INTERVENTI SUI COMPORTAMENTI PROBLEMA - UniBg · 2017. 12. 10. · essere forte per il soggetto e...
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INTERVENTI SUI
COMPORTAMENTI
PROBLEMA
AUTOREGOLAZIONE
COMPORTAMENTALE
INTERVENTI
PSICOEDUCATIVI POSITIVI
SUI COMPORTAMENTI
PROBLEMA
Cosa sono i comportamenti
problema gravi?
• Aggressività
• Autolesionismo
• Stereotipie
Comportamenti che logorano i rapporti educativi e
allo stesso tempo mettono uno stigma alla
persona che li manifesta
Cosa sono i comportamenti problema gravi? - 2
Origine dei CP e loro comprensione
I CP sono funzionali al soggetto che li manifesta, anche
se sono realmente dannosi o controproducenti
Le funzioni che essi svolgono sono prevalentemente
comunicative e in minor parte sono invece di
autoregolazione del flusso di stimolazioni e di
sensazioni
Sono precisi atti di comunicazione, messaggi non
sempre facili da interpretare, ma il cui senso è spesso
empiricamente verificabile (Carr, 1998)
Infatti in mancanza di strategie di comunicazione migliori
e socialmente più accettabili, la persona con disabilità
userà i comportamenti problema.
Cosa sono i comportamenti problema gravi? - 3
Intervento psicoeducativo
Se il CP è comunicazione, lo dovrà essere
anche il suo trattamento:
esso non può perciò limitarsi al tentativo di
ridurre o eliminare il C in questione, ma deve
puntare a identificare la funzione e insegnare
forme alternative e più efficaci di
comunicazione
Intervento psicoeducativo - 2
Si cerca di capire perché un comportamento
problema si manifesta e come si potrebbe
aiutare la persona a sostituirlo con
strategie più evolute, con comportamenti
socialmente più accettabili
Base di lavoro di tipo
proattivo
positivo
sostitutivo
usare nei casi più gravi anche
procedure positive-punitive
Intervento psicoeducativo - 3
L’intervento deve però anche modificare e
strutturare il contesto della possibilità di vita
della persona con disabilità
maggiore apertura alla comunicazione
all’interazione positiva
all’autodeterminazione
alla scelta autonoma
alla libertà
Intervento psicoeducativo - 4
Alleanze strategiche
Fondare l’intervento su alleanze
• con la persona per comprendere il
significato del suo comportamento
• con i suoi bisogni, espressi in modo anche
molto problematico
• tra figure di riferimento educativo per
decidere una strategia comune
Alleanze strategiche - 2
Gruppo di lavoro
Rete educativa
Fasi di lavoro - 1° step
1.Stesura dell’elenco grezzo
Ciascun componente del gruppo di lavoro
stila un elenco dei CP, individuandoli e
descrivendoli, e riportando anche i
sentimenti di disagio che vive
Fasi di lavoro - 2° step
2. Stesura dell’elenco condiviso
Il gruppo confronta gli elenchi, sia dei CP
che dei sentimenti e delle emozioni
correlati
Fasi di lavoro - 3° step
3. Decisione di reale problematicità
Si cerca il consenso, all’interno della rete,
sui comportamenti davvero problematici
per il soggetto oltre che per le persone che
lo circondano
Quelli “veri” per il soggetto
Quelli “falsi” solo per gli operatori educativi
Fasi di lavoro - 3° step
3. Decisione di reale problematicità
Cambio radicale di prospettiva:
da quella soggettiva di disagio per sé a quella
oggettiva di problema reale e urgente per la
persona con disabilità
Posizione più neutrale, che ha a cuore il
benessere, lo sviluppo e la liberazione del
soggetto dalle “gabbie” dei suoi CP
3 criteri: danno, ostacolo, stigma sociale
Fasi di lavoro - 3° step
3. Decisione di reale problematicità
Osservazione libera anche supportata da
strumenti di osservazione, griglie, scale,
elenchi già predisposti di CP o profili di
tratti psicopatologici
Confrontare in modo sistematico le varie
percezioni e valutazioni fatte dai singoli(Ianes, Cramerotti, 2002)
Fasi di lavoro - 4° step
4. Elenco dei comportamenti
realmente problematici
Un mediatore stila l’elenco in ordine di priorità
percepita di intervento, di gravità, di possibilità e
probabile facilità di intervento
Fasi di lavoro - 4° step
4. Elenco dei comportamenti realmente problematici
Restringere il campo definendo un numero
generalmente più piccolo di
comportamenti, decisi come realmente
problematici da tutti e sui quali c’è un
obbligo anche deontologico-professionale,
oltre che morale, di intervenire
Fasi di lavoro - 5° step
5. Osservazione iniziale
Come, quanto e perché si manifesta un CP
Raccolta di informazioni di carattere qualitativo e
quantitativo di misurazione del C
Descrizione operazionale del comportamento: come si
manifesta e con quali caratteristiche
(evitando descrizioni generiche)
Fasi di lavoro - 5° step
5. Osservazione iniziale
Si effettua dapprima un’osservazione senza l’uso di
strumenti formalizzati e si ipotizzano le modalità e gli
strumenti di una successiva osservazione sistematica
Si effettua poi un’osservazione con strumenti sistematici
per definire la Linea di base del comportamento,
ovvero la fotografia dettagliata e attendibile
delle sue manifestazioni
Fasi di lavoro - 6° step
6. Analisi funzionale
Individuare la reale funzione del CP
Osservare e valutare la circolarità delle interazioni,
comunicazioni e azioni-reazioni che coinvolgono
il CP: il comportamento degli altri, il livello di
stimolazioni che il soggetto produce
Fasi di lavoro - 6° Step
6. Analisi funzionale
• Il CP infatti si manifesta in presenza di alcune
condizioni di stimolo che lo precedono e/o gli sono
contemporanee e che in qualche maniera lo
influenzano
• Il CP produce degli effetti e delle reazioni a vari livelli
che retroagiscono sui CP consolidandoli
Fasi di lavoro - 6° Step
Ruolo delle condizioni antecedenti
Il CP è sempre preceduto da qualcosa e si colloca
all’interno di un contesto
Le CONDIZIONI ANTECEDENTI
influenzano, facilitano, l’emissione del CP
6. Analisi funzionale
Ruolo degli effetti prodotti dal CP
Il CP non cade nel vuoto, ma produce degli effetti
Conseguenza positiva (rinforzo): al C segue un effetto
che la persona vive come positivo (arricchimento)
Conseguenza negativa: fa evitare o fuggire da
condizioni effetti vissuti come negativi (difesa)
Fasi di lavoro - 6° Step
6. Analisi funzionale
CP non comunicativi
Il soggetto produce dei C che in se stessi generano
feedback presumibilmente piacevoli
(cinestetici, tattili, uditivi, gustativi,…)
Fasi di lavoro - 6° Step
6. Analisi funzionale
CP non comunicativi
Funzione autoregolatoria in positivo: se un soggetto
si trova in una condizione di inattività e con scarsi
input sensoriali, aumenta molto la probabilità che
utilizzi comportamenti problema
Funzione autoregolatoria in negativo: il CP serve a
ridurre un flusso troppo forte di stimoli, che crea
disagio, anche molto forte
Fasi di lavoro - 6° Step
6. Analisi funzionale
CP non comunicativi
Nella valutazione funzionale delle osservazioni si
dovrebbe propendere per ipotesi autoregolatorie se
non sembra possibile individuare antecedenti chiari,
cioè il CP non sembra legato a particolari situazioni,
e/o alla presenza di alcune persone o attività
Fasi di lavoro - 6° Step
6. Analisi funzionale
Gli interventi
Proattivi
non si lavora sulla modalità di risposta ai CP ma sugli antecedenti individuati,
prevenendo i C negativi e creando attivamente le condizioni perché il
soggetto sviluppi strategie alternative positive
Gli interventi - 2
Positivi
Interventi ottimistici, fiduciosi e valorizzanti orientati allo sviluppo di C positivi, alternativi,
antagonisti a quello problematico.
Non si contrasta il CP ma si favorisce lo sviluppo e l’utilizzo di strategie
comportamentali e comunicative positive e alternative
Gli interventi - 3
Positivi
“del CP non ci occupiamo, ci interessano i Cpositivi”
Limitarsi a un intervento minimo di gestione della crisi e di protezione dell’incolumità del
soggetto e degli altri, investendo tutte le forze sul versante dell’insegnamento di C positivi
Gli interventi - 3
Sostitutivi
I C positivi sono strettamente sostitutivi del CP, nel senso che il soggetto li dovrà usare in
alternativa al CP
Intervento positivo sostitutivo
1. Entrare in situazione
L’AF ci ha indicato quali sono le condizioni
antecedenti: ricrearle per insegnare l’intervento
sostitutivo, con una certa frequenza e gradualità
Accompagnamento e forte presenza
rassicurante e di guida, graduando le difficoltà
Intervento positivo sostitutivo
2. Definire e insegnare gli specifici comportamenti positivi sostitutivi
Azioni comprensibili e anche generalizzabili in altri contesti, situazioni e
con altre persone
Suddivisibili anche in sotto-obiettivi
Intervento positivo sostitutivo
3. Accompagnare, guidare e aiutare all’adozione del C positivo
Aiuti specifici che accompagnino
l’esecuzione ancora incerta dei C positivi
alternativi garantendo il successo costante
Attenzione ai precursori del C per dare
tempestivamente gli aiuti
Intervento positivo sostitutivo
4. Rinforzare il C positivo
L’azione positiva del soggetto deve garantirgli
degli effetti positivi
analoghi o più potenti di quelli che era in grado di
ottenere con il CP
La valorizzazione deve essere forte per il
soggetto e poi gradualmente ridursi fino
a scomparire
Intervento positivo sostitutivo
5. Frustrare il CP
Quando il CP si manifesta fare in modo che non abbia più gli effetti che aveva precedentemente
Intervento positivo sostitutivo
6. Estendere e generalizzare l’intervento
Modificare progressivamente le
condizioni in cui l’apprendimento sta
avvenendo, persone, oggetti, luoghi, momenti della giornata in modo
che tutto ciò che è accessorio cambi
gradualmente
Permettere il mantenimento della
competenza acquisita nel tempo: rendere quindi i C positivi realmente utili e
impiegati frequentemente nei vari
contesti reali
Intervento positivo punitivo
Aggiungere all’intervento alcuni aspetti punitivi, come conseguenze spiacevoli
Prima però occorre rivolgersi alcune domande:
• Sono davvero necessari?
• La situazione lo richiede realmente?
• Siamo ragionevolmente sicuri che non si può in alcun modo rendere più efficace l’intervento positivo sostitutivo?
• Siamo disposti ad affrontare la situazione con i costi psicologici che essa richiede?
Intervento positivo punitivo
Cosa si intende con punizione?
Un evento psicologicamente negativo che viene fatto
seguire a un CP con l’obiettivo di farlo cessare o
diminuire
Punizione di primo tipo: dare direttamente al soggetto una
stimolazione spiacevole dopo il CP
Punizione di secondo tipo: sospendere temporaneamente
una situazione positiva dopo il CP
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FaagfRLaSo
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