CONGRESSO 2009 Le Associazioni si presentano attraverso le loro attività
IO, TU NOI! · 2020. 9. 14. · l’albero. Le farfalle le passavano davanti mostrando le loro...
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IO, TU... NOI!
Oltre a conoscerel’ambiente e imparareaorientarsinellospazioeneltempo, in modo da
divenire sempre più autonomi e indipendenti, è molto importante per i bambini socializzarecon
glialtrieimparareaconoscersimeglio . Presentarsi agli altri e iniziare (per i bambini più pic-
coli) o riprendere (per i bambini più grandi) a rapportarsi con adulti e compagni sono passi fon-
damentali per rafforzarel’identità, per imparare ad avererelazionipositive e a gestire
iconflitti e i piccoli dissapori quotidiani . Tutto ciò contribuirà, inoltre, a creare un clima
positivo in aula, requisito fondamentale per un proficuo percorso didattico .
C’era una volta un prato abitato da molti animaletti: farfalle, coccinelle, api, grilli e formiche. Eppure
in quel luogo così bello non regnava la pace perché tutti volevano essere più importanti degli altri.
“Noi siamo le più belle!” dicevano le farfalle. “Noi siamo le più simpatiche!” dicevano le coccinelle.
“Noi siamo le più operose!” dicevano le api. “Noi siamo i più intelligenti!” dicevano i grilli. “Noi siamo
le più forti!” dicevano le formiche. Si bisticciava sempre!
Ogni gruppo di animali voleva dare il suo nome al prato e ogni giorno c’erano discussioni senza fine.
“Questo è il prato delle farfalle!” dicevano le farfalle. “No, questo è il prato delle coccinelle!”
dicevano le coccinelle. “No no no, questo è il prato delle api!” dicevano le api. “Non ci pensate
proprio, questo è il prato dei grilli!” dicevano i grilli. “Siete matti, questo è il prato delle formiche!”
dicevano le formiche.
Un bel giorno arrivò sul prato una tartaruga, che era l’animale più vecchio e saggio del mondo.
Gli animaletti, stanchi dei litigi, decisero di far decidere a lei il nome del prato:
“Tartaruga, tu che sei vecchia e saggia, dicci: chi è il migliore di noi? Chi può dare il suo nome
al prato?”
IL PRATO DELL’AMICIZIA RACCONTO SULL’AMICIZIA SULLA VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE
La tartaruga disse: “Va bene, vi darò la risposta che cercate, ma ho bisogno di pensarci un po’
su...” e si mise tranquilla all’ombra di un albero.
Passarono le ore e i giorni e la tartaruga, che era un animale molto lento, rimaneva ferma sotto
l’albero. Le farfalle le passavano davanti mostrando le loro belle ali. Le coccinelle passavano
raccontandole barzellette per dimostrare la loro simpatia. Le api passavano cariche di polline
per dimostrare la loro operosità. I grilli passavano risolvendo difficili problemi per dimostrare la
loro intelligenza. Le formiche passavano cariche di mollichine per dimostrare la loro forza. Ma la
tartaruga rimaneva ferma e senza espressione.
Poi finalmente un giorno si mosse e disse: “Ho trovato il nome del prato!” e tutti gli animali si agi-
tarono per l’eccitazione. “Qual è? Qual è il nome? Chi è il migliore di noi?!” le chiesero.
La tartaruga, con molta calma, disse: “Ci ho pensato tanto... le farfalle sono belle, le coccinelle
Quali animali vivevano nel prato?
Perché bisticciavano?
Quali sono le caratteristiche dei diversi
animali?
Chi arriva un giorno?
Che compito le affidano gli animali?
Quale nome la tartaruga decide di dare al
prato?
Voi come lo avreste chiamato?
Facciamo disegnare ai bambini il prato
dell’amicizia .
Conversazione guidata
rappresentazione grafica
simpatiche, le api operose, i grilli intelli-
genti, le formiche forti... chi è il migliore?
Nessuno!”
“Come nessuno?!” dissero a bocca aper-
ta gli animali.
“Nessuno... siete tutti utili proprio per la
vostra diversità! Il prato non sarebbe lo
stesso senza i colori delle farfalle, senza
la simpatia delle coccinelle, senza il polline
delle api, senza il canto dei grilli, senza il
lavoro delle formiche...”
Tutti dissero piano: “Ha ragione!” così la
tartaruga continuò: “Questo sarà il prato
dell’amicizia!”
3A-4A SETTIMANA
BENVENUTIGIOCO PER CONOSCERSI
LA RAGNATELA DEI NOMI GIOCO PER CONOSCERSI
I bambini si muovono liberamente nel salone sor-
ridendo ai compagni con la musica in sottofondo .
Quando questa viene interrotta dall’insegnante,
ognuno si avvicina al compagno più vicino, i due si
presentano reciprocamente e poi, quando la musi-
ca riprende, si rimettono in movimento, insieme,
tenendosi per mano . Quando la musica si ferma
di nuovo, ci si ferma davanti a un’altra coppia, ci
si presenta tutti quanti e poi si riparte in quattro,
finché tutti i bambini non si troveranno insieme in
un’allegra confusione di nomi!
Facciamo sedere i bambini in cerchio, a terra, e
consegniamo a uno di essi un gomitolo di lana o
di spago .
Il bambino con il gomitolo deve prenderne il capo
tra le dita, dire “Io mi chiamo ……… . . e tu?”, poi
farlo rotolare verso un compagno .
Il bambino che riceve il gomitolo, a sua volta
prende il filo e lo tiene tra le dita pronuncian-
do il suo nome, poi lo fa rotolare verso un altro
compagno e così via, fino a che tutti si saranno
presentati e a terra si sarà formata una bella…
ragnatela!
CIAO CIAO CIAO!FILASTROCCA PER CONOSCERSI
Insegniamo ai bambini una simpatica filastrocca che li aiuti a sciogliere il ghiaccio e a salutare
i compagni . Dopo una prima lettura, invitiamo i piccoli a interagire con il testo, facendo i versi
degli animali e salutando alla fine i compagni con un gesto della mano .
Quando s’incontrano due cagnolini
e si trovano lì, vicini vicini,
si salutano così:
Bau bau bau!
Quando s’incontrano due bei micini
e si trovano lì, vicini vicini,
si salutano così:
Miao miao miao!
Quando s’incontrano due topolini
e si trovano lì, vicini vicini,
si salutano così:
Squit squit squit!
Quando s’incontrano due pulcini
e si trovano lì, vicini vicini,
si salutano così:
Pio pio pio!
E quando s’incontrano due bambini
e si trovano lì, vicini vicini,
si salutano così:
Ciao ciao ciao!
Valeria Forconi
LA CATENA DELL’AMICIZIA GIOCO DI SOCIALIZZAZIONE
Chiamiamo due bambini e facciamoli prendere per mano, poi chiamiamo uno a uno tutti gli altri
che si dovranno “agganciare” ai primi due formando una catena . Quando la catena sarà formata,
l’insegnante può porre delle domande:
Insegnante:– Cosa succede alla catena quando i bambini aumentano?
Bambini:– Si allunga!
Insegnante: – E se si unissero tutti i bambini del mondo?
Bambini:– Diventiamo una catena lunghissima, lunga come tutto il mondo!
Insegnante:– Se ci vogliamo bene, se aiutiamo gli altri, creiamo una catena forte e lunghissima,
che abbraccerà tutta la Terra e la renderà un luogo pieno di fratellanza e di gioia, sarà la catena
dell’amicizia!
CARTELLONI DI MANIRealizziamo con i bambini dei cartelloni collettivi usando le im-
pronte colorate delle loro mani: saranno di bellissimo effetto e,
quel che più conta, verranno realizzati con il contributo di tutti
i bambini e rappresenteranno, in modo simbolico, il concetto
di sezione come collettività, che ha bisogno del contributo di
ciascuno per “funzionare”!
Per prima cosa stendiamo un grande foglio di carta da pacchi,
riempiamo dei piattini con tempere di colori diversi e faccia-
moci immergere ai bambini i palmi delle mani, per poi lasciare
le loro impronte sulla carta .
Lasciamo asciugare le impronte e ritagliamole, poi utilizziamo-
le per comporre uno o più cartelloni . Ecco un paio di proposte .
Carta da pacchibianca
Piatti di plastica
Tempere epennelli
Pennarelli
Forbici e colla
MATERIALI
AUTUNNO
LA CORONA DI MANIPossiamo comporre con le impronte delle
mani colorate una grande corona, incollando-
le tutte, a cerchi concentrici, su un foglio di
carta da pacchi .
Mettiamo al centro una targa con la scritta
“Siamo tutti amici” .
IL VASO DELL’AMICIZIAPrendiamo un foglio di carta da pacchi e disegniamoci
un grande vaso vuoto . Facciamo colorare ai bambini,
con le tempere, il vaso e lo sfondo e poi disegniamo
nel vaso dei gambi di fiori . Lasciamo asciugare, poi
incolliamo sulla cima di ogni gambo un’impronta .
È tanto bello quando si è amici,
giocare insieme, sentirsi felici.
Col mio amico è bello parlare
aver mille segreti da raccontare
e ridere insieme, ridere assai
i motivi per ridere non mancano mai.
Certo, a volte può capitare
di ritrovarsi a litigare
e in quei momenti dirsi: - Addio,
tu non sei più amico mio! -
Presto però lo vai ad abbracciare,
senza di lui non sai proprio stare.
E ancor per mano contenti e felici
camminano insieme i veri amici.
G. Fujikawa
Avere un amico
DIVERSI E… SPECIALI!Facciamo sedere i bambini in cerchio e chiediamo a ciascuno, a turno, di alzarsi e posizionarsi al
centro, poi diciamo: –Pietroèspecialeperché…
I compagni seduti elencano le cose belle e speciali che vedono in lui .
Tu non sei come me: tu sei diverso
ma non sentirti perso
anch’io sono diverso, siamo in due
se metto le mie mani con le tue
certe cose so fare io, ed altre tu
e messi insieme sappiamo far di più
tu non sei come me: son fortunato
davvero ti son grato
perché non siamo uguali:
vuol dire che tutt’e due siamo speciali
Bruno Tognolini
Filastrocca delle differenze