo Musicale, allo scopo di valorizzare i giovani musicistied il loro talento, stimolare scambi culturali ed esperienze musicali favorendo i principi di solidarietà, ri-spetto, collaborazione ed amicizia.Il Concorso si svolgerà nei giorni 9 -10 e 11 Maggio 2013. Le audizioni inizieranno il giorno 9, continue-ranno per l’intera giornata del 10 e si concluderanno entro il giorno 11 maggio.I risultati delle sezioni A,B, C saranno comunicati al termine dei lavori. La cerimonia di premiazione si svolgerà nel pomeriggio delgiorno 11 maggio (dalle ore 17.00 alle ore 20.00).L'iniziativa è intitolata alla memoria di Antonio Legrottaglie, giovane musicista ostunese scomparso a so-li 22 anni nel 2001; da allora la sua famiglia ed i suoi numerosissimi amici, vecchi e nuovi, sostengonouna serie di iniziative legate al mondo musicale.Il concorso nazionale è stato indetto dall'istituto il cui dirigente è il prof. Marino Petrarolo, e la segreteriaorganizzativa è affidata alla prof. Serenella Leone, con il patrocinio dell'Amministrazione comunale diOstuni.Il coro dell'Associazione ha partecipato anche, sabato 6 aprile, al Concerto di beneficenza, tenutosi pres-so la Chiesa del Carmine, per l'Associazione italiana Sindrome di Williams (AISW) che sostiene la riabi-litazione e l'inserimento sociale dei bambini che vengono colpiti da questa rara patologia genetica, che lirende incapaci di compiere semplici atti di vita quotidiana (attraversare la strada, allacciare le scarpe,etc.) e causa ritardo mentale e cognitivo oltre ad anomalie a carico di molteplici organi. E' intervenuto ilpresidente dell'AISW Puglia Michele Mastracchio (informazioni su www.aisw.it).

Esso è concesso a chi ad esempio non sperperal’acqua, obbedisce ai criteri di corretta gestione deirifiuti, di risparmio energetico, o produce in biolo-gico, attua interventi per la tutela delle aree natura-li, ecc. secondo quanto codificato nell’apposito“Regolamento per la concessione del Marchio delParco delle Dune Costiere da Torre Canne a TorreS. Leonardo”. Il Marchio può essere concesso adattività che ricadono nel Parco delle Dune Costieree nelle aree ad esso limitrofe ricadenti nei territoridi Ostuni e Fasano.Per l’accesso all’uso del Marchio del Parco i sog-getti richiedenti dovranno effettuare una manifesta-zione d’interesse e dichiarare, tramite autocertifica-zione, il possesso dei requisiti di base e di qualitàambientale, sociale ed economica specificati nel re-golamento e connessi con l’attività per la quale sirichiede l’uso del Marchio. Tutta la documentazio-ne è scaricabile dal sito web istituzionale del Parcodelle Dune costiere.

La concessione del Marchio ha durata annuale e sa-rà rinnovata previa verifica del mantenimento deirequisiti. La manifestazione d’interesse per l’usodel Marchio potrà avvenire compilando un moduloallegato all’avviso, da presentare annualmente alConsorzio di Gestione del Parco Regionale DuneCostiere da Torre Canne a Torre San Leonardo, Se-de Legale c/o Comune di Ostuni Piazza della Li-bertà - 72017 Ostuni (Br).Le aziende con il Marchio potranno esporre affian-co al proprio logo quello del Parco. Il Consorzio digestione pubblicizzerà i prodotti ed i servizi colMarchio del Parco delle Dune Costiere mediantetutti gli strumenti di comunicazione e promozioneistituzionali del Parco. Il Marchio è quindi un im-portante strumento di marketing aziendale e territo-riale, che è possibile ottenere semplicemente ri-spettando delle risorse ambientali e territoriali.Per ulteriori informazioni e/o chiarimenti sull’avvi-so è possibile contattare il Consorzio di gestionedel Parco Naturale Regionale delle Dune Costiereda Torre Canne a Torre San Leonardo cell.338.2673289 [email protected]

(segue da pag. 1)Un marchio di qualità...

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88AAPPRRIILLEE22001133

Chiesa

BENEDIZIONE DEI FRUTTI DI OGNI TIPOIl nostro aiuto è nel nome del Signore. Il Signore siacon voi. Preghiamo.“Signore Gesù Cristo, Dio da Dio, che consacrasti iltuo servo Beato Biagio al martirio, e collocasti ilBeato Ubaldo nella tua gloria, degnati di benedire esantificare con la tua pietà questi frutti che indegna-mente ti portammo; per l’invocazione del tuo SantoNome e per l’intercessione della Beata Maria Vergi-ne e del Beato Ubaldo servo tuo, benedico come iobenedico e santifico questi frutti a vantaggio dellapresente famiglia, e consenti che si estenda a favo-re di tutte le famiglie presenti ed assenti; in modoche in qualunque posto siano trasportati, arrivinosenza arrecare danni alla gola o altre afflizioni; eche siano tenuti lontani dalle dimore gli inganni e leiniquità dei demoni; e quanti ne verranno in posses-so e li gusterai non siano ristorati per la tua grazia ebenedizione. Tu che vivi e regni nei secoli dei seco-li. Amen.Si asperga con acqua benedetta”.

BENEDIZIONE DELLA MEDICINAO DEL BRODO DEI SOFFERENTI

“Imploriamo la tua clemenza o eterno Dio, affinchébenignamente ti degni benedire e santificare questamedicina, che io benedico e santifico nel tuo Santonome e del Beato Ubaldo, per espellere dai corpiumani non solo tutte le infermità e le forze diaboli-che, ma anche gli stessi demoni. Ogni qual volta laberranno estingui le malattie della febbre e i tor-menti delle viscere. Cura le sofferenze del cuore edella testa e risolvi tutti le passioni dell’animo: ri-muovi i pesi dei peccati; risolvi tutti i travagli in qua-lunque parte del corpo; difendi dai pericoli del de-monio; e contieni gli sdegni. Produca questa medi-cina l’espulsione della presente malattia e la fugadel Diavolo con i suoi compagni, fatture e inganni.Esorcizzo te creatura della medicina nel nome diGesù, affinché confortata dal Nome del Signore, cu-stodisca la salute terrena e assicuri quella sopran-naturale.Benedici Signore questa medicina e la forza dello Spi-rito Santo sia sopra di essa per far sì che possa man-dar via, distruggere, annientare, estirpare ed espelle-re dal corpo umano tutti i malanni di qualunque gene-re siano e per cacciar via lo stesso demonio.Perciò io tuo sacerdote benedico, esorcizzo e san-tifico, e tutte le benedizioni dei servi di Dio siano so-pra di te o medicina, affinché tu possa mettere in fu-ga i Demoni con le loro fatture o inganni diabolici.Infine la benedizione del Vescovo Sant’Ubaldo siasopra di te”.

BENEDIZIONE DELL’OLIO E DELLE ALTRE UNZIONI

“Oltre della Benedizione dell’oglio semplice, cheporta il Rituale Romano, vi è la seguente”:“Esorcizzo te creatura dell’olio in nome del Padre, edel Figlio e dello Spirito Santo; e per questa invoca-zione dell’indivisibile Trinità, e per la astuzia del Dia-volo, nocivissima forza avversaria, ogni astuzia delDiavolo, ogni violenza incursione ed ogni confuso efosco fantasma venga sradicato, messo in fuga edesca fuori da questo olio; affinché chiunque ne ber-rà e devotamente se ne ungerà, sua guarito da ognidiabolico maleficio; né possa nuocergli alcuna per-versità degli spiriti maligni. O Signore benedici esantifica con la tua pietà questo olio benedetto, af-finché chiunque lo berrà o se ne ungerà, sia untonel dolore della penitenza, e da lui siano anche sra-dicate le fatture, i malefici, gli incantesimi, i turba-menti, i dolori e i vincoli, in qualunque modo fatti,contro le creature di Dio: siano distrutte tutte le ope-re e le potenze di Satana, per liberare gli ossessi;restituire la salute ai febbricitanti; la guarigione agliagonizzanti; estinguere i veleni, i turbamenti e lesofferenze; restituire l’amore ai coniugi; vanificare leavversità e i malfattori; ed espellere l’odio: a chiun-que si serva di esso olio, sia sanato da ogni sfini-mento della malattia e liberato da tutte le insidie delnemico. Moltiplica o eterno Dio, le tue Benedizionisu questo olio, come le stelle del Cielo; poiché ioSacerdote pur Gesù Cristo benedico, santifico il li-quido di questo olio benedetto, anniento tutti i male-fici, le sofferenze e le persecuzioni diaboliche, emetto in fuga gli stessi Demoni”.L’olio è segno di salvezza (GL 2,19), simbolo di fe-licità escatologica (Os 2,24) e di benedizione divina(Dy 7,1311). Dall’olio derivano l’inguento che profu-ma il capo [Sal 132(133),2], fortifica le membra (Ez16,19); il farmaco che cura le piaghe (Lc 10,34),l’elemento che ravviva le lampade e diviene sorgen-te di luce e benedizione (Es 27,2011; Mt 25,3-8).

1 Antico Testamento, 1Re, 17,1-16, Episodio della Vedovadi Zarepta, località controllata dalla città-stato di Sidone,attuale Sarafand, 15 km a sud di Sidone.

Il rituale delle benedizioni e la religiosità popolare (4ª parte)

di Dino Ciccarese

UNO DI NOISecondo la normativa dell'Unione Europea, un milione di

cittadini di almeno sette stati componenti possono, attra-verso una petizione, chiedere un atto giuridico, di cui le istitu-zioni europee devono tener conto. L'iniziativa dei cittadini eu-ropei denominata "UNO DI NOI" intende chiedere alla Com-missione Europea che il riconoscimento del concepito e non an-cora nato abbia ricadute positive sulla ricerca scientifica, la sa-nità e la cooperazione allo sviluppo.Il Movimento per la vita, impegnato anche in Ostuni, sin dallasua fondazione avvenuta nel 1981, nella difesa della culturadella vita, in collaborazione con l'Associazione italiana maestricattolici, l'Azione cattolica, la Biblioteca diocesana, il Centro dicultura "Donato Cirignola", il Movimento ecclesiale di impe-gno culturale, l'Unione cattolica insegnanti medi, propone unincontro dibattito sul tema: "Uno di noi-Il Bambino concepito enon ancora nato". Relatrice la dottoressa Grazia Bellanova Co-lucci, Direttore del Servizio di Genetica medica dell'Ospedale"Miulli" di Acquaviva delle Fonti. E' prevista la presenza delnostro Arcivescovo, Mons. Domenico Caliandro. Appuntamen-to giovedì 18 aprile alle 18.30 nella Biblioteca comunale diOstuni in Via Francesco Rodio.

25° Episcopale di Mons. Rocco TalucciGrande festa delle comunità ecclesiali di tre diocesi (Veno-

sa-Rapolla-Melfi, Tursi-Lagonegro e Brindisi-Ostuni)per il venticinquesimo anno di episcopato di mons. Rocco Ta-lucci, festeggiato a Venosa (Potenza) il 4 aprile, nella con cat-tedrale dedicata a Sant’Andrea Apostolo. Monsignor Talucci,che il 6 settembre compirà 77 anni, è stato dal 1988 al 2000vescovo di Tursi-Lagonegro, poi, dal 2000 al 2012, Arcive-scovo di Brindisi-Ostuni. Negli anni in cui ha amministratola nostra Arcidiocesi è stato molto impegnato anche su temisociali e di vita civile, e la sua presenza attiva è stata avverti-ta moltissimo anche nella comunità religiosa e civile della no-stra città. Da ricordare, nel 2008, l’accoglienza al Santo Padre Benedet-to XVI, in occasione della sua storica visita a Brindisi; Taluc-ci ha anche scritto diversi libri, tra i quali ricordiamo “La spe-ranza che è in noi” e le guide “Santi giovani per giovani san-ti”, nelle quali venivano ricordate alcune figure esemplari diragazzi la cui vita sulla terra è stata breve, ma ricca di segnidel Signore; tra questi giovani erano ricordati gli ostunesi Antonio Legrottaglie, Teresa Lapenna, An-tonella Moro e Tiziana Semerano.La redazione e tutti i collaboratori de “Lo Scudo”, giornale al quale Mons. Talucci è stato sempre vi-cino, esprimono all’Arcivescovo emerito i più sinceri saluti ed auguri per la ricorrenza.

Venti anni fa, il 20 aprile del 1993, si compìil transito terreno di Mons. Antonio Bello,

“Don Tonino”, nato ad Alessano (Lecce) e dal1982 vescovo di Molfetta, uomo di pace, capa-ce di gesti profetici e autore di testi ispiratissimi.In ricorrenza del ventennale della sua morte, ec-co una breve silloge delle sue frasi; nel prossi-mo numero ricorderemo Don Tonino, del qualeè in corso il processo di beatificazione, con altretestimonianze.“Vi benedico da un altare scomodo, ma caricodi grazia. Vi benedico da un altare coperto dapenombre, ma carico di luce. Vi benedico da unaltare circondato di silenzi, ma risonante di vo-ci.Sono le grazie, le luci, le voci dei mondi, deicieli e delle terre nuove che, con la Resurrezio-ne, irrompono nel nostro vecchio mondo e lochiamano a tornare giovane” (ultimo messag-gio della Pasqua 1993).“Voglio ringraziarti, Signore, per il dono dellavita. Ho letto da qualche parte che gli uominisono angeli con un'ala soltanto: possono volaresolo rimanendo abbracciati. A volte, nei mo-menti di confidenza, oso pensare, Signore, cheanche Tu abbia un'ala soltanto; l'altra la tieninascosta, forse per farmi capire che Tu non vuoivolare senza di me: per questo mi hai dato la vi-ta, perché io fossi tuo compagno di volo. Insegnami, allora, a librarmi con Te, perché vivere non è tra-scinare la vita, non è strappare la vita, non è rosicchiare la vita. Vivere è abbandonarsi, come un gabbia-no, all'ebbrezza del vento; vivere è assaporare l'avventura della libertà; vivere è stendere l'ala, l'unicaala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come Te”.“Quando vi rivolgete a Maria nella vostra preghiera, chiedetele che vi dia anche tanta capacità di so-gno, non chiedete solo cose terra terra. Chiediamo alla Vergine che ci dia le calde utopie che riscaldanoil mondo”. “Ricordiamoci che delle nostre parole dobbiamo rendere conto agli uomini. Ma dei nostri silenzi dobbia-mo rendere conto a Dio!” “Sii un uomo liberato. Non solo un uomo libero, che dà il tempo libero agli altri. Sii un liberatore, che

libera gli altri dalle angosce!”

VENT’ANNI DOPO: LA FORZA PROFETICA DI DON TONINO BELLO

Prima di affrontare la trascrizione delle singole formule rituali, secondo l’ordine di stesura, va sottolinea-to che persone, animali, cose e beni destinatari delle benedizioni, sono indicati col rispettoso vocabolo

di creatura. Ciò perché riconoscendosi i segni della presenza divina nelle cose create, divengono tutte de-stinatarie di uguale e dignitosa considerazione.La preghiera di benedizione diviene così, lettura della vita come dono e luogo di incontro e di grata rispo-sta dell’uomo alla bontà di Dio; l’aspersione finale con acqua benedetta richiama “il Cristo acqua viva e fon-te di ogni benedizione”, l’incenso simboleggia l’immagine della preghiera che sale a Dio; la formula conclu-siva “per il nostro Signore Gesù Cristo”, ricorda che l’unica via che ha l’implorazione per arrivare a Dio Pa-dre, passa per l’intermediazione di Gesù Figlio. Benedizione quindi come preghiera corale per esaltare lasacralità della relazione umana, per recuperare l’idealismo valoriale e la proiezione spirituale, sottraendocia quella perdita di orientamento esistenziale che insieme all’anima inaridisce ogni senso di pietà, speran-za e fidente accoglienza della marginalità.

Una bella immagine di Mons.Tonino Bello (1935-1993)

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99AAPPRRIILLEE

22001133RICORDI

AAAANNNNNNNNIIIIVVVVEEEERRRRSSSSAAAARRRRIIIIRicordo del marito Franco Valentein memoria della moglieIMMACOLATA (Tina)

SARTOREdeceduta il 18 giugno 2012. Il componimento condanna la soli-tudine e si rivolge a tutti coloro checon una parola buona ed un sorrisosanno dare gioia e amore. In partico-lare si rivolge a “Tina mia, oggi nel-la mia solitudine, mi sento di amartiimmensamente, raccontare il tempo e comprendere comeè più difficile vivere il proprio percorso su questa terra.Quanti anni sono passati dal primo giorno che ti incontrai;tanti ricordi: era una sera di maggio, la luna piena nel cie-lo che con il suo splendore illuminava tutto l’universo. Ioche guardavo la luce dei tuoi meravigliosi occhi neri e lu-centi e tu che accettasti la mia dichiarazione d’amore cheti esternavo. Tu mi ripetesti ti amo anche io.Ora sono solo, con il mio tormento della solitudine e queltempo mi ritorna prepotentemente alla memoria. Non ti hopiù con me, amore mio!”.

DesiderioVorrei, con le mie manisollevare i tuoi capellineri, ricci e belli.Guardare i tuoi occhi,ammirare il tuo volto.Vorrei deporre un bacioSulla tua meravigliosa bocca.Stringerti forte, fortesul mio cuore e sul mio pettoE nelle mie bracciasentire, attraverso i palpiti del tuo cuore,la sensibilità del tuo animo.E dirti: ti amo Tina mia,ti amo con tutto il cuoree ascoltare da te: ti amo anch’io!Ma purtropporesta solo un desiderio, inappagato.Non sei più con me,ti ho persa… Tina mia!

Tuo Franco

LUTTO A VILLA SPECCHIAPAX

Oggi festa di San Giuseppe, accompagnata dal compianto di tutte noi, alleore 7,45, dopo lunga e dolorosa malattia offerta serenamente, in unione alCristo Crocifisso, è tornata alla Casa del Padre la nostra sorella

Sr. COLUMBA CARUCCIÈ il triste annunzio dato dalla Suore Oblate Benedettine, anche a nome delfratello, delle sorelle e dei nipoti.Il rito funebre è stato celebrato nella Chiesa di Villa Specchia; la salma è sta-ta tumulata nel Cimitero di Ceglie Messapica.

Il 24 Febbraio2013 all’età di 91anni è venuto amancare all’affettodei suoi cari

ANGELOD’ALO’

Marito, padre enonno affettuoso;ha dedicato la suavita alla famiglia e al lavoro.I famigliari ed i parenti tutti lo ricordanosempre con immenso amore.

24.3.1916 22.3.2013È venuta a mancare all’affetto deisuoi cari

CARMELACOLUCCI UNGARO

(zia Mela)Donna esemplare, sposa amore-vole, fulgido esempio di amoreverso il prossimo. La tua Fede incrollabile sarà lostendardo della nostra vita. Ti vogliamo bene e ti portere-mo per sempre nei nostri cuori

I tuoi nipoti

È venuta a mancare all’affetto dei suoi cariAMALIA AYROLDI

Vedova dell’Avv. Stefano LoparcoLa dolcezza del tuo sorriso, la tenerezza deltuo sguardo, il calore del tuo sincero affettomi mancheranno, come il tuo cuore nobile egeneroso che mi ha accolto sempre con gio-ia.Ora tu, amata Donna Pupetta vivrai nel miocuore e ricorderò a tutti le tue eccelse virtù:esprimo le mie più sentite condoglianze an-che al fratello Cesare e a sua moglie Teresa.

Carmen Nacci

DDDDEEEEFFFFUUUUNNNNTTTT IIII

Gli anziani: chi li protegge?

15.12.1993 15.12.2012GIULIO

CAGNAZZI

Gli anni passano inesorabilmente ma la tuapresenza è sempre viva.Sei stato un marito ed un padre sempre at-tento e premuroso. Non hai potuto esserloanche con i nipotini, due di essi hanno iltuo nome e cognome.

I tuoi cari

27.4.201227.4.2013

Ricorre il 1° anniversariodella scomparsa di

ANTONIO TANZARIELLOAd un anno dalla tuascomparsa vogliamo dedi-carti un pensiero e portar-ti a memoria di quanti ti hanno conosciuto. La man-canza fisica ci strugge, ci consola la quotidiana pre-senza del tuo spirito che ci guida in ogni dove!!!L’indissolubile legame che ci unirà per sempre orgo-gliosamente, ci consente di nutrirci dei tuoi insegna-menti e di respirare i tuoi valori di vita!!! Grazie!La moglie Mimina, i figli Pasquale con Grazia, Enzocon Simonetta, i nipoti Antonello, Alessio con Stefa-nia, Luca, Samuele ed il piccolo Simone lo ricordanocon infinito affetto.

9.4.20089.4.2013

5° anniversario dellascomparsa di

ANNAFRANCIOSO

in SprechinoCome riesci a vivereda sola senza il no-stro conforto? Noi, con il passar del tempo nonci rendiamo conto di esserci separati da te, an-che se ci rassegniamo ad un distacco che il Si-gnore ha voluto infliggerci con amore crudele.Vivere senza di te lo sopportiamo solo perchésappiamo che sei tra le braccia della Madre ditutte le Madri e questo ci dà gioia e consapevo-lezza che un giorno ci incontreremo nel Cielo.Tuo marito Rosario, i tuoi genitori Concetta edEnrico, tua sorella Rosalba con Maurizio e latua cara nipote Chiara.

16.4.198916.4.2013

Ricorre il 24° anniversario dellascomparsa di

GIUSEPPE TANZARELLA

Gli anni passano velocemente,ma non fa niente, il nostra affet-to per te resta immutabile; tu sei sempre con noi, nei no-stri cuori e nella nostra mente e, forse, quanto più il tem-po passa maggiormente si rafforza il vincolo di amore checi ha sempre legati.

Vivo resta il ricordo della moglie Domenica, dei figli Li-na, Anna e Matteo, dei generi Enzo e Nicola, della nuoraLucia e degli affezionati nipoti.

«Se la morte separa fisicamente,…l’amore e il ricordo uniscono per sempre»26 aprile 1994 26 aprile 2013

VITO ASCIANO19: tanti gli an-ni trascorsi daquel fatidicogiorno in cui latua giovane vi-ta veniva strap-pata a questavalle di lacrimesenza pietà al-cuna!Continuare avivere non è stato facile e mai lo sarà….Ma l’amore e il ricordo di te non ci sepa-reranno mai.La morte ci ha divisi fisicamente, ma tuvivi e vivrai per sempre nei nostri cuori.Ciao!

Mamma e Francesco

25.4.1998 25.4.2013ITALO GUIDO

Pur essendo trascorsi quindici anni dallatua scomparsa il nostro pensiero è rivoltocostantemente verso di te. Siamo sicuriche le nostre continue preghiere servonoa rafforzare l’unione con il Signore che ènei cieli e del quale godi la gioia senza fi-ne. Tu intercedi per la nostra serenità.Tua moglie Rosina, i tuoi figli Giovanni con Antonietta, Giulia conEnrico, i nipoti Aldo e Domenico, Walter ed Oscar lo custodiscononel loro cuore.Una Santa Messa di Suffragio verrà celebrata alle ore 8,00 di gio-vedì 25 aprile nella Chiesa parrocchiale di San Luigi Gonzaga.

27.4.200827.4.2013

MARTINO SGURA

Sono passati cin-que anni da quan-do ci hai lasciatoper raggiungere ilCielo. Siamo im-mersi in una gran-de tristezza, anche se ti portiamo semprenel cuore! È bello sentirti sempre vicino.Tua moglie Antonietta ed i figli Angelo,Mario e Carla.

19 aprile 200319 aprile 2013PEPPINOAPRILE

TipografoCaro Peppino,sono passati die-ci lunghi anni daquando non cisei più, ma né iltempo, né gli eventi della vita potrannomai scalfire il profondo affetto che ci hasempre uniti.

Natalia

Come sempre vivete neinostri pensieri e nei no-stri cuori anche se sonotrascorsi ben dieci annidalla vostra scomparsa.Dall’alto, là dove si go-de la meritata pace deigiusti continuate a se-guirci e a confortarci.Noi vi siamo sempre vi-cini nella preghiera enel ricordo.

I vostri cari

GIUSEPPEPUTIGNANO

10.4.2003 10.4.2013

ORONZO PUTIGNANO

14.4.2003 14.4.2013

Lepersone anziane tra non molto diventerannola parte più numerosa della popolazione e la

società civile stenta ad organizzarsi per la protezio-ne di una fascia che, come i bambini, sono le più in-difese e le più inermi perché impotenti a superareostacoli tra i più svariati che si parano loro di fronte.Certamente non si può affermare che nessuno prov-vede a fornire loro u qualche aiuto: tanti sono gliesempi di altruismo di giovani e meno giovani, tantisi comportano di “figli” verso quelle persone che nonhanno nessun “figlio”; altrettanti sono, purtroppo,quelli che fanno del “male” ai nostri fragili “fratelli”.La storia che si descrive, purtroppo, è proprio vera.Sabato 9 febbraio 2013, il signor Eugenio Maresca,un anziano di 85 anni, con molta fatica, si reca almercato, e verso le 9,30, dopo aver acquistato il ne-cessario, lentamente inizia il suo ritorno verso casa(alle spalle della Cattedrale). Arrivato nei pressi delBar Blu Notte, quindi pieno centro cittadino ed aquell’ora molto frequentato, viene avvicinato da unasignora che indossava una lunga gonna ed aveva i

tratti somatici apparentemente di una rom (zingara),la quale con insistenza chiedeva dei soldi. Non otte-nendo alcun risultato comincia a spintonare il no-stro, il quale, anziano e sofferente, non aveva alcu-na possibilità di difesa, tanto che la donna riuscivacon molta facilità essendo sicuramente esperta edaddestrata per tali gesti, fino a quando riusciva adinfilare le mani all’interno della giacca, sfilando ilportafogli. Il portafogli conteneva: la carta di identità, il codicefiscale, la tessera sanitaria, le chiavi di casa, cartevarie e soprattutto 80,00 euro, che naturalmente ilpovero malcapitato non riusciva più a recuperare.Malgrado i lamenti e le grida del Maresca, nessunoche lo difendeva e prestava soccorso: la scelleratadonna si allontanava tranquillamente portando il tut-to con sé e arrecando un enorme danno, non solomateriale ma anche psicologico e morale, con la fa-tica di dover denunziare il tutto agli organi di polizia,e recarsi in svariati uffici per chiedere i duplicati del-la documentazione rubata.

LO SCUDO Mensile Cattolico d’Informazione fondato nel 1921*

Prospetto di dettaglio delle voci di Bilancio al 31.12.2012, ai sensi dell’art. 1, comma 33, del DecretoLegge 23 ottobre 1996, n. 545, convertito con Legge 23 dicembre 1996 n. 650.

*Bilancio elaborato dallo Studio Colucci

RICAVI- Valore della produzione

e ricavi vari- Ricavi delle vendite e

delle prestazioni- Ricavi di vendita merci

Italia-Ricavi per vend. o servizi

TO T A L EPERDITATOTALE A PAREGGIO

€€

28.061,41

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Leggi e divulga «LO SCUDO»È l’amico di tutti perché è il mensile di Ostuni e degli ostunesi. Fondato nel 1921,non ha mai interrotto le sue pubblicazioni. Il suo scopo è quello di diffonderel’immagine, la vita e la storia di Ostuni

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66660000 AAAANNNNNNNNIIIISabrina e Mattia Silviocon grande gioia ed in-finito amore porgonoauguri di buon comple-anno al loro nonno

SILVIOFRANCIOSO

«meste Silvio lu tubista»

così come è conosciuto dagli ostunesi e che domenica 24 marzo 2013ha compiuto 60 ANNI.Caro nonno,hai raggiunto un traguardo importante e lo abbiamo voluto festeggiarecon te che sei un nonno meraviglioso: sempre presente, nostro insosti-tuibile complice di marachelle e compagno di giochi!Agli auguri formulati dai nipotini si uniscono con infinito affetto quel-li della moglie Madia e dei figli Angelo con Rachele e Nicoletta conMaurizio.

1100AAPPRRIILLEE22001133

CRONACABREVE

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Sofferenza e dolore. Maltrattamenti e violenza. Peranni, secondo l’accusa e diverse denunce raccolte,

una madre di due bambini è stata vittima della furia esoprattutto della gelosia di suo marito, Francesco Na-tolo di 38 anni, arrestato dagli uomini del Commissaria-to di Ostuni. L’ordinanza di custodia cautelare è statafirmata dal gip Paola Liaci su richiesta del sostituto pro-curatore Valeria Farina Valaori. L’uomo ora è in carce-re per reiterati maltrattamenti in famiglia, abuso deimezzi di correzione o disciplina, lesioni personali, mi-nacce gravi continuate.

* * *

Vittima della tecnologia. Oronzo Clarizia, 60 anni diOstuni, non aveva ben calcolato le potenzialità dei

dispositivi elettronici. Pensava che dopo aver rubato uniPad sarebbe stato facile nasconderlo e poi magarisuccessivamente rimetterlo sul mercato. In frantumiprima il vetro di un auto, poi però il suo piano. “Colpe-vole” un’applicazione contenuta nel tablet, “Trova il mioiPad”, che il sessantenne ostunese non avrebbe maipotuto considerare. E così il legittimo proprietario, unostudente diciannovenne, sfruttando l’applicazione ha

potuto seguire passo dopo passo tutti i movimenti del-l’iPad, fino ad arrivare insieme ai poliziotti a casa delpresunto ladro. Recuperato il tablet, per Oronzo Clari-zia, condotto in commissariato, è arrivata una denunciaa piede libero.

* * *

Furto notturno all’interno della gioielleria “Lo Scrigno”nella centralissima Viale Pola. Oltre 16 mila il valo-

re dei preziosi portati via con ogni probabilità da unabanda composta da tre uomini. Prima il buco alla sara-cinesca attraverso una fiamma ossidrica, poi la rotturadella vetrina per entrare nell’attività e fare razzia di gio-ielli. Tutto in pochissimi minuti. Sul caso indagano gliagenti del Commissariato di Ostuni.

* * *

Come ogni anno, purtroppo, si ripropone a Villanoval’annosa questione delle alghe in putrefazione. E

così, dopo le proteste di residenti ed operatori econo-mici per i nauseanti odori che sistematicamente si leva-vano nella zona, l’Amministrazione Comunale ha indi-viduato l’azienda per la rimozione dell’ingente accumu-lo di alghe morte all’interno del porto di Villanova.

* * *

Lasede del Comando della Polizia Municipale diOstuni potrebbe essere trasferita. Tra le ipotesi

emerse dopo un incontro tra l’ Amministrazione Comu-nale ed i sindacati della Polizia Urbana (Cisl, Uil e Di-

cap) ci sono l’edificio “Vitale”, la scuola “San Carlo Bor-romeo” e l’attuale sede del Tribunale, a rischio chiusu-ra per l’accorpamento di ogni sezione distaccata al Tri-bunale di Brindisi. Questa prospettiva di trasferimentodegli uffici dei Vigili Urbani, si deve soprattutto ai dannirecati alla struttura attuale e a diverse strumentazioni,dopo un violento fulmine a cui si è aggiunto uno sbalzodi tensione causato dall’Enel nell’erogazione dell’ener-gia elettrica.

* * *

Annalisa Minetti, illustre cittadina ostunese, e meda-gliata negli ultimi giochi paraolimpici di Londra, sa-

rà la madrina del Campionato Italiano Master di mezzamaratona il 28 aprile che si disputerà ad Ostuni. La ga-ra sarà valevole per la sesta edizione della “Maratoni-na degli Ulivi Secolari”. L’evento è organizzato dalla so-cietà Atletica Città Bianca con il determinante contribu-to del comitato regionale Fidal con il patrocinio del Co-mune di Ostuni e della Regione. Il percorso avrà unalunghezza di 21,097 km: la gara partirà da Viale Pola eattraverserà le vie cittadine incrociando il centro storicoed il territorio intorno alla città lungo la provinciale perS. Michele Salentino e quella per Francavilla Fontana.Circa 3.500 gli atleti provenienti da tutt’Italia, chiamatiad affrontare un percorso che richiamerà numerosicontenuti turistico-naturali, storici e culturali.

Notizie flash di Danilo Santoro

Mensile Cattolico d'InformazioneAnno XCI - Numero 4 - APRILE 2013

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Direttore Responsabile: Ferdinando SallustioRedazione

Enza Aurisicchio - Gianfranco Ciola Domenico Colucci - Paola Lisimberti

Gianmichele Pavone - Alfredo Tanzarella jr.

Hanno collaborato a questo numero:Dino Ciccarese - Nello Ciraci - Francesca Epifani

Tonino La Centra - Sandro Massari Domenico Moro - Danilo Santoro

Carmine Specchia - Franco SponzielloGinevra Viesti

Direttore Amministrativo: Armando Saponaro

Foto della testata:Fotolandia di Giuseppe Cisaria - Ostuni

Impaginazione: Roberta Iaia

Realizzazione e Stampa: Nuova GA srlVia Stazione, 82/84 (z.i.) - Ostuni

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OSTUNI CALCIO di Tonino La Centra

Dopo le due belle vittorie casalinghe controScauri e Trapani e la trasferta in quel di Rie-

ti, dove purtroppo i gialloblu hanno dovuto ingo-iare un boccone amaro per la pesante sconfittasubita dai Sabini trascinati dall’ex di turno Sco-davolpe, l’Assi Ostuni è ormai in dirittura d’arri-vo nelle ultime tre gare della “regular season”per non perdere un posto sul treno che la potràportare a disputare i play off: dopo una stagioneabbastanza travagliata, con elementi abbastan-za importanti del roster che hanno abbandona-to la città bianca (Fossati, Moruzzi, Mei e Birin-delli) la squadra ad affronta un finale di stagionecon un gruppo di giovani che ben si sono inse-riti nel gruppo e gli esperti Capitan Morena, Bar-tolucci e Banacini a tirare la carretta.Coco Romano nelle due gare casalinghe gioca-te in quattro giorni al Pala Gentile che precede-vano le festività pasquali è riu-scito a portare la squadra aconquistare quattro punti im-portanti in chiave play off chepossono veramente incideresul morale dei ragazzi e sul fi-nale di stagione al fotofinishper la designazione delle ottoformazioni che dovranno di-sputarsi le finali.Nell’ultima gara giocata fra lemura di casa contro la bestianera dei gialloblu, il Trapani,Morena e compagni hannosfoderato una prestazione tut-ta cuore e determinazionemettendo alle corde unasquadra costruita per il saltodi categoria potendo contarenelle proprie fila di gente co-me Virgilio (ex Brindisi) diSvoboda e Ianes, Costantino

e Rizzitiello tanto per citare alcuni componentidel roster granata che fanno gola a tante socie-tà cestistiche ma che stanno portando i siciliania disputarsi la possibilità dell’accesso alla seriesuperiore.Dopo tante sconfitte e bocconi amari ingoiaticontro la formazione isolana compreso le scon-fitte nella finale play off della stagione 2010-11per la promozione in Lega Due, i gialloblu si so-no vendicati con una prestazione super che hamesso alle corde una squadra che nulla ha po-tuto contro la determinazione di Morena e com-pagni.A Rieti si andava carichi di speranza per affron-tare i laziali ormai salvi in anticipo per cercare dicontinuare a cavalcare l’onda positiva per laconquista di un posto nei play off, ma purtropposi è incappati in una serata negativa contro una

squadra che ha voluto regalare aipropri tifosi una serata esaltante dibasket punendo severamente i gial-loblu.Ora in questo finale importante distagione con le ultime tre gare da di-sputare di cui due in casa (Biscegliee Gaeta) ed una in trasferta (Rosetodegli Abruzzi) non bisogna perdere ilbandolo della matassa ma continua-re su questa strada cercando di nonsvegliarsi da questa bella realtà chesi sta attraversando perché la cittàpossa ancora una volta vivere mo-menti esaltanti insieme a questogruppo che corre dietro una palla aspicchi, cercando di riportare entu-siasmo in una tifoseria che dopo i fa-sti della Lega Due della passata sta-gione ha abbandonato il cuore versoquesti colori.

ASSI OSTUNI: LA CORSA CONTINUAdi Domenico MoroDopo la brillante afferma-

zione della scorsa sta-gione in cui vinse il torneodi 1ª categoria, l’ASD Ostu-ni 1945, pur partendo conl’intendo di disputare uncampionato di assestamen-to, continua a stupire mie-tendo successi su successi,ponendosi all’attenzione ditutti come la vera rivelazio-ne del campionato di Pro-mozione. Nonostante la re-lativa battuta d’arresto subi-ta in casa contro il Lizza-no,(1-1 il risultato, domeni-ca 7) l’Ostuni conserva laseconda posizione in clas-sifica con 61 punti alle spal-le del Casarano, che dipunti ne ha 64, portando a 18 le gare utili consecutive.Gara sfortunata quella degli uomini di mister Mazzeocontro il Lizzano. Per ben quattro volte i legni hannofermato gli attaccanti ostunesi. Il cammino per raggiun-gere l’obiettivo promozione si fa sempre più difficile epieno di grandi ostacoli da superare, infatti domenica14 aprile andrà a fare visita alla Virtus Francavilla cheattualmente occupa il terzo posto in classifica. Inoltre

l’Ostuni dovrà affrontare, sempre in trasferta il forte Le-verano, quarta forza del campionato il 28 aprile. Infinel’8 maggio prossimo si recupererà la partita contro ilCasarano, rinviata per permettere al giocatore lecceseRichella di partecipare al 52° torneo delle Regioni,di-sputato in Sardegna dal 24 al 30 marzo scorso. L’altroincontro che i giallo-blu disputeranno nel mese di Apri-le è quello interno di domenica 21 contro il Latiano.

Candita capocannoniere dell’Ostuni con 16 reti realizzate

Mimmo Morena

Il nostro concittadino Gino Zurlo scrive al direttore amministrativo de Lo Scudo: Caro Armando,come sai vivo a Lille (Francia del Nord), dove le temperature… sono un po’ differentida quelle di Ostuni.La mattina del 12 marzo ci siamo svegliati e Lille era sotto 15/20 cm di neve.Naturalmente subito passeggiate, giochi e… foto su Facebook. Lorenzo Cirasino capta e provoca: «Iefatte la serbetta? Lu cuètte lu tiène?». Detto, fatto e documentato: serbetta gustate! Potevo venire inFrancia senza la bottiglietta de “cuètte”?Ma girando il mondo si apprendono novità, si impara a confrontare tradizioni, si cerca di rivisitare e at-tualizzare le ricette e i ricordi d’infanzia. Ed ecco il risultato:

La rezzetta nova de la serbettaAgghie fatte la serbettacu la neve e cu llu cuètte:cu dòe anzèddere de Rumla serbetta mù ìe “Bum Bum”.

Ce lu stomeche te rusce,doppe tanda fusce fusce,tu te fasce ‘na serbettacu ‘nu uève int’allu cuètte:

iuna, dòe, trète e quatte,sulu russe, tu lu sbatte,pòe lu miène int’alla neve…e pe l’osse ìe ‘nu sollieve.

Pòe sté cheda “aperitiva”:cu llu vèrmuth e “l’oliva”,‘na scorzetta de lemoneTe prepara lu veccone.

Siènde mù ce te stò diche:ce se torce lu veddichecà t’ìe menate ‘ndertegghiunepulpiette e maccarrune:

l’arremedie de lu Tàta:serbetta e carbunata,‘na strengiuta de lemoneE degerisce li lione.

Ma ce ué dorme scuscetateE ddà ffore ha nevecate:niente neve, sulu cuètte,la ‘mbuttita e scalfàliette,

cucchie cucchie alla megghiérelassa tutte li pensiére,paternoste, avemaria,buonanotte e… fazza Die!

LLLL’’’’aaaannnnggggoooo llll oooo dddd eeee llll llllaaaa ppppooooeeeessss iiiiaaaa

Fabiola campionessa di judoSale di categoria. E si conferma campionessa. Carriera in ascesa per la sedicenne atleta ostunese Fabiola

Roma, che ha trionfato ai “Campionati Italiani Juniores” di Judo, svoltisi presso il “Palasport” di Andria.Alla competizione hanno partecipato circa 400 atleti, provenienti da tutte le regioni italiane.

Fabiola, rappresentante della polisportiva “Judo Kyai” di Ostuni,ha conquistato la medaglia d’oro nella categoria 57 chilogrammi.Lo scorso gennaio a Lignano Sabbiadoro, aveva vinto l’ennesimamedaglia d’oro al “Trofeo Internazionale Alpe Adria”: gara dispu-tata da un circa unmigliaio di atletiprovenienti da 13nazioni europee.Fabiola è allenatadal maestro Fran-cesco Bufano e dalsuo staff.