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INTERVENTO IN CONSIGLIO COMUNALE 12 LUGLIO 2012 SUL TEMA ABUSIVISMO COMMERCIALE Carla Franchini Consigliere M5S Rimini Nel corso degli anni il fenomeno del commercio abusivo si è evoluto, trasformandosi e cambiando totalmente natura: - si è passati dai tempi in cui gli Agenti (della Municipale e non solo) scendevano in spiaggia per contrastare il fenomeno e trovavano prevalentemente i cartoni di bancarelle improvvisate, poiché gli abusivi si erano prontamente dati alla fuga insieme alla merce raccolta in tutta fretta. I venditori scappavano fino ad arrivare in strada per poi allontanarsi. - Poi le distanze si sono accorciate, di fronte all'avanzata degli Agenti, i venditori - in numero sempre più consistente e sempre più compatti - si limitavano a rifugiarsi sotto gli ombrelloni dei bagnanti per poi riposizionarsi nel proprio "angolo" dopo il passaggio degli Agenti. Forse questo comportamento è stato determinato dal tentativo di un'azione "morbida", forse un tentativo di sintesi tra il desiderio di contrastare il fenomeno dell'abusivismo e quello di assicurare una sorta di tutela degli abusivi stessi. - La terza fase, quella cui assistiamo oggi, ha cambiato volto. All'arrivo degli Agenti - spesso in numero eccessivamente ridotto rispetto alle reali necessità e ancor di più rispetto alle condizioni di sicurezza degli Agenti - si verifica sempre più spesso il fenomeno del nutrito gruppo di venditori abusivi che si limita a raccogliere la propria merce, ma non si allontana neppure di un metro dalle proprie postazioni. Fanno scudo, rimangono uniti, compatti impedendo agli Agenti di poter svolgere la propria attività di contrasto all'abusivismo commerciale. Atteggiamenti aperti di sfida e di ostacolo al libero svolgimento dell'attività istituzionale. Da questo punto in avanti il fenomeno ha smesso di chiamarsi "abusivismo commerciale" ed è diventato questione di ordine pubblico. Poco c'entra - e solo marginalmente - il commercio irregolare di una trentina di venditori minacciosi, che di fronte ad un esiguo numero di Agenti, impedisce loro di procedere all'attività sanzionatoria e ai conseguenti sequestri. E' noto del resto che la legge 65/1986 stabilisce all'art. 5 che la Polizia Municipale ha funzioni ausiliarie di pubblica sicurezza e quindi non le può certo essere delegata la soluzione di un problema che ha assunto tali dimensioni e che per risolversi necessita inevitabilmente di uno sforzo comune, nessuno eslcuso. La Polizia Municipale è di certo indispensabile per il contrasto al fenomeno, ma non possiamo fingere di non sapere in quali condizioni sono costretti ad operare gli Agenti, che di fatto non sono nella materiale disponibilità di agire per sanzionare gli illeciti di carattere commerciale , che ormai sembrano diventati, un diritto acquisito. E questo è drammatico perché determina ogni anno un maggiore radicamento del fenomeno e una maggiore difficoltà di porvi rimedio. Se davvero di vuole risolvere il problema - e non solo limitarsi ad azioni dimostrative per tacitare le tutte le categorie che ne subiscono pesantemente gli effetti - occorre guardare al fenomeno con occhi nuovi, a

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INTERVENTO IN CONSIGLIO COMUNALE 12 LUGLIO 2012 SUL TEMA ABUSIVISMO COMMERCIALE

Carla Franchini

Consigliere M5S Rimini

Nel corso degli anni il fenomeno del commercio abusivo si è evoluto, trasformandosi e cambiando

totalmente natura:

- si è passati dai tempi in cui gli Agenti (della Municipale e non solo) scendevano in spiaggia per contrastare

il fenomeno e trovavano prevalentemente i cartoni di bancarelle improvvisate, poiché gli abusivi si erano

prontamente dati alla fuga insieme alla merce raccolta in tutta fretta. I venditori scappavano fino ad

arrivare in strada per poi allontanarsi.

- Poi le distanze si sono accorciate, di fronte all'avanzata degli Agenti, i venditori - in numero sempre più

consistente e sempre più compatti - si limitavano a rifugiarsi sotto gli ombrelloni dei bagnanti per poi

riposizionarsi nel proprio "angolo" dopo il passaggio degli Agenti. Forse questo comportamento è stato

determinato dal tentativo di un'azione "morbida", forse un tentativo di sintesi tra il desiderio di contrastare

il fenomeno dell'abusivismo e quello di assicurare una sorta di tutela degli abusivi stessi.

- La terza fase, quella cui assistiamo oggi, ha cambiato volto.

All'arrivo degli Agenti - spesso in numero eccessivamente ridotto rispetto alle reali necessità e ancor di più

rispetto alle condizioni di sicurezza degli Agenti - si verifica sempre più spesso il fenomeno del nutrito

gruppo di venditori abusivi che si limita a raccogliere la propria merce, ma non si allontana neppure di un

metro dalle proprie postazioni. Fanno scudo, rimangono uniti, compatti impedendo agli Agenti di poter

svolgere la propria attività di contrasto all'abusivismo commerciale.

Atteggiamenti aperti di sfida e di ostacolo al libero svolgimento dell'attività istituzionale.

Da questo punto in avanti il fenomeno ha smesso di chiamarsi "abusivismo commerciale" ed è diventato

questione di ordine pubblico.

Poco c'entra - e solo marginalmente - il commercio irregolare di una trentina di venditori minacciosi, che di

fronte ad un esiguo numero di Agenti, impedisce loro di procedere all'attività sanzionatoria e ai

conseguenti sequestri.

E' noto del resto che la legge 65/1986 stabilisce all'art. 5 che la Polizia Municipale ha funzioni ausiliarie di

pubblica sicurezza e quindi non le può certo essere delegata la soluzione di un problema che ha assunto tali

dimensioni e che per risolversi necessita inevitabilmente di uno sforzo comune, nessuno eslcuso.

La Polizia Municipale è di certo indispensabile per il contrasto al fenomeno, ma non possiamo fingere di

non sapere in quali condizioni sono costretti ad operare gli Agenti, che di fatto non sono nella materiale

disponibilità di agire per sanzionare gli illeciti di carattere commerciale, che ormai sembrano diventati, un

diritto acquisito.

E questo è drammatico perché determina ogni anno un maggiore radicamento del fenomeno e una

maggiore difficoltà di porvi rimedio.

Se davvero di vuole risolvere il problema - e non solo limitarsi ad azioni dimostrative per tacitare le tutte le

categorie che ne subiscono pesantemente gli effetti - occorre guardare al fenomeno con occhi nuovi, a

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rischio di sembrare impopolari agli occhi di quei cittadini (sempre meno per la verità) che di fronte

all'operare degli Agenti elevano il grido di "poverini".

Occorre una doppia strategia:

1) Cristallizzare la situazione irregolare così come la si trova con azioni in cui le Istituzione riaffermino

senza esitare la legalità di uno Stato di diritto.

E questo potrà avvenire solo con la collaborazione di tutte le forze di Polizia, ciascuna per la parte di propria

competenza.

Azioni veloci, determinate con un messaggio chiarissimo: legalità, prima di tutto.

2) Aprire un dialogo con le categorie degli operatori di spiaggia per giungere attraverso un protocollo di

intesa all'installazione di telecamere "intelligenti", posizionate in rete su litorale.

Telecamere da controllare e brandeggiare in remoto dalle forze di Polizia, con il duplice obiettivo:

- prima di consentire la localizzazione degli assembramenti di venditori abusivi;

- poi di procedere agli accertamenti delle sanzioni a debita distanza dalla spiaggia - limitando così la

visibilità degli interventi delle Forze dell'ordine da parte dei turisti - in modo da procedere alle contestazioni

e ai sequestri solo in un momento successivo (sulla strada). Nulla impedisce infatti di accertare la vendita

abusiva attraverso l'occhio indiretto di una telecamera, controllata dalle forze dell'Ordine.

Nell'era della tecnologia anche l'azione di contrasto può e deve adeguarsi.

Lasciare questo fenomeno incontrastato ci rende complici e impedisce di continuare serenamente

l'attività di controllo verso tutte quelle attività commerciali situate in prossimità della zona mare, che

subiscono il fenomeno dell'abusivismo commerciale e che , se non lo subiscono, lo notano.

Abbiamo l'obbligo di ascoltare le grida dei commercianti regolari, che vedono l'intero apparato istituzionale

inerme nei confronti del fenomeno.

La degenerazione dell'abusivismo ci conduce ad una riflessione: qui non si tratta più di contrastare il solo

abusivismo commerciale, ma si tratta di affermare il principio di legalità che senza esitazione deve valere

sempre e per tutti.

E se è vero che il fenomeno non riguarda solo Rimini, ma è diffuso in molte altre realtà, è vero altresì che

non le riguarda tutte, perché la diffusione è a macchia di leopardo in quanto sono altrettante le realtà in cui

il problema è stato risolto.

E affinché di questo consiglio comunale tematico non restino solo parole ci impegniamo a formalizzare una

bozza di protocollo di intesa per poter giungere - attraverso la condivisione tra tutte le forze politiche, le

istituzioni e gli operatori interessati - ad un risultato efficace che prima di tutto vede il rispetto delle regole.

Carla Franchini

M5S Rimini