Interrogazione chiusura uff.postale Provezze

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è evidente che ci sia una reale quanto imprescindibile necessità di orientare la gestione dei servizi alla sostenibilità eco- nomica a scapito del mantenimento di alcuni presidi, soprattutto in zone perife- riche come possono essere le frazioni dei comuni che anche a causa di questi pro- cessi di razionalizzazione saranno così sempre più soggette all’abbandono. Al fine di garantire un livello di servizio adeguato ai cittadini, Poste italiane deve tener conto delle particolari esigenze da garantire alle frazioni dei comuni; la frazione di Ponte Caffaro del co- mune di Bagolino (provincia di Brescia) conta 2.136 abitanti quindi una densità abitativa di particolare consistenza –: se non si intendano assumere inizia- tive, per quanto di competenza, affinché tra i giorni determinati ci sia anche il sabato; quali iniziative, per quanto di com- petenza, intenda assumere per garantire che il servizio postale universale si con- formi ai principi di appropriatezza e qua- lità anche nelle frazioni dei comuni come quella di Ponte Caffaro; quali iniziative, per quanto di sua competenza, intenda intraprendere al fine di scongiurare la possibile chiusura di uffici postali e/o il ridimensionamento di orario, come per la frazione di Ponte Caffaro, per garantire l’erogazione, in par- ticolar modo in un momento così difficile per l’economia e soprattutto in zone che sono già disagiate a causa della loro po- sizione territoriale, di un servizio efficiente ai cittadini e alle attività produttive che operano nella provincia di Brescia. (5-04820) CAPARINI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che: Poste italiane è una azienda pubblica controllata dal Governo italiano che pre- senta un consolidato bilancio in attivo. Negli ultimi tre anni l’utile di esercizio è pari a una media di un miliardo l’anno. Poste italiane riceve significativi contributi da parte dello Stato per consentire l’ero- gazione dei servizi essenziali e in modo particolare per gli uffici postali periferici; l’azienda nel mese di dicembre 2014 ha presentato un piano strategico che prevede la chiusura di 455 uffici postali e la riduzione degli orari di apertura per 608 uffici. Questa scelta, se attuata, cau- serà gravi disagi soprattutto per i residenti anziani o con difficoltà motorie oltre che per le imprese nelle zone colpite dalla scelta; la normativa vigente attribuisce al- l’Autorità per la garanzia nelle comunica- zioni (AGCOM) il potere di determinare i criteri per l’individuazione degli uffici po- stali sul territorio nazionale necessari ad assicurare una regolare fornitura del ser- vizio universale; il criterio guida per la distribuzione degli uffici postali è costituito, in base alla normativa vigente, dalla distanza massima di accessibilità al servizio espressa in chi- lometri percorsi dall’utente per recarsi al presidio più vicino e sono fissate diverse soglie di copertura tutte riferite alla po- polazione residente sull’intero territorio nazionale. Si prescrive, inoltre, l’operati- vità di almeno un ufficio postale nel 96 per cento dei comuni italiani e nei comuni con un unico presidio postale in cui non è consentita la soppressione degli uffici si impone una apertura al pubblico degli uffici non inferiore a 3 giorni e a 18 ore settimanali; la delibera Agcom del giugno 2014 prevede criteri ulteriori di distribuzione degli uffici postali con divieto di chiusura di uffici situati in comuni rurali che rien- trano anche nella categoria dei comuni montani e di uffici che sono presidio unico nelle isole minori; Poste italiane per pianificare annual- mente eventuali interventi di chiusura o rimodulazione oraria degli uffici postali dovrebbe informare, cosa che non avviene mai, con congruo anticipo, gli enti terri- toriali interessati e naturalmente l’Agcom; Atti Parlamentari 21968 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO B AI RESOCONTI SEDUTA DEL 24 FEBBRAIO 2015

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Transcript of Interrogazione chiusura uff.postale Provezze

è evidente che ci sia una reale quantoimprescindibile necessità di orientare lagestione dei servizi alla sostenibilità eco-nomica a scapito del mantenimento dialcuni presidi, soprattutto in zone perife-riche come possono essere le frazioni deicomuni che anche a causa di questi pro-cessi di razionalizzazione saranno cosìsempre più soggette all’abbandono. Al finedi garantire un livello di servizio adeguatoai cittadini, Poste italiane deve tener contodelle particolari esigenze da garantire allefrazioni dei comuni;

la frazione di Ponte Caffaro del co-mune di Bagolino (provincia di Brescia)conta 2.136 abitanti quindi una densitàabitativa di particolare consistenza –:

se non si intendano assumere inizia-tive, per quanto di competenza, affinchétra i giorni determinati ci sia anche ilsabato;

quali iniziative, per quanto di com-petenza, intenda assumere per garantireche il servizio postale universale si con-formi ai principi di appropriatezza e qua-lità anche nelle frazioni dei comuni comequella di Ponte Caffaro;

quali iniziative, per quanto di suacompetenza, intenda intraprendere al finedi scongiurare la possibile chiusura diuffici postali e/o il ridimensionamento diorario, come per la frazione di PonteCaffaro, per garantire l’erogazione, in par-ticolar modo in un momento così difficileper l’economia e soprattutto in zone chesono già disagiate a causa della loro po-sizione territoriale, di un servizio efficienteai cittadini e alle attività produttive cheoperano nella provincia di Brescia.

(5-04820)

CAPARINI. — Al Ministro dello sviluppoeconomico. — Per sapere – premesso che:

Poste italiane è una azienda pubblicacontrollata dal Governo italiano che pre-senta un consolidato bilancio in attivo.Negli ultimi tre anni l’utile di esercizio èpari a una media di un miliardo l’anno.

Poste italiane riceve significativi contributida parte dello Stato per consentire l’ero-gazione dei servizi essenziali e in modoparticolare per gli uffici postali periferici;

l’azienda nel mese di dicembre2014 ha presentato un piano strategico cheprevede la chiusura di 455 uffici postali ela riduzione degli orari di apertura per608 uffici. Questa scelta, se attuata, cau-serà gravi disagi soprattutto per i residentianziani o con difficoltà motorie oltre cheper le imprese nelle zone colpite dallascelta;

la normativa vigente attribuisce al-l’Autorità per la garanzia nelle comunica-zioni (AGCOM) il potere di determinare icriteri per l’individuazione degli uffici po-stali sul territorio nazionale necessari adassicurare una regolare fornitura del ser-vizio universale;

il criterio guida per la distribuzionedegli uffici postali è costituito, in base allanormativa vigente, dalla distanza massimadi accessibilità al servizio espressa in chi-lometri percorsi dall’utente per recarsi alpresidio più vicino e sono fissate diversesoglie di copertura tutte riferite alla po-polazione residente sull’intero territorionazionale. Si prescrive, inoltre, l’operati-vità di almeno un ufficio postale nel 96per cento dei comuni italiani e nei comunicon un unico presidio postale in cui nonè consentita la soppressione degli uffici siimpone una apertura al pubblico degliuffici non inferiore a 3 giorni e a 18 oresettimanali;

la delibera Agcom del giugno 2014prevede criteri ulteriori di distribuzionedegli uffici postali con divieto di chiusuradi uffici situati in comuni rurali che rien-trano anche nella categoria dei comunimontani e di uffici che sono presidio uniconelle isole minori;

Poste italiane per pianificare annual-mente eventuali interventi di chiusura orimodulazione oraria degli uffici postalidovrebbe informare, cosa che non avvienemai, con congruo anticipo, gli enti terri-toriali interessati e naturalmente l’Agcom;

Atti Parlamentari — 21968 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 FEBBRAIO 2015

il processo di razionalizzazione av-viato negli ultimi anni dalla società Posteitaliane spa ha portato alla chiusura dimolti uffici e al ridimensionamento degliorari di apertura degli sportelli, causandonotevoli difficoltà nella gestione operativadegli uffici e generando una diminuzionedella qualità del servizio fornito alla clien-tela, argomenti oggetto di atti di sindacatoispettivo a firma dell’interrogante, anchenella passata legislatura;

Poste Italiane sta continuando suquesta linea e nel piano di riorganizza-zione nazionale si prevede per la Lom-bardia la riorganizzazione di circa 180uffici postali dei quali circa 121 soggetti aridimensionamento e altri 61 a rischiochiusura. Per la provincia di Brescia paresia prevista la chiusura di circa 10 ufficie l’apertura a giorni alterni per altri 8 –si parla di tre giorni a settimana a frontedelle attuali aperture quotidiane – per untotale di 18 uffici;

la lista degli uffici postali da chiudereo ridimensionare non è ancora stata uf-ficialmente diffusa da Poste Italiane, mada indiscrezioni di stampa risulta chesedici sportelli postali in provincia di Bre-scia chiuderanno o saranno aperti solo tregiorni la settimana. In provincia di Bresciachiudono le sedi di Botticino Mattina,Castelletto di Leno, Mazzano, Provezze diProvaglio d’Iseo, Brozzo di Marcheno, Co-gno di Piancogno, Cogozzo di Villa Carcinae Magno di Gardone Valtrompia e i cuicittadini dovranno rivolgersi ad altri spor-telli di frazioni o comuni vicini. A giornialterni, invece, saranno aperti quelli diSan Martino della Battaglia a Desenzano,San Pancrazio a Palazzolo, Incudine inValcamonica, ma anche Maderno, OnoSan Pietro, Ponte Caffaro a Bagolino,Prestine e Valvestino descritte da PosteItaliane come sedi « inefficienti, antieco-nomiche e che non svolgono un numerosufficiente di operazioni da giustificarnecosti di personale e di sede »;

i servizi postali, in particolare per lefamiglie e le imprese, sono fondamentalinello svolgimento di moltissime attività

quotidiane, come il pagamento delleutenze, il ritiro del denaro contante daparte dei titolari di conto corrente postalee l’invio di comunicazioni soggette al ri-spetto perentorio di scadenze, soprattuttoquelle di carattere legale;

con la soppressione di ufficio o delsuo ridimensionamento i primi a pagarnele conseguenze saranno gli utenti, soprat-tutto le categorie più deboli;

nella frazione di Provezze nel co-mune di Provaglio d’Iseo (provincia diBrescia) l’ufficio postale verrà addiritturachiuso. La frazione conta una popolazionedi 1.126 abitanti quindi una densità abi-tativa di particolare consistenza. Ma lagiustificazione di Poste Italiane è quelladella necessità di adeguare l’offerta all’ef-fettiva domanda dei servizi postali nelterritorio;

è evidente che ci sia una reale quantoimprescindibile necessità di orientare lagestione dei servizi alla sostenibilità eco-nomica a scapito del mantenimento dialcuni presidi, soprattutto in zone perife-riche come possono essere le frazioni deicomuni che anche a causa di questi pro-cessi di razionalizzazione saranno cosìsempre più soggette all’abbandono. Al finedi garantire un livello di servizio adeguatoi cittadini, Poste italiane deve tener contodelle particolari esigenze da garantire allefrazioni dei comuni –:

quali iniziative, per quanto di com-petenza, intenda assumere per garantireche il servizio postale universale si con-formi ai principi di appropriatezza e qua-lità anche nelle frazioni dei comuni comequella di Provezze;

quali iniziative, per quanto di suacompetenza, intenda intraprendere al finedi scongiurare la possibile chiusura diuffici postali, come quello di Provezze, pergarantire l’erogazione, in particolar modoin un momento così difficile per l’econo-mia e soprattutto in zone che sono giàdisagiate a causa della loro posizione ter-ritoriale, di un servizio efficiente ai citta-

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO B AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 FEBBRAIO 2015

dini ed alle attività produttive che operanonella provincia di Brescia. (5-04821)

Interrogazioni a risposta scritta:

SORIAL. — Al Ministro dello sviluppoeconomico, al Ministro degli affari esteri edella cooperazione internazionale, al Mini-stro dell’economia e delle finanze. — Persapere – premesso che:

mentre da un lato diversi Paesi del-l’Unione europea, tra cui il nostro, versanoin condizioni di pesante crisi economica,secondo fonti di stampa la Germania nel2014 avrebbe registrato un attivo commer-ciale di 217 miliardi di euro, frutto di unacrescita dell’export del 3,7 per cento, an-dando contro le stesse ben note regoledell’Unione europea, ovvero, se da un latola Germania sta continuando a pretendereuna politica di austerity che sta indebo-lendo la moneta unica, dall’altra parte siavvantaggia della crisi in atto nell’euro-zona attraverso le sue esportazioni, logi-camente favorite dal calo stesso dell’euro;

secondo quanto riportato dalsole24ore la Germania viola da ben 8 anniquanto previsto dalle regole europee perevitare forti squilibri esportando più delconsentito: sarebbe da otto anni consecu-tivi che la Germania non rispetta la regolache la Commissione europea ha posto –nell’ambito del cosiddetto « six pack » chedovrebbe garantire l’equilibrio economicodel vecchio continente – di limitare ilsurplus commerciale sotto il 6 per cento eche prevede per chi sfora il parametro pertre anni di fila, di incorrere in possibilisanzioni;

l’istituto di statistica Destatis certificache la Germania ha raggiunto addiritturaun record storico con esportazioni per1.134 miliardi di euro, mentre le impor-tazioni si sono attestate a 916,5 miliardi dieuro: rispetto al 2013, l’export tedesco èsalito del 3,7 per cento mentre le impor-tazioni hanno aggiunto solo due puntipercentuali;

l’impennata dell’export sarebbe avve-nuta proprio di questi ultimi mesi: nel solomese di dicembre le esportazioni sonosalite del 3,4 per cento rispetto a novem-bre, per un valore di 98,7 miliardi di euro,mentre le importazioni sono scese dello0,8 per cento a 76,9 miliardi di euro; adicembre l’avanzo commerciale è salito a21,8 miliardi di euro dai 17,9 miliardi delmese precedente;

le regole dell’Unione europea preve-dono un comportamento differente: e ciòè stato sottolineato anche dagli Stati Uniti,dove ad esempio il segretario al Tesoro,Jacob Lew, ha ricordato che « politiche perpromuovere la domanda interna sarebberoun bene per l’economia tedesca e quellamondiale »: con tutta l’Europa ad arran-care, a trainare la ripresa dovrebbe esserel’economia che cresce, cioè quella tedescae per farlo, dovrebbe comprare i prodottidegli altri Paesi che non hanno sbocchi suimercati interni, ma ciò non avviene vistoche Berlino, invece di acquistare (import),inonda il mondo dei suoi prodotti (export);

il comportamento della Germania,che evidentemente tiene in considerazionesolo il proprio tornaconto, rischia di am-pliare lo squilibrio verso gli altri Paesi, eha già posto Berlino sotto il faro deglieconomisti internazionali e della Commis-sione europea;

nelle tabelle di Destatis si vede benelo squilibrio: le esportazioni 2014 verso iPaesi dell’Unione europea hanno registrato657 miliardi di euro, il 5,4 per cento in piùdel 2013 (+9,5 per cento nel solo mese didicembre). Di contro, l’import si è attestatoa 600 miliardi ed è cresciuto del 3,6 percento (+3 per cento a dicembre). Per dipiù, secondo gli analisti di IntesaSanpaolo, « il deprezzamento del cambioed un recupero del commercio mondialedovrebbero favorire una crescita più vi-vace dell’export tedesco nei prossimi mesi,mentre l’import è frenato dal calo deiprezzi degli idrocarburi »;

questo grave problema era già statosegnalato in una interpellanza presentatadall’interrogante il 12 settembre 2014 e

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