Intervista a Brian Evenson su Gordon Lish

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DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI EDITOR... ...e dell’editor per antonomasia, Gordon Lish Leonardo G. Luccone | Oblique Studio 2008 Intervista a Brian Evenson evenson_intervista.qxp 01/07/2009 10.01 Pagina 1

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Luccone ha intervistato Brian Evenson e gli ha chiesto come è stata la sua esperienza di scrittore con Gordon Lish come editor e cosa pensa della vicenda Carver-Lish. Ottobre 2008

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DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI EDITOR......e dell’editor per antonomasia, Gordon Lish

Leonardo G. Luccone | Oblique Studio 2008Intervista a Brian Evenson

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Di cosa parliamo quando parliamo di editor. Intervista a Brian EvensonLeonardo G. Luccone – © Oblique Studio 2008

*Le foto di Brian Evenson sono tratte da www.flickr.com/photos/penamericancenter

L’illustrazione di Nancy Kiefer a pag. 8 è tratta dalla rivista online Tarpaulin Sky (www.tarpaulinsky.com)

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restituita così come Carver l’avevaconsegnata al suo editor. È opinio-ne dello scrivente che il testo sia unfalso, non nel senso che non siaautentico, perché lo è, ma nel sensoche è un testo che non tiene contodi come la storia è effettivamenteandata, è una avanzata bozza dilavorazione, niente di più. Varicordato che dobbiamo sempre aLish l’esistenza di queste bozze.Invece di buttarle via le ha conse-gnate alla Lilly Library, IndianaUniversity, Bloomington.

Lish, oltre a Carver, ha lanciato:Richard Ford, T. Coraghessan Bo-yle, Barry Hannah, Amy Hempel,Don DeLillo, Truman Capote, BenMarcus, Lily Tuck e moltissimialtri. Brian Evenson è tra questi.L’ho intervistato. Si è mostrato dasubito molto disponibile e gentile.Abbiamo inevitabilmente parlatodi Lish (con parecchie sorprese),

Di Gordon Lish non vuole parlare nessuno. Sto escludendo quelli chene parlano a sproposito, senza cognizione di causa o solo in meritoall’affascinante e riduttiva – per la comprensione della figura di Lish

– relazione con Carver. E pur volendo rimanere solo su questo indubbiopezzo di storia della narrativa americana della seconda metà del secoloscorso, di imprecisioni e sovvertimenti della realtà ne sono stati fatti parec-chi. Semplificando al massimo, i fatti degni di nota sono i seguenti: Lishpubblica Carver fin dagli anni ’60 in tutti i magazine con cui ha lavorato;tra Lish e Carver c’era un rapporto di amicizia e stima; Lish diventa nel1977 direttore editoriale della Alfred A. Knopf e pubblica le più impor-tanti raccolte di racconti di Carver. Grazie a queste pubblicazioni Carveracquista credibilità, autostima e sicurezza finanziaria; sempre nel 1977Carver conosce Tess Gallagher; nel 1983 esce Cattedrale definita da moltil’opera migliore di Carver e il simbolo del distacco da Lish. Cattedrale èstata editata, seppur in misura ridotta rispetto alle opere precedenti, daLish; Carver è famoso per il suo stile asciutto, sospeso, essenziale e densis-simo, è famoso per le sue storie dal finale spiazzante, per l’assurda sempli-cità delle situazioni che ti vengono sbattute in faccia come se niente fosse;il 9 agosto 1998 esce sul New Yorker un lungo articolo di D.T. Max. Maxsostiene e dimostra che i racconti di Carver di Di cosa parliamo quandoparliamo d’amore sono stati pesantemente editati da Lish; nel 2008Einaudi – prima casa editrice al mondo – ha pubblicato, fortemente desi-derato dalla Gallagher, Principianti, cioè la raccolta Di cosa parliamoquanto parliamo d’amore restaurata, privata di tutti gli interventi di Lish,

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del suo rapporto con lui, della sua idea sulla vicendaCarver-Lish e, naturalmente, della sua narrativa soffer-mandoci, in particolare, su La colpa pubblicato inItalia nel 2007 da Isbn.

Sono in molti, compreso lo stesso Lish, a considera-re Gordon Lish una delle più influenti figure dellaletteratura americana contemporanea. Qual è la suaopinione al riguardo?Credo che Lish sia stato un editor di grandissimaimportanza. E non mi sono reso conto di quantofosse importante fino a quando non sono andatonell’Indiana ad analizzare l’archivio della LillyLibrary e ho visto il suo lavoro di editor su tantigrandi scrittori degli anni ’70 e ’80, gente comeRaymond Carver, Barry Hannah, Amy Hempel,Mary Robinson e altri. Dopo quello studio mi sonoconvinto che, senza Lish, Raymond Carver nonavrebbe mai avuto l’attenzione che ha avuto. È statoproprio quell’accurato e sapiente editing su Carverche ha creato il minimalismo letterario. Senza Lish laletteratura americana avrebbe preso una direzionedel tutto diversa.

Una volta lei ha detto: “Lish non ha paura di violarei tabù, di rendere il discorso stravagante, di parlaredi ciò che gli altri non osano nominare, la sua èun’implacabile esplorazione dei recessi dell’animoumano”. Cosa intendeva dire? Qual è stata la suaesperienza con Gordon Lish?Non ho mai partecipato ai famosi workshop che Lishteneva a New York ma una volta mi è capitato diseguirne uno di qualche giorno a San Francisco. Lishl’ho conosciuto leggendo le sue opere e in seguito dipersona quando decise di pubblicare il mio primoromanzo, Altamann’s Tongue. Da allora siamo rima-sti in contatto. Credo di aver imparato molto da lui:ho sempre cercato di raggiungere la sua precisione, lacura che metteva nella lingua, sebbene la mia narrati-va si muova in direzione diversa. La citazione che leiha riportato è parte della mia recensione al suoromanzo Zimzum, un lavoro che mi ha sempre colpi-to per la sua unicità e originalità. Ma potrei dire lostesso di molti romanzi di Lish: penso cheExtravaganza sia formidabile e inquietante. Il suoprimo romanzo, Caro signor Capote, è forse il miopreferito: ossessivo, stravagante, ipnotico, estremo.

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Com’è Gordon Lish editor dal punto vista lavorativoe tecnico?Credo che lui sia davvero in grado di aiutare i buoniscrittori a capire come far funzionare al meglio la loroscrittura, in maniera più incisiva e persuasiva. È uneditor molto partecipe ma credo che sappia perfetta-mente quando dare allo scrittore lo spazio per svilup-pare un proprio stile. La mia esperienza con lui duran-te la lavorazione del mio romanzo Altmann’s Tongueè stata molto positiva: mi ha dato dei buoni suggeri-menti ma non è stato così aggressivo come con altri. Inseguito ho pubblicato altri sette libri e con altri editorma credo che Lish sia stato l’unico che mi abbia fattopensare seriamente a cosa fosse la mia narrativa. Il suoediting di Carver – come i miei studi alla Lilly Libraryhanno mostrato – fu molto profondo e per lo più con-sistette nel togliere via qualcosa che sembrava tropposentimentale o non necessario. Ridusse alcuni raccon-ti, e tra questi alcuni dei migliori, a una lunghezzametà di quella di partenza, e per come la vedo io senzaLish nessuno si ricorderebbe più di Carver.

C’è qualche suggerimento, indicazione o “ordine”che le ha dato che vale la pena menzionare?

Ci sono diverse cose di quelle che mi diceva che misono rimaste dentro. Mi suggeriva sempre di finire,quando era possibile, le frasi con una parola terminan-te con un suono duro (k, d, t) in modo da conferirealle parole stesse un senso di definitività. Provai a pen-sare a possibili eccezioni di questa regola con lo stes-so impegno con cui cercavo di applicarla. Lish mi hafatto riflettere sul fatto che le ripetizioni possano esse-re utilizzate come efficace strategia narrativa. Insiemea William Gass, mi ha incoraggiato a considerare ognifrase come una creatura a sé e a capire che ogni fraseha il suo tono, il suo aspetto e la sua forma. Parecchidei consigli che mi ha dato li ho usati in modo com-pletamente differente, cercando sempre il modo diottenere effetti nuovi con mezzi diversi: pochissimialtri mi hanno spinto a fare lo stesso. Lish mi ha fattocapire che un bravo narratore è come un poeta: riflet-te sempre sulla lingua, sul ritmo e sul tono.

So che lei ha letto la maggior parte di ciò che Lish hascritto. Cosa pensa di Lish come scrittore?Credo che per il fatto di essere un editor controversoi suoi scritti non abbiamo avuto l’attenzione che meri-tavano. Presi nel complesso i suoi scritti mostrano

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una mente infaticabile e indagatrice, una mente cherischia e sperimenta. Penso che i suoi scritti sianomolto provocatori e che i suoi romanzi siano piutto-sto validi. Probabilmente i miei due preferiti sonoExstravaganza e Caro signor Capote. Extravaganza èun libro di barzellette poco riuscite in cui le battutecominciano a scadere nella violenza in un modo chetrovo davvero notevole e originale. Caro signorCapote, invece, parla, con una squisita dedizione,della relazione di uno scrittore con la violenza, chie-dendosi se un autore è responsabile di come le perso-ne possano reagire al suo lavoro. Il libro traccia unarelazione molto complessa tra vita reale e fiction. Miha colpito per la sua profonda etica di fondo e perchéè inquietante.

Perché a dispetto della sua fama da editor Lish nonha lo stesso consenso come scrittore? Pensa che ilfatto che fosse un editor nel modo in cui lo è statoabbia oscurato o danneggiato la sua reputazione discrittore?Sì, penso di sì. Penso che una cosa del genere possacapitare a editor del suo calibro. È successo più volte

nella storia della letteratura: è successo, per esempio, aTobias Smollet nel Diciottesimo secolo quando i suoiscritti furono attaccati da alcuni che non erano d’accor-do con ciò che aveva fatto come editor di una rivista. Èdifficile rimanere indifferenti a un editor come Lish:uno come lui o lo si ama o lo si odia. Coloro che non loapprezzavano come editor avevano deciso in anticipoche non avrebbero gradito la sua narrativa. Credo,però, che col passare del tempo e il rimarginarsi delleferite si capirà quanto è importante la sua opera.

In una commovente lettera che scrisse a Lish, Carverfa riferimento ad altri scrittori che avevano letto i suoiracconti non editati di quella che sarebbe stata la rac-colta Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, e lesue preoccupazioni l’avevano portato a dire “comepotrò spiegare a questi amici quando li vedrò, perchéli vedrò, quello che è successo?”. L’editing è in gradodi incidere sulla vita delle persone in modo così pro-fondo? Come è andata a lei quando Lish editò il suoprimo romanzo?Penso che il problema di Carver sia stato che lui fu percerti aspetti disonesto nei confronti del lavoro di Lish

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e forse anche disonesto con sé stesso: da una partesembra che, quando si rivolgeva a Lish, ritenesse chei suoi racconti fossero migliorati dopo l’editing, dal-l’altra parte invece sembra che avesse detto cose moltodiverse ai suoi amici scrittori a cui notoriamente nonfaceva cenno dell’editing di Lish. L’editing di Lish èstato pesante, è vero, ma così ha fatto MaxwellPerkins con Thomas Wolfe e altri. Credo che quandocominceremo a vedere le versioni originali di alcunidei racconti pubblicati ci renderemo conto cosa abbiacomportato l’editing di Lish, capiremo come ha resograndi quei racconti. Sembrava che Carver lo avessecapito ma poi passò un periodo caratterizzato da unatotale mancanza di fiducia in sé stesso che probabil-mente gli ha creato un sacco di problemi. Come hodetto in precedenza l’editing di Lish sul mio lavoronon è stato pesante come quello su Carver e possodire che dopo l’editing i miei racconti sono diventatiproprio quello che volevo che fossero. Credo che Lishsia stato importante nell’aiutarmi a raggiungere il miopotenziale di scrittore e che quei racconti sono pro-prio i racconti che solo io potevo scrivere. Credo,invece, che Carver avesse la sensazione che Lish lofacesse sentire meno legato ai suoi stessi racconti.

Qual è la sua opinione sulla complessa situazionedella pubblicazione delle versioni non editate deiracconti di Carver? Pensa che debba essere materiaper filologi ed esperti o che potrebbero avere uninteresse diffuso per il pubblico?Avrei sperato che tutto questo avesse preso una piegadiversa. Penso che possa avere senso pubblicare leversioni non editate di Carver solo in un’edizioneuniversitaria con una discussione sui pro e i contro diognuna delle versioni. Ma se le cose andranno comesembra, è probabile che la vicenda si faccia ancorapiù confusa e la reputazione di Carver verrà presumi-bilmente danneggiata.

Ho letto da qualche parte che dopo aver studiatol’archivio di Lish alla Lilly Library lei aveva deciso discrivere un saggio scientifico sul lavoro di Lish comeeditor di Carver. A un certo punto Tess Gallagher,vedova dello scrittore, è venuta a conoscenza dellanotizia e tramite il suo legale le ha intimato di nonpubblicare l’articolo. E, tra l’altro, tutto questoaccadde prima del famoso articolo di D.T. Max sulNew Yorker. Ci racconti come è andata.

Volevo pubblicare un articolo sull’editing di Carver– e per quel motivo ero andato alla Lilly Library astudiare l’archivio di Lish– ma quando l’ultimamoglie di Carver, la poetessa Tess Gallagher, l’hasaputo mi ha fatto minacciare dal suo avvocato dicitarmi in giudizio. La cosa bella è che ora è propriolei a pubblicare i racconti nella versione originale, elo fa in modo tale da danneggiare la reputazione diCarver molto più di quello che avrebbe potuto fareun articolo accademico. Qualche mese dopo esserestato minacciato dal suo avvocato, seppi che D.T.Max aveva intenzione di scrivere un articolo sul NewYorker. Così l’ho contattato e gli ho parlato di ciòche avevo trovato e di alcune delle conclusioni a cuiero giunto. Credo che D.T. Max abbia raccontatosplendidamente la vicenda. Sono stato pure ringra-ziato nel suo articolo.

Parliamo del suo modo di scrivere. Alcuni critici l’han-no definita uno scrittore “intenso, prolifico e apocalit-tico”, “un García Márquez sotto effetto dell’acido”,uno che è “in grado di passare dal horror allo humor”.Trova che tutte queste etichette, con tutte le loro limi-tazioni, siano calzanti per descrivere il suo stile?

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Sì, penso che siano abbastanza precise anche se il miostile varia da libro a libro. Penso che la mia scritturacon gli anni sia diventata piuttosto semplice; per meogni parola conta tantissimo. Uno dei miei libri, Lacolpa, pubblicato in Italia da Isbn, è probabilmentepiù denso ed esteso e contiene praticamente tutte lecaratteristiche che lei ha citato. Nel finale, per esem-pio, sembro proprio García Márquez sotto l’effetto diun acido.

Può descrivere brevemente lo sviluppo della suavoce, del suo stile e dei personaggi nel contesto del-l’evoluzione del suo stile mimetico?Quando ero piccolo miopadre mi regalò un libro diKafka. Quel libro è statomolto importante per me.Anche Molloy di Beckett èstato importante e sonostati proprio questi i duelibri che mi hanno aiutato adefinire il mio stile. Il miostile è caratterizzato daun’accuratezza e una preci-sione minimalista che mideriva da Raymond Carverma anche da LeonardoSciascia e da Muriel Spark.Ciò che scrivo tende a esse-re semplice e accurato maanche a sfumare la linea trail fantastico e il realistico;per farla difficile, i mieiscritti vogliono indagaredove si ferma la realtà e inizia qualcos’altro.

Qual è stato il suo libro più difficile da scrivere?La colpa, senza dubbio: ci ho messo più di sei anni.È stato difficile perché è stato il mio libro più ambi-zioso (almeno fino a ora) e perché esplora la cultura

dei mormoni – la cultura in cui sono cresciuto – ed èuna ricerca filosofica sul legame tra essere e religione.Scriverlo mi ha dato molte soddisfazioni.

Lei e il suo ruolo di professore di scrittura creativa.In un certo senso lei è una specie di editor nei con-fronti dei suoi allievi. È difficile insegnare a scrive-re? Quali sono gli aspetti su cui si concentra mag-giormente a lezione?Mi piace insegnare scrittura. Penso che lo scopo prin-cipale di un professore sia di aiutare l’allievo a svilup-pare una sua estetica; deve aiutarlo a capire comedeve rapportarsi alla scrittura e alla sua relazione con

l’arte e la vita. Non vorreimai che i miei studenti scri-vessero come me: cerco ditrovare il potenziale nelloro lavoro e di fargli capireil senso delle scelte chefanno e ciò che perdonocon esse.

Per favore, provi a dare unsuggerimento efficace a ungiovane scrittore di talentocon un manoscritto nel cas-setto.Penso che la migliore cosada fare quando si finisceun manoscritto è di met-terlo nel cassetto per tremesi e passare quei tremesi a leggere il maggiornumero possibile di libri e

di scrittori diversi. Tutto questo insegna a capirecome gli altri scrittori ottengono determinati effettie permette di raggiungere un’effettiva distanza dalproprio lavoro. Quando poi si ritorna al manoscrit-to, sembra che sia stato scritto da qualcun altro. Larevisione sarà così molto più semplice.

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Ciò che scrivo tende a essere semplice e accurato ma anche a sfumare la linea tra il fantastico e il realistico;

per farla difficile, i miei scritti vogliono indagare dove si ferma la realtà e inizia qualcos’altro.

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