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Il significato Anno accademico 2017/2018 Psicologia della Comunicazione Prof.ssa Serino Quinta Lezione

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Il significato Anno accademico 2017/2018

Psicologia della Comunicazione

Prof.ssa Serino

Quinta Lezione

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Quinta lezione: Il significato

• Sommario

Universalità vs. Relatività

• Capitolo 3 «Comunicazione e Significato» del manuale di Fondamenti di Psicologia della Comunicazione, par 3 (SOLO le parti viste a lezione)

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1. I significati fra universalità e

relatività

Sono due punti di vista opposti:

1. Il primo considera gli aspetti comuni dei significati, condivisi da tutti gli esseri umani in quanto tali

2. Il secondo concerne le differenze rilevanti che esistono tra i significati e nei sistemi linguistici fra le persone che appartengono a culture diverse

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1 Aspetti universali della

comunicazione • Universali linguistici = aspetti invarianti e

comuni dei processi comunicativi, condivisi dalle lingue naturali oggi esistenti. Forme costanti e ricorrenti, che concernono il livello grammaticale e semantico

Ci concentriamo sugli universali sintattici, proposti prima di tutto da Chomsky

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L’ipotesi della grammatica universale (o generativa) di Chomsky

Assunto di base: esistenza di una uniformità della competenza linguistica negli esseri umani, in modo indipendente dalla lingua che parlano

Omogeneità dei processi linguistici

“Organo del linguaggio” geneticamente definito (Language Acquisition Device o LAD)

Concezione innatista del linguaggio e della comunicazione

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• I bambini senza questo dispositivo innato non imparerebbero a parlare nell’arco di due anni, perché non riceverebbero abbastanza stimolazioni linguistiche tali a sostenere tale apprendimento.

• E’ una concezione totalmente innatista.

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I presupposti della GU: 1) La lingua è un insieme infinito di frasi; 2) La frase è l’unità fondamentale ed è costruito a

partire da un insieme finito di elementi, o alfabeto;

3) Tale alfabeto è composto da elementi primitivi, quali i fonemi, i morfemi, le parole

4) La grammatica è un sistema astratto di regole che generano frasi unicamente equivalenti fra loro

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• La grammatica è indipendente da ogni altro sistema cognitivo

• La grammatica è indipendente dalla semantica

• Esistono due livelli di rappresentazione delle frasi, uno superficiale e uno profondo

• I processi mentali che sono alla base della grammatica sono quelli dell’astrazione e del ricorso a modelli ideali.

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Chomsky distingue tra: Competenza: capacità generale di usare una

certa lingua; Prestazione: impiego concreto e contingente di

tale lingua in una situazione. Struttura superficiale: articolazione apparente e

acusticamente percepibile di una frase; Struttura profonda: concerne la

categorizzazione linguistica.

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«La moto è stata riparata dal meccanico»

«La moto è stata riparata in dieci minuti»

I due enunciati hanno la stessa struttura superficiale, ma hanno una struttura profonda totalmente diversa

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• «Il meccanico ha riparato la moto»

• «Dieci minuti hanno riparato la moto»

Scritte in questo modo, è evidente la differenza tra le frasi

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Secondo Chomsky, mentre la struttura superficiale può variare da lingua a lingua, la struttura profonda è sostanzialmente identica in tutte le lingue naturali (è ciò che viene propriamente chiamato «grammatica universale») È come se ci fosse un nucleo comune a tutti gli essere umani in quanto tali: le variabilità linguistiche sono solo «superficiali», ma in fondo i processi cognitivi (ivi inclusa la grammatica) sono universali perché innati.

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Limiti del modello di Chomsky

• Impossibilità di ipotizzare una struttura “profonda” in mancanza di un lavoro di

raccordo e confronto fra le strutture “superficiali” delle diverse lingue

• Riluttanza ad affrontare il livello psicologico e sociologico della spiegazione dei fenomeni linguistici

• Il modello rischia di essere un esercizio astratto sulla “logica” della mente umana, fuori da ogni riferimento contestuale e da ogni verifica empirica.

• Paradosso di una “lingua che non serve per comunicare”:

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2. La teoria della relatività linguistica

• Accento sulla pluralità delle culture e sulle modalità di influenza fra linguaggio e cultura

• La cultura, attraverso il linguaggio, influenza il modo in cui pensiamo, in particolare il modo in cui categorizziamo la nostra esperienza

• Imparare una lingua straniera significa anche acquisire un nuovo punto di vista sulle cose

• Le strutture semantiche delle diverse lingue sono incommensurabili fra loro; di conseguenza, i parlanti elaborano modi di pensare differenti tra loro

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Il “Sillogismo di Whorf”

• Dato che esistono differenze nelle categorie linguistiche nelle varie

lingue naturali,

• Dato inoltre che le categorie linguistiche determinano alcuni aspetti del pensiero degli individui,

• Ne consegue che questi aspetti del pensiero differiscono nelle diverse comunità culturali in funzione della lingua che esse parlano

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Il “sillogismo di Whorf” è stato in seguito interpretato come un forte apporto all’ipotesi del determinismo linguistico = la lingua determinerebbe le forme del pensiero dei parlanti medesimi nei riguardi della loro esperienza

•Versione forte del determinismo: i concetti possono essere concepiti e attivati soltanto se sono formulati attraverso il linguaggio. È insostenibile, in quanto il pensiero è assai più complesso di ciò che il linguaggio può esprimere (percezione, rappresentazioni senso-motorie, immaginazione, esperienze emotive…)

•Versione debole del determinismo: i concetti codificati attraverso il linguaggio sono favoriti in quanto più accessibili e più facili da ricordare

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La “revisione” della teoria della relatività linguistica

Recentemente, la teoria della relatività linguistica è stara interpreta come applicazione della relatività culturale

•Le esperienze vanno codificate a livello cognitivo in modo da poter poi essere verbalizzate

•La diversità delle lingue naturali è connessa alla presenza di distinzioni semantiche che si riflettono nelle distinzioni culturali che, a loro volta, influenzano la categorizzazione cognitiva e affettiva dell’esperienza

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•Ogni comunità tende a elaborare il proprio codice (speech community e idioculture): creazione di un forte senso di appartenenza che diventa esclusione per gli altri

•A volte si ha la creazione di un vero e proprio codice criptato che, in qualità di gergo, discrimina l’in-group rispetto all’out-group.

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Il processo di convenzionalizzazione Le convenzioni fra i comunicanti di una comunità si evolvono in continuazione e diventano parte intrinseca della comunità stessa. Inversione di posizione: un partner sa di impiegare un segno comunicativo nella medesima maniera in cui lo usa l’altro

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Applicazione: come un brand segue la

storia di un paese

Il caso di Lavazza: https://www.lavazza.it/it/mondo-

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