INTERVISTA ALL’ ARCHITETTO DELLA PORTA ACCANTO Manuela Fribbi.

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INTERVISTA ALL’ ARCHITETTO DELLA PORTA ACCANTO Manuela Fribbi

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INTERVISTA ALL’ ARCHITETTO DELLA PORTA

ACCANTOManuela Fribbi

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PRESENTAZIONE DEL PERSONAGGIO

Manuela Fribbi, giovane architetto milanese.

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Ciao Manuela, come stai? Grazie per aver accettato di rispondere alle mie domande, nonostante i

tuoi impegni.

• Grazie infinite a te. E’ sempre un piacere poter parlare delle proprie passioni!

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LA SCOPERTA DELLA GEOMETRIA

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Quando hai scoperto la geometria? Come? Grazie a chi?

• Ho iniziato a prendere contatto con la geometria fin da piccola. Mio padre, geometra, e i miei zii ingegneri penso mi abbiano trasmesso qualche cosa che sin da bambina mi ha un po' condizionato.Amavo creare costruzioni fantasiose con il lego. Nelle mie "creazioni" tutto aveva una certa simmetria e una certa proporzione.

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• A scuola amavo questa materia. Mi piaceva capire come quelle linee che disegnavo potessero rappresentare delle forme concrete. Come linee bidimensionali contenessero forme tridimensionali. Come quello che mi circondava potesse essere impresso su un foglio tramite una semplice matita.

Come era il tuo rapporto con la geometria a scuola?

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Come hai coltivato il tuo interesse per la geometria?

• Sicuramente la scelta universitaria che ho compiuto ha permesso che il mio interesse per la geometria crescesse ogni giorno. Quando guardavo e studiavo le opere dei grandi architetti cercavo sempre di capire, prima di apprezzarne la bellezza, le linee guida, le geometrie che avevano permesso di definire lo spazio.

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STUDI

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Quali studi hai svolto?

• Alle superiori ho scelto il liceo scientifico. All'università ho frequentato il corso di laurea triennale in Architettura Ambientale e il corso di laurea magistrale in Recupero e restauro del costruito entrambe presso il Politecnico di Milano. Nel 2012, ho passato l'esame di abilitazione e da allora sono diventata Architetto.

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Il rapporto con la geometria è stato determinante per la scelta

degli studi?

• Direi proprio di si. Se non avessi avuto una certa familiarità alla materia e una certa propensione per la stessa forse il mio cammino universitario non sarebbe stato così facile, e direi a posteriori, anche così piacevole.

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FAMILIARITA’

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Ci sono “geni” della geometria nella tua famiglia?

Come ho già detto prima, mio padre é geometra e i miei zii ingegneri. Penso che, vedendo la loro passione e la loro dedizione, sia nato in me il giusto amore e la stessa loro voglia di lavorare a contatto costante con la geometria.

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GEOMETRIA E PERSONALITA’

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La geometria incide sul tuo carattere e sulla tua personalità?

• Direi proprio di si. Le persone che mi conoscono mi definiscono una persona razionale e precisa. Nel mio lavoro, la precisione e il rigore, come nella geometria, sono all'ordine del giorno.

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Cosa ti piace della geometria?

• La possibilità di realizzare sempre cose nuove, combinazioni infinite con strumenti finiti.

• La possibilità tramite questa materia di rappresentare quello che mi circonda e di immaginare forme e combinazioni nuove di solidi, di linee e di volumi.

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PROFESSIONE

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E’ stata determinante la geometria nella scelta della tua professione?

• Ritengo che sia stato il fattore determinante. Quando é stato il momento di scegliere l'università da frequentare, ero indecisa se frequentare la facoltà di fisioterapia o quella di architettura. Due facoltà molto diverse tra di loro. La passione per il disegno é stata però il fattore determinante. Ho capito che li avrei trovato il mio mondo, la mia strada.

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Tu fai l’architetto. Quanto è importante la geometria per chi fa

questo lavoro? Perché?

• Direi che non esiste architetto senza la geometria. Chi pensa il contrario molto probabilmente non ha mai pensato veramente ai gesti che compie ogni giorni e a quelli che sono i suoi prodotti.

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Hai un architetto preferito (tra quelli più famosi e conosciuti) che

ti ha ispirato?

• Si direi di si, anche se é veramente molto difficile trovare un solo maestro nell'intero panorama architettonico degli ultimi secoli. Frank Lloyd Wright é sicuramente uno dei più grandi maestri del movimento moderno.

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• La sua idea di architettura ha come fondamento il rifiuto della mera ricerca estetica. La progettazione architettonica, per l'architetto Wright, deve creare un'armonia tra l'uomo e la natura, costruire un nuovo sistema in equilibrio tra ambiente costruito e ambiente naturale attraverso l'integrazione dei vari elementi artificiali propri dell'uomo (costruzioni, arredi, ecc.) e naturali dell'intorno ambientale del sito.

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Frank Lloyd Wright

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Ci sono delle “opere” che stai realizzando in questo periodo e che ti stanno appassionando in

modo particolare?

• Attualmente mi sto occupando del restauro e del risanamento conservativo di un edificio in pieno centro a Milano. Il poter intervenire sull'esistente permette di incontrare stili e geometrie differenti da quelle dell'epoca in cui viviamo e di cercare il migliore ed il meno invasivo modo di reinterpretarle per donare ad esse una nuova "vita".

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GEOMETRIA E … VITA

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Quali tra le capacità o caratteristiche (che tu hai) ritieni

importanti per chi si vuole avvicinare alla materia?

• Bisogna essere sicuramente creativi. Occorre riuscire a vedere le cose non semplicemente come sono, ma anche come potrebbero diventare. Ho sempre avuto una predisposizione per il disegno, e poi nel lavoro sono sempre stata estremamente ordinata, due caratteristiche che sicuramente aiutano in un "campo" in cui si ha a che fare con squadre, matite, fogli.

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CONSIGLI UTILI

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Cosa diresti ad un bambino che si avvicina alla geometria?

Prendi una matita e un foglio e lasciati andare. Non c'é nulla di più bello della geometria.

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Cosa diresti ad un adulto che ha un rapporto “negativo” con la

geometria?

• Forse direi la stessa cosa che ho detto al bambino. Lasciati tutto alle spalle e ricomincia da capo. Non porre limiti alla geometria!

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C’è un architetto contemporaneo del quale ti piacerebbe parlare a

conclusione della nostra intervista?

Difficile scegliere un solo architetto. Mi piacerebbe parlare di Santiago Calatrava, architetto, ingegnere e scultore valenziano. Lo stile di Calatrava combina, a mio avviso, una nuova concezione dell'architettura all'interazione con i principi dell'ingegneria.

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Le sue opere sono quasi sempre ispirate alle forme ed alle strutture che si trovano in natura. Quando nel 2012 sono riuscita ad andare a visitare la città di Valencia sono riuscita a concepire tutta la sua bravura e la sua passione per il costruito. Ho riletto nelle sue opere uno studio attento per le forme e per la geometria. L'organismo edilizio funziona ed esiste grazie al perfetto rapporto delle geometrie coinvolte.

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Santiago Calatrava

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Un altro architetto contemporaneo, questa volta italiano, é sicuramente

Mario Botta.

• La sua architettura, influenzata dai grandi architetti come Le Corbusier e Louis Kahn, risulta caratterizzata da un notevole pragmatismo e dalla creazione di uno spazio architettonico fortemente geometrico, con un attento disegno del particolare architettonico.

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• Sono caratteristici della sua architettura gli edifici costituiti da volumi puri, tagliati e traforati da grandi spaccature. Il MART di Rovereto rappresenta la sua identità di architetto e definisce il suo rapporto indelebile con la geometria.

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mario BOTTA

http://www.mart.trento.it/

Mart rovereto