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2 LA GAZZETTA DI SEMEX Nº13 Febbraio 2014

C’è tutta una serie di provvedimenti da mettere in pratica neibox singoli sin dal primo giorno, che possono in seguitoagevolare il passaggio alla dieta solida dello svezzamento:

a Mangime “starter” a disposizione fin dal primo gior-no. Se la dieta in fase di allattamento della vitellaviene integrata con una dieta solida, lo svezzamen-to sarà più semplice e molto meno traumatico.

b Disponibilità illimitata di acqua pulita e fresca. Ilconsumo di mangime “starter” sarà maggiore se lavitella consuma più acqua in fase di allattamento.

c Assenza di fieno. Meglio limitare l’integrazione didieta solida al mangime, che favorisce la formazio-ne ruminale di acido propionico, stimolando lo svi-luppo papillare, mentre l’ingestione di foraggiofavorisce soprattutto la formazione di acido acetico.

Ciononostante, studi e osservazioni recenti sembrano

REQUISITI1

Fattori chiave per uno svezzamento riuscito

Di Bernat Sales.Veterinario e consulente del Gruppo Ahedo.

T utti concordano sull’importanza di un programmacostante nell’allattamento, che sia coerente e chetenga in considerazione i punti critici principali di

questa fase importante per la crescita e lo sviluppo dellevitelle.A prescindere dalla strategia applicata, aggressiva o con-servativa, bisogna tenere in considerazione che le conse-guenze di errori nella fase dell’allattamento si ripercuote-ranno su tutto il ciclo di accrescimento, a livello di salute,crescita e sviluppo e quindi anche di riproduzione (età allaprima inseminazione e al primo parto).Oltre a ciò, c’è una correlazione incredibile fra la crescitadelle vitelle in fase di allattamento e la produzione duran-te la prima lattazione, sino a 225 kg di latte prodotto inpiù per ogni 100 grammi di crescita al giorno in allatta-mento.

Questo per esempio comporta una lattazione standard a305 giorni con 675 kg supplementari di latte in una vitel-la con 800 grammi di crescita giornaliera fino allo svezza-mento, rispetto a un’altra con 500 grammi di crescita gior-naliera.A parte ciò, la fase dell’allattamento costituisce la tappa piùimportante, laboriosa e delicata per quanto riguarda lasalute di tutto il ciclo di accrescimento nel bestiame da latte.Ciononostante, un aspetto che s i t iene meno incons iderazione è f ino a che punto s i possa com-promettere un buon lavoro nella fase di allatta-mento del le v ite lle, con uno svezzamento sba-gliato in termini di modelli di gestione.Seguono i fattori chiave per cercare di non penalizzareeccessivamente le nostre vitelle con una strategia di svez-zamento sbagliata.

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suggerire che una piccola integrazione di paglia trin-ciata migliora l’ingestione totale di sostanza secca infase di allattamento.

Se c’è questa possibilità, per l’animale è sufficiente laquantità che può consumare dalla lettiera a base dipaglia trinciata di qualità.

Dopo la nascita e il primo parto, probabilmente lo svezza-mento è il cambiamento più traumatico che deve affronta-re, in modo prevedibile e controllato, una vitella in fase diallattamento.

Oltre a ciò, per una questione di comodità, in troppe occa-sioni facciamo coincidere lo svezzamento con un altro tipodi operazione sulla vitella e lo facciamo in modo troppobrusco: Es. vaccini, decornazione, taglio della coda, cam-bio di ambiente…

Di conseguenza, il principio base e fondamentale da rispet-tare quando si stabilisce una strategia di svezzamento èquello di cercare di non unire troppi cambiamenti nellostesso momento, o in modo eccessivamente brusco, bensìdi fare tutto in modo il più GRADUALE possibile.

Da questo appare evidente che conviene evitare operazio-ni potenzialmente traumatiche o stressanti durante la fasedi svezzamento, ossia finché la vitella non si sia adattatacompletamente al nuovo regime e alla convivenza in grup-po.

Di conseguenza, è opportuno evitare vaccini, operazioni didecornazione o trattamenti aggressivi non strettamentenecessari, in prossimità di questa fase...

Lo svezzamento, per definizione, deve avvenire in contem-poranea con la formazione di gruppi e di conseguenza, lasocializzazione della vitella con le altre.

Ciononostante, non deve avvenire necessariamente allostesso tempo. Oltre a ciò, si consiglia di non fare coincide-re temporalmente queste due operazioni.

Nelle grandi aziende, in cui il numero di animali consentela formazione di gruppi estremamente omogenei a livellodi età, ma soprattutto a livello di dimensioni, è stato dimo-strato che la strategia di formare gruppi quando le vitellevengono allattate, può favorire notevolmente la socializza-zione. Inoltre, la transizione a una dieta solida si porta atermine senza dover spostare la vitella e senza sottoporlaquindi allo stress aggiuntivo dato dal mischiarla con altrevitelle.

Negli allevamenti con un numero inferiore di animali, in cuila formazione di gruppi omogenei non è garantita, l’ecces-siva concorrenza può sfavorire gli animali più piccoli e por-tare al fallimento della suddetta strategia. Si consiglia per-tanto di portare a termine lo svezzamento a livello comple-tamente individuale.

SOCIALIZZAZIONE3

TRANSIZIONE GRADUALE2

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Investi 5 per guadagnare 10 Fat tori chiave per uno s v ezzamento rius cito

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5LA GAZZETTA DI SEMEX Nº13 Febbraio 2014

Ciò significa realizzare lo svezzamento completamente edesclusivamente nei box singoli, in modo graduale e primadi riunire le vitelle in gruppo, seguendo i passi seguenti:

a Si somministra la metà del latte all’età stabilita,diciamo fra i 53 e i 59 giorni di età, per una setti-mana.

Se si segue una strategia di “crescita accelerata”,bisogna aumentare gradualmente la quantità di lattea seconda della settimana e la soluzione ideale èseguire un andamento a Campana di Gauss, ossiaridurre la quantità di latte gradualmente fino almomento dello svezzamento.

Questo consente un adeguamento progressivo dellavitella al consumo di alimenti solidi.

b Per quanto possibile, si controlla il livello di adegua-mento delle vitelle al nuovo regime e dopo una set-timana, si svezzano solo le vitelle che stanno consu-mando almeno 1.200 grammi al giorno di mangi-me “starter”.

c In caso positivo, non si somministra più latte, tenen-do la vitella nello stesso box singolo e in caso nega-tivo, si mantiene la metà della quantità di latte unasettimana in più, o finché il consumo di mangimenon è adeguato.

d Dopo una settimana di completo svezzamento dellavitella nel box singolo, passiamo alla formazione deigruppi, possibilmente di età e sviluppo il più similipossibile.

e Si deve cercare di fare in modo che il numero di ani-mali del gruppo post-svezzamento sia pari, dato chele vitelle hanno tendenza a mettersi in coppia nelprocesso di socializzazione, ossia, in molti casi scel-gono una compagna, e solo una, con cui interagi-scono positivamente e questo dà loro comfort esicurezza nella fase in cui si forma la gerarchia,dopo la costituzione dei gruppi.

f Più è gestibile il numero di vitelle che fanno parte delgruppo post-svezzamento, meno sarà complesso ilprocesso di socializzazione e la creazione di nuovegerarchie e più facile sarà assicurare l’omogeneitàdel gruppo, come nel caso dei controlli e della sor-veglianza da parte dell’allevatore, se emergonopossibili problemi in questa fase importante.

8 – 10 vitelle può essere un numero adatto per la for-mazione del gruppo.

A nessuno sfugge che un modello di questo tipo obbliga adavere disponibili più box singoli, ma bisogna tenere in con-siderazione che si tratta di un costo fisso che ha un influs-so positivo e decisivo in una fase critica per il successo delciclo di accrescimento di vitelle e manze.

Nonostante la formazione di gruppi sia un aspetto critico,è importante anche che gli altri fattori riguardanti le condi-zioni di alloggio siano il più simili possibile alla fase di boxsingolo, a vari livelli.

a Ubicazione non eccessivamente lontana. Ambientee ubicazione generali simili.

b Tipo di lettiera: se possibile la stessa utilizzata nelbox singolo.

c Aerazione: bisogna tenere in considerazione questoaspetto, come anche gli altri legati all’accumulo digas, come la densità del bestiame, lo stato di puli-zia e l’assenza di umidità nella lettiera.

Un buon obiettivo in termini di crescita e sviluppo può esse-re quello di arrivare allo svezzamento con 65 giorni di etàe il doppio del peso alla nascita.

In generale e in pratica, una media di 80 – 84 kg a que-sta età, con un aumento medio giornaliero di 750 grammidurante l’allattamento, è da considerarsi corretta.

Dopo lo svezzamento, a 105 giorni di età, possiamo stabi-lire un obiettivo di peso di oltre 125 kg. Da notare dunqueche la crescita in questa fase dovrebbe essere molto eleva-ta, fino a 1.200 grammi al giorno.

Questo implica che l’aumento medio giornaliero fra lanascita e la fase subito dopo lo svezzamento (105 giorni dietà), dovrebbe essere di circa 900 grammi al giorno.

Stabilire un meccanismo per monitorare queste variabili dicrescita e sviluppo è fondamentale per individuare possibi-li punti critici che possono peggiorare la fase dello svezza-mento, compromettendo così i risultati a livello di crescitae sviluppo e di età al primo parto nelle nostre vitelle emanze.

Bisogna aggiungere che le patologie in questa fase costi-tuiscono un punto critico da tenere sotto controllo per assi-curarsi buoni risultati. Polmonite e coccidiosi sono le pato-logie principali da tenere sotto controllo durante lo svezza-mento.

ALLOGGIO4

OBIETTIVI ALLO SVEZZAMENTO E ALPOST-SVEZZAMENTO

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Nuovi criteri per cominciare a inseminare lenostre manzeP er anni si è consigliato agli allevatori di fissare un

obiettivo in termini di peso corporeo per comincia-re a inseminare e di cercare di ridurre l’età delle

manze alla prima inseminazione.Tuttavia, secondo Pat Hoffman, esperto in bestiame da lattedell’Università del Wisconsin, c’è un solo piccolo problemain questa corrente di pensiero.“Nessuna manza, se presa singolarmente, partorisce nellamedia di età. Agli allevatori di bestiame da latte partorisco-no distribuzioni di manze, mai la media”, afferma Hoffman.In altri termini, un allevamento può fissare un obiettivo perinseminare le manze, diciamo ai 13 mesi di età e tenden-zialmente, la media dovrebbe avvicinarsi ragionevolmenteal suddetto obiettivo.Tuttavia, a causa dei ritardi abituali che si accumulanoquando s’inseminano le manze per la prima volta, comepeso corporeo insufficiente, perdita dei calori e reinsemina-zioni, molte manze finiscono con il concepire più tardi diquando non dovrebbero.Hoffman afferma che i suddetti ritardi sono frequenti, maimplicano costi economici significativi. Suggerisce che perogni ciclo estrale perso, si può imputare un costo aggiun-tivo di 44€ all’incremento dei giorni di nutrizione.In base alla ricerca condotta attualmente pressol’Università del Wisconsin – Madison, l’inseminazione dellemanze può essere affrontata da un punto di vista diverso:

anziché considerare le manze singolarmente e fissare unobiettivo di peso specifico per ciascuna di esse, bisogne-rebbe ridurre la variabilità in termini di età in cui otteniamomanze gestanti. In altri termini, si persegue così l’obiettivodi ottenere tante manze che, alla prima inseminazione,siano il più vicine possibile all’età stabilita.

Sostanzialmente, esistono due fattori che possono influirenotevolmente sulla dispersione dell’età delle manze al con-cepimento.

Il primo fattore è la variabilità in termini di crescita e svilup-po, che ha a che vedere soprattutto con l’incidenza dellepatologie quando gli animali sono lattanti e subito dopo losvezzamento. Questo è il motivo più diffuso per cui l’etàalla prima inseminazione si alza.

Il fattore chiave sta nel cercare di fare tutto il possibile permantenere un buono stato di salute generale nelle vitelle enelle manze prima dell’inseminazione, poiché qualsiasifocolaio di patologia comporterà una diminuzione drasticadel rendimento in fase di accrescimento.

Con più frequenza si ammaleranno una vitella o unamanza, più sarà alta l’età alla prima inseminazione, poichéil peso e le dimensioni adeguate saranno raggiunti piùtardi, a causa delle carenze a livello di crescita e sviluppo.

Il secondo fattore, forse maggiormente legato alla gestioneda parte degli allevatori, consiste nella convinzione secon-do cui ogni manza debba essere inseminata esattamente

Di Pat Hoffman,Università del Wisconsin - Madison

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InformazioneTecnica

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quando ha lo stesso peso corporeo. Da un punto di vistagenetico, non è certo un ragionamento logico, in quantoalcune manze sono semplicemente più grandi o più picco-le delle altre, quindi un range di peso accettabile funzione-rebbe meglio nella pratica, come obiettivo per la primainseminazione, anziché stabilire un valore fisso per tutti glianimali.

Per esempio, esaminate le caratteristiche genetiche da unpunto di vista fenotipico a livello di dimensioni corporee edecidete se è realistico per quasi tutte le manze raggiunge-re un peso corporeo compreso fra i 380 e i 400 chili a 12mesi di età.

Se questo intervallo vi sembra ragionevole, tutte le manzein questo range o in prossimità di esso possono essere inse-minate nei primi calori osservati dopo i 13 mesi di età.

Si tratta di un semplice esempio di come si possa lavorareseguendo il binomio età – crescita quando si deve fissareun criterio obiettivo sull’età alla prima inseminazione.Lavorare in questo modo consente di ridurre il numero dideviazioni a livello di età al concepimento e in ultima istan-za, la variabilità a livello di giorni di nutrizione, età al primoparto e costo totale dell’accrescimento.

Questa piccola modifica ai criteri d’inseminazione nellemanze può inoltre comportare un effetto importante sulprogramma completo di accrescimento e oltre a essere uncriterio di età iniziale per quanto riguarda il programma

riproduttivo, fissare un’età finale può contribuire anche adiminuire la media a livello di giorni di nutrizione.

Per esempio, l’allevatore può fissare un limite di 3 o 4 inse-minazioni per cercare di ottenere la gestazione.Ultimamente molti produttori hanno fissato limiti di questotipo a causa dei maggiori costi per la nutrizione, per cuidiventa più redditizio riformare una manza ed evitare sem-plicemente perdite future per le manze che non concepi-scono o che lo fanno troppo tardi.

La limitazione della variabilità nell’età delle manze con atti-tudine dairy al concepimento inizia da una gestione ottima-le delle vitelle e un criterio adeguato e oggettivo per comin-ciare a inseminare e termina con una buona gestioneriproduttiva, a livello di rilevamento calori e tasso di conce-pimento.

Per le vitelle, una lettiera asciutta, pulita e comoda, unospazio adeguato, una buona nutrizione, aria fresca e otti-me cure portano a manze che raggiungono il criterio perinseminare in modo il più uniforme possibile.

“Storicamente abbiamo lavorato molto nella gestione dellemanze per peso corporeo”, afferma Hoffman, “ma nonpossiamo dimenticare quanto siano importanti i giorni dinutrizione”.

Anche questi due fattori sono fondamentali e dobbiamocontrollarne la dispersione.

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L a vacca anovulare probabilmente è l’animale menocapito negli allevamenti da latte.

Parte del fraintendimento deriva da come si definisce que-sto tipo di animale, ossia dal fatto che i termini anovulazio-ne e anestro vengono utilizzati indistintamente, sebbenequeste due condizioni siano assolutamente diverse perquanto concerne le rispettive cause e soluzioni.

L’anestro consiste nell’incapacità della vacca di manifesta-re il calore in modo chiaro, visibile e aperto.

Alcuni esperti suggeriscono come l’anestro abbia maggior-mente a che vedere con le limitazioni a livello di rilevamen-to calori e non con la fisiologia propriamente detta nelmanifestare i segnali di calore.

Cicli estrali brevi, uno stato di salute scarso di unghie epiedi e decisioni tecniche di un certo tipo in allevamentopossono incidere profondamente sul successo del rileva-mento calori e portare così all’errore di dichiarare unavacca anestrale quando in realtà non lo è.

D’altro canto, l’anovulazione è l’assenza di ovulazionenella vacca.

Questo tipo di animale soffre uno sviluppo follicolare e cicliestrali anomali.

Questa condizione può essere o meno legata all’incidenzadi cisti follicolari (da notare: non tutte le vacche anovularisono cistiche, sebbene tutte le vacche cistiche siano anovu-lari) e cercare di risolverla va ben oltre l’efficienza nel rile-vamento calori.

Inoltre, esistono vari miti sulle vacche anovulari, che nonaiutano per niente gli allevamenti e i team di lavoro nell’af-frontare questa sfida importante per la fertilità.

Seguono alcuni di questi miti, integrati dalla verità da essimascherata:

Mito 1 l ’anovulazione non esis te nel mio

allevamento

REALTÀ: vari studi condotti su interi allevamenti da lattehanno cercato di stimare la percentuale delle vacche ano-vulari in un allevamento tipo degli Stati Uniti.

Sulla base dei livelli di progesterone nel siero, durante l’ul-tima fase del periodo di attesa volontaria (50 – 60 giorni

Dairy Cattle Reproduction Counci

Le vacche anovulari negli allevamentida latte

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in latte), il 20% circa delle vacche primipare e il 10 – 15%delle vacche pluripare può non avere ciclo, spiega il DottorJeff Stevenson, Professore di Scienze Animali pressol’Università dello Stato del Kansas.

Tendenzialmente, gli allevamenti, se presi singolarmente,possono avere percentuali di vacche anovulari inferiori osuperiori rispetto a quanto indicato, ma nessun allevamen-to ne è esente.

Ciononostante, questo problema non va drammatizzatopiù del dovuto, suggerisce Julio Giordano, AssistenteProfessore presso l’Università di Cornell, di Gestione eBiologia del Bestiame da Latte: “Può essere facile soprav-valutare il fenomeno dell’anovularità” afferma, “soprattut-to nel momento in cui questo fenomeno include le vacchecistiche”.

Collaborate con il veterinario per determinare il più esatta-mente possibile la percentuale di vacche anovulari nelvostro allevamento.

Strumenti come i test del progesterone nel sangue o nellatte, oltre ai controlli mediante ultrasonografia, consento-no agli allevatori e ai loro team di stabilire livelli di riferi-mento sulla percentuale di vacche anovulari, come ancheobiettivi per gestire questa problematica nel miglior modopossibile.

Mito 2 non si può fare granché con le

vacche anovulari in allevamento

REALTÀ: varie strategie possono aiutare a risolvere la pro-blematica delle vacche anovulari, fra cui strategie d’insemi-nazione in momenti prestabiliti. “I protocolli di cui dispo-niamo oggigiorno possono aiutare davvero a gestire laproblematica delle vacche anovulari”, afferma Paul Fricke,esperto in riproduzione della vacca da latte dell’Universitàdel Wisconsin.

Protocolli come Presynch / Ovsynch, G6G, Doble Ovsynche Ovsynch con spirale vaginale si sono dimostrati estrema-mente efficaci nel trattamento delle vacche anovulari.

Tenete in considerazione che l’utilizzo di prostaglandina, dasolo, non è d’aiuto, poiché la prostaglandina provoca sol-tanto la regressione del corpo luteo quando è presente, ilche non avviene nelle vacche anovulari, spiega Giordano.

I protocolli menzionati prevedono per lo meno una sommi-nistrazione di GNRH, che in questo caso CONTRIBUISCEnotevolmente a stimolare la ciclicità delle ovaie nelle vac-che anovulari.

“Una ricerca condotta dall’Università della Florida hadimostrato come le vacche senza corpo luteo o con livellidi progesterone eccessivamente bassi nel sangue all’iniziodi un protocollo d’inseminazione in momenti prestabiliti,possano essere individuate mediante esame a ultrasuoni etrattate con successo per migliorare la fertilità”, affermaStevenson.

I risultati rivelano come la somministrazione di progestero-ne mediante due spirali vaginali, applicate contempora-neamente nelle vacche senza corpo luteo 8 giorni primadell’inseminazione aumenti la concentrazione di progeste-rone nel sangue e consenta di ottenere Tassi di Gravidanzasimili a quelli osservati nelle vacche con corpo luteo funzio-nale all’inizio dello studio (il 47% delle vacche trattate conspirale vaginale e il 50% delle vacche con corpo luteo).

Mito 3 Le vacche con carenze a l ivello di

condiz ione corporea (BCS) sono anovulari

REALTÀ: per quanto sia vero che non è certo raro che levacche anovulari abbiano una BCS eccessivamente bassa,non dovete presupporre che le vacche con una BCS norma-le non possono essere toccate dal fenomeno dell’anovularità.

Infatti, se ci basiamo sui dati, ci sono più vacche anovula-ri con BCS normale rispetto a vacche con BCS scarsa.

Per esempio, una ricerca condotta nel 2006 dall’Universitàdel Wisconsin ha mostrato come il 33% delle vacche ano-vulari avessero una BCS di 2,5 o meno e il restante 66%delle vacche anovulari avesse una BCS corretta (2,75 –3,00). “Ecco perché in un allevamento dovrebbero essercipiù vacche anovulari con BCS normale che non vacchecon BCS carente”, spiega Giordano.

Mito 4 le vacche che producono molto

sono anovulari

REALTÀ: non esiste alcuna correlazione fra la produzionedi latte e la condizione di anovulazione.

“Abbiamo cercato qualche tipo di relazione o legame fraqueste due variabili, ma non siamo stati in grado di trova-re evidenze significative del fatto che l’elevata produzioneaumenti l’incidenza di anovularità nelle vacche”, affermaFricke. “La percentuale di vacche anovulari si mantienecostante a tutti i livelli di produzione”.

La ricerca, invece, suggerisce come tra i fattori di rischiofigurino:

• Infiammazione uterina.• Equilibrio energetico (livelli elevati di NEFA prima edopo il parto).

• Numero di parti.• Stagione dell’anno.

Di conseguenza, se l’anovulazione costituisce un problemanel vostro allevamento, concentratevi sui fattori che potetecontrollare, come un’alimentazione corretta e il migliora-mento delle decisioni di gestione che hanno un impattopositivo sulla salute delle vacche in transizione.

Questo, a sua volta, contribuirà a preparare gli animali auna lattazione di successo e a una migliore resa riprodutti-va.

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Rapporti

C ome ogni anno in questo periodo abbiamo unadelle mostre internazionali Europee con più tra-dizione, il Dairy Show, che a volte si svolge a

Verona e altre a Montichiari. Quest’anno si è svolto aVerona che come sempre organizza una fiera agricola ezootecnica molto importante, con diversi eventi, zone dimacchinari, bioenergia, e soprattutto vacche, tanto per laFrisona quanto anche per la Bruna, la mostra più importan-te in Italia per questa razza. Tantissima gente da tutta Italiae anche da altri paesi europei ha partecipato a questamostra.

Come tante altre volte, la mostra è diventata internaziona-le grazie alla partecipazione di vacche Spagnole. Vorremofare i complimenti a questo gruppo di allevatori che con laloro passione tutti gli anni caricano i loro animali e si impe-

gnano per fare un buon lavoro, presentando gli animali inmodo professionale e dimostrando una grande passione esoddisfazione nel proprio impegno a prescindere dal fattoche vincano o meno.

Sul ring hanno sfilato 124 animali, valutati da un espertogiudice venuto dalla California: il Signor Hank Van Excel,un famoso allevatore con circa 2.000 vacche, che ha giu-dicato alcune delle mostre più importanti al mondo comeil WDE a Madison e la Royal a Toronto. Tutti sappiamo cheil lavoro del giudice mai piace a tutti e che le opinioni sonolibere, però dobbiamo dire che la gente in generale erasoddisfatta del lavoro del Signore Van Excel, a cui piaceva-no gli animali con tanta qualità, bilanciati e non necessa-riamente i più grandi della categoria.

Ashlyn Vray vince al Dairy Show Verona 2014

Ashlyn Goldwyn Vray EX96(Al.Be.Ro SRL, Italia & Ponderosa Holsteins, España). Grand Champion Dairy Show Verona 2014

Di José Ahedo Fernández

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Rapporti

ALCUNI DEGL I ASPETTI P IÙ R ILEVANTI

Il migliore riproduttore della mostra è stato BraedaleGoldwyn, e anche se ormai non è più una novità, è sem-pre un punto importante.

Cominciamo con la Grand Champion, Ashlyn VrayGoldwyn (EX96) che vince la categoria delle vacche adul-te e migliore mammella della categoria, per poi essere scel-ta come Grand Champion e Migliore Mammella dellamostra. Congratulazioni ai suoi proprietari, PonderosaHolsteins della Spagna e Al.Be.Ro di Piacenza. È molto dif-ficile vedere una vacca così in Europa, sicuramente in gradodi competere nelle mostre più importanti del Nord America,come ha ammesso lo stesso giudice. Ashlyn ha prodotto piùdi 70 Kg di latte a due mungiture da 6 settimane ed è sicu-ramente una macchina perfetta per fare latte.

Semex, oltre alla campionessa ha avuto una partecipazio-ne eccellente, con un 30% delle figlie dei nostri tori fra i 5primi posti per categoria, con 5 primi posti di categoria, 4secondi e la Grand Champion. Fra i nostri tori, oltre aGoldwyn che è stato il migliore, Stanleycup comincia alasciare il suo segno con una prima e una seconda eWindbrook con 3 fra le prime 5, una prima e una secondafra le vacche in latte inizia anche lui a dimostrare la suaqualità.

Per quanto riguarda la Bruna, è stata una mostra che perqualità e numero di vac-che presenti è andata benal di là delle più roseeaspettative; infatti per laprima volta dopo diecianni si sono raggiunte le100 vacche in lattazionepresenti in fiera, prove-nienti da tantissime pro-vince italiane.

Grazie alla collaborazio-ne degli allevamentiPonte Vecchio di CurtoF.lli (TV), Az. Agr. Lavagèdi Ponte Andreina (GE) eAz. Agr. LocatelliGuglielmo (BG),Swissgenetics ha pre-senziato con uno stand,attorno al quale facevanobella mostra 11 figlie ditori provati svizzeri.

Scorrendo le classifiche dellevarie categorie si evince chenel ring hanno sfilato alcu-ne figlie dei seguenti torisvizzeri: Agio, Gardan,Jolden, Tau, Glenn, Wurl,Tango, Nelgor, Cafino,Calypso e Alibaba.

Questa volta a fare laparte del leone è statoAgio che ha potuto contare siasulla Campionessa delle Manze, allevata epresentata da Turnone Domenico (TA), sia sulla RiservaAssoluta delle Vacche in lattazione, allevata e presentatadall’Az. Agr. Ponte Vecchio. Quest’ultima si è aggiudicatauna categoria molto numerosa e forte dove le prime quattroclassificate erano figlie di Agio, Tau, Jolden ed ancora Tau.

Nelle vacche in lattazione da 3 a 4 anni ha vinto una figliadi Alibaba di Bonomi Ennio (BS), davanti ad una Joldendell’Az. Agr. Ciappesoni S.S. (LC).

Insomma senza dilungarci troppo possiamo tranquillamen-te dire che questa mostra nazionale è stata un grande suc-cesso per Swissgenetics e Semex grazie ai tanti alleva-tori che hanno presentato i loro splendidi soggetti nel ringdella mostra nazionale e per l’appunto come ultima cosavogliamo ringraziare tutti gli allevatori per il loro lavoro, ipreparatori e gli staff che rendono possibili queste mostre.

P. V. Agio NutellaCampionessa de Reserva Assoluta della Mostra Nazionale di Verona

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Genetica

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Il momento di Brawler !!

C on più di 7.000 figlie iscritte in Canada (attual-mente è il terzo toro più alto del LPI sopra le millefiglie) e ancora al vertice, Gen- I-Beq BRA-

WLER si conferma fra i tori canadesi leader nella geneticaattuale. Dopo la sua prima uscita come toro fuoriclasse alprimo posto della classifica LPI ad Agosto 2012, Brawler siè consolidato sempre più ad ogni uscita con dei dati pro-duttivi notevoli, tratti gestionali molto alti ed una morfolo-gia funzionale con buoni arti ed apparati mammari di qua-lità. Le figlie di Brawler sono vacche che si distinguonodalle altre per la loro efficienza, con una produzione mediain età adulta di 11.790 Kg, con tanto grasso e proteina.Dopo un uso intensivo come toro genomico, Brawler èposizionato come terzo toro in assoluto dell’ LPI con più di1.000 figlie nel suo dato.

Questo figlio di Baxter della leggendaria famiglia dellaBraedale Gypsy Grand (VG-88-37*) offre caratteristi-che idonee per tutti i programmi genetici e tipi di alleva-mento. Ricordiamo alcuni dei record della sua famosamadre, Barbi:

LA FAMIGLIA BARBI: numeri in crescita!

Nata nel Gruppo Gen-I-Beq e di loro proprietà, GEN-I-BEQ SHOTTLE BARBI EX-92-CAN 8* ha tutto: pedi-gree, performance e morfologia. Mantiene il livello del tre-mendo pedigree che ha dietro ed ha anche prodotto pro-genie che sono alti nella razza.

La bellezza di BARBI comincia nei suoi geni: La sequenza ditori dietro a lei, Shottle x Champion x Storm x Grand xAerostar, è sicuramente una sequenza molto bilanciata, diquelle che piacciono agli allevatori. Il padre di Barbie,Picston Shottle, è famoso per aver prodotto figlie cheseguono il modello della Vacca Bilanciata Canadese. Ilvalore di questo toro non finisce qui. Shottle è il padre didiversi tori alti nelle classifiche internazionali. Per la partematerna, Barbi mantiene il successo della profonda e pro-lifica famiglia della Gypsy Grand. Sua madre è la solidavacca con 4 stelle, Gen-I-Beq Champion Bambi EX 90, lecui figlie comprendono 1 EX, 6 VG, 3 GP e 1 figlia G. Duedelle sue figlie sono vacche con diverse stelle.

Dietro Bambi c’è la nonna di Barbi, una delle leggendedella razza, Braedale Baler Twine, Vacca dell’anno2007, Vacca Globale nel 2008 e madre di Goldwyn! BalerTwine ha anche altri due figli Extra.

Figlie di BRAWLER

GEN-I-BEQ SHOTTLE BARBI EX-92-CAN 8*Candidata 3a Generazione Vacca Canadese dell’Anno & Vacca

Canadese dell’anno 2012 . Madre di Brawler

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13LA GAZZETTA DI SEMEX Nº13 Febbraio 2014

Genetica

E dietro la nonna di Barbi chiaramente c’è Gypsy Grand37*, la fondatrice di questa grande famiglia. Lei ha l’incre-dibile numero di ben 5 figli Extra. Nelle quattro generazio-ni direttamente dietro a Barbi, tutti i tori sono Extra o GoldMedal e le madri dal lato materno sono arrivate alle 112Stelle. Veramente incredibile!

I RECORD DI BARBI

Barbi ha vinto un 1 Superior Lactation Award, è alta in tito-li, e in 3 lattazioni ha raggiunto i seguenti risultati:

2-00 (305D) 11,602 kgs 4.3%G 3.4%P

4-11 (305D) 12,917 kgs 4.5%G 3.5%P

6-06 (305D) 13,819 kgs 4.8%G 3.4%P

3 lattazioni 55,463 kgs 4.6%G 3.6%P BCA’s268-324-292 +9 +55 +36

Il suo apparato mammario è il punto più forte della suamorfologia:

1a Lattazione (59 giorni in latte) VG87Apparato Mammario VG88

2a Lattazione (61 giorni in latte) VG88Apparato Mammario EX91

3a Lattazione (112 giorni in latte) EX92Apparato Mammario EX95

Oltre il già presentato premio Superior Lactation Award,Barbi è sempre stata una vacca alta nella classifica GLPI.Ad Agosto 2009 Barbi era la #13 vacca in classifica conun GLPI di +2832. Attualmente la sua figlia Bibi (Man-O-Man) è la #21 nel GLPI con dati altissimi a produzione,componenti e morfologia. La sua figlia Bellita (Man-O-Man) è la #51 nel GLPI.

Però non finisce qui: le nipoti Bermuda (Snowman x Bibi) haun DGV GLPI +3862 e Bindy (Lexor x Bibi) ha un DGVGLPI +3152.

IL FIGLIO BRAWLER, HA UN POSTO SPECIALENEI SUCCESSI DI BARBI

Barbi ha 8 figli nei centri canadesi. Due sono provati e glialtri sei attendono i loro dati. Dando continuità all’eccellen-za della famiglia di Barbi, il suo figlio GEN-I-BEQ BRA-WLER usciva provato per la prima volta ad Agosto 2012 ediventava immediatamente Class Extra, posizionandosi come#1 toro provato in Canada per LPI con +2638.

Lui aveva già degli altissimi numeri genomici anche se erastato acquistato prima della genomica. Brawler è statousato come padre di tori per diversi centri di FA.

Molto popolare come toro genomico, una volta che i testgenomici furono resi disponibili, Brawler fu il figlio di Baxterpiù alto in Canada fra il primo gruppo di figli, ed è ancheil più alto fra i 50 figli registrati di Barbi.

L’EFFETTO BARBI

Investire su Barbi ha dato sempre un ottimo reddito. I risul-tati delle Aste Genetiche del 2012 confermano che la figliadi Barbi, Bibi è stata venduta per $83,000 e le figlie di Bibihanno avuto ottime vendite: $124,000 (OconnorsSnowman Bermuda – DGV LPI +3862); $44,000 (primascelta femmina di Ladd P x Bibi) e $18,000 (Mapel WoodEpic Believe in ME – DGV LPI +3107)

Barbi avrà un impatto globale tramite i suoi figli e le suefiglie. La famiglia produce progenie con alta genomica e sisviluppa con tori alti ad indici e prestazioni solide in azien-da. La famiglia di Barbi dà quelle vacche che tutti gli alle-vatori vogliono mungere!

GEN-I-BEQ CHAMPION BALLY EX-95-CAN4* RES. ALL-CANADIAN JR.3-YR 2007 ALL-ONTARIO JR.3-YR 2007

Sorella piena della madre di BarbiBRAEDALE BALER TWINE VG-86-2YR-CAN

33* Holstein Canada Cow of the Year – 2007 Nonna di Barbi

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Fra Amici

Azienda Agricola “La Francescana”Nel comune di Arisè, a Belluno, in una piana circondatada montagne a nord del Lago del Corlo troviamol’Azienda Agricola La Francescana, un esempio delfatto che anche in montagna oggi ci sono aziende com-merciali. In azienda ci riceve Alessandro, direttore del-l’azienda, che gentilmente risponde alle nostre domande.

D: Alessandro, come è nata La Francescana?

La Francescana è una cooperativa fondata nel 1965 conl’obiettivo di riunire alcune piccole aziende famigliari inun’unica struttura moderna ed efficiente che potesse dareuna prospettiva futura anche in un ambiente montano.

Negli anni ha sempre investito aggiungendo all’allevamen-to delle vacche da latte anche l’ingrasso arrivando cosi alleattuali 300/310 vacche in mungitura con relativa rimonta e700 animali all’ingrasso. Da un anno a questa parte l’atti-vità di ingrasso è stata sospesa in attesa di tempi migliori eci siamo concentrati sulla produzione di latte.

D: Come è st rutturata l ’azienda oggi?

L’azienda è condotta direttamente dai soci della cooperati-va ca 230ha.Alla data sono in produzione 310 capi, 50 in asciutta e 310animali in rimonta.Per il funzionamento della stalla servono 6 persone + altre4/5 che fanno i turni e la campagna + 1 persona in ufficio.

D: Potrest i darci informazioni relative alla perfor-mance aziendale?

Alcuni dati riproduttivi ad oggi: Parto 1° fec. 74 gg, partoconcepimento 130 gg, num. medio inseminazioni2.84, lattazione media 172 gg, tasso gravidanza16%.

Per le manze l’età media al parto è di 24.1 mesicon prima fecondazione mediamente 14.3 mesi.

Da 6 mesi sulle manze abbiamo iniziato ad usareseme sessato.

La stalla è divisa in 5 gruppi di mungitura: alta lat-tazione, primipare, stanche, freschissime e parto /infermeria ai quali sono somministrati carri diffe-renti in funzione dei fabbisogni.Il processo di mungitura avviene in una giostra a28 posti con mungitura dall’interno.

La produzione nell’anno 2013 è stata di 30,85litri capo/gg al 3.66 di grasso e 3.36 di proteina e248.000 cellule.

D: Quali sono i principali obiet tiv i che aveteoggi?

Procediamo verso la concretizzazione dell’investimentogenetico intrapreso da qualche anno, per raggiungere i320/340 capi in mungitura con produzione media oltre i 34litri capo gg.In questi due anni abbiamo investito molto anche sulle strut-ture per il miglioramento del benessere soprattutto per lemanze, per avere animali capaci di esprimere al massimo illoro potenziale e per poter farli durare in stalla.

D: E a livel lo genetico, qual è i l vostro program-ma?

Da due anni usiamo il programma di accoppiamentoPromate.Gli obiettivi di selezione sono quelli di avere vacche produt-tive e funzionali. In passato sono stati utilizzati alcuni toricome: Manifold, Jadon,o Benefit per i tori provati.Mentre per i tori genomici, come da programma Semexche suggerisce di utilizzare gruppi di cinque tori per unperiodo, ogni quadrimestre vengono inseriti nuovi tori, ridu-cendo fortemente il rischio nell’uso di genomici; in passatoabbiamo usato per esempio Frederick, Saloon, Facebook eDominic. Oggi il gruppo di tori genomici utilizzati è compo-sto da Locarno, Lausmart, Je tse t, Le t I t Snow eFernand.Fra i provati invece oggi usiamo: Author, Brawler oChelios; da circa 6 mesi stiamo utilizzando tori sessatisulle manze e primipare.

Oggi stiamo anche facendo anche un grosso investimentoin embrioni di alto interesse genetico.

Da sinistra: Gianfranco (rappresentante Semex Italia), Sergio (capostalla),Alessandro (direttore e socio de “La Francescana”) e Romano (socio dellacooperativa)

LA GAZZETTA DI SEMEX Nº13 Febbraio 2014 17

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L’importante magazine Holstein International hapubblicato recentemente i risultati della sua tra-

dizionale competizione fra giudici, allevatori, tecni-ci e professionisti del settore in tutto il mondo perscegliere le migliori vacche Holstein del 2013.

Nella 17ª edizione le scommesse erano dibattute,con un gruppo di fantastici animali partecipanti edue chiare candidate al titolo di CampionessaMondiale 2013, come lo erano già state nelCampionato Europeo a Friburgo: la svizzeraDecrausaz Iron O´Kal ibra e la spagnolaAshl yn Goldwyn Vray, rispettivamenteCampionessa e Campionessa Riserva Europee2013.

Entrambe le posizioni si sono riconfermate nel risul-tato finale del Campionato Mondiale della HI:O´Kal ibra vince come Campionessa Mondiale,con Vray Campionessa Riserva a distanza ravvici-nata, davanti ad altre vacche meravigliose come laHonorable Mention Bonnacuei l MayaGoldwyn (Campionessa a Madison e Riservanella Royal), e RF Goldwyn Hai ley quarta(Campionessa Royal 2012).

Oltre alla soddisfazione di avere una vacca con unprofondo pedigree Semex in seconda posizione(Vray è una Goldwyn X Lheros X Lee) ce n’è unaancora più grande vedendo ancora una volta che lagenetica Semex comanda qualsiasi gruppo di vac-che di qualità nel mondo. Come vediamo nellaseguente tabella, 6 delle 8 vacche in finale di questogruppo d’élite della HI sono figlie di nostri tori, chia-ramente con Goldwyn che lascia il suo segno stori-co e sicuramente ineguagliabile in tutto il mondo.

O´KA LIBRA (Sv izzera) eA SHLYN V RAY (Spagna),A L V ERT ICE DELLE M IGLIOR IV ACCHE A L M ONDO 2013

La Menzione Onorifica è andata a Maya, Campionessa a Madison e Riserva aToronto.

O´Kalibra ha avuto la meglio su Vray vincendo il titolo di Campionessa Mondiale perHI, confermando il posizionamento agli Europei di Friburgo 2013.

La Spagna figura ancora una volta fra i giganti del mondo Holstein, dopo il CampionatoEuropeo per Paesi 2013 e il successo di Vray al Dairy Show di Verona 2014.

1

2

3

TOP - 8 CAMP IONATO MONDIALEHOLSTEIN INTERNATIONAL 2013

Posizione Nome Paese

1 Decrausaz Iron O´Kalibra CH

2 Ashlyn Vray Goldwyn ES

3 Bonaccueil Maya Goldwyn CA

4 RF Goldwyn Hailey CA

5 MS Goldwyn Alana US

6 Cookview Goldwyn Monique US

7 Robrook Golswyn Cameron US

8 Lavenham Durham Adeen UK

LA GAZZETTA DI SEMEX Nº13 Febbraio 201418

Panorama

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Panorama

19LA GAZZETTA DI SEMEX Nº13 Febbraio 2014

È da molto tempo che gli allevatori che selezionano intutto il mondo hanno superato il dibattito sulle vacche

“da tipo” o “da produzione”, per passare a parlare sempli-cemente di vacche buone da un punto di vista globale.In questo contesto, hanno smesso anche d’identificare levacche classificate EX solo come animali che possono aspi-rare a fare un’ottima figura in un concorso morfologico oche possono avere un determinato percorso commercialeper la vendita delle loro figlie o dei loro embrioni. Vannoben oltre l’armonia e l’equilibrio tutti quei tratti che faran-no di questi animali delle vacche efficienti e redditizie per ilrispettivo allevatore, in grado di sostenere molti parti conuna mammella, degli arti e piedi e una forza che le trasfor-

mino in grandi produttrici di latte con una lunga vita pro-duttiva.Frutto del lavoro condotto in vari decenni da Semex, voltoa configurare una genetica che prediligesse la filosofia del-l’equi l ibrio, la presenza delle figlie dei nostri tori è pre-ponderante in qualsiasi elenco in cui figurano le migliorivacche al mondo. La rivista Holstein International ha appe-na redatto l’elenco delle vacche EX con il punteggio piùelevato in vari Paesi del mondo e come si può vedere inseguito, si tratta di un gruppo composto essenzialmente dafiglie di tori Semex (18 su 25 animali, ossia il 72% del tota-le), allevate in vari continenti e diversi tipi di allevamento,ma con un fattore in comune: sono vacche che tutti vor-remmo avere nella nostra azienda.

TABELLA 1 - Le vacche in v ita clas sif ica te Eccellen te con i pu n teggi più elev at i per P aese (Novem bre 2013)Nelle vacche con lo stesso punteggio totale, l’ordine viene determinato da un punteggio più elevato nel sistema mammario, seguito da quello di arti e piedi

PAESE Nome A. Nascita Padre x Nonno Proprietario Mammella A e P P. Finale

Canada Davidsons Raider Bronze 1992 Raider x Jubilee Peter Tuytel 97 97 97Flechedor Stormatic Zita 2003 Stormatic x Skychief Lecours & Boisvert 97 97 97RF Goldwyn Hai ley 2006 Goldwyn x Louie Gen-Com Holstein 97 97 97

Inghilterra Dalesend Storm Maude 1998 Storm x Tab A. H. Wilson 97 97 97Daneval lev Stormatic Honesty 2003 Stormatic x Luke A. L. Moore & partners 97 97 97

Australia Tallelms Meadow Nancy 1997 Meadowlord x Astro Jet CD& SP Rusell 96 97 96Germania Eke Lesta 2001 Leader x Rudolph H. Ekenhorst 96 96 96Francia Reverdiere 2000 Aaron x Esentation Pascal Caron 97 91 96Irlanda Dalevalley OTI J Lulu 2004 Astronomical x Cousteau Sean Murphy 96 95 96

Chadvalley Ruben Pix ie 44 2004 Rubens x Jed Sean Meade 96 95 96Italia Sabbiona Set 2003 Lheros x Storm I & F Ciserani EX EX 96

Toc Farm Allen Amyly 2002 Allen x Progress Toc Farm EX EX 96Messico Emvilla RM Lalina 2003 Red Marker x Lincoln Santa María la Cotera EX EX 96Spagna Ashlyn Vray Goldwyn 2005 Goldwyn x Lheros Ponderosa Holsteins 96 96 96USA Vangoh Durham Treasure 2003 Durham x Linjet Michael & Julie Duckett 99 93 96Danimarca Stortoft Stormatic Maja 2007 Stormatic x Charles Stortoft Holsteins 96 87 95Giappone Lespoir Reganstar Hagen 2001 Durham x Lee Michihiro Satoh 96 92 95Olanda Wihelmina 358 2001 Juror x Lucky Leo T. van Dijk 96 93 95Spagna Telstare Goldwyn Morandale 2006 Goldwyn x Spirit Ponderosa Holsteins 94 94 94Sudafrica Crossway Roos 0773 2007 Final Cut x Bench Eddie MD Dairy 94 94 94Belgio (Fiandre) Betty de Blier 2006 Goldwyn x Blauer Van Hoof-Boonen 94 90 93Belgio (Vallonia) LH Twigguy 2004 Astronomicalx Prelude Centre Prov. Liégeois 94 93 93Repubblica Ceca Azaika 2004 Stormatic x Cejch Rolnicka Lipanovice 94 93 93Lussemburgo Gauglera Jenifer 2003 Leadoff x Europeo Thein & Elsen 93 92 92Uruguay Magda 2919 Outside Roebuck 2001 Outside x Roebuck El Chivo 91 92 92

SEM EX DOM INA FRA LE M IGLIOR IV A CCHE ECCELLENT I P ER PA ESE

Flechedor Stormatic Zita EX-97 Sabbiona Set EX -96

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