INTERVENTISTICA CORONARICA Dott. A.De Lisitigulliocardio.com/slide/De Lisi.pdf · Cenni storici....
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Coronarografia
Vie di accesso: femorale
radiale
brachiale
Modalità: previa anestesia locale con lidocaina,attraverso un introduttore valvolato posto in arteria,con cateteri diagnostici preformati, vengonoincannulate selettivamente le arterie coronarie. Vienesuccessivamente iniettato un m.d.c. iodato per lavisualizzazione in scopia mediante l’utilizzo di Rx.
La PTCA può essere effettuata attraverso la stessavia con cateteri con lume maggiore mediante l’utilizzodi filo guida, catetere a palloncino ed eventualeimpianto di stent (metallico o medicato).
Cenni storici1929 Forssmann catetere da v. basilica all’atrio dx per
infusione di farmaci1942 Cournand e Richards riscoprirono “catetere
cardiaco”‘50-’60 Sones, Judkins: cateteri diagnostici sviluppo
PTCA e cardiochirurgia 1964 Dotter e Judkins: 1a angioplastica transluminale
arteria periferica
1974 Gruentzig sistema modificato per arterie periferiche
1977 Gruentzig esegue la prima PTCA
1977-2010 Sviluppo tecnologico.
Anatomia coronarica/1
Coronaria destra:
a) origina dal seno di Valsalva destro
b) si divide in 3 segmenti c) dà origine a: - rami atriali (nodo del seno)
- rami ventricolari destri - nel 65% (dominante) all’arteria
interventricolare posteriore (IVP)- rami postero-laterali (PL)
Anatomia coronarica/2
Coronaria sinistra:
a) origina dal seno di Valsalva sinistro;
b) origina come “Tronco Comune”, si divide poi in:
1) arteria interventricolare anteriore (IVA) che a
sua volta dà origine a rami diagonali (D) e rami
settali (S).
2) arteria circonflessa (Cx) da cui originano i rami per il
margine ottuso (MO) e per il solco atrioventricolare; nel
25% (dominante) fornisce il ramo IVP.
Coronarografia: Indicazioni in CAD/I
Classe I: 1) angina III-IV refrattaria al trattamento medico
2) angina ad elevato rischio ai test non invasivi (evidenza di ischemia
miocardica inducibile)
3) pazienti “resuscitati”da arresto cardiaco o Tv monomorfa sostenuta
o polimorfa non sostenuta
Classe IIa: 1) angina III-IV che risponde al trattamento medico
2) elevato rischio ai test non invasivi o peggioramento con terapia
3) angina in casi che per disabilità o condizioni particolari non possonoessere stratificati
4) angina classe I-II non sucettibili di terapia per intolleranza
5) attività lavorative ad alto rischio (piloti) con anginaindipendentemente dai test non invasivi
Coronarografia: Indicazioni in CAD/IIClasse IIb: 1) angina I-II non ad alto rischio ai test non invasivi
2) pz asintomatici con 2 o più fattori rischio ma non alto rischio ai
test non invasivi
3) pregressi IMA ma normale funzione Vsin e ischemia senza alto
rischio ai test non invasivi
4) valutazione periodica dopo trapianto cardiaco
5) candidati a trapianto fegato, polmone o rene con più di 40 anni.
Classe III: 1) angina in pz che preferiscono evitare rivascolarizzazione
2) angina in pz non rivascolarizzabili o che non migliorerebbero laqualità di vita
3) test di screening per CAD
4) dopo CABG o PTCA se non c’è ischemia evidente ai test non invasivi
5) calcificazioni caronariche alla fluoroscopia senza ischemia evidente
ai test non invasivi
Coronarografia: Altre indicazioni
Valvulopatie: 1) prima di CCH o valvuloplastica
2) endocardite infettiva con embolia coronarica
Cardiopatie congenite
Scompenso cardiaco congestizio
Altro: 1) patologia aortica
2) cardiomiopatie
Controindicazioni assolute
Sostanzialmente nessuna
Attenzione a:
•FUNZIONALITA’ RENALE (mdc iodato ad alte dosi potenzialmente dannoso per il rene)
•Eventuale ANEMIZZAZIONE grave (soprattutto in caso di esami elettivi)
•Paziente con storia di INTOLLERANZE o ALLERGIE note a mdc (profilassi)
•Collaborazione del paziente/CONSENSOINFORMATO
Coronarografia: a chi?
1. Sintomi tipici per CAD
2. Non risposta alla terapia
3. Esami non invasivi dimostrantiestesa ischemia miocardica
4. Coronaropatia nota (pregressa PTCA o CABG).
PTCA: a chi?
Dopo evidenza di ischemia miocardica
si possono trattare le lesioni
con anatomia favorevole che causano
stenosi > 75%
MORTALITA’ < 1%
PTCA: definizione di “successo”ANGIOGRAFICO-Stenosi residua post-PTCA < 20%.
CLINICO-Assenza di complicanze durante la procedura ol’ospedalizzazione.-Riduzione dell’ischemia miocardica agli esami noninvasivi.-Miglioramento dello stato anginoso.-Miglioramento protratto (degli ultimi due punti)per almeno 6 mesi
PTCA:controindicazioni
Controindicazioni relative:1) Stenosi non protetta del Tronco Comune
2) Graft in safena vecchi e degenerati,con lesioni diffuse e friabili
3) Arterie aneurismaticheLimitazioni:
1) Occlusioni croniche (calcifiche, lunghe)Problemi:
1) Rotture/dissezioni flusso-limitanti2) Restenosi3) Restenosi intrastent
PTCA:complicanze
Complicanze:1) Dissezione occlusiva del vaso trattato2) Complicanze in sede di accesso arterioso(ematomi, pseudoaneurismi a.femorale)3) Trombosi intracoronarica4) Insufficienza renale da mdc iodato5) IMA periprocedurale6) Embolie arteriose (centrali e periferiche)7) Morte
Indicazioni alla PTCA nei primi anni ‘80
Cliniche:
a) angina stabile/instabile
b) buona funzione ventricolare sinistra
Morfologiche:a) malattia monovasale
b) lesioni prossimali, concentriche, focali
c) stenosi non calcifiche
Indicazioni attuali alla PTCA/1
Cliniche: a) IMA
b) Sindrome coronarica acuta (angina instabile/
IMA non Q)
c) Angina da sforzo invalidante
d) Funzione ventricolare sinistra depressa
e) Pregresso by-pass aorto-coronarico
Indicazioni attuali alla PTCA/2Morfologiche: a) malattia monovasale e/o multivasale
b) Tronco comune protetto e nonc) by-pass venosi e arteriosid) lesioni focali, a tandem (in serie), lunghe (>20 mm)e) lesioni concentriche ed eccentrichef) lesioni angolate e biforcazionig) sub-occlusione/occlusione totale h) lesioni prossimali e ostialii) lesioni del tratto medio e distale del vasol) lesioni calcifiche
Il Tavolo della sala di emodinamica
• Sol. fisiologica eparinata 1%• mdc iodato (Iopamiro)• Eparina Vister (5000 UI)• Lidocaina Cloridrato 200 mg• Isosorbide nitrato 1 mg• Materiale di utilizzo sterile
Al termine della procedura il vaso utilizzato per l’accesso dovrebbe essere chiuso appena possibile!
I sistemi di rimozione
• Rimozione manuale della cannula arteriosa (COMPRESSIONE)• Sistema di compressione esterno (Femo- o Radi- STOP)
Sistemi utilizzabili nel paziente scoagulato• Sistema Angio-Seal• Sistemi di chiusura chirurgica (Perclose)
Il timing di rimozione dipende da molti fattori
• Condizioni cliniche generali• Parametri coagulativi• Situazione locale delle arterie• Sito di accesso vascolare
Terapia dell’IMARiperfusione miocardica più rapida possibile al fine di:1) ridurre l’area di necrosi2) salvaguardare la funzionalità ventricolare sinistra3) limitare la ricorrenza di ischemia e di re-infarto4) facilitare una precoce dimissione ospedaliera5) ridurre la mortalità
Fibrinolisi sistemica
Riperfusione del vaso responsabile
PTCA
PRIMARIA
Fibrinolisi sistemica/1
Vantaggi:
a) somministrazione in tempi rapidi
b) in qualsiasi tipo di struttura
c) indipendente da competenze
ultraspecialistiche
Fibrinolisi sistemica/2
Svantaggi: a) riperfusione del vaso responsabile dell’IMA: 60-80%
con flusso TIMI II-III; 30-55% TIMI III a 90-120 min
b) complicanze emorragiche maggiori (intracraniche 1,5%)
c) stenosi residua instabile angor post-IMA
d) riocclusione : 28-41% a 3-6 mesi
Insufficienza ventricolare sinistra
e) limitata efficacia nei pazienti ad alto rischio (shock)
PTCA Primaria
Vantaggi: a) assenza di controindicazioni nella maggior parte dei
pazienti
b) conoscenza diretta dell’anatomia coronarica; intervento
terapeutico più appropriato, stratificazione del rischio
c) TIMI III dell’arteria responsabile in alta percentuale di
casi
d) basso rischio di emorragie intracraniche
e) trattamento diretto placca instabile, recupero della
funzionalità ventricolare sinistra, riduzione gg
ospedalizzazione
PTCA Primaria
Svantaggi o limiti:
a) effettuabile in numero limitato di centri
b) ritardo relativo del trattamento
dall’insorgenza dei sintomi
c) trombosi acuta o tardiva del vaso se terapia
inadeguata
Fibrinolisi o PTCA primaria ?
Vari trials randomizzati vantaggio della PTCA per:a) percentuale di riapertura del vaso più elevata (90%)b) minor incidenza di recidiva di ischemia miocardica
10 studi randomizzati di confronto in 2606 pz hanno dimostrato significativobeneficio della PTCA primaria sia in termini di mortalità (4.4% vs 6.5% a 30gg;34%riduzione;OR 0.66;95% CI, 0.46-0.94;p=0.02) sia di combinazione dimortalità e re-infarto (7.2% vs 11.9%;OR,0.58;95% CI, 0.44-0.76; p<0.001). LaPTCA primaria è associata ad una significativa riduzione della percentuale totale diictus (0.7% vs 2.0%; p= 0.007) e di ictus emorragici (0.1% vs 1.1%; p<0.001).
LA RETE EMERGENZA IMA
• Modello di organizzazione fondato su interazione e complementarietà funzionale di singole strutture
• Importanti aspetti organizzativi per ridurre i tempi
• Forti vantaggi in termini di qualità
OBIETTIVI DELLA RETE
• Consentire la più rapida ed efficace riperfusione miocardica al maggior numero di pazienti con STEMI
• Aumentare il numero di pazienti che giungono vivi in ospedale
• Accogliere i pazienti nelle strutture UTIC