Insieme - Gennaio 2016

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GIUBILEO DELLA MISERICORDIA L'apertura della Porta Santa in Diocesi GENNAIO 2016 N. 1 ANNO XI € 1,00 sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO Cronaca di disastri annunciati FRANE E ALLAGAMENTI L’APPROFONDIMENTO

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Transcript of Insieme - Gennaio 2016

  • GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

    L'apertura della Porta Santa in Diocesi

    GENNAIO 2016N. 1 ANNO XI

    1,00

    siemeMENSILE DI ATTUALIT E CULTURA DELLAGRO

    Cronaca di disastri annunciati

    FRANEE ALLAGAMENTI

    LAPPROFONDIMENTO

  • dicembre 2015 insieme 3

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  • gennaio2016Sommario

    GIUBILEO DELLA MISERICORDIA

    L'apertura della Porta Santa in Diocesi

    GENNAIO 2016N. 1 ANNO XI

    1,00

    siemeMENSILE DI ATTUALIT E CULTURA DELLAGRO

    Cronaca di disastri annunciati

    FRANEE ALLAGAMENTI

    LAPPROFONDIMENTO

    In copertina uno degli allagamenti che ha colpito lAgro negli ultimi anni. Per la foto ringraziamo il collega reporter Luigi Pepe

    20. Autismo: i tutor ABA 34. La nuova rubrica teologica

    36. Il Vangelo commentato da una famiglia

    46. Don Enrico, i suoi ultimi giorni terreni

    NEWS PARROCCHIENotizie dalle parrocchiea cura di Mariarosaria Petti

    IN PARROCCHIAPagine parrocchialia cura di Antonietta Abete

    RUBRICHELe suore francescane di santAntoniodi p. Paolo Saturno

    Le parole della crisidi Peppe Iannicelli

    CARISSIMILo stupore di uno sguardodi mons. Giuseppe Giudice

    EDITORIALEIn nome di Diodi Silvio Longobardi

    CRESCIAMO INSIEMEAdolescenza: un mare in pienadi Donatella Salvati

    L'APPROFONDIMENTOa cura della redazione

    Un film gi vistodi Silvio Longobardi

    Rischio idraulico e franosodi Salvatore DAngelo

    Senza casa da due mesidi Antonietta Abete

    Ho perso il mio raccoltodi Mariarosaria Petti

    Un Natale da sfollatidi Filomena Sale

    Prevenzione e coinvolgimento della popolazionedi Martina Nacchio

    SCUOLA&UNIVERSITA scuola di ABAdi Martina Nacchio

    Cosa ti ha ispirato a scrivere questa lettera?di Mariarosaria Petti

    LA BACHECAa cura della redazione

    VITA NELL'AGROUn dialogo basato sul rispettodi Salvatore DAngelo

    VITA ECCLESIALE questa la porta del Signore

    Le Opere di Misericordiadi Mariarosaria Petti

    Le parole della fededi Silvio Longobardi

    Il Pane della Domenicaa cura della famiglia Gambardella

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    di Silvio Longobardi

    EDITORIALE

    In nome di DioChe Dio benedica i ricordi di coloro che sono stati ucci-si oggi. Solo Lui pu portare conforto alle loro famiglie. Lo ha detto il Presidente Obama, in di-retta televisiva, qualche settimana fa commentando lennesima strage avve-nuta negli Usa. Ve limmaginate Sergio Mattarella o Matteo Renzi che, in un di-scorso pubblico, invitano alla preghiera o affidano a Dio le vittime di una trage-dia? Entrambi fanno professione di fede ma la netta separazione tra la sfera po-litica e quella religiosa, impedisce loro qualunque riferimento a Dio. Negli Sta-ti Uniti la laicit della politica, diversa-mente da quella predicata e praticata in Italia e in Europa, non chiude pregiu-dizialmente le porte allesperienza re-ligiosa n chiede ai credenti impegnati nella vita pubblica di mettere tra paren-tesi la fede, come se fosse un ostacolo al servizio che essi devono svolgere.In nome di una legittima autonomia, lo Stato moderno rinuncia allesperienza religiosa come principio e fondamento del proprio agire. una scelta condivi-sibile se viene praticata correttamente, se cio si limita a distinguere la sfera re-ligiosa da quella civile. In fondo, questa opzione trova le sue radici proprio nel Vangelo. Ma la concezione statuale che oggi prevale va ben oltre questa dovero-sa distinzione, acquista la forma di una rigida separazione e, non di rado, gene-ra una politica che vede il cristianesimo non come un fondamentale alleato del bene comune ma come un nemico da tenere lontano. Lo Stato non pu spo-sare una religione ma non pu neppure

    pretendere di ridurre la religione ad un affare privato, come se la fede fosse una veste che un uomo pu indossare e to-gliere, a seconda delle circostanze.Tutti possono dunque professare le pro-prie convinzioni ideali e battersi per-ch abbiano un riconoscimento politi-co e giuridico. Ma questo non conces-so ai credenti. Esagerato? Nientaffatto. Una recente sentenza del Consiglio di Stato, che non concedeva la trascrizio-ne dei matrimoni gay celebrati alleste-ro, stata mal digerita da chi invece at-tendeva unaltra picconata a favore del-la lobby omo. Che fare in questo caso? possibile contestare nel merito la sen-tenza ma un terreno scivoloso. Pi fa-cile accusare i giudici di aver scritto u-na sentenza di parte perch, udite u-dite, sono cattolici dichiarati, uno di lo-ro ha anche il coraggio di scriverlo sul suo profilo Twitter. Non importa i titoli che hanno acquisito o gli studi che han-no pubblicato. Il fatto di essere spudo-ratamente cattolici li espone alla gogna mediatica e permette di dire che la sen-tenza stata inquinata dalle loro con-vinzioni religiose. Ipse dixit.Lautentica laicit un bene da difende-re perch concede a tutti diritto di cit-tadinanza, anzi il fondamento del be-ne comune. Il laicismo, invece, limita la libert di credere perch impone una struttura sociale in cui, per principio, non c posto per Dio. Non possiamo accettare questo riduzionismo perch la fede, per noi cattolici, non una divi-sa da cerimonia ma una luce che illumi-na ogni ambito dellumana esistenza.

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    AdolescenzA: un mAre in pienA

    Cambia look la nostra rubrica dedicata ai ragazzi che d la parola agli adolescenti per scrutarne i sogni e le attese, le speranze e la fatica di diventare grandi. Se vuoi raccontarci la tua esperienza, manda una mail a [email protected]

    Ladolescenza un mare in piena. u-na corrente forte che trasporta, sbal-lottandoli, i sentimenti. la scala da percorrere per diventare adulto. quel sentimento che ti fa sentire fragile e forte come un leone allo stesso tempo. quelle-t in cui chiudendo la porta della camera tutti i tasselli tornano al loro posto, e ogni lacrima o sorriso si muove su una colon-na sonora. cos per Daniela Caputo, quattordici an-ni ed originaria di Angri. Occhi di ghiaccio che riflettono il colore del cielo e capelli castani che le incorniciano il volto. Un sor-riso luminoso testimone della sua solarit e della profondit tipica dei ragazzi della sua et. Le cuffiette sono sempre a porta-ta di mano. Quasi come una bacchetta ma-gica diventano per Daniela la cura di tutte le schegge che feriscono la sua giovane a-nima. Non posso descrivere cos la musi-ca per me. Posso dire ci che trasmette: se-renit e tranquillit. Ascolta di tutto, ma predilige il pop, quelle tracce che la leggo-no dentro e la fanno sentire compresa. A questa et spesso si preferisce far parlare la musica, affidandole emozioni e stati da-nimo. Ogni suo pensiero triste viene infatti scacciato via grazie al melodioso suono di una canzone, contribuendo a renderla la persona solare che dice di essere.

    Frequenta il liceo classico e la lettura il suo hobby preferito. Predilige i gialli e le storie davventura, non fatta per i roman-zi rosa. Legge perch crede che solo fa-cendolo si possa arricchire il proprio les-sico ed espandere i propri orizzonti. Pen-sa che ogni adolescente debba poter vivere storie parallele attraverso le pagine di un buon libro. Frequenta la parrocchia della SS. Annunziata di Angri, nellAzione Cat-tolica scorge il suo punto di riferimento. Da circa tre anni ho iniziato questo per-corso. Allinizio ero un po scettica, non sa-pevo cosa mi aspettava, afferma Daniela ritornando per un attimo al suo primo in-contro in Acr. Ma ben presto le perplessit sono state spazzate via, lasciando il posto allentusiasmo del cammino iniziato e alla gioia dei nuovi incontri. La quattordicenne di Angri vive questa scelta con responsabilit, consapevole di sentirsi cos pi vicina al Signore. Pre-ghiera e formazione si fondono in Ac, in-segnandole il rispetto e lamore per il pros-simo, aiutandola a scavare nel profondo di s, riscoprendo la sua individualit. Musi-ca, libri e Azione Cattolica sono il nutri-mento della giovane Daniela che affronta la turbolenza delladolescenza con il sorri-so contagioso della felicit.

    Donatella Salvati

    Daniela Caputo

    Musica, libri e azione cattolica sono il nutriMento di daniela, 14 anni, che affronta la turbolenza delladolescenza con il sorriso contagioso della felicit

    CRESCIAMO INSIEME

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 7

    L'ANGOLO PSICOLOGICOdi Carolina Rossi

    ILM

    IOStavolta voglio veicolare ai genitori un messaggio differente: se possia-mo applicarlo a noi stessi e alla nostra vita, perch non trasmetterlo an-che ai nostri figli come filosofia di vita?

    Per farlo scelgo come metafora lantica tecnica giapponese del Kintsugi. I giapponesi riparano con loro o largento gli oggetti in ceramica che

    si sono rotti. Quelle preziose cicatrici danno un nuovo e prezioso a-spetto agli oggetti. Ogni pezzo riparato unico ed irripetibile, gra-

    zie alla casualit con cui la ceramica si frantuma e alle irregolari decorazioni che si formano con il metallo.

    Nella nostra vita quotidiana, le fragilit e le rotture assu-mano unaccezione negativa: di dolore, vergogna, sen-

    so di colpa, fallimento, angoscia, perdita, lutto. Per i giapponesi invece ogni storia, anche la pi trava-

    gliata, allorigine di una storia di bellezza e ogni cicatrice mostrata con orgoglio.

    Molti gli insegnamenti che possiamo trar-re da questa filosofia. Dinanzi alle pic-

    cole e grandi sofferenze, di fronte al-le sconfitte, non bisogna abbatter-

    si o sentirsi sconfitti. Quellespe-rienza dolorosa, valorizzata nel

    modo giusto, diventa espe-rienza di vita e segno di u-

    na crescita preziosa.BASTA GUARDARE IL CIELODI PhILbRICK RODMANEDITORE RIzzOLI, COLLANA OLTRE2008

    Max un ragazzo grande e grosso e, dicono tutti, un po scemo. Kevin ha una rara malattia che ha impedito al suo corpo di svilupparsi. Sono tutti e due soli, ma ciascuno anche la cura che serve allaltro, perch se Max ha gambe forti, cos forti da bastare per due, Kevin possiede immaginazione e intelligenza anche per Max.

    E insieme non sono pi n Max n Kevin: insieme sono Freak The Mighty, una creatura capace di qualsiasi cosa. Anche la pi impossibile: non farli sentire pi n stupidi n malati, ma solo splen-didamente vivi.

    Le ferite

    LIbRO

    I GIAPPONESI RIPARANO CON LORO O LARGENTO GLI OGGETTI IN CERAMICA ChE SI SONO ROTTI. QUELLE PREzIOSE CICATRICI DONANO UN NUOvO E PREzIOSO ASPETTO AGLI OGGETTI

  • InsIeme GennAIO 20168

    a cura della redazione

    L'APPROFONDIMENTOFo

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    dissesto idrogeologico:una storia che si ripete da troppi anni

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 9

    UN FILMGI VISTO una storia che si ripete da troppi anni. Lincuria delluomo da una parte e lindifferenza delle istitu-zioni pubbliche dallaltra hanno alimen-tato pericolosamente il livello della stu-pidit. E tutto questo non solo ha pro-vocato notevoli danni alla natura (con tutte le ripercussioni di cui parliamo in questo dossier) ma ha generato anche una sensibile crescita della rassegna-zione sociale. un indice che non viene preso in considerazione nelle varie in-dagini sociologiche ma offre una foto-grafia realistica del Paese.La gente stanca e crede sempre me-no che sia possibile un sostanziale cam-biamento delle cose. Non ha fiducia nel-la politica e nelle istituzioni. E come si pu averne se per avere una sentenza sulle responsabilit oggettive di unaltra tracimazione, avvenuta nel 2006, dob-biamo attendere otto lunghi anni? vero, almeno in questo caso il verdetto

    prevede un risarcimento ma, dal pun-to di vista della collettivit, un ulte-riore danno perch si tratta pur sempre di soldi pubblici. I funzionari inetti non pagano e non perdono n il posto n la carriera. Dinanzi a questo scenario in-quietante non c da stupirsi se il citta-dino medio tende a chiudersi nel pro-prio particulare e difende a denti stret-ti il suo interesse. percepita come una forma di legittima difesa.Un film gi visto, a meno che non sia un grande capolavoro, diventa noioso. Va-le la pena parlare ancora di fatti come questi? S, perch dietro i fatti della cro-naca ci sono persone e famiglie, sogni e speranze, illusioni e paure. Abbiamo cercato di raccontare alcune storie. Una cronaca minore, per qualcuno, ma per chi crede in un Dio che si fatto Bambi-no, ogni vicenda ha una sua importanza perch ogni uomo storia sacra.

    Silvio Longobardi

  • InsIeme GennAIO 201610

    L'APPROFONDIMENTO

    Non un problema di oggi, n di ieri. Il dissesto idroge-ologico nellAgro, e molto pi in generale in Campania e in Italia, fonda le radici nel passato remoto e si carat-terizza per due aspetti: imponente stato limpatto delluo-mo senza dimenticare che in alcuni casi si tratta di un feno-meno naturale. Due i rischi che si corrono: idraulico e franoso. Aspetti ben noti a quanti risiedono nella Valle del Sarno. Il problema del dissesto molto diffuso perch il nostro territorio geologi-camente giovane e dinamico ha spiegato Giancarlo Chia-vazzo, responsabile scientifico di Legambiente Campania , insomma, una terra particolarmente suscettibile a rimodella-menti del suolo e soprattutto dei versanti. Abbiamo quindi u-na predisposizione naturale al dissesto, a cui sommiamo una-zione dissoluta delluomo, fatta di interventi illegittimi e legit-timati, che ha oltremodo aumentato il rischio per le persone e i loro beni. Gli esempi sono molteplici. Gli ultimi, dramma-tici, per quanto riguarda le frane, si sono registrati a Sarno nel 1998 e a Nocera Inferiore nel 2005. Fortunatamente senza vit-tima i numerosi allagamenti che ogni anno si ripetono lungo tutto il bacino idrografico del fiume Sarno.Ma storia di vecchi abusi e odierni maltrattamenti della ma-dre terra. In un passaggio del Giornale enciclopedico napole-tano, nel 1785 Giovanni Battista Scalfati, riferendosi al Monte Albino di Nocera Inferiore, scriveva: Questo monte potrebbe essere di gran rendita, ma non se ne cava profitto, perch i cit-tadini poveri che vi vanno a legnare, oltre a tagliarne ogni an-no i piccoli rampolli, ne abusano per isbarbicarne le ceppa-ie, in maniera che detto monte reso in parte inutile, anzi col pericolo che la terra smossa dalle acque piovane, calando gi per lo piano, possa sotterrare e devastare la Citt. Sensibilit ambientale pari a zero. Stessa cosa avvenne sul fronte alluvionale del Sarno. Anche l c stata una secolare manomissione. In unaltra pubblicazione si racconta che fino al 1500 il Sarno non procurava danni alla

    rischio idrAulico e frAnoso

    a colloquio con giancarlo chiavazzo, responsabile scientifico di legaMbiente caMpania, per tracciare un bilancio delle cause del dissesto idrogeologico che affigge lagro e delle Misure da Mettere in caMpo

    FRANE E ALLAGAMENTI hANNO RADICI ANTIChE. LAGRO UNA TERRA SOTTOPOSTA A PROCESSI DI MODELLAMENTO DEL SUOLO E DELLE SUPERFICI ChE hA SUbITO AzIONI SCELLERATE DELLUOMO E PAGA LO SCOTTO DI INTERvENTI DI MANUTENzIONE PARzIALI. OPERE NON COMPLETATE E LASSENzA DI UN PIANO DI PROTEzIONE CIvILE, ChE NON SI LIMITI ALLA ChIUSURA DELLE SCUOLE, COMPLETANO UN QUADRO GI A TINTE FOSChE

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  • GENNAIO 2016 INsIEmE 11

    comunit, scorreva placido nel suo letto. Tutto cambiato a partire dal 1600, ha ricordato Chiavazzo. Alla base di questo mutamento c la creazione di quella che ancora oggi si chiama Traversa di Sca-fati. Il conte di Celano, per alimentare i suoi mulini, realizz delle barriere lungo il fiume determinando un innalzamento dellacqua a monte. Tutto il territorio pri-ma di Scafati cominci ad allagarsi pun-tualmente, trasformando quellarea in terra paludosa dove si verificarono nu-merosi casi di malaria. Si gener un con-tenzioso lungo un secolo. Alla fine si de-cise di riordinare artificialmente e non di rimuovere la causa di quegli allaga-menti. Furono creati i canali collaterali, oggi ulteriore causa di allagamenti e in-quinamento.Furono fatti interventi particolarmen-te onerosi per i costi e le energie da in-fondere, che hanno condotto ad un as-setto artificiale richiedente una conti-nua realizzazione di dragaggi ha ag-giunto lesponente di Legambiente il fiume aveva perso la originaria capaci-t di trasporto solido per cui i materia-li si accumulavano sul fondo facendone diminuire la profondit e la capacit di contenere le acque di piena . In questo scenario si inserisce lattuale attivit di prevenzione che, hanno spie-gato dallassociazione ambientalista, non dovrebbe passare solamente attra-verso opere materiali, ma dovrebbe mi-rare anche da una maggiore consapevo-lezza del rischio e del territorio.

    Le opere. A fronte di questa esigenza stato avviato un doppio canale di atti-vit: disinquinamento e risanamento i-draulico. Il primo punto ha riguardato la realizzazione di impianti di depurazio-ne e fognature. Opere completate solo in parte. Per il risanamento idraulico, in-vece, negli ultimi anni si cominciato a parlare del Grande Progetto Sarno. Uno-pera mastodontica occorrono 200 mi-lioni di euro per realizzarla finanziata dallUnione Europea per gestire le critici-t strutturali. Liniziativa regionale mira a creare margini per consentire ai fiumi

    di scaricare la loro intemperanza. Biso-gna restituire lo spazio allalveo, ma non pu essere fatto in tutti i tratti. In alcuni punti stato costruito a ridosso degli ar-gini. Sono nate cos le vasche. Un punto sul quale si sono scatenate le ire di tanti.Per Legambiente del Grande Progetto Sarno la parte pi condivisibile quel-la che punta a gestire la questione del-la Traversa di Scafati, la cui rimozio-ne, facendo salve le opere di manovra di valore storico-culturale, potr determi-nare un pi funzionale assetto idrauli-co-ambientale. Sulle vasche, invece, la posizione molto pi delicata. Chiavaz-zo ha aggiunto: Sappiamo che nel Sar-no scorrono ancora acque inquinate ma, quandanche non sar completato il loro disinquinamento, ragionevole preferi-re che queste finiscano nelle delimita-te aree delle vasche piuttosto che vada-no ad inondare pi estese aree inquinan-dole e determinando danni per superfici molto maggiori.Insomma, necessario proseguire con il disinquinamento, ma occorre anche tro-vare una soluzione. Sul fronte opposto il Comitato No Vasche si batte contro la realizzazione di questa parte del Grande Progetto Sarno e per il disinquinamento. Posizioni condivise dal geologo Franco Ortolani, che ha evidenziato: Un Gran-de Progetto Sarno, che si spaccia per ta-le, dovrebbe prevedere anche interventi di manutenzione continua e costante. La soluzione per il tecnico andrebbe cer-cata in maniera diversa.

    Intanto, secondo Legambiente un al-tro grave problema lassenza di un pia-no di protezione civile nei comuni. La Campania fanalino di coda. Si assi-ste ad una insostenibile irresponsabili-t della classe dirigente ha chiosato il responsabile scientifico . necessario mettere a regime la macchina della pre-venzione, che non significa la semplice chiusura di scuole da parte dei sindaci, ma piuttosto aver informato ed adde-strato i cittadini ai comportamenti da tenere in caso di allerta.

    Salvatore DAngelo

    Nella foto la montagana di Sarno con gli evidenti segni

    della frana che colp la citt nel 1998.Da notare i canali per la mitigazione

    del rischio privi di manutenzione

  • InsIeme GennAIO 201612

    L'APPROFONDIMENTO

    Una famiglia ordinaria. Massimo Civale e Giuseppina Granato hanno 4 figli: Salvatore fa lavvocato a Mila-no; Ornella madre di due figli e vive a Roma; Anna, laureata in Chimica vive a Nocera ed ha un bimbo piccolo. Poi c Filomena, lultima, iscritta al quarto anno di Medi-cina a Napoli.Una famiglia come tante altre che vive a Nocera Inferiore, in via Pascoli, a poche centinaia di metri dal punto in cui, lo scorso ottobre, crollato un argine dallAlveo Comune No-cerino. Le acque impetuose hanno invaso labitazione di famiglia, il fango ha travolto mobili, oggetti, arredi, quadri inghiottendo ogni cosa. Anche lauto parcheggiata in giar-dino non stata risparmiata.Li abbiamo incontrati dopo due mesi dal triste episodio, quando i riflettori sono ormai spenti o puntati altrove fortunatamente abbiamo avuto un mese di dicembre cle-mente per farci raccontare come stanno, dove vivono e a che punto la ristrutturazione.

    da poco calato il buio quando ci incontriamo, Massimo mi aspetta davanti alla Caffetteria Fierro, anche lesercizio commerciale ha riportato dei danni durante lesondazio-ne. A pochi passi c lo studio del figlio Salvatore, dove la famiglia si momentaneamente appoggiata perch la lo-ro casa tuttora inagibile. I primi giorni successivi allal-

    lagamento li hanno trascorsi a casa della suocera, qualche settimana a Montoro nellalbergo di un amico, poi hanno scelto di appoggiarsi nello studio del figlio. A luglio del 2016 si sposa, raccontano. Per quella data la famiglia do-vr cercare unaltra soluzione. Come hanno gi fatto per Filomena che ha preso una stanza a Napoli per studiare e torna solo il fine settimana. Qui non c spazio sufficiente.

    Ripercorriamo quelle ore difficili. Massimo e Giuseppi-na erano a Milano per lExpo, Filomena per non dormire da sola era a casa della sorella Anna. Piove tanto in quei giorni e 80 metri dellargine del fiume cedono proprio dal lato di via Pascoli. La casa della famiglia Civale si riempie di fango e acqua.

    Massimo e Giuseppina ricevono una prima telefonata dal-la cognata: La vostra abitazione si sta allagando. Allini-zio non ci credono. Non comprendono a pieno lo stato di allarme che in quelle ore coinvolge alcune zone di Noce-ra Inferiore. Poi arriva un video su WhastApp: la loro ca-sa invasa da fango e acqua. Immediata la corsa in stazio-ne, lattesa del treno, sei ore di viaggio che sembrano in-terminabili.La sera del 30 ottobre 2015, dopo un viaggio angoscioso, giungono a casa: la scena che si presenta ai loro occhi

    senzA cAsA dA due mesi

    labitazione della faMiglia civale in via pascoli a nocera inferiore stata invasa da fango ed acqua durante lesondazione dellalveo coMune nocerino, lo scorso 30 ottobre. sono passati due Mesi da quella triste giornata e i tecnici della regione caMpania ancora non hanno effettuato il sopralluogo per la stiMa del danno

    Massimo Civale mentre libera la sua casa dal fango

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 13

    Mensile di attualit e cultura dellAgroEspressione della comunit ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno

    Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

    Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

    Editore InsiemeDiocesi Nocera Inferiore-Sarno

    Direttore ResponsabileAndrea Annunziata

    Direttore EditorialeSilvio Longobardi

    Vicedirettore Antonietta Abete

    RedazioneSalvatore DAngelo, Mariarosaria Petti,Martina Nacchio e Donatella Salvati

    Segreteria di redazioneMaria Luisa Franco

    MarketingSofia Russo

    Hanno collaboratoFilomena Sale, Sofia Russo, Francesca Oliva, Erasmo Capriglione, Livia Rossi, Angela vitale, Gifetto Iannone, Chiara Panella, Michele Lanzetta, Caterina Criscuoli, barbara Senatore, Rossella De Rosa, Antonella Malafronte, p. Paolo Saturno, Peppe Iannicelli, mons. Giuseppe Giudice

    Amministrazionevia vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA)Tel/Fax 081 5170466

    Progetto grafico e impaginazioneSalvatore Alfano

    Concessionario Priscus Societ Cooperativa

    Contributo annuale 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia 15,00 ordinario in spedizione postale 25,00 contributo sostenitore 50,00 contributo benefattore

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    Conto corrente postale n. 11278843 Intestato a: DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO

    Causale: Contributo annualeAggiungere lindirizzo o la parrocchia a cui inviare la rivista

    Servizio diffusionePer informazioni: tel/fax 081 517 04 66 [email protected]

    Questo numero stato chiuso in redazionemarted 22 dicembre 2015

    Questo periodico aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dellart. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che cos dispone: Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione. La pubblicazione degli scritti subordinata al lin sin da cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

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    siemeMENSILE DI ATTUALIT E CULTURA DELLAGRO

    raccapricciante. Tentano di trattenere le lacrime, quel-le stesse che Massimo con grande dignit controlla men-tre ripercorriamo quei momenti. Sul posto amici e parenti tentano di drenare lacqua.

    Sulla scrivania dello studio del figlio, Massimo fa un po di spazio tra computer e documenti per mostrarmi le fo-to. Decine di immagini immortalano le ferite dellabitazio-ne. Tutto andato perso, ma il dolore pi grande non il danno economico, seppure ingente. Il fango ha inghiotti-to tutti i ricordi della loro storia familiare. Non vi sono pi le foto del matrimonio, quelle del Battesimo dei figli, del-la Prima Eucaristia. I quaderni del primo giorno di scuola, libri, diplomi, certificati di laurea. Testi antichi a cui Mas-simo era particolarmente legato e una foto che lo ritrae-va da giovane con i capelli ricci e lunghi mentre suonava il sassofono ad un concerto. Pu sembrare una sciocchez-za, lo so, ma la perdita di quella foto mi addolora.

    Stiamo gi sistemando racconta, anche se i lavori di ri-strutturazione, a loro spese, bene sottolinearlo, non pos-sono partire: la famiglia aspetta larrivo dei tecnici della Regione Campania per la stima del danno. Relazione che si aggiunger a quella dei tecnici del Comune di Nocera Inferiore e dei Vigili del Fuoco. Nellattesa a nostro avvi-so incresciosa hanno solo ripulito la casa dal fango e re-alizzato un muro di cinta. Alcuni contadini che lo aveva-no fatto non hanno avuto i nostri danni. Perch la paura che con il ritorno delle piogge gli argini possano romper-si in un altro punto.Perplessit, infatti, sollevano anche le misure prese. Lar-gine stato semplicemente rinforzato, altri tecnici invece

    suggerivano di costruire una stradina laterale al fiume, co-me si fa per una pista ciclabile. Il terreno posto sotto lar-gine eviterebbe il ripetersi di episodi simili che si sono gi verificati gli anni precedenti quando il fiume esondato in altri punti, racconta Massimo.

    I danni allabitazione sono notevoli, c da rifare limpian-to elettrico, idraulico, i bagni, imbiancare tutto da capo. I Civale non si perdono danimo. Sono intenzionati ad av-viare i lavori di ristrutturazione appena la burocrazia avr fatto il suo corso. Non aspetteranno il risarcimento par-ziale del danno da parte della Regione, perch non pos-sibile conoscere n la sua entit n il tempo in cui sar e-rogato.

    Lassenza di un piano di protezione civile. Non man-cata la solidariet anche il sindaco Manlio Torquato stato tra i primi a recarsi sul posto e a dare una mano ma un soccorso coordinato s. Ed questa la denuncia che va fatta ad alta voce. Interventi sparpagliati, senza che la de-stra sapesse quello che faceva la sinistra. Cerano i ragaz-zi di diverse associazioni, animati da tanta buona volont, ma il lavoro della Protezione Civile dovrebbe avere un ta-glio e uno stile diverso. Questo il rammarico pi grande della famiglia, questo il monito di Legambiente e di altri esperti in materia di rischio idrogeologico: manca un pia-no di protezione civile nei comuni. Che non pu limitarsi alla chiusura delle scuole.

    triste dirlo, ma la tragedia di Sarno non ci ha insegnato nulla. O, almeno, non abbastanza.

    Antonietta Abete

  • InsIeme GennAIO 201614

    L'APPROFONDIMENTO

    ho perso il mio rAccoltopasquale scarpa un piccolo coltivatore diretto e lavora la terra insieme a sua moglie. dopo le abbondanti piogge di fine ottobre ha perso il suo raccolto e ha dovuto farsi carico delle spese per la bonifica. non so se avr mai un risarcimento per i danni confessa il nocerino

    Circa mezzo ettaro di terreno col-tivato completamente distrutto. questo il bilancio di Pasqua-le Scarpa, piccolo coltivatore diret-to insieme alla moglie nella zona di via Durano a Nocera Inferiore, dopo le massicce piogge di fine ottobre. E-ra il 29 ottobre quando Pasquale si re-cava nel suo appezzamento per dare da mangiare alle galline. Lo scenario che gli si presenta davanti non si pu fronteggiare: Lacqua arrivava velo-cemente da tutte le direzioni. Era im-possibile bloccarla.

    Ottobre e lannosa questione. In Campania nel mese di ottobre si so-no registrati rilevanti quantitativi di pioggia. In occasione del vortice afri-cano dell11 ottobre scorso sono ca-duti 180 millimetri di acqua nelle are-e pianeggianti dellalto salernitano. E-vento che ha costretto le amministra-zioni comunali, a pi riprese, a tenere chiuse le scuole e a dichiarare lo stato di allerta meteo. Non si tratta per di un fenomeno isolato. Puntualmente le prime piogge abbondanti sommer-

    gono le citt dellAgro e i soliti quar-tieri a rischio restano in ginocchio. Lamarezza di Pasquale. Attual-mente mi sono affidato ad un archi-tetto che si occupato dei rilievi e ad un avvocato che segue anche al-tre persone che hanno subito gli stes-si danni. Faremo causa alla Regione, ma mi hanno gi avvertito. Non so se e quando otterr un risarcimento confessa. La moglie di Pasquale si dedica con cura al loro terreno, soprattutto per le vendite stagionali: Coltiviamo prin-cipalmente finocchi e cipolle spie-ga Scarpa poi avevamo una mode-sta serra con dei pomodori, impiegati soprattutto per uso familiare. Dopo lallagamento di fine ottobre Pa-squale con la moglie e i figli si do-vuto rimboccare le maniche: Abbia-mo pulito e sistemato tutto da soli. Ho dovuto pagare per il servizio di un trattore e non solo.

    Il pericolo inquinamento. A rom-pere gli argini stato lAlveo Comune Nocerino, un canale artificiale tribu-

    I danni al terreno agricolo di Pasquale Scarpa

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 15

    tario del fiume Sarno, che raccoglie le acque dei torrenti Cavaiola e Solo-frana. A causa degli scarichi abusivi e dellinadeguata rete fognaria, i due affluenti insieme al Sarno risultano tra i pi inquinati dEuropa.Queste acque avvelenate si sono ri-versate nel mio terreno determinan-do un serio pericolo per la salubrit della produzione spiega il coltiva-tore. Pasquale si fatto carico anche di costose analisi cliniche per accer-tarsi che il suo terreno non sia stato contaminato: Non potrei continuare a coltivare senza essere certo che la mia terra pulita.

    Molti hanno perso la casa e altri hanno rischiato la vita. Noi abbiamo soltanto perso il raccolto. Per la furia dellacqua ha trascinato con s anche una piccola casa che i coniugi Scarpa avevano in campagna. gennaio, il clima rigido ma il sole riscalda. Abbiamo gi dimenticato gli episodi di due mesi fa? Ne riparlere-mo alle prossime piogge.

    Mariarosaria Petti

    Chi responsabiLe?regione Campania e Consorzio di bonifiCa integraLe Comprensorio sarno sono stati Condannati aL risarCimento dei danni subiti dai Cittadini dopo gLi aLLagamenti deL 2006. una sentenza Che arriva otto anni dopo gLi eventi

    arrivata nel 2014 la sentenza che ha condannato la Regione Campania e il Consorzio di bonifica Integrale Comprensorio Sarno a risarcire i cittadini per 100mila euro per i danni subiti dalla rottura degli argini dellAlveo Comune Nocerino. I fatti per risalivano al 6 ottobre 2006. Dun-que, sono serviti 8 anni al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche per fare chiarezza sulle responsabilit: un maxi rimborso da pagare in solido ad otto persone, tra residenti della zona e titolari di aziende, per i danni a seguito degli allagamenti. I due enti hanno risposto per non aver eseguito i lavori di messa in sicurezza dellargine destro del canale artificiale. Il su-o letto dopo pochi minuti di pioggia si riemp fino ad arrivare a livelli pre-occupanti e causando di l a poco tragiche conseguenze. Una stangata pe-sante per Regione e Consorzio, anche se non ha prodotto risultati in termi-ni progettuali, perch poco o nulla stato fatto per evitare la rottura degli argini alle prime piogge abbondanti.

    M.P.

    La casa in campagna di Pasquale Scarpa danneggiata dagli allagamenti

  • InsIeme GennAIO 201616

    L'APPROFONDIMENTO

    nel 2010, 30 alluvionati della zona starza di nocera inferiore

    passarono il natale in un residence del coMune perch le loro abitazioni erano allagate.

    la testiMonianza di filoMena sale

    Non era la prima volta. Era successo tante volte in passato, troppe. Ma quella notte fu diverso. Lacqua che invase case, cantine e terreni era tanta, troppa. Acqua mista a fango che nel giro di poche ore inghiott pezzi di vita, ricordi e quotidia-nit di venti famiglie. Lallagamento del 10 novem-bre 2010 mise totalmente in ginocchio i residenti della zona Starza di Nocera Inferiore. La rottura di un tratto di argine del torrente Solofrana caus di-struzione e suscit delusione ed amarezza. La que-stione legata alla messa in sicurezza del fiume Sar-no e dei suoi affluenti resta ancora aperta, ancora in attesa di una soluzione definitiva. Lavori tampo-ne hanno placato il rischio, ma c bisogno di inter-venti definitivi. Gli allagamenti, intanto, continua-no a verificarsi un po ovunque. La parola alluvione continua, ormai, a rimbombare nei nostri territori.

    I FATTI

    Tentare di trasformare unesperienza negativa in qual-cosa da cui trarre insegnamento. S, forse ci siamo ri-usciti. Forse davvero ognuno di noi dopo quellespe-rienza vede il Natale con occhi diversi. Quelli della solida-riet e non del consumismo, della vicinanza e non dei re-gali, del ritrovarsi per il solo piacere di scambiarsi affetto e non per le abbuffate.Era il 2010, da ormai pi di un mese io, la mia famiglia ed altri trenta alluvionati eravamo ospiti del comune in un residence di Nocera Inferiore. Un soggiorno forzato: le nostre case era-no state inondate da acqua e fango. Mancavano pochi giorni al Natale e fioccavano gli inviti di parenti ed amici: Sarete dei nostri?, Allora per Natale vi aspettiamo?. Tante porte aper-te per ognuno di noi. Eppure una sera, seduti in pigiama di-nanzi a quel camino che ci aiutava a sognare di essere in una vera casa, tra una fetta di panettone ed una cioccolata calda, arriv la decisione: a Natale si resta qui, la famiglia Starza cos che ci autodefinivamo rester unita anche il 24 ed il 25 dicembre. E cos fu. Un alto albero di Natale scampato allallu-vione perch custodito in soffitta colorava lampia stanza, un presepe realizzato per noi da Luigi Cascella anche lui allu-vionato e nostro coinquilino si lasciava guardare incan-tando, noi ragazze eravamo impegnate (un po anche per di-strarci) ad addobbare porte e finestre aiutate dai bambini, eu-forici e gioiosi.

    Non sarebbe servito scappare, rifugiarsi in altre case sognan-do la propria. Aveva pi senso restare l, uniti. Noi che da vici-ni di casa quasi sconosciuti eravamo passati ad essere amici, avevamo scelto di vivere il Natale dandoci forza a vicenda. A tavola sorrisi, risate e brindisi. E poi tutto quello che la tradi-zione vuole: pesce, insalata di rinforzo, struffoli. Piatti di ca-sa nostra per una volta non cucinati dalle nostre mamme.

    Per i bambini tanti doni e la lettura della classica letteri-na. Perch la magia di un Natale vero, ai pi piccoli, non va mai tolta.

    Filomena Sale

    un natale da sfollAti

    Unimmagine dellallagamento che il 10 novembre 2010 colp la zona Starza di Nocera Inferiore a causa della rottura di un argine del torrente Solofrana

  • Buon 2016

    Via F. S. Caiazzo, 5-7 84012 Angri (Sa)081 94 63 80 - [email protected] - seguici su FB: Biosa fiera della borsa

  • InsIeme GennAIO 201618

    L'APPROFONDIMENTO

    prevenzione e coinvolgimento della popolazione

    frane e dissesto idrogeologico: soggetti coinvolti e il ruolo dei cittadini. a colloquio con lingegnere nicoletta fasanino

    Le immagini violentissime della frana che nel 1998 col-p Sarno sono impresse anche nella mente di chi non ha vissuto quel dramma. Vite stravolte da un fiume di detriti; insieme al fango, trascinati via i beni pi prezio-si: affetti, case, ricordi. Un dolore da cui sarebbe dovuto nascere un grido: mai pi frane, mai pi disastri naturali. Eppure ancora oggi, a diciassette anni da quella tragedia, sono molte le criticit idrogeologiche che lAgro nocerino-sarnese vive. Pericoli dal punto di vista franoso e idraulico. E ne abbiamo prova ogni qual volta precipitazioni pi ab-bondanti investono il nostro territorio, provocando allaga-menti e straripamenti del fiume Sarno e dei suoi affluenti e pericoli di frane sui versanti montuosi.

    I diversi tipi di intervento. Certo, lAgro non rimasto nel totale immobilismo: sul versante del dissesto idrogeologico stato messo in piedi il Grande Progetto Fiume Sarno, inizia-tiva finanziata dallUnione Europea che mira a creare margi-ni per consentire ai fiumi di scaricare la loro intemperanza.Per le frane invece occorrono interventi ad hoc, sulla base di singoli studi che ogni comune dovrebbe realizzare.Effettuare studi mirati per i singoli comuni significa delinea-re un quadro preciso dei rischi che corre il proprio territorio, per pianificare poi gli interventi di prevenzione e mitigazione, tenendo conto delle priorit, spiega lingegnere Nicoletta Fa-

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  • GENNAIO 2016 INsIEmE 19

    sanino, esperta di dissesto idrogeologico. Interventi da effet-tuare su scala di versante, ovvero attraverso una concertazio-ne intercomunale. Un lavoro frutto dellopera di referenti co-munali per il dissesto idrogeologico, esperti, protezione civile, che assicuri il raggiungimento del risultato pi sostenibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico.

    Comuni virtuosi e altri poco diligenti. Purtroppo non tutti i comuni dellAgro nocerino sarnese si impegnano per il rag-giungimento di questo importante obiettivo. A titolo di esempio, ricordiamo che non tutti gli enti comuna-li interessati partecipano al nuovo Piano Stralcio di Bacino per lAssetto Idrogeologico dellAutorit di Bacino Campania Cen-trale. Il piano serve ad individuare e perimetrazione le are-e a rischio idrogeologico e a mettere in campo le relative mi-sure di salvaguardia. La maggior parte dei comuni dellAgro nocerino sarnese ha riperimetrato il proprio territorio, per-mettendo di modificare le perimetrazione effettuate su sca-la provinciale dalle autorit di bacino, a seguito degli eventi di Sarno del 98. Tra i comuni virtuosi Nocera Inferiore e San Marzano, non ha risposto allappello Pagani a cui stato asse-gnato un profilo base, provocando incoerenze nella pericolo-sit delle aree intercomunali.

    Limpatto ambientale. Una conoscenza del rischio non ba-

    sta. Una volta classificate le aree, necessario stilare dei pro-getti che portino alla reale prevenzione e mitigazione dei dan-ni nel caso di dissesti. Molto spesso pensiamo che le situa-zioni di stallo relative agli interventi idrogeologici siano do-vute alla sola mancanza di fondi regionali, nazionali o euro-pei. Non sempre cos. Si pensi alliter burocratico innescato dalla progettazione di interventi di riparazione e mitigazio-ne in seguito alla frana alle pendici del Monte Albino che il 4 marzo 2005 sconvolse la citt di Nocera Inferiore, provocando la morte di tre persone e danni ad alcuni fabbricati alle pen-dici del versante. In seguito agli interventi di emergenza rea-lizzati dal comune di Nocera Inferiore e dal Genio civile di Sa-lerno sottolinea lingegnere Fasanino furono predisposti fondi regionali per la sistemazione idrogeologica del versan-te, ma lamministrazione comunale bocci lipotesi di proget-to modello Sarno, auspicando una soluzione che provocasse un minor impatto ambientale. A dieci anni dalla catastrofe, in seguito a passaggi di cariche, stanziamento di nuovi fondi e affidamento degli interventi allARCADIS (lAgenzia Regionale per la difesa del suolo) nes-sun lavoro stato avviato. Causa cavilli burocratici che han-no invalidato i bandi di gara nel 2012, poi nuovamente pub-blicati nel 2013.

    La sensibilizzazione della popolazione. E mentre la buro-crazia fa il suo corso, la gente della Valle del Sarno continua a convivere con i disagi, le strade allagate, il fango che scen-de dalle montagne alle zone urbane e la paura che le precipi-tazioni domani mattina possano essere troppo abbondanti. Timori che non si accompagnano ad una cognizione oggetti-va della problematica. Manca un tassello fondamentale della progettazione per la prevenzione dei rischi: la sensibilizzazio-ne della popolazione.

    Essere consapevoli di quello a cui si va incontro se non si cor-re ai ripari in tempo, avere voce in capitolo nelle proposte di intervento e cura delle opere realizzate perch se ne capisce lutilit, essere preparati alleventualit di unevacuazione in caso di pericolo, sono fattori essenziali in una situazione di al-larme. Un esempio virtuoso di trasparenza della progettua-lit Safeland, un progetto finanziato dalla Commissione eu-ropea nel 2009 che ha visto coinvolta la citt di Nocera Infe-riore in un processo partecipativo per la strutturazione del progetto di mitigazione dei rischi idrogeologici del versante Monte Albino. Una volta informati i cittadini provenienti da background differenti, sono giunti ad una situazione di com-promesso richiedendo interventi strutturali, di ingegneria na-turalistica e delocalizzazione.Solo conoscendo la natura e preservandola, ci sar di nuo-vo amica.

    Martina Nacchio

  • InsIeme GennAIO 201620

    a cura di Martina Nacchio

    SCUOLA & UNIvERSIT

    Immagini suo figlio come un computer con un cervello dalle elevatissime capacit, ma senza programmi per poterle gestire. Un bambino autistico ogni giorno vive in un mondo che non adegua-to alle sue esigenze, in cui non riesce a rela-zionarsi, che produce rumori fastidiosi e co-munica con lui in una lingua sconosciuta. Di-sagio che si amplifica negli ambienti estranei alla propria casa, come a scuola, dove i bam-bini affetti da autismo sono affidati di fre-quente ad insegnanti che non hanno le com-petenze idonee per gestire la loro patologia. A meno che non ci sia qualcuno ad affiancar-li, che si impegni a decifrare i codici di quel linguaggio particolare fatto di versi, scatti, sguardi intensi, poche parole, sorrisi.

    Cosa significa ABA. quello che accade o-gni giorno ai bambini che seguono un per-corso di analisi del comportamento appli-cata, lABA, un approccio scientifico che pre-vede un programma da seguire diverse o-re al giorno, comprese quelle scolastiche in cui gli insegnanti di sostegno sono affianca-ti da esperti dellanalisi del comportamen-to. LABA un percorso riabilitativo creato ad hoc, seguendo una programmazione stila-ta da un consulente e messa in pratica da un tutor, che accompagna il bambino negli an-ni con continuit, aiutandolo nella gestione

    dei comportamenti socialmente utili e a co-struire quel binario comunicativo che fatica a rintracciare.

    Lesperienza di Immacolata e Angela. A catapultarmi in questo mondo complicato e affascinante sono Immacolata e Angela, due giovani dottoresse, membri dellassociazione Autismo fuori dal silenzio, costituita da genitori di bambini autistici che combatto-no ogni giorno perch i loro figli abbiano la miglior vita possibile. fondamentale che il percorso seguito a casa continui anche a scuola. Spesso gli insegnanti di sostegno non sanno come gestire il bambino autistico for-zandolo a stare seduto o al contrario lascian-dogli piena libert. importante invece che ci siano tempi strutturati di apprendimen-to e altri liberi di gioco. E i risultati sono e-videnti. Non disturbare la lezione, riuscire a comunicare volont e bisogni per un bam-bino autistico sono conquiste, che da adulto saranno per lui di vitale importanza. Eppure non mancano le ostilit. Sono tanti i dirigen-ti scolastici ostinati nella visione tradizionale del sostegno e gli insegnanti ancorati a vec-chi metodi educativi. Bisognerebbe invece a-prire le porte, mettere in moto quei program-mi che i bambini autistici necessitano di ac-quisire per costruirsi una vita migliore.

    Martina Nacchio

    i tutor aba sono di fondamentale importanza per la riabilitazione dei bambini autistici, anche nelle scuole. lassociazione autismo fuori dal silenzio ci spiega il perch

    A scuola di ABAFrancesco, il figlio del presidente dellassociazione Autismo fuori dal silenzio Immacolata, tutor ABA,

    insieme a Francesco

    INFOAssociazione ONLUS Autismo Fuori dal Silenziovia S. Rocco 8, 84016 Pagani (Sa)[email protected]

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 21

    Cosa fare quando mancano le parole? Ai genitori, ai non-ni, agli insegnanti, agli educatori che ogni giorno si con-frontano con le tante domande dei loro bambini, che consiglio dare? Per il racconto del Natale, ci ha pensato mons. Giuseppe Giudice regalando ai grandi parole semplici da condividere con i piccoli. Con la Lettera di Natale 2015, scrive cos il Pastore della Dio-cesi di Nocera Inferiore-Sarno: Dove trovare le parole giuste se non nel vocabolario di Dio?. Un dono del Vescovo giun-to in tutte le scuole elementari del territorio grazie al Servi-zio di Pastorale Scolastica e presentato lo scorso 17 dicembre presso la Scuola paritaria delle Suore Figlie della Carit del Preziosissimo Sangue. Accolti calorosamente da madre O-felia Marzocca, superiora della Congregazione e da suor An-na Paganelli, direttrice della scuola, mons. Giudice ha ascol-tato anche la testimonianza di una mamma. Grazie per que-sta lettera Eccellenza! A noi genitori spesso mancano le paro-le e allora ci rifugiamo nei gesti damore ha spiegato la rap-presentante dei genitori. Cosa ti ha ispirato a scrivere questa lettera? chiede curiosa una bambina. Volevo ripercorrere il racconto del Natale con parole semplici. facile scrivere cose incom-prensibili, pi difficile esprimersi in modo semplice ha ri-sposto il prelato. In un continuo interagire con la platea de-gli studenti dai piccolissimi della scuola materna ai ragaz-zi della quinta elementare mons. Giudice ha chiesto ai pre-senti di cancellare tre parole dal proprio linguaggio comune: nemico, guerra, odio. Al termine dellincontro, i bambini hanno ricevuto la Lettera di Natale dalle mani del Vescovo Giuseppe, facendo al Pastore i migliori auguri per le feste natalizie.

    Mariarosaria Petti

    Mons. giuseppe giudice ha presentato la lettera di natale 2015 presso la scuola

    paritaria delle suore figlie della carit del preziosissimo sangue a pagani,

    consegnando ai bambini in dono il suo racconto

    cosa ti ha ispirato a scrivere

    questa lettera?

    Mons. Giuseppe Giudice consegna la Lettera di Natale 2015 ai bambini

    Da sinistra: la rappresentante dei genitori, mons. Giuseppe Giudice e madre Ofelia Marzocca

  • InsIeme GennAIO 201622

    NEWSDALLESCUOLEa cura di Martina Nacchio

    SOTTO UN CIELO DI CARTA

    Gli studenti del Liceo scientifico Mons. b. Mangino di Pagani hanno incontrato il 12 dicem-bre lo scrittore paganese Roberto Ritondale per la presentazione del suo libro Sotto un cielo di carta. Un momento di cultura e orgoglio per un figlio della nostra terra, a cui i liceali hanno posto domande sul suo romanzo che in stile Orwell affronta i nuovi mali di un millennio digitale, in cui tutti siamo prigionie-ri di internet, le nuove generazio-ni in particolare. Infatti, la storia la distopia di un mondo in cui il re-gime abolisce la carta, per impor-re luso di un tablet governativo af-finch tutto sia tracciabile. Un libro tutto da leggere e sfogliare, di cui vietata la versione in e-book!

    Una vita spesa per la scuola e per il bene dei suoi alunni. Il ri-cordo di Lucia DArienzo conti-nua a generare semi di bene al Lice-o Classico G.b. vico di Nocera In-feriore, dove la docente ha insegna-to latino e greco per quarantanni. Il gruppo Amici di Lucia ha promos-so anche questanno il Concerto per Lucia, giunto alla quinta edizione e accompagnato dal concorso lettera-rio intitolato allinsegnante. Lo scor-so 12 dicembre, presso il salone del-

    la biblioteca del Liceo nocerino, si svolta la premiazione degli alun-ni che hanno vinto la gara, con lin-troduzione della dirigente scolasti-ca Teresa Di Caprio e gli interven-ti di Francesco Fasolino, ispettore del MIUR e di Giovanni Mauri, pre-sidente dellassociazione Rotaract di Nocera Inferiore-Sarno. Medaglia di bronzo per Aura De Nicola; argento per Rachele Tortora e primo posto invece per Maria Federica Cicalese.

    M.P.

    FOTONOTIZIA

    Il 14 dicembre scorso gli alunni della Scuola Secondaria di I grado Genovesi-Alpi insieme agli studenti del Iv Circolo didattico di Nocera Inferiore hanno animato una serata natalizia al Teatro Diana di Nocera Inferiore, emozionando la platea con le loro performance.

    LICeO SCIeNtIFICO MONS. B. MANGINO PAGANI

    LICeO CLASSICO G.B. VICO NOCERA INFERIORE

    IN MEMORIA DI LUCIA

    Gli alunni del Liceo Mons. B. Mangino con lo scrittore Roberto Ritondale

    Lispettore tecnico del MIUR, Francesco Fasolino, premia una delle vincitrice del concorso letterario

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 23

    a cura della redazione

    LA bAChECA DEGLI AUGURI

    AUGURI DI bUON COMPLEANNOInsegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio.(Salmo 89)

    Mons. Benedetto A-bate (arciprete del-la cattedrale) compie 88 anni, il 5 gennaio; don Antonio Guarra-cino (Ges Risorto e Madonna di Fatima, Pagani) festeggia 59 anni, il 18 gennaio; don Ciro Galisi (San-ta Maria delle Gra-zie, Angri) spegne 51 candeline, il 22 gen-naio; padre Damia-no Antonino (SS.mo Corpo di Cristo, Nocera Inferiore) com-pie 53 anni, il 29 gennaio. Auguri di ve-ro cuore!

    DIOCESI IN FESTAIl 27 gennaio, mons. Giovanni Iaquinan-di, vicario generale della Diocesi di No-cera Inferiore-Sarno, compie 78 anni. Ani-mo mite e cuore sag-gio, il Signore ricolmi di bene la sua vi-ta nellumile servizio alla nostra Chie-sa locale. Auguri!

    bUON COMPLEANNO AI REFERENTI

    Francesco Silvestri (Santa Maria di Costantinopoli, Angri) spenge 75 candeline, il 7 gennaio; Domenico Attianese (San Bartolomeo Apostolo, Corbara) festeggia 42 anni, il 21 gennaio. A voi che sta a cuore la nostra rivista e la sua diffusione come strumento di evangelizzazione, auguri dalla redazione di Insieme.

    Mons. Benedetto Abate

    Padre Damiano Antonino

    UN AUGURIO SPECIALE:

    Insieme anche al barin queste caffetterie Insieme + caff ad 1 euro

    Dolci tentazioniVia F. turati, 520Poggiomarino (na)

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    Franco Silvestri

    Auguri ad Antonio Anzelmo e Anna Manfredonia che venerd 18 dicembre hanno festeggiato il cinquantacinquesimo anniversario di matrimonio. Ai due sposini gli auguri di Anna Consiglia, Monica, Maria, Raffaele, Francesco e la piccola Suamy.

    Congratulazioni alla dottoressa Carmen Ferrigno che gioved 10 dicembre ha conseguito la laurea magistrale in consulenza professionale e finanziaria. Auguri da tutta la sua famiglia.

    AUGURI DI NATALE ALLA STAMPA

    Il 21 dicembre si tenuto il tradizionale scambio di au-guri tra monsignor Giuseppe Giudice e la stampa loca-le. Tre i doni simbolici fatti ai giornalisti. Il Vescovo ha consegnato la sua lettera di Natale, un dvd sul Giubileo in diocesi, realizzato dallUfficio diocesano Comunica-zioni sociali e dallo studio fotografico Angrisani, e del-la pasta artigianale prodotta dal Mulino pastificio di Gragnano nato nellambito del Progetto Policoro.

    Nella foto il Vescovo consegna il dono a Salvatore Campitiello, presidente dellAsso-stampa Valle del Sarno.

  • InsIeme GennAIO 201624

    a cura di Salvatore DAngelo

    vITA NELL'AGRO

    Magdi cristiano allam parla di terrorismo, valori e fede nel tempo del radicalismo stragista. il giornalista, sotto scorta per essersi convertito al cristianesimo, porta nelle scuole la sua esperienza di persona impegnata in prima linea per difendere i diritti di tutti

    Attacchi kamikaze, scene atroci che arrivano dal Medio Oriente, gli attacchi terroristici di Parigi, del Libano e della Nigeria. Episodi che fanno interrogare tutti quanti su qua-le direzione la societ sta prendendo. A dire la sua, in maniera anche forte, Magdi Cristiano Allam. Giornalista, con una parentesi da europarlamen-tare, scrittore e opinionista di origi-ne egiziana e di religione musulmana, convertitosi al cattolicesimo, Allam vive sotto scorta proprio per essersi messo alla sequela di Cristo.Nellultimo periodo si sono intensi-ficati gli incontri con le persone, in particolare con i giovani. Ha fatto vi-sita anche al liceo Rescigno di Roc-capiemonte, dove ha incontrato gli studenti su invito della dirigente Cin-zia Lucia Guida e del professore Fran-co Casale. Arrivato di buon mattino, accompa-gnato dai suoi angeli custodi del-le forze dellordine, per il giornali-

    un diAlogo basato sul rispetto

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 25

    sta parlare ai giovani oggi rappresenta il compito pi difficile e pi importante. Ri-uscire ad accreditare in loro la certezza di chi sono sul piano dei valori, delle leggi, della fede e riuscire a renderli protagonisti quali rigeneratori di vita e costruttori di un futuro migliore, oggi dovrebbe essere lin-vestimento principale dello Stato.

    evitare una perdita identitaria che si scontra con un laicismo imperante?Contro un laicismo e un relativismo che ci porta a mettere in soffitta la ragione, i pa-rametri critici e valutativi. La conseguen-za che oggi ci si guarda intorno senza la certezza della verit, non ci sono testimo-ni che incarnano quella coerenza che c tra ci che si dice, tra quello in cui si cre-de e quello che si fa. Questo disorienta e i giovani diventano facili esche per le derive che possono presentarsi. La nostra missio-ne riscattare queste certezze.

    Questo smarrimento per presente in tutto il vecchio continente.LUnione Europea vive e si identifica so-lo nella moneta. Cos come unUnione e-stremamente invasiva per quello che con-cerne lambito della legislazione. Leggi che si concepiscono nel contesto del relativi-smo valoriale, che hanno scardinato non solo leconomia reale, ma anche la nostra societ: orientamento allideologia di ge-nere che fa venire meno la certezza della centralit della famiglia naturale nella co-struzione sociale. Il venir meno della cer-tezza della famiglia naturale causa una de-crescita della natalit. Una societ che non cresce sul piano demografico, muore an-che sul piano della civilt.

    Lei ha sempre criticato questi aseptti. Ma la sua battaglia principale la com-batte contro la deriva terroristica. Non ci pu essere dialogo?Ci sono tanti musulmani con cui si pu dialogare e convivere. Le persone vanno tutte rispettate, per non dobbiamo esen-tarci dallusare la ragione per entrare nel contenuto delle religioni e salvaguardare la nostra societ che si basa sulla cultura

    cristiana, al di l dellessere credenti o pra-ticanti. Sulla base di questa certezza, dob-biamo evidenziare a chi sceglie di condivi-dere questo spazio fisico, che noi dobbia-mo affermare come spazio di spiritualit, cultura e valori, che ci sono delle regole da condividere e rispettare. Non siamo terra di nessuno e non siamo terra di conquista.

    In pratica cosa si dovrebbe fare secon-do lei?Con coloro che sgozzano, decapitano, massacrano, si fanno esplodere, non ci pu essere dialogo. Al tempo stesso dob-biamo bonificare il nostro fronte interno per scardinare quei luoghi fisici e virtua-li dove, attraverso il lavaggio di cervello, si trasformano le persone in aspiranti ter-roristi islamici, anche in versione suicida. Dobbiamo assicurare che su tutto il terri-torio nazionale quei valori che sostanzia-no la nostra comune umanit, quali sa-cralit della vita, pari dignit tra uomo e donna, la libert di scelta, siano effettiva-mente tali e presenti anche allinterno del-le moschee, dei siti islamici. Non possia-mo consentire che nel nostro spazio fisico e spirituale ci sia chi predica esattamente lopposto e giustifica luccisione di ebrei, cristiani, apostati, dei miscredenti, infede-li, adulteri o omosessuali. Questo finirebbe per minare dallinterno la nostra societ. Oggi siamo chiamati a reagire con la no-stra testimonianza con maggiore vigore.

    Il disagio sociale pu essere terreno fertile per ideologie sovversive?Bisogna fare attenzione a non creare un automatismo tra ladesione al terrorismo e il disagio sociale. Nel mondo ci sono tan-te sacche di povert, ingiustizia o degrado, ma non c terrorismo. Il terrorismo c so-lo laddove ci sono burattinai che investono in questarma.

    Chiari, insomma, i concetti espressi da Al-lam. La forza e la reazione passa attraver-so la tutela della propria identit. Se si ab-dica, si rischia di abdicare alla propria li-bert futura.

    Salvatore DAngelo

  • InsIeme GennAIO 201626

    AttesA infinitA

    gli atavici ritardi dei treni sono stati raccontati in

    un libro scritto da gerardo adinolfi e stefano taglione. un problema tutto italiano,

    che raggiunge il culmine sulla tratta storica napoli-salerno

    Un capitolo intero dedicato ai disagi della linea ferrovia-ria Napoli-Salerno. Ci scusiamo per il disagio il li-bro inchiesta di Gerardo Adinolfi e Stefano Taglione che racconta i malanni del trasporto su ferro in Italia. Tutti so-no rimasti, almeno una volta, bloccati in stazione a causa di un convoglio in ritardo o addirittura soppresso. I due giovani giornalisti, Adinolfi a Repubblica Firenze e Taglione collabo-ratore de Il Tirreno, mostrano come tutto questo non rappre-senti uneccezione, ma la norma. Da sud verso il nord, nel li-bro si raccontano dieci fermate: Ragusa, Catanzaro, Matera, Napoli, Roma, Urbino, Firenze, Bologna, Milano e Torino. Una parte speciale se la sono meritata i disagi che per oltre un an-no hanno creato grosse conseguenze ai pendolari che utiliz-zavano e utilizzano, nonostante le forti penalizzazioni, la co-siddetta linea storica Napoli-Salerno. In maniera analitica, a-scoltando pi voci e riportando i vari punti di vista, gli auto-ri spiegano lassurdo che spesso di casa in Campania. Da nocerino doc, Adinolfi ha raccontato il caso villa dElboeuf, a Portici, alla base della rivoluzione in negativo del traspor-to ferroviario costiero. Ma c anche spazio per fare un punto sulla Circumvesuviana e sullEAV. Insomma, la mobilit pub-blica campana ne esce con le ossa rotte. Infine, gli autori fan-no un punto sui biglietti: se il servizio cala loro aumentano. In principio cera Unico, che permetteva di utilizzare qualsiasi mezzo anche di aziende diverse in tutto il territorio, oggi c il Tic e i biglietti delle singole aziende. Dai 250 tipi di biglietti Unico denunciano si passati a 2.500 tipi di tagliandi. In-somma, un caos che nessuno finora, come si evince dal libro, ha provato a risolvere.

    Sa. DAn.Interventi di stabilit sugli edifici scolastici a San Valentino Torio. Il Ministero dellIstruzione ha fi-nanziato a fondo perduto due interventi allam-ministrazione guidata dal sindaco Michele Striane-se. La verifica della stabilit avverr tramite prove meccaniche in loco e in laboratorio. Le prove saran-no effettuate sugli edifici del plesso di via Sottosanti e a Casatori. Se le prove daranno risultati negativi ha detto il primo cittadino gli edifici saranno in-seriti in un elenco preferenziale che ci consentir di attingere a finanziamenti per la messa in sicurezza.

    SAN vALENTINO TORIOMESSA IN SICUREzzA DEGLI EDIFICI SCOLASTICI

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 27

    La lapide nel centro di Castellabate

    un sacerdote leale, sincero e gentile

    dal 17 dicembre a castellabate c una strada in memoria di monsignor pompeo la barca

    Lamministrazione comunale di Castellabate ha inti-tolato al suo illustre figlio, storico parroco di Rocca-piemonte, monsignor Pompeo La Barca, un vicolet-to del suo centro storico, inserito tra i borghi pi belli dI-talia. Un breve tratto di strada che passa sotto labitazione natale del sacerdote, scomparso il 18 novembre 2010. Al-la cerimonia di intitolazione, voluta dallamministrazione guidata dal sindaco Costabile Spinelli, erano presenti i fa-miliari di monsignor La Barca e una delegazione della co-munit rocchese rappresentata dallattuale parroco, padre Giuseppe Ferraioli, dallassessore comunale Luisa Trezza e dal consigliere Mauro Ciancio. Ha portato il suo ricordo anche il vescovo emerito di Nocera Inferiore-Sarno, mon-signor Gioacchino Illiano, molto legato al compianto pre-sbitero, tanto che lo volle suo vicario episcopale per il cle-ro. A benedire la lapide marmorea e a presiedere la celebra-zione in suffragio di don Pompeo stato il vescovo di Vallo della Lucania, monsignor Ciro Miniero.

    Sa. DAn.

    nocera in una fotoC anche il volto di san Prisco, ritrat-to nella Gloria del paradiso affre-scata nel cupolone della Cattedrale di Nocera Inferiore, tra gli scatti realizzati per Nocera Citt della fotografia, cura-ta dagli architetti basilio De Martino e Sa-ra Di Martino.Ad esporre questa foto Antonio e Giusep-pe Angrisani che hanno preso parte alle-sposizione, insieme ad altri fotografi no-cerini, voluta dal sindaco Manlio Torqua-to. Tante le opere esposte nel cortile di Palazzo di Citt, scorci e angoli di Nocera: particolari di palazzi, piazza Diaz, la storia industriale e quella militare. Cartoline e non solo per raccontare la Nocera di ieri e di oggi, guardando al domani.

    Donatella Salvati

    La foto di Antonio e Giuseppe Angrisani esposta al Comune

  • InsIeme GennAIO 201628

    vITA NELL'AGRO

    La vita del giornalista da strada non delle pi semplici. La ri-cerca della verit da raccontare al mondo presenta sempre il conto, mettendoti davanti a realt che non vorresti esistessero. la vita di Ernesto, il protagoni-sta del libro NapoliNord, di Vincen-zo Rea, presentato lo scorso 29 no-vembre allassociazione Punto Lab, di Nocera Inferiore. Un libro dal pro-fumo autobiografico che parte pro-prio dai fatti e dalle esperienze vissu-te dallautore.Ho avuto lopportunit di restare sul quartiere di Scampia per molti anni sottolinea Rea e questo mi ha dato la possibilit di parlare con la gente, di vivere la loro quotidianit.La stesura del libro parte proprio

    dalla voglia di Rea di raccontare u-na Scampia diversa, un quartiere che vuole riscattarsi, dove il boss non leroe o il personaggio da imitare, ma quello da affrontare e mandare via. Ho preso spunto dai fatti reali che leggevo sui giornali e dalle mie chiac-chierate con la gente, volevo scrive-re un messaggio di speranza per tutti i giovani della mia terra, perch non detto che se nasci e cresci a Napoli devi avere unetichetta che ti accom-pagna per tutta la vita.Le cose negli ultimi anni a Scampia sono cambiate, forse anche grazie ai romanzi che la hanno raccontata e che hanno finalmente acceso i riflet-tori su questo quartiere dimenticato dalla giustizia.

    Sofia Russo

    LETTERE DAL FRONTE

    raccontando scAmpiA

    presentato a nocera inferiore il libro napolinord di vincenzo rea. un testo dinchiesta dal profumo autobiografico

    Il professor Antonio Morati

    La passione per la ricerca e il col-lezionismo fa conquistare un al-tro successo ad Arturo Morati, nocerino di nascita trasferitosi da venticinque anni a barzan, in pro-vincia di Lecco. Alcuni anni fa sco-pr negli archivi comunali che un componente della famosa spedi-zione dei Mille di Giuseppe Gari-baldi era nato a barzan organiz-zando per la scoperta un grande e-vento. Oggi la sua passione alla base di unaltra mostra sulla cor-

    rispondenza natalizia inviata dal fronte della Prima guerra mondia-le. Gran parte del materiale espo-sto allAntico granaio di Monticel-li proviene proprio dalla collezio-ne di Morati: La passione per la storia mi stata trasmessa da mio nonno, combattente nella Prima guerra mondiale. Tra mercatini ed Ebay ha raccontato , ho creato la mia collezione sul Natale, di cu-i il materiale della mostra solo u-na piccola costola.

    IL NOCERINO ANTONIO MORATI hA ESPOSTO IL FRUTTO DI ANNI DI RICERCA A LECCO

    Foto di repertorio

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 29

    a cura della redazione

    vITA ECCLESIALE

    apriteMi le porte della giustizia: vi entrer per ringraziare il signore.risuonano in questa cattedrale le parole di ges: io sono la porta delle pecore!

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  • InsIeme GennAIO 201630

    vITA ECCLESIALE

    In migliaia hanno partecipato, lo scorso 13 dicembre, alla-pertura della Porta Santa della Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore. Il suono del corno dal terrazzo del Pa-lazzo vescovile e lapplauso scrosciante dei presenti nel cor-tile del Vescovado hanno decretato linizio del Giubileo stra-ordinario della Misericordia in Diocesi. Il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, ha spalancato e poi attraversato la Porta Santa insieme al vescovo emerito, monsignor Gioacchino Illiano. Dietro di loro, il vicario gene-rale, monsignor Giovanni Iaquinandi e uno stuolo di sacer-doti, religiosi, religiose e pellegrini. Una celebrazione sobria e solenne nello stesso tempo, partita dalla chiesa di San Giu-seppe. Presenti anche i sindaci delle due Nocera, di Pagani, di San Valentino e di San Marzano. Impeccabile il dispositi-vo di sicurezza, coordinato dal commissariato di polizia di-

    questA lA portA del signorelo scorso 13 dicembre, tremila persone

    hanno partecipato allinizio del giubileo straordinario della Misericordia

    UNA PORTA SANTA IN OGNI CUOREAprendo le porte sante in tanti luoghi del mondo, qua-si Roma si dilata ai quattro angoli della terra e si realizza il mistero della Chiesa ridisegnata dal Concilio vaticano II (). Chiaro il messaggio di Papa Francesco. Egli vuo-le una Porta santa in ogni cuore umano. Da spalancare e varcare per sanare le ferite dellodio tra i singoli e tra i popoli, per andare oltre lindividualismo, le inimicizie, le guerre, le esclusioni, la povert, gli scarti di intere ca-tegorie di persone, le solitudini, gli abbandoni. Persino per fermare il terrorismo che strumentalizza il nome di Dio, insidiando con diabolica arroganza linizio del per-corso giubilare.

    (dallomelia del vescovo Giudice)

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    Mons. Domenico Cinque, delegato diocesano per il Giubileo

    Un momento della statio nella chiesa di San Giuseppe

    Il Vescovo apre la Porta Santa

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  • GENNAIO 2016 INsIEmE 31

    COSA DObbIAMO FARE?() consapevoli dei nostri peccati e desiderosi di cam-biare vita, chiediamo al battista: che cosa dobbiamo fare? In questo Anno Santo straordinario della mise-ricordia, che cosa dobbiamo fare? E Giovanni, riman-dandoci nello spazio del quotidiano, ci consegna sem-plici regole per accedere al dono del perdono: chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto. Non esigete nulla di piaccontentatevi (cf. Lc 3,10-18). Dare e condividere ed essere contenti, ecco le opere della misericordia

    (dallomelia del vescovo Giudice)

    retto dalla dottoressa Giuseppina Sessa, presente nella Cat-tedrale insieme al comandante del reparto territoriale dei carabinieri e del comandante della compagnia della guardia di finanza. Ha funzionato bene la viabilit gestita dalla po-lizia locale guidata da Giuseppe Contaldi. Allesterno della Cattedrale, una squadra dei vigili del fuoco, le ambulanze e il personale della Misericordia di Nocera Inferiore, i volon-tari del Club Universo. Abbiamo vissuto un grande e importante momento di Chiesa ha detto il delegato per il Giubileo, monsignor Do-menico Cinque -, ringrazio tutti coloro hanno contribuito affinch andasse tutto per il verso giusto. Ricordiamo che il Giubileo continua e saremo pronti ad accogliere quanti vor-ranno viverlo nella nostra Cattedrale.

    Sa. DAn.

    APRIAMO LA PORTA DELLO STANzINO INTERIORESiamo ancora pellegrini, bisognosi di misericordia e di indulgenza. () Pel-legrini verso la Porta di san Prisco, icona del Cristo, che ci rimanda per un giubileo autentico e incisivo, verso altre porte, altri usci, che sempre dob-biamo varcare: la porta di casa e della famiglia; la porta dellufficio, della bottega, del lavoro; la porta dellospedale e della clinica; la porta della par-rocchia e dellassociazione; la porta del cortile, del vicinato, del pianerotto-lo; la porta del cuore () ripetendo, magari sottovoce, la parola che lAbate di Cluny aveva fatto scrivere sulla porta dellabbazia: Porta pandet sed cor magis! S, la porta larga, ma il cuore lo deve essere sempre di pi. E per-ch ci avvenga necessario aprire la porta dello stanzino interiore, la co-scienza, dove ci ritroviamo soli con Dio e decidiamo della nostra vita e del nostro futuro.

    (dallomelia del vescovo Giudice)

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    Le autorit presenti all'apertura della Porta Santa

    Un momento della celebrazione in Cattedrale

    La processione attraversa il rione Montevescovado

  • InsIeme GennAIO 201632

    a cura dI Mariarosaria Petti

    LE OPERE DI MISERICORDIA

    LINIzIO DEL GIUbILEO DELLA MISERICORDIA ALLE PORTE, COME POSSIAMO vIvERE AL MEGLIO QUESTO ANNO SANTO? RISCOPRIAMO LE OPERE DI MISERICORDIA, LASCIAMO ChE LA SANTIT DI ALCUNE FIGURE ESEMPLARI ILLUMININO IL NOSTRO AGIRE, vALORIzzIAMO TEMPI E SPAzI DELLA PREGhIERA PERSONALE E COMUNITARIA PER RIvESTIRCI DI MISERICORDIA

    La sua porta era sempre aperta, non mancava di procurare acqua, cibo e vestiti a chi vi bussava. Pagava de-biti, assisteva gli ammalati, seppelliva i morti. Le Opere di Misericordia erano la grammatica della sua vita. Un esempio di santit che arriva da lontano: siamo nel 1207 quando il re dUngheria Andre-a II e la contessa Gertrude danno alla lu-ce la piccola Elisabetta, nellodierna Bra-tislava. Passer alla storia con il nome di principessa santa. Il suo status non in-taccher minimamente il desiderio di servire Dio aiutando i poveri. Il matrimonio. Secondo i costumi del tempo, fu promessa in sposa gi allet di quattro anni, in un disegno strategi-co deciso dal padre. Il marito scelto per lei Ludovico, figlio ed erede del sovra-no di Turingia. Per ricevere uneducazio-ne adeguata al futuro rango, la bambina lascia la sua casa per trasferirsi nella cor-te dei suoceri, tra la citt di Marburgo e Wartburg. Elisabetta si sposa a 14 anni, a 15 nasce il primo figlio, Ermanno. Seguo-no due bambine: Sofia nel 1224 e Ger-trude nel 1227. Nonostante il matrimo-nio fosse frutto di un accordo politico, i due giovani si amarono profondamente. Ludovico ammirava la fede di Elisabet-ta, dopo una delle tante opere della mo-glie, le disse: Cara Elisabetta, Cristo che hai lavato, cibato e di cui ti sei pre-sa cura. La festa per le nozze fu sobria e le spese per il banchetto furono devolute ai poveri. Alle critiche riferite di nasco-sto, il giovane sovrano rispondeva: Fin quando non mi vende il castello, ne so-no contento!. In questa cornice, si narra lepisodio del pane trasformato in rose. Mentre Elisabetta camminava con il suo grembiule pieno di pane per i poveri, in-

    contr il marito che le chiese cosa stesse portando. Aprendo il grembiule compar-vero magnifiche e fresche rose. Un sim-bolo di carit presente in molte raffigu-razioni della santa. La morte di Ludovico. Nel 1227, il mari-to si associa alla crociata dellimperatore Federico II. Una partenza dolorosa, alla quale Elisabetta risponder cos: Non ti tratterr. Ho dato tutta me stessa a Dio ed ora devo dare anche te. Ludovico si ammal e mor durante il viaggio. Seguirono tempi difficili: il cognato la defin una pia donna inadatta a governa-re ed usurp il governo della Turingia. La donna peregrin da villaggio in villaggio, fin quando gli unici parenti fedeli laiuta-rono a riabilitare il suo nome. Nel 1228 le fu corrisposto un reddito a-deguato ed Elisabetta si ritir nel castel-lo di famiglia a Marburgo. Morir a 24 anni, nellospedale da lei costruito. Solo quattro anni basteranno per essere in-nalzata agli onori degli altari. Il suo di-rettore spirituale, frate Corrado, raccon-ta cos a Papa Gregorio IX la coraggiosa scelta della santa: Il venerd santo del 1228, poste le mani sullaltare nella cap-pella della sua citt Eisenach, dove ave-va accolto i Frati Minori, alla presenza di alcuni frati e familiari, Elisabetta rinun-zi alla propria volont e a tutte le vanit del mondo. Ella voleva rinunziare anche a tutti i possedimenti, ma io la dissuasi per amore dei poveri. Poco dopo costru un ospedale, raccolse malati e invalidi e serv alla propria mensa i pi mise-rabili e i pi derelitti. Avendola io rim-proverata su queste cose, Elisabetta ri-spose che dai poveri riceveva una spe-ciale grazia ed umilt.

    Mariarosaria Petti

    la principessa santa, elisabetta dungheria, stata un eseMpio di vita donata per il prossiMo. la porta del suo castello era seMpre aperta, la giovane donna non si stancher Mai di aiutare poveri, aMMalati e derelitti

    ALLOGGIAre I peLLeGrINI

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 33

    CELEBRARE LA MISERICORDIA:

    Con lapertura della Porta Santa della cattedrale di San Prisco a Nocera In-feriore, lo scorso 13 dicembre, ha pre-so avvio il Giubileo della Misericordia nel-la nostra diocesi. Uno dei segni peculiari dellAnno Santo il pellegrinaggio, icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. Il Vescovo Giuseppe Giudi-ce ha deciso di dare unimpostazione preci-sa allevento straordinario indetto da Papa Francesco: Non il Giubileo del 2000 dei grandi eventi ha spiegato il prelato. Ogni parrocchia, gruppo, associazione o movi-mento potr vivere il pellegrinaggio dioce-sano partendo dal Battistero paleocristiano della chiesa di Santa Maria Maggiore di No-cera Superiore per poi varcare la soglia del-la Porta Santa della cattedrale, attraverso un itinerario meditato sulle Opere di Mise-ricordia. Don Antonio Adinolfi, responsabi-le dellArea Annuncio, ha cos chiarito: Sia-mo chiamati a riscoprire il punto di parten-za del nostro cammino di cristiani, facendo memoria del battesimo. Non poteva esserci luogo migliore del Battistero per comincia-re il pellegrinaggio.

    Dunque, si dischiuso lAnno della Mise-ricordia in cui sar possibile organizza-re il proprio pellegrinaggio diocesano: necessario scrivere una mail allindirizzo [email protected] per prenotare presso lUfficio diocesano del Giubileo il viaggio spirituale. I pellegrini saranno accompagnati dai volontari dioce-sani del Giubileo.

    SI DISChIUSO LANNO SANTO DURANTE IL QUALE PARROCChIE, ASSOCIAzIONI, MOvIMENTI POTRANNO vIvERE IL GIUbILEO DELLA MISERICORDIA CON IL PELLEGRINAGGIO ChE DAL bATTISTERO PALEOCRISTIANO DELLA ChIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE CONDURR CIASCUNO A vARCARE LA SOGLIA DELLA CATTEDRALE DI SAN PRISCO

    Santa elisabetta d'Ungheria in un'opera di Gherardo Starnina della fine del 1300

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  • InsIeme GennAIO 201634

    Il miracolola fede non ha bisogno di Miracoli. vero. eppure la chiesa per proclaMare beato un discepolo di ges chiede e attende un Miracolo, un segno straordinario che viene da cielo

    Oggi non si parla spesso dei mira-coli nella catechesi e nella predi-cazione, anzi questa parola pro-nunciata con eccessiva cautela. Ovvia-mente nessun credente rifiuta i miraco-li, n tanto meno afferma che non sono possibili, sarebbe una palese mancan-za di fede nei confronti dellonnipoten-za di Dio che pu intervenire come e quando vuole. Emerge per la tenden-za a presentarli come interventi asso-lutamente eccezionali. Capisco e con-divido la ratio presente in questa teolo-gia, si vuole preservare il popolo di Dio da facili illusioni, evitando cos che la fede venga legata ad eventi sensazio-nali. Non vogliamo un popolo credulo-ne ma dobbiamo tener conto che esiste

    anche un rischio opposto che nasce da una certa allergia al soprannaturale. Il rischio di cadere nel deismo, cio una concezione che relega Dio in un angolo della storia e pone laccento quasi esclu-sivamente sullazione delluomo. vero, Dio non interviene con frequen-za per modificare il corso naturale degli eventi, ordinariamente agisce attraver-so cause seconde. E tuttavia, non dob-biamo relegare Dio in un angolo lonta-no dalla storia, come un oscuro e indif-ferente orologiaio. Una tale immagine rischia di far dimenticare che Dio non solo il Creatore ma anche il Redento-re, Colui che interviene per raddrizza-re il cammino dellumanit. Dio non si

    di Silvio Longobardi

    LE PAROLE DELLA FEDE

    INSIeMe APRE IL 2016 CON UNA NUOvA RUbRICA. LA FEDE SI ESPRIME ATTRAvERSO LE PAROLE. ALCUNE SONO CADUTE IN DISUSO, ALTRE SONO COPERTE DI POLvERE, ALTRE SONO ORMAI INCOMPRENSIbILI. LA RUbRICA SI PROPONE DI RILEGGERE IL PATRIMONIO DELLA FEDE ATTRAvERSO ALCUNE PAROLE ESSENzIALI

    Ges Cristo porta a compimento lopera di salvezza [] con tutta la sua presenza e con la manifestazione di s, con le parole e con le opere, con i segni e con i miracoli, e specialmente con la sua morte e la gloriosa resurrezione di tra i morti, e infine con linvio dello Spirito di verit

    (Concilio vaticano II, Costituzione Dogmatica Dei Verbum, 4)

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 35

    diverte a cambiare le cose ma simpegna a provvedere perch alluomo non manchi les-senziale. Non possiamo prevedere i suoi in-terventi straordinari n tantomeno possia-mo pretenderli. Ma possiamo chiederli con umilt e accoglierli con fede.I miracoli sono una provocazione per la no-stra cultura, malata di razionalismo, che ne-ga a priori la possibilit stessa del sopranna-turale. Chi dice di rifiutare la fede in base alla ragione imbroglia se stesso e confonde gli al-tri. La ragione non alza barriere pregiudizia-li ma come una finestra sempre aperta per far entrare la luce. I miracoli accompagnano anche il nostro tempo e sono oggi certificati da quella stessa scienza che, a sentire alcuni dotti di ieri e di oggi, avrebbe dovuto stilare latto di morte della fede.Non sono i miracoli a generare la fede. Profe-zie e miracoli, scriveva Blaise Pascal, non so-no tali da potersi dire assolutamente convin-centi. C abbastanza luce per chi vuole cre-dere e non sar mai abbastanza per chi rifiu-ta di credere. Ges aveva gi compiuto tanti prodigi e miracoli quando farisei e i saddu-cei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo (Mt 16,1). Chiedevano un segno anco-ra pi eclatante e tale da eliminare ogni per-plessit. Ges non rispose neppure a questa richiesta. Nella storia sono avvenuti tanti mi-racoli da azzerare ogni dubbio. Eppure La fede non ha bisogno di miracoli. vero. Eppure la Chiesa per proclamare Beato un di-scepolo di Ges chiede e attende un miraco-lo, un segno straordinario che viene da Cielo, un prodigio avvenuto dopo la morte. Potreb-be bastare laccurata indagine storica sulla vi-ta e le opere, confermata dalle testimonian-ze. Se tutto si gioca nellordinario non po-

    trebbe bastare il rigoroso accertamento del-la santit della vita? Invece no. Da secoli la Chiesa si ostina a chiedere un miracolo, an-zi due, il primo necessario per la beatifica-zione, il secondo indispensabile per la ca-nonizzazione. Dunque, i miracoli non sono affatto marginali, come qualcuno spesso la-scia intendere. Dio non si diverte a fare mira-coli, vero. Ed vero anche che la fede non fondata sui miracoli. E tuttavia, in ogni sta-gione della storia i miracoli non mancano, segno di attenzione e di tenerezza. Non sono forse miracoli anche le apparizioni? Certo! Sono interventi soprannaturali, segni chiari che Dio non si accontenta di guardare la sto-ria dallalto ma laccompagna con una premu-ra che spesso e volentieri si traduce in eventi che immettono la presenza divina nel corso ordinario delle cose.Perch mai nostro Signore ha compiuto tan-ti prodigi? Perch la vicenda terrena di Ge-s infarcita di miracoli? Lo rivela Lui stesso nellepisodio del paralitico: perch sappiate che il Figlio delluomo ha il potere di perdo-nare i peccati sulla terra, dico a te disse al paralitico : lzati, prendi la tua barella e va a casa tua (Mc 2, 10-11). Perch sappiate che il Figlio delluomo . Quel miracolo serve dun-que ad annunciare la presenza divina, vuo-le essere una provocazione per la diffidenza con cui molti guardano il suo operato. Nella stessa linea, anche la preghiera che Ges fa dinanzi alla tomba di Lazzaro: Padre, ti ren-do grazie perch mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma lho detto per la gente che mi sta attorno, perch credano che tu mi hai mandato (Gv 11, 41-42).

    I miracoli, dunque, accompagnano la predi-cazione di Ges, appartengono alla Rivela-zione, sono elementi costitutivi dellannuncio (Catechismo della Chiesa Cattolica, 515).

    Ges accompagna le sue parole con numerosi miracoli, prodigi e segni (At 2,22), i quali manifestano che in lui il Regno presente. Attestano che Ges il Messia annunziato.

    (Catechismo della Chiesa Cattolica, 547)

  • InsIeme GennAIO 201636

    sussidio liturgico dal battesimo del signore alla v domenica del tempo ordinario (anno c)

    commenti a cura della famiglia Gambardella

    ILPANEDELLADOMENICA

    Luca ci presenta Ges che attra-versa la valle del fiume Giorda-no come un peccatore tra i pec-catori. Come il popolo dIsraele su-pera il Giordano dopo essere uscito dalla schiavit dEgitto per ricevere in dono la Terra Promessa, cos an-che noi siamo invitati a lasciarci al-le spalle le nostre schiavit, i segni di non amore di cui lastricato il nostro passato e rispolverare la ve-ste battesimale imparando a chie-dere perdono sui luoghi di lavoro, con i nostri vicini di casa e, soprat-tutto, in famiglia per poter accedere alla Terra Promessa varcando le so-glie della speranza che Ges venu-to a donarci.

    10GENNAIO

    2016

    BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C)

    Varcare la soglia della speranza

    Autoritratto di Andrea del Sarto, 1528 circa

    Questo mese proponiamo alcune opere di Andra del Sarto. Pittore fiorentino nato nel 1486 e morto nel 1530. Uno dei massimi prota-gonisti del Rinascimento fiorentino. La sua arte fu influenzata da Piero di Cosimo, presso la sua bottega aveva svolto apprendistato, e soprattut-to da Raffaello, Leonardo e dal fiammingo Drer.

    Le letture: Il cielo si apr

    Prima lettura: Is 40,1-5.9-11Salmo: Sal 103 Seconda lettura: Tt 2,11-14;3,4-7vangelo: Lc 3,15-16.21-22

    Il Vangelo:In quel tempo, poich il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che pi forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. egli vi battezzer in Spirito Santo e fuoco.(Cfr Lc 3, 15-16)

    Colore liturgico: bIANCO

    Padre mioPadre mio,io mi abbandono a te,fa di me ci che ti piace.Qualunque cosa tu faccia di meTi ringrazio.Sono pronto a tutto, accetto tutto.La tua volont si compia in me,in tutte le tue creature.Non desidero altro, mio Dio.

    Affido lanima mia alle tue maniTe la dono mio Dio,con tutto lamore del mio cuoreperch ti amo,ed un bisogno del mio amoredi donarmidi pormi nelle tue mani senza riservecon infinita fiduciaperch Tu sei mio Padre.

    Charles de Foucauld

  • GENNAIO 2016 INsIEmE 37

    Dopo il passaggio nel deserto, Ges torna in Galilea e i-nizia la sua missione annunciando il Vangelo. Non par-te dalla Giudea e da Gerusalemme, centro del pote-re politico-religioso bens da una regione che non gode di u-na buona fama, abitata da gente povera e abbandonata. Le periferie del mondo, le periferie delle nostre citt sono pie-ne di giovani che attendono qualcuno che mostri il volto del Padre in parole e opere. Persone che non vendano fumo ma si sforzino di essere coerenti con la propria fede, perch i giovani sono esigenti e amano sfidarci per capire fino a che punto siamo capaci di lasciarci coinvolgere dalle loro attese e dai loro sogni per costruire insieme una citt migliore.

    Le letture: Fu linizio dei segni compiuti da Ges

    Prima lettura: Is 62,1-5 Salmo: Sal 95 Seconda lettura: 1Cor 12,4-11vangelo: Gv 2,1-11

    Il Vangelo:In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e cera la madre di Ges. Fu invitato alle nozze anche Ges con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Ges gli disse: Non hanno vino. e Ges le rispose: Donna, che vuoi da me? Non ancora giunta la mia ora. (Cfr Gv 2, 1-4)

    Colore liturgico: vERDE

    Le letture: Oggi si compiuta questa Scrittura

    Prima lettura: Ne 8,2-4.5-6.8-10Salmo: Sal 18Seconda lettura: 1Cor 12,12-30vangelo: Lc 1,1-4; 4,14-21

    Il Vangelo:In quel tempo, Ges ritorn in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.Venne a Nazaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entr nella sinagoga e si alz a leggere.(Cfr Lc 4, 14-16)

    Colore liturgico: vERDE

    Madonna delle Arpie di Andrea del Sarto, 1517

    Niente fumo ai nostri giovani

    La preghiera pi potente resta sempre quella rivol-ta a Dio a favore del prossimo. Quanti hanno avuto la fortuna di ascoltare le testimonianze di ammalati che sono stati guariti pur avendo pregato per le necessit di altre persone. Lourdes, Fatima ma anche le nostre ca-

    se sono luoghi da cui, nel segreto del nostro cuore, si innalzano preghiere di interces-sione per i nostri fi-gli, parenti e semplici conoscenti che si af-fidano fiduciosi alle nostre preghiere. La preghiera per gli altri costringe il Signore ad agire perch Egli fedele alla sua pro-messa: Qualunque cosa chiederete nel mio nome la far (Cfr Gv 14, 13).

    La potenza della preghiera dintercessione

    17GENNAIO

    2016

    24GENNAIO

    2016

    II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

    III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

    Madonna col Bambino e san Giovannino di Andrea del Sarto, 1515 circa

  • InsIeme GennAIO 201638

    IL PANE DELLA DOMENICA

    Ges proprio impazzito! Lui che il figlio di Giuseppe, un semplice falegname, vuole insegnare a dei pescatori come fare il proprio mestiere? Eppure, ha avuto ragio-ne nel chiedere di riprendere il largo per pescare nuovamen-te. Ma il culmine lo raggiunge quando sostituisce gli uomini ai pesci. Pescare uomini? Cosa vuole dirci? A tante persone manca laria della dignit, di una vita piena di senso perch non hanno Dio nel cuore. Quante persone pensano di esse-re vive e invece sono spiritualmente morte in un mare di so-litudine. Ed in questo mare che il Signore ci promette di pe-scare. Non da soli, per, altrimenti faticheremmo invano, ma con Lui che non si stanca di avere fiducia in noi per edificare la Sua Chiesa.

    Le letture: Nessun profeta bene accetto nella sua patria

    Prima lettura: Ger 1,4-5.17-19Salmo: Sal 70Seconda lettura: 1Cor 12,31-13,13vangelo: Lc 4,21-30

    Il Vangelo:Non costui il figlio di Giuseppe?. Ma egli rispose loro: Certamente voi mi citerete questo proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafrnao, fallo anche qui, nella tua patria!. Poi aggiunse: In verit io vi dico: nessun profeta bene accetto nella sua patria.(Cfr Lc 4, 22-24)

    Colore liturgico: vERDE

    Le letture: Lasciarono tutto e lo seguirono

    Prima lettura: Is 6,1-2.3-8Salmo: Sal 137Seconda lettura: 1Cor 15,1-11vangelo: Lc 5,1-11

    Il Vangelo:Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca. Simone rispose: Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getter le reti. Fecero cos e presero una quantit enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.(Cfr Lc 5, 4-6)

    Colore liturgico: vERDE

    Pala di G