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Codice versione: IPPC - ATT IMP 14/06/2010 IPPC – DESCRIZIONE DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE E/O DELLE ACQUE METEORICHE PROVENIENTI DA ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE RECAPITATE IN CORPO D'ACQUA SUPERFICIALE O SUL SUOLO 1 Spett.le Dirigente del Settore Ecologia PROVINCIA DI LECCO Piazza Lega Lombarda, 4 23900 LECCO Il sottoscritto ____________________________________________________________________ nato a ______________________________ il_________________________________________ residente a _____________________________________________________________________ in via/piazza________________________________________ N°________________ in qualità di legale rappresentante dipendente formalmente delegato dal legale rappresentante (in tal caso allegare, a pena di inammissibilità, copia autenticata dell’atto di delega), dell’impresa 2 da cui hanno origine gli scarichi oggetto della presente descrizione. dell’impresa 2 da cui hanno origine gli scarichi finali oggetto della presente descrizione e nei quali confluiscono anche le acque reflue e/o meteoriche provenienti da altre imprese, senza che sia stato costituito un Consorzio tra le imprese per l’effettuazione degli scarichi in comune. del Consorzio tra le imprese da cui hanno origine gli scarichi in comune oggetto della presente descrizione (in tal caso allegare, a pena di inammissibilità, copia dello Statuto del Consorzio costituito tra le imprese). avente la seguente ragione sociale __________________________________________________ ______________________________________________________________________________ ubicato nel Comune di ____________________________________ _______________________ Via____________________________________________________ n° ____________________ tel. _____________________________ Fax __________________________________________ costituito dalle imprese indicate nel seguente prospetto (barrare questa casella in caso di Consorzio tra imprese) 1 Atteso che la presente modulistica è oggetto di periodici aggiornamenti, è necessario che il soggetto che deve presentare tale descrizione si accerti, presso gli uffici provinciali, di essere in possesso dell’ultima versione della modulistica. Non è ammessa la rielaborazione del presente modello. Descrizioni presentate utilizzando versioni modificate del modello saranno passibili di parere negativo. 2 Si rammenta che, in base all’articolo 124 c. 2 del d.lgs. 152/06, la descrizione dovrà essere presentata dal titolare dell’attività (cioè dal titolare, con qualifica di legale rappresentante, dello stabilimento industriale) e non dal proprietario degli immobili, se questi due soggetti non coincidono (ad esempio, nel caso in cui una ditta occupi dei capannoni presi in affitto da terzi).

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IPPC – DESCRIZIONE DEGLI SCARICHI DELLE ACQUE REFLUE E/O DELLE ACQUE METEORICHE PROVENIENTI DA

ATTIVITÀ IMPRENDITORIALE RECAPITATE IN CORPO D'ACQUA SUPERFICIALE O SUL SUOLO 1

Spett.le Dirigente del Settore Ecologia PROVINCIA DI LECCO Piazza Lega Lombarda, 4 23900 LECCO

Il sottoscritto ____________________________________________________________________

nato a ______________________________ il_________________________________________

residente a _____________________________________________________________________

in via/piazza________________________________________ N°________________

in qualità di

legale rappresentante

dipendente formalmente delegato dal legale rappresentante (in tal caso allegare, a pena di inammissibilità, copia autenticata dell’atto di delega),

dell’impresa2 da cui hanno origine gli scarichi oggetto della presente descrizione.

dell’impresa2 da cui hanno origine gli scarichi finali oggetto della presente descrizione e nei quali confluiscono anche le acque reflue e/o meteoriche provenienti da altre imprese, senza che sia stato costituito un Consorzio tra le imprese per l’effettuazione degli scarichi in comune.

del Consorzio tra le imprese da cui hanno origine gli scarichi in comune oggetto della presente descrizione (in tal caso allegare, a pena di inammissibilità, copia dello Statuto del Consorzio costituito tra le imprese).

avente la seguente ragione sociale __________________________________________________

______________________________________________________________________________

ubicato nel Comune di ____________________________________ _______________________

Via____________________________________________________ n° ____________________

tel. _____________________________ Fax __________________________________________

costituito dalle imprese indicate nel seguente prospetto (barrare questa casella in caso di Consorzio tra imprese)

1 Atteso che la presente modulistica è oggetto di periodici aggiornamenti , è necessario che il soggetto che deve presentare tale descrizione si accerti, presso gli uffici prov inciali, di essere in possesso dell’ultima versione della modulistica . Non è ammessa la rielaborazione del presente modello. Des crizioni presentate utilizzando versioni modificate del modello saranno passibili di parere negativo. 2 Si rammenta che, in base all’articolo 124 c. 2 del d.lgs. 152/06, la descrizione dovrà essere presentata dal titolare dell’attività (cioè dal titolare, con qualifica di legale rappresentante, dello stabilimento industriale) e non dal proprietario degli immobili, se questi due soggetti non coincidono (ad esempio, nel caso in cui una ditta occupi dei capannoni presi in affitto da terzi).

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nei cui scarichi confluiscono anche le acque reflue e/o meteoriche provenienti dalle imprese indicate nel seguente prospetto (barrare questa casella in caso di impresa da cui hanno origine gli scarichi finali nei quali confluiscono anche le acque reflue e/o meteoriche provenienti da altre imprese, senza che sia stato costituito un Consorzio):

Ragione sociale Comune Indirizzo Telefono Fax

Visto il D. lgs. 152/06 DESCRIVE

Gli scarichi delle acque reflue e/o meteoriche provenienti dall’Impresa/Consorzio di cui sopra.

A corredo della presente descrizione si allegano:

- N° schede generali descrittive relative a ciascun punto di scarico e relative schede tecniche ed allegati.

- Planimetria (1 copia)3 dell’insediamento4 in scala ≥ 1:500, aggiornata al reale stato di fatto e firmata e datata da tecnico iscritto all’albo (con relativo timbro di iscrizione), con indicazione:

a) Orientamento rispetto ai punti cardinali b) di tutti i fabbricati ed aree coperte di lavorazione esistenti, specificando il loro

utilizzo (es. reparto trafileria, magazzino, laboratorio, abitazione custode, ecc…), c) di tutti i punti di scarico nel corpo ricettore (con relativa numerazione) oggetto

delle schede e dei pozzetti di prelievo/ispezione su ciascuno scarico, d) del tracciato delle reti fognarie interne distinte con colori diversi per tipologia di

acque convogliate (acque di processo, acque di raffreddamento, acque reflue domestiche ed assimilate, acque meteoriche), e di tutte le caditoie e di tutti i pozzetti d’ispezione lungo le reti stesse; per le reti destinate a raccogliere acque meteoriche deve anche essere delimitato ed evidenziato con tratteggio e colorazione distinti per ciascuna rete il relativo bacino scolante di pertinenza (includendo sia le superfici che le coperture).

e) di eventuali punti di scarico non recapitanti in corpo d’acqua superficiale, ma sul suolo o in una rete fognaria pubblica

f) dell’ubicazione di tutti i sistemi di trattamento delle acque scaricate g) degli eventuali sistemi di dispersione negli strati superficiali del sottosuolo (pozzi

perdenti, trincee di subirrigazione) delle acque scaricate h) delle reti idriche potabili pubbliche (rappresentate con colorazione o tratteggio

specifico) e di tutti gli altri manufatti connessi all’acquedotto pubblico (es. serbatoi), entro un raggio di 50 metri dagli eventuali sistemi di dispersione dei liquami nel strati superficiali del sottosuolo (pozzi perdenti, trincee di subirrigazione).

3 La planimetria deve essere chiara e precisa e deve contenere tutti gli elementi richiesti, nonché un’esauriente legenda. Planimetrie incomprensibili comporteranno parere negativo. Nel caso in cui riportando su un’unica planimetria tutti gli elementi richiesti si pregiudichi la chiarezza della stessa, potranno essere prodotte più planimetrie suddividendo tra di esse gli elementi da riportare. Nel caso di insediamenti particolarmente ampi, è possibile riportare l’insediamento su più planimetrie. Planimetrie non aggiornate al reale stato di fatto dell’insediamento potranno essere motivo di parere negativo. 4 Nel caso in cui la descrizione sia presentata da un Consorzio di imprese, oppure dall’impresa da cui hanno origine gli scarichi finali nei quali confluiscono anche le acque reflue e/o meteoriche provenienti da altre imprese (senza che sia stato costituito un Consorzio), devono essere allegate alla descrizione di autorizzazione le planimetrie relative a tutti gli insediamenti le cui acque reflue o meteoriche confluiscono negli scarichi oggetto della descrizione.

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i) dell’ubicazione di eventuali punti per l’approvvigionamento idrico (pozzi, prese da corpo d’acqua superficiale)

j) delle attività svolte in ciascun piazzale o superficie interni all’insediamento ed esposti al dilavamento meteorico (aree scoperte), indicando, in particolare, l’eventuale presenza di aree di stoccaggio di sostanze solide e/o liquide o di rifiuti e le relative zone di carico e scarico degli stessi. Sulla planimetria devono essere chiaramente delimitate ed individuabili le aree adibite a ciascun tipo di attività.

Il richiedente dichiara di aver preso visione della seguente informativa sulla privacy Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali) Le comunichiamo che le “informazioni ambientali” (dati personali non sensibili in base al decreto citato) contenute nella Vostra pratica agli atti degli Uffici provinciali, e, quindi, con essa raccolte, verranno trattate per lo svolgimento delle funzioni istituzionali di questo Ente. Potranno, inoltre, su esplicita richiesta, essere comunicate a soggetti terzi, nel rispetto del D.lgs. 195/2005 (Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull’accesso del pubblico all’informazione ambientale). La informiamo che, ai sensi dell’articolo 18 del D.lgs. 196/2003, “qualunque trattamento di dati personali da parte di soggetti pubblici è consentito soltanto per lo svolgimento delle funzioni istituzionali” e che a tale scopo “i soggetti pubblici non devono richiedere il consenso dell’interessato”. Per quanto concerne la comunicazione dei dati a terzi in attuazione del D.lgs. 195/2005, La informiamo che, ai sensi dell’articolo 7 del D.lgs. 196/2003, ha diritto di opporsi a tale trattamento solo per “motivi legittimi”, intendendosi per tali i motivi di diniego che trovano fondamento in una specifica disposizione di legge. Infine, La informiamo che il titolare del trattamento dei dati suddetti, ai sensi dell’articolo 4 del D.lgs. 196/2003 è la Provincia di Lecco, Piazza Lega Lombarda 4, 23900 Lecco, e che il responsabile del trattamento, ai sensi del medesimo articolo è il Dott. Luciano Tovazzi.

Luogo _________________ Data ____________________________

Firma ____________________________5

Nominativo del tecnico compilatore della descrizione ____________________________________

Qualifica6: ______________________________________________________________________

tel. ___________________ fax _________________ e-mail ______________________________

Firma del Tecnico compilatore:______________________________________________________

5 Non è ammessa la rielaborazione del presente modell o. Descrizioni presentate utilizzando versioni modi ficate del modello saranno passibili di parere negativo. 6 Specificare se trattasi di consulente esterno, o di tecnico interno al soggetto che presenta la descrizione. In quest’ultimo caso, specificare il ruolo ricoperto

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SCHEDA GENERALE DESCRITTIVA RELATIVA A CIASCUN PUN TO DI SCARICO DI ACQUE REFLUE O DI ACQUE METEORICHE

DATI PRINCIPALI

- Scarico n°7 : _________

- Recapito8: ____________________________________________________________________________

- affluente del Torrente/Fiume/Lago __________________________________________________

_____________________________________________________________________________

- Coordinate geografiche Gauss - Boaga (in metri) del punto di recapito dello scarico:

Nord: ________________________________ Est: ______________________________________

Il corso d'acqua recettore è soggetto ad asciutta in determinati periodi dell'anno?

si no. Se si, specificare indicativamente il periodo__________________________

A corredo della scheda, a pena di inammissibilità, allegare:

• Estratto in formato A4 della Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000 (specificare il numero del Foglio da cui è ricavato l’estratto), con l’esatta ubicazione del punto di scarico9, evidenziando il corpo d’acqua recettore in prossimità del punto di scarico (nel caso di corso d’acqua evidenziarne il tracciato in prossimità del punto di scarico)

• (solo nel caso di recapito degli scarichi negli strati superficiali del sottosuolo) Attestazione del gestore del servizio idrico di acquedotto (Comune, o Azienda che gestisce il servizio) da cui risulti che il punto di scarico è ubicato in zona non individuata, nel Piano Regolatore vigente del Comune, quale fascia di rispetto di un punto di captazione di acqua potabile collegato all’acquedotto pubblico.

SITUAZIONE AUTORIZZATIVA DELLO SCARICO (BARRARE LA VOCE CORRISPONDENTE)

scarico nuovo da attivare

scarico già autorizzato

con provvedimento n°___________ del____________ , rilasciato il __________________

da _____________________________________________________________________,

per cui si chiede il rinnovo.

7 Assegnare a tutti gli scarichi finali nel recettore, oggetto di questa e di altre schede, una numerazione progressiva. Per ciascuno scarico finale compilare una scheda generale. 8 In caso di recapito in acque superficiali, indicare la denominazione esatta del corpo idrico ricettore; nel caso non ci sia una denominazione ufficiale indicare la tipologia del corpo ricettore (roggia, valletta, fosso colatore, canale artificiale) e la denominazione ufficiale del corpo idrico in cui il ricettore dello scarico si immette. Qualora il recapito sia il suolo, precisare tale tipologia di recapito ed indicare la località ed il mappale catastale ove avviene lo scarico. 9 Nel caso di più punti di scarico è possibile allegare un unico estratto della Carta Tecnica Regionale

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SCHEDA GENERALE DESCRITTIVA RELATIVA A CIASCUN PUN TO DI SCARICO DI ACQUE REFLUE O DI ACQUE METEORICHE

TIPOLOGIA DI ACQUE CONVOGLIATE ATTRAVERSO IL PUNTO DI SCAR ICO OGGETTO DELLA PRESENTE SCHEDA Lo scarico oggetto della presente scheda convoglia nel corpo idrico la/le seguente/i tipologia/e di acque: 1. ACQUE DI PROCESSO10. In tal caso, compilare obbligatoriamente la SCHEDA TECNICA “AP” completa degli

allegati richiesti. 2. ACQUE DI RAFFREDDAMENTO DIRETTO. In tal caso, compilare obbligatoriamente la SCHEDA TECNICA

“A-RD” completa degli allegati richiesti. 3. ACQUE DI RAFFREDDAMENTO INDIRETTO. In tal caso, compilare obbligatoriamente la SCHEDA TECNICA

“A-RI” completa degli allegati richiesti 4. ACQUE REFLUE DOMESTICHE E/O ASSIMILATE. In tal caso, compilare obbligatoriamente la SCHEDA

TECNICA “AD” completa degli allegati richiesti. 5. ACQUE METEORICHE. In tal caso, compilare obbligatoriamente la SCHEDA TECNICA “AM” completa degli

allegati richiesti. CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELLO SCARICO Al fine di descrivere le caratteristiche principali dello scarico, allegare alla presente scheda, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 1 .

10 Per acque di processo devono intendersi qualsiasi tipo di acque utilizzate nel processo produttivo svolto nell’insediamento o negli insediamenti e restituite a valle dello stesso, diverse dalla acque di raffreddamento, dalle acque meteoriche o dalle acque reflue domestiche o assimilate. Nel caso di cantieri o di siti dove avviene l’estrazione di minerali (cave o miniere), sono comprese le acque di affioramento o infiltrazione che dilavano le superfici interessate dalla costruzione o dall’estrazione.

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SCHEDA TECNICA “AP” RELATIVA ALLE ACQUE DI PROCESSO convogliate nel recettore attraverso lo scarico n._ ______

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DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO/DEI PROCESSI PRODUTTIVI DA CUI SI ORIGINANO LE ACQUE REFLUE OGGETTO DELLA PRESENTE SCHEDA

Ragione sociale delle imprese da cui si originano acque di processo oggetto della presente scheda

Settore industriale dell’impresa11

Numero di cicli produttivi

Denominazione dei cicli produttivi12

Al fine di descrivere nel dettaglio i cicli produttivi dai quali si originano le acque di processo di cui alla presente scheda tecnica, allegare, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 2 . DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO NEI QUALI SONO CO NVOGLIATE LE ACQUE DI PROCESSO DESCRITTE NELLA PRESENTE SCHEDA Prima dello scarico a cui si riferisce la presente scheda, le acque di processo confluenti allo scarico a cui si riferisce la presente scheda sono trattate in (barrare la cella corrispondente alla situazione esistente)

in un unico impianto di trattamento

11 Indicare sia il settore generale (es. industria alimentare, metallurgica, chimica, azienda agricola, impresa edile, industria estrattiva, ecc…), sia il settore specifico (es. caseificio, industria galvanica, industria farmaceutica, allevamento di bestiame, cava di calcare, ecc…) 12 Es. Produzione di formaggio, cromatura, produzione di barre d’acciaio, ecc…)

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SCHEDA TECNICA “AP” RELATIVA ALLE ACQUE DI PROCESSO convogliate nel recettore attraverso lo scarico n._ ______

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in più impianti di trattamento distinti per le diverse tipologie di acque di processo i cui effluenti depurati confluiscono però tutti nello scarico a cui si riferisce la scheda. Il numero degli impianti di trattamento è: _________________________________________________ Al fine di descrivere gli impianti di trattamento esistenti, adibiti alla depurazione delle acque di processo13 descritte nella presente scheda tecnica, allegare per ciascun impianto esistente14, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 3. PROGRAMMA DI GESTIONE E DI MANUTENZIONE DELL’IMPIANTO Al fine di garantire una corretta gestione degli impianti di trattamento delle acque di processo13 oggetto della presente scheda, allegare apposito Programma di gestione e manutenzione degli impianti 14. Tale programma dovrà sviluppare almeno i punti indicati nel MODELLO 4 .

13 Nel caso in cui un impianto di trattamento sia adibito al trattamento di più tipologie di acque (es. acque di processo, di raffreddamento diretto e meteoriche di prima pioggia) per ciascuna delle quali viene compilata la specifica scheda tecnica, è possibile allegare una sola relazione comune descrittiva ed una sola copia del programma di gestione e manutenzione dell'impianto di trattamento. 14 Pertanto nel caso in cui esistano più impianti di trattamento distinti allegare una relazione ed un programma di manutenzione e gestione per ogni impianto

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SCHEDA TECNICA “A-RD” RELATIVA ALLE ACQUE DI RAFFREDDAMENTO DIRETTO convogliate nel recettore attraverso lo

scarico n._______

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DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO/DEI PROCESSI PRODUTTIVI DA CUI SI ORIGINANO LE ACQUE REFLUE OGGETTO DELLA PRESENTE SCHEDA

Ragione sociale delle imprese da cui si originano acque di raffreddamento diretto oggetto della presente scheda

Settore industriale dell’impresa15

Numero di cicli produttivi

Denominazione dei cicli produttivi16

Al fine di descrivere nel dettaglio i cicli produttivi dai quali si originano le acque di raffreddamento di cui alla presente scheda tecnica, allegare, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 2 . DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO NEI QUALI SONO C ONVOGLIATE LE ACQUE DI RAFFREDDAMENTO DESCRITTE NELLA PRESENTE SCHEDA Prima dello scarico a cui si riferisce la presente scheda, le acque di raffreddamento confluenti allo scarico a cui si riferisce la presente scheda sono trattate in (barrare la cella corrispondente alla situazione esistente)

in un unico impianto di trattamento

15 Indicare sia il settore generale (es. industria alimentare, metallurgica, chimica, azienda agricola, impresa edile, industria estrattiva, ecc…), sia il settore specifico (es. caseificio, industria galvanica, industria farmaceutica, allevamento di bestiame, cava di calcare, ecc…) 16 Es. Produzione di formaggio, cromatura, produzione di barre d’acciaio, ecc…)

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SCHEDA TECNICA “A-RD” RELATIVA ALLE ACQUE DI RAFFREDDAMENTO DIRETTO convogliate nel recettore attraverso lo

scarico n._______

Codice versione: IPPC - ATT IMP 14/06/2010

in più impianti di trattamento distinti per le diverse tipologie di acque di raffreddamento, i cui

effluenti depurati confluiscono però tutti nello scarico a cui si riferisce la scheda. Il numero degli impianti di trattamento è: ________________________________________ Al fine di descrivere gli impianti di trattamento esistenti, adibiti alla depurazione delle acque di raffreddamento 17 descritte nella presente scheda tecnica, allegare per ciascun impianto esistente18, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 3. PROGRAMMA DI GESTIONE E DI MANUTENZIONE DELL’IMPIANTO Al fine di garantire una corretta gestione degli impianti di trattamento delle acque di raffreddamento13 oggetto della presente scheda, allegare apposito Programma di gestione e manutenzione degli impianti 14. Tale programma dovrà sviluppare almeno i punti indicati nel MODELLO 4 .

17 Nel caso in cui un impianto di trattamento sia adibito al trattamento di più tipologie di acque (es. acque di processo, di raffreddamento diretto e meteoriche di prima pioggia) per ciascuna delle quali viene compilata la specifica scheda tecnica, è possibile allegare una sola relazione comune descrittiva ed una sola copia del programma di gestione e manutenzione dell'impianto di trattamento. 18 Pertanto nel caso in cui esistano più impianti di trattamento distinti allegare una relazione ed un programma di manutenzione e gestione per ogni impianto

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SCHEDA TECNICA “A-RI” RELATIVA ALLE ACQUE DI RAFFREDDAMENTO INDIRETTO convogliate nel recettore attraverso lo

scarico n._______

Codice versione: IPPC - ATT IMP 14/06/2010

DESCRIZIONE DEL PROCESSO PRODUTTIVO/DEI PROCESSI PRODUTTIVI DA CUI SI ORIGINANO LE ACQUE REFLUE OGGETTO DELLA PRESENTE SCHEDA

Ragione sociale delle imprese da cui si originano acque di raffreddamento indiretto oggetto della presente scheda

Settore industriale dell’impresa19

Numero di cicli produttivi

Denominazione dei cicli produttivi20

Al fine di descrivere nel dettaglio i cicli produttivi dai quali si originano le acque di raffreddamento di cui alla presente scheda tecnica, allegare, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 2 . DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO NEI QUALI SONO C ONVOGLIATE LE ACQUE DI RAFFREDDAMENTO DESCRITTE NELLA PRESENTE SCHEDA Prima dello scarico a cui si riferisce la presente scheda, le acque di raffreddamento confluenti allo scarico a cui si riferisce la presente scheda sono trattate in (barrare la cella corrispondente alla situazione esistente)

non vengono trattate in nessun impianto prima dello scarico

19 Indicare sia il settore generale (es. industria alimentare, metallurgica, chimica, azienda agricola, impresa edile, industria estrattiva, ecc…), sia il settore specifico (es. caseificio, industria galvanica, industria farmaceutica, allevamento di bestiame, cava di calcare, ecc…) 20 Es. Produzione di formaggio, cromatura, produzione di barre d’acciaio, ecc…)

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SCHEDA TECNICA “A-RI” RELATIVA ALLE ACQUE DI RAFFREDDAMENTO INDIRETTO convogliate nel recettore attraverso lo

scarico n._______

Codice versione: IPPC - ATT IMP 14/06/2010

in un unico impianto di trattamento

in più impianti di trattamento distinti per le diverse tipologie di acque di raffreddamento, i cui

effluenti depurati confluiscono però tutti nello scarico a cui si riferisce la scheda. Il numero degli impianti di trattamento è: ________________________________________ (Solo se esistono impianti di trattamento) Al fine di descrivere gli impianti di trattamento esistenti, adibiti alla depurazione delle acque di raffreddamento 21 descritte nella presente scheda tecnica, allegare per ciascun impianto esistente22, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 3. PROGRAMMA DI GESTIONE E DI MANUTENZIONE DELL’IMPIANTO Al fine di garantire una corretta gestione degli impianti di trattamento delle acque di raffreddamento13 oggetto della presente scheda, allegare apposito Programma di gestione e manutenzione degli impianti 14. Tale programma dovrà sviluppare almeno i punti indicati nel MODELLO 4 .

21 Nel caso in cui un impianto di trattamento sia adibito al trattamento di più tipologie di acque (es. acque di processo, di raffreddamento diretto e meteoriche di prima pioggia) per ciascuna delle quali viene compilata la specifica scheda tecnica, è possibile allegare una sola relazione comune descrittiva ed una sola copia del programma di gestione e manutenzione dell'impianto di trattamento. 22 Pertanto nel caso in cui esistano più impianti di trattamento distinti allegare una relazione ed un programma di manutenzione e gestione per ogni impianto

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SCHEDA TECNICA “AD” RELATIVA ALLE ACQUE REFLUE DOMESTICHE E/O ASSIMILATE convogliate nel recettore attraverso lo

scarico n._______

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FORMAZIONE DELLE ACQUE REFLUE DOMESTICHE E/O ASSIMI LATE

Ragione sociale delle imprese da cui si originano acque reflue domestiche e/o assimilate oggetto della presente scheda

Settore industriale dell’impresa23

Al fine di descrivere in maniera dettagliata le modalità di formazione delle acque reflue oggetto della presente scheda tecnica, allegare, a pena di inammissibilità, relazione firmata e redatta secondo i requisiti indicati nel MODELLO 5 . DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO NEI QUALI SONO CO NVOGLIATE LE ACQUE REFLUE DOMESTICHE O ASSIMILATE DESCRITTE NELLA PRESENTE SCHEDA Prima dello scarico, le acque reflue domestiche o assimilate confluenti allo scarico a cui si riferisce la presente scheda sono trattate in (barrare la cella corrispondente alla situazione esistente)

non vengono trattate in nessun impianto prima dello scarico.

in un unico impianto di trattamento

in più impianti di trattamento distinti, i cui effluenti depurati confluiscono però tutti nello scarico a cui si riferiscono la scheda generale descrittiva e la scheda tecnica. Il numero degli impianti di trattamento è: _________________________________________________ (Solo se esistono impianti di trattamento) Al fine di descrivere gli impianti di trattamento esistenti, adibiti alla depurazione delle acque reflue domestiche e/o assimilate24 descritte nella presente scheda tecnica, allegare per ciascun impianto esistente25, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 3. SISTEMA DI DISPERSIONE NEGLI STRATI SUPERFICIALI DEL SOTTOSUOLO D ELLE ACQUE REFLUE OGGETTO DELLA PRESENTE SCHEDA (QUALORA RICORRA TALE CIRCOSTANZ A) Al fine di descrivere il sistema di dispersione negli strati superficiali del sottosuolo delle acque reflue oggetto della presente scheda, allegare, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 7. PROGRAMMA DI GESTIONE E DI MANUTENZIONE DELL’IMPIANTO E DEL SIST EMA DI DISPERSIONE DEI REFLUI NEGLI STRATI SUPERFICIALI DEL SOTTOSUOLO

23 Indicare sia il settore generale (es. industria alimentare, metallurgica, chimica, azienda agricola, impresa edile, industria estrattiva, ecc…), sia il settore specifico (es. caseificio, industria galvanica, industria farmaceutica, allevamento di bestiame, cava di calcare, ecc…) 24 Nel caso in cui un impianto di trattamento sia adibito al trattamento di più tipologie di acque (es. acque di processo, di raffreddamento diretto e meteoriche di prima pioggia) per ciascuna delle quali viene compilata la specifica scheda tecnica, è possibile allegare una sola relazione comune descrittiva ed una sola copia del programma di gestione e manutenzione dell'impianto di trattamento. 25 Pertanto nel caso in cui esistano più impianti di trattamento distinti allegare una relazione ed un programma di manutenzione e gestione per ogni impianto

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SCHEDA TECNICA “AD” RELATIVA ALLE ACQUE REFLUE DOMESTICHE E/O ASSIMILATE convogliate nel recettore attraverso lo

scarico n._______

Codice versione: IPPC - ATT IMP 14/06/2010

Al fine di garantire una corretta gestione degli impianti di trattamento, dei sistemi di dispersione nel sottosuolo, destinati al trattamento ed allo scarico delle acque reflue domestiche e/o assimilate 13 oggetto della presente scheda, allegare apposito Programma di gestione e manutenzione dell’impianto e, se esistente, del sistema di dispe rsione nel sottosuolo delle acque reflue 14. Tale programma dovrà sviluppare almeno i punti indicati nel MODELLO 4 . Qualora le acque reflue oggetto della presente scheda vengano recapitate negli strati superficiali del sottosuolo, e sia, quindi, presente un sistema di dispersione, quanto previsto nel modello 4 deve essere integrato, indicando anche le manutenzioni programmate sulle strutture e sui circuiti idraulici del sistema di dispersione (es. verifica tubazioni) e le relative frequenze. POSIZIONE DELLO SCARICO A CUI SI RIFERISCE LA SCHEDA RISPETTO A LLE ZONE SERVITE DA PUBBLICA FOGNATURA O AGLI AGGLOMERATI (solo nel caso in cui lo scarico recapiti esclusivamente acque reflue domestiche e/o assimilate) A questo riguardo, allegare alla presente scheda:

• attestazione del gestore del servizio idrico di fognatura (Comune, o Azienda che gestisce il servizio) da cui risulti che il punto di scarico è ubicato in:

- zona non individuata come zona servita da pubblica fognatura, e non risulta realizzabile l’allacciamento alla rete fognaria degli scarichi oggetto della presente scheda.

- (in alternativa, nel caso sia già stata effettuata l’individuazione degli agglomerati ex articolo 4 R.R. 03/06) zona posizionata al di fuori dell’agglomerato, o in zona posizionata in una parte dell’agglomerato sprovvista di rete fognaria.

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SCHEDA TECNICA “AM” RELATIVA ALLE ACQUE METEORICHE convogliate nel recettore attraverso lo scarico n._ ______

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FORMAZIONE DELLE ACQUE METEORICHE PROVENIENTI DALLE SUPERFICI E DAL LE COPERTURE

Ragione sociale delle imprese da cui si originano acque meteoriche oggetto della presente scheda

Settore industriale dell’impresa26

Al fine di descrivere nel dettaglio le modalità di formazione e le caratteristiche delle acque meteoriche che vengono recapitate attraverso il punto di scarico a cui si riferisce la presente scheda tecnica, allegare, a pena di inammissibilità, apposita relazione firmata di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 6. DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO NEI QUALI SONO CO NVOGLIATE LE ACQUE METEORICHE DESCRITTE NELLA PRESENTE SCHEDA

Prima dello scarico, le acque meteoriche confluenti allo scarico a cui si riferisce la presente scheda sono trattate in (barrare la cella corrispondente alla situazione esistente)

non vengono trattate in nessun impianto prima dello scarico

in un unico impianto di trattamento

in più impianti di trattamento distinti per i diversi flussi di acque meteoriche (es. acque provenienti dalle aree di stoccaggio, acque provenienti dalle aree di parcheggio automezzi, ecc.), i cui effluenti depurati confluiscono però tutti nello scarico a cui si riferisce la scheda. Il numero degli impianti di trattamento è: ________________________________________ (Solo se esistono impianti di trattamento) Al fine di descrivere gli impianti di trattamento esistenti, adibiti alla depurazione delle acque meteoriche 27 descritte nella presente scheda tecnica, allegare per ciascun impianto esistente28, a pena di inammissibilità, relazione a firma di tecnico abilitato redatta secondo le indicazioni contenute nel MODELLO 3. PROGRAMMA DI GESTIONE E DI MANUTENZIONE DELL’IMPIANTO

26 Indicare sia il settore generale (es. industria alimentare, metallurgica, chimica, azienda agricola, impresa edile, industria estrattiva, ecc…), sia il settore specifico (es. caseificio, industria galvanica, industria farmaceutica, allevamento di bestiame, cava di calcare, ecc…). In particolare, deve essere fatto riferimento alle tipologie di attività indicate all’articolo 3 comma 1 del Regolamento Regionale n. 4/2006. 27 Nel caso in cui un impianto di trattamento sia adibito al trattamento di più tipologie di acque (es. acque di processo, di raffreddamento diretto e meteoriche di prima pioggia) per ciascuna delle quali viene compilata la specifica scheda tecnica, è possibile allegare una sola relazione comune descrittiva ed una sola copia del programma di gestione e manutenzione dell'impianto di trattamento. 28 Pertanto nel caso in cui esistano più impianti di trattamento distinti allegare una relazione ed un programma di manutenzione e gestione per ogni impianto

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SCHEDA TECNICA “AM” RELATIVA ALLE ACQUE METEORICHE convogliate nel recettore attraverso lo scarico n._ ______

Codice versione: IPPC - ATT IMP 14/06/2010

Al fine di garantire una corretta gestione degli impianti di trattamento delle acque meteoriche13 oggetto della presente scheda, allegare apposito Programma di gestione e manutenzione degli impianti 14. Tale programma dovrà sviluppare almeno i punti indicati nel MODELLO 4 .

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MODELLO 1

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CONTENUTI DELLA RELAZIONE DESCRIVENTE LE CARATTERIS TICHE PRINCIPALI DELLO SCARICO

Dovrà, innanzitutto, essere specificato il numero dello scarico al quale la relazione si riferisce. La relazione dovrà sviluppare obbligatoriamente i seguenti punti: 1. Modalità di scarico : dovranno essere illustrate le modalità di effettuazione dello scarico: In

particolare, dovrà essere indicato il periodo di attivazione dello scarico, specificando se si tratta di uno scarico continuo (ed in tal caso dovrà essere specificato l’arco di tempo all’interno della giornata, della settimana e dell’anno durante il quale lo scarico risulta attivo), o discontinuo (in tal caso dovrà essere specificato se l’attivazione è saltuaria29 o se avviene con una precisa periodicità, e se in ogni caso viene preventivamente programmata dall’impresa). Qualora le acque scaricate attraverso il punto di scarico a cui si riferisce la relazione siano solo acque meteoriche , non risulta, per ovvie ragioni, necessario indicare le modalità di scarico.

2. Portata complessiva scaricata 30 (solo qualora le acque scaricate attraverso il punto di

scarico a cui si riferisce la relazione siano acque di processo, o acque di raffreddamento o acque reflue domestiche o assimilate):

- (per gli scarichi continui) Indicare la portata media giornaliera complessivamente scaricata nel recettore.

- (per gli scarichi discontinui) Indicare la portata massima giornaliera complessivamente scaricata nel recettore.

Deve essere spiegato se il dato è stato stimato (in tal caso deve essere specificato il criterio utilizzato) o se il dato fornito è stato misurato con apposito strumento (noleggiato o installato permanentemente sullo scarico), precisando in tal caso le modalità di misura (arco di tempo della prova, condizioni al contorno, ecc…). Qualora sullo scarico oggetto della presente scheda sia presente un misuratore di portata, indicare nella relazione il modello del misuratore di portata, le caratteristiche della strumentazione, il punto della condotta di scarico dove lo strumento risulta installato e le relative caratteristiche.

3. Punto di campionamento dello scarico : Deve essere specificato il pozzetto o il punto di campionamento previsto per il prelievo da parte degli organi di controllo di un campione delle acque scaricate, precisandone le caratteristiche ed allegando pianta e sezione del manufatto. Nella relazione, tale pozzetto o punto devono essere individuati mediante una sigla (es. P1) che deve essere ripresa nella planimetria dell’insediamento allegata alla descrizione.

La relazione dovrà riportare la data di estensione, e dovrà essere firmata dal tecnico abilitato estensore della stessa (con numero di isc rizione all’ordine professionale). Ciò vale anche per pianta, sezioni.

29 In tal caso precisare in funzione di quale fattore si attiva lo scarico (es. superamento di un livello di in una vasca, raggiungimento di una certa concentrazione di un parametro nelle acque da scaricare, ecc…) 30 Si anticipa che in autorizzazione verranno ammessi scostamenti in eccesso non superiori al 20% rispetto al valore indicato, Scostamenti superiori per periodi di tempo significativi e quindi non considerabili episodici, rilevati in sede di controllo, potranno comportare l’irrogazione delle sanzioni di legge per scarico non autorizzato, configurando, ai sensi dell’articolo 124, comma 12, del d.lgs. 152/06 una variazione sostanziale delle caratteristiche quantitative delle acque scaricate, per la quale deve essere ottenuta preventiva e nuova autorizzazione.

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MODELLO 2

Codice versione: IPPC - ATT IMP 14/06/2010

CONTENUTI DELLA RELAZIONE DESCRIVENTE IL SINGOLO CI CLO PRODUTTIVO31 Deve essere, innanzitutto, specificata la ragione sociale dell’impresa dove si svolge il ciclo produttivo, la denominazione del processo produttivo e il numero dello scarico ai quali la relazione si riferisce. La relazione dovrà sviluppare obbligatoriamente i seguenti punti: 1. Materie e prodotti del processo produttivo.

Devono essere indicate le materie prime utilizzate in partenza, i reagenti impiegati nel ciclo produttivo ed i prodotti finiti derivanti dal processo, specificando per ciascuno di essi il quantitativo medio giornaliero, mensile ed annuo utilizzato o prodotto. In particolare, deve essere allegata alla relazione la tabella A di seguito riportata al fine individuare se nel ciclo produttivo vengano impiegate sostanze che possano far qualificare lo scarico, come scarico di sostanze pericolose ex articolo 108 del d.lgs. 152/06. Nel caso delle industrie estrattive (cave e miniere) dovranno essere indicati i minerali estratti e le eventuali sostanze utilizzate per la lavorazione nello stabilimento di tali minerali. Nel caso delle imprese edili, in relazione agli scarichi delle aree di cantiere, dovranno essere indicate le sostanze utilizzate nelle lavorazioni svolte in cantiere e la tipologia e le caratteristiche (es. granulometria) delle sostanze e dei minerali che costituiscono le superfici dilavate dalle acque di affioramento o di infiltrazione intercettate all’interno del cantiere.

2. Descrizione del ciclo produttivo. Deve essere descritto nel dettaglio il ciclo produttivo, specificando il nome del reparto nel quale avviene, indicando le diverse fasi in sequenza del processo, ed i macchinari impiegati. Nel caso delle imprese edili, in relazione agli scarichi delle aree di cantiere, dovranno essere descritte le opere in corso di realizzazione all’interno del cantiere in questione, gli automezzi ed i macchinari impiegati. Deve essere indicata la durata del ciclo produttivo (in ore/giorno, giorni/settimana, mesi/anno), specificando se lo stesso avviene in maniera continuativa durante la giornata lavorativa o se avviene con frequenze e periodicità diverse. Al fine di rendere più chiara l’illustrazione, deve essere allegato uno schema a blocchi del processo stesso. Infine, deve essere allegata alla relazione32 la tabella B di seguito riportata al fine individuare se il ciclo produttivo appartiene a quelli di cui alla tabella 3/A dell’allegato 5, parte terza, del d.lgs. 152/06.

3. Impiego dell’acqua nel ciclo produttivo. Approvvigionamento idrico del ciclo produttivo Devono essere descritte le ragioni e le modalità di utilizzo dell’acqua all’interno del processo produttivo (o nella costruzione delle opere nel caso dei cantieri), compreso il caso in cui la stessa sia utilizzata per il raffreddamento diretto o indiretto.

31 Nel caso in cui siano effettuati presso la singola impresa più cicli produttivi distinti dai quali si originano acque reflue che confluiscono allo stesso scarico di cui alla presente scheda, redigere più relazioni distinte . Nel caso in cui, invece, dal medesimo ciclo produttivo derivino più tipologie di acque reflue (es. acque di processo ed acque di raffreddamento) per ciascuna delle quali viene compilata la specifica scheda tecnica, è possibile allegare una sola relazione comune descrittiva del processo. 32 Può essere allegata, alle diverse relazioni descrittive dei distinti cicli produttivi, un’unica tabella B debitamente compilata.

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MODELLO 2

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Deve essere descritta l’origine (acquedotto pubblico, derivazione autonoma da pozzo, sorgente, o corpo idrico superficiale, invaso di acque meteoriche) delle acque vergini utilizzate nel ciclo produttivo oggetto della relazione. Deve essere specificato, per ogni fonte, il quantitativo annuo (in m3) approvvigionato. Deve essere indicata e descritta la presenza di bacini di accummulo delle acque di approvvigionamento, e l’eventuale presenza, in questi bacini, di scarichi di “troppo pieno”, e di controlli del livello dell’acqua in vasca che regolano i sistemi di prelievo e di alimentazione del bacino.

4. Flussi di acque reflue in uscita dal processo.

Devono essere indicati tutti i flussi33 distinti di acque reflue che si originano dal processo, precisando nel dettaglio quali vengono convogliati nello scarico, in acque superficiali o sul suolo, a cui si riferisce la relazione, ed indicando anche gli eventuali flussi che vengono recapitati in fognatura pubblica o riciclati all’interno del medesimo o di altri processi produttivi (indicando l’eventuale ritorno di tali acque nei bacini di accumulo delle acque vergini, eventualmente esistenti). Per ciascun flusso di acqua definitivamente perso dal ciclo produttivo (perché scaricato, consumato – ad esempio per evaporazione - nel processo) devono essere precisati i relativi volumi medi giornalieri e mensili d’acqua. Per ciascuno dei flussi che vengono recapitati in acque superficiali o sul suolo attraverso lo scarico a cui si riferisce la relazione, deve essere indicato anche l’eventuale impianto di trattamento nel quale è inviato tale flusso, senza descrivere l’impianto34.

La relazione dovrà riportare la data di estensione, e dovrà essere firmata dal tecnico abilitato (Ingegnere, Chimico, Biologo, Perito indu striale o chimico) estensore della stessa (con numero di iscrizione all’ordine professionale) . Ciò vale anche per tabelle, planimetrie e schemi a blocchi.

33 Ad esempio, acque esauste derivanti dal lavaggio dopo il bagno galvanico, acque di raffreddamento indiretto in uscita dagli scambiatori di calore. 34 Per la descrizione dell’impianto deve essere compilata apposita relazione a parte.

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MODELLO 2

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TABELLA A : PRESENZA DELLE SOSTANZE DI CUI ALLA TABELLA 5 DELL’ALLEGATO 5, PARTE TERZA, DEL D.LGS. 152/06 ALL ’INTERNO

DEL CICLO PRODUTTIVO DESCRITTO NELLA RELAZIONE Mettere un croce nella seconda colonna nel caso in cui una delle sostanze elencate nella seguente tabella sia contenuta nei prodotti, sia trasformata o utilizzata all’interno del ciclo produttivo descritto nella relazione. Nella terza colonna precisare il nome specifico delle sostanze o dei composti, che contengono l’elemento in questione, o che appartengono alle categorie generiche indicate in corsivo.

SOSTANZA PRESENZA DENOMINAZIONE Arsenico Cadmio Cromo totale Cromo esavalente Mercurio Nichel Piombo Rame Selenio Zinco Fenoli Oli minerali e Idrocarburi di origine petrolifera persistenti

Solventi organici aromatici Solventi organici azotati Composti organici alogenati (compresi i pesticidi clorurati)

Pesticidi fosforati Composti organici dello stagno Sostanze classificate contemporaneamente “cancerogene” (R45) e “pericolose per l’ambiente acquatico” (R50 e 51/53) ai sensi del d.lgs. 52/1997 e successive modifiche

All’interno del ciclo produttivo descritto nella relazione non è presente nessuna delle sostanze sopra elencate (mettere un croce nella cella a fianco)

Data: ________________________ Firma e timbro di iscrizione all’albo: __________________________________________________

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MODELLO 2

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TABELLA B : IMPRESE IN CUI AVVENGONO I CICLI PRODUTTIVI DI CU I ALLA TABELLA 3/A DELL’ALLEGATO 5, PARTE TERZA, DEL D.LGS. 152/06. Mettere una croce nella prima colonna nel caso in cui il ciclo produttivo descritto nella relazione appartenga ad uno di quelli elencati nella tabella; compilare, nelle successive colonne, i dati richiesti. Appartene

nza del ciclo

produttivo descritto in relazione

alle categorie elencate

SETTORE PRODUTTIVO QUANTITÀ DI PRODOTTO O DI MATERIA PRIMA UTILIZZATA 35

Elemento o composto

specifico da considerare e

relativa unità di misura

media giorno

media mensile

Media annua

Cadmio Estrazione dello zinco, raffinazione del piombo e dello zinco,

industria dei metalli non ferrosi e del cadmio metallico36

Fabbricazione dei composti del cadmio Chilogrammi di Cd trattato

Produzione di pigmenti Chilogrammi di Cd trattato

Fabbricazione di stabilizzanti Chilogrammi di Cd trattato

35 In base a quanto precisato dall’articolo 125 del d.lgs. 152/06, tali dati devono essere indicati con riferimento alla capacità massima oraria moltiplicata per il numero massimo di ore lavorative giornaliere per il numero massimo di giorni lavorativi mensili ed annui. 36 Per queste categorie di cicli produttivi non devono essere compilate le celle a destra nella tabella, ma deve essere segnalata con una croce nella prima colonna solo l'eventuale appartenenza del ciclo produttivo descritto in relazione a tale categoria.

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MODELLO 2

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Fabbricazione di batterie primarie e secondarie Chilogrammi di Cd trattato

Galvanostegia Chilogrammi di Cd trattato

Mercurio (settore dell’elettrolisi dei cloruri alca lini) Salamoia riciclata Tonnellate di

capacità di produzione di cloro, installata

Salamoia a perdere Tonnellate di capacità di produzione di cloro, installata

Mercurio (settori diversi da quello dell’elettrolis i dei cloruri alcalini) Aziende che impiegano catalizzatori all’Hg per la produzione di

cloruro di vinile Tonnellate di capacità di produzione di CVM

Aziende che impiegano catalizzatori all’Hg per altre produzioni kg di -mercurio trattato

Fabbricazione dei catalizzatori contenenti Hg utilizzati per la produzione di CVM

kg di mercurio trattato

Fabbricazione dei composti organici ed inorganici del mercurio kg di mercurio trattato

Fabbricazione di batterie primarie contenenti Hg kg di mercurio trattato

Industrie dei metallli non ferrosi 36 - Stabilimenti di ricupero del mercurio - Estrazione e raffinazione di metalli non ferrosi

Stabilimenti di trattamento dei rifiuti tossici contenenti mercurio 36

Esaclorocicloesano (HCH) Produzione HCH Tonnellate di HCH

prodotto

Estrazione lindano Tonnellate di HCH trattato

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MODELLO 2

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Produzione ed estrazione lindano Tonnellate di HCH prodotto

DDT Produzione DDT compresa la formulazione sul posto di DDT Tonnellate di

sostanza (DDT) prodotte, trattate o utilizzate

Pentaclorofenolo (PCP) Produzione del PCP Na idrolisi dell’esaclorobenzene Tonnellate di

capacità di produzione o capacità di utilizzazione (di PCP)

Aldrin, dieldrin, endrin, isoldrin Produzione e formulazione di: Aldrin e/ o dieldrin e/o endrin e/o

isoldrin Tonnellate di capacità di produzione o capacità di utilizzazione

Produzione e trattamento di HCB Tonnellate di capacità di produzione di HCB

Esaclorobenzene (HCB) Produzione di percloroetilene (PER) e di tetracloruro di carbonio

(CCl4 ) mediante perclorurazione Tonnellate di capacità di produzione totale di PER + CCl4

Produzione di tricloroetilene e/o percloetilene con altri procedimenti 36

Esaclorobutadiene Produzione di percloroetilene (PER) e di tetracloruro di carbonio

(CCl4) mediante perclorurazione Tonnellate di capacità di produzione totale di PER + CCl4

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MODELLO 2

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Produzione di tricloroetilene e/o di percloroetilene mediante altri procedimenti 36

Cloroformio Produzione clorometani del metanolo o da combinazione di

metanolo e metano Tonnellate di capacità di produzione di clorometani

Produzione clorometani mediante clorurazione del metano Tonnellate di capacità di produzione di clorometani

Tetracloruro di carbonio Produzione di tetracloruro di carbonio mediante perclorurazione

– procedimento con lavaggio Tonnellate di capacità di produzione totale di CCl4 e di percloroetilene

Produzione di tetracloruro di carbonio mediante perclorurazione – procedimento senza lavaggio

Tonnellate di capacità di produzione totale di CCl4 e di percloroetilene

Produzione di clorometani mediante clorurazione del metano (compresa la clorolisi sotto pressione a partire dal metanolo. 36

Produzione di clorofluorocarburi 36 1,2 dicloroetano (EDC) Unicamente produzione 1,2 dicloroetano Tonnellate di EDC

prodotto

Produzione 1,2 dicloroetano e trasformazione e/o utilizzazione nello stesso stabilimento tranne che per l’utilizzazione nella produzione di scambiatori di calore

Tonnellate di EDC prodotto, trasformato o utilizzato

Utilizzazione di EDC per lo sgrassaggio dei metalli (in stabilimenti industriali diversi da quelli del punto precedente) 36

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MODELLO 2

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Trasformazione di 1,2 dicloetano in sostanze diverse dal cloruro di vinile

Tonnellate di EDC trasformato

Tricloroetilene Produzione di tricloroetilene (TRI) e di percloroetilene (PER) 36 Utilizzazione TRI per lo sgassaggio dei metalli 36 Triclorobenzene (TCB) produzione di TCB per disidroclorazione e/o trasformazione di

TCB Tonnellate di TCB prodotto o trasformato

produzione e trasformazione di clorobenzeni mediante clorazione 36

Percloroetilene (PER) Produzione di tricloroetilene (TRI) e di percloroetilene

(procedimenti TRI-PER) 36

Produzione di tetracloruro di carbonio e di percloroetilene (procedimenti TETRA-PER)

Tonnellate di PER prodotto

Utilizzazione di PER per lo sgrassaggio metalli 36 Produzione di clorofluorocarbonio 36

Il ciclo produttivo descritto nella relazione non rientra tra nessuno di quelli sopra elen cati (mettere un croce nella cella a fianco)

Data: ________________________ Firma e timbro di iscrizione all’albo: _________________________________________________

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MODELLO 3

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CONTENUTI DELLA RELAZIONE TECNICA DESCRIVENTE GLI I MPIANTI DI

TRATTAMENTO Deve, innanzitutto, essere specificato il numero dello scarico che convoglia le acque in uscita dall'impianto al quale la relazione si riferisce. La relazione deve descrivere il reale stato di fatto dell'impianto. Tenuto conto delle frequenti difformità tra progetti ed impianti realmente realizzati, tale relazione non potrà essere sostituita dal progetto dell'impianto; né tanto meno sono accettabili, in sostituzione della relazione, offerte economiche o preventivi relativi agli impianti esistenti. La relazione dovrà sviluppare obbligatoriamente i seguenti punti:

A) Tipologia di acque trattate nell'impianto

- Deve essere specificata la tipologia di acque trattate nell'impianto, precisando se sono

costituite da acque di processo, di raffreddamento, da acque reflue domestiche o assimilate, e/o da acque meteoriche.

- Nel caso delle acque reflue domestiche e/o assimilate devono essere specificati la ragione sociale dell’impresa e, per ciascuna impresa, gli edifici di provenienza delle acque reflue in questione.

- Nel caso delle acque di processo e di raffreddamento devono essere specificati la ragione sociale dell’impresa e, per ciascuna impresa, il ciclo produttivo di provenienza delle acque reflue in questione.

- Nel caso delle acque meteoriche devono essere specificati la ragione sociale dell’impresa e, per ciascuna impresa, la superficie e/o la copertura di provenienza e, qualora non sia trattata la totalità delle acque di pioggia, deve essere indicata l'aliquota inviata a trattamento (in mm dall'inizio dell'evento meteorico).

B) Carichi idraulici 37 e caratterizzazione chimico - fisica relativa ai r eflui attualmente

affluenti in testa all'impianto 38:

- Carichi idraulici affluenti all’impianto. A tale riguardo, devono essere precisati: o Portata media oraria (m3/h) di alimentazione dell’impianto riferita all’intera giornata

lavorativa o Portata media oraria (m3/h) di alimentazione dell’impianto riferita alle ore di maggior

afflusso durante la giornata lavorativa, se significativamente diversa dal valore di portata di cui al punto precedente.

o Portata di punta oraria (m3/h) di alimentazione dell’impianto - Caratterizzazione chimico - fisica dettagliata del refluo alimentato all’impianto. A tale

riguardo devono essere precisate: o Concentrazioni medie e massime in forma disciolta ed in forma particolata degli

inquinanti nel refluo in ingresso all’impianto (in mg/l), derivanti dalla particolare attività produttiva in questione (pH, metalli, BOD5, COD, SST, forme azotate, composti del fosforo, ecc…), e specificatamente rimosse nelle diverse fasi dell’impianto di trattamento.

o (ad esclusione del caso in cui l’impianto tratti solo acque reflue domestiche e/o assimilate e qualora il refluo presente all’impianto sia caratterizzato da una concentrazione di SST superiore ai limiti di legge allo scarico) Distribuzione dei solidi sospesi presenti nel refluo alimentato all’impianto nelle diverse classi granulometriche.

37 Nel caso di impianti costituiti esclusivamente da un trattamento di disoleatura devono essere forniti i soli dati relativi ai carichi idraulici. 38 Per gli impianti non ancora attivi, dovranno essere indicati i valori assunti in sede di progettazione dell’impianto.

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MODELLO 3

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I dati sopra indicati, riportati nella relazione, dovranno essere frutto di misure sperimentali condotte all’interno di campagne di monitoraggio rappresentative e/o di elaborazioni teoriche. Nella relazione dovranno essere illustrate in maniera esaustiva le modalità di effettuazione delle misure e/o le suddette elaborazioni teoriche.

C) Altri parametri di conduzione dell’impianto:

- (per gli impianti a biomassa sospesa) Concentrazione media di SST (Kg/m3)

attualmente mantenuta in ciascun reattore del comparto biologico. D) Illustrazione dettagliata dell’impianto (sia per la linea acque che per la l inea fanghi,

se presente ), indicando:

a) Tipologia impiantistica (Vasca Imhoff, impianto a fanghi attivi a biomassa sospesa, Biofiltri, letti percolatori, biodischi, impianto chimico, impianto chimico - fisico, ecc….). Descrizione dettagliata delle fasi di trattamento dell’impianto, sia della linea acque che della linea fanghi, se presente. (solo per impianti chimici) Illustrazione dettagliata dei processi chimici su cui si basano i trattamenti, specificando anche le reazioni chimiche alla base del processo di trattamento. Per le fasi di trattamento che implicano il ricorso a processi di tipo chimico, specificare il dosaggio di ciascun reagente39.

b) Caratteristiche geometriche e strutturali (materiali impiegati), dimensioni dettagliate di tutti i reattori di trattamento. Collegamenti idraulici tra le diverse fasi. Ripartitori della portata tra le diverse vasche e By-pass generali e parziali delle singole fasi.

c) Caratteristiche dettagliate dei macchinari installati in ciascuna fase di trattamento (collocazione, numero, portata, potenza e sequenza di funzionamento di tutte le pompe di sollevamento liquami presenti nell’impianto, indicando anche l’eventuale presenza di pompe di riserva; collocazione, numero, potenza e capacità dei dispositivi per l'insufflazione di aria o dell’O2 e per il dosaggio di tutti i reagenti di processo; collocazione, numero e potenza dei mixer; caratteristiche del sistema di diffusione dell’aria o dell’O2, se presente; collocazione, numero, e portata delle pompe di ricircolo dei fanghi dalla sedimentazione e per l’estrazione dei fanghi di supero, indicando anche l’eventuale presenza di pompe di riserva e la possibilità di regolazione delle portata sollevata, collocazione e tipologia delle sonde di monitoraggio in continuo dei parametri di processo nelle diverse fasi di trattamento, ecc…).

d) Eventuale esistenza di uno o più misuratori di portata del liquame in ingresso all’impianto. Devono essere descritte le caratteristiche della suddetta strumentazione, ed in particolare devono essere indicati: modello della strumentazione, punto di ubicazione, effettiva possibilità di misurare tutti i flussi in ingresso all’impianto (anche in caso di arrivo dei reflui tramite più condotte indipendenti), possibilità di memorizzare le portate giornaliere defluite e di visualizzare la portata su grafico continuo o a video.

E) Smaltimento dei fanghi di supero.

Quantitativo di fanghi di supero in peso ed in volume (tonnellate/anno e m3/anno) prodotti e smaltiti dall’impianto

La relazione dovrà essere corredata da una pianta generale in scala ≥ 1:100 e sezioni dell'impianto aggiornate al reale stato di fatto, e di schema a blocchi delle diverse fasi di

39 Deve essere precisato anche se il dosaggio del reagente in questione sia controllato da un pHmetro o da una sonda red-ox; in tal caso, la strumentazione, il punto di collocazione e le modalità di funzionamento vanno descritte nella trattazione della successiva lettera c).

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MODELLO 3

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trattamento e di tutti i collegamenti idraulici. La pianta deve riportare l’orientamento rispetto ai punti cardinali. La relazione dovrà riportare la data di estensione, e dovrà essere firmata dal tecnico abilitato (Ingegnere, Chimico, Biologo, Perito indu striale o chimico) estensore della stessa (con numero di iscrizione all’ordine professionale) . Ciò vale anche per planimetrie sezioni e schema a blocchi.

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MODELLO 4

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CONTENUTI DEL PROGRAMMA DI GESTIONE E DI MANUTENZIO NE DELL’IMPIANTO

Il programma dovrà sviluppare almeno i seguenti punti obbligatori: � Controlli sui parametri di processo relativi alle diverse fasi di trattamento . Devono essere

precisati i parametri indicatori monitorati e la relativa periodicità di rilevamento (in continuo, giornaliera, settimanale, ecc…) per verificare l’andamento delle diverse fasi del processo di trattamento presso l’impianto (Solidi sospesi totali, concentrazione di O2, SVI, pH, rH, ecc..).

� Manutenzioni programmate sui macchinari e sulla str umentazione in dotazione

all’impianto di trattamento . Per ciascun tipo di macchina e strumentazione (impianto elettrico, pompe, mixer, sistemi di dosaggio dei reagenti, diffusori d’aria, ponte raschiatore del sedimentatore, nastro - presse, ecc…) dovranno essere specificate le verifiche, e le manutenzioni periodiche previste e le relative frequenze temporali.

� Manutenzioni programmate sulle strutture murarie delle varie fasi (es. pulizia vasche) e

sui circuiti idraulici dell’impianto di trattamento (es. verifica tubazioni del liquame e del fango). Dovranno essere descritte per tutti i componenti dell’impianto sopra indicati le verifiche e le manutenzioni periodiche previste e le relative frequenze temporali.

� Procedura di avviamento (solo nel caso di impianti biologici di nuova realizzazione per i

quali si intende procedere all'avviamento). Il programma deve indicare nel dettaglio le operazioni previste in sequenza per avviare l’impianto e deve contenere anche un cronoprogramma relativo a tali operazioni. Devono anche essere specificate le analisi ed i controlli di processo effettuati nelle diverse fasi di trattamento durante il periodo di avviamento. Deve essere specificato il personale impiegato e la presenza garantita dallo stesso presso l’impianto durante l’avviamento.

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MODELLO 5

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CONTENUTI DELLA RELAZIONE DESCRIVENTE LE MODALITÀ D I FORMAZIONE DELLE ACQUE REFLUE DOMESTICHE E/O ASSIMILATE

Deve, innanzitutto, essere specificato il numero dello scarico , che convoglia le acque reflue, alle quali la relazione si riferisce. Deve, inoltre, essere precisata la ragione sociale dell’impresa da cui si originano le acque reflue oggetto della relazione. Per ogni impresa, la relazione dovrà sviluppare obbligatoriamente i seguenti punti:

1. Deve essere indicato il numero complessivo di edifici dell’impresa da cui si originano acque reflue domestiche e/o assimilate. Nel caso in cui il numero complessivo di edifici da cui decadono tali acque reflue sia maggiore di 1, ad ogni edificio deve essere assegnata una numerazione univoca (oltre che eventualmente una denominazione: es. “palazzina uffici”, “mensa”, ecc.).

2. Per ogni edificio dell’impresa da cui si originano acque reflue domestiche e/o assimilate deve essere specificato quanto segue:

a. Se i reflui che si originano dall’edificio provengono anche o solo dai servizi igienici presenti all’interno dell’edificio. In caso affermativo, indicare anche i seguenti dati: � N° massimo abitanti/persone complessivamente presen ti nell’edificio,

precisando anche se parte degli utenti dimora stabilmente presso l’edificio. � Eventuali periodi durante i quali l’edificio non è frequentato da nessuno o da un

numero estremamente ridotto di persone, precisando, in caso affermativo, le ore del giorno, i giorni della settimana, i mesi dell’anno durante i quali si verifica la suddetta condizione.

b. Se i reflui che si originano dall’edificio non provengono esclusivamente dai servizi igienici dello stesso, descrivere per l’edificio in questione l’attività in esso svolta, precisando anche: � l’intervallo orario del giorno, i giorni della settimana, i mesi dell’anno, durante i

quali si ha l’effettuazione della suddetta attività � l'eventuale presenza e la relativa ubicazione di laboratori fisici, chimici o

biologici all'interno dell’edificio in questione � il carico organico biodegradabile di punta espresso in abitanti equivalenti

(secondo le indicazioni contenute all’articolo 5 c. 5 del R.R. 3/06), che caratterizza i reflui derivanti dalla suddetta attività.

� se lo scarico proveniente dall’edificio in questione è già attivo alla data di presentazione della descrizione, deve essere allegato alla relazione tecnica un referto analitico a firma di analista abilitato, relativo ad un campione40 di reflui complessivi originati nell’edificio in questione prima di ogni trattamento depurativo, attestante i valori di concentrazione dei parametri di cui alla tabella 1 allegato B del R.R. 3/06.

3. (solo per le imprese agricole o impianti di acquacoltura/pescicoltura) Deve essere evidenziata l’appartenenza dell’azienda ad una delle seguenti categorie41: - Impresa dedita esclusivamente alla coltivazione di fondi ed alla silvicoltura - Impresa dedita all'allevamento di bestiame. - Impresa dedita alla coltivazione di fondi ed alla silvicoltura o all'allevamento di bestiame

che dispone di terreno agricolo funzionalmente connesso con l'attività di allevamento, che esercita attività di trasformazione o valorizzazione della produzione agricola inserita con carattere di normalità e complementarietà funzionale nel ciclo produttivo aziendale. In tal caso, va precisata la materia prima lavorata proveniente dall'attività di coltivazione

40 In base a quanto disposto dall’articolo 35 c. 1 del R.R. 3/06 il campione sottoposto ad analisi deve essere un “campione medio prelevato nell’arco di tre ore”. 41

Si precisa che qualora l’impresa di acquacoltura/pescicoltura non soddisfi i criteri quantitativi di assimilazione di cui alla lettera d) dell’articolo 101, c. 7, del d.lgs. 152/06, le acque reflue prodotte non potranno essere considerate assimilate alle domestiche ma saranno considerate acque reflue industriali (acque di processo) e pertanto andrà compilata la relativa scheda tecnica.

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MODELLO 5

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dei fondi di cui si ha disponibilità a qualunque titolo, in misura percentuale rispetto alla materia prima complessivamente lavorata.

- Impianto di acquacoltura e di piscicoltura. In tal caso, va precisata la densità media di allevamento per metro quadro di specchio d’acqua in Kg/m2 e la portata d’acqua complessivamente utilizzata nell’impianto in l/s.

In tutti i casi sopra indicati, deve anche essere indicato: - il carico organico biodegradabile di punta espresso in abitanti equivalenti (secondo le

indicazioni contenute all’articolo 5 c. 5 del R.R. 3/06), che caratterizza i reflui derivanti dalla suddetta attività.

4. Considerati il numero massimo di persone presenti in ogni edificio dell’impresa da cui si

originano reflui provenienti solo dai servizi igienici ed il carico organico biodegradabile di punta di ogni edificio da cui si originano reflui non provenienti solo da servizi igienici, di cui ai precedenti punti 2 e 3, deve essere indicato il numero complessivo di Abitanti equivalenti riferibili allo scarico complessivo di acque reflue domestiche e/o assimilate provenienti dall’impresa in questione.

5. Deve essere indicato il volume massimo giornaliero complessivo di acque reflue

domestiche e/o assimilate provenienti dall’impresa in questione, e deve essere indicato anche l’eventuale impianto di trattamento nel quale è inviato tale flusso, senza descrivere l’impianto42.

6. Approvvigionamento idrico dell’impresa. Deve essere descritta l’origine (acquedotto

pubblico, derivazione autonoma da pozzo, sorgente, o corpo idrico superficiale, invaso di acque meteoriche) delle acque vergini utilizzate nell’impresa. Deve essere specificato, per ogni fonte, il quantitativo annuo (in m3) approvvigionato.

La relazione dovrà riportare la data di estensione, e dovrà essere firmata dal tecnico abilitato estensore della stessa (con numero di isc rizione all’albo). Ciò vale anche per le eventuali tabelle e analisi allegate.

42 Per la descrizione dell’impianto deve essere compilata apposita relazione a parte.

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MODELLO 6

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CONTENUTI DELLA RELAZIONE DESCRIVENTE LE MODALITÀ D I FORMAZIONE DELLE ACQUE METEORICHE

Deve, innanzitutto, essere specificato il numero dello scarico che convoglia le acque meteoriche alle quali la relazione si riferisce. Deve, inoltre, essere precisata la ragione sociale dell’impresa da cui si originano le acque meteoriche oggetto della relazione. Per ogni impresa, la relazione dovrà sviluppare obbligatoriamente i seguenti punti:

1. Origine delle acque meteoriche. Devono, innanzitutto, essere specificate esattamente le superfici scolanti (ovvero le superfici scoperte) e le coperture da cui provengono le acque di dilavamento meteorico oggetto della relazione. Tale indicazione deve ovviamente trovare corrispondenza nella planimetria dello stabilimento industriale allegata alla descrizione di autorizzazione. Devono essere descritte le caratteristiche delle pavimentazioni di tali superfici, specificando il materiale di rivestimento, lo stato di conservazione delle stesse, ed indicando anche il coefficiente di impermeabilità se diverso da 1. Parimenti devono essere descritte le caratteristiche delle coperture, indicando il materiale di rivestimento. Nel caso di siti dove si svolge attività estrattiva e nel caso dei cantieri per la realizzazione di opere edili, devono essere descritte le caratteristiche (litologia dello strato superficiale, granulometria) delle superfici esterne non pavimentate esposte al dilavamento meteorico.

2. Attività svolte sulle superfici scolanti. Devono essere descritte nel dettaglio le attività (es.

estrazione di minerali, transito di mezzi di trasporto, parcheggio veicoli dei dipendenti, ecc.…) svolte in ciascuna delle superfici scolanti da cui provengono le acque di dilavamento meteorico a cui si riferisce la relazione. Devono, in particolare, essere segnalate ed accuratamente descritte attività quali: stoccaggio in tali aree scoperte di rifiuti e/o sostanze o materiali solidi, nonché operazioni di carico e scarico sugli stessi; in tali casi devono dettagliatamente essere descritte le caratteristiche dei materiali in stoccaggio.

3. Attività svolte in aree coperte funzionalmente connesse con l’attività svolta nelle superfici

scolanti. Devono essere specificati e descritti i soli cicli produttivi svolti in aree coperte dell’impresa che hanno connessioni funzionali con l’attività svolta nelle superfici da cui provengono le acque di dilavamento meteorico oggetto della relazione (es. cicli di provenienza delle sostanze stoccate sulle superfici)43. A questo riguardo, per ogni ciclo produttivo: - Devono essere indicate le materie prime utilizzate in partenza, i reagenti impiegati nel

ciclo produttivo ed i prodotti finiti derivanti dal processo. In particolare, deve essere allegata alla relazione la tabella A di cui al precedente MODELLO 2 al fine di individuare se nel ciclo produttivo vengano impiegate sostanze che possano far qualificare lo scarico, come scarico di sostanze pericolose ex articolo 108 del d.lgs. 152/06.

- Deve essere descritto nel dettaglio il ciclo produttivo, specificando il nome del reparto nel quale avviene, indicando le diverse fasi in sequenza del processo, ed i macchinari impiegati. Al fine di rendere più chiara l’illustrazione, deve essere allegato uno schema a blocchi del processo stesso. Deve essere allegata alla relazione44 la tabella B di cui al precedente MODELLO 2 al fine individuare se il ciclo produttivo rientra tra quelli di cui alla tabella 3/A dell’allegato 5, parte terza, del d.lgs. 152/06.

43 Qualora la descrizione del ciclo produttivo sia stata già effettuata nell’ambito della relazione di cui al modello 2, eventualmente predisposta in relazione all’esistenza di eventuali acque reflue industriali, nella presente può essere inserito semplicemente un rimando puntuale a tale documento. 44 Può essere allegata, alle diverse relazioni descrittive dei distinti cicli produttivi, un’unica tabella B debitamente compilata.

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MODELLO 6

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4. Gestione dei flussi di acque meteoriche. In relazione alle sole acque meteoriche oggetto della relazione (e, quindi, recapitate attraverso il punto di scarico a cui essa si riferisce), a) deve essere descritta la struttura della rete destinata a raccogliere le acque meteoriche

oggetto della relazione: deve essere indicata l’esistenza o meno di tronchi di rete destinati a raccogliere separatamente specifici flussi di tali acque meteoriche, quali le acque provenienti dalle coperture (pluviali), oppure le acque provenienti da specifiche porzioni della superficie scolante adibite ad usi particolari (a ciascuna porzione di superficie scolante deve essere assegnata una numerazione nella relazione, e tale numerazione deve essere ripresa nella planimetria dell’impresa allegata alla descrizione)

b) deve essere indicata (in m2): - l’estensione delle coperture di provenienza di tali acque; - l’estensione complessiva delle superfici scolanti di provenienza di tali acque,

escludendo le aree a verde; - l’estensione della porzione di superficie scolante di provenienza di tali acque servito da

ciascun tronco di rete, escludendo le aree a verde. c) deve essere anche indicata l’eventuale presenza, e l’esatta collocazione lungo la rete di

raccolta, di dispositivi per la separazione di una determinata aliquota delle acque meteoriche raccolte dalla rete o dai tronchi di rete a monte del dispositivo (vasche di accumulo, sfioratori). Devono essere descritte in maniera esaustiva le caratteristiche geometriche e le modalità di funzionamento di tali dispositivi e deve essere precisata l’aliquota di acque meteoriche separata dagli stessi. Devono essere prodotte piante e sezioni in scala adeguata dei suddetti dispositivi. Deve essere illustrato il destino di ogni aliquota di acque meteoriche separata dai sudetti dispositivi, segnalando una delle seguenti opzioni: o invio a trattamento, e scarico in acque superficiali o sul suolo o in rete fognaria

pubblica. In caso di scarico dell’aliquota in questione in acque superficiali o sul suolo, deve essere precisato il numero dello scarico assegnato nella descrizione di autorizzazione e l’impianto di trattamento nel quale sono recapitate le acque meteoriche; nella relazione di cui al presente modello non si deve descrivere l’impianto45.

o scarico senza alcun trattamento, in acque superficiali o sul suolo (in tal caso precisare il numero dello scarico assegnato nella descrzione) o in rete fognaria pubblica

o recupero nel processo produttivo d) deve essere, obbligatoriamente, indicata la presenza o meno, e l’esatta collocazione

lungo la rete di raccolta, di pozzetti di campionamento delle sole acque meteoriche recapitate in acque superficiali o sul suolo, oggetto della relazione, a monte di ogni trattamento depurativo. Devono essere descritte in maniera esaustiva le caratteristiche geometriche dei suddetti pozzetti.

La relazione dovrà riportare la data di estensione, e dovrà essere firmata dal tecnico abilitato (Ingegnere, Chimico, Biologo, Perito indu striale o chimico) estensore della stessa (con numero di iscrizione all’ordine professionale) . Ciò vale anche per tabelle, schemi a blocchi, piante e sezioni dei manufatti.

45 Per la descrizione dell’impianto deve essere compilata apposita relazione a parte.

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MODELLO 7

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CONTENUTI DELLA RELAZIONE TECNICA DI DESCRIZIONE DE L SISTEMA DI DISPERSIONE DELLE ACQUE REFLUE DOMESTICHE E/O ASSIM ILATE NEGLI STRATI

SUPERFICIALI DEL SOTTOSUOLO

1. Illustrazione dettagliata del sistema di dispersione, indicando: a. Tipologia di sistema (pozzo disperdente46, subirrigazione, ecc….). b. Descrizione della struttura e delle caratteristiche costruttive del sistema di

dispersione, indicando anche tutti i collegamenti idraulici, i ripartitori della portata, ed i by-pass esistenti.

c. Caratteristiche geometriche degli elementi del sistema di dispersione (diametro e profondità del pozzo, diametro e lunghezza delle condotte di dispersione del sistema di subirrigazione, granulometrica del materiale in cui risultano posate le condotte di dispersione, ecc.)

d. Caratteristiche dei macchinari e dei dispositivi eventualmente installati.

2. Illustrazione delle caratteristiche idrogeologiche del sottosuolo nella zona dove avviene la dispersione delle acque reflue47, indicando: a. Stratigrafia del terreno b. Profondità minima dell’acquifero più superficiale nei periodi di maggiore

alimentazione della falda La relazione dovrà essere corredata da una pianta generale e da sezioni del sistema di dispersione in scala ≥ 1:50, aggiornate al reale stato di fatto (nel caso di sistemi già in esercizio). La relazione di cui al presente modello dovrà riportare la data di estensione, e dovrà essere firmata dal tecnico abilitato (Ingegnere, Chimico, Biologo, Perito industriale o chimico) estensore delle stessa (con numero di iscrizione all’ordine professionale). Ciò vale anche per le piante, le sezioni e gli schemi a blocchi.

46 In base al punto 3.4 della DGR 8/2318 del 5 aprile 2006, la tecnica di dispersione mediante pozzi disperdenti non è ammessa per nuove installazioni. 47 Questa parte della relazione tecnica deve essere obbligatoriamente sottoscritta da un geologo, o da un Ingegnere Civile, o Ambientale.