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Editoriale 11 2010-2015: un nuovo quinquennio/ LUISELLA GARLATI Previdenza 15 Il nuovo Comitato Nazionale Delegati 19 La riforma del sistema previdenziale di Inarcassa/ UGO INZERILLO 26 www.inarcassa.it cambia look/ ORLANDO BIANCHI 28 Il DURC in un click/ FABRIZIO FIORE 31 Il bilancio sociale/ STEFANO RONCHI E MARINA GIULIANELLI 33 IT Security/ GIANLUCA TRANELLI Professione 36 Inarcommunity, il “punto nave” 2010/ RENZO PROVEDEL 38 Ad ognuno il suo ... di coperchio/ MARCO BOSI 41 NTC 2008: novità e riflessioni/ LUIGI D’ANTONIO E DARIO D’ORAZIO Inserto 45 Informativa sulla riforma previdenziale Professione 54 Delegato. Perché?/ MAURO TRAPÈ 56 Un piccolo pensiero/ LAURA CORTINOVIS 58 La voce dei sindacati Attività organi collegiali 61 A CURA DI TIZIANA BACCHETTA Dizionario previdenziale 65 L’abc della previdenza/ A CURA DI CLAUDIO GUANETTI Spazio aperto 66 A CURA DI MAURO DI MARTINO Argomenti 70 Maxxi ... e Macro/ TIZIANA BACCHETTA Aggiornamento informatico 74 Il firewall e le zone d’ombra/ A CURA DI MARCO AGLIATA Terza pagina 78 Cinema/ CORRADO CORRADI 84 Zingaro/ PAOLO DE BERNARDIN T r i m e s t r a l e della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti i r na C A SS A Anno 38 aprile/giugno 2010 i r na C A SS A Direttore responsabile Ing. Luisella Garlati Direttore di redazione Ing. Tiziano Suffredini Comitato di redazione Arch. Marco Bosi Ing. Riccardo Capello Arch. Laura Cortinovis Ing. Lucio D’Orazio Ing. Fabio Fabiani Ing. Vittorio Gaeta Arch. Sebastiano Li Vigni Ing. Renato Morsiani Arch. Erminio Petecca Ing. Gianluigi Petrini Ing. Antonio Porcheddu Ing. Marco Ratini Arch. Gian Luigi Ricci Arch. Mauro Trapè Coordinamento redazionale e segreteria di redazione Tiziana Bacchetta e-mail: [email protected] Direzione e amministrazione Via Salaria, 229 • 00199 Roma La collaborazione a Inarcassa, su argomenti di natura previdenziale o che interessano la libera professione, è aperta a tutti gli iscritti agli Albi professionali di ingegnere o architetto. Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione dell'autore e non impegnano l'Editrice e la redazione. Realizzazione, composizione e stampa Maggioli Editore • Rimini Viale Vespucci, n. 12/n Progetto grafico Giuseppe Mazzotti Redazione Marco Agliata Corrado Corradi Paolo De Bernardin Mara Marincioni Pubblicità PUBLIMAGGIOLI • Divisione pubblicità di Maggioli Editore S.p.A. Sede via F. Albani, 21 - 20149 Milano tel. 02/48545811 fax 02/48517108 Sede operativa via del Carpino 8/10 Santarcangelo (RN) tel. 0541/628439 • fax 0541/624887 Editrice Via Salaria, 229 • 00199 Roma Tel. 06/852741 • Fax 06/85274435 Internet: http://www.inarcassa.it Aut. del Tribunale di Roma n. 15088 del 10 maggio 1973 Pubblicazione inviata a tutti gli ingegneri e gli architetti iscritti e pensionati di Inarcassa nonché ai non iscritti in possesso di Partita Iva. La tiratura di questo numero è di 278.500 copie. i 2 . 2010

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Editoriale

11 2010-2015: un nuovo quinquennio/ LUISELLA GARLATI

Previdenza

15 Il nuovo Comitato Nazionale Delegati19 La riforma del sistema previdenziale di Inarcassa/ UGO INZERILLO

26 www.inarcassa.it cambia look/ ORLANDO BIANCHI

28 Il DURC in un click/ FABRIZIO FIORE

31 Il bilancio sociale/ STEFANO RONCHI E MARINA GIULIANELLI

33 IT Security/ GIANLUCA TRANELLI

Professione

36 Inarcommunity, il “punto nave” 2010/ RENZO PROVEDEL

38 Ad ognuno il suo ... di coperchio/ MARCO BOSI

41 NTC 2008: novità e riflessioni/ LUIGI D’ANTONIO E DARIO D’ORAZIO

Inserto

45 Informativa sulla riforma previdenziale

Professione

54 Delegato. Perché?/ MAURO TRAPÈ

56 Un piccolo pensiero/ LAURA CORTINOVIS

58 La voce dei sindacati

Attività organi collegiali

61 A CURA DI TIZIANA BACCHETTA

Dizionario previdenziale

65 L’abc della previdenza/ A CURA DI CLAUDIO GUANETTI

Spazio aperto

66 A CURA DI MAURO DI MARTINO

Argomenti

70 Maxxi ... e Macro/ TIZIANA BACCHETTA

Aggiornamento informatico

74 Il firewall e le zone d’ombra/ A CURA DI MARCO AGLIATA

Terza pagina

78 Cinema/ CORRADO CORRADI

84 Zingaro/ PAOLO DE BERNARDIN

T r i m e s t r a l edella Cassa Nazionale

di Previdenza ed AssistenzaIngegneri ed Architetti

Liberi Professionisti

i rna C ASSA

Anno 38aprile/giugno

2010

i rna C ASSA

Direttore responsabileIng. Luisella GarlatiDirettore di redazioneIng. Tiziano SuffrediniComitato di redazioneArch. Marco BosiIng. Riccardo CapelloArch. Laura CortinovisIng. Lucio D’OrazioIng. Fabio FabianiIng. Vittorio GaetaArch. Sebastiano Li VigniIng. Renato MorsianiArch. Erminio PeteccaIng. Gianluigi PetriniIng. Antonio PorchedduIng. Marco RatiniArch. Gian Luigi RicciArch. Mauro TrapèCoordinamento redazionale e segreteria di redazioneTiziana Bacchettae-mail: [email protected]

Direzione e amministrazioneVia Salaria, 229 • 00199 RomaLa collaborazione a Inarcassa, su argomenti di naturaprevidenziale o che interessano la libera professione, è apertaa tutti gli iscritti agli Albi professionali di ingegnere o architetto.Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione dell'autoree non impegnano l'Editrice e la redazione.

Realizzazione, composizione e stampaMaggioli Editore • RiminiViale Vespucci, n. 12/nProgetto graficoGiuseppe MazzottiRedazioneMarco AgliataCorrado CorradiPaolo De BernardinMara MarincioniPubblicitàPUBLIMAGGIOLI • Divisione pubblicitàdi Maggioli Editore S.p.A.Sedevia F. Albani, 21 - 20149 Milanotel. 02/48545811fax 02/48517108Sede operativavia del Carpino 8/10 Santarcangelo (RN)tel. 0541/628439 • fax 0541/624887

Editrice

Via Salaria, 229 • 00199 RomaTel. 06/852741 • Fax 06/85274435Internet: http://www.inarcassa.itAut. del Tribunale di Roman. 15088 del 10 maggio 1973

Pubblicazione inviata a tutti gli ingegneri e gli architetti iscritti epensionati di Inarcassa nonché ai non iscritti in possesso di Partita Iva.

La tiratura di questo numeroè di 278.500 copie.

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iMarc Mimram(Parigi 1955)

Le illustrazioni di questo numerosono tratte dal volume di AntoinePicon, Marc Mimram, Architetturaibrida, Electa, Milano 2009.

In copertina: Ponte di Feng Hua,Tientsin, Cina 2004-07.

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MARC MIMRAM

Marc Mimram nasce a Parigi nel 1955. Oltre al titolo diingegnere (1978) ottenuto alla gloriosa Ecole Nationale

des Ponts et Chaussées, Mimram possiede anche un Masterin ingegneria civile (1979) e una laurea in architettura

(1980) conseguita presso l’Ecole Nationale Superérieuredes Beaux-Arts di Parigi.

Ingegnere-architetto francese, considerato uno degliesponenti europei più brillanti nella realizzazione

di opere ad alto contenuto tecnologicoe a basso impatto ambientale.

Negli ultimi venti anni Mimran ha realizzato un numeroconsiderevole di progetti, anche per la molteplicità dei

temi affrontati.Sono noti i ponti – pedonali, urbani, autostradali – che ha

progettato e costruito, tra i quali, il ponte PSO a Tolosa(1989), il ponte Solfèrino a Parigi (1999), il ponte sul Reno

tra Strasburgo e Kehl (2004), il viadotto sulla RN 19 aBelfort (2005), il ponte di Feng Hua a Tientsin (2007), il

ponte di Jingjia a Ningbo (2007) e il ponte Moulay AlHassan a Rabat, in corso di realizzazione.

L’eleganza è la caratteristica delle opere di Mimran comedimostrano anche i complessi sportivi che ha realizzato: lepiscine a Parigi (2006), a Mesnil Amelot (2007), a Le Ulis

(2007) e a Lagny-sur-Marne (2008).Altrettanto meritevoli di attenzioni sono i suoi edifici,

come le residenze in boulevard Barbès a Parigi (1994-95),il complesso per uffici a Lione (2008), la scuola nazionale

superiore di architettura a Strasburgo (2008)e altre opere quali il casello autostradale di Les Eprunes

sulla A5 (1994) o i piloni per la rete elettrica francesead alta tensione RTE (2004).

L’opera di Marc Mimram fonde abilmente insieme le figuredi architetto e ingegnere attraverso la progettazione el’esecuzione di forme sempre più audaci e leggere ma

strutturalmente efficaci e complesse.Le forme esaltano la qualità dei materiali e interpretano le

situazioni ambientali in quanto espressione diappartenenza a un contesto preesistente.

Nel lavoro che svolge (oltre che nei suoi scritti)si rinnova la tradizione dei grandi ingegneri-architetti, da

Maillart a Nervi, delle cui esperienze Mimram è uninterprete degno e originale.

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Sono tante le novità di cui parlare inquesto breve editoriale.2010 – 2015: un nuovo quinquennio

Edito

rial

e

Un cordiale benvenuto ai nuovi Delegati, un affettuoso saluto a chi è stato riconfermato, un sinceroaugurio di buon lavoro a tutti!Si è concluso il lungo iter delle elezioni per il rinnovo del Comitato Nazionale Delegati, iniziato aottobre 2009 con l’indizione delle elezioni e la presentazione delle candidature e ultimato a maggio2010 con la proclamazione degli eletti.Ancora una volta sorge il dubbio sull’efficienza dell’attuale sistema elettorale, sul numero deiDelegati, sulla loro rappresentatività, tutti argomenti a lungo dibattuti ma non sfociati in radicaliriforme del regolamento elettorale: un motivo di riflessione per il nuovo Comitato.I compiti che lo attendono sono tutti impegnativi: l’attuazione della riforma per la sostenibilità delnostro sistema previdenziale, giunta finalmente in porto, con le problematiche che ne conseguono;il continuo monitoraggio dell’evoluzione degli iscritti, del loro numero e dei loro redditi, la verificadelle variazioni del rapporto pensionati-iscritti, la verifica della redditività del patrimonio, elementitutti che convergono nelle valutazioni della sostenibilità del sistema previdenziale.Lo scopo primario del Comitato Delegati deve essere la garanzia di continuità della previdenza, che lanostra categoria ha deciso di gestire direttamente, tramite Inarcassa, l’ente privatizzato di cui siamofinanziatori, gestori, fruitori.Il compito non è facile, le difficoltà aumentano di continuo, occorre pensare al futuro, occorre anche esoprattutto sostenere la libera professione, che è la fonte del nostro lavoro, dei nostri redditi, dellanostra previdenza, ma che è anche una garanzia per la società civile che, dal lavoro qualificato eindipendente dei liberi professionisti, architetti e ingegneri, potrà ottenere la qualità dei risultatiaccompagnata da un’oculata gestione delle risorse pubbliche e private.Al lavoro dunque, il primo compito è l’elezione del nuovo Consiglio di Amministrazione, di cuidaremo i risultati nel prossimo numero della rivista.Terminata la competizione elettorale, si dimentichino liste o appartenenze, per lavorarecongiuntamente a due importanti obiettivi: maggiore sostenibilità per il futuro della nostraprevidenza, sostegno e rafforzamento della libera professione.

Luisella Garlati

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Si sono concluse a fine maggio le votazioniper il rinnovo del Comitato Nazionale deiDelegati: il quorum è stato raggiunto ovun-que, quindi il nuovo Comitato vedrà la rap-presentanza di ingegneri ed architetti diogni provincia. È un risultato positivo, èbene che tutti riescano a portare il propriocontributo.I Delegati riconfermati sono 165, mentre 63sono le presenze, in parte sostituzione didelegati non rieletti o che non avevanorinnovato la candidatura, in parte del tuttonuovi poiché nel precedente comitato man-cavano i delegati architetti di Milano, Firen-ze e Roma e il delegato ingegnere diCremona; inoltre vi è stato l’aumento di un

Il nuovo Comitato Nazionale Delegati

delegato architetto a Napoli, essendo statosuperato il tetto di 2.500 iscritti.Non sono stati eletti i delegati della provin-cia di Carbonia Iglesias, in quanto l’elezio-ne è stata dichiarata non valida con deliberadel Consiglio di Amministrazione del 18/03/2010.Il Comitato si presenta dunque con un 30%circa di nuove presenze, che ci auguriamoportino nuove energie alla gestione dellanostra previdenza, collaborando efficace-mente con chi ha già esperienza pluriennale,e con l’obiettivo comune di mantenere l’au-tonomia che ci siamo conquistati con laprivatizzazione, migliorando sempre più l’ef-ficienza della gestione ed ampliando, sepossibile, la rosa dei servizi offerti.

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Dati tratti dal sito Inarcassa (www.inarcassa.it)

VALLE D’AOSTA

Aosta 273 Giacomo Galvani 223 Fabio Fabiani

PIEMONTEAlessandria 525 Alessandro Viti 401 Sandro RotaAsti 299 Alessandro Boano 188 Giancarlo PaveseBiella 216 Sergio Farassini 146 Paolo Mello RellaCuneo 843 Enrico Rudella 549 Riccardo CapelloNovara 529 Fernando Grignaschi 356 Giampiero GermaninoTorino 3849 Giuliano Mario Becchi 2111 Ilario Cursaro

Felice De LucaVerbania 242 Pierluigi Chiovini 110 Marco MartellettiVercelli 200 Marina Martinotti 126 Lorenzo Isola

LOMBARDIABergamo 1546 Silvia Vitali 1039 Giuseppe BerizziBrescia 1480 Giampaolo Dusi 1691 Paolo FacchiniComo 1107 Ubaldo Castelli 589 Pier Giuseppe LozejCremona 378 Bruna Gozzi 313 Bernardo VanelliLecco 632 Vincenzo Daniele Spreafico 389 Sergio ClarelliLodi 256 Cesare Senzalari 185 Enrico CariniMantova 450 Alessandro Valenti 345 Tommaso FerranteMilano 7368 Rita Bernini 3112 Silvia Antonia Virginia Fagioli

Carlo Andrea Borgazzi Barbò Arturo DonadioAnnalisa Scandroglio

Monza Brianza 1610 Laura Cortinovis 693 Marina DomenichelliPavia 575 Paolo Marchesi 648 Francesco PernettiSondrio 243 Nicola Stefanelli 250 Flaminio BenettiVarese 1464 Stefano Castiglioni 744 Claudio Guanetti

TRENTINO ALTO ADIGE

Bolzano 736 Michele Stramandinoli 546 Franco FiettaTrento 716 Andrea Tomasi 1030 Alessandro Dorighelli

FRIULI VENEZIA GIULIAGorizia 125 Michela Maricchio 128 Sergio De MarchiPordenone 375 Stefano Colin 304 Umberto NatalucciTrieste 223 Paolo Vrabec 242 Pierpaolo FerranteUdine 654 Clara Del Fabbro 630 Marcello Conti

VENETOBelluno 287 Gianfranco Agostinetto 276 Franco GidoniPadova 1511 Maurizio Marzola 1227 Leonardo TurollaRovigo 213 Natale Calesella 237 Franco PozzatiTreviso 1530 Evasio De Luca 949 Lanfranco TesserVenezia 1864 Claudio Biancon 674 Ivan Antonio CeolaVerona 1375 Iris Franco 909 Mario ZoccaVicenza 1216 Antonio Guglielmini 771 Enrico Giuseppe Oriella

ARCHITETTI INGEGNERInumero elettori Delegati Architetto numero elettori Delegati Ingegnere

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ARCHITETTI INGEGNERInumero elettori Delegati Architetto numero elettori Delegati Ingegnere

LIGURIAGenova 1777 Enrico Fossa 1102 Angelo BocciniImperia 296 Paola Muratorio 239 Gian Luigi PetriniLa Spezia 345 Filippo Franchetti Rosada 222 Giorgio Franchetti RosadaSavona 450 Rodolfo Fallucca 349 Livio Giraudo

EMILIA ROMAGNABologna 1257 Vittorio Camerini 1778 Franca BiaginiFerrara 296 Francesca Pozzi 341 Francesco BassoForlì-Cesena 488 Vanni Catani 520 Giuliano ArbizzaniModena 525 Filippo Fantoni 699 Mario SbrozziParma 554 Mauro Barbacini 563 Riccardo BussolatiPiacenza 321 Luigi Gorra 280 Franco StampaisRavenna 394 Roberto Scaini 449 Euro MarangoniReggio Emilia 426 Guido Tassoni 514 Stefano Andrea NardiRimini 490 Massimiliano Sirotti 467 Maurizio Dorigo Viani

TOSCANAArezzo 555 Cesare Cantucci 392 Alessandro FalsiniFirenze 2814 Lorella Zappalorti 1273 Pietro Berna

Michele DotaGrosseto 271 Luciano Catoni 172 Mauro GhiniLivorno 314 Roberta Cini 327 Riccardo TacchiLucca 499 Saverio Mustur 466 Tiziano SuffrediniMassa Carrara 266 Luca Pregliasco 196 Piero PregliascoPisa 600 Claudia Niccolini 614 Carlo CioniPistoia 409 Paolo Caggiano 304 Giovanni Guido PalchettiPrato 316 Vincenzo Gorgoglione 296 Teclè AlemaioSiena 399 Enzo Contini 255 Gianluca Terrosi

MARCHEAncona 397 Emanuela Angeli 844 Gianni Guglielmo BaruccaAscoli Piceno 262 Francesco Cinciripini 334 Paolo NespecaFermo 152 Pierluigi Moretti 177 Ester Maria RutiliMacerata 335 Claudio Canullo 420 Mario Francesco BrodoliniPesaro Urbino 332 Sergio D’Errico 458 Renato Morsiani

UMBRIA

Perugia 639 Giulio Pieroni 903 Paolo BattagliniTerni 277 Mario Struzzi 268 Marco Ratini

ABRUZZOChieti 524 Cesare Ricciuti 443 Donato ContiL’Aquila 344 Gianni Giorgi 560 Renato Di LoretoPescara 690 Antonio Michetti 379 Marco SassanoTeramo 389 Luciano Brandimarte 370 Goffredo Tomassi

MOLISECampobasso 307 Nicola D’Errico 300 Claudio PasqualeIsernia 121 Francesco Dituri 178 Giovanni Paolo Canè

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LAZIOFrosinone 481 Maurizio Ciotoli 437 Enzo QuattrucciLatina 579 Antonio Crobe 413 Giuliano MazzagliaRieti 163 Alessandro Paolucci 179 Alberto Di FazioRoma 8178 Antonio Alcaro 3994 Aristide Croce

Giovanni De Luca Massimo CaldaLoredana RegazzoniGianluca Valle

Viterbo 336 Mauro Trapè 252 Matteo Cosentino

CAMPANIAAvellino 670 Erminio Petecca 623 Antonio FasuloBenevento 436 Fausto Schettino 419 Pasquale TipaldiCaserta 936 Fabrizio Fusco 780 Massimo D’OnofrioNapoli 2849 Beniamino Visone 2136 Marco Senese

Francesco CesaroSalerno 1426 Pasquale Caprio 1546 Vittorio Gaeta

PUGLIABarletta-Andria-Trani 265 Nicola Barracchia 364 Michelangelo BaliceBari 1155 Andrea Fiume 1752 Nicola CaccavaleBrindisi 245 Pasquale Fanelli 257 Gioacchino FerraroFoggia 482 Lucio Rutica 669 Giovanni QuaratoLecce 912 Maria Pia Irene Fiorentino 918 Giuseppe ColucciaTaranto 375 Angelo Raffaele Galli 453 Angelo Masi

BASILICATA

Matera 240 Angelo Vozzi 292 Giuseppe LapaccianaPotenza 474 Gerardo Antonio Leon 666 Egidio Comodo

CALABRIACatanzaro 465 Giuseppe Madia 516 Francesco PapaleoCosenza 744 Pasquale Costabile 1314 Giuseppe De SalvoCrotone 145 Giuseppe Drago 160 Mario NigroReggio Calabria 818 Fulvio A. Nasso 555 Francis Marco Maria CirianniVibo Valentia 213 Carlo Muggeri 160 Pasquale Andrea Degni

SICILIAAgrigento 495 Paolo Morreale 387 Salvatore Di MinoCaltanisetta 226 Alfonso Cardinale 204 Fabio Salvatore CorvoCatania 622 Antonio Orazio Licciardello 1321 Gaetano FedeEnna 105 Salvatore Gugliara 193 Ugo Maria AlongiMessina 712 Antonio Caligiore 946 Salvatore SciaccaPalermo 1417 Emanuele Nicosia 1103 Pietro FaraoneRagusa 322 Salvatore Scollo 315 Giorgio LinguantiSiracusa 330 Giuseppe Pasquale Maria Santoro 359 Gaetano VinciTrapani 545 Salvatore Angelo Catalano 367 Giuseppe Placenza

SARDEGNACagliari 174 Gianni Delitala 1616 Mauro Di MartinoCarbonia Iglesias Elezione dichiarata invalida con delibera del C.d.A. del 18/03/2010Medio Campidano 12 Ancilla Serafini 106 Massimiliano PirasNuoro 109 Giovanni Pigozzi 204 Gian Franco MuggianuOgliastra 45 Cinzia Prestifilippo 87 Giorgio PiliaOlbia-Tempio 165 Stefano Navone 126 Michelino AddisOristano 85 Giancarlo Lochi 259 Umberto CapocciaSassari 193 Elia Lubiani 342 Antonio Porcheddu

ARCHITETTI INGEGNERInumero elettori Delegati Architetto numero elettori Delegati Ingegnere

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A giugno e luglio del 2008, il Comitato Nazio-nale dei Delegati ha deliberato una profondaRiforma del sistema previdenziale di Inar-cassa, volta ad allungare l’equilibrio dei con-ti finanziari almeno fino ai prossimi trent’an-ni, così come richiesto a tutte le Casse deiliberi professionisti dalla nuova normativain materia (Legge Finanziaria 2007 e DecretoInterministeriale del 29 dicembre 2007).La Riforma di Inarcassa è stata approvata nellasua interezza alla fine del 2009; perché diven-tasse operativa si è dovuto attendere il relativoDecreto Interministeriale, giunto il 5 marzoscorso e pubblicato per estratto sulla GazzettaUfficiale n. 65 del successivo 19 marzo.La manovra interviene in primo luogo sulleEntrate, con un aumento delle due aliquotecontributive soggettiva e integrativa, ma an-che sulle Uscite, con requisiti più stringenti perle prestazioni di vecchiaia e soprattutto dianzianità, accompagnati da maggiori agevo-lazioni a favore dei giovani iscritti. Un aspettorilevante della manovra riguarda l’assisten-za, con la destinazione di risorse - pari allo0,5% della contribuzione soggettiva - allo svi-luppo di servizi e prestazioni a sostegno del-l’iscritto nelle diverse fasi della sua vita profes-sionale e, soprattutto, da pensionato.Sin dall’inizio, la Riforma è stata impostatacon l’obiettivo di migliorare la sostenibilitàfinanziaria di lunghissimo periodo del siste-ma previdenziale della Cassa, salvaguardan-do al tempo stesso l’adeguatezza delle pen-sioni: ciò in linea con le indicazioni fornitedal Comitato Nazionale all’avvio, nel 2006,del processo che avrebbe portato, due anni

La riforma del sistema previdenzialedi Inarcassadi Ugo Inzerillo

dopo, alla Riforma del sistema previdenziale.

Il sistema di finanziamento dellagestione in Inarcassa

Inarcassa eroga ai propri iscritti tutti i tipicitrattamenti obbligatori di previdenza ed assi-stenza. Il finanziamento della gestione è ga-rantito con il gettito dei contributi e il rendi-mento derivante dall’investimento del patri-monio sui mercati finanziari e immobiliari.

sionale e determina prestazioni molto “gene-rose” rispetto a quelle individuate con il meto-do di calcolo contributivo, dove la prestazioneè, invece, direttamente collegata alla contribu-zione effettuata.L’attuale fase di sviluppo di Inarcassa è tipicadi una gestione “giovane” (l’età media degliiscritti è di circa 45 anni), dove le entratecontributive superano largamente le usciteper prestazioni. Questo surplus contributivoconcorre ad incrementare il patrimonio del-

l’Ente. La gestione viene finanziata, quindi,mediante il cosiddetto “sistema a ripartizio-ne” (di tipo misto). Dagli anni successivi allaprivatizzazione, il numero degli iscritti è ri-sultato in continua e forte crescita: dal 1990al 1995 la collettività di Inarcassa è passata da41.952 a 52.105 e nel giro dei successiviquindici anni è quasi triplicata, raggiungen-do a fine 2009 i 149.101 iscritti (cfr. fig. 1);per contro, alla fine del 2009 Inarcassa ero-gava un numero relativamente contenuto dipensioni (circa 14.000) L’apporto contribu-tivo e, quindi, il patrimonio della Cassa sonocresciuti considerevolmente, da 0,6 miliardidi euro del 1990 ai quasi 5 miliardi del 2009(cfr. fig. 2); è inoltre decisamente miglioratoil patrimonio per iscritto.

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Flussi del sistema pensionistico di Inarcassa

Totale entrate Totale usciteContributi Soggettivi Prestazioni pensionisticheContributi Integrativi Altre uscite (sussidi, assistenza sanitaria…)Rendimenti patrimoniali Spese di gestione

I contributi sono calcolati in percentuale deiredditi prodotti dai professionisti (contributisoggettivi) e dei volumi di affari IVA (contribu-ti integrativi); sono comunque dovuti dei con-tributi minimi in misura fissa, indipendente-mente dal reddito e dal volume di affari dichia-rati. Alla contribuzione integrativa sono tenutianche tutti gli Ingegneri e Architetti non iscrit-ti alla Cassa ma titolari di Partita Iva e le societàdi ingegneria. Le pensioni sono a loro voltadeterminate, mediante il metodo di calcoloretributivo, sulla base dei redditi professionaliprodotti negli ultimi 25 anni precedenti lamaturazione del diritto alla pensione. Talemetodo di calcolo è completamente svincola-to dall’ammontare dei contributi versati dal-l’iscritto durante il periodo di attività profes-

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Figura 3 - Iscritti e pensionati, 1990-2050*○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Figura 4 - Entrate ed uscite previdenziali, 1990-2050*

(*) Dal 2010, previsioni del Bilancio Tecnico 2006.Entrate e uscite previdenziali in milioni di euro

Perché la Riforma: le prospettive dilungo periodo del sistemaprevidenziale

Questa favorevole situazione, dove a unalto numero di iscritti (e, quindi, di Entrate)fa riscontro un basso numero di pensionati(Uscite) è destinata a capovolgersi rapida-

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Figura 1 - Ingegneri e Architetti, 1990-2009○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Figura 2 - Patrimonio totale, 1990-2009

mente nello spazio di poco più di un decen-nio. In prospettiva, infatti, il numero diIngegneri e Architetti che cesseranno l’attivi-tà professionale per andare in quiescenza èdestinato ad aumentare; al tempo stesso, inlinea con le previsioni sulla popolazionenazionale, andrà rallentando il flusso di nuo-vi iscritti fino a stabilizzare il numero com-

plessivo della popolazione attiva di Inarcassa(Fig. 3). Senza Riforma, in sostanza, le entra-te contributive, non sarebbero state più ingrado da sole, di equilibrare le uscite (Fig.4)Il sistema di finanziamento della ripartizione,in sostanza, non può “reggere” in una fase disviluppo tipica di una gestione “matura”, ca-ratterizzata dall’aumento del numero delle

(*) Dal 2010, previsioni del Bilancio Tecnico 2006.Entrate e uscite previdenziali in milioni di euro

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prestazioni pensionistiche e quindi delle usci-te. Da qui l’esigenza di procedere preventiva-mente ad un’adeguata capitalizzazione (la cuipresenza è tipica del sistema a ripartizionemisto).Un esempio tipico di gestione matura è rap-presentato dal sistema pensionistico pubbli-co, in cui, anche a causa del processo diinvecchiamento della popolazione - connessoall’aumento della speranza di vita media - ilrapporto iscritti/pensionati è prossimo all’uni-tà. Nel sistema previdenziale pubblico si èintervenuti mediante una serie di riforme strut-turali che hanno ridisegnano completamentel’assetto previdenziale: in particolare, la LeggeDini (Legge n. 335/95) ha modificato il sistemadi calcolo delle prestazioni pensionistiche,passando dal metodo retributivo al metodocontributivo (con il conseguente contenimen-to delle uscite per prestazioni, a seguito dellaminore “generosità” del metodo di calcolocontributivo rispetto a quello retributivo).Il peggioramento degli equilibri economico–finanziari della Cassa nel lungo periodo èconfermato dalle proiezioni attuariali: secon-do il bilancio tecnico 2006, il saldo tra contri-buti e pensioni rimane positivo fino al 2023, ilsaldo (corrente) tra entrate contributive efinanziarie e uscite (da prestazioni e spese digestione) fino al 2030, mentre il patrimoniorimane positivo fino al 2042 (cfr. tab. 1).Sempre secondo le proiezioni dell’ultimo bi-lancio tecnico, l’indicatore contributi/pensio-ni – che misura il grado di copertura deicontributi (soggettivi e integrativi) rispettoalle prestazioni previdenziali - presenta unandamento fortemente decrescente nell’arcodei prossimi decenni: si passa, infatti, da 2,5nel 2010 a 0,5 nel 2040 (per arrivare nel 2055ad un valore pari allo 0,3).Il peggioramento della situazione è mag-giormente evidente in termini di Riserva

•Ponte sulla Mosa, scorcio,Chooz, Francia 1999-2002.

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Tabella 2 - Inarcassa: le modifiche per la sostenibilità di lungo periodo

Anno 20091°anno 2°anno 3°anno 4°anno 5°anno Anni2010 2011 2012 2013 2014 successivi

Aliquota Contr. Soggettivo 10% 11,5% 12,5% 13,5% 14,5% 14,5% 14,5% di cui per assistenza: 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5% 0,5%Contributo Soggettivo minimo (in €) 1.240 1.400 1.600 + ISTAT 1.800 + ISTAT + ISTAT di cui per assistenza (in €): - 60 65 + ISTAT 70 + ISTAT + ISTATAliquota Contr. Integrativo 2% 2% 4% 4% 4% 4% 4%Agevolazione ai giovani (n. anni) 3 5 5 5 5 5 5Introduzione soglie limite (1) Reddito (in €) - 6.000 da rivalutare annualmente con l’indice ISTAT Volume d’affari IVA (in €) - 10.000 da rivalutare annualmente con l’indice ISTATReddito medio pensionabile n. redditi migliori 20 20 21 22 23 24 25 n. ultimi redditi 25 25 26 27 28 29 30Pensione di anzianità Quote per diritto (età+anzianità) - 96 97 97 97 98 98 Coefficienti di riduzione -Applicazione di coefficienti di riduzione per età di pensiona- mento inferiori a 65 anni (2)(1) Introduzione di soglie limite (reddito e volume d’affari) per la convalida dell’anno di anzianità ai fini del calcolo della pensionecon metodo retributivo.(2) Per 58 anni: 17,3%; per 59 anni: 15,3%; per 60 anni: 13,1%; per 61 anni: 10,8%; per 62 anni: 8,4%; per 63 anni: 5,8%; per 64anni: 3%.

matematica complessiva – cioè di “debitolatente” che Inarcassa assume nei confron-ti degli attuali iscritti (ovvero, importonecessario a coprire in termini di valoreattuale tutti i flussi in uscita erogabili agliiscritti e ai loro superstiti, al netto dellacontribuzione futura). La riserva matema-tica è passata, infatti, dai 13.710 milioni dieuro della valutazione al 31/12/2003 ai20.722 milioni di euro della valutazione al31 dicembre 2006.La motivazione di questo aumento è legataall’allungamento della vita media, ma soprat-tutto alla generosità del metodo di calcoloretributivo delle prestazioni: la contribuzio-ne individuale, infatti, non è sufficiente dasola a finanziare il debito previdenziale as-sunto da Inarcassa nei confronti del singoloiscritto. Questa circostanza fa si che ogninuovo iscritto genera un debito “latente”,che verrà evidenziato, come flusso annuo,solo durante la fase di erogazione delle pre-stazioni. Ciò che a prima vista genera unmaggiore introito per la Cassa (ogni nuovoingresso determina, per tutto il periodo diattività, un maggior flusso contributivo) sirivela a lungo termine un aggravio maggiore(legato alle maggiori uscite future per presta-zioni pensionistiche). Inarcassa ha deciso diintervenire per tempo, avendo come obietti-vo il mantenimento del metodo di calcoloretributivo, evitando, così, il passaggio al(ben più penalizzante) metodo di calcolocontributivo.

Già a partire dal 2006 sono stati quindiavviati, all’interno di Inarcassa, studi edanalisi di approfondimento. Il tema dellasostenibilità è stato ampiamente dibattutoin seno al Comitato Nazionale dei Delegati,sino a giungere alla deliberazione, nel cor-so del 2008, del pacchetto di modifichestatutarie (cfr. tab. 2).La Riforma è stata resa ancora più urgentedagli obblighi più stringenti posti per tuttela Casse professionali dalla nuova normati-va di riferimento (Legge Finanziaria 2007,comma 763). La nuova normativa obbliga,infatti, tutti gli enti di previdenza ad assi-curare la sostenibilità delle proprie gestio-ni su un orizzonte temporale non più diquindici anni ma di almeno trenta anni(con proiezioni anche a 50 anni) e, in

Tabella 1 - Le prospettive attuariali ante Riforma

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(ultimo anno di positività dei saldi)

Bilancio tecnico Saldo Saldo Patrimonio Patrimonioprevidenziale corrente a fine anno riserva legale

Bilancio 2003 2024 2031 2043 2036Bilancio 2006 (ante riforma) 2023 2030 2042 2035

La riforma

Per meglio comprendere le ragioni che han-no portato a riformare così in profondità ilsistema previdenziale della Cassa, giova anzi-tutto ricordare che, con la privatizzazionedel 1995, Inarcassa, al pari delle altre Casseprofessionali “storiche”, ha rinunciato, a va-lere per il futuro, a qualsiasi forma di soste-gno o di finanziamento pubblico.

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Tabella 3 – Le prospettive attuariali ante Riforma (ultimo anno di positività dei saldi)

Bilancio tecnico Saldo Saldo Patrimonio Patrimonioprevidenziale corrente a fine anno riserva legale

Bilancio 2006 (ante riforma) 2023 2030 2042 2035Bilancio 2006 (post riforma) 2032 2044 2066 2055

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forma, il saldo previdenziale (differenzatra contributi e pensioni) rimane positivofino all’anno 2032, il saldo totale (diffe-renza tra entrate contributive e finanziarieed uscite per prestazioni e spese di gestio-ne) fino al 2044 e il patrimonio fino al2066. Rispetto alla valutazione base (nor-mativa vigente ante riforma), si ottiene,quindi, un saldo previdenziale positivo per9 anni in più, un saldo totale positivo per14 anni in più e un patrimonio positivo perben 24 anni in più.Come indicato in premessa, l’obiettivo prin-cipale della Riforma è stato quello di creareun sistema previdenziale efficiente, caratte-rizzato da stabilità finanziaria di lungo perio-do e livelli adeguati per le prestazioni pen-sionistiche.Il confronto, su singole posizioni tipo riferitead un neo-iscritto, della situazione normati-va precedente la riforma con il nuovo quadronormativo, permette di valutare megliol’impatto della Riforma a livello individuale

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Figura 5 - Le prospettive attuariali dopo la riforma del sistema Inarcassa

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Figura 6 - Pensione di vecchiaia: prima e dopo la Riforma

Professionista iscritto nel 2010, in pensione nel 2040 a 65 anni con 30 di anzianità

FONTE: elaborazioni Ufficio Studi Inarcassa

presenza di squilibri, ad adottare le neces-sarie modifiche per ricondurre al riequili-brio la gestione. Il successivo decreto in-terministeriale del 29/11/2007 ha poi in-trodotto criteri più rigidi per la redazionedei bilanci tecnici, con riferimento alleipotesi demografiche ed economiche daadottare per valutare gli equilibri previ-denziali futuri.Considerata nella sua interezza, la riformaappare in grado di assicurare un allunga-mento significativo della sostenibilità di lun-go periodo della Cassa (cfr. tab. 3 e fig. 5) –come richiesto dalla Legge Finanziaria del2007 –, mantenendo livelli adeguati dellepensioni degli iscritti.Secondo il bilancio tecnico 2006 post ri-

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(cfr. Fig. 6). In particolare, le analisi, condot-te con riferimento a due diverse carriereprofessionale (la prima, definita “standard”,attribuita per ipotesi a circa l’80% dei futurinuovi iscritti alla Cassa; la seconda, relativaad una carriera “elevata”, attribuita a circa ilrestante 20%) permettono di valutare il “con-tributo” del singolo professionista alla soste-nibilità del sistema previdenziale e l’adegua-tezza della sua prestazione futura. Il profes-sionista che va in pensione a 65 anni con, adesempio, 30 anni di anzianità contributivaed un andamento dei redditi imponibili cor-rispondente a quello della carriera media“standard”, ottiene una riduzione dell’im-porto della pensione di soli 1.644 euro. Perredditi professionali elevati e a parità di altreipotesi (carriera “elevata”), l’importo di pen-sione post riforma resta invariato (44.111euro), mentre si registra, in entrambi i casi,un miglioramento significativo della coper-tura fra contributi versati e riserva matemati-ca (valore attuale dei flussi previdenziali inuscita): per la carriera standard il rapportosale dal 44 al 70%; per la carriera elevata dal61 al 93%. Per le valutazioni è stato utilizzatoil tasso tecnico del 4,5% adottato nel bilanciotecnico di Inarcassa.Il tasso di sostituzione, dato dal rapporto trala pensione erogata ai 65 anni (al numerato-re) e l’ultimo reddito prima del pensiona-mento (al denominatore), fornisce una misu-

ra del reddito disponibile a regime, cioèdopo la Riforma, nella fase di quiescenza(tab. 3).In generale, il tasso di sostituzione nettorisulta più elevato, dal momento che sulreddito da lavoro (denominatore) grava sia lacontribuzione sia una maggiore pressionefiscale.La Riforma, che porta l’aliquota al 14,5%,amplifica l’effetto della deducibilità dei con-tributi dal reddito, migliorando il tasso disostituzione netto.La Riforma ha inoltre cercato di cogliere unaltro obiettivo, quello dell’equità inter-gene-razionale, cercando quindi di non “scarica-re” il peso delle riforme soltanto sulle gene-razioni più giovani e su quelle future degliiscritti. E’ utile ricordare, al riguardo, chetutte le riforme di riduzione delle prestazio-

ni, in conseguenza del maggior numero diredditi professionali da considerare per ilcalcolo della media reddituale, introdotte daInarcassa non entrano a regime con il princi-pio del pro rata, ma secondo gli scaglioniannuali previsti.Un aspetto rilevante della riforma riguarda,infine, come accennato in precedenza, l’assi-stenza; nell’ambito del pacchetto di misureper la sostenibilità, infatti, una parte dell’in-cremento del contributo soggettivo è desti-nato al finanziamento di prestazioni di natu-ra assistenziale, quali ad esempio servizi diassistenza per gli anziani non autosufficienti(LTC) e dread desease. In questo modo, si vaprocedendo verso una più piena attuazionedel dettato statutario, che prevede un ruolo,via via crescente, di Inarcassa anche nel cam-po dell’assistenza. Con questa manovra, Inar-cassa compie un grande passo in avanti versola stabilità di lungo periodo del proprio siste-ma previdenziale. La redazione del nuovobilancio tecnico al 31/12/2009 sarà la primaoccasione di verifica per monitorare la stabi-lità del sistema; alla luce delle risultanzetecniche si potrà, eventualmente, proseguireil percorso intrapreso verso l’obiettivo finaledell’equilibrio “strutturale” della gestione,così come indicato dai Ministeri Vigilanti.

•Ponte Jingjia, alzata e pianta,Niugbo, Cina 2004-07.

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Tab. 3 - Tassi di sostituzione per una pensione di vecchiaia (1)

Tipo di Carriera Carriera standard Carriera elevataTasso di sostituzione Ante Riforma Post Riforma Ante Riforma Post Riforma Ipotesi a: anzianità contributiva di 35 anniTasso lordo 62,2 59,5 37,7 37,7Tasso netto 74,0 74,7 45,3 46,5 Ipotesi b: anzianità contributiva di 30 anniTasso lordo 49,9 47,0 32,3 32,3Tasso netto 62,4 61,4 39,8 40,8

(1) Tasso calcolato come rapporto tra la pensione di vecchiaia erogata a 65 anni e l’ultimo reddito.Fonte: elaborazioni Ufficio Studi e Ricerche

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enza www.inarcassa.it cambia look

di Orlando Bianchi

Dal 3 giugno è in linea ilnuovo sito di Inarcassa(www.inarcassa.it), rinnova-to nella veste grafica e nellatecnologia di supporto.Nell’articolo di settembre2009 avevamo anticipatoche Inarcassa stava avvian-do un ripensamento com-plessivo dei servizi WEB, darealizzarsi mediante tre di-stinte, ma parallele, lineeprogettuali:• costituzione di una com-munity virtuale per lo svi-luppo di progetti per il sup-porto alla professione(INARCommunity);• rifacimento della compo-nente “statica ed informati-va”;• revisione della compo-nente relativa ai “servizi isti-tuzionali” (Inarcassa Onli-ne).La costituzione di una co-munità online riservata agliingegneri ed architetti chesi interroga sui propri biso-gni e propone i servizi/solu-zioni di cui sente il bisognoè un evento molto significa-tivo da evidenziare il piùpossibile. Lo sviluppo diINARCommunity ipotizzauno sviluppo totalmente di-

verso dei servizi: non sarà più Inar-cassa che pianifica e rilascia, sarà lacomunità stessa degli ingegneri edarchitetti a guidare il “gioco”.INARCommunity, conclusa la fasedi progettazione, è ormai una re-altà cui possono aderire tutti gliassociati iscritti ad Inarcassa Onli-ne, “cliccando” l’apposita voce delmenù. La richiesta di iscrizione adInarcassa Online, per chi non fos-se ancora iscritto, può essere av-viata direttamente dalla homepage di www.inarcassa.it cliccan-do sull’apposito “link” del box diInarcassa Online. Per approfondi-menti sulle finalità della commu-nity o di Inarcassa Online è possi-bile consultare i numeri prece-denti della rivista o il sito di Inar-cassa. Nell’immagine accanto unapanoramica dei gruppi attivi nelsocial network.

Per l’aggiornamento della compo-nente “statica ed informativa” delsito è stato adottato un nuovo stilelasciando inalterati alcuni elementiche ormai caratterizzano da tempol’immagine stessa di Inarcassa.Il logo innanzi tutto, con il “baffo”che unisce e collega con un ponteideale le due anime dell’associazio-ne: architetti ed ingegneri. Nonpoteva mancare il caratteristico co-lore rosso la cui presenza è stata

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Oggi, considerando itempi di pubblicazionedella rivista, molti asso-ciati avranno già visitatoil sito e, fatte salve le pre-ferenze estetiche perso-nali, ne avranno apprez-zato la leggibilità e lamaggiore “pulizia” diesposizione. Siamo an-siosi di vedere presto suINARCommunity osser-vazioni e proposte a ri-guardo.

Un accenno, infine, allostato dell’arte relativa-mente al terzo filone diaggiornamento ovvero aiservizi istituzionali online, per i quali è in via didefinizione la nuova ar-chitettura tecnologica diriferimento. Alla conclu-sione di tale fase avviere-mo, secondo i nuovi stan-dard, la progettazione ela ristrutturazione deiservizi. Nel frattemponon siamo rimasti inope-rosi, un nuovo servizio èinfatti già disponibile online e il Responsabile del-la Direzione Attività Isti-tuzionali lo illustra in unaltro articolo di questostesso numero. Ci atten-diamo, naturalmente,che dal social networkarrivino suggerimenti eproposte anche in meri-to ai servizi on line.

però ridotta ad alcuni inser-ti. Le pagine hanno acquisi-to una predominanza di co-lori chiari che mettono inmaggiore risalto i contenutie divengono così, a nostroavviso, più gradevoli da ve-dere e, soprattutto, più faci-li da leggere. Ulteriore con-tributo ad una migliore frui-bilità è dato dalla struttura-zione in quattro fasce verti-cali e dal posizionamentofisso di alcuni servizi di rife-rimento quali, ad esempio,il bottone di Inarcassa Onli-ne, le disponibilità immobi-liari, etc.La rivisitazione del sito nonè stata solo estetica, sotto il“cofano” c’è un appositoprogramma per la gestionedei contenuti editoriali checonsente un aggiornamen-to facilitato e diretto dellepagine tramite un processodi lavoro (workflow) codi-ficato: bozza, correzione,approvazione e pubblica-zione.Tale tecnologia ha consen-tito di facilitare ulterior-mente la fruibilità del sito,molti articoli sono offerti in“anteprima” direttamentenella home, permettendocosì una visione generalepiù completa, riducendo lanecessità di navigare all’in-terno delle pagine per rag-giungere gli articoli di inte-resse.

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Il rinnovamento del sito internet di Inarcassaha comportato anche l’introduzione di nuoviservizi on line.In diverse circostanze è stato a più ripresesottolineato come la prospettiva futura del-l’organizzazione dell’Associazione dovesse ri-guardare il miglioramento della relazione conl’associato e l’utilizzo della “leva” informaticaquale strumento di sostegno.In questo senso lo scorso anno è stato definito“associato-centrico” e sono stati individuatiuna serie di servizi finalizzati proprio al rag-giungimento dell’obiettivo: il progetto “Inar-cassa in città”, la prima stesura della Carta deiServizi, l’Help Desk per i pensionandi ed illancio dei “Punti Accoglienza” per gli associatidi Roma e del Lazio.Ma se è vero che il 2009 è stato l’anno nel qualesono stati individuati una serie di servizi inno-vativi nei quali l’associato è messo al centrodelle attenzioni, dovevano analogamente es-sere valutati quei procedimenti istituzionaliche, per loro stessa natura, potevano essereoggetto di una “interattività” con l’interessato,ovvero che su di essi si potesse agire attraversolo strumento telematico al fine di ottenere unrisultato in tempi certi e – soprattutto – moltorapidi.In questo senso sono state fatte molte analisisu quali fossero le opportunità possibili: pun-tare sui processi di lavoro istituzionali ad altoimpatto quantitativo e a bassa difficoltà tecni-ca, piuttosto che a quei procedimenti ammini-strativi “core” ma non complessi.La scelta si è maggiormente focalizzata sullarilevanza di tipo relazionale che una automa-

Il DURC in un clickdi Fabrizio Fiore

Il Certificato di RegolaritàContributiva automatizzato

zione nelle risposte ottenute può portare.In sintesi:a) la leva informatica e, più precisamente, lapiattaforma web, è oggi in condizione di pote-re rappresentare adeguatamente un terreno“di scambio” tra chi domanda (l’associato) echi deve rispondere (l’Associazione), attraver-so la predisposizione di spazi dedicati all’inte-rattività ai quali accedere dopo essere statiidentificati ed autenticati;b) in questi spazi possiamo pensare di collocarequei servizi molto utili per l’associato e moltorilevanti nell’ambito del tempo di attesa;c) in questa logica, è possibile procedere con

implementazioni successive e con lo stessoprofilo (servizi rilevanti per i tempi di attesa,servizi ad alto impatto quantitativo, ecc.);d) il risultato deve guardare la soddisfazionedell’associato non tanto per il servizio reso insé e per sé quanto piuttosto alla alta utilitàconcreta del risultato.Le analisi effettuate hanno portato la Direzio-ne ad identificare, quale primo esempio diprocesso automatizzabile e fruibile sul web,quello relativo al rilascio della certificazione diregolarità contributiva.Questo importante documento è stato previ-sto dalla L. 166/02 del 1/8/2002, nella quale è

•Stadio Roland Garros,veduta, Parigi, Francia 2009.

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stabilito che – ai fini di ottenere l’assegnazio-ne di appalti pubblici – le stazioni appaltanti(Regioni, Province, comuni, enti, ecc.) devo-no preventivamente verificare la regolaritàcontributiva di chi è risultato affidatario del-l’incarico.La Legge in questione (Disposizioni in mate-ria di infrastrutture e trasporti) ha infattiintegrato l’art. 17 della L. 109/94 (legge Merlo-ni) ed ha stabilito che all’atto dell’affidamentodell’incarico “deve essere dimostrata la rego-larità contributiva del soggetto affidatario”.In sintesi, la norma conferma il principio se-condo il quale sono gli enti previdenziali ob-bligatori ad avere competenza nella certifica-zione della regolarità contributiva delle im-prese in gara, con conseguente esonero dellastazione appaltante dal dovere di verifica inproposito.Sin dal 2002, quindi, l’Associazione ha predi-sposto una adeguata modulistica, scaricabiledal sito www.inarcassa.it, attraverso la quale i

soggetti interessati (professionista, Società,Stazioni, ecc.) possono richiedere, nei limitidella legge stessa, la certificazione in argo-mento.I volumi gestiti dalla Direzione si sono evolutisensibilmente nel tempo, come rappresenta-to dal grafico, che riguarda le posizioni indivi-duali e, soprattutto, sono stati garantiti tempimassimi di evasione proprio perché a taledomanda di certificazione è legata l’assegna-zione di un incarico.Ai dati esplicitati nella tabella, vanno inoltreaggiunti i certificati di regolarità richiesti daparte delle Società di Ingegneria, che – per ilsolo 2009 – sono stati pari a poco meno di1.000 certificati.Va precisato che, nella stesura della Carta deiServizi, i tempi massimi di evasione dellacertificazione di regolarità sono entrati nelmonitoraggio generale e sono stati posti paria 7 giorni dalla data della ricezione delladomanda.

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Certificazioni di regolarità contributiva emesse nel 2009 In sintesi, da un profilo strettamente quantita-tivo e valutato nel contesto complessivo dellacrescita di questo procedimento, la Direzioneha ritenuto di porlo come primo “step” nellaautomazione descritta, avviando conseguen-temente la fase progettuale ed implementati-va a sostegno dell’iniziativa, conclusa con lostart-up del nuovo servizio, reso disponibiledal 1° giugno, in coincidenza al rilascio delnuovo sito di Inarcassa, ammodernato e mi-gliorato nella sua veste grafica e di contenuti.Come ogni processo automatizzato, anche ilrilascio via web della certificazione contienepassaggi tecnici e tecnologici di assoluta im-portanza.Nella stesura progettuale è stata prevista larealizzazione di:a) una interfaccia Web tramite il sitowww.inarcassa.it;b) un applicativo informatico che “testi” irequisiti di regolarità;c) un modulo informatico che generi il certifi-cato con protocollazione sostanzialmente im-mediata, ovvero effettuata in tempi molto ri-stretti, con registrazione del documento nel“fascicolo elettronico” dell’associato (Folium).

L’obiettivo principale è stato quello di compri-mere al massimo, per non dire eliminare, itempi che vanno dall’invio della richiesta allaprotocollazione del certificato e alla messa adisposizione.Il servizio è riservato a chi è già iscritto adInarcassa on line.Il professionista, collegandosi al sito Inarcassaon-line con autenticazione mediante user epassword, accede ad un’apposita sezione incui effettua la richiesta, la quale viene proto-collata in una “cartellina” creata nel fascicoloelettronico documentale (Folium).Viene quindi chiamata una procedura cheverifica una serie di requisiti, quali, a solo

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titolo di esempio, la assenza di omissioni didichiarazioni, l’assenza di debiti scaduti, l’as-senza di richieste già in lavorazione, ecc.Se la verifica ha esito positivo, viene prodottoil certificato con protocollazione immediata edata segnalazione al professionista che lo stes-so è in spedizione tramite Inar-Box, il sistemadi posta elettronica già in uso per l’invio delconguaglio di fine anno, per la spedizionedella circolare relativa alle scadenze istituzio-nali, ecc.I tempi di rilascio sono compresi entro le 2 oredalla richiesta.Se la verifica ha esito negativo, viene data unasegnalazione al professionista, ed attivato unflusso di lavoro all’Ufficio competente, cheverrà effettuato attraverso un operatore dellaDirezione Attività Istituzionali.È stato inoltre previsto di segnalare con appo-sito warning l’inserimento di richieste ripetu-te nello stesso periodo o di quelle in fase dilavorazione.Ai fini di una corretta quantificazione dellediverse modalità di richiesta, è stato resopossibile monitorare i certificati emessi inmaniera automatica, quelli provenienti daattivazione via web e lavorati dagli operato-ri e quelli provenienti dalle attuali modalitàdi richiesta, insieme ai tempi impiegati perprodurli.

Come è stato già evidenziato, il servizio èoperativo dal mese di giugno, l’accesso è riser-vato agli utenti iscritti ad Inarcassa On Line.Un dato molto significativo: il servizio è parti-to alle 10,00 del giorno 1° giugno 2010: alle10.20 avevamo già la prima richiesta (conemissione di certificato in regolarità “positi-va”); dopo tre ore avevamo già oltre ottantarichieste, dopo una giornata abbiamo supera-to il livello di duecento.E tu, perché non lo chiedi “con un click” ?

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•Ponte pedonale sul Reno,scorcio, Strasburgo-Kehl,Francia-Germania 2000-04.

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enza Il bilancio sociale

di Stefano Ronchi e Marina Giulianelli

Ogni organizzazione è responsabile degli ef-fetti che la propria azione produce nei con-fronti dei suoi interlocutori e della comunità.La capacità di costruire un rapporto fiduciariocon tutti gli stakeholders di un ente o societàdipende dalla capacità di dar conto della pro-pria azione ai diversi interlocutori, in modo difar comprendere e valutare gli effetti dell’azio-ne svolta.In altri termini una qualsiasi organizzazionecomplessa, nello svolgere la propria missione,interagisce e determina effetti con l’ambientein cui opera con gradi di significatività diffe-renti; per rappresentare tali effetti esistonostrumenti cosiddetti di rendicontazione socialedi vario tipo: il bilancio sociale può essereconsiderato il principale strumento di rendi-contazione sociale, in quanto finalizzato a rap-presentare il complesso delle attività svolte e adescrivere in un quadro unitario il rapporto travisione politica, obiettivi, risorse e risultati.In particolare poi il Bilancio Sociale dovrebbe:• consentire agli stakeholders di comprende-re il ruolo svolto dall’organizzazione nellasocietà civile;• essere uno strumento che, confrontandoquanto realizzato con le esigenze sociali pree-sistenti, fornisce informazioni sul raggiungi-mento degli obiettivi sociali prefissati;• dimostrare che il fine dell’impresa non èsolamente quello di creare profitto ma anchequello di fornire un valore aggiunto per lacomunità;• rendicontare se le azioni sociali dell’impre-sa hanno delle ricadute in termini di utilità,legittimazione ed efficienza;

• rappresentare un momento di riflessionesull’impegno che l’organizzazione svolge permigliorare la qualità di prodotto e servizio.Il bilancio sociale può essere definito, quindi,come l’esito di un processo con il quale vengo-no rese note le scelte, le attività, i risultati el’impiego di risorse in un dato periodo inrapporto ai fini sociali e all’impatto con l’am-biente esterno. In questo ambito il bilanciosociale integra e completa le informazioni delbilancio di esercizio, laddove quest’ultimodescrive esclusivamente gli elementi econo-mici, patrimoniali e finanziari prodotti da unorganizzazione complessa.Tale documento, che deve essere realizzatocon cadenza periodica, preferibilmente an-

nuale, permette di confrontare ciclicamentegli obiettivi programmati con i risultati rag-giunti favorendo la definizione di nuovi obiet-tivi e impegni.L’adozione di questo strumento può avveniregradualmente prevedendo una prima applica-zione circoscritta ad uno o più ambiti di attività.Generalmente il bilancio sociale è integrato dauna nota metodologica con cui l’amministra-zione chiarisce finalità e contenuti del docu-mento ed è strutturato in tre parti.

1. Valori di riferimento, visione e program-ma dell’amministrazioneIn questa parte del bilancio sociale l’ammini-strazione deve rendere esplicita la propria

•Casello autostradale di Les Eprunes sulla A5,veduta, Melun, Francia 1991-94.

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missione istituzionale, esplicitandone i valoridi riferimento, le priorità di intervento, e gliambiti di competenza dell’amministrazione,descrivendo il suo assetto istituzionale e digoverno e la sua struttura organizzativa tenen-do conto non solo dell’articolazione interna,ma anche della rete dei soggetti collegati,come società, agenzie, istituzioni, fondazioni,aziende speciali.

2. Politiche e servizi resiQuesta seconda parte del bilancio sociale deveessere articolata per aree di rendicontazione,che riconducano le molteplici attività dell’am-ministrazione ad ambiti di intervento coerenticon il programma e con le priorità dell’ammini-strazione. Per ciascuna area il bilancio socialedeve rendicontare: gli obiettivi perseguiti, leazioni intraprese, le risorse impiegate, i risultatiraggiunti e le azioni previste per il futuro.Nella rendicontazione non si deve tener contosolo di quanto attuato direttamente dall’am-ministrazione, ma anche di quelle azioni rea-lizzate da soggetti esterni, pubblici o privati,con i quali l’amministrazione ha definito rap-porti di collaborazione (mediante contratti,concessioni, accordi, convenzioni, etc.).

3. Risorse disponibili e utilizzateIn questa terza parte il bilancio sociale deverendere conto delle risorse di cui l’ammini-strazione ha potuto disporre per svolgere lapropria attività e delle modalità della lorogestione, quindi deve fornire informazioni inmerito alle entrate e spese della gestione, aiproventi e costi della gestione, al patrimoniodell’amministrazione e sua variazione, alladotazione e caratteristiche del personale, agliinterventi di razionalizzazione e innovazioneorganizzativa ed all’utilizzo e allo sviluppo diinfrastrutture e soluzioni tecnologiche per lagestione dei processi e dei servizi.

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Esistono diversi standards per la predisposi-zione di un bilancio sociale; tra questi si ricor-da l’AccountAbility 1000 (AA 1000), uno stan-dard sviluppato dall’ISEA (Institute of Socialand Ethical Accountability), verificato e appro-vato dal suo Consiglio.La struttura AA1000 è frutto dell’evoluzione,nei processi di bilancio, auditing e reportingetico dovuti alla pratica, alla loro applicazioneconcreta, all’elaborazione di studiosi, a stan-dard già esistenti.AA 1000 è uno standard di processo che siarticola in cinque fasi che si sviluppano preva-lentemente in maniera lineare, anche conpossibilità di ripetizione:1) Planning. Vengono definiti i valori e gliobiettivi sociali ed etici dell’organizzazione evengono identificati gli stakeholder;2) Accounting. Viene definito lo scopo delprocesso, vengono raccolte ed analizzate le

informazioni, identificati gli indicatori e gli obiet-tivi, sviluppato un piano di miglioramento;3) Auditing e reporting. Viene realizzata unacomunicazione scritta o verbale (report) dasottoporre agli stakeholder per ottenerne unacondivisione;4) Embedding. Vengono istituiti sistemi (ge-stione e raccolta delle informazioni, imple-mentazione dei valori, audit interna), svilup-pati per rafforzare il processo e per integrarlonel migliore dei modi;5) Stakeholder engagement. L’Organizzazio-ne in tutte le fasi del processo rimane in strettocollegamento con i suoi Gruppi di interesse.È evidente, quindi, di quale utilità sia il bilan-cio sociale per enti non commerciali, chesvolgono una missione sociale nella comuni-cazione del ruolo svolto dall’ente nell’ambitosociale e nel consolidamento di un dialogopermanente tra l’ente e i propri stakeholders.

•Ponte di Feng Hua,veduta notturna,Tientsin, Cina 2004-06.

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enza IT Security

di Gianluca Tranelli

Lo stato della Sicurezza

La Direzione Sistemi Informativi di INARCASSAè sempre stata molto attenta alla sicurezza IT(Information Technology) sia per quanto ri-guarda le conformità alle normative vigenti(D.lgs 196/03) sia dal punto di vista prettamentetecnologico.Di ciò è testimonianza il fatto che la quasitotalità dei sistemi operativi installati nel no-stro datacenter è basato su Linux, che è ilsistema operativo “sicuro” per eccellenza.Questa affermazione è testimoniata dal fattoche ancora oggi la maggior parte degli attacchiinformatici ha per obiettivo il mondo Microsoft.Fino a qualche anno fa, scegliere un sistema

La sicurezza dei dati nelDatacenter Inarcassa

intrinsecamente sicuro permetteva di concen-trarsi su problemi che tipicamente riguardava-no i virus veicolati tramite posta elettronica esupporti rimovibili.Chi di noi utilizzatori della posta elettronicanon ha mai aperto un allegato proveniente daun mittente sconosciuto e pentendosene unattimo dopo?Negli ultimi anni il numero delle vulnerabilitàscoperte nelle applicazioni è di gran lungamaggiore rispetto a quelle scoperte nei siste-mi operativi.Nel 2009 c’è stata un convergenza di minaccea client, server e contenuti creati direttamentedagli utenti che non ha precedenti e chedelinea un panorama per il futuro difficilmen-

te sostenibile se non si interverrà tempestiva-mente ed in modo adeguato.

La Sicurezza IT secondoINARCASSA

La DSI ha una visione della sicurezza compo-sta da due macro aree, quella tecnologica equella organizzativa e di governo, ed in en-trambe le aree stiamo portando avanti deiprogetti che, secondo la nostra visione, mi-glioreranno i processi interni ed i livelli diservizio erogati dai servizi IT.La sicurezza di un data center deve essereimplementata con soluzioni differenti che rie-scano a coprire i vari livelli operativi di unservizio (rete, server, sistema operativo, libre-rie, applicazioni) .Il buon vecchio firewall che opera a livello ditraffico di rete è oramai obsoleto se noncoadiuvato da altre soluzioni tecnologiche.Nel solo 2009 ci siamo dotati di soluzionicome il Cisco NAC (Network AdmissionControl), il TippingPoint IPS (IntrusionPrevention System) e gli IronPort Web SecurityAppliances che sono andati ad arricchire ilparco di soluzioni orientate alle sicurezza deidati.Inoltre, al fine di essere conformi con il prov-vedimento del 27 novembre 2008 del GarantePrivacy (Misure e accorgimenti prescritti aititolari dei trattamenti effettuati con stru-menti elettronici relativamente alleattribuzioni delle funzioni di amministrato-re di sistema), che ha introdotto l’obbligo per

•Viadotto della Garde Adhémar,veduta, Donzère, Francia 1994-99.

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gli amministratori di sistema (compresi coloroche svolgono la mansione di amministratoredi rete, di data base o i manutentori), diconservare gli “access log” per almeno seimesi in archivi immodificabili e inalterabili,abbiamo implementato un sistema dicentralizzazione dei log, utilizzando unsoftware opensource con licenza GPL (GNUGeneral Public License), che usa un protocol-lo di trasmissione dei dati sicuro e garantisce

la riservatezza e l’inalterabilità dei medesimi.Ma cosa sono e a cosa servono?

NAC

Il Cisco® Network Admission Control (NAC)è una soluzione che consente di applicare lepolicy di sicurezza definite dai Sistemi Infor-mativi di INARCASSA, su tutti i dispositivi che

•Complesso per gli sport acquaticidel Pays de Morlaix, planimetria generale,Plourin-les-Morlaix, Francia 2003-08.

si collegano alla rete, indipendentemente dal-la loro modalità di accesso, appartenenza,tipologia del dispositivo, configurazioneapplicativa.In questo modo su ogni dispositivo che sicollegherà alla rete (tipicamente worksta-tion e notebook) sarà eseguito un securityassessment in modo automatico, evitandocosì che qualcuno possa collegarsi abusiva-mente alle prese di rete non presidiate diret-

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•Piscina Pailleron, veduta,Parigi, Francia 2002-06.

tamente dal personale IT.L’architettura NAC implementata in INARCAS-SA è chiamata Out-of-Band, il che significa cheil traffico di rete viene gestito dal sistema NACdurante la fase di autenticazione, valutazionedello stato del computer rispetto alle politichedi sicurezza e, in caso di non conformità, labonifica o la quarantena del computer stesso.

IPS

La sonda TippingPoint® IPS è un dispositivoche analizza il traffico in modo totalmentetrasparente cercando di individuare qualun-que tipo di attacco conosciuto e non.La caratteristica fondamentale di questa sondaè di applicare un sistema di blocco del trafficobasato su filtri (Digital Vaccine) e non sufirme specifiche. I filtri sono aggiornati edistribuiti almeno su base settimanale e, sevengono scoperte nuove vulnerabilità, imme-diatamente.Altra importante caratteristica di cui si è tenu-to conto in fase di valutazione dell’acquisto, èche hanno una percentuale di falsi positiviprossima allo zero.L’appliance è stata installata sulle linee diconnessione alla internet e su quelle delconcentratore VPN (Virtual Private Network),in modo da analizzare tutto il traffico sia uscenteche entrante da INARCASSA.

Web Security Appliances

Il numero di minacce introdotto dal trafficoweb ha assunto proporzioni epidemiche. Ognigiorno viene prodotto un miliardo di nuovepagine web, questo anche grazie al successo ditecnologie come il Web 2.0 e alle piattaformedi gestione dei contenuti generati direttamen-

te dall’utente, e di pari passo sono cresciuteanche le minacce basate sul web, esponendole organizzazioni a rischi di calo di produttivitàe di conformità alle normative dovute ad unuso inappropriato della internet.Gli Ironport ® Web Security Appliances combi-nano tecnologie di controllo dell’uso del web,del codice malevole (malware e spyaware),della reputazione web e dei contenuti (URLfiltering) che rappresentano lo stato dell’arte.Il loro funzionamento è semplice, ogni mac-china di INARCASSA che si vuole connetterealla internet deve fare una richiesta ai “proxyserver” che controllano se la richiesta è lecita,se non contiene codice malevole e se il sito didestinazione ha una reputazione accettabile.Tale reputazione è dichiarata nelle basi datidella rete SenderBase, che è la più grande retedi monitoring al mondo del traffico email eweb, ed è definita da cinquanta distinti para-

metri che sono ottimi indicatori della reputa-zione di un indirizzo web.

Conclusioni

La sicurezza di un sistema informativo nondipende solo dagli aspetti tecnici su descritti,ma anche da quelli organizzativi e legali.Il fattore determinante per la scelta dellesoluzioni e tecnologiche da implementare è ilrischio, bisogna conoscere il livello di rischioaccettabile.A tal fine la Direzione Sistemi Informativi,durante la revisione annuale del DocumentoProgrammatico sulla Sicurezza, conduce unadettagliata analisi del rischio riguardante ilpatrimonio informatico di INARCASSA, in basealla quale vengono definite le opportunecontromisure.

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Inarcommunity: l’intelligenza degli ingegne-ri e degli architetti per la progettazione….si potrebbe iniziare con queste parole unbreve “diario di bordo”. Sono il nome delSocial Network ed il suo motto, pubblicatinella “home page”.Inarcommunity è il social network dei liberiprofessionisti ingegneri ed architetti italiani,ma se lo frequentate e partecipate alle nume-rose iniziative che lo hanno caratterizzato sindall’inizio è molto di più. Vi chiederete conquali scopi sia stato progettato e se tuttoraabbia mantenuto la linea strategica iniziale:la visione iniziale era quella di una sperimen-tazione, da realizzare in modalità “co-desi-gn”, con mille utenti “volontari” per poi darevita a Servizi utili all’intera Comunità, i150.000 iscritti ad Inarcassa.Nei primi sei mesi sono state realizzate molteiniziative tra cui sei tavoli di creatività du-rante i quali si sono esplorate le esigenzedella Comunità e si sono generate molte“buone idee” che si sono subito trasformatein “progetti” nel mondo reale. Abbiamo an-che progettato e collaudato un Servizio, chia-mato Broker, per far incontrare chi cercasoluzioni con chi offre soluzioni, intenden-do per soluzione un contenuto tecnico, unacompetenza, una disponibilità a fare insiemeun progetto o a rispondere ad una gara.Oggi Inarcommunity si è allargata a tutta laComunità ed è il luogo virtuale dove si crea-no relazioni professionali ed amichevoli traingegneri ed architetti ed un forte scambio diinformazioni e di conoscenze. È anche illuogo dove si generano discussioni (i Fo-

rum) e dove si avviano Gruppi operativi conlo scopo di aggregare professionisti per pro-getti nel mondo reale.Qualche numero a giugno 2010: 136 Gruppidi lavoro di cui ancora attivi oltre 100, 40Forum di discussione, oltre 100 videoclip,oltre 3.300 fotografie, centinaia di post nelBlog. “Veleggiamo” verso i 5.000 iscritti.Il programma 2010 prevede una crescita sinoa 20.000 iscritti, programmi di formazione esviluppo per progetti selezionati, l’utilizzodel Broker come supporto alla vostra attivitàeconomica, lo sviluppo di nuovi servizi attra-verso la selezione e certificazione di “nodi”di servizio che abbiamo chiamato “RETEAMICA”, il rafforzamento di una attività dicomunicazione interna attraverso la “Reda-

zione” e l’avvio di una comunicazione versol’esterno.Potete leggere nel portale Inarcassa una sin-tesi delle attività e dei risultati di molti Grup-pi operativi.

La formazione e la creazionedi servizi nel 2010

Il progetto più impegnativo del 2010 ha loscopo di disegnare e costruire una “rete” diServizi partendo da progetti, e quindi obiet-tivi ed esigenze, degli iscritti ad Inarcommu-nity. Il progetto è intitolato “Dream & learn”per mettere in evidenza che sono coinvoltepersone della Comunità molto motivate a

Inarcommunity, il “punto nave” 2010di Renzo Provedel*

* Designer e coordinatore dello sviluppo di Inarcommunity

Diario di bordo

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realizzare il loro sogno professionale ed im-prenditoriale purchè vogliano, e lo vogliamosottolineare, condurre alla creazione di SER-VIZI utili all’intera Comunità di 150.000 libe-ri professionisti.In un evento svoltosi a Bologna il 5 giugnotutti i protagonisti di questo progetto si sonoincontrati per condividere i loro progetti,per decidere aggregazioni che li rendano piùcapaci a raggiungere il risultato e per dimo-strare che insieme è molto meglio che … dasoli !Vi citerò alcuni titoli giusto per darvi il gusto!Ufficio virtuale (lavorare a distanza in modoefficiente ed efficace), il Cassetto degli attrez-zi (condivisione di strutture logistiche, no-leggio apparati, banca degli scarti), Casatti-va (progettazione integrata per l’efficienzaenergetica degli immobili), Architetteria(nuovi luoghi ove esprimere e promuovere iprodotti dell’ingegno), Incontrarsi (il pas-saggio produttivo dal mondo virtuale a quel-lo reale), RED (Ricerca E Sviluppo delle idee),Consulenza garantita (piattaforma formati-va per i giovani), Collaboriamo con la natu-ra (fitodepurazione), …Abbiamo voluto identificare venti nuovi lea-der della professione che abbiano voglia dimettere le “mani in pasta” per creare unnuovo volto del professionista con dei valoriimprenditoriali, manageriali e specialisticiche la vostra ambita professione può e devepoter esprimere integralmente. Persone chesi mettano in gioco coniugando ambizione eumiltà e una buone dose di donatività perpoi propagare e diffondere un nuovo stile dilavoro soprattutto verso i giovani laureatiche potranno sentire una organizzazionesociale e tecnica alle loro spalle.Risultati attesi per la singola persona? Eccoqualche esempio al termine del percorso diformazione e sviluppo: parlare di prezzo con

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un vostro cliente dovrà diventare la vostrasfida, cogliere il linguaggio del vostro clien-te, trovare la giusta empatia e soddisfare lesue esigenze senza sentirvi a disagio, am-pliare in maniera verticale e orizzontale ilvostro punto di osservazione dovranno di-ventare automatici, potendovi garantire piùopportunità da soli o in team con altricolleghi e Partner.Risultati attesi per l’intera Comunità? Aversperimentato con alcuni “nodi” esterni ilvalore aggiunto della RETE AMICA, aver iden-tificato criteri e metodi per selezionare i

SERVIZI ed avviare i “nodi” di servizio con-gruenti con le esigenze ed i valori della Co-munità.Inarcommunity metterà a disposizione for-matori, imprenditori, innovatori e un per-corso di apprendimento che diverrà naturaleprocesso di crescita soprattutto umana. Siorganizzeranno delle giornate focalizzate suargomenti specifici, si utilizzeranno nuovistrumenti di sviluppo come il Coaching, siterrà un “Diario di Bordo” multimediale percomunicare con la Comunità ed il mondoesterno.

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e Ad ognuno il suo ... di coperchiodi Marco Bosi

Ogni giorno ci accorgiamo che questa libertàdi concorrenza nella realtà è sempre più dro-gata, e sta diventando una parola vuota, privadi significato. Ogni giorno ci accorgiamo chein nome della libertà di concorrenza molti, mafortunatamente non tutti, dimenticandosi deicompiti e delle funzioni che sono chiamati asvolgere nell’interesse della società, si sento-no o sono legittimati a fare altro. Ogni giornoci accorgiamo che queste situazioni ci schiac-ciano nel nostro voler essere “solo” liberiprofessionisti, e che per ogni situazione di

concorrenza sleale esiste, o si trova, o si adattaun “coperchio”.

Il fatto: nell’agosto dell’anno 2009, mese ide-ale per indire gare di selezione per l’affida-mento di incarichi professionali, il Comune diPavia, dovendo procedere al “completamen-to” del Piano di Governo del Territorio (nota:P.G.T. – per semplificare ex P.R.G.) in unprimo momento assegnato al Settore internoAmbiente e Territorio, delibera di avvalersidella collaborazione del mondo universitario

in quanto “ ritiene che gli Istituti Universitarisiano i più adatti a garantire, in ragione delcarattere multidisciplinare della loro organiz-zazione e delle loro strutture scientifiche, unlivello di attività di studio, consulenza e coor-dinamento adeguata a consentire al Comunedi Pavia di dare al redigendo P.G.T. un caratte-re innovativo (perché solo loro? ed in chesenso innovativo?) ... che l’incarico in que-stione ... configura una attività di consulenzaintellettuale – qualificabile come locatio ope-ris – riferibile ad una scelta eminentemente

•Piscina Pailleron, particolare,Parigi, Francia 2002-06.

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discrezionale da parte della P.A. “la qualepertanto ritiene opportuno conferire l’incari-co in via fiduciaria, per la modesta somma di €195.000,00, per semplice consulenza (sic!),che di fatto non è, per ampiezza e qualità delleprestazioni delineate nell’avviso, come si diràdi seguito (nota: la consulenza non può esserecaratterizzata da una forte componente orga-nizzativa e da attività diversificate).

L’avviso di selezione “per l’affidamento di unaprestazione d’opera intellettuale”, viene riser-vata sin dall’origine, riducendo pertanto, sen-za giustificazione alcuna, il numero dei parte-cipanti, ai soli “Istituti Universitari, pubblici oprivati qualunque sia la loro natura giuridi-ca”.... purché al loro interno sia presente unDipartimento, Istituto o percorso didattico inmateria di progettazione e pianificazione ter-ritoriale e/o urbana, abbiano svolto attività dipianificazione urbanistica e territoriali (nota:attività prevalente delle Università ), dispon-gano di mezzi e risorse umane di tipo tipica-

mente imprenditoriali (nota: questo si, anchea costo zero=di tutti), decisione che violapalesemente i seguenti principi sanciti in am-bito comunitario:• principio di non discriminazione e di tra-sparenza, il quale comporta il divieto di qua-lunque forma di preferenza nella scelta deipartecipanti anche nella fase di selezione deisoggetti con cui svolgere la consultazione;• principio di libera concorrenza, di libertàdi circolazione delle persone e dei servizi, difacoltà di scelta e di comparazione delle pre-stazioni offerte sul mercato, restringendo,come nel caso specifico, il numero dei parte-cipanti fino al punto di non assicurare unareale concorrenza fra gli stessi; per non direche ai sensi del D.Lgs 163/03 le disposizionidel Codice dei Contratti sono applicabili nonsolo agli appalti di servizi, ma più in generaleai contratti pubblici aventi ad oggetto l’acqui-sizione di servizi.Inoltre, occorre evidenziare:• che “l’attività di studio e di consulenza

degli atti del P.G.T.”, sia dalla lettura dell’Avvi-so di Selezione che dallo Schema di Contratto,si configura di fatto come una prestazione ditipo professionale caratterizzata da una ampiagamma di servizi richiesti, che comprendonola materiale predisposizione di tutti gli elabo-rati che costituiscono il P.G.T., dalle iniziali“Linee guida” alla formulazione tecnico-giuri-dica delle controdeduzioni alle osservazionipresentate, prestazioni professionali assegna-te per legge agli iscritti agli albi professionalidegli Ingegneri e Architetti come stabilito dalD.P.R. 5 Giugno 2001, n. 328;• che solo con sentenza 23 Dicembre 2009 –Procedimento C-350/08 della Corte di Giusti-zia Europea (nota: la quale ribadisce il princi-pio che i soggetti idonei a garantire l’esecuzio-ne di un appalto di lavori, forniture e servizinon possono essere esclusi a priori dalle gare)sono state ammesse alla presentazione di of-ferte anche le Università, a condizione che laprocedura non causi distorsioni della concor-renza nei confronti di offerenti privati, quindi“prevedendo nei bandi di gara meccanismiche consentano una effettiva concorrenza trai partecipanti, in modo da scongiurare condi-zioni significativamente difformi tra gli stessi”come anche confermato dall’Autorità Garantedella Concorrenza e del Mercato con la segna-lazione AS487 del 13 novembre 2008, al finedi garantire il principio di parità di trattamen-to sancito dall’Unione Europea.

Considerata l’impossibilità, a seguito rimo-stranze verbali e scritte, di addivenire allamodifica dell’Avviso nel senso di includereanche le categorie professionali abilitate perlegge a svolgere attività di pianificazione urba-nistica e territoriale, illogicamente impossibi-litati a prendere parte all’affidamento, e con-siderato il grave pregiudizio che ne deriva allenostre categorie professionali, gli Ordini Pro-

•Ponte pedonale Solférino,imboccatura,Parigi, Francia 1992-99.

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vinciali e la Consulta Regionale della Lombar-dia, il Consiglio Nazionale Architetti P.P.C.,proponevano ricorso giurisdizionale al Tribu-nale Amministrativo Regionale della Lombar-dia – Sezione di Milano, previa sospensiva,mentre l’Ordine Provinciale degli Ingegneripresentava ricorso straordinario al Presidentedella Repubblica.Nel novembre 2009 l’incarico di consulenzaveniva aggiudicato al Dipartimento di Inge-gneria Edile e del Territorio dell’Universitàdegli Studi di Pavia, unico concorrente, al cuisito internet si rimanda per gli approfondi-menti che ognuno vorrà operare circa le atti-nenze fra l’incarico ricevuto e gli insegnamen-ti praticati.

La sentenza: la sentenza TAR Lombardia –sez. I, 19 gennaio 2010 n. 74, dopo averrespinto tutte le eccezioni sollevate dalla Am-ministrazione resistente, ed aver concordato

con le argomentazioni dei proponenti il ricor-so, in sintesi perviene alla seguente conclusio-ne: “Ritiene tuttavia il Collegio che il ricorsodebba essere respinto, sulla base di argomentidifferenti da quelli sollevati da parte del Co-mune resistente considerato che l’affidamen-to di che trattasi è legittimo, in quanto ricon-ducibile ad un accordo fra enti pubblici ... cheprescinde dallo svolgimento di una proceduradi selezione”. Nel merito viene richiamata lasentenza 9 settembre 2009, C-480/06 dellaCorte di giustizia europea, in cui quattro entilocali tedeschi decidevano di affidare alla Cittàdi Amburgo lo smaltimento dei loro rifiuti(nota: incenerimento – è noto che nel nostroPaese esistono tanti inceneritori di rifiuti quantiarchitetti ed ingegneri), istituendo di fattouna cooperazione fra enti pubblici e ricono-scendo legittimo, in alternativa alla gara diappalto, la stipula di un accordo a titolo one-roso, finalizzato a garantire l’adempimento di

una funzione di servizio pubblico comune aglienti locali. Trattasi quindi di un richiamo deltutto inconferente in quanto la funzione dismaltimento dei rifiuti è di esclusiva compe-tenza degli enti territoriali, come anche lafunzione di pianificazione del territorio, cheperò invece è assolutamente estranea a quelladelle Università.

Del tutto improprio appare anche il richiamoall’art. 15 – Accordi fra pubbliche amministra-zioni – della L. 241/90, il quale si limita adaffermare la possibilità per le amministrazionipubbliche di “concludere accordi per discipli-nare lo svolgimento di collaborazione di atti-vità di interesse comune”, in quanto l’incaricoassegnato si configura come prestazione con-trattuale, ponendosi di conseguenza al di fuo-ri di una effettiva collaborazione nello svolgi-mento di una attività pubblica, per altro inassenza di uno specifico interesse comune;pertanto il ricorso al citato Art. 15, nel casospecifico, non può costituire uno strumentoatto a derogare le prescritte procedure dievidenza pubblica, e ad aggirare i principi dilibera concorrenza, trasparenza e proporzio-nalità, nonché di pubblicità, che costituisconocardine della legislazione comunitaria e nazio-nale, e per cui il ricorso all’affidamento direttocostituisce eccezione.Infine appare utile evidenziare che il giudican-te ha deciso di ricorrere alla c.d. terza via,senza indicare preventivamente alle parti l’in-tenzione di decidere sulla lite alla luce diargomentazioni diverse da quelle dibattute frale parti, pertanto ignote, non garantendo diconseguenza il contraddittorio e quindi il ri-spetto del giusto processo.

La speranza: nel febbraio 2010 è stato presen-tato ricorso al Consiglio di Stato in sede giuri-sdizionale, di cui si attendono gli esiti.

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•Ponte pedonale sul Reno,veduta del pilone, Strasburgo-Kehe,Francia-Germania 2000-04.

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e NTC 2008: novità e riflessionidi Luigi D’Antonio e Dario D’Orazio

La data del 1° Luglio 2009 ha segnato una lineadi confine nell’ambito dell’ingegneria civile.L’introduzione obbligatoria delle NTC 2008ha tagliato i ponti con la vecchia impostazioneprogettuale, basata sostanzialmente su unconfronto tra sollecitazioni agenti e capacitàresistenti, in favore di una logica secondo laquale si progetta in relazione ad una stabilitamodalità di collasso ed in funzione dell’ele-mento posto più in basso nella gerarchia delleresistenze. I concetti introdotti erano statianticipati con le norme emanate nell’ultimodecennio e prima ancora dagli Eurocodici, mala possibilità di ricorrere comunque alle nor-mative antecedenti, nella quasi totalità delletipologie costruttive, non ha imposto allamaggioranza dei progettisti lo sforzo culturaleche oggi si trovano a compiere.L’introduzione di concetti, che in passato era-no tipicamente ristretti nell’ambito della ri-cerca e che tanti colleghi non hanno avutomodo di approfondire nel corso degli studi,ha creato un gap generazionale tra nuovi evecchi laureati. Proprio a questi ultimi è richie-sto lo sforzo maggiore per aggiornare il lorobagaglio culturale ed introdursi all’internodelle nuove logiche progettuali. Nel prosie-guo si analizzano alcuni aspetti salienti dicarattere generale che rappresentano le novi-tà del DM 14/01/2008.

Principali novità

Uno dei primi aspetti innovativi introdotti èrappresentato dalla vita di riferimento della

struttura. Nell’arco di questo periodo la strut-tura dovrà essere oggetto esclusivamente dimanutenzione ordinaria, secondo le modalitàprescritte nel fascicolo delle manutenzionidelle parti strutturali, fascicolo che dovrà esse-re redatto obbligatoriamente dal progettistaanche nell’ambito dell’edilizia privata.In tale contesto si inserisce il nuovo concettodi durabilità. Per una corretta progettazioneed esecuzione di strutture durevoli è necessa-rio progettare e prescrivere materiali confor-mi alle proprietà richieste ed elencare tutti irequisiti fondamentali ai quali devono rispon-dere. All’uopo, le NTC 2008 rimandano anchead altre normative (p.e. UNI 9858 e UNI EN206-1). Alla vita di riferimento è direttamente

associato il periodo di riferimento, la cui rile-vanza risulta manifesta nel definire l’azionesismica. Al fenomeno sismico viene associatauna periodicità temporale e, di conseguenza,una determinata probabilità di manifestarsidurante il periodo di riferimento.Al crescere del livello di gravosità dello statolimite, la probabilità che la struttura subiscal’azione sismica si riduce, vale a dire terremotiforti, caratterizzati da periodi di ritorno piùlunghi, hanno minori probabilità di manife-starsi durante la vita della struttura.La differenziazione dell’azione sismica, previ-sta per probabilità di superamento nel perio-do di riferimento relativo a stati limite diffe-renti (SLE e SLU), rappresenta un’ulteriore

•Piscina Octave Longuet, veduta,Viry-Châtillon, Francia 1998-2004.

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innovazione. Con l’introduzione della gerar-chia delle resistenze, si impone alla strutturaun processo di collasso controllato nel qualeinnescare il più alto numero di meccanismilocali (cerniere plastiche), finché la strutturanon diventa labile. Questo criterio è davveroinnovativo poiché, di fatto, introducendo ilconcetto di duttilità globale (coefficiente distruttura) come conseguenza di duttilità locali(cerniere plastiche nelle sezioni), consentealla struttura di trasformarsi in un meccani-smo dissipativo dell’energia sismica, tramitecicli di isteresi.

La progettazione per le azioni sismiche con-templa anche la possibilità dell’analisi nonlineare che assume una sostanziale rilevanzanel caso di edifici esistenti.L’analisi di strutture esistenti passa per ladefinizione di coefficienti di sicurezza funzio-ni del livello di conoscenza che si acquisisce.Si investe, di fatto, nell’indagine preliminareal fine di comprendere meglio le ipotesi dicalcolo e affinare i risultati verso interventimeglio tarati.Le norme introducono riferimenti alle struttu-re in legno e, novità assoluta, contemplano lapossibilità di utilizzare dispositivi dissipativi edi isolamento.Dove risultasse carente, il DM 14/01/2008 pre-vede la possibilità di adottare altre normativeinternazionali, a condizione che garantiscanolivelli di sicurezza non inferiori.Il legislatore, a fronte di una complessità equantità di elaborazioni, ha implicitamenteritenuto che l’analisi strutturale passi necessa-riamente per processi di calcolo automatico.Pertanto ha introdotto un intero capitolo de-dicato alla redazione dei progetti e alle verifi-che svolte con l’ausilio di codici di calcolo.Oggi lo stato dell’arte del calcolo automaticoè rappresentato dal Metodo degli Elementi

Finiti. I programmi in commercio possonoessere suddivisi in due categorie: user-frien-dly e general porpose. I primi consentono unapproccio decisamente più vicino alle espe-rienze del progettista strutturale, e allora ve-diamo come essi presentano accattivanti in-terfacce con oggetti travi, pilastri, muri, ecc.,mentre gli altri hanno un’implementazione dicarattere matematico, proponendo formula-zioni quali elementi truss, beam, plate, shell,gap, ecc.A fronte di una maggiore complessità concet-tuale e gestionale, si ottiene uno strumentopiù potente che consente di analizzare proble-mi maggiormente articolati.

Aspetti critici

Le novità concettuali introdotte con NTC, seda un lato consentono/obbligano? al/il proget-tista strutturale di/ad ampliare il suo bagaglioculturale, dall’altro lo espongono a responsa-bilità maggiori e a volte difficilmente indivi-duabili.I primi dubbi emergono sugli aspetti giuridiciche implica l’introduzione della vita di riferi-mento. Si potrebbe ritenere che la responsabi-lità del progettista strutturale venga estesa perun periodo pari proprio alla vita utile; non sicapisce allora a cosa va incontro qualora lastruttura richieda una manutenzione straordi-naria durante questo lasso di tempo o quali lesue responsabilità se non viene eseguita lamanutenzione ordinaria.La progettazione della gerarchia delle resi-stenze presenta aspetti di carattere teorico chein realtà sono di difficile applicazione, perchéle variabili in gioco non sempre sono tali davalidare le ipotesi alla base del modello mate-matico e adeguatamente contemplate dall’in-troduzione dei coefficienti parziali di sicurez-

za. Fattori aleatori o di difficile valutazionepossono creare comportamenti reali non pre-visti e non prevedibili.Ma anche le capacità delle maestranze, le qualihanno tempi di adattamento culturale piùlunghi, sono fattori relativamente controllabi-li in cantiere. La cura della realizzazione deiparticolari costruttivi è indispensabile per ga-rantire le ipotesi a monte dei calcoli struttura-li. La norma perde senso allorquando si ostinaa propugnarci valori numerici con approssi-mazioni tanto insignificanti da un punto divista ingegneristico. La determinazione detta-gliata degli spettri elastici, salvo poi mostrarevalori ambigui sulle zone di confine (effettoroom) o la necessità di definire coefficienti distruttura alla seconda cifra decimale, a volteappare più un esercizio concettuale, o peggionumerico, che la descrizione di un reale com-portamento.Per le strutture esistenti, il livello di conoscen-za rappresenta argomento di controversia conil committente, soprattutto privato, che si tro-va ad affrontare spese preliminari a volte nonsempre comprensibili.

Il mercato dei programmi strutturali presentai prodotti più disparati. Innanzi ad uno scena-rio tanto ampio, l’utente, e quindi il progetti-sta, deve avere una conoscenza approfonditadei limiti delle formulazioni analitiche deicodici; particolare attenzione deve essere ri-volta verso i programmi user-friendly (facciotutto io). A seconda del produttore del pro-gramma, i risultati ottenuti possono essereanche significativamente differenti.Chi invece si rivolge a programmi di caratterepiù generale, trovandosi ad operare in am-bienti non dedicati, pur avendo un controllodiretto sullo strumento di calcolo, si troverà agestire manualmente, o quasi, una quantitàenorme di risultati.

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A complicare il quadro si inseriscono le sof-tware house che propongono sorte di “scato-le chiuse”, ove i risultati ottenuti sono fruttodi ipotesi a monte non sempre verificabili.La norma introduce l’obbligo di controllarel’affidabilità dei codici utilizzati e verificarel’attendibilità dei risultati ottenuti. Inoltre,sempre al capitolo 10, prevede un’ulterioretipologia di controllo: nel caso in cui si rendanecessaria una validazione indipendente delcalcolo strutturale o comunque nel caso diopere di particolare importanza, i calcolipiù importanti devono essere eseguiti nuo-vamente da un soggetto diverso da quellooriginario mediante programmi di calcolodifferenti da quelli utilizzati precedente-

mente; ciò al fine di eseguire un effettivocontrollo incrociato sui risultati delle ela-borazioni. Quest’ultimo aspetto proponeun altro interrogativo: chi stabilisce che ilcalcolo di validazione sia corretto (chi con-trolla il controllore)? Si rischia di finire inuna scatola cinese.I progettisti si trovano ad essere vincolati asoftware che possono condurre alla perdita disensibilità nei confronti del reale senso fisico.Moli enormi di risultati oppure programmitotalmente chiusi rendono difficoltosa la com-prensione delle ripercussioni reali del model-lo teorico. È parere diffuso che i programmi dicalcolo dovrebbero essere oggetto di verifichestandardizzate, normalizzate e adeguatamen-

te documentate prima di essere immessi sulmercato. Inoltre è chiaro come il patrimoniodi conoscenze proprio del progettista struttu-rale debba diventare tale anche per il collau-datore.

Conclusione

L’adozione definitiva del D.M. 14/01/2008 harivoluzionato la progettazione strutturale, im-ponendo un’accelerazione culturale ed uninvestimento sul proprio bagaglio di cono-scenze, ma, come tutte le rivoluzioni, anchequesta vuole le proprie vittime. A noi evitaredi esserne.

•Studio “Abitare i ponti”.La Courneuve: il ponte paesaggio,rendering, 2008.

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Informativa sulla Riformaprevidenziale approvatadai Ministeri Vigilanticon decreto del 5 marzo 2010 rna

Con Decreto Interministeriale del 5 marzo 2010, il Ministero del Lavoro e delle PoliticheSociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha approvato gli articoli 22-23-25-26 dello Statuto dell’Associazione come modificati (per semplicità la manovra è definitacome Riforma Previdenziale) dal Comitato Nazionale dei Delegati nella seduta del 25-26-27giugno 2008 e del 21-22 luglio. Si è così data risposta al Decreto del 29 novembre 2007 che haimposto alle Casse di previdenza di intervenire sulle proprie regole in modo da allungare da15 anni a 30 anni il periodo di sostenibilità.La Riforma assicura: a) la sostenibilità a trent’anni del sistema previdenziale della Cassa, cosìda evitare la situazione di tendenziale squilibrio dovuto al deterioramento del rapporto traiscritti e pensionati, b) mantenere livelli adeguati delle pensioni e, accanto a questi interventi,si è operato per introdurre nuove prestazioni di natura assistenziale in considerazionedell’allungamento dell’aspettativa di vita.

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Contributo SoggettivoIncremento della aliquota(art. 22 dello Statuto)

A partire dal 1 gennaio 2010 l’aliquota del contributo sogget-tivo, calcolata sul reddito professionale entro il limite del tettopensionabile, è elevata progressivamente come segue:

a) al 11,5% a decorrere dal 1/1/2010;b) al 12,5% a decorrere dal 1/1/2011;c) al 13,5% a decorrere dal 1/1/2012;d) al 14,5% a decorrere dal 1/1/2013.

Oltre il limite di reddito pensionabile continua a trovare applica-zione il contributo del 3%.Analogamente, il contributo soggettivo minimo è elevato pro-gressivamente come segue:

euro 1.400 (di cui euro 60 destinati all’assistenza), dal 1/1/2010;euro 1.600 (di cui euro 65 destinati all’assistenza), dal 1/1/2011;euro 1.800 (di cui euro 70 destinati all’assistenza), dal 1/1/2013.

La quota dello 0,5 per cento di contributo soggettivo, con unvalore minimo (fissato per il 2010 ad euro 60), è destinata alfinanziamento delle attività assistenziali.La quota del contributo destinato alle attività assistenziali èimproduttiva ai fini previdenziali e pertanto non viene computa-ta nel montante per il calcolo delle prestazioni erogate daInarcassa con il sistema contributivo (prestazioni contributive esupplementi di pensione).Sono state inoltre introdotte nuove facilitazioni per gli ingegneri

e gli architetti che si iscrivono all’Associazione prima di averecompiuto i trentacinque anni di età e fino al compimento deitrentacinque anni di età: per essi la riduzione è concessa per iprimi cinque anni solari dalla prima iscrizione, ed il diritto noncessa in caso di reiscrizione durante il periodo suddetto.In tal caso la contribuzione soggettiva minima è ridotta a un terzoe la contribuzione calcolata con l’applicazione delle aliquotesopra indicate alla metà.La riduzione trova applicazione fino al reddito dichiarato inferio-re o uguale al primo scaglione utilizzato per il calcolo pensio-nistico, pari – per il 2010 – a euro 41.950,00.Poiché le modifiche relative al contributo soggettivo riguardanoi redditi del 2010, sono immediatamente operanti per quantoriguarda il contributo minimo, mentre il conguaglio dovrà esserecomputato con l’applicazione dell’aliquota dell’11,50% con sca-denza 31/12/2011, se dovuto.

Contributo IntegrativoIncremento della aliquota(art. 23 dello Statuto)

A partire dal 1 gennaio 2011 l’aliquota per la determinazione delcontributo integrativo è elevata dal 2% al 4% .Ne consegue che sui volumi d’affari del 2010 trova ancoraapplicazione l’aliquota del 2%.Il contributo minimo integrativo è pari – per il 2010 – ad euro360.Analogamente a quanto previsto per il contributo soggettivo, eper gli stessi associati, anche per il contributo integrativo minimoè prevista la riduzione ad un terzo.

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della media è innalzato di un anno ogni anno, fino a raggiungerei migliori 25 degli ultimi 30 redditi.

Pensione minimaLa pensione minima, applicabile solo alle prestazioni calcolatecon sistema retributivo, per l’anno 2010 è rideterminata in euro9.989,00. Tale valore sarà annualmente rivalutato in base allavariazione dell’indice ISTAT.Nel caso di redditi per i quali deve essere applicato il calcolocontributivo la pensione minima è ridotta di tanti trentesimiquanti sono gli anni di anzianità che confluiscono in quota b)contributiva.Non si applica pensione minima per le pensioni calcolate con ilsistema contributivo.

Efficacia della normaIl nuovo sistema di calcolo di pensione ha effetto nei confrontidei soggetti che maturano i requisiti a partire dall’anno 2010.

Gli scaglioni di reddito riferiti all’anno 2010 e in base ai qualiviene effettuato il calcolo della pensione (art. 25 comma 5 delloStatuto) sono così rivalutati:• I scaglione € 41.950,00• II scaglione € 63.200,00• III scaglione € 73.650,00• IV scaglione € 84.050,00

Pensione di VecchiaiaNuovo sistema di calcolo(art. 25 dello Statuto)

A partire dall’anno 2010 l’importo della pensione Inarcassa ècomposto dalle seguenti quote:

a) Quota calcolata con il metodo retributivo, per le annualitàcon redditi professionali dichiarati ai fini IRPEF maggiori o ugualiad euro 6.000,00 e/o volumi d’affari dichiarati ai fini IVA maggiorio uguali ad euro 10.000,00. I suddetti valori, che sono riferiti al2009, devono essere rivaluti annualmente in base alla variazionedell’indice ISTAT.b) Quota calcolata con il metodo contributivo, per le annua-lità che presentano contemporaneamente redditi professionalidichiarati ai fini IRPEF inferiori ad euro 6.000,00 e volumi d’affaridichiarati ai fini IVA inferiori ad euro 10.000,00.

EccezioniResta applicabile in via esclusiva il sistema di calcolo retribu-tivo di cui alla lettera a) per:• le pensioni di invalidità, inabilità e indirette dei superstiti;• gli anni per i quali il professionista usufruisce della contribuzio-ne agevolata prevista dall’art. 22.4 dello Statuto.

Reddito medio pensionabileLa media reddituale per il calcolo della quota a) retributiva èdeterminata sulla base dei migliori 20 redditi professionali dichia-rati dall’iscritto nei 25 anni anteriori alla maturazione del diritto.A partire dal 2011 il numero degli anni a riferimento per il calcolo

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Pensione di AnzianitàRequisiti di accesso esistema di calcolo(art. 26 Statuto)

Requisiti di accesso al trattamento – sistema delle quoteFerma restando l’età minima di 58 anni e l’anzianità previdenzia-le minima di 35, per le domande di pensione presentate a partiredal 01/07/2010, la pensione di anzianità è corrisposta a coloroche, sommando età e periodo di iscrizione e contribuzione,raggiungano le quote previste dalla normativa di cui alla legge247/2007, secondo il seguente schema:

a) quota 96 dal 01/07/2010b) quota 97 dal 01/01/2011c) quota 98 dal 01/01/2013

Riduzione dell’importo della pensione in funzione dell’etàLa pensione di anzianità è determinata con i criteri previsti peril calcolo della pensione di vecchiaia. Al valore così ottenuto siapplica il coefficiente di riduzione corrispondente all’età del-

l’avente diritto alla data di decorrenza del trattamento, sottoindicato:

Età di pensionamento Coefficiente riduzione58 17,3%59 15,3%60 13,1%61 10,8%62 8,4%63 5,8%64 3,0%

Norma transitoriaColoro i quali, alla data di entrata in vigore delle modifichestatutarie (5 marzo 2010), abbiano compiuto almeno 55 annidi età e maturato almeno 30 anni di contribuzione (compre-si eventuali periodi oggetto di riscatto e ricongiunzione) con-servano il diritto alla pensione di anzianità con i requisitiprecedentemente vigenti (58 anni e 35 anni di iscrizione econtribuzione) e all’importo di pensione non viene applicataalcuna riduzione.

Calendario degli adempimenti 2010

30 giugno pagamento prima rata contributi minimi e contributo di maternità, oltre al versamento dell’interesse dilatorio per coloro chehanno provveduto al pagamento del conguaglio dei contributi in scadenza al 31 dicembre 2009, entro il 30 aprile 2010

31 agosto* presentazione Dich. 2009 (art. 36 dello Statuto) con modello cartaceo via lettera raccomandata (in alternativa gli utentidi Inarcassa ON line possono procedere alla dichiarazione telematica con scadenza al 31 ottobre)

31 agosto* versamento contributo integrativo professionisti non iscritti a Inarcassa con partita IVA e Società di Ingegneria30 settembre pagamento seconda rata contributi minimi e contributo di maternità31 ottobre* presentazione Dich. 2009 (art. 36 dello Statuto) per via telematica tramite Inarcassa ON line (esclusivamente per gli utenti

del servizio on line, in alternativa alla presentazione della dichiarazione con modello cartaceo con scadenza 31 agosto)31 dicembre pagamento conguaglio contributo soggettivo ed integrativo relativo all’anno 2009 (artt. 22 e 23 dello Statuto)

* I professionisti non iscritti in possesso di partita IVA sono tenuti al rispetto delle sole scadenze contrassegnate con l’asterisco

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Quando sono stato invitato a buttare giùqueste riflessioni ho pensato che l’aver vis-suto l’esperienza di delegato mi avrebbereso facile il compito; di fronte al fogliobianco però mi sono trovato a confrontarmicon una molteplicità di aspetti, motivazioni,emozioni, a volte anche contrastanti tra loro,che nello svolgimento ordinario del ruolospesso si è portati a non considerare.Stimolato a fare un’analisi più fredda, mi sonochiesto quale fosse il ruolo del delegato.Secondo l’articolo 13 dello Statuto “Il Co-mitato Nazionale dei Delegati ha le se-

guenti funzioni: stabilire i criteri generalicui deve uniformarsi l’amministrazione diInarcassa; deliberare sulle motivazioni ele integrazioni allo Statuto; (…) delibera-re in ordine ai regolamenti riguardanti leattività di previdenza e assistenza, alleloro modificazioni ed integrazioni, e sullevariazioni della misura delle contribuzioni;eleggere il Consiglio di Amministrazione edi revisori dei conti; approvare il bilanciopreventivo, le eventuali variazioni ed il con-to consuntivo di Inarcassa; (…) deliberare,con decisione definitiva motivata, sui rilie-

vi effettuati dai Ministeri vigilanti ai bilan-ci preventivi, ai conti consuntivi; esprimereparere su ogni altra materia sottoposta allasua attenzione dal Consiglio di Ammini-strazione ... (…)”.Ma, se questo è il ruolo istituzionale, quelloreale comprende altri aspetti che, nei 365giorni dell’anno non sono secondari ai com-piti statutari, tutt’altro! Infatti, se i ComitatiNazionali vengono convocati 5 o 6 voltel’anno, il compito di intermediario tra l’iscrit-to e la Cassa viene svolto ogni giorno, anchesolo essere utile a chi dice di non aver

Delegato. Perché?di Mauro Trapè

•Ponte pedonale sull’Ource, particolare,Leuglay, Francia 1996.

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•Centro nautico, veduta,Lagny-sur-Marne, Francia 2004-08.

ricevuto la raccomandata (il più delle volteperaltro smentito!) è per il delegato unmotivo di gratificazione. E forse è proprioquesto il motivo principale che sta alla basedi questa scelta: vincere per perdere. Vince-re una competizione elettorale, per mettereil proprio tempo (e stiamo parlando di libe-ri professionisti!) a disposizione dei colle-ghi… forse, se anche i nostri governantifossero animati dallo stesso spirito di servi-zio nei confronti degli elettori, la parolaDemocrazia oggi avrebbe un altro suono.Di contro, l’attività che svolge porta il dele-

gato ad un arricchimento umano, professio-nale e culturale, che solo il confronto conrealtà diverse sa dare. Il delegato soventeviene riconfermato in più mandati, pertan-to si creano dei rapporti di affinità, simpa-tia, amicizia, al punto da non ricordare la“sigla” che precede il nome del collega; intanti anni di professione questo è l’unicocontesto che io conosca in cui è superato lostorico antagonismo che contraddistingueil rapporto ingegnere-architetto! Questa af-finità, rafforzata dal comune obiettivo delbene della categoria, però non sempre è

sufficiente per arrivare ad un deliberatoprivo di contrasti; spesso si impiega piùtempo del dovuto per arrivare ad operaredelle scelte che, viste a posteriori, potevanosembrare scontate!Ma forse è proprio questo senso di apparte-nenza, di disponibilità nei confronti dellacategoria, unito ad un pizzico di vanità, laragione principale che spinge un professio-nista che, grande o piccolo che sia, è sem-pre oberato di impegni, a mettersi in giocoin un confronto da cui esce un vincitore edun perdente… e qui sta la confusione!

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Leggendo, qualche giorno fa, mi è capitato disoffermarmi su un concetto che mi ha sugge-rito un piccolo pensiero; “l’assenza”, unaparola di enorme significato se recepita conattenzione alla sua più pura essenza. È cosìche il buio diviene semplicemente l’assenzadi luce, il freddo diviene l’assenza di calore,l’odio è l’assenza di amore. Queste digres-sioni mi hanno suggerito di scrivere un pic-colo pensiero in merito alla mia esperienzadi cinque anni come Delegato di Inarcassa.Devo dire onestamente che, fresca di nomi-na, pensavo di trovare nel Comitato Naziona-

Un piccolo pensiero di Laura Cortinovis

le composto da colleghi architetti ed inge-gneri, un ambiente ricco di iniziative, distimoli e, soprattutto, caratterizzato da unavasta apertura mentale pur nel rispetto delledifferenze di opinione ... Dopotutto, mi ren-do conto un po’ ingenuamente, pensavo chetra colleghi, per di più professionisti, fossefacile trovare comunanza di intenti almenosui temi essenziali.Ma il genere umano come sempre mi sor-prende; l’aggregazione è l’assenza di indivi-dualismo.In un momento difficile per la professione,

come quello vissuto e che stiamo vivendo,l’individualismo dovrebbe cedere il passo...dovrebbe passare in secondo piano ... l’ag-gregazione e lo stare uniti è un arma che puòsorreggere le persone e conferire la necessa-ria incisività alle azioni decise democratica-mente.Invece spesso ho visto atteggiamenti e hosentito parole che non oso ripetere su untesto scritto … perchè un pò me ne vergo-gno.Ho assistito, con un misto di tristezza e diver-timento, a manifestazioni estemporanee di

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•Stadio Roland Garros,veduta di rendering,Parigi, Francia 2009.

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•Ponte di Jingjia, modello,Ningbo, Cina 2004-07.

mania di onnipotenza e di protagonismosdrucciolo, ho sentito addosso “l’arroganza”dei pensieri che non mirano a costruire nelladiversità ma a prevaricare e demolire. Larealtà è che non si ha la capacità di ascoltareveramente; solo così le opinioni diverse di-ventano punto di partenza e non di appro-do, solo il saper ascoltare fa di una personauna persona grande, capace magari di dialo-gare e di fare qualche passo indietro se ne-cessario al bene comune ...In ogni caso, perdonate il preambolo piccoloma significativo, a conclusione del quinquen-

nio ritengo che alcuni risultati positivi e divasto respiro siano stati comunque raggiuntinell’interesse della categoria (essenzialmen-te la riforma che assicurerà la sostenibilitànel tempo della nostra Cassa).Ma a me interessa sottolineare anche alcunirisultati raggiunti che non attengono all’am-bito strettamente istituzionale, bensì al climaed al rapporto fra i colleghi Delegati.Sono immensamente felice di constatare che,seppur con fatica, sono, alla fine ed alla provadei fatti, stati messi da parte gli interessi e lepersonalità dei singoli per guardare oltre, al

futuro della nostra previdenza e della nostraprofessione.Guardo con fiducia alle iniziative persegui-te o in corso di avvio che il Comitato Nazio-nale dei delegati è riuscito infine ad appro-vare, e di cui gli iscritti e colleghi liberiprofessionisti avranno presto notizia (Inar-community, organismo di rappresentanzain difesa della professione, ecc.) iniziativeche favoriranno l’aggregazione tra architet-ti e tra ingegneri, in difesa della professio-ne e del suo ruolo sociale, e della dignità delloro operare.

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e La voce dei sindacati

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Bruno Gabbiani, Presidente ALA – Assoar-chitetti: “Crisi della professione e condivisio-

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ne delle scelte”.

È ormai avanzato il rinnovo del comitato deidelegati d’Inarcassa e quando uscirà questopezzo saranno noti gli eletti e più palesi lecordate che si propongono per comporne ilConsiglio d’amministrazione nei prossimi anni.Un compito difficile e gravato di pesanti re-sponsabilità, considerato che stiamo attraver-sando la più grave crisi del settore infrastrut-ture e costruzioni dal dopoguerra.

Quindi la prevista contrazione congiuntu-rale del reddito professionale dei liberi pro-fessionisti, che con le loro contribuzionisostengono Inarcassa, si sovrapporrà almalessere fisiologico di tutto il sistema del-la previdenza italiana, che è nell’agenda delGoverno e che sarà ragionevolmente ogget-to di provvedimenti anche incisivi. È quindiessenziale un atteggiamento propositivodell’Inarcassa, per evitare che i destini dellaprevidenza d’ingegneri e architetti sianodecisi da altri.Nessuno possiede ricette sicure per usciredalla situazione, ricette che siano in grado didare le attese risposte agli iscritti, in termini

rispettosi sia della proporzionalità delle pen-sioni ai contributi versati, sia del principio disolidarietà tra soggetti portatori di comuniinteressi diffusi. La quadratura di un cerchioche presuppone un ambiente interno sereno,che può essere determinato soltanto da un’am-pia condivisione delle scelte anche impopola-ri, che dovranno essere assunte.ALA da sempre sostiene l’indipendenza del-l’Inarcassa, che deve amministrare il propriopatrimonio e il futuro della previdenza nell’in-teresse degli iscritti, tuttavia non può nascon-dersi che molti Ordini e alcuni sindacati han-no indirizzato i voti degli iscritti, con l’inten-zione di controllare Inarcassa e d’incideresulle scelte future, e che non si conosce qualemandato stia alla base della promozione di uncandidato piuttosto che di un altro.Riteniamo quindi che nell’interesse comunesi debbano condividere alla luce del sole lelinee politiche della prossima amministrazio-ne d’Inarcassa, chiamando ad un tavolo lediverse componenti che rappresentano la pro-fessione (gli Ordini) e i liberi professionisti (leAssociazioni sindacali).Rinnovata chiarezza e una pur difficile comu-nanza d’intenti potrebbero attribuire all’Inar-cassa un’autorevolezza decisiva nella trattati-va con il Governo.

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Riforma delle Professioni: INARSIND si fapromotore delle istanze degli Ingegneri edArchitetti Liberi Professionisti presso i Consi-gli Nazionali, chiamati a rappresentare la cate-goria nella Commissione formata dal Ministe-

•Casello autostradale di Les Eprunes sulla A5,veduta, Melun, Francia 1991-94.

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ro di Giustizia, dalla quale sono stati esclusi

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tutti i Sindacati delle diverse Professioni.

In attesa della risposta del Ministero sullapossibilità di vedere il nostro Sindacato, trami-te Confedertecnica, partecipare a detta Com-missione, che si occuperà della Riforma delleProfessioni e della Tariffa Professionale, INAR-SIND ha ritenuto opportuno far presente ainostri Consigli Nazionali la propria posizionein merito, in maniera che la voce dei Liberi

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Professionisti possa comunque giungere sultavolo di discussione. Le proposte avanzatepuntano in particolare a ripristinare le condi-zioni necessarie per garantire la dovuta quali-tà delle nostre prestazioni. Di seguito la letterainviata da Inarsind a:

CNA – Consiglio Nazionale ArchitettiCNI – Consiglio Nazionale IngegneriOggetto: Commissione presso il Ministero dellaGiustizia

“In riferimento all’iniziativa assunta dal Mi-nistro della Giustizia Angelino Alfano, cheha convocato per il giorno 15 Aprile p.v. iConsigli Nazionali delle diverse CategorieProfessionali al fine di costituire presso ilMinistero una Commissione, che affronti iltema della Riforma delle Professioni, maanche la spinosa questione delle TariffeProfessionali (Legge 248/06, Bersani), rite-niamo opportuno informarVi che il nostroSindacato ha inoltrato formale richiesta di

•Studio “Abitare i ponti”.New York: la struttura di accoglienza,2008.

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•Palo della luce,La Courneuve, Francia 1989-93.

partecipare a detta Commissione, attraver-so Confedertecnica, che, lo ricordiamo, èaccreditata presso il Governo quale ParteSociale.È nostra intenzione formulare alcune propo-ste, che possiamo così sintetizzare:• cancellazione della abolizione dei minimitariffari, con loro temporaneo ripristino;• conseguente eliminazione del criterio delmassimo ribasso nelle gare per servizi di Ope-re Pubbliche;• costituzione di una Commissione che entrola fine del corrente anno elabori un nuovocriterio per la determinazione delle TariffeProfessionali per gli Ingegneri ed Architetti, daassumere come minimi inderogabili;• per i servizi di Ingegneria ed Architetturaaffidati da Committenti Privati introduzionedel seguente dispositivo obbligatorio:– per l’ottenimento di ogni pubblica autoriz-zazione edificatoria e finale (a chiusura deilavori), esibizione, da parte del Committente,della parcella del Professionista – liquidata –per la progettazione ovvero per la direzionedei lavori ed il coordinamento per la sicurez-za, quale conditio sine qua non.Riteniamo che su tali proposte possano deter-minarsi utili convergenze operative e confidia-mo che codesti Consigli Nazionali voglianosostenerle presso il Ministero.Per quanto riguarda la tanto attesa Riformadelle Professioni ci riserviamo di esprimeresuccessivamente valutazioni e proposizionisulla specificità delle nostre Professioni Tecni-che.In attesa di un Vostro auspicabile favorevoleriscontro, inviamo i più cordiali saluti”.

IL SEGRETARIO NAZIONALE(Dott. Ing. Francesco Basso)

IL PRESIDENTE(Dott. Ing. Salvo Garofalo

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Il Comitato Nazionaledei Delegati

Adunanza del 25-26 marzo 2010

L’argomento più rilevante, fra i tanti all’ordinedel giorno, è stato sicuramente quello dellariforma dell’Associazione: finalmente le modi-fiche allo Statuto di Inarcassa volte a garantirela sostenibilità di lungo periodo, approvatecon decreto ministeriale del 5 marzo scorso ein vigore subito dopo la pubblicazione in Gaz-zetta Ufficiale, sono state formalmente acquisi-te dal Comitato nazionale.Principalmente due sono gli effetti che sorti-ranno dal nuovo Statuto di Inarcassa, modifi-cato e integrato con alcune nuove misurestrutturali: il primo è quello di allungare lasostenibilità della Cassa nel lunghissimo peri-odo, spostando al 2066, di ben 24 anni, ilperiodo di positività del patrimonio; il secon-do è quello di salvaguardare l’adeguatezzadelle pensioni future, cioè il tenore di vita deigiovani iscritti di oggi che andranno in pensio-ne domani.Modifiche statutarie, quindi, che assicuranonon solo la sostenibilità finanziaria, ma anchela sostenibilità “sociale” del sistema, frutto dianni di elaborazione tecnica e maturazionepolitica all’interno del Comitato dei delegati,che ha conseguito questo difficile risultato purrimanendo in un’ottica di equità intergenera-zionale e all’interno del sistema retributivo a

Attività Organi Collegialia cura di Tiziana Bacchetta

Con l’approvazione del Comitatodei Delegati finalmente al via lariforma Inarcassa

ripartizione.L’applicazione di tali modifiche è a partire dal2010, salvo l’aumento del contributo integrati-vo, rinviata al 2011 per motivi di opportunità.Fra gli argomenti all’esame del CND anchel’approvazione definitiva del regolamento perl’accertamento dell’invalidità e inabilità, e l’ap-provazione della modifica statutaria che pre-vede l’invio della dichiarazione annuale soloin forma telematica.Si sono poi affrontati due temi di grandeimportanza: il regolamento generale di iscri-zione e contribuzione e la modifica del siste-ma sanzionatorio. La discussione generale sul primo argomentoha messo in risalto le problematiche connessealle situazioni di disagio che spesso vivono gli

iscritti nel corso dei rapporti con l’associazio-ne; si è discusso sulle cause e sulle differentitipologie di tali disagi, che si presentano so-prattutto come effetti dell’aumento di fles-sibilità del lavoro da parte dei giovani, che asua volta comporta situazioni contributive dif-ferenti e spesso contrastanti e, di conseguen-za, aggravio del lavoro da parte degli uffici.Per quanto riguarda il secondo punto si èconvenuto, in via generale, su una generaleriduzione delle sanzioni, con l’impegno diprocedere, nel raggiungimento di questo obiet-tivo, ad un riordino del sistema sanzionatorioInarcassa più consono alla situazione attualee in linea con quanto applicato dallo Stato incampo tributario.Sulle tematiche individuate come attività a

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•Ponte pedonale sul Célé, veduta,Figeac, Francia 2000-03.

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sostegno della professione 2009 sono statepresentate, durante l’adunanza, le iniziativeintraprese in materia dal Consiglio di Ammini-strazione, in particolare la predisposizione distudi e ricerche sulla costituzione di un orga-nismo di rappresentanza, sullo sviluppo esostegno dell’attività libero professionale, sul-la definizione delle procedure di qualità, l’as-sociazione temporanea e le tariffe professio-nali.

Infine il Comitato ha approvato l’iniziativa diinserire sul sito di Inarcassa una vetrina digita-le (“e-teca”) con accesso riservato ai delegatidando mandato al Cda perché ne attui larealizzazione nel più breve tempo possibile.

Adunanza del 27-28 maggio

La riunione di maggio è stata l’ultima delComitato Delegati uscente, ad elezioni già

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concluse, prima dell’insediamento del nuovoComitato.Due i punti all’ordine del giorno:• approvazione del bilancio consuntivo 2009• approvazione delle modifiche statutarie perla revisione del sistema sanzionatorio.Il consuntivo 2009 si chiude con un aumentodel patrimonio, che supera i € 5.000 milionidi euro (4.395 milioni nel 2008) dovuto ad unsignificativo aumento dell’avanzo economico,

•Complesso per uffici, veduta,Lione, Francia 2008.

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motivato soprattutto dalla resa del patrimoniomobiliare e dalle rettifiche di valore dovutealla ripresa dei mercati finanziari.Per quanto riguarda il regime sanzionatorio siè intervenuti, riprendendo quanto già discus-so nell’adunanza del 26 marzo, con una so-stanziale riduzione delle sanzioni, soprattuttoin caso di ravvedimento operoso, accertamen-to con adesioni e ritardi negli adempimenti dimodesta entità.

Il testo statutario modificato verrà pubblicatodopo l’approvazione dei Ministeri vigilanti.

Il Consigliodi Amministrazione

L’attività del Consiglio di Amministrazione

apre il nuovo anno con una serie di delibera-zioni finalizzate soprattutto al sostegno dellaprofessione e all’assistenza degli iscritti e pen-sionati della Cassa.Il programma di spesa del 2010 infatti, delibe-rato dal Cda ai sensi dello statuto Inarcassa(artt. 3 e 5) e delle indicazioni del CND,prevede la ripartizione della spesa in tre gran-di progetti: 1) 150.000 euro sono previste perInarcommunity, il social network lanciato da

•Complesso per gli sport acquaticidel Pays de Morlaix, veduta notturna,Plourin-lès-Morlaix, Francia 2003-08.

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•Piscina-pista di pattinaggio sul ghiaccio Pailleron,veduta, Parigi, Francia 2002-06.

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Inarcassa per i propri iscritti che ha riscontratoun boom di iscrizioni e successo oltre le aspet-tative tra gli ingegneri e architetti di tuttaItalia; 150.000 euro alle attività per gli Studi diSettore e l’Organismo per il sostegno allaprofessione; mentre 320.000 euro sono riser-vati alle attività relative all’iniziativa dei Fondidestinati al finanziamento in conto interessi.In particolare per quest’ultimo si decide distanziare 130.000 euro quale contributo inconto interessi a favore di prestiti ai giovaniiscritti (conformemente al Bando 2010) men-tre 190.000 sono riservati alla restante plateadi iscritti Inarcassa.E l’attività di supporto agli iscritti prosegue

con iniziative finalizzate all’assistenza: vieneinfatti approvato un progetto che intende of-frire un servizio di assistenza agli associatirelativamente a situazioni previdenziali com-plesse, dove sono previsti incontri personaliz-zati con i professionisti e con l’obiettivo ulti-mo di armonizzazione dei sistemi di contatto.Così anche per i pensionati si decide un pianooperativo mirato al contenimento e alla com-pressione dei tempi massimi di evasione deitrattamenti pensionistici.Infine si da il via al progetto di certificazione diregolarità contributiva on line, quale ulterioreservizio da offrire agli associati, attraverso ilquale si potrà ottenere la relativa attestazione

di regolarità direttamente via mail.Sulla base del “Regolamento per la concessio-ne di provvidenze per danni subiti nel sismadel 6 aprile 2009”, il Consiglio delibera l’ero-gazione di aiuti ad alcuni professionisti colpitidall’alluvione di Messina dello scorso otto-bre, per un totale di euro 30.000 erogati atitolo di contributo a fondo perduto e 140.000euro a titolo di contributi reversibili senzainteressi.Infine, il Consiglio di Amministrazione deter-mina la quota capitaria annua del contributodi maternità per l’anno 2010 nella misura di67,00 euro pro capite (decreto legislativo n.151 del 26.3.2001).

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L’abc della Previdenzaa cura di Claudio Guanetti

○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SSostenibilitàLa garanzia dell’equilibrio di bilancio richiestaagli Istituti Previdenziali Privati dai MinisteriVigilanti, per assicurare la stabilità della ge-stione finanziaria entro un arco temporalenon inferiore a trent’anni, secondo quantostabilito dall’Art. 1, comma 763, della Legge296 del 2006.

Sostituzione (tasso di)Rapporto fra la prima pensione e l’ultimoreddito professionale al netto delle imposte,indica l’importo della pensione come percen-tuale rispetto all’ultimo reddito dichiarato afini fiscali.

StatutoAdottato dal Comitato Nazionale dei Delegatinella seduta del 24 marzo 1995 e approvatocon Decreto del Ministero del Lavoro e dellaPrevidenza Sociale del 28 novembre 1995, loStatuto dell’Associazione Inarcassa è statopubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 296 del20.12.1995.

Supplemento di pensioneIl trattamento supplementare spetta a tutti ipensionati Inarcassa, nel caso in cui continui-no la loro attività ed é calcolato su base quin-quennale con il metodo contributivo. Si con-siderano i contributi versati dalla data di de-correnza del pensionamento – che non con-corrono al calcolo della prestazione – perciascun quinquennio successivo, a cui si appli-ca la riduzione al 95% e si determina il mon-tante con un tasso di capitalizzazione pari alla

media quinquennale del PIL nazionale nomi-nale (calcolata dall’ISTAT con riferimento alquinquennio precedente l’anno da rivaluta-re). Ogni quota di prestazione previdenzialesupplementare è calcolata moltiplicando ilmontante del 95% dei contributi per ilcoefficiente di trasformazione, definito in re-lazione alle basi tecniche previste dalla Legge335 del 1995.

SussidioIstituto assistenziale previsto dall’art. 3 comma4, lettera c) dello Statuto a favore degli iscrittie pensionati; il sussidio può essere erogatoper sostenere stati di disagio economico con-tingente e momentaneo, conseguenti a spese

urgenti e non differibili e con rilevante inci-denza sul bilancio familiare. Inarcassa corri-sponde sussidi nel limite dello stanziamentoannuale stabilito in sede di bilancio preventi-vo, a seguito di istruttoria mensile delle do-mande pervenute sulla base del Regolamentovigente.

SuperstiteAi fini previdenziali è il beneficiario delle pen-sioni di reversibilità e indirette; secondo loStatuto di Inarcassa è il coniuge dell’associatodefunto e i figli minorenni e maggiorenniinabili a proficuo lavoro (v. esplicitazione allalettera P alla voce Pensioni di reversibilità eindirette n. 2/2009).

•Piscina di Le Mesnil Amelot,veduta, Francia 2000-07.

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Spazio apertoa cura di Mauro di Martino

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Le agevolazioniper i giovani

Le scrivo per avere un suo parere su unaquestione legata al pagamento dei contri-buti Inarcassa a seguito della recente rifor-ma.Tra i vari provvedimenti derivanti dalle mo-difiche statutarie per la sostenibilità vi èl’aumento degli anni agevolati, da tre acinque, per i giovani ingegneri con età infe-riore ai 35 anni.Il sottoscritto si è iscritto ad Inarcassa nelluglio 2007 all’età di 28 anni ed ha usufruito,come previsto ante riforma, della riduzionedei contributi minimi spettanti ai giovaniiscritti per gli anni 2007, 2008, 2009.Giunto il momento di pagare i contributidel 2010 mi è venuto il dubbio se mi spettas-se a seguito della riforma un’estensione didue anni del periodo di agevolazione, cioèper gli anni 2010 e 2011 ovvero se spettassesolo ai giovani già iscritti che non hannoterminato i tre anni dia agevolazione, ovve-ro a coloro che nel 2010 sono al loro secon-do o terzo anno di agevolazione.Poiché il mio terzo anno di agevolazione èterminato il 31/12/2009 (in realtà due annie mezzo, dato che mi sono iscritto a metà2007) e la riforma ha valenza dal 1/1/2010,potrò usufruire dell’estensione come glialtri giovani colleghi che magari si sonoiscritti solo sei mesi dopo di me?A mio parere, in caso negativo, sarebbeun’ingiustizia che oltre a creare disparità di

•Ponte di Teda, particolare struttura,Tientsin, Cina 2004-05.

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trattamento tra i giovani iscritti, andrebbecontro i principi per cui tale modifica è stataapportata.Gradirei avere un suo parere in qualità diDelegato della provincia di Cagliari e VicePresidente Inarcassa in merito all’interpre-tazione della riforma.

Ing. Trauso Luigi○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

Il Comitato nazionale dei delegati, nell’ap-provare le recenti modifiche statutarie hamostrato particolare attenzione alle diffi-

coltà che oggi i giovani incontrano perinserirsi nel mondo della professione. Ilquesito posto riguarda una normapreesistente che viene modificata in modosostanziale: l’agevolazione è estesa per cin-que anni, ma decade comunque l’annosolare nel quale si supera l’età anagraficadi 35 anni (indipendentemente dal perio-do usufruito).Inoltre, sempre nei limiti dell’età, è estesaanche per le reiscrizioni.La sua situazione è a cavallo tra la vecchiae la nuova previsione statutaria ed avràbisogno di modalità applicative che saran-

•Complesso per uffici, veduta, Lione,Francia 2008.

no definite dal Consiglio di amministra-zione.Non posso perciò anticipare un mio parere,però incoraggio il collega ad avere fiduciache sarà fatto tutto il possibile per salva-guardare i principi che hanno ispirato lariforma.

La PecScrivo alla redazione della rivista Inarcassasperando che la mia lettera sia pubblicata sul

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prossimo numero.Mi domandavo come mai tutte le comunica-zioni provenienti da Inarcassa attraverso rac-comandate postali con ricevuta di ritorno nonvengano invece inviate a noi iscritti attraversola PEC di cui dobbiamo essere tutti dotaticome da vigenti normative. Non per niente sulsito di Inarcassa On line, nella sezione Contat-ti, proprio all’inizio è scritto chiaramente:“Scrivendo al nostro indirizzo di Posta Elettro-nica Certificata, gli ingegneri ed architettidotati di una casella PEC, potranno comoda-mente inviarci documentazioni o richieste di-rettamente da studio, da casa o da qualsiasicomputer connesso ad internet. Si ricorda chela PEC, il cui possesso dal 29 novembre 2009è d’obbligo per tutti i liberi professionisti, havalore legale pari alla Raccomandatacon ricevuta di ritorno”.Ci sarebbero, infatti, degli indiscutibili vantag-gi: minori costi di gestione con riduzione dellespese nel bilancio di esercizio di Inarcassa,comodità di ricevere la PEC direttamente sulcomputer senza dover eventualmente ancheandare a ritirare la raccomandata in Posta,minore inquinamento e maggior rispetto perl’ambiente.

Arch. Giulio Piovene○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

L’osservazione del collega è corretta e la Cas-sa già utilizza il web per semplificare i rap-porti con gli iscritti.Occorre una maggiore diffusione dell’uso del-la PEC da parte dei colleghi, occorre acquisi-re i loro nuovi indirizzi certificati, occorretempo per rendere diffuso a tutti ciò che è giàavviato (ad esempio le comunicazioni agliOrgani collegiali già da tempo avvengonovia PEC).

•Pilone per l’alta tensione,Argoeuves Chevalet, Francia 1995-2004.

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Oltre a ciò si va ampliando lo spettro deiservizi agli iscritti già in linea nel nostro sitoed è recente l’attivazione del servizio on lineper l’ottenimento del certificato di regolaritàcontributiva.

L’invalidità temporaneaSono un collega ingegnere iscritto da 15 anniad Inarcassa e con orgoglio posso dire di nonaver mai mancato e di non avere mai subitosanzioni! In verità gli adempimenti sono pochie a scadenza fissa, basta programmarsi edessere un buon professionista non solo con iclienti, ma anche con se stessi.Tutto va bene fin quando hai energia e corag-gio: in un modo o nell’altro vai avanti! Pur-troppo recentemente ho subito un infortunioserio con la moto e una lunga invalidità tem-poranea che ha mandato a rotoli la mia vita ela mia professione.

Chiedo come mai Inarcassa non tutela ancoraqueste situazioni che possono mandare al-l’aria tanti anni di sacrifici fatti per costruirsiun’attività di libero professionista.Avevo letto con piacere (ed allora non pensa-vo proprio di averne bisogno!) che la Cassaaveva deliberato l’avvio di un’assistenza per leinvalidità temporanee ed oggi scopro dal callcenter che è ancora tutto fermo e non possoavere un aiuto. La prego di impegnarsi perrisolvere al più presto questo problema.

Ing. Sirio Scampoli○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

È vero, Inarcassa ha deliberato un’ulterioreforma di tutela per i propri iscritti per coprirei periodi di mancato lavoro a seguito di unainvalidità temporanea. La modifica statuta-ria è all’approvazione dei Ministeri vigilanti(Lavoro, Economia, Grazia e Giustizia).Speriamo che l’iter si concluda rapidamenteper poter già da quest’anno avviare la coper-tura assicurativa.

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•Ponte pedonale sulladiga di Saint-Mauricesulla Marna, Francia 1991-97.

Inarcassa in CittàIn qualità di Presidente dell’AssociazioneIngegneri e Architetti di Puglia, che haospitato e continua a ospitare gli incontri“Inarcassa in Città”, desidero complimen-tarmi in particolare con il personale Inar-cassa e con il dott. Fabrizio Fiore, Respon-sabile della Direzione Attività Istituzionali,per aver accolto con professionalità, com-petenza ed estrema cortesia gli associatiInarcassa iscritti all’albo professionale. Conl’occasione confermo che da parte del-l’A.R.I.A.P. ci sarà sempre la disponsabilitàa offrire la massima assistenza al team diconsulenti esperti di previdenza dell’Inar-cassa per la riuscita di questa splendida eutilissima iniziativa.

Arch. Luigi Mirizzi○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

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Il Maxxi

Debutta a Roma, dopo dieci anni di lavoriintermittenti e complessi, il Maxxi, MuseoNazionale delle Arti del XXI secolo, primomuseo pubblico nazionale dedicato alla crea-tività contemporanea nonchè opera straordi-naria della progettista anglo-irachena ZahaHadid, vincitrice del Pritzker Price con la suaidea di un Museo perfettamente integrato neltessuto della città.Dopo l’Auditorium di Renzo Piano, con i trecorpi ricoperti di piombo, quasi animali prei-storici incastonati in un’ansa del Tevere, la Tecadell’Ara Pacis di Meier, tripudio di bianco e divetro che modifica e rivitalizza la piazza retro-stante e la Moschea di Paolo Portoghesi, un’al-tra grande opera di architettura contempora-nea si aggiunge per conferire alla città eternauna vocazione sempre più internazionale.L’edificio di Zaha Hadid trasforma una vecchiastruttura del quartiere Flaminio inserendoviun corpo nuovo, sinuoso, intrigante; vistodall’alto il Maxxi sembra quasi un complessosvincolo autostradale, l’idea architettonica èquella di creare spazi espositivi che si sovrap-pongano e si intersechino tra loro, creandocomplesse geometrie che materializzano ilrapporto tra arte e architettura.Insomma un complesso innovativo, sia per isuoi valori architettonici e spaziali, del tuttoinusuali, sia per il contenuto verso il quale,come spesso accade di fronte al nuovo, nonsono mancate anche le critiche.Il Maxxi, con i suoi spazi e le sue formecomplesse, le sue gallerie dall’atmosfera quasi

astrale, sorge dove prima si trovavano edificimilitari; e ci sono voluti ben dieci anni perultimarlo, che sono stati – come afferma MarioResca, direttore generale del Ministero deiBeni culturali – “dieci anni di lavori, moltisforzi, molto entusiasmo”.La struttura è stata inaugurata il 27 maggioscorso dando il via ad un happening di tregiorni nel quale non sono mancate presenzeistituzionali importanti, a cominciare da quel-la del Presidente della Repubblica GiorgioNapolitano, in visita privata, senza contare lapresenza di più di mille giornalisti nazionali einternazionali, nonché critici d’arte, scrittori,filosofi, invitati “per invogliarli – dice Pio Bal-di, Presidente della Fondazione Maxxi – ainteragire con la cultura dell’arte”.

Non ultima, l’ideazione con la FondazioneMusica per Roma di un percorso musicaleche ha accompagnato i visitatori durante igiorni dell’inaugurazione della struttura.

Le mostre inaugurali

Spazio è il primo allestimento, ma anche il filoconduttore delle due collezioni di arte e archi-tettura, che rappresentano un po’ le due ani-me del Maxxi.Una novantina le opere della collezione ARTEche dialogano con le installazioni site specificdi dieci studi di architettura internazionali (tracui Diller, Scofidio e Renfro, Lacaton & VassalArchitetcs, West 8). Per assonanza di significa-

Maxxi ... e Macrodi Tiziana Bacchetta

A Roma due star dell’architetturafirmano due grandi spazi diArte contemporanea

•Anish Kapoor, Widow, 2004 installation,photo Simone Cecchetti,2010 courtesy MAXXI Foundation.

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to le opere esposte sono state suddivise inquattro aree tematiche: Naturale Artificiale,Dal Corpo alla Città, Mappe del Reale, LaScena e L’Immaginario.

L’Immortale. Spiccano le 130 opere che rap-presentano l’intera ricerca di Gino De Domi-nicis, organizzata dal Maxxi e curata da AchilleBonito Oliva ((30 maggio - 7 novembre 2010),suddivise in tre sezioni. Si tratta della primaretrospettiva dedicata a questo artista, figurachiave per l’arte italiana contemporanea epunto di riferimento per le giovani generazio-ni, ancora da scoprire per il pubblico interna-zionale.I titoli divisi per sezione:Prima sezione: Equilibrio I, Senza titolo (Sbar-re violate), Seconda e Terza soluzione d’im-mortalità, Oggetti e Statue invisibili, Il tem-po, lo sbaglio e lo spazio, Mozzarella in car-rozza, Opera ubiqua, Ubiquità, L’immortale,l’invisibile e il luogo, Auronia D.D.Seconda sezione: Con titolo, Senza titolo (lacena), Senza titolo (Lady Diana).Terza sezione: Giocondine, i Nasi e i ritratti.Opere che raccontano un “oltre” spazio-tem-porale come Prospettive rovesciate, Pianeti,Ninsun, Urvasi e Gilgamesh, e quelle chericreano un passato tanto remoto quanto ori-ginario e universale: la saga dei Sumeri, iGuerrieri e il ciclo Kali-yuga.Opere che rimandano al legame ambiguo travisibile e invisibile, tra realtà e immaginazio-ne, tra sogno e realtà, ma quella che forse piùdi tutte riflette il tema dell’immortalità, caroall’artista e pervasivo di tutta la sua produzio-ne artistica, è sicuramente Calata cosmica,collocata nel piazzale antistante il Maxxi adaprire l’esposizione, l’opera più “scioccante”per certi versi, trattandosi di un enorme sche-letro adagiato a terra che sembra intrattenereun rapporto con lo spazio ultreterrestre.

•MAXXI, interno durante l’inaugurazione,vista dell’installazione di Maurizio Mochetti:Rette di luce nello spazio nervilineo,2010, photo Simone Cecchetti,2010 courtesy MAXXI Foundation.

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Mesopotamian Drammaturgies. Il proble-matico rapporto tra Oriente e Occidente vienerappresentato attraverso gli otto video di Ku-tlug Ataman, che riflettono dunque il rappor-to tra modernizzazione e tradizione, globaliz-zazione e persistenza delle culture locali.

Dal Razionalismo all’Informale. È l’operadi Luigi Moretti, architetto, editore, gallerista,regista e studioso, in una mostra realizzata conl’Accademia di Architettura e l’Archivio delModerno dell’Università della Svizzera Italianae con l’Archivio Centrale dello Stato. Le operesono illustrate con disegni, modelli, fotografiee filmati in un percorso che si snoda attraversoil tempo e ricostruisce l’evolversi dell’architet-tura di Moretti dalle prime opere per il regimealle ultime creazioni internazionali.

Spazio/Geografie italiane. Un viaggio nel-l’architettura contemporanea è possibile at-traverso questa installazione video che fun-ziona come un laboratorio in progress diarchitettura contemporanea; l’installazione

Il Centro di ricerca

MAXXI – BASE sarà il centro di ricerca delmuseo, laboratorio di riferimento internazio-nale attorno a cui orbiteranno dibattiti, inizia-tive culturali, esposizioni e incontri con artistie architetti; comprenderà una Biblioteca diArte e Architettura, un Archivio del Contem-poraneo e Archivio fotografico Maxxi Arte edun Terminale del Centro Archivi di Architet-tura.Tutto ciò in linea con la missione istituzionaledel museo.

Il Macro

In contemporanea all’apertura del Maxxi sisono svolti a Roma quattro giorni di aperturastraordinaria per il Macro di Odil Decq, an-ch’esso attesissimo, e piacevole preludio del-l’inaugurazione definitiva in autunno.

•In alto e in basso: MAXXI,Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo,Roma.

è realizzata mediante una sequenza di “mon-di” che ricompongono, in un caleidoscopicoquadro d’immagini, altrettanti paesaggi diarchitettura.

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•Kentridge William, North Pole Map,2003, photo Simone Cecchetti,2010 courtesy MAXXI Foundation.

Odil Decq, l’altra stella luminosa dell’archi-tettura mondiale al femminile, parigina, è dadieci anni al lavoro per la realizzazione delMuseo d’Arte Contemporanea di Roma diVia Reggio Emilia, che sorge sugli spazi del-l’ex Birreria Peroni.Si tratta di diecimila metri quadrati di spazi,dove le note dominanti sono i cristalli da cuitraspaiono i nuovi spazi; ma anche il cemen-to nero, la pavimentazione interna, che ri-produce lo stesso materiale dei marciapiedidi Roma, il rosso dell’auditorium, e poi 2500metri quadrati di giardini pensili, settemilametri quadrati tra sale espositive, sale didat-tiche, foyer, art cafè, book shop.Insomma un luogo dove tutto ciò si integracon gli spazi di ritrovo cittadino, secondo lostile dark di chi l’ha progettato: il colore neroè assolutamente dominante nell’architetturadell’edificio.Uno spazio, dunque, per l’arte contempora-nea ricavato nel sociale e per il sociale.Così nelle intenzioni di Odile Decq che, a chile chiede quanto ha pesato la storia di una cittàmillenaria come Roma nella progettazione delsuo spazio, risponde: “Finalmente la città si èsvegliata, ha cominciato a tuffarsi nel contem-poraneo. Gli ultimi interventi risalivano aglianni Settanta, poi più niente, sempre conquesto terrore della Storia e dell’archeologia.Ora le cose sono cambiate, i concorsi interna-zionali hanno portato anche a Roma grandiarchitetti di tutto il mondo”.E sembra sia proprio così. Il Macro sarà direttoda Luca Massimo Barbero e, in armonia con loscopo primario della progettista, sarà prepon-derante la fruizione pubblica del museo; saràinfatti il pubblico il suo principale protagoni-sta dal momento che l’orario d’apertura dellastruttura si protarrà fino a mezzanotte.Appuntamento in autunno, dunque, perl’apertura definitiva.

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ico Il firewall e le zone d’ombra

a cura di Marco Agliata

Ritornando sulle problematiche della prote-zione dei computer è necessario ricordareche l’apparente complessità dei sistemi diprotezione (hardware e software) troppospesso diventa elemento percepito come li-vello di complicazione che allontana gli utentidalla gestione del problema.Questo aspetto espone molte persone e sog-getti organizzati a situazioni di grave rischiodei propri apparati, non solo per il furto deidati che potrebbero subire, ma anche per ildanneggiamento delle macchine che spessoè legato all’intrusione di estranei.Il tempo, le esperienze personali, la correttainformazione e la conoscenza dei problemihanno reso molti utenti più attenti nei com-portamenti e nell’uso del computer, soprat-tutto quando si va in rete o si ricevono e-mailsospette.Purtroppo l’evoluzione ha interessato anchechi in rete crea programmi non propriamen-te destinati al benessere degli utenti, e quin-di è necessario aggiornare, senza che questocostituisca una sorta di stato di guerra per-manente, le proprie informazioni di base sualcune questioni di uso più comune.Molto spesso si fa uso di programmi o sistemidi protezione ai quali vengono demandaticompiti e responsabilità pensando, giusta-mente, di aver risolto i propri problemi rela-tivi alla sicurezza e alla difesa dei propri dati;ma non sempre è così, anche perché le mi-nacce arrivano non solo da programmi ina-deguati ma anche dall’uso non sempre ade-guato che ne viene fatto.Uno degli esempi ricorrenti è costituito dal

•Ponte di Feng Hua, particolare,Tientsin, Cina 2004-06.

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firewall, la cui installazione non è sufficientea risolvere tutti i problemi compresa la messain sicurezza della macchina; anche in questocaso c’è bisogno di un minimo di lavoro perla sua configurazione e per garantire unamigliore conoscenza delle effettive capacitàdi difesa di questi strumenti.Molti degli errori che poi determinano viola-zioni della propria macchina nascono pro-prio dalla convinzione di aver creato un siste-ma inaccessibile che ci permette di spingerci“oltre le colonne d’Ercole” con troppa disin-voltura, finendo per visitare siti decisamentea rischio convinti di essere super protetti.L’esperienza ci dice che nella maggior partedei casi non è così.Ecco un punto che dovrebbe tornare allamente di chiunque naviga in internet: moltisiti sono fatti proprio per attirare l’attenzio-ne degli utenti e, a quel punto, assestare ilcolpo con qualche virus o programma piratache prende possesso del computer. Nel casodelle mail a rischio non è possibile evitare diriceverle (anche se si può isolarle prima chefacciano danni); ma nel caso dei siti possia-mo evitare di andare a curiosare in situazionidi poca trasparenza al di là delle promessemirabolanti che vengono fatte dai loro cura-tori o dal tipo di immagini che vengonopresentate.Per fare degli esempi non troppo distanti neltempo, il browser explorer 6 è stato aggior-nato anche perché veniva bucato da virus chevenivano inseriti nei pdf che gli utenti anda-vano a scaricare convinti che in un file diimmagini non fosse possibile introdurre nul-

la di pericoloso; da allora del tempo è passa-to e, oggi, siamo in condizioni di ulterioreevoluzione dei sistemi di violazione.Altra cosa da chiarire per sgombrare il campoda possibili equivoci: il firewall è uno stru-mento destinato a proteggere il computerfiltrando il traffico internet della macchinasui cui è installato, e non può fare nulla insituazioni in cui il virus viene introdotto nelcomputer per altre vie (già presente nellamacchina oppure attraverso chiavette USB).Quindi, in ogni caso, il firewall da solo noncostituisce protezione completa della mac-china che avrà bisogno di un antivirus cheintervenga su qualunque file in entrata daqualunque fonte e che sia in grado di control-lare sempre lo stato del computer.Oltretutto, se un virus è presente o entra nelsistema può modificare le configurazioni delfirewall consentendo l’accesso ai dati conte-nuti all’interno senza che l’utente abbia mi-nima cognizione di ciò che succede fino allanuova configurazione del firewall.Dopo aver completato la dotazione di base(antivirus e firewall) ricordarsi, ogni tanto, dicontrollare le relative configurazioni ed ese-guire gli aggiornamenti (dell’antivirus), fa-cendo attenzione al tipo di modifiche ointegrazioni che effettueremo (escludendo oincludendo le attività previste).La modalità stealth (invisibile) presente inalcuni firewall dovrebbe rendere l’utente tra-sparente e permettergli di navigare in tuttatranquillità nella sua “presunta” trasparenza;in realtà la modalità stealth rende invisibilisolo al ping (programma per verificare la

presenza e la raggiungibilità di un altro com-puter) e quindi non genera risposte alla ri-cerca che viene fatta da un potenziale hackeril quale, però, non ricevendo alcuna rispostanon impiega molto tempo a capire e verifica-re la presenza di un computer nascosto die-tro uno specifico indirizzo IP. Quindi, allafine, la modalità stealth finisce per diventareun segnalatore di presenza della propria mac-china e una sorta di invito a indagare eaggirare il sistema di protezione per vederese c’è qualcosa di interessante.

L’unione fa la forza

La migliore protezione può essere ottenutadalla combinazione del firewall hardware(spesso integrati nel router) e di quellisoftware come alcuni di buona qualità e gra-tuiti disponibili in rete. La combinazionedelle due modalità migliora ulteriormente illivello di prestazioni che si caratterizzano(nel caso hardware) per la separazione fisicadella rete dal computer (e quindi dai dati),determinando un distacco anche fisico dalluogo di contatto con l’esterno e i dati riser-vati. Per quanto riguarda il software, si pos-sono avere delle soluzioni (come già succedein Linux) molto efficaci a condizione che siale configurazioni che gli aggiornamenti ven-gano eseguiti con attenzione e periodicitàcostanti.Le azioni di difesa che il firewall svolgeràpossono essere oggetto di un controllo diret-to e continuo da parte dell’utente decidendo

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di ricevere un pop-up (piccola finestra disegnalazione che si apre generalmente inbasso a destra del monitor) e un segnaleacustico nel caso di tentativo di accesso inde-siderato da parte di qualche estraneo. Moltospesso si tratta di richiesta di pacchetti fattiproprio da nostre applicazioni durante l’uti-lizzo di internet e il download di dati; diversaproblematica si presenta quando a generarel’allarme sono dei programmi esterni discansione delle porte del proprio computerattraverso dei ping operanti dall’esterno eprecursori di minacce molti più concrete e

consistenti. Per evitare di essere bombardatida pop-up che molto spesso non risultano dialcun interesse sarebbe meglio disattivare imessaggi di avviso normali e attivare solol’opzione per i messaggi di massima allerta,che sono quelli relativi a reali tentativi diintrusione per i quali è utile avere delleinformazioni tempestive.Una delle modalità che espone le macchineal rischio intrusione è determinata dallo sta-to (aperto) delle porte collegate all’esterno,quindi è una buona norma adottare alcuneprecauzioni utili a limitare ulteriormente le

possibilità di intrusione: se non utilizziamocontinuamente un server FTP esterno per latrasmissione di dati o altri programmi dicomunicazione e trasmissione on line sem-pre di dati, è molto utile provvedere al bloc-co delle porte di comunicazione con l‘ester-no. Altro sistema è costituito dall’HTTPTunnelling che costituisce una tecnica utiliz-zata nella trasmissione di dati digitali pertrasmettere informazioni che normalmenteutilizzano altri protocolli, attraverso lostandard http. Nel caso specifico la porta 80per il protocollo http è sempre aperta, con

•Ponte pedonale sull’Ource,veduta, Leuglay, Francia 1996.

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l’HTTP Tunnelling è possibile scambiare datiFTP anche nel caso la porta 21 (la porta FTP)sia protetta in quanto i dati FTP vengonoconvertiti, per la trasmissione, tramite unprotocollo HTTP.In questo caso, quindi, è sempre utileconfigurare il firewall per tenere le portesempre chiuse controllando di non avereaperti programmi on line (come dei serverFTP), quando non ci sono le condizioni e lanecessità di restare in questa situazione (tra-smissione dati) sapendo che al momentodella necessità si dovranno riaprire le porteper la trasmissione e che è necessario aggior-nare gli eventuali programmi di trasmissioneprotetta con una certa frequenza.

L’organizzazione è legata all’uso

Ricavare da queste indicazioni delle regolegenerali è sempre possibile, ma forse i consigliche possono essere dati in modo più proficuorestano sempre quelli legati al fatto che cia-scun utente, prima di decidere quali program-mi utilizzare, quali firewall e quali modalità ditrasmissione dei dati, dovrebbe fare un’atten-ta analisi delle proprie esigenze e in base aqueste indirizzare le proprie scelte.Si tratta di un principio più volte richiamato,ma che è effettivamente alla base delle mi-gliori condizioni di lavoro che si possonodeterminare per garantire una maggiorefluidità di tutte le circostanze in cui è possi-bile trovarsi: le procedure di utilizzo deicomputer (sia quello proprio che quelli dei

propri collaboratori) devono essere sempli-ci, comprensibili e efficaci (obiettivi diquesto tipo applicati alla Pubblica Ammini-strazione genererebbero delle conseguenzeepocali) perché solo in questo modo l’utiliz-zo di programmi antivirus, firewall e altreprocedure di protezione potrebbero essereconcretamente applicate senza costituireimpedimenti o ritardi (e inutili complicazio-ni) allo svolgimento del lavoro per tutte lepersone impegnate nell’uso delle macchine,nella ricerca di informazioni su internet enella trasmissione dei dati.Più che una metodologia operativa a voltequesta condizione sembrerebbe diventareuna regola di vita che tanto più è applicabileall’ambito dei computer, che restano sempredella macchine non dotate di proprie capaci-tà elaborative, ma soltanto in grado di svolge-re operazioni sia pure complesse ma sempregestite e dirette dall’utente che li utilizza.Il miglior sistema (hardware, software e peri-feriche) resta sempre quello che più si avvici-na alle necessità di chi lo usa rispondendo, sepossibile, anche nel modo di gestire i dati,trasmetterli e archiviarli alla propriastrutturazione mentale perché solo in quelmodo sarà poi possibile attivare delle proce-dure di aggiornamento, controllo e manu-tenzione che rispondono alla necessità fon-damentale di tenere i sistemi nel migliorestato di manutenzione e efficienza.La scelta del firewall, in questo senso, non sidiscosta molto da questa visione delle coseperché anche questo strumento fa parte del-la più grande famiglia degli accessori

(hardware o software) che entrano a far partedel sistema che, poi, per essere realmenteefficace, dovrà essere gestito nel modo mi-gliore dall’utente principale di quella mac-china.

Conclusioni

Per quello che è stato detto la migliore con-figurazione potrebbe essere quella di unacombinazione firewall hardware e software(anche con programmi gratuiti) con il firewallinserito o collegato direttamente al router amonte della rete interna o della propria mac-china, per creare una soluzione molto sem-plice da gestire e decisamente efficace ai finidella protezione da garantire al sistema.Questo tipo di soluzione richiede soltantoun’analisi non troppo complessa in sede discelta delle componenti, procedure estrema-mente lineari per la installazione di questeparti e un impegno molto contenuto perl’aggiornamento del software.Ancora una volta ritorna la conferma cheesiste un modo soltanto per arrivare allesoluzioni migliori: immaginare le proprieesigenze e il modo preferito di usare le mac-chine e gli altri apparati, il tipo di uso cheverrà fatto o che viene fatto abitualmente e leattitudini delle persone chiamate a usare ilsistema (è inutile andare verso soluzioni cherichiedono attività e manutenzioni che poinon verranno eseguite) e, quando si arrivatialla soluzione che sembra adeguata, sempli-ficare ancora.

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Le cento, milleimmagini che bucano loschermo e restano nellamemoria.Le battute più folgoranti,i personaggi piùsignificativi, i momentipiù memorabili tratti daifilm di tutto il mondo.La casa editrice Il Castoroha raccolto tutto questoin un libro imperdibileper chi ama il cinema.

Cinemadi Corrado CorradiTe

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Chi non ricorda l’osso lanciatonel cielo dallo scimmione di2001: Odissea nello spazio?E King Kong, arrampicato in cimaall’Empire State Building, mitra-gliato dagli aerei, che prima diessere abbattuto si preoccupa dimettere in salvo la biondina Jessi-ca Lange.E la Magnani, nella sua vana corsadietro al camion che le porta via,l’uomo amato, prima di esserefalciata da una scarica di mitra:Roma città aperta, 1945, di Ro-berto Rossellini, nomination al-

l’Oscar e Palmares al Festival diCannes. Film simbolo del neore-alismo, realizzato fortunosamen-te subito dopo la liberazione del-la capitale.E ancora, la corsa finale del ragaz-zo Antoine Doinel nei Quattro-cento colpi, di Truffaut, 1959,dalle sbarre del riformatorio allospazio infinito del mare.Il cagnolino di Umberto D. Legambe di Laura Antonelli quan-do sale la scala di Malizia. E ilbacio appassionato tra DeborahKerr e Burt Lancaster sulla spiag-gia di Honolulu, in Da qui al-l’eternità, la vigilia di Pearl Har-bor.E poi: un guanto sfilato lenta-mente, un uomo innamorato checanta sotto la pioggia, un addioall’aeroporto, una doccia fatale.E cioè Gilda, Singin’ in the rain,Casablanca, Psyco.Che cosa ancora? La magia delRex che naviga sulla spuma delmare, ricreato da Fellini al teatro5 di Cinecittà, con la plastica neradei sacchi della spazzatura e labrezza dei ventilatori.E il bacio inaspettato della buo-nanotte dato da Grace Kelly aCary Grant, che l’accompagnanella sua camera d’albergo. InCaccia al ladro, 1955.Sono tutte immagini incancella-

bili nella memoria.Gli autori di questo libro (sono63!), che può essere consideratouna sorta di sogno collettivo sulcinema, non sono necessariamen-te critici cinematografi, ma stori-ci, scrittori, docenti universitari,intellettuali.

Battutecelebri e nonQui siamo a New York: se ce la faiqui ce la puoi fare ovunque.(Jack Nicolson in Qualcosa è cam-biato).

• Si vede che lei non ha un gatto.• E che me ne faccio del gatto?Ho la ragazza.(Eliot Gould-Philip Marlow, Illungo addio).

Grand Hotel ... Gente che viene... gente che va... tutto senza,scopo.(Lewis Stone, Grand Hotel).

Taxi, taxi ... Seguite quella mac-china!(Da vari film)

Quando un uomo con la pistolaincontra un uomo con il fucile,quello con la pistola è un uomomorto.

(Gian Maria Volontè a Clint Ea-stwood in Per un pugno di dol-lari).

Il mio nome è Ford, John Ford.Faccio Western.(John Ford a un convegno di re-gisti e attori).

• Lo sa quanti poveri animalihanno dovuto uccidere per farequesta pelliccia?• E tu lo sai con quanti ricchianimali sono dovuta andare a let-to per comprarmela?(JoBeth Williams risponde a unapassante, Nei panni di unabionda).

Mi piace l’odore del Napalm almattino.(Robert Duvall, luogotenente Ki-lgore, Apocalypse Now).

• Che hai fatto in tutti questianni, Noodles? - Sono andato aletto presto.(C’era una volta in America, Ser-gio Leone).

Colpi di cannone! O è il miocuore che batte?(Ingrid Bergman a HumphreyBogart, Casablanca).

La vita è come una scatola dicioccolatini, non sai mai quelloche ti capita.(Forest Gump in Forest Gump).

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I diamanti sono i migliori amicidella donna.(da Gli uomini preferiscono lebionde).

Mi spiace. Ma io so’ io. E voi nunsiete un cazzo.(Alberto Sordi in Il marchese delGrillo).

• Siete Norma Desmon, la famo-sa attrice del muto? Eravate gran-de!• Io Sono sempre grande. È ilcinema che è diventato piccolo.

(William Holden e Gloria Swan-son, Viale del tramonto, di BillyWilder).

Domani è un altro giorno.(Vivien Leigh-Rossella O Hara, Viacol vento).

Le gambe delle donne sono deicompassi che misurano il globoterrestre in tutti i sensi.(da L’uomo che amava le donnedi François Truffaut).

• Vi faccio notare che il revolver

è puntato al cuore.• È il posto meno sensibile che ioho.(Hamphrey Bogart e Claude Rainsin Casablanca).

L’ultima volta che sono entratoin una donna è stato quando hovisitato La Statua della Libertà.(da Crimini e misfatti di WoodyAllen).

• Vai dallo psichiatra? - Da quin-dici anni. Gli concedo un altroanno, poi vado a Lourdes.

(Io e Annie, di Woody Allen).

Non so aprire la chiusura lampo:qualcuno vuole aiutarmi?(Rita Hayworth in Gilda).

Io Tarzan tu Jane.(Johnny Weismuller, Tarzan l’uo-mo scimmia).

Amore significa non dover maidire I’m sorry.(Uliver Barret in Love story).

Divento intelligente quando miserve. Ma al più degli uomini nonpiace.(Marilyn Monroe, Gli uominipreferiscono le bionde).

• Osgood, voglio essere leale conte: non possiamo sposarci, sonoun uomo. “Beh, nessuno è per-fetto”.(Da A qualcuno piace caldo, diBilly Wilder).

Mi si nota più se vengo e me nesto in disparte o se non vengo perniente?(Nanni Moretti in Ecce Bombo).

In Italia per 300 anni sotto i Bor-gia ci sono stati guerre, terrore,criminalità, spargimenti di san-gue. Ma hanno prodotto Miche-langelo, Leonardo, il Rinascimen-to. In Svizzera vivevano in amorefraterno, avevano 500 anni di pacee di democrazia. E che cosa han-no prodotto? L’orologio a cucù.(0rson Welles a Joseph Cotten, Ilterzo uomo).

Che vergogna quando arrivò

•Gary Cooper e Marlene Dietrich in Marocco,regia di Josef von Stemberg, 1950.

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l’idraulico.... Io ero lì tutta nudanella vasca e ... non avevo losmalto sulle unghie!(Marilyn Monroe, Quando la mo-glie è in vacanza).

Da Woody Allen: Che fa sabatosera? - Occupata, devo suicidar-mi. - Allora venerdì sera?(Provaci ancora Sam).

MaroccoPrimo film americano di Josefvon Stenberg, creatore del mitoMarlene (193O).Nella scena d’apertura la Dietri-ch, in smoking e cilindro, cantan-te di cabaret e mantenuta delricco pittore Adolphe Menjou,chiede un fiore a una bella donnaseduta a un tavolo. La ringraziabaciandola sulla bocca e lancia ilfiore al legionario Gary Cooper.Tra i due scatta la scintilla, qual-cosa d’inarrestabile: per la primavolta il mito di Lola-Lola si con-fronta con un altro mito divisti-co, quello di un uomo fatale einafferabile, concupito da tuttele donne che incontra.Nell’indimenticabile scena fina-le, priva di dialogo, AdolpheMenjou, elegantissmo in linobianco e impassibile, accompa-gna l’amata all’alba alla partenzadella, Légion.La Dietrich scende dalla macchi-na, si toglie le scarpe e a piedinudi nella sabbia va a raggiunge-re le donne arabe che seguono i

loro uomini trascinandosi dietrola capretta.Il Marocco creato in studio davon Stenberg ha per luci e suo-ni qualcosa di magico.

CasablancaChi non ha visto almeno una vol-ta Casablanca? (1942).Il film mitico sul quale il temposembra non avere presa. Tre,

Oscar, regia di Michael Curtiz.Come ha scritto Umberto Eco,“quando tutti gli archetipi irrom-pono senza decenza, si raggiun-gono profondità omeriche. Duecliché fanno ridere, cento com-muovono”.Al Rick’s Bar di Casablanca si ri-trova il triangolo amoroso forma-to da Bogart, Ingrid Bergman ePaul Henreid, eroe della Resi-stenza.Scena clou quella finale all’aero-

porto dove Bogart uccide il mag-giore tedesco per permettere allacoppia Bergman-Henreid di fug-gire in aereo. Lo copre il capodella polizia Claude Rains (“fer-mare i soliti sospetti”) che gettanella spazzatura una bottigliad’acqua di Vichy (chiara allusio-ne al governo Petain) e proponea Bogart di unirsi a lui a favoredella Francia libera per combat-tere i nazisti.I due si allontanano nella neb-

•Clark Gable e Claudette Colbert in Accadde una notte,regia di Frank Capra, 1934.

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bia, fianco a fianco (“forse ogginoi inauguriamo una bellaamicizia, dice Bogart) e da excinici si rivelano patrioti senti-mentali.

Accadde unanotteClaudette Colbert, ragazza vi-ziata, figlia di un milliardario,

fugge di casa per raggiungere ilsuo fidanzato, un playboy che ilpadre detesta.Mentre tutti la cercano (su dilei c’è una grossa taglia) la fug-gitiva incontra e fa amicizia, sulpullman New York-Miami, conil giornalista Clark Gable che,pur di assicurarsi lo scoop fina-le, s’impegna a non tradirla.Frequentandosi, fatalmente idue s’innamorano, e lei sco-

pre un mondo fino ad allorasconosciuto, quello dell’Ame-rica semplice e ingenua, ama-ta da Frank Capra.Celeberrima la sequenza in cuiGable insegna a Claudette comeinzuppare le ciambelle nel cap-puccino. Tra le molte gag, fa-mosa quella dell’autostop dovelei mostra a lui quanto sia piùefficace una gamba di donna(per fermare un’automobile) ri-

spetto al gesto dell’uomo cheagita inutilmente il pollice.5 Oscar, regia di Frank Capra,1934. Un film delizioso, un mi-sto di umorismo e sentimento.

Dancing inthe dark(Spettacolo di va-rietà, 1953)

Riuscirà un maturo ballerino,Fred Astaire, 53 anni, a rinun-ciare un po’ della sua impetuo-sità, e la ballerina, Cyd Charis-se, 31 anni, a perdere un po’della sua altezzosità per danza-re insieme?Una sera i due si incontrano alPlaza, e l’uomo decide di por-tarla fuori a fare una passeggia-ta in carrozzella nel parco. Fi-nalmente giungono in una ra-dura dove possono stare soli.La canzone che hanno in menteè Dancing in the dark. Mentresi avvicina a lui, la donna allun-ga una gamba e fa una piccolagiravolta; lui la osserva con at-tenzione e la imita. Iniziano aballare entrambi, vestiti di bian-co, nella penombra di CentralPark. I loro movimenti si com-pletano in modo naturale comein un sogno a occhi aperti.Un momento straordinarionella storia del musical ame-ricano. Uno dei migliori bal-letti mai comparsi in un mu-sical per il grande schermo.

•Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca,regia di Michael Curtiz, 1943.

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Fronte delportoL’interpretazione di MarlonBrando in Fronte del porto sipuò definire la prova d’attorepiù convincente di tutti i tem-pi. Generazioni di attori ne han-no tratto ispirazione per il modoin cui Brando scandisce le battu-te, per l’imprevedibilità delle suescelte e il suo apparire semprecalato nella parte. La conquistadell’Oscar sancì la definitiva ac-cettazione del Metodo del-l’Actor’s Studio da parte di Hol-lywood. Sebbene la scena del taxicon Rod Steiger sia diventataquella che ogni giovane attoreprova davanti allo specchio, ciòche meglio rappresenta il modoin cui il “Metodo” cambiò la reci-tazione è meno appariscente.Brando passeggia in un parcoinsieme a Eva Marie Saint, ignaradel fatto che il suo accompagna-tore sia coinvolto nell’organizza-zione dell’assassinio di suo fra-tello; durante una prova di que-sta scena la Saint fa cadere pererrore un guanto e Brando, senzauscire dal personaggio, si china elo raccoglie. E invece di ridarglie-ro lo trattiene, costringendo laSaint a seguirlo nel vano tentativodi riprenderselo. Quella che sa-rebbe potuta essere una scena piut-tosto piatta è invece diventato l’epi-sodio che getta luce sulla naturadel personaggio (la sensibilità diBrando dietro l’aria da spaccone).Così, un imprevisto durante le

prove diventa uno dei momentipiù famosi della storia del cinema.Regia di Elia Kazan, 1954.

PsycoÈ il più grande successo di pub-blico ottenuto da Hitchock(1960). Quattro nomination agliOscar. Tutte le regole del thril-ler sovvertite, qualcosa di scan-daloso, come per esempio far

morire la protagonista doposolo 45 secondi iniziali del film.Per la sequenza della doccia (sce-na cult) di inaudita violenza, chedura appunto 45 secondi, occor-sero 7 giorni di lavorazione e unacontrofigura.La trama. In fuga da Phoenix con40 mila dollari nella valigia, JanetLeigh finisce nell’hotel gestito daAnthony Perkins, un giovane ti-mido e voyeur, succube dellamadre. Janet entra nel bagno per

fare una doccia e lì viene aggredi-ta a coltellate. Anthony ne fa spa-rire il cadavere facendo scivolarel’auto in uno stagno.In occasione della prima uscitadel film Hitchock insistette per-ché le sale cinematografiche nonconsentissero agli spettatori dientrare a film iniziato. Cosa chepoi divenne una regola.Perkins, da allora, non riuscì piùa scollarsi di dosso il ruolo dellopsicopatico.

•Marlon Brando e Eva Marie Saint in Fronte del porto,regia di Elia Kazan, 1954.

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Testi e foto sono ripresi da“Cinema, i mille momenti fon-damentali”, Editrice Il Casto-ro, pp. 800, € 29,90.

Acque del SudAcque del Sud, 1944, regia diHoward, dal romanzo breve diErnest Hemingway To have andhave not. Alla stesura del filmpartecipò anche William Faulk-ner. Il film si illumina quandosono di scena Bogart e la Ba-call, diciottenne, cantante dinight, al suo primo film, e dive-nuta subito celebre con la bat-

tuta: “Quando mi vuoi fammiun fischio”, pronunciata con lasua voce roca.Bogart e la Bacall si innamora-rono sul set e si sposarono l’an-no dopo. Divennero una dellegrandi coppie della Hollywooddel dopoguerra.Il film si svolge in Martinica,durante la seconda guerra mon-diale. Bogart, padrone di unbattello da pesca, uomo cinico

e duro, si vede costretto ad ab-bandonare il proprio egoismoper impegnarsi in una causa,quella della Resistenza. Si trat-ta di una circostanza tipica delpersonaggio (vedi Casablan-ca). Tornando ai due attori, l’in-tesa tra loro fu tale che dopoAcque del Sud, recitarono dinuovo insieme in Il grande so-gno (1946), La fuga (1947),L’isola di corallo (1948).

Il padrinoIl capo di uno studio di Hollywo-od non vuole dare un ruolo im-portante in un film a Johnny Fon-tana (Al Martino), affiliato allamafia. “Ficcati bene in testa, tu eil tuo padrone, chiunque sia –dice il capo dello studio al consi-gliori di Corleone (Robert Du-vall) – che Johnny Fontana nonavrà mai quella parte. E me nefrego di tutti i gruppi camorristisiculo-napoletani che vengono afarmi minacce e ricatti”. La matti-na dopo il capo dello studio sisveglia nel suo letto con le len-zuola impregnate di sangue, escopre la testa mozzata del suoadorato cavallo da corsa, un pu-rosangue che è la sua ragione divita. Johnny Fontane ottiene laparte. Viene fatto di pensare aFrank Sinatra e ai suoi rapporticon la mafia. Infatti il capo dellaColumbia scritturò The Voice perDa qui all’eternità, sebbene ilregista non fosse d’accordo. Maera impensabile sfidare il Padrinoche aveva chiesto questo favore.Tra parentesi, il cavallo morto sem-bra essere stata un’invenzionedello scrittore Mario Puzo. La te-sta di cavallo, autentica, provenivada una fabbrica di cibo per cani.○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

•Fred Astaire e Cyd Charisse ballano in Spettacolo di varietà(la scena: Dancing in the dark),regia di Vincente Minelli, 1953.

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Dice un anticoproverbio gitano:“Se sei Rom, vieni daaltrove.Ma dove si trovi questoaltrove è tutta un’altrastoria”

Nell’Italia della destra populistama anche in tutta l’Europa con-temporanea, il termine ZINGA-RO suona quasi come una be-stemmia ed evoca, per molti, ri-valse e aggressività, odio e vio-lenza che potrebbero facilmentefar venire in mente un vecchio enobile film di Arthur Penn (Lacaccia, 1966) per applicare lestesse regole di linciaggio neiconfronti di un popolo da sem-pre emarginato dalla Storia. Glipsicologi spiegano molto facil-mente che nelle nostre paure ri-spetto all’estraneo si celano an-cestrali fobie nei confronti dellaDiversità e dell’Altro da sé, spes-so mascherate e travestite da xe-nofobia e razzismo.Un grande poeta e drammaturgo

Zingaro!di Paolo De Bernardin

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napoletano, Raffaele Viviani, me-more di un lungo soggiorno tra-scorso poco più che ventenne aBudapest, agli inizi del XX° seco-lo, compose alcune splendidecanzoni dedicate agli zingari (‘Ezingare; E chisto è ‘o zingaro;Simme zingari, carne e surore).Nei suoi testi ricorre spessol’espressione “essere fore paese”con la quale esprimeva, in meta-fora, il disagio e l’inquietudinefisica della mancanza di identitàcon la propria terra e in definitivala non appartenenza ad un luogopreciso. La stessa condizione chevivono oggi i nuovi migranti chedal terzo e quarto mondo giun-gono nella nostra “cristiana” ci-viltà surrogata di partiti “dell’amo-re”. Quella stessa condizione chegli zingari vivono da oltre un mil-lennio in un eterno vagare senzapatria e senza fissa dimora.È un modo di essere che il gagiò(così viene definito dagli zingaril’estraneo, il sedentario, colui chenon appartiene al loro mondo),vale a dire noi tutti, può viveresolo marginalmente e solo comesconfinamento, per poter com-prenderne la metafora senza con-dividerne la terribile esistenza diesseri errabondi, costretti a spo-starsi continuamente ai marginidelle società civili e con un unico

scopo: la sopravvivenza.Ai nostri occhi l’immagine dellozingaro è sicuramente mediatadall’esperienza quotidiana dellacronaca nera, dei furti in apparta-mento, dei borseggi per le stradee dei rapimenti dei bambini, adopera di una malavita e di unadelinquenza che criminalizza l’in-tero popolo. È per questo che lafigura dello zingaro genera in-quietudine e timore. AgostinoGiovagnoli, storico dell’Univer-sità di Sassari sostiene che “lafigura dello zingaro continua aturbare le nostre società svilup-pate e moderne. La sua figuraevoca qualcosa di indefinito.Suscita paura e rifiuto, insiemea una strana attrazione che ri-chiama la sfera del magico. Inconcreto il fastidio da essi rap-presentato non supera in molticasi quello di un’elemosina chie-sta con insistenza. Perché alloraturbarsi davanti alla figura del-lo zingaro? In realtà sappiamomolto poco della loro storia”.

Dobbiamo risalire al tardo latinoper scoprire l’origine del termi-ne zingaro. I medioevalisti desi-gnavano quella popolazione no-made con il termine cingarus ocinganus, ma altre fonti storichefanno riferimento ai discendenti

degli Athinganos, una setta del-l’Asia Minore. In un volume del1068 dedicato alla vita di SanGiorgio (considerato ufficialmen-te il protettore degli zingari direligione cristiana) e ritrovato inGrecia in un monastero del mon-te Athos, si parla di una popola-zione denominata adsinkani.Con le opportune variazioni lin-guistiche europee e slave queltermine si ritroverà, via via, invari paesi. E diventerà cigani neiBalcani, acigan in Romania, cy-gan in Polonia, cykan in Russia,czygani in Ungheria, çingenelerin Turchia. In Germania, forsemutuato dal verbo Ziehe Cinher(vagare, errare) fu coniato il ter-mine zigeuner che in Francia di-venne tziganes.Più curiosa è invece la nascitadella parola gitano derivata sicu-ramente dai greci che col termi-ne Aigyptiakos avevano definitoquelle popolazioni dalla pellebruna ritenendoli originari del-l’Egitto. Nel corso dei secoli iltermine subì variazioni in Egyp-tianos, Egyptiens (nella Franciadel Re Sole), Egitanos e quindiGitanos, in Spagna. In Gran Bre-tagna divenne prima Egyptians,quindi Egypsies e, infine, Gyp-sies. Un altro termine comuneper la popolazione zingara è quel-

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lo francese di Bohémiens. Il suouso è antichissimo e risale al 1417.Infatti, da esperti artigiani metal-lurgici quali erano, gli zingari in-trodussero in vari paesi nuovetecniche di lavorazione dei me-talli. Per questi servizi ottennerodal re Sigismondo di Boemia unlasciapassare che fu, in molti casi,

un salvacondotto. Il documentostorico divenne così il pretestoper una carta di identità socialeche li identificò appunto comeBohémiens.

Cercare di conoscere però la datadi nascita della popolazione zin-gara è pressoché impossibile. Gli

studiosi hanno comunque appu-rato, da analisi linguistiche e fo-netiche, che la radice geograficadella maggioranza dei ceppi pro-viene dal Rajastan, regione delnord dell’India, ai confini con ilPakistan. Gli studi moderni sibasano su un primo saggio deltedesco Heinrich Moritz Gottlieb

(Die Zigeuner, Lipsia, 1783) nelquale si sosteneva la somiglianzadella lingua degli zingari con lohindi. Tracce antiche della loropresenza, espresse attraverso leg-gende e personaggi appartenentialla loro storia, si rintracciano neipoemi epici indiani del Maha-bharata e del Vishnupurana e inquello persiano del Shah-namah,del grande poeta Firdusi, il cele-bre autore del Libro dei Re. Lospostamento di massa e l’iniziodella migrazione avvennero sicu-ramente prima dell’anno 1000ma la certezza sulle date non esi-ste come pure è incerta la causache diede inizio alla migrazione.Probabilmente la progressiva de-sertificazione del Rajastan, o undisastro naturale, un terremoto,un’alluvione oppure una grandeepidemia furono la causa dellapartenza verso nuove terre. Il lorocammino è stato lungo e fatico-so. Nel corso dei secoli il viaggiosi è frazionato insieme con lostesso nucleo di origine. Le map-pe antiche parlano di percorsilungo il Kabulistan, la Persia, l’Ar-menia, la Frigia, la Laconia e Bi-sanzio. Quelle moderne raccon-tano invece di un lungo peregri-nare dal Pakistan fino alle estre-me regioni occidentali (Irlanda epenisola Iberica). Gli zingari han-no persino attraversato l’Atlanti-co finendo nel Nuovo Mondomentre alcune tribù, attraversol’Arabia e la Siria, hanno raggiuntol’Egitto e l’Africa. In ogni luogo glizingari hanno cercato di mettere

•Django Reinhardt.

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radici senza mai riuscire nell’in-tento di trovare una nuova terra.Come una vera maledizione.

L’avversione che l’Occidente hasempre dimostrato nei loro con-fronti ha radici molto profonde.La studiosa Loredana Narciso nelmagnifico lavoro sulla storia de-gli zingari (La maschera e il pre-giudizio, Melusina, 1990) dimo-stra quanto la diversità compor-tamentale di un intero popolonomade abbia terrorizzato l’inte-ro Occidente: “Così il grupponomade che aveva il solo difettodi discostarsi dai criteri genera-li del branco capitalistico-indu-striale veniva espulso dal tessu-to sociale. Un patrimonio anticodi tradizioni, di cultura, di co-stumi viene ancora oggi catalo-gato in una gabbia di luoghicomuni. La ripulsa che la socie-tà commina agli zingari è uncoacervo di motivazioni esplici-te e inconsce, di rabbie e di intol-leranza inaudite”.Se le prime tracce della presenzadegli zingari in Europa risalgonoal 1400, almeno da un paio disecoli prima si parlava già di loro.A farlo furono i viaggiatori che sirecavano in Terra Santa in pelle-grinaggio o per le Crociate indifesa del Santo Sepolcro. In queltempo era ancora fresca la me-moria storica delle invasioni bar-bariche, di un periodo cioè nelquale tutto basato sull’incertezzae la stabilità era un vero e propriosogno da realizzare. Nessuno ave-

va voglia di spostarsi o di viaggia-re. Se lo si faceva era soltanto perscopo religioso (pellegrinaggi oCrociate). E l’arrivo in massa digente straniera e soprattutto conusi e costumi totalmente diversi,ravvivava lo spauracchio delleinvasioni. Questa fu probabilmen-te una delle cause della discrimi-nazione del popolo zingaro. L’al-tra era certamente di natura eco-nomica. Come nomadi, gli zinga-ri non erano né allevatori né pa-stori né, tantomeno, agricoltori.L’unica fonte di guadagno perloro era l’artigianato. Eccellentinella lavorazione del rame e delferro essi dimostravano una tec-nica superiore a qualsiasi altropopolo conosciuto sulla loro stra-da e pertanto costituivano unaseria minaccia per la fragile eco-nomia dell’epoca. In questomodo nacquero una maledizio-ne che non ha mai cessato diesistere fino ad oggi e un pregiu-dizio terribile che ha sempre mi-nacciato la stabilità di quel popo-lo.A colpi di bolle e di editti, papi ere cacciarono gli zingari da moltiterritori d’Occidente e per quellapopolazione ormai frantumata ilnomadismo divenne una condi-zione necessaria e una soluzio-ne. “L’unica soluzione per so-pravvivere – come afferma GinoBattaglia della Comunità di San-t’Egidio nel suo volume “La pen-tola di rame” (Melusina, 1992).Per le tante comunità zingare lastoria del nostro civile e moder-

no Occidente ha riservato le ac-cuse più becere e improbabili. Inomadi sono stati accusati di an-tropofagia e di stregoneria, con-siderati portatori di peste e diguerre, furono accecati e arsi vivi.Cesare Lombroso, famoso antro-pologo e criminologo, nonchégiurista italiano dell’Ottocento,li definì “razza di delinquenti”.Per non parlare del culmine rag-giunto con lo sterminio etnicoperpetrato dal nazismo che nefece sparire nei forni crematorimezzo milione nella quasi totaleindifferenza del mondo intero.Nel loro lungo peregrinare neltempo e attraverso i paesi piùdiversi gli zingari, come gli ebrei,hanno modificato le loro abitu-dini attingendo via via dalle cul-ture locali elementi che hannosviluppato nuove idee e nuovecaratteristiche per ogni singologruppo etnico nel disperato ten-tativo di essere accettati da unconsesso civile.

DROM LACHO Buon viaggioSolo nel campo musicale la cul-tura zingara ha trovato punti dicontatto con le società stanzialipiù evolute. In un saggio del 1859,Franz Liszt ebbe a sostenere chegli zingari erano dotati di un sen-so musicale dall’incredibile pro-fondità, certamente sconosciutoa qualsiasi altro popolo. Grandivirtuosi di violino, di clarinetto edi chitarra (tutti strumenti legge-ri e facilmente trasportabili nellungo percorso migratorio) gli

zingari hanno sempre espressotradizioni intrise di gioia nelladanza e di malinconia del cantocon un forte richiamo al senso dinostalgia che ha sempre conqui-stato ogni tipo di auditorio. Nelcontinuo raffronto con le culturemusicali di ogni paese attraversa-to gli zingari hanno saputo fon-dere i generi più diversificati cre-ando, di pari passo con la musicaebraica, una trasversalità e unatransglobalizzazione che hannoanticipato di molto le attuali ten-denze della musica popolare,come testimoniano le vicendedelle molte tribù e dei vari ceppiche attraversano ancora il mon-do contemporaneo.Si stima che siano 50 milioni (lamaggior parte dei quali di origi-ne banjara) nel subcontinenteindiano rappresentati dai famosicacciatori e incantatori di serpen-ti, nonché abili forgiatori di me-tallo. Per molti di loro la musica ela danza sono parte integrantedell’attività quotidiana e costitu-iscono una vera e propria appar-tenenza ad una casta speciale,erede di quei celebri musicanti(leggenda vuole che fossero12.000) che, nel X secolo, suona-rono tutti insieme per il Re diPersia, ottenendo da questi l’au-torizzazione a restare nei suoiterritori. E ancora oggi si calcolache siano 200.000 nell’Iran degliAyatollah, suddivisi in tribù qualigli Abdali, i Kouli, i Fiuji e i Ghor-bati provenienti dall’Afghanistan,primo paese toccato dalla dia-

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spora migratoria.Nodo cruciale del lungo cammi-no migratorio è stato da semprel’Anatolia che ha visto sulle suestrade passare milioni e milionidi zingari. Oggi sono circa 500mila gli stanziali (della tribù degliArlije) che commerciano in og-getti di rame e ferro battuto e inpiccolo e povero artigianato.Nelle grandi città lavorano comelustrascarpe o artisti di strada eaddestratori di orsi. Molte ragaz-ze si specializzano nella danzadel ventre mentre gli uomini ven-gono reclutati nel nord della Tra-cia per un’attività molto redditi-zia come la spennatura delle ocheper le manifatture tedesche deipiumini d’oca. La musica gitanaturca si differenzia totalmentedallo stile degli altri paesi del-l’Europa centrale per essere in-trisa di islamismo e di influenzearabe. Persino la strumentazioneè diversa. Molto usati sono l’oud(liuto a 5 corde doppie), stru-mento principe del medio orien-te islamico, come pure il kanum,una piccola cetra con 40 cordepizzicate da un plettro. E nonsono da meno il kaman, un pic-colo violino e il clarinetto, dive-nuto dal XVIII° secolo lo stru-mento principale della musicadegli zingari. Per il ritmo delladanza ci si affida invece alla dar-bouka, il tipico tamburo.Attraverso lo stretto dei Darda-nelli e il Bosforo gli zingari giun-sero intorno all’XI secolo in Gre-cia e Macedonia. Si calcola che

•Kocani Orkestar.

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siano circa mezzo milione nellavasta area suddivisi in Rom (direligione ortodossa) e Handuriae Kalpazaria (di religione musul-mana). Musicalmente interessantisono gli zingari stanziali di Mace-donia i cui antenati arrivarono,come musicanti, al seguito deglieserciti ottomani nel 1600. Fon-damentale nell’esercito era l’ap-porto della fanfara musicale cheutilizzava essenzialmente gli ot-toni. Quell’usanza è rimasta an-cora oggi come testimonia il suc-cesso attuale della Koèani Orke-star e della Fanfare Ciocãrlia,popolarissime anche in Italia,come pure le formazioni di Go-ran Bregovic o, nel jazz, di Bo-ban Markovic che caratterizzanoi suoni di tutta l’area Balcanicadove le tribù di Rom, Kalderasha,Gurbeti Khorakhanè e Arlije su-perano la considerevole cifra di1 milione di persone. Bastereb-be vedere qualche film di EmirKusturica (Ti ricordi di DollyBell?, Papà in viaggio d’affari,Il tempo dei gitani, Under-ground, Gatto nero gatto bian-co) per avere un affresco dellaciviltà gitana nel mondo balcani-co. Non sono da meno anche imagnifici film di Tony Gatlif (La-tcho drom, Gadjo dilo, Exils),regista franco-algerino di originezingara che allarga il discorso atutta l’area mediterranea.Uno dei centri capitali sul per-corso principale della diasporazingara resta ancora oggi la Ro-mania la cui popolazione Rom

ammonta a circa 2 milioni dipersone che, dopo la caduta diCeausescu, si considera ormailibera e stanziale (solo il 15%vive oggi di nomadismo) e vivedi artigianato. Con i Rom convi-ve anche la grande famiglia deiKalderasha, originaria autocto-na (il termine deriva da calda-rar, fabbricante di pentole). Lacultura musicale degli zingari diRomania è molto radicata. Dalleregioni transilvaniche a quelledella Valachia è vivissimo anco-ra oggi l’imprinting dei Lautari,discendenti dagli antichi omo-nimi cantori che, come i griotsafricani, narrano in musica levicende di un intero popolo fat-te di episodi della quotidianità edella Storia. Con la suggestionedei loro violini e con i coloridelle fisarmoniche gli zingariromeni sono stati osannati intutto il mondo. Le formazionistrumentali prendono il nome ditaraf e sono composte da moltimusicisti (tra i 5 e i 16 elementi).Popolarissimi anche in Italia sonoi Taraf de Haïdouks (il nome èmutuato da una sorta di RobinHood della Romania feudale) cheattraverso danze e ballate ricom-pongono tutta la storia di un in-tero popolo. Sono storie che rim-balzano da una comunità all’altrae da un paese all’altro di tuttol’asse dell’Europa Centrale, dal-l’Ungheria alla Repubblica Ceca,dalla Moldavia alla Russia. Que-sto enorme patrimonio popolareè stato ampiamente studiato e

classificato da Franz Liszt, giàammiratore di János Bihari, violi-nista e compositore zingaro(1764-1827) e successivamenteriscoperto da Zoltán Kodály e BélaBartók, i due più grandi musicististudiosi di cultura popolare neiprimi decenni del Novecento.Nello spostamento verso Occi-dente la cultura zingara non halasciato grandi tracce sull’asseAustria, Germania, Italia. Sia perle tragiche vicende del genocidionazista che ha sterminato le po-polazioni Sinti e Rom, sia per lacompleta emarginazione di quel-la gente. A dire il vero oggi èproprio la Germania, il paesedove vengono maggiormente ri-spettati i diritti civili degli zingarie dove è cresciuto notevolmenteil livello di scolarizzazione e deimatrimoni misti.Nel nostro paese la popolazionezingara si aggira intorno alle 100mila persone (30.000 delle qualisono stanziali) e hanno una bellarappresentanza musicale in unpaio di formazioni, gli AquaragiaDrom e i Taraf de Metropulitana,brillante formazione di romeni ebalcanici cresciuta sotto le galle-rie della Metropolitana della ca-pitale.Diverso è invece il discorso dellaFrancia e della Spagna. Nel paesetransalpino sono circa 400 milale presenze degli zingari divisi intre tribù principali: Rom, nell’areaparigina, Kalè nel sud provenzalee Sinti, in Alsazia. Grazie a Jean“Django” Reinhardt, straordina-

rio musicista nato in Belgio nel1910 e dotato di uno stile chitar-ristico di eccellenza, quest’ulti-ma popolazione di zingari alsa-ziani fu ribattezzata Manouche. Atutt’oggi Django, con la superbaformazione dell’Hot Club deFrance (con Stephane Grappelli)rappresenta il faro del jazz euro-peo dell’intero Novecento e ilpiù grande maestro di uno stilechitarristico che fa proseliti anco-ra oggi. La sua scuola ha datofrutti eccellenti nell’Italia deglianni Trenta e Quaranta (LucianoZuccheri e Angelo Servida) e nel-la Francia odierna (ChristianEscoudé, Bireli Lagrene, Stoche-lo Rosenberg, Romane e Mandi-no Reinhardt).Nel sud della Francia, invece, aridosso della regione della Ca-margue - che nella piccola locali-tà di Saintes-Maries-de-la-Merospita il santuario della patronadegli zingari- e della zona di Per-pignano, si è sviluppata una dan-za gitana come la rumba flamen-ca che ha strette connessioni conil flamenco andaluso, grazie aJosé Reyes, nato a Nizza nel 1928,capostipite della grande famigliaReyes che ha generato musiche eritmi coinvolgenti con Los Reyes,i Gypsy Kings, Manitas de Plata eChico and the Gypsies.Estremamente diversificato è in-vece l’apporto che gli zingari han-no dato nella penisola iberica.Gli studiosi si dividono ancorauna volta sulle origini del Fla-menco, un genere che nasce come

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poesia e musica e successivamen-te si trasforma in ballo. I gitanigiunsero nel sud del paese agliinizi del XV secolo e diventaronoparte integrante della società an-dalusa, attestandosi allo stessolivello economico e culturaledell’ampia fascia povera dellapopolazione e mescolando unospiccato senso religioso, frammi-sto ad un fatalismo di fondo, unanaturale gioia di vivere e la capa-cità di godere di piccole cosecome il canto, il vino, la musica eil ballo e una sensualità accentua-

ta in cui si mescolavano sacro eprofano, senza precise linee didemarcazione. Il loro tipicomodo di cantare non fu altro chela fusione di tre elementi deter-minanti: il cante jondo (cantoprofondo) che esprime la vastitàdel dolore e della sofferenza diun intero popolo, le melopeearabe (derivate dai 700 anni didominazione) e lo stile vocaledegli ebrei sefarditi, cacciati dalpaese con i Mori nel 1492.L’attività migratoria di una popo-lazione come quella degli zingari

non ha mai avuto sosta né confi-ne. Tracce del loro passaggio sonostate rilevate in Africa e in Ameri-ca del sud, dal Brasile all’Argenti-na. In chiusura di questo lungoviaggio non si può non menzio-nare un artista gitano che ha sa-puto coagulare le istanze migra-torie di un popolo intero all’in-terno di un’ulteriore migrazioneattraverso vari stili musicali. Ilsuo nome è Eugene Hütz, zinga-ro ukraino fuggito da Chernobylnel 1986 e approdato nel 1993 aNew York, dopo aver girato l’Eu-

ropa e soggiornato anche in Italia(a Santa Marinella, come recitauna sua canzone famosa ricca diparolacce in italiano). Con altriamici incontrati a New York fon-da così i Gogol Bordello, unaformazione iconoclasta che met-te insieme il punk rock gitano e lapatchanka, il folk e il reggae, l’hiphop e il surrealismo teatrale inun perfetto viaggio sonoro cheracchiude in chiave di contem-poranea trans globalizzazione lastoria di un intero popolo male-detto dalla Storia.

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•Eugene Hütz.