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I luoghi in cui visse Gesù La situazione politica L’attesa di un liberatore Gerusalemme La società giudaica I gruppi religiosi e politici Il Regno dei Cieli Introduzione storico-sociale

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I luoghi in cui visse Gesù La situazione politica L’attesa di un liberatore Gerusalemme La società giudaica I gruppi religiosi e politici Il Regno dei Cieli

Introduzione

storico-sociale

I luoghi in cui visse Gesù

Gesù visse principalmente in Palestina, situata al centro della

mezzaluna fertile. Il nome Palestina deriva dal termine ebraico

Pelishtim, filistei, i temibili invasori, di origine cretese, installatisi sulla

costa fin dal XII secolo a.C. Il termine poi si estese dalla zona costiera

alla zona chiamata anticamente Terra di Canaan. Questa zona, almeno

dall’ XI secolo, è nota anche come Terra santa.

La Palestina vera e propria, identificata comunemente con la

Cisgiordania, comprende da nord a sud tre regioni diverse:

la Galilea: una regione montagnoso-collinosa con piccole pianure,

molto fertile e ricca di vie di comunicazione e commerciali (questa

regione fu il centro principale dell’attività missionaria di Gesù);

la Samaria: in posizione centrale con montagne ricche di pascoli,

ampie valli fertilissime, anch’esse coltivate ;

la Giudea: regione montagnosa che scende verso il Mar Morto.

Le città più importanti erano Gerusalemme e, per i samaritani, la città

di Samaria

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I luoghi in cui visse Gesù

La situazione politica

Quando nacque Gesù, la Palestina era sotto il dominio romano. I

romani portarono in Palestina, come in tutte le province del loro

Impero, un governo stabile, ed ebbero rispetto per la religione locale,

permettendo il culto nel Tempio, anche se imponevano forti tasse. Era

diffuso un certo malcontento per la dominazione straniera e per i

pesanti tributi, già menzionati, che i vari governanti imponevano. Tra

questi, unico re di tutta la Palestina fu Erode il Grande, sotto cui

cominciò la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme.

Al tempo di Gesù l’istituzione più importante era il Sinedrio (dal greco

synedrion, che significa assemblea, consiglio) che aveva a capo il Sommo

Sacerdote; era formato da settantuno membri scelti tra i sommi

sacerdoti e tra gli anziani appartenenti alle famiglie più benestanti di

Gerusalemme. Il Sinedrio aveva il compito di amministrare la vita

religiosa, giuridica ed economica degli ebrei e a tale scopo aveva alle sue

dipendenze un proprio corpo di polizia.

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L’attesa di un liberatore

L’attesa di un Messia è molto radicata nella storia ebraica: gli ebrei

pensavano che, quando vi fosse stata una situazione di pericolo, JHWH

(Il Signore) avrebbe inviato un Messia con il compito di salvare il suo

popolo. (I farisei erano convinti che l’obbedienza alla legge di Mosè

fosse la condizione per questo arrivo)

A quell’ epoca era molto forte l’attesa della liberazione da parte di un

Messia, che alcuni interpretavano come un liberatore politico che

avrebbe realizzato finalmente le promesse di Dio e instaurato un regno

di benessere e di pace. (Soprattutto gli zeloti)

Erano piuttosto diffusi anche movimenti che si proponevano un

“risveglio religioso”. Tra questi si distingueva il movimento di Giovanni il

Battista, che dai Vangeli è presentato come il preparatore dell’avvento

di Cristo.

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Gerusalemme al tempo di Gesù

Quando la città fu assalita dalle truppe romane nel 63 a.C. le mura furono distrutte;

ma con la vittoria definitiva di Roma e l’installazione del re Erode il Grande la città

mutò profondamente.

Il sovrano fece costruire molti edifici pubblici: il teatro, l’anfiteatro, la reggia con tre

torri e il Tempio. Il Tempio aveva come base una vasta spianata delimitata da alte

mura e su tre lati da portici colonnati. Un “portico regio” suddiviso in tre navate

chiudeva il lato meridionale. Si pensa che il portico orientale (di Salomone) facesse

parte della costruzione precedente, mentre l’estremità sud-orientale è nota come

“pinnacolo del Tempio” ed è dove Gesù fu tentato dal demonio. L’ampia area

quadrangolare, delimitata da portici, era detta “cortile dei gentili”(cioè dei non ebrei)

che non potevano procedere oltre, pena la morte. Nel lato sud-occidentale vi era la

fortezza Antonia, luogo di residenza e di difesa di Erode. Anche il Tempio era una

fortezza, con un alto muro di recinzione. La maestosa “porta bella” introduceva al

cortile delle donne, mentre la porta Nicanore dava accesso al santuario. Nel cortile

interno si trovavano l’altare per i sacrifici e la vasca di purificazione. Il nucleo

principale era diviso in tre settori: il vestibolo, il Santo e il Santo dei Santi.

Diversi episodi del N.T. hanno come sfondo il Tempio: Gesù venne qui presentato al

Sommo Sacerdote, a dodici anni dimostrò la sua sapienza ai dottori della Legge,si

svolsero gli episodi della cacciata dei mercanti e dell’obolo della vedova, Gesù sanò un

paralitico e compì il miracolo della guarigione di un cieco nato.

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Gerusalemme al tempo di Gesù

La società giudaica

La Palestina al tempo di Gesù era abitata da poco più di mezzo milione

di persone.

Accanto alla gran parte di persone che vivevano in condizioni modeste

del proprio lavoro quotidiano vi erano ricchi commercianti, proprietari

terrieri, usurai e i cosiddetti “pubblicani”, ovvero gli esattori delle tasse.

Molto numerosi erano i poveri, i mendicanti, i malati e i portatori di

handicap ritenuti peccatori e impuri.

Il ruolo della donna era analogo a quello diffuso nell’oriente antico:

non poteva partecipare alla vita pubblica né al culto. Il matrimonio in

genere avveniva un anno dopo il fidanzamento, e comportava da parte

del padre della sposa la consegna al marito di una somma di denaro

che, in caso di divorzio, doveva essere restituita.

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I gruppi religiosi e politici

La società giudaica al tempo di Gesù era frammentata in gruppi religiosi

che, pur accomunati dalla fede in JHWH, davano interpretazioni diverse

della tradizione e della Legge.

Gesù ebbe spesso con alcuni di loro incontri e scontri. Le classi più

abbienti della popolazione erano favorevoli al dominio romano;

fortemente antiromani erano i ceti più popolari, che della dominazione

straniera maggiormente subivano le conseguenze sociali e economiche.

Parlando di queste suddivisioni il N.T. le definisce “sette”.

Un elenco di queste sette, con le rispettive caratteristiche, è il seguente:

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FARISEI: il nome significa “separati” e fa riferimento all’origine del gruppo, in quanto durante l’invasione macedone della Palestina, si erano mantenuti fedeli alla Legge antica e alle loro tradizioni. Erano laici appartenenti alla classe media: mercanti, artigiani, contadini. Il loro compito consisteva nel custodire la Legge e nell’interpretarla, adattandola alle situazioni nuove. Credevano nella risurrezione dei morti e nel premio o castigo delle anime. Ebbero con Gesù numerose discussioni, ma non gli furono totalmente ostili.

SADDUCEI: questo gruppo sociale, religioso e politico era formato da ricche famiglie patrizie e sacerdotali che, per motivi economici, si adattavano alla dominazione romana. Interpretavano la Legge alla lettera, rifiutando invece le tradizioni orali e le credenze del popolo.

SCRIBI: erano “gli uomini del Libro”, gli specialisti e interpreti delle Sacre Scritture. Erano incaricati di conservare la tradizione, di spiegare e applicare la Scrittura e poiché questa regolava tutti i settori della vita, non definivano solo questioni dottrinali, ma anche giuridiche.

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SACERDOTI: sacerdoti e leviti erano i soli che potessero officiare al Tempio. Divisi in gruppi, servivano nel Tempio per una settimana l’anno, e durante le feste annuali. Usufruivano delle decime e delle offerte fatte al Tempio. Dopo il ritorno dall’esilio, scomparsa la monarchia, la figura del Sommo Sacerdote divenne particolarmente rilevante.

ESSENI: gli appartenenti a questo gruppo costituivano la setta dei “puri”. Avevano abbandonato Gerusalemme e il Tempio, contaminati da comportamenti che loro giudicavano impuri, e si erano rifugiati nel deserto di Giuda, a ovest del Mar Morto.

ZELOTI: erano i membri di una fazione politica fortemente antiromana e i loro obiettivi erano la cacciata degli invasori romani e la costruzione del regno di Dio sulla terra, attraverso una rivoluzione violenta. Tra i seguaci di Gesù vi erano anche simpatizzanti di questo gruppo. Al momento della rivolta antiromana del 68 d.C. gli zeloti riuscirono a impadronirsi del potere a Gerusalemme; quando questa, nel 70 d.C., fu ripresa da Tito, e il Tempio venne distrutto, si ritirarono nella fortezza di Masada, sulla sponda occidentale del Mar Morto.

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ERODIANI: erano i sostenitori della dinastia monarchica di Erode e in particolare, al tempo di Gesù, di Erode Antipa.

SAMARITANI: erano gli abitanti della regione della Samaria; essi ritenevano che il monte Garizim, situato nella loro regione, e non il Tempio di Gerusalemme, fosse il luogo prescelto da Dio per i sacrifici; riconoscevano come libri sacri soltanto i primi cinque libri della Bibbia e attendevano la venuta di un nuovo Mosè.

PROSELITI: molti infine erano i pagani che, affascinati dall’ebraismo, desideravano entrare a far parte del popolo ebraico. A loro era adibito un settore del Tempio e potevano partecipare alle grandi feste ebraiche.

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L’aNNUNCIO DEL REGNO DI DIO

E’il tema fondamentale della predicazione di Gesù ed esprime la

signoria di Dio sul mondo. E’ un regno d’amore, di giustizia, di pace e di

liberazione dal peccato.

Per raggiungere questo obiettivo Dio richiede la collaborazione di ogni

singola persona. Bisogna credere e seguire Gesù.

Gesù usa le parabole: piccole storie, fondate su un paragone, destinate

a far pensare e decidere sulla propria vita. Gesù, con le parabole,

rivelava il misterioso modo di agire di Dio, muoveva gli atteggiamenti

più profondi della persona e sollecitava la sua conversione. Gesù cerca,

in ogni persona, un coinvolgimento emozionale ed esistenziale sulle

domande fondamentali della vita

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