Insieme alla Mamma, percorriamo la “Via dell’Amore” · Mamma per averci dato una CASA...

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Oobre 2014 N° 63 Eccoci, Mamma! Comunità di Maria Onlus • C.F. 93012890138 • Casella Postale n. 84 - 22031 Albavilla (Como) • Tel: Diretta Radio 031.646000 - Segr. 031.645214 • Fax 031.611139 • Cappellina e fax 031.611608 • Cappellina preghiera 031.3355586 • www.radiomater.org • e-mail: [email protected] Stampa: Grafiche Artigianelli s.p.a. Brescia • Poste It. Spa Sped. in A.P. DL 353/2003 (conv. I.27/2/04 n.46) art.1, comma 2, LO/CO • INVIO GRATUITO Registro stampa Tribunale di Como n. 1/96 dell’8/1/1996 • Lett. in famiglia “Pro Manoscritto” di Radio Mater, Albavilla (Como) • A. 2005 • Dir. Resp. Enrico Viganò Miei cari, ancora una volta ringraziamo la Mamma per averci dato una CASA “degna di Lei” e, dopo un anno di permanenza, con gioia, ma anche con tanti sacrifici, stiamo vivendo con fede e amore la missione di “accoglienza” nella Cappellina e di “evangelizzazione” in Radio Mater. Innanzitutto: di “accoglienza”. Sì, perché la “Casa di Maria” vuole essere segno della Sua maternità accogliente. Con ciascuno di voi, ringrazio di cuore la cara sorella Carla, ora in cielo, che con il lascito del suo appartamento, ci ha permesso di acquistare questo “Centro Mariano”: luogo di comunione e cenacolo di preghiera. (Quante cose belle e buone, nel nome Insieme alla Mamma, percorriamo la “Via dell’Amore”

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Ottobre2014

N° 63

Eccoci, Mamma!

Comunità di Maria Onlus • C.F. 93012890138 • Casella Postale n. 84 - 22031 Albavilla (Como) • Tel: Diretta Radio 031.646000 - Segr. 031.645214 • Fax 031.611139 • Cappellina e fax 031.611608 • Cappellina preghiera 031.3355586 • www.radiomater.org • e-mail: [email protected]

Stampa: Grafiche Artigianelli s.p.a. Brescia • Poste It. Spa Sped. in A.P. DL 353/2003 (conv. I.27/2/04 n.46) art.1, comma 2, LO/CO • INVIO GRATUITORegistro stampa Tribunale di Como n. 1/96 dell’8/1/1996 • Lett. in famiglia “Pro Manoscritto” di Radio Mater, Albavilla (Como) • A. 2005 • Dir. Resp. Enrico Viganò

Miei cari,ancora una volta ringraziamo la

Mamma per averci dato una CASA “degna di Lei” e, dopo un anno di permanenza, con gioia, ma anche con tanti sacrifici, stiamo vivendo con fede e amore la

missione di “accoglienza” nella Cappellina e di “evangelizzazione” in Radio Mater.

Innanzitutto: di “accoglienza”.Sì, perché la “Casa di Maria”

vuole essere segno della Sua maternità accogliente.

Con ciascuno di voi, ringrazio di cuore la cara sorella Carla, ora in cielo, che con il lascito del suo appartamento, ci ha permesso di acquistare questo “Centro Mariano”: luogo di comunione e cenacolo di preghiera. (Quante cose belle e buone, nel nome

Insieme alla Mamma,percorriamo la “Via dell’Amore”

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di Dio, si possono fare con un atto di carità!!)

Sono veramente commosso quando vedo molti di voi venire e, in umiltà, testimoniare le gioie e le sofferenze della vita di ciascuno.

Quanta preghiera poi nella Cappellina di Maria per supplicare il bisogno di accompagnare tante famiglie, tanti giovani a scoprire l’amore di Dio!

Grazie, miei cari, perché, come Sacerdote, mi permettete di entrare in ogni dramma personale o familiare, di versare olio e vino sulle ferite, di camminare fraternamente, mano nella mano, incontro al Signore per crescere insieme, rafforzando il nostro amore verso la Chiesa e in lei vivere, “come una vera famiglia”, a gloria della Santissima Trinità.

Ogni giorno, carissimi, sotto lo sguardo della Mamma, durante la dialisi e la Santa Messa, affido a Lei ciascuno di voi, i vostri problemi, le vostre fatiche, le vostre speranze, tutti i vostri cari vivi e defunti, perché Lei interceda presso il Suo e nostro Signore, Gesù Cristo, ci custodisca e risvegli in ciascuno di noi il desiderio di santità.

E in questo Centro Mariano c’è anche “Radio Mater”! Un altro “vero dono” di Maria, che è come un filo d’oro che ci tiene uniti e che ci porta giorno e notte Gesù, la Sua e nostra Mamma e la Chiesa.

Grazie di cuore, perché è solo attraverso i vostri sacrifici che la radio può vivere.

Credetemi,sono profondamente commosso per il miracolo che si compie, ogni giorno, grazie a voi che le permettete di vivere... di svolgere la sua missione.

E’ vero, è un momento estrema-mente difficile, miei cari, un momento in cui Dio ci chiama a conservare e sviluppare il dono della radio per salvare anime, anche attraverso “questa arca”, che ci accoglie e ci indica, con la Parola, la via della salvezza, la via della Vita, la via della Verità.

La Mamma ci dice: Figli miei, in umiltà accogliete questi sacrifici, queste fatiche! Rimaniamo uniti, ai piedi di Gesù Crocifisso, condividendo il Suo patire e il patire di tutti i nostri fratelli, per lavare le nostre vesti nel sangue dell’Agnello e seguirLo, in unità, ovunque Egli vada.

Non lasciamo che la paura, la stanchezza, sia fisica che spirituale che ci coglie, in

particolare nei momenti di prova, ci deluda e ci scoraggi!

Preghiamo e ricominciamo, riponendo sempre la nostra piena fiducia in Dio, Padre amorevole. Chiediamo, per intercessione di Maria, il dono dello Spirito Santo, della sapienza, come capacità di meditare e vedere ogni cosa con gli occhi di Dio e vivere ogni situazione della nostra vita, immersi nella Sua misericordia, senza mai stancarci. Fondiamo la “casa” nostra e della famiglia di Radio Mater sul fondamento vivo del nostro Signore,

“Chi fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà felicità nel praticarla.” (Gc. 1, 25).

Riprendiamo quindi con gioia il nostro cammino, miei cari, e, nel cuore della Mamma, riponiamo il nostro “Eccoci!”

Sì, Mamma, eccoci, guarda le nostre necessità e donaci di accogliere, custodire e servire queste Tue “due realtà”, vivendole con tanto amore... e sostenendole, fin quando Dio vorrà. Grazie!

Ed ecco nella preghiera e nel servizio la “Comunità di Maria” coi suoi “interni – seminterni – collaboratori - sostenitori”.

Interni: coloro che consacrano la loro vita, vivendo qui, al servizio di Maria.

Seminterni: coloro che vengono più giorni alla settimana,

I nostri volontari e collaboratori in una pausa fraternaInsi

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Papa Francesco continua a ripeterci che la Chiesa “per sua natura è missionaria: è nata in uscita”. “Uscire”, un verbo tanto caro al Papa. Quante volte nelle sue omelie ci ha invitato ad “uscire”, ad andare verso le periferie, verso chi soffre, verso i poveri. “Uscire” per andare a testimoniare. E questo è il compito non solo dei preti, dei religiosi e delle religiose, ma di tutti i cristiani. Ognuno nel proprio ambito. Chi nel mondo del lavoro, chi degli studi o dell’assistenza oppure della comunicazione. Sì, anche noi operatori della comunicazione dobbiamo “uscire” per ascoltare le “periferie”, coloro che non hanno voce perché sono poveri,

anziani, disabili, malati, senza arroccarsi nella “turris eburnea” dell’individualismo presuntuoso di chi crede di essere l’unico comunicatore del Vangelo.

Il 22 marzo scorso papa Francesco, parlando in Sala Clementina ai rappresentanti dell’Associazione “Corallo” – associazione che rappresenta le radio e le tv locali cattoliche - diceva che gli operatori dei media devono percorrere tre strade: “la strada della verità, la strada della bontà e la strada della bellezza. Ma quelle verità, bontà e bellezze che sono consistenti!, che vengono da dentro, che sono umane. E, nel cammino della verità, nelle tre strade possiamo trovare sbagli,

per servire con amore l’unico fine, per divenire un solo cuore, anche con gli “interni”.

Collaboratori: coloro che vengono ad aiutare con singole prestazioni, ma sentendosi con gioia una “cosa sola” con gli altri, nel servizio al “Disegno di Maria qui”.

Sostenitori: coloro che, ovunque abitino, sostengono con l’affetto, la preghiera e le offerte quelli che “operano qui”.

Ecco perché possiamo “sentirci tutti” della “Comunità di Maria”,

qualunque sia la “risposta”, secondo le possibilità di ciascuno.

Vorrei spendere una parola in più per gli “Interni”.

Tu lo sai Mamma che abbiamo bisogno di più interni che vengano a vivere, per servire qui, nella Tua casa.

Concedi questa “vocazione” a qualche “bel cuore” che accetti di venire a vivere con noi, per un periodo di prova o per sempre. Sarebbe un bellissimo modo di consacrare la propria vita al servizio di Maria e della Chiesa.

Coraggio, miei cari!

La vita è bella! Fidiamoci di Dio: “In verità, ci dice, tutto ciò che abbiamo la capacità di lasciare per il Suo regno, ci ritornerà centuplicato nel tempo presente e si compirà nella vita eterna.” (Lc.18, 28)

Affidiamoci quindi al Suo cuore, consegniamo a Lui tutto ciò che siamo ed abbiamo, per vivere intensamente la fede, la speranza e la carità.

Manca solo il nostro “Sì”.Vi ringrazio, vi aspetto e vi

benedico di cuore.Don Mario

don Mario e Papa Francesco al termine della concelebrazione

nella Cappella di Santa Marta

“Cercare l’unità, e non andare per la logica che il pesce grande ingoia il piccolo”

Papa Francesco agli operatori delle radio e televisioni cattoliche.

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anche trappole. “Io penso, cerco la verità...”: stai attento a non diventare un intellettuale senza intelligenza. “Io vado, cerco la bontà…”: stai attento a non diventare un eticista senza bontà. “A me piace la bellezza...”: sì, ma stai attento a non fare quello che si fa spesso, “truccare” la bellezza, cercare i cosmetici per fare una bellezza artificiale che non esiste”.

Se queste sono le virtù che devono perseguire gli operatori della comunicazione, ci sono anche i “peccati dei media” che vanno assolutamente evitati! “Per me, i peccati dei media, i più grossi – diceva il papa parlando a braccio - sono tre: la disinformazione, la calunnia e la diffamazione. Queste due ultime sono gravi!, ma non tanto pericolose come la prima”. Perché? Così spiegava Francesco: “La calunnia è peccato mortale, ma si può chiarire e arrivare a conoscere che quella è una calunnia.

La diffamazione è peccato mortale, ma si può arrivare a dire: questa è un’ingiustizia, perché questa persona ha fatto quella cosa in quel tempo, poi si è pentita, ha cambiato vita. Ma la disinformazione è dire la metà delle cose, quelle che sono per me più convenienti, e non dire l’altra metà. E così, quello che vede la tv o quello che sente la radio non può fare un giudizio perfetto, perché non ha gli elementi e non glieli danno. Da questi tre peccati, per favore, fuggite. Disinformazione, calunnia e diffamazione”. Parole chiare che dovrebbero mettere in crisi tanti operatori dei media, anche cattolici. Usare i mezzi radiotelevisivi per disinformare, per calunniare, per diffamare è peccato.

Ma poi papa Francesco si è soffermato su un altro punto: “l’unità armonica” del lavoro degli operatori della comunicazione. “Ci sono i media grandi, quelli più piccoli... Ma se noi leggiamo il capitolo XII della Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi, vediamo che nella Chiesa non c’è né grande né piccolo: ognuno ha la sua funzione, il suo aiuto all’altro, la mano non può esistere senza la testa, e così via. Tutti siamo membri, e anche i vostri media, che siano più grandi o più piccoli, sono membri, e armonizzati per la vocazione di servizio nella Chiesa. Nessuno deve sentirsi piccolo, troppo piccolo rispetto ad un altro troppo grande. Tutti piccoli davanti a Dio, nell’umiltà cristiana, ma tutti abbiamo una funzione. Tutti! Come nella Chiesa… Io farei questa domanda: chi è più importante nella Chiesa? Il Papa o quella vecchietta che tutti i giorni prega con il Rosario per la Chiesa? Che lo dica Dio: io non posso dirlo. Ma l’importanza è di ognuno in questa armonia, perché la Chiesa è l’armonia della diversità. Il corpo di Cristo è questa armonia della diversità, e Colui che fa l’armonia è lo Spirito Santo: Lui è il più importante di tutti... E’ importante: cercare l’unità, e non andare per la logica che il pesce grande ingoia il piccolo”.

“Essere a servizio della Chiesa” nell’unità armonica senza seguire “la logica che il pesce grande ingoia il piccolo”. Come non essere in sintonia con l’insegnamento di papa Francesco! Una sintonia che collima ancor più con le parole di Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, pronunciate al primo incontro dei media della CEI: “Occorre rovesciare la logica che attualmente governa i media Cei. L’autorevolezza deve essere fondata sulla ‘Chiesa che fa‘, prima che sulla ‘Chiesa che proclama‘, in quanto la Chiesa è maestra proprio perché innanzitutto fa”. E poi aggiungeva: i media cattolici potrebbero essere “un complesso di forze che ha mediamente pochi eguali... una bocca di fuoco invidiabile, sommata insieme e orientata efficacemente”.

Radio Mater vuole essere questa “bocca di fuoco” a servizio della Chiesa e in obbedienza e in unità con la Chiesa, per annunciare il Vangelo in umiltà e povertà. Non ha mai cercato logiche di mercato, logiche legate all’auditel o allo share. Come non ha mai inteso concorrere nei GP della comunicazione radiofonica. L’unico indice di ascolto che ha cercato e che cerca è annunciare la Parola di Dio per salvare le anime. Don Mario ripete sempre: “Se Radio Mater in questi anni ha salvato una sola anima, ha raggiunto il suo scopo”. Questo è l’unico share a cui aspiriamo.

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papa Francesco saluta gli operatori dei media cattolici

don Mario nei nuovi studi di Radio Mater ad Albavilla

Mario ed Enrico all’incontro dei media cattolici

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Ciao a tutti. Sono don Francesco Cristofaro, un giovane sacerdote della diocesi di Catanzaro-Squil-lace. Non conoscevo la realtà di Radio Mater. Sono sincero, non ne sapevo neanche dell’esistenza. Un giorno, mentre stavo riflettendo e pregando, mi sono detto: “Devo fare qualcosa in più per far conoscere a tutti l’amore di Gesù e Maria e ciò che loro hanno fatto nella mia vita” e ho scritto una testimonianza e l’ho mandata un po’ in giro. Alcuni l’hanno accolta e l’hanno diffusa. Anche a Radio Mater, un giorno è stata letta dopo la preghiera delle 15,00. Poi il Silenzio. Ogni tanto dal sito internet mi collegavo per ascoltare. Radio Mater stava entrando nel mio cuore, ma mi sono detto: “Posso fare ancora”. Scrivo una mail a Radio Mater per offrire la mia collaborazione. Non conoscevo nomi, persone, nessuno.

Una domenica di fine giugno ricevo una telefonata da una signora, mi pare fosse Giovanna e accanto a lei c’era don Mario. L’ho per-cepita come una tele-fonata d’amore tra cuori che credono la stessa fede e deside-rano lo stesso desi-derio. E oggi sono qui in questa grande famiglia a condurre con gioia la rubrica “Alla luce della fede” (ogni secondo venerdì del mese alle ore 21), per leggere, appunto, alla luce della fede del van-gelo e del Magistero della Chiesa, fatti, eventi, situazioni e la nostra stessa vita.

Cosa voglio dire a tutti voi? Nella mia vita ho compreso una verità: Gesù e la Madre santa vivono con noi e con noi camminano, a meno che noi non decidiamo di mandarli via dal nostro fianco! Per tanto tempo, Gesù e la Madre sua mi erano vicini ma non avvertivo la loro pre-senza, perché io chiedevo la mia volontà e non la loro. Camminavo da tristezza in tristezza e da supplica in supplica.

Vi racconto la mia storia.Nasco con parto prematuro al settimo mese

di gestazione e con una paraparesi spastica alle gambe. Questo problema diventa fin da subito causa di numerose difficoltà, lacrime e tribola-zioni, in primo luogo, per mamma e papà che si trovano a convivere con qualcosa di nuovo e certamente, non desiderato, non voluto. Un giorno, in età già adulta chiesi a mia madre: “mamma, ma se tu durante la gravidanza avessi

saputo della mia malformazione, avresti portato a termine la gestazione?”. Risposta diretta e secca: “no! Ma ora che vedo con i miei occhi ciò che sei per grazia di Dio, ti avrei partorito centomila volte”.

All’età di due anni ancora non cammino. Mia mamma di nuovo incinta del terzo figlio, è costretta a tenermi sempre in braccio e ad accompagnarmi insieme al papà alla fisioterapia.

Un’infanzia difficile seppur avvolta da un amore immenso della famiglia, dei parenti e amici, però, mentre gli altri giocavano a calcio, io giocavo con le macchinine in casa. Mentre gli altri facevano le gite scolastiche, io ero costretto a rinunciare, per il rischio di cadere e di farmi male.

Grazie a Dio, Qual-cuno muove mio padre nel cuore a farmi continuare gli studi. Lui pensava: “dopo la maturità avrà diritto a un lavoro”.

La mia famiglia non frequentava la chiesa, i sacramenti. Io mi avvicino con mio fratello alla parroc-chia per il catechismo in preparazione alla prima comunione. Ricevuta la prima comunione, mio fra-

tello non frequenta più, io continuo. La domenica mattina, molte volte, facevo due chilometri a piedi per arrivare in chiesa mentre tutti gli altri a casa dormivano. Quando qualche cono-scente si fermava per darmi un passaggio, io dicevo sempre che dovevo camminare perché il dottore me lo aveva prescritto. In realtà, rifiutavo per proteggere i miei genitori perché non passassero agli occhi della gente come degli insensibili o incoscienti.

Ciò che mi ha sempre accompagnato nella mia vita è stata una grandissima voglia di vivere e di fare. In parrocchia svolgevo il ruolo di mini-strante, poi di catechista, di animatore liturgico, ma il dono che mi piaceva impiegare di più era quello dell’accoglienza e di regalare un sorriso a chiunque entrasse in chiesa perché avevo compreso che i problemi personali si dovevano lasciare a casa.

In parrocchia conosco la realtà del Movimento Apostolico, movimento ecclesiale nato proprio nella mia diocesi nel 1979 con il carisma di ricordo e annuncio del vangelo al mondo che lo ha dimenticato o non lo conosce. Attraverso il

“Giovani, credete sempre nel domani,non scoraggiatevi mai, siate forti”

Don Francesco Cristofaro della diocesi di Catanzaro si racconta

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Movimento riscopro un volto di chiesa giovane, bella, fresca che avvicina i giovani, i gioielli di Gesù, che spende le sue energie per il futuro della chiesa e della società. Musical, adora-zioni, momenti di confronto, tutte attività che mi hanno fatto crescere nel cammino della fede ma, soprattutto hanno fatto germogliare in me il desiderio della vocazione. Il Signore si serve di tutto e di tutti per chiamarti.

Un giorno mi trovavo nel giardino di casa a leggere il mio vecchio libricino della prima comu-nione e nel leggere il rito della Santa Messa, in particolare le parole della consacrazione: “Prendete questo è il mio corpo… Prendete questo è il mio sangue…”, provai un brivido particolare e subito rivolgendomi a Gesù gli dissi: “cosa vuoi da me?”. Da quel momento, nel mio cuore, allora, un grandissimo deside-rio entrare in seminario per consacrare la mia vita a Dio e ai fratelli. Gioia immensa e tante tentazioni. Comincio a chiedermi se davvero il Signore avesse bisogno di me.

Ma avviene che, mentre da una parte, la let-tura del libricino delle prime comunioni aveva procurato al mio cuore grande coraggio, dall’altra parte, fu poprio in parrocchia durante la cele-brazione delle prime comunioni che avvenne qualcosa di veramente triste per me. Mentre servivo la messa delle prime comunioni cado a terra con il calice in mano con il sangue di Cristo. Lo stringo forte forte che non va perduta neanche una goccia, ma da quel giorno si perde il mio coraggio. Mi dicevo: “se non riesco a tenere un calice come posso fare altro”… la crisi più profonda. Questa è l’opera della tentazione, è il lavoro subdolo del diavolo che in ogni modo e con ogni mezzo si adopera per portarti lontano dal cuore di Dio.

Oggi sono un giovane sacerdote felice e sereno, pieno di vitalità ed energia che lotta e si impegna per annunciare il vangelo.

Non importa il passato. Importa l’oggi. Ciò che sei e soprattutto, ciò che puoi e devi fare. Gesù ti chiama come sei per farti diventare

come vuole lui. Io voglio essere come vuole lui. Noi siamo la gloria del Dio vivente, noi siamo i suoi strumenti in mezzo al mondo.

Se oggi qualcuno mi chiedesse di andare a parlare di Gesù sott’acqua, lo farei, perché la sua misericordia è grande, il suo amore immenso e non si può tacere ciò che hai visto e toccato con mano.

Vorrei fare tanto. Vorrei mostrare ogni giorno il volto di Gesù. Vorrei che l’uomo si avvicinasse alla grazia di Dio. Vorrei dire che il pensiero di Dio è diverso da quello dell’uomo, che il cuore di Gesù è diverso dal cuore dell’uomo. Per grazia di Dio sono quello che sono e per il suo amore infinito e grande oggi posso elevare in alto il calice della salvezza e sfamare i cuori della grazia sanante del Signore.

Vorrei dire all’uomo di credere sempre nel domani, di non scoraggiarsi mai, di essere forte. Vorrei dire all’ammalato di rifugiarsi nel cuore amabile della Madre Santa.

Vorrei regalare a tutti il mio sorriso quello bello che solo il Signore ti sa regalare da un contatto quotidiano con lui.

L’avermi voluto sacerdote è il dono più bello e prezioso che il Signore mi poteva concedere ma, allo stesso tempo, è una missione che puoi assolvere solo se possiedi gli occhi di Gesù, la sua bocca e, soprattutto il suo stesso cuore.

Se volete, dimenticate tutto ciò che vi ho scritto, ma ricordatevi questo: credete sempre nel domani, non scoraggiatevi mai, siate forti. Vorrei dire all’ammalato di rifugiarsi nel cuore amabile della Madre Santa. Vorrei dire ai giovani che è bello consacrare la propria vita a Gesù e il sacerdote è una vera ricchezza nella povertà di questo mondo. Vorrei dire: credere sempre, arrendersi mai! Tutto e tutti affido al cuore di Gesù e della Madre sua. Amen.

Don Francesco Cristofaroalcuni fedeli della parrocchia di don Francesco

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Anni di difficoltà, di attese, di preghiere (infinite!), di sacri-fici (quanti!), di delusioni per essere stati costretti a lasciare una cappellina tanto cara a don Mario e alla Comunità di Maria, dove migliaia di fedeli avevano pregato la Mamma per vent’anni.

Ma se “un temporale umano” ha distrutto tutto, Maria, poi, ha ricostruito una nuova realtà, dove finalmente si è avverato un sogno. Un sogno da Lei da sempre voluto. Lo scorso 25 maggio il card. Dionigi Tetta-manzi, Arcivescovo emerito di Milano, ha inaugurato e bene-detto il nuovo Centro Mariano, comprendente l’edificio della Comunità di Maria , gli studi della radio e le due cappelline, la prima per la preghiera not-turna e le celebrazioni dei giorni feriali, la seconda più grande per l’accoglienza dei pellegrini. L’altare di quest’ultima pog-gia su un prezioso monolite di marmo proveniente dalla tomba di San Pietro. Al piano supe-riore si trovano i nuovi studi della radio. Una scelta, questa, appositamente voluta, ad indi-care che il cuore pulsante di Radio Mater devono e dovranno sempre essere l’Eucarestia e la devozione a Maria.

Ancora è vivo in tutti noi quel giorno. C’era un grande fermento, la preparazione della liturgia diretta dal Diacono Lucio ha permesso il raccoglimento e la compostezza di tutti. La gente era tanta, molti fuori dalla Cap-pella, molti altri avevano trovato posto nella Cappellina feriale e seguivano la S. Messa attraverso i video appositamente collocati.

E c’era tanta commozione tra le oltre seicento persone presenti. Emozionato era don Mario, i componenti la Comunità di Maria, e anche il card. Tetta-manzi, lo stesso pastore che più di vent’anni prima incontrando Don Mario a Roma, dopo che gli era stata “strappata” Radio Maria, lo rassicurò a continuare nel suo impegno pastorale nel

Don Mario accoglie e saluta il Cardinal Dionigi Tettamanzi

I nostri bambini recitano la prima decina del Santo Rosario

Inizia la processione verso la Cappellina

Albavilla 25 maggio 2014: il card. Dionigi Tettamanziinaugura il nuovo Centro Mariano

Il sogno diventa realtà

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mondo dell’etere. Quando poi divenne arcivescovo di Milano, la stima vicendevole si rinsaldò e iniziò la collaborazione con l’Ufficio comunicazione della Curia milanese. Graditissime sono state la sua partecipazione alle due Feste di Radio Mater del 2009 e del 2010 che tutti ricordiamo con affetto, per il suo calore ed affabilità.

Anche quel giorno il Cardinale non si risparmiò. Alle 15:30 ha guidato la recita del Santo Rosario nella Cappellina della Casa di Maria, dove è posta la statua della Madonna bene-detta da tre papi: San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e il 19 febbraio in occasione del ventennio di Radio Mater da papa Francesco. Prima di ini-ziare la processione, don Mario ha chiesto a Sua Eminenza di rivolgere alla Mamma una pre-ghiera speciale e di benedire anche l’esterno della Casa di Maria, “perché il Maligno non possa più fare a Radio Mater quanto è riuscito a compiere 25 anni fa a Radio Maria”.

Preceduto dalla statua della Madonna di Lourdes, il card. Tettamanzi ha percorso con i fedeli il viale del giardino fino alla nuova Cappella. Qui, dopo aver benedetto la targa commemo-rativa collocata all’esterno, ha presieduto la concelebrazione della Santa Messa con alcuni sacerdoti conduttori e collabo-ratori, i canti sono stati eseguiti dal Coro diretto da Enrico Pina. Era presente anche una rappre-sentanza del Gruppo Folcloristico dei Bej di Erba.

Durante l’omelia il cardinale ha sottolineato: “Dobbiamo chia-mare questo edificio Santuario mariano, non Centro, perchè qui noi troviamo, e tanti dopo di noi troveranno, la forza e la grazia per andare da Gesù”. Parole che hanno strappato un caloroso applauso da parte dei fedeli presenti.

Poi ha aggiunto: “La predica più bella la stiamo facendo tutti insieme”: con l’affetto e la fiducia che riponiamo in Maria.

Mi vengono in mente le ultime parole pronunciate dal Signore

il Card. Tettamanzi benedice la Casa di Maria

don Mario e il Card. Dionigi scoprono la targa di inaugurazione

i Bej alla festa a ricordo di Peppino il coro diretto da Enrico Pina

il Card. Dionigi benedice i fedeli presenti all’esterno

i sacerdoti distribuiscono la Comunione

il Card. Dionigi incensa l’altare

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secondo il Vangelo di San Marco: “Andate e predicate il Vangelo a tutte le creature”. Ebbene, Gesù quando disse queste parole, pensava anche a noi. Il Signore ha progetti grandiosi e chiede a noi di aiu-tarlo. Possiamo farlo non solo con la preghiera, ma anche con le parole e la testimo-nianza di vita... Oggi siamo qui in un centro radiofonico che ha lo scopo di annun-ciare la notizia della salvezza al mondo. Fare questo vuol dire condividere la gioia della fede: una gioia che infonde serenità e pace.

Al termine della S. Messa, don Mario ha ringraziato il cardinale, i sacerdoti presenti e ha invitato i radioascolta-tori “ad andare avanti”. La commozione sul suo volto era tanta...

E’ stato letto anche un mes-saggio di partecipazione del cardinale Angelo Comastri, vicario generale del S. Padre per la città del Vaticano.

Il cardinal Tettamanzi, poi, ha benedetto al piano superiore i nuovi studi di Radio Mater.

Nei giorni successivi, parlando con Don Mario, così riflette-vamo: con l’inaugurazione del Centro dedicato a Maria e benedetto dal Cardinale, si chiudeva un cerchio che proprio Mons. Dionigi aveva aperto. Altre strade si aprono ora con questo dono, frutto del sacrificio di tanti ascoltatori, che sarà punto di incontro e di crescita nella fede.

La “Madonna ha fatto le cose bene”, ci ricorda spesso Don Mario, quando pensa al disegno divino che lo ha riportato ad Albavilla: prima come giovane coadiutore ed ora come pastore e guida di tanti cuori che formano la “grande Comunità” che sul’e-sempio di Maria, ha detto sì a Gesù nel servizio ai fratelli in questo apostolato originale di annuncio ed accoglienza.

Fr. Aldo - Enrico

Il Card. Tettamanzi benedice i nuovi studi radiofonici di Radio Mater ad Albavilla

il pensiero del Card. Dionigi sul nostro registro

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La ricorrenza del 61° di sacer-dozio dell’amato don Mario, celebrata il 28 giugno nella nuova Cappellina di Maria in Albavilla con la partecipazione di un gran numero di volontari, conduttori, fedeli ascoltatori e devoti della Mamma di Radio Mater, è stata una giornata di grandissima gioia, gratitudine, calore umano, rilancio della dispo-nibilità al servizio, in cui siamo tutti impegnati, per realizzare il compito spirituale ed ecclesiale affidato da Maria a don Mario.

Nella celebrazione eucaristica abbiamo avvertito l’infinito biso-gno di ringraziamento per tutto il cammino sacerdotale com-piuto da don Mario, la fecondità

Mai visita fu tanto gradita. Domenica 22 giugno, il Vicario Generale dell’Arcidiocesi Ambro-siana, mons. Mario Delpini, ha fatto visita al nuovo Centro Mariano di Radio Mater, por-tando il saluto del Cardinale e di tutta la diocesi. Una visita che ha riempito di gioia Don Mario, la Comunità di Maria e i tanti pellegrini presenti, alcuni dei quali provenienti dalla pro-vincia di Pisa.

Mons. Delpini ha guidato la meditazione dei Misteri del S. Rosario e poi ha presieduto la concelebrazione. Nell’omelia, Sua Eccellenza ha ricordato come la cronaca dei nostri giorni ci porti

a perdere la speranza: “Si vive un momento di smarrimento, non si sa dove siamo diretti, si tira avanti...

A ridarci la speranza deve essere la Parola di Gesù: siate perfetti come è perfetto il Padre Vostro che è nei Cieli. E in questo ci viene di aiuto Maria, che ci dà quella speranza: lei ci dice

che si può ancora sperare. Ma come? Come ha fatto Lei, che rispose all’Angelo: “Ecco la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua parola”.

Il Vicario ha visitato il Centro e ha benedetto i nuovi studi radiofonici, invitando i conduttori ad essere annunciatori fedeli della Parola di Dio.

Santa Messa celebrata da don Mario a ricordo della sua ordinazione Sacerdotale

La Vergine ci insegna a sperare sempre

Tutti assieme con Maria,faro nel cammino di Radio Mater

Sessantun anni di sacerdozio di don Mario e Festa dei Volontari

Mons. Mario Delpini, Vicario Generale della Arcidiocesi di Milano,in visita al Centro Mariano.

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pastorale e i frutti spirituali che hanno inondato una moltitudine innumerevole di anime grazie allo strumento radiofonico, per la intercessione della Madre di Dio e nostra Mamma. Sempre più consapevoli del ruolo di noi volon-tari nel nuovo Centro Mariano, il 61mo anniversario e la festa del volontariato sono stati l’oc-casione migliore per rinnovare programmi di vita e propositi concreti di crescita in santità personale e impegno apostolico.

Coscienti che ogni conduttore per “essere luce e sale della terra” - e mai “un cieco alla guida di altri ciechi” - deve occuparsi della propria vita spirituale, il rapporto personale con il Signore con la preghiera collettiva e individuale e la vita sacramentale (santa Messa ed eucaristia, sacramento della penitenza), abbiamo rinnovato il proposito di curare la nostra formazione ascetica e dottrinale. E in questo siamo sospinti da papa Francesco, che ci invita a testimoniare la nostra fede senza

paura, nella verità e nella carità, tralasciando il protagonismo, la vanagloria, senza cercare il con-senso umano, che ci allontana dalla virtù della umiltà.

Don Mario a fine giornata ci ha invitato per “una pizza in famiglia”.

In più di 120 volontari, ci siamo ritrovati gioiosamente a tavola sotto la tensostruttura offertaci gratuitamente dal Comune e dalla Pro Loco di Albavilla. Un grazie sincero al sindaco Giuliana Castelnuovo e al presidente Aldo Liberali, che ci hanno permesso di trovare riparo da un nubifragio scatenatosi proprio al termine della S. Messa, e di trascorrere in unità di cuori la Prima Gior-nata del Volontariato. Abbiamo assaporato l’ essere “...riuniti tutti in una sola famiglia...”, risco-prendo insieme l’importanza di volerci bene, che vuol dire anche non lasciarci condizionare dai difetti e limiti personali. “Come è bello, Signore, stare assieme ed amarci come ami tu...”

Don Mario, al termine della “pizzata”, ha ringraziato tutti i volontari per la loro disponibilità e il loro impegno disinteressato, che hanno permesso di portare a termine la ristrutturazione del nuovo Centro Mariano e il trasloco della Radio e della Cappellina.

E anche noi diciamo grazie a don Mario per il suo luminosissimo esempio pastorale di fondatore: quella sera il sorriso e la gioia che trasparivano sul suo volto ci hanno spronato a proseguire nella collaborazione e corresponsabilità sulla strada intrapresa.

Tutti assieme, con Maria, perché solo Lei è il nostro faro, che illu-mina la rotta giusta. Solo Lei è la nostra guida, silenziosa e discreta.

Gianmario Brenna

Insieme ai conduttori collaboratori con il grazie di don Mario e della Comunità di Maria

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