Intervento alcolisti anonimi iacp genova 2011

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Relazione “Potere Superiore e Potere Personale: Alcolisti Anonimi. Una visione d’insieme in riferimento all’Approccio Centrato sulla Persona”, al Convegno Nazionale ACP “Promuovere la resilienza delle persone, gruppi e comunità con l'Approccio Centrato sulla Persona", Genova, 18 – 19 giugno 2011. Relatrice: Dr.ssa Francesca Carubbi

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Potere Superiore e Potere Personale

Alcolisti Anonimi

Una visione d’insieme in riferimento all’Approccio Centrato sulla Persona

Francesca Carubbi

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I Gruppi di mutuo – auto aiuto: definizione

• Francescato (1987): “sono gruppi ristretti, fondati su un’interazione faccia a faccia e composti da membri che condividono condizioni, situazioni, retaggi, disagi o esperienze comuni […]. Possono stimolare cambiamenti personali o tentare la modificazione di condizioni strutturali: possono fungere da sostegno psicologico e da fonte informativa, da movimento politico o da organizzazioni di fasce disagiate della popolazione. I gruppi di mutuo – auto aiuto tendono ad essere autonomi nei finanziamenti, piuttosto che dipendere da fonti esterne; si autogestiscono seguendo un sistema condiviso di valori, obiettivi e regole; rivolgono una particolare attenzione alle origini sociali del problema, senza però trascurare i fattori individuali”.

• Comelli (2004) distingue i gruppi di mutuo – auto aiuto dai gruppi terapeutici per le seguenti caratteristiche:

- Non sono considerati gruppi di terapia dagli stessi partecipanti;- Non prevedono presenza professionali;- Il rapporto con l’istituzione è distante

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I Gruppi di mutuo – auto aiuto: definizione

• Riassumendo, un gruppo di mutuo – auto aiuto può essere definito tale se (Francescato, Ghirelli, 1988):

- Lo scopo principale è dare aiuto e supporto ai membri nell’affrontare i problemi;

- Le origini non provengono da istituzioni esterne;- La principale fonte di aiuto risiede nella capacità e

conoscenze dei membri stessi;- I membri sono accomunati da una stessa esperienza o

disagio;- Il controllo è affidato agli stessi membri e non a

professionisti esterni.

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Tipologia e classificazione

• Francescato (1988) distingue le seguenti tipologie secondo l’obiettivo che il gruppo tende a perseguire (De Felice, 2002):

- Gruppi di controllo del comportamento e riorganizzazione della condotta (es. A.A.; CAT);

- Gruppi di sostegno e difesa dallo stress: (es. gruppi di familiari di utenza psichiatrica, Al – Anon);

- Gruppi di azione sociale: (es. gruppi gay);

- Gruppi di crescita personale e autorealizzazione.

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Funzioni, obiettivi, dinamiche

• Funzioni dei gruppi di mutuo – auto aiuto (De Felice, 2002):- Sostegno emotivo;- Informazione e consulenza;- Erogazione di servizi diretti (gruppi di gioco per bambini,

campi scuola, babysitteraggio);- Pressione sociale;- Supporto e assistenza.

• Obiettivi:- Superamento di condizioni di mancanza di potere

(powerlesness);- Aumento del livello di autoefficacia;

• Dinamiche;- Relazione di reciprocità tra i membri;- Superamento dell’impotenza e della sfiducia in se stessi;- Appartenenza e identificazione con il gruppo;- Rafforzamento dell’autostima

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Gli Alcolisti Anonimi

“Signore,

Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,

Il coraggio di cambiare quelle che posso,

la saggezza di conoscerne la differenza”

Preghiera di A.A.

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“Ciao, sono Mario e sono un alcolista!”: A.A. si presenta

Chi è A.A.?

- A.A. è un’associazione per il recupero dall’alcolismo;

- A.A. nasce negli Stati Uniti nel 1935 da due alcolisti sobri: Bob S. e Bill. W;

- Nel 1951 nasce Ala- Non, gruppo di familiari di alcolisti;

- In Italia A.A. nasce nel 1972: Il primo gruppo ufficiale nasce a Firenze nel 1974, a seguire Milano e Genova;

- A.A. rappresenta un gruppo sociale omogeneo: l’unico requisito per diventare membro di A.A. è il desiderio di smettere di bere;

- Scopo primario dell’Associazione è la sobrietà e il gruppo è l’entità attraverso la quale si realizza il recupero;

- L’anonimato è uno dei punti fermi dell’Associazione: i principi dell’associazione vengono sempre anteposti alla personalità dei singoli.

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Il Metodo dei Dodici Passi

• L’alcolismo viene visto come una rottura religiosa perché isola l’uomo da se stesso e dal mondo esterno;

• Per A.A. ogni essere umano è alla ricerca di un assoluto, che si incarna in Dio per chi crede;

• In A.A. esiste già un assoluto: il Gruppo, nel quale si apprende ad ascoltare e a provare le emozioni degli altri, a rifiutare di giudicare e a vivere secondo la filosofia del gruppo stesso;

• Si tende a riconoscere in A.A. un Potere Superiore, declinato in fede nel Gruppo stesso;

• Su questa scia, A.A. propone, dal 1935, dodici progressive tappe, costituenti un gruppo di principi spirituali che si propongono di eliminare l’ossessione dal bere.

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Il Metodo dei Dodici Passi

Ci sono almeno cinque ingredienti attivi che derivano dall’approccio dei Dodici Passi (Di Clemente, 2005):

• La consapevolezza della perdita di potere che include l’esercizio dell’umiltà, l’accettazione dei limiti, la presa di coscienza della ferita inflitta e le conseguenze relative al continuo bere alcol, il chiedere aiuto;

• L’affiliazione in una congregazione di supporto, con altri che vivono la stessa situazione ed il conseguente soccorso che include un confronto franco e una comunità sobria;

• Un lavoro attivo in dodici passi che permetta la sobrietà e l’essere aiutato;

• L’accettazione della continua vulnerabilità;• Una spinta verso l’aiuto al prossimo

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Il Metodo dei 12 Passi: prospettive di cambiamento

Prochaska e Di Clemente (1982;1986)

• Precontemplazione

• Contemplazione

• Preparazione

• Azione

• Mantenimento

Metodo 12 Passi

• inizia ad accettare l’idea di essere un alcolista: senso di perdita, confronto con la realtà, pochi desideri di cambiamento;

• Inizia ad analizzare moralmente il suo problema: sente che la vita non è più affrontabile in quel modo a causa della perdita di controllo. Persiste il senso di onnipotenza;

• Decide di seguire i Dodici Passi allo scopo di cambiare stile di vita

• Inizia a partecipare attivamente agli A.A. al fine di fermare i problemi di comportamento

• Segue A.A.: fa gruppo, e vita sociale insieme agli altri membri, evita le tentazioni e conduce una vita sobria

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La leadership in A.A.: potere d’esempio e di ricompensa come

dipendenza dal gruppo All’interno dell’Associazione l’ideologia e il processo di cambiamento si ispirano a due tipi di potere:

• potere d’esempio: in questo caso l’alcolista, soprattutto, nei primi passi del suo processo di cambiamento, tende ad identificarsi con un alcolista già in trattamento da più lungo tempo, prendendolo come modello d’esempio;

• potere di ricompensa: può essere identificato nell’influenza che ha il gruppo nella sua totalità. Il gruppo, infatti, si comporta come una famiglia sostitutiva, garantendo a chi frequenta con regolarità l’Associazione, protezione, ascolto e soprattutto accettazione.

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Comunicazione all’interno di A.A.: possibili convergenze e divergenze con l’Approccio Centrato sulla Persona

A.A.• Smith Jr (2004): all’interno di A.A.

vengono utilizzate tecniche di persuasione stile “lavaggio del cervello “ (Walsh, 2001);

• La parte alcolizzata e quindi malata è maggiormente considerata rispetto a quella sana;

• Ammissione della propria impotenza e fiducia in un Potere esterno (Potere Superiore);

• L’individuo, grazie alle tecniche persuasive, si conforma all’ideologia del gruppo, perdendo la sua soggettività, in favore del Gruppo stesso

ACP• Il soggetto è il primo agente responsabile nel suo

processo di cambiamento; il cambiamento avviene dall’interno del soggetto, attraverso la ri – scoperta della saggezza del suo organismo, che diviene capace di scelta

• L’Approccio Centrato sulla Persona essendo un paradigma sistemico che si concentra sulla salute anziché sulla malattia, fornisce empowerment anziché curare la malattia (Zucconi, 2008);

• l’uomo è un agente di scelta libero e responsabile, attraverso la riappropriazione del Potere Personale.

• Il compimento della Tendenza Attualizzante può avvenire solo se il soggetto diviene coraggioso, libero e indipendente nelle sue scelte di vita, andando al di là, se necessario, alle aspettative e ai desideri degli altri

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Conclusioni

• “Questa nuova tecnica differisce da quelle precedenti in quanto si prefigge scopi del tutto diversi. Essa, infatti, mira direttamente a una maggiore indipendenza e integrazione dell’individuo […] Punto focale è l’individuo, non il problema. Lo scopo non è quello di risolvere un problema particolare, ma di aiutare l’individuo a crescere perché possa affrontare sia il problema attuale sia quelli successivi in maniera più integrata. Se il soggetto riesce ad integrarsi al punto di potersi occupare di un problema con indipendenza, responsabilità e organizzazione maggiori, e con confusione minore, allora affronterà nello stesso modo anche altri problemi. […] Praticare la terapia non significa fare qualcosa al soggetto, né convincerlo a fare qualcosa per sé: si tratta invece di liberarlo perché possa crescere e svilupparsi in modo normale e di rimuovere ostacoli in modo che possa andare avanti [….]. (Rogers, 1942, trad. it. pp. 28 – 33);

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