IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013...

16
INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento postale 70% - Pavia Natale di resurrezione C i siamo da poco lasciati alle spalle l’ottava edizione della “Settimana sanmartiniana”, quest’anno in una versione all’insegna della sobrietà e della moderazione. Alcuni cittadini mi hanno fermato per chiedermi se la cosa aveva delle ragioni specifiche o se era solamente una scelta legata alle dispo- nibilità. La mia risposta è andata in entrambe le direzioni nel senso che, visto il momento di difficoltà generale, da una parte si è pensato di fare senza strafare, dall’altra, come amministrazione abbiamo ritenuto di apportare qualche piccola, ma sostanziale modifica al calendario degli eventi. Nel Consiglio comunale del 25 novembre si è approvata una delibera di modifica al regolamento per la concessione della Civica benemerenza. Dato che quest’anno il nostro comune è stato insignito del titolo di “Città”, abbiamo pensato di rivedere i termini e le modalità con cui vengono concesse le onorificen- ze pubbliche tra cui appunto la “Civica benemerenza” ed anche la “Cittadinanza onoraria” di recente istituzione. Quest’ultima si va proprio a collegare all’attestazione che ci è stata conferita per le note motivazioni storiche, nello specifico l’episodio risor- gimentale che sul Gravellone ha visto protagonista Carlo Alberto di Savoia celebrato dal Monumento alla bandiera all’ingresso del centro abitato. Dato che per decreto del Presidente della Repub- blica il 7 gennaio è la “Giornata nazionale della bandiera”, ci siamo voluti unire, direi a pieno titolo, alla “Festa del Tricolore” rendendo l’adeguato omaggio proprio in quella data a tutti le manifestazioni celebrative che non si richiamano al nostro santo patrono, al suo culto ed alla sua tradizione. Quindi, da questo momento in avanti, oltre alla festa dalla forte connotazione religiosa in onore del Santo Martino che cul- mina con la settimana a lui dedicata, ci sarà un’altra giornata di impronta più laica, che sarà o il 7 gennaio o il fine settimana suc- cessivo più vicino, in cui festeggeremo le donne e gli uomini che attraverso le loro azioni hanno dato lustro alla nostra collettività. Il Natale si avvicina e anche quest’anno la Pro Loco di San Martino non si è sottratta all’impegno oneroso di organizzare i due momenti classici che sottolineano da almeno un decennio questa solenne festività. Sabato 21 dicembre al “Mastroianni”, come da collaudata consuetudine, salirà sul palco la Corale Verdi di Pavia per il Concerto di Natale. Con loro due nomi di primo piano che hanno già cantato al teatro “La Scala” di Milano come la soprano Alice Quintavalla, già apprezzata nel medesimo conte- sto lo scorso anno, ed il tenore Giovanni Manfrin. A completare il parterre de rois, lo stimato baritono Enrico Marabelli che, viste le sue origini sanmartinesi, conosciamo ed apprezziamo tutti. La sera della vigilia ci si potrà spostare in piaz- za Unità d’Italia dove tra una tazza di cioccolata ed una fetta di panettone i più piccini potranno accogliere, dopo il consueto giro per il paese, la tradizionale slitta di Babbo Natale carica di doni. In conclusione, i doverosi auguri. Certamente veniamo da un periodo di disagio forte che si sta ormai protraendo da parecchio, anzi, da troppo tempo con l’uscita dal tunnel che sembra ancora di là da venire. L’auspicio che rivolgo a voi ed alle vostre fami- glie, specie se vi trovate a fare i conti con le difficoltà senza fine che ogni giorno ostacolano il vostro cammino, è quello di non abbattervi, di non perdervi d’animo. Noi, come amministratori, cercheremo di fare la nostra parte per limitare i vostri problemi attraverso una gestione della cosa pubblica che non preveda nuo- vi aumenti, in cui si applichino le aliquote più basse, che non ci veda subire passivamente le imposizioni dello Stato centrale. Noi non ci arrendiamo e con voi al nostro fianco sarà più facile resistere. Passate buone feste e che il nuovo anno porti finalmente un segnale di cambiamento positivo per tutti. IL SINDACO VITTORIO BARELLA

Transcript of IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013...

Page 1: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

SICCOMARIOINFORMAZIONI

Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento postale 70% - Pavia

L’EDITORIALE DEL SINDACO

Natale di resurrezioneCi siamo da poco lasciati alle spalle l’ottava edizione della

“Settimana sanmartiniana”, quest’anno in una versione all’insegna della sobrietà e della moderazione. Alcuni

cittadini mi hanno fermato per chiedermi se la cosa aveva delle ragioni specifiche o se era solamente una scelta legata alle dispo-nibilità. La mia risposta è andata in entrambe le direzioni nel senso che, visto il momento di difficoltà generale, da una parte si è pensato di fare senza strafare, dall’altra, come amministrazione abbiamo ritenuto di apportare qualche piccola, ma sostanziale modifica al calendario degli eventi.

Nel Consiglio comunale del 25 novembre si è approvata una delibera di modifica al regolamento per la concessione della Civica benemerenza. Dato che quest’anno il nostro comune è stato insignito del titolo di “Città”, abbiamo pensato di rivedere i termini e le modalità con cui vengono concesse le onorificen-ze pubbliche tra cui appunto la “Civica benemerenza” ed anche la “Cittadinanza onoraria” di recente istituzione. Quest’ultima si va proprio a collegare all’attestazione che ci è stata conferita per le note motivazioni storiche, nello specifico l’episodio risor-gimentale che sul Gravellone ha visto protagonista Carlo Alberto di Savoia celebrato dal Monumento alla bandiera all’ingresso del centro abitato. Dato che per decreto del Presidente della Repub-blica il 7 gennaio è la “Giornata nazionale della bandiera”, ci siamo voluti unire, direi a pieno titolo, alla “Festa del Tricolore” rendendo l’adeguato omaggio proprio in quella data a tutti le manifestazioni celebrative che non si richiamano al nostro santo patrono, al suo culto ed alla sua tradizione.

Quindi, da questo momento in avanti, oltre alla festa dalla forte connotazione religiosa in onore del Santo Martino che cul-mina con la settimana a lui dedicata, ci sarà un’altra giornata di impronta più laica, che sarà o il 7 gennaio o il fine settimana suc-cessivo più vicino, in cui festeggeremo le donne e gli uomini che attraverso le loro azioni hanno dato lustro alla nostra collettività.

Il Natale si avvicina e anche quest’anno la Pro Loco di San Martino non si è sottratta all’impegno oneroso di organizzare i due momenti classici che sottolineano da almeno un decennio questa solenne festività. Sabato 21 dicembre al “Mastroianni”, come da collaudata consuetudine, salirà sul palco la Corale Verdi di Pavia per il Concerto di Natale. Con loro due nomi di primo piano che hanno già cantato al teatro “La Scala” di Milano come la soprano Alice Quintavalla, già apprezzata nel medesimo conte-sto lo scorso anno, ed il tenore Giovanni Manfrin.

A completare il parterre de rois, lo stimato baritono Enrico Marabelli che, viste le sue origini sanmartinesi, conosciamo ed apprezziamo tutti. La sera della vigilia ci si potrà spostare in piaz-za Unità d’Italia dove tra una tazza di cioccolata ed una fetta di panettone i più piccini potranno accogliere, dopo il consueto giro per il paese, la tradizionale slitta di Babbo Natale carica di doni.

In conclusione, i doverosi auguri. Certamente veniamo da un periodo di disagio forte che si sta ormai protraendo da parecchio, anzi, da troppo tempo con l’uscita dal tunnel che sembra ancora di là da venire. L’auspicio che rivolgo a voi ed alle vostre fami-glie, specie se vi trovate a fare i conti con le difficoltà senza fine che ogni giorno ostacolano il vostro cammino, è quello di non abbattervi, di non perdervi d’animo. Noi, come amministratori, cercheremo di fare la nostra parte per limitare i vostri problemi attraverso una gestione della cosa pubblica che non preveda nuo-vi aumenti, in cui si applichino le aliquote più basse, che non ci veda subire passivamente le imposizioni dello Stato centrale. Noi non ci arrendiamo e con voi al nostro fianco sarà più facile resistere. Passate buone feste e che il nuovo anno porti finalmente un segnale di cambiamento positivo per tutti.

IL SINDACO Vittorio Barella

Page 2: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

2

SICCOMARIOINFORMAZIONI

OBIE

TTIV

O SU

Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC) è un accordo, stipulato e sottoscritto il 17 giugno 1997 ad Am-sterdam dai paesi membri dell’Unione Europea,

inerente al controllo delle rispettive politiche di bilan-cio pubbliche, al fine di mantenere fermi i requisiti di adesione all’Unione Economica e Monetaria dell’U-nione Europea (la cosiddetta eurozona) e di rafforza-re il percorso d’integrazione monetaria intrapreso nel 1992 con la firma del Trattato di Maastricht.

Esso si richiama in parte al Trattato di Roma del 25 marzo 1957, il documento che ha sancito la nasci-ta della Comunità Economica Europea e si attua sia attraverso il rafforzamento delle politiche di vigilanza sui deficit ed i debiti pubblici, sia con l’attivazione di un particolare tipo di procedura di infrazione, la Pro-cedura per Deficit Eccessivo (PDE), che ne costituisce il principale strumento.

SPECIALE “PATTO DI STABILITà”

Patto di stabilità e crescita, un po’ di storia

il rispetto del PattoIn base al Patto di Stabilità e Crescita, gli Stati

membri che, soddisfacendo tutti i cosiddetti parame-tri di Maastricht, hanno deciso di adottare l’euro, de-vono continuare a rispettare nel tempo quelli relativi al bilancio dello stato, ossia:•un deficit pubblico non superiore al 3% del Prodot-

to interno lordo (Pil); •un debito pubblico al di sotto del 60% del PIL (o,

comunque, un debito pubblico tendente al rientro). A tale scopo, il PSC ha implementato la Procedu-

ra per Deficit Eccessivo la quale nello specifico consta di tre fasi: avvertimento, raccomandazione, sanzione.

Da più parti si è sottolineata l’eccessiva rigidità del Patto e la necessità di applicarlo considerando l’intero ciclo economico e non un singolo bilancio di eserci-zio, anche in considerazione dei rischi involutivi deri-vanti dalla politica degli investimenti troppo limitata che esso comporta. Molti critici affermano poi, che il PSC non promuoverebbe né la crescita né la sta-bilità, dal momento che finora esso è stato applicato in modo incoerente, come dimostrato, ad esempio, dal fatto che il Consiglio non è riuscito ad applica-re le sanzioni in esso previste contro la Francia e la Germania, malgrado ne sussistessero i presupposti. Per completezza d’informazioni, solamente Estonia, Finlandia e Lussemburgo hanno i bilanci a posto (rif. anno 2011).

Nel marzo 2005, quindi, in risposta alle crescenti perplessità, l’Ecofin decise di ammorbidirne le norme per renderlo più flessibile. Decisione richiamata e ri-badita dall’asse franco-tedesco nel 2008 per far fronte alla gravissima crisi finanziaria che ha investito i mer-cati e le economie di tutto il mondo in seguito alla

Un Patto a due velocità

Patto di Stabilità interno

cosiddetta “crisi dei mutui subprime”che ha colpito gli Stati Uniti alla fine del 2006, coincisa nel momen-to in cui ha iniziato a sgonfiarsi la bolla speculativa in ambito immobiliare che imperversava in America rendendo contemporaneamente molti possessori di mutui insolventi a causa del rialzo dei tassi di interes-se. Tutto ciò ha generato una gigantesca sofferenza che si è abbattuta sulle banche (perdite per 4.100 miliar-di di dollari che hanno decretato il fallimento anche di Lehman Brothers una delle più importanti banche d’affari!!!).

Ulteriori istanze di riforma, nel senso di sospen-dere il diritto di voto dei paesi che non rispettino i propri obblighi di bilancio, sono state manifestate in particolare dalla Germania, in occasione degli aiu-ti stanziati dai paesi dell’Eurozona per la grave crisi finanziaria che ha messo in ginocchio la Grecia nel maggio 2010.

L’attuale ministro dello Sviluppo economico Fla-vio Zanonato ne ha parlato spesso, confermando la centralità della questione: “Se si allenta il patto di sta-bilità, si rimette in moto tutta una serie di iniziative perché così si fa circolare più denaro, si riattivano i

consumi e la produzione”. L’applauso scatta sponta-neo, siamo tutti d’accordo, se non fosse che l’Unione Europea, usata come paravento dalla Germania che in questa fase di difficoltà riesce anche a lucrare, è subito pronta a prenderci per il bavero e a ricondurci a più

Page 3: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

3

SICCOMARIOINFORMAZIONI

OBIE

TTIV

O SU

miti consigli nel nome di un rigore che sta sollevando parecchi mal di pancia da più parti. l’italia nel 2013 starà sotto il 3% e, quindi, dovrebbe evitare la puni-zione comunitaria, ma, pur se saremo stati bravi con il deficit, vanificheremo tutti gli sforzi a causa di un debito pubblico dalle dimensioni siderali. Quest’anno dovremmo stare intorno al 130% del PIL: peggio di noi fa solo la Grecia.

Il Patto di stabilità non è mai piaciuto per la sua assoluta rigidità. Adesso, con la penuria di liquidità causata dalla crisi, rispettarlo sembra diventato im-possibile, anche perché il Patto di Stabilità e Crescita ha portato ad un Patto di Stabilità interno (PSi) che sta paralizzando la vita delle amministrazioni pubbli-che condizionando pesantemente l’attività di regioni, province e comuni, chiamati a comportarsi in modo tale che lo Stato rispetti i vincoli europei. Per capir-ci, lo Stato ha scaricato a discesa sugli enti locali la responsabilità del rispetto dei parametri che gli sono stati imposti. Ad accrescere ancor più profondamente lo stress c’è il fatto che le regole cambiano ogni anno, impedendo soprattutto una qualsiasi programma-zione. Finisce cosi che le amministrazioni comunali sono costrette a improvvisare e, anche quando sono virtuose, non possono spendere. Niente investimen-ti, braccio corto sui pagamenti. Una situazione vicina all’ingestibilità dell’azienda Comune, con sofferenze per i fornitori e per i clienti, che sono poi i cittadini.

C’è una logica in tutto ciò? Sembra una situazio-ne senza senso, ma in realtà tutto ha una logica, anche situazioni perverse come questa. Visto che il Patto di Stabilità riguarda tutti gli enti territoriali di uno Stato, in Italia si è pensato bene di rispettarlo a scapito di Re-gioni, Province e Comuni. In parole povere: con questi vincoli si vuole compensare il deficit dello Stato centra-le con i surplus imposti ai Comuni (che hanno i soldi, ma non possono spenderli e quindi creano degli avan-zi) così da rispettare il Patto. Ma il guaio è che i conti tornano, ma solo dal punto di vista contabile, perché nella realtà il deficit dello Stato centrale resta intatto, e i comuni hanno soldi che non possono impegnare, rischiando di compromettere la qualità dei servizi e la possibilità di fare investimenti (cosa grave, in particola-re in un momento di crisi come quello attuale).

“Il grido di dolore dei Comuni va ascoltato”, ha detto ancora il ministro Zanonato, “Ma le regole van-no comunque rispettate, perché prima di tutto viene la credibilità del Paese. Se l’Ue permetterà riduzioni, lo si potrà fare anche da parte dell’Italia ai suoi Comu-ni”. Insomma, abbiamo addosso catene europee che non possiamo toglierci da soli. Possiamo solo spera-re che anche gli altri Paesi le trovino insopportabili e dobbiamo sperare nelle capacità di persuasione che di-mostrerà il premier Enrico Letta con Bruxelles. Ce la farà? Ce lo auguriamo. Ma attenzione a non illudersi che l’allentamento del patto di stabilità (ormai chie-sto da più parti), quando ci sarà se ci sarà, possa farci dimenticare tagli e risparmi e via come prima a spen-dere e spandere oltre le nostre possibilità. Per crescere bisogna certo liberarsi della palla al piede. Ma non si va lontano se resta sulle spalle il macigno di un debito pubblico come l’attuale (come detto 130% quando il rapporto debito pubblico/PIL, secondo i parametri di Maastricht,dovrebbe essere inferiore al 60%!!!).

Se vogliamo inquadrare tecnicamente il PSI, istitui-to con la Legge finanziaria del 1999, possiamo afferma-re che costituisce l’insieme delle disposizioni, contenute nelle Leggi finanziarie, con cui lo Stato italiano defini-sce gli impegni che gli enti decentrati devono rispetta-

re, affinché il Paese possa mantenere l’impegno assunto con l’adesione Patto di Stabilità e Crescita.Vengono fissati quindi una serie di parametri da rispettare in ter-mini di gestione del bilancio che sono vincolanti per gli enti locali nell’ambito dell’esecuzione del bilancio stesso e dell’attuazione di investimenti:•ridurre i propri debiti (obiettivo derivato);•abbattere i costi di gestione (obiettivo primario);•migliorare il flusso delle entrate (obietto primario).

Di fatto, il Patto di Stabilità è lo strumento con cui si mira a contenere l’aumento incontrollato della spesa pubblica, adeguandola alle effettive possibilità di spesa, quindi si propone lo scopo si ridurre l’in-debitamento pubblico. Affinché gli impegni vengano mantenuti, i comuni, di anno in anno, devono rispet-tare delle regole sempre più rigorose che mettono in difficoltà gli stessi comuni nella realizzazione delle attività programmate a favore della cittadinanza. Il Patto di stabilità, in sostanza, impone un limite tassa-tivo nei pagamenti, soprattutto per quanto riguarda i lavori pubblici. Di conseguenza si potrebbe verificare la situazione di un comune che, paradossalmente, po-trebbe avere le risorse finanziarie per realizzare nuove opere, ma, di fatto, non può farle eseguire in quanto, successivamente, non potrebbe pagarle perché tenuto al rispetto dal limite imposto dal Patto di Stabilità.

Da quanto sopra detto risulta evidente come que-sta disposizione restringa decisamente l’autonomia del comune e gl’impedisca di realizzare nuove opere pubbliche o interventi di manutenzione straordinaria alle infrastrutture.

Qualora il Comune non rispettasse il Patto di Sta-bilità, sarebbe soggetto a sanzioni molto pesanti, quali:1) drastica riduzione dei trasferimenti finanziari an-

nuali da parte dello Stato;2) drastica riduzione delle opere di manutenzione or-

dinaria;3) riduzione dei servizi assistenziali;4) il divieto di assunzione di personale, a qualunque

titolo;5) divieto di contrarre mutui per il finanziamento di

opere pubbliche. Nel 2012, durante il Governo Monti, la Legge di

Stabilità ha definito i nuovi criteri del Patto di Stabi-lità Interno per il triennio 2012-2014. In particolare, ha previsto l’estensione del PSI anche ai Comuni con popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti. Il Comune di Roma, invece, concorda autonomamente con il Ministro dell’economia e delle finanze le mo-dalità di partecipazione al Patto di Stabilità Interno (Decreto “Roma Capitale”), quindi, in parole povere, ne è esente.

Page 4: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

4

SICCOMARIOINFORMAZIONI

OBIE

TTIV

O SU

rompiamoilPatto.org è un’iniziativa di alcuni Sindaci, in particolare quelli facenti parte dell’ANCI Lombardia che, andando oltre l’appartenenza politica, hanno deciso di fare fronte comune e chiedere a Roma la cancellazione definitiva del “Patto di Stabilità”.

La maggior parte dei Comuni dispone, come pri-ma sottolineato, di risorse considerevoli, inutilizzabili proprio a causa del Patto. Con questi soldi si potreb-bero avviare (e terminare) moltissime opere di pubbli-ca utilità con le quali migliorare significativamente la vita quotidiana delle persone e nutrire il tessuto eco-nomico locale.

L’iniziativa si è articolata in due fasi. La prima è consistita nella convocazione di un’assemblea cittadi-na urgente per spiegare ai cittadini che cos’è il Patto di Stabilità, i danni che ha creato e, più in generale, per illustrare la situazione economica delle singole realtà. La seconda ha riguardato la presentazione, nel primo Consiglio comunale utile, di un documento condiviso per chiedere a Roma di eliminare per sempre il Patto di stabilità, consentendo così a ogni Comune di utilizzare i soldi accantonati a vantaggio dei propri cittadini.

Ovviamente, questo tipo d’iniziativa vuole spez-zare le catene che vincolano i comuni virtuosi e sta-nare quelli che sino ad oggi hanno vissuto di sprechi, evidenziando modi di fare e di gestire dal punto di

vista economico la “cosa pubblica” oggi assolutamen-te insostenibili (chi vuole, può andare sul sito prece-dentemente evidenziato e consultare le tabelle, specie quella dei dipendenti municipali che in Lombardia sono mediamente 6,27 per comune).

Secondo gli associati, il meccanismo non può più tenere. Lo stesso ministro per gli affari regionali e le autonomie, Graziano Delrio, già presidente dell’AN-CI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e sinda-co di Reggio Emilia, durante una recente intervista ha affermato: “Questo Patto ormai non piace a nessuno: dobbiamo cambiarne le regole. E nel 2014 certamen-te cambieranno. Bisogna premiare i Comuni virtuosi, quelli con i conti in ordine, che hanno buoni servizi e che devono investire per lo sviluppo del territorio. Il Patto bloccava investimenti per quattro miliardi dei Comuni: ora c’è un’inversione di tendenza. Anzi-ché continuare ad aumentare questo saldo negativo, abbiamo messo un miliardo. Per la prima volta gli obiettivi del Patto vengono ridotti di un miliardo, cioè i Comuni potranno disporre di un miliardo in più. Non è ancora tutto quello che volevamo: ma in-tanto è un segnale importante. In particolare voglio che il governo faccia un provvedimento per togliere completamente dal Patto i Comuni sotto i cinquemila abitanti.”

Come ricordato nel passaggio precedente, i Co-muni che hanno aderito all’iniziativa “Rompiamo il Patto” sono stati chiamati ad organizzare incontri con i cittadini per spiegare cos’è e che cosa comporta alle amministrazioni il Patto di Stabilità. Anche San Martino non si è sottratta ad offrire un proprio con-tributo alla discussione. Nella “Sala Calabresi” si è tenuto un dibattito che ha coinvolto Stefania Perni-ce sindaco di Filighera, angelo Bargigia sindaco di Marzano, Matteo Mognaschi, vicesindaco di Pavia, il consigliere regionale angelo Ciocca ed il senatore Gian Marco Centinaio. A fare gli onori di casa luigi Bossi, vicesindaco di San Martino. Le testimonianze interessanti, seppur improntate alle molteplici diffi-coltà, hanno fatto scaturire riflessioni decisamente ar-ticolate. Ci hanno detto che i comuni piccoli e quelli grandi non sono la stessa cosa a livello di entrate, per cui non possono essere appiattiti da un’unica applica-zione del patto di stabilità. Per i comuni con meno di 5000 abitanti coinvolti a partire dal 1 gennaio 2013 è una prospettiva insostenibile. Le piccole realtà sono nell’impossibilità di governare ragionevolmente i flus-si di cassa così come richiesto dal Patto di Stabilità. Oltretutto, saranno impegnati in questo nuovo anno a costruire le gestioni associate obbligatorie di quasi tutte le funzioni fondamentali. Un processo di per sé complesso e difficile, assolutamente incompatibile con

la rigidità delle regole del Patto di stabilità definite su ogni singolo ente. I relatori ci hanno anche spiegato che Il vincolo del Patto di Stabilità comporta che i co-muni, dal 2013 in poi, devono mettere da parte delle entrate e depositarle in Banca d’Italia senza interessi per i comuni stessi (e per lo Stato?). Denari che ap-partengono agli enti ma che non possono essere usati. Questo vuol dire che dovranno essere messe in campo delle azioni combinate per ovviare all’impossibilità di recuperare quei soldi inutilizzabili attraverso tagli alle spese ed ai servizi ed aumenti delle entrate che come sempre chiamano in causa i soliti noti, i cittadini. Il tutto condito da un quadro sanzionatorio molto pe-sante. In questo modo la gestione risulterà fortemente ingessata e le istituzioni locali, per rispettare i vincoli, saranno costrette a comprimere o addirittura ad azze-rare gli investimenti, nonché a ritardare i pagamenti alle imprese a fronte di interventi in conto capitale decisi in anni precedenti. Non sono mancate le idee. Angelo Ciocca ha spiegato il Patto di Stabilità Terri-toriale così come applicato in fase sperimentale dalla Regione Lombardia che a seguito di un accordo con ANCI Lombardia ed Unione Province Lombarde ha disposto un supporto verso gli enti locali più bisogno-si previa ricognizione sulle reali necessità e previa pre-sentazione di idonea certificazione. Questi avranno a disposizione un plafond per effettuare i pagamenti in

“rompiamo il Patto” (?)

assemblea cittadina d’emergenza

Page 5: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

SICCOMARIOINFORMAZIONI

5

OBIE

TTIV

O SU

conto capitale mediante una riduzione dell’obiettivo programmatico ed uno scambio reciproco di spazi fi-nanziari tra gli enti medesimi, nell’ambito del quale Regione Lombardia svolge un ruolo di regolazione.

San Martinoe il Patto di Stabilità

Come ricorderete, San Martino si era guadagnato i gradi di comune virtuoso in quanto ad adempimenti e attenzione ai parametri del patto. Sarà ancora cosi? Siamo andati a chiederlo alla persona più indicata in questo senso, l’assessore al Bilancio Abbiati che, sen-tito l’ufficio di riferimento (Servizio Affari Generali e Finanziari), si è espresso così in merito.

“Quello che a volte sfugge ai cittadini è che lo strumen-to del patto serve a ridurre i propri debiti, abbattere i costi di gestione, migliorare il flusso delle entrate. Da quando è stato istituito, questo comune lo ha voluto rispettare e si cercherà di proseguire in quest’ottica anche quest’anno non toccando nulla, quindi non andando a chiudere i rubinet-ti nel sociale e soprattutto non mettendo le mani nelle fa-mose tasche dei contribuenti ai quali non saranno chiesti soldi in più rispetto a quelli che sono gli esborsi già soppor-tati. Si andrà avanti, come avviene ormai dal 2001, a non far pagare l’addizionale comunale dell’Irpef, quando buona parte dei comuni in questi anni l’ha addirittura raddoppiata, e ad applicare l’IMU al minimo consentito.

Noi in questo 2013 non stiamo ricevendo un soldo né dallo stato, né dalla regione, ma, essendoci un’oculata ge-stione finanziaria, pur rimanendo ligi al rispetto del Patto di stabilità, le decisioni che vengono prese al di sopra delle nostre teste ci toccano in minima parte senza incidere, per-ché noi facciamo i nostri bilanci con quanto di pertinenza del comune, quindi con la certezza di quanto abbiamo con-cretamente in mano, e non considerando quello che gli enti superiori ci devono dare.

I cittadini pagano due tipi di tasse, quelle che vanno al comune e quelle che vanno allo stato e che a loro volta dovrebbero in parte ritornare sul territorio per far fun-zionare le amministrazioni locali. A San Martino fac-ciamo bastare i soldi che arrivano direttamente dai nostri concittadini senza tenere in considerazione una quota di quattrini che al momento è solamente virtuale. Siamo bravi ad andare avanti senza chiedere niente a nessuno e senza guardare in faccia a nessuno. Un aspetto fonda-mentale in tutto questo e che va sottolineato è che da noi l’85% dei sanmartinesi paga le tasse, una percentuale alta se pensiamo alle difficoltà in cui versa oggi lo stato e se consideriamo che quasi 5 milioni di nostri connazio-nali vivono al di sotto della soglia di povertà. Il rapporto tra il comune ed i cittadini è improntato alla massima apertura e nei casi in cui qualcuno per vari motivi non riesca a pagare, certamente non andremo da lui con il fucile spianato, ma gli diamo la possibilità di dilazionare al massimo quanto dovuto.

Un altro aspetto strategico è stata la pubblicità, un ambito dove abbiamo riscritto le regole portando la ge-stione direttamente all’interno, una scelta che ad oggi ha originato risultati tangibili. La nostra accortezza ci ha permesso di eliminare i debiti e di pagare i fornitori ri-spettando nel limite del possibile le scadenze.

Noi abbiamo sempre chiuso i bilanci con degli avan-zi che non vengono considerati nel patto come entrata, ma che contabilmente incidono come uscita. Avendo lo L’ingresso della nuova scuola media di Via Lombardia

stato data la possibilità di applicare l’avanzo di ammini-strazione accumulato esclusivamente per estinguere i mu-tui che come voce non entrano nel patto, al contrario di quanto avviene per gli investimenti e per le spese ordinarie, in tale contesto abbiamo sfruttato appieno questa possibi-lità per azzerare i mutui pregressi che viaggiavano ad un tasso fisso che poteva raggiungere il 7,5% e che ci siamo trovati costretti a dover onorare. Ad oggi non dobbiamo pagare neppure un centesimo per i mutui e questo, lo ricor-do ancora, è segno di un’attenta gestione che ha consentito di sfruttare nell’unico modo possibile il Patto di stabilità.

Per completezza d’informazioni, a settembre di quest’anno avevamo un saldo di Banca d’Italia di € 3.103.000,00 giacenti nella Tesoreria unica. Que-sta somma genera interessi ridicoli dato che del totale, il calcolo dei medesimi viene effettuato solamente su€ 121.000,00, mentre il resto è infruttifero. Se questa somma di denaro dei sanmartinesi fosse a disposizione qui nelle casse comunali vorrebbe dire che per ogni cit-tadino ci sarebbe la possibilità di impiegare cinquecento euro di soldi propri, quindi € 1.500,00 (!) per una fa-miglia media di tre persone. Basterebbe una decisione politica che ne consentisse l’utilizzo e potremmo ad esem-pio far sì che per i prossimi tre anni l’IMU non debba essere pagata.

Un ulteriore elemento che attesta la salute dei nostri conti arriva dal nostro bilancio. A livello di previsione per l’anno in corso abbiamo un bilancio assestato per€ 8.074.961,00. Al raggiungimento della cifra man-cavano € 330.634,00 dovuti a minori entrate che ab-biamo assorbito con tagli alle spese per € 334.770,00. Questo ha fatto sì che la manovra di variazione fosse de-terminata in modo di garantire il rispetto degli obiettivi imposti dal Patto di stabilità per il 2013 e che l’appro-vazione avvenisse senza alcun problema nei termini di legge entro il 30 novembre.”

Page 6: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

6

SICCOMARIOINFORMAZIONI

È BE

LLO

SAPE

RLO

di tiZiaNo BerGoNZi

A parte parenti ed amici intimi, alzi la mano chi fosse a conoscenza del fatto che una nostra concittadina

era diventata una delle donne italiane professionalmente parlando più importanti a livello internazionale. Io per primo non lo sapevo e neppure lo immaginavo. Mi è ar-rivata una dritta e mi sono incuriosito. Si è presentata l’opportunità di fare una bella chiacchierata con la dott.ssa Milena Lo-nati che mi ha dischiuso davanti agli occhi un mondo a me sconosciuto. Quella che state per leggere è una storia che merita di essere raccontata e che tutti, specie i nostri giovani, devono leggere per farne tesoro.

L’Ordine della Stella d’Italia (di cui potete leggere a parte) è l’onorificenza più rilevante che possa essere attribui-ta agli italiani che si sono distinti lontano dai nostri confini e, grazie alla sorella Emilia, in comune vengo a sapere che la dott.ssa Milena lonati ne verrà insignita. Dato che l’inte-ressata, che per motivi professionali vive attualmente con il marito a Monaco di Baviera, sarebbe venuta un fine settima-na a San Martino a trovare la sorella e mamma Gianna, mi sono accordato per incontrarla e per farle un’intervista tanto informale, quanto densa di contenuti significativi.

raccogliendo qualche informazione su di lei ho letto che, sotto l’aspetto professionale, i suoi inizi sono stati legati alle opportunità di lavoro accettate da suo marito, quindi possiamo parlare della classica scelta di cuore.Sì, il nostro inizio ha viaggiato in parallelo dato che siamo entrambi biologi ed entrambi laureati a Pavia, pur se in tem-pi diversi. Il primo ad andare negli Stati Uniti è stato lui, per poi tornare a Pavia al termine di questa prima parentesi. Io ero ricercatrice presso l’Istituto di Farmacologia dell’U-niversità di Pavia ed un’amica comune ci ha fatti conoscere. Dopodiché, stavamo partendo entrambi, lui nuovamente per l’America dato che aveva ricevuto una nuova offerta di lavoro all’Università del Rhode Island sulla East Coast tra Boston e New York, mentre io stavo ritornando all’ospedale pediatrico “Gaslini” di Genova dove ero già stata impegnata in uno stage subito dopo la laurea. Lì, in pratica, sono rima-sta solamente un paio di mesi, dato che Leonardo (il marito, n.d.r.), mi ha chiamata e mi ha invitata a raggiungerlo negli USA per sposarci e lavorare insieme. Era il 1977 e da quel momento tutto è cambiato. Lui si spostava ed io dovevo cercare lavoro nei luoghi dove veniva chiamato a svolgere la sua professione. Siamo rimasti un paio d’anni negli Stati Uniti fino a quando è stato contattato dal gruppo farma-ceutico Recordati con un’offerta che ci ha fatti ritornare in Italia, lui appunto in questa azienda, io ancora a Pavia all’I-stituto di Farmacologia con il prof. Corona. Poiché il lavoro in industria non lo entusiasmava, mio marito ha provato a partecipare alle interviste che stavano facendo a Roma per poter entrare nell’Ufficio europeo dei Brevetti. Essendo sta-to assunto, nel 1980 ci siamo trasferiti in Olanda, lui all’E-PO (European Patent Office, L’Ufficio europeo dei Brevetti, appunto), io al Laboratorio medico biologico del TNO di Rijswijk, l’equivalente del nostro CNR (il Consiglio nazio-

San Martino, italia, europa: una donna al comando

nale delle Ricerche, l’ente pubblico nazionale di ricerca con competenza scientifica generale, n.d.r.), dove nell’Istituto di Medicina e Biologia ho portato avanti studi di genetica. Lì ho lavorato quattro anni fino a quando Leonardo non è stato trasferito alla sede EPO di Monaco di Baviera. Anche qui mi sono dovuta trovare uno spazio professionale coin-ciso con la mia assunzione presso l’Istituto di Psichiatria “Max Planck” dove ho svolto l’attività di ricercatrice in un team che studiava le modificazioni biochimiche e geneti-che coinvolte nello sviluppo delle turbe affettive come la depressione e l’anoressia nervosa. A 35 anni, dopo essermi anche divertita in questi passaggi da una nazione all’altra, mi sono detta che forse sarebbe stata ora di mettermi un po’ tranquilla visto che quando uno è occupato in ricerca, specie all’estero, lavora quasi esclusivamente a contratto e di conseguenza non avevo ancora iniziato a versare contri-buti nell’ottica di una pensione d’anzianità. Motivo per cui ho fatto anch’io domanda all’EPO dove sono entrata nel 1988 come esaminatrice, inizialmente nel campo delle bio-tecnologie. Per intenderci, l’Ufficio europeo dei Brevetti è la seconda organizzazione internazionale più grande d’Eu-ropa dopo la Commissione europea. Proprio per il fatto che si autofinanzia non rappresenta una particella dell’Unione europea e, al momento attuale, concede brevetti validi in trentotto paesi, i ventisette dell’Unione più altri come ad esempio la Svizzera e la Turchia. La sede principale è appun-to a Monaco di Baviera, ma ha un’altra sede molto grande all’Aia, in Olanda, più due uffici più piccoli a Berlino e a Vienna. La sede dell’EPO a Monaco di Baviera è distribuita su due aree che comprendono due edifici, quello storico di dieci piani lungo il fiume Isar (vedi foto) e una cittadella con diverse unità, con negozi, mensa, asili nido. Su un totale di circa 7000 impiegati, a Monaco di Baviera lavorano circa quattromila persone.

Nel 1997 sono stata promossa a direttore responsabi-le di una direzione di Biotecnologia. Nel 2004 sono stata ulteriormente promossa a direttrice generale di un’unità molto grande comprendente dodici direzioni con un totale di circa 400 laureati che esaminano brevetti essenzialmente nel campo farmacologico ed in chimica organica. In pratica tutti i farmaci che vengono brevettati in Europa subiscono il nostro scrutinio. Nel 2010 sono stata trasferita alla qualità come direttrice generale del Quality Management. In prati-ca, tra le varie cose, mi occupo di tenere i contatti con tutti

Page 7: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

È BE

LLO

SAPE

RLO

SICCOMARIOINFORMAZIONI

7

gli altri grandi uffici internazionali che operano nel campo dei brevetti. L’idea è quella di armonizzare a livello mondiale il modo in cui vengono ricercate ed esaminate le domande di brevetto. Attualmente se un brevetto lo vuoi utilizzare in più paesi lo devi depositare presso ognuna delle sedi coin-volte, mentre la nostra visione prevede che si possa arriva-re un giorno ad avere un brevetto mondiale con un unico esame, dato che il costo dei brevetti è molto alto e dato che sono elevati anche i costi di mantenimento, che vanno paga-ti per tutta la vita del brevetto. Infatti, come ricordavo all’i-nizio, il nostro è un ufficio economicamente autonomo che si finanzia con le tasse derivanti dai costi di mantenimento dei brevetti. In cambio noi garantiamo la protezione legale dell’invenzione ed il suo monopolio.

in relazione a quanto mi sta raccontando, com’è la situa-zione italiana?In Italia si brevetta poco perché fondamentalmente si inve-ste poco nella ricerca. I miei contatti con Giappone, Cina e Stati Uniti, mi hanno convinta che il futuro dell’Europa passa attraverso l’hi-tech, l’alta tecnologia, quindi attraverso la protezione brevettuale. Il modello industriale italiano in par-ticolare, ed europeo in generale, è sovraccaricato da costi del lavoro elevati e da burocrazia. Deve adattarsi ai cambiamenti della realtà globale. In Germania si investe tantissimo in ri-cerca, in Italia poco o niente. A partire dal 2014 l’EPO potrà concedere anche il brevetto comunitario che è unitario a dif-ferenza del brevetto europeo che concediamo attualmente che corrisponde ad un fascio di brevetti nazionali. Le due tipolo-gie di brevetto coesisteranno. In entrambi i casi la protezione brevettuale accordata è forte perché la domanda di brevetto prima della concessione viene esaminata a fondo da esperti.

Forse nel racconto abbiamo un po’ trascurato il momento per lei epocale di passaggio dalla biologia in senso stretto al management che, mi sembra di aver letto, è avvenuto nel 1997.Sì, era la fine del 1997 quando sono diventata direttrice delle biotecnologie. Da noi tutti i manager vengono dalla branca scientifica e poi, con corsi di formazione, entrano nell’area direttiva. I nostri dirigenti gestionali non sono per-sone che hanno fatto studi specifici da manager, ma vengo-no tutti dalla ricerca.

la scelta avviene per concorso o per proposta da parte di qualche superiore?La scelta è basata su una selezione che avviene per concorso interno. Si presenta una domanda, si partecipa ad un as-sestment center nel quale viene individuato il possesso delle peculiarità necessarie a svolgere questo tipo d’attività pro-fessionale perché si deve capire innanzitutto se hai capacità manageriali visto che fino a quel momento hai operato in ambito esclusivamente scientifico. Il secondo passaggio pre-vede un’intervista con un comitato di selezione che fa una serie di domande sul lavoro e che valuta la tua affidabilità a ricoprire un ruolo di vertice.

e lei ha dato ampie garanzie in questo senso.Direi di sì. Su un totale di circa 7000 funzionari all’EPO, all’epoca della mia nomina (e tuttora), il numero dei diret-tori generali era molto basso, solo 23, di cui solamente due

donne. È molto difficile trovare donne in queste posizioni e per me il primo motivo di orgoglio è stato emergere in un mondo, quello dei brevetti, che è sempre stato tradi-zionalmente d’impronta molto maschile. All’inizio è stato problematico anche portare quello che è un po’ l’approc-cio femminile, ma penso di esserci riuscita anche se è stato, come dicevo, complicato. Devi essere forte di carattere per-ché vieni sfidata quotidianamente.

Mi aggancio per fare una riflessione sul fatto che per lei la sfida è stata doppia, sia come donna che, in seconda battu-ta, come italiana dato che in una nazione come quella dove lavora, i nostri connazionali vengono sempre visti con una certa diffidenza.È vero, tra l’altro la seconda direttrice generale era tedesca, quindi proveniente da una di quelle nazioni in cui è meno sentita professionalmente parlando la differenza tra uomo e donna essendoci in Germania sotto questo profilo una cultu-ra diversa. Il fatto è stato di per sé inusuale, ma credo mi sia servita molto l’esperienza che mi ero fatta precedentemente in giro per il mondo anche perché da noi qui all’EPO si ra-giona in tre lingue, inglese, francese e tedesco che devi saper scrivere e parlare, per cui oltre alle capacità scientifiche devi avere anche queste abilità linguistiche a cui si deve ancora aggiungere anche l’attitudine manageriale. Se fossi rimasta fissa in Italia non avrei mai potuto accumulare questa serie di talenti. La posizione che sono andata a ricoprire è stata un po’ la sintesi di tutte le esperienze che ho messo insieme precedentemente. C’è ancora molta strada da fare a livello di pari opportunità anche perché un uomo qui da noi, magari anche mediocre, vigendo ancora un modello comportamen-tale prettamente maschile, viene accettato per quel che è, mentre la donna deve essere sempre molto più brava del-la media degli uomini e dimostrare quotidianamente quel qualcosa in più per poter essere considerata con la giusta le-gittimità. All’interno delle stesse commissioni esaminatrici in cui sono stata non ho mai visto un volto femminile.

e una donna, dal punto di vista professionale, certamente sacrifica parecchio di più rispetto all’uomo.Certamente. Io viaggio per lavoro due o tre giorni alla setti-mana e molte volte mi sono chiesta, ma se avessi avuto figli, avrei potuto condurre lo stesso tipo di vita? Probabilmente no, le mie scelte sarebbero state fortemente condizionate. E quante donne che hanno capacità e attitudine si devono fermare nel nome della famiglia?

Da quello che si capisce attraverso il suo racconto, lei è certamente una delle donne italiane che a livello interna-zionale sotto l’aspetto professionale ricopre una delle cari-che più in vista. Direi proprio di sì, posizione che tra l’altro ho raggiunto senza alcun appoggio politico e solamente per merito delle mie competenze. Certo, se andiamo ancora più in alto, a livello di presidenza o di vicepresidenza, come in tutte le or-ganizzazioni internazionali la politica conta, ma fino al mio ambito è fondamentale ancora il valore del singolo e, per quel che mi riguarda, al momento attuale sono probabil-mente la donna italiana che a livello internazionale occupa la posizione più alta.

L’EPO, l’Ufficio europeo dei Brevetti a Monaco di Baviera

Page 8: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

8

SICCOMARIOINFORMAZIONI

ordine della Stellad’italia

L’Ordine della Stella d’Italia è un’istituzione onorifica della Repub-blica Italiana ed è stata fondata nel 2011.

Questa, che si qualifica come seconda onori-ficenza civile dello Stato, rappresenta un partico-lare attestato in favore di tutti coloro che, italiani all’estero o stranieri, hanno acquisito particolari benemerenze nell’incentivare i rapporti di ami-cizia e collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia. In particolare, per la candidatura al conferimento dell’onorificenza, vengono considerate la pre-servazione dell’italianità e la promozione del prestigio nazionale all’estero: ciò si traduce in varie situazioni, come la promozione della lingua italiana, le attività di volontariato ed assistenzia-li, le attività filantropiche, la partecipazione alla vita associativa delle nostre comunità all’estero, la ricerca scientifica e tecnologica, le missioni pastorali, le imprese commerciali, la promozione eno-gastronomica e l’offerta di lavoro ai nostri connazionali.

A conferirla è il Presidente della Repubblica su proposta del Ministro degli Esteri, sentito il Consiglio dell’Ordine; quest’ultimo è presieduto dal Ministro stesso ed è composto da altri quat-tro membri, uno dei quali è di diritto il Capo del Cerimoniale Diplomatico della Repubblica.

È BE

LLO

SAPE

RLO

Fatto che le ha anche consentito di conoscere personalità di alto profilo come il console italiano a Monaco.Esattamente. Durante un incontro pubblico ho fatto la conoscenza di Filippo Scammacca del Murgo, il Console generale di Monaco di Baviera che, essendo in contatto con la nostra organizzazione dove lavorano molti nostri connazionali, mi ha sorpresa dicendomi nel 2011 che gli avevano chiesto dei nomi per questa onorificenza che viene attribuita agli italiani che si sono distinti all’estero dando lustro alla nostra nazione e che lui mi avrebbe proposta. Io in verità non ci contavo, si sa come vanno queste cose e, ad un certo punto, non sentendo più nulla me l’ero anche dimenticata. Invece, poco tempo fa mi ha chiamata dicen-domi che aveva una bella notizia per me e che mi avevano scelta per l’attribuzione di questo riconoscimento. La qual cosa, in tutta verità, mi ha inorgoglita tantissimo divenendo un po’ il simbolo del coronamento di tutto questo tempo passato lontano dall’Italia senza che mai fosse venuto meno il legame ed il senso d’appartenenza al mio paese d’origine. Comunque all’Istituto italiano di Cultura di Monaco il 9 gennaio il console dovrebbe organizzare la festa della ceri-monia di consegna.

a questo punto la voglio coinvolgere per parlare dritto ai nostri giovani. lei ha iniziato a viaggiare all’estero per il lavoro, come ci ha ricordato prima, nel 1977. Cosa si sen-te di consigliare ai ragazzi che la stanno leggendo e che vorrebbero dare certezze al proprio futuro?Ovviamente consiglio di non avere remore nello scegliere opportunità anche al di fuori dell’Italia, ma sono allo stesso modo convinta che i nostri ragazzi più bravi che si affer-mano all’estero debbano essere riportati in Italia perché lo stato italiano per farli studiare ha sostenuto dei costi ed ha fatto un investimento che non deve essere a fondo perduto. Trovo triste che dobbiamo regalare i nostri cervelli agli altri. Io stessa, se ci fossero state le occasioni giuste, avrei preferito ritornare ed offrire le mie capacità al mio paese. Qui nell’or-ganizzazione che rappresento lavorano quattrocento laureati italiani tutti bravissimi e molto rispettati per le loro capacità al di là dell’immagine che ha l’Italia. Il loro coinvolgimento potrebbe essere un’opportunità per un rilancio ad esempio dell’industria farmaceutica che in Italia è fallita. La nostra nazione è costretta ad acquistare farmaci brevettati da altre parti a costi da capogiro. Se questi soldi venissero immessi nella ricerca creeremmo sia chance di lavoro sia brevetti. Le università americane si finanziano con i soldi delle royalties derivanti dalle invenzioni che hanno brevettato, mentre da noi gli atenei, non attuando politiche di questo tipo, non posseggono energia propulsiva e faticano a rimanere in piedi sulle loro gambe. L’Italia non è inferiore alle altre nazioni, ma mancano le scelte coraggiose. La classe politica italia-na è vecchia e quindi è vecchio anche il modo di ragiona-re, nelle altre nazioni ci sono molti più giovani ai vertici e quindi molta più forza propositiva. In ogni campo io sono convinta che arrivi il momento in cui chi è in alto debba farsi da parte e lasciare lo spazio ai giovani, alla loro energia, alle loro idee ed al loro spirito innovativo. Invece in Italia si percepisce una mancanza di fiducia verso chi dovrebbe aprire la strada al futuro. In questo contesto vorrei sfatare anche un luogo comune: quello che i tedeschi lavorano più

degli italiani. I tedeschi presi singolarmente lavorano meno di noi, ma lavorano tutti, ognuno fa la propria parte. Da noi, soprattutto in Lombardia che è la terra dove sono nata e vissuta, c’è gente che lavora tantissimo, molto più che il tedesco medio. Il problema è che in Italia ci sono anche grosse differenze d’impegno: c’è gente molto ligia al dovere e altri soggetti poco propensi agli obblighi, soggetti che alla fine annientano la nostra reputazione a livello internazio-nale. Noi dobbiamo sempre dimostrare quello che valiamo per farci accettare fuori dai nostri confini, mentre ad altri popoli questo non serve perché, a prescindere dalla capacità o meno del singolo, hanno la buona reputazione. Questo porta anche a far sì che a lungo andare siamo noi stessi a mortificare il nostro orgoglio nazionale.

Collegandomi a quanto ha appena affermato, quando ar-riverà il suo momento di dire basta che cosa farà? tornerà in italia, rimarrà in Germania?Io sono membro di un’associazione non governativa e no profit che si chiama Transparency International. È un’asso-ciazione internazionale nata in Germania che si propone di combattere la corruzione. Tutti gli anni pubblica degli indici anticorruzione per tutti i paesi che vengono presentati anche alla Comunità europea. Devo dire che l’Italia è tristemente molto indietro in questa classifica. Per questo alla fine della mia parabola lavorativa, mi piacerebbe tornare in Italia, dato che c’è una sede anche a Milano, e mettere a disposizione la mia esperienza per poter migliorare questa situazione. È stato stabilito che il rapporto tra il livello della corruzione di un paese e la sua povertà è inversamente proporzionale proprio perché la corruzione costa miliardi. In Italia si paga un livello di tasse altissimo che si abbina a servizi molto scadenti. La corruzione è proprio questo: se sottrai denaro pubblico sotto forma di tangenti è ovvio che quello che rimane non basta per terminare di finanziare l’opera pubblica, che quindi viene a costare molto di più, non basta per fornire nel modo mi-gliore possibile un servizio a vantaggio della collettività e non basta anche per garantire una politica ambientale più buona che serva a farci vivere meglio.

Page 9: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

9

SICCOMARIOINFORMAZIONI

DIAR

IO

di tiZiaNo BerGoNZi

L’occasione della tre giorni di festa per l’Estate di San Martino ha dato la possibilità ai nostri concittadini di

entrare in contatto con il nuovo vescovo di Vigevano Maurizio Gervasoni. La sua visita pastorale di domenica 17 novembre alla nostra comunità ci ha mostrato i contorni nitidi di una guida che emana pragmati-smo e solidità morale, un teologo che, da buon bergamasco, bada al sodo senza tanti giri di parole. Conosciamolo meglio.

Nato a Sarnico in provincia di Bergamo il 20 di-cembre 1953 (l’occasione di un affettuoso augurio per il 60° compleanno non la si poteva lasciar scappare!), Maurizio Gervasoni compie, a partire dal 1964, i suoi primi studi presso il seminario San Gregorio Barbari-go di Clusone, prosegue gli studi liceali, filosofici e teologici a Bergamo, presso il seminario papa Giovan-ni XXIII. L’11 giugno 1977 è ordinato sacerdote. Completa gli studi a Roma, presso il Pontificio semi-nario lombardo, conseguendo il dottorato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana nel 1982.

Insegna Antropologia e Storia delle Religioni pres-so l’Università degli Studi di Bergamo e nel 1999 rice-ve l’alta onorificenza di prelato d’onore di Sua Santità.

Rientrato dopo la parentesi accademica in diocesi a Bergamo ricopre una lunga serie di incarichi: vicedi-rettore del corso liceale dal 1981 al 1986 del seminario Giovanni XXIII, docente di antropologia teologica al

il Sindaco Barella con S.e. Mons. Gervasoni

17 NOVEMBRE 2013

San Martino Siccomarioconosce il nuovo vescovo

seminario di Bergamo dal 1982 al 2012, vicedirettore del corso teologico dal 1986 al 1992 del seminario Giovanni XXIII, docente di spiritualità del presbitero diocesano dal 1990 al 2000, direttore dell’Ufficio per la pastorale della cultura dal 1991 fino al 2012, diret-tore dell’Ufficio per la pastorale sociale, del lavoro e dell’economia dal 1992 al 2001. Dal 1992 al 2012 è stato direttore dell’Ufficio per le Associazioni, movi-menti e gruppi e delegato vescovile per la Formazione ed educazione del Popolo di Dio. Dal 1993 al 2012 è stato presidente della Caritas diocesana; dal 1997 al 2012 è stato direttore dell’Ufficio catechistico e di-rettore dell’Ufficio liturgico. Dal 2010 è docente di storia delle religioni presso l’università di Bergamo. Nel settembre 2012 è stato nominato prevosto della parrocchia di Santa Lucia in Bergamo e vicario episco-pale della stessa città.

Questo importante percorso lo ha portato il 20 luglio di quest’anno ad essere nominato da Papa Fran-cesco vescovo di Vigevano dove è andato a sostituire mons. Vincenzo Di Mauro che, nel luglio del 2012, dopo meno di due anni a capo della diocesi, aveva presentato le proprie dimissioni al Santo Padre, per gravi motivi di salute lasciando la reggenza provvisoria come amministratore apostolico al cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano.

Riceve la consacrazione episcopale dallo stesso cardinale Tettamanzi il 28 settembre nel duomo di Bergamo e fa il suo ingresso solenne in cattedrale a Vigevano il 5 ottobre.

Il Sindaco Barella con S.E. Mons. Gervasoni

Page 10: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

10

SICCOMARIOINFORMAZIONI

DIAR

IO

Nell’ambito dell’ottava edizione de “la Settima-na Sanmartiniana”, domenica 17 novembre mons. Gervasoni, in uno dei suoi primi impegni ufficia-li, è venuto a visitare quella che delle 87 parrocchie che compongono la diocesi di Vigevano rappresenta la più distante. Il pastore ha chiamato, il suo greg-ge ha risposto. In una chiesa gremita, Sua Eccellenza ha concelebrato la Santa Messa delle ore 10 con don Anselmo Canevari ed all’uscita, non si è sottratto al bagno di folla.

La fitta lista degli eventi da presiedere lo ha poi portato, accompagnato dal sindaco Barella e dai suoi assessori, al “Centro Culturale San Martino di Tours” dove prima ha inaugurato e benedetto la statua lignea dedicata al giovane Martino, opera dello scultore Luigi Bossi, e poi ha visitato la biblioteca traendone un’ottima impressione e stupendo i presenti per la proprietà tecnica con cui ha parlato di applicazioni e supporti informatici dimostrando, come già sta facen-do Papa Francesco, che anche la chiesa del terzo mil-lennio vuole rimanere al passo con i tempi all’interno di una società sempre più dinamica.

Lo spostamento verso la prossima destinazione è stato brevissimo dato che la delegazione si è trasferita al Centro polivalente “Dott. Luigi e Luigina Sabbia” per visionare prima al piano terra i nuovi locali della “Casa della salute”, dove andranno a collocarsi tutti gli ambulatori medici, e poi il Centro socio-culturale in cui i sorrisi e accoglienza l’hanno fatta da padroni.

Il successivo passaggio ha interessato il cimitero dato che, anche in questa sede, all’interno della chiesa il vescovo ha inaugurato e consacrato un’altra prege-

vole opera dell’ing. Bossi, un basso rilievo sempre in legno in cui l’artista ha raffigurato “La Resurrezione”.

Il protocollo ha previsto una tappa che per la mag-gior parte dei presenti ha rappresentato una primizia: l’ingresso nel nuovo edificio scolastico di Via Lom-bardia, un opera di grande impatto e di formidabile importanza strategica in fase di compimento che di qui a poco aprirà i battenti, un’opera che il vescovo ha osservato con curioso ed attento interesse in tutte le sue componenti (scuola, palestra, auditorium), non lesinando domande ai rappresentanti delle istituzioni locali.

Il tour si è concluso presso l’oratorio parrocchia-le dove mons. Gervasoni ha partecipato insieme alle autorità ad un pranzo organizzato dall’O.F.T.A.L. Gli intervenuti hanno potuto conoscere direttamente l’alto prelato che ha contagiato tutti con la sua carica umana, la semplicità e la simpatia.

La conclusione la lascerei ad uno stralcio del di-scorso che mons. Gervasoni ha tenuto all’atto del suo insediamento come vescovo di Vigevano: “Occorrerà lavorare con sempre più con attenzione allo spirito di laicità, perché la strutturazione delle condizioni di vita, quella concreta che ognuno di noi vive, sono stabilite dalla società civile. Le condizioni della vita civile e sociale indicano il campo entro cui il cristiano e la comunità cristiana devono giocare la loro testimo-nianza e il loro annuncio”. Un ulteriore segno di mo-dernità di un pastore della chiesa che non si nasconde davanti ai problemi, che vive in mezzo alle persone e sa ascoltare il battito dei loro cuori, specie di quelli più in affanno.

Mons. Gervasoni e l’ass. Cebrelli all’internodel Centro socio-culturale

Il Vescovo e gli amministratori visitano i localidella nuova scuola

Lo scultore Luigi Bossi insieme a Mons. Gervasoni ed al Sindaco davanti alla sua statua lignea raffigurante il Santo Martino in età giovanile

A.N.P.S. - IPA PAVIA

Page 11: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

11

SICCOMARIOINFORMAZIONI

DIAR

IO29 SETTEMBRE 2013

San Martino festeggiale Polizie

Domenica 29 settembre 2013, in occasio-ne della Festa di San Michele Arcangelo Patrono della Polizia di Stato, l’Asso-

ciazione Nazionale della Polizia di Stato Sezione Sportiva di Pavia, in San Martino Siccomario, con la collaborazione ed il Patrocinio della locale Amministrazione Comunale e dell’Amministra-zione Provinciale, ha organizzato la 25a Edizione del Torneo Internazionale di calcio tra Polizie Europee.

Questa manifestazione, allestita da 25 anni nella nostra Provincia dal Cav. Michele Salvemi-ni, Dirigente Superiore O. della Polizia di Stato, Presidente del Gruppo Sportivo dell’Associazio-ne Naz. di Polizia di Pavia, aderente all’Intern. Police Association, era stata predisposta, in passa-to, anche in altri Comuni della nostra Provincia, quali, Pavia, Torre d’Isola, Volpara, Stradella, San Genesio ed Uniti, Mede, Zerbo, Torre de’Negri, Belgioioso e S. Martino Siccomario stesso.

Al predetto torneo, oltre ai teams della predet-ta Associazione di Polizia e della Polizia Stradale nonché delle compagini dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, dei Vigili del Fuoco e di San Martino Siccomario, erano presenti le squadre delle Polizie d’oltralpe di IPA Villingen-Schwenningen (Germania), di Tarragona e Cambrils (Spagna-Catalunya), di Manosque (Francia), di Brno (Rep.Ceca), IPA Klaipeda (Lituania), IPA Bratislava (Slovacchia) e IPA Granjska Gora (Slovenia).

Secondo il programma concordato con il Co-mune di San Martino Siccomario è stata data grande solennità all’evento, organizzando una manifestazione inaugurale che ha visto la parte-cipazione, oltre che degli atleti, della Fanfara dei Bersaglieri e dei bambini delle Scuole della Città

che hanno sfilato portando le bandiere di tutte le nazioni partecipanti, comprese quelle degli ospiti del Canada e degli arbitri internazionali di Ita-lia, Belgio e Francia.

Il corteo inaugurale aperto dalla Fan-fara dei Bersaglieri, dalle ore 9.00 ha attraversato le maggiori vie di San Martino Siccomario guidato dal Sindaco Vittorio Barel-la e dall’Assessore Renato Abbiati (con il Gonfalone del Comune) e dalla Bandiera Italiana dell’Associazione Naziona-le della Polizia di Stato di Pavia, capita-nata dal Presidente Michele Salvemini, dal Vice Pres. Michele Trombetta ed altri Associati; verso le ore 10.00, dopo, aver raggiunto il lo-cale complesso sportivo, all’interno di un gremito “Palabrera”, riceveva il saluto augurale delle predette Autorità, dando così inizio alla kermesse sportiva.

Il torneo internazio-nale si concludeva nel pomeriggio, verso le ore 18.00 e veniva conquistato dal-la squadra della Polizia di Brno, che superava in finale la Squadra della Poli-zia di Stato di Pavia.

In serata, a partire dalle ore 20,00 nel corso della Cena di Gala con musica, il Questore di Pavia e le altre autorità presenti premiavano tutte le squadre partecipanti con coppe e trofei, rin-graziando quanti avevano collaborato al successo della manifestazione. IL PRESIDENTE MiChele SalVeMiNi

GRUPPO SPORTIVO - CALCIOASSOCIAZIONE NAZIONALE POLIZIA DI STATO - PAVIA

GRUPPO SPORTIVO CALCIOIPA POLIZIA - PAVIAin collaborazione con

LA CITTÀ DI SAN MARTINO SICCOMARIOorganizza

TORNEO INTERNAZIONALE TRA POLIZIE EUROPEE25° TROFEO “SAN MICHELE ARCANGELO”

Comune diSan Martino Siccomario

Provincia di Pavia

A.N.P.S. - IPA PAVIA

Page 12: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

12

SICCOMARIOINFORMAZIONI

DIAR

IO le domeniche da favolanon finiscono maidi tiZiaNo BerGoNZi

Il percorso sta ormai diventando storica-mente importante dato che ci ritroviamo a parlare della sesta/settima edizione (set-

tima se consideriamo che nel 2007 la stagione d’esordio recava la denominazione di “Teatro e territorio”). “Una domenica da favola”, in collaborazione con Bonaventura Eventi e Mo-vie Planet, come sempre patrocinata dal Mi-nistero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Pavia e naturalmente dall’Amministrazione comuna-le, è un fiore all’occhiello della Pro Loco di San Martino sicuramente per la qualità dell’offer-ta, ma, principalmente, perché si rivolge ad una platea composta dai bambini verso i quali non ha mai mancato di rivolgere le doverose attenzioni sia ludiche che formative.

Il “Mastroianni” di via Piemonte 8/b, ha aperto i battenti il 13 ottobre con “l’arca par-te alle otto” del teatro del Buratto (Premio Andersen – baia delle Fiabe 2011). Con la regia di Renata Coluccini, tre pinguini amici sulla banchisa spersi in mezzo ai ghiacci pe-renni, partendo da un pretesto, iniziano una conversazione/bisticcio su Dio, sul mondo e su ciò che si può o non si può fare. La scoper-ta per i bambini è stata quella che sull’Arca i pinguini non erano in coppia come tutti gli altri animali, ma ben tre! Si è proseguito il 27 ottobre con la compagnia luna e GNaC e il suo “Pam! Parole a matita”, spettacolo a metà tra fumetto, teatro d’attore e teatro d’ombra sul tema del rapporto con i libri e con la parola, per bambini di infanzia e pri-maria, un chiaro omaggio a Gianni Rodari e Bruno Munari. Il 10 novembre la Fondazio-ne aiDa ha presentato un classico, “il picco-lo principe” di Antoine de Saint-Exupéry, in una versione molto particolare in cui la regi-sta Rita Riboni, con una messa in scena che ha ricordato un gioco di origami, ha esaltato amicizia ed immaginazione. Il 24 novembre è stata portata in scena “Pimpa Cappuccetto rosso” del teatro dell’archivolto su testo di

Altan, con burattini, sagome e un florilegio di colori che hanno fatto da corredo alla mi-tica cagnolina dai pois rossi. Il 1 dicembre, il grande ritorno di Daniele Debernardi alfiere del teatrino dell’erba Matta, nei panni di attore e regista, con la sua versione di “Cene-rentola”. La fiaba di Charles Perrault è stata adattata ad un teatro di pupazzi, ombre e ru-mori in cui Debernardi offre un assolo ma-iuscolo in cui magia ed incantesimo la fanno da padroni. Domenica 15 dicembre, la Fon-dazione aiDa si ripropone con “la coperta di Natale”, una coperta patchwork composta dalle parole perse del Natale tratte da libri che il tempo ha fatto cadere nell’oblio. Il 12 gen-naio sarà ancora di scena il teatrino dell’er-ba Matta con “Pollicino nel Far West”, pi-lotato ancora una volta dalla sapiente guida di Daniele Debernardi che, attraverso una libera rielaborazione del “Pollicino” dei fra-telli Grimm, fa correre la fantasia dei piccoli in un mondo fatto di cowboy, banditi, india-ni pellerossa, bisonti e praterie sconfinate. Si

Page 13: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

13

SICCOMARIOINFORMAZIONI

DIAR

IO

chiuderà il 26 gennaio con Michele Cafaggi già conosciuto per aver portato sul proscenio del “Mastroianni” lo splendido spettacolo di “Ouverture des Saponettes”. In questa occa-sione, visto il successo dello scorso anno, (ri)divertirà i presenti con “l’omino della piog-gia” in cui, attraverso la sperimentazione di attrezzi, materiali e tecniche ridà nuova for-ma espressiva al sempre magico mondo delle bolle di sapone.

Quest’anno c’è anche una ulteriore sfiziosa novità. Ulti-mata la parte di stagione riser-vata al palcoscenico, prenderà vita un “cartoons attack”, una rassegna di film a cartoni ani-mati al Movie Planet di San Martino che, al costo di 3 euro a proiezione, proporrà da febbraio a giugno un car-tellone di nove lungome-traggi che comprende: “Dino e la macchina del tempo” (9 febbraio 2014), “turbo” (23 febbraio), “Monsters University” (9 marzo), “i Puffi 2” (23 marzo), “Cattivissimo me 2” (13 aprile), “tarzan” (27 aprile), “a spasso con i dinosauri” (11 maggio), ”Frozen il re-

gno di ghiaccio” (25 maggio), “Piovono pol-pette 2” (8 giugno).

Come vedete, i nostri piccini hanno un’opportunità di divertimento e svago da poter condividere con genitori e nonni i quali certamente non si lasceranno sfuggire

l’occasione per passare una domenica pomeriggio con leggerezza circon-dati dalla gioia contagiosa e dalla

spensieratezza. In conclusione, va rivol-

to un plauso a chi ancora una volta ha pensato ai no-stri concittadini più piccoli

con un’offerta che, al di là del passatempo, ha una valenza tangibile sotto il profilo forma-

tivo. La crescita di un esse-re umano, specie nei primi anni di vita, passa attraverso

varie esperienze, molte delle quali sensoriali, e ognuno di noi, in questo verso, per aiutarne la realizzazione deve fare la propria parte e dare un contributo di valori da condividere fosse anche solamente a livello di idee. “Una domenica da favola” risponde esattamente a questi requisiti.

Periodico a cura dell’amministrazione comunale di San Martino Siccomario

Direttore: Vittorio BarellaDirettore responsabile: Tiziano BergonziComitato di redazione: Renato Abbiati, Luigi Bossi, Carlo Cebrelli, Giovanna Prato, Cira VitielloHanno collaborato: Michele Salvemini, Dorella Spizzi Fotocomposizione, grafica e stampa: TCP Tipografia Commerciale Pavese - Pavia

Autorizzazione del Tribunale di Pavia: 374 del 30/05/1990Questo giornale è stampato in 3.000 copie ed è inviato gratuitamente a tutte le famiglie del Comune

SICCOMARIOINFORMAZIONI

Page 14: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

14

SICCOMARIOINFORMAZIONI

“LIB

RIAM

OCI”

IN

BIBL

IOTE

CA

La strada verso casadi Fabio Volo

Marco non ha mai scelto, perché ha paura che una scelta escluda tutte le altre. Non ha mai dato retta a nessuno, solo a se stesso. Sembra dire a tutti: amatemi pure, ma tenetevi lontani. An-drea, suo fratello maggiore, ha deciso da subito come doveva essere la sua vita, ha sempre fat-to le cose come andavano fatte.

L’eroe di Poitiersdi Bernard Cornwell

Settembre 1356, la guerra dei Cent’anni infuria in Europa. In Francia l’esercito inglese, guidato da Edoardo di Woodstock, il Prin-cipe nero, semina ovunque il ter-rore, con lo scopo di costringere il sovrano francese a mettere in cam-po il proprio esercito: le città sono assediate, i campi bruciano e non esiste un solo luogo sicuro.

L’uomo del soledi Jeffery Deaver

Jennie era una studentessa modello: su questo tutti concordano quando viene ritrovata morta in un letto di fiori infangati vicino a uno stagno. Mentre si diffonde l’idea che il col-pevole sia un serial killer che colpi-sce con la luna piena, il detective Bill Corde non ci mette molto a scoprire che la verità porta altrove.

A proposito di leidi Banana Yoshimoto

Yumiko e Shoichi sono due cugini, figli di sorelle gemelle che, pur es-sendo stati molto legati da bambini, per anni non si erano più frequen-tati. Si ritrovano quando Shoichi, eseguendo le ultime volontà della madre, va a trovare Yumiko, rima-sta orfana, per prendersi cura di lei. La donna soffre di un grave proble-ma di memoria che le impedisce di ricordare il proprio passato.

Il calice della vitadi Glenn Cooper

Inghilterra, XV secolo. Non è la prigione a gettare Thomas Ma-lory nel più nero sconforto. È la consapevolezza di avere fallito, proprio come tutti coloro che lo hanno preceduto. Ormai ha una sola ragione di vita: proteggere la chiave che dà accesso a un segreto antichissimo.

Ladri di cotolettedi Diego Abatantuono

Con verve e ironia Diego Abatan-tuono si racconta, ripercorrendo aneddoti, storie d’amore e di ami-cizia dietro le quinte dei suoi film, dove i sapori della cucina sono il filo rosso che unisce tutti i ricordi. In ogni capitolo, dedicato a un film o all’incontro con un attore o regista, vengono narrati episodi e vicende legati a quel momento e sempre “conditi” dai cibi assaporati.

Nessuno conosceil mio nome

di Anna Grue

Dan Sommerdahl vive nella tran-quilla cittadina di Christians-sund, affacciata su un fiordo pittoresco, con un delizioso por-ticciolo, un quartiere di ville ele-ganti e un’orribile zona pedonale. È un quarantenne di successo in temporanea crisi esistenziale.

La carovana del saledi Elena Dak

Ogni anno, tra l’autunno e l’inver-no, i tuareg dell’Aïr, nel nord del Niger, attraversano il Ténéré verso le saline e le oasi di Bilma e di Fa-chi con centinaia di dromedari per andare a rifornirsi di sale e di datte-ri che poi trasporteranno nei paesi del sud per scambiarli con miglio, il cereale sul quale si basa la loro alimentazione. Sono le leggendarie “carovane del sale”

Centro CulturaleSan Martino

SPECIALE NATALE

libri novità presso la biblioteca comunale

Page 15: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

15

SICCOMARIOINFORMAZIONI

“LIB

RIAM

OCI”

IN

BIBL

IOTE

CA

L’uomo della sabbiadi Lars Kepler

Nel cuore di una notte d’inverno in cui la neve ricopre interamente Stoccolma, un ragazzo cammina lungo i binari di un ponte ferro-viario sospeso sul ghiaccio, in di-rezione del centro. Perde sangue da una mano ed è in gravissimo stato di shock: nel suo delirio febbricitante, parla di un miste-rioso uomo della sabbia.

Bridget Jonesun amore di ragazzodi Helen Fielding

Che cosa fai se la festa per i sessant’anni della tua migliore amica e il trentesimo comple-anno del tuo ragazzo cadono lo stesso giorno? È giusto mentire sull’età quando sei a caccia di appuntamenti on-line?

La banda Sacco di Andrea Camilleri

“All’inizio, nel secondo Ottocento, c’è il patriarca Luigi Sacco, braccian-te d’ingegno e passione. Vengono poi i discendenti, grandi lavoratori tutti, e socialisti, tra emigrazione transoceanica e chiamata alle armi nella Grande Guerra, malversazioni e canaglierie di rozzi capimafia con alle spalle pupari altolocati, che pro-

sperano e sanno come avvantaggiarsi nella tragica notte del fascismo. I cinque fratelli Sacco conoscono la dispe-razione a vivere in un regime di mafia.

Per Isabel. Un mandaladi Antonio Tabucchi

Come definire una storia come questa? A prima vista potrebbe sembrare un romanzo fantastico, ma forse sfugge a ogni possibi-le definizione. Si tratta in fin dei conti di un’inchiesta, una ricerca che sembra condotta da un Philip Marlowe metafisico.

Danza delle ombre felicidi Alice Munro

Nel racconto ‘Il cowboy della Walker Brothers’ è il rapporto tra padre e figlia a dominare i pensieri della bambina, fiera del privilegio di attraversare il territorio con un uomo disposto a portarla con sé, ma deciso a lasciarla sulla soglia del proprio mistero.

La regina scalzadi Ildefonso Falcones

Nel gennaio del 1748 una don-na cammina da sola per le strade polverose di Siviglia. È una ex schiava proveniente dai territori della colonia spagnola di Cuba. Caridad ora non ha più un pa-drone che decide della sua vita, ma neanche più una casa. Lun-go il suo peregrinare incontra Milagros Carmona, una giova-ne gitana nelle cui vene scorre il sangue della ribellione.

Argento vivodi Marco Malvaldi

C’è una rapina nella casa di uno scrittore molto noto; col bottino, sparisce il computer in cui è sal-vato il suo ultimo romanzo non ancora consegnato alla casa editri-ce e incautamente non conservato in altro modo.

Come fu che Babbo Natale sposò la Befana

di Andrea Vitali

Nel placido paese a bordo lago ci si prepara a festeggiare il Natale, l’aria è carica di una promessa di neve e gli adulti sono al riparo dal freddo e dai dubbi, confortati dalle loro certezze esistenziali. “Perché se Babbo Natale esiste nessuno l’ha mai visto?”: dalla fatidica domanda di Tom, un ragazzi-no curioso che non si accontenta delle risposte evasive dei suoi genitori, prende avvio il racconto di Vitali, che illustra il mondo dei grandi, impacciati e non sempre all’altezza del loro ruolo di educatori.

La caduta dei tre regnidi Morgan Rhodes

In un mondo in decadenza e sul’orlo dell’abisso - flagellato da lunghi perio-di di siccità e da inverni interminabili -, tre giovani sono destinati a incon-trarsi e ad affrontare insieme epiche battaglie, intrighi di corte e tradimenti.

San Franceso e il lupo. Un’altra storiadi Chiara Frugoni

Un vecchio lupo rifiutato dal bran-co si aggira affamato nel bosco, si avvicina a case e fattorie e compie razzie di bestiame. Gli uomini lo te-mono, lo odiano, ma non riescono a catturarlo. Allora chiedono aiuto a un frate, che si dice abbia il dono di capire la lingua degli animali.

Page 16: IOMARIO...IOMARIO INFORMAZIONI Periodico di informazione comunale Anno XXIV - N. 2 - Dicembre 2013 Autorizzazione del Tribunale di Pavia n. 374 del 30/05/90 - Spedizione in abbonamento

25o TROFEO “SAN MICHELE ARCANGELO”TORNEO INTERNAZIONALE DI CALCIO

TRA POLIZIE EUROPEE

A pag. 11 potete trovare l’articolo, qui invece ci sono le immagini che immortalanoun evento che ha suscitato entusiasmo e che ha riscosso un notevole successo di pubblico

IMM

AGIN

I SA

NMAR

TINE

SI

16

SICCOMARIOINFORMAZIONI