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Nota metodologica L’ordinamento finanziario e contabile degli enti locali (Testo Unico - decreto legislativo 267/2000) dispone che il bilancio di previsione sia accompagnato da una relazione programmatica quale strumento di definizione coerente e organica delle risorse e degli obiettivi. In analogia a quanto previsto dall’ordinamento nazionale, il Consiglio Comunale, nell’esercizio della propria autonoma potestà statutaria, ha stabilito che la fase di formazione del bilancio e della Relazione Previsionale e Programmatica sia preceduta da un documento di indirizzo a supporto del più generale processo di pianificazione finanziaria. Il vigente Statuto comunale, al 3° comma dell’articolo 38, dispone che “unitamente alla proposta di assestamento del bilancio di previsione la Giunta sottopone al Consiglio Comunale il documento di programmazione finanziaria con il quale si definisce la manovra di finanza locale e si indicano i criteri ed i parametri per la formazione dei bilanci annuale e pluriennale successivi”. In questa prospettiva, allora, il documento di programmazione rappresenta lo strumento attraverso il quale si indicano le principali linee direttrici di politica economica e finanziaria che verranno poste a base per la costituzione del bilancio. In particolare il Documento di Programmazione Finanziaria: (a) descrive lo “stato di salute” dell’economia romana e della qualità dei servizi pubblici cittadini; (b) valuta l’impatto del DPEF nazionale sui conti dell’Amministrazione e, in generale, stima i rischi e le opportunità connesse alle più recenti modifiche normative; (c) analizza il trend storico del bilancio comunale e l’andamento “tendenziale” che esso assumerà a comportamenti costanti, ovvero a “politiche invariate”; (d) individua i principali obiettivi dell’Amministrazione, sia di parte corrente che in conto capitale e, pur rimandando ad atti successivi l’esatta quantificazione delle singole misure finanziarie, ne stima l’impatto sul bilancio comunale; (e) delinea gli elementi della programmazione degli interventi che dovranno garantire gli equilibri di bilancio e l’efficienza dell’amministrazione. In termini più generali, gli indirizzi di politica economica e finanziaria - destinati a condizionare le previsioni delle entrate e delle spese - devono essere resi coerenti con i principi di equilibrio e di realismo, in analogia con la formazione del bilancio di previsione. Il Consiglio comunale – nella fase di vaglio e di eventuale emendamento del presente documento – dovrà tenere ferma l’osservanza 5

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Nota metodologica

L’ordinamento finanziario e contabile degli enti locali (Testo Unico - decreto legislativo 267/2000) dispone che il bilancio di previsione sia accompagnato da una relazione programmatica quale strumento di definizione coerente e organica delle risorse e degli obiettivi.

In analogia a quanto previsto dall’ordinamento nazionale, il Consiglio Comunale, nell’esercizio della propria autonoma potestà statutaria, ha stabilito che la fase di formazione del bilancio e della Relazione Previsionale e Programmatica sia preceduta da un documento di indirizzo a supporto del più generale processo di pianificazione finanziaria. Il vigente Statuto comunale, al 3° comma dell’articolo 38, dispone che “unitamente alla proposta di assestamento del bilancio di previsione la Giunta sottopone al Consiglio Comunale il documento di programmazione finanziaria con il quale si definisce la manovra di finanza locale e si indicano i criteri ed i parametri per la formazione dei bilanci annuale e pluriennale successivi”. In questa prospettiva, allora, il documento di programmazione rappresenta lo strumento attraverso il quale si indicano le principali linee direttrici di politica economica e finanziaria che verranno poste a base per la costituzione del bilancio.

In particolare il Documento di Programmazione Finanziaria: (a) descrive lo “stato di salute” dell’economia romana e della qualità dei servizi pubblici cittadini; (b) valuta l’impatto del DPEF nazionale sui conti dell’Amministrazione e, in generale, stima i rischi

e le opportunità connesse alle più recenti modifiche normative; (c) analizza il trend storico del bilancio comunale e l’andamento “tendenziale” che esso assumerà a

comportamenti costanti, ovvero a “politiche invariate”; (d) individua i principali obiettivi dell’Amministrazione, sia di parte corrente che in conto capitale

e, pur rimandando ad atti successivi l’esatta quantificazione delle singole misure finanziarie, ne stima l’impatto sul bilancio comunale;

(e) delinea gli elementi della programmazione degli interventi che dovranno garantire gli equilibri di bilancio e l’efficienza dell’amministrazione.

In termini più generali, gli indirizzi di politica economica e finanziaria - destinati a condizionare le previsioni delle entrate e delle spese - devono essere resi coerenti con i principi di equilibrio e di realismo, in analogia con la formazione del bilancio di previsione.

Il Consiglio comunale – nella fase di vaglio e di eventuale emendamento del presente documento – dovrà tenere ferma l’osservanza rigorosa di tali principi ed in particolare farà si che ogni indirizzo di spesa sia accompagnato da una pari indicazione della fonte di finanziamento che lo sostenga.

Il Consiglio Comunale, con la deliberazione del presente documento impegna la Giunta ad avviare la formazione della bozza di bilancio di previsione per il prossimo periodo secondo le linee che di seguito verranno enunciate.

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Introduzione

L’approvazione da parte del Consiglio Comunale del Documento di Programmazione Finanziaria (o DPF, documento di indirizzi alla formazione del bilancio di previsione annuale e pluriennale) rappresenta il primo concreto passo da compiere lungo il cammino che porta alla definizione degli equilibri finanziari dell’Amministrazione, sia di parte corrente che in conto capitale, per i prossimi anni.

Questo DPF assume una particolare rilevanza politico-amministrativa ove si consideri che il 2006 (il primo anno del triennio 2006-2008 interessato dal bilancio di previsione pluriennale) è l’ultimo anno di gestione amministrativa dell’attuale Amministrazione e, pertanto, esso tenterà di presentarsi ancor più prevalentemente come documento di descrizione generale delle scelte relative alle politiche economiche e finanziarie della nuova amministrazione che i cittadini saranno chiamati a scegliere il prossimo anno.

E’ bene sottolineare che, in questi anni, il DPF deliberato dal Consiglio Comunale ha assunto una significativa credibilità grazie alla qualità delle proposte in esso contenute che si sono poi trasformate, con l’impegno degli Uffici centrali e periferici e le relative deliberazioni attuative degli organi istituzionali, in progetti concreti.

In particolare, per il loro positivo impatto sul bilancio comunale, sulla gestione complessiva della macchina amministrativa e sul tema del rapporto tra istituzioni e cittadini è utile evidenziare:

1. il prossimo avvio del progetto di affidamento in concessione della manutenzione ordinaria e straordinaria della Grande Viabilità della rete stradale comunale, pari ad una lunghezza di 750 Km, che consentirà di: a) ottenere una gestione unitaria delle prestazioni manutentive; b) trasferire la responsabilizzazione degli interventi e della sorveglianza in capo al nuovo esecutore individuato attraverso la gara; c) realizzare il fondamentale obiettivo di migliorare le tecnologie d’intervento sul patrimonio stradale; d) conseguire la riduzione dei costi interni del personale addetto e dei costi delle molteplici frazionate procedure concorsuali (si veda paragrafo 6.5);

2. la definitiva affermazione, nel corso del 2004, dell’importanza degli interventi promossi dal nuovo Ufficio per Decoro Urbano che è divenuto ormai un punto di riferimento per i cittadini che amano la propria città ma anche per gli stessi Municipi.

L’Ufficio opera attraverso un’azione di coordinamento condivisa delle attività dei Municipi, dei Dipartimenti e Uffici extradipartimentali e delle Aziende del Comune di Roma (soprattutto Ama ed Acea) diretta ad assicurare interventi ordinari e straordinari, ad ottimizzare azioni già programmate o a pianificare quelle in fase di programmazione, avvalendosi anche di convenzioni con le Associazioni cittadine del volontariato. Nel complesso ha realizzato 4.275 interventi, di cui 3.196 ordinari e 1.079 nel corso dell’iniziativa “Mese del Municipio”.

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2004: interventi organizzati e diretti dall’Ufficio per il Decoro Urbano

Tipologia dell’interventoAmbito

TotaleAttività ordinaria

Mese del Municipio

Manutenzione e arredo di aree verdi e giardini 421 67 488Manutenzione di essenze arboree e piantumazioni 0 55 55Interventi straordinari su strade, marciapiedi, caditoie, tombini, ripristino/istituzione di attraversamenti pedonali

33 196 229

Rimozioni di veicoli abbandonati 237 198 435Rimozioni di impianti pubblicitari abusivi 138 84 222Cancellazioni di scritte e graffiti dai muri 303 164 467Pulizia straordinaria strade e piazze, rimozione deiezioni canine, bonifica discariche abusive 1.022 89 1.111

Manutenzioni straordinarie cassonetti/cestoni 16 65 81Defissione locandine e manifesti abusivi 140 10 150Ripristino punti di illuminazione pubblica 122 66 188Interventi su fontane e fontanelle 0 54 54Riparazioni danni all’arredo urbano 417 0 417Interventi straordinari vari 347 21 368Riqualificazione complessiva di aree 0 10 10Totale degli interventi effettuati nel 2004 3.196 1079 4.275Fonte: Gabinetto del Sindaco – Ufficio per il Decoro Urbano

Per quanto riguarda gli interventi di defissone occorre specificare che essi hanno riguardato la defissone di 15.000 locandine e di 150.000 manifesti abusivi per i quali sono state elevate 10.240 sanzioni amministrative, mentre per quanto attiene alle cancellazioni di scritte dai muri, nel 2004 sono state cancellati ben 65.000 metri quadrati di graffiti.

Come è evidente dalla tipologia e dalla quantità degli interventi descritti nella tabella sopra riportata, le attività promosse dall’Ufficio per il Decoro Urbano hanno un impatto sull’attrattività della città e sulla qualità della vita, in primo luogo per i suoi abitanti ma anche per i 6 milioni di turisti che ogni anno vengono a visitarla.

3. l’avvio della realizzazione del progetto per l’apertura dell’Ufficio Unico delle Entrate presso i Municipi. Un nuovo ufficio teso a contrastare la disomogeneità delle procedure e delle attività municipali sulla raccolta delle risorse di propria competenza, con l’istituzione nei Municipi pilota I, II, V, VIII, XIII, XVIII, XX.

Il modello della nuova struttura, proposto dal Dipartimento per le Entrate, è stato variamente attuato a causa della carenza di risorse logistiche, strumentali ed umane. Di difficile attuazione nell’immediato si presenta anche l’apertura di uno sportello tematico, nonostante i Municipi pilota si siano impegnati a garantire all’utenza spazi di ascolto ed orientamento finalizzati a fornire chiarimenti di carattere tecnico-normativo sugli adempimenti di competenza dell’Ufficio.

Per quanto riguarda il personale, in attesa dell’assegnazione di nuove risorse, l’Ufficio funzionerà esclusivamente con l’utilizzazione di risorse interne adeguatamente formate dal Dipartimento II a partire da settembre 2005, valutando anche l’opportunità di utilizzare forme di collaborazione con soggetti esterni all’Amministrazione, soprattutto per attività di supporto ed esecutive.

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L’impegno profuso per uniformare le procedure che regolano l’attività in esame e per effettuare un’accurata revisione dell’attuale modulistica in uso ha restituito il primo risultato utile: tali procedure sono state uniformemente adottate da tutti i Municipi pilota.

Nello scorso mese di giugno si è svolto un seminario con i Municipi momentaneamente esclusi da questa prima fase di attuazione affinché, sulla base dei risultati ottenuto nella sperimentazione, istituiscano anch’essi entro il 2005 l’Ufficio Unico delle Entrate. Ciò permetterà di realizzare il cambiamento organizzativo prospettato dal progetto che prevede una trasformazione graduale ma sostanziale degli attuali contesti municipali e di restituire una maggiore efficacia alla raccolta delle entrate.

Per i Municipi che avranno raggiunto i migliori risultati nell’effettivo recupero delle entrate, sarà mantenuto l’impegno previsto nel Documento di Programmazione Finanziaria 2005-2007 circa il ritorno di risorse sul bilancio municipale di previsione per il 2006.

4. il crescente interesse e l’affinamento delle capacità degli uffici dell’Amministrazione di ricorrere allo strumento del project financing (finanza di progetto) per la realizzazione di opere pubbliche. Si tratta di una nuova tecnica di finanziamento, che si attua attraverso l’apporto di capitale privato, peraltro prevista dalla legge quadro sui lavori pubblici, la legge 109/94 e s.m.i.

Sono ormai diverse le opere in fase di realizzazione o già realizzate (si veda tabella riportata di seguito) utilizzando questa opportunità di finanziamento. Un’opportunità che va ad integrare quella classica che prevede il ricorso del Comune al mercato creditizio, a risorse proprie dell’Amministrazione o il ricorso all’utilizzazione di risorse allocate in bilancio a seguito di trasferimenti da parte dello Stato e/o di altri enti pubblici.

Ovviamente, sulla proposta di realizzazione dell’opera pubblica avanzata dal promotore il Comune di Roma, in quanto amministrazione aggiudicatrice, si esprime valutando la fattibilità sotto i profili costruttivo, urbanistico, ambientale, della qualità progettuale, della funzionalità, della fruibilità dell’opera, dell’accessibilità al pubblico, del rendimento, del costo di gestione e di manutenzione, della durata della concessione, dei tempi di ultimazione dei lavori, delle tariffe da applicare, della metodologia di aggiornamento delle stesse, del valore economico e finanziario del piano e del contenuto della bozza di convenzione.

L’amministrazione, inoltre, verifica l’assenza di elementi ostativi alla realizzazione delle opere e, esaminate le proposte e sentiti i promotori, provvede ad individuare quelle opere che ritiene di pubblico interesse.

Dal punto di vista strettamente giuridico e procedurale la realizzazione di un’opera in finanza di progetto si sviluppa in una serie di fasi distinte ma funzionalmente collegate: la valutazione della proposta, l’approvazione del progetto preliminare con

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l’individuazione del promotore, l’espletamento della gara per la selezione del concessionario, la formalizzazione del contratto con la firma della concessione.

Opere pubbliche da realizzarsi con l’apporto di capitale privatoStep Stato di attuazione Importo

A. Opere pubbliche da realizzarsi con il sistema del project financing:1 Opere per le quali è stata già stipulata la Convenzione 51.132.000,002 Opere per le quali è stato nominato il Promotore 527.211.945,273 Opere per le quali sono in corso le procedure di approvazione

del progetto e la nomina del Promotore 698.512.670,00

4 Opere per le quali si è avviata la prima fase di valutazione della proposta 178.500.000,00

B. Opere pubbliche denominate Punti Verde Qualità:P.V.Q. per i quali è già stata firmata la Convenzione e che, in parte, sono già aperti al pubblico 102.655.524,77

P.V.Q. per i quali è stato individuato l’assegnatario 53.800.000,00TOTALE APPORTO CAPITALE PRIVATO 1.611.812.140,04

Elaborazione: Direzione Investimenti e Finanza del Comune di Roma

Nella tabella che precede sono riportati anche i dati relativi alla situazione delle procedure per la realizzazione dei Punti Verde Qualità. Si tratta naturalmente di procedure e di un sistema di finanziamento diverse dal project financing ma sempre riconducibile al filone degli investimenti per l’esecuzione di opere pubbliche attraverso l’apporto di capitale privato.

5. la realizzazione dell’operazione di anticipazione finanziaria sui proventi delle vendite in corso delle unità immobiliari non istituzionali e non sociali (del C.C. n.139/2001). Con questa operazione si rendono immediatamente spendibili diverse decine di milioni di euro per gli interventi a contrasto dell’emergenza abitativa e si dimostra come sia possibile utilizzare in modo socialmente equo lo strumento della cartolarizzazione, delimitando il perimetro dell’operazione finanziaria alle sole unità la cui vendita è sicura e prevalentemente già opzionata dagli aventi diritto nei termini di legge.

6. con riferimento alla novellata normativa in tema di servizi pubblici locali, il Comune di Roma, relativamente alle società in house ed in occasione dell’adeguamento degli statuti societari alla nuova disciplina in materia di diritto societario, ha configurato un modello gestionale volto ad implementare un sistema di regole che, a partire dal potenziamento e rafforzamento dei flussi informativi, consenta un controllo stringente preventivo, concomitante e successivo.

Per il controllo preventivo, l’Amministrazione Comunale ha utilizzato lo strumento offerto dal nuovo diritto societario, quello delle “autorizzazioni” di cui all’art. 2364. A tal fine, quindi, è stato inserito negli statuti delle società l’obbligo per tali società di inviare al Socio, entro il 15 novembre di ciascun anno, per la preventiva autorizzazione, una Relazione Previsionale annuale contenente le linee guida di piano industriale e di budget per l’anno successivo, con specificazione dei costi e degli investimenti preventivati e la valutazione degli obiettivi imprenditoriali in termini di coerenza con l’oggetto sociale. Lo strumento delle autorizzazioni

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preventive si applica inoltre alle operazioni straordinarie (cessioni, conferimenti di rami d’azienda) e alle proposte di modifica tariffarie.

Relativamente alle operazioni così autorizzate, il Presidente del Consiglio di Amministrazione, per espressa previsione dei summenzionati articoli statutari, provvede ad informare l’Ente Locale Socio sui fatti rilevanti concernenti l’esecuzione della succitata Relazione Previsionale. In tal modo viene a concretizzarsi il controllo concomitante assicurato, tra l’altro, dalla previsione statutaria che consente all’Ente Locale Socio, qualora ritenga che la società non abbia ottemperato fedelmente all’autorizzazione concessa, di richiedere l’immediata convocazione dell’Assemblea affinché possa adottare i provvedimenti ritenuti più opportuni nell’interesse della società .

Negli statuti considerati si dispone inoltre che il Consiglio di Amministrazione è tenuto, in apposita sezione della relazione prevista dall’art.2428 cod. civ., ad illustrare le operazioni compiute e i provvedimenti adottati in attuazione di quanto stabilito nella Relazione Previsionale motivando, in particolare, sugli eventuali scostamenti verificatisi rispetto alla spesa preventivata. In tal modo viene a configurarsi un controllo successivo aggiuntivo rispetto a quello attuato con l’approvazione del bilancio di esercizio.

Al fine di consentire all’Amministrazione Comunale di esercitare in modo omogeneo e strutturato il “controllo analogo” richiesto dall’art. 113 T.U.E.L., comma 5, lett. c), nonché la funzione di direzione e coordinamento prevista dalla novellata disciplina dei “gruppi societari”, i nuovi statuti delle succitate società in house dispongono, tra l’altro, che le stesse si dotino di un ”Codice di Corporate Governance” e di un “Codice di Comportamento”.

Lo schema del Codice di “Corporate Governance” definito dall’Amministrazione regolamenta l’organizzazione interna della società, determinandone conseguentemente il sistema di direzione e controllo attraverso l’individuazione degli organi societari, del loro funzionamento e delle specifiche competenze ad essi attribuite.

Lo schema del “Codice di Comportamento” detta le linee guida del Codice Etico di cui si dovranno dotare le società, ai sensi anche del d.lgs. n. 231/2001, individua i flussi di informazione tra gli organi delle singole società ed il Socio Comune di Roma e detta le regole di condotta per le nomine dei componenti dei Consigli di Amministrazione e dei Collegi Sindacali delle società controllate o partecipate di secondo livello.

Alla luce delle mutate responsabilità del Comune di Roma nei confronti delle proprie aziende, la Giunta Comunale ha delineato e in parte realizzato, attraverso specifiche modifiche del Regolamento Comunale, la riorganizzazione ed il potenziamento del Dipartimento XV in relazione agli interventi normativi succitati e alla necessità di garantire una più efficace funzione di governo delle diverse società.

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7. nelle proprie strategie di intervento, già definite nei diversi strumenti di pianificazione e programmazione, l’amministrazione comunale ha ritenuto di rilevante interesse la formazione e la realizzazione di progetti di riqualificazione urbana e territoriale finalizzati alla valorizzazione delle infrastrutture e del patrimonio edilizio, in particolare di quello pubblico (si veda anche paragrafo 6.9).

Nell’ambito di tale strategia, l’Amministrazione Comunale ha dato avvio alla redazione dello schema di assetto del primo ambito di valorizzazione Città Storica C3 Lega Lombarda, individuata dal nuovo PRG con il duplice obiettivo di recuperare un’area compromessa dal punto di vista socio ambientale e per trasformare e valorizzare il deposito di via della Lega Lombarda di proprietà ATAC Spa.

Intanto stanno proseguendo le attività per definire gli aspetti tecnici, procedurali ed economico finanziari dell’intervento relativo all’attuazione del primo comparto di sostituzione edilizia dell’ambito Giustiniano Imperatore di cui è in via di pubblicazione il bando per la gara di appalto per la realizzazione delle opere pubbliche e private.

Infine, nelle more della definizione delle procedure per lo spostamento del Centro Carni, l’Amministrazione Comunale ha avviato i primi studi per la riqualificazione dell’area che presenta i caratteri di centralità metropolitana. L’area, una volta trasformata, rappresenterà un concreto esempio di valorizzazione del patrimonio comunale anche ai fini del reperimento di risorse economiche aggiuntive che potranno concorrere ad un programma di riduzione del debito comunale.

8. la tenuta della parte corrente del bilancio, nonostante le decurtazioni dei trasferimenti nazionali e regionali, il blocco dell’autonomia tributaria e l’invarianza delle tariffe dei servizi, in seguito agli interventi di riforma apportati nel corso del 2003. Tale risultato è stato ottenuto attraverso la prosecuzione della lotta all’evasione, i risparmi sugli oneri finanziari e il contenimento del turn-over del personale, e ha consentito di generare le risorse necessarie a coprire gli oneri del nuovo CCNL, mantenendo sostanzialmente costante la spesa per l’acquisto di beni e servizi.

9. la massimizzazione delle fonti di finanziamento per gli investimenti infrastrutturali, che per il secondo anno consecutivo si collocano al massimo storico di 1,6 miliardi di euro, ottenuto attraverso l’aumento significativo delle risorse proprie destinate alle opere pubbliche (alienazione beni, oneri concessori, avanzo di amministrazione, proventi della ristrutturazione finanziaria del debito).

10. l’esperienza ormai consolidata e positiva dei progetti avviati sin dal 2000, riguardanti la gestione in “global service” del Sistema Musei Capitolini e il progetto POLIS (fornitura, da parte della Soc. Zetema di servizi concernenti attività di supporto alla progettazione, al restauro e alla catalogazione e didattica), ha creato le premesse per la realizzazione di un’idea progettuale mirata alla costituzione di un “Sistema dei Musei Civici di Roma”, con l’obiettivo di superare la frammentazione

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gestionale, conseguire economie di scopo, ma, soprattutto, innalzare il livello qualitativo e quantitativo della fruizione del patrimonio culturale della città.

In tal senso l’Amministrazione Comunale ha individuato un modello di sviluppo innovativo della gestione dei servizi culturali al fine di renderli più efficienti ed efficaci e adeguati al rapido sviluppo della domanda e dell’offerta.

A tal fine con delibera del Consiglio Comunale n. 46 del 23 febbraio 2005 è stata approvata l’acquisizione, da parte dell’Amministrazione Comunale di una quota di maggioranza di Zetema Progetto Cultura S.r.L. pari al 75% del capitale sociale, nonché l’affidamento a detta società dei servizi di valorizzazione del “Sistema dei Musei Civici di Roma” e delle attività di supporto tecnico e scientifico agli interventi di conservazione e promozione dell’intero patrimonio culturale di competenza della Sovraintendenza Comunale per un periodo pari a un triennio, come previsto da apposito contratto di servizio.

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1. Andamento dell’economia romana e qualità dei servizi pubblici

Anche il 2004, purtroppo, è stato un anno assai difficile per l’economia europea e per quella italiana in particolare. Soprattutto per quanto riguarda l’Italia, infatti, prosegue senza soluzione di continuità il rallentamento della congiuntura economica iniziato nel 2000.

Nel periodo 2000-2004 la crescita del prodotto interno lordo italiano è stata particolarmente insoddisfacente: 3,7 per cento, con un aumento medio annuo inferiore all’1%.

In particolare, nel 2004 l’incremento del Pil in Italia è stato dell’1,2%, a fronte di una crescita media del 2,1% nell’area euro e del 4% in termini reali del prodotto mondiale. Il rallentamento del tasso di sviluppo dell’economia italiana è stato tuttavia contenuto soprattutto grazie alla forte crescita degli investimenti nell’edilizia residenziale, sostenuti a loro volta dai bassi tassi di interesse sui mutui e dagli incentivi fiscali sulla ristrutturazione degli immobili.

L’economia italiana, oltre a risentire della difficile congiuntura internazionale che si è protratta sino a tutto il 2002, non è riuscita nell’ultimo biennio a trarre beneficio dalla forte espansione dell’attività negli Stati Uniti, in America Latina e in Asia. Tutto ciò ha contribuito a relegare l’economia italiana tra quelle con i più bassi tassi di crescita nell’ambito delle economie avanzate. Ma il dato ancora più preoccupante, che mantiene l’Italia in una situazione di recessione tecnica, è quello fatto registrare nel primo trimestre del 2005 che ha evidenziato una riduzione del Pil pari allo 0,5% (-0,2% su base annua).

Della difficile situazione di grande incertezza che domina il panorama nazionale non può non risentire anche l’economia romana che, tuttavia, ha realizzato una discreta performance, soprattutto se paragonata a quella del Paese nel suo complesso. Tre sono i principali fattori che concorrono alla spiegazione di tale fenomeno. In primo luogo la particolare composizione del tessuto produttivo della capitale che è tradizionalmente meno legato al settore industriale e quindi meno colpito dalla prolungata crisi che attraversa tale comparto. In secondo luogo lo stesso tessuto produttivo risulta caratterizzato da una componente meno sensibile ai peggioramenti congiunturali (il pubblico impiego) e da una componente innovativa in continua ascesa (il terziario avanzato). Infine, la capacità dell’Amministrazione capitolina di rafforzare il confronto e la collaborazione con i diversi attori sociali, istituzionali ed economici per affrontare alcune importanti questioni legate alle politiche di sviluppo per la capitale, in particolare per ciò che riguarda il ciclo degli investimenti in infrastrutture.

La tesi della maggiore tenuta dell’economia capitolina rispetto all’economia nazionale, trova conferma nelle recenti analisi congiunturali sull’economia romana svolte dall’Istituto di Studi e Analisi Economica (I trimestre 2005). In particolare, l’ISAE evidenzia come oltre un quarto delle imprese del Comune di Roma (25,9%) ritenga che l’economia della capitale abbia un andamento migliore rispetto a quello nazionale, a fronte del 17,1% che ha fornito una valutazione opposta.

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I risultati delle inchieste trimestrali, condotte dall’ISAE sull’economia romana, possono essere espressi attraverso un indicatore sintetico, noto come il clima di fiducia delle imprese (costruito con i criteri adottati dai Servizi della Commissione dell’Unione Europea). Come mostra il grafico seguente, nonostante il contesto economico decisamente poco favorevole, nel primo trimestre del 2005 il clima di fiducia ha fatto registrare un lieve aumento rispetto al trimestre precedente, passando da 95 a 95,9. Le imprese, con l’eccezione di quelle del Commercio, hanno inoltre espresso aspettative favorevoli sull’evoluzione a breve delle principali variabili aziendali.

Fonte: ISAE, Il quadro congiunturale dell’economia romana – I trimestre 2005

Anche l’Indagine congiunturale previsionale sui settori manifatturiero e terziario avanzato condotta dall’Unione degli Industriali di Roma conferma per il primo trimestre 2005 un miglioramento del clima di fiducia degli operatori del terziario avanzato rispetto alla fase di rallentamento delle prospettive di crescita emersa negli ultimi mesi del 2004. Più caute invece si sono dimostrate le imprese del settore manifatturiero a causa della mancata ripresa della domanda e degli ordini.

In sostanza si può affermare che Roma ed il suo hinterland costituiscono un modello di integrazione tra la politica degli enti locali, le scelte dei diversi attori economici ed il contributo delle parti sociali, che ha consentito di contrastare la stagnazione. Una situazione, quindi, complessivamente incoraggiante, entro la quale però permangono segnali di difficoltà.

1.1. Lo stato di salute dell’economia romana

Secondo quanto risulta da un’indagine Unioncamere - Tagliacarne la provincia di Roma, con 25.338 euro (+3,3% rispetto al 2002), si colloca all’ottavo posto nella graduatoria del reddito pro-capite. Tale valore consente alla città ed al suo hinterland di guadagnare tra il 1995 ed il 2003 ben 5 posizioni in graduatoria con un incremento

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complessivo del 39,5 per cento, risultato questo superiore di 2,6 punti al dato medio nazionale (37,3%).

Una performance che vede il territorio provinciale collocarsi di gran lunga al di sopra della media complessiva italiana, pari a 20.232 euro pro capite, e dei valori medi di tutte le ripartizioni territoriali del Paese.

Ciò ovviamente non toglie che vi siano fasce di popolazione con un reddito sensibilmente inferiore alla media per le quali risulta vitale il supporto fornito dal welfare cittadino. Ci si riferisce in particolare non solo alle famiglie monoreddito, ma anche a quella fascia di popolazione, per lo più giovanile, per le quali le forme di flessibilità del lavoro generano incertezza e un accesso solo parziale e incompleto al sistema dei diritti e delle garanzie. Vi è quindi la necessità di garantire una rete di servizi che sostenga il reddito delle famiglie e dei giovani dentro una strategia volta ad individuare nuove risorse da investire nel welfare locale.

Stando alle stime più aggiornate, anche nel 2004, nonostante le difficoltà che inevitabilmente si ripercuotono anche sulle economie locali, è proseguita la crescita dell’economia romana. Il valore aggiunto ha raggiunto i 103,4 miliardi di euro a prezzi correnti (+4,5% sull’anno precedente a fronte di un incremento del 3,7% a livello nazionale) e concorre nella misura di circa 8,2 punti percentuali alla formazione del prodotto nazionale. Così, Roma si conferma la seconda provincia italiana dopo Milano (125,7 miliardi di euro) per contributo alla creazione del reddito nazionale.

Nel 2004 si assiste ad una ripresa della crescita del valore aggiunto che, a prezzi costanti, sfiora il 2 per cento dopo un biennio che aveva fatto registrare un incremento al di sotto dell’1% (Tab. 1). Tale dato è ovviamente la risultante della dinamica dei singoli settori economici. Più in particolare sono l’agricoltura ed il terziario i comparti che nel 2004 realizzano i maggiori incrementi, seguiti da quello delle costruzioni (terzo incremento consecutivo), mentre l’industria romana – contrariamente alle altre tre grandi province considerate - subisce un’ulteriore contrazione che porta la produzione industriale in termini reali su valori inferiori al 2001.

Tab. 1- Tassi di crescita annuali del valore aggiunto a prezzi costanti nella Provincia di RomaAnno %

2000-1999 3,18%2001-2000 2,62%2002-2001 0,72%2003-2002 0,49%2004-2003 1,87%

Fonte: ns elaborazione su dati Prometeia

Guardando alla dinamica del valore aggiunto nel periodo 2000-2004 per le quattro principali province italiane (Tab. 2) si osserva la buona performance fatta registrare dalla provincia di Roma che ottiene il maggior incremento medio annuo (+1,43%). A livello settoriale il tasso di crescita più elevato è ottenuto dal comparto dei servizi (+1,52%), seguito da quello dell’industria in senso stretto (+1,48%, risultato questo fortemente influenzato dagli incrementi settoriali realizzati nel triennio 2000-2002) e dall’agricoltura (+0,6%). Una lieve flessione si registra invece nel settore delle

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costruzioni (-0,3%). Tutto ciò ha consentito alla provincia di Roma di ridurre nel periodo considerato di 6,1 punti percentuali il gap in termini di valore aggiunto con il capoluogo lombardo che è passato dal 28.3% del 2000 al 22.1% nel 2004.

Tab. 2 - Tasso di variazione medio annuo 2000-2004 del valore aggiunto a prezzi costanti (base 1995). Valori percentuali

Agricoltura, silvicoltura e pesca

Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Totale

Roma 0,55 1,48 -0,34 1,52 1,43Torino -0,94 -2,79 5,09 1,10 0,12Milano 2,34 -0,59 -0,87 0,35 0,03Napoli 0,23 1,31 3,40 1,30 1,34Fonte: elaborazione su dati Prometeia

Fig 1 - Tasso di variazione medio annuo 2000-2004 del valore aggiunto a prezzi costanti (base 1995).

0,6

1,5

-0,3

1,5 1,4

-0,9

5,1

1,1

0,1

2,3

-0,6-0,9

0,30,0

0,2

1,3

3,4

1,3 1,3

-2,8Agricoltura,

silvicoltura e pescaIndustria in senso

strettoCostruzioni Servizi Totale

Roma Torino Milano Napoli

La buona performance dell’economia romana rimane confermata anche estendendo l’orizzonte temporale di riferimento al periodo 1995-2004 (Tab. 3). Roma, infatti, realizza un incremento medio annuo del valore aggiunto pari al 1,6%, un valore quest’ultimo inferiore solamente a quello napoletano (+2%).

Tab. 3 - Tasso di variazione medio annuo 1995-2004 del valore aggiunto a prezzi costanti (base 1995)

Provincia/Settore Agricoltura, silvicoltura e pesca

Industria in senso stretto Costruzioni Servizi Totale

Milano 5,60% 0,15% 0,39% 1,75% 1,22%Torino 0,42% -1,04% 3,23% 1,59% 0,85%Roma 0,40% 2,18% 1,52% 1,55% 1,59%Napoli 0,17% 0,73% 3,96% 2,20% 1,97%Fonte: elaborazione su dati Prometeia

Con riferimento al valore aggiunto pro capite a prezzi correnti (Tab. 4), la provincia di Roma fa registrare tra il 1995 ed il 2004 un tasso medio annuo di crescita di circa 4,2

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punti percentuali, rispetto al +4% nazionale, al 3,6% di Torino, al 3,7% di Milano e al 4,8% di Napoli.

Dopo Milano (+9.090 euro), Roma è la città che mostra la maggiore differenza in valore assoluto: tra il 1995 ed il 2004: 8.350 euro a fronte di un valore medio nazionale pari a 6.550 euro pro capite.

Tab. 4 – Valore aggiunto pro-capite a prezzi correnti in valore assoluto (valori in migliaia di euro)Anno/Provincia Torino Milano Roma Napoli Italia

1995 18,70 23,85 18,91 9,30 15,401996 19,83 25,45 20,08 9,81 16,421997 20,91 26,47 20,72 10,58 17,041998 21,52 27,82 22,02 11,18 17,711999 22,37 28,78 22,49 11,48 18,212000 23,32 30,41 23,64 12,02 19,232001 23,99 31,77 24,96 12,90 20,222002 24,77 31,86 25,64 13,21 20,842003 24,91 31,91 26,34 13,59 21,382004 25,58 32,95 27,27 14,14 21,95

Differenza 2004-1995 6,88 9,09 8,35 4,84 6,55Fonte: Elaborazioni su dati Prometeia

I dati appena presentati dimostrano senza dubbio che l’economia romana costituisce un punto di forza dell’intero sistema paese. Come tutte le economie fortemente terziarizzate, essa risente in misura inferiore dell’avverso ciclo industriale collegato all’apprezzamento dell’euro e alla declinante competitività dell’industria nazionale. Tuttavia, la crescita romana si connota anche per alcuni importanti segnali endogeni, a partire da quelli forniti dalla dinamica imprenditoriale e dall’occupazione, fino all’evoluzione fortemente positiva del settore turistico.

Anche il 2004, come già il 2003, si è concluso con una crescita delle imprese registrate presso il Registro delle imprese gestito dalla Camera di Commercio di Roma (Tab. 5).

Tab. 5 - Demografia delle impreseAnno 

Provincia di Roma Lazio ItaliaAttive Iscritte Cessate Attive Iscritte Cessate Attive Iscritte Cessate

1998 189.184 21.868 15.665 312.870 31.560 24.951 4.727.504 408.475 368.0231999 196.586 24.631 15.149 320.631 33.861 23.204 4.774.264 390.074 313.3452000 204.675 26.184 14.906 330.067 35.946 23.072 4.840.366 403.408 316.6322001 211.972 30.216 20.246 338.836 41.492 29.214 4.897.933 421.451 331.7132002 215.210 28.481 17.719 343.023 38.638 26.474 4.952.053 417.204 347.0742003 221.130 27.456 16.475 351.063 38.050 24.457 4.995.738 389.342 317.5532004 225.394 30.054 22.971 356.014 40.035 31.197 5.061.859 425.510 335.145Fonte: dati Infocamere-Movimprese

Così, le 395.116 imprese registrate aumentano di 7.288 unità con un incremento percentuale di 1,9 punti rispetto al 2003, a fronte di un +1,7 e di un +1,6 per cento fatto registrare rispettivamente a livello regionale e nazionale. La superiore capacità del territorio romano di generare nuove iniziative imprenditoriali è confermata anche dai valori relativi alle imprese attive: +4.264 nel 2004, per un totale di 225.394 unità e una

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crescita dell’1,9%, valore questo superiore di circa mezzo punto al dato italiano e regionale. Con questi numeri il sistema produttivo romano registra un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni pari a 7.083 imprese e un tasso di sviluppo dell’1,8%, a fronte dell’1,5 per cento nazionale (Tab. 6).

Tab. 6 Tassi di mortalità, di natalità e di sviluppo

AnnoTasso di natalità Tasso di mortalità Tasso di sviluppo

Roma Lazio Italia Roma Lazio Italia Roma Lazio Italia1998 5,9 6,2 7,4 4,3 4,9 6,7 1,6 1,3 0,71999 6,5 6,5 7 4 4,5 5,6 2,5 2 1,42000 6,7 6,7 7,1 3,8 4,3 5,6 2,9 2,4 1,52001 7,6 7,6 7,3 5,1 5,3 5,7 2,5 2,3 1,62002 7,6 7,4 7,2 4,7 5 6 2,9 2,4 0,82003 7,1 7,1 6,6 4,2 4,5 5,4 2,9 2,6 1,22004 7,6 7,3 7,1 5,8 5,7 5,6 1,8 1,6 1,5

Fonte: dati Infocamere-Movimprese

Oltre ad aumentare in termini numerici, la componente imprenditoriale romana evidenzia anche un rafforzamento in termini di complessità organizzativa. Tra il 1998 e il 2004 le 36.210 nuove imprese attive sono state per il 44,3% (+16.036 in totale) società di capitale e per il 9,9% società di persone (+3.581). Nell’arco del periodo considerato, il peso delle società di capitale sul totale delle imprese attive è aumentato di 5,2 punti percentuali, mentre le ditte individuali - le più semplici e meno organizzate per un confronto concorrenziale sul mercato aperto - hanno visto ridursi del 5,7% il proprio peso sul totale. Del resto, a forme societarie più complesse corrisponde un sistema complessivamente forte in termini di possibilità di accesso ai finanziamenti e dunque di crescita, di propensione alla ricerca ed all’innovazione e di nuova occupazione.

E’ evidente quindi che una dinamica sostenuta per quasi il 50% da società la cui struttura proprietaria sia sostenibile con capitali ed energie diverse da quelle originarie è una dinamica funzionale allo sviluppo del sistema economico; solamente nel 2004 la crescita delle società di capitale ha inciso per il 46,1% sul totale generale. È un dato questo particolarmente positivo che pone Roma lungo un percorso di modernizzazione (in termini di stock, le società di capitale a Roma rappresentano il 17,1% del totale delle imprese attive, a fronte del 14,4% nel Lazio e del 12,5% in Italia).

Tab. 7 - Imprese attive per forma giuridica nella Provincia di RomaAnno Società di capitali Società di persone Ditte individuali Altre forme TOTALE1998 22.427 20.483 144.075 2.199 189.1841999 25.088 22.250 146.651 2.597 196.5862000 27.760 24.080 149.848 2.987 204.6752001 31.015 25.436 152.230 3.291 211.9722002 34.081 23.236 154.406 3.487 215.2102003 36.450 23.854 157.091 3.735 221.1302004 38.463 24.064 158.933 3.934 225.394

Fonte: dati Infocamere-Movimprese

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I dati sul totale delle imprese attive per settori di attività nella Provincia di Roma confermano le modifiche in atto della struttura del sistema economico romano. Prosegue la tendenza al ridimensionamento di alcuni settori caratteristici dell’economia romana. Si riduce ancora il peso percentuale dell’agricoltura, delle attività manifatturiere, degli alberghi e ristoranti e dei trasporti e logistica (Tab. 8).

Tab. 8 – Composizione settoriale imprese attive. Peso percentuale dei settori in ridimensionamentoSettore attività/Anno 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004Agricoltura, caccia e silvicoltura 7,57 7,39 7,16 7,16 6,91 6,75 6,56

Attività manifatturiere 11,33 11,24 11,03 11,03 10,69 10,52 10,12Alberghi e ristoranti 5,76 5,76 5,8 5,8 5,71 5,65 5,61Trasporti,magazzinaggio e comunicazione 6,96 6,77 6,62 6,62 6,09 6,01 5,97

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

Tra i settori che vedono aumentare le loro quote troviamo invece il commercio, le costruzioni ed i servizi alle imprese (Tab. 9).

L’andamento incerto dei mercati finanziari, le note vicende che hanno interessato grandi realtà del sistema imprenditoriale italiano ed il basso livello del costo del capitale sono fattori che hanno contribuito, nell’arco dell’ultimo quadriennio, a dirottare ingenti risorse dal mercato mobiliare (la domanda di beni mobiliari è comunque orientata verso titoli corporate con rating elevati o titoli di Stato) a quello immobiliare.

L’aumento della domanda di beni rifugio, come gli immobili, ha sicuramente contribuito ad incentivare il settore edilizio, che già aveva un peso rilevante. Tale incremento ha anche contribuito alla crescita dei settori che intorno ad esso gravitano, si pensi ad esempio ai servizi finanziari o immobiliari.

Tab.9 – Composizione settoriale delle imprese attive. Peso percentuale dei settori in espansioneSezione attività/Anno 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004Commercio 39,08 37,98 37,56 37,56 36,84 36,61 36,85Costruzioni 11,81 12,31 12,59 12,59 13,23 13,54 13,83Intermediaz.monetaria e finanziaria 2,46 2,58 2,75 2,75 2,98 2,93 2,97Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca 7,14 7,71 8,1 8,1 8,97 9,31 9,46Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

L’analisi dei dati sull’imprenditorialità femminile testimonia l’importanza delle donne nell’ambito dell’imprenditoria romana (Tab. 10). Nel secondo semestre 2004 nella provincia di Roma erano attive ben 54.692 imprese femminili, che rappresentavano il 24,3% del totale delle imprese attive, valore questo superiore di quasi un punto percentuale al dato medio italiano (23,5%). Per quanto riguarda il settore di attività la maggioranza delle imprese opera nel commercio (43%) e negli altri servizi (36%).

Tab 10 - Imprenditorialità femminile: imprese registrate, attive, iscritte e cessate nel II semestre 2004

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Sezioni di attività economica Imprese Imprese attive Iscrizioni Cessazioni

Agricoltura e pesca 4.831 4.746 86 126Industria in senso stretto 5610 4623 123 217Costruzioni 2.996 1.872 51 70Commercio 26.407 23.364 1.037 989Altri servizi 23.663 19.372 712 787Imprese non classificate 18.048 715 1.546 369TOTALE 81.555 54.692 3.555 2.558Fonte: Unioncamere, Osservatorio sull'imprenditorialità femminile, 2004

Dall’analisi della dinamica dell’imprenditorialità femminile emerge un’importante indicazione della struttura socio-economia romana: la continua crescita del numero di donne imprenditrici che passano da 136.798 del 2000 a 154.306 del 2004 con un incremento medio annuo del 3,1% (Tab.11)

Tab 11 - Donne imprenditrici per sezioni e divisioni di attività economica nel periodo 2000-2004Sezioni di attività economica 2000 2001 2002 2003 2004Agricoltura e pesca 5.431 5.622 5.696 5.734 5.691Industria in senso stretto 9.934 10.223 10.177 10.308 10.263Costruzioni 7.548 7.840 7.978 7.868 7.861Commercio 35.942 36.871 37.300 37.945 38.704Altri servizi 42.051 44.143 44.984 45.269 45.629Imprese non classificate 35.892 40.043 43.094 44.861 46.158TOTALE 136.798 144.742 149.229 151.985 154.306Fonte: Unioncamere, Movimprese, 2004

Il fenomeno immigratorio costituisce sicuramente una preziosa risorsa dell’organizzazione sociale e della vita produttiva. L’imprenditorialità extracomunitaria rappresenta la componente più dinamica della demografia delle imprese nella provincia di Roma.

Negli ultimi anni, infatti, si è assistito ad un significativo incremento degli imprenditori extracomunitari (Tab. 12); ciò in prima approssimazione è attribuibile a due fattori: alla maggiore difficoltà di inserimento degli stranieri nel mercato del lavoro ed alla volontà di migliorare la propria posizione economica e sociale.

Secondo i dati Unioncamere–Movimprese il numero degli imprenditori extracomunitari nella provincia di Roma è difatti passato da 17.133 del 2000 a 28.367 del 2004 con un incremento medio annuo nel periodo considerato di 13,5 punti percentuali. Il 57,5% degli imprenditori sono titolari o soci dell’impresa, il 35,8% ricopre la carica di amministratore, mentre il restante 6,1% riveste altre cariche all’interno dell’azienda.

A livello settoriale (ed escludendo dal conteggio le imprese non classificate) la maggior presenza di imprenditori extracomunitari si riscontra nel commercio (41%) e negli altri servizi (31%), seguiti dal comparto delle costruzioni (16%) e dall’industria in senso stretto (11%).

Tab 12 - Imprenditori extracomunitari per sezioni di attività economica nel periodo 2000-2004

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Sezioni di attività economica 2000 2001 2002 2003 2004Agricoltura e pesca 228 281 302 316 313Industria in senso stretto 1.314 1.797 1.993 2.130 2.209Costruzioni 1.441 2.078 2.479 2.938 3.352Commercio 4.195 5.008 6.061 7.133 8.546Altri servizi 4.862 5.315 5.750 6.159 6.438Imprese non classificate 5.093 5.849 6.455 7.056 7.509TOTALE 17.133 20.328 23.040 25.732 28.367Fonte: Unioncamere, Movimprese, 2004

Anche i dati relativi al primo trimestre 2005 confermano la migliore tenuta del sistema imprenditoriale romano (Tab.13). La capitale, infatti, nel periodo compreso tra gennaio e marzo del 2005 fa registrare un saldo tra iscrizioni e cessazioni pari a 634 unità, secondo miglior risultato dopo quello di Napoli (+803 imprese). Risultato questo di tutto rispetto considerando il fatto che da un lato a livello nazionale si è registrata una crescita demografica delle imprese prossima allo zero con un saldo negativo di 862 aziende, dall’altro le maggiori province italiane, con l’unica eccezione del caso napoletano, realizzano performance nettamente inferiori a quelle di Roma (saldo positivo per Bologna e Torino, rispettivamente diciasettesima e venticinquesima, saldo negativo per Genova e Milano che occupano rispettivamente la sessantanovesima e l’ultima posizione in graduatoria)

Tabella 13 - Le prime e le ultime 10 province per saldi tra iscrizioni e cessazioni nel I° trimestre 2005

Rank Provincia Stock 31/3/05 Iscrizioni Cessazioni Saldi Tasso di vari. trimestrale (%)

1 NAPOLI 261.058 5.320 4.517 803 0,312 ROMA 395.823 8.828 8.194 634 0,163 BARI 158.593 2.404 1.804 600 0,384 BERGAMO 90.164 2.407 1.927 480 0,545 CASERTA 82.403 1.574 1.118 456 0,566 REGGIO CALABRIA 49.934 840 411 429 0,877 LECCE 73.711 1.686 1.289 397 0,548 CATANIA 100.220 1.691 1.347 344 0,349 COSENZA 67.311 1.268 950 318 0,4710 CREMONA 30.154 709 495 214 0,71

…………………………………………………………………………………………………………………………..17 BOLOGNA 96.896 2.426 2.283 143 0,15

…………………………………………………………………………………………………………………………..25 TORINO 225.886 6.007 5.919 88 0,04

…………………………………………………………………………………………………………………………..69 GENOVA 85.169 1.851 1.930 -79 -0,90

…………………………………………………………………………………………………………………………..94 NUORO 28.834 390 638 -248 -0,8595 PAVIA 47.379 1.062 1.340 -278 -0,5896 AGRIGENTO 46.531 751 1.031 -280 -0,6097 CUNEO 75.162 1.605 1.898 -293 -0,3998 VICENZA 84.030 1.886 2.242 -356 -0,4299 VENEZIA 80.682 1.765 2.123 -358 -0,44

100 FIRENZE 107.957 2.463 2.829 -366 -0,34101 PADOVA 103.791 2.228 2.608 -380 -0,36102 PALERMO 94.038 1.623 2.005 -382 -0,40103 MILANO 431.261 8.483 9.328 -845 -0,20

  ITALIA 5.997.561 126.849 127.711 -862 -0,01Fonte: Infocamere – Movimprese

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Passando a considerare il mercato del lavoro è necessario fare una premessa. Dal 2004 l’Istat conduce una nuova rilevazione sulle forze di lavoro (Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro) i cui risultati a causa delle differenti metodologie impiegate non sono comparabili con quelli della precedente Rilevazione Trimestrale sulle Forze di Lavoro. L’Isituto Italiano di Statistica ha provveduto a ricostruire le serie storiche dal IV trimestre del 1992 solamente per i dati nazionali e ripartizionali. Di conseguenza nelle tavole seguenti vengono riportati sia i dati rilevati con la vecchia metodologia in serie storica fino al 2003, sia i dati 2004 rilevati con la nuova indagine che - vista la loro non comparabilità con gli anni precedenti – devono essere considerati ed analizzati separatamente.

Con riferimento al periodo 1999 - 2003 il mercato del lavoro romano evidenzia una dinamica nettamente migliore sia di quella nazionale, che di quella regionale (tabb. 14, 15 e 16). I principali indicatori del mercato del lavoro nella provincia di Roma evidenziano un quadro positivo nell’ambito del quale si registra la costante crescita del numero di occupati, del tasso di occupazione, delle forze di lavoro e del tasso di attività e, allo stesso tempo, la riduzione del numero di persone in cerca di occupazione e del tasso di disoccupazione, diminuito di 3,7 punti percentuali nell’ultimo quadriennio.

Tab. 14 – Indicatori del mercato del lavoro nella Provincia di Roma, anni 1999-2003 e anno 2004(v.a. in migliaia di unità)

Anno Occupati Tasso di occupazione*

Persone in cerca di

occupazione

Tasso di disoccupazione*

Forze di lavoro

Tasso di attività*

1999 1.409 43,4 186 11,7 1.595 49,12000 1.435 43,9 179 11,1 1.614 49,32001 1.460 44,2 161 10,0 1.621 49,12002 1.505 45,5 128 7,9 1.633 49,32003 1.517 46,2 132 8,0 1.649 50,22004 1.549 60,4 126 7,5 1.675 65,3

Fonte: Istat - Indagine trimestrale sulle forze lavoro:* Calcolato in percentuale della popolazione > 15 anni fino al 2003 ed in percentuale della popolazione 15-64 anni dal 2004.

Tab. 15 - Tassi di occupazione e di disoccupazione in Italia, nel Lazio e nella Provincia di Roma, anni 1999-2003 e anno 2004

AnniTasso di occupazione 15-64 anni Tasso di disoccupazione

Roma Lazio Italia Roma Lazio Italia1999 52,2 51,2 52,5 11,7 11,7 11,42000 53,4 52,2 53,5 11,1 11 10,62001 54,7 53,3 54,6 10 10,2 9,52002 56,6 54,8 55,4 7,9 8,6 92003 57,8 55,8 56 8 8,7 8,72004 60,4 58,5 57,4 7,5 7,9 8

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – “Indagine Trimestrale sulle Forze Lavoro”, media vari anni e “Indagine Continua sulle Forze Lavoro”, media 2004.

25

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Tab. 16 - Forze di lavoro per condizione in Italia, nel Lazio e nella Provincia di Roma, anni 1999-2003 e anno 2004 (v.a. in migliaia di unità)

Anni Forze di lavoro Occupati Persone in cerca di occupazione

  Roma Lazio Italia Roma Lazio Italia Roma Lazio Italia1999 1.595 2.133 23.361 1.409 1.884 20.692 186 249 2.6692000 1.614 2.154 23.575 1.435 1.916 21.080 179 237 2.4952001 1.621 2.183 23.781 1.460 1.960 21.514 161 223 2.2672002 1.633 2.215 23.993 1.505 2.024 21.829 128 190 2.1632003 1.649 2.253 24.150 1.517 2.057 22.054 132 196 2.0962004 1.675 2.255 24.365 1.549 2.076 22.404 126 179 1.960

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – “Indagine Trimestrale sulle Forze Lavoro”, media vari anni e “Indagine Continua sulle Forze Lavoro”, media 2004.

L’incremento occupazionale (tab. 17) ha riguardato soprattutto la componente femminile (+14,2% tra il 1999 e il 2003) e gli occupati alle dipendenze (+8,8% sempre nello stesso arco di tempo).

Tab. 17 – Occupati per posizione e per sesso nella Provincia di Roma, anni 1999 – 2004 (migliaia di unità)

Anni Occupati in complesso Occupati alle dipendenzeMaschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale

1999 881 527 1.409 638 425 1.0632000 886 549 1.435 637 444 1.0812001 884 576 1.460 636 466 1.1022002 910 596 1.505 656 483 1.1392003 916 602 1.517 662 494 1.1562004 889 659 1.549 n.d. n.d. 1.152

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – “Indagine Trimestrale sulle Forze Lavoro”, media vari anni e “Indagine Continua sulle Forze Lavoro”, media 2004.

Rilevante è anche l’aumento del numero dei lavoratori autonomi che sono cresciuti di 4,2 punti percentuali tra il 1999 e il 2003, a fronte di un incremento a livello nazionale del 2,4%. (tab. 18).

Tab. 18 – Occupati per tipologia di lavoro nella provincia di Roma, nel Lazio e in Italia, anni 2000-2003 (variazioni %)

 

2000/1999 2001/2000 2002/2001 2003/2002 2003/1999

Dip. Aut. Tot. Dip. Aut. Tot. Dip. Aut. Tot. Dip. Aut. Tot. Dip. Aut. Tot.Roma 1,7 2,2 1,9 1,9 1,3 1,8 3,4 2,2 3,1 1,5 -1,5 0,8 8,8 4,2 7,7Lazio 2 0,8 1,7 2,6 1,5 2,3 3,7 2,2 3,3 2,1 0 1,6 11 4,5 9,2

Italia 2,1 1,4 1,9 2,5 0,8 2,1 2,1 -0,3 1,5 1,2 0,5 1 8,3 2,4 6,6Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Con riferimento alla dinamica occupazionale a livello settoriale sono i servizi il comparto che ha impiegato la quota più alta di nuovi occupati +9,3% tra il 1999 e il 2003 (tab. 19).

Tab. 19 - Occupati per settore di attività economica in Italia, nel Lazio e nella Provincia di Roma

26

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(variazioni %).

AnnoAgricoltura Totale industria Totale servizi Totale occupati

Italia Lazio Roma Italia Lazio Roma Italia Lazio Roma Italia Lazio Roma

2000 -1,2 5,2 4,8 0,3 1,9 -2,1 3,0 1,6 2,6 1,9 1,7 1,8

2001 0,5 16,4 27,3 1,1 1,3 0,4 2,7 2,0 1,5 2,1 2,3 1,7

2002 -2,7 -5,6 -14,3 1,3 4,7 3,4 1,9 3,4 3,4 1,5 3,3 3,1

2003 -1,9 -19,4 -12,5 1,3 0,7 -1,2 1,1 2,7 1,5 1,0 1,6 0,8

Fonte: Istat

Lo sviluppo del terziario a Roma è evidente anche dal confronto con le altre grandi province (tab. 20).

Tab. 20 - Occupati nel settore dei servizi (in migliaia)

Anno/Provincia Milano Torino Roma Napoli1999 1.007 517 1.146 5632000 1.050 542 1.176 5652001 1.086 556 1.194 5802002 1.094 546 1.235 6032003 1.079 555 1.253 5992004 1.165 574 1.249 672

Fonte: Istat

Anche nel 2004 la performance della provincia di Roma è stata migliore di quella del Lazio e dell’Italia. Il tasso di occupazione risulta infatti più elevato di tre punti rispetto al dato nazionale e di due punti rispetto a quello regionale (Tab. 15). Differenze ancora più significative si registrano nella componente femminile del tasso di occupazione (Fig.2): il 5% circa rispetto al dato nazionale (50,1% a fronte del 45,2%) e il 3% rispetto a quello regionale (47,1%).

Fig. 2 - Tassi di occupazione in Italia, nel Lazio e a Roma, anno 2004 (%)

27

71,3

50,1

60,4

70,4

47,1

58,5

69,7

45,2

57,4

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

Maschi Femmine Maschi e femmine

Roma

LAZIO

ITALIA

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Il tasso di disoccupazione (Fig. 3) evidenzia una differenza di mezzo punto percentuale tra il dato provinciale (7,5%) e quelli regionale e nazionale (entrambi pari all’8%), mentre il tasso di disoccupazione femminile (9,5%) è di circa un punto più basso di quello del Lazio (10,3%) e dell’Italia (10,5%).

Fig. 3 - Tassi di disoccupazione in Italia, nel Lazio e a Roma, anno 2004 (%)

Confrontando l’andamento degli indicatori del mercato del lavoro per la provincia di Roma con quello per le province di Milano, Torino e Napoli, si osserva la discreta capacità di recupero del mercato del lavoro romano rispetto a quello delle province settentrionali: nel periodo 1999-2003 la crescita del tasso di occupazione e la contrazione del tasso di disoccupazione sono stati più consistenti a Roma che nelle altre province considerate (Tab. 21).

Tab. 21 - Indicatori del mercato del lavoro. Confronti tra alcune province Italiane, anni 1999 - 2003 e anno 2004 (%)

AnniTasso di occupazione 15-64 Tasso di disoccupazione

Milano Torino Roma Napoli Milano Torino Roma Napoli1999 60,0 57,2 52,2 36,9 5,6 9 11,7 27,82000 61,2 58,8 53,4 37,2 5,2 7,9 11,1 282001 62,3 59,5 54,7 38,0 4,6 6,2 10,0 26,42002 63,3 59,9 56,6 39,5 4,6 6,2 7,9 24,72003 63,7 60,8 57,8 39,5 4,5 6,0 8,0 23,6

2004 66,0 61,4 60,4 42,8 4,6 6,1 7,5 18,9

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT – “Indagine Trimestrale sulle Forze Lavoro”, media vari anni e “Indagine Continua sulle Forze Lavoro”, media 2004.

Una delle variabili più significative ai fini della valutazione del grado di dinamismo del sistema produttivo romano è rappresentata dalla domanda di energia elettrica. Essa, infatti, è un indicatore fondamentale nell’analisi delle tendenze in atto nei singoli comparti produttivi.

28

6,0

9,5

7,5

6,3

10,3

7,9

6,4

10,5

8,0

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

Maschi Femmine Maschi e femmine

Roma

LAZIO

IT ALIA

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I dati sui consumi di energia elettrica forniti dal Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale confermano sostanzialmente la scenario appena descritto (Fig. 4).

Fig. 4 - Popolazione, valore aggiunto e consumi elettrici nella provincia di Roma, anni 1991-2003 (base 1991=100)

La provincia di Roma negli ultimi anni ha evidenziato una crescita dei consumi di energia elettrica superiore a quella del Lazio e dell’Italia. Nel periodo 1998-2003, infatti, la domanda di energia elettrica da parte del sistema imprese-famiglie dell’area romana aumenta ad un tasso medio annuo di 3 punti percentuali, a fronte del + 2,9% nel Lazio e del 2,8% in Italia (tab. 22).

Tab. 22 – Consumi di energia elettrica nella Provincia Roma, nel Lazio ed in Italia. Valori assoluti in milioni di KWh e variazioni %

Anno Provincia di Roma Lazio Italia Peso della pr. di Roma

v.a. Var.% v.a. Var.% v.a. Var.% nel Lazio in Italia

1998 12.196,20 3,5 18.433,00 2,8 260.809,00 2,8 66,2 4,71999 12.497,00 2,5 18.939,30 2,7 267.284,20 2,5 66,0 4,72000 13.073,00 4,6 19.642,20 3,7 279.319,60 4,5 66,6 4,72001 13.239,30 1,3 20.008,60 1,9 285.491,90 2,2 66,2 4,62002 13.534,60 2,2 20.334,90 1,6 290.959,60 1,9 66,6 4,72003 14.298,80 5,6 21.232,20 4,4 299.788,60 3,0 67,3 4,8

Fonte: elaborazione su dati Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, 2004

Guardando alla composizione dei consumi elettrici per macrocategorie di domanda si osserva come nel 2003 nella provincia di Roma il domestico ed il terziario incidano rispettivamente per una quota pari ai 36,1 ed ai 49,5 punti percentuali sul totale della domanda, mentre in Italia gli stessi comparti hanno assorbito il 21,7% e il 25,6% dei consumi. Il settore industriale, invece, assorbe il 13,6% dei consumi di energia elettrica nella provincia di Roma ed il 50,9% in Italia.

29

95,0

100,0

105,0

110,0

115,0

120,0

125,0

130,0

135,0

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003

Consumi di energia elettrica

Valore aggiunto a prezzi base (prezzi costanti)

Popolazione residente a fine anno

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Fig. 5 - Incidenza settoriale sul totale dei consumi elettrici, anno 2003 (%)

In linea con l’andamento nazionale, anche se con valori più elevati rispetto a quelli del Paese, sono i settori dell’agricoltura e dei i servizi quelli che nel 2003 fanno registrare i più alti incrementi nei consumi di energia elettrica pari rispettivamente al 12,5% ed al 7,2 % (Tabb. 23 e 24).

Tab. 23 – Consumi di energia elettrica nella Provincia Roma. Valori assoluti in milioni di KWh e variazioni %

Settori di attività

1998 1999 % 2000 % 2001 % 2002 % 2003 %

v.a. v.a. 98-99 v.a. 00-99 v.a. 01-00 v.a. 02-01 v.a. 03-02

Agricoltura 103,1 103,8 0,7 108,6  4,6  109,1 0,5 100,5 -7,9 113,1 12,5

Industria 1.965,9 1.880,7 -4,3 1.931,7  2,7  1.894,2 -1,9 1.855,2 -2,1 1.938,3 4,5

Terziario 5.410,8 5.687,3 5,1 6.165,4  8,4  6.413,6 4,0 6.601,3 2,9 7.079,6 7,2

Domestico 4.716,4 4.825,2 2,3 4.867,3 0,9  4.822,5 -0,9 4977,6 3,2 5.167,7 3,8

TOTALE 12.196,2 12.497,0 2,5 13.073,0  4,6  13.239,3 1,3 13.534,6 2,2 14.298,8 5,6Fonte: elaborazione su dati Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, 2004

Tab. 24 – Consumi di energia elettrica in Italia. Valori assoluti in milioni di KWh e variazioni %

Settori di attività

1998 1999 % 2000 % 2001 .% 2002 % 2003 %

v.a. v.a. 99-98 v.a. 00-99 v.a. 01-00 v.a. 02-01 v.a. 03-02Agricoltura 4486,8 4.682,2 4,4 4.906,6 4,8 5162,6 5,2 4890,2 -5,3 5162,2 5,6

Industria 137.700,3 139.698,1 1,5 148.192,4 6,1 150.973,4 1,9 151.314,2 0,2 152.720,9 0,9

Terziario 59.346,6 62.187,0 4,8 65108,8 4,7 67.802,7 4,1 71.797,7 5,9 76.889,7 7,1

Domestico 59.275,3 60.716,9 2,4 61.111,7 0,7 61.553,2 0,7 62957,6 2,3 65.015,8 3,3

TOTALE 260.809,0 267.284,2 2,5 279.319,6 4,5 285.491,9 2,2 290.959,6 1,9 299.788,6 3

Fonte: elaborazione su dati Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, 2004

30

36,1%31,5%

21,7%

49,5%

42,1%

25,6%

24,9%

50,9%

0,8% 1,4% 1,7%

13,6%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

100%

Roma Lazio Italia

Domestico Terziario Industria Agricoltura

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La grande rilevanza del settore dei servizi a Roma si evidenzia una volta di più esaminando la composizione percentuale dei consumi totali (tab. 25). Nel 2003, il terziario assorbe il 49,5% dell’energia elettrica consumata nell’intera provincia, un peso pari quasi al doppio di quello nazionale (25,6% del totale).

Tab. 25 – Composizione settoriale dei consumi di energia elettrica nella Provincia di Roma e in Italia. Confronto 1998-2003 (valori %i)

Settori di attività Roma Italia1998 2003 1998 2003

Agricoltura 0,8 0,8 1,7 1,7Industria 16,1 13,6 52,8 50,9Terziario 44,4 49,5 22,8 25,6Domestico 38,7 36,1 22,7 21,7

L’analisi della dinamica dei consumi energetici si presta, tuttavia, ad ulteriori considerazioni. L’economia romana, così come quella italiana, non può non risentire dell’andamento dei prezzi delle materie prime. L’incremento del prezzo petrolio, anche se in parte compensato dal cambio favorevole euro – dollaro, potrebbe infatti avere delle serie ripercussioni sia sulla sostenibilità dei costi energetici a medio lungo-termine delle imprese che sulla spesa media mensile delle famiglie. Aggravando così una situazione già di per sé critica che vede da un lato la progressiva perdita di competitività del sistema imprenditoriale italiano, dall’altro l’acuirsi del calo dei consumi da parte delle famiglie.

Box n. 1 La campagna Roma spende bene per il contenimento dei prezzi

Per far fronte al preoccupante aumento dei prezzi, da alcuni anni il Comune di Roma ha programmato un intervento riguardante il contenimento dei prezzi. A partire da agosto del 2002 questo lavoro si è intensificato attraverso la campagna denominata Roma spende bene, in cui i commercianti aderenti si sono impegnati a vendere una serie di beni e servizi di largo consumo a prezzi contenuti e stabili.

Nel 2003 il paniere dei prodotti si è esteso e un numero maggiore di operatori commerciali ha aderito all’iniziativa. Per rendere più fruibile il servizio, inoltre, l’Amministrazione Comunale ha pubblicato un opuscolo informativo sulla stagionalità dei prodotti. Il Centro Agroalimentare Romano ha predisposto una lista di prodotti ortofrutticoli con i relativi prezzi aggiornata settimanalmente ed è stata pubblicizzata una “sporta della spesa quotidiana” contenente alimentari ed altri prodotti di uso comune venduti ad un prezzo fisso nei mercati rionali.

Nello stesso anno sono state introdotte altre importanti novità: è stato siglato un accordo con le cartolibrerie per la vendita, a prezzi particolarmente convenienti, di un “pacchetto scuola” comprendente uno zainetto e vari prodotti di cancelleria; alcune pizzerie si sono impegnate a offrire un menù fisso a un prezzo concordato; numerosi barbieri e parrucchieri hanno convenuto di praticare tariffe scontate in giorni prefissati della settimana; infine, alcuni artigiani e autoriparatori hanno deciso di applicare le tariffe degli anni precedenti.

La campagna è proseguita nel 2004 con l’adesione di circa 400 supermercati, 31 mercati, 150 barbieri e parrucchieri, 140 installatori e autoriparatori, 30 pizzerie1.

1 Fonte: Assessorato al Commercio, Comune di Roma

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Nel febbraio del 2005 è iniziata la quarta edizione della campagna Roma spende bene con una novità: all’iniziativa si sono aggiunte 23 case editrici e 50 librerie. Dal 1 giugno 2005, inoltre, l’Amministrazione Comunale ha siglato un accordo con i concessionari degli stabilimenti balneari e nel paniere sono entrati anche i servizi di spiaggia per il litorale di Ostia.

In termini di risultati a Roma, dove prima degli accordi i prezzi aumentavano molto più rapidamente che altrove, la campagna ha portato, fin dal suo esordio, ad una riduzione del differenziale rispetto all’Italia.

Con la campagna Roma spende bene sono stati raggiunti risultati evidenti nel corso del 2004, quando le variazioni dei prezzi del paniere calcolato per la città di Roma hanno assunto valori inferiori agli stessi calcolati per l’Italia (Fig. 1), passando dal +4,7% del mese di gennaio a -0,3% di fine anno (3,7% e 0,7% sono stati i relativi valori per l’Italia).

Fig. 1 – Variazioni tendenziali dei prezzi dei beni inseriti nel paniere “Roma spende bene”. 2004.

Roma Italia differenzagen 4,7 3,7 0,9feb 4,6 3,9 0,8mar 4,3 3,6 0,7apr 3,9 3,4 0,5mag 3,3 3,2 0,1giu 3,2 2,9 0,3lug 2,9 2,5 0,4ago 2,3 2,3 0,0set 1,3 1,7 -0,4ott 0,4 1,1 -0,6nov -0,3 0,8 -1,0dic -0,3 0,7 -1,0

-0,3-0,30,4

1,3

2,32,9

3,23,33,9

4,34,6

4,7

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

Roma Italia

Etichette relative a Roma

Fonte: Ufficio di statistica, Comune di Roma

Nota: i dati sono calcolati su tutti gli esercizi commerciali del campione analizzato dall’Ufficio di statistica del Comune di Roma per la rilevazione dei prezzi al consumo, non solo su quelli aderenti alla campagna.

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Le conseguenze della campagna Roma spende bene sono state però percepite anche nel generalizzato e più esteso ‘effetto imitativo’ da parte di chi, pur non aderendo formalmente all’iniziativa, ha ampliato le offerte promozionali e i ribassi.

I consumatori, dal canto loro, hanno iniziato a prestare una maggior attenzione nel momento degli acquisti, e i commercianti una più alta considerazione del legame tra la propria capacità di permanenza nel mercato e la formazione dei prezzi.

Tutto questo ha fatto in modo che si sia abbassato il differenziale Roma – Italia anche per l’intero capitolo di spesa dei “generi alimentari e bevande non alcoliche”, a cui appartengono la maggior parte dei beni inclusi nel paniere.

Nel corso del 2004, infatti, la variazione tendenziale dei prezzi di tale capitolo per la città di Roma è passata dal 4,3% di gennaio a -1,4% di dicembre (Fig. 2).

Fig. 2 – Variazioni tendenziali dei prezzi dei beni di “generi alimentari e bevande analcoliche”. 2004.

Roma Italia differenzagen 4,3 4,0 0,3feb 4,2 4,0 0,2mar 3,7 3,7 0,0apr 3,3 3,4 -0,1mag 2,7 3,1 -0,4giu 2,5 2,8 -0,3lug 2,1 2,3 -0,2ago 1,9 1,9 0,0set 0,3 1,1 -0,8ott -0,8 0,3 -1,1nov -1,5 -0,2 -1,3dic -1,4 -0,3 -1,1

-1,4-1,5-0,8

0,3

1,92,1

2,5

2,73,3

3,74,24,3

-2,0

-1,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

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gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

Roma Italia

Etichette relative a Roma

Fonte: Ufficio di statistica, Comune di Roma

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Boxn. 2 Il turismo a Roma: un settore trainante

Dopo la lieve diminuzione registrata negli anni 2002 e 2003, l’andamento dei flussi di viaggiatori italiani e stranieri nell’ultimo anno conferma la ripresa dell’appeal di Roma.

Il 2004 ha registrato, infatti, una buona crescita negli arrivi e nelle presenze, e anche l’incremento della permanenza media. Questa rinnovata vivacità ha prodotto, peraltro, effetti positivi sia sull’incremento della spesa totale dei turisti sia sull’occupazione nelle imprese alberghiere presenti sul territorio comunale.

Se la domanda turistica negli esercizi alberghieri di Roma ha avuto un andamento positivo sul fronte sia della domanda interna che estera, strutturalmente sono i turisti stranieri – in particolare coloro che provengono dal Nord America e dal Sud Est Asiatico – che rappresentano il vero punto di forza del turismo, costituendone i due terzi. I dati raccolti nei primi mesi del 2005 confermano le caratteristiche osservate nel 2004.

In un clima economico di grande preoccupazione, c’è un settore che a Roma si dimostra trainante: il turismo.

Il bilancio complessivo della domanda negli alberghi del comune di Roma indica nel 2004 (Tab.1) l’incremento sia negli arrivi (oltre 6 milioni, pari ad un aumento su base annua del 6,10%) che nelle presenze (oltre 15 milioni, +4,88%); anche i primi mesi del 2005 confermano tale andamento. Inoltre, i turisti sembrano scegliere Roma come mèta per soggiorni sempre più lunghi.

Tab.1 – Arrivi, presenze e permanenza media* (giorni) dei turisti negli esercizi alberghieri del comune di Roma. Valori assoluti e variazioni percentuali rispetto al periodo precedente (anno o mese).

Serie storica 1998 -2004, primi mesi 2005Anni Arrivi Presenze Permanenza

mediaV.A. Var. % V.A. Var. %1998 5.929.216 13.929.099 2,351999 5.998.507 1,17 14.071.350 1,02 2,352000 6.291.888 4,89 14.701.281 4,48 2,342001 6.389.882 1,56 15.030.240 2,24 2,352002 6.085.601 -4,76 14.655.947 -2,49 2,412003 5.937.234 -2,44 14.466.045 -1,30 2,442004 6.299.218 6,10 15.171.492 4,88 2,411/2005 376.754 4,01 880.554 4,96 2,342/2005 443.720 2,96 1.051.709 4,35 2,373/2005 580.221 5,47 1.419.759 8,09 2,454/2005 593.494 4,40 1.504.394 5,63 2,535/2005 688.943 3,91 1.752.414 7,00 2,54

Fonte: elaborazione su dati Ebt2, 2005* Permanenza media = presenze / arrivi

La rinnovata vivacità del settore può essere senz’altro attribuita al mutato clima internazionale, ma con ogni probabilità anche alle più efficaci politiche di marketing avviate dagli operatori pubblici e privati e all’allargamento dell’offerta culturale.

L’afflusso dei turisti conferma, infatti, l’accresciuta capacità di attrazione esercitata da Roma, non più limitata al turismo “classico” in cerca del patrimonio storico e artistico, ma aperta ad un filone “moderno” in cerca anche di iniziative culturali, artistiche, musicali, e desideroso di scoprire le caratteristiche che fanno di Roma una città sempre più multiculturale.

2 EBT, Ente Bilaterale per il Turismo di Roma e del Lazio, www.ebt.roma.it

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Ai più ingenti flussi e all’aumento della durata del soggiorno si somma anche l’incremento della spesa dei turisti, cosa che innesca effetti positivi sull’economia romana.

Per il solo settore del turismo estero, ad esempio, sono stati spesi nell’intera provincia di Roma quasi 200 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente (Tab. 2), determinando così, in un anno, un incremento del 5,42%.

Tab.2 – Spesa in milioni di euro per turisti stranieri nella provincia di Roma. Valori assoluti e variazioni percentuali. Serie storica 2001 -2004

Spesa Variazione %2001 4.9272002 3.708 -24,742003 3.540 -4,532004 3.732 5,42

Fonte: elaborazione su dati Ufficio Italiano dei Cambi3, 2005

Il dinamismo del settore del turismo ha prodotto, inoltre, effetti positivi sull’occupazione nelle imprese alberghiere presenti sul territorio del comune di Roma.

Nel corso del secondo semestre del 2004, infatti, si è evidenziato un aumento dell’1,24% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: una ulteriore crescita rispetto all’incremento già calcolato un anno prima (Tab. 3). Anche nel primo semestre 2004 la variazione, pur inferiore rispetto all’anno precedente, è stata positiva.

Tab.3 – Addetti nelle imprese alberghiere del comune di Roma. Valori assoluti e variazioni percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Serie storica 2003 -2004

Addetti Variazione %I semestre 2003 13.822 2,01II semestre 2003 13.972 0,61I semestre 2004 13.931 0,79II semestre 2004 14.145 1,24

Fonte: elaborazione su dati EBT, 2005

Se la domanda turistica negli esercizi alberghieri di Roma ha avuto un andamento positivo, sia sul fronte della domanda interna, sia su quello della domanda estera (in entrambi i casi oltre 6% di aumento per gli arrivi rispetto al 2003 e quasi il 5% per le presenze), come già accennato all’inizio, strutturalmente sono i turisti stranieri che rappresentano il vero punto di forza dell’incremento dei flussi, costituendo quasi i due terzi del totale (Tab. 4).

Tab.4 – Arrivi e presenze di turisti negli esercizi alberghieri del comune di Roma per provenienza. Valori assoluti e variazioni percentuali. Serie storica 2002 -2004

2002 2003 2004 Var % ’03-‘04Arrivi

Totale 6.085.601 5.937.234 6.299.218 6,10Italia 2.323.899 2.390.535 2.534.825 6,04Stranieri 3.761.702 3.546.699 3.764.393 6,14

PresenzeTotale 14.655.947 14.466.045 15.171.492 4,88Italia 4.571.149 4.779.672 5.002.806 4,67Stranieri 10.084.798 9.686.373 10.168.686 4,98

Fonte: elaborazione su dati EBT, 2005

L’andamento della domanda straniera è diversificato a livello di provenienza geografica: l’anno appena trascorso è stato caratterizzato dalla tanto attesa ripresa della domanda proveniente dal Nord America, con una crescita del 10,24% negli arrivi rispetto al 2003 e del 11,38% nelle presenze. Invece, risulta essere ancora in flessione il

3 Ufficio Italiano dei Cambi, www.uic.it

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flusso proveniente dal Centro e Sud America così come, in misura ancora più ingente, dal Medio Oriente (Tab. 5).

Al contrario, è in recupero la domanda proveniente dal Sud-Est Asiatico che ha fatto registrare 550.716 arrivi, il 7,24% in più rispetto al 2003, e 1.297.058 presenze, pari a +2,09%.

Per il 2005, questo trend positivo sarà, con ogni probabilità, consolidato anche grazie a una serie di iniziative promozionali che hanno interessato le province cinesi di Pechino, Shanghai e Kunming, e al programma da poco concluso con il Giappone che ha previsto, tra gli altri punti, la realizzazione di prodotti editoriali in lingua giapponese e l’organizzazione di alcuni seminari per operatori turistici giapponesi.

Tab.5 – Arrivi e presenze di turisti negli esercizi alberghieri del comune di Roma per nazionalità di provenienza. Valori assoluti e variazioni percentuali. Serie storica 2002 -2004

2002 2003 2004 Var % ’03-‘04Arrivi

Totale Europa 1.576.567 1.649.188 1.790.400 8,56America Nord 1.033.331 915.461 1.009.220 10,24America Centro Sud 239.008 197.502 186.229 -5,71Sud-Est Asiatico 614.086 513.541 550.716 7,24Medio Oriente 90.879 84.681 68.827 -18,72Altri Paesi 207.831 186.326 159.001 -14,67Totale stranieri 3.761.702 3.546.699 3.764.393 6,14

PresenzeTotale Europa 4.441.969 4.721.078 5.070.599 7,40America Nord 2.638.347 2.442.355 2.720.403 11,38America Centro Sud 665.891 537.505 507.180 -5,64Sud-Est Asiatico 1.467.219 1.270.455 1.297.058 2,09Medio Oriente 248.483 220.130 186.911 -15,09Altri Paesi 622.889 494.850 386.535 -21,89Totale stranieri 10.084.798 9.686.373 10.168.686 4,98

Fonte: elaborazione su dati EBT, 2005

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1.2 Lo stato della qualità dei servizi pubblici locali

Il buon funzionamento dei servizi pubblici locali (Spl) ha una grande incidenza sulla qualità della vita e il livello di soddisfazione dei cittadini e influenza, anche in maniera decisiva, il grado di valutazione che essi esprimono sull’operato della pubblica amministrazione.

Negli ultimi anni i Spl hanno fatto registrare una rilevante fase di cambiamento che si è concretizzata in interventi legislativi e in profondi mutamenti degli orientamenti strategici e della struttura organizzativa e gestionale delle aziende, con ripercussioni sull’assetto di mercato dell’intero settore.

Una delle principali trasformazioni che hanno interessato i Spl è rappresentata dalle modalità di regolazione dei rapporti che intercorrono tra gli Enti Locali e i soggetti gestori. La regolazione dei rapporti trova nel Contratto di servizio il momento centrale di formalizzazione; pertanto, il Contratto di servizio sottoscritto dai due contraenti, diviene il supporto normativo di base per la funzione di governo, di controllo e di verifica degli standard di efficacia e qualità dei servizi pubblici locali da parte della pubblica amministrazione.

Le funzioni di controllo e verifica o, più brevemente, di monitoraggio della qualità dei servizi erogata rivestono una particolare rilevanza tra gli strumenti che la pubblica amministrazione utilizza per verificare la rispondenza dell’erogazione dei medesimi servizi agli obiettivi e standard prefissati.

Nel corso dei tre anni di attività, l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali, in ottemperanza ai compiti di monitoraggio indipendente, ha progettato e implementato specifici piani di monitoraggio dei principali servizi pubblici locali disciplinati da appositi Contratti di servizio tra il Comune e le società erogatrici.

In particolare sono stati posti sotto osservazione i settori dell’illuminazione pubblica, dell’igiene urbana, della sosta a pagamento e del trasporto su metropolitana, i cui risultati vengono sinteticamente riportati nei paragrafi successivi.

Occorre sottolineare che, per l’Amministrazione, è particolarmente utile individuare l’andamento della qualità del servizio verso cui si dirige l’operatività del soggetto erogatore piuttosto che il dato emergente dalla singola rilevazione ed è in tale ottica, pertanto, che vengono presentati i risultati dell’attività di monitoraggio dell’Agenzia.

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Illuminazione pubblica

L’intera viabilità del Comune di Roma si sviluppa su oltre 15.000 località toponomastiche: di queste circa 10.500 hanno il servizio di illuminazione stradale gestito da Acea s.p.a. (sia impianti appartenenti al demanio comunale, sia parte degli impianti realizzati dai privati come opere a scomputo o consorzi stradali). La consistenza degli impianti gestiti da Acea al 2004 è pari a circa 170.000 lampade installate, di cui oltre 10.500 dedicate all’illuminazione artistica.

L’attività di progettazione e costruzione di nuovi impianti, nonché l’esercizio e la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di illuminazione pubblica di proprietà del Comune di Roma, sono affidati in esclusiva ad Acea S.p.a. in virtù di un Contratto di Servizio, stipulato nel 1998 (scaduto il 31/12/2004 e attualmente in regime di proroga), con relativa concessione gratuita dei beni.

A fronte delle prestazioni erogate, il Contratto prevede la corresponsione di una somma, comprensiva della fornitura di energia elettrica, aggiornata con cadenza annuale in ragione dei nuovi impianti realizzati nel territorio.

Nel contratto viene tra l’altro stabilito che lo standard relativo ai tempi massimi di ripristino dei singoli punti luce spenti sia fissato in 15 giorni solari dalla segnalazione del XII Dipartimento del Comune di Roma (si veda tabella seguente), con l’applicazione di una penale pecuniaria in caso di mancato ripristino entro 30 giorni solari dalla segnalazione.

Disservizio Impegno Penale 2003 Penale 2002tempo limite gg.rit./lamp. tempo limite

Strade al buio - interruttore 24 ore 24 ore Eur 50,00 48 oreStrade al buio – guasto rete 5 gg. 5 gg. Eur 50,00 7 gg.2-4 lampade spente consecutive 10 gg. 15 gg. Eur 100,00 30 gg.Singola lampada spenta 15 gg. 30 gg. Eur 100,00 45 gg.

Contestualmente all’avvio del piano di monitoraggio dei tempi di ripristino dei singoli punti luce, avvenuto nel gennaio 2003, sono stati rilevati alcuni parametri di qualità relativi al contact center per la segnalazione dei guasti medesimi.

La metodologia adottata ha previsto la definizione quantitativa di un campione statisticamente rappresentativo di singoli punti luce spenti uniformemente rilevati sul territorio cittadino, la segnalazione del guasto in forma anonima al contact center ACEA con contestuale rilevazione dell’esito della chiamata e dei tempi di attesa prima della risposta dell’operatore, il riscontro dell’eventuale ripristino del punto luce a distanza di 15 giorni dalla segnalazione e, se non ancora riparato, a distanza di 30 giorni.

La figura 1 riporta i risultati ottenuti nell’arco dell’intero periodo di monitoraggio: l’andamento dei valori relativi alle riparazioni a 30 giorni mostra un andamento costantemente crescente fino a novembre 2003 (valore massimo registrato nel corso del monitoraggio, pari all’81,1%), per poi subire una continua flessione fino al mese di aprile 2004 (peggior valore dell’anno 2004, pari a 38,9%). Negli ultimi due mesi il trend

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è tornato ad essere in crescita (maggior valore dell’anno 2004 registrato nel mese di giugno, pari a 64,8%).

L’andamento delle riparazioni entro 15 giorni dalle segnalazione mostra un andamento qualitativamente analogo a quanto sopra: da notare come il massimo valore raggiunto del corso del monitoraggio sia di poco superiore al 50% (novembre 2003).

Figura 1 – Monitoraggio gennaio 2003 . giugno 2004

Nella figura 2 sono riportati a confronto i dati mensili relativi all’esito non positivo di accesso al contact center: a fronte di un andamento altalenante nel corso dell’intero periodo di monitoraggio, si registra comunque un trend complessivamente decrescente che ha consentito di raggiungere nel mese di giugno 2004 il suo valore totale più basso (4%). Il miglioramento delle performance è attribuibile in gran parte alla netta diminuzione delle telefonate “abbandonate”, ovvero con durata in attesa di risposta dell’operatore superiore a cinque minuti.

Figura 2 – Monitoraggio contact center (contatti falliti e abbandonati)

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Igiene urbana

A fronte delle oltre 15.000 località toponomastiche del Comune di Roma, il servizio di igiene del suolo mediante spazzamento manuale e/o meccanizzato è effettuato su circa 10.000 strade (le restanti sono private o appartengono a consorzi stradali) per un totale di 23.580.000 m2 (pari a 3.368 km lineari), con una frequenza media di intervento pari a 1,67 volte a settimana.

Il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani avviene mediante l’impiego di circa 50.000 cassonetti, con frequenza di svuotamento giornaliera, mentre la raccolta dei rifiuti differenziati avviene mediante l’impiego di circa 22.000 cassonetti, con frequenza di svuotamento media ogni 5 (carta) / 8 (multimateriale) giorni.

Il Contratto di servizio stipulato tra Comune di Roma ed Ama S.p.A. in merito al servizio di igiene urbana nonché la Carta dei servizi adottata dall’Ama, individuano precisi obiettivi in capo all’erogatore sui livelli di servizio e su alcuni standard di qualità.

In merito ai servizi di raccolta rifiuti e di igiene del suolo assumono particolare rilevanza gli indicatori relativi alla fruibilità, decoro e funzionalità dei contenitori, pulizia area circostante i contenitori (raccolta dei RSU e differenziata), nonché alla pulizia ed al decoro delle strade; tali fattori di qualità ed i relativi standard di servizio sono particolarmente significativi sia riguardo alla qualità del servizio erogato, sia per l’impatto che questi producono sulla percezione dei cittadini riguardo al servizio di igiene urbana.

Si riportano di seguito i valori degli standard individuati da contratto di servizio per ciascun indicatore.

IGIENE DEL SUOLO

Indicatore Standard (% di livello almeno sufficiente)Dato 2003 Obiettivo 2004 Obiettivo 2005

Pulizia e decoro delle strade 86% 88% 90%Pulizia area circostante cassonetti 67% 75% 85%

RACCOLTA RIFIUTI SOLIDI URBANI

IndicatoreStandard (% di livello almeno sufficiente)

Dato 2003 Obiettivo 2004 Obiettivo 2005

Fruibilità dei contenitori 78% 82% 86%Decoro e funzionalità dei contenitori 66% 72% 80%

RACCOLTA DIFFERENZIATA (carta/cartone – vetro/plastica/metallo)

IndicatoreStandard (% di livello almeno sufficiente)

Dato 2003 Obiettivo 2004 Obiettivo 2005

Fruibilità dei contenitori bianchi/blu 85% 88% 90%Decoro e funzionalità dei contenitori bianchi/blu 76% 81% 85%

Tabella 1

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L’Agenzia ha effettuato una prima indagine nel marzo 2003 e successivamente ha dato avvio ad un piano di monitoraggio sistematico degli indicatori sopra citati a partire da settembre 2003.

La metodologia adottata ha previsto la definizione quantitativa di un campione statisticamente rappresentativo di tratti stradali e di postazioni di cassonetti, uniformemente distribuiti sul territorio cittadino. La scala di valutazione adottata (5 livelli di giudizio), oltre ad essere in linea con quella utilizzata da Ama, è stata supportata da idonea manualistica operativa per gli addetti alla fase di rilevazione sul campo e da una attenta supervisione in fase di back-office.

Nelle figure 3, 4, 5 e 6 sono riportati i dati rilevati nel corso degli ultimi tre trimestri di monitoraggio, relativamente ad alcuni degli indicatori misurati (l’andamento per la raccolta differenziata è qualitativamente in linea con la raccolta RSU).

Figura 1 – Igiene del suolo (pulizia e decoro dei tratti stradali)

Figura 2 – Raccolta RSU (fruibilità cassonetti)

Raccolta RSU (fruibilità)

78% 77% 78% 82% 79%

21%22% 23% 22% 18%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

IV trim. 2003 I trim. 2004 II trim. 2004 IV trim. 2004 media 2004

Obiettivo 82%Non Sufficiente B-, C

AlmenoSufficiente(A, B+, B)

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Igiene del suolo

75% 83% 81% 88% 84%

12%19%17%25% 16%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

IV trim. 2003 I trim. 2004 II trim. 2004 IV trim. 2004 media 2004

Non Sufficiente B-, C

AlmenoSufficiente(A, B+, B)

Obiettivo 88%

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Figura 3 – Raccolta RSU (decoro e funzionalità cassonetti)

Figura 4 – Raccolta RSU (pulizia area circostante i cassonetti)

Solo nel IV trimestre 2004 due dei servizi esaminati (Igiene del Suolo – pulizia e decoro dei tratti stradali, Raccolta RSU – fruibilità cassonetti) riescono a raggiungere gli obiettivi stabiliti dal Contratto di servizio per l’anno 2004.

Il servizio che presenta complessivamente il gap più significativo rispetto all’obiettivo 2004 è quello relativo al decoro e funzionalità dei cassonetti “verdi” (RSU)

Per tutti i servizi esaminati si registra un significativo e costante trend di miglioramento.

Raccolta RSU (decoro e funzionalità)

60% 65% 65% 67% 64%

35%40% 35% 35% 33%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

IV trim. 2003 I trim. 2004 II trim. 2004 IV trim. 2004 media 2004

Obiettivo 72%Non Sufficiente B-, C

AlmenoSufficiente(A, B+, B)

Raccolta RSU (pulizia area circostante)

61% 68% 71% 72% 70%

30%39% 32% 29% 28%

0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%

100%

IV trim. 2003 I trim. 2004 II trim. 2004 IV trim. 2004 media 2004

Obiettivo 75%Non Sufficiente B-, C

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Sosta a pagamento

Per conto del Comune di Roma, la STA S.p.a. gestisce in città circa 65.000 posti auto a pagamento su strada (cosiddette “strisce blu”), 1.500 parcometri per il pagamento in sola moneta e altri 400 anche mediante POS e provvede alla segnaletica della sosta tariffata.

Gli accertamenti di violazione della disciplina fissata dal codice della strada vengono effettuati da 220 Ausiliari del traffico, che nel corso del 2004 hanno redatto circa 614.000 verbali.

Il contenuto del Contratto di Servizio stipulato tra Comune di Roma e STA in merito al servizio di gestione della sosta tariffata su strada stabilisce, tra l’altro, obblighi in capo all’erogatore su alcuni indicatori di servizio, quali il funzionamento delle attrezzature (parcometri) e lo stato di manutenzione della segnaletica orizzontale e verticale.

E’ altresì prevista la verifica del rispetto, da parte degli utenti, della disciplina della sosta a pagamento mediante una specifica attività di controllo effettuata dagli Ausiliari del traffico, la cui frequenza e distribuzione territoriale costituisce un valido deterrente rispetto alle violazioni previste dal codice della strada.

Il monitoraggio effettuato, oltre a valutare tali aspetti, ha consentito di poter disporre di dati aggiornati sulle modalità di utilizzo, da parte degli utenti, della sosta a pagamento (occupazione veicoli con permesso residenti e paganti, tasso di evasione, tipologia e importo medio pagato per il titolo di sosta, ecc.), al fine di poter valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati con l’istituzione di tale disciplina.

La metodologia adottata ha previsto la definizione quantitativa di un campione di posti auto, uniformemente distribuiti tra tutte le strade tariffate del territorio cittadino, valutati in giorni ed orari diversi.

Le attività sul campo dei rilevatori sono state supervisionate e supportate da schede interpretative ed esemplificative.

Le figure seguenti riportano i principali risultati rilevati nel corso dei tre trimestri di rilevazione.

La figura 7 rappresenta la distribuzione percentuale del titolo esibito dalle auto in sosta, suddiviso tra regolari con permesso gratuito, regolari paganti ed irregolari.

Si evidenzia come i “non in regola” continuino a diminuire passando dal 20,3% del IV trim.2003 all’11,1del IV trim. 2004.

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Figura 5 - Regolarità del titolo di sosta

Escludendo dall’analisi quantitativa tutti coloro che hanno regolarmente occupato uno stallo in virtù di un permesso di sosta gratuito (residenti/autorizzati + invalidi), si evidenzia (si veda figura 8) come alla diminuzione degli evasori totali (da 46% a 28%) corrisponda una uguale crescita della sosta tariffata in regola (da 45% a 64%).

Figura 8 – Sosta a pagamento (esclusi i titoli gratuiti)

Per quanto riguarda la presenza di personale della STA addetto al controllo del titolo di sosta, sul campione di strade esaminate ne è stata verificata la presenza in zona in un intervallo di tempo di 30-45 minuti: nell’anno 2004 il dato trimestrale registrato varia da un minimo del 15% ad un massimo del 21%.

Infine nella figura 9 è riportato il giudizio fornito dai rilevatori dell’Agenzia sullo stato di manutenzione della segnaletica: si evidenzia un miglioramento complessivo per la segnaletica orizzontale, mentre per quella verticale il giudizio di “almeno sufficiente” ed il voto medio ritornano a crescere dopo la flessione dei primi tre trimestri.

62,4% 70,7% 68,1% 69,1%

17,3%15,1% 18,6% 19,8%

20,3% 14,2% 13,3% 11,1%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

IV trimestre 2003 I trimestre 2004 II trimeste 2004 IV trimestre 2004

Si, in regola (permessi) SI, in regola (tariffata) NO, non in regola

45% 52% 59% 64%

9%10%

10% 8%46% 38% 31% 28%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

IV trimestre 2003 I trimestre 2004 II trimestre 2004 IV trimestre 2004

Sosta tariffata in regola Evasori parziali Evasori totali

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Figura 9 – Stato di manutenzione della segnaletica

Trasporto su metropolitana

I servizi di trasporto metropolitano nel Comune di Roma, costituiti dalle linee A e B della metro, dalle tre ferrovie regionali (ex-concesse) e dalle linee ferroviarie metropolitane denominate FM, garantiscono ogni giorno lo spostamento in ambito comunale ed extraurbano di circa un milione di passeggeri. In particolare le linee A e B della metropolitana costituiscono uno degli assets principali nel sistema di trasporto romano, effettuando 31 milioni di km-vettura ogni anno e trasportando 750.000 passeggeri al giorno.

I Contratti di servizio (validi fino al 31/12/04) stipulati tra Comune di Roma ed Atac S.p.A., e tra Atac S.p.A. e Met.Ro S.p.A., formalizzano i reciproci obblighi tra Comune – in qualità di titolare del servizio, Atac – in qualità di affidatario delle attività delle attività di gestione e sviluppo delle reti di trasporto e di vendita dei titoli di viaggio, e Met.Ro – in qualità di affidatario del servizio all’utenza. Detti Contratti individuano alcuni obiettivi in capo agli erogatori sui livelli di servizio e prevedono la formulazione di indici sintetici di qualità erogata che costituiscono riferimenti per valutare le prestazioni rese dalle società Atac e Met.Ro.

L’Agenzia, nello svolgere l’attività di monitoraggio, ha assunto le definizioni, gli obiettivi e la misurazione della qualità erogata del servizio relativamente al trasporto pubblico di passeggeri, facendo riferimento alla norma UNI EN 13816 del dicembre 2002. Le attività hanno avuto inizio nel dicembre 2003 ed i dati rilevati (circa 120 item per ciascun accesso) nel corso delle indagini effettuate mensilmente sia presso le 49 stazioni sia i convogli sono stati successivamente aggregati in modo tale da poter fornire una valutazione numerica sintetica su cinque macro indicatori di primo livello: “accesso alla stazione”, “informazione e attenzione al cliente”, “confort dell’attesa”, “qualità del viaggio” e “sicurezza”.Nelle figure 10 e 11 sono riportati i risultati dei quattro trimestri di rilevazione rispettivamente per la linea A e B della metro. Nelle figure indicate è indicato anche il livello dello standard per mezzo di un simbolo, una bandierina, colorata in azzurro

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Segnaletica orizzontale

70%

80%

90%

100%

IV trim.2003

I trim.2004

II trim.2004

IV trim.2004

2,7

3,2

3,7

4,2

almenosufficiente

voto medio

Segnaletica verticale

70%

80%

90%

100%

IV trim.2003

I trim.2004

II trim.2004

IV trim.2004

2,7

3,2

3,7

4,2

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qualora il livello dello standard sia stato raggiunto e superato nel corso del secondo trimestre ed in rosso qualora invece tale soglia sia al di sopra del punteggio ottenuto dalle linee.

Gli andamenti osservati sono piuttosto differenti sia tra le due linee che tra i quattro macroindicatori presi in considerazione. Mentre alcune situazioni sembrano migliorare costantemente nel tempo (ad es. informazioni e sicurezza sulla linea A), altre subiscono flessioni, dopo periodi passati in cui sembravano migliorare (ad es. i precedenti indicatori, ma questa volta sulla linea B); altrove si osservano invece delle riprese dopo periodi di decremento (qualità del viaggio sulla linea B).

Figura 10 – Indicatori linea A

Figura 11 – Indicatori linea B

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2. Vincoli e prospettive della finanza locale

L’economia nazionale attraversa una fase di grave difficoltà ed incertezza. Ad essa si associa, inevitabilmente, una situazione critica della finanza pubblica. E’ la stagnazione economica, infatti, la principale responsabile del cattivo andamento degli aggregati della finanza pubblica. Le politiche di bilancio attuate fra il 2002 e il 2004 hanno prodotto un disallineamento rispetto agli obiettivi enunciati. Il Governo, sulla base delle recenti valutazioni europee, ha ammesso che tale divergenza nasce anche dall’eccesso di misure una tantum e dalla sopravalutazione della crescita aggregata. E’ la mancata crescita economica, in ultima analisi, la principale responsabile della crisi italiana. Il fallimento delle politiche economiche dell’ultimo triennio si misura sul mancato raggiungimento del loro principale obiettivo: quello di stimolare la crescita attraverso riduzioni della pressione fiscale e il miglioramento della qualità della spesa pubblica.

Le autonomie locali, chiamate ad erogare i servizi essenziali per le famiglie e per le imprese, risentono per prime di questo stato di crisi e di disagio economico e sociale. Nell’ultimo triennio sono state sottoposte a vincoli stringenti e hanno risposto, pur con crescenti difficoltà, con una politica di rigore e di contenimento. Le spese per il personale sono cresciute, nell’aggregato dei Comuni secondo i dati Istat-Eurostat, del 4,4% contro il 9,6% nell’intero settore pubblico, mentre i consumi intermedi sono cresciuti appena dello 0,4% nei Comuni contro il 10,7% nell’intera pubblica amministrazione. Tutti gli organismi di controllo e di valutazione, dalla Corte dei Conti all’Isae, hanno certificato la tenuta dei bilanci correnti dei Comuni e la loro capacità di reazione, da un lato, alla contrazione dei trasferimenti statali, dall’altro lato, alla crescente quantità di vincoli e divieti all’esercizio della loro autonomia finanziaria.

Va ricordato, peraltro, che i Comuni hanno finora continuato a fare la loro parte sul fronte della spesa per investimenti, con impegni crescenti a fronte del fatto che ad essi è dovuta più del 50% dell’intera spesa per investimenti della pubblica amministrazione.

Tale capacità deriva dall’incentivo alla sana ed efficiente gestione per enti che forniscono essenziali servizi di prossimità, che hanno saputo mantenere inalterata la quantità di servizi offerti, e in taluni casi ampliarla, anche in presenza di una riduzione delle risorse trasferite dal centro, che devono rispondere alla domanda di infrastrutturazione e di manutenzione delle reti collettive. Blocco del turn-over, riorganizzazioni ed esternalizzazioni, lotta all’evasione fiscale, ricorso a nuove forme di entrate proprie: questi sono stati gli strumenti della tenuta dei bilanci dei Comuni, strumenti la cui messa in campo non è dato di vedere presso le amministrazioni centrali dello Stato.

Si tratta però di un equilibrio precario. Il patto di stabilità comprensivo della spesa per investimenti mette in crisi il meccanismo dello sviluppo territoriale. E, sul fronte degli equilibri di lungo periodo, è ben noto che la finanza comunale, basata su trasferimenti e sul gettito di imposte e tributi anelastici a prezzi e redditi, è inevitabilmente destinata ad andare incontro a crisi di natura strutturale. Non è più rinviabile l’assegnazione, anche graduale, ai Comuni di una piena autonomia tributaria e/o di basi fiscali dinamiche nel tempo.

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Non è più rinviabile una riforma della finanza locale che tenga conto dei nuovi indirizzi costituzionali e che comunque, restituisca ai Comuni margini di manovra e margini di responsabilità, in particolare in collegamento all’andamento delle economie territoriali. Enti locali incentivati a promuovere la crescita economica sarebbero un’arma in più per contrastare e ribaltare la tendenza al cosiddetto “declino” dell’Italia. Una tendenza con cui non dobbiamo abituarci a convivere, ma che dobbiamo con ogni sforzo contrastare, coinvolgendo in primo luogo gli attori fondamentali dello sviluppo territoriale, e cioè gli enti e le istituzioni locali.

2.1 Il dibattito costituzionale e la riforma degli articoli 117, 118 e 119

Il Titolo V della Costituzione è stato, come noto, oggetto di riforma, che ha definito una nuova articolazione delle competenze e delle funzioni dei diversi livelli istituzionali e di governo. Tale riforma:

definisce un nuovo assetto istituzionale della Repubblica, ponendo sullo stesso piano Stato, Regioni, Province, Comuni e Città Metropolitane (art.114);

apporta modifiche strutturali al sistema delle competenze legislative, introducendo il principio dell’esclusività legislativa regionale, definendo un elenco dettagliato delle materie sulle quali lo Stato esercita poteri legislativi esclusivi, individuando un elenco di materie “concorrenti” spettanti ai governi regionali (art.117)

attribuisce funzioni amministrative ai Comuni, alle Province e alle città Metropolitane secondo le rispettive competenze (art.118),

riconosce agli Enti locali una più ampia autonomia finanziaria (art.119).

Fondamentale è, quindi, il nuovo riparto di competenze tra lo Stato e le Regioni, in cui lo Stato perde la potestà legislativa generale e ne acquista una particolare, riferita alle materie indicate nel secondo comma dell’art.117 Cost., lasciando alle Regioni la legislazione concorrente e, in alcuni casi, esclusiva, nelle restanti materie. Per quanto riguarda i Comuni, invece, viene riconosciuta in via definitiva soggettività politica autonoma, autonomia organizzativa, finanziaria e fiscale, nonché la titolarità generale delle funzione amministrative.

Si tratta di principi assai innovativi per una nuova organizzazione istituzionale del nostro Paese, che rappresentano anche una grande opportunità di sviluppo. Purtroppo dopo quasi quattro anni questa riforma rimane ancora sulla carta, soffocata da accesi dibattiti e polemiche interistituzionali. L’assenza, infatti, di una precisa definizione degli ambiti di competenza dei diversi livelli di governo, e la mancata definizione di un sistema di finanziamento e del riconoscimento di spazi di autonomia agli enti decentrati hanno prodotto conflitti interistituzionali senza precedenti.

Abbiamo assistito in questi anni ad un accesissimo dibattito sulla definizione delle “funzioni” da assegnare ai Comuni e, soprattutto, su quali di esse sia titolare lo Stato e su quali altre debbano invece esercitare la loro competenza le Regioni. La legge La Loggia (131/2003), ha delegato il Governo ad individuare le funzioni fondamentali (sottacendo su quelle amministrative da trasferire), ad adeguare il Testo Unico sugli

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Enti Locali e a definire l’ordinamento delle città Metropolitane. Anche qui occorre però fare i conti con risultati assai deludenti.

A tutto ciò si aggiunge che l’attuale fase di stallo lascia aperta una questione fondamentale che riguarda il finanziamento delle nuove competenze assegnate a Regioni e Enti Locali, che, come già detto, devono peraltro affrontare le conseguenze del rilevante ridimensionamento dei trasferimenti da parte dello Stato. Siamo infatti in una situazione paradossale: da una parte lo Stato non è più autorizzato a legiferare e a stanziare fondi rispetto a materie oggi di competenza delle Regioni, dall’altra non sono ancora state definite le risorse finanziarie e i nuovi strumenti legislativi propri dei livelli decentrati di governo. Nel caso delle Regioni, è ancora aperta la difficile questione del modello di perequazione da adottare, vista l’impraticabilità delle formule stabilite in sede di prima applicazione del D.L. 56/2000. Risulta quindi difficile per gli enti locali riuscire a garantire i servizi essenziali ai cittadini, in un contesto come quello descritto di grave incertezza amministrativa e finanziaria.

Non vi è dubbio infatti che l’allocazione delle funzioni amministrative deve essere strettamente legata al trasferimento di risorse finanziarie e umane, come peraltro previsto dal principio di sussidiarietà indicato nell’art.118 e dall’art. 7 legge 131.

2.2 Federalismo fiscale: l’autonomia finanziaria degli enti locali (art.119)

L’articolo 119 della Costituzione riconosce l’autonomia finanziaria d’entrata e di spesa ai Comuni, alle Province, alle città Metropolitane e alle Regioni, allo scopo di permettere di finanziare integralmente le nuove funzioni ( previste dall’art.118) tramite proprie entrate tributarie, compartecipazioni al gettito dei tributi erariali riferibili al territorio regionale e tramite una quota parte del fondo perequativo istituito, senza vincolo di destinazione, con legge dello Stato e destinato ai territori con minore capacità fiscale per abitante.

Insomma, il nuovo articolo 119 segna definitivamente il superamento della finanza derivata sancendo al tempo stesso i principi di autonomia, coordinamento, coesione e responsabilità che dovranno guidare l’attuazione della Riforma Costituzionale nella direzione di una vera riforma della finanza locale.

Quello che però dobbiamo constatare è che il federalismo fiscale più volte richiamato e dichiarato è stato, nei fatti, del tutto disatteso. Al contrario, molti sono stati i provvedimenti e le iniziative di segno opposto: tagli dei trasferimenti ai governi di prossimità, blocco dell’autonomia finanziaria, inserimento della spesa per investimenti nei limiti del patto di stabilità interno, rifiuto di tutte le misure proposte dai Comuni (trasferimento delle funzioni catastali, introduzione dei contributi di scopo da finalizzare al welfare cittadino e al decoro urbano, compartecipazione competitiva alla crescita).

Nell’assoluta consapevolezza della necessità di attuare al più presto l’articolo 119, i Comuni italiani intendono presentare al Governo una loro proposta di riforma che affronti i temi dell’autonomia tributaria, della compartecipazione e della perequazione.

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Questi gli principali aspetti della proposta:

previsione di un sistema di finanziamento degli Enti Locali che superi il meccanismo dei trasferimenti annuali da parte dello Stato e potenzi la loro capacità finanziaria. Si tratta di attivare il meccanismo di compartecipazione ai grandi tributi erariali e la possibilità di attivare autonomamente la propria leva fiscale, introducendo, ad esempio imposte di scopo locali. L’autonomia tributaria riguarderà alcune aree riservate, individuate dalla legge regionale, senza duplicazioni di tributi, e mantenendo la pressione tributaria complessiva sui cittadini.

Previsione di un meccanismo di perequazione per colmare i divari legati alle diverse capacità fiscali e ai diversi fabbisogni di spesa presenti nel territorio nazionale. Si tratta di un meccanismo volto a garantire i livelli essenziali di diritti civili e sociali e, insieme alle altre forme di finanziamento, l’esercizio di tutte le funzioni attribuite agli Enti Locali;

destinazione da parte dello Stato di risorse aggiuntive per la promozione dello sviluppo socio-economico e della coesione sociale nei territori svantaggiati.

2.3 Le proposte dell’Alta Commissione

L’Alta Commissione di studio per il federalismo fiscale ha, nel corso degli anni, elaborato una notevole mole di analisi e di proposte, senza però che nessuna di queste trovasse sbocco nel processo di decisione pubblica. Entro il 30 settembre 2005 l’Alta Commissione dovrà presentare ufficialmente le sue proposte, ma è forte il dubbio che esse possano trovare spazio nella Legge Finanziaria per il 2006. In ogni caso, il principale impegno dell’Alta Commissione in questa fase si è rivolto ai meccanismi di finanziamento delle Regioni, più che a quelli dei Comuni.

L’approccio dell’Alta Commissione è quello di definire quattro pilastri dell’autonomia finanziaria: tributi propri, compartecipazioni, fondo perequativo, addizionali. I tributi propri, le compartecipazioni e il fondo perequativo dovrebbero garantire il 95% della spesa storica degli enti, con le compartecipazioni a muoversi alla stregua di un “buffer”. Le addizionali dovrebbero consentire un margine di flessibilità del 10-12%.

Nel caso dei Comuni, l’orientamento sembra quello:

del mantenimento degli attuali tributi propri, con eventuale conferimento aggiuntivo dell’attuale imposizione Irpef sugli affitti;

dell’introduzione di una compartecipazione all’Iva (riferita però soltanto ad alcuni settori merceologici uniformemente distribuiti sul territorio);

della costituzione di un fondo perequativo di tipo capitario di importo unitario variabile in proporzione inversa al reddito fiscale pro-capite;

della trasformazione dell’attuale addizionale Irpef in sovrimposta, con il mantenimento degli attuali margini di flessibilità;

dell’introduzione di un ulteriore margine di flessibilità tramite l’addizionale sull’energia elettrica.

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Si tratta di proposte interessanti, le quali tuttavia andranno approfondite e specificate a livello quantitativo e poste in alternativa con altre soluzioni possibili. In particolare i Comuni chiedono:

che la somma fra tributi propri, compartecipazioni e fondo perequativo sia calibrata alla copertura del 100% della spesa storica, e che non passi quindi attraverso la riforma della finanza locale una decurtazione “nascosta” di risorse per i servizi di prossimità;

che la compartecipazione all’Iva sia piena, e non solo delimitata a singole categorie merceologiche, e parametrata ai consumi del territorio;

che si prevedano adeguati meccanismi differenziali fra comuni grandi (i comuni capoluogo, oppure quelli con più di 10.000 abitanti) e piccoli comuni (per i quali sembra più conveniente agire con riparti su scala provinciale, piuttosto che con valutazioni puntuali dell’ammontare dei consumi);

che all’ipotesi dell’assegnazione dell’Irpef sugli affitti venga affiancata l’ipotesi del trasferimento ai Comuni di tutte le basi imponibili collegate agli immobili (ad esempio, l’imposta di registro sulle compravendite immobiliari);

che anche per il fondo perequativo si studi un meccanismo differenziale fra grandi e piccoli Comuni;

che il passaggio da addizionale a sovrimposta Irpef avvenga a parità di margini attuali di flessibilità;

che si lavori anche nella direzione di assegnare ai Comuni alcune basi imponibili collegate alla mobilità, che rappresenta uno dei settori di maggiore impegno per i governi locali, soprattutto sotto il profilo dell’impegno per investimenti. Ottime candidate in tal senso sembrano una compartecipazione alle accise sulla benzina e l’assegnazione del bollo auto;

che venga finalmente normato il possibile ricorso da parte degli enti locali ai contributi di scopo.

Box n. 3: Le esigenze di Roma Capitale della Repubblica

La specialità di Roma quale Capitale della Repubblica è una realtà concreta e innegabile.

Roma, infatti, svolge funzioni specifiche e aggiuntive rispetto a quelle di ogni altra città italiana. Funzioni legate alla presenza di organi costituzionali, all’attività delle principali amministrazioni pubbliche, all’ospitalità delle rappresentanze degli Stati esteri e della sede di istituzioni internazionali e, non ultima, all’onore e onere di ospitare la Santa Sede.

Tale specialità, affermata dalla Costituzione del nostro Paese, rimane, ad oggi, priva di un concreto riconoscimento. Manca infatti una legge ordinaria dello Stato che dia piena attuazione della norma costituzionale e che definisca, in modo definitivo, l’ordinamento di Roma Capitale, i poteri e le risorse necessarie allo svolgimento di

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tale ruolo. Così come del resto avviene in gran parte dei Paesi europei dove si riconosce alla Capitale uno statuto speciale nel quadro dell’ordinamento generale e se ne identifica l’assetto istituzionale come compito della Nazione da regolarsi direttamente dal Parlamento nazionale.

Così è per Berlino, che nella Costituzione federale tedesca, è qualificata fra i Lander che compongono la Repubblica Federale e la regolazione dei suoi oneri e compiti di capitale è oggetto di accordi direttamente stipulati tra il Comune e la Repubblica Federale.

Speciale è anche Madrid per la quale la legge del Parlamento spagnolo disciplina lo Statuto speciale della Capitale.

Altri esempi vengono da Londra, il cui Statuto speciale è stato regolato con il Greater London, Authority del 1999 che ha conferito ampi poteri nelle materie di interesse locale, o da Bruxelles, capitale federale e regione amministrativa, o, infine, da Parigi, ad un tempo Comune e Dipartimento.

Il dibattito in corso in questi anni sul nuovo assetto di Roma Capitale ha aperto due prospettive di disciplina costituzionale:

a. la prima consiste della conferma del testo vigente della Costituzione (articolo 114) secondo cui lo statuto di Roma Capitale della Repubblica deve essere definito da una legge ordinaria dello Stato, attraverso cui dovrà essere conferita autonomia, con l’attribuzione di potestà regolamentari su materie cruciali per il funzionamento e lo sviluppo della città, e autonomia finanziaria, assicurata da fonti di finanziamento stabili (modello Parigi, oppure modello Madrid).b. la seconda prospettiva è quella in cui la Capitale abbia potestà normativa, legislativa, nelle materie di competenza regionale, autonomia finanziaria e risorse aggiuntive ai sensi dell’articolo 119 della Costituzione, così da disporre di finanziamenti certi e sufficienti per le proprie funzioni (modello Berlino).

In più di un’occasione il Comune di Roma ha manifestato la propria disponibilità a collaborare su entrambe le ipotesi, lasciando al Parlamento la valutazione su quale ipotesi scegliere. Analoga disponibilità Roma ha manifestato verso ipotesi di soluzione collegate al più generale tema delle città metropolitane: la definzione nell’ordinamento delle città metropolitane potrebbe fornire non solo a Roma, ma a tutte le grandi città del paese, gli strumenti e le risorse sempre più necessari al complesso governo delle aree metropolitane.

Ad oggi, però, possiamo solo prendere atto di una scarsa attenzione alle esigenze della Capitale da parte dello Stato, in particolare, sul fronte delle risorse finanziarie assegnate a Roma.

Infatti, come dimostrano i grafici che seguono, i trasferimenti verso la Capitale continuano, anche nel 2004, ad essere inferiori alla media nazionale e a quella delle grandi città italiane, con un peggioramento ulteriore rispetto all’anno precedente. I contributi erariali pro-capite ammontano, infatti, a 288 euro (304,8 nel 2003) contro i 309,9 della media nazionale e i 346,9 della media delle grandi città.

CONTRIBUTI ERARIALI PER IL FINANZIAMENTO DEL BILANCIO

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grandi città a confronto

Per concludere è necessario procedere subito:

alla rapida integrazione della Commissione bilaterale per gli affari regionali con rappresentanti di Regioni e autonomie locali

alla conclusione dei lavori dell’Alta Commissione per lo studio del federalismo fiscale

alla definizione dei principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario per l’attuazione dell’art.119 della Costituzione

alla definizione delle funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città Metropolitane

alla determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire a tutela della coesione sociale della Repubblica, su tutto il territorio nazionale

Come ha sottolineato la Corte Costituzionale, “il perdurare della cosiddetta fase di transizione comporta il mancato rispetto delle norme costituzionali sul riparto delle competenze mentre le forme di finanziamento contrarie ai nuovi principi sono causa di cattiva funzionalità o di blocco di interi ambiti settoriali”.

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Contributi erariali pro-capite (*) Grandi città a confronto

Anno 2004

280,8308,8272,6

539,9

309,9346,9288,0

391,4

0

100

200

300

400

500

600

Torino Milano Genova Napoli Palermo Roma Mediagrandicittà

Medianazionale

Dati comprensivi della compartecipazione Irpef Fonte: Ministero dell'Interno e Ministero dell'Economia(*)Al netto del concorso dello Stato per l'onere di ammortamento dei mutui

Dati comprensivi della compartecipazione IrpefContributi erariali pro-capite (*)

Grandi città a confronto

297,6309,4291,7

562,7

324,5362,3

304,8

407,5

288,0 309,9272,6

280,8308,8346,9

539,9

391,4

0

100

200

300

400

500

600

Torino Milano Genova Napoli P alermo Roma Media grandicittà

Medianazionale2003 2004

Fonte: Ministero dell'Interno e Ministero dell'Economia(*)Al netto del concorso dello Stato per l'onere di ammortamento dei mutuiDati comprensivi della compartecipazione Irpef

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2.4 Lo scenario di politica economica nazionale

I Comuni sono pronti a fare la loro parte per il risanamento delle finanze pubbliche, e ritengono che il principale contributo dovrà essere quello di aiutare il paese a ritrovare un sentiero stabile di crescita economica. A questo fine, è necessario salvaguardare il livello e migliorare la qualità dei servizi di prossimità, ma soprattutto è indispensabile non interrompere il ciclo degli investimenti pubblici locali in corso. Le proposte per il DPEF nazionale e la Legge Finanziaria 2006 sono, in sintesi, le seguenti:

riforma del patto di stabilità interno, con il ritorno alla precedente procedura dei saldi per la spesa per investimenti e con l’esclusione dal computo degli apporti di cofinanziamento da enti sovraordinati;

introduzione dei contributi di scopo: sperimentazione di schemi di compartecipazione dinamica al gettito dei tributi

erariali, anche in relazione ai tassi di crescita raggiunti dai territori; unificazione in capo ai Comuni della fiscalità immobiliare e della gestione delle

funzioni catastali; finanziamento del trasporto pubblico locale e delle necessità di investimento

finalizzate all’abbattimento dell’inquinamento nelle città; rifinanziamento del fondo nazionale di sostegno alla locazione e varo di un

programma straordinario di edilizia residenziale; istituzione di un Fondo per la non autosufficienza; finanziamento degli interventi per la manutenzione del patrimonio di edilizia

scolastica.

Box n. 4 I vincoli del Patto di Stabilità Interno

Lo scenario complessivo della finanza locale risulta, da diversi anni, fortemente condizionato dalle normative che definiscono i vincoli di comportamento dei bilanci comunali in ordine al patto di stabilità interno.

Allo scopo di cogliere il senso contabile e, al contempo, macroeconomico delle norme che vincolano la formazione del bilancio comunale è essenziale delineare i diversi passaggi che conducono dalla normativa europea, basata sul trattato di Maastricht, alla normativa di recepimento nazionale, ed infine, alla definizione di specifiche limitazioni ai bilanci comunali.

Il quadro normativo che detta le regole di comportamento finanziario sul patto di stabilità è frutto di diverse fasi dell’evoluzione legislativa. L’elemento basilare che deriva dai trattati comunitari è rappresentato dal vincolo di non superare il limite del 3% del rapporto deficit/Pil e di ricondurre il debito sotto il 60% del Pil.

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Questi macrovincoli hanno indotto il legislatore ad introdurre, negli ultimi anni, norme volte ad imporre ai diversi soggetti della pubblica amministrazione allargata di contribuire al raggiungimento di quel risultato.

Per quanto riguarda gli enti locali si evidenziano diversi interventi normativi volti all’applicazione dei principi di Maastricht che, a partire dal 1998 fino al prossimo esercizio del 2005, dettano norme rivelatesi via via sempre più restrittive per la formazione dei bilanci locali.

La prima normativa - varata a questo riguardo con la Finanziaria per il 1999 (legge 448/1998) - è finalizzata a determinare il concorso degli Enti Locali al risanamento dei conti pubblici e, in particolare, li impegna al miglioramento del saldo finanziario e alla riduzione del rapporto tra l’ammontare del proprio debito a medio-lungo termine ed il prodotto interno lordo nazionale.

Per questi fini, il saldo finanziario di riferimento è quello del 1998, quale anno base per definire il saldo programmatico del 1999, primo esercizio effettivo di applicazione della normativa sul patto di stabilità interno.

In tal senso il saldo 1998 è calcolato, in termini di cassa, quale differenza fra le entrate finali e le spese correnti così rettificate:

a. alle entrate finali si detraggono i trasferimenti correnti e in conto capitale dello Stato, della UE e degli altri enti che partecipano al Patto, i proventi delle dismissioni di beni immobiliari e finanziari, le riscossioni di crediti, le entrate con carattere di eccezionalità;b.alle spese correnti si detraggono gli interessi passivi, le spese sostenute sulla base di trasferimenti con vincolo di destinazione da Stato, UE e da enti partecipanti al Patto, le spese a carattere di eccezionalità.

Al fine di determinare l’obiettivo programmatico 1999, il saldo 1998 così ottenuto è incrementato del 3,6% (stima di crescita del disavanzo) e corretto (ovvero diminuito) del valore pari all’1,1% delle spese correnti 1998 (che rappresenta la partecipazione del comparto enti locali al contenimento – in termini di riduzione di spese – del disavanzo in rapporto al PIL).

Il saldo programmatico 1999, definito in base al procedimento sopra descritto costituisce l’obiettivo assegnato dalla legge ai Comuni. Gli obiettivi di miglioramento così delineati devono essere raggiunti attraverso:

a. l’aumento della produttività e la riduzione dei costi sia nella gestione dei servizi pubblici che nelle attività di propria competenza;b.il contenimento del tasso di crescita della spesa rispetto ai valori degli anni precedenti;c. il potenziamento delle attività di accertamento e di riscossione dei tributi propri;d.il miglioramento del rapporto entrate–spese dei servizi a domanda individuale anche tramite manovre su prezzi e tariffe;e. le dismissioni di immobili di proprietà non funzionali allo svolgimento delle attività istituzionali e contestuale riduzione dello stock del debito.

In seguito a tale prima impostazione metodologica, il legislatore, nel corso degli anni, ha introdotto diverse e significative modificazioni di detto apparato normativo.

Nell’anno 2000, la prima modifica è caratterizzata da un’ulteriore limitazione ai margini di manovra del bilancio comunale. Infatti, per la definizione dell’obiettivo 2000, pur mantenendo inalterato il sistema di calcolo, al saldo programmatico 1999 (posto a base della definizione del saldo programmatico del 2000) viene applicato un incremento nei limiti del 3% anziché del 3,6%, come invece avvenuto nel precedente esercizio.

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Considerato che il correttivo richiesto quale obiettivo per il 2000 resta inalterato all’1,1%, ne consegue una riduzione del margine di manovra per il raggiungimento dell’obiettivo programmatico.

Per l’esercizio successivo il legislatore, nel confermare il quadro di riferimento normativo generale, stabilisce che il saldo programmatico per il 2001 si calcola sul saldo finanziario 1999 (incrementato come in precedenza del 3%) con la novità che all’obiettivo programmatico così calcolato non si applica la riduzione dell’1,1% delle spese correnti previsto negli anni precedenti.

Le norme sul Patto per il 2002 presentano ancora ulteriori innovazioni all’insegna del rigore contabile. Il saldo programmatico per tale anno è calcolato sul saldo finanziario 2000 a cui si applica un incremento nei limiti del 2,5%. Inoltre, per la prima volta la Finanziaria 2002 subordina la possibilità di procedere ad assunzioni di personale al rispetto - nell’anno precedente - dei vincoli posti dal Patto. Tale norma verrà reiterata negli anni successivi.

Nell’arco del breve periodo fin qui considerato (1999-2002) il già ristretto margine di tolleranza concesso al bilancio nella determinazione del saldo programmatico, passa dall’iniziale 3,6% al 2,5%.

Nella stessa normativa per il 2002 viene introdotto un ulteriore limite: gli impegni e i pagamenti della spesa corrente per tale anno non possono superare il 6% di quelli del 2000.

Inoltre si stabilisce che, nel calcolo del saldo, le previste detrazioni delle entrate eccezionali comprendono – oltre le entrate “una tantum” – la compartecipazione all’Irap e all’Irpef esclusivamente ai fini della omogeneità di confronto dei due diversi esercizi.

La Finanziaria 2003, nell’aggiornare le regole per il Patto, introduce delle innovazioni sostanziali sulle metodologie di calcolo ancora più accentuatamente restrittive sul bilancio comunale.

Il primo aspetto che caratterizza la linea di rinnovato rigore è costituito dall’obbligo, per il 2003 e successivi, della determinazione dei prescritti saldi sia in termini di competenza che di cassa. In tale ambito viene stabilito che il saldo per il 2003 non può essere superiore al saldo effettivo 2001. Si modifica anche l’architettura del calcolo per il quale si prevede che, fra le entrate eccezionali, le uniche detrazioni possibili sono costituite dalle risorse della compartecipazione Irpef in relazione alla corretta confrontabilità degli esercizi finanziari.

Sul versante delle spese correnti, mentre in precedenza si potevano detrarre le spese finanziate da entrate con vincoli di destinazione derivanti dai diversi enti partecipanti al Patto, nel 2003 si detraggono solo le spese sostenute da trasferimenti con vincolo di destinazione dall’Unione Europea.

Nello stesso versante contabile, fra le spese eccezionali detraibili ai fini del calcolo del saldo, si includono solo le spese per le calamità naturali e per le elezioni e non più tutte le spese correnti aventi natura “una tantum”, tra cui la fattispecie degli oneri straordinari.

Infine decade il vincolo, introdotto nel precedente esercizio, per cui gli impegni e i pagamenti non potevano superare il 6% rispetto ai corrispettivi del penultimo esercizio precedente.

Per quanto riguarda il 2004 il saldo programmatico non può essere superiore a quello 2003 a cui si applica un incremento dell’1,7% (tasso d’inflazione programmato)

Per l’anno 2005 la Legge Finanziaria introduce ulteriori modifiche di notevole rilievo, destinate a condizionare significativamente i comportamenti contabili delle amministrazioni locali.

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In primo luogo si abbandona il criterio base della struttura del patto ovvero il miglioramento - rispetto agli anni precedenti - del saldo contabile calcolato quale differenza tra entrate finali e spese correnti.

Infatti dal 2005, secondo quanto previsto dalla Finanziaria ed in linea con la filosofia complessiva della stessa legge, l’obiettivo per il patto di stabilità interno del 2005 diventa non più il miglioramento del saldo ma esclusivamente il contenimento delle spese intese in termini di spesa corrente e in conto capitale. Questa è la seconda novità sostanziale del progetto di patto per il 2005: ovvero l’inclusione delle spese per investimenti diretti tra i parametri di riferimento per l’applicazione dei limiti di spesa.

E’ bene sottolineare che il legislatore considera inerenti al patto, oltre alle spese correnti, le sole spese per investimenti diretti in quanto – secondo quanto previsto dal comma 24 dell’articolo 1 - vengono escluse dalle spese in conto capitale – ai fini dell’applicazione del limite di incremento - le partecipazioni azionarie ed altre attività finanziarie, i conferimenti di capitale e le concessioni di crediti, oltre le spese in conto capitale co-finanziate dai fondi europei.

Dalle spese correnti – per gli stessi fini – vengono escluse le spese di personale, soggette a specifica disciplina, mentre non sono più annoverate fra le detrazioni possibili le spese per interessi passivi. Sono poi escluse dal calcolo del patto le spese per trasferimenti destinati ad altre amministrazioni pubbliche, per calamità naturali, quelle per interventi a favore dei minori sottoposti a provvedimenti dell'autorità giudiziaria e le spese derivanti da sentenze che originano debiti fuori bilancio.

Per quanto riguarda il livello “consentito” di incremento delle spese finali (intese come spesa corrente e per investimenti diretti), l’articolo 1 al comma 22 dispone che per i Comuni “virtuosi” (ovvero quelli che abbiano sostenuto nel triennio 2001 –2003 una spesa media corrente pro-capite non superiore alla media pro-capite della stessa classe dimensionale) tali spese finali possano salire nel 2005 non oltre l'11,5% rispetto alla media 2001-2003, mentre per gli altri Comuni non oltre il 10%.

E’ prevista la possibilità di eccedere i limiti solo per le spese di investimento in presenza, e per l'ammontare, dei proventi derivanti da alienazioni di beni immobili e mobili, nonché delle erogazioni a titolo gratuito e liberalità.

In sostanza anche nella disciplina sul patto di stabilità la Finanziaria 2005 riprende, di fatto, la filosofia restrittiva già espressa all’articolo 1 comma 5 laddove - in termini programmatici - si dispone che per il triennio 2005/2007 la spesa complessiva delle amministrazioni pubbliche non può superare il limite dell’incremento del 2% rispetto alle previsioni dell'anno precedente (considerato quindi il tasso di inflazione programmato): analogamente per gli Enti Locali la Finanziaria concede di aumentare - per il 2005 - le spese finali nella misura del tasso di inflazione reale dell’ultimo quadriennio (10%), introducendo però un piccolo meccanismo premiante per i Comuni cosiddetti “virtuosi” (11,5%).

Occorre a questo punto aprire una parentesi sui parametri definiti dal Decreto del Ministero dell’Economia del 26 gennaio 2005 con riferimento alla spesa pro – capite per classi demografiche. Tali parametri - che devono supportare il calcolo finalizzato alla individuazione della “virtuosità” degli Enti Locali per l’applicazione di una diversa percentuale di incremento delle spese finali nell’ambito del patto di stabilità interno - sono da considerare nella sostanza inadeguati. Infatti non è metodologicamente corretto stabilire - in termini economici - un confronto della spesa corrente pro-capite tra il Comune di Roma (oltre i 2.500.000 abitanti) ed un qualsiasi altro Comune la cui popolazione sia di 500.001 residenti solo perché ricompresi dal Decreto nella stessa fascia (500.000 abitanti e oltre).

Le problematiche e le complessità gestionali di Roma, peraltro Capitale della Repubblica, non possono essere raffrontate e paragonate a quelle di altri Comuni. E’ sufficiente, per

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supportare tali considerazioni sulla assoluta inadeguatezza dei parametri così individuati, considerare alcuni “scalini” in termini di spesa pro capite tra le varie classi demografiche secondo quanto disposto dal Decreto: a titolo esemplificativo la spesa media pro capite per un Comune di 100.000 abitanti (pari a 854,66 €) è inferiore di 258 € a quella di un Comune di 250.000 abitanti (1.112,68 €); viceversa un Comune di 500.000 abitanti e oltre (1.177,5 €) può spendere solo 64,82 € in più rispetto a quello di 250.000 abitanti. La logica stessa del meccanismo premiante così inteso suscita forti perplessità: paradossalmente si può verificare il caso che un comune, pur non avendo rispettato i parametri del patto negli anni scorsi, venga premiato perché ha una spesa corrente media pro – capite inferiore a quella stabilita dal MEF, mentre un ente locale che ha sempre rispettato gli obiettivi del patto - come il Comune di Roma - sia penalizzato perché registra una spesa pro-capite superiore a quanto stabilito dalle tabelle del Ministero.Sarebbe allora forse più opportuno agganciare il meccanismo premiante ad altri indicatori, non ultimi - ad esempio - quelli collegati all’individuazione della situazione di deficitarietà dell’Ente Locale di cui al Decreto del Ministero dell’Interno n. 217/2003, peraltro già da tempo ‘collaudati’ dai Comuni stessi. Per quanto riguarda le sanzioni 2005 –2006 in caso di mancato rispetto degli obiettivi posti dal patto vengono, nella sostanza, reiterate quelle già previste dalla Finanziaria 2003 ovvero: a) limite alle spese per beni e servizi pari all'ammontare delle stesse spese sostenute nell'ultimo anno di rispetto del patto. Per i Comuni sempre inadempienti il limite è costituito dalle stesse spese - diminuite del 10% - relative al penultimo esercizio precedente;b)procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo;c) ricorrere all'indebitamento per gli investimenti.

Inoltre a decorrere dal 2005 la Legge Finanziaria prevede l’obbligo di attestazione - da parte dell'Ente Locale verso l'Istituto mutuante - del rispetto del Patto in accompagnamento alla richiesta di mutui ed emissione prestiti obbligazionari.

Per il 2006 e il 2007 il livello massimo di crescita è incrementato del 2% rispetto alle spese sostenute nell’esercizio immediatamente precedente: quindi l’ammontare “consentito” delle spese finali è commisurato a quanto sostenuto nel 2005 aumentato del tasso di inflazione programmato (+2%).

A legislazione vigente quello finora riportato è il quadro normativo per l’attuazione degli obiettivi del patto di stabilità interno. La considerazione conclusiva da fare è relativa alla valutazione sull’opportunità - a livello legislativo – di un ritorno alla rappresentazione del patto di stabilità per il 2006 applicando nuovamente - come metodologia di calcolo - il saldo finanziario, che consente - sia in situazioni economiche positive che negative- maggiori margini di manovra rispetto all’attuale limite di crescita alle spese finali.Prendendo spunto da quanto era già stato previsto dai commi 11 e 12 dell’articolo 29 della Legge Finanziaria 2003 successivamente modificata dalla Finanziaria 2005 la metodologia di calcolo da applicare al patto di stabilità interno 2006 potrebbe essere la seguente: il saldo finanziario calcolato quale differenza tra le entrate finali (al netto dei trasferimenti pubblici) e le spese finali (al netto degli interessi passivi e delle operazioni finanziarie - Interventi 8, 9 e 10). Il complesso delle spese finali deve essere calcolato anche al netto delle spese in conto capitale co-finanziate dallo Stato e/o dagli altri enti che partecipano al patto di stabilità interno e derivanti da Leggi Speciali e Leggi Obiettivo.

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3. La nuova governance dei servizi di prossimità nell’ambito della collaborazione istituzionale con la Regione Lazio

In attesa che vengano chiariti definitivamente gli ambiti di competenza e i rapporti tra Stato, Regioni e Enti Locali e, quindi, abbia piena attuazione il nuovo Titolo V della Costituzione, il Comune di Roma e la Regione Lazio hanno avviato, nel rispetto delle reciproche competenze, un percorso comune di condivisione dei temi emergenti nel territorio cittadino.

Si tratta innanzitutto di individuare, mediante l'elaborazione e la realizzazione di azioni e programmi di intervento integrati, per il più efficiente utilizzo delle risorse pubbliche, soluzioni politiche e amministrative efficaci, trasparenti e tempestive in favore dei cittadini, a partire dalle priorità concordemente individuate.

E ciò nel contesto di un indirizzo volto al più ampio conferimento di funzioni amministrative agli Enti locali, e in particolare alla Capitale, ferme le funzioni di indirizzo e programmazione proprie della Regione.

3.1 Il protocollo d’intesa sottoscritto

Il primo passo di questo percorso comune è stato la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra le Giunte, regionale e comunale, che ha individuato alcune priorità. Tre i temi che è utile ricordare in questa sede, poiché al loro interno sono ricompresse importanti attività da realizzare nell’indirizzo di programmazione definito dal presente DPF.

In primo luogo, il varo di un provvedimento-ponte, che, nelle more della emanazione di una nuova legge urbanistica, venga incontro alla necessità di snellire le attuali procedure e dare maggiore certezza ai tempi dell'iter amministrativo. La semplificazione riguarderà anche la revisione della disciplina relativa alle varianti "essenziali/non essenziali", la scansione delle singole fasi del procedimento dell'accordo di programma e la sua semplificazione, l’individuazione di una scadenza certa per l’approvazione regionale del NPRG di Roma. La Regione Lazio si è impegnata a mettere a punto in tempi brevi il testo tecnico del provvedimento per facilitarne una rapida traduzione in legge, e ad accelerare il varo dei programmi e dei piani strategici più urgenti di qualificazione urbana e di tutela paesistica.

Il secondo ambito sul quale Regione e Comune lavoreranno insieme è quello della mobilità e del trasporto pubblico. Un primo obiettivo comune sarà quello di dare seguito alla proposta per l'attribuzione al Sindaco di Roma dei poteri speciali per affrontare l'emergenza traffico e mobilità. A questo si aggiunge l’impegno della Regione a superare lo squilibrio esistente a danno della Capitale relativo al contributo regionale per il finanziamento del servizio del trasporto pubblico locale effettivamente erogato nella città.

Infine, Regione e Comune sottoscriveranno un protocollo di intesa sull'emergenza

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abitativa, allo scopo di individuare gli impegni e le risorse necessarie per l'adozione di un piano straordinario di iniziative ed interventi. Regione Lazio e Comune di Roma definiranno una posizione comune rispetto al Governo, nell'ambito della Conferenza Unificata, per il rifinanziamento del buono-casa.

3.2 Linee d’intervento per la collaborazione istituzionale fra Comune e Regione

Regione e Comune istituiranno tavoli congiunti tra i rispettivi Assessorati per individuare politiche e soluzioni condivise su temi specifici come l'energia, il turismo e le attività culturali, l'economia e il bilancio, i lavori pubblici, l'ambiente, la gestione dei rifiuti, l’occupazione, l'istruzione, la formazione, le attività produttive, l'agricoltura, la sanità e le politiche sociali.

Questi gli aspetti essenziali oggetto di discussione nei tavoli interassessorili:

Opere infrastrutturali: si confermano gli impegni reciproci già concordati per l'attuazione di opere essenziali quali le Complanari della A24; l'adeguamento del Ponte della Scafa; la costruzione del Ponte di Dragona; la viabilità complanare in corso tra la Fiera di Roma e la Via del Mare; l'adeguamento della Via Tiburtina. Si è anche avviato il confronto per la definizione degli impegni finanziari e delle varianti urbanistiche necessari per la realizzazione del Sottopasso dell'Appia Antica e del cosiddetto Passante a Nord-Est (collegamento tra Ponte Mammolo e Viale Jonio sul prolungamento di Via Togliatti).

Piani di zona e questioni connesse: si è concordato di accelerare l'iter per l'approvazione dei numerosi Piani di zona ex legge n. 167/62 all'esame della Regione Lazio.

Litorale di Roma. Si è concordato di accelerare l'iter di approvazione del Piano utilizzo Arenili approvato il 14 febbraio scorso dal Consiglio comunale e di definire in tempi brevi l'intervento della Regione, già programmato, per il ripascimento del litorale.

Tevere : occorre affrontare la questione generale della semplificazione delle competenze, oggi ripartite fra più soggetti con il rischio di sovrapposizione di compiti e il conseguente rallentamento degli interventi necessari.

Gestione del ciclo dei rifiuti: Regione e Comune concordano sulla necessità di attivare un ciclo dei rifiuti ad alta sostenibilità ambientale, che contempli come assoluta priorità l'aumento della quota della raccolta differenziata, e la realizzazione degli interventi necessari e degli impianti essenziali per il trattamento e la valorizzazione.

Inquinamento atmosferico : verrà definito il Piano di Risanamento della Qualità dell'Aria, da adottarsi con atto del Consiglio Regionale. Il Piano individuerà gli interventi strutturali, le azioni e i finanziamenti indispensabili per produrre una effettiva riduzione delle concentrazioni degli inquinanti nell'atmosfera. Verranno altresì precisate le modalità di erogazione dei 4 milioni di euro stanziati di recente nel bilancio regionale per la conversione degli autoveicoli.

Energie rinnovabili: è necessario pervenire al regolamento regionale di attuazione della legge in materia (L.R. n. 15/2004) e alla individuazione di

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incentivi finanziari regionali per sostenere la progettazione e la realizzazione di edifici eco compatibili.

Si è concordato di accelerare il procedimento per l'attuazione dei Contratti di quartiere (essenziali per la riqualificazione delle periferie), per l’erogazione dei finanziamenti regionali già deliberati e per il completamento dell'esame delle proposte presentate dal Comune.

E' opportuno che anche per il settore del commercio la Regione assegni al Comune di Roma poteri amministrativi più ampi con uno specifico provvedimento legislativo, con la revisione organica della L.R. n. 33/1999. Si è inoltre concordato di differire il termine di scadenza fissato dalla Regione per l’adeguamento igienico sanitario delle strutture dei mercati collocate in sedi improprie: gli interventi di riqualificazione sono stati avviati dall'Amministrazione comunale, ma richiedono tempi più lunghi, visto il grandissimo numero di strutture interessate.

Contributi agli operatori del commercio: si è concordato di concertare le modalità di erogazione dei contributi, rispettivamente comunali e regionali, secondo finalità condivise.

Programmazione delle sedi universitarie: Regione, Comune e Università romane definiranno un programma per la razionalizzazione delle sedi e per l’individuazione delle aree utili alla realizzazione di nuovi campus universitari

Riorganizzazione delle sedi del Comune e della Regione : in base al progetto "Campidoglio 2" si individueranno le modalità migliori per la redistribuzione nella città delle sedi degli uffici delle due istituzioni.

Si giudica assolutamente necessaria la definizione di un piano di integrazione dei servizi socio-sanitari, a partire dall’esperienza del Piano Regolatore Sociale del Comune di Roma.

Emergenza caldo per gli anziani: si è concordata la urgente definizione di un piano di sostegno sanitario da attuarsi nella prossima estate

Tossicodipendenze: si è individuata la necessità della revisione dei criteri di assegnazione delle risorse sulla tossicodipendenza, con l'attribuzione di un ruolo di coordinamento alla Agenzia Comunale delle Tossicodipendenze.

Attuazione della legge 328 del 2000: si è concordato di rivedere i criteri di riparto tra i Municipi delle risorse del Fondo Sociale Nazionale.

Interventi di contrasto alla povertà Regione e Comune contribuiranno al sostegno dei servizi di mensa e di accoglienza notturna.

Istituzione di un tavolo di concertazione tra Regione, Provincia e Comune per realizzare un modello di “politiche di integrazione”

Diritto allo studio : semplificazione delle procedure e delle modalità previste dall’attuale legge regionale per l’erogazione dei contributi, con attribuzione diretta al Comune di Roma

Asili nido : semplificazione dei criteri dei contributi regionali per la costruzione di un sistema integrato dei servizi educativi per la prima infanzia.

Fondi europei per la formazione : destinazione di una quota dei fondi alla educazione degli adulti

Sicurezza urbana : programma triennale di interventi finanziari per il miglioramento e il potenziamento della Polizia Locale.

Partecipazione e contributo della Regione alle attività culturali della città Infanzia e famiglia : sostegno della Regione per il potenziamento di strumenti

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come gli “Sportelli della famiglia” nei Municipi, l’attuazione di progetti finalizzati alla prevenzione della salute.

E-government: sostegno bilaterale ai progetti già delineati o avviati per la gestione integrata di servizi on-line (unificazione delle operazioni anagrafi che e di quelle, connesse, con riguardo ai servizi sanitari); integrazione del call-center comunale (060606) e del Centro regionale di prenotazione di prestazione sanitarie (RE.CUP).

3.3 Collaborazione in materia di sviluppo economico e di bilancio

Per quanto riguarda l’area economia-finanza-bilancio-tributi-aziende, l’Assessorato ha già definito un’agenda di lavoro con la Regione Lazio, i cui punti essenziali sono:

Riconoscimento dei nuovi livelli dei servizi minimi del trasporto pubblico locale raggiunti nella città di Roma e contestuale aggiornamento del contributo regionale (circa 90 milioni € aggiuntivi a regime);

Chiusura del contenzioso fra Comune di Roma e ATER con il riconoscimento reciproco di debiti e crediti, provvedendo a pagare il residuo debito dell’ATER al Comune in parte tramite il trasferimento di cespiti patrimoniali e in parte con una rateizzazione a valere sui prossimi esercizi finanziari di ATER;

Verifica dei riparti delle principali leggi di spesa della Regione, soprattutto nei settori del sociale, dell’assistenza, della scuola, dell’edilizia abitativa e della cultura. Verifica di modalità innovative di contabilizzazione e riparto dei fondi regionali destinati ai Comuni;

Monitoraggio, verifica e aggiornamento del protocollo d’intesa sulla spesa per investimenti siglato nel dicembre 2002 (cosiddetto “Patto per Roma”);

Varo di una legge quadro di coordinamento della finanza locale, da condividere con il Comune di Roma, con la finalità di introdurre anche nel Lazio tutte le possibili innovazioni volte alla semplificazione amministrativa, alla semplificazione dei rapporti con il cittadino e alla definizione dei poteri regolamentari dei Comuni nell’ambito del Titolo V novellato nel 2001;

Verifica di possibili convergenze sull’attuazione di una più efficace politica per la casa;

Concentrazione degli interventi della Regione e del Comune (oltre che della Provincia) in materia di sviluppo economico locale, di infrastrutturazione produttiva e di sostegno all’economia. In particolare: ingresso del Comune di Roma nell’Agenzia Sviluppo Lazio; cofinanziamento Comune-Regione (oltre che, se del caso, Provincia e CCIAA) dei più rilevanti interventi nelle infrastrutture produttive dell’area metropolitana romana; riforma e rilancio dei consorzi di sviluppo industriale; costruzione di un programma condiviso di intervento sulla filiera imprese-Università, lungo le linee dei progetti varati dal tavolo di concertazione della Città di Roma (assegni per ricercatori che vanno nelle imprese, progetti pilota nel campo dell’audiovisivo, dei beni culturali, degli incubatori d’impresa);

Creazione di una task-force “Finanza” congiunta, con due obiettivi: (a) costruire ogni possibile sinergia fra i due enti per l’accesso ai mercati finanziari, mettendo in comune il patrimonio informativo e negoziale di ciascuno in tema di gestione

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delle passività e di operazioni finanziarie; (b) aiutare i cittadini e le imprese attraverso il miglioramento della trasparenza dell’informazione sui prodotti finanziari del mercato ad essi rivolti (dai mutui per la casa ai prodotti finanziari necessari per l’adeguamento a Basilea 2);

Varo di un insieme di iniziative legislative, da condividere con il Comune di Roma, per costruire nel Lazio un avanzato e moderno sistema di regolazione dei servizi di interesse generale aventi rilevanza economica che non sono assoggettati a regolazione nazionale (in particolare: acqua, rifiuti, trasporto pubblico locale) e dei servizi che non hanno rilevanza economica (sport, cultura, servizi sociali).

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4. I macro indicatori di bilancio e le previsioni per il 2006 a “politiche invariate”

4.1 Il trend storico del bilancio comunale

Il documento di programmazione finanziaria nell’enunciare – in coerenza con il dettato statutario – gli indirizzi generali sulla formazione del bilancio 2006 prende le mosse da una attenta considerazione del trend storico delineato dai bilanci degli esercizi precedenti.

A tale scopo l’analisi viene impostata – come si evidenzia dalla tabella riportata in fondo al paragrafo – sulla base di macro elementi contabili che consentono una lettura sinottica e, al contempo, esaustiva dello scenario finanziario comunale nel periodo 1998-2006.

L’esemplificazione sintetica dei dati del periodo storico e della ipotesi previsionale si basa su un modello logico – cioè una sequenza di dati contabili fra di loro interrelati – finalizzato a cogliere i diversi passaggi della contabilità comunale in modo tale da evidenziare, attraverso una serie di saldi rappresentativi dei diversi comparti del bilancio, gli effettivi risultati finali di ciascun esercizio analizzato. L’analisi dei dati relativi agli elementi più significativi di tale trend consente di decifrare alcuni passaggi cruciali della recente storia finanziaria del Comune di Roma.

In primo luogo il margine operativo netto (differenza fra accertamenti e impegni della parte corrente) assume dall’anno 2000 in poi il segno positivo grazie anche al buon andamento di diversi e concomitanti fattori costitutivi.

Fra questi si richiama la notevole tenuta delle entrate correnti complessive sospinte innanzitutto dalle entrate tributarie (in cui l’Ici gioca un ruolo primario grazie anche al continuo e sistematico recupero dell’evasione) e pur tuttavia depresse dai trasferimenti pubblici (soprattutto i trasferimenti statali, soggetti, in questi anni, ad una progressiva erosione, oltrechè storicamente caratterizzati da una evidente sperequazione nei confronti del bilancio comunale rispetto agli altri comuni di grandi dimensioni). Tuttavia è utile osservare che nel 2002 si registra un’importante modificazione contabile delle entrate dovuta all’attivazione della compartecipazione Irpef che si colloca fra le entrate tributarie ma con una proporzionale riduzione dei trasferimenti statali.

Inoltre in tale ambito è importante ricordare che nel 2003 si registra la fuoriuscita dal novero del bilancio comunale della Tarsu trasformata in tariffa, la cui riscossione è stata affidata all’Ama, unitamente alla gestione del servizio.

Particolarmente significativo dello stato di salute del bilancio è la progressiva riduzione delle esigenze derivanti dal pagamento degli interessi che nel periodo analizzato passano dai 428 milioni nel 1998 ai 283 milioni del 2003.

Tale composita voce di bilancio è influenzata, in questi anni, da diversi fattori, interni ed esterni, che concorrono alla politica del debito, come il favorevole andamento dei

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tassi e la gestione attiva del debito, ivi compresa la rinegoziazione dei contratti in essere. A questi aspetti si affianca, inoltre, l’estinzione di una parte del debito relativa a vecchi mutui che escono dall’ammortamento con un effetto di alleggerimento sul debito residuo e, di conseguenza, degli interessi dovuti.

Un secondo punto di vista particolarmente significativo è costituito dal rapporto surplus/deficit netto (saldo della gestione di competenza, costituito dalla differenza fra gli accertamenti totali e gli impegni totali) che evidenzia un andamento condizionato dalle diverse componenti interne rappresentate, innanzitutto, dal sostenuto livello delle spese per investimenti (nel periodo si assommano circa 5.470 milioni di impegni per investimenti con una media di oltre 900 milioni l’anno). E’ importante notare come dal 2003 in poi gli investimenti si attestano ben al di sopra della media del periodo.

Considerato che il bilancio delle spese per investimenti comporta un frequente ricorso al mercato è utile analizzare i dati riportati in tabella con particolare riferimento al trend dell’indebitamento che rappresenta l’esposizione dell’Amministrazione comunale in funzione, oltre che della capacità di acquisire il debito, anche del rispetto del Patto di stabilità. A questo proposito occorre evidenziare che sull’ammontare complessivo incide notevolmente la quota relativa alla copertura delle perdite delle aziende di trasporto che è andata storicamente sommandosi e che ancora oggi rappresenta la quota più rilevante dell’indebitamento.

4.2 I risultati del consuntivo 2004

Il trend storico sopra delineato si completa con l’analisi del periodo più recente. In particolare la gestione 2004 evidenzia che, dal lato delle entrate, è proseguito il processo di massimizzazione delle risorse proprie comunali, già avviato negli anni precedenti, mentre dal lato delle spese si è proceduto ad un’azione sistematica di razionalizzazione per dare adeguate risposte agli obiettivi prioritari delineati dall’Amministrazione Comunale.

Il versante delle entrate tributarie è caratterizzato, nel corso dell’esercizio 2004, dalla attività di recupero dell’evasione fiscale, che ha fatto segnare un significativo risultato nei diversi comparti tributari e in particolare nell’Ici.

I contributi erariali subiscono una flessione solo parzialmente compensata in relazione ad alcuni contributi a carattere “una tantum” e non ricorrente destinati cioè a non ripetersi nel tempo.

Per quanto riguarda i trasferimenti regionali, nel 2004, si evidenzia una flessione anche in relazione all’esaurirsi dei contributi straordinari per le aziende di trasporto pubblico (Legge 194/98) non integrati da un adeguamento dei fondi ordinari sui servizi minimi del trasporto pubblico.

In questo quadro, caratterizzato da una generalizzata diminuzione delle potenzialità redistributive dell’Erario, è significativo ricordare che i trasferimenti statali in favore del Comune di Roma, rapportati a quelli degli altri grandi Comuni italiani, evidenziano -

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anche in questa annualità, come ormai da molti anni - una rilevante sperequazione delle dotazioni pro-capite in sfavore di Roma, per di più in aumento rispetto al 2003.

Sul versante delle entrate derivanti dall’utilizzo di beni e di servizi si riscontra un significativo miglioramento del settore contravvenzioni, dei parcometri e della Cosap; aumenta altresì il comparto dei dividendi delle società partecipate grazie all’utile Acea che, maturato nel 2003, è stato registrato nel 2004.

Sul fronte della spesa corrente l’analisi va svolta articolatamente per i rispettivi comparti che ne compongono la struttura. In primo luogo la spesa per il personale che segna un incremento del 2,3% sull’anno precedente: questo aumento risulta tuttavia contenuto anche in relazione agli effetti del blocco del turn over posto dalla Finanziaria 2004.

In secondo luogo la spesa per beni e servizi – comparto di primaria importanza per il raggiungimento degli obiettivi programmatici – è aumentata in particolare nei comparti istruzione pubblica, interventi sul patrimonio comunale, trasporto pubblico e polizia municipale, illuminazione pubblica, viabilità e mobilità.

In terzo luogo, la spesa per il rimborso dei prestiti evidenzia gli effetti della ristrutturazione del debito posta in essere in questi anni. In particolare nel 2004 si evidenzia da un lato un incremento del costo degli interessi passivi (+31,2 mln di €) per gli effetti - sugli stessi - delle operazioni di emissione di prestiti obbligazionari, d’altra parte una forte contrazione della quota capitale (-351,5 mln) rispetto all’anno precedente. La ragione di tale diminuzione risiede nel fatto che mentre nel 2004 si è attuata un’operazione di estinzione anticipata di mutui divenuti, nel tempo, molto onerosi per 299 mln di €, nel 2003 la stessa operazione ha riguardato 600 mln di € di mutui. Anche nel 2004, come nell’anno precedente, tale operazione, che riduce il costo del servizio del debito, è stata resa possibile con l’emissione della seconda tranche del prestito obbligazionario “City of Rome 2003 – 2033”, – B.O.C. Programma Emtn - per un importo complessivo di 400 mln di € di cui 101 mln destinati al finanziamento di investimenti e 299 mln all’estinzione anticipata di mutui.

Per quanto concerne gli investimenti va ricordato che gli stessi risultano finanziati per il 50,8% da entrate proprie (avanzo, Bucalossi, condono edilizio), per il 34,6% dal ricorso al mercato creditizio e per il 14,5% da trasferimenti di capitale dello Stato e da altri enti. L’insieme di tali risorse ha consentito il finanziamento di investimenti per 1.630,3 milioni di euro (al lordo dei contributi per la linea “C” della metropolitana pari a 307 milioni) rispettando in sostanza lo stesso volume del 2003.

4.3 Il bilancio 2005 e le prospettive del bilancio 2006 a “politiche invariate”

Allo scopo di individuare le criticità del prossimo bilancio, oggetto del presente documento di piano, si sviluppa, di seguito, una ipotesi di bilancio 2006 costruita sulla proiezione, a politiche invariate, del bilancio 2005, senza considerare, cioè, gli esiti che

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si attendono dal DPEF per il periodo 2006-2009 che il Consiglio dei Ministri ha varato il 15 luglio 2005, e soprattutto dalla Finanziaria 2006, ancora lungi dal delinearsi

L’analisi del bilancio in corso di gestione si pone, dunque, come presupposto essenziale per l’impostazione delle strategie che porteranno alla definizione della manovra 2006 di cui, in questo contesto, si tracciano alcune linee ipotetiche utili per la successiva costruzione del bilancio vero e proprio.

In tale esercizio la previsione 2005 mette in evidenza la rilevante contrazione delle entrate rispetto all’anno precedente di oltre 120 milioni dovuta alle diverse componenti interne al comparto: le entrate tributarie si riducono di 42 milioni anche in relazione alla flessione degli arretrati Ici (-10 ml) appena compensati in positivo dalla competenza della medesima imposta. Gli stessi trasferimenti si riducono (-94 ml) in relazione ad alcune voci di particolare rilievo finanziario quale il contributo regionale per il ripiano delle aziende del trasporto pubblico di cui alla legge 204/95 (77 milioni nel 2004 non più ripetuti nel 2005).

In estrema sintesi, quindi, il bilancio corrente 2005 evidenzia una diminuzione delle entrate di circa 122 milioni e una minore diminuzione delle spese d’esercizio di circa 104 milioni.In relazione a tanto il margine operativo lordo del 2005 tende a ridursi rispetto all’esercizio precedente passando dai 554 milioni del 2004 ai 536 milioni del 2006 (- 18).

Viceversa il margine operativo netto tenendo conto delle spesa per interessi (che si riduce fra i due anni di 22 milioni) evidenzia un leggero miglioramento attestandosi ai 244 milioni contro i 239 milioni del 2004.

Occorre peraltro evidenziare che la metodologia contabile applicata non tiene conto fra le “altre entrate” dell’avanzo di amministrazione destinato a sostenere le spese per debiti fuori bilancio, pertanto queste ultime (circa 85 milioni) non vengono annoverate nelle spese di esercizio allo scopo di rendere coerente il confronto fra le diverse parti del bilancio in questione.

Altro aspetto importante è il capitale rimborsato che diminuisce sensibilmente nel 2005 rispetto al 2004 (si attesta a 226 milioni contro i 548 milioni). L’ipotesi di bilancio per il 2006 formulata a legislazione vigente, si presenta, dunque, nelle entrate correnti e nelle spese di esercizio, sostanzialmente uguale al 2005. Tuttavia alcune dinamiche contabili interne alla struttura previsionale lasciano intravedere un aumento della rigidità complessiva del bilancio 2006.

Infatti si evidenzia una previsione di crescita degli interessi (da 292 milioni a 318 milioni) e una proporzionale riduzione del margine operativo netto (da 244 milioni a 191 milioni) la cui incidenza percentuale sulle entrate correnti si riduce al 6% ( a fronte del 7,7% del 2005) .

Torna a crescere anche il capitale da rimborsare attestandosi a 336 milioni dopo avere toccato la punta più bassa nel 2005, fermatasi a quota 226 milioni.

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Da questo quadro emerge una maggiore rigidità in quanto la potenzialità delle spese di esercizio, al netto degli interessi, resta sostanzialmente stabile nel 2006, ma tende ad aumentare la componente a più elevato grado di rigidità costituita innanzitutto, come detto, dagli interessi stessi a cui si affiancano voci fisiologicamente in aumento, come i contratti di servizio e il costo del personale dipendente.

Dall’azione combinata del sostanziale blocco delle entrate correnti e dell’aumento delle componenti rigide della spesa, deriva una prospettiva 2006 caratterizzata da una accentuata rigidità di manovra.

In conclusione, la spesa per beni e servizi finanziabile con la parte di risorse residuale – cioè non impegnata con le su descritte rigidità e pertanto passibile di effettiva manovra - rischia di essere sottoposta ad una consistente contrazione rispetto alla previsione 2005 in relazione alla riduzione complessiva delle disponibilità. Lo stesso avverrà per gli investimenti, alla luce della programmazione già in atto e da concludere e dell’ineludibile obiettivo di costanza dello stock del debito.

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In milioni di euro

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005previsionale

2006previsionale

Entrate tributarie 1.460,5 1.355,6 1.407,8 1.365,1 1.819,2 1.684,6 1.742,4 1.700,0 1.700,0Trasferimenti 822,6 1.243,4 1.416,1 1.298,6 1.142,5 929,0 870,1 776,5 770,0Altre entrate 419,9 517,3 595,8 582,7 483,0 539,0 678,9 693,0 700,0Entrate Correnti 2.703,0 3.116,3 3.419,7 3.246,4 3.444,7 3.152,6 3.291.4 3.169,5 3.170,0Spese d'esercizio (spese correnti - interessi)

-3.049,8 -2.946,6 -3.038,0 -2.884,0 -2.890,3 -2.604,4 -2.737,3 -2.633,5 -2660,0

MARGINE OPERATIVO LORDO

-346,8 169,7 381,7 362,4 554,4 548,2 554,1 536,1 510,0

Interessi passivi -428,1 -371,1 -360,0 -340,5 -325,3 -283,4 -314,6 -292,1 -318,5MARGINE OPERATIVO NETTO

-774,9 -201,4 21,7 21,9 229,1 264,8 239,5 244,0 191,5

% ENTRATE CORRENTI -28,7 -6,5 0,6 0,7 6,7 8,4 7,3 7,7 6,0

Entrate in conto capitale1 (tit IV al netto cat 06)

235,6 1.586,8 244,9 172,3 631,7 1.289,2 815,5 1.468,2 680,3

TOTALE ENTRATE FINALI 2.938,6 4.703,1 3.664,6 3.418,7 4.076,4 4.441,8 4.106,9 4.637,7 3.850,3

Spese di esercizio -3.477,9 -3.317,7 -3.398,0 -3.224,5 -3.215,6 -2.887,8 -3051,9 -3.010,0 -3.010,0Spese per investimenti (tit II al netto int 10)

-564,6 -1.080,7 -554,9 -340,8 -988,2 -1.943,8 -1322,5 -2.137,7 -957,6

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO LORDO

-329,0 506,1 -310,0 -168,5 -356,5 -654,6 -507,0 -669,5 -277,3

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO AL NETTO DEL MARGINE OPERATIVO NETTO

-1.104,8 304,7 -288,3 -146,6 -127,4 -389,8 -267,5 -425,5 -85,8

Capitale rimborsato -222,3 -812,7 -317,3 -311,5 -331,6 -893,5 -548,0 -226,0 -336,0accantonamento per estinzione anticipata -39,0

Capitale rimborsato a breve termine -1,9 -12,0 -2,8 -7,4 -1,4 -34,2 -2,0

Nuovi mutui (solo a carico del comune) 1.256,7 444,8 474,8 404,2 376,1 1.250,6 863,2 581,0 120,0

Indebitamento a breve termine - Fondo Rotativo

1,9 12,0 2,8 7,5 1,4 34,2 2,0

TOTALE INDEBITAMENTO 6.139,0 5.771,1 5.928,6 6.021,3 6.065,8 6.422,9 6.738,1 7.093,1 6.877,1

Incremento Netto del Debito (Decremento) 1.034,4 -367,9 157,5 92,7 44,5 357,1 315,2 355,0 -216,0

Incremento percentualeSaldo gestione competenza: accertamenti-impegni

-69,5 -63,2 -130,8 -53,9 -82,9 -32,7 47,7

Riaccertamento: canc.pass-canc. att. +magg. act.

117,1 224,0 119,0 107,2 144,0 92,8 151,7

Surplus Netto/Deficit dell'anno (risultato di gestione competenza)

-69,5 -63,2 -130,8 -53,9 -82,9 -32,7 47,7

Risultato amministrazione 491,3 652,1 640,3 693,6 754,7 814,8 1.014,2

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5. Gli obiettivi strutturali per il bilancio 2006-2008

Per la formazione del prossimo bilancio triennale di previsione – del quale è utile ricordare che il primo anno coincide con l’ultimo dell’attuale consiliatura – le politiche economiche e finanziarie dell’amministrazione comunale sono come sempre indirizzate all’utilizzazione piena di tutte le risorse disponibili, sia di parte corrente che in conto capitale, per il raggiungimento di quegli obiettivi prefissati nel mandato amministrativo del Sindaco che sono alla base per il potenziamento della rete dei servizi pubblici e per lo sviluppo delle infrastrutture cittadine.

Basti pensare alle ingenti risorse destinate in questi anni al rafforzamento del TPL (trasporto pubblico locale) e della rete metropolitana (costruzione linea C, prolungamento linea B, ammodernamento linea A), all’avvio dei programmi di riqualificazione della città e delle periferie (programmi di recupero delle periferie attraverso i cosiddetti art.11) , alle risorse utilizzate per la manutenzione delle infrastrutture viarie esistenti e per la realizzazione di nuove grandi arterie cittadine (si pensi al passante a nord-ovest, all’avvio del raddoppio della Tiburtina e della costruzione della via Prenestina bis), alle risorse finanziarie impegnate nel settore del sociale, in quelli dell’edilizia scolastica, delle attività produttive, della cultura e dell’ambiente. Opere che per la loro complessità sono anche soggette, secondo le norme, all’acquisizione di pareri da altri enti pubblici.

Elaborazione: Direzione Investimenti e Finanza del Comune di Roma

Il grafico sopra riprodotto, che pone a confronto l’insieme complessivo delle risorse di parte corrente e in conto capitale impegnate nel 2004 e nel 2005, dimostra chiaramente come le risorse aggiuntive che l’Amministrazione è riuscita a stanziare nel bilancio previsionale del corrente anno 2005 (circa 4.940 milioni di euro contro i 4.550 milioni

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del bilancio 2004, pari quindi a circa 400 milioni di euro in più), siano state quasi interamente utilizzate per il potenziamento dei settori sopra accennati.

5.1 I progetti per la qualità della vita nella città e il miglioramento dei servizi pubblici

Come è possibile notare dalla tabella che segue, l’insieme delle risorse allocate nel bilancio 2005 – comprensive delle spese di parte corrente per Beni e Servizi (circa 1.730 milioni di euro) e delle spese in conto capitale finalizzate agli investimenti per la realizzazione di opere pubbliche (circa 3.215 milioni, grazie anche all’apporto di capitale privato ivi previsto) – sono destinate a finanziare i più importanti settori di intervento dell’Amministrazione che hanno un impatto forte ed immediato sulla qualità della vita nella città:

BILANCIO 2005: le spese distinte per settori

SETTORISpese in conto

capitale per investimenti*

Spese correnti per Beni e Servizi** Totale

Trasporto pubblico e metropolitane 503.711.774,28 488.079.056,95 991.790.831,23Riqualificazione urbana e periferie 804.290.696,91 109.576.509,96 913.867.206,87Sicurezza e Viabilità 680.437.099,84 90.031.832,34 770.468.932,18Sociale 428.230.106,20 286.904.383,82 715.134.490,02Scuole e asili nido 154.970.456,41 203.403.133,41 358.373.589,82Amministrazione e gestione 0,00 337.142.841,92 337.142.841,92Mercati e attività produttive 256.023.947,00 21.155.396,05 277.179.343,05Cultura e sport 69.476.196,53 114.351.202,47 183.827.399,00Ambiente 123.371.015,98 40.444.240,30 163.815.256,28Progetto “Campidoglio 2” 66.484.420,00 0,00 66.484.420,00Illuminazione Pubblica 29.781.836,33 33.415.186,89 63.197.023,22Altri 97.411.722,08 1.726.205,47 99.137.927,55TOTALI 3.214.189.271,56 1.726.229.989,58 4.940.419.261,14* le spese per investimenti sono indicate al lordo delle risorse derivanti dagli interventi dei privati (project financing, punti verde qualità, parcheggi, lottizzazioni convenzionate, opere a scomputo, ecc., per circa 1.600 milioni di euro) e al netto di quelle destinate all'acquisto di beni strumentali. ** le spese correnti sono riportate al netto delle spese per il personale (circa 1.150 milioni di euro) e di quelle per oneri finanziari, imposte e tasse, oneri straordinari, fondo di riserva, ecc. (per complessivi 560 milioni di euro circa).Elaborazione: Direzione Investimenti e Finanza del Comune di Roma

a) il settore del Trasporto pubblico e metropolitane prevede interventi che sviluppano la rete cittadina su ferro e investimenti sul trasporto pubblico di superficie attraverso il potenziamento e il rinnovamento della flotta autobus e tram dell’ATAC, nonché le spese per il Contratto di Servizio stipulato con ATAC finalizzato al funzionamento quotidiano dell’intero servizio pubblico di trasporto. Per questo settore è previsto il 20,1% del bilancio comunale, oltre 500 milioni di euro di investimenti e circa 490 milioni di parte corrente per l’acquisto di Beni e Servizi, per una cifra complessiva che sfiora il miliardo di euro;

b) il settore della Riqualificazione Urbana e delle Periferie si riferisce ad interventi finanziati da risorse destinate alla riqualificazione del Centro Storico, della città consolidata dentro e fuori le mura e dei quartieri periferici ed ultraperiferici, anche attraverso la partecipazione di capitale privato previsto dai Programmi di Recupero Urbano (Acilia Dragona-Corviale-Magliana-Labaro Prima Porta-

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Palmarola Selva Candida-Primavalle Torrevecchia-Laurentino-Tor Bella Monaca-San Basilio-Valle Aurelia-Fidene Val Melaina) sottoscritti ai sensi dell’art. 11 della legge 493/93. Si tratta del 18,5% delle risorse previste in bilancio pari ad oltre 800 milioni di investimenti e a circa 110 milioni di spese correnti per Beni e Servizi, per un totale di circa 915 milioni di euro;

c) la Sicurezza e Viabilità riguarda le risorse destinate al funzionamento del Corpo di Polizia Municipale, risorse investite nella manutenzione ordinaria e straordinaria della rete stradale, la costruzione di nuove grandi infrastrutture viarie e risorse previste per accrescere l’offerta di sosta attraverso investimenti per la realizzazione di nuovi parcheggi di scambio. Per la sicurezza e viabilità è impegnato il 15,6% del bilancio comunale, ovvero oltre 680 milioni di euro di investimenti e circa 90 milioni di parte corrente di spese per Beni e Servizi per complessivi 770 milioni di euro;

d) il settore del Sociale impegna risorse che supportano le politiche di programmazione e gestione del sistema integrato dei servizi alla persona e risorse finalizzate alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edilizia residenziale pubblica e all’acquisizione di nuovi alloggi di edilizia popolare, nonché risorse dedicate a supportare le politiche abitative nel loro complesso. Per questo importantissimo settore che tanto incide sulla qualità della vita di decine di migliaia di cittadini romani, il Comune di Roma stanzia il 14,5% delle risorse allocate in bilancio, pari a circa 430 milioni di euro di investimenti e oltre 285 milioni di parte corrente per complessivi 715 milioni di euro;

e) il settore della Scuola e degli Asili Nido utilizza risorse che permettono il funzionamento generale di questo essenziale servizio pubblico, il trasporto e la mensa per gli alunni, la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici e l’ampliamento dei posti a disposizione negli asili nido. Si tratta di risorse finanziarie pari al 7,3% del bilancio comunale, ovvero di circa 360 milioni di euro complessivi tra spese correnti per Beni e Servizi, che sono pari a circa 205 milioni di euro, e spese per investimenti pari a 155 milioni di euro;

f) il settore delle attività produttive prevede finanziamenti per le attività a supporto del commercio e dell’artigianato e l’impegno di risorse destinate allo sviluppo della rete commerciale e produttiva, anche provenienti da capitale privato diretto alla costruzione di nuovi mercati rionali. La previsione di spesa per questo settore rappresenta il 5,6% del bilancio, circa 256 milioni di euro di investimenti e 21 milioni di parte corrente di spese per Beni e Servizi per un totale di oltre 277 milioni di euro;

g) i settori che comprendono progetti mirati alla protezione e allo sviluppo dell’Ambiente e progetti relativi alla cura e valorizzazione dei beni culturali. Nei due settori sono impegnate rispettivamente il 3,3% e il 3,7% delle risorse previste nel bilancio, per complessivi 348 milioni di euro circa, dei quali 194 milioni previsti per gli investimenti e 154 milioni di euro di spese correnti per Beni e Servizi;

h) un progetto speciale per l’Illuminazione Pubblica con l’obiettivo di proseguire il completamento della rete entro il 2005, ovvero100 chilometri di strade illuminate l’anno e l’obiettivo di mantenere in efficienza la rete esistente. Su questo progetto è prevista una spesa per l’1,3% delle risorse di bilancio, pari a circa 30 milioni di euro di investimenti ed oltre 33 milioni di euro di parte corrente per Beni e Servizi;

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L’articolazione percentuale delle spese complessive previste, distinte per settori di intervento (di parte corrente e per gli investimenti), impegnate dal Comune di Roma nel 2005 è ben evidenziata nel grafico riportato di seguito.

Elaborazione: Direzione Investimenti e Finanza del Comune di Roma

Ora vediamo, nel particolare, i progetti strutturali, da finanziare con spese di parte corrente, per i quali l’attuale Amministrazione capitolina intende segnare il proprio indirizzo per l’impegno da sostenersi nel prossimo triennio.

5.1.1 Verso l’apertura di nuovi servizi destinati alle bambine, ai bambini e alle famiglie romane

Nel prossimo triennio, sul tema fondamentale delle politiche di promozione per l’infanzia e per la famiglia, le attività dell’amministrazione capitolina si svilupperanno su diversi fronti:

1) la realizzazione nel 2006 del “Baby Integrated City Assistance” (BICA). Il progetto prevede l’apertura di strutture attrezzate per l’accoglienza e l’intrattenimento di neonati e bambini in luoghi strategici della città (parchi gioco, stazioni, ecc.) e il funzionamento di un call-center in grado di fornire tutte le informazioni inerenti il mondo del bambino;

2) lo sviluppo degli “Sportelli della famiglia” che in ogni Municipio rappresenteranno il punto di informazione e di orientamento sulle norme e sui provvedimenti nazionali, regionali e locali in materia di politiche familiari e per l'accesso ai servizi rivolti alle famiglie;

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3) la costruzione del “Sistema Informativo Sociale”, un web cittadino che dovrà integrare e rendere disponibili le informazioni relative ai servizi sociali attivi a Roma e, nel contempo, registrare richieste ed esigenze delle famiglie;

4) l’ampliamento del circuito cittadino delle Ludoteche a gestione comunale e privata, secondo il Regolamento approvato lo scorso anno. In particolare verranno completate e aperte le seguenti grandi strutture dedicate ai bambini e alla cultura del gioco:

a) nel 2006 entreranno in attività la Casina di Raffaello all’interno di Villa Borghese e il complesso costituito dalla Limonaia e dal Villino Medievale di villa Torlonia. Si tratta di due grandi ludoteche cittadine, uniche per la collocazione e per la qualità delle proposte, destinate a divenire un riferimento culturale, formativo e gestionale per altre realtà nazionali ed internazionali;

b) nella Cascina Floridi, all’interno di Villa Pamphili, avrà sede il Museo Maria Signorelli dedicato al teatro per bambini e nato in seguito alla donazione da parte degli eredi Signorelli di una raccolta di 5.000 pezzi tra burattini, fondali e materiale di scena;

c) il complesso delle Scuderie di Villa Ada ospiterà il Museo del Gioco e del Giocattolo con una collezione di oltre 30.000 pezzi, una delle più ricche e prestigiose del mondo.

5) le attività di promozione e coordinamento dei lavori del Consiglio dei Bambini, l’organo rappresentativo di partecipazione dei bambini di Roma al governo della città;

6) il potenziamento dei progetti culturali e socio-assistenziali già avviati, come lo Scuolabus a piedi, la Giornata dei Diritti dei Bambini, il servizio di prevenzione degli abusi sui minori “Pierino e il Lupo”, il servizio di clown-terapia e ludo-terapia nei reparti pediatrici degli ospedali, il festival di teatro “Sipario Magico”, la stagione musicale “Tutti a Santa Cecilia”, il programma di riqualificazione edilizia “Piccoli Condomini in gioco” con l’individuazione, all’interno delle aree condominiali, di spazi da destinare al gioco libero dei bambini.

5.1.2 Gli interventi per il potenziamento della rete dei servizi educativi

Nel settore degli interventi destinati al potenziamento della rete dei servizi educativi, le previsioni per il triennio 2005-2007 possono essere riassunte nei seguenti punti:

a. potenziare la rete dei servizi educativi per la prima infanzia proseguendo nel piano straordinario messo in atto a partire dal 2001 e che ha finora portato ad un aumento di oltre il 50% dei posti disponibili, passati da 8321 a 12.520 nel corso di quattro anni, con una maggiore ricchezza e flessibilità dell’offerta, in grado di incrociare le richieste delle famiglie con crescente attenzione e adeguatezza.

Nel prossimo triennio verranno portati a termine i bandi di gara già indetti dal Comune di Roma per la realizzazione dei nidi aziendali, secondo un programma che, una volta completato, prevede l’apertura di 40 strutture e un’offerta di circa 1000 ulteriori posti nido. Per l’anno 2006 è previsto un ulteriore, consistente

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incremento dei posti disponibili a seguito dell’apertura di nuovi nidi comunali e l’ulteriore estensione dell’accreditamento e del convenzionamento di strutture private.

b. Anche nel caso dell’offerta educativa della scuola dell’infanzia, proseguirà l’impegno per il potenziamento del servizio, che dall’anno scolastico 2001-2002 ha fatto registrare una crescita costante di tutti gli indicatori, primo fra tutti l’aumento delle sezioni a tempo pieno (sempre più richiesto dalle famiglie) con 192 nuove sezioni in più per 4.800 bambini. Nei prossimi tre anni è in programma l’apertura di nuove scuole, il potenziamento degli organici, l’aumento dell’offerta del tempo pieno, l’incremento del sostegno a favore dei bambini diversamente abili, la formazione delle insegnanti.

c. Proseguirà inoltre, secondo l’impegno istituzionale cui è chiamata l’amministrazione comunale e secondo le linee tracciate negli anni scolastici precedenti, il lavoro dell’assessorato per i servizi di supporto alla didattica, per la refezione (140.000 i bambini utenti lo scorso anno, e pasti esclusivamente biologici) e il trasporto (14.600 utenti), le attività integrative scolastiche, per i progetti relativi alla multicultura e alla storia, la fornitura gratuita dei libri di testo per le scuole elementari, l’erogazione di buoni libro e di borse di studio in favore delle famiglie disagiate (42.000 nell’anno scolastico 2004-05), per l’integrazione dei minori in condizioni di disagio fisico o sociale.

Impegno dell’amministrazione resta la costruzione, anno dopo anno, di una rete di opportunità educative tesa dalla scuola dell’infanzia ai licei, e che offra agli studenti romani di vivere la loro città come un grande laboratorio che produce interessi e cultura a misura e a portata di tutti.

L’espansione dei servizi nella fascia materno-infantile, che l’Amministrazione ha fra le più alte priorità non solo per obiettivi di equità ma anche per sostenere l’obiettivo di crescita dell’occupazione, in particolare femminile, rischia di trovare un limite oggettivo e invalicabile nella riduzione delle risorse correnti del Comune.

L’espansione della spesa corrente nel comparto, in particolare di quella del personale, e soprattutto di quella relativa alle supplenze, procede a ritmi non compatibili con le risorse del bilancio e rischia perciò di porre un freno all’espansione dei servizi, nonostante questi siano sottodimensionati rispetto alla domanda esistente e potenziale.

Obiettivo prioritario dovrà quindi essere quello della massima razionalizzazione ed efficienza della spesa, in modo da ridurre i costi unitari dei servizi tramite adeguati processi di riorganizzazione sia del comparto della scuola materna che di quello degli asili nido, a partire dalla necessaria riduzione della crescita anomala e preoccupante del costo delle supplenze.

5.1.3 Le politiche per il lavoro, lo sviluppo e il welfare locale

In una situazione di incertezza sul futuro con tanti soggetti, giovani ma anche meno giovani, costretti ad alternare periodi di lavoro e di non lavoro, la presenza delle

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istituzioni, e, in base alle funzioni attribuite dal nuovo art.118 della Costituzione e dallo Statuto capitolino, la presenza dell’amministrazione comunale deve essere ancora più articolata ed efficace.

Sul tema del welfare locale occorre ridefinire nuove forme di sostegno al reddito intrecciate ad interventi sul campo della formazione e forme di microcredito mirate all’inserimento lavorativo, da incentrare su particolari categorie lavorative e su determinate aree territoriali.

Rispetto ai centri di orientamento al lavoro è utile ricordare che è stata costituita a Roma una rete di 23 Centri presenti nell’intero territorio cittadino con una particolare presenza nelle zone periferiche. Ora si registra la necessità di adeguare le prestazioni e le risorse, ancora inadeguate se rapportate alla capillare diffusione dei centri.

Da un lato si tratta di intensificare le sinergie con i Centri per l’Impiego della Provincia di Roma e con gli interventi messi in campo dalla Regione Lazio, dall’altro occorre destinare risorse per la realizzazione piena del modello organizzativo dei COL.

Le problematiche del lavoro si intrecciano sempre di più con quelle attinenti all’ingresso ed al soggiorno dei cittadini stranieri in Italia. Gran parte del nuovo lavoro creato viene occupato da cittadini stranieri. Occorre quindi calibrare gli strumenti delle politiche attive messi in campo dall’Amministrazione comunale con questa realtà, in particolare attraverso il sostegno alle forme di autoimprenditoria, di formazione mirata e di integrazione socio-lavorativa.

Continuare a garantire l’impegno dell’amministrazione sul versante del recupero sociale dei detenuti è un’altra responsabilità a cui non ci si può sottrarre. Si tratta di una realtà difficile resa peraltro drammatica dal continuo incremento della popolazione detenuta. L’amministrazione ha dato vita ad un Ufficio per la promozione del lavoro per detenuti, detenuti in misura alternativa, ex detenuti, al quale vanno assicurate le relative risorse.

Va poi intensificata l’attività dell’Osservatorio sull’occupazione e le condizioni del lavoro a Roma. In particolare occorre sviluppare l’attività ispettiva – in stretta collaborazione con la Polizia Municipale – sia nel campo dell’edilizia pubblica e privata che nel campo degli appalti e delle convenzioni intercorrenti con il Comune di Roma.

Nella situazione descritta qui sopra, il settore della formazione professionale acquista sempre maggiore rilevanza e la direzione da seguire deve essere quella del rafforzamento e della diversificazione delle attività dei dieci centri di formazione gestiti dal Comune di Roma e di una sempre maggiore collaborazione con la Provincia di Roma e con la Regione Lazio.

Sul versante della cooperazione decentrata, della formazione professionale e del sostegno alla microimpresa, oggi sono molteplici le progettazioni con organizzazioni non governative. Pertanto, al fine di strutturare interventi che abbiano continuità nel tempo, e che incidano su temi scottanti come quello della immigrazione, va ampliata l’offerta di cooperazione, anche alla luce delle recenti decisioni di Giunta che per la cooperazione prevedono una spesa pari allo 0.80% delle entrate correnti.

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5.1.4 La manutenzione dell’ambiente cittadino

Il verdeObiettivo dell’amministrazione è, come sempre, garantire un’adeguata manutenzione degli spazi verdi, con particolare riguardo alle aree periferiche, anche tenendo conto delle imminenti, ampie acquisizioni di aree verdi derivanti da compensazioni quali Pratone delle Valli, Parco del Pineto, ecc.

Inoltre, in considerazione delle generali condizioni fitosanitarie del cospicuo patrimonio arboreo, (Roma possiede circa 150.000 alberi su strada, per uno sviluppo lineare di circa km 4.000) oltre che per ragioni di sicurezza, si rende necessario procedere ad un fitto programma di potature, sostituzioni e messe in sicurezza delle alberature cittadine.

Il progetto TevereSarà necessario prevedere uno stanziamento per il rinnovo dell’affidamento del servizio di navigazione del Tevere, avviato con successo da due anni.

Misure AntinquinamentoIn vista del programma di rinnovo del parco motoveicolare di Roma, da porre in atto con fondi stanziati dalla Regione Lazio a partire dall’anno 2006, sarà necessario prevedere le risorse per un’adeguata campagna informativa come avvenuto in occasione dell’introduzione del divieto di circolazione per i veicoli Euro 0 all’interno dell’anello ferroviario, che verrà appunto esteso ai motoveicoli Euro 0 dal 1 gennaio 2007.

5.1.5 Assicurare lo sviluppo dei servizi culturali

Nel corso del 2005 è stato conseguito l’importante obiettivo dell’unificazione gestionale del sistema civico museale attraverso l’acquisizione del 75% delle azioni della società di servizi culturali Zetema, a completamento di un percorso progettuale impostato nel 2000 e gradualmente sviluppato nel corso dei 5 anni.

La riorganizzazione dei servizi garantisce un miglior livello qualitativo nelle attività di informazione e promozione, nella prenotazione e vendita dei biglietti, nell’offerta di visite guidate e iniziative didattiche varie e, più in generale, nella flessibilità degli orari e nei servizi aggiuntivi e di accoglienza.

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Un ulteriore obiettivo connesso alla riorganizzazione dei servizi culturali consiste nella realizzazione di una card unica integrata per i musei (statali e comunali) e i mezzi di trasporto cittadini, che rappresenterà un momento di semplificazione ed unificazione nell’offerta romana, molto ricca ma frammentata e poco organizzata, nonché un ottimo strumento di marketing culturale e turistico, offrendo la possibilità di differenziazione dell’offerta in base alla segmentazione dell’utenza e la conseguente opportunità di promozione dei siti minori.

Nel triennio 2006-2008 verrà mantenuto il livello complessivo dell’offerta culturale proseguendo nell’impegno che negli ultimi anni ha consentito a Roma di divenire in questo campo un polo di assoluto riferimento nel panorama nazionale ed europeo.

E’ confermata pertanto la realizzazione di grandi eventi internazionali quali il Festival della Fotografia, il Festival delle Letterature, la Notte Bianca e la manifestazione per i giovani, “Enzimi”, così come del programma dell’Estate Romana e delle numerose iniziative culturali diffuse nel territorio cittadino nel corso dell’anno.

Confermato anche l’impegno a sostenere le attività culturali tese a valorizzare la creatività giovanile, lo sviluppo dei sistemi di informazione e il rapporto tra la città e le istituzioni universitarie.

Verrà inoltre consolidata la programmazione nei teatri di cintura inaugurati nell’ultimo triennio nell’ottica policentrica della città: il Teatro del Lido ad Ostia aperto al pubblico nel febbraio 2003 e il Teatro di Tor Bella Monaca completato nel 2004, così come del Globe Theatre, inaugurato nel 2004. Entreranno a regime le attività istituzionali della Casa del Cinema e della Casa del Jazz, nell’ambito del contratto di servizio stipulato con l’Azienda Speciale Palaexpo, cui è affidata sia la gestione attuale delle attività delle Scuderie Papali che i futuri servizi del rinnovato Palazzo delle Esposizioni.

Verrà inoltre potenziata la gestione e la programmazione culturale delle iniziative della Casa delle Letterature e della Sala Polifunzionale S. Rita. Nella prospettiva della creazione di un polo cittadino dedicato al teatro, verrà posta attenzione specifica all’ampliamento della Casa dei Teatri, con la creazione di un palcoscenico estivo, con la ristrutturazione delle Scuderie destinate ad ospitare una sala teatrale e l’utilizzo di ulteriori locali già ristrutturati dall’Amministrazione all’interno di Villa Pamphili.

Viene altresì confermato il sostegno finanziario dell’Amministrazione sia all’Auditorium – Parco della Musica nell’ambito del contratto di servizio con la Fondazione Musica per Roma, sia ai grandi enti pubblici e privati, che realizzano a Roma eventi di livello internazionale: il Teatro dell’Opera, l’Accademia di S. Cecilia, l’Orchestra di Roma e del Lazio, il Teatro di Roma, la Fondazione RomaEuropa per gli eventi di teatro – danza e il Teatro Palladium.

Verrà sostenuta l’attività di studio e di divulgazione del Museo Civico di Zoologia, e sviluppata la collaborazione tra il Museo e la Fondazione Bioparco per una valorizzazione delle potenzialità specifiche, nell’ottica della costituzione di un polo unico per la città di Roma per la politica e la cultura dell’educazione ambientale.

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Continuerà anche l’impegno del Comune in favore dell’imprenditoria culturale per la realizzazione del Salone delle Piccola e Media Editoria, per l’attuazione delle iniziative di comunicazione e promozione per l’offerta cinematografica e teatrale e per le attività della Film Commission.

Per quanto riguarda le attività di promozione dello sport, verrà completato il piano di sviluppo dell’impiantistica sportiva e la valorizzazione dell’associazionismo sportivo per il consolidamento del livello quali-quantitativo di attività e di eventi sportivi cittadini, anche di rilevanza internazionale.

Box n. 5 L’Istituzione Biblioteche di Roma: dieci anni di servizi culturali per l’innovazione e lo sviluppo del territorio

Nella primavera del 2006 ricorrerà il decimo anniversario dalla fondazione dell’Istituzione Sistema delle Biblioteche Centri Culturali. I molti risultati ottenuti in termini di espansione del servizio e di partecipazione dei cittadini e, nel contempo, la necessità di raggiungere territori ancora scoperti e segmenti di pubblico certamente interessati, ma per i quali non vi è ancora una risposta adeguata, prospetta, accanto al perseguimento di una politica di sviluppo delle infrastrutture e dei servizi di base, l’organizzazione di nuovi modelli di fruizione del servizio.

Infatti, il valore aggiunto più importante portato dall’Istituzione è costituito dalla sua forte capacità di sperimentare soluzioni innovative sia sul piano organizzativo che su quello dei contenuti, dalle forme della comunicazione alla costruzione di alleanze strategiche con tutti gli strati della società e con le altre istituzioni che operano al servizio della crescita culturale e della partecipazione intellettuale allo sviluppo della comunità.

Anche i dati sull’andamento del servizio confermano che poche risorse economiche aggiuntive, rispetto allo standard, determinano picchi di risposta dell’utenza estremamente rilevanti.

ALCUNI DATI SIGNIFICATIVI DEL SERVIZIO (DATI 2004):

578.120 documenti (libri, video, cd, cdrom) 1936 posti lettura 188 postazioni multimediali 724.614 documenti prestati nel 2004 (+ 5,6%)

1.388.200 accessi (affluenza del pubblico in biblioteca) di cui:67.501 accessi alle postazioni multimediali 38.077 nuovi iscritti

Utenti delle attività culturali:88.852di cui:28.464 attività con le scuole60.388 attività di promozione lettura

Per il triennio 2006-2008 si conferma, dunque, la scelta di continuare ad investire sui servizi, già espressa nei DPF degli ultimi anni. In particolare, acquistano rilevanza le priorità permanenti dello sviluppo del servizio:

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Bambini, ragazzi e giovani adulti: tutti gli studi convengono sulla rilevanza strategica della conquista dei lettori nelle prime età e cioè nell’infanzia e nell’adolescenza. A questo si farà fronte con il continuo potenziamento dei servizi per questi segmenti di età con un assetto basato su una rete capillare di biblioteche per ragazzi dentro le biblioteche del sistema e in altre sedi offerte dalla scuola e da altre istituzioni e organizzazioni della società civile, librerie, etc.

A supporto di tale rete un Centro specializzato che sappia rilanciare, in nuovi spazi da reperire con urgenza, le funzioni storiche della Biblioteca centrale Ragazzi ed insieme assuma le funzioni di supporto organizzativo e di coordinamento delle azioni rivolte alle giovani generazioni.

Cittadinanza consapevole: le biblioteche sono il luogo di aggregazione per il confronto di idee ed esperienze tra cittadini di ogni età. Sono inoltre il luogo privilegiato di raccolta della produzione intellettuale della comunità locale, di conservazione dei documenti di ogni tipo che concorrono a definire la storia e l’identità dei cittadini che la vivono. Sono infine la finestra sul mondo per capire gli altri e pensare un futuro comune di cui essere protagonisti in prima persona. Per consentire il più vasto accesso a queste opportunità si deve ampliare il numero delle sedi, migliorare quelle esistenti e realizzare alcune strutture di servizio quali il Centro logistico e la Biblioteca Civica Centrale necessarie a svolgere funzioni di supporto alla rete delle biblioteche comunali e a sviluppare funzioni concertate con le altre biblioteche funzionanti in città.

Entro il 2008, pertanto, il raggiungimento di uno standard di qualità delle sedi più adeguato in termini di superfici, collocazione geografica e funzione strategica delle sedi esistenti o di nuova istituzione, l’adeguamento delle biblioteche scolastiche alle funzioni di biblioteca civica, con apertura al territorio, in zone non servite, la realizzazione di una struttura che riunisca le raccolte private più significative di libri donati o ceduti alle biblioteche nel corso di questi ultimi anni e la creazione di un centro logistico per la gestione delle funzioni di supporto (magazzini, trattamento dei materiali, circolazione di materiali ed attrezzature sul territorio urbano etc.), l’implementazione di attrezzature tecnologiche per la gestione dei servizi di biblioteca digitale, la sostituzione della sede della Biblioteca Centrale Ragazzi con altra struttura, che permetta un adeguato dispiegamento delle potenzialità che tale struttura del sistema ormai riveste a livello cittadino e dalla redazione dello studio di fattibilità per l’individuazione di possibili soluzioni per la Biblioteca Civica Centrale, sono le linee di indirizzo delle politiche dell’Istituzione.

Accanto ad esse, particolare rilevanza acquista la grande opportunità costituita dall’investitura di Torino e Roma da parte dell’UNESCO quali Capitale Mondiale del Libro 2006 2007. Le Biblioteche di Roma, sotto la regia dell’assessorato alla Cultura, coordineranno il ricco programma di attività ed azioni innovative.

Box n. 6 L’Auditorium: una leva per la valorizzazione e lo sviluppo del territorio

Nell’ultimo decennio l’orientamento seguito dai grandi comuni italiani nelle politiche di valorizzazione e di sviluppo del territorio è stato quello di intraprendere processi di pianificazione strategica attraverso l’adozione di specifici strumenti che vanno dall’elaborazione di veri e propri piani strategici allo sviluppo di logiche di marketing territoriale.Nell’ambito di tali strumenti la valorizzazione delle risorse culturali ha decisamente assunto un ruolo di primo piano.

In tale contesto l’Auditorium di Roma costituisce un valido esempio di come - nell’ambito di un più generale ridisegno della città e delle sue funzioni - la realizzazione di infrastrutture

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dedicate al settore culturale possa rappresentare una leva importante per la valorizzazione del territorio e lo sviluppo locale.

Molteplici sono, infatti, gli effetti - sia di natura economica che sociale - che un tale investimento è in grado di generare e che si traduce in un’ultima analisi in un importante contributo sia alla crescita del PIL e dell’occupazione, che all’incremento della qualità- fruibilità dell’area urbana e dell’integrazione sociale.

Per meglio comprendere il ruolo di primo piano, sia a livello nazionale che internazionale, che l’Auditorium ha saputo conquistarsi in pochi anni di attività riassumiamo brevemente alcuni dei risultati maggiormente significativi realizzati nel 2004.

Con riferimento agli eventi realizzati nel corso del 2004 questi sono stati 636 - di cui 583 culturali (pari al 91,6%) e 53 di natura commerciale (8,3%) – con un incremento di quasi 45 punti percentuali rispetto al 2003. Rimane dunque indubbiamente forte la vocazione culturale della struttura.

Ancora maggiore è la crescita degli spettatori che nel 2004 hanno preso parte ai concerti e agli eventi a pagamento dell’Auditorium: questi sono infatti passati dai circa 430.000 del 2003 agli oltre 660.000 del 2004 (+53,5%). Un incremento intenso che posiziona, in termini di affluenza, la struttura davanti alla Scala e all’Arena di Verona e che ci segnala come la presenza dell’Auditorium e dell’offerta di importanti eventi abbia stimolato la domanda di cultura.

Sempre nel 2004, inoltre, 127.442 spettatori hanno assistito agli eventi gratuiti o a invito, 65.514 hanno partecipato ai convegni, 20.564 hanno visitato le mostre allestite all’Auditorium e 20.892 hanno preso parte alle visite guidate alla struttura. Sono stati 274.500, invece, gli ingressi stimati al Parco della Musica nel corso del 2004. Di conseguenza i visitatori complessivi della struttura nel 2004 sono stati 1.169.354.

Altro aspetto degno di nota - che fa dell’Auditorium la struttura, per qualità e quantità, più importante a livello nazionale e tra le principali a livello europeo e mondiale - riguarda la vasta programmazione artistica e culturale dell’Auditorium - dalla danza alla musica, dal cinema ai festival di culture europee ed extraeuropee, al teatro - che si è dimostrata in linea con le aspettative che questo ha generato sia a livello nazionale che all’estero.

Di fondamentale rilevanza – soprattutto in considerazione dei tagli dei trasferimenti a favore degli enti locali che inevitabilmente si sono riflessi in minori risorse da destinare alla settore della cultura - la capacità di autofinanziamento che nell’anno 2004 ha raggiunto i 50,01 punti percentuali (era il 42,1% nel 2003), a fronte del 36 per cento circa del Barbican di Londra e del 19,3 per cento raggiunto dalla Citè del Musique di Parigi.

Buoni sono, inoltre i risultati del primo quadrimestre del 2005: gli introiti dei biglietti venduti dalla Fondazione Musica per Roma hanno superato in soli quattro mesi i 700.000 euro, con un incremento di quasi 100 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

5.1.6 Semplificare la fruibilità dei servizi comunali per una migliore qualità della vita

Alle iniziative ormai tradizionali di semplificazione amministrativa, verranno affiancati nuovi progetti, già promossi o in corso di realizzazione che, grazie a un massiccio ricorso alle nuove tecnologie dell’informatica e della telematica, contribuiranno a raggiungere gli obiettivi di efficienza ed efficacia.

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Tra le principali attività, vale la pena citare la definitiva evoluzione del call-center “ChiamaRoma 060606” in un “contact center multicanale”, la diffusione di massa dei servizi on-line garantiti dal Portale Multicanale, l’attuazione del Codice dell’amministrazione digitale (con particolare riferimento al contenuto e alle caratteristiche dei siti internet e all’organizzazione dei servizi on-line), il nuovo regolamento per la gestione dei reclami nel Comune di Roma, l’intensificazione del ricorso alle gare d’appalto on line, l’ampliamento ad altri Municipi degli “Sportello H”, la riproposizione del “Premio Nathan” e del concorso civico “Idee in Comune”, il monitoraggio delle procedure di rilascio, rinnovo e utilizzazione del “Contrassegno speciale di circolazione invalidi”, la messa a regime dello “Sportello unico delle attività produttive”, il coordinamento dell’infrastruttura del servizio “RomaSms”, l’implementazione dei progetti di e-government e di e-democracy a finanziamento nazionale “Prodigit” e “Circolo”, la messa a regime dell’iniziativa “Roma senza fili”.

Per quanto riguarda l’attività informativo-comunicativa, il pacchetto di media gestiti direttamente dalla testata “Comune di Roma” si avvale ormai di un vasto assortimento di canali (home page del sito istituzionale, RadioRomaComune, RomaSms, i periodici “L’evento”, “Live in Roma”, “In Comune”, “Capitolium”, senza dimenticare le tradizionali campagne tramite affissioni nelle strade) tramite i quali ogni giorno l’amministrazione comunale parla in prima persona a un numero di cittadini molto vicino a quello dei lettori dei uno dei primi quotidiani venduti nella capitale.

In questo senso occorrerà garantire la prosecuzione dell’impegno a informare la cittadinanza, non solo sul funzionamento delle istituzioni e dei servizi pubblici, ma anche su tutti quei settori, dal commercio alla cultura, dai trasporti alla salute, di cui il cittadino ha diritto di conoscere le attività nel dettaglio.

Nel quadro delle politiche per le pari opportunità e dei tempi e orari della città proseguirà l’attività degli Sportelli poli-funzionali nei Municipi, degli sportelli “Fuori Orario”, delle Banche del Tempo e del servizio “La porta del diritto”, gestito insieme agli avvocati della Camera di conciliazione dell’Ordine degli avvocati di Roma. Verranno inoltre lanciati il progetto “Cicerone” e numerosi progetti nell’ambito del servizio civile volontario, tra cui quello di formazione “Educare alla pace”.

Tra le attività che nel prossimo triennio verranno portate a termine, alle quali occorrerà pertanto assicurare il relativo finanziamento, vanno segnalate: il riallineamento dell’Anagrafe ai dati dell’ultimo censimento, le indagini statistiche comprese nel Piano statistico nazionale, l’Osservatorio comunale sui prezzi, il Sistema informativo statistico e la relativa banca dati integrata, l’articolazione a livello comunale e sub-comunale dei risultati della ricerca sull’e-democracy a Roma e dell’indagine periodica sul mercato del lavoro a Roma, l’Osservatorio Tempi e orari

5.1.7 I progetti per la sicurezza urbana e la mediazione sociale

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Continua a crescere nella cittadinanza il livello di interesse nei confronti delle politiche della sicurezza e della legalità, oggi percepite come una componente indispensabile della qualità della vita e dei diritti di cittadinanza.

Nel prossimo triennio, su questo versante, verrà portato avanti il progetto “Il Lato umano”, destinato agli adolescenti, che finora ha attivato nei Municipi 20 interventi specifici di sensibilizzazione e di formazione sul tema della legalità.

Dopo le esperienze positive già realizzate nei territori di Quartaccio, Largo Sperlonga, Ponte di Nona, Bastogi, Pietralata e Tor Fiscale, nel 2006, l’amministrazione intende avviare nel I, II, III, XI e XIII Municipio i progetti per l’apertura di sei sportelli di mediazione sociale. Di particolare rilievo è il programma di riqualificazione urbana partecipata, che prevede il recupero socio-ambientale di piccoli e medi spazi urbani di risulta, spesso abbandonati, fonte di degrado urbano e di senso di insicurezza.

Il coinvolgimento dei cittadini nelle varie fasi dell’intervento di recupero, dalla definizione dei progetti al lavoro in cantiere, ha l’effetto di favorire la coesione sociale e genera un “effetto manutenzione” presso la comunità che ha realizzato l’intervento. I progetti completati riguardano il Parco Fluviale di Testaccio, il Parco Barone Rampante, la Cacciarella e Largo Sperlonga.

Mentre è in fase di conclusione il progetto del Borghetto dei Pescatori, l’amministrazione ha in programma altri sette progetti di riqualificazione partecipata da avviare nel 2006: nella Stazione metro a S. Maria del Soccorso (V Municipio), nel Parco Ghetanaccio (XVI), alla Cacciarella (V), all’Infernetto, Dragoncello, Borghetto dei Pescatori e nell’area circostante la Chiesa di S.Francesco nel XIII Municipio.

Proseguirà inoltre l’attuazione di alcuni progetti già avviati per innalzare il livello di sicurezza di aree particolarmente esposte al rischio di degrado sociale: in particolare il Progetto Termini-Esquilino sicuri cofinanziato dalla Regione, il progetto di riqualificazione di Parco Moranti, del Parco fluviale del Tevere a Testaccio e della zona di Ponte di Nona. Infine, secondo la richiesta del Consiglio Comunale, nel 2006 verrà realizzato l’Osservatorio comunale sulla sicurezza.

5.1.8 Verso la definizione e attuazione del Secondo Piano Regolatore Sociale

Il triennio 2006-2008 vedrà la definizione e l’attuazione del secondo Piano Regolatore Sociale alla luce del lavoro di valutazione, attualmente in corso, della prima stagione dei “Piani di Zona” municipali e del primo Piano Regolatore Sociale cittadino.

L’asse degli interventi sarà volto a consolidare e ad estendere la rete di servizi di welfare attivati con il primo Piano, a promuovere nuovi interventi e a dare vita ad un sistema di misurazione della qualità degli stessi. Il nuovo Piano sarà inoltre definito congiuntamente al nuovo Piano triennale cittadino per l’infanzia e l’adolescenza (legge

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Nell’articolazione della rete dei servizi sociali, tesa a garantire una modulazione dell’offerta di sostegno e assistenza capace di rispondere agli effettivi bisogni e nello stesso tempo al desiderio di autonomia del singolo cittadino, un ruolo fondamentale rivestono i servizi legati al welfare di prossimità: a questo proposito le attività riguarderanno l’ampliamento del servizio di Teleassistenza e di Telesoccorso, la messa a sistema del servizio di “dimissioni protette”, l’ampliamento della rete di centri di sollievo e di centri diurni (obiettivo: un centro di sollievo Alzheimer in ogni municipio e una media di tre Centri diurni per anziani fragili per ogni municipio), l’ampliamento delle rete di unità di strada e di educativa territoriali per i giovani, l‘attivazione di un “Fondo per la non autosufficienza” per sostenere le persone anziane e le persone disabili, l’attivazione della centrale operativa per l’Amministratore di Sostegno, l’attuazione del nuovo Regolamento sull’accreditamento dei servizi alla persona, che prevede l’attivazione delle nuove fasce di accreditamento, la ridefinizione dei costi dei ”pacchetti di servizio”, l’ampliamento dell’utenza servita.

Un altro capitolo dell’impegno sociale dell’amministrazione è quello delle politiche di inclusione sociale. Tra gli obiettivi principali, la riforma del sistema dei contributi economici alle persone e alle famiglie, mediante la riforma della delibera 154/97, la sperimentazione e attuazione di un “reddito di cittadinanza” in collaborazione con la Regione Lazio, l’ampliamento dei progetti di inserimento-reinserimento lavorativo e di lavoro protetto, il sostegno all’impresa sociale di tipo B per il reinserimento lavorativo di persone svantaggiate, il sostegno all’inserimento lavorativo e sociale delle persone richiedenti asilo, rifugiate e migranti, la riforma degli interventi di sostegno alle persone affette da HIV, l’attuazione del Piano cittadino per il carcere.

Per quanto riguarda il potenziamento dei servizi del welfare residenziale, verrà realizzata la riforma delle Case di riposo per anziani comunali e l’accreditamento delle Case di riposo private; verranno attivati nuovi moduli di RSA (residenza sanitaria assistenziale) in collegamento con le Case di riposo comunali ed entro il 2006 saranno aperti il primo Centro cittadino per le persone in stato di coma e il nuovo Centro per l’infanzia, dedicato alle famiglie con bambini che sono a Roma per cure sanitarie.

In collaborazione con l’assessorato al Patrimonio verrà attivato un progetto di assistenza abitativa per comunità di anziani e ampliata la rete di appartamenti e di comunità alloggio per il reinserimento di persone ex detenute, madri con bambini, persone con problemi di salute mentale. L’Agenzia comunale per le tossicodipendenze ha inoltre previsto entro il 2006 l’apertura di una nuova comunità terapeutica per i nuclei madre-bambino.

Un’attenzione particolare sarà posta nella programmazione delle attività per gli interventi di emergenza sociale. Verrà rafforzato il servizio della Sala Operativa Sociale, ampliata la rete di accoglienza per le persone senza dimora (obiettivo:10.000 posti), con un nuovo Centro di accoglienza ad Ostia. Verranno inoltre trasformati i campi Rom (obiettivi prioritari: Casilino 900, La Barbuta), rafforzati i progetti in favore delle persone vittime di tratta sessuale e sarà messa a regime la “Piattaforma della

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Solidarietà” insieme alla sperimentazione del progetto “Emporio” Caritas, destinato alle famiglie in condizione di povertà.

Altri obiettivi prioritari sono: l’apertura entro il 2006 di cento “Porte Sociali” per promuovere l’accesso di tutti i cittadini alla rete dei servizi, il consolidamento del servizio di “segretariato sociale” e degli “sportelli H”, la realizzazione del “Registro della solidarietà” per promuovere l’impegno civico diffuso e del progetto “Un amico per la città”.

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5.2 Gli investimenti per la manutenzione e lo sviluppo urbano

Gli interventi di manutenzione straordinaria sulle infrastrutture cittadine e la realizzazione di opere pubbliche poste al servizio della comunità e dei settori produttivi della città possono essere considerati come la macchina motrice messa in moto dall’Amministrazione capitolina a sostegno e per lo sviluppo dell’economia locale.

La forte politica degli investimenti condotta dall’amministrazione negli ultimi anni, assume oggi un particolare significato positivo in quanto, come purtroppo dimostrano tutti gli indicatori, l’economia italiana sta attraversando una chiara fase di recessione tecnica (si veda anche quanto detto al cap. 1).

Infatti, ora non si tratta più di una stima, come ostinatamente veniva affermato pure recentemente da alcuni economisti. Anche l’ISTAT, a giugno, ha confermato i dati negativi desunti dall’analisi sulla ricchezza prodotta già anticipati nello scorso mese di maggio: nel primo trimestre del 2005 il Pil ha segnato un – 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2004, confermando la stessa performance negativa fatta registrare nel trimestre precedente; infatti l’ultimo trimestre del 2004 aveva fatto registrare un – 0,4% rispetto all’ultimo trimestre del 2003, e la somma dei due risultati negativi consecutivi, in termini tecnici, significa recessione.

Fonte: elaborazione su dati ISTAT

Non basta; anche le prospettive non paiono buone, se l’Agenzia di rating internazionale Moody’s arriva ad avvertire che pure nella seconda metà dell’anno “potrebbe registrarsi una ulteriore riduzione dell’attività economica”.

Ecco che, soprattutto in questa delicatissima fase economica, mettere in moto e avviare un robusto Piano degli Investimenti, che riesca anche a trascinare con se – come avviene con il piano del 2005 approvato dal Consiglio comunale lo scorso gennaio – un consistente apporto di capitale privato, significa praticare un’accorta politica economica mirata a far coesistere le prioritarie esigenze degli equilibri finanziari del bilancio comunale con le altrettanto fondamentali esigenze di offrire una boccata d’ossigeno per lo sviluppo economico e sociale e di costruire un permanente miglioramento delle condizioni di attrattività e competitività della città.

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La lettura dei dati del rendiconto 2004 mostra un volume di investimenti finanziati nel corso dell’anno di ben 1,632 miliardi di euro. Si tratta della sostanziale conferma del già notevole risultato raggiunto nel 2003, quando i finanziamenti per investimenti attivati dall’amministrazione fecero registrare un incremento del 69% sul già consistente esito ottenuto nel 2002 che, infatti, aveva già fatto registrare un incremento del 193% rispetto a quello del 2001 (988,2 milioni impegnati a fronte dei 340,8 milioni impegnati nel 2001).

Elaborazione: Direzione Investimenti e Finanza del Comune di Roma

Il suddetto grafico dimostra come le risorse attivate nel 2004 provengono per:

1. 564,6 milioni di euro dal mercato creditizio. Di questi, 60 milioni di euro si riferiscono ad investimenti per il trasporto pubblico locale e servizi connessi, 78,6 milioni ad espropri per opere pubbliche, circa 155 milioni ad investimenti per la viabilità, 25 milioni a investimenti per l’Illuminazione Pubblica (dei quali oltre 10 per nuovi impianti), 18 milioni per l’innovazione tecnologica, circa 47 milioni per gli edifici scolastici, 12 milioni per il patrimonio artistico, ecc.;

2. 830,5 milioni di euro da entrate proprie (corrispettivi per urbanizzazioni nei P.Z., corrispettivi per espropri nei P.Z., corrispettivi per concessioni art.19 Legge 109/94, proventi cimiteriali, alienazione beni patrimoniali, permute, condono edilizio, lottizzazioni convenzionate, contributi per rilascio concessioni edilizie, avanzo di amministrazione, ecc.)

3. 237,1 milioni di euro da trasferimenti in conto capitale, dei quali:

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a. 223,34 milioni provengono da trasferimenti da parte dello Stato. Di questi, 138,7 milioni di euro si riferiscono ad attivazione di investimenti destinati allo sviluppo del trasporto pubblico locale inclusa l’estensione della rete metropolitana (118,7 milioni per la linea C) e 74 milioni sono il contributo dello Stato per Roma capitale che sono finalizzati, tra l’altro, al progetto Campidoglio 2, alla ristrutturazione dell’ex Mattatoio, alla costruzione del depuratore nella zona di Castel di Guido, alla realizzazione dei ponti pedonali della Scienza e della Musica;

b. 9,35 milioni provengono da trasferimenti da parte della Regione: 2,5 milioni è il contributo della Regione per i “contratti di quartiere” (Garbatella, Pigneto, Tor Sapienza, Canale dei Pescatori), 2,2 milioni sono vincolati agli interventi di autorecupero immobiliare e circa 3 milioni di euro è il contributo della Regione per la realizzazione di nuovi asili nido;

c. 4,49 milioni di euro provengono da trasferimenti da parte della Provincia per la realizzazione di progetti nei settori dello sviluppo e protezione del territorio e dell’ambiente e di progetti nel settore sociale.

Per quanto riguarda il grado di finanziamento dei piani di investimento approvati in via definitiva, nonostante le lungaggini e la farraginosità delle procedure previste per la reale utilizzazione dei contributi statali e regionali – si pensi soprattutto alla legge 396/90 per Roma Capitale o alle difficoltà di utilizzazione dei fondi regionali per il Programma di Recupero Urbano previsti dall’articolo 11 della legge 493/93 – l’Amministrazione comunale ha fatto registrare negli ultimi tre anni un notevole miglioramento, fino ad attestarsi con continuità sull’eccezionale risultato del 1999 che, come noto, si riferisce agli straordinari investimenti effettuati in preparazione del Grande Giubileo del 2000.

Elaborazione: Direzione Investimenti e Finanza del Comune di Roma

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Per quanto attiene, infine, i più importanti settori sui quali è stato rivolto il piano di investimenti dell’amministrazione nel corso del 2004, come è ben evidente dal grafico che segue, esso ha riguardato la mobilità, la riqualificazione urbana e delle periferie, la sicurezza e la viabilità, gli edifici scolastici e gli asili nido, la cultura e lo sport, il settore sociale, l’illuminazione pubblica, le attività produttive e l’ambiente.

Elaborazione: Direzione Investimenti e Finanza del Comune di Roma

Il piano degli investimenti triennale attualmente in vigore (2005-2007), per complessivi 5,1 miliardi di euro, conferma e consolida l’incremento delle risorse programmate per investimenti previste nel precedente piano del 2004-2006 che era di 5,5 miliardi.

Le disponibilità per l’esercizio 2005 sono di 3,2 miliardi e non meno rilevanti sono le risorse a disposizione degli uffici per il biennio successivo: 1,1 miliardi nel 2006 e 716 milioni di euro nel 2007.

I più grandi progetti contenuti nel piano si riferiscono alla realizzazione di opere di fondamentale rilevanza strategica per lo sviluppo economico e sociale della città e del suo hinterland. Ricordiamo brevemente i più importanti:

a. il progetto per la costruzione della linea C, con 231 milioni di euro stanziati nel 2005, 391 milioni nel 2006 e oltre 268 nel 2007 per complessivi 890 milioni di euro;

b. la realizzazione della linea B1 da Piazza Bologna a Piazza della Conca d’Oro, con investimenti per 50 milioni di euro nel triennio;

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c. i progetti per l’ammodernamento della linea A; è prevista la spesa di 17 milioni di euro nel 2005, 53 milioni nel 2006 e oltre 28 nel 2007, per un totale di 98 milioni di euro;

d. i progetti per il prolungamento della linea B da Rebibbia al GRA per un investimento nel triennio di 22 milioni di euro;

e. l’acquisto di nuovi treni per le linee A e B con una spesa prevista di 38 milioni di euro nel 2005, 30 milioni nel 2006 e 16 milioni nel 2007, per un totale di circa 85 milioni di euro nel triennio;

f. la realizzazione della via Prenestina bis per una spesa di 6 milioni di euro nel 2005;

g. l’allargamento della via Tiburtina con una spesa complessiva di oltre 35 milioni di euro nel 2005, nonché il progetto del cosiddetto “effetto raddoppio” della via Tiburtina in ambito PRUSST con un investimento, nel 2005, di oltre 10 milioni di euro;

h. i progetti destinati alla riqualificazione delle Stazioni Ostiense per una spesa di oltre 5 milioni di euro;

i. la riqualificazione della Stazione Tiburtina per oltre 19 milioni di euro;

j. l’acquisizione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica, per una spesa di 116 milioni di euro;

k. la costruzione di nuovi asili nido, scuole materne, elementari e medie per una spesa complessiva nel 2005 di oltre 82 milioni di euro, in parte grazie anche all’apporto di capitale privato;

l. interventi in project financing per la costruzione di nuovi mercati rionali per complessivi 234 milioni di euro nel 2005;

m. la realizzazione di 12 nuovi Punti Verde Qualità con un investimento di 100 milioni di euro attraverso l’apporto di capitale privato;

n. il progetto per la realizzazione del “Campidoglio 2”, con interventi complessivi per oltre 66 milioni di euro.

La tabella che segue riporta in modo sintetico in quali settori sono state allocate, nel bilancio del 2005, le risorse gestite dai Dipartimenti e Uffici Extradipartimentali e dai Municipi.

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PIANO DEGLI INVESTIMENTI 2005Articolazione della spesa per Uffici e settori*

Settori Dipartimenti e Uffici extradipartimentali Municipi Totali

Riqualificazione urbana e periferie 802.420.696,91 1.870.000,00 804.290.696,91

Viabilità e sicurezza 635.519.640,19 44.917.459,65 680.437.099,84Trasporto pubblico e metropolitane 503.711.774,28  0,00 503.711.774,28

Sociale 417.844.381,61 10.385.724,59 428.230.106,20Mercati e attività produttive 255.313.947,00 710.000,00 256.023.947,00

Scuole e asili nido 110.522.732,49 44.447.723,92 154.970.456,41Ambiente 121.450.360,58 1.920.655,40 123.371.015,98Cultura 69.476.196,53   0,00 69.476.196,53Progetto Campidoglio 2 66.484.420,00   0,00 66.484.420,00Illuminazione pubblica 29.781.836,33   0,00 29.781.836,33altri 95.971.722,08 1.440.000,00 97.411.722,08Totale generale 3.108.497.708 105.691.563,56 3.214.189.271,56* al lordo dell'apporto di capitale privato (1.601,7 milioni di euro) e al netto delle risorse destinate all'acquisto di beni strumentaliElaborazione: Direzione Investimenti e Finanza del Comune di Roma

Come è evidente da quanto detto finora, la costruzione del programma delle opere pubbliche per il triennio 2005-2007 si è basata su alcune invarianti (realizzazione della linea C della rete metropolitana, avvio del progetto “Campidoglio 2” per consentire il trasferimento ad Ostiense degli uffici comunali di piazza del Campidoglio, la manutenzione straordinaria della grande viabilità e degli edifici scolastici, interventi a sostegno del settore sociale) e sull’esigenza di garantire ai Municipi un’efficace gestione del territorio di competenza.

Per quanto riguarda le esigenze più generali di finanziamento che i diversi uffici hanno avanzato, per la prima volta le richieste sono state valutate utilizzando specifici indicatori di ponderazione (coerenza con i programmi, tempistica, dimensioni dell’intervento, coerenza urbanistica, disponibilità del bene) utili ai fini di un apprezzamento dei progetti il più accurato possibile.

Per quanto attiene alle esigenze rappresentate dai Municipi – utilizzando un metodo innovativo – la costruzione della previsione triennale è avvenuta soprattutto sulla base delle indicazioni fornite dai Municipi medesimi in modo da poter rappresentare le variabili più significative nella realtà municipale, quali la superficie delle strade in manutenzione, nonché le dimensioni dei beni in manutenzione riferite ad alcuni centri di costo (asili nido, scuola materna, scuola elementare, scuola media, edifici non scolastici) come risulta dalle tabelle e dai grafici che seguono.

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Consistenza dei beni in gestione nei Municipi

Strade

Asili Nido

Scuole Materne

Mun.

Superfici strade in

manutenzione(mq.)

%

06 1.400.000 2,6707 1.482.120 2,8303 1.500.000 2,8616 1.680.000 3,2118 1.857.000 3,5508 2.000.000 3,8209 2.000.000 3,8217 2.010.000 3,8415 2.730.000 5,2120 2.800.000 5,3505 3.000.000 5,7312 3.000.000 5,7311 3.050.000 5,8202 3.100.000 5,9210 3.500.000 6,6819 3.500.000 6,6801 4.171.000 7,9604 4.600.000 8,7813 5.000.000 9,55

Roma 52.380.120 100

Mun.Superfici asili nido

(mq.)%

01 2.890 2,5402 4.200 3,6903 630 0,5504 6.450 5,6705 14.750 12,9606 5.907 5,1907 6.112 5,3708 5.080 4,4609 8.800 7,7310 9.000 7,9111 9.000 7,9112 7.500 6,5913 4.000 3,5215 7.200 6,3316 5.600 4,9217 377 0,3318 4.616 4,0619 6.184 5,4320 5.500 4,83

Roma 113.796 100

MunicipioSuperfici scuola

materna e dell'infanzia (mq.)

01 11.58002 10.27003 3.60004 11.79705 26.00006 7.49507 13.19408 20.70809 22.10010 57.00011 18.00012 20.87513 16.30015 16.69316 9.50017 8.07418 15.39019 17.62920 34.600

Roma 340.805

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Superfici strade in manutenzione (mq.)

0,00

1,00

2,00

3,00

4,00

5,00

6,00

7,00

8,00

9,00

10,00

11,00

06 07 03 16 18 08 09 17 15 20 05 12 11 02 10 19 01 04 13

Superfici as ili nido (mq.)

0,001,002,003,004,005,006,007,008,009,00

10,0011,0012,0013,0014,00

01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 15 16 17 18 19 20

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Scuole Elementari

Scuole Medie

Immobili non scolastici

Municipio Superfici scuole elementari (mq.)

01 21.25002 41.45603 20.50004 73.64505 109.75006 67.22707 84.91508 85.50009 93.00010 78.00011 78.00012 77.00013 90.00015 32.75016 26.60017 43.37118 53.60019 47.29220 95.000

Roma 1.218.856

Municipio Superfici scuole medie (mq.)

01 27.500 02 14.690 03 17.500 04 - 05 56.900 06 34.339 07 49.765 08 33.950 09 74.800 10 45.000 11 55.000 12 54.000 13 98.500 15 33.900 16 19.500 17 17.710 18 33.300 19 33.977 20 52.800

Roma 753.131

MunicipioCubature

immobili non scolastici (mc.)

%

01 591.361 5,19 02 30.140 0,26 03 59.000 0,52 04 435.421 3,82 05 1.650.000 14,47 06 648.787 5,69 07 778.000 6,82 08 1.717.000 15,06 09 105.000 0,92 10 821.000 7,20 11 630.820 5,53 12 345.458 3,03 13 1.961.500 17,20 15 475.000 4,17 16 79.500 0,70 17 95.257 0,84 18 266.160 2,33 19 507.000 4,45 20 205.000 1,80

Roma 11.401.404 100

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Vediamo ora, nel particolare, quali sono i progetti per lo sviluppo sociale e la qualità urbana per i quali l’Amministrazione comunale ha in corso la valutazione per l’inserimento nel prossimo Piano degli investimenti 2006-2008. La possibilità di attivare in tutto o in parte questi interventi dipende strettamente dalle possibilità finanziarie attivabili all’interno del vincolo di costanza del debito comunale.

5.2.1 La manutenzione straordinaria della città.

In controtendenza rispetto al rallentamento delle quote degli investimenti effettuati attraverso l’utilizzazione di capitale privato che si registra in Italia, Roma presenta (si veda quanto detto nell’introduzione di questo capitolo), unica realtà nell’intero paese, una continua crescita nella previsione di risorse pubbliche e private allocate in bilancio a questo scopo.

Questa tipo di politica economica perseguita è particolarmente evidente in questi ultimi anni; d’altra parte se da un lato cresce la città e aumentano gli insediamenti residenziali e produttivi, dall’altro occorre necessariamente adeguare il sistema infrastrutturale per garantire lo sviluppo del servizio pubblico e assicurare la mobilità sia pubblica che privata.

Al fine di raggiungere questi obiettivi, nel prossimo bilancio 2006-2008, si cercherà di assicurare gli adeguati investimenti per i seguenti settori di intervento:

Infrastrutture viarie nei quattro quadranti della città:

a) Zona Nord: i) il raddoppio della Via della Pineta Sacchetti, da Via Forte Braschi a Piazza dei Giureconsulti; ii) raddoppio della Via Trionfale, da Via Barellai al G.R.A;

b) Zona Est: i) completamento della Nuova Circonvallazione interna per collegare l’Autostrada A24 alla tangenziale Est all’altezza della Batteria Nomentana; ii) realizzazione della Via Sublata in ambito SDO; iii) realizzazione della via Prenestina bis; iv) allargamento della Via Tiburtina; v) viabilità accessoria al nuovo Piano di Assetto della Stazione Tiburtina.; vi) collegamento di Ponte Mammolo con Viale Ionio sul prolungamento di Via Togliatti (cosiddetto Passante a Nord–Est); vii) Asse viario Est-Ovest, trasversale alla città di Roma, da est ad ovest;

c) Zona Sud: i) cavalcavia dell’Ostiense, collegamento tra la Circonvallazione Ostiense e la Via Ostiense; ii) prolungamento delle complanari A2 – zona Romanina-Tor Vergata; iii) il sottopasso dell’Appia Antica, per il quale appare necessario procedere a una nuova progettazione con modifica del tracciato. L’offerta della Soc. Astaldi pervenuta in risposta all’Avviso Pubblico del Comune ha visto decorrere inutilmente i 12 mesi dalla dichiarazione di pubblico interesse votata dalla Giunta il 28.5.2004 per il reperimento dei fondi necessari alla realizzazione dell’opera. Deve pertanto prevedersi una riconsiderazione generale dell’opera con l’obiettivo di diminuire i costi e l’impatto ambientale sul Parco dell’Appia Antica”

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d) Zona Ovest: i) adeguamento della via del Mare e della via Ostiense, in accordo con il Protocollo d’intesa concluso tra Comune e Provincia. Il progetto preliminare e la variante urbanistica, in fase finale di elaborazione, potranno essere sottoposti all’approvazione del Consiglio comunale alla fine di quest’anno; ii) realizzazione del Ponte di Dragona e viabilità di collegamento con la Fiera di Roma e Dragona. Anche in questo caso il progetto preliminare è alla fase finale di elaborazione e successivamente, assieme alla variante urbanistica, potrà essere sottoposto ad approvazione del Consiglio Comunale; iii) adeguamento del Ponte della Scafa. Sulla base del Protocollo d’intesa concluso tra Comune di Roma, Regione e Provincia, l’amministrazione comunale svolgerà le funzioni di stazione appaltante; iv) adeguamento di via della Magliana; il progetto prevede la ristrutturazione del Ponte della Magliana e della connessa viabilità, compreso il Ponte dei Congressi; v) sottopasso di Villa Doria Pamphili. Nel 2004 è pervenuta all’amministrazione la proposta da parte di privati per la realizzazione dell’opera; è stato costituito apposito gruppo di lavoro interno per la valutazione delle proposte con il supporto della Società Risorse per Roma S.p.A..

Patrimonio edilizio comunale

a) Edilizia scolastica. Nell’ambito del processo di adeguamento, già in atto, del patrimonio edilizio destinato a funzione scolastica, obiettivo programmatico dell’amministrazione per il triennio 2006/2008 è quello di potenziare sia l’attività diretta ad assicurare nuove realizzazioni in nuovi quartieri della città, sia di assicurare l’adeguata manutenzione straordinaria a strutture già funzionanti, come obiettivo massimo, da verificare, secondo la tabella di seguito riportata.

Strutture scolastiche Nuove costruzioni

Manutenzioni straordinarie

Totale interventi

Asili Nido 15 24 39Scuole materne 12 12 24Complessi misti materne e nidi 3 0 3Complessi misti materne ed elementari 0 21 21Scuole elementari 12 46 58Scuole medie 7 27 34Istituti vari 0 2 2

TOTALE 49 132 181

Per il triennio 2006/2008, l’amministrazione intende sviluppare il settore della fornitura in opera di manufatti prefabbricati in materiali biocompatibili di facile istallazione, certificati UNI CEI ISO 9001.

Inoltre la prefabbricazione, peraltro già molto sviluppata in ambito europeo, finito il ciclo vitale del manufatto, consente di procedere alla sua sostituzione integrale senza costosi interventi di manutenzione straordinaria che con il passare degli anni aumentano costantemente con l’aumentare della vetustà dell’edificio.

b) Edilizia residenziale pubblica. Su questo versante, nel corso del triennio 2006/2008, l’amministrazione provvederà al completamento degli interventi già avviati su 53 edifici di edilizia residenziale pubblica e alla costruzione di 2 nuovi edifici.

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c) Edilizia Sociale. In tale settore viene fatta rientrare la manutenzione straordinaria, l’adeguamento e la realizzazione di nuovi mercati, centri sportivi, centri anziani e centri socio culturali. Nel prossimo triennio sono in fase di valutazione gli interventi sintetizzati nella tabella seguente:

Strutture comunali Nuove costruzioni

Manutenzioni straordinarie

Totale interventi

Mercati rionali 6 19 25Impianti sportivi 10 9 19Centri anziani 3 34 37Centri sociali e comunità 0 9 9

Totale 19 71 90

Opere igienico sanitarie

Il programma concordato tra l’Acea ATO 2 e l’amministrazione consente di sviluppare ed adeguare, entro il 2008, il sistema idrico fognario e depurativo del Comune di Roma. Si stima che il programma complessivo richiederà investimenti per 320 milioni di euro, finanziato per 230 milioni di euro dalla tariffa e per 90 milioni con fondi dell’Amministrazione Comunale. “I fondi comunali serviranno per il collegamento di collettori in corso di esecuzione e il completamento degli allacci dei Piani di Zona”. Il piano è articolato su più ambiti di interventi:

a) nuove reti idriche di distribuzione. La realizzazione di nuove reti idriche permetterà di estendere il servizio idrico ai nuclei abitativi di recente edificazione sorti spontaneamente. Nel triennio 2006-2008 il programma prevede la “posa” di circa 142 chilometri di condotte al servizio di 25 mila abitanti. Sono già stati avviati lavori a Casale Nei, Settecamini, Stagni di Ostia, Le Cerquette e Santa Cornelia. Occorrerà ora garantire le risorse per realizzare nuove reti in altri 17 quartieri della città.

b) potenziamento e miglioramento del servizio idrico. Nel triennio 2006-2008 dovranno essere realizzati lavori per la posa di 35 chilometri di condotte di grosso diametro e costruiti nuovi serbatoi per un aumento del 20% delle possibilità di accumulo di acqua.

c) opere fognarie. La città di Roma, grazie agli interventi finora realizzati, è dotata di un efficiente sistema di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane, che serve la quasi totalità del territorio urbanisticamente consolidato, corrispondente ad oltre il 90% della popolazione residente. La restante parte riguarda piccoli insediamenti residenziali (posti in zone ultra periferiche della città) non allacciati alla rete fognaria, ovvero servite da fognature locali non collegate agli impianti di depurazione per i quali fornire il servizio presenta un elevato rapporto tra costi e benefici. Il programma prevede tuttavia un massiccio intervento, riguardante un totale di 24 opere, che estenderà il servizio di depurazione all’intero territorio comunale.

d) integrazione reti fognarie esistenti. Sono in corso interventi puntuali per la realizzazione di completamenti di reti fognarie a servizio dei nuclei abitativi sorti spontaneamente o per l’integrazione di reti già esistenti su tutto il territorio cittadino. A

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questo scopo il programma 2006-2008 prevede il potenziamento degli impianti di depurazione tramite il completamento di 10 interventi nel 2005 e la realizzazione di altri 36 interventi da completare entro il 2008.

e) sicurezza idraulica. Su questo tema il Comune di Roma, pur in assenza di specifiche competenze, ha più volte sollecitato interventi al fine di programmare un piano di interventi tale da eliminare i pericoli di allagamento in alcune aree a rischio (Labaro–Prima Porta, Bagnoletto, Saline e Stagni di Ostia). A dimostrazione della determinata volontà di risolvere i problemi il Comune di Roma ha anche stanziato e messo a disposizione 800 mila euro (sono già disponibili nel bilancio attuale) per realizzare il programma di interventi nell’area di Bagnoletto: già a luglio del 2003, il Consorzio di Bonifica si era impegnato a realizzare le necessarie opere di risanamento. Occorrerà vigilare affinché venga redatto il relativo progetto.

5.2.2 Gli investimenti per lo sviluppo sociale e la qualità urbana

La riqualificazione delle periferie

Su questo versante l’obiettivo dell’amministrazione è quello di confermare e rafforzare il segnale d’attenzione verso il recupero urbano attraverso opere da realizzare in tempi rapidi che possono fornire i presupposti per la riqualificazione anche sociale di questi territori. In questo senso, e considerando le opere già in corso, questi sono i principali progetti:

a. i paesaggi della periferia. Dopo avere avviato una serie di studi su alcuni ambiti periferici da valorizzare che, per l’elevato valore archeologico, ambientale e sociale, sono in grado di assumere un ruolo di centralità e costruire un identità per interi settori urbani, occorre ora passare alla fase di avvio delle opere e che nel triennio porteranno ad enormi cambiamenti negli ambiti prescelti. Le zone interessate sono l’ambito Centocelle- Alessandrino- Tor Bella Monaca- Gabi per il settore est, l’ambito Nomentana – San Basilio per il settore nord, l’ambito del Laurentino per il settore sud- ovest. Per questi progetti sarà importante, oltre che garantire adeguate risorse comunali, sviluppare la capacità di intercettare anche finanziamenti europei, ministeriali o regionali.

b. riqualificazione urbana. Oltre alle numerose piazze ed aree già riqualificate, ai molti cantieri aperti o che apriranno entro l’anno, per il 2006 è previsto l’avvio dei lavori per la riqualificazione di altre 30 piazze nella periferia romana. Ciò sarà possibile recuperando in parte fondi già stanziati ma non ancora utilizzati.

c. autorecupero. Nel programma dell’amministrazione per la soluzione dell’emergenza abitativa si inserisce la delibera di Consiglio Comunale, del 23 maggio 2005 n.110, che individua nell’autorecupero uno degli strumenti principali per affrontare il problema. Per l’attivazione di un programma vasto di autorecupero – che esca dalla fase sperimentale e che diventi vera forma di realizzazione di edilizia residenziale per i cittadini esclusi dall’ERP – è necessario reperire sia i fondi straordinari che gli immobili sui quali poter appunto investire tali risorse.

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Per questo motivo si deve valutare la possibilità di un adeguato stanziamento per ognuna delle prossime tre annualità lavorando anche alla costruzione di opportunità di intercettazione di finanziamenti europei, ministeriali o regionali.

Attualmente il Comune di Roma ha individuato due immobili di proprietà sui quali è possibile finalizzare fondi ai fini dell’autorecupero; si tratta di un immobile situato in via Sandro Giovannini ( IV Municipio) e un altro che si trova in via Sorel ( VI municipio).

d. da “Borgate a Città”: zone O, opere a scomputo e toponimi. Per dare una risposta alle molteplici esigenze di servizi negli oltre 50 piani di zona approvati nelle zone O, il Consiglio Comunale ha approvato la Deliberazione n. 25/2005 che rilancia lo strumento delle opere a scomputo offrendo ai cittadini che si costruiscono casa con regolare autorizzazione la possibilità di aderire ai consorzi di autorecupero.

Oltre alle zone ex abusive già note, a breve l’amministrazione dovrà confrontarsi anche con la nuova realtà dei Toponimi: circa 60 zone, inserite nel nuovo P.R.G., sorte spontaneamente dopo la manovra delle zone “O” ed attualmente prive quasi totalmente di servizi. Queste zone, dopo l’approvazione dei relativi piani particolareggiati, diventeranno a tutti gli effetti “quartieri di Roma” e dovranno essere dotate dei relativi servizi essenziali per la vivibilità dei cittadini. Sarà pertanto indispensabile far fronte alle legittime aspettative di questi cittadini provando, nel prossimo triennio, a varare investimenti in 30 piani di zona, 10 per ogni annualità.

e. contratti di quartiere. Su questo versante si è in attesa del responso da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Regione sulle 17 proposte presentate lo scorso anno. E’ evidente che solo una parte di questi interventi otterranno il finanziamento pubblico; sarà dunque necessario assicurare per gli altri il relativo finanziamento comunale.

f. programmi di recupero urbano. La prima urgenza è la conferma dei finanziamenti comunali per il programma delle opere pubbliche degli Art.11. (Programmi di recupero urbano). Questi programmi, che sono in corso di realizzazione nelle periferie, avranno la massima visibilità nel prossimo anno. I finanziamenti regionali stanno per essere erogati e sono pari ad oggi a circa 80 milioni di euro. Tre programmi sono definitivamente approvati (Palmarola, Acilia e Valle Aurelia) altri sette hanno già stipulato gli accordi di programma (Torrevecchia, Labaro, Fidene, Torbellamonaca, S.Basilio, Magliana, Corviale).

Le politiche urbane per Ostia

Il rilancio di Ostia passa per i l riconoscimento dei punti di forza e delle opportunità che si intende cogliere per riavviare la macchina dello sviluppo, per l’affermazione di un modo nuovo di interpretare e ricondurre ad iniziativa unitaria ciò che esiste avviando precise linee di intervento e possibili azioni. Dopo le operazioni legate ai temi del recupero e della riqualificazione urbana assieme al completamento di insediamenti per

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lungo tempo mantenutisi incompiuti, viene ora aperta la stagione in cui il nuovo PRG può esplicare i suoi effetti aprendo nuovi percorsi per la trasformazione del territorio :

le iniziative del patto territoriale, un completamento e revisione complessiva del sistema delle infrastrutture di

supporto alle operazioni di trasformazione, la sperimentazione di nuovi moduli amministrativi come la Società.

NTI PROPOSTIInterventi proposti riguardano stabilimenti balneari e servizi accessori, Bar, ristoranti, alberghi, villaggi turistici, camping, Agriturismo, Centri commerciali e altre attività commerciali, attività produttive, cantieristica navale, centri sportivi, scuole e centri di formazione, servizi alla persona e servizi sociali, infrastrutture.Nell’aprile 2002 la Giunta Comunale ha definito gli indirizzi metodologici per le politiche urbane per lo sviluppo e il riordino urbanistico di Ostia. In adempimento a tali indirizzi l’Amministrazione ha, fra l’altro, provveduto, a presentare 16 proposte di interventi pubblici, ai fini dell’elaborazione dello schema di Programma Integrato di interventi per lo sviluppo del litorale del Lazio previsto dalla Legge Regionale n. 1/2001.Cinque di questi sono ritenuti prioritari e improrogabili - perché funzionali a supportare le trasformazioni per il riordino urbanistico di Ostia, da attuarsi a mezzo di una Società , quelle previste nel Patto Territoriale di Ostia-Fiumicino, e gli interventi programmati dal Nuovo PRG.Interventi programmati:

1. Nuovo ponte sul Tevere a Dragona e viabilità di allaccio con l’autostrada Roma-Fiumicino e Via del Mare;

2. Razionalizzazione e riqualificazione del tratto urbano della Via del Mare e dell’innesto con la città;

3. Razionalizzazione della viabilità di accesso tra Via del Mare e Ostia Levante con la realizzazione di un cavalcavia: Asse Via dei Rostri – Via delle Fiamme Gialle;

4. Strutture per la messa in sicurezza idraulica della sponda sinistra della foce del Tevere – Fiumara Grande;

5. Sistemazione del Lungomare di Levante da P.zza dei Canotti al dazio: definizione del tracciato viario con creazione e attrezzaggio di aree verdi e parcheggi

L’Amministrazione comunale, con la consulenza e l’assistenza tecnica di Risorse per Roma, ha poi individuato, attraverso uno studio di fattibilità, la strategia di riqualificazione, le leve dello sviluppo sulle quali appoggiare le azioni di riqualificazione, gli ambiti territoriali nei quali avviare programmi di intervento, il quadro economico finanziario e l’assetto societario da attuarsi appunto mediante una Società. In particolare per le aree di Ostia la Società svolgerà contemporaneamente una funzione di ampliamento delle opportunità di riqualificazione del sistema insediativo, di rafforzamento di un processo di sviluppo, di valorizzazione dell’esteso sistema di aree pubbliche presenti.La strategia di intervento della Società passa per l’individuazione di alcuni punti di forza sui quali appoggiare le azioni di riqualificazione del territorio, del lungomare e dei sistemi dell’entroterra.

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Pertanto il progetto della Società è quello di: costituire, attraverso la produzione di attrezzature ed infrastrutture di servizio

lungo il mare, un sistema organizzato per la fruizione del tempo libero; accompagnare le trasformazioni lungo la costa, legate all’identità balneare del

quartiere, ad iniziative per la riscoperta e messa in valore delle altre identità storiche dell’entroterra: Acilia, punto di attestamento dei Romagnoli giunti a Roma per la bonifica, la stazione di Ostia Antica, come porta di accesso verso gli scavi della città romana, connesse al porto antico attualmente nel Comune di Fiumicino;

perseguire la valorizzazione dell’area libera centrale dell’antica stazione in modo che si sovrappongono le identità di luogo del centro città e di intersezione con il litorale, nel quale si offrono occasioni qualificate di ricettività. Infatti l’area è in posizione privilegiata e facilmente accessibile rispetto all’aeroporto di Fiumicino e può offrire un mix di funzioni direzionali e ricettive, inserito in un contesto ad elevata qualità ambientale e ricreativa;

intervenire a favore dell’edilizia residenziale pubblica, anche con interventi di riqualificazione e completamento dell’esistente, in funzione della risoluzione dei problemi dell’idroscalo e per il consolidamento e sviluppo del Villaggio dei Pescatori.

La conservazione e valorizzazione dei beni artistici, archeologici e monumentali

Nel corso del triennio, in particolare nell’annualità 2006, saranno portati a conclusione numerosi progetti impostati all’inizio del mandato con l’obiettivo strategico di ampliare l’offerta espositiva e renderla più rispondente alle esigenze di una moderna metropoli.

Occorre quindi definire i finanziamenti per garantire la prossima apertura al pubblico di nuovi e importanti sedi museali, alcune delle quali dedicate a settori finora trascurati come l’arte contemporanea, la moda, l’utenza infantile e giovanile. Ricordiamo i più importanti: il Museo dell’ Ara Pacis, il Museo dei Fori ai Mercati di Traiano, i nuovi spazi del MACRO presso l’ex-opificio Peroni, il Museo del Giocattolo a Villa Ada, il Parco Archeologico dei Bambini e delle Bambine al Celio, il Museo Bilotti a Villa Borghese, il Museo del Costume e della Moda e il Museo dei Burattini a Villa Pamphili, il Museo e Archivio della Scuola Romana a Villa Torlonia, il nuovo settore del Museo Napoleonico, il Museo Pleistocenico a Casal de Pazzi, la Galleria Comunale di Arte Moderna a Via Crispi.

Sono in corso importanti interventi di scavo e risistemazione delle aree archeologiche centrali: Colle Oppio, Fori Imperiali, Largo Argentina, Circo Massimo e Parco della Caffarella, il cui riassetto permetterà una migliore fruizione e comprensibilità dei siti. Nello stesso tempo ciò permetterà l’integrazione nel tessuto urbano di un grande parco archeologico centrale, sviluppando un progetto nato nel 1887 e mai completamente attuato a causa delle difficoltà connesse all’acquisizione delle aree e della loro integrazione in un insieme organico.

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Rispetto agli interventi destinati alla conservazione del patrimonio storico, monumentale ed artistico è necessario altresì assicurare un potenziamento di risorse economiche per portare a termine lo studio di un progetto di fattibilità per la messa a norma del complesso Monumentale del Campidoglio al fine di individuare i singoli interventi a supporto dell’adeguamento impiantistico. Lo studio di fattibilità dovrà consentire di programmare l’esecuzione dei lavori per fasi, nel rispetto delle esigenze funzionali dell’amministrazione.

Il progetto “Campidoglio 2” e gli altri progetti speciali

Per quanto attiene al progetto “Campidoglio 2”, nell’esercizio 2006 verrà avviato il cantiere per la ristrutturazione del complesso minore dell’ex Manifattura Tabacchi destinato ad accogliere gli uffici dei Dipartimenti III e XIV. Parimenti potrà essere definito il concorso internazionale ed indetta la gara per il progetto esecutivo e la realizzazione dell’opera del programma generale, così come scelta e disposta dal Consiglio Comunale. Il progetto sarà accompagnato dalla realizzazione delle infrastrutture, così da assicurare la funzionalità completa ed integrata dell’opera.

L’esercizio 2006 dovrà inoltre vedere il compimento e l’attuazione di alcuni programmi definiti nell’anno corrente relativi ad esigenze espresse da alcuni Municipi, quali il XX ed il V. Si procederà altresì all’avvio dei progetti per la riqualificazione di Piazza Vittorio, di Casal Bertone, la realizzazione della Casa della Memoria e del Museo della Shoah, la sistemazione e riorganizzazione dei magazzini del Teatro dell’Opera ed altre opere di interesse locale (Asili Nido nel V e XV Municipio, edificio scolastico nell’XI Municipio, etc).

Tali iniziative, pur non assumendo rilevanza nell’ambito della programmazione finanziaria in quanto derivanti da una serie di intese con soggetti terzi all’Amministrazione, consentiranno di conseguire soddisfacenti risultati in termini di risposta di opere pubbliche e di riorganizzazione funzionale di più e diverse esigenze.

Particolare attenzione per i suoi aspetti finanziari, va invece posta sulla realizzazione del protocollo d’intesa con l’Agenzia del Demanio per la valorizzazione degli immobili di proprietà dello Stato.

La definizione degli accordi di programma riguardanti Piazza Verdi, Largo Santa Susanna, via Giulia, ”Le Torri” ex Ministero delle Finanze, costituiscono infatti il presupposto per il verificarsi di entrate già previste per il Bilancio 2006, che costituiscono fonti di finanziamento di numerose opere ed interventi, prima fra tutti l’acquisizione dell’ex Manifattura Tabacchi su cui si fonda l’intero sistema del programma “Campidoglio 2”.

Le politiche abitative e patrimoniali

L’emergenza abitativa a Roma è ormai ai limiti della sostenibilità sociale. Per questo l’Amministrazione ha cercato di affrontare il problema in maniera sistematica, come risulta dalla delibera programmatica del C.C. n. 110 del 2005 che troverà piena attuazione in questo e nel prossimo anno.

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In questi ultimi anni circa 1.571 famiglie hanno ricevuto un alloggio d’E.R.P (edilizia residenziale pubblica) ed entro la fine dell’anno le famiglie saranno circa 2.000. Tali assegnazioni fanno riferimento alla graduatoria del bando previsto dalla Legge Regione Lazio 12/2000, a cui hanno risposto circa 30.000 cittadini.

L’attuazione di programmi innovativi per l’emergenza abitativa, quali gli acquisti da enti previdenziali, modifiche di destinazione d’uso e piani straordinari, è possibile grazie alle risorse provenienti dal programma di alienazione e dalla cartolarizzazione.

La deliberazione n. 139/2001 sulla vendita del patrimonio disponibile del Comune ha guidato il successivo provvedimento di “cartolarizzazione sociale” con caratteristiche del tutto peculiari: ogni vendita destina i ricavi all’edilizia popolare; anziani e famiglie a basso reddito sono totalmente tutelati potendo rimanere in affitto; sono stati applicati gli sconti di tutela e definite convenzioni con il sistema bancario.

Per l’esercizio 2006 dovranno poi essere avviate nuove operazioni finanziarie, in particolare quelle connesse agli accordi sottoscritti con la Regione Lazio, che prevedono finanziamenti per circa 60 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno ulteriori risorse provenienti da dismissioni di patrimonio comunale da effettuare nel corrente anno. A questo si aggiungono iniziative di carattere nazionale, volte al raggiungimento di accordi con alcuni Ministeri, e iniziative dirette dell’Amministrazione per rispondere alla domanda sempre più crescente di edilizia popolare.

Tali risorse aggiuntive potranno essere finalizzate all’acquisizione di unità immobiliari residenziali previste dagli accordi di programma (in corso di definizione), dai cambi di destinazione o variazioni urbanistiche di immobili o aree destinate ad attività terziarie non più rispondenti alle esigenze di una città che sta notevolmente variando la sua composizione settoriale economica.

Gli interventi per lo sviluppo delle attività produttive

I mercati rionaliA Roma l’attività dei mercati rionali rappresenta una realtà economica fondamentale per il commercio nella nostra città. Gli interventi di riqualificazione annonaria rappresentano, quindi, un obiettivo fondamentale con effetti positivi sulla qualità della vita dei quartieri e dei cittadini, anche in ragione della realizzazione di servizi e spazi pubblici e di aree destinate alla sosta (parcheggi ad uso pubblico e privato).

Il programma di riqualificazione dei mercati rionali, avviato dall’Amministrazione comunale, prevede interventi nel medio periodo su:

Mercato Gianicolense. Mercato Appio (area ex deposito Cotral) Mercato ponte Milvio Mercato Trionfale Mercato Platani Mercato Giovanni de’ Calvi

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Mercato Gordiani

Saranno portate a compimento entro l’anno 2006 le progettazioni recanti la realizzazione dei mercati Portuense e Tito Speri; nel biennio 2007-2008 si concluderanno le procedure tecniche per la realizzazione dei mercati: Tuscolano I – Enrico Fermi – Urbano II– Tiburtino II – Latino; mentre, per il mercato Testaccio, opera in project financing, si prevede la ultimazione del primo stralcio polifunzionale (plateatico).

L’ArtigianatoNel prossimo triennio si prevede la realizzazione di almeno tre nuovi insediamenti artigianali produttivi per 200 – 300 imprese. In tale ambito, sarà possibile contribuire allo sviluppo delle singole aziende e alla crescita economico sociale del territorio, favorendo, altresì, il risanamento di ampie fasce della città coinvolte dal fenomeno dell’abusivismo insediativo.

Si procederà a porre in essere quanto necessario alla rivitalizzazione delle imprese artigiane di qualità. Saranno sviluppate azioni di marketing territoriale con campagne di promozione dei prodotti artistici tradizionali, sia mediante la realizzazione di specifici punti di commercializzazione che mediante la promozione presso gli operatori turistici.

Mercato all’Ingrosso delle CarniIl Comune di Roma ha disposto il trasferimento degli operatori del Centro Carni, sito attualmente in Viale Palmiro Togliatti, all’interno del C.A.R. sito nel Comune di Guidonia – Tenuta del Cavaliere. La realizzazione dell’opera dovrebbe essere ultimata nel 2008 ed i costi sono attualmente in fase di valutazione.Mercato dei Fiori

Mercato dei fioriSempre nell’ambito del programma di riorganizzazione, modernizzazione e razionalizzazione della rete distributiva dei Mercati all’Ingrosso, il Consiglio Comunale ha deciso il trasferimento del Centro Ingrosso Fiori nel quadrante ovest della città, in particolare nell’area di Commercity. Tale posizione appare strategica per l’attività degli operatori della filiera florovivaistica che potranno avvalersi della vicinanza all’aeroporto di Fiumicino e ai porti di Roma e Civitavecchia, e del collegamento con il G.R.A. e il nodo ferroviario di Ponte Galeria. È attualmente in corso lo studio di fattibilità, da parte della società C.I.F. S.p.A., per la valutazione tecnico-economica di tale localizzazione.

Affissioni e PubblicitàNel prossimo triennio saranno avviate attività di carattere straordinario legate al procedimento del riordino dell’impiantistica pubblicitaria così come disciplinato dalle deliberazioni della Giunta Comunale n.426/04 e del Consiglio Comunale n.193/04.

In particolare, si procederà: 1. al rinnovo delle concessioni o autorizzazioni per gli impianti pubblicitari validati

nell’ambito del riordino ed al rigetto di quelli non validati;

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2. alla conferma delle condizioni di rinnovabilità per gli impianti di pubblica utilità;

3. alle istruttorie amministrative e tecniche propedeutiche allo spostamento di impianti non conformi al codice della strada;

4. alle verifiche, entro il 31/12/2007, degli impianti autorizzati e rinnovati nella posizione di riordino ricadenti nelle zone vincolate e conseguente loro ricollocazione in altro sito; alla trasformazione impianti comunali da 6x3.

L’Amministrazione proseguirà nell’impegno di valorizzazione delle attività produttive industriali, in particolare nei settori trainanti dell’economia romana quali quelli del terziario avanzato, delle produzioni multimediali, audiovisive e culturali, e dell’industria aereospaziale. A ciò si aggiungerà una particolare attenzione, anche in una logica di sostenibilità ambientale, la valorizzazione della filiera agro-industriale.

Nuovo Piano RegolatoreLe spese per la prosecuzione del lavoro fino alla pubblicazione del Nuovo Piano dovranno essere sostenute fino alla metà del 2007. Andrà poi prevista una riorganizzazione degli uffici per la gestione ordinaria (metà 2007 e 2008) e il potenziamento degli uffici per far fronte al programma degli articoli 11.

Per il 2006 occorrerà un investimento per avviare e rendere ordinari i Programmi integrati che rappresentano l’unico strumento in grado di attivare in modo adeguato risorse private per i programmi delle opere pubbliche di livello municipale.

Si fa presente che dovrà essere prevista la assunzione di tecnici urbanisti e valutatori, (almeno 10 unità) altamente specializzati per garantire l’indirizzo ed il controllo della trasformazione urbana.

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6. La programmazione degli interventi per l’equilibrio del bilancio e l’efficienza della pubblica amministrazione

6.1 La politica delle entrate e la lotta all’evasione

Il recupero dell’evasione ha costituito negli ultimi anni un elemento centrale della politica fiscale dell’Amministrazione, nella duplice chiave di perseguimento di più elevati livelli di equità nel prelievo e di contenimento della pressione fiscale e tariffaria ordinaria. Nel biennio 2003-2004, il volume di recuperi (accertamenti di arretrati e sanzioni, su tutte le risorse comunali) è ulteriormente cresciuto, rappresentando una quota di “autofinanziamento” delle spese comunali ancor più rilevante che nel passato.L’ammontare totale dei recuperi realizzati nel 2004 supera infatti i 160 milioni di euro (oltre il 9% delle entrate tributarie ed “ex tributarie” complessive), a fronte dei 146 milioni nel 2003 e dei circa 100 milioni annui registrati nel biennio 2001-2002.

A tale risultato concorrono tutte le principali entrate comunali, dall’ICI (62,3 mln.), alla Tarsu, (40 mln.) all’Imposta sulla pubblicità (che costituisce la gran parte dei 44 mln. classificati tra gli “Altri tributi”). Anche i recuperi ascrivibili all’attività dei Municipi (Cosap, Tosap e Imposta sulle insegne), si mantengono sull’elevato livello di circa 18 milioni di euro già raggiunto nel 2003. I recuperi riguardanti i due principali tributi comunali, l’ICI e la Tarsu, nonostante l’avvenuta trasformazione della Tarsu in Tariffa Rifiuti già dal 2003, superano i 100 milioni di euro, a fronte del già elevato livello del 2003 (oltre 80 mln.), e si consolidano anche depurando i dati da alcuni fattori eccezionali ed occasionali, quali l’alterno andamento degli accertamenti di quote ICI dovute dall’ATER (ex IACP) e l’imputazione tra gli arretrati ICI 2004 di una quota pari a 6,5 milioni di gettito ordinario ICI 2003 rendicontata oltre il termine di chiusura contabile dal Concessionario della riscossione.

Appare tuttavia crescente la quota di recuperi affidata all’iscrizione a ruolo di avvisi di liquidazione ed accertamento non pagati, frutto dell’attività sviluppata in anni precedenti e non andata a buon fine con il pagamento e l’adesione del cittadino alla richiesta di regolarizzazione. Ciò appare evidente dal maggior valore del ruolo di recupero ICI (circa 23 mln. di euro a fronte dei 12 del 2003) e delle quote relative alle sanzioni iscritte nei ruoli Tarsu (da 7,4 a 17,5 mln. di euro), dovuto appunto alla minor percentuale di adesione del cittadino alla richiesta comunale. Su tali posizioni ci si può attendere una certa dinamica di verifica in autotutela e di conseguente discarico.

Il contrasto all’elusione e all’evasione si conferma decisivo fattore di stabilità anche per ciò che riguarda gli andamenti delle riscossioni ordinarie. Con riferimento all’ICI, di gran lunga il principale tributo gestito direttamente dal Comune – al netto degli accertamenti di somme dovute dall’Ater, che ha avviato dal 2003 la regolazione delle ingenti quote dovute nell’ambito di un accordo ancora in corso di perfezionamento – nel quadriennio 2001-2004 il gettito corrente annuale registra una crescita complessiva di ben 42 milioni di euro, corrispondente ad una moderata ma continua tendenza all’aumento (oltre l’1% annuo). Tale dinamica appare particolarmente importante in considerazione della strutturale staticità della base imponibile dell’ICI, legata al valore della rendita catastale degli immobili, i cui aggiornamenti massivi del periodo 1999-2000 hanno progressivamente esaurito i propri effetti espansivi. Nel periodo in

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questione, inoltre, sono stati attuati diversi provvedimenti di riduzione del prelievo (ampliamento delle agevolazioni sociali e dell’applicabilità dell’aliquota ridotta) e si è sviluppato il processo di privatizzazione del patrimonio immobiliare pubblico che comporta una tendenza alla riduzione dell’aliquota applicata sulle abitazioni.

L’effetto dell’ultimo condono edilizio, che a Roma ha fatto registrare oltre 80.000 domande, non è ancora valutabile con precisione ma ha certamente concorso in modo stabile e ripetibile nel tempo al raggiungimento dei circa 900 mln. di riscossioni del 2004 (al netto della quota ATER).

Il volume di attività dispiegato nel quinquennio 2000-2004 testimonia del solido impianto dell’attività di recupero, che si è consolidata nel tempo ed è stata in grado di competere con la dimensione di massa dei fenomeni relativi ad una platea di contribuenti di oltre un milione di soggetti e ad una materia imponibile tra le più segmentate e diversificate. Nel complesso sono stati inviati ai cittadini oltre un milione tra avvisi formali e solleciti di pagamento bonari. I soggetti coinvolti (singolarmente considerati) sono stimabili in circa 400.000 cittadini.

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Numero avvisi e solleciti emessi Fonte: Indicatori ai rendiconti 1999-2004

  2000 2001 2002 2003 2004 Totale 2000-2004

ICI 127.545 99.369 88.453 125.976 71.791 513.134

Tarsu 16.768 34.685 85.631 90.404 78.282 305.770

Iciap 37.867 33.805 49.915 5.785 - 127.372Municipi (Cosap-Imp.Insegne) 30.000 25.000 30.324 85.324

Totale 182.180 167.859 253.999 247.165 180.397 1.031.600

L’Amministrazione ha potuto contare su due elementi essenziali per l’impianto e il decollo dell’iniziativa di recupero su vasta scala: un apparato regolamentare in continua evoluzione, che ha recepito ed ampliato le possibilità offerte dalla legge in materia di facilitazione alla regolarizzazione spontanea dei cittadini non in regola con le dichiarazioni o i pagamenti, abbattendo nella sostanza tutte le casistiche che un tempo davano luogo alla necessità di applicare sanzioni per infrazioni meramente formali alle norme tributarie; un’infrastruttura tecnico-logistica di supporto, incardinata nella società partecipata Gemma S.p.a., che ha assicurato la necessaria mobilitazione delle risorse e l’allestimento di un adeguato apparato organizzativo.

Il contributo di Gemma Spa, società mista con partecipazione minoritaria del Comune di Roma, affidataria delle attività di supporto all’accertamento delle entrate tributarie comunali, è risultato determinante nel raggiungimento dei risultati descritti, pur risultando caratterizzato nel 2004 da una riduzione del volume di attività. Nel complesso, le attività svolte con il supporto di Gemma hanno determinato nel 2004 l’emissione di circa 180.000 atti (solleciti di regolarizzazione e accertamenti formali), con una diminuzione del 25% rispetto all’attività registrata nel 2003, in parte compensata da una dinamica crescente nel valore medio delle somme richieste e dei pagamenti.Gli avvisi e solleciti alla regolarizzazione inviati in materia di ICI sono stati di circa 72.000 (a fronte dei 125.000 del 2003) e hanno coinvolto circa 28.000 cittadini. Per ciò che riguarda la Tarsu – le cui annualità oggetto di recupero terminano con il 2002 – i recuperi di arretrati (accertati per oltre 40 mln, a fronte dei 33,5 del 2003) segnalano un’accelerazione del percorso di chiusura delle attività di controllo, con l’invio di circa 78.000 avvisi e solleciti (erano stati 91.000 nel 2003). E’ opportuno tuttavia ricordare che tali attività si riflettono in misura significativa anche sui recuperi dell’evasione TaRi, contribuendo alla provvista di risorse essenziali per la stabilità del finanziamento della gestione dei rifiuti.

Gli interventi di Gemma presso i Municipi, a supporto della gestione di Cosap e Imposta sulle Insegne commerciali, hanno potuto contare anche sulle iniziative di razionalizzazione degli archivi e di sviluppo di nuovi strumenti a supporto della

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riscossione diretta (invio di bollettini premarcati in progressiva diffusione presso tutti i municipi). Non possono tuttavia dirsi superate le difficoltà nell’attuazione dei progetti di recupero fiscale sulle entrate decentrate, dovute, da un lato alla necessità di armonizzare in un unico quadro di riferimento le esigenze e le sensibilità di una molteplicità di centri responsabili e, dall’altro, all’insufficiente adattamento degli interventi di Gemma Spa alle esigenze avvertite da ciascun centro.

L’ampia capacità operativa messa in campo nell’ultimo quadriennio è tuttavia rimasta fortemente caratterizzata da processi di controllo di tipo massivo, mirati in maggior misura alla liquidazione di somme dovute da contribuenti già noti, derivanti ad esempio dal mancato recepimento dei differenziali tra rendita catastale definitiva e rendita provvisoria utilizzata per il pagamento dell’ICI, e si è sviluppata invece con minore intensità sulle evasioni ed elusioni sostanziali di base imponibile, sulle quali la crescita di impegno e di risultato appare inferiore alle aspettative.

Non appare pertanto ancora concluso il percorso – pur intrapreso dal 2003 – di diversificazione e specializzazione delle attività e di recupero verso i segmenti di base imponibile più esposti a fenomeni di elusione ed evasione di rilevante entità, quali, ad esempio, le proprietà immobiliari di dimensioni medie e medio-grandi, gli immobili a destinazione “speciale” (grandi immobili commerciali e industriali), le aree fabbricabili e le abitazioni “ex-rurali”, che costituiscono un campo di intervento di notevole entità, considerata l’estensione territoriale del Comune di Roma e che godono di una normativa che lascia purtroppo ampio spazio all’elusione.

I positivi risultati finora ottenuti consentono comunque ampi margini operativi per accentuare il processo di sostituzione delle attività di liquidazione di massa di tipo più semplice con quelle di maggior complessità e più fortemente orientate all’emersione dell’evasione e dell’elusione sostanziali, sulle quali resta rilevante il potenziale di recupero.

Emerge però la necessità di definire con sollecitudine un nuovo quadro organizzativo e strumentale in grado di cogliere in pieno le opportunità offerte. Lo sviluppo dell’azione di contrasto all’evasione nel triennio 2006-2008 vedrà l’Amministrazione impegnata a determinare un contesto favorevole alla mobilitazione di risorse professionali e tecniche e all’investimento in tecnologia, in un settore tuttora poco esposto agli impulsi del mercato, al fine di ampliare qualitativamente l’attività di recupero, diversificando gli interventi verso i segmenti e le aree di materia imponibile a maggior rischio. Tale diversificazione dovrà integrarsi con le iniziative di controllo a minor valore aggiunto, ma di assoluto rilievo per le politiche fiscali dell’Amministrazione, quali i controlli sulle autocertificazioni per l’accesso in condizioni agevolate ai servizi comunali e alle stesse agevolazioni fiscali.

All’indispensabile funzione di recupero attivo di gettito evaso, dovrà inoltre essere con più evidenza associata la funzione di deterrenza, intesa non solo quale dimostrazione della capacità operativa dell’Amministrazione nel condurre i recuperi coattivi, ma anche quale esplicita funzione di comunicazione, assistenza e supporto attivo agli adempimenti relativi alle entrate e alla regolarizzazione spontanea dei cittadini. Si tratta, in sostanza, di valorizzare il contenuto innovativo degli istituti previsti dalla legge e dai

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regolamenti comunali (autotutela, ravvedimento operoso, definizione agevolata delle posizioni relative a tributi ormai soppressi da anni), in chiave di presidio del gettito corrente e arretrato.

Più in generale, il processo di innovazione nell’impostazione dell’attività di accertamento costituirà un elemento qualificante per l’adeguamento della strumentazione a supporto di una politica delle entrate comunale necessariamente complessa, in ragione dell’ampiezza e della segmentazione delle platee contributive.

Le principali linee direttrici per attivare una nuova strategia delle entrate comunali possono essere così sintetizzate: maggiore integrazione tra le attività ordinarie attualmente svolte dal

Dipartimento II e dagli altri centri responsabili della gestione delle entrate comunali, caratterizzate da specifici sistemi organizzativi e tecnologici, con i processi collegati alla lotta all’evasione, al fine di ottimizzare l’obiettivo qualitativo di semplificazione degli adempimenti per i cittadini e migliorare la capacità di prelievo;

innovazione di processo nelle attività di accertamento, soprattutto per quanto riguarda l’ICI, con l’introduzione di un modello di controllo più flessibile ed adattabile ai cambiamenti intervenuti nella composizione della proprietà immobiliare e delle previsioni del nuovo PRG comunale, nonché alla crescente necessità di strutturare le entrate proprie come il perno prioritario delle finanze comunali nel suo complesso;

strutturazione di un monitoraggio continuo del territorio per il settore COSAP ed ICP, secondo piani di zona predefiniti, finalizzato al contrasto dell’abusivismo ed in attuazione di metodologie e procedure di intervento innovative e tecnologicamente supportate, in grado di assicurare una continuità nel processo di accertamento anche con l’ausilio della polizia municipale;

miglioramento qualitativo dell’azione di accertamento per rafforzare l’effetto dissuasivo e di adempimento spontaneo da parte dei contribuenti. In tale ottica appare cruciale lo sviluppo di una apposita attività di analisi sul comportamento di singole fasce di contribuenti, per approfondire le conoscenze sul fenomeno evasivo/elusivo;

miglioramento della qualità della predisposizione degli atti di difesa relativi al contenzioso tributario, per garantire il buon esito dell’azione amministrativa.

L’orizzonte organizzativo che appare praticabile, nel rispetto di ovvi vincoli di stabilità e continuità del servizio attualmente reso, vede l’acquisizione del pieno controllo comunale sull’attuale settore di Gemma S.p.a. che si occupa dei Servizi tributari ( a tal fine la Giunta Comunale ha deciso la costituzione della Società Roma Entrate Spa da sottoporre al Consiglio Comunale). La totale partecipazione pubblica nel nuovo organismo, oltre a garantire l’orientamento certo della gestione aziendale al perseguimento delle politiche comunali, permetterebbe di dare risposta ai più articolati fabbisogni espressi dal Comune, sia in termini di miglioramento sostanziale dei servizi offerti che di ampliamento delle attività.

Lo scenario delineato si associa ad un più esteso e coerente utilizzo degli strumenti regolamentari allestiti negli scorsi anni in materia di esercizio ampio dell’autotutela, di trasparenza e semplificazione degli adempimenti richiesti ai cittadini, di incentivazione alla regolarizzazione spontanea. Da ultimo, il cosiddetto “ravvedimento operoso lungo”,

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strumento regolamentare introdotto nel 2005, che consente di usufruire di riduzioni delle sanzioni fin qui non ammesse in caso di regolarizzazione spontanea, anche oltre i termini relativamente ristretti del “ravvedimento operoso”, cioè anche oltre un anno dal termine del pagamento dovuto, e costituisce un ulteriore stimolo alla chiusura di ogni possibile controversia fiscale, attraverso un pagamento spontaneo comprensivo di sanzioni e interessi fortemente ridotti.

L’integrazione dei sistemi informativi a supporto delle Entrate del Comune di Roma (informazione e servizi al cittadino, accertamenti e controlli, riscossione, imputazione in bilancio) e la costituzione di un’Anagrafe tributaria comunale in grado di fornire servizi a tutti i centri responsabili e a tutte le fasi della gestione delle entrate, costituisce un obiettivo strumentale essenziale per il mantenimento e lo sviluppo degli standard raggiunti, sia sul piano delle quantità, sia con riferimento alle attività di servizio verso i cittadini e verso gli uffici comunali.

Lo sviluppo dell’azione di recupero potrà contare inoltre sui nuovi strumenti di impulso alla verifica della correttezza delle rendite catastali introdotte dalla legge finanziaria per il 2005 anche per effetto della spinta proveniente dai comuni e dallo stesso Comune di Roma. Le evidenze sulle sperequazioni delle rendite catastali attualmente attribuite, che classificano in taluni casi come edifici ordinari o fatiscenti immobili di grande pregio e elevata valorizzazione economica, hanno spinto il governo e il legislatore all’emanazione di norme di intervento urgente (i commi 335 e 336 dell’art. 1 della l. 311/04), che – sebbene non potranno portare all’auspicata revisione generale degli estimi catastali, mai progredita dopo il DPR 138/98 che ne stabiliva i contorni – tuttavia permetteranno di mettere mano alle disuguaglianze più vistose ed intollerabili sul piano dell’equità fiscale.

A tale scopo appare utile separare le diverse attività attualmente concentrate nella società Gemma e precisamente:

- attività tributarie- attività del territorio

La prima categoria verrà internalizzata e quindi gestita da una società di scopo opportunamente costituita e di esclusiva proprietà del Comune di Roma attraverso apposita acquisizione di ramo di azienda da Gemma spa.Di contro per la seconda attività appare utile mantenere l’esternalizzazione e si dovrà quindi procedere per l’affidamento del servizio a bando di gara che dovrà prevedere:

anche adeguati meccanismi di premialità e di valutazione per le professionalità e le competenze dei lavoratori,

durata dell’affidamento del servizio non inferiore ad anni sette al fine di rendere possibile l’ammortamento delle spese di avviamento del processo previo accertamento delle necessità della prosecuzione per tale periodo dei servizi da parte dei competenti uffici dell’Amministrazione Comunale.

Il Comune di Roma intende utilizzare con gradualità ed equilibrio i nuovi poteri di impulso, intervenendo su alcune aree urbane nelle quali sono più frequenti le classificazioni catastali incongrue e su categorie immobiliari nelle quali si concentrano le mancate dichiarazioni in catasto dei cambiamenti di destinazione d’uso o delle ristrutturazioni edilizie intervenute negli anni. In questo ambito potranno essere previsti

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dispositivi di mitigazione del carico fiscale per quegli immobili che – in tanti casi senza l’attiva volontà dell’attuale possessore – in base alle norme di legge introdotte con la Finanziaria dovrebbero essere oggetto di richiesta di arretrati e sanzioni per l’ICI aggiuntiva derivante dalla revisione della rendita. Tali dispositivi dovrebbero eventualmente essere applicabili a fronte di una spontanea dichiarazione e definizione in misura ridotta dei pagamenti comunque dovuti.

Il mancato trasferimento delle funzioni catastali ai comuni (D.lgs. 112/98), previsto al febbraio 2004 e poi prorogato al febbraio 2006 (DPCM 20 luglio 2004), non permette di cogliere in pieno i benefici che sarebbero derivati da una più stretta integrazione delle procedure comunali in materia urbanistico-edilizia con le conseguenti revisioni catastali. Tuttavia, le iniziative in materia di revisione e verifica delle rendite, insieme alle attività di allineamento dei dati a supporto delle attività di controllo fiscale, potranno contare su un protocollo d’intesa tra il Comune e l’Agenzia del Territorio in fase di avanzata definizione. Nell’ambito di tale accordo potranno svilupparsi anche sperimentazioni avanzate in tema di decentramento funzionale e di sportelli sul territorio.

Infine, anche ai fini dell’attuazione delle prescrizioni introdotte in Finanziaria circa l’obbligo di trasmissione all’Anagrafe tributaria degli atti di competenza comunale relativi alle attività edilizie (dichiarazioni di inizio attività, permessi e concessioni, verbali di abusivismo), il processo di integrazione delle informazioni già attivato con la memoria della Giunta Comunale del 1° dicembre 2004, “Collaborazione con il Catasto e attività di controllo fiscale”, permetterà di disporre anche per l’azione di controllo fiscale di un rilevante volume di informazioni attualmente poco utilizzato, che costituirà, al tempo stesso, un forte supporto agli accertamenti e un rilevante deterrente per l’evasione e l’elusione.

Box n. 7 Innovazione e semplificazione nella riscossione delle entrate

L’attuazione della deliberazione della Giunta Comunale n. 884 del 23 dicembre 2003, “Indirizzi programmatici per la semplificazione dei pagamenti richiesti ai cittadini e per l'innovazione dei sistemi di riscossione e rendicontazione delle entrate comunali”, ha già visto importanti realizzazioni, i cui ulteriori sviluppi si dispiegheranno nel triennio 2006-2008. La costituzione di un gruppo di lavoro e di un comitato strategico interdipartimentali (det. Dir. Dip. II n. 134/2004) hanno consentito un’ampia circolazione di informazioni e un soddisfacente coordinamento delle attività di maggior rilievo intersettoriale.Le attività svolte vengono di seguito sintetizzate: Convenzione con Poste Italiane per l’attivazione di servizi aggiuntivi di allestimento di comunicazioni con bollettini precompilati e loro postalizzazione. La prima iniziativa ha riguardato in particolare l’emissione di comunicazioni preventivi con allegati i bollettini di pagamento ai contribuenti in occasione delle scadenze del Canone Occupazione suolo pubblico e dell’Imposta comunale di pubblicità gestite dai Municipi. Tra il 2004 e il 2005 è stata progressivamente coinvolta la quasi totalità dei Municipi; estensione della stessa Convenzione ai pagamenti dovuti dagli utenti dai servizi di assistenza domiciliare alle persone anziane gestiti dai Municipi e coordinati dal Dipartimento V. L’attività ha visto la sperimentazione di un unico conto corrente postale, i cui incassi vengono ripartiti a cura del Dipartimento V tra i diversi centri di ricavo sulla base dei codici di attribuzione inseriti nei bollettini stessi. Il sistema produce con il supporto del Dipartimento II, l’emissione di comunicazioni e bollettini (mensili e trimestrali) a partire dal luglio 2004;

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Convenzione con Sisal-Servizi finanziari, per consentire il pagamento – in occasione della emissione dei bollettini Cosap ed Icp – presso le ricevitorie dei giochi Superenalotto, Totocalcio, ecc., facenti parte del circuito SISAL; attivazione di una convenzione specifica con Poste Italiane (S.I.N.) riguardante la gestione dell’intero ciclo di stampa notifica e rendicontazione delle contravvenzioni destinate a cittadini non residenti a Roma. I nuovi servizi consentono di disporre in tempi brevi della una rendicontazione economica e di notifica sulla base di archivi sia alfanumerici che ottici, e permettono di abbattere i tempi per l’iscrizione a ruolo delle quote non pagate.; convenzione specifica Sisal per il pagamento delle contravvenzioni comunali nelle ricevitorie di tutto il territorio nazionale; attuazione su larga scala della Convenzione con l’Agenzia delle Entrate per il pagamento dell’ICI con il Modello F24, avviata sperimentalmente nel dicembre 2003 ed oggetto di successivi rinnovi. Nel 2004 le somme acquisite via F24 ammontano a oltre 270 mln. di euro pari al 29% dell’intero incasso ICI annuale; sviluppo dei nuovi canali di pagamento telematico previsti e in parte attuati nell’ambito del nuovo Portale del Comune di Roma (Portale dei Pagamenti). Sono stati attivati i pagamenti diretti su Portale dell’ICI, delle contravvenzioni, delle tariffe scolastiche e dei tributi minori, anche in collegamento con servizi di consultazione personalizzata dei documenti. Gli intermediari finanziari attualmente coinvolti (Poste Italiane e Monte dei Paschi) offrono un ventaglio di commissioni diversificato a seconda della modalità telematica utilizzata (carta di credito, carte prepagate, R.I.D. informatico, ecc.). Nel prossimo futuro il sistema si amplierà a ulteriori canali e supporti di pagamento, anche in chiave di attivazione di una più evidente concorrenza tra le diverse condizioni offerte (valore della commissione, ammontare massimo del pagamento, esistenza di liti minimi di costo, ecc.); progettazione della riscossione diretta degli arretrati Tarsu, in corso di avvio, al fine di velocizzare l’incasso, semplificare gli adempimenti dei cittadini e diminuire i vincoli riguardanti la riscossione, limitando i campi in cui è tuttora attivo il rapporto con il Concessionario Monte dei Paschi di Siena; progettazione, in concorso con la Ragioneria Generale, degli interventi informatici e procedurali necessari sul nuovo sistema informatico del Bilancio, in ambiente SAP, per facilitare le attività di regolarizzazione delle entrate riscosse per ruolo, mediante appositi sistemi di classificazione delle quietanze e di segnalazione delle responsabilità distribuite tra i diversi uffici della Ragioneria e gli uffici gestori, in primo luogo il Dipartimento II;

Tali iniziative si inquadrano nel processo di attivazione generalizzata di strumenti diversificati, multicanale e a basso costo per il cittadino, a supporto della riscossione diretta di tutte le entrate comunali, orientato a superare definitivamente il modello basato sull’intermediazione del Concessionario della riscossione. Al completamento di tale processo concorreranno due linee di intervento decisive, di cui si prevede l’avvio o l’impostazione attuativa già nel corso del 2005, l’una interamente fondata su decisioni e risorse in capo all’amministrazione comunale, l’altra legata ad evoluzioni normative ed organizzative di livello nazionale, più volte annunciate, che appaiono oggi in fase di rilancio:- il primo intervento comporta la decisione che appare ormai ineludibile, di abbandonare il modello concessorio per la riscossione diretta dell’ICI, che non trova ormai giustificazioni né nella complessità tecnica delle attività sottostante, né nella difficoltà di assicurare la necessaria accuratezza nelle rendicontazioni, né infine – anche considerando le rilevanti economie ottenute tramite gli accordi intervenuti con il Monte dei Paschi di Siena dal 2003 – nei costi delle attività da sostenere direttamente o con specifici contratti di servizio dal Comune. Tale progetto è attivabile dal 2006, sulla base della mobilitazione di risorse tecnico-professionali interne e di servizi di supporto logistico e finanziario, nel solco di quanto previsto dalla stessa deliberazione G.C. 884/2003. Al fine di disporre di un ampio ventaglio di scelte e di integrare in tutto o in parte i nuovi servizi da acquisire nell’ambito della struttura di supporto finanziario del Comune di Roma, è in corso di definizione – nell’ambito del bando di gara di prossima emanazione sul rinnovo dell’affidamento della Tesoreria comunale – un apposito capitolato riguardante i servizi di supporto alla

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riscossione diretta e dell’ICI in particolare che potranno essere richiesti all’affidatario della Tesoreria;- il secondo intervento si connette al travagliato cammino che dovrebbe portare al superamento del sistema delle concessioni nel delicato settore della riscossione coattiva, che vede tradizionalmente in Italia una davvero scarsa capacità di riscossione delle somme iscritte a ruolo. E’ delle scorse settimane la notizia della ripresa del progetto governativo – più volte annunciato negli ultimi due-tre anni – di integrazione degli apparati dei concessionari in un’unica struttura societaria a maggioranza pubblica.

E’ sperabile che il nuovo assetto organizzativo possa favorire la migliore circolazione di buone pratiche, lo sviluppo di tecnologie innovative, nonché l’individuazione di proposte per un nuovo e più efficace quadro normativo della riscossione coattiva. Tale quadro permette inoltre di ipotizzare in tempi relativamente brevi un nuovo e più incisivo ruolo delle amministrazioni locali – e dei grandi comuni in primo luogo – in un settore che finora è stato completamente estraneo al percorso di maggiore autonomia regolamentare dei comuni in materia di prelievo.

6.2 Politiche tariffarie e sviluppo dei sistemi di agevolazione e tariffazione sociale

Il Comune di Roma ha sviluppato un programma di agevolazioni sociali mirato a distribuire i benefici di tipo fiscale e tariffario su una più ampia platea di famiglie, in base a criteri il più possibile semplici, rappresentativi delle reali condizioni di bisogno e compatibili con gli stringenti vincoli finanziari sulla finanza locale.

Già nel 2002 le agevolazioni sull’ICI e sulla Tarsu, i tributi che coinvolgono la generalità delle famiglie, sono state articolate per soglie di reddito crescenti secondo le dimensioni del nucleo familiare sulla base della scala di equivalenza dell’Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) ed ampliate a nuove categorie di soggetti beneficiabili (presenza di figli minori nel nucleo familiare) e con dispositivi inediti rispetto a quelli in atto in altre città italiane, quali l’introduzione di condizioni per l’esenzione di fatto dall’ICI (aliquota dell’1 per mille e ulteriore detrazione di 154 euro).

Lo stesso dispositivo, già in vigore per la Tarsu, è stato poi applicato alla Tariffa Rifiuti (TaRi) introdotta dal 2003 e gestita dall’AMA.

Nel 2003, in concomitanza con l’aumento del prezzo dei titoli di viaggio ordinari (BIT a 1 euro), è stato introdotto un ampio ventaglio di condizioni di favore per l’acquisto di abbonamenti annuali e mensili, nell’ambito di un quadro tariffario, anche in questo caso, già molto favorevole per ampie fasce di utenti (bambini, studenti, anziani) soprattutto in rapporto alle scelte delle altre città.

Considerando i crescenti vincoli finanziari sulla finanza locale, accentuati, nel caso di Roma, dal mancato riconoscimento delle sue funzioni di capitale della Repubblica e centro del mondo cattolico, la prospettiva di ulteriore sviluppo del sistema delle agevolazioni va orientata su una migliore specificazione dei criteri di accesso alle agevolazioni, un aumento dell’offerta dei servizi da considerare essenziali – quali quelli alle persone anziane e a supporto della coesione sociale sul territorio – ed un’ulteriore differenziazione tariffaria con finalità redistributive.

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Appare inoltre sempre più pressante il tema di una più ampia articolazione delle agevolazioni, così da comprendere – pur nell’ambito di dispositivi di minore intensità – più ampie fasce di cittadini di condizioni economiche medio-basse, che vengono spinte in condizioni di maggior disagio dall’accentuata dinamica dei prezzi di beni essenziali e del mercato immobiliare.

In sostanza, diventa indispensabile, da un lato rafforzare le politiche di selettività differenziate per le diverse categorie di utenza dei servizi comunali, rispetto alle quali l’ISEE assume un ruolo cruciale, dall’altro rafforzare i meccanismi di governance e di monitoraggio delle agevolazioni concesse.

Le implicazioni organizzative e finanziarie di tali fattori sono strettamente legate alla dimensione della platea di utenti che nel caso della Capitale assume una rilevanza particolare.

La tavola seguente riassume i principali criteri di selettività adottati ed il numero di beneficiari per alcuni servizi erogati dal Comune di Roma oggetto di politiche selettive. Le agevolazioni considerate coinvolgono nel complesso circa 370.000 famiglie o utenti singoli.

Tavola 1 – Servizi oggetto di politiche selettive e numero di beneficiari. Anno 2004

Settore/servizio Tipo di agevolazioneRiferimento per

l’accesso/ determinazione dell’agevolazione

Numero di beneficiari

ICI Ulteriore detrazione e esenzione

reddito familiare e possesso della 1a casa e di piccole quote immobiliari

50.000

TaRi Esenzionereddito familiare e

possesso di piccole quote immobiliari

41.000

Trasporto pubblico locale Abbonamenti a tariffa ridotta o gratuiti

reddito familiare e possesso della 1a casa e di piccole

quote immobiliari + giovani,studenti, anziani,

pens. Sociali, invalidi

250.0004

Asili nido Tariffa ridotta o esente Isee 7.109*Refezione scolastica Tariffa ridotta o esente Isee 17.764Trasporto scolastico Tariffa ridotta o esente Isee 1.328

Scuole serali Tariffa ridotta o esente Isee 307

Servizi Anziani Esenzione dalla tariffa e riduzione Isee 3.255

* Tale valore – pari all’80% del totale degli utenti - si riferisce agli iscritti che pagano una tariffa mensile non superiore alla tariffa media

Appare dunque essenziale riflettere sul funzionamento e su una possibile estensione dell’ISEE – prospettiva quest’ultima già sottolineata nel “Piano regolatore sociale” del Comune di Roma – come strumento di selettività per l’accesso alle prestazioni, di semplificazione amministrativa, nonché di monitoraggio e valutazione delle politiche sociali.

L’ampiezza della platea dei beneficiari di agevolazioni o erogazioni costituisce di per sé

4 Dal conteggio (che si riferisce al numero di beneficiari mensili) sono esclusi i bambini fino al 10° anno di età che costituiscono una platea di potenziali beneficiari stimata intorno alle 260.000 unità.

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un indicatore della necessità di rafforzare la governance delle politiche di welfare dell’Amministrazione. Le esigenze prioritarie del Comune di Roma nel triennio 2006-2008 sono sintetizzabili in tre linee direttrici:a) introdurre funzioni unitarie di supporto alla programmazione, attuazione e valutazione delle politiche di agevolazione sociale; b) sviluppare i flussi procedurali ed informativi orizzontali e verticali tra i cittadini e l’Amministrazione e tra i soggetti interni ed esterni all’amministrazione comunale che sono parte attiva nella gestione dei servizi e quindi delle politiche equitative stesse;c) attivare un sistema di controlli adeguato alla dimensione dei fenomeni e in grado di costituire un valido deterrente a dichiarazioni non veritiere e a comportamenti elusivi.

In questo quadro, un più coerente e diffuso ricorso all’ISEE per la valutazione delle condizioni economiche delle famiglie aspiranti ai benefici appare essenziale. In particolare, dovrebbero essere acquisiti all’applicazione dell’ISEE e, contestualmente, alla definizione di politiche tariffarie appropriate i servizi sociali a maggior impatto economico, quali, ad esempio le case di riposo comunali e i contributi alla residenzialità assistita non ancora compresi nell’applicazione dell’ISEE, in armonia con le previsioni del Piano regolatore sociale.

L’azione di sostegno sociale del Comune di Roma deve tendere all’obiettivo strategico di utilizzare l’ISEE quale strumento sintetico per la valutazione economica familiare, opportunamente adattato alle diverse esigenze di area, che unitamente a strumenti di valutazione delle condizioni di bisogno extra-economico, permetta di assegnare un pacchetto di benefici di tipo fiscale, tariffario, contributivo e di accesso gratuito a taluni servizi, articolato a seconda dei bisogni effettivi del nucleo familiare e in grado di tenere conto degli effetti dei benefici stessi. Questo approccio appare inoltre essenziale per tendere al progressivo allargamento della platea dei beneficiari.

La rete di acquisizione delle informazioni sulle condizioni economiche e quindi delle dichiarazioni ISEE, delle dichiarazioni specifiche attualmente richieste in materia fiscale e per i trasporti, nonché delle domande di accesso ai singoli servizi, dovrà pertanto essere allargata a diversi punti di contatto, anche intermediari (CAF, professionisti, associazioni), assicurando comunque:

- un efficiente sistema di trasmissione delle informazioni, che alimenti correntemente il sistema informativo comunale delle condizioni economiche e dei benefici erogati; - una piena aderenza alle specificità introdotte dal Comune di Roma nella definizione del nucleo familiare e nel computo di taluni parametri che concorrono alla determinazione dell’ISEE;- un adeguato livello di operatività e professionalità interno agli uffici dell’Amministrazione e in particolare presso le UOSECS dei Municipi e presso i dipartimenti più coinvolti, così da poter gestire con sicurezza e autonomia i problemi e le eccezioni, che in materia di composizione familiare e di rilevazione degli elementi economicamente rilevanti non sono eliminabili.

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A fronte di un’estensione dei meccanismi di selettività diventa infine fondamentale ai fini della definitiva messa a regime dell’ISEE un visibile e strutturato intervento in materia di controlli con riferimento a:

- predisposizione di un sistema di controllo a più livelli (centrale, dipartimentale e municipale) basato sulle informazioni già a disposizione dell’Amministrazione, sulla scorta degli strumenti e delle procedure utilizzati con successo nell’ambito dell’attività di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, in grado di verificare sul piano formale e della congruità le dichiarazioni ISEE (DSU) presentate per accedere ai servizi ed usufruire delle agevolazioni;- attivazione delle relazioni necessarie per assicurare un limitato ma efficace ricorso alle verifiche sostanziali, che nell’attuale ordinamento possono essere effettuate soltanto attraverso l’impegno della Guardia di Finanza;- ottimizzazione dell’interscambio dei dati con i sistemi informativi gestiti da altri soggetti esterni (Inps, Amministrazione finanziaria, Caf ed altri soggetti erogatori);- ulteriore semplificazione degli aspetti di carattere procedurale per migliorare i rapporti e la comunicazione con l’utenza e per facilitare la correzione spontanea di inesattezze ed errori presenti nelle DSU.

Una specifica riflessione in tal senso riguarda il funzionamento del sistema informativo ISEE gestito dall’INPS, che deve rappresentare uno strumento di semplificazione amministrativa. Dal punto di vista degli enti erogatori, occorre massimizzare le potenzialità insite in tale sistema informativo, con l’obiettivo di un suo utilizzo ai fini di disegno, monitoraggio e valutazione delle diverse politiche e per assicurare la piena disponibilità delle informazioni centralizzate dall’INPS a fini gestionali e di controllo.Inoltre, su un piano più generale, occorre sottolineare l’opportunità di un intervento di attuazione di norme esistenti ma di fatto ignorate, finalizzato ad individuare una struttura di concertazione in grado di sottoporre a verifica lo stato di applicazione della normativa ISEE e a definire gli ambiti di manutenzione e miglioramento, che dovrà coinvolgere i principali soggetti del sistema: ministeri competenti, INPS, regioni ed enti erogatori.

L’ampliamento delle possibilità di utilizzo e di interrogazione del sistema informativo unico da parte dei soggetti erogatori, da un lato, e l’inclusione nello stesso delle informazioni relative alla effettiva concessione delle prestazioni, dall’altro, avrebbero infatti positive ricadute in termini di semplificazione amministrativa, di capacità di programmazione e valutazione dei soggetti erogatori, di controllo della veridicità delle DSU in maniera tale da rendere stabile l’attività di verifica su vasta scala e di aumentare l’efficacia degli interventi di controllo sostanziale5, necessariamente più limitati sul piano quantitativo.

Tra le condizioni di attuazione di tale scenario va infine menzionato il consolidamento del patrimonio informativo sulle condizioni socio-economiche dei soggetti richiedenti benefici a qualsiasi titolo, che devono essere accessibili ed elaborabili presso un unico

5 Gli ultimi dati sui controlli sostanziali sulle dichiarazioni ISEE effettuati dalla Guardia di Finanza evidenziano come nel Lazio all’aumentare dei controlli corrisponda un incremento più che proporzionale delle situazioni irregolari. Tra il 2003 ed il 2004, infatti, la percentuale di positività sui controlli effettuati passa dal 22,7 per cento al 32,1%.

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sistema informativo dedicato, a supporto degli uffici e dei sistemi informatici preposti alla gestione dei singoli servizi, delle attività di controllo massive e della formulazione di proposte di intervento di carattere generale e settoriale. Tale sistema dovrà inoltre costituire il punto di riferimento per l’acquisizione delle informazioni sulle autocertificazioni ISEE e simili acquisite da enti convenzionati nell’ambito di dispositivi telematici certificati, ovvero attraverso l’attivazione di utenze remote del sistema stesso.

Il programma di politiche tariffarie e dis viluppo dei sistemi di agevolazioni e tariffazione sociale fin qui delineato vedranno un impegno dell’Amministrazione già a partire dal 2006.

BOX n. 8 Le agevolazioni su tributi e tariffe a Roma

Con riferimento all’ICI (Imposta comunale sugli immobili), oltre all’applicazione della detrazione di € 103,29 prevista dalla legge per l’abitazione principale, il Comune applica, mantenendola stabile dal 1997, un’aliquota ridotta pari al 4,9‰. La stessa disciplina si applica anche all’abitazione non affittata posseduta da cittadini italiani residenti all’estero, da anziani e da persone diversamente abili residenti presso istituti di ricovero o sanitario.

In aggiunta alla detrazione ordinaria, si applica un ulteriore detrazione €154,94 per i nuclei familiari che convivono con:

- ultrassentenni titolari di pensione o assegni;- uno o più figli minori;- disoccupati o inoccupati in cerca di lavoro da più di 12 mesi al 1° gennaio oppure donne in reinserimento lavorativo;- inoccupati che abbiamo perso le indennità di cassa integrazione o mobilità nel corso dell’anno precedente;- lavoratori in mobilità o in cassa integrazione da oltre 6 mesi al 1° gennaio;- persona diversamente abile con invalidità, certificata da struttura pubblica, non inferiore al 75%.

Per poter accedere a tale beneficio il nucleo familiare non deve possedere - oltre alla casa abitata - immobili con valore ai fini ICI superiore a € 25.822,84, non deve effettuare sublocazione dell’immobile e deve rientrare nei limiti di reddito – che aumentano nel caso di presenza persone diversamente abili – stabiliti a seconda del numero di componenti (cfr. tavola 1, parte 1a).

Dal 2002 è stata introdotta un’aliquota minima dell’1‰ che si aggiunge all’applicazione dell’ulteriore detrazione e che comporta di fatto – nel caso pressoché generale in cui l’abitazione principale abbia una rendita catastale non superiore a € 2.508,53 – l’esenzione totale dal pagamento. Per usufruire dell’aliquota minima le soglie di reddito imponibile rispettano limiti ancora più ristretti (cfr. tavola 1, parte 1b).

La differenziazione delle soglie di reddito familiare a seconda della numerosità del nucleo, introdotta dal 2002, e l’estensione della presenza delle caratteristiche soggettive per l’accesso all’agevolazione ad un qualsiasi membro del nucleo familiare convivente (e non più al solo possessore dell’abitazione), già introdotta nel 2001, hanno comportato un forte ampliamento della platea dei beneficiari delle agevolazioni sociali (ulteriore detrazione ed esenzione): il numero dei beneficiari è infatti passato dalle 25.000 unità del 2001 alle 50.000 unità circa del 2004.

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Nel 2005 sono stati ampliati i limiti di reddito imponibile familiare per accedere all’ulteriore detrazione con o senza applicazione dell’aliquota dell’1‰. Sono inoltre stati aggiornati i requisiti di accesso alle nuove normative sulla disoccupazione e sulla definizione del reddito.

Tavola 1 - Limiti di reddito imponibile familiare6 per accedere alle agevolazioni ICI

Numero di componenti del nucleo familiare convivente

1a - ulteriore detrazione di € 154,94 1b -aliquota ridotta dell'1‰ con ulteriore detrazione di € 154,94

Limiti ordinari (redditi anno 2004)

Limiti in presenza di uno o più persone diversamente abili (redditi anno 2004)

Limiti ordinari (redditi anno

2004)

Limiti in presenza di uno o più persone diversamente abili (redditi anno 2004)

1 componente € 12.115,00 € 21.805,00 € 4.680,00 € 7.960,00

2 componenti € 12.200,00 € 21.960,00 € 7.340,00 € 12.485,00

3 componenti € 14.820,00 € 24.340,00 € 9.570,00 € 16.230,00

4 componenti € 17.840,00 € 29.390,00 € 11.500,00 € 19.560,00

5 componenti € 20.700,00 € 34.020,00 € 13.370,00 € 22.680,00

6 componenti € 23.200,00 € 34.020,00 € 14.980,00 € 25.490,00

più di 6 componenti

aggiungere € 2.085,00 per ogni componente

aggiuntivo€ 34.020,00

aggiungere € 1.670,00 per ogni

componente aggiuntivo

€ 25.490,00

Le agevolazioni sociali si aggiungono alle altre agevolazioni riservate alle abitazioni di proprietà di persone fisiche, la cui tutela si estende non solo ai casi di utilizzo come prima abitazione di altri componenti della famiglia, ma anche al caso di immissione nel mercato dei cosiddetti affitti a “canone concordato” (l. 431/98). In particolare, si applica l’aliquota ridotta del 4,9‰ per le abitazioni date in uso gratuito al coniuge o convivente, o a parenti e affini fino al 2° grado.

Al fine di incentivare gli affitti il Comune di Roma ha previsto:- un’aliquota ridotta del 4,9‰ per le abitazioni date in affitto con contratti a canone agevolato (L. 431/98) da proprietari persone fisiche ed utilizzate dagli inquilini come abitazione principale o come residenza temporanea di studenti universitari fuori sede. La stessa aliquota si applica anche ai contratti ad equo canone ancora vigenti per proroga, nel periodo precedente al materiale rientro in possesso dell’abitazione oggetto di sfratto per essere utilizzata come abitazione principale del proprietario o dei suoi parenti ed affini fino al 2° grado e per le abitazioni destinate all’assistenza alloggiativa e messe a disposizione del Comune per l’affitto a famiglie disagiate;- un’aliquota del 6‰ per le abitazioni di società o enti date in affitto con contratti a canone agevolato (L. 431/98) o ad equo canone ancora vigenti per proroga da proprietari persone giuridiche ed utilizzate dagli inquilini come abitazione principale o come residenza temporanea di studenti universitari fuori sede).E’ inoltre riconosciuta – per una sola volta e per una sola abitazione per ciascun soggetto passivo - una detrazione di € 12,91 per le abitazioni di proprietà di persone fisiche ubicate in edifici che si doteranno di “libretto di fabbricato” entro l’anno. Sono inoltre previste delle agevolazioni sulle attività economiche; in particolare si applica l’aliquota ridotta del 4,9‰ a:- negozi, botteghe artigiane e autorimesse ad uso commerciale condotti direttamente dal proprietario, anche attraverso società commerciali familiari;

6 Il reddito del nucleo familiare è calcolato sommando tutti i redditi individuali dei componenti, al netto degli oneri deducibili, senza considerare la deduzione relativa alla cosiddetta no tax area (reddito corrispondente all’imponibile per le addizionali IRPEF comunale e provinciale). A tale reddito si devono aggiungere i redditi esenti da imposta oppure soggetti alla ritenuta alla fonte o ad imposta sostitutiva.

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- terreni e immobili condotti direttamente per lo svolgimento di attività agricola di coltivatori diretti o di società agricole;- negozi dichiarati di interesse storico.

Dal 2003 la tassa sui rifiuti solidi urbani (Tarsu) è stata trasformata in tariffa rifiuti (Ta.Ri). A differenza di quanto avveniva con la Tarsu, nel caso delle famiglie, il calcolo della tariffa avviene tenendo conto, oltre che della superficie dei locali o delle aree in uso, anche della numerosità del nucleo familiare. Nella tavola seguente vengono sinteticamente riportate le diverse tipologie di agevolazione previste.

Tavola 3 - Tipologie di agevolazioni in ambito Ta.Ri.- abitazioni ubicate ad una distanza dai cassonetti superiore a 1000 metri

riduzione della tassa del 50% della parte fissa della tariffa.

- interruzione del servizio di raccolta dei rifiuti

riduzione di 1/12 della parte variabile della tariffa per ogni mese di interruzione del servizio.

- famiglie che effettuano il compostaggio domestico e che abbiano a disposizione un’area verde di almeno 25mq per abitante della casa

riduzione del 30% della parte variabile della tariffa.

- utenti non residenti che abitano a Roma non occupando stabilmente l’immobile

riduzione del 50% della parte variabile della tariffa.

- utenti residenti che hanno a disposizione un altro immobile libero o non occupato stabilmente

riduzione del 50% della parte variabile della tariffa

Per l’esenzione dal pagamento della Ta.Ri. valgono criteri analoghi a quelli adottati per l’ulteriore detrazione ICI, con l’eccezione del possesso della casa d’abitazione che in questo caso è di fatto escluso (per l’accesso all’esenzione vale il limite del possesso di patrimoni immobiliari di valore non superiore a € 25.822,84).

Anche in questo caso l’insieme delle misure adottate dall’amministrazione comunale ha portato ad un consistente incremento del numero dei beneficiari delle agevolazioni sociali (esenzione). Il numero di soggetti esentati dal pagamento della Ta.Ri. infatti è più che raddoppiato, passando da 20.000 del 2001 a 41.000 circa del 2004.

Le tariffe del trasporto pubblico locale sono rimaste sostanzialmente invariate negli ultimi anni. Il 1° novembre 2003 è stato eseguito un adeguamento che ha riguardato non solo lo schema tariffario (cfr. tavola 4), ma anche il ventaglio delle agevolazioni che è stato ampliato coinvolgendo un maggior numero di utenti, sulla base di schemi di valutazione per l’accesso ampiamente mutuati da quelli utilizzati per ICI e Tarsu.

Tavola 4 - Andamento schema tariffario TPL (valori in Euro)Tipo di tariffa Prima del 2004 dal 2004Corsa semplice (BIT) 0,77 1,00Abbonamento giornaliero (BIG) 3,10 4,00Abbonamento per 3 giorni (BTI) nd 11,00Abbonamento settimanale (CIS) 12,40 16,00Abbonamento mensile 25,80 30,00Abbonamento mensile impersonale 36,10 46,00Abbonamento annuale 186,00 230,00

Diverse sono, infatti, le tipologie di agevolazione introdotte o modificate nel prezzo con l’avvio del nuovo sistema tariffario:Abbonamento annuale agevolato di € 150 per i cittadini residenti a Roma il cui nucleo familiare abbia un reddito compreso entro limiti stabiliti a seconda del numero di componenti, nonché – indipendentemente dal reddito – per i cittadini romani fino a 20 anni e per gli studenti universitari fino a 26 anni residenti a Roma. Abbonamento mensile agevolato di € 16 per disoccupati.Possono accedere a questa agevolazione i residenti a Roma il cui nucleo familiare abbia un reddito compreso entro limiti stabiliti a seconda del numero di componenti (i limiti di reddito sono innalzati nel caso in cui nel nucleo familiare siano presenti una o più persone diversamente abili) e non possegga, oltre alla casa abitata, immobili con valore ai fini ICI

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superiore a € 25.822,84.Abbonamento mensile ridotto di € 18 per le seguenti categorie di utenti:- residenti a Roma di età inferiore ai 20 e superiore ai 65 anni;- residenti a Roma titolari di pensione INPS al trattamento minimo e privi di altri redditi in possesso di Roma Card;- studenti universitari di età inferiore ai 26 anni residenti a Roma o che abbiano ottenuto l’alloggio gratuito presso la casa dello studente o la borsa di studio o l’esenzione dalle tasse universitarie;- militari di leva ed obiettori di coscienza in servizio nel Comune di Roma.Abbonamento mensile a contribuzione minima di € 4 (diminuito rispetto ai 5,20 della precedente tariffa) per i cittadini residenti a Roma che si trovino in una delle seguenti condizioni:- invalidità civile o del lavoro superiore al 67%;- invalidità di servizio dalla prima alla quinta categoria;- invalidi con diritto di accompagno;- titolari di pensione o assegno sociale (INPS categoria AP o PS).Ulteriori agevolazioni sono previste nei seguenti casi:- i nuclei familiari i cui componenti non hanno diritto ad alcuna agevolazione ed in cui sia stato già acquistato un abbonamento annuale ordinario possono usufruire di uno sconto del 10% per ogni successivo abbonamento;- il personale di aziende con Mobility Manager ha diritto ad una riduzione pari a € 30,99 sui nuovi abbonamenti e pari a € 7,75 sui rinnovi;- i bambini fino al 10° anno di età accompagnati da un adulto, gli invalidi di guerra dalla prima all’ottava categoria, i Cavalieri di Vittorio Veneto e gli insigniti di medaglia d’oro al valore sono esentati dal pagamento del titolo di viaggio.

La revisione dello schema tariffario e del ventaglio delle agevolazioni ha portato, lo scorso anno, a circa 250.000 il numero medio di utenti che, ogni mese, ha usufruito delle agevolazioni tariffarie (abbonamenti a tariffa ridotta ed esenzioni).

Con riferimento ai servizi non residenziali per anziani (assistenza domiciliare ed alcuni servizi connessi), dal 2004 è in vigore un nuovo sistema di tariffazione basato sull’ISEE, opportunamente adattato alle specifiche condizioni dei nuclei familiari formati da anziani soli, che costituisce – nell’ambito dei dispositivi di accreditamento di un maggior numero di strutture in grado di fornire servizi qualificati – un presupposto fondamentale per lo sviluppo dell’offerta di tali servizi.Per i soggiorni per anziani le tariffe sono rimaste invariate, con agevolazioni che variano dal 20% all’80% del costo del soggiorno, a seconda del reddito annuo dell’utente che non deve superare il limite massimo di € 7.488,63. I limiti di reddito sono innalzati a € 10.329,14 per i nuclei familiari di due anziani conviventi.

Nel campo dei servizi scolastici e per l’infanzia, sono in funzione da diversi anni schemi tariffari collegati all’ISEE.

L’intero schema tariffario degli asili nido è definito sulla base dell’ISEE e varia tra i seguenti livelli mensili: l’esenzione scatta per valori dell’ISEE non superiori a 5.164,57. - orario nido h. 8-14,30: da € 27,63 a € 357,90 per ISEE oltre € 5.164,57;- orario nido h. 8-16,30: da € 34,60 a € 419,36 per ISEE oltre € 5.164,57;- orario nido h. 8-18: da € 41,32 a € 477,21 per ISEE oltre € 5.164,57.

Le tariffe massime sono applicate per valori dell’ISEE pari a € 41.328 L’introduzione dell’ISEE (a.s. 2000-2001) ha determinato una rilevante redistribuzione del gravame tariffario, mentre l’ammontare complessivo del prelievo è rimasto invariato.

Per quanto riguarda il trasporto scolastico la tariffa è rimasta costante (€ 11,36), con una riduzione del 50% della quota contributiva dal secondo bambino della stessa famiglia che usufruisce del servizio. E’ prevista inoltre l’esenzione per gli alunni appartenenti a famiglie

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con un valore dell’ISEE fino a € 5.164,57, delle comunità nomadi e assistite dai Servizi Sociali Comunali o dall’Amministrazione Provinciale.

Guardando alla refezione scolastica, si applicano tariffe agevolate per gli utenti appartenenti a famiglie con un valore dell’ISEE compreso tra € 5.164,57 e € 12.911,42. Anche in questo caso, è prevista l’esenzione per gli alunni appartenenti ad un nucleo familiare il cui valore dell’ISEE sia inferiore a € 5.164,67.

6.3 La strategia del debito del Comune di Roma e il finanziamento degli investimenti

La dinamica del debito incorporata nel bilancio pluriennale prevede una stabilizzazione dello stock solo a partire dal 2007:con la seguente tabella: (in milioni di €) 2004 2005 2006 2007Operazioni di indebitamento 564 542 321 271Debito in scadenza 249 194 244 274Debito al 31/12 6.738 7.062 7.134 7.124Debito al 31/12 dopo la manovra di assestamento 6.738 6.935 6.886 6.852

Tale dinamica, che risultava perfettamente sostenibile al momento dell’approvazione del bilancio, verrà tuttavia rivista per tenere conto delle incertezze riguardanti la situazione economica generale e le effettive esigenze attuative degli investimenti programmati.Al fine di mantenere con certezza il rapporto entrate/debito su livelli prudenziali e compatibili con l’attuale rating del Comune, va quindi perseguito l’obiettivo di contenere il debito di fine 2005 al di sotto dei 7 miliardi e di anticipare al 2006 l’inizio del processo di riduzione dello stock.

In invarianza di spesa per investimenti, un minor ricorso al debito sarà possibile attraverso:

a. un pooling sistematico delle economie da ribasso d’asta (stimabili in circa 50 milioni annui);

b. l’utilizzo alternativo di posizioni debitorie attualmente esistenti ma non più funzionali all’effettuazione degli investimenti originariamente associati alle posizioni stesse;

c. il ricorso, ove efficiente, a operazioni di partenariato pubblico-privato che non generino debito.

d. l’utilizzo di risorse proprie e di proventi straordinari per finanziare, in parte, nuovi investimenti e, in parte, riduzioni dello stock del debito

l’obiettivo 2005 potrà essere conseguito, sulla base della memoria di Giunta approvata il , ricorrendo: (a) ad una traslazione al 2006 degli investimenti le cui condizioni attuative non permettono il completamento dell’iter di finanziamento nell’arco dell’anno; (b) al recupero dei ribassi d’asta e delle economie su progetti già finanziati e/o completati.

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Sulla base di queste operazioni da concludere entro il mese di Settembre 2005 il profilo del debito è previsto modificarsi come indicato nel seguente grafico.

Nell’ambito del bilancio di previsione 2006-2008 dovranno essere valutati gli impatti degli importi da finanziare sui progetti già programmati (linee metropolitane, manutenzione strade, trasporti pubblici). L’inserimento di nuovi progetti di investimento di grandi dimensioni sarà compatibile con gli equilibri di bilancio a condizione di destinare al loro finanziamento nuove risorse proprie ovvero i proventi di operazioni straordinarie. Il debito del Comune a fine 2004 e’ pari a 6,7 miliardi di euro. Le fonti di finanziamento del Comune rappresentate da mutui (CC.DD.PP. e Istituti bancari) e titoli obbligazionari sono ripartite rispettivamente per l’83 % sui prestiti e per il 17 % per i BOC.

Gli swap conclusi per conseguire una diversificazione equilibrata tra tasso fisso e variabile (riduzione di modified duration complessiva) hanno ridotto la quota di tasso fisso dal 67% in essere ante operazioni di swap (2002) al 55%. Tale equilibrio risulta peraltro al centro delle strategie di emissione del Tesoro negli ultimi diciotto mesi ed ha portato lo stesso a ridurre quote di debito a tasso fisso a fine 2004.

Inoltre il Comune di Roma ha già conseguito, a seguito di tali swap, risparmi dovuti all’inclinazione positiva della curva:

in milioni di Euro 2002 2003 2004 TOTALE

Risparmi da swap 19.28 52.8 60.62 132.71

A seguito delle coperture effettuate la posizione debitoria del Comune presenta il seguente “breakdown“:

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La diversificazione così ottenuta consente una sensitività limitata della spesa di interessi al variare dei tassi: infatti una variazione di 100 punti base dei tassi di interesse provocherebbe un incremento di spesa per interessi contenuta in circa 20 milioni .

Sulla base della sensitività sopra evidenziata, del valore del portafoglio swap attuale e dei risparmi già conseguiti dal Comune e’ quindi ragionevole argomentare che le operazioni poste in essere hanno comportato il raggiungimento di vantaggi netti per la situazione finanziaria del Comune.

Nella prima metà dell’anno è proseguita peraltro un’azione a tappeto di ristrutturazione/rinegoziazione di passività in essere nei confronti di banche e Cassa Depositi e Prestiti. Nel contesto di tassi storicamente bassi il riscadenzamento a lungo termine di queste passività ha conferito ulteriore robustezza alla struttura del debito del Comune e ha permesso una riduzione degli oneri finanziari annui pari ad oltre 50 milioni.

6.4 Le politiche per il personale: la riorganizzazione nel rispetto dei vincoli di spesa

Evoluzione della dotazione organica e dell’ordinamento professionale

I vincoli di spesa per il personale, posti dalle ultime finanziarie e dal patto di stabilità interno, hanno determinato nell’ultimo quinquennio un decremento di personale dirigente e non dirigente pari al 5% (dalle 27.623 unità del 1999 alle 26.181 del 2004). Nel frattempo, l’esigenza di disporre di maggiori risorse umane è stata acuita dal consistente processo, avviato dal D.Lgs. 112/1998, di decentramento di funzioni dallo Stato e dalle Regioni verso i Comuni, e dalla stessa riforma attuata nel 2001 dal Comune di Roma sull’impianto del decentramento verso i Municipi. A tale esigenza l’amministrazione ha risposto attraverso una duplice strategia: l’attivazione di posizioni lavorative a tempo determinato e la riorganizzazione dei servizi tramite affidamenti a società partecipate.

Il nuovo sistema di classificazione del personale del Comune di Roma ha mirato a rendere le politiche di gestione e sviluppo delle risorse umane più coerenti con il quadro legislativo ispirato alla invarianza della spesa e alla “contrattualizzazione” del rapporto di pubblico impiego in grado di orientare/regolare tutti i momenti fondamentali di direzione del personale, avviando un processo di riorganizzazione delle sue strutture, teso a recuperare efficienza ed efficacia nei processi lavorativi. L’obiettivo è stato perseguito attraverso:

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a. un migliore e più efficace riconoscimento delle professionalità dei dipendenti dell’Amministrazione;b. la scelta di incrementare le professionalità a più alto valore aggiunto, a scapito delle categorie A e B, impiegate in servizi che si è ritenuto più conveniente assicurare tramite il ricorso agli enti strumentali che fanno riferimento al “Gruppo Comune di Roma” o al ricorso temporaneo alle diverse tipologie di rapporto di lavoro previste dalla vigente normativa (contratti a tempo determinato, lavoro interinale ecc.);c. la programmazione di processi di riqualificazione e crescita professionale dei dipendenti mediante specifici interventi formativi a sostegno anche delle innovazioni organizzative;d. l’adeguamento dei sistemi informativi a supporto delle politiche di sviluppo delle risorse umane.

Si è potuto così avere una determinazione della dotazione organica del comparto che acquisisse parte delle riduzioni di fatto operate dalle norme sul contenimento della spesa, senza inficiare l’impianto organizzativo complessivo: 421 unità in meno rispetto alla precedente dotazione organica approvata nel 2000 (dai 31.467 posti di diritto previsti ai 31.046 approvati con deliberazione di G.C. n. 523/2004); 115 dirigenti in meno (dai 476 posti di diritto previsti dalla precedente dotazione organica del 1995 agli attuali 361 previsti con deliberazione di G.C. n. 522 del 5 agosto 2004).

Il nuovo CCDI del comparto e le risorse finanziarie

Alla data di redazione di questo testo, il CCNL per l’area della dirigenza riferito al quadriennio normativo 2002–2005 e relativi bienni economici, nonché quello del restante personale per il biennio economico 2004–2005, non sono ancora stati sottoscritti. Nel triennio 2006–2008 la spesa per il personale dovrà quindi tenere conto, in primo luogo, degli oneri derivanti dai rinnovi contrattuali nazionali.

Per quanto concerne la contrattazione di secondo livello, il progressivo decremento degli organici di questi ultimi anni e l’impossibilità di dare una adeguata copertura al turn-over, pongono come obiettivi prioritari della contrattazione decentrata integrativa: a.la concreta valorizzazione delle risorse umane e delle professionalità presenti nell’ente, che costituisce elemento indispensabile alle politiche di innovazione e di miglioramento dell’efficienza perseguite dall’ente, anche mediante specifico accordo sulla formazione professionale;b. una significativa innovazione qualitativa delle modalità di individuazione ed erogazione delle risorse del salario accessorio quale strumento incentivante per l’innalzamento dei livelli di efficienza e di efficacia dei servizi erogati.

La contrattazione integrativa dovrà dunque concentrarsi su questi due obiettivi, finalizzando la retribuzione accessoria alla promozione di miglioramenti nei livelli di efficienza e di efficacia dell’ente e di qualità dei servizi istituzionali. La retribuzione accessoria avrà una distribuzione diversificata e non generalizzata delle risorse che riconosca e motivi le professionalità esistenti attraverso l’istituzione di nuove e specifiche indennità, la rivalutazione di quelle esistenti, il consolidamento degli istituti contrattuali che restituiscono dinamismo al salario.

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Fatte salve le più generali esigenze di bilancio, a fronte degli obiettivi sopra descritti, le disponibilità individuate, ai sensi dell’art. 15 del CCNL 1.4.1999, fermi restando gli impieghi già previsti dal CCDI vigente, avranno la necessità di una ulteriore integrazione di risorse sul bilancio 2006 e successivi.

Reclutamento di nuove risorse umane

L’espletamento delle procedure concorsuali, di cui al piano approvato dalla Giunta Comunale nella seduta del 13.10.2004, aprirà finalmente la strada, nei limiti consentiti dalla legge finanziaria di riferimento, a nuove assunzioni di personale qualificato, a vantaggio soprattutto di quei settori dell’Amministrazione comunale che maggiormente lamentano gravi carenze di organico.

Nelle more dell’espletamento delle procedure concorsuali, è necessario trovare soluzioni immediate al reperimento di risorse umane al di là degli schemi normativi vincolati da politiche finanziarie di contenimento generale dei costi. Già da qualche anno, l’utilizzo delle forme di lavoro flessibile, sia per lavori a progetto e sia per la sostituzione di personale di ruolo assente, ha consentito di far fronte alle emergenze in molte situazioni, con costi relativamente contenuti ed entro un quadro normativo certo.

L’esperienza finora portata avanti ed i risultati di gestione ottenuti consentono di riproporre, per il triennio 2006-2008, il ricorso alla somministrazione di lavoro a tempo determinato, attraverso procedure ad evidenza pubblica per selezionare Società che possano fornire annualmente circa 200 unità lavorative.

La formazione

La formazione rappresenta una leva fondamentale per supportare le strategie dell’Amministrazione e le innovazioni organizzative indotte dai cambiamenti normativi e dall’evoluzione tecnologica in atto. Il costante decremento delle risorse economiche a disposizione dell’Ente Locale ha impedito all’Amministrazione di destinare risorse finanziarie congrue alla formazione del personale.

Questo elemento, oltre a determinare una contrazione del numero di dipendenti che usufruiscono di interventi formativi, ostacola la programmazione puntuale e meglio rispondente alle esigenze prioritarie dell’Amministrazione e a quelle rappresentate dal territorio.

Nel triennio 2006-2008 si deve tendere all’obiettivo di destinare risorse per la formazione in quantità pari a quell’1% del costo del personale previsto dal vigente CCDI, così da garantire il mantenimento e lo sviluppo delle macro/aree di intervento previste dal Piano della Formazione. La domanda di formazione specialistica da parte dell’Amministrazione può trovare risposta nell’ambito di adeguati progetti di partenariato e di collaborazione con il sistema universitario romano.

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Sicurezza nei luoghi di lavoro

Infine, rispetto al tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, nell’ambito delle funzioni di coordinamento e di supporto all’attività dei Datori di Lavoro, nel corso del triennio 2006-08, è necessario avviare un monitoraggio capillare sullo stato di conservazione e manutenzione di tutti gli edifici adibiti a luoghi di lavoro dei dipendenti comunali, al fine di definire un piano di interventi per la riduzione progressiva dei fattori di rischio. L’analisi attenta ed i conseguenti interventi di miglioramento da parte dei Datori di Lavoro potranno incidere positivamente sulla dinamica degli infortuni e delle malattie professionali.

6.5 Un nuovo sistema alternativo per la manutenzione e la messa in sicurezza della Grande Viabilità cittadina

La rete viaria del Comune di Roma necessita di rilevanti e continui interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria che richiedono, in termini economici, un considerevole onere sempre meno sostenibile con le sole risorse annualmente a disposizione del bilancio comunale. D’altra parte, garantire la mobilità e la sicurezza dei cittadini è giustamente percepito come un servizio pubblico essenziale e, pertanto, mantenere in efficienza tale patrimonio rimane sempre più una primaria attività per l’amministrazione comunale.

Come è noto, la lunghezza dell’intera rete stradale comunale di Roma si sviluppa per circa 5.500 chilometri. Il dato è desunto dalla lunghezza degli archi stradali rilevati con la nuova cartografia informatizzata e che complessivamente misurano circa 6.700 chilometri. E’ un patrimonio stradale che non può essere comparato a quello di altri comuni italiani né a quello di altre capitali europee.

Cogliere l’obiettivo primario di mantenere in efficienza la rete stradale significa assicurare una costante sorveglianza, vigilanza e gestione della viabilità e un costante flusso di risorse finanziarie utili a garantire l’immediato intervento.

Come si ricorderà, già il precedente DPF (si veda il Box n.5 del documento di programmazione finanziaria 2005-2007 approvato dal Consiglio Comunale il 3.8.2004), da un esame comparato con l’esperienza di altre grandi città italiane (Milano, Genova, Bologna, Napoli, ecc.), faceva discendere la diffusa tendenza a ridurre al massimo il numero degli appalti in quelle città, al contrario di quanto avviene nella nostra città con l’attuale organizzazione amministrativa del Comune di Roma in materia di manutenzione stradale. Infatti mantenere in vigore l’attuale sistema significa espletare e gestire circa 40 appalti per interventi di manutenzione ordinaria e 50 per la manutenzione straordinaria.

Pertanto, in linea con l’intendimento dell’Amministrazione, volto alla riduzione del ricorso all’indebitamento nonché al contenimento del numero degli appalti di manutenzione, con diminuzione dei correlati oneri tecnici ed amministrativi, e in esecuzione dell’indirizzo programmatico contenuto nel precedente DPF,

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l’Amministrazione ha innanzitutto provveduto, d’intesa con tutti i Municipi, a ridisegnare il sistema della Grande Viabilità, a suo tempo definito con deliberazione di Giunta n 1968/99, individuando quei percorsi stradali che per flussi di traffico, caratteristiche funzionali e di rappresentanza istituzionale, storica e monumentale richiedono una gestione unitaria che garantisca omogeneità dei livelli delle prestazioni.

Oggi, quindi, nell’ambito della rete cittadina di 5.500 chilometri, il nuovo sistema infrastrutturale della Grande Viabilità, approvato con deliberazione di Giunta n. 1022/04, si estende per 740 chilometri, sviluppa una superficie complessiva di mq. 10.450.000 di cui mq. 450.000 in selciata, comprende marciapiedi per mq 2.200.000, 30.000 pozzetti, mt. 220.000 di barriere metalliche e n. 112.000 caditoie.

Al fine di gestire in modo ottimale il suddetto complesso patrimonio gli Uffici, su indirizzo della Giunta, hanno provveduto ad elaborare una proposta che consente di: a) ottenere una gestione unitaria delle prestazioni manutentive; b) trasferire la responsabilizzazione degli interventi e della sorveglianza in capo al nuovo esecutore da individuare attraverso apposita gara; c) realizzare il fondamentale obiettivo dell’innovazione continua del patrimonio stradale; d) conseguire la riduzione dei costi interni del personale addetto e dei costi delle molteplici e frazionate procedure concorsuali.

E’ stato già predisposto l’opportuno progetto preliminare per l’affidamento in concessione, secondo la normativa vigente, in attuazione della Direttiva europea 2004/18/CE recentemente recepita nell’ordinamento italiano. Si tratta di un appalto per la gestione integrale del patrimonio stradale della Grande Viabilità urbana della durata di nove anni, che contempla l’esecuzione di investimenti per portare ad efficienza ed in condizioni di sicurezza il patrimonio stradale, e l’esecuzione di attività di servizio (manutenzione ordinaria periodica, sorveglianza, vigilanza, monitoraggio, costituzione banca dati, assicurazioni, call center, assistenza legale, ecc.).

A fronte di queste prestazioni è previsto, in favore del concessionario, il rimborso a misura per le opere eseguite con investimenti e, per le opere considerate attività di servizio, il pagamento annuale costante, per il periodo di nove anni, di una rata di spesa corrente di 43,2 milioni di euro.

Nel bilancio triennale di previsione 2005-2007 approvato dal Consiglio comunale il 24 gennaio 2005, per la funzione relativa alla viabilità, sono allocate per il 2005 le seguenti risorse:

Bilancio 2005: spese per la viabilità distinte per Uffici

Uffici

Spese correnti Investimenti

TotalePersonale Beni e ServiziAltro (oneri

finanziari, imposte e tasse, ecc.)

Manutenzione straordinaria

diffusaDip.to XII 5.218.241,77 46.545.197,26 28.894.917,44 48.780.347,03 129.438.703,50Municipi 7.385109,91 21.216.458,38 7.477.777,10 44.917.459,65 80.996.805,04Totale 12.603.351,68 67.761.655,64 36.372.694,54 93.697.806,68 210.435.508,54Elaborazione: Direzione Investimenti e Finanza del Comune di Roma

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La lettura della tabella sopra riportata dimostra, con tutta evidenza, lo sforzo dell’Amministrazione comunale per garantire la fornitura di un buon livello di manutenzione delle strade e dei ponti sui fiumi.

L’attivazione del progetto del nuovo sistema di manutenzione stradale della Grande Viabilità, gestita oggi dal XII Dipartimento, consentirà di conseguire concrete economie di natura finanziaria oltre ai risparmi di risorse tecniche per quel personale che potrà più utilmente essere impegnato a supporto dei Municipi per la gestione e manutenzione degli ulteriori 4.750 chilometri circa di viabilità, nonché per i nuovi interventi di integrazione della rete viaria esistente.

6.6 Risanamento e sviluppo del comparto del trasporto pubblico locale

Con l’approvazione delle deliberazioni di C.C.126-127/04, il comparto del trasporto pubblico locale viene interessato da una articolata riorganizzazione, decorrente dall’esercizio 2005, a seguito della quale le funzioni di pianificazione e gestione della mobilità privata e pubblica vengono concentrate in un unico soggetto derivante dalla fusione per incorporazione di Sta S.p.A in Atac S.p.A. viene altresì delineato un nuovo quadro delle relazioni contrattuali tra le società del sistema.

Tale quadro è in sostanza caratterizzato dal superamento della concentrazione in capo ad Atac S.p.A. della funzione di stazione appaltante dei servizi di trasporto erogati dalle aziende operative, le quali perciò, in considerazione del loro status di affidatarie “in house”, acquisiscono una diretta correlazione contrattuale con il Comune. Restano baricentrate su Atac S.p.A. sia il supporto tecnico allo stesso Comune allo svolgimento delle funzioni di programmazione, monitoraggio e controllo del servizio offerto dagli operatori, sia la funzione commerciale dei titoli di viaggio, sia infine la titolarità e lo sfruttamento economico di tutto il patrimonio strumentale.

Nel corso del 2004 Atac ha, dunque, perfezionato l’acquisto del pacchetto azionario di Sta S.p.A. detenuto dal Comune di Roma in vista dell’operazione di fusione per incorporazione propedeutica alla creazione della nuova agenzia e redatto il bilancio consolidato.

Dalle risultanze di bilancio (vedi allegato), è possibile evidenziare il progressivo riequilibrio della gestione operativa perseguito negli anni 2002-2004, attraverso una duplice azione: da un lato il mantenimento dei costi della produzione in prevalenza generati nell’ambito operativo, dall’altro il recupero di risorse ottenuto con la manovra di adeguamento tariffario e con il costante incremento degli importi dei contratti di servizio a carico del Comune. Tale riequilibrio pur avvenuto in un quadro critico, vista sia la staticità delle fonti a disposizione del Comune per agire sulla spesa corrente sia la necessità di garantire l’espansione dei livelli di servizio avviata nel 2001, presenta, tuttavia, un primo importante risultato.

Infatti, al netto delle partite “intercompany”, il MOL del comparto è sostanzialmente prossimo al segno positivo, e dunque si presenta un ultimo “gap” da colmare, che

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affermi le possibilità di sviluppo delle aziende del TPL anche grazie alla fase di affidamento diretto che il Comune ha sancito con le citate Deliberazioni.

Resta il dato della forte incidenza degli ammortamenti sul risultato operativo, a sua volta derivante dall’intensa crescita fatta registrare dal valore degli investimenti e del capitale immobilizzato netto (nel triennio 2002-2004 il Comune ha erogato ad Atac S.p.A. a titolo di conferimenti in denaro per investimenti circa 450 milioni di euro, e d’altra parte ha trasferito alla stessa beni strumentali nello stesso periodo per circa 300 milioni di euro), ma dal punto di vista delle coperture questa situazione appare del tutto compatibile (sempre in termini consolidati) con i “ratios” richiesti dal mercato, in quanto se si valuta la posizione finanziaria netta rettificata con l’ammontare delle immobilizzazioni finanziarie nette, il grado di incidenza dei mezzi di terzi rispetto al capitale investito netto si colloca su livelli ancora più modesti.

L’analisi dei risultati a livello consolidato della gestione finanziaria, peraltro, conferma questo posizionamento, pur in presenza di un debito netto verso banche, concentrato su Atac S.p.A.. Ciò consente quindi di operare le modifiche all’assetto organizzativo e contrattuale in una condizione economica, finanziaria e patrimoniale priva di rilevanti e irreversibili fattori di criticità. Le azioni già programmate dall’Amministrazione Comunale permettono quindi di portare l’andamento dei flussi di cassa prima del servizio del debito su livelli tali da permettere la puntuale restituzione e remunerazione del capitale di credito ottenuto.

Il nuovo assetto contrattuale derivante dalle Deliberazioni di Consiglio Comunale 126-127-2004 e le previsioni economiche 2005 del comparto.

La riorganizzazione del settore del trasporto pubblico locale prevede quindi l’affidamento in house dei servizi di trasporto pubblico di superficie e di metropolitana, rispettivamente a Trambus S.p.A. e Met.Ro. S.p.A, nonchè la nascita di Roma Metropolitane S.r.l., e programma, altresì, la costituzione della nuova Agenzia per la Mobilità attraverso la fusione per incorporazione di Atac S.p.A. e Sta S.p.A. e la costituzione in forma societaria del Polo Manutentivo a cui affidare la gestione di nuovi impianti per la manutenzione del materiale ferroviario.

In piena coerenza con la scelta strategica dell’Amministrazione di qualificare le società del TPL in house, è stato approvato lo schema di convenzione-quadro per la disciplina dei rapporti tra Comune di Roma, Atac, Trambus e Metro relativamente alla gestione dei servizi di trasporto pubblico locale per le annualità 2005-2011. La convenzione-quadro definisce la struttura e i principi fondamentali dei rapporti contrattuali tra le società che troveranno ulteriore specificazione in tre contratti di servizio.

Il Comune di Roma, in qualità di titolare dei servizi di trasporto pubblico locale, svolgerà tutti i compiti di programmazione, regolazione e controllo previsti dalla normativa nazionale, subentrando ad Atac nelle funzioni di soggetto preposto all’affidamento diretto o tramite gara dei servizi.

Atac, nella sua veste di agenzia per la mobilità, continuerà a svolgere funzioni di pianificazione, programmazione e regolazione dei servizi di TPL, gestione del

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patrimonio, monitoraggio della qualità, vendita dei titoli di viaggio e gestione dei ricavi tariffari, permanendo in capo ad essa il rischio commerciale e l’onere di corrispondere alle società erogatrici un quota dei ricavi da traffico a titolo di contribuzione alla copertura dei costi del servizio.

La deliberazione individua, come base per l’affidamento diretto dei servizi erogati dalle due società operative, complessivamente 144,2 milioni di vett./km di cui 112,5 erogate da Trambus e 31,7 da Metro e prevede, per l’arco temporale oggetto dell’affidamento, un incremento complessivo di 10 milioni di vett./km. che sommate ai 26,5 milioni affidati mediante procedure concorsuali porteranno l’offerta complessiva alla fine del 2011 a 181 milioni di vett./km.

I prossimi provvedimenti dell’ Amministrazione Comunale per il risanamento e lo sviluppo del comparto

A seguito del riassetto organizzativo del sistema del trasporto pubblico locale e sulla base degli indirizzi dettati dalla Giunta Comunale nella Memoria del 22.10.2004, è stato proposto ed è in fase di approvazione un nuovo provvedimento da parte del Consiglio Comunale, con il quale viene autorizzata una serie di operazioni, da attuare nel corso del 2005, finalizzate a dare una risposta definitiva alla carenza strutturale di flussi finanziari a favore del comparto TPL. Di seguito si illustrano brevemente le principali operazioni in questione.

“Spin off “ del patrimonio immobiliare di Atac S.p.A.

La memoria di Giunta Comunale del 22.10.2004 (“Interventi a sostegno del trasporto pubblico locale in attuazione di quanto previsto dalle deliberazioni di Consiglio Comunale nn.126/127 del 2004” ) ha disposto la costituzione da parte di Atac S.p.A. di una società interamente controllata attraverso il conferimento del ramo d’azienda relativo alla valorizzazione e gestione dell’intero patrimonio immobiliare societario. Tale indirizzo è stato recepito nel Piano Economico Finanziario 2005-2011 di Atac S.p.A. e delineato, in prima approssimazione, nei suoi principali aspetti organizzativi e contabili, nel “Piano pluriennale Atac patrimonio”. Il piano prevede che l’operazione, interessante un compendio immobiliare (terreni e fabbricati), con un valore contabile al 31-12-2004 di circa 320 milioni, sia realizzata entro il 2005 e che il beneficio economico derivante in termini di provento straordinario si aggiri intorno ad un valore di 110 milioni di euro. Negli anni successivi (2006-2009), le operazioni di valorizzazione effettuate alla società conferitaria, consentiranno di ottenere un beneficio complessivo di cassa pari a circa 90 milioni.

Tale operazione è associata al piano di rinnovo del sistema dei depositi, finanziato dall’Amministrazione Comunale e con il concorso di fondi regionali, e si pone l’obiettivo di generare e far confluire sullo stesso comparto le nuove risorse ottenibili dalle previsioni del nuovo PRG su “asset” (in prevalenza depositi) destinati a una rimozione dal vincolo di strumentalità all’esercizio.

Operazione di finanziamento con la Cassa Depositi e Prestiti

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L’operazione risponde all’esigenza di garantire continuità della politica espansione-riqualificazione del patrimonio strumentale all’esercizio, in un’ottica anche di ristrutturazione del debito di Atac s.p.a, calibrata in base alle esigenze risultanti dal prestito obbligazionario contratto nel 2003 e in scadenza nel 2008 e sulla base di un percorso di graduale quanto costante miglioramento dei flussi di cassa dell’azienda. Nel 2005 si prevede, dunque, di ottenere dalla Cassa Depositi e Prestiti un finanziamento in due tranches, la prima con tiraggio nel 2005 e la seconda in coincidenza con il rimborso del prestito obbligazionario assunto da Atac S.p.A. (primo trimestre 2008); le modalità di rimborso della quota capitale è convenuta in 20 rate semestrali a partire dal sesto anno successivo alla stipula del contratto di finanziamento al tasso euribor maggiorato del margine (40bp).

Ricapitalizzazione

Al fine di completare e perfezionare gli impegni già assunti per il rinnovo del parco e per il mantenimento in efficienza del patrimonio strumentale e delle infrastrutture in genere, sulla base del piano economico finanziario citato in precedenza e dell’insieme delle azioni ivi indicate, l’Amministrazione Comunale ha stabilito di procedere alla ricapitalizzazione di Atac S.p.A., da perfezionarsi con le risorse assegnate nel piano investimenti del Comune 2005 (deliberazione di C.C.16-2005), per un importo pari a 80 milioni di euro.

Stabilità dei contratti di servizio e progressivo adeguamento dei corrispettivi a carico del Comune

L’architettura delle relazioni contrattuali tra le società del TPL e il Comune di Roma poggia sul presupposto della durata settennale dei contratti di servizio, assunto che contribuisce a garantire stabilità al sistema in quanto basato su flussi certi in entrata.Inoltre, il contratto di servizio 2005-2011 tra Comune di Roma e Atac, che prevede la disponibilità di 40 milioni di euro annui, dispone espressamente l’obbligo di riconoscere e stabilire nel breve termine un ritocco, pari a un importo aggiuntivo di 10 milioni, per tenere conto dei costi del sistema del TPL di origine industriale (assicurazioni, sistemi informativi, vendite e commercali, etc.) che oggi gravano sul conto economico di Atac S.p.A. e che non sono sufficientemente controbilanciati dal corrispettivo di cui sopra.

Un ulteriore leva a favore della rimozione delle criticità di ordine finanziario si prevede possa essere originata da un forte e costante recupero di risorse sul piano dei ricavi tariffari, sia nel trasporto che nella sosta;nell’orizzonte temporale del piano 2005-2011, si prevede di conseguire un incremento dei volumi di vendita di biglietti e di abbonamenti da circa 105 milioni del 2004 a 128 milioni nel 2011, con un incremento del 18%, e ciò in prevalenza grazie alla razionalizzazione dei processi e delle attività preposte al controllo-verifica titoli.

Conseguentemente, i ricavi si presentano in crescita da 196 milioni del 2004 a circa 241 milioni nel 2008, per l’effetto congiunto della variazione delle quantità dei titoli venduti e per la previsione, a partire dal 01.01.2009, di un adeguamento delle tariffe dei titoli di viaggio, che determinerebbe un incremento medio del prezzo del 10%. Tali aumenti

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troveranno attuazione a partire dal 2009, dando seguito peraltro ad meccanismi di “price cap” già assentiti in disposizioni legislativie regionali esistenti (L.R.L. 30/2001 e successive modifiche), e la loro adozione amministrativa dovrà essere avviata nel 2008.

Tale futuro intervento sul fronte delle tariffe del servizio andrà ovviamente considerato sulla base delle evoluzioni che nel frattempo potrà subire la materia inerente l’ammontare dei trasferimenti di fonte regionale a copertura dei costi dei c.d. “servizi minimi”per i quali il Comune è attualmente sottodotato per un ammontare pari a circa 90 milioni di euro

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6.7 Un nuovo ciclo di programmazione degli investimenti pubblici nel settore della mobilità

Il nuovo Piano degli interventi in materia di mobilità abbraccia un arco temporale compreso tra il 2005 e il 2012, durante il quale si intende portare a compimento alcune infrastrutture fondamentali per la città, in accordo con il nuovo PRG, ma anche piccole opere assai significative per gli effetti positivi sulla vivibilità dell’intera area urbana.

Il quadro degli interventi va, dunque, letto facendo riferimento a tre categorie: “interventi di lungo termine”, “interventi a medio termine” o “interventi a breve termine” sia per quanto riguarda i tempi di realizzazione sia rispetto ai benefici attesi sulla mobilità cittadina. Se, ad esempio, le attività relative alla realizzazione di nuove linee della metropolitana o prolungamenti di quelle esistenti appartengono agli interventi di lungo periodo (5-10 anni), i corridoi per la mobilità si inseriscono nella cornice di “medio termine” (3-5 anni), mentre le nuove corsie preferenziali o i piani particolareggiati del traffico vengono considerati di immediata realizzazione (1-2 anni al massimo).

Tra gli interventi di “lungo termine” figurano la realizzazione della linea C del metropolitana (tratte T1-T7) e il proseguimento della progettazione e il successivo avvio della realizzazione della tratta fondamentale della linea D; i prolungamenti delle linee A (Anagnina-Romanina e Battistini-Casal Selce) e B (Rebibbia–Casal Monastero e Conca d’Oro-Bufalotta – Laurentina Tor Pagnotta); la ristrutturazione del nodo di Termini; la quarta e quinta fase dell’intervento di ammodernamento delle strutture della linea A (“AMLA 4” e “AMLA 5”). Con la realizzazione di questi interventi, la rete di metropolitane potrebbe passare così dagli attuali 38 chilometri a circa 100 km complessivi. Sulla rete tranviaria è previsto il prolungamento della linea 8 a Termini e la realizzazione dei nuovi depositi “Centro Carni” e “Cinodromo”.

Questo pacchetto di interventi strutturali che riguarda la rete di trasporto su rotaia, combinato con quello previsto dal piano concordato con Rfi e Trenitalia sul Nodo di Roma, costituirà l’ossatura del sistema di mobilità pubblica dell’area metropolitana di Roma determinando la riorganizzazione e l’ottimizzazione della rete di superficie, con particolare riferimento a quella su gomma, e un considerevole aumento dell’offerta di trasporto pubblico.

Nel “medio termine” gli interventi previsti sono finalizzati all’efficientamento e al potenziamento del servizio di trasporto pubblico con particolare riferimento alla cintura periferica dell’area urbana. L’obiettivo è quello di fornire agli utenti un’offerta competitiva con il trasporto privato realizzando opere sostenibili dal punto di vista economico ma in grado di migliorare sensibilmente le performance del servizio di superficie ed i collegamenti con i nodi di scambio (metrò e ferrovie regionali).

Lo strumento individuato è quello dei “corridoi della mobilità” che, tra fase progettuale e realizzativa, richiedono un arco di tempo compreso tra 2-5 anni. Dopo il corridoio “Togliatti”, in fase di realizzazione e operativo già dal 2006, sono in fase di valutazione corridoi della mobilità nel quadrante Laurentino (Stazione Laurentina metrò B-Tor Pagnotta-Trigoria), Tiburtino (Rebibbia-Case Rosse) Tiburtino-Nomentano (Ponte

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Mammolo-Bufalotta); Portuense (Corviale-Gianicolense); Portuense-Laurentino (Portuense-Cecchignola) e Romanina (Tor Bellamonaca-Ciampino). I corridoi potranno garantire un’offerta di trasporto che si aggira intorno ai 3-4 mila passeggeri/ora grazie a vettori a guida vincolata (tram su gomma o filobus di nuova generazione).

Sempre nel “medio termine” si inseriscono il progetto di estensione della rete di filobus alle linee 30 e 60 Express; la realizzazione della linea “Eur-Tor de’ Cenci” (allo studio la revisione del progetto tram su gomma, la trasformazione in filovia e l’intermodalità con la linea 70 Express prevista sul corridoio Laurentino); la ristrutturazione del capolinea delle linee tranviarie 5 e 14 in via Amendola per migliorare lo scambio con il nodo di Termini.

Per quanto riguarda il “Sistema sosta” si prevede l’aumento dell’offerta di oltre 1300 posti auto nei nuovi parcheggi di scambio a Monti Tiburtini (linea B), Nuovo Salario e Fidene (Fr1) e Battistini (linea A), ai quali si aggiungeranno quelli previsti da progetti di project financing in prossimità di alcuni nodi di scambio. Nuove strutture per la sosta a rotazione e pertinenziale potranno sorgere al Pincio, in via Giulia, in Prati e all’Eur.

Gli interventi a “breve termine” riguardano il servizio della metropolitana e delle ferrovie in concessione, il trasporto pubblico di superficie, la regolazione, il monitoraggio e il controllo del traffico.

Entro la fine del 2007, l’immissione in servizio dei 45 nuovi treni acquistati per la linea A consentirà il potenziamento dell’offerta sull’intera tratta con corse ogni 150-180 secondi nell’ora di punta e un miglioramento generalizzato delle condizioni di viaggio garantite dal maggiore comfort dei convogli e dall’ultimazione dei lavori di ammodernamento in corso (“AMLA 3”). Il piano comprende anche l’aumento delle corse sulla linea B (associato ad interventi di riqualificazione delle stazioni) e sulla Roma-Lido, grazie all’utilizzo dei convogli dismessi dalla linea A, e la riapertura dell’intera linea della ferrovia Roma-Pantano, sulla quale verrà aumentato il numero dei convogli fino a garantire corse ogni 5-6 minuti, tra Termini Laziali e Grotte Celoni, e 10-12 minuti tra Grotte Celoni e Pantano.

Verrà completato il progetto di chiusura dei varchi di accesso/uscita sulle due linee del metrò che consentirà di rafforzare i controlli sull’evasione e di concentrare sulla rete di superficie le risorse umane impiegate nella verifica dei titoli di viaggio.

Sul trasporto pubblico di superficie proseguirà il piano di ammodernamento del parco vetture con l’immissione di nuovi bus (a metano ed elettrici) e la dismissione delle vecchie vetture più inquinanti. Verrà inoltre completata l’installazione del sistema di monitoraggio satellitare della flotta (AVM) che consentirà una più puntuale pianificazione del servizio e un migliore controllo delle performance offerte dai gestori. A questo si aggiunge l’estensione del sistema di “paline intelligenti” per una più puntuale e capillare informazione agli utenti e l’installazione delle nuove pensiline.

Sul fronte “Mobilità privata” verrà completata la prima fase dei Piani particolareggiati di traffico - PPT (previsti dal PGTU e in attuazione nei Municipi II, IX, XI e XV),

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finalizzati alla fluidificazione del traffico privato, alla sicurezza ed alla vivibilità dei quartieri, operando una generale riqualificazione urbana delle aree interessate.

Contestualmente verrà avviato lo studio dell’estensione dei PPT ad altri Municipi. Per rafforzare il controllo della mobilità privata è previsto il rafforzamento della struttura degli ausiliari del traffico con circa 90 nuove unità. I progetti per l’implementazione del monitoraggio, infine, prevedono l’estensione del sistema dei varchi elettronici con il presidio anche in uscita, il controllo elettronico delle corsie riservate ai mezzi pubblici e la riorganizzazione del sistema di carico e scarico delle merci con particolare riferimento alla Ztl del Centro storico.

Di seguito vengono indicati gli interventi ritenuti prioritari nel triennio 2006/2008. Nel corrente anno sarà redatto un Contratto di Servizio unificato con STA, articolato in più sezioni, di validità pluriennale (in sintonia con i contratti del T.P.L. 2006/2011) che prospetterà una diversa e più idonea filiera nella definizione e introito dei ricavi e della loro finalizzazione.

Si evidenzia la priorità dei progetti più rilevanti per migliorare la mobilità nella città:1. Realizzazione di parcheggi di scambio sulle linee del ferro (Monti Tiburtini

sulla linea B, Battistini sulla linea A, Nuovo Salario e Fidene sulla FR1), interventi che unitamente alla realizzazione delle linee B1 e C, a quella del prolungamento della linea B da Rebibbia a Casal Monastero ed alla progettazione degli altri prolungamenti delle linee metropolitane A e B rappresentano una prima messa a sistema degli interventi dell’Amministrazione Comunale sulle metropolitane e sulle linee sul ferro.

2. Nel sistema di rivisitazione delle linee su ferro rientra l’ammodernamento della linea concessa Roma-Lido per la quale si inizieranno contatti con la Regione per la definizione delle necessarie attività;

3. Realizzazione di nuovi corridoi del trasporto pubblico con la prosecuzione della politica già iniziata che vede in fase di realizzazione il corridoio di via Palmiro Togliatti, l’inizio entro l’anno dell’ampliamento della via Tiburtina con il relativo corridoio centrale e la previsione di uno scambio gomma-ferro all’altezza della stazione di Rebibbia, nuovi corridoi quali Ponte Mammolo-Bufalotta-Fidene Tiburtina-Arco di Travertino, Corviale-Gianicolense, Portuense-Cecchignola, ecc;

4. Nel trasporto pubblico di superficie la prosecuzione dell’impegno volto alla realizzazione di nuove filovie (linea express 60 – nuova linea 70 corridoio Laurentino-Trigoria) e immissione in servizio di bus a metano con attrezzature delle relative rimesse, oltre a quello volto al miglioramento ed intensificazione dei servizi di superficie e metropolitana, con particolare riferimento alla totale sostituzione entro il 2006 dei convogli della metro A, con quelli di nuova generazione a 6 vagoni dotati di aria condizionata;

5. Miglioramento della sicurezza stradale con particolare attenzione per i pedoni, migliorando la segnaletica orizzontale e verticale, estendendo i sistemi di videosorveglianza, attuando adeguati piani di sicurezza stradale, implementando il sistema di monitoraggio del traffico urbano, proseguendo nella realizzazione delle opere connesse all’attuazione delle opere connesse all’attuazione dei Piani Particolareggiati di traffico in attuazione del PGTU;

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Box n. 9 Il progetto della nuova linea metropolitana linea D: i prossimi passi.

- Oltre all’avvio della fase esecutiva dei progetti riguardanti il prolungamento della linea B (linea B1) e la linea C, ed insieme agli altri interventi già citati di ammodernamento, il programma di potenziamento della rete metropolitana ha registrato nel corso del 2005 una rilevante integrazione, anche per effetto della deliberazione di C.C. 1-2005 con la quale si è disciplinata la funzione affidata alla società Roma Metropolitane di emanazione organica del Comune di Roma.- Il progetto relativo alla linea D, di cui è stato ultimato lo studio di fattibilità ed approfondito il percorso attuativo, costituisce un essenziale completamento della rete portante ad alta capacità, con il quale portare il grado di offerta di trasporto collettivo nell’area centrale e semicentrale a livelli tali da alleggerire, insieme agli altri strumenti di regolazione della circolazione, la pressione del traffico privato e da consentire ulteriori estensioni delle pedonalizzazioni.- Si tratta di un investimento che presenta costi di costruzione impegnativi (2,5 miliardi di euro per 14 km di linea e 15 stazioni), per affrontare i quali - in un ottica necessariamente di lungo termine, date le compatibilità di bilancio con i finanziamenti a carico del Comune sugli altri interventi sopra citati – l’Amministrazione Comunale intende percorrere la strada della “finanza di progetto”.- Il procedimento volto a selezionare ai sensi della normativa vigente (legge 109-1994) il soggetto privato “promotore” dell’intervento, secondo i programmi che Roma Metropolitane ha in atto, verrà aperto entro la prima metà del 2006, con la pubblicazione dell’avviso indicativo.- Sul bilancio 2005-2007 (piano investimenti), d’altro canto, si prevede di adeguare le disponibilità di risorse necessarie alle ulteriori attività progettuali (tecniche, economico-finanziarie, legali) che parallelamente si rendono necessarie per stabilizzare la struttura del progetto alla luce del ricorso al metodo innovativo del “project finance”,- Sotto tale profilo, è infatti necessario che alla fase di ricorso alle proposte provenienti dal mercato, che abbracceranno sia il progetto preliminare dell’opera sia il piano economico-finanziario sia infine la convenzione per la concessione di costruzione e gestione, il Comune possa pervenire con un solido e consapevole “terms of reference” su ciascuno degli aspetti appena evidenziati, mediante il quale operare la valutazione di convenienza complessiva dell’operazione così impostata, con particolare riferimento agli effetti futuri sul bilancio di parte corrente e al grado di effettiva esposizione ai rischi di costruzione e gestione trasferibili in capo al soggetto concessionario che si aggiudicherà la gara al termine del suddetto procedimento di selezione.

6.8 Gli investimenti realizzati dalle maggiori aziende del “Gruppo Comune di Roma” (Gruppo Acea, ATAC S.p.A. e AMA S.p.A.)

Gruppo Acea

In questi anni, Acea ha predisposto un consistente piano degli investimenti. Il piano pluriennale di Gruppo prevede, infatti, di realizzare 1.622 milioni di Euro di investimenti complessivi nel periodo 2004-2008.

Di questi, circa 620 milioni di Euro riguarderanno il settore idrico-ambientale, e circa 900 milioni di Euro il settore energia, con una pressoché equa ripartizione tra area “rete” (480 milioni di Euro) ed area mercato (420 milioni Euro). E’ da sottolineare che tale piano di investimenti è sostanzialmente autofinanziato dalle società del gruppo.

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Nel corso del 2004 gli investimenti effettuati ammontano a 175,9 milioni di Euro, oltre la metà dei quali riguarda il settore energia, circa il 40% il settore idrico ed il resto la Capogruppo.

La tabella seguente riassume la situazione degli investimenti realizzati dal Gruppo Acea nel 2004, che vedono un signficativo incremento nei confronti del 2003, raggiungendo in entrambi gli anni il massimo storico della vita dell’azienda.

Valori in migliaia di EuroArea di business 2003 2004 Δ

EnergiaGenerazione 6.500 5.900 -600Trasmissione 400 2.500 2.100Distribuzione e vendita 66.400 80.400 14.000Illuminazione pubblica 9.900 14.300 4.400Totale Energia 83.200 103.100 19.900

Gestioni idricheAto2 36.000 40.200 4.200Gruppo De Ferrari Galliera 4.500 3.700 -800Gruppo Acque 18.700 18.700Altre gestioni idriche Italia 600 1.400 800Estero 3.000 1.500 -1.500Servizi di analisi e ricerca 500 400 -100Totale gestioni idriche 44.600 65.900 21.300Corporate 4.900 6.900 -4.900Attività no core 300 0 -300Totale 133.000 175.900 42.900

Attualmente Acea dispone di una rete elettrica di alta tensione per un territorio servito pari a 1.310 Km2 e una lunghezza totale di 630 Km; una rete di media e bassa tensione pari a 8.880 Km. I lavori sulla rete per anno proseguono ad un ritmo di 150-200 Km, con l’obiettivo di aggiungere 530 Km di rete ad altra tensione e 6.400 Km di media e bassa entro il 2015. L’azienda si è impegnata anche ad aumentare la percentuale di cavo interrato dall’attuale 33,5% a 42,5% nel 2015.

ATAC S.p.A.

Nell’esercizio 2004 è proseguito il processo di accrescimento delle dotazioni infrastrutturali dell’azienda, coerentemente alla missione assegnatale, mediante il conferimento da parte del Comune di Roma sia di risorse a destinazione vincolata, sia di immobilizzazioni necessarie e strumentali allo svolgimento dei compiti istituzionali affidati.

Tutti gli investimenti che riguardano il settore del trasporto pubblico locale sono infatti concentrati su Atac, che sotto questo aspetto quindi svolge pienamente il ruolo di agenzia del Comune.

In particolare, le immobilizzazioni conferite, per un apporto complessivo pari a 138,6 milioni, consistono in due nodi di interscambio, un parcheggio multipiano, un deposito ferroviario e l’immobile contenente la centrale operativa di controllo della

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metropolitana, e tutte facenti parte del compendio patrimoniale strumentale della linea B della metropolitana.

Le linee guida che hanno caratterizzato gli investimenti in corso di realizzazione e in progetto, finanziati in prevalenza dal Comune tramite conferimenti in denaro ma anche con contributi regionali (acquisto bus, depositi), sono rappresentate dal miglioramento quali-quantitativo del servizio offerto, dalla sostenibilità ambientale e dal mantenimento in efficienza e sicurezza del patrimonio e delle infrastrutture strumentali all’esercizio del TPL.

In particolare, nel 2004, ATAC S.p.A. ha contabilizzato investimenti netti per un valore di circa 78,4 milioni di Euro, di cui una parte consistente (27,4 milioni) destinata al progetto del nuovo filobus linea 90, comprendente la rete aerea, l’acquisto delle vetture (30 nuovi mezzi, finanziati dalla legge 396-1990 “Roma Capitale”) e la trasformazione del deposito di Montesacro. Tra gli altri investimenti, oltre alle manutenzioni straordinarie sulla flotta e sulle infrastrutture metroferroviarie e auto-tramviarie, si segnalano:

1. l’acquisto di 300 autobus “Mercedes” di cui 254 entrati in esercizio nel corso del 2004, e di cui 100 finanziati dalla Regione Lazio;

2. l’avvio del progetto AVM di monitoraggio e controllo delle linee del trasporto urbano, con l’allestimento dei dispositivi di bordo su più di 1600 vetture a tutto il 2004;

3. la prosecuzione dei lavori di realizzazione della nuova rimessa Tor Pagnotta;4. l’avvio del progetto di installazione di binari per i tram all’interno della rimessa

Predestina;5. il completamento della realizzazione degli impanti di video sorveglianza del

sistema dei depositi e delle rimesse.

Per il 2005, i progetti più rilevanti di cui si prevede il passaggio alla fase esecutiva riguardano:

1. la fornitura di 400 nuovi bus alimentati a metano, di cui 60 da mettere in esercizio nell’anno;

2. la fornitura di 70 bus “corti”, di cui 40 da mettere in esercizio entro l’anno;3. la fornitura di 36 autobus elettrici di media lunghezza, da mettere in esercizio nel

2006;4. l’avvio della realizzazione del progetto (posto in fase di gara) relativo al nuovo

deposito tranviario di “Centro Carni”;5. l’avvio della realizzazione della linea filobus “60”;6. l’adeguamento di due depositi per consentire il rimessaggio della flotta bus a

metano;7. la realizzazione di alcuni interventi mirati sugli impianti della metropolitana

(tornelli, impianti DCO) e sul parco vetture (grande revisione vetture linea B con sfruttamento delle potenzialità dell’impianto di Magliana), oltre al completamento di alcuni progetti già avviati nel 2004 ma non ancora efficaci, come l’AVM e il sistema informativo all’utenza (paline).

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Nel complesso, gli impieghi per nuovi investimenti previsti da Atac per il 2005 superano i 104 milioni di euro, e sono prevalentemente coperti dal finanziamento del Comune sotto forma di conferimenti in denaro per investimenti.

AMA S.p.A.

L’attività di investimento per lo sviluppo della parte industriale del Piano Strategico, intesa come adeguamento delle infrastrutture e realizzazione degli impianti è stata per AMA S.p.A., nell’esercizio 2004, in sintesi la seguente:

Valori in migliaia di EuroVoce 2003 2004 ΔVeicoli ed attrezzature per la raccolta meccanizzata 15.053 13.848 -1.205Veicoli ed attrezzature per lo spazzamento 1.084 851 -233Veicoli ed attrezzature per servizi diversi 1.392 1.800 408Strutture fisiche d’impresa 5.328 7.378 2.050Gabinetti pubblici 383 12 -371Impianti smaltimento/ trattamento rifiuti 8.589 18.415 9.826Attrezzature 1.005 1.050 45Sistema organizzativo informativo 629 393 -236Totale 33.463 43.747 10.284

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6.9 Maggiori risorse da operazioni straordinarie: un piano di grandi valorizzazioni pubbliche

Il Comune di Roma, nelle proprie strategie di intervento, ha ritenuto di rilevante interesse la realizzazione di progetti di riqualificazione urbana e territoriale finalizzati alla valorizzazione delle infrastrutture e del patrimonio edilizio, in particolare di quello pubblico.

Tali processi possono, infatti, rispondere all’esigenza di migliorare il livello qualitativo e prestazionale di servizi e infrastrutture, di utilizzare in modo più conveniente il patrimonio immobiliare e di reperire risorse economiche aggiuntive.

E’ nell’ambito di tale strategia che l’Amministrazione Comunale si è avvalsa della società Risorse RpR spa al fine di individuare le condizioni di fattibilità e sostenibilità di importanti progetti.

In particolare si è dato avvio alla redazione dello schema di assetto dell’ambito di valorizzazione piazzale delle Province – via della Lega Lombarda, individuato dal nuovo Piano Regolatore Generale con il duplice obiettivo di recuperare un’area compromessa dal punto di vista socio ambientale e di trasformare e valorizzare il deposito di via della Lega Lombarda di proprietà Atac Spa.

In questo stesso senso proseguono, poi, le attività per definire gli aspetti tecnici, procedurali ed economico-finanziari dell’intervento relativo all’attuazione del primo comparto di sostituzione edilizia in via Giustiniano Imperatore di cui è in via di pubblicazione il bando della gara di appalto per la realizzazione delle opere.

Infine un terzo polo di valorizzazione è rappresentato dal complesso del Centro Carni di viale Palmiro Togliatti – via Collatina. Attraverso il completamento dello spostamento delle attuali funzioni, infatti, si potrà procedere alla riqualificazione della zona che, una volta trasformata, rappresenterà un concreto esempio di valorizzazione del patrimonio comunale anche ai fini del reperimento di risorse economiche aggiuntive.

Piazzale delle Province – via della Lega Lombarda

La valorizzazione dell’area di piazzale delle Province - via della Lega Lombarda ruota attorno alla riqualificazione dell’impianto Atac di via della Lega Lombarda ma si estende anche al resto del quartiere, tra piazzale del Verano a ovest e il piazzale della nuova Stazione Tiburtina a est.

Lo schema di assetto prevede servizi pubblici, parcheggi, piazze e aree pedonali, ma anche nuove abitazioni e dotazioni commerciali che tengano presente il vincolo cimiteriale di inedificabilità e il contesto tipicamente artigianale che resterà a fare da sfondo.

La fase di pianificazione, tuttora in corso, è conforme alla procedura di “progetto urbano” normata dal nuovo Piano Regolatore Generale adottato (art. 16 NTA) e, al fine di conseguire un’alta qualità dello schema di assetto preliminare, è stato effettuato un

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workshop con dieci gruppi di progettisti selezionati con procedure di evidenza pubblica ed è stato avviato il confronto con la popolazione residente nell’area attraverso l’apertura di un infobox.

L’elemento centrale del processo sarà la trasformazione del deposito Atac costruito nel 1937, più volte ritoccato nel corso degli anni e attualmente dismesso. E’ un rimessaggio che ben si presta ad essere riutilizzato quale contenitore di nuove funzioni, specialmente in vista dell’importante ruolo che potrebbe svolgere come cerniera tra il tessuto urbano e il nuovo polo ferroviario Tiburtina.

La valorizzazione di tale impianto rappresenta l’occasione per innescare la riqualificazione di una zona più ampia, comprendente:

1. l’ambito di valorizzazione C3 via Tiburtina viale delle Province delimitato da via Tiburtina, viale delle Province, via Giano di Bella, via Arduino e via Pietro l’Eremita, e caratterizzato dalla presenza, oltre che dell’ex deposito Atac, del quadrilatero artigianale di via Cupa;

2. il vasto piazzale a ovest dell’attuale Stazione Tiburtina;3. il Centro Ittiogenico della Regione Lazio;4. l’area di Villa Narducci che include, a sua volta, il Campo Sportivo Artiglio,

un complesso di edifici prefabbricati utilizzati dalla ASL RM A, l’asilo nido, la sede della III Zona municipale dell’AMA e il parco recentemente riqualificato dal Municipio.

L’analisi di prefattibilità economica ha consentito di calcolare che le risorse a disposizione derivate dagli oneri concessori per diritti edificatori ammonterebbero a 4,8 milioni di euro, mentre il grado di assorbimento del progetto (gli extra oneri) sarebbe di circa 3,7 milioni di euro, ma tali dati saranno ridefiniti quando il piano-quadro sarà vagliato.

Viale Giustiniano Imperatore

L’attuazione del comparto di viale Giustiniano Imperatore rappresenta un’importante esperienza nel campo delle trasformazioni urbane. Si tratta, infatti, di un progetto che riguarda la sostituzione edilizia di un sistema di edifici realizzato negli anni ’50, collocato tra la via Cristoforo Colombo e la via Ostiense e fortemente degradato a causa del cedimento del sistema fondale.

L’obiettivo generale del programma è di individuare un sistema di procedure, atti, risorse e certezze finanziarie per definire un modello di trasformazione urbana sostenibile e di qualità.

In tal modo, l’Amministrazione Comunale intende dare soluzione all’emergenza abitativa, prevedere la riqualificazione del quartiere attraverso una maggiore e migliore dotazione di spazi pubblici, attrezzature e servizi e individuare un modello di trasformazione urbana di qualità, fortemente innovativo, che non incida sul patrimonio e sul bilancio comunale, replicabile nel territorio.

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La attuazione del primo comparto di sostituzione edilizia prevede, in particolare:

1. la realizzazione di aree a parco pubblico lungo viale Giustiniano Imperatore e nell’area tra gli edifici;

2. la realizzazione della viabilità pubblica di accesso agli edifici residenziali e ai servizi pubblici, nonché di parcheggi pubblici di superficie;

3. la sistemazione a giardino delle aree di pertinenza degli edifici da demolire e la sistemazione temporanea delle aree che saranno interessate da interventi di successivi comparti di sostituzione;

4. la riqualificazione di via della Villa di Lucina con aree per parcheggi di superficie, percorsi pedonali, aree di sosta pedonale, relativi elementi di arredo urbano e razionalizzazione del sistema di deflusso delle acque superficiali e dei sottoservizi;

5. la realizzazione di due nuovi edifici.

Nel dicembre del 2004 il Consiglio Comunale ha approvato lo schema di assetto in cui è articolato il programma di riqualificazione. Secondo la procedura adottata, il Comune assume il ruolo di coordinamento e gestione dell’intero processo e seleziona un soggetto attuatore con procedura ad evidenza pubblica che avrà l’obbligo di realizzare l’intervento al costo concordato e che riceverà la concessione di un incentivo urbanistico, nel rispetto della sostenibilità ambientale e dell’elevata qualità edilizia.

La fattibilità di tale intervento è resa possibile grazie all’utilizzazione di aree pubbliche attualmente libere e messe a disposizione dall’Amministrazione Comunale che saranno compensate dal trasferimento in proprietà della stessa delle aree attualmente appartenenti ai proprietari degli edifici in corso di demolizione.

I proprietari aderiscono volontariamente al programma di interventi previsti e si impegnano a trasferire al Comune di Roma i diritti di proprietà pro quota delle porzioni immobiliari e a versare il corrispettivo concordato per le nuove superfici residenziali che saranno realizzate. Attualmente è in via di pubblicazione il bando della gara di appalto per la realizzazione delle opere.

Complesso del Centro Carni

Il progetto di trasformazione e riqualificazione del complesso del Centri Carni è stato pensato, sulla linea dettata dal nuovo Piano Regolatore Generale, per creare servizi pubblici di livello urbano ma anche per generare risorse aggiuntive per il bilancio del Comune attraverso la valorizzazione del patrimonio immobiliare comunale.

Le attuali funzioni saranno dismesse e interamente trasferite.

L’area in esame ha un’estensione complessiva di 303.776 mq ed è localizzata tra la via Prenestina, la penetrazione della A24 e il tracciato della FMR2, viale Palmiro Togliatti e il quartiere di Tor Sapienza.

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Centro Carnimq 156.118

Mercato dei fiorimq 34.800

Complesso Centro Carnimq 228.805

Coop. Facchinimq 11.405

Depuratoremq 8.332

Parcheggi antistantimq 18.150

Totalemq 303.776

Atea Atacmq 62.621

Isola ecologicamq 1.950

Depositeria Teatro dell’Operamq 10.400

Secondo uno studio di prefattibilità, il complesso del Centro Carni, grazie al suo alto livello di accessibilità su ferro e gomma, presenta le caratteristiche per essere destinato a centralità metropolitana e urbana; per tale motivo potrebbe anche costituire un volano per introdurre processi di riqualificazione anche nei quartieri limitrofi (Quarticciolo, Tor Sapienza, Alessandrino, Colli Aniene).

Le destinazioni più adeguate potrebbero essere, oltre a funzioni di eccellenza, strutture residenziali, turistico-ricettive, commerciali e direzionali. Secondo tale ipotesi si stima un valore immobiliare finale di circa 140 milioni di euro.

Anche per questo caso, la procedura urbanistica che verrà adottata è quella del progetto urbano, con valore di variante urbanistica, come evidenziato dalla delibera del Consiglio Comunale del marzo di quest’anno.

L’area di proprietà dell’ACEA in Via Laurentina, in adiacenza al nodo di scambio dell’attuale terminale della linea B, è destinata nel piano regolatore vigente a servizi pubblici di livello urbano (M1). Nel piano regolatore adottato, invece è destinata ad infrastrutture tecnologiche, essendo sede di un impianto per la trasformazione e la distribuzione dell'energia elettrica.

L'ACEA vista la possibile dismissione degli impianti e la posizione centralissima dell'area, hachiesto ed ottenuto, prima dell'adozione del nuovo piano, il permesso di costruire un nuovo fabbricato, usando l'indice del piano vigente, di 2 mc/mq per i servizi pubblici

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generali. Le norme del nuovo piano (art.96 c.4) consentono solo gli interventi funzionali allo svolgimento del servizio e delle attività previste.

L'area ha una localizzazione strategica, è potenzialmente integrabile alla centralità locale ''Laurentina" prevista nel piano adottato, e la sua trasformazione può contribuire alla realizzazione dei servizi pubblici e privati del nodo di scambio. E' opportuno ampliare il perimetro della centralità locale con una osservazione d'ufficio e predisporre un progetto unitario, anche attuabile per fasi.

La valutazione degli interventi proposti all'interno della centralità locale Laurentina, da altri proprietari interessati ha condotto a reputare ammissibili le destinazioni abitative fino ad un massimo del 30% della SUL nelle aree di nuova trasformazione, in coerenza con i principi che tendono a garantire sempre un mix di funzioni.

Tenendo conto della strategicità dell'area, che avrebbe i suoi massimi effetti qualora fosse integrata nel progetto per la centralità locale, si possono prevedere, se si assicurano servizi pubblici e privati funzionali al nodo di scambio, sia la quota residenziale già indicata, sia una densità maggiore, ma non superiore alla densità massima prevista all'interno della centralità per i nuovi interventi. L'incremento di valore possibile dell'area ACEA rispetto allo stato attuale potrebbe essere, ad una prima sommaria valutazione, intorno a 25 milioni di euro.

Queste indicazioni di massima possono trovare una formalizzazione solo in sede di controdeduzioni o mediante uno specifico accordo di programma.

6.10 Il nuovo controllo di gestione

L’Amministrazione comunale con il Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi (deliberazione GC n. 621 del 29.10.2002) ha previsto, nel più generale quadro del sistema di controllo interno, la funzione di controllo di gestione coerentemente con le disposizioni del vigente Ordinamento (artt. 196-198 Tuel). Secondo detto Regolamento (art. 30) l’attività di controllo di gestione è volta a verificare, anche in relazione allo stato di attuazione degli obiettivi programmati, l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa per ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto tra costi e risultati. Al controllo di gestione sovrintende il Direttore Generale mediante apposito ufficio il quale collabora con i dirigenti apicali ai fini della ottimizzazione delle attività loro attribuite. Ove il Direttore Generale non sia stato nominato, l’attività di controllo di gestione è svolta da una apposita struttura costituita nell’ambito della Ragioneria Generale. Considerato che il Direttore Generale non è attualmente nominato, la Ragioneria Generale si è attivata per creare le condizioni di una effettiva realizzazione della funzione in argomento.

Il concreto avvio della realizzazione di tale funzione è stata posta in essere, a cura della Ragioneria Generale, relativamente ai seguenti aspetti:In una prima fase, è stato svolto uno studio di fattibilità (ritenuto essenziale in considerazione della novità e complessità della materia in argomento) dal quale è

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scaturita l’impostazione di tipo progettuale per la realizzazione del modello di controllo di gestione;

Successivamente il progetto di modellizzazione (realizzato da un gruppo misto di dipendenti interni e consulenti esterni) è stato improntato ad un approccio di tipo sperimentale, graduale e condiviso:a. sperimentale: in quanto è stato necessario verificare la funzionalità e realizzabilità del modello logico-organizzativo attraverso una fase di sperimentazione sul campo allo scopo di corrispondere alle esigenze di concretezza ;b. graduale: nella consapevolezza che il controllo di gestione rappresenta non solo un nuovo e importante meccanismo operativo, ma una fase di cambiamento culturale (dalla cultura dell’adempimento formale alla cultura dei risultati) si è costruito un modello di tipo modulare attivabile modularmente, in modo tale da consentire un basso impatto operativo; c. condiviso: in quanto cambiamento culturale e professionale è stato importante condividere le diverse fasi del progetto con i soggetti interessati che hanno seguito passo per passo le diverse fasi di costruzione del modello;2. la modellizzazione dei processi di controllo si è così svolta:a. adozione e personalizzazione della metodologia del tipo activity based costing, fondata sulla valutazione delle singole attività da sottoporre a controllo;b. individuazione e classificazione delle attività in dirette, di supporto e ausiliarie, previa sistematica analisi dei relativi processi;c. impostazione della contabilità analitica e contestuale riclassificazione del piano dei conti e dei centri;d. verifica del funzionamento del modello: la metodologia così definita è stata soggetta ad una prima parziale simulazione allo scopo di costruire i rispettivi conti economici, essenziali per la verifica della funzionalità del modello di controllo;e. esigenze informative: è stata completata la realizzazione del sistema della contabilità analitica ora in fase di integrazione con il più generale sistema della contabilità finanziaria e della contabilità economico-patrimoniale.f. La rilevazione dei costi si limita, nella fase iniziale, ai costi derivanti dagli interventi per il personale e per i beni e servizi

Il modello così impostato è stato sottoposto ad una sperimentazione che ha interessato una prima parte composta da 6 Municipi, scelti in quanto front line dei servizi comunali. Di questi servizi è stato costruito e analizzato il relativo conto economico scalare in una logica full cost, cioè dei costi totali sia diretti che indiretti, al fine di consentire la costruzione degli indici di efficienza e di efficacia, base portante del controllo di gestione. Nei municipi sottoposti a sperimentazione è stata rilevata la base informativa necessaria per la costruzione dei conti economici relativi al 2003 (limitatamente al personale e ai beni e servizi) essenziali anche per verificare concretamente la funzionalità e fattibilità del modello impiantato.

Nella fase finale del 2004 sono state avviate, previa sistematica formazione dei responsabili di procedimento e dei principali operatori interessati, le attività di rilevazione e registrazione dei dati relativi agli impegni da attribuire alle singole attività oggetto di analisi del controllo di gestione. Allo scopo di supportare gli indirizzi

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metodologici per il controllo di gestione con deliberazione GC 348/2004 è stato istituito un apposito comitato di esperti che ha cominciato a lavorare nella parte finale del 2004.

Dopo questa fase di sperimentazione della struttura della contabilità analitica - secondo i macroindirizzi dettati dal Documento di programmazione finanziaria per il 2005 deliberato dal Consiglio Comunale, specificamente ripresi nel piano esecutivo di gestione per lo stesso anno – sono in corso di attuazione le seguenti fasi di lavoro:a. attivazione operativa del controllo di gestione sui 6 municipi già soggetti ad analisi: questa fase di lavoro è finalizzata a consolidare le metodologie della contabilità analitica impostate e sperimentate attraverso in particolare l’introduzione operativa dei dati al momento della loro formazione contabile, rappresentata dal processo di determinazione dell’impegno;b. prima sperimentazione del reporting subannuale: considerato che la fase di sperimentazione del modello, e la stessa introduzione operativa dei dati dell’impegno, sono stati finalizzati finora ad un reporting annuale, si prevede nel corso del 2005 di sperimentare una reportistica subannuale - in questa fase sarà semestrale - allo scopo di verificarne con gli uffici interessati, l’effettiva significatività e la coerenza con il modello di controllo introdotto;c. estensione del controllo di gestione ai restanti 13 municipi non compresi nella sperimentazione: in questo caso nell’anno in corso si svolgerà una accurata fase di formazione degli addetti alla funzione in argomento allo scopo di consentire la gestione del sistema organizzativo e informativo a ciò dedicato; a questa fase seguirà un fase di affiancamento degli operatori interessati per supportarne nella fase di avvio, gli aspetti metodologici e operativi;d. In particolare questa prima fase di introduzione si è concretizzata con la realizzazione del conto economico scalare delle diverse attività analizzate relativamente ai sei municipi avviati a regime: in particolare è stato creato un sistema di benchmarking che mette a confronto gli indici del costo pieno unitario e del costo del lavoro per unità di prodotto.

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