IPSIANEWS Viale Papa Giovanni XXIII 70017 Putignano (BA) · Il giorno della memoria pag. 2 Esseri...

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IPSIANEWS Nuova edizione Anno IV° N° 2 Maggio 2004 In questo numero Cronache interne: Il giorno della memoria pag. 2 Esseri umani pag. 3 Intervista a Berthe pag. 4 Lacrime innocenti pag. 5 Auf wiedersehen Berlino! pag. 6 Arrivederci Firenze pag. 7 E…ancora viaggi pag. 8 Notizie dall’interno: La scuola diventa teatro pag. 9 Il carnevale pag. 10 Stage con Jonny Lopinto pag. 11 I nostri fatti e misfatti: Io e la scuola pag .12-13 Solidarietà all’Agherbino pag.14 Doping? No, grazie! pag.15 Aborto pag.16 Azione Arion pag.17 Prima di Marte … pag.18 Laboratorio artigianale pag.19 IPSIA "A. Agherbino" Viale Papa Giovanni XXIII 70017 Putignano (BA) Tel: pres. 080/4931812 Tel: segr. 080/4911402 Fax 080/4913417 E-Mail [email protected] web:www.ipsiaagherbino.it Ho il piacere di aprire questa mia comunicazione con una notizia che ci onora. La Giuria del concorso nazionale “Il miglior giornalino scolastico Carmine Scianguetta” ha riconosciuto l’IPSIA NEWS meritevole del conferimento di diploma e medaglia. Un premio alla bravura degli alunni e alla professionalità dei docenti che si impegnano, dando lustro al nostro Istituto, a mantenere viva la tradizione, ormai pluriennale, dell’informazione e della cronaca degli avvenimenti più importanti accaduti nei tre plessi dell’ IPSIA. Una tradizione che dovrà essere mantenuta viva con la collaborazione degli alunni e di quanti amano vivere insieme ai giovani e dare un significativo contributo alla loro formazione e istruzione. Una piccola delegazione di docenti ed alunni, della quale sarò onorato di far parte, parteciperà alla cerimonia per l’assegnazione del premio. Si conclude un altro anno scolastico: il bilancio è abbastanza positivo, ma non ci si può accontentare. Uno degli obiettivi che va perseguito con il contributo di tutti è quello di potenziare l’azione di formazione e di educazione degli alunni alla convivenza civile. Alcuni alunni anche se pochi, molto pochi,hanno, con il loro comportamento, amareggiato docenti, genitori e compagni. Speriamo che maturi in fretta la capacità di agire sempre nel rispetto degli altri. In questi ultimi mesi il fenomeno degli ingressi ritardati si è attenuato, restando comunque ai livelli di guardia, bisognerà compiere uno sforzo comune per essere tutti più puntuali! La maggior parte delle attività programmate sono state portate a termine con successo, questo vuol dire che il POF del nostro Istituto è ben calibrato alle istanze che provengono dall’utenza e utilizza nel miglior modo possibile le risorse professionali e strumentali di cui disponiamo. Ci sono tutti i presupposti perché nel prossimo anno solare gli alunni che frequentano gli indirizzi Abbigliamento e Moda, Elettronico e Telecomunicazioni, siano ospitati in un’unica sede, una nuova struttura, con tutti i requisiti perché possa essere definita edificio scolastico e che darà a tutti, dirigente, docenti, personale ATA, alunni, maggiori motivazioni e che ragionevolmente fa sperare in un numero maggiore di iscrizioni, soprattutto per l’indirizzo Abbigliamento e Moda. Desidero infine ringraziare tutti coloro, e sono molti, che mi offrono la loro collaborazione. A tutti desidero ricordare che il gruppo operativo che collabora con la Presidenza non è un gruppo a numero chiuso, ma è aperto a tutti: giorno dopo giorno si opera per ottimizzare risorse, per organizzare e riorganizzare attività, programmare, verificare e valutare. Per il prossimo anno scolastico? Sono annunciati dei trasferimenti, i motivi sono molteplici e tutti validi. Le persone non sono per se stesse insostituibili, ma se le capacità, i sentimenti, le idee che hanno ne fanno delle individualità uniche allora val la pena di scommettere su di loro e chiedere loro di restare per continuare a contribuire attivamente al processo collettivo di crescita. Grazie di tutto a tutti. Buone vacanze e……….arrivederci. Il Dirigente scolastico prof. Luigi Albanese

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IPSIANEWS Nuova edizione Anno IV° N° 2

Maggio 2004

In questo numero

Cronache interne: Il giorno della memoria pag. 2 Esseri umani pag. 3 Intervista a Berthe pag. 4 Lacrime innocenti pag. 5 Auf wiedersehen Berlino! pag. 6 Arrivederci Firenze pag. 7 E…ancora viaggi pag. 8 Notizie dall’interno: La scuola diventa teatro pag. 9 Il carnevale pag. 10 Stage con Jonny Lopinto pag. 11I nostri fatti e misfatti: Io e la scuola pag .12-13 Solidarietà all’Agherbino pag.14 Doping? No, grazie! pag.15 Aborto pag.16 Azione Arion pag.17 Prima di Marte … pag.18 Laboratorio artigianale pag.19

IPSIA "A. Agherbino" Viale Papa Giovanni XXIII

70017 Putignano (BA) Tel: pres. 080/4931812 Tel: segr. 080/4911402

Fax 080/4913417 E-Mail

[email protected] web:www.ipsiaagherbino.it

Ho il piacere di aprire questa mia comunicazione con una notizia che ci onora. La Giuria del concorso nazionale “Il miglior giornalino scolastico Carmine Scianguetta” ha riconosciuto l’IPSIA NEWS meritevole del conferimento di diploma e medaglia. Un premio alla bravura degli alunni e alla professionalità dei docenti che si impegnano, dando lustro al nostro Istituto, a mantenere viva la tradizione, ormai pluriennale, dell’informazione e della cronaca degli avvenimenti più importanti accaduti nei tre plessi dell’ IPSIA. Una tradizione che dovrà essere mantenuta viva con la collaborazione degli alunni e di quanti amano vivere insieme ai giovani e dare un significativo contributo alla loro formazione e istruzione. Una piccola delegazione di docenti ed alunni, della quale sarò onorato di far parte, parteciperà alla cerimonia per l’assegnazione del premio. Si conclude un altro anno scolastico: il bilancio è abbastanza positivo, ma non ci si può accontentare. Uno degli obiettivi che va perseguito con il contributo di tutti è quello di potenziare l’azione di formazione e di educazione degli alunni alla convivenza civile.

Alcuni alunni anche se pochi, molto pochi,hanno, con il loro comportamento, amareggiato docenti, genitori e compagni. Speriamo che maturi in fretta la capacità di agire sempre nel rispetto degli altri. In questi ultimi mesi il fenomeno degli ingressi ritardati si è attenuato, restando comunque ai livelli di guardia, bisognerà compiere uno sforzo comune per essere tutti più puntuali! La maggior parte delle attività programmate sono state portate a termine con successo, questo vuol dire che il POF del nostro Istituto è ben calibrato alle istanze che provengono dall’utenza e utilizza nel miglior modo possibile le risorse professionali e strumentali di cui disponiamo. Ci sono tutti i presupposti perché nel

prossimo anno solare gli alunni che frequentano gli indirizzi Abbigliamento e Moda, Elettronico e Telecomunicazioni, siano ospitati in un’unica sede, una nuova struttura, con tutti i requisiti perché possa essere definita edificio scolastico e che darà a tutti, dirigente, docenti, personale ATA, alunni, maggiori motivazioni e che ragionevolmente fa sperare in un numero maggiore di iscrizioni, soprattutto per l’indirizzo Abbigliamento e Moda. Desidero infine ringraziare tutti coloro, e sono molti, che mi offrono la loro collaborazione. A tutti desidero ricordare che il gruppo operativo che collabora con la Presidenza non è un gruppo a numero chiuso, ma è aperto a tutti: giorno dopo giorno si opera per ottimizzare risorse, per organizzare e riorganizzare attività, programmare, verificare e valutare. Per il prossimo anno scolastico? Sono annunciati dei trasferimenti, i motivi sono molteplici e tutti validi. Le persone non sono per se stesse insostituibili, ma se le capacità, i sentimenti, le idee che hanno ne fanno delle individualità uniche allora val la pena di scommettere su di loro e chiedere loro di restare per continuare a contribuire attivamente al processo collettivo di crescita. Grazie di tutto a tutti. Buone vacanze e……….arrivederci.

Il Dirigente scolastico prof. Luigi Albanese

Sull’atmosfera creata dalle performance si è inserito l’intervento dell’ospite d’onore, l’ing. Bernardo Kelz che, dopo essersi complimentato con gli alunni per l’ottimo lavoro realizzato, sull’onda dei ricordi ha fatto emergere ferite mai rimarginate: “Per me è sempre 27 gennaio…”. Successivamente, attraverso la testimonianza di eventi dolorosi e incancellabili, ha sottolineato la necessità che la manifestazione non resti pura retorica e serva a formare coscienze, la coscienza dei giovani che dovranno “a tutti i costi” evitare che il passato si ripeta. Un messaggio significativo che è rimasto nel cuore di tutti, pronti a rimanere “vigili” sul presente e sul futuro. La manifestazione si è conclusa con l’intervento del dirigente scolastico, prof. Luigi Albanese, che rivolgendosi ai “suoi” studenti ha commentato che il “27 gennaio” può e deve essere esercitato giornalmente praticando la tolleranza nel quotidiano, percorrendo tutti insieme, al di là di religioni, fede politica, colore, il cammino verso la democrazia e il rispetto reciproco. I saluti finali hanno “abbracciato” tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita dell’evento: gli insegnanti Cipriani, Didonna, Intini E., Romanazzi che hanno guidato con diligenza i giovani in un percorso altamente formativo; il sindaco dott. Piero Liuzzi che ospitando “l’IPSIA” a Noci, ha dimostrato sensibilità verso pagine di storia altamente drammatiche; l’ing. Bernardo Kelz per la sua

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31 gennaio 2004 Noci. Questa la sede nella quale gli studenti dell’IPSIA hanno ribadito il “diritto di esistere” dell’essere umano, di “ogni essere umano”. L’occasione è stata offerta dalla celebrazione del “Giorno della memoria” tenutasi, quest’anno, presso la Sala convegni del Parco letterario “Tommaso Fiore” e patrocinata dall’Amministra-zione comunale di Noci. Partecipi e commossi i giovani, i protagonisti dell’evento, hanno meditato sulla drammatica eredità che il secolo scorso ha lasciato agli uomini del ventunesimo secolo. Tutti hanno avuto modo di meditare sulla centralità della persona umana, sulla dignità dell’essere umano che, dolorosamente, continua ad essere calpestata. Momento centrale dell’evento i contributi degli stessi studenti che hanno ricordato la barbarie del Novecento attraverso filmati, quali il “Cinema e la Shoah”, antologia di immagini intense e drammatiche tratte da film tematici e altri che hanno ribadito il diritto di coesistere di Ebrei e Palestinesi. Toccante “ l’intervista” liberamente ispirata ad “Auschwitz spiegato a mia figlia” di Annette Wieviorke, e le pagine tratte da “Uomini e no” di E. Vittorini. Ultimo un testo scritto “a quattro mani” “Esseri umani, il dovere della memoria” dagli studenti della 4^A che hanno per la prima volta partecipato ad un evento tradizionalmente riservato alle classi quinte.

testimonianza; l’arciprete don Battista Romanazzi sempre concretamente vicino alla scuola. Determinante per la riuscita dell’evento il supporto audio-visivo e multimediale dei tecnici dell’IPSIA e il contributo del tecnico della regia, sig. Pino Pinto. A tutti i giovani e non, ora, l’impegno a costruire una società migliore fondata sul rispetto reciproco e la tolleranza. Il migliore dei mondi possibili.

Classe Va A

nuove generazioni al rispetto degli elementari diritti delle persone di cui Auschwitz rappresenta il radicale disprezzo. Al rispetto degli esseri umani, insomma. Di "tutti" gli esseri umani. Il dovere della memoria deve divenire consapevolezza critica, quella che deve permettere di essere e rimanere vigili sul presente e sul futuro prossimo. I fatti che capitano quotidianamente intorno a noi, che si leggono sui giornali e si ascoltano alla televisione non ci incoraggiano molto, ma è solo tenendo viva nei giovani la sensibilità sui pericoli che si potrà impedire un ritorno, se pure in forme diverse, di tragedie simili a quelle accadute durante la seconda guerra mondiale. Purtroppo gli orrori degli anni Settanta e Ottanta, l'ecatombe cambogiana, le atrocità commesse dai Serbi, "los desaparecidos" argentini, i crimini compiuti dal regime iracheno negli anni Novanta, sono un'atroce realtà. Ma sarebbe triste dover ammettere che milioni e milioni di esseri umani sono morti invano. Quel passato non deve più tornare. Né interamente, né parzialmente. Né in modo diretto, né in modo indiretto. Non dobbiamo e non vogliamo. Sarebbe triste.

Classe 4a A Pensieri

Dalla parte degli Ebrei

Uomini come noi hanno distrutto, massacrato, sterminato, soffocato gente come noi, chiamata “ebrea”, appartenente ad un popolo con una propria cultura, una propria identità; adesso, marcata dall’Olocausto, una cicatrice che è impossibile rimarginare. Una dignità spazzata via dall’orgoglio della razza ariana, “la

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Esseri umani ovvero Il dovere della memoria

1939-1945: sembrano anni tanto lontani a noi che viviamo nel nuovo Millennio. Tante furono le vittime: non soltanto soldati, ma intere popolazioni inermi, massacrate dai bombardamenti o decimate da fame e privazioni di ogni genere. E poi milioni di esseri umani rinchiusi in campi di lavoro e di sterminio o condotti a morire nelle camere a gas. Non possiamo né dobbiamo dimenticare i crimini commessi contro l'Umanità sotto il pretesto di ragioni razziali. Sarebbe pericoloso dimenticare che tutto questo è successo nell'Europa civile di non molti anni fa. Infatti, come hanno insegnato le vicende della guerra nella ex-Jugoslavia, c'è ancora il rischio che quel crimine si ripeta. Il dovere della memoria si impone. La memoria, infatti, educa. E' vero che il ricordo dei fatti accaduti non è di per sé un rimedio sufficiente. Forse la memoria non deve servire semplicemente a sfogare qualche curiosità, ma è sicuramente un requisito essenziale per combattere alle radici ogni genere di razzismo o di "caccia" al diverso. Ricordare deve significare conoscere e cercare di comprendere i motivi di quell'odio e di quella violenza che hanno fatto finire nei campi di sterminio tutta l'umanità "considerata inferiore". Capire sino in fondo dove può giungere l'uomo nel ruolo di carnefice e in quello di vittima. Ricordare significa educare le

razza superiore”, guidata da uomini crudeli, senza pietà, senza scrupoli, in grado di rimanere indifferenti davanti alla sofferenza.Vergogna! CarmineGinnasio VaB

Il più grande sterminio della storia mondiale non deve essere dimenticato, nessuno deve nascondersi dietro la paura, dicendo “non voglio sapere”,“non voglio crederci”. Un ruolo importante lo devono avere i media, che non devono solo rendere noto che un cantante si è sposato, ma devono insegnarci a guardare “in visu” la realtà, la storia. Devono farci conoscere questo argomento, soprattutto intervistando i sopravvissuti, facendoci ascoltare il racconto non solo su ciò che accadeva nei campi di concentramento, ma sulla loro vita, dopo che sono stati liberati, una vita trascorsa a combattere i fantasmi del passato, perché non è facile ricominciare, quando non hai più una casa, un lavoro, una identità, quando hai visto i tuoi amici, i tuoi familiari assassinati, quando ti senti meno di niente. Alcuni sopravvissuti hanno avuto il coraggio di farci rivivere il terrore attraverso le loro parole, le loro storie, come in un film ”horror” . Ma l’Olocausto non è un film, è la storia; milioni di persone sono morte davvero e ora vegliano su i loro cari sopravvissuti. Aiutiamoli, non dimentichiamo, impegnamoci a screditare l’antisemitismo, fenomeno in crescita nell’Unione Europea e a condannare gli episodi di violenza contro le scuole, le sinagoghe e i cimiteri ebrei. Ricordiamoci di non dimenticare.

Nicola Adriano Simone VaB

intero popolo. Ma l’esperienza del teatro ha portato le due classi ancora più avanti, perché quel testo è stato adattato ad un modo di sentire ancora più personale ed è diventata un’intervista, un dialogo con un passato che spesso non si conosce. Così come i lager nazisti, vissuti da milioni di uomini, donne e bambini. E quando da dietro le quinte, si sono sentite le parole di P. Levi tratte da “Se questo è un uomo”, lette da una ragazza un po’ spaventata, il messaggio è chiaro e riguarda l’impegno a ricordare che l’identità di un uomo non può essere cancellata da chi vuole strappargli anche il nome. L’invito di Berthe, alla fine, è a non dimenticare, per questo prima di concludere, l’intera VM ci ha ricordato quanto sia importante che l’uomo vigili sempre, con la sua intelligenza, sulle brutture che altri suoi simili compiono con una poesia di B. Brecht:

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La VL e VM del Settore Moda,nel giorno della memoria, mettono in scena una drammatizzazione per ricordare i giorni dell’olocausto, alla presenza dell’ing. Kelz, protagonista di quegli avvenimenti.

Noci. E’ sabato 31, non il 27 gennaio, così come la legge del 20 lug. n.20, pubblicata nella G.U. n.177 del 31 lug. 2000, stabilisce ormai da qualche anno, quale data per ricordare la shoah, lo sterminio degli ebrei ad opera dei nazifascisti. Ma, così come ha avuto modo di sottolineare il relatore della manifestazione, l’ing. Bernardo Kelz, durante il racconto delle peregrinazioni della sua famiglia ebrea per l’Europa, il “giorno della memoria” si può vivere ogni giorno, se uno lo porta con sé come ricordo di tristi avvenimenti. Così oggi la nostra scuola, presso la sala Consultering del Comune di Noci, ha celebrato questo importante momento di riflessione, che quest’anno aveva per tema “Il diritto di esistere”. Come ogni anno le tre sedi dell’Agherbino si sono riunite per commemorare le migliaia di morti, scomparsi durante lo sterminio compiuto da Hitler. E’ stata una giornata particolare, interessante e bellissima,soprattutto per le classi della VL e VM del Settore Moda, le quali hanno dato l’ avvio all’intenso programma della manifestazione, con una breve ma significativa drammatizzazione, tratta da “Auschwitz spiegato amia figlia” di A. Wieviorka. Grazie ad essa hanno ripercorso, soffermandosi su Berthe, la protagonista del libro, la storia degli ebrei e la sofferenza di un

INTERVISTA A BERTHE, PER NON DIMENTICARE

Generale, il tuo carro armato è una macchina potente

Spiana un bosco e sfracella cento uomini. Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista.

Generale, il tuo bombardiere è potente. Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante. Ma ha un difetto: ha bisogno di un meccanico.

Generale,l’uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere. Ma ha un difetto: può pensare.

I ragazzi solitamente, alle manifestazioni in pubblico sono rumorosi e poco attenti, ma in quel momento quanto silenzio. Forse un’intima riflessione. Poi…un lungo applauso, ed il sorriso compiaciuto dell’ing. Kelz!

M. Intini Va L

calpestata e che il diritto cessi di esistere. Bisognerebbe che tutti seguissero l’esempio o anche solo testimoniassero, con fiducia, il lavoro di tanti attivisti per i diritti umani impegnati a riannodare quel filo sottile che lega ogni individuo alla vita.

Teta IVa L

L'ATTIMO E L'INFINITO

La vita è come una stella, dura sempre troppo poco; ma l’amore è come l’universo non finisce mai.

L'AMARO SENTIMENTO Se l’amore si nascondesse tra le mie lacrime, non piangerei, per paura di perderlo.

L'INTERMINABILE AMORE Amare una persona vuol dire…. Voler bene con l’anima, e non con il cuore. Perché il cuore prima o poi muore, mentre l’anima vivrà in eterno.

Nicola Vitti 2a B

5Cronache interne

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Quando i ‘grandi ’ fanno la guerra, il dolore dei piccoli non viene preso in considerazione! Non esiste situazione più traumatica della guerra, quando la violenza, il pericolo costante di perdita, le fughe improvvise, gli abbandoni, diventano i tratti dominanti della vita quotidiana, che anche, o forse sarebbe meglio dire soprattutto i bambini, sono costretti a subire. Difficile quantificare i danni materiali e psicologici che segnano le generazioni costrette a crescere in situazioni di guerra. Il futuro del mondo è depositato nelle loro mani, ma quale futuro può essere costruito da chi ricorda solo violenza e distruzione? Bisognerebbe difendere efficacemente i diritti delle popolazioni civili nei conflitti armati, considerando che, secondo calcoli aggiornati, dei quattro milioni di morti a causa di operazioni di guerra durante l’ultimo decennio, il 90% erano civili e l’80% di questi, erano donne e bambini. E’ dunque indispensabile rendere pubbliche le situazioni drammatiche che molte volte vengono celate o trattate con indifferenza, da parte di chi vive una vita felice e chiude gli occhi dinanzi alle immagini strazianti di donne e bambini privati di ogni diritto di vivere serenamente. Infatti, esiste un enorme interesse nel commercio internazionale di armamenti, che viene proprio da quei paesi più ricchi che facilmente possono violare i diritti umani. Certo è che senza pace, quando la parola passa alle armi non si può accettare che l’umanità sia

LACRIME INNOCENTI Quando il commercio delle armi soffoca i diritti di

ai giovani turisti è spettata la visita al paese di Stralsund, che è stata certo interessante, ma nello stesso tempo, molto faticosa, visto che il viaggio in pullman è durato circa 8 ore e solo 2 ore sono state sfruttate per ammirare le giganti costruzioni di questa città anseatica, circondata d’acqua. Fortunatamente rifarsi del faticoso viaggio è stato facile, vista l’abbondanza di locali tipici. Ma è il 4° giorno, quello che è stato il più spettacolare: liberi di fare shopping. Il gruppo si è sparpagliato per i centri commerciali nei dintorni e si è ritirato in albergo con almeno 2 kg in più da

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E domenica 7 marzo è arrivata…finalmente si parte! I ragazzi delle classi IV e V dell’Istituto A. Agherbino di Putignano e Noci sono tutti euforici, soprattutto perché hanno saputo che del gruppo faranno parte anche quattro “belle ragazze” del Settore Moda , che già dalla partenza hanno cominciato a ricevere mille attenzioni. Il viaggio in pullman da Putignano a Roma è lungo, ma per la gioia non si sente la stanchezza…Infatti tutti sono impazienti di prendere l’aereo, e giungere finalmente a Berlino! Una volta arrivati, la prima tappa è l’albergo per lasciare le valigie e un po’ di italici ricordi. Subito dopo, con l’autobus inizia la giornata, un veloce sguardo alla città: quali segreti nasconderà? E quali avventure si potranno vivere... La prima notte passa molto velocemente, perché la stanchezza, si sa, distrugge anche i più temerari! Il 2° giorno, con una guida turistica a disposizione per mezza giornata, sono iniziate le spiegazioni sulle varie divisioni tra Berlino Est e Ovest. E poi finalmente la visita al museo ebraico… forse l’esperienza più forte che un gruppo di ragazzi che non ha provato l’esperienza della guerra e delle deportazioni possa provare! Qui, per meglio rendere il tragico clima sopportato dagli Ebrei durante le deportazioni, ogni gruppo di ragazzi è stato rinchiuso in una stanza buia e fredda dove i deportati venivano sbattuti senza cibo e niente in dosso, e in un labirinto, dove si aveva l’impressione di essere dispersi, perduti, si riusciva veramente a sentire la paura che entrava dentro e non ti lasciava fino a che non uscivi da quella lugubre costruzione. La sera, dopo aver mangiato al ristorante italiano (mangiare si fa per dire, visto che la cucina era tutt’altro che italiana!), la comitiva si è divisa in più gruppi… chi è ritornato in albergo, chi ha preferito visitare le strade caratteristiche di Berlino, e chi andare negli steak house a gustare un “sano” boccale di birra! Il giorno dopo

AUF WIEDERSEHEN BERLINO! Un viaggio nella città tedesca, tra la storia ed il divertimento

mettere nelle già pesanti valigie. Ma come per tutte le cose belle, c’è sempre una fine…nessuno aveva voglia di ritornare a casa, alla vita di sempre… a scuola! L’unica cosa certa è che, durante il viaggio di ritorno, anche i più duri sono crollati per la stanchezza, e al risveglio il pullman era già a destinazione. …Oltre ad essere stato un interessante viaggio, è stato un modo per conoscere diversi usi e costumi, imparare nuovi termini stranieri (e approfittare della diversa lingua, per prendere in giro la gente parlando in dialetto stretto!) e, vista la cucina…perdere un paio di kg! D. Giotta IVa L

pieni di cose stupende… e costose! Però la mostra non è ancora stata raggiunta; ci spostiamo a Prato al Museo del tessuto. Un museo disposto su due piani: al primo era possibile osservare tutti i processi di lavorazione che subisce un tessuto, poi filati, fibre, tecniche naturali e sintetiche e poi una mostra di tessuti antichi. Il piano superiore, invece, era pieno di tessuti di nuovissima generazione, delle vere e proprie opere d’arte! Riuscireste ad immaginare un tessuto fatto di palloncini o fatto con fibre di legno, oppure fatto di orsacchiotti, di silicone, di fibre fluorescenti, di ferro, di rame, …Difficile dimenticare… Arrivederci Firenze!…

P. Miccolis Va L

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E’ il 13 novembre ed il settore moda è pronto per la partenza! Al contrario di tanti viaggi di istruzione che la scuola organizza, interessanti per tutto l’Istituto, questo ha una meta particolare che riguarda il nostro specifico piano di studi. Sì signori, si va a visitare il museo del tessuto a Prato e poi tutto quello che c’è da vedere a Firenze. L’appuntamento è alle 21,00: il tempo di scambiarsi le ultime indicazioni sui CD da portare in viaggio e sulle magliette e pantaloni più “alla moda” messi in valigia che…finalmente si parte! Il viaggio sembra interminabile ma, tra le chiacchiere e qualcuno che si appisola, il tempo passa ed eccoci a Firenze nel nostro albergo, davvero accogliente! Per chi non si è mai imbattuto in un gruppo di adolescenti che devono prepararsi per “conquistare un nuovo territorio”, non può immaginare cosa possa succedere nei bagni degli hotels durante una gita: c’è chi perde tre ore per rifarsi il trucco, chi si cambia dieci volte prima di decidere cosa indossare, chi è addirittura capace di far ripete l’appello alla prof.ssa dieci volte prima che il gruppo possa muoversi, solo perché non sa se è meglio il tacco alto o quello basso. Ma alla fine… eccoci alla conquista di Firenze. Ci guardiamo tutti in faccia e ci sembra di essere entrati nel nostro libro di storia dell’arte: ecco il duomo e S. Croce e gli Uffizi e la Gucci e… basta, i piedi non ce li sentiamo più, ma gli occhi sono

ARRIVEDERCI FIRENZE! Un viaggio entusiasmante tra arte e moda a Firenze e Prato.

credo che mi capiterà più di andare a visitare il Parlamento Europeo. La scuola non è fatta solo per imparare sui libri, ma si può imparare anche con i viaggi e le esperienze e se mi capiteranno altre occasioni non sarò più indeciso, ma cercherò di sfruttarle. Fallo anche tu. Ciao Dario, vorrei che mi rispondessi al più presto e mi raccontassi di te. Francesco Sportelli 3^D

Settimana bianca al PASSO DEL TONALE

Questa immagine parla chiaro : un'indimenticabile settimana bianca trascorsa nello splendido paesaggio del Passo del Tonale, una località sciistica ai confini tra il Trentino e la Lombardia, un posto magnifico in cui, dovunque puntavi lo sguardo, vedevi solo montagne maestose, neve bianca, cielo azzurro. C'era un'aria pura e limpida che, quando respiravi, ti apriva i polmoni e ti dispiaceva fumare anche una sola sigaretta. Ogni momento è stato unico e bello da ricordare: il lungo viaggio di andata quando ognuno, nella sua timidezza, si limitava a chiacchierare solo con i compagni di classe, anche se desiderava fare nuove amicizie; la confusione all'arrivo in albergo; la scuola di sci con le tante risate, ma anche con la paura delle cadute; l'invidia per i tanti bambini che sapevano sciare bene, anzi benissimo, e ti superavano sfrecciando giù dalle piste; le pause piacevoli in seggiovia, dove finalmente potevi

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Strasburgo: appuntamento con la giornata dell’”Euroscola”

Carissimo Dario, ti scrivo per confidarti un'esperienza importante che mi ha cambiato e mi ha fatto crescere in pochi giorni: la visita del Parlamento Europeo a Strasburgo, organizzata dall’associazione culturale “Vittorio Bachelet”. Eppure, devi sapere che io non volevo andarci affatto, è stato mio padre ad invogliarmi. Ricordo il giorno della partenza: ero preso dall'ansia, ma nello stesso tempo ero molto felice. Sono partito alla metà di gennaio e il viaggio in pullman mi è sembrato molto lungo, anche se ero in compagnia di due compagni di classe con cui ho poi condiviso anche la stanza d'albergo. Durante questa esperienza ho conosciuto molti ragazzi della mia età, tra cui tre ragazze vicine di stanza con cui ho fatto amicizia. Con loro ci riunivamo nella mia stanza e parlavamo molto e io mi sentivo a mio agio, perché erano di carattere aperto e . tu sai che invece io sono timido e non sono uno di molte parole. Tante le esperienze da ricordare con rimpianto, ma il giorno che mi è restato più impresso è stato quando ho provato l' emozione di trascorrere una giornata da europarlamentare nella sede del Parlamento Europeo. In questa giornata, chiamata "euroscola", io e altri ragazzi di altre nazioni dovevamo discutere sul tema "La sicurezza europea" e scrivere le nostre opinioni. Ti assicuro che in quella occasione mi sono sentito a disagio, perché non conosco molto l' inglese, ma alla fine siamo riusciti a capirci. Dopo questo viaggio mi sentivo soddisfatto e pieno di risorse, anche se non

riposare qualche minuto dalla fatica di avere ai piedi il peso degli sci e degli scarponi. E poi il terzo giorno a Ponte di Legno per visitare il museo de "La guerra bianca", dove potevi ammirare bombe inesplose di cannoni, armi, divise militari, slittini e sci di legno, scarponi e persino la ricostruzione di un rifugio degli alpini durante la guerra del 15/18.Ogni sera falliva il progetto di una notte in bianco a chiacchierare e a giocare a carte, perché crollavi dal sonno dopo una giornata intensa, per giunta conclusa in discoteca. Un'altra .sorpresa piacevole di questa settimana bianca è stata il rapporto con i Professori e con il Preside, diverso da quello scolastico, perché sembrava che fossimo tutti persone mature e responsabili capaci di gestirsi da sé. Sicuramente una vacanza indimenticabile da ripetere, coinvolgendo possibilmente tutta la classe.

Francesco A. Pace. Antonio Milano

classe 3^A

costruita non solo sui libri di testo, ma anche sui valori essenziali, sulla creatività, sul divertimento…Dunque addio bacchettate e ginocchia sbucciate, ma benvenuta scuola, vera magistra, scuola new age.

A. Angelini classe Va L

9 Notizie dall’interno

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La scuola diventa teatro, un sogno di molti alunni improvvisatisi per un giorno docenti. Un fresco divertimento all’insegna della spontaneità e del buon umore che ha permesso a molti ragazzi, dal talento innato, di strappare un sorriso ad insegnanti e collaboratori scolastici. Il 19 dicembre 2003, alle ore 10, nei corridoi del nostro istituto, settore moda di Noci, la classe 5a L, in collaborazione con alcune alunne della 5a M, ha dato luogo ad uno spettacolo comico. Mattatori incontrastati di questo evento sono stati Miccolis Pierpaolo e Sanitate Isabella, da sempre particolarmente dotati di spirito d’osservazione e di una grande dose d’umorismo. Tutto era imperniato sulle imitazioni dei propri docenti; così, i ragazzi hanno unito le loro forze, le loro idee, affidandosi al buon umore, per scrivere una pagina che resterà indimenticabile nel cuore dei propri insegnanti. Scopo principale di questo “cabaret” è stato quello di superare il confine del distacco, della freddezza, segnata da banco-cattedra, per raggiungere un contesto amichevole e per stabilire un contatto familiare. Gli ingredienti giusti: parrucche, cappelli e un po’ di trucco, per mettere in evidenza i mille “tic” dei professori e le loro manie. Tutto condito con tante risate, un pizzico d’ironia e tanta, tanta allegria. Insomma, una ricetta speciale per una scuola diversa, migliore,

LA SCUOLA DIVENTA TEATRO Un giorno di teatro a scuola, una bella occasione per vivere nuove emozioni.

una maschera, realizzando la decorazione scelta e utilizzando come materiali: coralli, perline, glitter colorati, strass e pillettes. Quali sono state le vostre impressioni al termine di questa esperienza? Le impressioni sono state molto positive. È stato bello lavorare insieme, perché abbiamo imparato tecniche nuove e, soprattutto, abbiamo realizzato delle maschere che sono piaciute

10 Notizie dall’interno

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Il carnevale è la festa più divertente dell’anno ed è anche quella in cui il travestimento è quasi obbligatorio. Il settore moda dell’I.P.S.I.A. “Agherbino” vanta una lunga tradizione nella partecipazione ai carri allegorici di Putignano. Quest’anno, però, non avendo sfilato con dei propri abiti, ha voluto ugualmente dimostrare il senso della festa lasciando lavorare alcune ragazze diversamente abili che, con l’aiuto delle loro insegnanti, hanno prodotto delle maschere davvero particolari. Ecco l’intervista ad alcune di loro. Quali iniziative avete realizzato per il Carnevale? Quest’anno noi ragazze dell’I.P.S.I.A. “Agherbino” di Noci, settore moda, abbiamo realizzato le maschere di Carnevale. Avete fatto delle ricerche prima di iniziare il lavoro? Per decidere quali maschere realizzare, abbiamo sfogliato giornali dedicati al Carnevale; inoltre, abbiamo fatto delle ricerche su internet nel laboratorio di informatica. Quale tecnica avete utilizzato? Ci siamo procurate lo stampo su cui abbiamo spalmato del sapone liquido. Poi abbiamo alternato diversi strati di carta igienica e di colla. Dopo averlo fatto asciugare, lo abbiamo colorato usando degli spray argentati e dorati. A questo punto, ognuna di noi ha incominciato a lavorare su

IL CARNEVALE molto a noi stesse, ma anche agli altri. Vorreste continuare con queste esperienze? Si, crediamo che queste esperienze siano per noi molto importanti e ci facciano sentire vicine alle altre compagne, dandoci l’idea di come sia bello produrre degli oggetti concreti che tutti possono ammirare.

Le ragazze diversamente abili del settore moda

imprenditori di successo. “L’abito”, dice Johnny, è come un sogno che si realizza, una costruzione magica dalla quale emerge la donna attorno a cui è disegnato . Ed è importante che alla fine esso non sia, come spesso accade , un travestimento, ma la rivelazione di quella donna in un giorno straordinario della sua straordinaria esistenza.

A. Galiano IVa L

ALLA SCOPERTA DI…GIORNALISTE IN ERBA

Un giornalista al settore moda per scoprire il piacere di leggere il giornale

Il 23 gennaio, la classe IVaL ha avuto l’opportunità di colloquiare con Pino Ricco, caporedattore del giornale pomeridiano di Bari: Bari Sera. Quest’incontro è avvenuto perché la classe è stata inserita in un progetto voluto dalla Regione, intitolato “I quotidiani della tua Puglia in classe”, al quale stanno lavorando anche altre scuole della provincia e dell’intera Puglia, per un totale di 50 Istituti secondari superiori. Il progetto punta ad educare i giovani alla lettura dei quotidiani, soffermandosi in modo particolare su

11 Notizie dall’interno

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Sono grandi i sogni dei ragazzi del settore moda. Per far sì che diventino realtà ci vuole determinazione , audacia ma soprattutto tanta gavetta , saper cogliere le opportunità. I ragazzi del settore Moda hanno molto da imparare, per questo la scuola ha sempre messo a disposizione, per le classi quarte e quinte, degli stage attraverso i quali essi hanno l’opportunità di capire come farsi strada. Le classi seguono particolari lezioni con degli esperti del settore ed apprendono nozioni fondamentali per la loro formazione. Vengono mandate in aziende di moda, dove svolgono 120 ore di stage, ed hanno contatti direttamente con esse, presso le quali vengono organizzate ore di orientamento. Il 28 gen. la IVL, proprio durante le ore di orientamento presso l’atelier kermesse dello stilista Johnny Lopinto, nonché loro stagista, hanno non solo visitato e curiosato all’interno della sua casa di moda, come egli stesso ama definirla, ma hanno cercato di capire tutto di lui . Ci sono state tante domande e tante risposte! Curiosi? Il suo nome è Giovanni, ma lui si presenta come Johnny, lo chiamano tutti cosi... Ha 41 anni , ha iniziato a lavorare da Giovanna Sbiroli , nome storico nell’industria della moda putignanese. Diplomato all’accademia d’arte di Monopoli come Tecnico della porcellana, è diventato stilista per passione! Johnny lavora con due collaboratrici, che definisce indispensabili per la realizzazione degli abiti. Come ama dire, lo stilista, la modellista e la sarta devono avere un lavoro sincronizzato, l’uno completa l’altro. Con Johnny la classe lavora ad un progetto che vede lo studio e la realizzazione di “abiti uomo-donna da cerimonia” ma, soprattutto grazie alla sua esperienza, è possibile apprendere l’arte del nostro artigianato reso però sempre più moderno da nuovi

CON GLI STAGE La quarta L, grazie alle ore di orientamento, intervista lo stilista Johnny Lopinto…

quelli a carattere regionale. La classe aspettava dall’inizio della settimana l’arrivo di questo giornalista…si sa che nell’immaginario collettivo i giornalisti sono, dopo gli attori e i cantanti, i più ambiti tra gli uomini; così le ragazze del settore moda lo aspettavano con grande trepidazione, sperando che dietro la porta sarebbe apparso qualcuno somigliante a R. Gere. …Delusione! Il “nostro” giornalista non era tanto alto e non aveva lo sguardo magnetico, ma certamente era simpatico e divertente ed aveva una grande competenza circa la sua professione. Ha parlato delle sue esperienze di lavoro, partendo dall’analisi del giornale come documento storico oltre che come mezzo di comunicazione. Per questo ha mostrato dei giornali con dei titoli importantissimi per la storia dell’Italia e del mondo, partendo dall’abbattimento delle torri gemelle, tornando indietro sino all’assassinio di A. Moro, passando attraverso la Guerra del Golfo e la morte di Lady Diana. Tutto questo usando sempre un linguaggio semplice e vicino a quello dei giovani, lasciandosi andare anche a qualche battuta in dialetto. E forse questa semplicità ha reso il colloquio sempre animato ed interessante…Ha poi parlato apertamente del suo lavoro e delle sue esperienze, delle fonti di cui si servono i giornalisti, di come è distribuito il giornale e di quanta importanza abbia la pubblicità per il suo sostentamento economico. L’incontro doveva durare meno di un’ora ed invece erano le 13.00 e le ragazze continuavano a fare domande e a ricevere interessantissime risposte. Comunque la cosa più importante che esse hanno imparato è stata che il giornale è come un gran libro di storia che racconta la nostra cultura, un mezzo indispensabile per la diffusione delle idee, per capire il presente e per preparare i giovani a gestire il futuro. Grazie a te, amico giornalista. E se qualcuna di noi deciderà di intraprendere la tua stessa strada, il merito sarà un po’ anche tuo…

K. Genco IVa L

vecchi insegnanti dei veri e propri ignoranti. A tale proposito vorrei raccontare di quando frequentavo il secondo anno di scuola media e fui a dir poco sconvolto dal metodo con cui i professori facevano orientamento. Sin dalla seconda media, in base al nostro rendimento scolastico, noi ragazzi venivamo divisi in categorie, ognuna delle quali veniva poi pilotata verso diversi sbocchi scolastici. Io quell’anno non avevo buoni voti, perciò mi consigliarono di frequentare, una volta uscito dalla scuola media, un istituto professionale. Questo tipo di istituto veniva anche definito come la scuola “delle arti e dei mestieri”o come scuola ”degli ASINI”! Chiunque si iscrivesse a quella scuola era considerato inferiore agli altri. (Per fortuna adesso questo tipo di costrizione mentale è stata quasi del tutto abbandonata!) L’anno successivo promisi a me stesso che avrei riscattato la mia posizione. Infatti così fu: riuscii a diplomarmi e ad uscire da quella scuola con “distinto” e con il sorriso stampato sulla faccia, ma la mia strada era stata tracciata. Con questo voglio dire che per me i metodi di orientamento delle scuole medie sono sbagliati! I professori devono individuare negli alunni le qualità e le abilità per cui sono più versati e indirizzarli verso studi consoni a quel tipo di abilità. Bisogna aiutare gli alunni sin da piccoli a coltivare le proprie inclinazioni. Soltanto così i ragazzi non dovranno mai pentirsi della scelta fatta. Quando si è piccoli si è ingenui e si prendono decisioni che sembrano giuste, ma che possono non esserlo affatto! Tutto questo perché abbiamo lasciato che qualcun altro, non adeguatamente preparato,

12 I nostri fatti e misfatti

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La scuola è preposta all’istruzione dei giovani. Punto di riferimento, istituzione modello, mezzo per la formazione giovanile, essa ha attraversato, insieme ai giovani, diverse fasi di sviluppo e ha subito diverse mutazioni a causa delle molteplici condizioni in cui si è evoluta. Infatti, se molti anni fa era frequentata da pochi ragazzi provenienti da famiglie colte e di un certo ceto sociale, oggi, per fortuna, con gli anni e con condizioni di vita migliori, è cambiata e si è trasformata in un’istituzione per tutti, tanto che un titolo di studio serve per svolgere qualsiasi mansione, anche la più semplice. In ogni colloquio di lavoro, infatti, viene richiesto il curriculum nel quale vengono evidenziati e considerati il grado d’istruzione e le esperienze lavorative. Ricordo che quand’ero piccolo gli adulti non avevano difficoltà nel trovare lavoro, anche se avevano frequentato la scuola fino alla terza media. Adesso ci si trova in una situazione in cui anche il diploma non è più sufficiente; perciò i ragazzi frequentano in massa la scuola superiore e l’università! Essendo ormai alla fine del mio percorso scolastico posso benissimo tracciare, in base alle mie esperienze e alle considerazioni raccolte, un quadro generale su tutto ciò che la scuola ha rappresentato e rappresenterà nella mia vita. Credo che quest’istituzione, almeno per quanto mi riguarda, non sia assolutamente un ente perfetto, come sostengono tanti! Con questa affermazione voglio denunciare il fatto che la scuola, definendosi come fonte di educazione, cultura, abilità e istruzione, non fa altro che mentire. Solo ora, a distanza di anni, ora che ho imparato a ragionare e ad agire con la mia testa, considero i miei

decidesse per noi! Un ragazzo all’età di quattordici anni non ha ancora una personalità stabile e quindi, trovandosi nella situazione di scegliere, cerca in altri il proprio punto di riferimento, cerca spesso una persona da imitare, da seguire e da cui trarre consigli ed indicazioni, che purtroppo non sempre sono coerenti e giuste! Molti miei coetanei si lamentano e si pentono riguardo alla scelta fatta 5 anni fa. Anch’io non sono pienamente convinto del percorso realizzato fin qui, perché mi rendo conto che tutto ciò che mi circonda non è come avrebbe dovuto! Ci si lamenta, nel mio Istituto, per il rendimento scolastico, però se ne ricercano le cause solo ed esclusivamente nella popolazione studentesca. Le colpe vanno ricercate non solo tra gli studenti, ma anche tra le persone che dovrebbero essere i nostri punti di riferimento: ”i nostri educatori”! Mi è capitato infatti di incontrare docenti che non ci hanno trasmesso altro che superficialità e poca voglia di lavorare, accanto ad altri che hanno tanta voglia di trasmettere quello che sono e quello che sanno a noi ragazzi. Credo inoltre che un punto debole del nostro sistema scolastico sia il sistema di valutazione. Infatti, coloro che lavorano, che si impegnano e che meritano un aiuto non sono affatto premiati né avvantaggiati. Purtroppo, sono invece eccessivamente tollerati disimpegno e incostanza nella frequenza. Di conseguenza, i ragazzi sono abituati a sopravvivere in un clima di disimpegno. Invece, penso che un sistema che faccia corrispondere il successo all’impegno è una valida spinta al miglioramento permanente del sistema scolastico

Claudio Grassi Classe Va H

“l’università”. Certo ora posso affermare che a me la scuola piace, ma non so se sono portato per l’università, dato che per me l’applicazione allo studio è quasi un tabù e che tutti questi anni mi sono basato essenzialmente sull’utilizzo delle mie doti intuitive, che non mi hanno mai abbandonato.

Questi dubbi mi hanno portato a convincermi che la scuola dovrebbe aiutare ogni alunno a trovare il proprio indirizzo, a seconda delle proprie qualità, ad ogni livello di scolarità. Questo dovrebbe accadere in terza media, quando sbagliare tipo di istituto superiore vuol dire pregiudicare la propria carriera. Infatti, come ho già detto, la mia decisione in terza media è stata puramente casuale, perché il mio intento era quello di frequentare una scuola dove si potesse studiare poco o niente e ricevere ugualmente la promozione; invece, poi, le materie mi hanno entusiasmato tanto da indurmi a continuare. Ma è importantissimo che accada anche in seguito. Se i nostri padri restano senza un impiego io colpevolizzo la scuola che non ha saputo valorizzare le doti di ognuno di loro. Allora penso che anche la nostra generazione potrebbe ritrovarsi nelle stesse condizioni, ma come fare per evitarlo? Non lo so, anche perché in parallelo al periodo scolastico viviamo l’adolescenza e ci è difficile concentrarci al punto di riuscire a prendere autonomamente la decisione giusta sul nostro

13 I nostri fatti e misfatti

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Dopo aver trascorso ben tredici anni a scuola ho cercato di farmi un’idea precisa su cosa la scuola è per me e per la società. Ad una conclusione accettabile non sono ancora arrivato, forse a questa domanda potrò dare una risposta solo quando sarò entrato nel mondo del lavoro, quando la scuola sarà solamente un ricordo. Posso però tentare un bilancio della mia esperienza. Col passare degli anni la scuola in me suscitava diverse sensazioni, come alle elementari, dove ho passato anni bellissimi; dopo ci sono state le medie: qui la mia passione per la scuola era svanita del tutto, anche se i miei voti non erano da buttare. Tutto questo mi portò alla decisione di concludere gli anni di obbligo scolastico per poi lavorare, e per adempiere all’obbligo scolastico dovetti iscrivermi alle superiori per un altro anno. Ormai la scuola era per me finita, finché non ho cominciato a frequentare il primo anno del Professionale nell’indirizzo di elettrotecnica qui a Noci. Subito, già dal primo giorno, l’elettronica cominciò a stupirmi e da attrarmi: e così oggi frequento il quinto anno di questo corso di studi. Adesso mi trovo di fronte ad un bivio molto importante che si avvicina inesorabilmente, ma non trovo alcun segnale che mi possa dare delle indicazioni. Queste due strade sono una “il mondo del lavoro”, l’altra

La scuola dal mio punto di vistafuturo, per questo almeno io tendo a rimandare tutto all’ultimo giorno. Se la scuola non valorizza i propri studenti pregiudica lo sviluppo di un intero paese, rendendolo incapace di reagire alle difficoltà che la vita ci pone dinanzi. Per questo auspico che ci sia una maggiore serietà dalla parte degli studenti, più professionalità nei docenti e più sensibilità a questi problemi nella organizzazione sociale in generale, a partire dai ministri.

Francesco Casulli Classe Va H

Benvenuti nel mondo dello sportAnche quest’anno, come consuetudine, si è concluso nel nostro Istituto il torneo di calcio

14 I nostri fatti e misfatti

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In seguito alla campagna di solidarietà denominata “ Una stella per la vita”, organizzata dalla lega italiana per la lotta contro i tumori, il nostro Istituto “A. Agherbino” ha risposto, come sempre, con slancio e entusiasmo. Infatti, con l’acquisto delle stelle di Natale, il nostro Istituto ha raccolto una cifra significativa che è stata devoluta a favore della lega italiana per la lotta contro i tumori. Ai giovani che si sono impegnati nella campagna di solidarietà “Una stella per la vita”, la Lega contro i tumori di Bari ha rilasciato un attestato, riconosciuto dalla scuola, valido per il credito formativo di fine anno scolastico.

E……ancora solidarietà

Un bravo di cuore all’alunno Anthony Intini della classe 5^B del nostro Istituto che, a pari merito con un’alunna del Liceo classico di Putignano, ha vinto una Borsa di studio messa a disposizione dalla FIDAS (federazione italiana donatori sangue), per la migliore produzione scritta sul tema ”La donazione del sangue come gesto d’amore”. Auguri! Siamo orgogliosi di te.

Solidarietà all’Agherbino con la premiazione della squadra che si è rivelata “migliore” in campo. Auguri alla classe 4aA, vincitrice dell’edizione 2003-2004.

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• Diuretici: sono utilizzati per ridurre il peso corporeo attraverso l’espulsione di liquidi, ma causano pericolose forme di disidratazione.

• Ormoni, come l’ormone della crescita, eritropoietina, gonadotropina, corticotropina. Vengono assunti per aumentare la resistenza. Aumentano l’ossigenazione sanguigna, estendono le masse muscolari, ma questi risultati provocano gravi problemi cardiovascolari che possono indurre infarti e blocchi cardiaci.

• Autoemotrasfusione: consiste nella trasfusione del proprio sangue fortemente ossigenato nell’atleta prima dell’evento agonistico, con effetti stimolanti. Vi si ricorre per aumentare la resistenza. Genera però seri problemi vascolari giacché l’eccessiva concentrazione di globuli rossi rende il sangue troppo viscoso.

• Anche un uso prolungato e a dosi massicce di sostanze non considerate dopanti, come alcuni integratori di amminoacidi o di proteine (ad esempio la creatina), può a lungo andare arrecare danni al normale sistema di sintesi proteica.

Raggirare i test? Semplice se con l’uso di alcune sostanze. L’uso di alcune sostanze in previsione di qualche controllo evita di risultare positivi ai test antidoping. Si tratta dei cosiddetti agenti mascheranti:

• Epitestosterone • Probenecid • Diuretici che attraverso

l’estromissione di liquidi smaltiscono la concentrazione di sostanze illecite nelle urine ma provocano pericolose forme di disidratazione.

E’ davvero utile? Il doping ha diversi effetti negativi in particolare:

1. rispetto alla salute, perché l’assunzione di sostanze illecite provoca gravi danni all’organismo umano;

2. rispetto allo sport, poiché avvantaggia chi è sleale e mette a rischio la propria salute, danneggiando chi partecipa correttamente alle attività sportive.

Lo sport viene praticato per migliorare le condizioni fisiche, ma l’esercizio di

15 I nostri fatti e misfatti

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Doping sì, doping no. Io direi di no. La parola doping deriva dal verbo inglese -to dope- drogare. Il doping danneggia l’integrità psicofisica dello sportivo e infrange il fondamento etico dello sport che si basa su una pari e leale competizione. Infatti, il comitato internazionale olimpionico definisce come doping “la somministrazione o l’uso di qualsiasi sostanza estranea all’organismo e di qualsiasi sostanza fisiologica assunta in quantità anormale o introdotta nell’organismo per via normale con la sola intenzione di aumentare, in maniera artificiale e sleale, la prestazione durante la gara”. Ciò in Italia, con la legge 1088 del 10 Ottobre del 1971, è perseguibile penalmente. Steroidi, ormoni, stimolanti, … sostanze miracolose. Il doping raggruppa varie sostanze e metodi proibiti, tra cui: • Narcotici e analgesici, come la

codeina, il metadone, l’eroina o la morfina. Essi diminuiscono le sensazioni dolorose, provocando per questo il peggioramento di eventuali lesioni o danni, e creano dipendenza;

• Steroidi anabolizzanti, come il testosterone e il nandrolone. Fanno aumentare notevolmente la massa muscolare, vengono assunti per aumentare la forza. Le ricerche effettuate dimostrano che gli effetti ottenuti sono modesti, specie nel maschio, mentre molto rilevanti sono gli effetti collaterali. Questi sono diversi a seconda del sesso e dell’età di chi li usa: negli adolescenti sono forse realmente efficaci, ma provocano una riduzione dell’altezza definitiva; nelle donne provocano la comparsa di caratteri sessuali maschili (peluria sul volto e sul corpo, irregolarità mestruali, ecc …); nell’uomo compromettono la fertilità. In tutti, infine, c’è un’elevata incidenza di tumori e compaiono alterazioni della personalità.

Doping? No, grazie! un’attività sportiva aiuta anche in campo psicologico, come si evince anche dal principio basilare dello sport “mens sana in corpore sano”. Quando capita che, in contrasto con l’etica sportiva, un atleta assume sostanze chimiche al fine di migliorare il proprio rendimento sportivo si evidenzia il fatto che alcuni atleti vedono l’attività sportiva solo come un modo per primeggiare fra gli altri, sopprimendo quella che è la vera natura dello sport: la competizione leale. Diversi sono i motivi che possono spingere un atleta ad assumere sostanze proibite e talora molto nocive: l’insoddisfacente rendimento atletico, la dipendenza psicologica, la necessità di placare ansia e stress, la diffusa convinzione che tutti i rivali facciano comunque uso di sostanze illecite, la pressione da parte di allenatori, fisioterapisti, colleghi, amici e media, l’ignoranza di effetti collaterali e complicanze. Inoltre si può aggiungere anche l’esasperazione agonistica, frutto di interessi politici ed ingenti capitali che sempre più assiduamente ruotano attorno allo sport e ne stravolgono i valori. La pratica del doping ha quindi pochi vantaggi e tantissimi rischi. Pertanto, è opportuno che ciascun atleta di buon senso cerchi di educare i propri amici che tendono ad utilizzare sostanze proibite, spiegando loro i rischi che corrono a fronte di ben pochi vantaggi, ed insegnando che fare sport non deve significare voler vincere ad ogni costo, ma solo migliorarsi con l’allenamento e lo spirito di sacrificio che caratterizzano i veri campioni, dando il meglio di se stessi indipendentemente dal risultato delle gare.

Domenico Capurso Classe 4a H

pronto a uscire da quel piccolo mondo. Possiamo solo immaginare cosa prova il feto che, mentre è al sicuro, ad un tratto viene aggredito: sicuramente prova dolore. Alcuni tentano di giustificare l’ aborto sostenendo che il frutto del concepimento non può essere considerato una vita umana, visto che non ha un atto di nascita, né tanto meno un nome, però le conclusioni della scienza sull’embrione affermano che si tratta di un individuo e, se è tale, è anche una persona umana. Molti pensano che una minorenne che rimanesse incinta avrebbe il diritto di abortire perché non è in grado di mantenere un figlio, non è consapevole e responsabile: ma allora, perché non si pensa a prevenire una maternità indesiderata con le giuste precauzioni, visto che ce ne sono tante, invece di eliminare tante vite umane? E’ ingiusto uccidere un essere vivente ancora prima che possa vedere la vita. Concludiamo riportando uno dei pensieri più significativi e toccanti di Maria Teresa di Calcutta: “L’aborto è il più grande nemico della pace perché se una madre può uccidere il suo stesso figlio, ciò significa che gli esseri umani hanno perso totalmente il rispetto per la vita e più facilmente possono uccidersi a vicenda”.

Noi crediamo che questa legge non debba essere abolita in quanto garantisce la libertà di scelta di ogni donna. Considerare l’aborto un reato è sbagliato, perché l’embrione non può essere ritenuto una vita in quanto non ha anima e diritti. La legge non fa altro che garantire il diritto alla procreazione cosciente e responsabile e tutela la vita fin

16I nostri fatti e misfatti

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L’interruzione di gravidanza è regolamentata in Italia da una legge varata nel ’78. Nonostante i suoi 25 anni, tale legge è ancora al centro di un vivo dibattito politico e sociale: c’è chi ritiene che sia giusta e chi invece vorrebbe cambiarla per ridurre ulteriormente i casi in cui ammettere l’aborto. In base alla legge n°194, l’aborto è consentito entro tre mesi dal concepimento . Passato quel termine, solo in casi di grave rischio per la gestante o di malformazione del feto viene autorizzata l’interruzione della gravidanza. In Italia, fino all’entrata in vigore di questa legge, l’aborto era considerato un reato che veniva severamente punito. Il fatto che fosse vietato non impediva però che venisse praticato anche clandestinamente in condizioni igienico – sanitarie scarse e spesso addirittura assenti. Tutto questo fu denunciato e ribadito più volte in Parlamento da un movimento femminista, che portò a discutere apertamente di questo problema per l’approvazione della legge. Il dibattito, che coinvolse l’intero Paese, fu molto acceso e vide una forte presenza della Chiesa che riteneva e ritiene ancora oggi che l’aborto consista nella soppressione di una vita umana.

Secondo noi, questa legge non è giusta. E’ importante riconoscere “ il diritto alla vita” che come tale deve essere rispettato e protetto. Anche se quel cumulo di cellule presente nel grembo materno non può parlare, non può camminare, né sostenersi, è un essere umano che si sta, settimana dopo settimana, sviluppando per essere

ABORTO

dall’inizio. Infatti non sarebbe corretto imporre una scelta ad altre persone, perché è la nostra coscienza che ci guida a decidere come agire. Per noi l’aborto può essere una soluzione in caso di malformazione del feto, perché in questo modo si cerca di evitare varie sofferenze, sia al nascituro sia alla donna non in grado di prendersi questa responsabilità. Inoltre, talvolta può essere giusto ricorrervi da parte delle minorenni che vengono tutelate attraverso una procedura che consente loro di scegliere, con l’appoggio dei genitori o del giudice tutelare. Secondo le diverse culture religiose l’aborto viene considerato reato contro la vita, ma la legge italiana garantisce libertà di scelta anche a chi non crede in questi principi religiosi, visto che il nostro è uno stato laico. L’abrogazione di questa legge porterebbe all’aumento di casi di aborto clandestino, come è avvenuto già in passato, quando gli aborti venivano effettuati in casa con metodi poco sicuri e rischiosi per la gestante. Riteniamo però che l’aborto non debba essere considerato un rimedio a cui ricorrere regolarmente per controllare le nascite, perché si può prevenire la gravidanza indesiderata e, quando questo non avviene, è per semplice mancanza di cultura. Infatti, attraverso delle indagini si è dedotto che la maggioranza delle donne che abortisce sono quelle con un basso titolo di studio. Concludendo possiamo affermare che, grazie a questa legge, vengono garantiti i diritti umani e viene data la possibilità alle donne di gestire le proprie scelte.

Classe IIIa L Settore Moda

studio per 15 decisori dell’istruzione da tutta Europa per il tema: Il ruolo della scuola nella formazione del cittadino europeo.

Essere cittadino europeo oggi

Nell’ambito del progetto “Educazione all’Europa”, abbiamo trattato il tema: “l’Europa, casa comune dei giovani d’oggi”. Nel nostro viaggio nel cuore dell’Europa, abbiamo ripercorso le tappe fondamentali attraverso le quali la nostra Europa si è fatta “unita”. Abbiamo cercato le ragioni che sono alla base del processo d’integrazione europea e compreso la dinamica, senza pregiudizi, che ci sta portando sempre più a contatto con giovani di altre realtà, per un progetto interculturale. L’Europa di oggi, quella di noi cittadini europei, ha visto nel suo realizzarsi il sorgere

17 I nostri fatti e misfatti

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L’azione Arion, previsto dal programma Socrates, offre opportunità di visita di studio nei Paesi europei della durata di cinque giorni. I destinatari sono coloro che operano nel settore dell’istruzione e della formazione a livello centrale e regionale. Finalità prioritarie dell’Azione comunitaria Arion è facilitare la circolazione di informazioni qualificate su ciò che avviene, in campo educativo, all’interno dei paesi partecipanti all’azione e conoscere, attraverso esperienze diverse, le strutture e le riforme educative nei vari paesi partecipanti. L’azione Arion consente, in tal modo, una maggiore conoscenza e sensibilizzazione della realtà Europea nel settore educativo. Partecipano al programma i Paesi membri dell’Unione Europea, Paesi aderenti e candidati all’adesione. Il nostro Istituto è sul catalogo ARION 2004-2005 perché si è candidato ad ospitare una visita

AZIONE ARION

di mille rivalità e guerre tra Stati orgogliosi delle proprie differenze da coltivare ed imporre. Però, abbiamo capito che per difendere il concetto di unità europea non è necessario che le nazioni europee abbiano tra loro affinità e somiglianze perché le diversità esistono ed esisteranno comunque; e, mentre l’Unione europea si allarga verso Est, verso Ovest e verso Sud, diventiamo sempre più consapevoli di quanto sia inutile e spesso controproducente la ricerca di somiglianze. L’unione si realizza con la fratellanza fra diversi e non nell’alleanza tra simili. A conclusione del cammino attraverso la nostra nuova Europa, ci sorge spontanea una considerazione: se un tempo ci avessero domandato: “Di quale luogo sei cittadino”, molti fra noi avrebbero risposto “ Sono cittadino italiano”. Oggi, invece, alla luce di quanto abbiamo letto e capito, la risposta più moderna e più giusta, specialmente per il nostro futuro è “Sono italiano, cittadino dell’Unione europea”.

Classe 2aA

Break dance in Ia A

La break dance nasce negli anni 70 nel Bronx, un quartiere di New York; significa danza a scatti e deriva dall’Electro Booye, danza che simula i robot mentre compiono, a tempo di musica, azioni giornaliere con scatti lievi e ripetuti. Fanno parte della break dance: lo Style, che comprende il ballo in piedi e i “passi” a terra; il “Powermoves”, con le evoluzioni in verticale e le sue rotazioni. Queste nuove evoluzioni e rotazioni hanno prodotto molti cambiamenti alla “old school” di break dance degli anni 70, portandoci all’attuale “new school” ricca di ritmi, piroettate ed evoluzioni del corpo. A questa nuova scuola di break dance apparteniamo anche noi. Inizialmente, abbiamo cominciato a conoscere questo ballo in palestra e, con l’allenamento costante, la voglia di ballare si è scatenata in noi fino a diventare una vera e propria passione. Oggi ci sentiamo abbastanza allenati per esibirci nelle principali piazze del nostro paese, ed ora siamo felici che la nostra presenza sia richiesta anche in discoteca. In queste serate hip-hop si balla, naturalmente, la break dance ed alle volte gli MC, i cosiddetti “rapper” che esprimono, cantando su basi musicali ritmiche, i loro pensieri e le loro opinioni. La novità più sconcertante è che anche Rai 3 ci ha contattato attraverso un sito internet sul

18 I nostri fatti e misfatti

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Abbiamo letto sul “Corriere della sera” di sabato 10 gennaio u.s. dell’arrivo di “Spirit” sul “pianeta rosso”, dove muove i primi passi. Dopo il disastro dello “Shuttle” è ripresa, quindi con successo, la corsa verso la conquista dello spazio. Grande la commozione di tante persone in tutto il mondo. Grande il nostro entusiasmo e, con orgoglio, noi giovani ci apprestiamo a diventare cittadini “dell’Universo”. Probabilmente vedremo nel 2020, secondo l’ambizioso piano americano, la Luna abitata e chissà potremo vedere colonizzato anche il pianeta Marte, visto il procedere degli studi e le preziose informazioni che il robot della Nasa sta inviando sulla Terra. Noi però ci siamo posti una domanda. Perché investire miliardi in questa missione quando non siamo stati e non siamo capaci nemmeno di gestire il nostro morente pianeta? Rivolgiamo lo sguardo verso il giocattolo rotto. Risistemiamolo. Proteggiamolo. Miglioriamo le condizioni della terra. E ci serva di lezione per non rovinarne altri.

Classe 4^ A

Prima di Marte occupiamoci della Terra

quale un nostro amico aveva fatto scorrere delle foto di alcune nostre esibizioni di break dance. Così una troupe di Rai 3 è arrivata proprio qui a Putignano, ci ha intervistato e ci ha ripreso, mandando in onda la trasmissione in un programma pomeridiano dedicato ai giovani “Screensaver”. Un’altra grande emozione l’abbiamo provata giorni fa quando la Rai ci ha invitato negli studi di Torino per farci parlare di questa nostra passione e, indubbiamente, per vederci dal “vivo”. Siamo felici dei traguardi raggiunti ma, a dire il vero, essere famosi o apparire in pubblico non accresce certo il nostro amore per la break dance che è già smisurato, perché fa parte ed è la nostra stessa vita.

Igor, Daniele, Valerio, Antonio classe IaA

perché questo accada è necessario che proseguano la loro preparazione, anche con l’ausilio del materiale didattico che hanno ricevuto alla fine del corso. A proposito di materiale didattico ……… . Accetto con piacere le critiche da parte dei ragazzi per l’esiguità del materiale ricevuto; lo ammetto, non è molto. Ma voglio ricordare a tutti gli alunni, ed in particolare a quelli che hanno frequentato il corso, che Internet è una miniera inesauribile, e di materiale didattico per l’E.C.D.L. se ne trova un’infinità; basta utilizzare un qualunque motore di ricerca digitando la parola “ECDL”. Voglio infine ricordare a tutti quegli alunni che pur avendo presentando la domanda di partecipazione al corso non sono stati selezionati, che anche nel 2004 si terrà il corso “Una patente per il computer” e per essere ammessi occorre una buona “raccomandazione”. Ma cosa avete capito …? Serve solo una buona media dei voti del primo quadrimestre. Datevi da fare quindi!

Prof. Vincenzo Mele

Nel mese di febbraio ha preso avvio il corso PON “Laboratorio di microimprese artigianali”, finanziato dalla Comunità economica europea nell’ambito della misura 3.2 “A scuola con successo”. Buona l’adesione e la partecipazione ai tre moduli, di

19 I nostri fatti e misfatti

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Il 26 gennaio si è concluso il corso d’informatica “Una patente per il computer. E’ mio dovere ringraziare, innanzi tutto, gli alunni del nostro Istituto che vi hanno preso parte con tanto entusiasmo ed assiduità nella frequenza. Il corso ha avuto una durata complessiva di 52 ore e si è svolto in orario pomeridiano, dal 17 novembre 2003 al 26 gennaio 2004. Gli alunni iscritti al corso sono stati 19, dei quali 18 frequentanti. Ciascun alunno ha frequentato mediamente 48 ore di lezione, che rappresentano oltre il 92% delle ore complessive. Tutti gli alunni hanno sempre dimostrato molto interesse negli argomenti riguardanti i vari moduli, ed il merito di tutto ciò penso debba essere equamente suddiviso tra i ragazzi e gli esperti, che hanno tenuto le lezioni. I professori Armando D’Errico, Francesco Paolo Fanelli e Vito Leopardi, oltre ad essere esperti d’informatica, sono docenti dell’Ipsia “A. Agherbino” e questo ha sicuramente contribuito al successo dell’iniziativa, visto che gli alunni si sono sempre sentiti a loro agio. Oltre alla frequenza, anche la valutazione finale degli allievi è stata molto buona. Infatti 7 allievi sono stati valutati con ottimo, 8 con buono e 3 con discreto. Mi auguro che tutti i ragazzi conseguano al più presto la patente europea “E.C.D.L.”, ma

Corsi P.O.N.

50 ore ciascuno, in cui si articola il progetto: circa 70 ragazze e ragazzi provenienti dalle tre distinte sedi dell’Istituto. Il corso, pomeridiano, nasce dall’idea di coinvolgere gli alunni in una attività svolta a scuola, ma dal sapore “non scolastico”, ed offre la possibilità di sperimentare una scuola “altra”, capace di favorire e facilitare la difficile transizione tra scuola e mondo del lavoro. “Saper sviluppare un’idea imprenditoriale”, “saper formulare strategie di ricerca di opportunità occupazionali nel territorio di appartenenza”, “migliorare la consapevolezza del sé individuale e professionale”, questi alcuni dei numerosi obiettivi che il corso si propone di far raggiungere agli iscritti. La presenza di alunni diversamente abili tra i frequentanti testimonia la volontà e l’impegno dell’Istituto nel consentire il completamento del percorso di integrazione scolastica e sociale già avviato nelle ore curriculari.

Riflessioni sul corso “Una patente per il computer”

Laboratorio di microimprese artigianali

20La redazione

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e…Buone vacanze!

La redazione augura buon lavoro agli studenti che sosterranno gli esami di stato e a tutti un caro saluto

Per proteggere e vigilare sulle navi ancorate nel porto, il responsabile della Capitaneria decide di isolare ciascuna nave con fasci luminosi. In tal modo nessuno si potrà avvicinare alle imbarcazioni senza attraversare la striscia d’acqua illuminata. Qual è il numero minimo di proiettori ( e quindi di fasci luminosi) necessari per mettere in atto l’operazione? Sono necessari 4 fasci luminosi!

Diceva un vecchio spot pubblicitario: le stelle sono tante, milioni di milioni …Questa è proprio particolare. Sapreste dire quanti triangoli la compongono? Credete sia facile? Provateci! Se li contate bene sono ben 110 triangoli!

Alcune soluzioni dei giochi del numero precedente